Adolf Eichmann In questa foto La ricomparsa Majorana di · 2015. 7. 1. · Majorana da Gilberto...

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D omenica La di Repubblica le tendenze L’ultima moda è la moda online SIMONE MARCHETTI l’incontro Sabrina Ferilli, passione popolare MARIA PIA FUSCO cultura Dispacci dal fronte dell’Italia Unita GIANCARLO DE CATALDO e MASSIMO NOVELLI l’attualità Italians, la carica degli zii d’America FEDERICO RAMPINI LUCA FRAIOLI PHOTOSERVICEELECTA/MONDADORIVINTAGE D a settant’anni è il mistero dei misteri. E ne ha tutti gli ingredienti: l’Italia in camicia nera, la Germania na- zista che vuole l’atomica, uno scienziato geniale che svanisce nel nulla. Anche per questo intorno alla scomparsa di Ettore Majorana si sono esercitati scrittori, poliziotti veri e investigatori improvvisati. Lo hanno cercato cadavere nelle acque del Tirreno, hanno pen- sato di riconoscerlo nei monasteri di mezza Italia, tra i clochard di Palermo, lungo i viali di Buenos Aires. Ora Majorana ricompa- re in una foto. Ed è in posa accanto a uno dei peggiori criminali di guerra tedeschi. Certo, è un’ipotesi, ma assai solida. Perché pog- gia su una verifica eseguita dalla maggiore istituzione italiana in fatto di indagini scientifico-forensi: quell’uomo con gli occhiali scuri accanto ad Adolf Eichmann, in uno scatto datato 1950, po- trebbe davvero essere il fisico siciliano sparito nel 1938. È una giornata di sole al largo della costa argentina. Sul ponte del piroscafo “Giovanna C.”, partito poche settimane prima da Genova, tre uomini vestiti in modo elegante aspettano di poter sbarcare a Buenos Aires. (segue nelle pagine successive) MIRIAM MAFAI Q uando sparì, nel marzo del 1938, dalla nave che da Palermo doveva condurlo a Napoli, Ettore Majora- na era un giovanotto molto magro di media altezza, bruno, il naso forte, la fronte spaziosa. «Aveva», rac- conterà Edoardo Amaldi, «l’aspetto di un saraceno». Apparteneva a una illustre famiglia siciliana, i Majo- rana-Calatabiano, aveva poco più di trent’anni, si era laureato in fisica con una tesi sulla meccanica dei nuclei radioattivi e faceva parte del gruppo ristretto che lavorava a Roma con Enrico Fermi nell’istituto di via Panisperna. Un anno prima, nel 1937, era sta- to nominato professore di fisica teorica a Napoli, legandosi d’a- micizia soltanto con Antonio Carrelli, professore di fisica speri- mentale nella stessa università. Viveva molto riservato e sembra- va malato. Il 25 marzo si imbarcò su una nave della Tirrenia per andare a salutare la famiglia a Palermo, nel viaggio di ritorno sparì. Qualcuno affermò di averlo visto allo sbarco, a Napoli. Al- l’epoca, i quotidiani non usavano dare grande spazio ai fatti di cronaca e la vicenda, dopo pochi giorni, venne dimenticata an- che se del caso pare si fosse interessato lo stesso Mussolini. (segue nelle pagine successive) i sapori Il Chianti, vino da paesaggio LICIA GRANELLO e STEFANIA SANDRELLI Majorana La ricomparsa di DOMENICA 17 OTTOBRE 2010/Numero 297 spettacoli Maripol, il giorno in cui creai Madonna GIUSEPPE VIDETTI Un uomo accanto al criminale nazista Adolf Eichmann In questa foto l’ultimo mistero del ragazzo di via Panisperna Repubblica Nazionale

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  • DomenicaLadi Repubblica

    le tendenze

    L’ultima moda è la moda onlineSIMONE MARCHETTI

    l’incontro

    Sabrina Ferilli, passione popolareMARIA PIA FUSCO

    cultura

    Dispacci dal fronte dell’Italia UnitaGIANCARLO DE CATALDO e MASSIMO NOVELLI

    l’attualità

    Italians, la carica degli zii d’AmericaFEDERICO RAMPINI

    LUCA FRAIOLI

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    Da settant’anniè il mistero dei misteri. E ne ha tutti gliingredienti: l’Italia in camicia nera, la Germania na-zista che vuole l’atomica, uno scienziato geniale chesvanisce nel nulla. Anche per questo intorno allascomparsa di Ettore Majorana si sono esercitatiscrittori, poliziotti veri e investigatori improvvisati.

