Inchiostro Fresco - Maggio 2016

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V olpedo, piccolo borgo di 1200 anime della val Curone tra Tortona e Voghera, è un esem- pio di come, almeno in parte, la “vera industria” dell’Italia non è quella rac- chiusa sotto i capannoni, bensì nella salvaguardia e sviluppo del territorio, perché ormai i lavori pesanti e ripetiti- vi (ndr, il fordismo) sono delegati alle macchine, mentre i lavori più creativi saranno sempre più ad appannaggio dell’uomo, il quale così potrà avere più tempo libero da dedicare alla na- tura, all’arte, alla cultura e al tempo libero. E proprio in questa prospettiva inizia la nostra intervista a Giancarlo Caldo- ne, Sindaco di Volpedo. “Vede, la ri- qualificazione di Volpedo è nata – ci dice infatti il Sindaco accogliendoci nella Sala Consiliare (affrescata ad arte dalla mano del prozio dello stesso Caldone, ultimo sindaco socialista di Volpedo prima dell’avvento del fasci- smo) – dopo aver partecipato al Ban- do dei 6000 Campanili, vincendolo. Questo ci ha permesso di ripensare completamente Piazza Libertà, rifa- cendola sulla base di un antico docu- mento del catasto austriaco. Un’ope- ra che ci ha consentito di partire poi con tutte le altre iniziative”. Caldone, persona che sprizza energia da tutti i pori, ci spiega poi come, nonostante quanto si possa leggere in giro, “anche a Volpedo la crisi si è fatta sentire ed è per questo che né io né alcun membro della Giunta e Consiglierei Comunali ricevono emolumenti, proprio perché l’attuale congiuntura economica è troppo stringente per poter pensare di usufruire di pubbli- che risorse.” Domandiamo al Sindaco quali siano state le soluzioni intrapre- se in paese per fronteggiare questa re- cessione: “Partendo dal presupposto che in passato la risorsa principale del nostro paese è stata l’agricoltura - infatti a Volpedo è nata la coltivazione delle fragole e delle pesche - è sorto un mercato frutticolo ed un campo sperimentale grazie alla lungimi- ranza dell’Avvocato Carlo Baravalle, pioniere insieme ai nostri nonni e ai nostri genitori e alla frutticultura non solo in provincia di Alessandria ma in tutto il nord Italia. Poi il re- lativo spopolamento delle campagne e il nuovo sistema di vendita del prodotto agricolo: è nata quindi la Cooperativa Volpedo Frutta con soci non solo dei paesi vicini ma anche della Valle Staffora in Provincia di Pavia…e questo ha contribuito a salvaguardare in parte il reddito degli agricoltura e dare speranza a quei giovani che sono rimasti in agricoltura. Attorno a ciò e al nostro altro grande prodotto che è Giuseppe Pellizza dobbiamo puntare sempre di più sul turismo.” Va in questa dire- zione il “mercato biologico” che ogni sabato anima il mercato coperto del paese?: “Esattamente - dice Giancar- lo Caldone – Volpedo, oltre ad essere entrato nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia e dei Borghi Sostenibi- li del Piemonte, fa anche parte delle Città del Bio. I produttori del merca- to – prosegue il Sindaco – provengono sia da Volpedo che dai paesi vicini e la loro giovane età simboleggia un grande interesse anche da parte delle nuove generazioni per questo settore produttivo”. A questo punto intervie- ne il Consigliere Comunale Alessan- dro Verna che precisa: “Volpedo con il suo circondario ha dei rapporti che definire ottimi è riduttivo. L’U- nione dei Comuni sottoscritta con Viguzzolo, Sarezzano, Castellar Gui- dobono e Villaromagnano funzio- na in maniera perfetta”. Eppure la chiusura dell’ospedale di Tortona po- trebbe rappresentare un duro colpo per l’intero territorio: “Questo è vero – afferma il Consigliere Silvano Nobi- le – tuttavia chi abita a Volpedo può scegliere se usufruire dell’ospedale di Tortona o di Voghera, dato che la distanza è praticamente identica. Certo, scongiuriamo la chiusura del nosocomio tortonese SS Antonio e Margherita”. A questo proposito Le sorelle ovadesi Le sorelle ovadesi sugli sci - pag. 30 sugli sci - pag. 30 Il Mese delle Boccette a Predosa - pag. 13 Il Mese delle Boccette a Predosa - pag. 13 All’interno All’interno Matteo Serlenga si occupa della “Cà de Anime” uno dei luoghi più misteriosi dell’Oltregiogo a pag. 9 Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz) www.inchiostrofresco.it - [email protected] - Tel. 0143/46.569 Distribuito gratuitamente La voce dell’Oltregiogo La voce dell’Oltregiogo ANNO XXXI / N. 4 - MAGGIO 2016 Fondato nel 1985 Fondato nel 1985 L’arte del territorio L’arte del territorio Dai Colli Tortonesi: intervista al Sindaco di Volpedo Giancarlo Caldone V olpedo non è un toponimo in- differente, molti lo conosco- no associato al nome del grande pittore Pellizza. Oppure grazie alle rinomate pesche, trattandosi di un centro agricolo di prima- ria importanza. Tutte eccellenze locali, prodotti simbolo di un territorio generoso, ricco di otti- mi frutti, ma che solo raramente viene valorizzato (come nel caso, appunto, di Volpedo) per quel che davvero vale. Così noi, abitanti del posto, spesso preferiamo, per una passeggiata fuori porta, fare un bel giro nelle Langhe, sugge- stionati dalle letture di Pavese o Fenoglio, ignorando le nostre colline; sorseggiamo pregiati vini comprati nei supermercati e dal gusto sempre uguale, ignorando gli ottimi prodotti delle nostre vigne (soprattutto quelle meno note), visitiamo borghi lontani di mediocre bellezza, lasciandoci alle spalle i nostrani incantevoli luoghi ameni. “Se una cosa così ce l’avessero in Toscana…” si sente spesso dire con quell’inde- terminatezza che lascia presup- porre chissà quali scenari. Eppure siamo fatti così, non è peculiarità tipica della zona quella di saper valorizzare le sue eccellenze. Non ci sappiamo vendere, direbbe qualcuno. E, forse, è anche giusto così: i tartufi più buoni si trovano sottoterra e per raggiungerli bi- sogna scavare. Sempre che lo si faccia con la zappa e non con la ruspa, ovviamente. Federico Cabella Terre di Terre di eccellenze eccellenze MATTIA NESTO @Mattia Nesto @ segue a pag. 2 Intervista al Sindaco di Intervista al Sindaco di Ronco Scrivia - pag. 25 Ronco Scrivia - pag. 25 OVADA In città è allarme ludopatie di Sandro Bruno - pag. 3 VALLE STURA La questione latte tiene banco di Fabio Mazzari – pag. 7 RONDINARIA Tutto sull’acqua di Rondinaria di Mattia Nesto – pag. 11 L’INCHIOSTRINO di Acqui, Ovada, Novi, Rossiglione e Busalla nelle pagine centrali MAGAZINE Speciale Sanità di Fausto Piombo e Eleuterio pag. 19 VALLE SCRIVIA Il 21 maggio riparte il trenino di Casella di Mattia Nesto – pag. 26 Il mistero delle bambole rubate - pag. 15 Il mistero delle bambole rubate - pag. 15 L’inchiostrino di Rossiglione I nostri filmati su: www.inchiostrofresco.it

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Volpedo, piccolo borgo di 1200 anime della val Curone tra Tortona e Voghera, è un esem-

pio di come, almeno in parte, la “vera industria” dell’Italia non è quella rac-chiusa sotto i capannoni, bensì nella salvaguardia e sviluppo del territorio, perché ormai i lavori pesanti e ripetiti-vi (ndr, il fordismo) sono delegati alle macchine, mentre i lavori più creativi saranno sempre più ad appannaggio dell’uomo, il quale così potrà avere più tempo libero da dedicare alla na-tura, all’arte, alla cultura e al tempo libero.

E proprio in questa prospettiva inizia la nostra intervista a Giancarlo Caldo-ne, Sindaco di Volpedo. “Vede, la ri-qualifi cazione di Volpedo è nata – ci dice infatti il Sindaco accogliendoci nella Sala Consiliare (affrescata ad arte dalla mano del prozio dello stesso Caldone, ultimo sindaco socialista di Volpedo prima dell’avvento del fasci-smo) – dopo aver partecipato al Ban-do dei 6000 Campanili, vincendolo. Questo ci ha permesso di ripensare completamente Piazza Libertà, rifa-cendola sulla base di un antico docu-mento del catasto austriaco. Un’ope-ra che ci ha consentito di partire poi con tutte le altre iniziative”. Caldone, persona che sprizza energia da tutti i pori, ci spiega poi come, nonostante quanto si possa leggere in giro, “anche a Volpedo la crisi si è fatta sentire ed è per questo che né io né alcun

membro della Giunta e Consiglierei Comunali ricevono emolumenti, proprio perché l’attuale congiuntura economica è troppo stringente per poter pensare di usufruire di pubbli-che risorse.” Domandiamo al Sindaco quali siano state le soluzioni intrapre-se in paese per fronteggiare questa re-cessione: “Partendo dal presupposto che in passato la risorsa principale del nostro paese è stata l’agricoltura - infatti a Volpedo è nata la coltivazione delle fragole e delle pesche - è sorto un mercato frutticolo ed un campo sperimentale grazie alla lungimi-ranza dell’Avvocato Carlo Baravalle, pioniere insieme ai nostri nonni e ai nostri genitori e alla frutticultura non solo in provincia di Alessandria ma in tutto il nord Italia. Poi il re-lativo spopolamento delle campagne e il nuovo sistema di vendita del prodotto agricolo: è nata quindi la Cooperativa Volpedo Frutta con soci

non solo dei paesi vicini ma anche della Valle Staffora in Provincia di Pavia…e questo ha contribuito a salvaguardare in parte il reddito degli agricoltura e dare speranza a quei giovani che sono rimasti in agricoltura. Attorno a ciò e al nostro altro grande prodotto che è Giuseppe Pellizza dobbiamo puntare sempre di più sul turismo.” Va in questa dire-zione il “mercato biologico” che ogni sabato anima il mercato coperto del paese?: “Esattamente - dice Giancar-lo Caldone – Volpedo, oltre ad essere entrato nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia e dei Borghi Sostenibi-li del Piemonte, fa anche parte delle Città del Bio. I produttori del merca-to – prosegue il Sindaco – provengono sia da Volpedo che dai paesi vicini e la loro giovane età simboleggia un grande interesse anche da parte delle nuove generazioni per questo settore produttivo”. A questo punto intervie-

ne il Consigliere Comunale Alessan-dro Verna che precisa: “Volpedo con il suo circondario ha dei rapporti che defi nire ottimi è riduttivo. L’U-nione dei Comuni sottoscritta con Viguzzolo, Sarezzano, Castellar Gui-dobono e Villaromagnano funzio-na in maniera perfetta”. Eppure la chiusura dell’ospedale di Tortona po-trebbe rappresentare un duro colpo per l’intero territorio: “Questo è vero – afferma il Consigliere Silvano Nobi-le – tuttavia chi abita a Volpedo può scegliere se usufruire dell’ospedale di Tortona o di Voghera, dato che la distanza è praticamente identica. Certo, scongiuriamo la chiusura del nosocomio tortonese SS Antonio e Margherita”. A questo proposito

Le sorelle ovadesi Le sorelle ovadesi sugli sci - pag. 30 sugli sci - pag. 30 Il Mese delle Boccette a Predosa - pag. 13 Il Mese delle Boccette a Predosa - pag. 13

All’internoAll’interno

Matteo Serlenga si occupa della “Cà de Anime” uno dei luoghi più misteriosi dell’Oltregiogo a pag. 9

Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)

www.inchiostrofresco.it - [email protected] - Tel. 0143/46.569 Distribuito gratuitamente

La voce dell’OltregiogoLa voce dell’Oltregiogo ANNO XXXI / N. 4 - MAGGIO 2016

Fondato nel 1985Fondato nel 1985

L’arte del territorioL’arte del territorioDai Colli Tortonesi: intervista al Sindaco di Volpedo Giancarlo Caldone

Volpedo non è un toponimo in-differente, molti lo conosco-

no associato al nome del grande pittore Pellizza. Oppure grazie alle rinomate pesche, trattandosi di un centro agricolo di prima-ria importanza. Tutte eccellenze locali, prodotti simbolo di un territorio generoso, ricco di otti-mi frutti, ma che solo raramente viene valorizzato (come nel caso, appunto, di Volpedo) per quel che davvero vale. Così noi, abitanti del posto, spesso preferiamo, per una passeggiata fuori porta, fare un bel giro nelle Langhe, sugge-stionati dalle letture di Pavese o Fenoglio, ignorando le nostre colline; sorseggiamo pregiati vini comprati nei supermercati e dal gusto sempre uguale, ignorando gli ottimi prodotti delle nostre vigne (soprattutto quelle meno note), visitiamo borghi lontani di mediocre bellezza, lasciandoci alle spalle i nostrani incantevoli luoghi ameni. “Se una cosa così ce l’avessero in Toscana…” si sente spesso dire con quell’inde-terminatezza che lascia presup-porre chissà quali scenari. Eppure siamo fatti così, non è peculiarità tipica della zona quella di saper valorizzare le sue eccellenze. Non ci sappiamo vendere, direbbe qualcuno. E, forse, è anche giusto così: i tartufi più buoni si trovano sottoterra e per raggiungerli bi-sogna scavare. Sempre che lo si faccia con la zappa e non con la ruspa, ovviamente.

Federico Cabella

Terre diTerre dieccellenzeeccellenze

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

segue a pag. 2

Intervista al Sindaco di Intervista al Sindaco di Ronco Scrivia - pag. 25 Ronco Scrivia - pag. 25

OVADAIn città

è allarme ludopatiedi Sandro Bruno - pag. 3

VALLE STURALa questione latte

tiene bancodi Fabio Mazzari – pag. 7

RONDINARIATutto sull’acqua

di Rondinariadi Mattia Nesto – pag. 11

L’INCHIOSTRINOdi Acqui, Ovada, Novi, Rossiglione e Busalla

nelle pagine centrali

MAGAZINESpeciale Sanità

di Fausto Piombo e Eleuterio pag. 19

VALLE SCRIVIAIl 21 maggio riparte il trenino di Casella

di Mattia Nesto – pag. 26

Il mistero delle bambole rubate - pag. 15 Il mistero delle bambole rubate - pag. 15

L’inchiostrino di Rossiglione

I nostri fi lmati su:www.inchiostrofresco.it

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2 l’inchiostro frescoMaggio 2016 Pagina a cura di Claudio Cheirasco

Pensando ai colli tortonesi di domaniPensando ai colli tortonesi di domaniClaudio Cheirasco presenta uno speciale su una delle zone più affascinanti del territorio

In questo numero speciale che la redazione de “l’inchiostro fresco” ha voluto dedicare ai colli tor-

tonesi, colgo l’occasione per fare il punto della situazione sul lavoro del-le Associazioni, soprattutto di quelle che hanno, a mio giudizio, sviluppato una proposta in grado di contrastare l’impoverimento economico e quindi anche sociale delle nostre valli con conseguente calo demografi co e abbandono delle terre lavorate, che perdura ormai da più di un secolo soprattutto nei comuni montani e appenninici. L’attività associativa del territorio tortonese è molto vivace. La Consulta delle Associazioni ne conta più di settanta che operano nei settori socio-assistenziale, civile e culturale. A queste si aggiungono le numerose società sportive. Oggi prenderemo in considerazione l’operato di quelle organizzazioni che specifi catamente si muovono per la salvaguardia del territorio, sviluppando progetti per il ripopolamento delle valli.

Artinfi era è una associazione di ar-tigiani con sede a San Sebastiano Curone, sugli alti colli tortonesi. San Sebastiano Curone si è sviluppato su un’economia legata al commercio e non all’agricoltura. La rigenerazione urbana di Sanse, o San Bastià come la chiamano i suoi abitanti, dovrà dunque passare nuovamente dagli scambi, dalla comunicazione. Le antiche botteghe abbandonate sono state recuperate nel progetto Artin-Borgo, nato con la fi nalità di creare un insediamento stabile di artigiani e di riqualifi care il centro storico. Gli interventi previsti non intendono alterare la struttura urbanistica del borgo ma migliorarne la fruibilità per i residenti e i turisti attraverso inter-venti di arredo urbano che denotino la vocazione artistico-culturale del paese. L’apertura di botteghe arti-giane, legate al territorio, si colloca nell’ambito dell’esigenza di recupero del “saper fare” e prevede anche una “formazione permanente” rivolta ai ragazzi delle scuole primarie del paese e del circondario. Altri corsi sono rivolti a chi vuole avvicinarsi

al mondo dell’artigianato, o già ne fa parte e vuole specializzarsi e magari insediarsi come artigiano in una delle quindici botteghe ad oggi ristruttura-te nel centro storico. Per la fi ne del 2016 sarà pronto il Museo diffuso di Arti Applicate, un’esposizione permanente di opere di artigianato d’innovazione nell’edifi cio delle vec-chie Poste di Piazza Roma e nelle botteghe del borgo. L’Associazione Artinfi era gestisce anche l’Uffi cio Turistico Territoriale, l’uffi cio in-formazioni e accoglienza turistica dei colli tortonesi, che ha sede in piazza Roma a San Sebastiano Curone, ere-dità che le è rimasta da Expo Milano 2015, quando è stata incaricata di ge-stire lo stand di “Tortona e tortonese – Terre d’incontro” a Cascina Triulza.

Antico mercato di Volpedo è un mercato di vendita dal produttore al consumatore dei prodotti biologici della terra. Vi prendono parte i conta-dini dell’associazione La strada del Sale, un’associazione di produttori attiva nel basso Piemonte dal 1989 per promuovere l’agricoltura biologi-ca e autoregolamentarsi in mancanza di una normativa in materia. L’Antico mercato di Volpedo si svolge ogni sabato mattina nella struttura storica del mercato della frutta, realizzato nel 1937 non distante dall’area del mulino che Giuseppe Pellizza dipin-

se nei suoi quadri. L’ultimo sabato del mese il mercato prosegue fi no alle prime ore del pomeriggio e la piazza del mercato diventa un risto-rante. Ogni mese viene proposto un menù con i prodotti di stagione come regolamentato dal provvedimento comunale originario dell’antico mer-cato della frutta. Sposano il progetto di Antico mercato di Volpedo anche l’Associazione Pellizza da Volpe-do, il Comune di Volpedo e le terre di Marca Obertenga, questo a sua volta un progetto per la valorizzazio-ne dei territori a cavallo tra Liguria e Piemonte, un’area culturalmente omogenea denominata anche Quat-tro Province.

L’Associazione Forestieri è costitu-ita da un gruppo di persone che vivo-no sui colli tortonesi, o perché ci sono nate o perché ci sono arrivate da adul-ti. Un gruppo eterogeneo di persone accumunate dall’amore per il posto in cui vivono e lavorano e dalla convin-zione che, se più persone vivranno sui colli, il territorio sarà più curato e i pa-esi più pieni vita e le relazioni umane più ricche. L’Associazione Forestieri offre una via più facile all’insediamen-to delle persone che da fuori vogliono venire a vivere sul nostro territorio facilitando la costruzione di una rete di relazioni umane, la scelta dell’abi-tazione e dando ogni tipo di suppor-to utile per potersi insediare come nuovo abitante. Tutti possono con-tribuire a rivitalizzare la vita sui colli e a diminuire le fi liere, soprattutto gli agricoltori, i boscaioli, i contadini e gli allevatori, senza i quali il territorio è destinato a dissesto idrogeologico, inondazioni, incendi e frane.

L’importanza della valorizzazione del territorio è molto chiara anche a Wal-ter Massa, promotore del recupero del Timorasso-Derthona e oggi ico-na mediatica del team di vignaiuoli tortonesi che lo produce. L’impegno è quello di legare il Timorasso al suo territorio, come avviene per tutti i grandi vini, portando in questo modo la bandiera dei colli tortonesi nel mondo del vino e non solo.

Il Timorasso è stato recuperato anni fa dopo aver rischiato di sparire del tutto poiché non più coltivato, è un vitigno autoctono della provincia di Alessandria, a bacca bianca di qua-lità, coltivato essenzialmente nelle Valli Curone, Grue, Ossona e in Val Borbera, in un’area dove la vite tro-va un valido “habitat” grazie al ter-reno, al lungo soleggiamento e alla posizione al riparo dei venti. La sua produzione è assai limitata, ma di alta qualità. Il vino che se ne ricava, di buona struttura, è assai rinomato tra i buongustai; appartiene all’ultima generazione dei “bianchi” della pro-vincia di Alessandria, nonostante le sue origini antiche.

Chiudo questo articolo segnalando, ultima ma non ultima, Isola tra i Monti, una iniziativa partita dal bas-so, in maniera condivisa. Di Isola tra i Monti fanno parte produttori agricoli, albergatori, ristoratori, associazioni, Comuni, giornalisti, blogger, studi di realizzazione video e prodotti infor-matici, oltre a molti appassionati che hanno conosciuto queste zone e se ne sono innamorati. Si propone come uno strumento per: • raccontare e valorizzare il lavoro

di associazioni e semplici appassio-nati che hanno scoperto, studiato, conservato e degustato il patrimo-nio identitario e di biodiversità del nostro territorio;

• rendere le risorse locali visibili e accessibili a viaggiatori di ogni parte del mondo;

• dimostrare che il territorio può vivere dei suoi frutti: pittura, musica, arte, storia, archeologia, natura e gastronomia, in una parola della sua “identità”.

Isola tra i monti è una iniziativa che comprende tutte le altre e che punta alla creazione di un distretto turistico. A tal fi ne ha realizzato DoorwayTo Piemonte, la “app” turistica per smartphone che consentirà a chiun-que di orientarsi in autonomia alla scoperta del nostro territorio e che è stata presentata a Volpedo il 24 aprile 2016 in occasione della seconda edi-zione di Isola tra i Monti. (c.c.)

Ricca di appuntamenti l’a-genda delle feste a Vol-

pedo per la bella stagione. Si parte con l’ultima domenica di maggio, dove l’appunta-mento è con la celebre “Festa delle Fragole”, organizzata dal Comune e dalla Cooperativa Frutta. Sempre grazie a que-sta cooperativa, si è ripresa la tradizione della “Festa del-le Pesche”. In più, da un’idea dell’Assessore alla Cultura, Elisa Giardini, nelle piazze più suggestive di Volpedo lungo le sere di luglio ed agosto si terrà la rassegna “Cinema d’esta-te”. “Questa è un’iniziativa pensata soprattutto per gli anziani che magari hanno meno occasioni di andare al cinema – ci dice l’Assesso-re – e così Volpedo diventerà ancor di più un posto incan-tevole perché si potrà assi-stere all’aria aperta a grandi capolavori del cinema, quali, ad esempio, Casablanca (il primo della serie, ndr). Sarà, senza ombra di dubbio, un’e-state indimenticabile”. (c.c.)

Estate aEstate aVolpedoVolpedo

Silvano Nobile aggiunge che: “Dal 2012 è attivo presso il nostro Comu-ne, grazie all’interessamento della famiglia Penati-Malaspina e di im-prenditori locali, un ambulatorio, inaugurato dall’allora Ministro alla Salute Renato Balduzzi. In accordo con l’ASL di Alessandria – continua Silvano Nobile – presso l’ambulatorio si possono fare le analisi del sangue una volta alla settimana e, in ac-cordo con la Farmacia Barravalle, si ritirano anche gli esiti. Inoltre sono a disposizione anche diversi specialisti, da uno psicologo ad un fi sioterapista. È stato istituito insie-me alla Parrocchia il Banco Alimen-tare”. Non si può però non parlare di Volpedo senza citare il suo più illustre cittadino, ovvero Giuseppe Pellizza, insigne pittore della Scuola Accade-mica di Brera: “L’associazione Pelliz-za da Volpedo, formata non solo da giovani, si è sempre impegnata per la promozione e la conoscenza del nostro illustre concittadino in ogni dove – ci spiega la giovane Assessore alla Cultura Elisa Giardini - Grazie alla loro preparazione e al loro entu-siasmo riusciamo a tenere aperti i nostri musei con una notevole rispo-sta di pubblico, soprattutto quel-lo scolastico, da tutta Italia”. A proposito di volontari interviene il Consigliere Alessandro Verna che ci informa che: “Da poco è sorto un nucleo di Protezione Civile locale sempre nell’ottica del più genuino spirito del volontariato, formato da membri al di sotto dei trent’an-ni. Davvero una bella realtà”. In conclusione, prima di salutarci, Caldone ricorda ancora un punto: “Volpedo è certamente un bel po-sto dove nascere ma anche dove far crescere i propri fi gli. Infatti, con un’offerta scolastica che parte dalla scuola dell’infanzia e arriva alle scuole Medie, una famiglia può decidere di stabilirsi qui sen-za problemi. In più – conclude il Sindaco – i trasporti su Tortona e Voghera e quelli su Volpedo dai paesi limitrofi sono ottimali”. Ve-nite a Volpedo, la vita qui è dolce come una succosa pesca!

L’arte del territorioprosegue dalla prima pagina

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L’On Andrea De Maria, a sinistra, responsabile della formazione nazionale del PD con Marco Lanza a destra.

Pochi euro al giorno alla ricerca della cieca fortunaPochi euro al giorno alla ricerca della cieca fortunaAlcune rifl essioni sul gioco d’azzardo che spopola nell’ovadese con cifre da capogiro

Ma cosa sono mai 4 Euro al giorno! E’ vero, 4 Euro al giorno non sono una

somma che impressiona. An-che se la destinazione di questa somma è il gioco sembra ancora ragionevole e non preoccupante. Però questa somma viene giocata dagli ovadesi (da tutti gli ovadesi e dintorni) ogni singolo giorno di ogni anno. Gli Ovadesi e dintor-ni sono 20.000, i giorni sono 365 in totale gli ovadesi destinano al gioco (nelle sue varie forme) 30 milioni di euro all’anno. Ecco che il numero cambia aspetto. 30 milioni di euro sono il fatturato di una media industria, una di quelle che potrebbero dare lavoro a un centinaio di dipendenti. Soldi che prendono invece la strada delle slot machines, dei poker in inter-net, delle scommesse sportive. Questo è vero, qualcosa ritorna di quella somma. Se tutto fosse rigorosamente legale “solo” 4 – 5 milioni di euro andrebbero but-tati al vento; i restanti 25 milioni ritornerebbero ai giocatori sotto forma di vincite. Ma purtroppo il mondo delle scommesse, del-le slot machines e dei giochi “on line” è il terreno di coltura d’ele-zione per operazioni fi nanziarie di mascheramento (riciclaggio) o più semplicemente di alterazione dei parametri di funzionamento delle macchinette che perdendo la “casualità” diventano la “cau-salità” dell’arricchimento illecito di gente senza scrupoli. In altre parole la quantità di denaro che viene effettivamente restituita si abbassa sino a 15 – 20 Milioni di Euro lasciando quindi, nelle mani di non si sa chi, non meno di 10 milioni di euro di noi Ovadesi. Diciamo il fatturato di una azien-

Successo per la scuola di politicaSuccesso per la scuola di politicaPrima edizione organizzata dal gruppo del partito Democratico della zona ovadese

Terminata la prima edizione della “Scuola di Buone Poli-tiche” organizzata dal grup-

po dei Senatori PD e dal Partito Democratico della zona ovadese. L’ultimo appuntamento incentrato sui temi della riforma degli enti locali e sulle nuove prospettive derivanti dall’associazionismo ha registrato una platea numerosa composta da amministratori e sindaci dell’intera provincia che si sono confrontati con relatori di livello come Enrico Borghi, De-putato e presidente dell’Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani, il Senatore Federico Fornaro, il vice presidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna e Angelo Muzio vice Presidente della Provincia. È emerso un pa-norama complicato, data anche la particolare natura della Regione Piemonte, che dev’essere portato all’attenzione del governo centrale e per questo si è pensato di mettere a regime una proposta di riforma degli enti locali, che parta dal bas-so, per evitare di venire travolti da cambiamenti imposti dall’alto che

rischiano di non tenere conto del-le esigenze dei piccoli Comuni. La scuola di “Buone Politiche”, secon-do il Circolo di zona, dovrebbe di-ventare un appuntamento struttu-rale per l’Ovadese e soprattutto far sì che questo territorio diventi un vero e proprio punto di riferimento sui temi della formazione politica.

dina di 40 dipendenti.Quando il Consorzio Servizi Sociali ha mes-so al corrente di questa situazio-ne (per inciso, Ovada non è una eccezione, c’è chi fa meglio di noi, Acqui per esempio destina 40 Mi-lioni di Euro al gioco) una serie di pensieri si è affollata alla mente, dalla sensazione di impotenza di fronte alla “dipendenza”, all’ama-ra considerazione di quante cose

(borse lavoro, opere pubbliche, assistenza…) si potrebbero fare con i soldi che vengono così disin-voltamente buttati. E le occasioni per sperimentare il gioco (e re-starci poi invischiati) sono tante e in crescita, purtroppo anche in ambienti che si danno la fi nalità di dare conforto e svago dopo una giornata di lavoro ai loro fre-quentanti. Ora le amministrazioni

In questo contesto da considerare importante l’esperienza di uno dei membri della segreteria zonale del PD, Marco Lanza, selezionato per partecipare, a Roma, da febbraio ad aprile alla scuola nazionale di formazione “Classe Democrati-ca”, destinata a preparare la futura classe dirigente del Partito Demo-cratico. “Sono stati sei week end intensi ed interessanti - dichiara Lanza - quasi 400 ragazze e ra-gazzi dai 17 ai 35 anni da tutta Italia hanno avuto la possibilità di confrontarsi, in modo diretto e senza nessun fi ltro, con i princi-pali esponenti del governo Renzi e con il premier stesso che è inter-venuto in ogni appuntamento, fa-cendoci sentire la sua vicinanza e l’importanza che il nostro partito dà alla formazione di una nuova classe dirigente. Non sono poi mancati interventi di personalità del mondo della cultura e dell’eco-nomia come Emanuele Macaluso o Oscar Farinetti. L’aspetto più interessante, derivato da questa esperienza formativa, è stato quello di creare un vero e proprio

network, di conoscenze e contatti, con tanti giovani che si occupano di politica sul territorio italiano”. L’importanza della Scuola di Buone Politiche dell’ovadese è stata an-che riconosciuta a livello nazionale e per questo il responsabile della formazione, l’Onorevole Andrea De Maria, ha avuto importanti pa-role di apprezzamento: “Un grazie agli ideatori di questo appunta-mento – afferma De Maria - che spero possa ripetersi e crescere di anno in anno. Sono convinto da sempre che la formazione politica sia parte integrante del fare poli-tica”. Soddisfatto il coordinatore di zona ovadese Mario Esposito: “Ab-biamo messo in moto un mecca-nismo molto importante, lo sforzo organizzativo è stato signifi cativo ma ne è valsa la pena, soprattut-to perché siamo riusciti a portare sul territorio amministratori pro-venienti da tutta la provincia e personalità importanti a livello re-gionale grazie al lavoro della mia segreteria, in particolare con Mar-co Lanza e Roberta Cazzulo, e del Senatore Federico Fornaro”. (e.p.)

stanno cominciando a prendere in considerazione l’opportunità di intraprendere qualche azione di studio e analisi per esaminare le possibili misure da intraprendere al fi ne di verifi care la possibilità e intanto i giocatori aumentano, i debiti crescono, gli strozzini pro-sperano e famiglie intere sono portate alla rovina da genitori che non riescono a liberarsi da questo terribile cappio. I soggetti che possono avvicinarsi al gioco sono tanti, dai giovanissimi agli adulti agli anziani, di tutte le estrazioni sociali e pertanto non esiste una strategia che possa andare bene per tutti. Quale che sia la strate-gia che si decida (fi nalmente) di adottare un elemento sarà alla base dell’auspicato successo: la riprovazione sociale. Sino a quando l’abitudine a giocare non riceverà l’ostracismo sociale ma anzi verrà proposta da icone del-lo sport, nessuna strategia avrà la minima possibilità di successo. Ricordiamo la lotta al fumo, dal divieto alla pubblicità si è passati al divieto di fumare nei locali, nei ristoranti, ora il fumatore è visto (e si sente) come un ‘paria’ della società e questo è un importante incentivo a smettere. I messaggi quindi da trasmettere e gli slo-gan da pubblicizzare dovrebbero quindi rinunciare al “politica-mente corretto” e scendere molto sul concreto come: Farebbero comodo 30 Milioni di Euro? Non giocarteli! Mentre per gli esercen-ti che accettano di non introdurre le slot nei loro locali proporrei de-calcomanie con messaggi esplici-ti, del tipo: Vuoi buttare i tuoi sol-di? Vai da un’altra parte!

