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AFFIDAMENTO DELLE FAMIGLIE AI SACRI CUORI DI GESÙ E MARIA

Cuori Santissimi di Gesù e Maria, così conformied uniti da formare un cuor solo, vero modellodi comunione per ogni famiglia, eccoci, a Voidinanzi, per consacrarvi solennemente i nostricuori. Voi avete manifestato il desiderio di re-gnare in ogni famiglia ed avete mostrato nellacasa di Nazareth, come debba regnare la pacee la felicità domestica. Vogliamo a vostra imi-tazione e col vostro aiuto fare della nostra fami-glia il regno della pace, della gioia e della pietà,dove si oda la preghiera in comune e si viva lavita dei Sacramenti, nel reciproco sostegno enel vicendevole aiuto. Cuori Santissimi di Gesùe Maria, degnatevi di benedire i nostri propositie voti, i nostri interessi spirituali e materiali erendeteci fedeli a questa nostra offerta, nellegioie e nei dolori. Amen.

Con approvazione ecclesiastica

Casa GeneraliziaVia del Trullo 372

00148 - RomaTel. +39 06.6530612

Email: [email protected]: www.istitutosacricuori.it

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Giovanni ZubianiRevisione a cura di Massimiliano Taroni

SUOR CASILDA DI FILIPPIA servizio dei poveri

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Finito di stampare nel mese di giugno 2017

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Questo opuscoletto è nato dietro indicazioni suggerite dalla

Madre Delegata della nostra missione in Brasile, durante

la celebrazione del XVI Capitolo Generale dell’anno 2006.

Vuole essere una grata memoria di suor Casilda di Filippi,

un’anima semplice della terra di Abruzzo, che, in seguito, ha

dovuto lasciare, per recarsi oltre oceano, in Brasile. Una vera

suora dei Sacri Cuori che ha donato la sua vita ai piccoli, ai

poveri e a chiunque ha avuto bisogno del suo aiuto.

Sono molte le testimonianze, di sacerdoti, consorelle e laici,

che parlano di suor Casilda, sempre pronta ad andare incontro

alle necessità dei fratelli, senza risparmiarsi, di giorno e di

notte, anche quando stava in preghiera, convinta di lasciare

Dio per Dio, come un angelo consolatore.

Lo spirito di fede, la ricchezza della sua vita interiore e il suo

grande cuore materno, le hanno permesso di far fronte a qual-

siasi situazione, anche difficili, pur di sollevare chi si trovava

nel bisogno.

È stata una madre saggia, amabile e buona, per le giovani in

formazione che collaboravano con lei nell’assistenza agli an-

ziani, in Brasile, incoraggiandole ad essere aperte alla grazia,

fedeli e generose.

Questo breve profilo biografico, incoraggi chiunque l’avrà fra

le mani, ad avere sempre un cuore aperto e disponibile, all’amo-

re di Dio e al servizio dei fratelli, proprio come suor Casilda.

• Presentazione •

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Colgo l’occasione per ringraziare i sacerdoti, le consorelle e i

fedeli che ci hanno offerto le loro testimonianze, grazie alle

quali, è stato possibile realizzare questo piccolo profilo.

Concludo, esprimendo tanta gratitudine agli autori che, con

pazienza e passione, ne hanno redatto il testo.

Suor Maria Lidia Rosmarino

Superiora Generale

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5 SUOR CASILDADI FILIPPI

• Castel di Sangro •

Dell’infanzia della futura suor Casildasappiamo poco. Nacque il 27 novembre

1919 a Castel di Sangro (L’Aquila) da Filip-po di Filippi e Maria Capotosto.

Fu battezzata il 5 gennaio 1920 col nome diGenoveffa. La sua era una famiglia cristianabuona e onesta. Erano 5 figli: 4 fratelli e leil’unica sorella. La giovinezza di Genoveffa ci è nota dai do-cumenti che l’accompagnarono nella sua de-cisione di donarsi tutta al Signore. Appena diciottenne, la vediamo chiedere diessere ammessa nella Congregazione delleSuore Missionarie dei SS. Cuori di Gesù eMaria. Amava Gesù povero e voleva servirlonei poveri. Il Signore la chiamò alla sua se-quela, attraverso la figura di una suora mis-sionaria dei Sacri Cuori di Gesù e Maria,suor Amelia Pierdominici che faceva la que-stua, chiedendo l’elemosina nel dopoguerra,

La mamma e il papàdi suor Casilda

Castel di Sangro(AQ) paese natiodi suor Casilda

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per dare da mangiare alle or-fanelle di Lanciano e di Ro-ma, a loro affidate. Da questoincontro nacque la vocazionedi Genoveffa ed il suo desi-derio di consacrarsi nell’Isti-tuto dei SS. Cuori di Gesù eMaria.Al tempo in cui Genoveffaentrò in religione, l’Istitutoera governato dalla Superioragenerale Madre LeonildeRossi.

Castel di Sangro - Fontebattesimale nella Basilicadi Santa Maria Assunta

Castel di Sangro - Castello del Reche risale al IX sec. d. C.

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• Ad Atessa •

Genoveffa giunse ad Atessa nel 1938 dalpaese natio; il suo ingresso è attestato il

13 marzo 1938 da una dichiarazione in cui leSuore le porgono il loro benvenuto; è firmatodal padre di Genoveffa, Filippo, dato che leiera ancora - per quel tempo - minorenne.

Di lei abbiamo delle relazioni trime-strali degli anni 1938-1940 checomprendono i periodi del postulan-dato e noviziato, che mostrano la suaprogressiva maturazione e immede-simazione in quel che doveva esserela sua identità di consacrata. Se neiprimi tempi la si dice abbastanzadevota, umile e diligente, molto vi-vace e disinvolta nella compostezza,in seguito le saranno riconosciuti imeriti di essere una suora moltoumile, docile, con grande spirito disacrificio, diligente nello studio della religio-ne. Quanto alle attitudini, le sarà riconosciutaquella per i lavori casalinghi, la cucina e l’as-sistenza ai bambini.