    Lo hanno cercato cadavere nelle acque del Tirreno, hanno pen-sato di riconoscerlo nei monasteri di mezza Italia, tra i clocharddi Palermo, lungo i viali di Buenos Aires. Ora Majorana ricompa-re in una foto. Ed è in posa accanto a uno dei peggiori criminali diguerra tedeschi. Certo, è un’ipotesi, ma assai solida. Perché pog-gia su una verifica eseguita dalla maggiore istituzione italiana infatto di indagini scientifico-forensi: quell’uomo con gli occhialiscuri accanto ad Adolf Eichmann, in uno scatto datato 1950, po-trebbe davvero essere il fisico siciliano sparito nel 1938.

    È una giornata di sole al largo della costa argentina. Sul pontedel piroscafo “Giovanna C.”, partito poche settimane prima daGenova, tre uomini vestiti in modo elegante aspettano di potersbarcare a Buenos Aires.

    (segue nelle pagine successive)

    MIRIAM MAFAI

    Quando sparì, nel marzo del 1938, dalla nave che daPalermo doveva condurlo a Napoli, Ettore Majora-na era un giovanotto molto magro di media altezza,bruno, il naso forte, la fronte spaziosa. «Aveva», rac-conterà Edoardo Amaldi, «l’aspetto di un saraceno».Apparteneva a una illustre famiglia siciliana, i Majo-

    rana-Calatabiano, aveva poco più di trent’anni, si era laureato infisica con una tesi sulla meccanica dei nuclei radioattivi e facevaparte del gruppo ristretto che lavorava a Roma con Enrico Ferminell’istituto di via Panisperna. Un anno prima, nel 1937, era sta-to nominato professore di fisica teorica a Napoli, legandosi d’a-micizia soltanto con Antonio Carrelli, professore di fisica speri-mentale nella stessa università. Viveva molto riservato e sembra-va malato. Il 25 marzo si imbarcò su una nave della Tirrenia perandare a salutare la famiglia a Palermo, nel viaggio di ritornosparì. Qualcuno affermò di averlo visto allo sbarco, a Napoli. Al-l’epoca, i quotidiani non usavano dare grande spazio ai fatti dicronaca e la vicenda, dopo pochi giorni, venne dimenticata an-che se del caso pare si fosse interessato lo stesso Mussolini.

    (segue nelle pagine successive)

    i sapori

    Il Chianti, vino da paesaggioLICIA GRANELLO e STEFANIA SANDRELLI

    MajoranaLa ricomparsa

    di

    DOMENICA 17OTTOBRE 2010/Numero 297

    spettacoli

    Maripol, il giorno in cui creai MadonnaGIUSEPPE VIDETTI

    Un uomo accantoal criminale nazistaAdolf EichmannIn questa fotol’ultimo misterodel ragazzodi via Panisperna

    Repubblica Nazionale

  • 32 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 17OTTOBRE 2010

    la copertinaGrandi gialli

    Nel marzo del ’38 scompariva nel nulla. Ora il fisicoricompare in uno scatto del 1950. È su una navediretta a Buenos Aires.E che sia proprio lui l’uomocon gli occhiali scuri accanto al criminale nazistalo sostiene uno studioso che ha fatto esaminareil documento agli esperti. Da cui giunge la conferma

    IL CONFRONTOAccanto a Eichmann(al centro) c’è un uomocon gli occhiali scuri. Secondoil docente di fisica Giorgio Dragoni,potrebbe essere Ettore MajoranaIpotesi confermata dagli espertiche hanno elaborato al computerle foto del fisico da ragazzocon quella dell’uomo adulto:uguali le distanzetra occhi, naso, bocca e mento

    Majorana e Eichmannil segreto in una fotografia

    (segue dalla copertina)

    Unquarto li fotografa: han-no l’aspetto sereno di chisi sta godendo una cro-ciera. In realtà, almenouno di loro avrebbe di chepreoccuparsi: Adolf Ei-

    chmann, uno dei principali esecutorimateriali dell’Olocausto, vive braccatodalla fine della guerra, tra documenti fal-si e cambi di identità. Forse la foto im-mortala il momento in cui pensa di aver-cela fatta: ha lasciato per sempre l’Euro-pa, vede in lontananza Buenos Aires, do-ve potrà costruirsi una nuova vita, dovenessuno verrà a ricordargli che è statol’ufficiale delle SS che ha organizzato iltrasporto ferroviario degli ebrei nei cam-pi di sterminio. Non andrà così. Rintrac-ciato dal cacciatore di nazisti Simon Wie-senthal, sarà catturato in Argentina daagenti segreti israeliani, processato a Ge-rusalemme e condannato a morte. Ed èproprio Wiesenthal, nel suo libro Giusti-zia, non vendetta, a pubblicare la foto diEichmann che assapora dal ponte di unanave la sua seconda vita argentina. Lostesso Wiesenthal però non è in grado didare un nome agli altri due personaggi.