Sandro Bruno

Page 4: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo

• Direttore responsabile: Federico Cabella• Sito a cura edizione online: Mattia Nesto

• Trattamento dati: Gian Battista CassuloPresidente: Ass. Club F.lli Rosselli

• Comitato di redazione:Massimo Calissano (Valle Stura, Val Leira) Luisa Russo (Ovada e Ovadese)Marta Calcagno (Rondinaria)Marisa Pessino (Nuova Libarna)Fabio Mazzari (Valle Scrivia)

• Rubriche:Stefano Rivara (La voce del binario)Davide Ferreri (l’Arca)Ester Matis (Esternando)Arnaldo Liguori e Matteo Clerici (contributi esterni e corrispondenze)• Sport: Enzo Prato • Grafi ca e impaginazione in proprio:a cura di Sara Ponta grafi [email protected]“l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998

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www.inchiostrofresco.it - Tel. 0143/46.569

• Presidente e Legale rappresentante Gian Battista Cassulo• Consiglio Direttivo:Marta Calcagno, Massimo Calissano, Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari• Collegio dei revisori dei Conti:Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato Milano (soci storici e fondatori dell’Asso-ciazione nel 1985)

• Collegio dei Probi Viri:Domenico Bisio, Davide Ferreri, Federico Cabella (soci fondatori de “l’inchiostro fresco” voce di Rondinaria - 2005)

Club Fratelli Rosselli Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria al n° 226160 il 4/10/2005P. IVA e C.F. 02096520065

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4 l’inchiostro frescoMaggio 2016 OVADA

Nuove soste e nuovo tariffario nel Centro StoricoNuove soste e nuovo tariffario nel Centro StoricoInchiesta sui parcheggi ad Ovada: dal mese di maggio cambiano modalità per i parcheggi a pagamento

Con il mese di maggio è stato attuato il nuovo piano della sosta nel Comune di Ovada dopo la presentazione delle innovazioni ai citta-dini durante un’assemblea pubblica presso la Loggia di San Seba-

stiano alla presenza del Sindaco Paolo Lantero, dell’Assessore ai Lavori Pubblici Sergio Capello e dei Sindaci di Quartiere Fabio Poggio, Silvana Repetto, Elena Marchelli e Gianpiero Sciutto. Dallo scorso aprile, dopo il sopralluogo dei tecnici della ditta bergamasca TSP che gestisce i parcheggi a pagamento, sono stati posizionati i nuovi parchimetri, ridisegnate le nuo-vo soste a pagamento e collocati anche gli “archetti”. Le nuove modifi che suscettibili di cambiamenti, sono state anche discusse nelle Consulte dei Quartieri prima di essere presentate ai cittadini. Quattro i punti di modifi ca. Il primo è rappresentato dalle tariffe per utenti residenti e non residenti in Ovada con modalità di pagamento che possono avvenire con tessera o senza tessera. Per chi usa la tessera sono previsti trenta minuti al giorno di sosta gratuita, quindi 0.70 Euro per 60 minuti di sosta e 0.20 Euro per 17 minuti di sosta; la cauzione per il rilascio della tessera è di 3 Euro che verrà naturalmente restituita alla riconsegna della tessera. Per chi non è

Quanti e dove i parcheggi in Ovada?Quanti e dove i parcheggi in Ovada?La città con le quattro frazioni può contare su circa 1000 stalli liberi

Ma quanti sono i parcheggi in città? Sembra che du-rante determinati eventi

non siano addirittura suffi cienti dal momento che le macchine vengo-no parcheggiate abusivamente sui marciapiedi e in ogni altro posto. I parcheggi si possono suddividere in stalli liberi, a pagamento, zona disco, zona merci, sosta invalidi e zona bus. Nei parcheggi ed aeree di sosta nel centro storico e/o a prevalente servizio del centro stori-co è possibile individuare in Viale Rimembranza 131 stalli liberi + 17 riservati a mezzi pesanti e due posti per invalidi; nell’area adiacente il Cimitero urbano 50 posti liberi; in Vico Chiuso San Francesco 8 liberi riservati a motoveicoli e ciclomotori e 66 a zona disco (49 sopra la Coop e 17 lato Via S. Paolo). Nel posteggio multi livello di Via Gramsci 31 a zona disco; nel livello - 1: 37 liberi, 17 a pagamento (contratto esclusivo)14 a zona disco, 1 per merci e 4 per in-validi; nel livello 1 22 a pagamento, 1 per invalidi; nel livello 2 17 a zona disco e 1 invalidi. In Via Gramsci sot-to la Coop 63 a zona disco; 3 invalidi e 1 zona bus; in Piazzale Sperico 102 liberi e 1 invalidi, in Piazza Castello

54 liberi, uno per invalidi e i zona bus; in Via Lung’Orba Regione Orti 24 liberi. Quindi passando alle stra-de e piazze in Via S. Paolo 5 a zona disco, in Piazza San Domenico 16 a pagamento + 16 riservati ai resi-denti, 1 per zona merci e 1 invalidi, in Piazza Garibaldi 38 a pagamento 1 per merci e 2 invalidi; in Piazza Mazzini 10 a zona disco, 1 merci e invalidi; in Salita Roma 12 liberi e 1 invalidi, in Via Lungo Stura Oddini 5 riservati ai residenti e 15 a paga-mento; in Piazzetta Stura 1 merci e 1 invalidi; in Piazzetta Olivo 2 a pagamento e 1 invalidi; in Piazzetta Compalati 10 liberi; in Via Lung’Or-ba 40 liberi, 2 merci e invalidi; in Via Cairoli 22 a zona disco e 1 merci, in Piazza Cappuccini 10 a zona disco e 2 per invalidi; in Piazza xx Settem-bre 58 a zona disco, 1 per merci, 2

per invalidi 1 zona bus + taxi; Via Torino 20 zona disco, 8 a pagamen-to, 2 merci, 1 invalidi e 2 bus, Piazza Matteotti 19 a zona disco, 1 per in-validi e 1 per bus, Via Buffa (da Via Torino a Largo Don Salvi): 22 a zona disco, 1 merci, 3 per invalidi; Largo Oratorio 10 a pagamento, 1 merci, 1 invalidi. Ci sono poi i parcheggi e le aree nel centro abitato di Ovada. Tra i parcheggi troviamo Piazza Martiri della Benedicta con 151 stalli liberi più le moto e 2 invalidi; Via Dania. 23 liberi, 1 invalidi e 1 bus, Via Dania angolo Corso Saracco 100 liberi e 2 invalidi; Via Dania (Via del Toro) 90 liberi e 2 invalidi; Viale Stazione 95 a pagamento, Regione Carlovini 14 liberi; Centro Sportivo Geirino 220 liberi + 100 non segnati e 3 invalidi; Via Novi (Story Park) 45 liberi, 7 a disco riservati agli autocaravan e 2 invalidi. Infi ne nelle strade e piazze: Largo 11 Gennaio 1946: 13 liberi e 12 a zona disco; Via Carducci 21 li-beri, 3 a zona disco, 1 invalidi; Via Carducci lato Ospedale 16 liberi, 2 zona merci e 2 ambulanze; Via Ruffi ni Ospedale 12 zona disco e 2 invalidi; Via Ruffi ni 11 liberi, 1 merci e invalidi; Corso Saracco da Piazza xx Settembre a Via Ruffi ni 7 a paga-

mento 1 merci e invalidi; Via Vela 7 liberi, 1 merci; Via Dania 14 liberi, Via Marconi 23 liberi, Via Nenni 30 liberi 3 zona disco 1 merci e invalidi; Via Cavanna (marciapiede Scuole Medie) 8 liberi, Via Galliera (tratto di collegamento con Via Cavanna) 9 liberi, 2 invalidi e 1 bus; Via Galliera (ultimo tratto) 42 liberi, 1 merci e 3 invalidi; Piazzale Testore 118 liberi, 3 invalidi; Via Privata 4 liberi + 20 moto, 1 invalidi; Via Gea 28 liberi; Corso Saracco (da Via Gea a Via Vittorio Veneto) 14 liberi; Via Vitto-rio Veneto 50 liberi, Corso Saracco (da Via Vittorio Veneto a Corso Italia marciapiede) 40 liberi e 3 invalidi; Corso Saracco (da Via Vittorio Ve-neto a Corso Italia strada) 15 zona disco e 1 merci, Viale Stazione 48 liberi, 1 merci, Corso Italia marcia-piede 125 liberi, Corso Libertà (ex distributore di benzina) 13 liberi e 2 invalidi; Via Gramsci 7 liberi, 10 zona disco, 1 merci, 2 invalidi; Via xxv Aprile 52 liberi, 2 invalidi; Via Pia-ve 50 liberi, 1 merci e 1 invalidi; Via Fiume + Piazzale Bausola 90 liberi, 1 invalidi; Via Buffa (da Via Torino a Via Cavour) 21 liberi e 1 merci; Via S. Antonio 12 liberi; Via Siri 16 liberi, 1 invalidi. (l.r.)

in possesso della tessera sono previsti 0.80 Euro per 60 minuti di sosta, 0.40 Euro per 30 minuti di sosta. Queste tariffe sono valide in tutti i parcheggi a pagamento del Comune di Ovada, ad accezione del parcheggio Stazione Centrale per il quale restano confermate le tariffe di 1 Euro per 24 ore e 11 Euro per 20 giorni. La seconda innovazione riguarda i posti con archetto per i residenti del Centro storico. Gli utenti interessati potranno accede-re ad un posto loro assegnato in for-ma esclusiva grazie all’installazione di appositi archetti con il seguente tariffario: abbonamento trimestrale 120 Euro; abbonamento semestrale 220 Euro e abbonamento annuale 400 Euro tutti comprensivi di IVA. Per i posti con archetto sono stati individuati 17 posti nel parcheggio multipiano di Via Gramsci (ex Peso Pubblico). La terza, sempre per i residenti del Centro Storico, riguar-da il contrassegno senza riserva di posto. Gli utenti interessati muniti di apposito contrassegno, potranno sostare negli orari di esercizio della sosta a pagamento, in aree di sosta a loro riservate delimitate da una segnaletica orizzontale di coloro giallo, ma non assegnate individual-mente in forma esclusiva, gli utenti cioè non avranno la certezza della disponibilità del posto riservato. La tariffa di 70 Euro l’anno riguarda 5 posti in Via Lungo Stura Oddini, 16 posti in Piazza San Domenico e 4 posti in Piazza Cappuccini. Infi ne sono stati individuati nuovi posti a pagamento soggetti alla disciplina e alla tariffazione nei seguenti tratti: 8 in Via Torino, 7 in Corso Saracco, 8 in Piazza Garibaldi e 5 in Piazza Mazzini. Per il rilascio delle tessere con tariffa agevolata, per il ritiro della modulistica necessaria ad ac-quisire i permessi relativi alle aree riservate ai residenti nel Centro Sto-rico ed ogni eventuale informazione circa la modifi ca del Piano della so-sta, l’uffi cio della TSP Italia s.r.l. sito in Via Buffa, 45 - tel. 0143/822498 è aperto ogni mercoledì e sabato dal-le ore 10 alle ore 12. (e.p.)

Gli alunni che frequenteran-no nell’anno scolastico.

2016/2017 la scuola dell’infanzia, primaria o secondaria di primo grado, dove i servizi di trasporto e ristorazione scolastica sono for-niti dal Comune di Ovada, posso-no usufruire di tariffe agevolate a condizione che ci sia la residenza nel Comune, l’iscrizione al ser-vizio comunale e le condizioni economiche del nucleo familiare di appartenenza, risultanti da At-testazione ISEE. La modulistica necessaria è disponibile presso la Segreteria della Scuola fre-quentata, l’Uffi cio Istruzione e Prestazioni Sociali Agevolate del Comune di Ovada o sul sito in-ternet comunale: http://www.co-mune.ovada.al.it/default.php alla voce “Istruzione”. Le domande devono essere presentate nei se-guenti periodi: dal 06/04/2016 al 11/08/2016 oppure dal 07/09/2016 al 13/10/2016 all’Uffi cio Istruzio-ne e Prestazioni Sociali Agevo-late del Comune di Ovada - Via Torino (1° piano) lunedì e merco-ledì 15.00/17.15 martedì e giove-dì 8.40/12.15. (l.r.)

Trasporto eTrasporto eristorazioneristorazionescolasticascolastica

Page 5: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

Esordio nel centro storico della città per gli studenti del corso

di formazione professionale “Tec-nico dell’Accoglienza Turistica” in svolgimento presso la Fondazio-ne Casa di Carità Arti e Mestieri – Oratorio Votivo. La loro presenza è coincisa con la prima edizione del Mercatino dell’Antiquariato e dell’Usato del 2016 che rientra da quest’anno nei “Territori da Vivere” di cui il corso è inserito nel proget-to grazie ad un fi nanziamento della Compagnia San Paolo e i contributi dei Comuni di Ovada, Novi Ligure e Tortona. I corsisti Marco Bruno, Elisa Ferrari, Olga Lobova, Raffael-la Fratino, Caterina Mancuso, Cri-stina Cecchini hanno presentato la nuova APP “Ovada da vivere”, già su Google Play Store, pronta per essere scaricata gratuitamente su smartphone e tablet, realizzata da Marco Bruno allievo del Corso con la collaborazione di Emilio Nervi per la grafi ca, Silvana Berzano, Ele-na Gualco e Marco Gaglione per i testi e sviluppata con il docente di informatica Elvio Santamaria per aiutare i turisti a scoprire le bellez-ze della città. Ci sono trenta luoghi di interesse di Ovada suddivisi nei settori storici devozionale e paesag-gistico. Con un clic si ottengono le informazioni e si scopre il percorso per raggiungere il monumento dal punto in cui ci si trova. Durante il mercatino, presso la Loggia di San Sebastiano e nel salone mostre di Piazza Cereseto, è stato anche di-stribuito ai turisti un questionario per costruire la fi gura tipo del visi-tatore del mercatino e per capire le aspettative, elogi e critiche. Dallo spoglio dei dati sono arrivate positi-ve conferme come la numerosa pre-senza di turisti da fuori città, l’età superiore ai 30 anni e soprattutto il fatto che il mercatino è un veicolo capace di attirare visitatori e al qua-le non si può rinunciare. Ora c’è uno strumento in più, tecnologicamente avanzato per scoprire le bellezze nonché le attività ricettive e risto-ranti a servizio dei turisti. (l.r.)

5l’inchiostro frescoMaggio 2016OVADA

Parte il progetto sicurezza anzianiParte il progetto sicurezza anzianiUtili consigli per difendersi da truffe e raggiri, sempre più in aumento, a danno delle persone più deboli

Aumentano i furti e le ag-gressioni, molti sconosciuti suonano alle porte delle

abitazioni. Questi alcuni fatti di cronaca che molti denunciano, al-tri no forse per paura. Il Comando Compagnia Carabinieri di Acqui Terme ha redatto un opuscolo che vuole rappresentare un suggeri-mento comportamentale indican-do regole da seguire per prevenire il coinvolgimento degli anziani nei reati che li vedono spesso vittime. Il Comune di Ovada ha aderito alla lodevole iniziativa e ha pubblicato sul sito la brochure esplicativa su invito della Stazione Carabinieri di

Ovada. Questi comportamenti ven-gono suddivisi tra quelli da tenere in strada, in casa e in banca o in altri uffi ci pubblici. Per chi cammi-na per la strada viene ricordato di portare solo il denaro indispensa-bile, non farsi distrarre dagli scono-sciuti mentre si utilizza il denaro o si effettuano pagamenti, quando si cammina sul marciapiede portare le borse o borselli dal lato interno del marciapiede, camminando vi-cino al muro, indossare la borsa a tracolla con l’apertura della cernie-ra sul davanti, non lasciare mai la borsetta incustodita quando si fa la spesa, attenzione nei luoghi affol-

lati, il borseggiatore approfi tta del contatto fi sico per derubare, non fi darsi di chi si avvicina chiedendo di pagare un debito contratto da un parente e non consegnare per nes-sun motivo denaro. Quando invece ci si trova in casa, chiudere atten-tamente la porta e non lasciare la chiave inserita nella serratura, non lasciare porte e fi nestre aperte spe-cie di notte e con l’abitazione incu-stodita, non lasciare mai la chiave sotto lo zerbino o in posti facilmen-te intuibili e vicino all’ingresso, non aprire alle persone sconosciute, anche se indossano l’uniforme e dicono di appartenere alle società di gas, luce, telefono ed acqua, con la scusa di dover controllare gli impianti, non consegnare denaro e oggetti di valore. Per chi invece si reca in banca, in posta o in altri uffi ci pubblici non andare all’aper-tura degli sportelli e, se possibile, non prelevare tutta la pensione, ma solo la somma di cui si ha bisogno, se possibile, chiedere ad un parente o un conoscente di accompagnarti; se devi pagare le utenze, portare solo il denaro necessario; non la-sciarsi distrarre mentre si paga o si maneggia il denaro; suddividere il denaro prelevato in più tasche e non metterlo mai nella borsa, all’e-sterno, non fi darsi se si avvicinano estranei e a qualsiasi titolo chiedo-no di consegnare loro il denaro e se qualcuno ti insegue, chiedere aiuto ai passanti e chiamare il 112. (l.r.)

Ovada Stazione CarabinieriC.so Martiri della Libertà, 2 Tel. 0143/80.418.

Sono in fase di valu-tazione altre forme di pubblicizzazione del messaggio, alla luce del crescente fenomeno.

“Ovada “Ovada da vivere”da vivere”

Durante quest’anno sco-lastico 2015/2016 la classe Quarta C della

Scuola Primaria “Damilano” ha intrapreso, grazie all’aperta disponibilità delle famiglie, un percorso da Sperimentatori della Smart Pen. Grazie al fi -nanziamento di SentierodiPa-role, Associazione Culturale Onlus di Ovada (entro il pro-getto Una Bussola per Pipe-rita, svolto in collaborazione con La Tavola Rotonda e il sostegno della Fondazione So-ciAL) ogni bambino è dotato di una Livescribe Echo Smartpen da utilizzare in classe e a casa durante le attività di studio. Cinque di esse sono state otte-nute in prestito dalla ditta SCL Service, in virtù della collabo-razione del prof. Marzio Ghezzi e della Dott.ssa Lucia Ferlino. Gli allievi hanno mosso i pri-mi passi, anzi, i “primi tratti”, con quella che è stata ribattez-zata dai bambini la Penna Ma-gica, iniziando ad apprendere una competenza che potrà es-

Sperimentatori tecnologici Sperimentatori tecnologici con le smart pencon le smart pen

Sbulloniamo il bullismo Sbulloniamo il bullismo

sere loro utilissima nel loro intero percorso di studi, ovvero prendere appunti. In effetti, le caratteristiche dello strumento, per chi ne viene a conoscenza per la prima volta, sem-brano incredibili: scrive su carta speciale, ma apparentemente si tratta di banali quaderni, scorre come una penna comune, ma regi-stra contemporaneamente le lezioni; dopo, permette di riascoltare il punto desiderato della lezione puntando semplicemente la zona dell’appunto corrispondente, senza la noia della classica registrazione da sbobinare dall’inizio alla fi ne, con ottima qualità audio. Il tutto è reso fruibile, in modo molto semplice, anche attraverso il personal computer o altri dispositivi affi ni. (a.n.)

Presso l’Aula Magna del Liceo Scientifi co “B. Pascal” di Ovada, si è tenuto l’in-contro “Sbulloniamo il bullismo”, con

una signifi cativa partecipazione di pubblico interessato. La rifl essione, condotta dalla Dott. ssa Cristina Carrea (psicologa), ha permes-so di condividere conoscenze, informazioni e strategie volte a comprendere più profonda-mente il bullismo, nel tentativo di prevenirlo, arginando le gravi conseguenze che da esso derivano. Tale fenomeno, defi nito dagli esperti come “un’epidemia silenziosa” che dilaga tra

i giovani, è diffi cilmente prevedibile e richiede l’attenzione di tutti coloro che quotidianamen-te hanno a che fare con gli adulti di domani: genitori, personale della scuola, educatori. Le forme di prevaricazione che mettono in atto i bulli spesso si presentano in forma “fl uida”, cioè diffi cilmente controllabile, sviluppandosi generalmente in situazioni relazionali asim-metriche, quando una persona più forte fi sica-mente o psicologicamente (o che si percepisce come tale) “disturba” in vario modo il più de-bole. La sola possibilità, ovvero l’unica strada

da percorrere per far fronte a tali dinamiche, è la comunicazione: parlare e ascoltare il singolo e il gruppo, creando momenti di rifl essione e occasioni per “stare bene insieme” e per con-dividere le proprie esperienze. L’Associazione Culturale Sentiero di Parole ringrazia la relatri-ce dott.ssa Carrea per il prezioso intervento, il Dirigente Scolastico Felice Arlotta per l’acco-glienza e tutti i partecipanti che hanno contri-buito alla buona riuscita dell’evento.

Laura Riccardini

Page 6: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

6 l’inchiostro frescoMaggio 2016 OVADA

La fi glia sbagliata al Premio StregaLa fi glia sbagliata al Premio StregaUn grande riconoscimento per la scrittrice ovadese Raffaella Romagnolo

Il libro di Raffaella Romagnolo “La fi glia sba-gliata” (Frassinelli) è stato scelto tra i dodi-ci semifi nalisti del premio Strega giunto alla

72° edizione e che ogni anno coinvolge il mondo della cultura e sarà presentato da Fabio Geda e Giuseppe Patota. Per conoscere comunque i cinque fi nalisti bisognerà attendere il 15 giugno, mentre l’8 luglio ci sarà la seconda votazione con la proclamazione del vincitore assoluto. Si tratta di un riconoscimento davvero importante per la scrittrice ovadese che con questo libro si colloca tra gli scrittori più signifi cativi della narrativa italiana d’autore. Ora dopo questo im-portante traguardo, il 30 aprile scorso si è svolta la presentazione dei candidati a Sanremo e il 5 maggio a Benevento, quindi il 15 giugno avrà luogo lo spoglio dei voti dei 460 aventi diritto che sceglieranno i cinque fi nalisti con la pro-clamazione del vincitore l’8 luglio per la prima volta nella storia dello Strega all’Auditorium del Parco della Musica di Roma e non nella cornice del Ninfeo di Villa Giulia “La fi glia sbagliata” è la quarta opera della Romagnolo dopo l’esor-dio con “L’amante di città”, quindi “Mistero in Monferrato” e “La Masnà”. Il libro fi nalista è in-centrato su una fi gura femminile della terza età che si trova a tirare le somme di tutta una vita

con un bagaglio di insofferenza e inquietudine che coinvolgono e rivelano una grande capacità della scrittrice di cogliere l’anima dei personag-gi e gli scenari di vita. Questi gli altri candidati: L’uomo del futuro (Mondadori) di Eraldo Affi -nati, La scuola cattolica (Rizzoli) di Edoardo

Albinati, Dove troverete un altro padre come il mio (Ponte alle Grazie) di Rossana Campo, Dalle rovine (Tunué) di Luciano Funetta, Le streghe di Lenzavacche (e/o) di Simona Lo Ia-cono, La reliquia di Costantinopoli (Neri Pozza) di Paolo Malaguti, Il cinghiale che uccise Liber-ty Valance (minimum fax) di Giordano Meacci, L’addio (Giunti) di Antonio Moresco, Conforme alla gloria (Voland) di Demetrio Paolin, Se aves-sero (Garzanti) di Vittorio Sermonti, La femmi-na nuda (La nave di Teseo) di Elena Stancanelli. Il comitato direttivo del premio è presieduto da Tullio De Mauro ed è composto da Valeria Della Valle, Giuseppe D’Avino, Simonetta Fiori, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Enzo Golino, Giuseppe Gori, Melania Mazzucco, Luca Serian-ni e Maurizio Stirpe. Per Raffaella continuano i riconoscimenti per una carriera che diventa prestigiosa e per Ovada l’orgoglio di poter anno-verare una scrittrice di valore. Raffaella è cre-sciuta tra i settimanali locali ovadesi, quindi una breve parentesi al quotidiano il Secolo XIX dove già si avvertiva questa verve da scrittrice che la consacra defi nitivamente. Inoltre è docente di Lettere al Liceo Pascal di Ovada.

Luisa Russo

Si sta preparando la nuova stagione all’Arena Estiva

Cinematografi ca e Teatrale “Agrimovie” sita a Casaleg-gio Boiro, giunta al quarto anno di attività. Già fi ssato il raduno delle “APE 50” per il 25 giugno, confermata la se-rata di lirica con il “Barbiere di Siviglia”, poi ha scelto Casaleggio Boiro per esibirsi il campione italiano di fi sar-monica Andrea Coruzzi oltre alle serate teatrali su Gilberto Govi. Ma non fi nisce qui in quanto ci sarà la possibilità di cenare presso l’Arena alle ore 19 e chiunque può chie-dere gratuitamente il palco per esibizioni ed eventi grazie alle dimensioni più ampie per le rappresentazioni teatrali e gli spettacoli musicali ol-tre che per realizzare alcuni eventi. Tutto il programma dell’estate 2016 verrà inseri-to sul sito www.agrimovie.it, compreso il palinsesto dei fi lm. C’è anche a disposizione un indirizzo e-mail: [email protected]. Come ci spiega l’organizzatore Mau-rizio Silvestri le novità per la corrente stagione sono veramente molte. “Di anno in anno – dice – cerchiamo di approntare migliorie alla struttura e all’organizzazio-ne, dal venerdì alla domeni-ca vengono invece trasmessi in sistema digitale i fi lm più di successo della stagione su un ampio schermo fi no al mese di settembre”. All’inter-no della struttura un servizio bar compreso di paninoteca. Ampio parcheggio per chi raggiunge il “Cinema tra la natura” e poi un percorso magico introduce il visitatore nell’arena che anche in que-sta estate saprà sorprendere grazie all’accoglienza e alla professionalità dell’organiz-zazione. (l.r.)

Al viaAl viaAgrimovie aAgrimovie aCasaleggioCasaleggio

Si arricchiscono le iniziative enogastronomiche ad Ovada

Dopo l’esordio da record dello Street Food Festival denominato “Platea Cibis – Cibi e Sapori del-la cucina popolare” che è stato preso d’assalto da circa diecimila buongustai dall’8 al 10 aprile scor-so, con maggio tocca a “Paesi e Sapori”, manifestazione già col-laudata presentata dalla Pro Loco di Ovada e dell’Alto Monferrato il 14 e 15 maggio 2016. Intanto l’appuntamento “Cibo da stra-da” proposto dalla Pro Com che gestisce tra l’altro anche le fi ere in Ovada verrà riproposto anche nel 2017 magari con qualche mo-difi ca. Quest’anno i trenta esposi-tori che hanno offerto specialità tipiche italiane (arancini, cannoli siciliani, arrosticini abruzzesi, prodotti altoatesini, formaggi sardi, fritti, panini) e internazio-nali, per aprire una fi nestra “gu-stosa” sul mondo intero, sono stati tutti sistemati in Piazza xx Settembre, creando naturalmen-te qualche problema logistico. A tal proposito si stanno studiando altre soluzioni per coinvolgere maggiormente il centro storico e per una dislocazione nelle varie piazze. Per “Paesi e Sapori” nu-merose sono le adesioni delle Pro Loco e delle Associazioni della zona ovadese che allestiranno i loro stand gastronomici con lo scopo di far conoscere al pubbli-co le specialità del territorio con cui si annunciano le sagre estive. Piazzale Martiri della Benedicta ancora una volta capitalizzerà la vicina Liguria e il Piemonte per due giorni indimenticabili. Si bal-la e si cena la sera del 14 maggio, si pranza anche a mezzogiorno la domenica 15 maggio e natural-mente la sera prima della chiusu-ra. Altre manifestazioni collatera-li sono in programma in quanto nessuno si lascerà scappare l’occasione per far conoscere la città, i prodotti locali e le attività economiche. (l.r.)

Ad Ovada Ad Ovada “Paesi e “Paesi e Sapori”Sapori”

Pranzo di benefi cenza per Vedrai... Pranzo di benefi cenza per Vedrai... Grande successo per la raccolta fondi promossa dall’associazione ovadese

É stato un successo il pranzo di benefi cenza organizzato domenica 17 aprile pres-

so i saloni della chiesa San Paolo dall’Associazione Vedrai… di Ova-da per sostenere le proprie attività. L’Associazione Vedrai… dal 2003 si occupa di favorire i processi di autonomia, comunicazione e ap-prendimento tra le persone con disabilità di vario tipo, sfruttando le potenzialità che le più moderne tecnologie informatiche ci offrono, a livello di software e ausili, ma anche fornendo consulenze alle fa-miglie e agli operatori del settore. I risultati sono sempre stati di altissi-ma qualità, grazie soprattutto all’im-pegno costante e appassionato dei numerosi volontari che fanno parte dell’Associazione. In questi ultimi anni di crisi economica, tuttavia,

sono emerse alcune diffi coltà nella gestione dei laboratori in quanto gli Enti che hanno sempre supportato i progetti di Vedrai… hanno drastica-mente ridotto l’erogazione dei fi nan-ziamenti destinati a questo genere di attività. Proprio da queste conside-razioni è sorta l’idea di organizzare il pranzo di benefi cenza: dopo mesi di preparazione e di pubblicità tramite il passaparola, domenica si sono se-dute ai tavoli almeno 150 persone. Il team incredibilmente affi atato che ha lavorato in cucina ha soddisfatto il palato di tutti i commensali, con un menù che andava dall’antipasto fi no al dolce, incluse le torte di com-pleanno di due ragazzi disabili segui-ti da anni dall’Associazione Vedrai.. Un gran bell’appuntamento!

