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Migrazione e affari interni Agenda europea sulla migrazione Glossario, fatti e cifre

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1Migrazione e affari interni

Agenda europea sulla

migrazione Glossario, fatti e cifre

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Migrazione irregolare

Confronto tra attraversamenti irregolari per rotta nei periodi gennaio-dicembre 2013 e gennaio-dicembre 2014

Indice

Migrazione irregolare .............................................................................................................. 2

Asilo e protezione ..................................................................................................................... 6

Qual è l’attuale quadro giuridico dell’UE in materia di asilo? .................................. 6

Migrazione legale ....................................................................................................................10

Iceland

Morocco

SPAIN

Iraq

Norway

Russian Federation

Sweden

Algeria

Libya

ITALY

Egypt

SYRIA

Turkey

Hungary

Poland

France

Germany

Belarus

Finland

Latvia

Romania

Ukraine

Iran

Saudi Arabia

Bulgaria

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Quali sono le agenzie UE che sostengono gli Stati membri sul fronte della migrazione?FRONTEX: l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea agevola e migliora l’applicazione delle misure dell’UE, vigenti e future, relative alla gestione delle frontiere esterne.

EASO: l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo aiuta gli Stati membri ad assolvere i loro obblighi europei e internazionali in materia di asilo.

EUROPOL: l’Ufficio europeo di polizia assiste le forze di polizia degli Stati membri a migliorare la cooperazione per prevenire e contrastare le forme più gravi di criminalità internazionale, come il terrorismo, il traffico di stupefacenti e il traffico di esseri umani, concentrandosi

sulla lotta alla criminalità organizzata.

eu-LISA: l’Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, attualmente responsabile della gestione operativa del sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II), del sistema d’informazione visti (VIS) e di Eurodac, assicura lo scambio efficiente dei dati contribuendo così in misura essenziale al funzionamento dello spazio Schengen e alla gestione dell’asilo. In particolare aiuta a garantire la sicurezza interna e la capacità degli Stati membri di controllare le frontiere esterne e facilitare, ogniqualvolta possibile, l’attraversamento delle frontiere.

Quali sono le norme UE sul rimpatrio dei migranti in posizione irregolare?

Alla fine del 2010 sono entrate in vigore le norme comuni sul rimpatrio (la cosiddetta “direttiva rimpatri”) concordate dagli Stati membri nel 2008. Tali norme comuni chiare, trasparenti ed eque disciplinano il rimpatrio e l’allontanamento dei migranti in posizione irregolare, le misure coercitive e il trattenimento e il reingresso, il tutto nel pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Tutti gli Stati membri vincolati

dalla direttiva rimpatri (tranne il Regno Unito e l’Irlanda) più i 4 paesi associati Schengen (Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein) hanno provveduto a recepirla nell’ordinamento nazionale. Stando ai dati Eurostat, nel 2013 sono stati colpiti da decisione di rimpatrio circa 425 000 migranti e quasi 167 000 hanno lasciato l’UE di conseguenza.

Confronto tra decisioni di rimpatrio e rimpatri effettivi per principali paesi di cittadinanza dei migranti irregolari

Fonte: Eurostat

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Che cosa sono gli accordi di riammissione?

Gli accordi di riammissione stabiliscono obblighi e procedure chiare cui devono attenersi le autorità del paese terzo e degli Stati membri nel decidere quando e come riammettere i cittadini non UE in posizione irregolare. Il loro

scopo è migliorare la cooperazione tra le amministrazioni ed entrano in gioco solo una volta emessa la decisione di rimpatrio nel rispetto delle garanzie procedurali definite dalla direttiva e delle pertinenti norme UE sull’asilo.

Attualmente sono in vigore 17 accordi di riammissione

PaeseEntrata in vigore dell’accordo

Hong Kong 1 marzo 2004Macao 1 giugno 2004Sri Lanka 1 maggio 2005Albania 1 maggio 2006Russia 1 giugno 2007Ucraina 1 gennaio 2008ex Repubblica jugoslava di Macedonia

1 gennaio 2008

Bosnia-Erzegovina 1 gennaio 2008

PaeseEntrata in vigore dell’accordo

Montenegro 1 gennaio 2008Serbia 1 gennaio 2008Moldova 1 gennaio 2008Pakistan 1 dicembre 2010Georgia 1 marzo 2011Armenia 1 gennaio 2014Azerbaigian 1 settembre 2014Turchia 1 ottobre 2014Capo Verde 1 dicembre 2014

Che cosa è il principio di non respingimento?