    «In quella foto, l’uomo con gli occhialiscuri alla destra di Eichmann potrebbe

    essere Ettore Majorana», dice ora Gior-gio Dragoni, ordinario di storia della fisi-ca all’Università di Bologna. Dragoni hadedicato molti anni allo studio delloscienziato siciliano, al suo rapporto conEnrico Fermi e con i colleghi della scuoladi via Panisperna, alla sua scomparsa nelmarzo del 1938 durante il viaggio sul po-stale che collegava Palermo a Napoli, al-le tante ipotesi sulla sua fine. Tormenta-to dai sensi di colpa per aver capito primadi altri le possibili applicazioni militaridella fisica nucleare, Majorana avrebbedeciso di gettarsi in mare o di ritirarsi inun luogo isolato, tagliando i ponti con lasua vita precedente. Oppure qualcunoavrebbe potuto sequestrarlo per sfrutta-re le sue conoscenze.

    Ma c’è un’altra ipotesi, meno roman-tica e assai più scomoda: lo scienziato po-trebbe aver deciso liberamente, o perchécostretto, di mettere il suo genio al servi-zio della Germania nazista. «I primi indi-zi», spiega Dragoni, «sono in una letterascritta subito dopo la scomparsa diMajorana da Gilberto Bernardini, al tem-po giovane e brillante fisico, a GiovanniGentile jr, fisico teorico, figlio dell’ex mi-nistro Giovanni». Vi si legge: «Caro Gio-vanni, come puoi immaginare la notiziadi Majorana mi ha dato una vera gioia.Non è molto bello forse, ma in compen-so non è una cosa così tragica come sipensava e ci se ne può rallegrare». «Nel

    ‘74», continua Dragoni, «intervistai Ber-nardini, allora direttore della ScuolaNormale di Pisa, e gli chiesi un chiari-mento su quelle righe enigmatiche». «Leisa che io conosco la scelta fatta da Majo-rana? Non è una scelta che le farà piace-re», rispose Bernardini. «Ettore si trasferìin Germania per collaborare alle armi delTerzo Reich».

    È una rivelazione clamorosa, non sup-portata però da alcun documento. Dra-goni non può pubblicarla, ma la conser-va gelosamente e continua le sue ricer-che. «Coinvolsi un avvocato di Assisi, Ar-cangelo Papi, grande appassionato dellavicenda Majorana», racconta Dragoni:«Fu lui a farmi notare la straordinaria so-miglianza tra il fisico siciliano e l’uomoalla destra di Eichmann nella foto pub-blicata da Wiesenthal». I capelli, la petti-natura, la forma del viso, perfino l’abbi-gliamento ricordano Majorana. Ma la fo-to è stata scattata nel 1950: come si puòfare un confronto con le ultime foto del-lo scienziato che lo ritraggono trenten-ne? Dragoni si rivolge allora alla più pre-stigiosa istituzione italiana in fatto di in-dagini scientifico-forensi. In genere arri-va sulla scena del crimine a rilevare im-pronte, macchie di sangue e tracce didna. Ora ha a che fare con un cold case, un“delitto” che si è consumato tra il 1938 eil 1950. Ma le nuove tecniche di indaginepermettono anche questo: elaborare al

    Dopo le leggi razzialiscriveva alla madreda Lipsia:“Nel complessol’operazionedel governo rispondea una necessitàstorica: far postoalla nuovagenerazioneche rischiadi essere soffocata dalla stasieconomica”

    computer le foto del giovane Majorana edello sconosciuto alla destra di Eich-mann e metterle a confronto. Tutto tor-na: le distanze tra occhi, naso, bocca,mento sono le stesse nei due individui. Eanche l’altezza dell’uomo sul ponte del-la “Giovanna C.”, ricostruita a partire daquella di Eichmann, coincide con la sta-tura di Majorana. Ai tecnici rimane soloun dubbio sui padiglioni auricolari, ma laqualità della foto argentina non è dellemigliori e c’è un’ombra che potrebbetrarre in inganno. Gli investigatori con-cludono l’indagine con un verdetto, con-fermato anche a Repubblica: «È altamen-te probabile che l’uomo alla destra diAdolf Eichmann sia Ettore Majorana».