Veronica Parodi

Page 7: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

Scambio culturale per le Rocce NereScambio culturale per le Rocce NereCon il Gruppo di Cultura Popolare di Monserrato previsti grandi festeggiamenti

Il Coro A.N.A. “Rocce Nere” di Rossiglione si è fatto promotore di una simpatica manife-stazione che avrà luogo nel prossimo mese di

maggio nei comuni della Valle Stura. Il Coro, che lo scorso anno ha festeggiato i suoi 35 anni di at-tività artistica, ha deciso di prolungare i festeggia-menti invitando per il 21 e 22 maggio il “Gruppo di Cultura Popolare” di Monserrato (Cagliari) ad esibirsi nei Comuni della Valle Stura. Il Gruppo, fondato nel 1975 di cui è Presidente Matteo Piras, composto da sedici fra ballerini e strumentisti, si esibisce in canti e danze della tradizione folklo-ristica sarda, accompagnato dai musicisti Jona-than della Marianna e Paride Peddio. Per creare un’atmosfera “sarda” (e quale autofi nanziamento per la manifestazione), il Coro Rocce Nere, con l’ausilio del Gruppo A.N.A. e associazioni di Ros-siglione ed il supporto delle autorità locali, ha organizzato per sabato 7 maggio, a partire dalle ore 19,30 una tipica cena sarda. Il menù prevede, oltre al maialino arrosto e gli gnocchetti alla cam-pidanese, dolci, vini e liquori propri della migliore

gastronomia dell’Isola. La cena, preparata a cura del Circolo Sardo “Su Nuraghe” di Alessandria, verrà servita nell’Area della Ferriera di Rossiglio-ne. Nello stesso luogo, alle ore 21,00 di domeni-ca 22 maggio, dopo un’anticipazione nei pome-riggi del 21 e 22 maggio nei Comuni di Masone e Campoligure, si terrà l’esibizione del “Gruppo

di Cultura Popolare”, che, nella serata di saba-to 21 maggio, parteciperà anche alla “Sagra del maialino” organizzata dal Circolo Sardo “Su Nu-raghe” di Alessandria. Dopo la cena di sabato 7 si esibiranno in alcuni brani del loro repertorio il Coro Rocce Nere e una Band che eseguirà canti in dialetto Sardo e Rossiglionese. (l.r.)

Questione latte in Valle SturaQuestione latte in Valle SturaIntervista a Lorenzo Pesce, presidente del Consorzio Allevatori per fare chiarezza

Che fi ne farà il latte delle val-late genovesi, dopo che, il 31 marzo, la Lactalis, multina-

zionale francese che qualche anno fa ha acquistato il marchio Parmalat (a cui fa riferimento anche la geno-vese Latte Oro), ha deciso di inter-rompere l’acquisto di latte dagli alle-vatori della Valle Stura e dell’alta Val Polcevera? Ne parliamo in questa intervista con Lorenzo Pesce, pre-sidente degli allevatori della Valle Stura e consigliere comunale a Ros-siglione. “Noi allevatori della Valle Stura conferivamo il latte alla coo-perativa della Val Polcevera, la qua-le, a sua volta, effettuava la raccolta e portava il latte a Collecchio, sede centrale della Parmalat”, questa si-tuazione si era creata per via della chiusura, voluta dalla Lactalis, della centrale del latte di Genova (assie-me a diverse altre centrali nel cen-tro-nord Italia decise sempre dalla multinazionale francese) “già da lì” prosegue Pesce “c’erano i primi segnali che qualcosa non andava, il problema non è solo nostro, ma riguarda tutto il centro-nord Italia, dove Lactalis, il 31 marzo, ha chiu-so i contratti”. Tra Valle Stura e Val Polcevera i produttori di latte delle vallate genovesi sono più di quaran-ta, che ora si trovano in questa situa-zione diffi cile. Il danno economico per i produttori, dice Lorenzo Pesce “è enorme, io stesso ho dovuto but-tare via 1500 litri di latte”. Dopo la chiusura del contratto da parte della Lactalis, la cooperativa Valpolcevera si è trovata nella situazione di dover cercare nuovi canali, inizialmente con la “Castellatte” di Alessandria, durata però pochi giorni, in quanto i silos si sono riempiti in poco tempo. Gli allevatori si stanno attualmente attrezzando per vendere direttamen-te il proprio latte, magari attraverso

le macchine automatiche del latte fresco. A partire dal 12 aprile, una novità positiva in merito c’è stata, con l’accordo con il “Caseifi cio Pu-gliese” di Torino, che si è impegnato a comprare il latte dei produttori genovesi. A livello associativo, gli al-levatori si stanno attivando per tro-vare un acquirente che garantisca ai produttori un prezzo dignitoso per il latte “siamo in una zona logistica-mente non semplice, bisogna gira-re diverse vallate per completare la raccolta del latte, con costi oggettivi più alti rispetto alle zone di pia-nura - spiega Lorenzo Pesce, che prosegue - come singole aziende stiamo lavorando tutti per cercare di trasformare il nostro latte. È da

tempo che si percepisce che nelle nostre zone non siamo più compe-titivi rispetto alle zone di pianura o ai paesi dell’Europa orientale”. Il prezzo pagato ai produttori alla stalla è circa di 35 centesimi al litro, a breve gli allevatori andranno per trattare il nuovo prezzo ma, conclu-de Lorenzo Pesce, “siamo sempre davanti a situazioni tampone, che non possono certamente essere de-fi nitive”. Gli allevatori ringraziano inoltre il grande interesse e la tem-pestività della politica locale, che da subito si è interessata al problema, sia i comuni coinvolti che la Città Metropolitana e la Regione.

Fabio Mazzari

Raduno delleRaduno delleConfraterniteConfraternite

Una nutrita rappresentanza delle Confraternite della

diocesi di Acqui, con il Priorato diocesano al completo, ha sfi lato per il centro storico di Genova domenica 3 aprile in occasione del Giubileo Delle Confraternite dell’Arcidiocesi di Genova ed il raduno dei giovani confratelli del-la Regione Ecclesiastica Ligure e della Diocesi di Acqui. Dalla chie-sa di san Marco al Molo, al Porto Antico, ha preso avvio la proces-sione, cui hanno partecipato oltre sessanta Confraternite, con una cinquantina di crocifi ssi del peso massimo di 100 kg. Numerose le diocesi dell’ovadese e della valle Stura: il Priorato diocesano e dalle Confraternite della ss Trinità e san Giovanni Battista di Ovada, il NS Assunta di campo Ligure e della Natività di Maria SS e san Carlo di Masone, con il suo bel crocifi sso del ‘700. L’evento oltre ad essere un momento nel quale si sono potute ammirare ancora una volta l’immenso patrimonio di fede ed arte lasciato dai nostri padri è sta-ta una occasione per far avvicina-re i giovani al mondo confraterna-le ed all’antica arte del trasposto processionale del Crocifi sso.

Maria Virginia Calissano

GeometraDe Bellis Felice

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GeometraDe Bellis Felice

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8 l’inchiostro frescoMaggio 2016 VALLE STURA, ORBA E LEIRA

Mele si prepara al “Festival degli artisti di strada”Mele si prepara al “Festival degli artisti di strada”Il 15 maggio arriveranno da tutta Italia saltimbanchi e busker nel piccolo centro della Valle Stura

È tutto pronto a Mele per l’edi-zione 2016 del “Festival de-gli artisti di strada” appun-

tamento a cadenza biennale che, edizione dopo edizione, richiama un sempre maggiore interesse da parte del pubblico e degli artisti stessi. Cinzia Cervetto, presiden-te della Pro Loco Mele ex-Melle spiega al nostro giornale le antici-pazioni: “si svolgerà tutto in una giornata, la festa vera e propria inizierà alle ore 14 e continuerà fi no alla mezzanotte”, la festa si snoderà per le strade di Mele “ini-zierà da Via del Piano, nei pressi dell’oratorio e proseguirà in Via Pernicaro davanti alla Croce Ver-de”. Per questa edizione sono ben diciannove gli artisti presenti, la presidente della Pro Loco ci dice “molti sono genovesi e liguri, ab-biamo anche due artisti del Tea-

tro Scalzo di Genova, ma arrive-ranno artisti anche da fuori, per esempio da Roma e da Torino”. Gli spettacoli degli artisti di strada proseguiranno per tutto il pomerig-gio, mentre alla sera, spiega Cinzia Cervetto “ci sarà grande spazio alla giocoleria infuocata e agli spettacoli con il fuoco che, con il buio, daranno un effetto spettaco-lare, assieme a questo, alla sera, ci sarà anche un concerto con due gruppi musicali”. Gli spettacoli pomeridiani saranno all’insegna della giocoleria, degli spettacoli buffi “abbiamo ad esempio una gastronomia comica, dei vasi vi-venti, dei trampolieri vestiti da galline, gli spettacoli sulle corde, le bolle giganti e il fachiro e molto altro ancora” ci anticipano dalla Pro Loco ex-Melle, infi ne, nell’O-ratorio di Sant’Antonio Abate ci

sarà lo spettacolo del coro gospel Saint John’s. Alle 14.30 inizierà la sfi lata con tutti gli artisti che saran-no accompagnati dagli atleti più piccoli della scuola calcio dell’Asd Mele e della scuola rugby “Le Api Mele” tutti vestiti in tenuta sporti-va. Il Festival degli artisti di strada di Mele è organizzato interamente dai volontari con la collaborazione del Comune di Mele. La Pro Loco ci spiega che “sono state coinvol-te tutte le associazioni presenti all’interno del nostro territorio comunale: Croce Verde, Centro giovani, La giostra della Fanta-sia, l’Auser, il Partito Democra-tico di Mele, la Confraternita di Sant’Antonio Abate, la S.M.S. di Fondocrosa, le squadre di calcio e di rugby e ovviamente la Pro Loco e abbiamo avuto contributi da tantissime attività commerciali

presenti sul territorio”. I volontari si occuperanno degli stand gastro-nomici, ognuno con una sua spe-cialità “il bar verrà gestito dalla Croce Verde, ci saranno due punti della birra alla spina artigianale del birrifi cio Nabil di Ovada, ci sarà lo stand dei waffel dolci, de-gli hamburger, la polenta con il pentolone gigante e i focaccini” ci dice Cinzia Cervetto. Il Festival degli artisti di strada, inoltre, apri-rà uffi cialmente la stagione estiva delle feste del Comune di Mele, che proseguirà a giugno con la festa dei “fugassin”, organizzata dalla Con-fraternita, e la festa della Croce Ver-de, a cui seguiranno diverse feste e sagre nei mesi di luglio e agosto, tra cui la famosa festa della birra orga-nizzata dalla stessa Pro Loco.

Fabio Mazzari

La mostra “Vespa 70”La mostra “Vespa 70”Inaugurata sabato 23 aprile al Museo Passatempo

“Dammi una Vespa e ti porto in vacan-za” cantavano i Lunapop nei primi anni duemila; ma, a differenza della

canzone, che portava il protagonista nei colli bolognesi, questa mattina il famoso scooter sim-bolo del design italiano nel mondo è arrivato a Rossiglione, presso il Museo Passatempo, con la mostra “Vespa 70”, che è stata inaugurata uffi cial-mente questa mattina alla presenza delle autorità locali e un numeroso gruppo di ospiti e visitatori. La mostra, che si protrarrà per tutto l’anno, fe-steggia i 70 anni della nascita della Vespa e rac-coglie all’interno del museo numerosi esemplari del famoso scooter, simbolo per eccellenza del boom economico degli anni Sessanta, ma anche di modelli di altre moto famose “vintage” come la Lambretta Innocenti e la Guzzi; la mostra è dedi-cata alla fi gura di Pier Luigi Ravera, che negli anni ha contribuito alla crescita del museo con molte donazioni, e fa da prologo al grande raduno di ve-spisti e appassionati che si terrà proprio a Rossi-glione i giorni 16 e 17 di luglio.

Matteo Serlenga

Torna “la Pinetina”Torna “la Pinetina”Una serata d’altri tempi nel segno della musica e dei ricordi

Se vi mancano le vecchie serate in discoteca di una volta, tra un lento e un

boogie, passando per la disco music, e vi piacerebbe rivivere quei momenti magici, segnatevi questa data nel calendario: 23 luglio 2016. Ebbene sì, perché dopo ben 20 anni ritorna, per una notte, “La Pinetina”, il loca-le di Tiglieto che per 40 anni (dal 1960 al 1996) ha fatto ballare tre generazioni, con una grande af-fl uenza di gente sia dalle valli li-mitrofe, sia da Genova e dal bas-so Piemonte. Ricordi e immagini di un tempo che verranno vissuti nuovamente grazie alla musica dei dj storici del locale che suo-neranno il loro repertorio musi-cale rigorosamente in vinile, e alla partecipazione di tutte le fi -gure storiche che negli anni han-no fatto vivere la Pinetina, come

i buttafuori, i musicisti, gli elet-tricisti, i baristi e naturalmente il pubblico; tra le persone che si sono esibite si annovera anche il nome di Andrea Braido, storico chitarrista di Vasco Rossi, che, agli esordi della sua carriera, suonò alla Pinetina, dove una volta, ricordano i volti “storici” del locale, ruppe una batteria. Nella serata quindi torneranno a danzare i ricordi di coloro che, in questo storico locale, hanno

stretto nuove amicizie, ballato una canzone o addirittura co-nosciuto il partner della vita, e si rivivranno le emozioni di una volta grazie alla proiezione del dvd “la Pinetina 40 anni di noi” che verrà appositamente prodot-to per l’occasione speciale grazie al contributo di tutti coloro che vorranno contribuire inviando foto, pensieri, aneddoti e ricordi.

Matteo Serlenga

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9l’inchiostro frescoMaggio 2016VALLE STURA, ORBA E LEIRA

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Dal lontano 1950 una tradizione dolciaria che si tramanda da più generazioni

La “Cà de Anime”: la casa “infestata” dell’OltregiogoLa “Cà de Anime”: la casa “infestata” dell’OltregiogoUn’indagine storica di Matteo Serlenga sulla magione più misteriosa del nostro territorio

Una casa di campagna come tante, se non fosse che basta digitare su Google

il suo nome per aprire un mondo, fatto di delitti efferati, inquietanti fenomeni e apparizioni di spet-tri: infatti è diventata famosa su internet come fenomeno “creepy pasta”, ossia una storia dell’orro-re più volte “copiata e incollata” su vari siti (dal verbo to paste: incollare); questo purtroppo ha contribuito, in mancanza di accu-rate fonti, ad alimentare le fanta-sticherie attorno a questo vecchio stabile, mescolando vecchie e nuove dicerie. La tradizione vuole che la “cà de anime”, adibita come osteria e ostello lungo l’antica via del sale, fosse teatro di orribili omicidi commessi ai danni dei po-veri avventori, che venivano uccisi nel sonno dai proprietari senza scrupoli a scopo di rapina; questa è la versione che, nel circondario di Voltri e nella valle dell’Orba è sopravvissuta fi no ai giorni nostri, alimentata poi da ulteriori dettagli che nel tempo sono stati in qual-che modo aggiunti, creando di-verse versioni della storia: infatti, come riportato sul libro “Le vie di Voltri: storia, ricordi, aneddoti ed immagini”, pare che nella famige-rata locanda si praticasse anche il cannibalismo: si racconta che un imprecisato giorno e anno, un uffi -ciale medico francese, trovandosi a pranzare con altri commilitoni in questa casa adibita a locanda, durante la degustazione di un de-lizioso stufato, si trovò in bocca qualcosa di insolito che esamina-to bene risultò essere una falange umana con tanto di unghia. Venne alla luce il fatto che il taverniere ed i suoi aiutanti depredavano i viandanti più ricchi e poi li cuci-navano. Da qui il triste nome con cui ancora oggi viene indicata la casa. Pare che questo lugubre pas-satempo dei tavernieri voltresi fos-se in voga anche altrove e si narra di casi analoghi avvenuti al passo della Bocchetta e nei pressi delle Giutte. (Mongiardino, Bruzzone,

Ne sono sicuri gli ultimi in-quilini dello stabile, e non

usano mezze misure. Certo, in una società dinamica, ossessi-va e frenetica come la nostra ormai non c’è più spazio per le favole che i nostri nonni ci raccontavano prima di anda-re a dormire o per farci stare bravi: ormai sono tutte storie legate ad un passato troppo lontano per trovare il loro spazio nel nostro mondo ma-terialista e freddo. Marc Bloch sosteneva che il bravo storico deve essere come “l’orco delle fi abe”: dove sente odore carne umana, sa che là è la sua pre-da; seguendo questo spirito ho deciso di andare più a fondo in questa “favoletta” di fantasmi e spiritelli, perché, come l’orco di Marc Bloch, sentivo l’odore della carne di quegli uomini che nel bene o nel male han-no fatto entrare nella storia la famigerata “casa delle anime”.

Nesta, Le vie di Voltri, storia, ricor-di, aneddoti ed immagini, Voltri, 1998). Questa versione dei fatti è particolarmente diffusa nella zona di Urbe e gioca molto sul fatto che il posto in questione fosse una casa adibita a locanda per i vian-danti.Infatti prima della costruzione del-le principali strade che collegano la Liguria con il Piemonte, come ad esempio il Turchino, la cosiddetta “via del sale” era la principale ar-teria che univa la costa all’entro-terra, garantendo il commercio del sale e altre mercanzie che, una vol-ta arrivate presso Voltri, venivano scaricate presso la foce del torren-te Cerusa (“Il punto più alto del Mediterraneo occidentale”, come ricorda un cartello) per poi essere caricate sui muli. Questa via, at-tualmente “strada superiore dei

Giovi” o conosciuta semplicemen-te col nome di “Cannellona”, era quindi sicuramente ampiamente traffi cata nei secoli passati, e van-tava la presenza di numerosi punti di sosta e di ristoro per i numerosi viandanti e mercanti stanchi: non ci è diffi cile quindi credere che la casa fosse davvero una delle tante locande poste lungo la strada, per cui occorrevano diversi giorni per percorrerla. Come venivano uccisi gli sfortunati avventori? Secondo ciò che riporta Carlo Dall’Orto, famoso storico e giornalista vol-trese, i vecchi proprietari della lo-canda, nottetempo, mediante sof-fi tti mobili, in determinate camere, sopprimevano gli ospiti più da-narosi, seppellendone poi i corpi nei boschi circostanti. (Dall’Orto, Voltri, antologia di cose, fatti e per-sonaggi. Volume II. Voltri, 1967).

Benvenuti a PratorondaninoBenvenuti a PratorondaninoUn angolo di Valle Stura incantato

Trentadue anni di attività del giardino botanico di Pratorondanino rischia-

no di essere per sempre cancel-lati. Un patrimonio naturalisti-co esemplare dal punto di vista territoriale e turistico che, se non trova fondi entro la fi ne di Giugno chiude i battenti, spiega Gino Sciaccaluga – Presiden-te del Gruppo Ligure Amatori Orchidee. La somma richiesta per sostenere le spese del Giar-dino è di € 20.000 (tra operatori e l’acquisto di materiali) che, l’assessore regionale Giampe-drone, sembrava aver accolto. Purtroppo col passare dei mesi quanto comunicato sta calan-do: da 15.000, poi 10.000 ed infi ne soli € 6.000, insuffi cienti. L’attività del giardino botanico è stata garantita fi no all’anno scorso grazie a volontariato e donazioni messe a disposizione della Provincia. Con il soprag-

giungere della Città Metropo-litana le cose sono cambiate: i fondi sono stati ridistribuiti a scapito di Pratorondanino. Un altro fattore che gioca a sfavore è l’avanzare dell’età dei volonta-ri, spiega sempre Sciaccaluga, che ha fatto subentrare opera-tori che salgono da Genova per il mantenimento del luogo ed a cui bisogna assicurare rimbor-so spese e liquidazione. Fortu-

natamente è attiva da diverso tempo una squadra di giovani botanici laureati, che non rap-presenta comunque un’alterna-tiva totale. L’affl uenza in bella stagione conta migliaia di visi-tatori, sarebbe un vero peccato non poter più garantire quest’at-tività così preziosa per il futuro turistico ed ambientale.

Maria Virginia Calissano

Un intricato sistema di meccani-smi che, adeguatamente azionati, facevano scendere il soffi tto fi no a schiacciare nel sonno i malcapi-tati, precedentemente selezionati in base alle loro ricchezze e fatti alloggiare in queste camere “spe-ciali”, per poi essere spogliati di ogni bene e seppelliti nella zona, scoscesa e selvaggia; questo fi n-ché, secondo la leggenda, uno dei camerieri, colto da rimorso, deci-se di costituirsi, raccontando tutto alle autorità e facendo fi nire per sempre gli efferati omicidi, rimasti sempre impuniti: la lentezza delle comunicazioni, il brigantaggio sul-le strade, i cento e cento pericoli di un lungo viaggio, favorivano l’im-punità degli assassini, anche quan-do all’autorità veniva denunciata la scomparsa dei poveri viandanti, i cui corpi, sepolti nottetempo nel folto dei boschi circostanti, nessu-no più trovava. (Carlo Dall’Orto, Cara mia Voltri, Voltri, Genova, 1983). Questo è quello che narra la leggenda “canonica”; esistono altre versioni dei fatti, tutte più o meno attinenti, e altre invece com-pletamente diverse: infatti, secondo alcune fonti, la storia viene “ribal-tata” e vede la famiglia proprietaria della casa uccisa da due ospiti senza scrupoli. Tutte queste dicerie hanno nel tempo costruito la fama di que-sta anonima casa “dei fantasmi” posta tra la Liguria e il Piemonte, facendo nascere una serie di storie collegate a questa dimora: l’appari-zione eterea di una “giovane vesti-ta di bianco” che chiede del suo fi danzato scomparso, la presenza di strani fenomeni “poltergeist” che di-sturbavano la quiete degli inquilini e le tante supposizioni che imperver-sano nel web, come ad esempio che la casa sia rimasta disabitata per molti anni fi no a quando una povera famiglia, inconsapevole della storia, decise di andarci ad abitare... Sarà tutto vero?

Matteo Serlenga

Segue il prossimo numero

“Sono tutte favole. “Sono tutte favole. Non c’è niente da Non c’è niente da

vedere qui”.vedere qui”.

PRIMA PARTEPRIMA PARTE

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10 l’inchiostro frescoMaggio 2016

Lo scuràtta Giùdèi

Meno tecnocrazia e più cuore nelle decisioniMeno tecnocrazia e più cuore nelle decisioniIntervista a tutto campo con Lorenzo Zunino, capogruppo della lista Insieme per Urbe

“Credo sia utile intro-durre un concetto: il Sindaco Fabrizio

Antoci è persona meritevole della massima stima....anche perché fare il Sindaco di questi tempi è tutt’altro che un passa-tempo. Egli è un ottimo funzio-nario di banca, un tecnico in-somma ma per amministrare una realtà complessa e variega-ta come quella di Urbe occorre anche cuore”. Con queste parole Lorenzo Zunino, capogruppo nella lista di Minoranza “Insie-me per Urbe”, ci accoglie presso la sua edicola-tabaccheria sita nel Centro Storico di Rossiglio-ne. Zunino, vicesindaco nella precedente giunta guidata da Maria Caterina Ramorino, è stato sconfi tto per un pugno di voti nell’ultima tornata elettora-le dove era candidato Sindaco: “So che la lista Diamo un fu-turo ad Urbe (ndr, l’altra lista di Minoranza in Consiglio Co-munale) rappresentata da An-tonio Pilo ma di fatto guidata da Franco Dimani è stata cre-ata con l’unico scopo di farmi perdere voti, giusto quei voti che non mi hanno permesso di diventare Sindaco. Tuttavia – precisa il nostro interlocutore – il tempo delle polemiche e dei rimpianti è passato: ora biso-gna lavorare tutti per Urbe”. A questo proposito domandiamo a Lorenzo Zunino quali siano le linee di sviluppo sulle quali si debba puntare per lo sviluppo di questo borgo abbarbicato tra le montagne del savonese: “Urbe è una realtà articolata su cinque frazioni che praticamente sono cinque paesi, quindi occorre coesione e presenza sul territo-rio per un Sindaco, cosa di cui Antoci è, a mio avviso, carente. Detto questo – prosegue nella sua rifl essione – puntare sul turismo è certamente una pri-orità ma non dev’essere l’unica:

Speciale UrbeSpeciale Urbe

i due mesi estivi di villeggia-tura all’anno e le molte e me-ritevoli manifestazioni curate dalle Associazioni turistiche non possono certo garantire un futuro alla nostra vallata”. E allora quale sarebbe la ricetta politica da applicare in tempi ur-genti?: “Ad esempio adoperarsi per attrarre realtà imprendito-riali in loco. Ricordo che sono stato rudemente attaccato per aver favorito l’insediamento di una piccola centrale a biomas-se in località Campé. Sono stato accusato – spiega con dovizia di particolari Zunino – di non rispettare l’ambiente quando invece una centrale di questo tipo inquina meno di una piz-zeria. Morale della favola non se n’è fatto più niente e l’occu-pazione in valle langue”. Chie-diamo all’ex vicesindaco se non vi siano dei lati positivi dell’Am-ministrazione Antoci: “Guardi, Antoci a suo non sta ammi-nistrando male – ci risponde prontamente – tanto è vero che spesso e volentieri ci troviamo ad approvare le mozioni della Maggioranza, e condividiamo iniziative ad esempio come gli

ASD Urbe: oltre un anno di sport e di emozioniASD Urbe: oltre un anno di sport e di emozioniIl resoconto delle attività e i progetti futuri raccontati a Matteo Serlenga dal presidente Enrico Ferraro

Da oltre un anno, la ASD Urbe si è imposta come una importante realtà ludico sportiva nel nostro territorio in grado di coinvolgere molti ragazzi della valle Orba

(e non) nei suoi programmi e nelle sue attività, diventando di fatto una fucina di eventi piena di idee e di iniziative, e so-prattutto di molto entusiasmo; abbiamo deciso quindi di fare un breve resoconto di tutto questo con il presidente dell’asso-ciazione. “ASD Urbe è una realtà che nasce da un istinto di sopravvivenza da parte di tutti coloro che hanno a cuore la valle”, sostiene Enrico Ferraro, il giovane presidente appas-sionato di arrampicata “e lo vedo negli occhi dei miei ami-ci e dei ragazzi che collaborano con noi”. Una valle “madre matrigna”, che offre un vasto e ricco territorio, ma a volte poche opportunità, “e molti ragazzi sono costretti a spostar-si”, ci spiega Enrico, che è nato a Genova ma vanta origini urbasche; “Sono paesi che ci hanno dato molto quando era-

vamo ragazzini e non intendiamo rinunciarci da adulti; è istinto di conservazione, e vorremmo portare i nostri fi gli a conoscere il territorio e tutto ciò che può offrire”. Infatti, in qualità di associazione sportiva dilettantistica, la ASD Urbe si propone di far conoscere il territorio attraverso una serie di eventi sportivi, anche per far avvicinare i ragazzi a un deter-minato sport e alla vita all’aria aperta; “La nostra missione infatti è quella di valorizzare il territorio al 100%” sostiene Enrico, “anzi, al 200%”, dice rincarando la dose: “dico così perché noi interagiamo anche col territorio, ci mettiamo le mani, lo modifi chiamo”, e bisogna fi darsi, perché Enrico è un esperto di arrampicata, e le mani sa bene dove bisogna met-terle. E non usa di certo una terminologia tecnica a caso, ma si riferisce anche ad alcuni lavori che l’associazione ha fatto e farà sul territorio: “abbiamo creato percorsi di arrampicata, abbiamo aperto due falesie e in programma c’è anche un

percorso a Pratorotondo”. Eventi variegati, come ad esempio una ciaspolata e una giornata sugli sci in Valle d’Aosta o come il trail “Cuore a Mille”, che ha portato ad Urbe decine di atleti da tutta Italia: “una corrispondenza biunivoca, che vede l’e-sigenza di portare gente da fuori e portare fuori la nostra gente”; un modo innovativo per valorizzare Valle, per farla co-noscere a chi viene da fuori ma anche per farla apprezzare di più a tutti gli appassionati, con una serie di eventi che preve-dono escursionismo con percorsi “alternativi” a quelli più co-nosciuti per far conoscere più a fondo il territorio. Una lunga serie di eventi già pronti per quest’anno (che potrete scoprire nella locandina qui sotto) che vedono in primis il trail “Cuore a Mille”, per il quale l’ASD Urbe si è affi data a Cesare Siri, che ci confi da: “Sono commosso dall’entusiasmo di questi ragaz-zi, e lo fanno rinascere in persone grandi come me, che con il tempo si sono disilluse”. (m.s.)

interventi di taglio e potatu-ra degli alberi lungo le strade comunali e provinciali. Però alcune cose non possono essere sottaciute”. Quali ad esempio?: “Ad esempio con ben tre operai e i mezzi idonei a disposizio-ne del Comune, esternalizzare i servizi di sgombero neve e cimiteriali non ci pare, come gruppo consigliare, una gran mossa....non è altro che dismis-sione dei servizi Comunali...dobbiamo aspettarci altro?”. Cambiando argomento qual è il giudizio sull’Unione dei Comuni stipulata con Sassello?: “In qua-lità di vice-coordinatore per l’Associazione Nazionale Picco-li Comuni Italiani Liguria non posso che essere favorevole – af-ferma l’intervistato – anche se, come molti cittadini hanno sot-tolineato in più riprese, si nota un certo appiattamento sulle decisioni di Sassello”. A questo punto domandiamo un parere sulle “turbolenze e crisi politica di Maggioranza” (il vicesinda-co della Giunta Antoci, Mario Piccione, lo scorso gennaio ha rassegnato le dimissioni): “Non è mai elegante commentare

quanto avviene in casa d’altri ma appare evidente – sostiene Lorenzo Zunino – come Antoci abbia una condotta tale da non lasciare spazio di manovra alla sua Giunta e Maggioranza...mancanza di condivisione...come ampiamente denunciato dal Sig. Piccione. Come ho af-fermato all’inizio per un borgo come Urbe, sparso su diverse frazioni/paesi, per fare il Sin-daco, oltre a far rispettare il bilancio in maniera meritoria, bisognerebbe essere vicini alla gente con il proprio cuore”. Al momento di congedarci non possiamo esimerci dal porre una domanda sul Tariné: “So-stanzialmente sono contrario a qualsiasi attività estrattiva – ci risponde senza esitazioni Zunino – tuttavia, anche a seguito delle proiezioni satellitari che a suo tempo ho potuto visionare in Regione Liguria, la montagna tra le sue viscere racchiude il più grande giacimento di tita-nio al mondo. Quindi appare evidente come, presto o tardi, gli enormi interessi economici in ballo porteranno i cosiddetti poteri forti ad agire”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

È terminata la fase invernale delle riprese de “Il segreto

della Pedona”, ultima fatica cine-matografi ca di Ermanno Afer per la regia di Carlo Martinotti. Ed è proprio con Ermanno che faccia-mo un primo bilancio di questo originale e interessante lavoro. Nonostante un inverno avaro di neve, quella che caduta è stata suffi ciente per effettuare le ri-prese di sicuro effetto per le esi-genze scenografi che, soprattutto grazie alla presenza dei fi guranti di “Progetto 900”, un gruppo che ricostruisce eventi bellici della II Guerra Mondiale riproducendo divise e armi autentiche di quel periodo storico. Ermanno Afer sottolinea l’apporto importante del Museo del Ciclismo di Novi Ligure e il Museo e dell’Arte con-tadina di Vara Inferiore Un mo-mento emozionante, soprattutto per gli appassionati di ciclismo, saranno le riprese a Castellania, paese natale di Fausti Coppi. Le riprese avverranno il prossimo 25 giugno, in concomitanza con “La Mitica”, la corsa di “veci” (e nuovi) amatori del ciclismo.