Il principio di non respingimento vieta agli Stati di rimpatriare un migrante in un territorio in cui è alto il

rischio che sia sottoposto a pena di morte, tortura o altre pene o trattamenti inumani o degradanti.

Qual è la differenza tra traffico di migranti e tratta?

Il traffico di migranti e la tratta sono due attività diverse ma collegate e sono entrambe opera di reti criminali. Nel primo caso è di solito il migrante a scegliere spontaneamente la via della migrazione irregolare pagando i servizi di un trafficante per attraversare un confine internazionale; nel secondo caso il migrante è vittima di un’atroce attività criminale, costretto in un circolo vizioso di grave sfruttamento che può anche non

essere legato all’attraversamento di una frontiera. In realtà non è facile scindere i due fenomeni, poiché coloro che intraprendono volontariamente il viaggio possono successivamente cadere prigionieri di reti di sfruttamento lavorativo o sessuale. I migranti vittime di traffico sono spesso esposti a violenze e gravi violazioni dei diritti umani o addirittura alla morte.

In che modo l’UE combatte la tratta?

Nel 2012 l’Unione ha adottato una strategia per l’eradicazione della tratta degli esseri umani, che aggiorna il piano d’azione dell’UE del 2005 sulle migliori pratiche, le norme e le procedure per contrastare e prevenire la tratta. La strategia consiste in una serie di misure concrete e pratiche da attuare nell’arco di cinque anni, tra cui la prevenzione, la protezione e il sostegno alle vittime e l’azione penale contro i trafficanti, l’istituzione

di unità nazionali di contrasto specializzate nella tratta e la creazione di squadre investigative comuni europee incaricate di perseguire i casi di tratta transfrontaliera.

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Salvare vite umane e garantire la sicurezza delle frontiere esterneIn che modo Frontex, agenzia di controllo di frontiera, garantisce che le sue attività siano dirette in primis a salvare vite umane?Frontex svolge il ruolo essenziale di garantire controlli di frontiera efficaci lungo le frontiere esterne dell’UE. Di conseguenza anche tutte le operazioni marittime che coordina (si pensi a Triton nel Mediterraneo centrale e a Poseidon nel Mediterraneo orientale) sono finalizzate a sorvegliare le frontiere.

Ciò nonostante Frontex, che non è un organo di ricerca e soccorso né ha le funzioni di coordinamento proprie di un centro di coordinamento del soccorso, finisce per assistere gli Stati membri che chiedono maggiore assistenza tecnica alle frontiere esterne, sapendo che certe situazioni

possono comportare emergenze umanitarie e operazioni di soccorso in mare.

Le navi di Stato che pattugliano il mare hanno l’obbligo di assistere qualsiasi persona o imbarcazione in difficoltà, indipendentemente dalla nazionalità, dallo status e dalle circostanze, e di condurla in luogo sicuro. Questo obbligo vale anche per le operazioni marittime coordinate da Frontex, come indica il regolamento sulle operazioni in mare di Frontex (regolamento (UE) n. 656/2014) che contempla norme giuridicamente vincolanti in materia di ricerca e soccorso.

Che cos’è il sistema dei “punti di crisi”?

Si tratta di un concetto nuovo introdotto dall’agenda europea sulla migrazione. Le agenzie dell’Unione, ovvero FRONTEX, l’EASO e Europol, hanno il compito di prestare assistenza operativa agli Stati membri in conformità al rispettivo mandato. L’attuale pressione migratoria si contraddistingue per l’afflusso misto di richiedenti asilo e migranti economici e la presenza di reti organizzate di trafficanti. Gli Stati membri tendono a chiedere assistenza

a un’unica agenzia e si aspettano che risolva problemi che non rientrano necessariamente nel suo mandato. L’agenda propone di costituire appositi gruppi addetti ai punti di crisi e composti da esponenti di tutte le agenzie, il cui compito sarà apportare un sostegno globale alla risposta ai flussi migratori misti. A tali gruppi potrebbero associati anche Eurojust e l’EMSA, a seconda dei casi.