    Ma perché il fisico siciliano avrebbescelto il nazismo? «Nel 1933 era stato a Li-psia, dove si era fatto molto apprezzareda Werner Heisenberg, uno dei padridella fisica quantistica», risponde Dra-goni. «Al suo rientro in Italia, Ettore pra-ticamente smise di collaborare con Fer-mi e il suo gruppo di ricerca. Anzi, comeha raccontato Oscar D’Agostino e miconfidò Bruno Pontecorvo, due dei “ra-gazzi di via Panisperna”, tra Fermi eMajorana volarono parole grosse. Ma,oltre all’incompatibilità caratteriale conil “Papa” della fisica italiana, ci potrebbeanche essere stata un motivazione ideo-logica: Majorana sin dal suo soggiorno inGermania aveva mostrato di simpatizza-

    LUCA FRAIOLI

    Repubblica Nazionale

  • LA DOMENICA DI REPUBBLICA 33DOMENICA 17OTTOBRE 2010

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    IL SUICIDIOIl fisico scomparenel tratto di maretra Palermo e Napoliil 26 marzo 1938Si pensa al suicidioma il cadavere non si trova

    LA VIA TEDESCAMajorana ammiravala Germania. Secondoalcuni, come il fisicoGilberto Bernardini(a sinistra), vi sarebbe fuggito per lavorare per il Reich

    LA PISTA ARGENTINASecondo studiosicome Tullio Regge (nella foto)e Giorgio Dragoni,Majorana si sarebbecostruito una nuova vitain Argentina

    LA TEORIA DI SCIASCIANel ’75 Leonardo Sciascia,in La scomparsadi Majorana, sostenneche il fisico non sarebbemorto, ma avrebbe sceltola clausura in monastero

    IL CLOCHARDSecondo alcuni, il fisicosarebbe stato avvistatoa Mazara del Vallo vestitoda barbone. Il procuratorePaolo Borsellino indagòsul caso e smentì l’ipotesi

    LA LETTERALa letteradi Gilberto Bernardinia Giovanni Gentilein cui si legge:“Caro Giovanni,come puoiimmaginarela notizia di Majoranami ha dato una veragioia [...] Non è unacosa così tragicacome si pensava”

    le ipotesiVia Panispernaverità e bugie

    MIRIAM MAFAI

    (segue dalla copertina)

    Il Duce mise a disposizione una ricom-pensa per chi ne avesse dato notizia, manessuno rispose. Si disse che, forse, il gio-

    vane fisico si era ucciso, buttandosi in mare,ma il suo cadavere non venne mai ritrovato.Pare che avesse lasciato una lettera alla ma-dre chiedendole di non vestirsi di nero. E lamadre, infatti, anche dopo la sua scompar-sa, rifiutò sempre di prendere il lutto. SoloAntonio Carrelli, suo collega a Napoli, ne ri-cevette notizia con una lettera nella qualeMajorana gli comunicava di aver preso «unadecisione che era ormai inevitabile. Non vi èin essa», proseguiva Majorana, «un solo gra-nello di egoismo, ma mi rendo conto dellenoie che la mia improvvisa scomparsa potràprocurare a te e agli studenti. Anche per que-sto ti prego di perdonarmi». Pare comunqueche prima di sparire Majorana avesse ritira-to dal suo conto una notevole somma di da-naro e avesse con sé il suo passaporto. Da al-lora molte ipotesi sono state fatte sulla suascomparsa, nessuna è apparsa fino in fondoconvincente.

    Molti anni dopo Bruno Pontecorvo, cheall’epoca era stato il più giovane dei “ragaz-zi di via Panisperna”, mi raccontava cheMajorana era considerato tra loro, senza in-certezze, un genio. «Nella scherzosa gerar-chia religiosa del nostro istituto», mi spiega-va, «Enrico Fermi veniva definito il Papa eMajorana portava il titolo di Grande Inqui-sitore. Era l’unico che parlava con Fermi suun piano di assoluta parità e Fermi lo consi-derava il più grande fisico teorico del tempo,lo ammirava e alle volte sembrava persinointimidito davanti a lui». E come spiegava al-lora la sua sparizione? Non se la spiegava, omeglio si chiedeva se Majorana, pur nonpresente il 22 ottobre 1934 nel momentodell’esperimento decisivo realizzato da Fer-mi nella fontana dell’Istituto di via Pani-sperna, non ne avesse tuttavia visto o intui-to qualcosa che lo stesso Fermi non era an-cora riuscito a vedere. «Era la prima reazio-ne a catena e noi non l’avevamo riconosciu-ta», mi raccontava Pontecorvo, «ma forseMajorana aveva capito prima di noi, primadello stesso Fermi, la portata del fenomeno.Forse sentì lo sgomento per il meccanismoche avevamo messo in moto e preferì spari-re pur di non dare seguito a quella ricerche».