Enrico Repetto

Il segreto Il segreto della pedonadella pedona

Gli abitanti di San Pietro d’Ol-ba, tramite questo giornale,

vogliono dire un enorme “grazie” ai volontari della nuova Pro Loco del paese, nell’occasione dello scorso Venerdì Santo durante il quale si è rinnovata la tradizione de “lo scuràtta Giùdèi” per le vie del paese, una tradizione molto antica. Quest’anno, proprio grazie alla Pro Loco, la scenografi a della manifestazione si è rivelata parti-colarmente curata e suggestiva.

Enrico Repetto

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Sergio ScolaroSergio Scolaro

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Un impianto a regola d’arteUn impianto a regola d’arteINTERVISTA: Consorzio Depurazione Acque Refl ue della Valle dell’Orba

“Dopo trentasei anni di attività il Consorzio De-purazione Acque Refl ue

della Valle dell’Orba si può tran-quillamente defi nire un tassello im-portante del territorio: siamo stati messi a dura prova dalla doppia alluvione dell’autunno-inverno del 2014 ma ci siamo ripresi, più forti di prima” con queste parole, cariche di entusiasmo, Francesco Giuseppe Carboni, Presidente del C.D.V.O. (la sigla dell’ente) ci illustra l’impian-to di depurazione delle acque che sorge in zona “Iride” tra Basaluzzo, Capriata d’Orba e Predosa. “Il nostro impianto è di proprietà di cinque Comuni, Basaluzzo, Capriata d’Or-ba, Castelletto d’Orba, Predosa e Sil-vano d’Orba, quindi interamente pubblico – ci spiega Carboni – e va a servire altri Comuni dell’ovadese per un totale di diciassette utenti. Ciò vuol dire avere dimensioni, diciamo piccole, soprattutto se pa-ragonate ad altri enti del territorio (ndr, Amag o Acos) – prosegue il Presidente – tuttavia questo permet-te una maggiore celerità e accura-tezza negli interventi: si potrebbe dire che piccolo è bello!”. L’impianto è attualmente dotato di due linee di lavorazione (mentre la terza, nono-stante negli anni 2000 se ne fosse di-scusso, ad oggi non è in programma) e attraverso una serie di processi di trattazione, riesce a depurare l’acqua per poi riversarla nel vicino torrente Lemme: “Quando l’acqua, dopo sva-riati passaggi, esce dall’impianto è pulita – ci dice il nostro interlocuto-re – Questo impianto è totalmente aerobico. Ciò vuol dire che non può trattare sostanze chimiche o altamente nocive, utilizzando dei batteri. Tuttavia, anche soltanto annusando l’aria intorno – conti-

nua nell’argomentazione – non si sentono quegli odori, va detto fetidi, di altri impianti”. A questo punto, anche osservando gli imponenti lavori di difesa che si stanno effet-tuando lungo l’argine del Lemme, la domanda sorge spontanea: a quanto sono ammontati i danni delle alluvio-ni del 2014 e come siete intervenuti?: “Il colpo è stato duro, mi si consenta la metafora – risponde prontamen-te Francesco Giuseppe Carboni – le due alluvioni a breve distanza l’una d’altra hanno arrecato due milioni di euro di danni, una cifra davve-ro ingente”. E come siete riusciti a “coprirla”?: “Da un lato abbiamo ricevuto circa 750.000 euro dalla Regione Piemonte, cifra comunque non suffi ciente a coprire tutti i costi – afferma il Presidente del Consorzio – Fortunatamente, e con un pizzico

di preveggenza, nel 2012, avevamo rivisto le nostre polizze assicurati-ve, aggiungendovi, con un costo di 3900 euro, anche una copertura in caso di alluvione: morale, abbiamo ricevuto, dopo un laborioso lavoro di archiviazione ed elenco dei dan-ni – prosegue Carboni – 850.000 euro di indennizzo, a fronte di un massimale di un milione di euro. Il restante dei costi l’abbiamo coperto con fondi nostri, dato che il Consor-zio ha sempre avuto i bilanci in at-tivo”. Chiediamo quindi al Presiden-te in che modo siano stati investiti: “La cosa più importante era mette-re in sicurezza la riva del Lemme, che scorre a fi anco dell’impianto – ci spiega l’intervistato – Comunque va detto che nei giorni dell’alluvione, con la nostra sede inutilizzabile, abbiamo dovuto intervenire, a più riprese, in tutti e diciassette i Co-muni serviti: un periodo non facile ma ricco di soddisfazioni”. Quindi si può dire come questa “realtà lo-cale” “incarnata dal Consorzio” rappresenti il miglior modo per una risposta pronta e celere in caso di emergenza?: “Sicuramente ma an-che in caso di normalità – afferma Carboni – Essendo di proprietà pubblica, siamo soggetti a nume-rosi controlli incrociati. Questo è un fattore di grande sicurezza per il cittadino che può sempre avere la possibilità di giudicare la qualità del servizio erogato e, – conclude il Presidente – almeno per il momen-to, i giudizi sono altamente lusin-ghieri”. Mentre Francesco Giuseppe Carboni ci accompagna all’uscita: “Mi piacerebbe organizzare delle visite guidate dell’impianto pensa-te per le scuole: sarebbe bello far co-noscere agli scolari di Rondinaria come funziona il Consorzio”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

SOS antichi romani SOS antichi romani Questione ambiente a Predosa: una lettera da un cittadino

Sono un abitante di Predo-sa, uno qualunque, senza pretese di apparire, nè di

pormi come paladino di giusti-zia o del sapere. La voglia di conoscenza mi induce, sulla controversa “discarica pri-vata di rifi uti industriali” in progetto a Sezzadio, a trarre delle considerazioni che giro ai lettori. Ad oggi le Istituzioni in gioco, fra tutte la Provincia di Alessandria, hanno autoriz-zato la rischiosa attività sopra la falda di ricarica dell’acquife-ro, in barba a proteste e ricorsi vari. Nessuno vuole le discari-che ma qui pareri autorevoli trovano il progetto in contra-sto con elementari norme igie-niche di buon senso che nella storia insegnavano a “non mettere il letame sopra il poz-zo del bere”. Insieme a questo, a Predosa ci sono forti prote-ste di cittadini contrari al gran-de ampliamento lavorazione Rifi uti Industriali (Grassano-Riccoboni) che, stando agli Atti, vorrebbe portare a Predo-sa altri rifi uti pericolosi e non, trattarli e forse tombarne di-versi in discarica. Il progetto, che impatta in zona di “Rise”, falda di riserva di acqua da bere, prevede di conferire re-fl ui di lavorazione al depurato-re, che dopo le varie fasi river-sa in Orba, con a valle delicati ecosistemi in riserve naturali speciali, come nel noto parco. Infi ne per realizzare la disca-rica a Sezzadio si impone una Circonvallazione al paese, per limitare passaggio di inquinan-ti tra la popolazione. Quest’o-pera, per collocazione, pone a rischio Medio-Alto preesisten-

ze di interesse Storico-Archi-tettonico, dato il vicino trac-ciato di “via Aemilia Scauri” e indiscutibili testimonianze di epoca romana ben docu-mentate. Chissà mai che (se realizzata) non salti fuori una preziosa chiesa, qualche ma-nufatto di inestimabile valore storico-artistico.Visto che la volontà umana non è riuscita a far prevalere la tutela della nostra acqua e dell’ambiente, che non siano proprio gli anti-chi fruitori del luogo e le molte specie faunistiche messe a ri-schio a darci ancora una volta una lezione di vita, a salvarci dai nostri stessi azzardi? Chi ha giudizio lo usi.

I.S. Una voce di Predosa

Noi dell’Associazione “Amici di Bozzolina” lo vogliamo ri-

cordare il Campionissimo Fausto Coppi con una serata dedicata a lui e alla sua prima vittoria uffi -ciale in una gara, quando vinse proprio a Castelletto d’Orba nel 1938. A questo evento che si ter-rà presso il “Museo del Torchio” nella Borgata Bozzolina di Castel-letto d’Orba sabato 21 maggio alle 20.45, proprio in concomitanza con il Giro d’Italia che si conclu-derà a Torino, parteciperanno diversi ospiti, tra i quali il noto giornalista Carlo Delfi no.

Roberto Basso

W CoppiW Coppi

Il Presidente Francesco Giuseppe Carboni

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12 l’inchiostro frescoMaggio 2016 RONDINARIA

Medioevo a portata di manoMedioevo a portata di manoIntervista a Davide Castellaro, Consigliere Comunale di Lerma

Abbiamo raggiunto presso il suo laboratorio di liuteria “The Utopia custom shop”

a Tortona (nel centro Music Island) Davide Castellaro, Consigliere Co-munale di Lerma. L’occasione era particolarmente “ghiotta” in quanto domenica 22 maggio alla rocca di Lerma andrà in scena una ricostru-zione storica del XIV secolo. “L’idea era quella di proporre un qualcosa di diverso rispetto alla solita rievo-cazione medioevale - ci dice Davide Castellaro assieme alla responsa-bile dell’uffi cio stampa Antonella Gucci – Grazie al mio lavoro ho avuto l’occasione di conoscere un bassista, Enrico Rubinelli, il qua-le è in ottimi rapporti con diversi gruppi di ricostruzioni storiche. Allora mi sono detto: perché non provare ad organizzare qualcosa sulla rocca di Lerma?”. La risposta da parte dei gruppi storici è stata al-tamente positiva: “Stiamo parlando del meglio del meglio in Italia per quanto concerne la ricostruzione più fedele possibile del Medioevo – precisa il Consigliere – ovvero la Compagnia della Rosa, Speculum Historiae, Difensori della Rocca, Res Gestae e Ars Alkemia, gruppi che partecipano alle più grandi e rinomate manifestazioni tra Ita-lia e resto d’Europa”. Quindi vuol dire che Lerma, con la sua sugge-stiva rocca, ha riscosso un notevole successo?: “Sì, esatto! La rocca è stata ritenuta uno scenario ideale per un viaggio nel tempo di questa portata – ci conferma Castellaro – Domenica 22 maggio la rico-

struzione sarà totale: dai vestiti indossati, alle armi portate, sino alle armature tutto sarà desunto e ripreso, guidati da una fedeltà fi lologica assoluta, da documen-ti, dipinti o reperti. Sarà anche un’occasione altamente didattica e formativa – prosegue – dato che saranno presentati i piatti e le abi-tudini alimentari del 1390 (non ci sarà degustazione, ma un punto ristoro esterno). Un appuntamen-to ideale per le scuole”. Quale sarà il momento “clou” della giornata?: “Senza ombra di dubbio la lizza, ovvero il combattimento di scher-ma medioevale – risponde pronta-mente il Consigliere – Abbiamo già ricevuto le adesioni di molti ar-migeri e sarà, senza dubbio, uno spettacolo davvero affascinante. Mi piace anche ringraziare l’Asso-

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

A sinistra il Consigliere co-munale Davide Castellaro ed in alto la Rocca di Lerma

Abbiamo raggiunto l’uscen-te Sindaco di Castellazzo

Bormida, Giuseppe Ferraris, per capire meglio i perché del-la sua nuova candidatura: “La mia nuova lista si chiama Lealtà Esperienza Rinnova-mento. La lealtà al mandato elettorale, perché rispettare la volontà dei cittadini deve es-sere sopra ogni cosa, deve es-sere il collante, il cemento che solidifi ca l’esperienza con il rinnovamento, e chi come me ha difeso il proprio mandato elettorale, sino alla decaden-za per sfi ducia, deve capire se questa difesa della volontà del popolo sia stato una scel-ta giusta. L’esperienza perché – prosegue nel discorso - per amministrare un comune, una comunità, l’esperienza non basta mai e chi come me ha fatto il Sindaco e Assessore per tanti anni, ma soprattut-to lavora come Funzionario in un grande Comune, come quello di Alessandria, deve mettere a disposizione di tutta la comunità la propria esperienza. Il rinnovamento perché per fare un buon servi-zio alla tua comunità devi sa-perti anche rinnovare sia con nuove e giovani persone che con nuovi programmi ammi-nistrativi”. Una sfi da rinnova-ta per lo “storico” Sindaco di Castellazzo.

Samantha Brussolo

Elezioni aElezioni aCastellazzoCastellazzo

Leggi che ti passaSabato 14 maggio alle ore 16.00, presso il salone mostre e confe-renze del Complesso monumenta-le Santa Croce di Bosco Marengo, avrà luogo l’inaugurazione della mostra pittorica personale del ma-estro Ermanno Luzzani dal titolo “Il mio paesaggio… dialogando con la natura”. La mostra sarà visitabile dal 14 al 29 maggio, il sa-bato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 19. Nei giorni feriali l’apertura sarà su richiesta. Dare-mo spazio all’evento nel prossimo numero del giornale. (m.c.)

Bosco Marengo Live RockNell’ambito delle celebrazioni della festa Patronale boschese si è tenuto, sabato 7 maggio, in Piazza Cardinal Boggiani il secon-do “Bosco Marengo Live Rock”. Le due Band “Alkimia” e “Black Stone”, che si sono alternate sul palco, hanno fatto ballare, can-tare e divertire sulle note del più puro rock’n roll il folto pubblico presente.

Daniele Cifalà

Commemorazione della Liberazione a BoscoL’iniziativa svoltasi il 22 aprile e aperta agli allievi/e delle classi 4° e 5° elementare e a quelli delle scuole medie inferiori del paese ha visto la proiezione, nel Com-

plesso Monumentale di Santa Croce, del fi lm “Il Partigiano Johnny” tratto dal libro di Beppe Fenoglio. La commemorazione, volta a sensibilizzare i giovani sul signifi cato del 25 aprile, ha visto come ospiti e relatori il Vicepre-sidente dell’Istituto Storico per la Resistenza di Alessandria, Maria-no Santaniello ed il Viceministro dell’Economia ed ex Senatore, Enrico Morando. (d.c.)

Presentazione del libro Vita a BoscoIl 25 aprile alle ore 16:30 si è svol-ta con il patrocinio del Comune di Bosco Marengo e la collabo-razione dell’A.T. Pro Loco di Bo-sco Marengo e dell’Associazione Santa Croce in Bosco ONLUS nel complesso Monumentale di Santa Croce la presentazione del libro “Vita a Bosco” scritto di Pio Gal-lina. Il libro, oltre a raccontare la vita in paese al tempo dei nostri nonni, raccoglie anche fotografi e gentilmente concesse dai cittadini boschesi. Dopo la presentazione i libri sono andati letteralmente a ruba, cosa molto gradita dallo scrittore che si è fatto fotografa-re con i giovani intervenuti e ha fi rmato dediche sui volumi a chi lo richiedeva. Un ottimo risultato quindi che mi costringe però ad attendere la prossima ristampa per acquistarlo.

Daniele Cifalà

Pillole Pillole boschesiboschesi

ciazione AssoLerma che ha orga-nizzato l’evento e il Comune per il patrocinio concessoci. Domenica 22 maggio insomma – conclude Davide Castellaro – non avete scu-se: se volete fare un viaggio indie-tro nel tempo Lerma è il posto che fa per voi”.

Si è svolto giovedì 28 aprile, presso il salone della Soms di

Castellazzo Bormida, l’incontro con Lidia Menapace, partigiana, femminista, senatrice e madre della Costituzione Italiana. L’in-contro, dal titolo “Resistere, con-dividere e progettare il cambia-mento”. (s.b.)

Punto forestalePunto forestalea Capriataa Capriata

Lega: CassuloLega: Cassulosegretariosegretario

Venerdì 22 aprile la Sezione della Lega Nord di Ovada ha presen-

tato il nuovo Segretario. Giuseppe Colombo, membro del Direttivo di Sezione, ha indetto una conferenza stampa presso lo storico bar “Trie-ste” di Ovada ed ha reso noto che il Congresso di Sezione tenutosi giovedì 14 aprile ha eletto all’unani-mità Segretario della Sezione, Pier Sandro Cassulo. Ha espresso la soddisfazione di tutti gli iscritti per il fatto che una persona che viene da una così lunga esperienza politi-ca ed amministrativa abbia accetta-to di guidare il partito in una realtà dove la Lega Nord deve confrontar-si con lo straripante potere di una sinistra che governa la città inter-rottamente da oltre mezzo secolo. Ma proprio questa inaccettabile situazione ha reso indispensabile per la Lega Nord avvalersi di una guida che sicuramente potrà es-sere all’altezza delle aspettative non solo di tutti i militanti ovade-si ma anche di tutta quella parte di cittadinanza che auspica da tempo quel cambiamento che la città merita. (c.c.)

Dal mese di Aprile del corrente anno un funzionario regiona-

le è presente nella sede comunale in piazza Garibaldi 1 per due gior-ni alla settimana (lunedi, martedi) dalle ore 10 alle ore 12 per dare modo agli interessati di accedere a tutte le informazioni interessan-ti le norme e le procedure foresta-li. Per effettuare tagli boschivi nel territorio regionale è necessario rispettare il Regolamento foresta-le (legge 10/2/2009) Lo sportello riceve e dà corso alle pratiche relative ai tagli boschivi ed alle iscrizioni o conferme annuali delle ditte iscritte all’Albo delle Imprese Forestali. In base alle caratteristiche del bosco e dell’in-tervento di taglio sono previste due procedure: Comunicazione semplice, autorizzazione con progetto. Il Sindaco di Capriata d’Orba, Giovanni Battista Poggio si è detto particolarmente feli-ce di questa iniziativa regionale. “Molte persone non conoscono le nuove normative e così possono usufruire di un servizio in più sul nostro territorio”. (s.b.)

Lidia Menapace

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13l’inchiostro frescoMaggio 2016

Il Mese delle Boccette: una grande manifestazioneIl Mese delle Boccette: una grande manifestazioneFino al 22 maggio presso il Palatenda di Predosa, organizzata dal comitato ACSI, dal Comune e dalla Pro Loco

“Il merito è della signora Ma-ria, storica titolare del Bar Roma: è lei che nel 1980 ha

portato le boccette a Predosa. Ed oggi raccogliamo i frutti di questa semina” con queste parole, cari-che di soddisfazione ed orgoglio, il Presidente della Pro Loco, Claudio Bruzzo ci accoglie per illustrarci “Il Mese delle Boccette”, in corso di svolgimento presso il Palatenda. “Dopo il successo dell’anno scorso abbiamo deciso di replicare - affer-ma il Presidente Bruzzo - con due tavoli da gioco in più, che hanno portato a dieci i biliardi comples-sivi. Il Palatenda, di proprietà co-munale – prosegue – viene gestito da noi della Pro Loco, con, ogni sera, dalle dieci alle venti persone coinvolte tra bar, ristorante e acco-glienza degli atleti”. Perché stiamo parlando di una manifestazione dal grande valore sportivo, con squadre che arrivano da tutto il Nord Italia, dalla vicina Liguria ma anche dal bergamasco e da Reggio Emilia. “Ci saranno prove valevoli per il Cam-pionato Nazionale Individuale Master e per la Coppa Italia, con il patrocinio di Telethon (ndr, sabato 14 e domenica 15 maggio) – ci dice Mario Ottria, “factotum” della mani-festazione nonché membro del di-rettivo ACSI di Alessandria – Ed an-che prove appositamente pensate per quest’evento, come la gara Lui, Lei e l’Altro”. In che cosa consiste questa prova?: “Questa prova con-siste in due uomini che giocano con una donna, una terna insom-ma, con l’obbligo di bocciare dato

alle donne – ci spiega prontamente Ottria – Debbo dire che le donne, anche qui, si confermano altamen-te competitive: infatti hanno scelto tutti partner di grande livello!”. A spiegarci meglio “l’anima del gio-catore di boccette” ci pensa Angelo De Michelis, Presidente dell’ACSI: “Le boccette sono uno sport pove-ro atleticamente ma ricco agoni-sticamente. In più è un modo per conoscersi meglio e confrontarsi”. A rincarare la dose, sul valore anche sociale, e dello sport in generale e della manifestazione in particolare, ci ha pensato il Sindaco di Predosa,

Giancarlo Rapetti che ci ha detto: “Questo mese di boccette vuol dire tantissimo per Predosa perché, innanzi tutto, è un bellissimo via-tico per far conoscere il nome del nostro paese in tutta Italia e poi – continua nel discorso – con Ma-rio Ottria che è di Mantovana, la squadra di Castelferro che parteci-pa ai Provinciali e il Palatenda che sorge a Predosa, diciamo che è un ottimo spot per l’unità del nostro Comune”. Mentre Claudio Bruzzo della Pro Loco ci accompagna per l’ampio salone, dove trovano posto delle magnifi che tribune “stile Foro Italico” e una zona-ristorante forni-to di tutto (e dove si possono gusta-re i celeberrimi “agnolotti di Predo-sa”), Mario Ottria ci spiega: “Questo evento è stato reso possibile sia grazie all’appoggio del Comune di Predosa sia grazie al lavoro della Pro Loco. Ma mi fa piacere anche ricordare – aggiunge Ottria – la partecipazione dei nostri sponsor, come la Cantina Sociale di Manto-vana, che ci hanno sempre soste-nuto e ci danno una grossa mano perché questa manifestazione sia tanto bella”. L’appuntamento, per i lettori de “l’inchiostro fresco”, è dunque al Palatenda di Predosa fi no al 25 maggio: “Durante la serata conclusiva vi sarà la premiazione delle squadre – dice il Presidente De Michelis - E poi, organizzata dalla Pro Loco, una cena a base di riso alle fragole: il modo migliore per prepararci per la grande Sagra della Fragola, il 3,4,5,10,11 e 12 giugno”. A Predosa “si gioca con gusto”!.

A Retorto una lettera che sa di storiaA Retorto una lettera che sa di storiaDa una missiva di San Paolo della Croce: un documento ritrovato da Domenico Bisio

Qualche mese addietro, il Gruppo FAI Fiumi della Bassa Valle fece appro-fondite ricerche storiche riguardanti Retorto, antico e oggi quasi disa-bitato borgo agricolo sotto il Comune di Predosa. La sua storia fi nisce,

dimenticata, praticamente agli inizi degli anni ‘70 del secolo scorso, ma ci fu un periodo in cui l’importanza del Feudo di Retorto infl uenzò la vita sociale e politica dei nostri posti. Dal primo documento del 937 dove si evince che Re Ugo d’Italia lo assegna in dote alla moglie Berta, al 1164 quando diventa pro-prietà del Marchese del Monferrato, per mutare, nel 1463, a possedimento della famiglia Dal Pozzo e rimanendo tale, attraverso alterne vicende, sino al 1918. Fin qui le notizie storiche tratte da documenti facilmente reperibili. Non tutti sanno, però, del rapporto tra i Signori di Retorto con San Paolo della Croce. Così Padre Max Anselmi, che del fondatore dell’Istituto Missionario dei Passio-nisti conosce vita e miracoli, ci ha fatto dono di copia di una preziosa lettera che il Santo inviò nel 1721 ai Dal Pozzo per accordarsi su un triduo di preghiere, prediche, meditazioni sulla Passione e processioni di penitenza in preparazione della Comunione Pasquale. Nato ad Ovada nel 1694, dopo una vita movimenta-ta fatta di lavoro e commercio che lo portò a Genova, Parma, Piacenza, Crema, Alba, e forse anche in Siria ad Aleppo, Paolo arrivò a Castellazzo nel 1717 dalla sua famiglia che lì aveva preso residenza un anno prima. Il 22 novembre 1720, rivestito di un abito di penitenza e lutto in memoria della Passione dal vesco-

vo di Alessandria Francesco Maria Arborio di Gattinara, suo padre spirituale, scalzo e a capo scoperto, si ritirò in un’angusta cella della chiesa di San Carlo. Qui trascorse 40 giorni dell’inverno 1720-21 per stendere la Regola della nuova congregazione sulla base delle indicazioni ricevute dalla Madonna in una visio-ne. Il 12 Aprile 1721 San Paolo della Croce scrive una lettera alla Marchesa di Retorto, Dal Pozzo Marianna Della Scala. È il giorno del Sabato Santo, la vigilia di Pasqua, che quell’anno cadeva il 13 aprile. Vuole concordare con la Marchesa le date dell’annuncio della parola di Dio nei suoi territori, cioè a Retorto e a Por-tanova. Le fa presente che non può trascurare la gente di Castellazzo, in quanto sono previsti tanti forestieri per le feste pasquali, quindi per accontentare sia i suoi compaesani che lei, sarebbe stato bene arrivare ad un compromesso. Pao-lo tenne la “piccola Missione” a Retorto nella settimana dell’Ottava di Pasqua e a Portanova la settimana appresso. Numerosi testimoni hanno affermato che la Marchesa Marianna volle chiedere perdono ai suoi contadini partecipando alla processione di penitenza a piedi scalzi e in devoto raccoglimento.

Dom&Nico BISio

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

Sul nostro sito www.inchiostrofresco.it il testo integrale della lettera pubblicata nella sezione “Rondinaria i tre paìs”

RONDINARIA

Page 14: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

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14 l’inchiostro frescoMaggio 2016

La vita media della popolazio-ne si è alzata, le prospettive di vita si allungano. Questo

è quanto ci raccontano quelli che non vorrebbero mai mandarci in pensione, perché le casse a ciò de-dicate le ha già svuotate qualcuno al posto nostro. La realtà pare ben diversa. Sempre più giovani si am-malano di mali che quasi sempre non lasciano scampo. Le previsio-ni non sono allegre: esperti dicono che tra qualche anno una persona

Prospettive di vitaProspettive di vita

Rifl essioni a ruota libera di Ester.Ester… nando…!!!

OPINIONI E SPUNTI

10.000 passi 10.000 passi al giorno al giorno

e il podometro e il podometro in tascain tasca

Il segreto per curare tutti i mali del proprio corpo

Dalla vostra

parte Attività fi sica nell’anzianoAttività fi sica nell’anzianoLa voce del fi sioterapista: come mantenersi in forma nonostante l’età

Da anni tengo un podometro sempre in tasca. Potete acquistarlo per esempio su amazon. Ho testato il mio ed è affi dabile: conta i passi ef-

fettivi e non viene ingannato dalle vibrazioni e scosse di un viaggio in automobile. Lo consiglio caldamente. Perché? Perché spesso siamo pigri, prendiamo l’ascen-sore, vorremmo addirittura sfondare la vetrata per parcheggiare l’auto dentro il negozio, il ristorante o la scuola, poi magari facciamo ogni tanto jogging come dei forsennati esagerando. In attesa di fare escursioni è bene abituarsi a fare 10000 passi al giorno ogni giorno. Quindi guardare ogni tanto il podometro ci dà una idea di quanti ne abbiamo fatti ed è uno stimolo a fare una volta in più il giro dell’isolato, a non prendere l’ascen-sore, a parcheggiare l’auto più distante o a non prender-la! Tutto per raggiungere il traguardo dei 10000 passi al giorno, un traguardo utile per la salute di cuore ed arterie. Naturalmente per camminare tanto ci vogliono

scarpe comode. Volete sapere se le vostre scarpe sono adatte? Controllate a fi ne sera i vostri piedi, se ci sono calli. I calli non vengono per sfi zio, vengono perché il piede lavora male e/o sta in una scarpa troppo stretta. Ci vuole 1 cm di spazio aggiuntivo tra la fi ne delle dita e la fi ne della scarpa. Mi capita di vedere, soprattutto donne va detto che portano il 37 anziché il 42! Il piede deve sentirsi libero dentro la scarpa e non schiaccia-to ed incarcerato come in molte scarpe italiane alla moda. Se la scarpa è piu corta del piede per forza le dita si deformano a martello e l’alluce diventa valgo. In footclinic.it / piede.info / scarpecomode.info potete vedere esempi di scarpe ergonomiche larghe e senza tacco (con parte posteriore smussata per simulare la camminata sulla sabbia dove il tallone sprofonda).

dott. Pietro Albanocell. 348 58 35 106 - [email protected]

Importante novità legislativa del 2015 è quella introdotta dalla

c.d. “Legge sul Divorzio breve”, che riduce i tempi per la domanda di divorzio. Infatti mentre prima della riforma la durata minima del periodo di separazione inin-terrotta dei coniugi necessaria per la proposizione della domanda di divorzio era fi ssata in tre anni, attualmente tale termine è ridotto a dodici mesi per le separazioni giudiziali e a sei mesi per le sepa-razioni consensuali. In entrambi i casi il termine decorre dalla data di comparizione dei coniugi di-nanzi al Presidente del Tribunale. A tal proposito si precisa che la differenza tra le separazioni giudi-ziali e le separazioni consensuali è la seguente: nel primo caso, in ragione del disaccordo tra i co-niugi, le condizioni di separazione vengono decise dal giudice, men-tre nel secondo caso quest’ultimo si limita a prendere atto dell’ac-cordo sussistente tra i coniugi in ordine alle condizioni stesse. Se il legislatore ha voluto ridurre il c.d. “spatium deliberandi”, os-sia il periodo di tempo durante il quale è possibile un’eventuale riconciliazione dei coniugi separa-ti, non ha tuttavia compiuto il più incisivo intervento di eliminare la fase della separazione per giunge-re direttamente allo scioglimento del vincolo matrimoniale. In que-sta direzione è però stato avviato un iter legislativo, essendo stato presentato un disegno di legge che prevedrebbe la possibilità per i co-niugi, al ricorrere di determinate condizioni, di proporre un ricorso congiunto al giudice per ottene-re il divorzio senza essere prima giunti a separazione.

Avv. Fabiana Rovegno

La popolazione italiana è in-vecchiata, e tuttora invec-chia, tanto che attualmente

gli italiani godono di una delle aspettative di vita media più lun-ghe nel mondo. L’avanzare dell’età comporta però una progressiva riduzione di molte funzioni e per-formance sistemiche; problema-tiche dell’apparato cardiovasco-lare, respiratorio, gastroenterico, urinario, uditivo, visivo, del siste-ma nervoso centrale e dell’appa-rato muscolo-scheletrico, sono estremamente comuni nella po-polazione anziana. Con gli anni si assiste ad una progressiva dimi-nuzione della massa muscolare (nota in geriatria con il termine di “sarcopenia”) e ad un’alterazione dell’apparato osteo-cartilagineo che si ripercuote sul livello di autonomia della persona anziana nel mantenere l’equilibrio con un conseguente aumento del rischio di cadute e fratture. L’importanza dell’attività fi sica nel favorire e mantenere la salute degli anzia-ni, di qualsiasi età e condizione, è stata ampiamente dimostrata e confermata con numerosi studi scientifi ci. La realizzazione, da parte dei professionisti, di pro-

Il divorzioIl divorziobrevebreve

grammi strutturati improntati sull’esercizio di resistenza produ-cono un signifi cativo incremento sia della forza sia della potenza muscolare. Questi cambiamenti si rifl ettono in modo positivo anche su alcune attività quali l’equilibrio, la capacità aerobica e la fl essibili-tà. L’esercizio fi sico, oltre ad avere effetti positivi sul muscolo, mi-gliora anche la resistenza ossea, il livello di coordinazione motoria, l’equilibrio, il cammino, la funzio-ne cardiovascolare, respiratoria e cognitiva.