Veduta di Atessa

Suor Casildada giovane

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In una lettera chiede dichiamarsi con un nomenuovo: suor Casilda di S.Giuseppe, in memoria diuna santa principessa mu-sulmana, martire per la suaconversione, a Toledo inSpagna. L’ingresso al postu-landato è datato 26 aprile1938, mentre la vestizionedell’abito il 9 maggio 1939. Commovente e piena disante intenzioni è la letteradi richiesta che scrisse allaMadre Leonilde per essere

ammessa alla professione dei voti nel 1940:

“Reverendissima Madre Generale,con la grazia del Signore e con l’aiuto di Ma-ria avvicinandosi il tempo della mia Profes-sione, domando alla Sua materna bontà diessere ammessa ai santi voti nell’Istituto deiSacri Cuori di Gesù e Maria. I miei voti conl’aiuto della divina grazia saranno duraturifino alla morte e tenace vincolo di fede, tem-prati dalla mistica preghiera.Benedirà il Signore la mia consacrazione e lemie promesse saranno preziosi scudi al miocorpo. Il profumo della preghiera, della ca-stità di sposa di Gesù, saranno per il cielo ilbalsamo delle grazie più elette che il buonDio ci concede. Rev.ma Madre, il Signore ètanto buono, pensi Lui ad ispirarla a conce-dermi questa grazia che tanto desidero.Tutte le mie azioni le farò per la maggior glo-

Immagine di Santa Casilda

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ria di Dio e per il bene del nostro amato Isti-tuto. Sarò pronta a fare tutto quello che il Si-gnore vorrà da me e che manifesta per mezzodei miei Superiori. Il Signore benedica e pro-tegga la Sua opera, operatrice del bene del-l’umanità. Chiedendole perdono delle mie mancanze, rin-graziandola del bene che mi ha fatto e che farà.Umilmente prostrata Le chiedo la santa be-nedizione.

Aff.ma figlia suor Casilda.”

Interessante, un anno dopo la pri-ma professione, quello che la suaSuperiora, suor Letizia del Croci-fisso, scrisse alla Generale riguardoal rinnovo della Professione dellanostra suorina:

“Rev.ma Madre Carissima,per rispondere al suo legittimo desi-derio posso assicurarla, che suorCasilda col tempo sarà una buonasuora; ma ha bisogno ancora di for-mazione! Perché per quello che iovedo pecca più per ignoranza che per altro.Il mio consiglio sarebbe di metterla in un uf-ficio dipendente, così si raffinerà all’obbe-dienza e alla sottomissione.”

E così, dopo il rinnovo dei voti nel maggiodel 1941, tre mesi dopo, suor Casilda parteper Chieti, dove dovrà assolvere l’incarico direfettoriera nel Seminario, dando inizio alsuo apostolato.

Suor Casilda

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Veduta di Chieti

• A Chieti •

In questa bella città, suor Casilda giunsenel Settembre 1941. Vi resterà fino al lu-glio 1946 per completare, attraverso il lavorodi refettoriera in un ambiente protetto, la suaformazione alla vita religiosa.

La permanenza a Chieti di suor Casilda, ab-braccia in pratica, quasi tutto il periodo del-la Seconda Guerra Mondiale. E se laproclamazione della guerra, il 10 giugno1940, da parte del governo italiano a fiancodella Germania non apportò all’inizio diffi-coltà alla vita e alle opere dell’istituto, dal1943 la situazione diventò sempre più critica

specialmente dopol’armistizio del set-tembre 1943. Le co-munità dell’istitutopiù coinvolte furonoprima quelle del-l’Abruzzo, Molise eCampania, perché ilfronte di guerra pervari mesi rimase in

Immaginericordo della

vestizionereligiosa donatadalla Serva di

Dio MadreLeonilde Rossi

SUOR CASILDADI FILIPPI 10

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quella zona. Poi fu la volta delle comunità diPola e dell’isola di Cherso in Istria. Le diffi-coltà di approvvigionamento fecero chiuderelo studentato a Roma.Suor Casilda rinnoverà i suoi voti per un pe-riodo limitato prima della professione per-petua. Nel frattempo, dall’obbedienza, è destinataa Mozzagrogna, nella periferia di Lanciano,come assistente della Superiora.

VenerabileGenoveffa deTroia della qualeera devota suorCasilda

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• A Mozzagrogna •

AMozzagrogna suor Casilda risiederà inuna prima fase dal 1946 al 1950. Que-

sta sarà la dimora dalla quale emetterà la

sua professione perpetua. Dati i pareri favo-revoli ricevuti, suor Casilda poté così consa-crare per sempre se stessa al Cristo, nellaChiesa, mediante i tre voti religiosi. Lo feceil 12 settembre 1946, nelle mani della nuovaGenerale Madre Raffaella Casna.

Mozzagrogna -Scuola materna

Da sinistra suorAgostina Pulcini,

Madre Edvige Di Fulvio

e suor Casildacon i bambinidella scuola

materna

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• Invio a Pescara e ritornoa Mozzagrogna •

In questa città suor Casilda presterà la suaopera negli anni 1950-1954 presso la Cli-nica Pierangeli, ove si dedicherà alla cura de-gli ammalati. Situata nei pressi dell’OspedaleCivico Santo Spirito, era ed è, una strutturaspecializzata, con attrezzature diagnostichemoderne e personale medico professional-mente qualificato.

Non siamo a conoscenza della vita di suorCasilda in questo periodo pescarese, ma lasua figura risplenderà di tante virtù per ilperiodo seguente, nel quale verrà nuova-mente inviata a Mozzagrogna.Dal 1954 al 1963 suor Casilda, ritorna perla seconda volta a Mozzagrogna, dove emer-geranno le doti umane e spirituali che la ca-ratterizzavano: materna con i bambini eassai caritatevole con gli adulti.