Che cos’è il pacchetto “frontiere intelligenti”?

Presentato dalla Commissione nel febbraio 2013, il pacchetto “frontiere intelligenti” propone di istituire un sistema di ingressi/uscite e un programma per viaggiatori registrati. L’obiettivo è migliorare la gestione delle frontiere esterne degli Stati Schengen, combattere l’immigrazione irregolare e fornire informazioni sui soggiornanti fuori termine, ma anche agevolare, mediante il programma per viaggiatori registrati, gli attraversamenti di frontiera dei cittadini non UE che viaggiano di frequente e sono stati

sottoposti a controllo preliminare di sicurezza. Nel 2014, in accordo con i colegislatori, la Commissione ha avviato una prova di fattibilità del pacchetto con uno studio cui ha fatto seguito nel 2015 una fase di test eseguita dall’agenzia eu-LISA. Dagli esiti della prova di fattibilità risulterà una proposta riveduta che sarà presentata nel 2016. Il sistema “frontiere intelligenti” dovrebbe diventare operativo nel 2020.

Che cos’è il sistema d’informazione Schengen?

Il sistema d’informazione Schengen (SIS) è la banca dati sulla sicurezza più efficiente e più utilizzata in Europa nel campo della migrazione e dello scambio di informazioni tra autorità di contrasto. Le autorità competenti la consultano tanto alle frontiere esterne quanto all’interno del territorio. In sostanza la sua facilità d’uso e la stretta integrazione nei sistemi nazionali permettono di effettuare, agevolmente e simultaneamente nei sistemi nazionali e nel SIS, i controlli di routine a fini di contrasto e le verifiche di frontiera sulle persone cui deve essere rifiutato l’ingresso nello spazio Schengen e sulle persone e sugli oggetti ricercati o scomparsi (veicoli, documenti

d’identità, armi da fuoco rubati). Nel 2014 il SIS è stato consultato 2 miliardi di volte. Ogni “segnalazione” nel SIS dà istruzioni precise agli agenti sulle azioni da intraprendere sul campo. Nel 2015 le segnalazioni nel SIS sono state circa 57 milioni e le azioni di contrasto eseguite di conseguenza circa 135 000. Tornando alla migrazione, gli Stati membri emettono divieti d’ingresso contro cittadini non UE condannati per reati gravi o che hanno violato le leggi nazionali sull’immigrazione. Questi divieti hanno effetto nell’intero spazio Schengen. Le informazioni sulle segnalazioni SIS sono oggetto di scambi tra i punti di contatto nazionali designati (cosiddetti “uffici SIRENE”)

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che raggiungono circa un milione di messaggi all’anno; proprio per questo gli uffici SIRENE sono considerati la

piattaforma di cooperazione di polizia più sviluppata e intensa d’Europa.

Il grafico illustra come si distribuiscono le 797 764 segnalazioni relative a per-sone memorizzate nel SIS II al 31 dicembre 2014

68,6 %5,3 %

3,1 %

5,8 %4,3 %

12,8 %

Che cos’è EUROSUR?

EUROSUR è un sistema polivalente che permette di individuare, prevenire e combattere la migrazione irregolare e la criminalità transfrontaliera alle frontiere esterne e che contribuisce a proteggere e salvare vite

umane. In questo costituisce un quadro comune per lo scambio di informazioni e la cooperazione tra tutte le autorità incaricate di sorvegliare le frontiere esterne, terrestri e marittime, degli Stati membri e con Frontex.

Che cosa sono le operazioni di politica di sicurezza e di difesa comune?

Sono operazioni effettuate nel quadro del mandato dell’Alto rappresentante/Vicepresidente e concordate dagli Stati membri in linea con le procedure e le competenze

previste nel titolo V del trattato sull’Unione europea, e che si prevede di intensificare per promuovere la capacità dei partner africani di gestire le loro frontiere.

Asilo e protezioneQual è l’attuale quadro giuridico dell’UE in materia di asilo?