Simone Berrino

su due si ammalerà di tumore. Ci cureranno tutti o faranno a bim bum bam, tirando a sorte? Chi avrà il grano andrà a curarsi chis-sà dove e gli altri... Da quando ero bambina sento sempre gli stessi discorsi risuonare come vecchi dischi rotti: le raccolte fondi per la ricerca, le campagne di sensi-bilizzazione, ecc., ecc. A quest’ora, vien da pensare, a forza di fondi, dovremmo essere tutti sani come pesci. Invece ci sono dei leit mo-tiv che ritornano e ritornano, ma i problemi restano. Un po’ come per la questione meridionale: eterno tormento per decenni, nei temi scolastici, nei dibattiti politici, nelle campagne elettorali. Comun-que, persino gli animali si ammala-no di più. Dai cani da cortile con la gastrite (quando va bene), ai gatti, ai cinghiali radioattivi. Ora però, non contenti di aver inquina-to all’inverosimile questo mondo, mandiamo in orbita case gonfi abi-li da piazzare su Marte, in previsio-ne di una “fuga” di cervelli in un incontaminato emisfero spaziale!

Ester Matis

Da un paio di numeri a questa parte due graditi “nuovi arrivati” hanno arricchito il numero di amici e collaboratori che prendono parte alla re-

alizzazione de “l’inchiostro fresco”. Si tratta di Claudio Cheirasco e Matteo Serlenga. Claudio Cheirasco è il responsabile della zona di Tortona e del Tor-tonese (compresi i suoi celeberrimi colli) e ha dimostrato un forte interesse per la dimensione sociale ed associativa di questa realtà, con nel numero di aprile un’approfondita analisi delle “Invasioni Digitali” nel tortonese. Matteo Serlenga invece, musicista, amante della montagna nonché storico si occupa della zona della valle Stura e di Urbe con reportage di grande successo come “Quale futuro per la stazione sciistica di Alberola?”. Due ragazzi d’oro, come si sarebbe detto una volta, che rendono il nostro piccolo, seppur grintoso, gior-nalino una bella gazzetta delle valli che ci circondano. Buona Lettura!!!

Claudio Cheirasco e Matteo SerlengaClaudio Cheirasco e Matteo Serlenga

Page 15: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

Il giornalino dei bambini

Eli sapeva benissimo dove sa-rebbe andata Bi: l‛amica si era innamorata follemente di

un calabrone che viveva a Calabra-ia, una città piuttosto lontana da lì. E sapeva anche che lui l‛avreb-be solo fatta soffrire, perché non aveva nessuna intenzione di sposarla. Stava calan-do la notte, anche nel cuoricino di Eli. La piccola ape, molto più giovane ed ine-sperta dell‛amica, decise di trovare riparo tra i petali del papavero: sarebbe ri-partita il mattino dopo. Ma mai sarebbe tornata all‛alveare, senza prima ritrovare BI. All‛al-ba si svegliò: si sentiva pronta ad intraprendere quella che sapeva sarebbe stata una lunga e faticosa ricerca. Si sgranchì le ali e riprese il volo. Lungo il tragitto si imbatté in un vecchio e saggio scarafaggio, il quale capì subito che Eli era in diffi coltà. L‛ape gli raccontò tutto e lui le consigliò di raggiungere Gi-rotondo, il paese dei girasoli, dove avrebbe potuto chiedere del noto Grillo Sapiente. Tutti lo chiamava-no così, perché era sempre infor-mato su ciò che succedeva nel rag-gio di chilometri e chilometri. Eli si sentì rincuorata: forse non sareb-be stato così diffi cile ritrovare Bi! Dopo aver ringraziato lo scarafag-gio, riprese il volo. Nel suo cuore si alternavano molti stati d‛animo: speranza, tristezza, solitudine e anche rabbia. Sì, come aveva po-tuto l‛amica del cuore allontanar-si da lei? Non se lo sarebbe mai aspettato. Quante serate passate insieme, a chiacchierare. Non sa-rebbero mancati a Bi quei momen-ti? Eppure, nonostante le delusio-ni cocenti, Eli era determinata: avrebbe trovato Bi e le avrebbe fatto capire l‛importanza dell‛a-micizia vera. Giunse fi nalmente a Girotondo. Era un paesino carino, la gente sembrava disponibile. Fu subito attratta da un negozietto di fi ori, dal quale proveniva un invi-

Eli e Bi: una storia d’amiciziaEli e Bi: una storia d’amicizia...da Rossiglione

tante profu-mo di cibo. Vi entrò e si posò su diversi fi ori,

succhiandone il polline. Dopo

essersi rifocillata a dovere, decise che

e r a giunto il momento di parlare con il Grillo Sapiente. Si diresse verso i prati circo-stanti il paesino, dove incontrò un leprotto ed un coniglio, che stavano pranzando insieme. Nel chiedere informazioni su dove vivesse il grillo, non le sfuggì l‛espressione di profonda ammirazione che i due animaletti manifesta-rono nel sentirlo nominare. In effetti il Grillo Parlante, come ebbe modo di capire durante la conversazione, era molto conosciuto da tutti, nella zona. Era stimato come insetto all‛avan-guardia: aveva una tana modernissima, dotata di tutti i comfort, e non gli mancavano i più so-

fi sticati strumenti di comunicazione. Fra que-sti un computer, con connessione ad internet. Inoltre, grazie al gruppo che aveva creato su Facebook, era costantemente informato su tut-ti i fatti di maggior spicco che avvenivano nei dintorni. Eli era sbalordita: in che mondo diverso, rispetto al suo, era capitata! Non si lasciò sconvol-gere più di tanto da tutto questo e si fece indicare la via più bre-ve per raggiungere la tana. Per fortuna il grillo era in casa. Dopo aver ascoltato la richiesta di aiuto di Eli, si mise subito all‛opera. Gli ul-timi avvistamenti di un‛ape in campagna, che corrispondeva alla descrizione di Eli, la segnalavano a Calabraia, in seria diffi coltà. Eli si sentì prendere dalla disperazione! Povera Bi – esclamò- Devo volare subito in suo aiuto!”. Ringraziò il grillo e riprese il suo volo. Per for-tuna si era nutrita a dovere e si sentiva forte a suffi cienza. Giunse a Calabraia sul calar della

sera. Fu attratta da un campo pieno di fi ori, dal profumo delizioso. Su una stava riposando un coniglio. Ella si avvicinò e gli chiese se avesse visto un‛ape sconosciuta. Il coniglio, dall‛aria scaltra, le rispose che l‛aveva notata eccome. Purtroppo BI era stata reclutata in un alvea-r e poco lontano da lì, dove era stata messa

ai lavori forzati, per aver osato intro-dursi in una cella. Eli si sentì mancare, nell‛udire quella notizia. Nonostante questo, si fece forza e si diresse ver-so il punto indicatole dal coniglio. Come

avrebbe potuto salvare l‛amica? Era sola, non avrebbe potuto fare molto. Ricorse all‛unica arma che le restava, la voce. Si

posò su un ramo, accanto all‛alveare e co-minciò a chiamarla: “Bi!Bi!” Ed eccola com-parire! L‛ape regina, per fortuna, era uscita

e Bi riuscì a fuggire dall‛alveare. “Ma come hai potuto trovarmi, Eli?”- chiese – “Sei venuta a cercarmi, rischiando la tua stessa vita?” prose-guì. Eli rispose: “Non avrai mica pensato che ti

la prima parte la trovate sul numero di marzo 2016

Era una mattina d‛inverno: nella nebbia si poteva intravedere Camilla, proprietaria del negozio di giocattoli, un tipo distrat-

to e con la testa sempre fra le nuvole. Ma quel-la mattina era più distratta del solito: pensava ad un pacco di macchinine di Cars 2, comprate tramite “Amazon Prime”, che sarebbe arrivato quel pomeriggio. Era così distratta, che inciam-pò in un sasso. Nel frattempo, tornando due bambini di nome Bryan e Juri, agitati per l‛ar-rivo delle macchinine, che avrebbero acquistato nel pomeriggio, arrivarono nel negozio. Videro i nastri della polizia: avevano appena rubato delle bambole. Chiesero informazioni a Camilla, ma lei poté solo dare loro brutte notizie. Juri e Bryan tornarono a casa sconsolati. La mattina dopo

avrei lasciata sola?! Ora però sbri-ghiamoci”. Lungo la via del ritorno, mentre erano ferme per una breve sosta su di un prato fi orito, ad Eli venne in mente un‛idea, la stessa con cui avrebbe salvato l‛amica dalle ire funeste della regina Po-lida. Il polline di quei fi ori avrebbe consentito loro e alle loro compa-gne di produrre un miele di quali-tà superiore. A Bi cominciarono a scendere lacrime amare: sapeva di avere tradito la stima dell‛amica, con il suo comportamento sciocco. Eli se ne accorse e le disse: “Bi, i veri amici sanno anche perdonare i momenti di debolezza. Dai, sbri-ghiamoci: per me tu Bi sei sempre la migliore!”. E così, dopo aver pro-posto con successo alla Regina il “miele rivisitato” Eli e Bi si guar-darono, soddisfatte di sé stesse. Bi aveva trasgredito la regola, tut-tavia questo aveva permesso, tra vicissitudini varie, di fare quell‛im-portante scoperta. Eli, dal canto suo, aveva dimostrato coraggio e, soprattutto, fedeltà e dedizione. L‛amicizia aveva trionfato. E il sole tornò a risplendere nei loro cuori.

Classe IV

lessero il giornale: il ricercato L. era scap-

pato di prigione, dove era stato rinchiuso qualche anno prima per avere

rubato la Ferrari rossa di Camilla, che poi l‛aveva denunciato. Notarono anche, dalla

foto, che portava sempre uno stecco tra i denti. Nel pomeriggio tornarono al negozio e guarda-rono attentamente la porta: c‛era un pezzo di stecco, incastrato nella serratura… ma dove l‛a-vevano già visto? Ma certo! Era lo stesso che L. portava sempre in bocca: era ancora umido! La polizia lo arrestò e Camilla ringraziò i ragaz-zi, regalando loro tutte le macchine. Alla fi ne il movente risultò essere la vendetta di L., per la denuncia subita da parte di Camilla.

Il mistero delle bambole rubateIl mistero delle bambole rubateIl nostro racconto giallo per l’inchiostrino di Juri, Bryan e Camilla

Page 16: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

Bar Garibaldivia Garibaldi, 17NOVI LIGURE (AL)

ALCUNI PUNTI DI DIS

Unes - Cenvia Novi, 91BASALUZ

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16 l’inchiostro frescoMaggio 2016 Il Sar

Pagina a cura della scuolaE-mail: [email protected] - Via XX Sette

In via nizza, alla prdelle autorità locaun numeroso pubb

è svolta la cerimonia dilazione della scuola dell‛i

“L‛isola che non c‛è”. Il desiattribuire un nome alla nostr

la, da anni custodito da noi insegstato esaudito grazie all‛interess

di molte persone che per i propri amcompetenza ci hanno supportato in quest

mino. La scelta di questo nome deriva dalla vspingere i bambini a credere nei propri sogni, guidand

La S

C‛era una volta tanto tempo fa in un

regno lontano un muro che divideva

due popoli. Da una parte vivevano

le fatine e dall‛altra parte i folletti. Nes-

suno dei due popoli sapeva dell‛esistenza

dell‛altro. Un giorno due fatine di nome

Margherita e Vanessa tirarono la palla vi-

cino al muro e lì videro una crepa. Allora

decisero di guardare nella crepa e videro

delle strane creature con un cappello in

testa. Fecero una magia che le fece di-

ventare piccole, così piccole da passare

nella crepa. Dall‛altra parte parlarono

con i folletti e giocarono tutto il giorno

insieme. Tornando a casa le due fatine

chiesero ai grandi di abbattere il muro e

così anche i folletti. E così si abbatté il

muro, fate e folletti vissero insieme per

sempre felici e contenti.

Classe Terza

FateFate ee

follettifolletti

C‛erano una volta, in una foresta, un cervo, un coniglio, una volpe e

uno scoiattolo. Erano un gruppo di amici e a un tratto sentirono un

fruscio tra i cespugli e all‛improvviso si trovarono davanti un mago.

Il mago disse agli amici: “Ogni parte della foresta nasconde quattro bac-

chette una per uno”, il cervo rispose: “Ma come facciamo a sapere dove

sono?”, il mago disse: “Niente paura vi darò una mappa!”. Gli animali pre-

sero la strada indicata dalla mappa, ma solo la volpe (che pensa di essere

tanto furba) prende una scorciatoia ma non sa che il mago vuole allungare

la strada. Il cervo, il coniglio e lo scoiattolo erano troppo indaffarati per

accorgersi che la volpe non c‛era e, cercando, hanno trovato la prima bac-

chetta su un albero. La volpe intanto è stanca perché grazie al mago, le

sembra che il sentiero non fi nisca più. Gli animali per cercare meglio si

divisero: il cervo trovò la seconda bacchetta al lago, il coniglio in un campo

di fi ori e lo scoiattolo all‛inizio di un paese. Tutti avevano trovato la bac-

chetta, ma non proprio tutti… La volpe aveva imparato la lezione, ovvero

che, pensando di essere troppo furba, non aveva pensato alle conseguenze.

Classe Terza

Alla ricerca Alla ricerca delle bacchette magichedelle bacchette magiche

Gli alunni e Gli alunni e gli insegnanti gli insegnanti

delle classi 2° e 4° delle classi 2° e 4° premiati allapremiati alla

manifestazione,manifestazione,promossa dal promossa dal Lions Club diLions Club di

Acqui Terme, Acqui Terme, “Ballando sotto le viti”“Ballando sotto le viti”

Page 17: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

STRIBUZIONE DELL’INCHIOSTRO FRESCO

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17l’inchiostro frescoMaggio 2016

Il giorno della memoria è una ricorrenza internazionale ce-lebrata il 27 gennaio di

ogni anno come giornata in com-memorazione delle vittime dell‛o-locausto. Questa ricorrenza è stata deliberata dall‛Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 1° novembre 2005. La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945 quando truppe sovietiche dell‛Armata Rossa arrivarono e liberarono il Campo di Con-centramento di Auschwitz. L‛apertura dei cancelli di Au-schwitz mostrò al mondo inte-ro non solo i testimoni soprav-vissuti della tragedia ma an-che gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati dentro a quel lager nazista.

racchinoa “G. Saracco” di Acqui Termeembre, 20 - 15011 Acqui Terme (AL) - tel. 0144.322723

www.scuolesaracco.it www.progetti-saracco.it

resenza ali e di blico, si i intito-infanzia derio di ra scuo-gnanti è samento mbiti di to cam-voglia di doli alla

scoperta della loro immaginazione creativa. “L‛isola che non c‛è” signi-fi ca ricerca della felicità, di un‛armonia che purtroppo non è sempre a portata di mano, ma in fondo abbiamo un po‛ tutti bisogno di credere che al di là di tutto ci siano momenti e situazioni che ci portino a realizzare i nostri desideri. A scuola cerchiamo quotidianamente di creare un ambiente educativo stimolante nel quale i piccoli si sentano accolti, motivati e sollecitati a risolvere i loro problemi. La cerimo-nia si è aperta con il saluto del dirigente scolastico Silvia Miraglia, del sindaco Enrico Bertero e dell‛assessore alla pubblica istruzione Fiorenza Salamano e dopo aver scoperto l‛insegna ideata dalla stu-dentessa del liceo “Scienze Umane” Chiara Calcagno, tutti i presenti hanno potuto assistere all‛esibizione di due canti da parte dei nostri bambini dedicati al nome acquisito.

Scuola dell’Infanzia

Venerdi 5 febbraio i nostri bambini hanno trovato una piacevole sor-presa al loro arrivo a scuola....dopo essere stati invitati ad indossare grembiuli e cappelli da cuoco .....si sono disposti intorno ai tavoli e....

seguendo le spiegazioni del pasticcere ...si sono apprestati al confeziona-mento dei biscotti in occasione del carnevale. Tutti sono stati invitati a manipolare e a “pasticciare” una piccola quantità del composto dolciario, per poi realizzare con diversi stampini, i biscotti da portare a casa. I bambini hanno dimostrato entusiasmo ed interesse, contenti di sperimen-tare il confezionamento dei dolcini...improvvisandosi piccoli “chef”. Tale iniziativa si è resa possibile grazie alla disponibilità di Alex della pasticce-ria “Voglino” che ha saputo guidare l‛attività culinari, avvicinando i nostri bambini al mondo dei dolci.

Masterchef Masterchef all’Isola che non c’èall’Isola che non c’è

Il giorno della memoriaIl giorno della memoria

IIl disegno prodotto dalla clas-se 5c, per il concorso indetto dalla sezione alpini di Acqui

Terme, è stato molto apprezza-to in quanto molto signifi cativo ed è stato premiato come primo classifi cato. Il bellissimo premio comprendeva una stampante e uno zaino pieno di materiale scolastico, ogni bambino inoltre ha ricevuto una caldissima felpa.

Nella giornata mondiale dell‛acqua, il giorno 22 marzo, le classi quinte

della scuola primaria Saracco hanno ricevuto il 1° e 2° pre-mio per la realizzazione di manifesti di sensibilizzazio-ne al problema dello spreco e dell‛inquinamento dell‛acqua.

Il concorso Il concorso degli Alpinidegli Alpini

Il giorno 17 marzo noi alunni della 5C abbiamo effettuato la prova dei giochi matematici

per poter accedere alle fi nali nazio-nali che si terranno a Cervia/Mira-bilandia. Con immensa gioia, grande soddisfazione e tanta emozione, il giorno 14 Aprile ci hanno comuni-cato che siamo tra le 16 squadre italiane fi naliste! E, non solo, tra gli alunni della nostra classe c‛è anche una alunna fi nalista per la gara indi-viduale: Alice Vignolo! Alice ha af-frontato la fi nale il giorno 9 Maggio, (ndr, mentre andiamo in stampa) e l‛intera squadra è andata a Mira-bilandia il giorno 6 Maggio! Grazie a tutti coloro che tifano per noi e grazie alla nostra Scuola per questa costruttiva opportunità.Accendiamo i cervelli!

La 5C fi nalista ai giochi matematici Kangourou dell’università di Milano

Progetto AcquaProgetto Acqua

Page 18: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

18 l’inchiostro frescoMaggio 2016

“Per fare un albero ci vuole un seme” dice una nota canzone per bambini, per questo nell‛am-

bito della nostra programmazione annuale, intera-mente dedicata “all‛Albero della Vita: simbologia, tradizioni e cibo”, abbiamo inserito questa attività di semina di fi ori e piccoli ortaggi per concretizzare le conoscenze acquisite in questo periodo dedicato alla Primavera e al risveglio della natura. I bambini hanno fatto esperienze di semina - innaffi atura - cura delle piccole pianticelle aggiornandone puntual-mente la crescita con istogrammi. L‛”Orto Felice” comprende ravanelli, prezzemolo ed insalate sor-vegliate da un simpatico “spaventapasseri” ideato e interamente realizzato dai nostri bambini.

Semina nell’Aula Semina nell’Aula AzzurraAzzurra

...da Novi Ligure...da Novi Ligure

La classe 2°B ha aderito alla proposta del Centro Pace Rachel Corrie di Ova-

da, che ha bandito un concor-so dal titolo “Diversi da chi?.... Alla scoperta dell‛altro per co-struire un futuro senza muri”. ...Questo il tema di fondo su cui abbiamo rifl ettuto, nella piena consapevolezza che educare alla pace è responsabilità di tutti, ma soprattutto la scuola ha una vera responsabilità sociale. Il cd realizzato sarà visionabile alla Loggia il 27 e 28 maggio.

Ins. Parodi Vilma e Russo Luisa

Al principio il mondo era molto silenzioso, pacifi -co e tranquillo. La terra sembrava ricoperta di

rocce e pietre…… Ma se davi un‛occhiatina migliore ti accorgevi che non erano pietre, ma persone pic-cole, piccole e immobili.

Un fatto imprevistoUn giorno un forte vento soffi ò sulla Terra, scaldò le persone, le riempì di vita ed amore. Tutti ini-ziarono a muoversi, a prendersi cura gli uni degli altri ed esplorando il mondo scoprirono tanti nastri colorati sparsi sul terreno.

La scelta dei coloriAlcuni scelsero il blu, altri il giallo, altri ancora il rosso o il verde. Si divertirono a legarsi gli uni in-

torno agli altri e a ridere davanti ai colori brillanti. Improvvisamente soffi ò di nuovo il vento, ma que-sta volta li fece rabbrividire tutti dal freddo.

Dall‛unione alla divisioneSi guardarono e si accorsero di essere diversi e smisero di fi darsi gli uni degli altri

Il mondo divisoI rossi si riunirono in un angolo,I blu in un altro angolo,I verdi in un altro, così i gialli.……. Gli uomini innalzano i muri per dividersi.Si dimenti-carono di essere stati amici, anzi costruirono muri per separarsi e tenere gli altri fuori

Il pianeta PaceClasse 2°B - Scuola Primaria Damilano – IC Pertini - Ovada

La ricerca degli altriBen presto si accorsero che chi possedeva l‛acqua non aveva cibo, chi possedeva cibo non aveva acqua, chi aveva la legna non aveva riparo, chi aveva il ripa-ro non aveva combustibile per riscaldarsi.

Un nuovo personaggioImprovvisamente apparve fra loro uno straniero e si mise al centro della Terra. Guardò con stupore la gente e i muri che separavano le persone di colore diverso e disse a gran voce: “Venite fuori tutti! Di cosa avete paura? Cerchiamo di parlare tutti insieme, di incontrarci, di condividere ciò che si ha, di vivere pacifi camente in questa bella Terra”.

Restare isolati non è mai produttivoTutti lo guardarono sbirciando dalle fessure dei muri che avevano costruito e lentamente uscirono dai propri angoli e si diressero verso il centro. Lo straniero disse: “Adesso ditevi che cosa avete da offrire e di che cosa avete bisogno”.

Condividere è bello I blu dissero: “Abbiamo cibo, ma ci serve l‛acqua”.I rossi aggiunsero: “Abbiamo molta acqua, ma ci serve il cibo”.I verdi affermarono: “Abbiamo molta legna, ma ci serve un riparo”.

I gialli ribatterono: “Abbiamo un grande riparo ma ci serve il calore”.

L‛arrivo dello straniero fa rifl ettere tuttiLo straniero così invitò: “Perché non mettete tutto quello che avete e lo distribuite fra di voi?”.Gli uomini parlarono, si capirono e tornò l‛amore.

La decisioneAbbatterono i muri che avevano costruito per se-pararsi e si accolsero come vecchi amici.

Nastro arcobalenoQuando compresero che i colori li avevano divisi, pensarono di gettarli via, ma convinti che ne avreb-bero sentito la loro mancanza, decisero di intrec-ciarli per formare un bellissimo nastro Arcobaleno. Nasce l‛arcobaleno della pace Da quel momento il nastro divenne il loro simbolo di pace racchiuso nel-lo stemma di un unico Paese.

ConclusioneQuesto racconto ci ha fatto rifl ettere molto:noi sappiamo che i cinque sensi ci aiutano a guarda-re ed esplorare il mondo, ma abbiamo bisogno anche di un sesto senso, più sottile, che ci fa sentire quelle «cose» invisibili che muovono il mondo: l‛amicizia, la generosità, la pace, l‛amore verso l‛altro, per rima-nere attenti al grande mistero dell‛universo.

...da Busalla...da BusallaQuest‛anno, abbiamo già iniziato a studiare la Costituzione, per-

ché riteniamo importante conoscere la legge fondamentale del nostro Paese. È proprio per questo che stiamo preparando uno spettacolo teatrale, a chiusura dell‛Anno Scolastico 2015/16, che ha come tema la nostra Costituzione, in particolare gli articoli:• Art. 1: “L‛Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”• Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali da-vanti alla legge, senza distinzioni di: razza, sesso, religione, opinioni personali e politiche”• Art. 11: “L‛Italia ripudia la guerra”• Art. 12: “La bandiera è il Tricolore italiano: bianco, rosso, verde”• Art. 13: “La libertà personale è inviolabile”• Art. 51: “La Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”

Classe 1°B

W la CostituzioneW la Costituzione

...da Ovada...da Ovada

Page 19: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

Malati orfani di diagnosi: non dimentichiamoliMalati orfani di diagnosi: non dimentichiamoliUn caso ligure che sta facendo parlare tutta Italia

Forse molti non lo sanno e po-trà sembrare loro strano ma esistono anche i Malati Or-

fani di Diagnosi. Avete letto bene, i “Malati Orfani di Diagnosi” sono quei malati con storie cliniche di lunga durata che nessun speciali-sta riesce ad inquadrare in modo specifi co. In Liguria questa cate-goria di malati che riguarda molte persone, è oggetto di attenzione del Consigliere Regionale Matteo Rosso (Fratelli d’Italia) il quale, osservando i dati che il Comitato I Malati Invisibili (IMI) ottiene attra-verso l’ascolto delle testimonianze dei numerosi pazienti che, essendo privi di diagnosi, da anni sono og-getto di un pellegrinaggio forzato da uno specialista all’altro con la speranza di giungere alla soluzione del loro problema. Questo calva-rio, che talvolta richiede ai malati di sottoporsi a visite a pagamento, troppo spesso non consente loro di pervenire ad una diagnosi e ancor di meno ad una terapia opportuna, costringendoli ad assumere farma-ci sintomatici, spesso inappropriati e pericolosi per la vita stessa del paziente, essendo sconosciuta l’eziologia dei sintomi di cui sono portatori. Viste le premesse abbia-mo chiesto al Consigliere Rosso di illustrare ai nostri lettori i dettagli di questa sua nuova e recente ini-ziativa a tutela della salute dei suoi concittadini della Liguria. “Questa situazione, spiega Matteo Rosso, si verifi ca nei confronti di quei pazienti che a causa di patologie complesse necessiterebbero di vi-site specialistiche differenti ma eseguite in un unico contesto da un’equipe multi-specialistica ca-pace di delineare un quadro dia-gnostico completo. Oggi l’assenza di una simile realtà comporta un

grave disagio per pazienti già fra-gili e genera costi elevati a carico del Sistema Sanitario Nazionale, in quanto ogni specialista prescri-ve gli esami che ritiene opportuni senza potersi confrontare con altri colleghi nel contesto di un percorso collaborativo. La mia intenzione è quella di focalizzare l’attenzione sulla necessità di creare un team medico multi specialistico capace di “prendere in carico” il paziente in modo “globale” evitando in tal modo di frammentare il percorso

diagnostico in tanti piccoli pezzi che, come accade oggi, nono vengo-no più riaccorpati”. Questa esigen-za, espressa dal Comitato IMI nel giugno 2014, venne rivolta all’As-sessore Montaldo che verbalizzò l’intenzione di provvedere all’e-mergenza sanitaria implementando l’ambulatorio MR del San Martino, ma “ciò purtroppo non avvenne” ci dice ancora Rosso. Oggi il Co-mitato IMI ha predisposto, insieme al Comitato Scientifi co costituito da medici specialisti, un ulteriore

progetto che, oltre a soddisfare le esigenze dei malati non diagnosti-cati, “porterebbe anche signifi ca-tivi benefi ci economici alla Regio-ne Liguria, e questo spero possa rivelarsi determinante ai fi ni di realizzare ciò che non vuole esse-re ambizioso ma semplicemente necessario” conclude il Consigliere Regionale. Una brutta storia che speriamo si concluda nel migliore dei modi.

Fausto Piombo

“Nessuno tocchi il pronto soccorso”“Nessuno tocchi il pronto soccorso”Speciale Sanità: una rifl essione di Gianni & Pinotto sulle critiche mosse alla struttura novese

Gianni e Pinotto, i due infatica-bili camminatori dei portici novesi, una fredda mattina di

fi ne aprile stavano come al solito sor-seggiando un buon caffè e discutendo di politica, di affari internazionali e, soprattutto, di questioni locali. Ad un certo punto Pinotto, il più giovane e scapestrato dei due, quasi erompe e dice: “Noi siamo qui a parlare al bar e intanto io, l’altro giorno, per un banale taglietto ho dovuto aspettare tutto il giorno al Pronto Soccorso di Novi Ligure. Una vera disorga-nizzazione, una vergogna”. Gianni, fi nendo di sorseggiare il suo gustoso caffè macchiato con una leggera spol-verata di cioccolato, risponde al suo imberbe amico: “Pinotto accidenti calmati, se no come fai a goderti la colazione? Innanzi tutto prova a rifl ettere: era così grave il taglio che ti sei fatto?”. Pinotto ci pensa un po’ su e dice: “In realtà ieri pomeriggio ho avuto quel che si dice un vuoto di stomaco ed allora avevo deciso di prepararmi un prelibato panino con il salame di Sant’Olcese. Ed allora

mentre stavo tagliando il buonissi-mo salume ligure mi sono tagliato l’indice della mano sinistra. Un tagliettino ecco”. Gianni, quasi sor-ridendo sardonico, a questo punto si alza, paga i due caffè ed invita l’amico ad uscire dal bar per prendere una boccata d’aria. A questo punto il più anziano (ma anche il più saggio tra i due) fa all’amico: “Allora vedi che era una cosetta da nulla. Quindi prova a pensare: è giusto o non è giusto che tu, che non avevi questa emergen-za, hai dovuto aspettare al pronto soccorso quando altri pazienti in-torno a te avevano problemi molto più gravi?”. Pinotto, ammettendo il suo errore dettato dalla gioventù, fa sì con la testa e dice: “Sì in effetti, ricordando bene, ero circondato da un signore anziano che stava molto male, portato in ospedale credo da suo fi glio, da una signora che aveva preso una brutta botta ad uno spigo-lo mentre faceva le pulizie di casa e poi – prosegue nel discorso – anche da altre persone con problemi ben più seri dei miei”. “Allora hai visto

che il personale dell’ospedale ha fat-to bene a farti aspettare - asserisce prontamente Gianni mentre acquista il giornale come ogni mattina – Vedi i pazienti del Pronto Soccorso sono di-visi per fasce: più grave è la fascia, il problema, più celere è la risposta. In realtà non è nella risposta data dal personale il problema, il problema è un altro!”. Pinotto, voltandosi verso il suo amico con sorpresa, chiede spie-gazioni: “E quale sarebbe mai il pro-blema del Pronto Soccorso di Novi?”. Gianni quasi si blocca lungo via Girar-dengo e spiega: “La risposta è molto semplice: c’è carenza di personale, in particolar modo di dottori. Infatti queste persone qualifi cate che spen-dono la loro vita per la salvaguardia dei pazienti – afferma con decisione Gianni – sono poche, a fronte di una domanda massiccia. Perché non s’investe di più sulla sanità locale, quella della prima risposta, invece di parlare sempre di Riforme Sani-tarie Nazionali che poi non portano nulla!”. Pinotto allora, mentre saluta gli amici della libreria cittadina, rifl et-

tendo ad alta voce se ne esce fuori con questo concetto: “D’altronde, l’ho letto anche l’altro giorno sul Corriere della Sera: dalla Riforma Costituzio-nale del 2001, cioè da quando si sono trasformate le regioni in 21 staterel-li, la sanità langue e l’aspettativa di vita, per la prima volta credo da secoli, è leggermente peggiorata in certe zone”. Gianni, stupitissimo per la fi ne rifl essione politica dell’amico (solitamente un tontolone), mette una mano sulle spalle di Pinotto e dice: “Bravo Pinotto! Devo dire che il caffè unito alla lettura del gior-nale al mattino fa proprio bene. Per questa tua rifl essione, che io condivido in pieno, ti sei proprio meritato che io ti offra un gustoso canestrelletto di Torriglia qui alla Corte del Caffè. su forza, entria-mo!”. Ed è così che Pinotto, oltre ad essersi guadagnato anche una lezio-ne in fatto di materia costituzionale, si è anche guadagnato un prelibato bis alla sua colazione!

