Affresco/Fresco. Il cibo nella storia dell'arte tra Veneto e Lombardia

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FRESCO Il cibo nella storia dell’arte Un percorso tra Veneto e Lombardia I grandi affreschi nelle ville venete e lombarde ci mostrano sfarzosi ban- chetti e pasti frugali: le usanze alimentari degli antichi signori appaiono immortalate sulle pareti e sui soffitti dello loro dimore. Si tratta per noi di un cibo che è ormai “solo” un piacere per gli occhi ma che non saremo mai sazi di gustare! Il cibo oltre ad essere “vita” è anche rituale sociale e celebrazione dello stare insieme. Così avviene anche in pittura: quello che “metto in tavola” è la dimostrazione di quanto valore ha per me la salute e/o il mio desiderio di gustare pietanze succulente. Condividere diventa dunque un modo di offrire ma anche di presentarsi agli altri: abbiamo servitù e tavole imbandite o solo pane e vino?

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"Affresco" in Inglese è "Fresco". Un gioco di parole che ci porta alla scoperta delle meraviglie culinarie nelle rappresentazioni pittorichemoderne e contemporanee tra Veneto e Lombardia.

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FRESCOIl cibo nella storia dell’arte Un percorso tra Veneto e Lombardia

I grandi a�reschi nelle ville venete e lombarde ci mostrano sfarzosi ban-chetti e pasti frugali: le usanze alimentari degli antichi signori appaiono immortalate sulle pareti e sui so�tti dello loro dimore.Si tratta per noi di un cibo che è ormai “solo” un piacere per gli occhi ma che non saremo mai sazi di gustare! Il cibo oltre ad essere “vita” è anche rituale sociale e celebrazione dello stare insieme. Così avviene anche in pittura: quello che “metto in tavola” è la dimostrazione di quanto valore ha per me la salute e/o il mio desiderio di gustare pietanze succulente. Condividere diventa dunque un modo di o�rire ma anche di presentarsi agli altri: abbiamo servitù e tavole imbandite o solo pane e vino?

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Alcune volte nei dipinti il cibo è avariato: metafora di un avvenimento storico di�-cile, del con�itto con l’alterità e ci parla del dolore delle per-sone, dei loro dissidi senza tuttavia svelarli del tutto.Una “mela marcia” non è ben vista in società mentre oppo-sto valore hanno i �eri �chi sugli scudi araldici. Capita che le pietanze siano desiderate ma irraggiungibi-li. In�ne un cesto pieno di viveri può essere semplice-mente un modello nudo che non si stanca mai di posare.

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Avvalendoci della collaborazione di esperti d’arte e guide enogastronomiche visitiamo insieme la galleria d’Arte Moderna Achille Forti ospitata all’interno del Palazzo della Ragione, Il Museo d’arte mediavale di Castelvecchio e le ville Palladiane nel Man-tovano e nel Vicentino a�rescate da Paolo Romano: tutti questi sono luoghi dove i pittori hanno lasciato su tela o su intonaco pregnanti discorsi iconogra�ci con temati-che alimentari: siano esse scene d’insieme, nature morte o fregi.Le opere qui riprodotte sono una parte dei capolavori che vorremmo vedere con voi durante la vostra esperienza italiana.

-A. Mattielli “Vendemmia a Soave”-F. Casorati “Il tè”-A. Nardi “Zucca sul davanzale”-A. dall’Oca Bianca “Donne al Mercato”-G. Romano “Banchetto di Amore e Psiche”-Pisanello “La madonna della quaglia”-Cagnaccio di San Pietro “Maternità II”-P. Veronese “Ultima cena” -G. De Chirico “Cocomeri corazza e paesaggio”-F. Casorati “Uova sulla scacchiera” -Cagnaccio di San Pietro “Natura Morta” -F. De Pisis “Natura morta con funghi”

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