Dal 1999 l’Unione europea è impegnata a creare un sistema europeo comune di asilo e a migliorarne il quadro legislativo. A seguito del completamento nel 2005 della prima fase del sistema, basato su un minimo denominatore comune tra Stati membri, nel 2013 sono state concordate nuove norme (sistema europeo comune di asilo II) per assicurare a tutti i richiedenti asilo, ovunque presentino domanda, parità di trattamento in un sistema aperto ed equo. Il nuovo sistema si compone di cinque strumenti giuridici:

• la direttiva procedure, che regola l’intero iter di una domanda di asilo;

• la direttiva accoglienza, che stabilisce norme comuni sulle condizioni di accoglienza (alloggio, vitto, assistenza sanitaria, lavoro ecc.) per i richiedenti asilo;

• la direttiva qualifiche, che fissa criteri comuni per il riconoscimento della protezione internazionale;

Cittadini di paesi terzi segnalati ai fini del rifiuto di ingresso o di soggiorno nello spazio Schengen – art. 24 regolamento SIS II

Persone scomparse (adulti) – art. 32 decisione SIS II

Persone scomparse (minori) – art. 32 decisione SIS II

Persone ricercate per presenziare ad un procedimento giudiziario – art. 34 decisione SIS II

Persone segnate ai fini di controllo discreto o di controllo specifico – art. 36 decisione SIS II

Segnalazione per l’arresto a fini di consegna o di estradizione – art. 26 decisione SIS II

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• il regolamento Dublino, che determina lo Stato membro competente per l’esame della domanda di asilo;

• il regolamento Eurodac, che istituisce una banca dati dell’UE per le impronte digitali dei richiedenti asilo.

Numero totale di richiedenti asilo nell’UE

Source: Eurostat

Numero di domande di asilo per Stato membro

2012 2013 2014Belgio 28 285 21 215 22 850

Bulgaria 1 385 7 145 11 080

Repubblica ceca 755 710 1 155

Danimarca 6 075 7 230 14 715

Germania 77 650 126 995 202 815

Estonia 75 95 155

Irlanda 955 945 1 450

Grecia 9 575 8 225 9 435

Spagna 2 565 4 495 5 615

Francia 61 455 66 265 64 310

Croazia : 1 080 450

Italia 17 350 26 620 64 625

Cipro 1 635 1 255 1 745

Lettonia 205 195 375

Lituania 645 400 440

2012 2013 2014Lussem- burgo 2 055 1 070 1 150

Ungheria 2 155 18 900 42 775

Malta 2 080 2 245 1 350

Paesi Bassi 13 100 13 095 24 535

Austria 17 450 17 520 28 065

Polonia 10 755 15 245 8 025

Portogallo 295 505 445

Romania 2 510 1 495 1 545

Slovenia 305 270 385

Slovacchia 730 440 330

Finlandia 3 115 3 220 3 625

Svezia 43 945 54 365 81 325

Regno Unito 28 895 30 820 31 945

TOTALE 336 000 432 060 626 715

Fonte: Eurostat

Che cosa si intende per ricollocazione? Come funziona?

La ricollocazione è l’operazione con cui il beneficiario di protezione internazionale ai sensi della direttiva 2011/95/UE viene trasferito dallo Stato membro che gli ha riconosciuto tale protezione a un altro Stato membro dove godrà dello stesso status; è sempre ricollocazione l’operazione che consiste nel trasferire un richiedente

protezione internazionale dallo Stato membro competente per l’esame della sua domanda a un altro Stato membro che procederà a tale esame. Si tratta di un sistema volontario, ossia attuabile soltanto con il previo accordo degli Stati membri interessati.

8

35 %

14 %11 %

11 %

7 %

6 %

5 %

4 %4 % 3 %

Germania

Svezia

Italia

Francia

Ungheria

Regno Unito

Austria

Paesi BassiBelgio

Danimarca

Fonte: Eurostat

Come mostra il grafico qui sotto, la ripartizione delle domande di asilo tra Stati membri è lungi dall’essere uniforme. Nel 2014 il 72% del totale delle domande

di asilo nell’UE è ricaduto su soli quattro Stati membri: Germania, Svezia, Italia e Franc

Percentuale di richiedenti asilo per i dieci paesi UE più sollecitati (2014)

Che cosa comporta il sistema di risposta di emergenza previsto dall’articolo 78, paragrafo 3, del trattato? Che cosa propone la Commissione nel breve e lungo periodo?