Veduta di Pescara

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Una consorella che visse con lei, disse: “Suor Casilda era una suora molto semplice,umile e laboriosa, amabile con tutti. Non hafatto mai lamento di nessuna persona e dinessuna cosa che mancava. Amava tutti, spe-cialmente i più sofferenti. Amava molto l’Isti-tuto, i superiori e le consorelle.” Una testimonianza più ufficiale, visto che arenderla è il Parroco di S. Rocco in Mozza-grogna, Don Tullio Bomba, e che vennestampata sul Bollettino parrocchiale, dice:“Grazie alla buona volontà di alcune cate-chiste e soprattutto delle suore Missionarie deiSacri Cuori, che lavoravano presso l’asilo co-munale, si è potuto riaffermare il desiderio diricominciare la vita con maggiore entusia-smo. Infatti le suore sono andate incontro aibambini e alle bambine, e con le buone ma-niere hanno incoraggiato tutti, anche allafrequenza della Messa domenicale. Per questoapostolato è stata di grande aiuto suor Ca-

Da sinistraMadre Edvige

Di Fulvio, suor Casilda esuor Agostina

Pulcini aMozzagrogna

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silda, dimostrando zelo ed entusiasmo, facen-do da guida alle altre catechiste, organizzan-do piccole e belle iniziative che attiravano iragazzi alla frequenza”. Ma è dalla gente comune che emergono itratti più genuini della personalità di suorCasilda e tanti sono quelli che serbarono ilsuo grato ed ammirato ricordo. In quel periodo, suor Casilda si preoccupavadi tutti i poveri e i sofferenti, dava anche damangiare ai più bisognosi, curava le personemalate, a domicilio, anche di notte si mette-va a disposizione di tutti. In Parrocchia erasempre attiva con nuove idee e proposte, or-ganizzando varie iniziative.

Suor Casilda con le bambinedella PrimaComunione

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Un abitante di Mozzagrogna disse:“Da quel che ricordo, suor Casilda èstata una buona suora, molto dolce edisponibile, sia nei confronti deibambini che dei paesani. Era ben vi-sta da tutti perché sapeva stare contutti, con gente a cui piaceva che congente che non l’accettava, si sa, neipaesi è così. Era una suora stupendacapace di risolvere qualsiasi cosa,soltanto con la sua fedeltà e buonavolontà. Per noi bambini era unesempio di vita cattolica; era buona,gentile ma soprattutto educata e ri-spettosa nei confronti di tutti. Le pia-ceva contornarsi di bimbi, stare con

loro ed insegnare a vivere nella fede, lei neaveva tanta da dare”. Le suore erano il fulcro della Parrocchia diMozzagrogna. Frattanto, un’altra persona disse in partico-lare di suor Casilda:“Suor Casilda… che suora, che grande per-sona!!!. Umile e forte allo stesso tempo.

Forchetta usatada suor Casilda

Asciugamanousato da

suor Casilda

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A proposito del nome:una volta le chiesi qualera il suo nome di nasci-ta. Lei non volle dirmelo,e mi rispose così: io perquesto mondo sono mor-ta, ma sono rimasta conGesù, chiamandomi suorCasilda. Poi indicando-mi l’anello che aveva aldito mi disse: sono sposa-ta con Lui, sono la suasposa e voglio amarlo,servirlo ed obbedirgli sempre. Ha lavoratotanto… ha fatto i lavori più umili senza mailamentarsi. Negli anni del dopo guerra, c’eratanta miseria e fame per tutti. Lei aiutava coni lavori domestici le persone più povere e ma-late e con tanti figli, non si riposava mai, nonsprecava il tempo, aveva sempre da fare…

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Mozzagrogna: suor Casilda con i bambini dellaParrocchia

Tovagliette usateda suor Casilda

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I Sacri Cuori di Gesù e Maria fonte ispiratrice dell’Istituto (presso la scuoladella Casa Generalizia in Via del Trullo a Roma)

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‘Il tempo è del Signore’ diceva. Era tutto na-turale per lei, caritatevole, umile e instanca-bile. Quante volte ‘copriva’ le marachelle chefacevamo per evitare un dispiacere a MadreEdvige, facendoci però capire qual era la cosagiusta!” Le capacità educative di suor Casilda eranonotevoli:“Poter dire quanto ha fatto suor Casilda –disse una mamma – per tutta la comunità diquesto paese, mi onora. A quei tempi mio fi-glio frequentava l’asilo,quindi avevo un buonrapporto con loro. Possotestimoniare che suor Ca-silda ha trasmesso a miofiglio, tutta la sua dispo-nibilità, umanità edamore per il prossimo, in-somma tutte quelle qua-lità che servono aformare un uomo e sfrut-tarle nel corso della suavita. Infatti, mio figlio, tutt’ora, nella profes-sione di chirurgo ortopedico, è sempre umile,disponibile e conforta i pazienti, oltre che cu-rarli con amore. Questo lo deve a suor Casil-da che gli ha trasmesso questi valori. Io, comemamma, ancora oggi dico grazie a suor Ca-silda e tutti speriamo di vederla presto beati-ficata”.Concludiamo questa breve carrellata di te-stimonianze con un’ultima:“Suor Casilda era una donna piccola e mi-nuta e nello stesso tempo grande perché era

Fazzoletto usatoda suor Casilda

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umile, paziente e gene-rosa. Il suo volto era co-me una finestra aperta,piena di luce sempresorridente e allegra, eral’immagine dell’amore.Lei amava tutti, piccolie grandi. Suor Casildaera piena di amore pergli altri. Sempre dispo-nibile in tutte le cose epronta a fare ciò che eranecessario nella sua co-munità e nella Parroc-chia. Nel preparare lerecite, i canti, i bimbiper la Prima Comunio-ne e tante altre cose, leiera la prima a dare ilsuo contributo. Sembra-va un angelo che vola-

va di qua e di là, senza stancarsi mai.” Ma volgeva l’anno 1963. L’obbedienzachiedeva a suor Casilda di dare il suo amo-re ancora più lontano, in missione, ma eranecessaria una preparazione linguistica,per questo venne trasferita a Roma, perprepararsi meglio al nuovo apostolato chel’attendeva.

Crocifisso nellacamera di suor

Casilda in Brasile

Penna usata dasuor Casilda

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• A Roma •

Facciamo un passo indietro: il 20 dicem-bre del 1948 l’Istituto dei Sacri Cuori

decise l’acquisto di un terreno e casa, di 13vani, in Roma nella borgata del Trullo al nu-mero 76, e dopo gli adattamenti necessari il23 febbraio 1949 vi si inaugurò l’Orfanotro-fio Sacri Cuori, con l’inizio il 10 ottobre1951 del funzionamento regolare della scuo-la materna e della scuola elementare a be-neficio della gente che sempre più siinsediava nella zona. Fu qui che dimorò suorCasilda. Abitò, quindi, alla Casa generalizia di Viadel Trullo. Quando poteva, andava a visitare i luoghidella fede della Capitale: immaginiamo suorCasilda a vedere la Basilica di San Pietro ele grandi vestigia del passato. Pensiamo al-l’ardore della sua fede a stretto contatto conla santità della Città dei Papi. Di fatto, sap-piamo solo della finalità del suo trasferimen-to: prepararsi per la missione e la partenzaverso San Paolo del Brasile. Casa Generalizia

in Via del Trullo –Roma al tempo disuor Casilda

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• In Brasile •

L’apertura della presenza dell’Istituto inBrasile nel 1963 è uno degli avveni-menti più significativi di quel periodo. Il 23 dicembre 1964, la Madre Amelia Pier-dominici, vicaria generale, giunge in terrabrasiliana, insieme a suor Casilda e altre dueconsorelle. Le suore dei Sacri Cuori di Gesùe Maria, per interessamento dei MissionariScalabriniani, avevano preso servizio nel se-minario maggiore Giovanni XXIII in SanPaolo del Brasile. A suor Casilda era stata data la mansione diguardarobiera in quel luogo. Lì era stata de-stinata dall’obbedienza. Se non si hanno datiper i cinque anni in cui ella operò a serviziodei seminaristi, ciò è chiaramente da impu-