Eleuterio

Page 20: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

L’ortica è tra le prima erbe che spuntano in primavera, è l’annuncio che inizia la nuova stagione in cucina. Si raccoglie piccolissima per creme e per minestre, ha un sapore

pizzicorino buonissimo. Si usa nei misti di erbe per tutti i tipi di ripieni e per colorare di un verde intenso la pasta. Si cercano le ortiche in posti incolti, lontani da strade traffi cate e campi coltivati e questo è un modo per renderci conto che possiamo, volendo, nutrirci in modo sano e divertente. Crema di orticheIngredienti: un chilo di punte di ortiche, tre patate, quattro rametti di timo, una cipolla o porro, sale, pepe, olio extravergine e acqua calda. Soffriggete la cipolla affettata con l’olio, aggiungete le patate a tocchetti, le punta di or-tiche intere, sale, timo, completate con un litro e mezzo di acqua calda. Cuocete 20/30 minuti e poi frullate il tutto, l’ortica darà la giusta consistenza. Servite la zuppa calda con parmigiano, un goccio d’olio, sale e pepe e crostini a volontà.

Buon appetito!

 

Crema di OrticheCrema di Ortiche

La gardenia, con i suoi delicati fi ori bianchi ed il suo irresistibile profumo, è un piccolo arbusto che si presta sia alla coltivazione in vaso che in giardino. Non è una pianta sem-

plicissima, ma bastano piccoli accorgimenti per averla in salute: ha bisogno di un terreno ben drenato (sistemiamo sul fondo del vaso dell’argilla espansa per evitare i ristagni), un ambiente umido, in mezz’ombra e ha bisogno di frequenti annaffi ature e nebulizzazioni, so-prattutto nei mesi più caldi. I problemi più frequenti sono la caduta repentina dei fi ori (dovuta solitamente ad uno sbalzo di temperatura o a persistenti colpi d’aria) e l’ingiallimento fogliare, causato da un’eccessiva concentrazione di calcare nell’acqua: facciamola sempre riposare prima di darla alle nostre piantine! Basta solo un po’ di attenzione e di cura... non è così complicato vero?

Jardenia: Jardenia: l’eleganza profumatal’eleganza profumata

PROFUMI D’ITALIA, RICETTE E RICORDI

La famosa “Allium Cepa” è il nome latino di quella che più comunemente noi chiamiamo cipolla rossa di Tropea,

che appare composta da varie tuniche con-centriche carnose, di colorito bianco, rico-perte da un involucro rosso. Secondo Plinio il Vecchio, la cipolla di Tropea avrebbe delle particolari proprietà che cure-rebbero una serie di mali e di disturbi fi si-ci. Con molta probabilità venne introdotta n e l nostro continente dai Fenici circa 4000 anni fa nella zona del vibonese e, grazie alle importan-ti vie commerciali dell’epoca, si diffuse in quel tratto di costa che va da Capo Vaticano (VV) ad Amantea (CS). Col tempo divenne un prodot-to ricercato e fu venduta per la sua dolcezza e gustosità anche nei mercati del Nord Europa. Le particolarità di questo ortaggio dipendono dal terreno in cui essa viene coltivata, fresco e limoso, ma anche dal clima mite e stabile per la vicinanza del mare. La cipolla rossa di Tropea contiene diverse sostanze benefi che per l’organi-smo, quali vitamine C ed E, zinco, ferro e magne-sio. In particolar modo il suo bulbo ha proprietà antiossidanti e antisclerotiche per il cuore e le arterie, prevenendo così il rischio di infarti; inol-tre è utile per curare mal di testa, reumatismi, ascessi, verruche, foruncoli, punture di insetto e preserva anche la pelle dall’invecchiamento. Per

la sua straordinaria dolcezza e delicatezza, che la differenzia dalle cipolle comuni, viene usata soprattutto in cucina. Tra le ricette più comuni troviamo la padellata di patate con cipolle. In primis bisogna mondare, lavare ed affettare le cipolle e lasciarle a mollo in acqua fredda per 15 min. circa. Nel frattempo tagliare le patate e altri ortaggi (peperoni e melanzane) da aggiun-gere eventualmente al composto. Infi ne versare il contenuto in una padella con olio e uno spic-chio di aglio e cuocere a fuoco lento per circa 30 minuti. Già dai primi di aprile fi no a settembre la cipolla rossa di Tropea si può trovare, spesso ammucchiata su dei caratteristici furgoncini, su tutta la costa tirrenica calabrese e non solo. Per il suo aroma gentile, il suo odore inconfondibile, la sua forma aggraziata, la cipolla è diventata un simbolo della Calabria. Fidatevi amici lettori, le vostre papille gustative rimarranno estasiate da-vanti a quest’esplosione di sapori.

Samuele Anastasio

l'Orto l'Orto di Marisa di Marisa

20 l’inchiostro frescoMaggio 2016

Tesori della terra calabrese:Tesori della terra calabrese:La Cipolla Rossa di TropeaLa Cipolla Rossa di Tropea

Lo scorso novembre, a Pastu-rana, si è festeggiata, presso il locale “Concordia” dei fra-

telli Claudio e Roberto Bergaglio, la festa di leva 1962. Una serata dal grande valore sociale ed umano che ha permesso a tante persone, che nel corso degli anni si erano perse di vista, di ritrovarsi e condi-videre assieme i propri ricordi e le proprie vite. Gli anni Sessanta sono stati anni cruciali per il nostro Pae-

se. Infatti nel 1962 “i baroni della luce”, vengono spodestati con la nazionalizzazione dell’energia elet-trica: dalla “Edison” nasce l’“Enel”. Non bisogna poi scordare che lo stesso anno, a seguito di dinami-che ancora tutte da chiarire, En-rico Mattei muore in un incidente aereo aprendo la diaspora, ancora in corso, sulle risorse energetiche, ma soprattutto gli anni Sessanta sono quelli che, segnando la piena

occupazione, hanno dato vita alla “generazione dei baby-boom”. Da parte della redazione de “l’inchio-stro fresco” un grandioso augurio di “buona leva” a tutti i simpatici protagonisti della festa che, a giu-dicare dalla foto, apprezzano e sti-mano il nostro giornale segno della bontà del seguente proverbio: “se è vero che i tempi cambiano è forse vero anche che… l’inchiostro fre-sco resta!”. (s.b.)

Festa di leva classe 1962 a Pasturana

Page 21: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

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Salvaguardia del territorio: un bene comuneSalvaguardia del territorio: un bene comuneFabrizio Dellepiane, candidato sindaco per il Centrosinistra ad Arquata Scrivia

Fabrizio Dellepiane (SEL) è il candidato sindaco per il cen-trosinistra arquatese, della

lista civica “Arquata di tutti”, in vista delle elezioni amministrative del 5 giugno 2016. Nato a Varinella, 60 anni, vedovo dal 2000 (la moglie Raffaella Piaggio lavorava al Po-liambulatorio di Arquata) padre di Edoardo e nonno di Indro Enrico di 6 mesi. Iscritto fi n dal 1974 al PCI di Enrico Berlinguer, poi PDS e DS. Alla sua nascita, non ha aderito al Partito Democratico, aderisce ora a Sinistra Italiana. Iscritto alla CGIL, dal 1976 all’ANPI, all’ARCI e alla SOMS. Socio fondatore dell’Order Knights of Thunderbolt, accredita-to presso l’ONU con registrazione uffi ciale tra le ONG. E’ stato Am-ministratore pubblico di Arquata dal 1982 al ‘92, stretto collaboratore del Sindaco Malaspina che, insie-me al padre Rinaldo, è stato suo maestro di Politica Amministrativa per la gestione della cosa pubblica. “Politico anomalo” esclusivamente per passione. Dopo un inizio di la-voro a vent’anni, come geometra in una grande impresa edile, passato nell’88 agli acquedotti delle Valli Borbera e Curone, ricopre oggi la funzione di Direttore Investimenti in Gestione Acqua SpA. È membro del Consiglio di Amministrazione dell’Acquedotto Madonna della Rocchetta. Risponde volentieri alle nostre domande.

Partiamo dai programmi. Qua-li i temi per voi prioritari?Priorità assoluta, la messa in sicu-rezza del territorio. L’altra grande opera pubblica, che ho in mente, è la manutenzione del patrimonio di tut-ti gli Arquatesi, costruito in oltre 40 anni, che è tutt’altro che poco. Poi: la viabilità, il verde pubblico (poco

e maltrattato), l’arredo urbano e un paese più ordinato e pulito. Il pro-gramma lo sto costruendo ascoltan-do i cittadini, che è la cosa che più mi piace della campagna elettorale. Ma il “programma” lo voglio in con-

Negli anni ’50 – 60 la fi e-ra era attesa come una

manna dal cielo. Lo si avver-tiva nell’aria, nei discorsi delle donne per strada, nella felici-tà che sprizzava fra giovani e ragazzi: avrebbe spezzato, sia pur per poco, la quotidianità, il ripetersi delle stesse cose fi no all’infi nito. Un giorno di riposo, libero da preoccupa-zioni, un giorno diverso. E tutto quello che fi no a quel momento era stata solo per-cezione si tramuta in realtà al grido dei bambini: “Arrivano i baracconi”. Come un lungo serpente ecco snodarsi per la via del paese la carovana dei giostrai, camion fatiscenti stracarichi di materiale. Infi -ne, a chiusura del corteo, il carro pubblicitario, tempesta-to di manifesti, slogan e tutto quanto di meglio per attirare la simpatia della gente. Per i ragazzi, i bambini era già fi era e con quanto interesse assiste-vamo per ore al montaggio dei giochi; più di una volta il tocco di una mano conosciuta sulle spalle ci riportava alla realtà. Oggi è il 1° maggio 1953. “Ed è subito sera” citando Quasi-modo. Come tutte le cose ini-ziano, tutte le cose fi niscono e nell’ultima passeggiata che mi porta verso casa calpestando cartoni e cartacce che il vento si diverte a far danzare penso già alla prossima fi era, penso ai commedianti della LEA e penso, a proposito di LEA, speriamo che qualcuno abbia provveduto alla pulizia dove erano sistemati gli animali, se no sai che nottata?

Giacomo Quaglia

AmarcordAmarcord1° maggio1° maggio

La lista “Amici di Arquata con Basso” è la terza a scendere

in campo in vista della compe-tizione elettorale per le ammini-strative comunali del 5 giugno prossimo. Alberto Basso, 34 anni, sarà il successore di Paolo Spine-to che, dopo due mandati, non può ripresentarsi come sindaco. Il nuovo candidato, laureato in economia alla Bocconi di Milano, ricopre oggi l’importante incari-co di assessore alle fi nanze nel Comune di Arquata e lavora nella gestione di piccole imprese a ca-rattere familiare. La lista ripro-pone nomi dell’Amministrazione uscente, fra cui Paolo Spineto, e persone nuove molto competenti della società civile di Arquata e frazioni. (m.p.)

Terza lista Terza lista con Bassocon Basso

tinuo aggiornamento, anche nei pros-simi cinque anni, costruito giorno per giorno, con la partecipazione di tutti. A questo proposito, se posso, invito a scrivermi: [email protected] o [email protected], ma ancor più a parlarmi incontrandoci per strada.

Che idea si è fatto dei suoi com-petitor?Diego è persona molto intelligente, un compagno e un amico, col quale ho condiviso anche 5 anni di ammi-nistrazione comunale dall’ ‘87 al ‘92. Mi dicono essere un ottimo medi-co e condivido. Abbiamo molti fi ni comuni, alcuni però da realizzare con mezzi diversi. Ma lei vuole una critica, vero? Forse ancora troppo sognatore, bellissima cosa, ma non adatta per amministrare un Comune di questi tempi. Altri competitor? Per ora circolano diversi nomi: persone per bene, buoni amici, ma vedremo.

Un elemento che differenzia il vostro programma da quello di Sabbi e del centrodestra?Non conosco il programma del cen-trodestra. Di quello di Diego, per quanto ho visto fi no ad ora, molto bello e interessante. Ma ho già detto prima: diffi cilmente realizzabile e per qualcosa purtroppo impossibile!

È partita la corsa a promuove-re eventi mirati e momenti di confronto fra gli schieramenti per facilitare i cittadini a cono-scere le proposte dei candidati sindaco? Ho incontrato a fi ne aprile, primi di maggio i concittadini per rispondere alle loro richieste e soprattutto per continuare a costruire il programma insieme: ascolto – discussione – de-cisione! Confronti tra schieramenti? Vedremo.

Qualche anticipazione sulle vo-stre candidature.Oltre me, iscritto a SEL ora confl ui-ta in Sinistra Italiana, quattro iscritti al PD, nessun’altro tesserato, 6 don-ne e 6 uomini, età media attorno ai 40 anni, ovviamente se sarà confer-mata defi nitivamente la lista che stiamo costruendo “tutti insieme”. Potrete vedere tutto su www.arqua-taditutti.it

La sua linea potrebbe defi nirsi centrista, così da garantire l’u-nità del gruppo?La mia è una storia di Sinistra della quale sono orgoglioso. Considero ancora la Politica un prezioso bene comune e amministrare un Comune signifi ca occuparsi politicamente della cosa pubblica. Tuttavia stiamo parlando delle Comunali di Arqua-ta. A livello locale contano le perso-ne, di più cosa fanno o vogliono fare e meno cosa votano. Sto costruen-do un bel gruppo eterogeneo, ma molto unito. Vuole che mi defi nisca politicamente? Un moderato di Sini-stra, fuori dal PD. La mia ambizione ora? Unire tutti gli Arquatesi.

Oggi rompere gli schemi, spe-rando di tenere insieme un’a-rea di elettorato di sinistra, moderato e riformista, è una scommessa su cui si misura la possibilità di amministrare, al di là delle divisioni ideologiche. E’ scuola di governabilità?È nel mio DNA, certo. Le ideologie, per fortuna o purtroppo, sembra non esistano più. Dal punto di vista politico - culturale è un male, che attribuisco a oltre 20 di malapoliti-ca e malgoverno, non solo italiani. Politicamente vorrei un unico Par-tito Della Sinistra (PDS) nuovo, moderno, riformista per l’Italia. Ma

qui parliamo di Arquata e della sua gente e la mia è una lista civica per amministrare Arquata.

Quale la sua posizione sugli immigrati?È un problema mondiale, direi non di Arquata fi no ad ora. So che le “ba-danti” sono una grande risorsa per molte famiglie e molti operai una risorsa per le imprese. Valorizzare per quanto possibile la presenza degli stranieri, integrando non solo i singoli, ma le loro comunità, do-vrebbe essere un bisogno di tutti. Integrazione è coesione e conviven-za civile. Certo: le leggi sono quelle dello Stato Italiano e a queste, tutti, qui dobbiamo attenerci. Ma se mi consente, vorrei parlare di un altro problema, più importante e che non riguarda solo gli immigrati: la nuova povertà crescente, anzi, le povertà. Arquata, 6385 abitanti, 3070 fami-glie, età media anni 47, ha un reddito imponibile dichiarato per abitante, calcolato su 4728 contribuenti, pari a € 19.530, vicino alla media nazio-nale di 20.320 €. La media del pollo! In realtà, sappiamo della crisi gene-rale che attanaglia tutti e penalizza i ceti più deboli. Ad Arquata sono emersi, in questi ultimi anni, diversi casi di vera e propria povertà e non solo relativamente agli extracomu-nitari o altri immigrati, ma anche di nostri concittadini. In questi periodi di grave crisi, specie per le fasce più deboli, è indispensabile recuperare i valori di solidarietà e ritornare alla valorizzazione del volontariato. Ad Arquata un ruolo fondamentale lo svolge la Caritas Parrocchiale, che molto sta già facendo. L’Amministra-zione Comunale, dovrà valorizzare questo patrimonio e collaborare con essa in ogni forma possibile a sup-porto degli indigenti. (m.p.)

Page 22: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

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22 l’inchiostro frescoMaggio 2016 POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

È stato inaugurato mercoledì 20 aprile il primo Museo dell’A-picoltura del Piemonte, all’in-

terno della struttura del “Maglietto”, nella frazione Merella di Novi Ligure, una location perfetta, tra i campi col-tivati, gli allevamenti dei cavalli e le piante verdi. L’iniziativa è unica nel suo genere. I coniugi Amelia Vettor e Giacomo Bisio, bosiesi, apicultori, recentemente scomparsi, decisero di donare al Comune di Novi Ligure l’ampia gamma di attrezzi e oggetti-stica in loro possesso, dopo una vita trascorsa a coltivare la passione per l’apicoltura. Grazie alle fi glie Angela e Gilda, la loro collezione di arnie, bugni, smielatori, nutritori, torchi e villici non restano, come spesso accade per gli oggetti in disuso, ac-cantonati in angoli umidi di qualche vecchia cantina, ma diventano og-getti del nuovo museo. Oggetti in le-gno e sughero, materiali poveri, fatti a mano, richiamano alla memoria la laboriosità e la dedizione che mostra-vano i nostri antenati nati in campa-gna, i quali sapevano far buon uso dei prodotti della terra, in partico-lare del miele, amato per le sue note proprietà curative e nutritive. Il mu-seo dell’apicoltura, non rappresenta solo l’entusiastica celebrazione della natura nel suo perfetto connubio con il mondo delle api, ma offre anche ai visitatori la possibilità di visionare la mostra fi latelica tematica, realizzata da un grande appassionato, il sign. Roberto Vitri, che ha fatto delle api un importante motivo di ricerca. Cen-tinaia di francobolli provenienti da tutto il mondo, tracciano la storia di molti paesi europei e d’oltreoceano. “Un progetto per il futuro - ci svela il signor Roberto - è quello di chiedere nella sede del Miglietto l’istallazio-ne di un uffi cio postale temporaneo, in cui presentare un nuovo franco-bollo, emesso in ricordo del primo anniversario di apertura del Museo, unitamente ad altri prodotti, che rappresentano le nostre eccellenze del territorio”. Numerosissime scuo-le novesi e d’intorno hanno affollato le sale del museo, nel giorno dell’i-naugurazione. (m.c.)

MuseoMuseodell’apicolturadell’apicoltura La storia in Galleria BagnascoLa storia in Galleria Bagnasco

A Novi Ligure continuano gli appuntamenti della Torre di Carta

Prosegue con successo la fi e-ra del libro e degli illustratori “Torre di carta”, a partire da

venerdì 8 aprile, gli appuntamenti del mese si sono susseguiti a ritmo incalzante, suscitando interesse da parte del pubblico. Sabato 9 aprile è stata la volta della presen-tazione di due ricerche storiche, dal titolo “Sotto il fuoco nemico”, incentrate sul tema della guerra e dei bombardamenti. Con la col-laborazione del Comune di Novi Ligure, alla presenza del Sindaco Rocchino Muliere e dell’assessore alla cultura Cecilia Bergaglio, nel-la suggestiva Galleria Bagnasco, Gennaro Fusco e Fernando Robi-no hanno presentato le loro ricer-che incentrate sui bombardamenti francesi del 1940 e la rievocazione del bombardamento di Novi dell’8 luglio 1944 , attirando l’attenzione di un folto pubblico. Attraverso una serie di slide proiettate con l’ausilio di tre studenti della IV L dell’Istituto Ciampini- Boccar-

do , Melfi , Spina e Rossi, il prof. Robino ha delineato momenti di quel tragico mese di luglio, in cui Novi fu soggetta al bombardamen-to da parte degli americani, che procurò tanta paura e sconcerto tra il popolo, che si aggiunsero a quelli che già precedentemente scuotevano l’animo delle persone, che vivevano la guerra. Robino al di là dell’attenzione all’aspetto documentaristico, sapientemente assemblato e raccolto con il pun-tiglio di uno storiografo, con il suo lavoro ha voluto trasferire delle

emozioni, quelle stesse emozio-ni che lui ha provato quando ha ricevuto le testimonianze di don-ne e uomini che hanno vissuto l’esperienza dei bombardamenti. Due donne, che furono testimoni oculari della tragica giornata, Ele-na Mariscotti e Maria Restituendo, hanno voluto essere presenti tra il pubblico per essere un monito for-te, per i giovani d’oggi. “Il passato insegna ed educa - sottolinea Ro-bino - offrendo alle nuove genera-zioni documenti e strumenti per poterne trarre energia e vitalità”.

Da queste considerazioni emerge chiaramente che il dialogo passa-to/presente si coniuga con l’obiet-tivo di educare a una cittadinanza consapevole. Ed è forse questo l’obiettivo morale che Robino ha voluto trasmettere. Chi volesse continuare a farsi portavoce di un passato che ci appartiene fornen-do testimonianze, immagini, do-cumenti, auspichiamo che segua la strada inaugurata e si faccia avanti.

Marta Calcagno

Gli universi paralleli in un libroGli universi paralleli in un libroPietro Zunino si cimenta con i paradossi spaziotemporali

Presentato al Circolo Ilva di Novi Ligure ve-nerdì 22 aprile, nell’ambito della rassegna “aperitivi letterari” curata dalla viva mente

di Andrea Vignoli, il nuovo libro di Pietro Zunino, dal titolo “Parallels”, Edizioni Vallescrivia. E’ il libro d’esordio dell’autore genovese, ingegnere, insegnante di elettronica, piemontese d’adozione da diversi anni, grande appassionato di storia e di fantascienza, di musica e di fi sica astronomica. Sa mescolare sapientemente i suoi interessi e crea un libro del tutto nuovo nel panorama della narrativa contemporanea, originale ed avvincente. In Pa-rallels l’autore preconizza l’esistenza di molteplici universi paralleli simili al nostro, come dimostra la teoria dell’Universo infl azionario, in grado di spiega-re anche la genesi di fenomeni primordiali accaduti prima del Big Bang. Nell’immaginario dell’autore c’è un giovane protagonista, che parte per una missione segretissima, voluta dal Governo USA, per difen-dere il pianeta da gravi minacce aliene, che hanno già sconvolto mondi paralleli. Nell’ultimo rimasto libero è il maggio 1939, l’Europa è sconvolta dalla

seconda guerra mondiale e qui avviene l’incontro con il presidente Roosvelt e i più grandi scienziati della terra come Albert Einstein, Robert Oppenhei-mer ed Enrico Fermi, ai quali sarà svelato il futuro degli avvenimenti storici e l’esigenza di creare nuovi ordigni per salvare la nazione dalla catastrofe, fa-cendo uso di una tecnologia avanzatissima, impen-sabile per quei tempi. Un fi nale a sorpresa stupisce i lettori. L’autore riesce con stupefacente sempli-cità linguistica a coinvolgere il lettore nella storia, mescolando con grande coerenza il dato scientifi -co con quello storico in un atmosfera trasfi gurata tipica del mondo della fantascienza. “Due anni di gestazione - spiega Pietro Zunino intervistato da Andrea Vignoli - la prima avventura narrativa che compendia indissolubilmente le mie passioni; sono stato ispirato da letture storiche, pagine di scienza e fi sica astronomica c’è anche la musica che ha caratterizzato la mia giovinezza, insieme alla voglia di inventare”.

Marta Calcagno

In occasione del bicentenario della nascita di Paolo Giaco-

metti sono molte le iniziative organizzate dal mondo culturale novese: al noto drammaturgo sarà innanzitutto dedicata la nuova rivista “Novinostra In Novitate” con trascrizioni di ma-noscritti, aspetti del profi lo uma-no e familiare del personaggio, assolutamente inediti. Presso la biblioteca, invece, in occasione della manifestazione “Torre di carta” ci sarà una mostra dedi-cata allo stesso Giacometti. Essa verte su temi familiare e aspetti poco conosciuti della biografi a del personaggio, senza dimen-ticare documenti manoscritti, libretti e commedie, che saranno presenti in gran numero. L’inau-gurazione è fi ssata per il 14 mag-gio, il medesimo giorno nel quale avverrà, presso i Portici Vecchi di Piazza Repubblica a Novi Ligure, la presentazione alla cittadinan-za della nuova rivista “Novinosta In Novitate”. (f.c.)

200 anni200 anniGiacomettiGiacometti

Ottime notizie dal mondo cultu-rale novese: la “Società Storica del Novese” e il Centro Studi “In

Novitate” hanno avviato una stretta e, si spera, profi cua collaborazione che ha come obbiettivo la valorizzazione del patrimonio locale. I due sodalizi sorsero con vocazioni diverse: il primo, la Socie-tà Storica del Novese, il 7 giugno 1960, grazie all’opera di quindici solerti soci, ben presto cresciuti di numero, tanto da trasferirsi, nell’ottobre 1974, nella storica sede di via Gramsci. Dove sono custoditi e possono essere visionati oggetti, reperti e documenti pervenuti alla Società. Nella stessa biblioteca sociale sono conservati numerosi volumi, alcuni dei quali di par-ticolare pregio, come le opere del Mu-ratori o del Du Cange, a disposizione di soci e quanti vogliano consultarli. Oltre alla pubblicazione di alcune monogra-fi e (se ne annoverano una trentina) ha

Page 23: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

Le vetrine di via Paolo GiacomettiLe vetrine di via Paolo Giacomettia Novi Ligurea Novi Ligure

23l’inchiostro frescoMaggio 2016POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Tanti auguri “grande” ferroviereTanti auguri “grande” ferroviereIncontro con Vittorio Finzi in occasione del suo 97° compleanno

Il primo incontro che ebbi con il professor Vittorio Finzi fu nell’autunno del 1985, allorché

iniziai a seguire le lezioni del quin-to anno di Ingegneria. In quel pe-riodo, egli era titolare del corso di “Trazione elettrica”, rivolto agli al-lievi elettrotecnici, meccanici e ci-vili, che inserii come insegnamen-to aggiuntivo nel piano di studi, essendo già appassionato di cose ferroviarie. Le lezioni, che si tene-vano nella prestigiosa sede di Villa Cambiaso, comunicavano un’espe-rienza e una conoscenza dei temi trattati non soltanto accademica, bensì arricchita da una professio-nalità esercitata sul campo, non sempre disponibile nell’ambiente universitario. Il corso fu arricchi-to da un buon numero di visite a impianti ferroviari e, a noi allievi, che nel frattempo avevamo saputo che il nostro docente era stato un dirigente delle FS, apparve chiaro come, in ogni ambiente di lavoro nel quale venivamo introdotti in

occasione delle visite, il professor Finzi fosse stimato e riconosciuto nella grande rilevanza del ruolo che aveva rivestito. Ma quante era-no le cose importanti che dovevo ancora scoprire nella vita trascor-sa e attuale del mio docente, la cui straordinaria storia personale

Maestri del lavoroMaestri del lavoroConsolato Provinciale di Alessandria

Il 14 marzo scorso si è riunito presso la Camera di Com-mercio di Alessandria il neo

consiglio dei maestri del Lavoro della nostra provincia da poco eletto sotto il controllo del ga-rante Umberto Pallavicino. Il mandato avrà durata per il trien-nio 2016-2018 e vedrà il passag-gio del testimone dal Console Giuseppe Ombrato a Giovanni Casaleggio. La tesoreria passe-rà da Mario Zambruno alla Sig.ra Piera Poggio e la segreteria dalla Sig.ra Carla Buscaglia a Walter Gussoni. Conferma alla carica di consiglieri per Carla Buscaglia, Sergio Lantero, Ma-rio Zambruno e Michelangela Zonca (alfi ere) e un benvenuto alle Sig.re Baraldi Maria Mad-dalena e Giovanna Tortonese.

Revisori dei conti Francesco Lantero. Un rinno-vamento e un rin-giovanimento necessari, le parole del nuovo Console Giovanni Casaleggio, per rilanciare nuove iniziative e attività dei MDL con l’aiuto degli esperti che costituiscono gli ol-tre 100 iscritti. A Giuseppe Om-brato, che mantiene la carica di vice-console, e ai consiglieri che lo hanno coadiuvato, va il ringraziamento da parte di tutti i MDL della provincia per il la-voro svolto con grande capacità e saggezza negli ultimi 15 anni.

Walter Gussoni

costituito un punto di riferimento per studenti, studiosi e appassionati sia in senso generale che prettamente loca-le. Il veicolo di diffusione della voce del sodalizio è la rivista “Novinostra”, inizialmente nata come numero unico ma, in considerazione dell’immediato successo riscosso, pubblicata con pe-riodicità trimestrale. Ad essa si affi anca dal 1983, nel tentativo di promuovere una cultura non tanto cattedratica ma più divulgativa, aperta a Novi e al Com-prensorio Novese. La rivista del Centro Studi “In Novitate”, fondato nel 1983 da un gruppo di amici appassionati di storia e guidati dalle eminenti perso-nalità di Egidio Mascherini e Serafi no Cavazza. Due riviste con due vocazioni diverse, complementari: più accademi-ca l’una, più esplicativa l’altra. Ma, col passare del tempo, tale differenza è andata sfumando e perciò si è deciso

di unifi carle. Beninteso, i due sodalizi mantengono la loro individualità, pur collaborando insieme con spirito soli-daristico e massima stima reciproca. La linea editoriale non potrà non tener conto delle due identità e delle due sto-rie differenti, tuttavia la nuova rivista sarà una sintesi delle due eredità, senza tagliare i ponti col passato, ma cercan-do, al tempo stesso, di essere il punto di partenza di una solida e fruttuosa col-laborazione. La rivista “Novinostra In Novitate”, con pubblicazione semestra-le, vedrà il suo primo numero dedicato all’importante fi gura del drammaturgo novese Paolo Giacometti, in occasione del bicentenario della sua nascita. Essa non è in vendita ma riservata ai soci, per chi volesse associarsi può visitare l’omonimo sito.

Federico Cabella

e la ricchezza interiore, nonché l’ampiezza degli interessi culturali, mi sarebbero state svelate un po’ per volta, lungo un arco di tempo trentennale. Innanzitutto, dopo la laurea seppi che Vittorio Finzi era Preside della Sezione Ligure del Collegio Ingegneri Ferroviari Ita-liani (CIFI), al quale mi associai, iniziando così a partecipare alle re-lative attività culturali. Scoprii che il CIFI, ente morale che ha come scopo il progresso e la divulgazio-ne della cultura scientifi co – tecno-logica nel settore dei trasporti su rotaia, aveva pubblicato un gran numero di testi per la preparazio-ne professionale dei ferrovieri, riguardanti per lo più gli impianti, di cui Vittorio Finzi era autore, testi che ricevetti in omaggio. Ritirato-si dalla docenza universitaria nel 1990, Vittorio Finzi decise negli anni successivi di avviare la reda-zione di una nuova edizione dei testi fondamentali (Trazione Elet-trica e Impianti di segnalamento

e sicurezza), resa necessaria dalle incalzanti evoluzioni tecnologi-che, e mi chiamò a collaborare al progetto. Ne derivarono cinque volumi, tuttora in catalogo presso il CIFI, che restano punti di riferi-mento nel settore ed ebbe inizio, tra me e il professore, un rapporto di amicizia e collaborazione mai interrotto. Sempre attento alle in-novazioni, Vittorio Finzi introdusse in ambito FS l’istruzione assistita dal calcolatore e già venticinque anni fa sviluppò un corso di “autoi-struzione” sul segnalamento ferro-viario per Personal Computer, con test di verifi ca. Dopo la produzione tecnico-scientifi ca, Vittorio Finzi si dedicò alla storiografi a e, valo-rizzando i propri ricordi personali nonché l’archivio di famiglia, die-de alla luce diversi volumi, fra cui spiccano “I miei cinquant’anni in ferrovia” e “Il mio rifugio in Val Borbera”.