Per far fronte alla situazione nel Mediterraneo, entro la fine di maggio la Commissione proporrà di attivare il sistema di risposta emergenziale previsto all’articolo 78, paragrafo 3, del trattato. La proposta conterrà un meccanismo per la dis-tribuzione dei richiedenti asilo che hanno eviden-te bisogno di protezione internazionale, in modo da garantire la partecipazione equa ed equilibra-ta di tutti gli Stati membri allo sforzo comune. Lo Stato membro di accoglienza sarà competente per l’esame della domanda di asilo secondo le norme e garanzie vigenti. La Commissione ha fissato una chiave di redistribuzione basata su criteri come PIL, popolazione, tasso di disoccu-pazione e numero passato di richiedenti asilo e di rifugiati reinsediati. Questa misura tempora-

nea è prodromica di una soluzione duratura: l’UE necessita di un sistema permanente per condi-videre tra gli Stati membri la responsabilità dei numerosi rifugiati e richiedenti asilo. Per questo la Commissione intende presentare entro il 2015 anche una proposta legislativa riguardante un sistema di ricollocazione obbligatorio che si attivi automaticamente in caso di afflusso massiccio distribuendo all’interno dell’UE le persone con evidente bisogno di protezione internazionale. Il sistema terrà conto degli sforzi già compiuti dagli Stati membri su base volontaria.

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Che cos’è il reinsediamento? Come funziona?Il reinsediamento è il processo per cui vengono trasferiti da un paese terzo a uno Stato membro cittadini di paesi terzi bisognosi di protezione in-ternazionale, su richiesta esplicita dell’Alto Com-missariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UN-HCR). Attualmente il reinsediamento di rifugiati resta un processo volontario e l’impegno dell’UE

è pari alla somma di tutte le iniziative nazionali. Sono 14 gli Stati membri che fanno reinsedia-menti, tre reinsediamo solo in occasioni puntuali e i restanti non partecipano affatto, nonostante le espressioni politiche di buona volontà.

Numero di persone reinsediate nel periodo 2008 – 2014 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014Belgio : 45 : 25 0 100 35Bulgaria : : : : 0 0 0Repubblica ceca : 0 40 0 25 0 0Danimarca 565 450 495 515 470 515 345Germania 0 2070 525 145 305 280 280Estonia 0 0 0 0 0 0 0Irlanda 100 190 20 45 50 85 95Grecia : : : 0 0 0 0Spagna : : : : 80 0 125Francia 195 520 360 130 100 90 450Croazia : : : : : 0 0Italia 70 160 55 0 0 0 0Cipro 0 : 0 : : 0 0Lettonia 0 0 0 0 0 0 0Lituania : : : 0 5 0 0Lussemburgo : 30 5 0 0 0 30Ungheria 0 0 : 0 0 0 10Malta 0 0 0 0 0 0 0Paesi Bassi 695 370 430 540 430 310 790Austria 0 0 0 0 0 0 390Polonia : : : : 0 0 0Portogallo 10 0 35 30 15 0 15Romania 0 0 40 0 0 0 40Slovenia 0 0 0 0 0 0 0Slovacchia 0 0 0 0 0 0 0Finlandia 750 725 545 585 730 675 1090Svezia 1865 1890 1790 1620 1680 1820 2045Regno Unito 640 945 720 455 1040 965 645

Fonte: Eurostat

Che cosa sono i programmi di sviluppo e protezione regionale?

I programmi di sviluppo e protezione regionale sono diretti a sostenere lo sviluppo delle capacità (in particolare quadro legislativo e amministrativo) dei paesi terzi a lungo termine, in modo che diventino autentici garanti di protezione, in conformità al diritto internazionale. Non sono strumenti di assistenza umanitaria immediata ma possono comprendere, a seconda delle esigenze del paese

terzo in questione, svariate azioni. Possono sostenere, ad esempio, l’elaborazione di un quadro legislativo e politico e lo sviluppo delle strutture amministrative, il processo per determinare lo status e la capacità di accoglienza, le vittime di tratta e traffico e le campagne di sensibilizzazione, la formazione di chi lavora con i rifugiati ecc. L’elemento “sviluppo” mira a compensare

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gli effetti negativi e a sostenere quelli positivi della presenza di rifugiati presso le comunità di accoglienza e a migliorarne le possibilità di sussistenza, i mezzi per

garantirsi l’autonomia e le possibilità di integrazione locale. I programmi di sviluppo e protezione regionale comprendono anche il reinsediamento.