Veduta di San Paolo –

Brasile

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tare al carattere nascosto e ristretto del suoservizio ed alle difficoltà della nuova lingua.Ma appena le fu data l’opportunità, le sue

Da sinistra suor Casilda, Madre AmeliaPierdominici (vicaria generale) e Madre Pierina

Campopiano (superiora generale) - posa della primapietra casa San Paolo - Brasile

SeminarioSan GiovanniXXIII a SanPaolo - Brasile

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qualità di instancabile e sollecita vera suoradei SS. Cuori si svelarono in tutta la loro po-tenza! Questo avvenne col suo trasferimentoal pensionato di Osvaldo Cruz, ove fu addet-ta all’aiuto di tutti i bisognosi della zona.

Suor Casilda alSeminario

San Paolo – Brasile 1° fila da sinistra suor Casilda, Madre AmeliaPierdominici (vicaria generale) e Madre PierinaCampopiano (superiora generale)2° fila da sinistra suor Zita Morbidelli e suor MariaAntonietta Casalanguida

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• Osvaldo Cruz •

Osvaldo Cruz è una cittadina dello statodi San Paolo in Brasile.

L’Istituto dei SS. Cuori, con l’opzione per ilBrasile, decise l’apertura, oltre al Seminariodi S. Paolo, di altretre case: una di que-ste fu ad OsvaldoCruz nel 1966. Sipresentarono alcunegiovani brasilianeche intendevano en-trare nell’istituto. Siaffittò una casa inBrooklin (San Paolo)per le aspiranti. Poisi comprò un terrenoe il 4 luglio 1966 sidecise di portare atermine la realizza-zione. Tale gravoso progettointendeva venire in-contro alla necessitàdella formazione del-le aspiranti brasiliane e all’istruzione dellagioventù. Le prime aspiranti però venneromeno, perciò, parte dell’edificio fu adibita ascuola elementare. In seguito fu affittato adun gruppo di medici per uso ospedale, men-tre un’altra parte rimase come casa dellesuore, scuola materna e centro di incontriculturali, laboratorio e catechesi.

Veduta diOsvaldo Cruz -Brasile

Porta di OsvaldoCruz - Brasile

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Nel 1968 il religioso passionista P. MauroOdoríssio, che seguiva con simpatia le suore,le indirizzò a Osvaldo Cruz come luogo piùadatto per le vocazioni. Le suore presero alavorare tra gli anziani abbandonati creando,con l’appoggio di benefattori, la casa di ri-poso per anziani Pensionato San Vicenzo de’Paoli. Ed è qui che, un anno dopo giunge fi-nalmente suor Casilda per dimorarvi per ilresto della sua vita. La sua vita fu tutta dedicata agli anziani ma-lati. Alcuni, in seguito, dissero di lei:“Vorrei trovare una parola giusta che potesseesprimere la vera fisionomia della MadreCasilda; non so come definirla; mi permettodi prendere una parola dalla bocca degli an-ziani che credo bella, molto illuminata edesprime bene la sua interiorità. La chiama-vano ‘l’amata’. Un titolo un po’ particolare,ma lo voglio usare nel senso che è dalla boc-

Parrocchia SanGiuseppe –

Osvaldo Cruz

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ca dei poveri e dei piccoli che escono le gran-di verità. Noi, come di solito, ci rivolgevamoa Lei, che era Superiora della casa, conl’espressione Madre, il che vuole esprimereuna specie di figliolanza spirituale. Gli an-ziani al sentire tali espressioni capivano cheera ‘l’amata’ ed era proprio così, la sua pre-senza riempiva l’ambiente e portava sicurezzae gioia a tutti, sia agli anziani cui si dedi-cava a tempo pieno che a noi giovani chel’affiancavamo nei lavori”.

27 SUOR CASILDADI FILIPPI

Pensionato San Vincenzo De’ Paoli

Suor MariaAntonietta Casalanguida esuor Casilda

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28SUOR CASILDADI FILIPPI

Una giovane suora testimoniò: “Ci faceva vedere che la vita religiosa è unascuola di vita ed era per la vita che dovevamo

obbedire, essere sotto-messe, essere umili ediceva: senza umiltà efede nessuna resistenella vita religiosa.Nei tempi duri e diprova diceva: ‘Tuttopassa menina, tuttopasserà, sii forte e fe-dele, le persone fedelisi conoscono nelle pri-

vazioni’ e così l’amata era come una colombatra noi (non solo perché le piaceva vestire dibianco), la sua presenza portava pace e sol-lievo, era con noi e per noi. Le stavamo volen-tieri accanto in tutti i lavori.