    Forse Pontecorvo, il fisico che nel 1953 ab-bandonerà l’Inghilterra per andare a viveree lavorare in Urss, non mi ha raccontato tut-ta la verità. È possibile invece che anche luiall’epoca abbia sospettato che Majoranafosse fuggito in Germania, come sembraemergere oggi da più recenti documenti e ri-cerche. Certo è che Majorana nel 1933 si eragià trasferito a Lipsia per frequentare l’Isti-tuto di fisica di Heisenberg, uno dei massimifisici tedeschi già impegnato nella ricercadell’energia atomica. E da lì, alla promulga-zione delle prime leggi razziali, aveva man-dato alla madre alcune lettere nelle qualimanifestava comprensione o simpatia perquelle misure. «Il numero di coloro che tro-veranno posto nell’amministrazione pub-blica e in molte private in seguito all’espul-sione degli ebrei è rilevantissimo», scriveva,«e questo spiega la popolarità della lotta an-tisemita. Negli ambienti universitari l’epu-razione sarà completa entro il mese di otto-bre. In realtà non solo gli ebrei ma anche i co-munisti e in genere gli avversari del regimevengono in gran parte eliminati dalla vita so-ciale[...]. Nel complesso l’operazione del go-verno risponde ad una necessità storica: farposto alla nuova generazione che rischia diessere soffocata dalla stasi economica».

    Sulla sparizione di Majorana, in Italia sce-se rapidamente il silenzio. Tanto più com-prensibile, dunque, se il giovane scienziatoaveva scelto davvero di trasferirsi in Germa-nia e di mettersi a disposizione di Heinsen-berg e del gruppo di fisici impegnati an-ch’essi nella ricerca dell’arma atomica, unagara nella quale, fortunatamente, la Germa-nia sarà sconfitta.

    rifarsi una vita altrove. Sulla nave c’eranocertamente parecchie persone in fuga,ma non necessariamente coinvolte neicrimini del nazismo». Il contributo diMajorana al Reich, insomma, potrebbeessere stato di carattere esclusivamentescientifico, ancorché al servizio dellaGermania nazista. Era una delle mentipiù brillanti della sua epoca, tra i massi-mi studiosi del nucleo atomico. Quandoi suoi compagni di via Panisperna esulta-no nel 1934 perché pensano di aver crea-to nuovi elementi chimici transuranicibombardando i nuclei di uranio con deineutroni lenti, probabilmente lui è tra iprimi a capire che in realtà hanno otte-nuto un risultato ben più importante: lafissione nucleare. E forse comprende an-che quali implicazioni questo possa ave-re per la creazione di una nuova genera-zione di armi potentissime.

    Se l’ipotesi di Giorgio Dragoni verràulteriormente confermata dalle ricer-che che ha intenzione di condurre inGermania e Israele, molte delle teorieformulate finora per spiegare la spari-zione del fisico siciliano saranno defini-tivamente archiviate. E se quell’uomoche ci guarda da dietro un paio di oc-chiali scuri è davvero l’ex ragazzo di viaPanisperna, allora il “giallo Majorana” èsicuramente a una svolta. Anche setutt’altro che risolto.

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    re per il nazismo. Lo conferma una sualettera a un altro dei “ragazzi di via Pani-sperna”, il Premio Nobel per la fisicaEmilio Segrè: “... non è concepibile cheun popolo di sessantacinque milioni [laGermania del tempo, ndr] si lasciasseguidare da una minoranza di seicento-mila [gli ebrei, ndr] che dichiarava aper-tamente di voler costituire un popolo asé...”».

    «Quella foto», precisa però Dragoni,«ammesso che ritragga Majorana, puòanche essere frutto di un caso, nel sensoche non è detto che i due si conoscesse-ro. In quegli anni tutti coloro che aveva-no avuto in qualche modo a che fare conil Reich cercavano di lasciare l’Europa e

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