Marco Galaverna

Una giornata di studio, ap-prendimento e confronto quella svoltasi lo scorso 7

maggio presso Villa Pomela a Novi Ligure. Argomento principale è stato la patologia prostatica beni-gna che oggi, grazie a nuove tecni-che (tra cui interventi con il laser), può essere curata nel migliore dei modi. L’organizzatore del pubbli-co dibattitto è stato il dott. Franco Montefi ore direttore SOC urologia Novi Ligure.

Dal database di HealthSearch (Uni-tà di ricerca della Simg – Società Italiana di Medicina Generale), che raccoglie le cartelle cliniche di ol-tre 2 milioni di persone, da parte di circa 1000 medici di famiglia italia-ni, emerge che, rapportando il dato all’intera popolazione italiana, siano almeno 4 milioni gli uomini affetti da patologia prostatica. Durante il cor-so della vita la prostata può essere pertanto colpita da diverse malattie: le più comuni sono quelle benigne

(ipertrofi a prostatica benigna o IBP), infi ammatorie (prostatiti) e tumora-li. Compito del medico di famiglia è innanzitutto cercare di alleviare ai suoi pazienti questa sintomatologia fastidiosa e impostare una terapia farmacologia appropriata al fi ne di prevenire la progressione verso due eventi spiacevoli quali la ritenzione acuta d’urina e la terapia chirurgi-ca. È importante però creare delle sinergie con gli Urologi per la ge-stione dei pazienti più complessi ed a rischio di problematiche. I medici partecipanti avranno la possibilità di confronto con gli altri colleghi e specialisti urologi sulla applicazione di percorsi diagnostico-terapeutici: dalla anamnesi alla prescrizione di esami specialistici sino alla impo-stazione terapeutica per arrivare a valutare l’indicazione e la tipologia di intervento chirurgico distruttivo, mediante la proposta di casi clinici con discussione interattiva.

Dott. Franco Montefi ore

Qui medicinaQui medicinaIl 7 maggio il convegno a Villa Pomela

‘angolo ‘angolo del del direttoredirettore L’approdoL’approdo

Franca Cutrera e Pietro Casarini realizzano

Da sabato 7 maggio farà bella mostra di sé nel giardino dell’Istituto Comprensivo di

Serravalle Scrivia “Martiri della Be-nedicta”. Stiamo parlando della scul-tura “Approdo” realizzata dagli artisti novesi Franca Cutrera e Pietro Casa-rini. I due hanno un laboratorio dove si cimentano nelle loro creazioni in via Monte di Pietà a Novi Ligure e Pietro Ca-sarini è socio dell’Associazione Culturale “No-vinterzapagina”.Approdo è una scultura origi-nale, che parte dal concetto del ripensamento della materia: in quest’opera il vetro, la carta, il legno e la pietra si uniscono per diventare qual-cos’altro, una sorta di globo che tutto fagocita e tutto reca entro sé senza però confondere nulla, “e pluribus unum”. Siamo sicuri che quest’approdo possa essere di grande stimolo ed interesse per tutti gli alunni di Serravalle.

Eleuterio

Page 24: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

24 l’inchiostro frescoMaggio 2016 POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Un pony chiamato libertà: ecco SonnyUn pony chiamato libertà: ecco SonnyAssieme al Gruppo Rangers Volontari di Arquata un Primo Maggio particolare in Oltregiogo

Come da vent’anni a questa parte il Gruppo Rangers Volontari di Arquata Scrivia ha supportato

il Comando Polizia Locale durante la tradizionale fi era del 1° Maggio del pa-ese, con due automezzi e 16 Volontari del GRV, ma l’ultima edizione è stata davvero particolare. Infatti verso le ore 6 del mattino i Rangers venivano allertati da ambulanti provenienti dal casello autostradale di Vignole: c’era un cavallo pony libero in mezzo alla careggiata della SP per la val Borbe-ra. Il Presidente, Gian Paolo Gifra, e il Vice Presidente, Tiziano Repetto, che davano supporto ai Rangers con l’automezzo Land Rover del gruppo, si sono immediatamente diretti verso il casello A7 di Vignole Borbera, vista la loro esperienza in fatto di cavalli. Arrivati al casello non vi era traccia del Pony. Allora i due rangers hanno preso alcune vie laterali tra cui la stra-da che da Vignole porta a Chitandri-

La fi era del vinile rende Alessandria una rock-cityLa fi era del vinile rende Alessandria una rock-citySpeciale Musica: intervista a Salvatore Coluccio e Riccardo Scannapieco, organizzatori della fi era Vinile

Prendiamo in prestito il titolo di una canzone dei Kiss, “Detroit RokcCity”, per introdurre

questa intervista a Salvatore Coluc-cio, storico animatore del Cinema-Teatro Macallè di Castelceriolo e Riccardo Scannapieco, bolognese di nascita ma ideatore, assieme allo stesso Coluccio, di “Vinile”, la fi era del disco di Alessandria. Raggiungia-mo i due “agitatori culturali” come amano simpaticamente defi nirsi una domenica d’aprile davanti al Teatro Comunale di Alessandria, da poco riaperto: “Sono ormai cinque anni che proponiamo Vinile ma sono due gli anni nel quale lo facciamo in maniera organica, ogni mese – ci spiega Riccardo Scannapieco – L’occasione questa volta poi è stata ghiotta visto che la fi era è ospitata presso il foyer del Teatro Comunale di Alessandria, chiuso da un sacco di anni e oggi, fi nalmente, riaper-to”. Domandiamo a Scannapieco

quale sia il genere di pubblico che frequenta Vinile: “Non c’è una cate-goria o un’età precisa – ci risponde prontamente - Dopo la crisi del vi-nile, più o meno a metà anni No-vanta, le fi ere di questo tipo sono comparse in tutta Italia ed ad Ales-sandria posso dire che, oltre ad uno zoccolo duro di appassionati tra i trentacinque e i cinquant’anni, vi sono frequentatori dai quindici ai settanta!”. Questi “musicofi li” da dove vengono?: “Non soltanto da Alessandria – spiega l’ex commesso dello storico negozio di dischi bolo-gnese “Disco d’oro” - ma anche da circondario: Asti, Casale, ma anche dal novese e dal tortonese, con vi-sitatori anche da Milano, Pavia o Genova”. Più o meno lo stesso “ba-cino d’utenza” che raccoglie il Cine-ma-Teatro Macallè, sorta di piccolo miracolo che sorge a Castelceriolo: “Il Macallè è sicuramente un posto unico in provincia di Alessandria

ma credo anche fuori – ci dice con grande entusiasmo Salvatore Coluc-cio – Locale storico, fondato origi-nariamente col nome di Eden, oggi grazie alla passione di un gruppo di amici e all’abnegazione di Fau-

sto Montanari riesce a sopravvive-re in mezzo ai giganti della grande distribuzione di fi lm”. Domandia-mo a Coluccio quanto sia diffi cile fare concorrenza alle multisale: “In realtà il nostro fi ne non è quello – af-

ferma deciso – Noi andiamo a pro-porre fi lm e documentari che nei cinema, diciamo così, normali non si vedrebbero. Per questo il nostro pubblico è selezionato: non perché c’è una particolare trafi la all’in-

gresso ma perché chi viene è appas-sionato, un cinefi lo oppure partico-larmente curioso”. Il Macallè, poi, è anche sala-concerti: “Lo è sempre stato e, spero, sempre lo sarà – ci dice il nostro interlocutore – Oltre ai fi lm d’essai proponiamo anche una serie di concerti di band e ar-tisti che bene si sposino col nostro immaginario. Ad esempio recente-mente – prosegue Coluccio - hanno suonato al Macallè i Calibro 35 che fanno musica cinematografi ca: quale gruppo migliore?”. A questo punto i due, praticamente “assaliti” da appassionati che gli chiedono un consiglio sul vinile da acquistare, ci salutano, brandendo in mano due grosse “padelle” come si chiamava-no: in uno c’è il 45 giri di “Musica ribelle” di Eugenio Finardi e nell’al-tro quello di “Good Vibrations” dei Beach Boys. Mai combinazione è stata più azzeccata per descrivere quest’iniziativa! (m.n.)

no: proprio lì hanno intravisto il Pony in autostrada direzione Genova dove intanto sopraggiungeva una pattuglia della Polstrada di Genova Ovest con gli Agenti Billa e Sala che autorizza-vano il supporto dei volontari rangers all’interno dell’ A7 per tentare la mes-sa in sicurezza del pony. La pattuglia della Polstrada bloccava le macchine che sopraggiungevano, mentre il mez-zo dei Rangers riusciva a raggiungere a passo d’uomo il cavallino e Gifra, calmandolo e accarezzandolo, faceva una capezza di fortuna con una cor-da e portava il pony a piedi presso l’area di servizio di Vocemola dove la polstrada chiamava un trailer che metteva in sicurezza il cavallino di nome Sonny per poi trasferirlo al cen-tro ippico “La Bellaria” di Fioravante Patrone a Novi Ligure, per rifocillarlo e eseguire la ricerca del proprietario.

Claudio Cheirasco

Mentre stiamo andando in stampa il “nostro” Gianlu-

ca Bombara, l’intrepido ciclista alessandrino impegnato nel suo “Tour d’Europa su due ruote”, sta sfrecciando verso le pianure tra la Germania, il Lussemburgo e il Bel-gio. Però la “vera” attesa è un’al-tra: è tutto pronto per accogliere degnamente il buon Gianluca al suo rientro in Italia. Sabato 28 maggio alle ore 16 infatti presso il “Museo dei Campionissimi” di Novi Ligure l’alessandrino è atteso dalle autorità cittadine e provin-ciali, parenti, amici e anche dalla redazione de “l’inchiostro fresco” che (ma non ditelo a nessuno) gli

consegnerà….. un simpatico omag-gio! Caro Gianluca

torna, questa casa aspetta te! (c.c.)

Bentornato aBentornato acasa Gianlucacasa Gianluca

Mentre andiamo in stampa ci giunge notizia che Sonny ha ritrovato il suo proprietario, ma si fermerà alla “Bellaria” perché ci sta veramente bene!!!

Page 25: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

Occhio al bilancioOcchio al bilancioRonco Scrivia: intervista al Sindaco Rosa Oliveri

Dopo un anno è tempo di bi-lanci, di quanto fatto in que-sti dodici mesi e sui progetti

futuri. Ne parla a l’inchiostro fresco il sindaco di Ronco Scrivia, Rosa Oli-veri, eletta nella lista “Insieme per il Paese” il maggio del 2015. “Lo scorso anno abbiamo approvato il bilancio nel mese di luglio, praticamente ap-pena entrati in carica - spiega il sin-daco Oliveri - quindi le possibilità di nuove iniziative non sono state moltissime, ma siamo riusciti co-munque a portare avanti progetti importanti, abbiamo creato degli abbattimenti, all’interno della tas-sazione comunale, in favore delle fasce più deboli cioè disabili, inva-lidi civili e pensionati al minimo” una scelta molto importante, quindi, quella fatta dall’Amministrazione Comunale di Ronco Scrivia in un periodo di grave crisi economica che ha colpito maggiormente le fasce più disagiate della popolazione. Il Comu-ne di Ronco Scrivia, come ci dice il primo cittadino, ha anche optato per una scelta di netto abbattimento dei costi della politica: “tutta la Giunta e il Consiglio hanno deciso, prati-camente all’unanimità, di rinun-ciare all’indennità. Questi soldi li abbiamo destinati ad un fondo sociale. La voce del bilancio inden-nità amministratori è passata dai 25 mila euro del 2015 ai 6 mila di quest’anno - prosegue il sindaco Rosa Oliveri - ciò ci ha permesso di portare avanti il bando delle “bor-se lavoro” destinato sia a persone in diffi coltà che a volontari che si impegnano per il comune”. Ronco Scrivia è anche un comune che si sta valorizzando dal punto di vista di attività ed eventi culturali, come ci dice il primo cittadino Oliveri “il nostro è un comune che ha, durante tutto l’anno, moltissime iniziative ricreative, culturali e sportive. Ab-biamo organizzato lo scambio dei semi giunto alla sua seconda edi-zione, quest’anno, in occasione del 2 giugno, riorganizzeremo, dopo tantissimi anni che non veniva più fatto, il giro del Monte Reale e grande successo ha avuto anche il mercatino natalizio di Villavecchia che è stato premiato come uno dei mercatini migliori d’Italia”. Ri-guardo al tema Unione dei Comuni, il sindaco ronchese spiega: “nell’ulti-mo mese, su proposta del presiden-te dell’Unione, sono entrata a far parte della giunta come assessore. L’unione è inevitabilmente un pro-cesso faticoso, bisogna far rodare i meccanismi nuovi che coinvolgono tutti i comuni; la nostra, inoltre, è anche un’unione molto estesa e con realtà molto diverse tra di loro - dice

Rosa Oliveri - come abbiamo impo-stato l’unione in Valle Scrivia ot-terremo sicuramente dei vantaggi, anche se è un tema che all’inizio de-stabilizza”. Diversa la posizione del sindaco in merito al progetto, lancia-to in Valle Scrivia, della costituzio-ne di un comune unico per la valle. “Personalmente, con i presupposti attuali, vedo l’idea di un comune unico come una cosa impossibile” dice il sindaco Oliveri “al giorno d’oggi non è proponibile e i cittadi-ni sicuramente non lo capirebbero, è necessario proprio per questo far funzionare al meglio l’unione dei comuni”. Successivamente il primo cittadino ronchese parla riguardo al Parco dell’Antola: “è una realtà

Sul referendum sulle “tri-velle” del 17 aprile, fallito per mancato raggiungi-

mento del quorum, il premier Renzi ha polemicamente notato che con i soldi (circa 300 mi-lioni d’euro) spesi si potevano

Rifl essioni «ferroviarie» di Stefano Rivara

La voce del binario

importante per la Valle Scrivia e il suo sviluppo, abbiamo come Ronco Scrivia all’interno del consiglio del Parco Silvana Balbi, che è una per-sona molto preparata sulla realtà culturale locale, essendo stata anche presidente della rete museale della Valle e infi ne il consorzio Antola Valleys, che speriamo possa far co-noscere le bellezze delle valli dell’An-tola in giro per l’Europa”. Infi ne riguardo ai progetti futuri per Ronco Scrivia, il sindaco Rosa Oliveri dice: “mi sto impegnando tantissimo e ne ho parlato anche con i miei col-leghi sindaci della Valle, per il tor-rente Scrivia. Il nostro fi ume è stato protagonista, negli ultimi anni solo per i fatti tragici delle alluvioni” spiega il primo cittadino ronchese “lo Scrivia attraversa luoghi molto belli ma non possiede attualmente un Piano dei Sedimenti, attraverso questo piano il fi ume viene studiato nella sua intera orografi a e, tramite il consorzio del Po, si vedono quali sono le azioni che si possono fare e quali no, per esempio riguardo alla ghiaia che oggi ogni comune fa in autonomia, dobbiamo invece studiare azioni condivise per pro-teggere il nostro fi ume tra tutti i co-muni coinvolti sia del Genovesato che dell’Alessandrino”.

Fabio Mazzari

acquistare 350 carrozze ferro-viarie. A parte che sono questi i soldi della democrazia, ma non è questo il punto. A parte che gli sprechi della mala po-litica italiana vanno ben oltre i 300 milioni d’euro l’anno, ma neppure questo è il punto, giac-ché questa è una rubrica che si occupa di trasporto ferroviario. Allora andrebbe chiesto al no-stro (mai votato dagli elettori) premier, e non solo a lui, per quale motivo viene in mente di occuparsi dei pendolari solo per dire che i soldi non ci sono perché sono stati “sprecati” per altre cose. Bisognerebbe anche chiedere come mai ci si ostina a fi nanziare mega-opere in gran parte inutili (o meglio utili so-prattutto ad alcune consorterie economiche - vedasi TAV Tori-no Lione e Terzo Valico), il cui costo si può complessivamente stimare in almeno 30 miliardi di euro: 100 volte i 300 milioni del referendum; con i quali si potrebbero acquistare, facendo le proporzioni, 35.000 carrozze ferroviarie. Come dice il comi-co Maurizio Crozza, avremmo i treni posteggiati in doppia fi la. In realtà sono ormai decenni che i vari governi che si sono succeduti hanno gravemente trascurato il trasporto pendo-lare, salvo ricordarsene quando serve a fi ni propagandistici.

Stefano Rivara

Le 350 carrozze

L’Associazione Isolese Am-bientalista desidera con questo comunicato stampa

informare tutti i cittadini dell’esito della pubblica presentazione del progetto ENERGA (Impianto per la produzione di energia elettrica prodotta da biogas ricavato dalla fermentazione anaerobica di rifi uti) tenutesi nell’ambito della proce-dura di valutazione di impatto am-bientale (VIA) presso gli uffi ci della Regione Liguria Via Fieschi 15 Ge-nova. L’associazione è stata fondata il 24 giugno del 1995, ed ha come obbiettivi statutari la salvaguardia e la tutela dell’ambiente e la difesa del territorio Isolese e del benessere dei suoi abitanti. Con queste fi nalità l’associazione sta, da ormai quasi un anno, seguendo con viva preoc-cupazione le vicende dell’impianto in oggetto. Durante l’incontro, pre-sieduto dal Dott Nicola Poggi in qualità di dirigente responsabile del settore ambiente della Regione Li-guria, il proponente l’impianto, ov-vero la società Energa, per voce di due tecnici ha presentato il proget-to alla commissione dei tecnici per l’istruttoria di VIA ed al pubblico presente in sala. La partecipazione popolare è stata oltre le aspettative. Tre sindaci con fascia tricolore, il dott Giulio Assale sindaco di Isola del Cantone, la Sig.ra Rosa Oliveri

sindaco di Ronco Scriva, la Sig.ra Stefania Pezzan assessore all’am-biente e delegata dal sindaco di Ar-quata Scrivia, hanno accompagnato dalla prima fi la il numeroso gruppo di valligiani presenti. L’attento pub-blico ha in più occasioni rimarcato con brusii e commenti le numerose inesattezze pronunciate dai relatori, che vanno dalla “minimizzata” di-stanza dell’impianto dalle case (di-chiarato 500 metri, reale 350 metri) ai non corretti riferimenti al quadro normativo. Tutti questi strumentali errori ed altre lacune contenute nel progetto, saranno oggetto di puntuali e circostanziate contro- deduzioni in occasione delle osser-vazioni uffi ciali che l’associazione farà assieme al comune di Isola del Cantone e di Arquata. (A.I.A.)

Questione ambiente ad IsolaQuestione ambiente ad IsolaUno stralcio del comunicato dell’associazione isolese

Il comunicato uffi ciale lo potete trovare sul nostro sito www.inchiostrofresco.it

Page 26: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

Quanti di noi soffrono di acidi-tà e bruciori di stomaco? Mol-

ti, moltissimi e la “colpa” è dovuta al nostro stile di vita, allo stress quotidiano, alle patologie legate all’obesità in costante aumento. Tuttavia, anche quando l’origi-ne di tale problema non è legata all’alimentazione, dieta e stile di vita possono aiutare grandemente ad attenuarne i sintomi. “Se il tuo stomaco brucia, fai una pausa!” questa dovrebbe essere la regola aurea nel comportarsi, riparten-do dalle basi, ovvero cibi leggeri, vestiti comodi e più tempo per te. Una dieta sana ed equilibrata, ad esempio, prevede carni magre ai ferri o bollite, il pesce (ma non le fritture), il latte scremato, formag-gi magri, cereali (preferibilmente integrali) e dare grande spazio alla verdura, come carote, cavoli, piselli, broccoli, fagiolini verdi e patate bollite. Sulla frutta “anda-

teci piano”, bene mele e banane ma evitare il resto. Per aiutarci nella digestione, oltre a seguire consigli pratici come quello di non distendersi subito dopo aver consumato il pranzo o la cena, presso la Farmacia Lasagna di Busalla si possono trovare degli utili prodotti come l’Enzitasi, un integratore alimentare a base di Enzimi da Moltodestrine fermen-tate e cereali fermentati, Lattasi e Alfa-Galattosidasi. Ideale per migliore la digestione del lattosio nei soggetti che non lo digerisco-no (30 compresse, 15 euro). Il Re-fl ux control invece è una confe-zione di 24 compresse masticabili in vendita a 7,50 fi no al 31 maggio (e fi no ad esaurimento scorte). Inoltre gli esperti nutrizionisti del-la Farmacia Lasagna vi sapranno consigliare gli alimenti più adatti a voi. Non vi resta che andare a Busalla in via Vittorio Veneto 46!

Piccola guida Piccola guida per combattere per combattere l’aciditàl’acidità

Il Bar Garitta di Torriglia si pre-para agli eventi che faranno da

apertura alla stagione estiva del comune dell’alta Val Trebbia Geno-vese. Sabato 4 giugno il Bar Garitta assieme alla pizzeria “Il Castello”, in occasione della Giornata dello Sport in Val Trebbia saranno gli sponsor uffi ciali del Team Errebi Genova che parteciperà alla crono-scalata stradale sul bivio Cavorsi-Torriglia. Le iscrizioni e le prenota-zioni, inoltre, potranno essere fatte presso i due locali. “Molti nostri clienti parteciperanno inoltre alle gare della Giornata dello Sport” ci assicura il titolare Marco Besutti. Domenica 5 giugno, invece, anche il Bar Garitta parteciperà attiva-mente alla popolarissima “Sagra del Canestrelletto” che, ogni anno, attira numerosi visitatori che pos-sono assaggiare il famoso biscotto torrigliese. Davanti al bar si esibirà

la famosa orchestra di musica da ballo di Andrea Fiorini e, Marco Besutti e il suo staff offriranno a partecipanti e… ballerini un bic-chiere di vino passito e un cane-strelletto di Torriglia. Ma le novità non si fermano qui, per la stagione estiva il Bar Garitta ha in cantiere molte sorprese e novità.

Gli appuntamenti estiviGli appuntamenti estividel Bar Garittadel Bar Garitta

Garitta Bar - Via Matteotti, 49 - TorrigliaGaritta Bar - Via Matteotti, 49 - Torriglia

Per info: cell. 333.96.42.392

26 l’inchiostro frescoMaggio 2016 VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Le elezioni in ValleLe elezioni in VallePropata, Valbrevenna e Rondanina al voto

Sono solamente tre i comu-ni dell’entroterra genovese che vedranno rinnovare

le amministrazioni con il turno elettorale del 5 giugno, si tratta di Valbrevenna, in Valle Scrivia e di Propata e Rondanina, in Val Trebbia. Rondanina, il più pic-colo comune della Liguria con appena 75 abitanti all’ultimo censimento va al rinnovo antici-patamente, il consiglio comuna-le è infatti stato sciolto a marzo per lo stato di impedimento per-manente a svolgere le funzioni istituzionali del sindaco in cari-ca, Gualberto Mangiarotti, a cau-sa di gravi problemi di salute. Il comune è attualmente retto dal vicesindaco facente funzioni, Ar-naldo Mangini, già primo cittadi-no e probabilmente candidato

alle elezioni di giugno. Sempre in Valle Scrivia va al voto Propata, il paese del Lago del Brugneto, 161 abitanti all’ultimo censimento a quasi mille metri di altitudine, il primo cittadino uscente, Renato Cogorno, 65 anni ingegnere, elet-to nel 2011 con la lista “Insieme per Propata” ha appena termina-to il primo mandato e con ogni probabilità sarà in corsa per un secondo mandato. Infi ne in Valle Scrivia a rinnovare l’amministra-zione è Valbrevenna, 812 abitanti sparsi in otto frazioni, secondo comune più piccolo della vallata dopo Vobbia, ai confi ni della Val Trebbia. Il sindaco uscente, Mi-chele Brassesco, 63 anni, com-merciante, eletto cinque anni fa per il primo mandato con la lista “Valbrevenna Viva” non ha an-cora sciolto le riserve, ma quasi sicuramente sarà in corsa per i prossimi cinque anni. Tre picco-li comuni, dove le liste in carica non sono espressione dei partiti politici nazionali, dove però le competizioni spesso sono serra-te e vengono giocate all’ultimo voto.

Fabio Mazzari

Trenino, si parte il 21 maggioTrenino, si parte il 21 maggioDopo tante attese comunicata fi nalmente la data uffi ciale

Finalmente ci siamo, questa volta la data di partenza, dopo tante attese, smenti-

te uffi ciali e comunicati uffi ciosi, sembra quella vera. Come antici-pato nella seconda settimana di aprile dall’edizione genovese de “La Repubblica”, la data scelta per l’inaugurazione della ristrut-turata linea ferroviaria Genova-Casella sembra stata indicata per sabato 21 maggio. Non c’è ancora la conferma defi nitiva ma, non ci sono più dubbi, dopo oltre quattro anni di chiusura la stori-ca linea a scartamento ridotto è pronta a ripartire. Nelle frazioni di Sant’Olcese, di Serra Riccò e di Casella interessate, con le loro fermate, dal passaggio del “trenino” la festa è già iniziata, le nuove carrozze, riammodernate e riverniciate, sono già infatti sui binari. Come i nostri lettori mol-to probabilmente sanno, la linea ferroviaria Genova-Casella viene chiusa, alla fi ne del 2011, a causa della pericolosità del ponte fer-roviario di Fontanassa, costruito nel 1953 e diventato ormai peri-colante. Nell’autunno del 2014, quando la riapertura sembrava imminente, gli eventi alluvionali hanno cancellato tre anni di lavo-ri, con le diverse frane che hanno reso il transito inagibile. I lavori, però, sono andati avanti a tempo di record, in appena un anno e mezzo è stata completata la mes-sa in sicurezza delle colline a ri-dosso dei binari e il vecchio pon-te degli anni ‘50 è stato sostituito da uno completamente nuovo, in cemento, che ha incontrato il fa-vore anche degli ambientalisti. In questi oltre quattro anni di stop il servizio di collegamento è stato svolto da un autobus sostitutivo, mai amato dai pendolari del “Tre-nino delle Tre Valli” perché più lento, scomodo e che si sovrap-poneva al servizio già esistente svolto da ATP. Prima della sua chiusura il numero di pendolari stimato nei giorni feriali, con le dieci coppie di treni al giorno,

era stimato attorno alle 250 mila unità all’anno. La ripartenza del-la Ferrovia Genova-Casella, con carrozze rinnovate e le stazioni di attesa rimesse a nuovo, potrà fi nalmente essere un elemento

di valorizzazione turistica, sia per la sua vicinanza a Genova che per la bellezza dei panorami attraversati.

Fabio Mazzari

Page 27: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

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27l’inchiostro frescoMaggio 2016VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Antola Valleys, associazione per il territorioAntola Valleys, associazione per il territorioHa preso uffi cialmente forma il nuovo progetto di valorizzazione delle valli

Nata nel 2015, in vista dell’Expo Internazionale di Milano, Antola Valleys

si è uffi cialmente costituita, nella metà di aprile, come associazione di promozione sociale. La sede fi sica di Antola Valleys sarà all’in-terno della biblioteca civica di Val-brevenna. La scelta del luogo non è casuale, ma rappresenta il punto di incontro tra la Valle Scrivia e la Val Trebbia. Presidente dell’as-sociazione è stato nominato Aldo Scorzoni e vicepresidente Alessio Bianchi, assessore a Valbrevenna il primo, a Rovegno il secondo, rappresentando anche qui entram-be le vallate. “Abbiamo deciso di proseguire il progetto nato con l’Expo di Milano” spiega il vice-presidente Alessio Bianchi “il pri-mo anno di attività è stato chiu-

so in attivo, abbiamo così deciso di fare un passo successivo. Il progetto - prosegue Bianchi - com-prende non solo i comuni all’in-terno del Parco dell’Antola ma anche quelli limitrofi , riguardo a ciò non abbiamo limiti di terri-torio e vogliamo aprire anche ai comuni vicini nelle province di Alessandria, Piacenza e Parma”. Ma di cosa si occuperà Antola Val-leys? “Gli ambiti di competenza sono numerosi - ci spiega Bianchi - vogliamo promuovere a livello turistico, eno-gastronomico e culturale tutto quello che è pre-sente all’interno del territorio. Abbiamo lanciato il sito uffi ciale www.valliantola.it che è uno dei portali più aggiornati e completi sulla zona - ma non solo - saremo presenti alle principali manife-

stazioni sul territorio, come l’Ex-po Valtrebbia di Rovegno e Mun-du Antigu di Valbrevenna”. Tra gli obiettivi futuri di Antola Valleys c’è l’apertura alle Pro Loco e alle diverse associazioni delle valli, anche diverse persone conosciute sul territorio, come il gastronomo Sergio Rossi, hanno aderito con entusiasmo al progetto, così come ottima è stata l’accoglienza delle amministrazioni comunali. “L’o-biettivo è quello di promuovere le bellezze delle nostre vallate in giro per l’Italia - ha detto Alessio Bianchi - la prima presentazione l’abbiamo fatta alla storica libre-ria Hoepli di Milano, con grande successo e interesse del pubblico, ci piacerebbe essere una sorta di segnalatori di interesse - prose-gue il vicepresidente di Antola Val-leys - cerchiamo di fare un qual-cosa che per il nostro territorio non è stato mai fatto, prendendo ad esempio zone che, negli ulti-mi anni, in Italia hanno lavora-to benissimo per promuovere il loro territorio, come ad esempio l’appennino Tosco-Emiliano, l’A-bruzzo e la Calabria”. L’entroterra ligure potrà avere quindi un forte rilancio dal punto di vista turisti-co, puntando sull’economicità dei prezzi, la vicinanza al mare e diverse particolarità “un grande elemento che dobbiamo assolu-tamente valorizzare adesso è il treno di Casella, che fi nalmente ripartirà a metà maggio e che ho notato che è molto apprez-zato non solo dai genovesi ma anche, e soprattutto, in giro per l’Italia” dice Bianchi. Ma anche l’eno-gastronomia potrà essere un punto di forza: “abbiamo di-versi prodotti tipici, penso ad esempio alla patata quarantina e le nostre valli possono diventa-re la zona di produzione del latte per il genovesato, anche conside-rando i problemi che sono nati in questo ultimo periodo”.

Fabio Mazzari

È stato presentato alla libre-ria Feltrinelli di Genova

il nuovo romanzo di Maria Teresa Valle dal titolo “Maria Viani e le ombre del ‘68”. Si tratta dell’ottavo libro della serie di gialli, pubblicata da Fratelli Frilli Editore, che ha ottenuto grande successo di pubblico non solo a Genova ma anche al di fuori dei con-fi ni locali. Maria Viani, vera e propria alter-ego dell’autrice, è una persona comune, non è infatti né un’investigatrice professionista né fa parte delle forze dell’ordine. Agisce come una Jessica Fletcher o Miss Marple genovese. A diffe-renza però dei personaggi fi ssi dei gialli classici, Maria Viani ha la particolarità di ‘viag-giare’ nel tempo. Riguardo a questa scelta Maria Teresa Valle ha spiegato: “ho voluto creare un personaggio che non fosse fi sso nel tempo ma che indagasse in periodi sto-rici diversi e, soprattutto, in età diverse”. Protagonista di questo ultimo romanzo è una Maria ventenne nella Genova di fi ne anni ‘60, che si è ap-pena iscritta all’Università di Genova, che si trova di fronte alla misteriosa scomparsa del-la sua coinquilina. La vicenda, si rivelerà solo apparentemen-te un fatto marginale, aprendo la strada ad una fi tta rete di trame oscure. Nei precedenti romanzi, Maria Teresa Valle aveva ambientato la sua alter-ego bambina a Varazze negli anni ’50 (La guaritrice), ragaz-za al liceo Chiabrera di Savona (Burrasca), donna sposata di mezz’età nel basso Piemonte (La morte torna a settembre) e, addirittura, con una sua antenata omonima nel XVI se-colo al tempo di Andrea Doria (Le trame della seta).