Cappella delpensionato

Cappella delpensionato,

interno

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Lei era di poche parole, usava sempre l’espres-sione: ‘guarda menina’ e noi stavamo accan-to a lei a guardare. Cosa faceva? Cosadiceva? Una pasticca, un bicchiere d’acqua,una caramella, un po’di latte, di caffé, unacarezza e una buonanotte, e così si apriva echiudeva la giornata.Tante volte eravamo co-strette a fare dei lavorid’igiene personali aglianziani come: fare ilbagno, tagliare i capel-li, unghie, barba, imboccarli e anche vestirei morti. Lei ci ammaestrava dicendo: ‘Ragaz-ze tutto sarà facile e piacevole se pensate cheè proprio Gesù che stadavanti a te adesso, nondimenticate le Beatitu-dini: Ero povero… e voimi avete cercato e cosìvia. Pensate che questipotrebbero essere: io o imiei genitori, fratelli, elo sono’. E così noi lavo-ravamo senza resistenza, anzi con tanta gioiae soddisfazione; tutto diventava naturale”.“La casa di riposo, di fatto era una casa pergli anziani senza famiglia e con handicap diogni genere e molto spesso capitavano anchepersone con problemi psichici e parecchie voltela Madre ha preso botte e spintoni! Ricordoche un giorno un ricoverato le ha tirato dellepietre e ha fracassato una finestra; abbiamo

Pensionato:abitazione suore

Interno dellacappella delle suoreal pensionato

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dovuto chiamare la polizia, e mentre lo por-tavano via, la Madre lo salutava dicendo:‘Lasciatelo stare; è un povero vecchio, questoè un povero vecchio!’ Molte, anche tra noigiovani in formazione, abbiamo avuto deimomenti di buio, ma lei non si metteva dallaparte di nessuno, lasciava raffreddare gli ani-

30SUOR CASILDADI FILIPPI

Suor Casilda esuor Benedetta

Perfetti

Suor Casilda conla prima

responsabiledella delegazionebrasiliana Madre

Daria Totaro

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mi e poi ci spingeva ad avere coraggio e resi-stere, a rimanere attaccate alla croce; nonaveva mai parole aspre fuori posto, mai si mo-strò alterata con alcuna; quando era dispia-ciuta diventava rossa e basta. Era anche unadonna di preghiera, anche se esteriormentenon rivelava niente di straordinario.” Una testimonianza importante e qualificataè quella di Madre Osvalda Batista, già supe-riora generale delle Suore dei SS. Cuori:“Non sono mai vissuta insieme a lei, però l’hoconosciuta abbastanza, specialmente all’ini-zio, quando facevamo gli esercizi spiritualinella sua comunità, ad Osvaldo Cruz.

In primo luogo mi ha colpito molto la missio-narietà di Madre Casilda, il suo spirito diadattamento, non l’ho mai sentita lamentarsidella gente, delle condizioni che all’inizioerano molto precarie. Non di meno mi ha colpito la sua umiltà esemplicità angelica. Era una persona che nonmetteva nessuno in imbarazzo; era sempre al-la mano. Non potrei elencare tutte le virtùdella Madre, però non posso fare a meno didire che era una madre di perdono e di pace,

Suor ZitaMorbidelli e suor Casilda

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Statua di NostraSignora Rosa

Mistica,collocata da suor

Casilda alpensionato

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e ciò che l’addoloravano di più erano i disac-cordi tra le sorelle; faceva il possibile e l’im-possibile per sradicare questo tipo di male ecoltivare la fraternità. Ancora vorrei menzio-

nare il suo spirito di obbedienza e di preghie-ra, il suo grande amore a Dio, al prossimo eall’Istituto. La sua dedizione e attenzione aglianziani e malati era molto sentita al puntoche se lei si assentava per un lungo periodo,

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Madre DariaTotaro e suorCasilda con legiovani suore

Suor Casilda esuor ClementinaDi Marco(segretariagenerale)

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essi mostravano una grande sofferenza per lasua mancanza. Faceva i lavori più umili, tutto per servire Dionella persona del fratello bisognoso. Il suo la-voro era una vera preghiera. Quando pregava

Osvaldo Cruz -suor Casilda e

Madre Daria conle giovani suore

Suor Casilda conle postulanti

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in cappella, se qualcuno la chiamava perchéqualche anziano si sentiva male, era prontaad andare dal malato. Sempre diceva: ‘Biso-gna lasciare Gesù per servire Gesù nel fratellosofferente.’ Essendo superiora della comunità, interveni-va nella formazione, dialogando con la mae-stra in forma discreta a favore delleformande. E con il suo atteggiamento vivace,

Suor Casilda con un gruppo di bambini

Suor Casilda conle giovani suoreinsieme allaMadre GeneraleBenilde Gaeta

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anche senza dire niente, spingeva le giovaniad andare sempre avanti. Nelle novene di Natale, Quaresima, mese dimaggio dedicato alla Madonna, e mese digiugno in onore al Sacro Cuore di Gesù, di-mostrava uno spirito devozionale molto forte,radunando anche altre persone a celebrareinsieme questi momenti. La condivisione anche faceva parte della suavita. Tutto quello che aveva, lo condividevain parti uguali con tutte, senza dimenticarsidi nessuna. Viveva la povertà con saggezza e creatività.Nei momenti liberi aggiustava e rattoppavagli indumenti per gli anziani, la maggiorparte erano poveri, con tanta dedizione eamore.

Suor Casilda,suor Carmelitade Souza Lima esuor Leonia deLima Franco,

durante il bucato

Suor Casilda conalcune anziane

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Per me, lei è stata sempre una consacrata cheha abbracciato la missione con spirito di co-raggio, dedizione e donazione totale dellasua vita, nelle piccole cose del quotidiano,con tanto amore a servizio dei fratelli più po-veri e bisognosi, a causa del Regno.” Un’altra suora disse di suor Casilda: “Quando mi ricordo di Madre Casilda, delsuo volto, del suo essere consacrata nel nostroIstituto, penso subito alle caratteristiche diuna ‘madre buona’, semplice, ma anche intel-ligente, dolce, pacifica, sempre in attività perla comunità e per i suoi anziani poveri. Lei, con il suo atteggiamento silenzioso e la-borioso, la sua quotidiana fedeltà, mi ha fattocapire, nei primi anni della mia formazione,il vero volto della Missionaria dei Sacri Cuori.Ha lasciato la sua Italia per andare in mis-sione in una terra straniera, affrontando tuttele difficoltà e povertà dell’inizio della fonda-zione di una comunità. La sentivamo come

Suor Casildaimbocca unanziano duranteil pranzo

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una di noi brasiliane; in lei non si vedeva ladifferenza della cultura (si capiva soltanto dalsuo accento), ed è riuscita, senza perderel’amore per la sua terra natale, ad immedesi-marsi nel nostro modo di agire e di fare, inmodo che non trovavamo difficoltà a starle vi-cine. Accanto a lei si sentiva una grande pace,perché il suo cuore era in pace. Sapeva adat-tarsi a tutto, e trovava sempre con creatività ilmodo migliore per risolvere le difficoltà.”Un’altra sorella disse: “Parlando della Madre Casilda, posso diredi averla conosciuta quando sono arrivata aOsvaldo Cruz, in Brasile, nel mese di novem-bre del 1975. Era superiora della comunità,composta da suor Leonia e suor Avelina.Arrivammo suor Norberta Pleticos ed io. Sia-mo vissute insieme fino al mese di marzo, do-po mi sono trasferita in una casa, presa inaffitto, insieme alle prime aspiranti. Il contatto con la madre Casilda, era giorna-liero, in chiesa, e tre volte la settimana rima-nevamo tutto il giorno con lei, nella casa