Migrazione legaleIn che modo l’UE attira i lavoratori altamente qualificati dei paesi terzi?

Nel 2009 l’UE ha creato un insieme di condizioni in grado di attrarre i lavoratori di paesi terzi che vorrebbero concorrere per impieghi altamente qualificati negli Stati membri, stabilendo una procedura accelerata armonizzata e criteri comuni (contratto di lavoro, qualifiche professionali e soglia salariale minima) per il rilascio di un permesso di soggiorno e di lavoro speciale, detto “Carta blu UE”. La Carta blu facilita l’accesso al mercato del lavoro e accorda ai titolari diritti sociali ed economici e condizioni favorevoli per il ricongiungimento familiare e la circolazione nell’UE.

La cosiddetta “direttiva Carta blu UE” promuove inoltre principi di assunzione etica per limitare — se non far cessare del tutto — le politiche aggressive di assunzione degli Stati membri in paesi in via di sviluppo che già soffrono di una grave “fuga di cervelli”. La Carta blu UE non dà luogo a un diritto di ammissione ed è rilasciata in funzione della domanda, cioè di un contratto di lavoro. Il suo periodo di validità è compreso tra uno e quattro anni, con possibilità di rinnovo.

Carte blu rilasciate dagli Stati membri 2012 2013UE 25 3 664 12 854Belgio 0 5Bulgaria 15 14Repubblica ceca 62 72Danimarca1 Germania 2 584 11 580Estonia 16 12Irlanda1 Grecia 0 Spagna 461 313Francia 126 371Croazia 10Italia 6 87Cipro 0 0

2012 2013Lettonia 17 10Lituania 26Lussemburgo 183 236Ungheria 1 4Malta 0 4Paesi Bassi 1 3Austria 124 Polonia 2 16Portogallo 2 4Romania 46 71Slovenia 9 3Slovacchia 7 8Finlandia 2 5Svezia Regno Unito1

Source: Eurostat

1Danimarca, Irlanda e Regno Unito non sono vincolati dalla direttiva Carta blu UE, in linea con i protocolli 21 e 22 dei trattati.

Titoli di soggiorno rilasciati dagli Stati membri 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Belgio 46.201 58.939 57.855 55.449 47.278 42.463

Bulgaria 3.933 4.383 4.051 5.030 6.418 6.436

Repubblica ceca 61.350 27.539 34.653 20.978 42.123 45.544

Danimarca 31.655 26.409 28.577 24.707 24.812 31.311

Germania 114.289 121.954 117.202 110.349 184.070 199.925

Estonia 3.884 3.777 2.647 3.408 2.530 2.496

Irlanda 28.926 25.509 22.235 24.570 26.818 32.780

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2008 2009 2010 2011 2012 2013