Fabio Mazzari

Un gialloUn giallonella Genovanella Genova

anni ‘60anni ‘60

Villa Borzino sempre più nel degradoVilla Borzino sempre più nel degradoDopo tre anni nessun miglioramento per la storica villa di Busalla

Villa Borzino di Busalla, la splendida villa in stile liber-ty fatta costruire alla fi ne

del XIX secolo dall’industriale e senatore del Regno d’Italia Emilio Borzino, ha visto sicuramente tem-pi migliori dello stato di degrado e incuria in cui si trovano la villa e il suo parco. Ne avevamo già parlato nella primavera del 2013 (artico-lo “Villa Borzino cade a pezzi”), dopo tre anni sembra che non sia cambiato nulla, anzi, se possibile, i cambiamenti ci sono stati in peggio. La cappella all’ingresso della villa è sempre chiusa da un cancello e il pavimento è letteralmente ricoperto di rifi uti (in gran parte lattine e bot-tiglie) lanciati dalle grate, la splen-dida fontana con il “mascherone” è sempre a secco e anch’essa rovi-nata da graffi ti e immondizia varia. Nell’articolo di tre anni fa parlammo del pessimo stato in cui si trovava la mattonata iniziale, con il selciato in gran parte dissestato e pericoloso per chi ci si trovava a passarci, oggi la scalinata dell’ingresso è stata sì

riparata, ma nel peggiore dei modi: con una leggera e antiestetica cola-ta di cemento che ricopre l’antica mattonata originale! Anche il parco è in uno stato di grave abbandono, il prato non è stato tagliato (l’erba, al momento dell’articolo, era molto alta, con pericolo per i bambini che giocano o corrono lì) e vi sono rami

e tronchi d’alberi tagliati, probabil-mente da qualche tempo, lasciati abbandonati ai lati della strada. A Villa Borzino è anche diffi cile seder-si su una panchina per godere del sole o riposarsi, le panchine infatti sono pericolanti e letteralmente im-merse dalle erbacce. La Villa stessa, infi ne, non è in migliori condizioni,

malgrado sia sede di diverse asso-ciazioni, tra cui quella distaccata del Parco dell’Antola, l’intonaco esterno è scrostato e rovinato dall’u-midità mentre gli scalini di marmo rovinati da scritte e graffi ti. L’unico miglioramento è stato il rifacimento del tetto, probabilmente grazie ai fondi europei (come avverte un car-tello davanti alla villa). Nel 2014 il recupero di Villa Borzino fu uno dei primi punti di tutte e quattro le liste che si presentarono alle elezioni di Busalla, dopo due anni non si è visto ancora nulla, ad eccezione di una giornata dei volontari che, qualche mese fa, hanno cercato di risistema-re il parco. Il confronto con strut-ture simili vicine geografi camente, come Villa Serra di Sant’Olcese e Villa Pallavicini di Arenzano è scon-fortante. Possibile che Villa Borzino, che ancora negli anni ‘80, come ri-cordano in Valle, ospitava mostre, concerti ed eventi, sia destinata ad un degrado irreversibile?

Fabio Mazzari

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28 l’inchiostro frescoMaggio 2016 VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

CantautoriCantautoriIl nuovo libro di storia di musica

Inaspettatamente, ma non trop-po, anche le colline regalano spunti ambientali di assoluto

interesse. Non si parla di ambienti aspri e selvaggi, che incutono un certo timore, ma di un paesaggio collinare rilassante e bucolico. Il caso del M. San Vito poi, offre an-cora maggiori spunti di carattere naturalistico, trattandosi di un particolare biotopo ricco di specie diverse di fi ori. Il M. San Vito rag-giunge i 680 metri di altezza e gode, dalla sua posizione, di ampia vista su Valli Grue, Curone e Borbera; dall’altra parte invece le colline de-

gradano per fare posto alla pianura, con Alessandria, le colline del Mon-ferrato e alle spalle la catena Alpi-na. Come detto però, maggior inte-resse suscitano le fi oriture, in par-ticolare tutte le differenti varietà di orchidee e ofridi. Questi fi ori infatti prediligono quote non troppo ele-vate, i margini del bosco e zone so-leggiate, in particolare le ofridi, che appartengono sempre alla stessa famiglia delle orchidee ma hanno pochi fi ori per gambo. La fi oritura inizia a fi ne Aprile, raggiungendo la maturazione in Maggio. Va ricorda-to che le orchidee selvatiche sono

fi ori rari e perciò protetti; tra le più rare troviamo: Ofride di Bertoloni, Fucifl ora, Fior di Legna; Orchidea Purpurea e Piramidale tra le più comuni. Altre speci ancora arric-chiscono l’importanza di questo sito, crescendo qua e la nei prati o ai margini del sentiero. Il M. San Vito è raggiungibile grazie ai sentie-ri CAI da Avolasca, Garbagna o Ca-stellania. Partendo dal paese omo-nimo è possibile un piccolo anello, seguendo prima la strada sterrata per S. Alosio-Castellania; ad una curva si sale seguendo il sentiero CAI e si ridiscende dall’altra parte

verso il paese (1h totale). Partendo invece da Castellania si passa da S. Alosio e le sue torri, seguendo la sterrata che fi ancheggia in alcuni punti enormi calanchi in 1h circa si arriva in cima. Dunque non si tratta di vere e proprie escursioni, ma di semplici giri adatti più che altro agli amanti della natura e in particolare dei fi ori.

Stefano Milano

“Come editore sono al trentaseiesimo li-bro pubblicato, che

è un numero enorme per una piccola casa editrice come la mia, ci siamo specializzati in pubblicazioni legate alla storia e alle tradizioni locali e oggi siamo al secondo libro dedicato alla musica leggera” spiega Ric-cardo Rossi, polceverasco doc, editore di una casa indipendente che ha appena dato alle stampe “La scuola genovese dei can-tautori… e altre storie” scritto da Sergio Teddy Di Tonno, uno dei massimi esperti di musica leggera esistenti in Italia, nella sua casa di Ronco Scrivia l’au-tore ha una collezione di oltre sedicimila dischi in vinile che ripercorrono decenni di musica leggera. “Questo libro - prose-gue Riccardo Rossi - è il seguito naturale quello pubblicato sem-pre da Teddy Di Tonno, sulla storia del Festival di Sanremo” la particolarità di questa seconda pubblicazione, continua l’edito-re “è che Sergio Di Tonno non si è limitato ai cantautori più famosi come De Andrè, Paoli e Lauzi ma ha ripercorso storie e aneddoti di cantanti, can-tautori e gruppi musicali oggi quasi dimenticati dal grande pubblico, raccogliendo articoli di giornale, fotografi e famiglia-ri mai pubblicate e soprattutto numerosissime copertine di dischi, alcune di esse, come le versioni per l’estero, molto rare e ricercate”. La documentazione a cui ha attinto l’autore è appun-to molto ampia, dopo il volume sul Festival di Sanremo e questo “La scuola genovese dei cantau-tori… e altre storie” Di Tonno e Rossi daranno alle pubblicazioni nei prossimi mesi (l’uscita, come ci spiega l’editore è prevista per Natale 2016) un terzo capitolo, questa volta dedicato interamen-te alla canzone folk dialettale e al trallallero, dove Teddy Di Tonno ripercorrerà la storia e le opere

Monte San Vito e Colline TortonesiMonte San Vito e Colline TortonesiScarpinando nell’Oltregiogo: percorsi e paesaggi griffati Stefano Milano

Per informazioni e escursioni

tel. 339 78.78.972

delle diverse squadre dei cante-rini che eseguivano (e in alcuni casi eseguono ancora) il canto polifonico nato dai marinai “sarà un libro molto interessante” dice l’editore “in quanto a diffe-renza del Festival e dei cantau-tori, il genere folk è stato meno considerato e analizzato dagli esperti di musica nel corso degli anni”. Il libro, edito da Riccardo Rossi Editore, si può trovare fa-cilmente nelle librerie di Genova e Provincia e in molte edicole. Sul sito internet de l’inchiostro fresco potrete leggere l’intervista integrale all’autore. (f.m.)

Da Minceto al ReopassoDa Minceto al ReopassoUn micro turismo locale per conoscere e far conoscere l’Appennino

Bella e suggestiva la passeggia-ta – escursione che i nostri due inviati, Gianni e Giusy, hanno

fatto lunedì 25 aprile scarpinando da Minceto, una caratteristica e molto ben tenuta frazione di Ronco Scrivia che domina dall’alto la Valle Scrivia, sino al Reopasso, sopra Busalla. I no-stri due intrepidi camminatori, armati di panini, succhi di frutta e macchina fotografi ca, dopo aver parcheggiato l’auto nella zona feste di Minceto, dove ad agosto si tiene la famosissi-ma sagra dei pizzoccheri, hanno deci-so di festeggiare il 25 Aprile andan-do a vedere i luoghi storici di quegli eventi ormai lontani nella storia ma sempre vivi nella memoria e, nello stesso momento, per cogliere l’oc-casione di conoscere posti nuovi. È stata un’escursione piena di sorprese perché ad ogni curva del sentiero la visuale cambiava: dalla vista sul mare che all’improvviso appare al viandan-te tra gli squarci dei monti al Castello della Pietra che dal versante opposto inaspettato sbuca tra il fi tto fogliame, rivelando ancor meglio tutta la sua possanza da nido d’aquila. Per poi giungere dopo due ore abbondanti di cammino sul Reopasso dove provvi-denziale è una ferrata alla quale anco-rarsi. Ma la fatica ne è valsa la pena

perché da lì la vista spazia dal mare ai monti e da una parte Vobbia, adagiata ai bordi del suo torrente, sembra qua-si una disegno, mentre dall’altra Bu-salla si sfuma in una lunga prospettiva monopolizzata dal corso dello Scrivia. E di fronte a quello spettacolo la cola-zione al sacco dei nostri due intrepidi inviati è apparsa ancora più gustosa.

Chiara Boarini

Torriglia, torna la “Sagra del Canestrelletto”Torriglia, torna la “Sagra del Canestrelletto”È giunta all’edizione numero quattro la “Sagra del

Canestrelletto” di Torriglia, che si svolgerà domeni-ca 5 giugno e che, assieme alla Giornata dello Sport in Val Trebbia del giorno precedente, rappresenta di fatto l’inizio della stagione estiva per uno dei luoghi di villeg-giatura estiva da sempre più apprezzati dai genovesi. La festa, organizzata come ogni edizione dall’associa-zione “Il Canestrelletto” e dall’amministrazione comu-nale di Torriglia, con il patrocinio della Regione Liguria e della Provincia di Genova e vedrà tutti i produttori del famoso biscotto locale partecipare con i propri stand lungo le vie del paese facendo assaggiare ai numerosi visitatori non solo il prodotto tradizionale ma anche e soprattutto le varianti sul tema. I canestre letti saran-no offerti da: Antico Forno, Gardella dal 1953, Flavia Garbarino, La nuova Torrigiana, Pasticceria Guano, Alimentari Novella, Il Canestrelletto di Marco Guano, Panifi cio Fratelli Zanardi e Panifi cio Nonsolopane. Il

canestrelletto di Torriglia si differenza dai canestrelli, diffusi su gran parte del territorio ligure (sono molto apprezzati ad esempio quelli di Acquasanta di Mele e di Sassello) per diverse particolarità, ad esempio le dimensioni più grandi, il maggior utilizzo di burro e la mancanza di zucchero a velo. L’origine di questi biscot-ti è molto antica, diversi documenti raccontano che il “canestrello” era già molto conosciuto su gran parte del territorio della Repubblica di Genova durante il XII secolo, nel 1576, quando dalle cronache dell’epoca si legge di un furto ai danni di un povero mulattiere di diversa merce, tra cui “un cavagno di damasche e cannestrelletti”. Le varianti di ogni produttore sono ovviamente segrete, ma la ricetta base è sempre quella tratta da un libro di cucina genovese del Seicento ovve-ro “farina in tot. Libbre, zucchero in tot. Once, burro in tot. Once, quattro rossi d’uovo, liquore e limone grattugiato”. (f.m.)

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L’anomalia Isolese CalcioL’anomalia Isolese CalcioLa squadra della valle Scrivia sta vivendo una stagione da incorniciare: fi nale triller nella partita decisiva con il Boccadasse

Forse è azzardato parlare di “miracolo” quando si parla della squadra

di calcio Isolese Asdi che quest’anno milita in seconda categoria. Ma la sua storia, fi n dalle sue origini, racconta di una impresa che a Isola del Can-tone era solo un sogno. Un vecchio ambizioso progetto risalente alla fi ne degli anni Venti che si prefi ggeva di realizzare una squadra competitiva di soli giocatori nel piccolo antico borgo Spinola (Isola) e iscriverla a un torneo di promozione. Le tante vicissitudini e poi la guerra fermaro-no l’iniziativa ma nessuno la dimen-ticò. E la fi amma ancora accesa di questo sogno irrealizzato ha ripreso a bruciare con rinnovato vigore nel corso del 2014 grazie alla compatta partecipazione di tutti i giovani isole-si e appassionati di calcio di ogni età. In poche settimane l’idea si propagò come un’epidemia benigna in tutto il comune contaminando la totalità dei cittadini. Forte di questo unani-me consenso l’avventura Isolese ha cominciato a prendere forma con la costituzione di un gruppo dirigente guidato dal presidente Mirco Cirri, patron della C.B.M, e di una squadra subito iscritta al campionato di terza categoria. Il vecchio terreno di gioco del Monte Moro opportunamente adattato alle normative di 3° catego-ria, è stato concesso alla società cal-cistica dalla parrocchia San Michele Arcangelo grazie all’interessamento presso la Docesi di Genova del par-roco di Isola don Carlo Lagomarsi-no. Dopo 87 anni di attesa dunque, il sogno si realizzava. E i risultati della squadra andarono oltre le più rosee attese tanto da consentirgli il passaggio in seconda categoria per il campionato 2015/2016. Un risultato straordinario ottenuto con la potente

determinazione dei giocatori che in molte partite ha sopperito alla man-canza di esperienza o alla inferiorità tecnica. Un altro fattore importan-te è stato il pubblico isolese che ha sempre accompagnato, supportato e coccolato la squadra sia nelle sue esi-bizioni in campo casalingo sia in tra-sferta. Domenica 17 aprile nel campo neutro di Busalla si è stata disputata

l’ultima partita di campionato tra la Asdi Isolese e Genovese Boccadas-se. Entrambe le formazioni avevano interesse a chiudere la stagione in se-conda posizione in classifi ca visto che la capolista Torriglia era ormai irrag-giungibile. Risultare secondi al termi-ne del campionato signifi ca affrontare i play off di promozione con una par-tita secca mentre il terzo classifi cato

deve affrontare e vincere ben due partite di spareggio. Ciononostante la gara tra le due antagoniste è stata gio-cata senza timori. Al Boccadasse ser-viva una vittoria mentre alla Isolese bastava un pareggio. Subito in partita e molto aggressiva l’Isolese che con-trolla il gioco e si rende pericolosa in diverse occasioni. Ma è il Boccadasse a passare in vantaggio alla mezz’ora

del primo tempo con Troci-no. La reazione degli isolesi

è rabbiosa e cinque minuti dopo Repetto butta dentro la porta avversaria la palla del pareggio. Poi la partita, sem-pre combattuta e con conti-nui rovesciamenti di fronte si incattivisce e fi occano i richiami e le ammonizioni. Perfi no i dirigenti hanno i loro problemi a mantenere la calma: Cirri, presidente

della Isolese viene fatto allontanare dal campo per proteste. Gli spalti

erano pieni di tifosi delle due forma-zioni ma stranamente muti. Seguono tutti aspettando che accada qualcosa: i tifosi Isolesi il fi schio fi nale che con-fermerebbe il secondo posto alla loro squadra, i sostenitori della Genovese Boccadasse che sperano nel miraco-lo del vantaggio. Il tempo passa e si arriva alla fi ne con qualche minuto da recuperare. Poco tempo ma suffi ciente

per regalare al pubblico un fi nale im-prevedibile. Sugli sviluppi di un calcio di punizione, complice l’esiguo numero di giocatori in barriera, il Boccadasse va nuovamente in vantaggio ad opera di Mignami che inganna Chiesa. Boa-to di Gioia nella curva dei sostenitori della squadra genovese, scompiglio e incredulità nel settore Isolese. Anche i giocatori in campo accusano il colpo. Mancano ormai pochissimi istanti al fi -schio fi nale. Palla a centro e via con un lancio sulla destra e subito un fallaccio subito da un giocatore isolese. Ne se-gue un tafferuglio con tutti gli uomini in campo, giocatori, dirigenti, allenatori, massaggiatori a strattonarsi o a sedare quella che sembra una rissa generale. Ma l’arbitro riesce miracolosamente a far ragionare tutti e a riportare l’ordine espellendo il numero 9 del Boccadas-se, l’autore del fallo. Si riprende nono-stante la tensione alle stelle, l’Isolese ci prova e ci crede. Ormai 22 giocatori sono in area del Genovese Boccadasse che conduce per 2 a 1 a venti secondi dalla fi ne. Silenzio assoluto in campo, si sente il colpo che calcia il pallone sul quale si avventano 7-8 teste sulle quali rimbalza e cade sul terreno a un passo dal palo destro dove è appostato Balbi, un difensore della isolese che incorna il pallone e lo butta dentro un secondo prima del termine dell’incontro. Un mi-nuto prima l’Isolese ASDI era sconfi tta, un minuto dopo un gol miracolo voluto e cercato chiude l’incontro sul 2 a 2 e consegna il secondo posto assoluto alla squadra di Cirri. Un fragoroso applauso liberatorio dei tifosi saluta i giocatori della Isolese che quasi non crede al risultato ma non deve permettersi di staccare la spina perché all’orizzonte ci sono i play off e, chi lo sa? La squadra da battere potrebbe essere nuovamen-te la tostissima Genovese Boccadasse.

Renato Piras

Una grandiosa foto riporta ai ricordiUna grandiosa foto riporta ai ricordiSistemata all’ingresso dello Sferisterio la foto del pubblico degli anni d’oro

I colpi della pallina riecheg-giano con più intensità nello Sferisterio Comunale di Via

Lung’Orba Mazzini ed ora i ri-cordi epici di un tempo rivivono anche attraverso una grandioso cartellone. Accanto all’ingres-so è stata infatti sistemata una grande foto che risale agli anni 78 e riguarda la partita dell’ago-sto tamburellistico tra l’Ovada e il Lonardi San Floriano. “Per quella gara – racconta la vice presidente di Ovada in Sport Wanda Vignolo – furono vendu-ti oltre 4 mila biglietti grazie

ad una passione veramente forte per il tamburello”. Come è possibile notare nella foto ogni posto dello Sferisterio era occu-pato e molti erano coloro i quali partivano da casa con il seggio-lino per poter prendere posto in quanto le partite si facevano anche lunghe oppure si recava-no allo Sferisterio addirittura alcune ore prima per sistemarsi possibilmente nella tribuna a fondo campo al riparo dal sole e con una visuale più completa. Un rituale che si ripeteva non solo in occasione del tamburel-

lo d’oro, ma anche durante le mitiche sfi de del campionato di serie A quando scendevano i grandi campioni per cui era sempre caccia al posto. “Come ogni anno – continua Wanda Vignolo - abbiamo effettuato un intervento di manutenzione dell’area che sovrasta il campo di gioco secondo la convenzio-ne che abbiamo stipulato con la Servizi Sportivi che gestisce l’intera struttura. E così abbia-mo pensato di dotare a nostre spese lo sferisterio di questo cartellone dopo tutti i lavori

che abbiamo sempre esegui-to in occasione della 12 ore di tamburello”. La sistemazione della grandiosa foto non passa inosservata a chi transita a piedi o in macchina per Via Lung’Orba Mazzini e racchiude la storia di questa disciplina. Una struttura che ha visto scendere sul ret-tangolo di gioco i migliori gioca-tori del tamburello e che sembra destinata ad una rinascita grazie a coloro che credono sempre in questo sport che rappresenta non solo la storia, ma anche la cultura del Monferrato. (e.p.)

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30 l’inchiostro frescoMaggio 2016 SPORT

Una “Maratona” a colpi di clickUna “Maratona” a colpi di clickDa Imperia a Milano a piedi: l’avventura del fotografo internazionale Settimio Benedusi

Mentre vi accingete a leggere questo pezzo, il noto foto-grafo di moda e pubblicità

Settimio Benedusi, dopo dodici gior-ni di cammino, è già giunto a Milano. Settimio è partito da Imperia, sua cit-tà natale, con un dubbio in testa, ov-vero “La fotografi a, in un momento dove tutti la usano solo in cambio di un like su facebook può avere un va-lore Vero? Reale? Concreto?” Ha tro-vato la sua risposta affermativa giun-gendo, dopo circa 250 km, a Milano solo “barattando” buone fotografi e professionali con cibo, un giaciglio o generi di conforto. Ho avuto il piace-re di passare una mattinata seguendo le sue gesta in quel di Bosco Marengo dove ha fatto una delle tappe più lun-ghe del suo “pellegrinare”. Sabato 23 aprile di buon mattino l’ho incontrato con la sua assistente al residence “il Mansio” di proprietà della famiglia Mignone a cui appartiene anche la stupenda tenuta “San Michele”. La struttura alberghiera è gestita da uno dei due fi gli, Federico, che ha ospi-tato per la notte il fotografo. Partiti dal Mansio e raggiunta la “Locanda dell’Olmo”, noto ristorante del paese dove, ho scoperto, il fotografo ha ce-nato la sera prima, siamo stati accolti dai gentilissimi proprietari pronti per essere “pagati”, è il caso di dirlo, per la cena con una foto di famiglia. Già, con una foto proprio come quelle di una volta, dato che Settimio oltre ad inviarla subito via mail e a pub-

blicarla sui social, arrivato a Milano, la stamperà e la manderà ai pro-prietari della Locanda e a tutti

quelli che hanno accettato di essere pagati in questo modo.

Il fotografo, nei giorni successivi intervistato da radio DeeJay, ha di-

chiarato che la fotografi a è una “roba seria, seria perché utile e perché permette, per esempio, di traman-dare le fotografi e dei nostri nonni ai nostri fi gli e che tutte le fotografi e scattate coi telefonini spariranno, tutte le foto su Facebook si perderan-no in rete dato anche il più noto dei social avrà una fi ne mentre se una fotografi a viene stampata rimarrà per sempre”. Dopo aver gustato un

caffè cortesemente offerto siamo ripartiti insieme verso la tenuta San Michele dove nella splendida cornice del giardino Settimio ha prima “paga-to” con uno scatto i proprietari della Locanda e successivamente ha fatto lo stesso con la famiglia Mignone per sdebitarsi della notte passata al Man-sio. La mia mattinata con Settimio e tutti quelli che hanno vissuto la sua due giorni boschesi con lui è termina-ta in piazza del mercato davanti alla Locanda dove abbiamo salutato lui e la sua assistente che hanno ripreso il cammino verso Milano. Avevo già seguito l’avventura di Settimio sui social prima che arrivasse a Bosco, nel paese di Papa Pio V, e ho conti-nuato a tenermi aggiornato fi no alla fi ne dopo il suo arrivo nella città della Madonnina e seguendo i suoi diversi video ne ho potuto apprezzare l’umil-tà la disponibilità e la professionalità; in questi video ha dichiarato più volte

che questo è stato un viaggio nell’u-manità delle persone e vedendo ciò che hanno fatto i miei concittadini, compreso il Dottor Gazzaniga che ha curato i suoi dolenti piedi, e tutti quelli che l’hanno incontrato lungo il suo cammino non posso che essere d’accordo con lui. La fotografi a vive ancora ed ha ancora un valore vero; ricordate quando avete bisogno di fo-tografi e di qualità serve un fotografo professionista come per esempio, se avete, bisogno di un impianto elet-trico a norma vi serve un elettricista professionista. Grazie a Settimio per avermi permesso di seguirlo in quel-lo che lui ha ribattezzato #settimio-decompostela e per aver intrapreso questa maratona per il bene della vera e utile fotografi a.

Daniele Cifalà

Le sorelle ovadesi sugli sciLe sorelle ovadesi sugli sciOttimi risultati per Andrea e Serena Benetti

È giunta alla conclusione la stagione sciistica delle due sorelle Andrea e Se-

rena Benetti di Cremolino. Per la piccola Serena classe 2006 in forza al Mondolè Ski Team di Artesina, Cuneo, è stata una stagione particolarmente diffi cile sia a causa delle diffi -cili condizioni di innevamento che ne hanno condizionato pesantemente gli allenamenti, che per il diffi cile inserimento nel nuovo circuito agonistico. I buoni risultati di fi ne stagione fanno sicuramente ben sperare per la prossima stagione. Per Andrea, classe 2002, apparte-nente allo Sci Club Valbormida, la stagione è stata ricca di sod-disfazioni: infatti grazie a tre vittorie e cinque secondi posti ottenuti in campionato, l’atleta ovadese si è qualifi cata ai cam-pionati italiani di categoria che

si sono svolti a Bardonecchia e nella disciplina dello ski cross ha ottenuto un buon 35° posto. Si è qualifi cata inoltre alle fi nali nazionali del Trofeo Topolino svoltosi sulle nevi di Foppolo. In virtù poi del primo posto conquistato alle qualifi che re-gionali ha avuto accesso alle fi nali nazionali del Pinocchio sugli sci che si sono svolte all’A-betone. Ora il suo impegno sarà concentrato ad ottenere un an-cor miglior risultato nell’esame scolastico di terza media pres-so l’istituto Madri Pie, mentre la piccola Serena frequenta la quarta elementare, in attesa di ripartire entrambe con gli alle-namenti estivi.

Enzo Prato

I due sorridenti e simpatici volti di Andrea e Serena Benetti sulle piste innevate

Nella gara di Orentano valevole quale 1° cop-

pa “Quattro Regioni”, la Scuola ASD Budokai Dojo con sede ad Acqui Terme con i Maestri Salvatore Scanu e Laura Ferrari, ha registrato il primo posto di Mirko Pira di Ovada, 8 anni, nella specialità Kata (essenza del Karate) ossia l’esecuzione di un esercizio individuale che rappresenta un combat-timento reale contro più avversari immaginari. Nel-lo svolgimento della pro-va Mirko ha dimostrato alta qualità delle singole tecniche, delle posizioni e degli spostamenti. Oltre a Mirko Pira per la Scuola di Acqui Terme buoni piaz-zamenti per Giorgia Fede-rico e Riccardo Cazzola, Matteo e Serena Chiavet-ta, Luca Roffredo e Luca Carozzino, Sara Angeleri ed Emanuele Garbarino, per la Scuola di Ovada Antonio e Linda Sanna.

Enzo Prato

Mirko PiraMirko Piracampione dellecampione delle

arti marzialiarti marziali

Page 31: Inchiostro Fresco - Maggio 2016

ORARIO:

Mattino 8,00 - 12,00Pomeriggio 14,00 - 19,00Domenica 9,00 - 12,00

CHIUSO I FESTIVI

SEGUICI SU

Via Martiri della Resistenza, 48 Fraz. Mantovana - Predosa (AL)Tel. e fax 0131 [email protected]

Questa bellissima frase di Mario Soldati, intro-duce l’argomento di cui oggi vogliamo parlare, cioè del fenomeno ormai diff uso in Italia del Turismo enogastronomico, sul quale la Can-tina Sociale di Mantovana, in futuro, sicura-mente presterà sempre più attenzione, sfrut-tando le immense, e ancora poco valorizzate realtà, paesaggistiche, culturali e della buona tavola, che la nostra terra può off r ire. Negli ultimi anni, questo fenomeno è uno dei trend che sta maggiormente caratterizzando il settore vitivinicolo e agroalimentare, in Italia e si basa sull’unione tra Cibo, Vino e il Territorio, inteso come espressione di produzioni vocate di qualità, e produzione di cultura locale, che insieme determinano la qualità complessiva

del sistema ambientale. E necessario dare sen-so a ciò che mangiamo e beviamo, alla sua pre-venzione del territorio, alla cultura che genera e che ha generato, distinguendosi dall’omolo-gazione a cui sui ormai siamo tutti preda con la globalizzazione. Le potenzialità del Turismo enogastronomico, sono diverse: un nuovo con-cetto di vacanza, tra cultura, relax e fi tness; un turismo sostenibile e rurale, con un rapporto diretto con la natura e con forme di vacan-za totale nelle località rurali che il territorio esprime; ovviamente anche un turismo lega-to al Vino, diretto a tutto quanto concerne la produzione del vino e dei prodotti vitivinicoli, ovvero quei percorsi che includono le vigne, le cantine e i luoghi di lavorazione, di imbot-tigliamento, di invecchiamento, di conserva-zione, ecc.” In tali percorsi sono da includere i momenti partecipativi alla conoscenza dei prodotti stessi, anche con riguardo alle fasi del consumo. Sarà necessario preparare opportu-ni tracciati che abbraccino quanto di meglio e curioso, il nostro territorio del Monferrato può off rire. Enoturismo signifi ca quindi anche fl ussi turistici che non interessano il solo spa-zio circoscritto della cantina, ma i vigneti, la campagna e le località limitrofe. L’enoturismo

può essere utile alla conservazione degli altri sistemi locali, di altre produzioni, di prodotti agricoli, di prodotti artigianali, ecc. Crea atti-vità legate al sistema ricettivo, all’intermedia-zione e sviluppa professioni turistiche (guide, animatori, istruttori, sportivi, ecc.) con note-voli benefi ci in termine di reddito, di sviluppo economico e di occupazione locale. Attori im-portanti, di questo fenomeno, potranno essere le Pro Loco, che in Italia, rappresentano un’ec-cellenza assoluta, per la valorizzazione del ter-ritorio e, ancor più in questi momenti di crisi, svolgono una funzione sociale di aggregazio-ne importantissima. Nel nostro territorio, da molti anni operano diverse Associazione o Pro Loco quali, la Polisportiva di Castelferro, l’Associazione turistica dei Boschi di Sezzadio e le Pro Loco, di Mantovana, di Predosa e di Sezzadio, molto attive e molto conosciute, che rappresentano egregiamente quanto di meglio il nostro territorio può off rire, organizzando sagre ed eventi che richiamano importanti fl ussi di persone, che ritornano sempre molto volentieri, memori della buona accoglienza e dei cibi e vini a loro off erti. Sarà soprattutto, con loro che la Cantina Sociale di Mantovana dovrà sempre più collaborare, per sviluppare il turismo enogastronomico, che potrà generare un positivo eff etto volano, utile al futuro dei nostri giovani che intendono dedicarsi all’agri-coltura, attraverso la realizzazione di imprese economicamente valide e sostenibili, e per far sì che sulle nostre colline, del Monferrato re-stino i fi lari coltivati a vite, che ricordiamo es-sere stati recentemente, dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

Lorenzo Romano

“Il vino è la poesia della terra”

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