Cameradi suor Casilda

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degli anziani, dove ci inseriva nei servizi e acontatto diretto con gli anziani, sia me che leragazze. Così con il tempo, c’erano dei periodiche riuscivamo a sostituire il personale, in cu-cina, lavanderia e reparto.Madre Casilda, la descrivo così: una personagenerosa, premurosa, quella che aveva sempreil dovere da fare, donare senza misurare iltempo. Riservava per sé il tempo della pre-ghiera, dei pasti e un breve riposino pomeri-

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Suor Casilda nel dormitoriofemminile

Suor Casildadurante laraccolta del materiale per l’igiene

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Suor Casilda conalcuni anziani

La cucina delpensionato

diano, il resto stava sempre al lavoro.” Le suore che furono presenti anche agli ul-timi giorni di suor Casilda, rammentano lasua non comune carità, che esercitava anchein casi di contagio:“Il giorno che ha chiuso gli occhi a questomondo per poi aprire e contemplare il Voltodello Sposo, ho avuto la grazia di essere in-

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sieme a lei nell’ospedale per alcune ore. Al-l’ora di pranzo, insisteva perché io mangiassi,perché lei non aveva fame. Mi ricordo che èriuscita a mangiare appena due biscotti sa-lati e un po’ di insalata. Questo è stato il suoultimo pasto. Ricordo come se fosse oggi ilsuo volto stanco, però sereno e in pace. Sedu-ta in quel letto, sembrava che attendesse lasua ora. Quella che io non volevo che arri-vasse. L’ho salutata verso le ore 12 e alle 14è deceduta.” “Nel pomeriggio della sua morte, ero vicina a

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Suor Casildapettinaun’anziana

Suor Casildamentre dà unfarmaco adun’anziana

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Suor Casilda nel dormitorio

maschile

lei, quando prendeva sonno e, al suo risvegliomi sorrideva serenamente. Quando le ho offertol’ultimo caffè con biscotti, Madre Casilda l’haappena assaggiato e, guardandomi fisso negliocchi, mi disse: ‘Coma você, menina’ (Mangitu, bambina). Come se mi dicesse: ‘Non ho bi-sogno più di alimento terreno, poiché Dio michiama per assaporare la mensa celeste.’ Subito

Suor Casilda conle giovani suorein laboratorio

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dopo, si è riadagiata, ha chiuso gli occhi comeper dormire. Quando l’ho chiamata per augu-rarle un buon riposo, già si era addormentataper sempre nelle braccia del Signore.” Abbiamo le testimonianze di due sacerdotiche la conobbero durante il periodo adOsvaldo Cruz. Il primo, il Parroco P. LucasArrigo Costa, che la frequentò quasi quoti-dianamente, sottolinea la sua delicatezzad’animo e la sua carità:

Suor Casilda nel dormitoriofemminile

Due anziani nelpensionato

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“Ho conosciuto Madre Casilda durante glianni in cui sono stato a Osvaldo Cruz, comeparroco, assistendo il pensionato S. Vincenzode’ Paoli come cappellano, celebrando laSanta Messa per le Religiose. Posso affermareche è stata una religiosa fervorosa e princi-palmente caritatevole con le persone, in par-ticolare con gli anziani ricoverati. Aveva

perfino scrupoli di aver dato dispiacere (manon maltrattato) qualcuno di loro, volendoconfessare come una grande mancanza diamore verso di essi. Credo che Dio le abbia dato una grande ri-compensa nel Cielo, a motivo della sua gran-de carità verso gli umili, poiché è la carità chesalva ed è ciò che rimane per la vita futura. Vedevamo nella Madre Casilda un grandeamore verso Gesù Sacramentato, partecipandoalle Sante Messe e Comunioni, e anche verso laMadonna. Aveva una spiritualità interiore mol-to forte.”

Suor Casilda ePadre LucasArrigo Costainsieme ad

alcuni benefattoriin un momento di

preghiera

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Il secondo sacerdote, anch’egli Parroco adOsvaldo Cruz, Padre Domingos Manara, ri-corda particolarmente la sua capacità di dar-si agli altri per amore, fino alrinnegamento di sé: “Dare la vitaper amore è possibile. Gesù ha datol’esempio. Suor Casilda ha vissutol’amore di Cristo nella donazioneagli esclusi (anziani pensionati) sen-za misure e fino alle ultime conse-guenze della stanchezza nella cura eservizio a loro. Inserita nel mondo dei poveri, si alzavaa qualsiasi ora della notte per portarel’aiuto; lei mai ha negato un gesto di ca-rità!”Molti sono poi i laici, che a vario titolo, entra-rono in relazione con suor Casilda; João Bro-nharo, che fu presidente per un triennio delpensionato di San Vincenzo de’ Paoli, ricorda:“Io ho lavorato come vincenziano durante mol-ti anni e ho partecipato a molte raccolte di ali-menti a favore del pensionato, dove sono statopresidente per tre anni. Suor Casilda era mol-to zelante con ogni ospite. Ha lavorato contanto sacrificio: ad esempio in quegli anni lastufa della cucina era alimentata con la le-gna raccolta nelle grandi proprietà agricoledel paese. Ha dedicato buona parte della sua vita pren-dendosi cura dei vecchietti. Sempre molto at-tenta e con tanto affetto verso gli anziani eanche verso noi vincenziani”.Molti sono i ricordi di Benedito Ricardo, an-ch’egli presidente del pensionato:

Bicchiere usatoda suor Casilda

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“In quell’epoca ero presidente del pensionato;questo incarico l’ho svolto per dodici anni, ilche mi ha dato opportunità di parlare con leiogni giorno. Il lavoro realizzato verso gli anziani, in quelperiodo, era arduo. Il pensionato non avevacrediti, le risorse erano scarse, tutto era mol-to difficile. Alcuni anziani che ricevevano una piccolapensione ne consegnavano una parte per aiu-tare nella manutenzione della struttura.Un signore, che aveva un allevamento, davagratuitamente i polli e le uova al pensionato.All’interno del medesimo venivano cresciutianche alcuni maiali dai quali si otteneva lacarne per il consumo della casa; infine c’eraun orto, che era molto ben curato. Alcuni an-ziani confezionavano cestini di bambù, cheaiutavano a ottenere un po’ di risorse. Ma sipuò dire che i ricoverati vivevano di donazionifatte dalle persone generose del paese.La ‘campagna’ (raccolta di alimenti per glianziani per le vie del paese) era realizzata con

Suor Casilda eBenedito Ricardo(presidente del

pensionatoall’epoca) con legiovani suorenella veranda

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Due anzianenel pensionato

una carrozza, poiché il pensionato non posse-deva una macchina. Soltanto più tardi il pen-sionato ha acquistato una Wolkswagen, la cuiautista era proprio la Madre Casilda. Conquesta macchina portava gli anziani all’ospe-dale o all’ambulatorio quando era necessario. Il pensionato non aveva personale: vi lavora-vano soltanto due suore e un laico pagato dalcomune. Purtroppo quest’ultimo maltrattavagli anziani e sembrava che ciò lo compiaces-se. Noi della direzione e Madre Casilda era-vamo in una situazione delicata, perchéavevamo bisogno di quel dipendente, di unapersona per realizzare questo lavoro. Sic-come era un dipendente del comune,non potevamo neanche reclamare, per-ché non eravamo in condizioni di paga-re una persona per realizzare questolavoro. Di fronte a queste situazioni difficili,Madre Casilda si dimostrava sempregioiosa, mai arrabbiata o con rancore.Accoglieva tutti gli anziani che lì cerca-vano rifugio. Diceva: ‘È meglio che stiano quiche non girovagare per le strade’. Il pensio-nato giunse ad accogliere fino a settanta per-sone. C’erano i letti persino nei corridoi.Alcuni anziani erano ubriachi; lei accoglievatutti con pazienza. Madre Casilda era molto attenta con tutti co-loro che cercavano il suo aiuto. Non faceva di-stinzione di persone, offriva un trattamentougualitario. Era generosa, dava da mangiareai poveri anche se non aveva molto, poichéconfidava nella Provvidenza divina. Aspettava

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che tutto accadesse in forma naturale; non eraambiziosa. La cuoca ha allevato tutti i suoi fi-gli nel pensionato (abitava lì, perché non ave-va dove dimorare). Tutti venivano accoltidalla Madre con bontà. Tutte le sere recitavail rosario con gli anziani, con la partecipazio-ne di molte persone che abitavano nelle vici-nanze (chiamato quartiere vicentino).”Un terzo presidente del pensionato di SanVincenzo, Benedito Stucchi, descrive le mo-dalità di assistenza ai malati di suor Casildain condizioni ardue e ce la fa apparire quasiuna Madre Teresa del Brasile:“Ho conosciuto suor Casilda nel 1985. Ciòche ho da dire è che era una donna coraggio-sa, affrontava senza paura il lavoro, per quan-to difficile potesse essere. Dato che nella suaepoca era grande la povertà e il pensionatoaveva poco personale, lei lavorava in ogni luo-go: lavanderia, cucina, assistenza degli an-ziani malati, cura delle ferite ed altro.In quel tempo, l’assistenza sanitaria era pre-caria e non avevamo nemmeno prodotti per

Suor Casilda inun momento

ricreativo con leanziane

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rispondere alle prime necessità. Suor Casildafaceva tutto senza nessuna ripugnanza e sen-za paura di prendere qualche malattia. Non si è mai rifiutata di accogliere gli anziani,anche se non c’era più posto. Addirittura met-teva dei letti nel corridoio per poter assisteretutti coloro che venivano portati al pensionato,oppure abbandonati. L’importante era curaretutti. Ha lavorato con dedizione e instancabil-mente: la carità era il suo stile di vita”. Una persona a lei molto vicina ricorda:“Mi ricordo che mai Madre Casilda si dimen-ticava le date importanti, le solennità, le fe-ste della Madonna e in special modo ilgiorno della Pentecoste: eravamo aspiran-ti e sapevamo che in quel giorno si era si-curi di trovare un bel dolce a forma dicolomba, preparato da lei, per farci ri-cordare che quel giorno era speciale. La devozione della Madre Casildaverso la Madonna era ammirevole.Nel mese di maggio ogni anno, leiprogrammava la recita del santo rosa-rio, che pregavamo insieme agli anziani epersone vicine, nella cappella del pensionato.Lei organizzava il turno delle aspiranti chedovevano preparare il rosario e la piccolaomelia sulla Madonna, di modo che ci av-viava a un piccolo lavoro pastorale, che ciaiutava molto, ma anche stimolava gli an-ziani alla preghiera e alla devozione allaMadonna. Chi non la conosceva, non sapeva che dietroil suo modo di agire c’era un cuore tenero emite e tanto amore ai Sacri Cuori di Gesù e

Nostra SignoraAparecidaPatrona delBrasile

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Maria e a San Giuseppe. Non si è mai lascia-ta vincere dalla stanchezza, era sempre fedelealla preghiera, anche quando non stava benee questo non lo dimostrava mai.”Donira Soares de Brito, già addetta alla la-vanderia e in seguito cuoca del pensionatofin dagli anni settanta, ricorda:“Suor Casilda ha lavorato e si è dedicata ainostri vecchietti, con pazienza e calma. Du-rante il periodo che ha vissuto tra noi, per leiniente era difficile. Ha lavorato con molto co-raggio, ha lottato molto, ha avuto una gran-de bontà verso tutti.”Ernesto Sanches Porcel, organizzò una picco-la farmacia al pensionato e rammenta di suorCasilda la sua dedizione assoluta ai malati:“Quando ho visto quella suora di origine ita-liana, di bassa statura, con difficoltà nella lin-gua, mi sono domandato: ‘Cosa ci fa qui questacreatura, così lontana dal suo paese, dalla sua

Funerale di suor Casilda

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famiglia, senza nessuno stipendio, e che si pren-de cura di vecchi e malati in un pensionato’?Io e mia moglie avevamo partecipato ai ‘cur-sillos di cristianità’ (movimento ecclesiale dipreghiera). Ho iniziato a frequentare il pen-sionato e ho allestito la prima farmacia condonazioni di medicinali e campioni gratis.Suor Casilda, allora superiora, si è entusia-smata della cosa e iniziammo insieme a som-ministrare medicinali per i dolori, infezioni,infiammazioni ed altre malattie. Non ho mai visto una persona così dedita epreoccupata per la sofferenza dei vecchietticome suor Casilda. I tempi erano brutti, senzamateriale per la disinfezione; lei lavava tuttocon le proprie mani: pannoloni, pannetti chedavano ripugnanza, solo al pensare. Moltevolte ho visto suor Casilda pulire, lavare leparti intime dei suoi malati, indipendente-mente dal colore o dal sesso.”

