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Afasia: Inquadramento comunicativo e trattamento logopedico Corso teorico-pratico XLI Congresso Nazionale SIFEL Cervia 2007 M. Iengo, P. Villari, L. Del Vecchio, M. Tedeschi

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Afasia: Inquadramento comunicativo e trattamento

logopedico

Corso teorico-pratico

XLI Congresso Nazionale SIFEL Cervia 2007

M. Iengo, P. Villari, L. Del Vecchio, M. Tedeschi

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L’inquadramento del paziente afasico è una procedura complessa che implica la valutazione di una serie di aspetti; alcuni di essi sono di ordine generale e riguardano la fase clinica in cui si trova il soggetto, altri, più specifici, considerano le caratteristiche dell’interazione comunicativa e del linguaggio. Quando possibile il percorso di valutazione ai fini riabilitativi ha caratteristiche differenti a seconda delle condizioni e delle esigenze dei pazienti che sono ovviamente correlate alla fase clinica e all’epoca in cui avviene la richiesta della presa in carico.

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Gli obiettivi dell’inquadramento generale del paziente afasico sono molteplici: l’analisi del quadro clinico iniziale consente un corretto indirizzo terapeutico logopedico; le valutazioni effettuate in corso di trattamento consentono di aggiornare gli obbiettivi riabilitativi in considerazione dell’evoluzione clinica. Le procedure di valutazione permettono, inoltre, di stabilire la conclusione del percorso riabilitativo.

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E’ necessario stilare un bilancio standardizzato del paziente candidato all’assistenza riabilitativa che tenga conto:

delle abilità cognitive ed esecutive generali :il processo rieducativo consiste nell’apprendimento di abilità e strategie che indubbiamente risentono dello stato generale del paziente; per la

progettazione terapeutica è indispensabile quindi conoscere la funzionalità delle strutture cerebrali residue poiché non è raro riscontrare un

rallentamento globale nell’elaborazione delle informazioni e un corredo di alterazioni in specifiche funzioni che influenzano il recupero riabilitativo

(orientamento spaziale, attenzione, memoria, prassie etc.);

della competenza pragmatica : essa ha notevole rilevanza in campo afasiologico considerando l’azione di supporto, integrazione e, a volte,

sostituzione che svolge in ambito comunicativo-linguistico. La partecipazione consapevole all’interazione comunicativa e la sua reale efficacia sono

obiettivi riabilitativi cardine, soprattutto in considerazione della tendenza alla cronicizzazione del disturbo afasico;

della competenza linguistico-verbale : il recupero di queste abilità rappresenta l’ obbiettivo prioritario da perseguire; definire le caratteristiche

funzionali del linguaggio del soggetto afasico consente di adattare le procedure terapeutiche ai diversi quadri clinici e alle loro molteplici

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La valutazione cognitiva nel paziente afasico deve essere condotta con strumenti che siano interamente non verbali

L’obiettivo è quello di avere una stima delle abilità intellettive generali, in quanto capaci di influenzare in modo significativo il recupero delle performances verbali. Valori significativamente bassi pongono il sospetto per una diagnosi differenziale con il deterioramento cognitivo lieve e la demenza. Vengono indagate le seguenti abilità: - attenzione sostenuta visiva, -  orientamento spaziale, - abilità logico-astrattive, - memoria a breve termine, - memoria a lungo termine, - prassie - I test che più comunemente vengono impiegati sono:

Matrici Colorate Progressive di Raven Test di Corsi (Orsini et al. 1987) Span per parole bisillabiche (Spinnler e Tognoni, 1987) Copia differita della figura complessa di Rey (Osterrieth, 1944) Test delle 15 parole di Rey (Caltagirone et al., 1995)

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E’ necessaria dunque una valutazione delle abilità comunicative che consenta da un lato di delineare i profili pragmatici dei pazienti, dall’altra di programmare il trattamento più idoneo controllandone l’efficacia. Devono essere pertanto indagati: -l’intenzionalità comunicativa, -il rispetto dell’alternanza dei ruoli, -l’uso di canali extraverbali, -la coerenza referenziale, -l’efficacia comunicativa

I test che più comunemente vengono impiegati sono:

L’inventario di Holland (1980)

La griglia di Carlomagno (1989)

Valutazione del linguaggio pragmatico

(Mazzucchi 1997)

Valutazione delle attività funzionali correlate al linguaggio

ALFA (Baines 1999)

Protocollo di valutazione delle abilità pragmatiche

(Prutting – Kirchner 1987)

Indice di efficienza comunicativa CETI (Lomas 1989)

La finalità principale da perseguire nel trattamento logopedico dell’afasia è indubbiamente il ripristino del linguaggio nei suoi aspetti formali e funzionali.

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Numerosi sono i test che indagano le principali modalità linguistico verbali.

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I test che più comunemente vengono impiegati sono: Esame del linguaggio II di Basso, Ciurli, Marangolo (1990)

Batteria per l’analisi dei deficit afasici (BADA)Miceli, Laudanna, Burani (1991) Test di fluenza

Test dei gettoni (De Renzi e Vignolo 1962 – 1980) Boston diagnostic aphasia examination (B. D. A. E.) di Goodglass e Kaplan

(1983) Western aphasia battery (W. A. B.) di Kertesz, Poole (1974/80)

Multilingual aphasia examination (M. A. E.) di Benton (1967/89) Minnesota test for differential diagnosis of aphasia (M. T. D. D. A.) di Shuell

(1985) Psycolinguistic assessment of language processing in aphasia (P.A.L.P.A.) di

Coltheart (1992) Test di Eisenson (1984

Test pour l’examen de l’aphasie di Ducarne (1978)

Language modalities test for aphasiedi Wepman e Jones (1981)

Aachenr aphasia test (A. A. T.) di Huber (1983) e Luzzatti (1996)

E’ possibile utilizzare anche particolari subtest per approfondire alcuni specifici aspetti, ma in generale bisogna indagare relativamente a: - la comprensione verbale, - l’espressione verbale, - il livello lessicale-semantico, - il livello morfo-sintattico, - il livello fonologico soprasegmentale, - il livello fonologico segmentale, - i sistemi di conversione, - la lettura, - la scrittura.

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