Grecia 40.411 45.148 33.623 21.269 16.252 18.299

Spagna 399.827 290.813 258.071 282.704 223.026 196.242

Francia 188.723 200.649 204.321 199.581 199.480 212.098

Croazia 3.320

Italia 550.226 506.833 589.988 331.083 246.760 243.954

Cipro 25.156 25.638 19.139 15.645 11.715 11.455

Lettonia 7.706 2.304 2.329 3.982 5.620 7.615

Lituania 5.298 2.659 1.861 2.429 3.696 4.601

Lussemburgo : 2.969 2.366 2.698 3.804 4.169

Ungheria 37.486 14.289 14.601 14.893 13.282 16.833

Malta 4.836 3.547 2.763 3.484 4.526 10.187

Paesi Bassi 62.589 56.488 54.473 55.074 51.162 64.739

Austria 21.783 28.035 30.596 35.442 37.852 34.308

Polonia 40.896 33.427 101.574 108.036 146.619 273.886

Portogallo 63.715 46.324 37.010 35.172 32.590 26.593

Romania 19.354 15.380 10.218 9.740 10.125 11.160

Slovenia 29.215 15.759 7.537 9.800 9.092 8.271

Slovacchia 8.025 5.336 4.373 3.641 4.210 4.416

Finlandia 21.873 18.034 19.210 20.230 20.264 21.122

Svezia 84.144 91.337 79.299 75.734 90.248 99.122

Regno Unito 633.170 671.324 732.208 701.657 631.940 724.248

TOTALE 2.534.671 2.344.803 2.472.780 2.176.785 2.096.312 2.357.593

Fonte: Eurostat

Quali sono gli obblighi in materia di visto per entrare nell’UE?

Il codice dei visti dell’UE stabilisce le procedure e le condizioni per il rilascio dei visti di transito aeroportuale e dei visti per soggiorni di breve durata.

I cittadini di determinati paesi terzi che vogliano recarsi nello spazio Schengen devono procurarsi il visto. L’UE ha in effetti stilato due elenchi, uno dei paesi terzi i cui

cittadini devono essere in possesso del visto all’atto dell’attraversamento delle frontiere esterne e l’altro dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo. Entrambi figurano nel regolamento (CE) n. 539/2001 e successive modificazioni. In linea generale il visto per soggiorni di breve durata rilasciato da uno Stato Schengen autorizza il titolare a viaggiare nei 26 Stati Schengen

Impatto della migrazione sullo sviluppo

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Per saperne di più:

ec.europa.eu/home-affairs

ec.europa.eu/commission/2014-2019/timmermans

ec.europa.eu/commission/2014-2019/avramopoulos

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per un periodo massimo di 90 giorni su un periodo di 180 giorni. Per i soggiorni di durata superiore a questo

periodo i visti sono rilasciati ancora in base alle procedure nazionali.

Principali paesi per domande di visto presentate nel 2014

Paese in cui si trova il conso-lato

Domande di visto uniforme

Visti uniformi rilasciati (compresi

visti per ingressi multipli)

Visti uniformi rifiutati

Visti per ingressi multipli rilasciati

Federazione russa 5.768.182 5.702.624 54.088 3.420.557

Cina 1.800.369 1.742.013 53.543 272.158

Ucraina 1.387.086 1.351.757 27.273 708.826

Bielorussia 881.404 879.808 2.327 450.439

Turchia 813.339 770.342 35.971 447.417

Algeria 593.624 437.276 151.343 148.891

India 568.216 529.367 36.519 239.609

Marocco 434.652 371.311 53.890 162.473

Arabia Saudita 308.879 296.219 7.676 221.840

Emirati arabi uniti 253.765 230.194 19.204 134.945

Regno Unito 236.181 224.379 9.056 78.779

Thailandia 219.015 209.737 8.273 46.298

Sud Africa 172.200 168.690 2.317 108.040

Kuwait 164.753 158.976 4.793 129.475

Repubblica islamica dell’Iran 160.145 131.206 25.571 26.882

Egitto 156.995 136.555 18.315 43.446

Tunisia 152.038 133.353 17.963 52.862

Kazakhstan 148.879 145.611 3.205 28.752

Indonesia 143.410 141.384 1.596 60.681

Colombia 133.200 126.723 5.755 87.851

Fonte: DG Migrazione e affari interniChe cosa sono i partenariati per la mobilità?

I partenariati per la mobilità sono i quadri di cooperazione bilaterale più elaborati del settore della migrazione: offrono il contesto politico per un dialogo e una cooperazione globali, approfonditi e mirati con i paesi partner, e comprendono una serie di obiettivi e di impegni e un insieme di misure di sostegno specifiche offerte dall’UE e dagli Stati membri interessati. Rientra nei partenariati anche la negoziazione di accordi di facilitazione del visto e di riammissione.

8 partenariati per la mobilità firmatiPaese Data della firma

Moldova 5 giugno 2008Capo Verde 5 giugno 2008Georgia 30 novembre 2009Armenia 27 novembre 2011Marocco 7 giugno 2013Azerbaigian 5 dicembre 2013Tunisia 3 marzo 2014Giordania 9 ottobre 2014