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52SUOR CASILDADI FILIPPI

Una persona che lavorava con lei ricorda: “Madre Casilda fu una persona gioiosa, conbuon umore, piena di bontà e di amore. Aveva molta pazienza con i vecchietti del pen-sionato. Mi ricordo che un giorno un signoredi una famiglia benestante, che aveva la pos-sibilità di assisterlo a casa, ma che la fami-glia non voleva più, è venuto al pensionato.Madre Casilda l’ha accolto e, accarezzando-lo, gli ha detto: ‘Ci prendiamo noi cura di te’. Madre Casilda visitava i vicini, specialmentei malati. Tuttavia, non le piaceva pregare nel-le case. Diceva: Le persone devono venire inChiesa. Accoglieva con molto garbo le perso-ne che la cercavano. La Provvidenza divina non le mancava mai.La gente donava alimenti e vestiti agli anzia-ni. Alle persone che domandavano se accettas-se le loro donazioni, rispondeva: tutto ciò chemi portate, accetto. Quando si è ammalata, poco prima di morire,il medico voleva ricoverarla. Lei ha risposto:‘Gesù Cristo mi guarirà.’ Madre Casilda si è spenta placidamente per-ché ha saputo vivere la sua vita religiosa. Tut-

Sepolcro di suorCasilda nelcimitero di

Osvaldo Cruz

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to per Dio, niente per sé. Tutto a Dio, nientea sé. Un fatto interessante: dopo la morte diMadre Casilda ho avuto un bel sogno su dilei. Ho ricevuto un grande abbraccio di que-sta santa religiosa. Questo sogno mi ha la-sciata molto felice.” Si spegneva così la vita virtuosa di suor Ca-silda. Aveva lasciato l’incarico di Superiora,ma, fino a quando le fu possibile continuòad amare i suoi anziani. Infatti nonostante inumerosi problemi di salute, non si scorag-giava mai, continuava gioiosa a lavorare conmolta serenità e sorriso sulle labbra. Anchei medici ammiravano la sua fortezza, non silamentava mai e a chi le chiedeva come sta-va rispondeva sempre “sto bene”. Concludiamo questa storia della sua vita conquanto aveva composto per il suo giubileo dimezzo secolo di vita consacrata:

Sepolcro di suor Casilda

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54SUOR CASILDADI FILIPPI

NEL GIUBILEO D’ORO DI 50 ANNIDI VITA CONSACRATA

“Con il cuore pieno di gioia, voglionuovamente offrire a Dio la mia vita.Quante grazie mi ha concesse Dio

durante questi anni!Per questo, oggi con l’anima e il cuore inprofondo ringraziamento, innalzo al cielo

questa preghiera:Aiutami o Gesù, a crescere sempre più altonella vita di santità per la Tua Gloria.

Accetta anche il mio pianto di riparazioneper i miei errori e, nella Tua Bontà Infinita,arricchiscimi con la Tua Misericordia.

Benedici i miei cari familiari, vivi e defunti,benedici l’amato Istituto dei Sacri Cuori di

Gesù e Maria e questa missione.Che tutti siano una sola famiglia, la tua

famiglia o Gesù! Amen.”Madre Casilda di Filippi.

Lanciano (Italia) 13-03-1938 - Osvaldo Cruz(Brasile) 13-03-1988

Immaginericordo del 50° di

vita religiosa

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55 SUOR CASILDADI FILIPPI

Mancavano an-cora sei anni alsuo ricongiungi-mento con loSposo, ma la suavita è tutta qui.Anelito alla san-tità, riparazione,amore totale alsuo Cristo mise-ricordioso ed airiflessi di lui neipoveri della missione. Tutto vissuto nell’Isti-tuto dei SS. Cuori di Gesù e Maria. Si com-piva così la vita di una vera suora dei SS.Cuori.Suor Casilda si spense nel 1994 il 13 luglio,che in Brasile è dedicato a Nostra SignoraRosa Mistica, della quale era tanto devota dacollocarne una statua nel pensionato. Dopole esequie fu tumulata nel cimitero locale diOsvaldo Cruz. La sua memoria, ancora oggi,è molto viva nel cuore di chi l’ha conosciutain Italia e soprattutto in Brasile.

Immaginericordo della morte di suor Casilda

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IndicePresentazione 3

Castel di Sangro 5

Ad Atessa 7

A Chieti 10

A Mozzagrogna 12

Invio a Pescara e ritorno a Mozzagrogna 13

A Roma 21

In Brasile 22

Osvaldo Cruz 25

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AFFIDAMENTO DELLE FAMIGLIE AI SACRI CUORI DI GESÙ E MARIA

Cuori Santissimi di Gesù e Maria, così conformied uniti da formare un cuor solo, vero modellodi comunione per ogni famiglia, eccoci, a Voidinanzi, per consacrarvi solennemente i nostricuori. Voi avete manifestato il desiderio di re-gnare in ogni famiglia ed avete mostrato nellacasa di Nazareth, come debba regnare la pacee la felicità domestica. Vogliamo a vostra imi-tazione e col vostro aiuto fare della nostra fami-glia il regno della pace, della gioia e della pietà,dove si oda la preghiera in comune e si viva lavita dei Sacramenti, nel reciproco sostegno enel vicendevole aiuto. Cuori Santissimi di Gesùe Maria, degnatevi di benedire i nostri propositie voti, i nostri interessi spirituali e materiali erendeteci fedeli a questa nostra offerta, nellegioie e nei dolori. Amen.

Con approvazione ecclesiastica

Casa GeneraliziaVia del Trullo 372

00148 - RomaTel. +39 06.6530612

Email: [email protected]: www.istitutosacricuori.it

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