ADI Magazine #5: Italian

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CI SONO 6,7 MILIARDI DI RAGIONI PER CUI CI DOVREBBE ESSERE PACE Siamo nati e ci siamo addormentati, pagina 40 BRANI TRATTI DAI DISCORSI DI PREM RAWAT NUMERO 5 ADI SIGNIFICA ANTICO: ANTICO IN SAGGEZZA ED ESPERIENZA; RISALENTE A UN TEMPO REMOTO, DI LUNGA DATA; CHE POSSIEDE LE QUALITÀ ASSOCIATE ALL’ETÀ, ALLA SAGGEZZA O A UNA LUNGA CONSUETUDINE, VENERABILE.

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Brani Tratti Dai Discorsi Di Prem Rawat CI SONO 6,7 MILIARDI DI RAGIONI PER CUI CI DOVREBBE ESSERE PACE

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CI SONO 6,7 MILIARDIDI RAGIONI PER CUI CI DOVREBBE ESSERE PACESiamo nati e ci siamo addormentati, pagina 40

BRANI TRATTIDAI DISCORSI DIPREM RAWAT

NUMERO 5

ADI SIGNIFICA ANTICO: ANTICO IN SAGGEZZA ED ESPERIENZA; RISALENTE A UN TEMPO REMOTO, DI LUNGA DATA;CHE POSSIEDE LE QUALITÀ ASSOCIATE ALL’ETÀ, ALLA SAGGEZZA O A UNA LUNGA CONSUETUDINE, VENERABILE.

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Un passo dopo l’altro la tua attenzione è stata sviata dalla felicità finché sei diventatouno schiavo del mondoLa formica dello zucchero e la formica del sale, pagina 22

Prem Rawat tiene conferenze in ogni parte del mondo e porta il suo messaggio dipace a una grande quantità di persone di ogni età ed estrazione sociale, provenientida grandi città o da piccoli villaggi. Gli articoli contenuti in ADI MAGAZINE sonotratti dalle trascrizioni di questi discorsi. Il testo è stato adattato perché fosse più con-ciso e leggibile, pur conservando il suo tono discorsivo. Tutte le foto contenute in ADIMAGAZINE sono state scattate durante gli eventi nei quali Prem Rawat ha parlato,anche se non sono necessariamente relative agli stessi eventi qui riportati.

Il lettore che desideri farci pervenire le sue riflessioni e considerazioni su questa rivistao sul suo contenuto può inviare una e-mail alla Redazione a: [email protected] spedire una lettera al seguente indirizzo: Editor, ADI MAGAZINE, The PremRawat Foundation, P.O. Box 24-1498, Los Angeles, CA 90024, USA

Capo redattore: Ole Grünbaum, [email protected] di redazione:Mary Wishard, Sherry Weinstein, Sara ShafferArt direction: Rasmus Olesen, [email protected]:Mehau Kulyk e Jacques Masraff

Per richieste sulla distribuzione oppure sulla pubblicazione diADI in altre lingue, si prega di scrivere alla Fondazione PremRawat o inviare una email a: [email protected]

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CI SONO 6,7 MILIARDIDI RAGIONI PER CUI CI DOVREBBE ESSERE PACESiamo nati e ci siamo addormentati, pagina 40

BRANI TRATTIDAI DISCORSI DI

PREM RAWAT

NUMERO 5

ADI SIGNIFICA ANTICO: ANTICO IN SAGGEZZA ED ESPERIENZA; RISALENTE A UN TEMPO REMOTO, DI LUNGA DATA;CHE POSSIEDE LE QUALITÀ ASSOCIATE ALL’ETÀ, ALLA SAGGEZZA O A UNA LUNGA CONSUETUDINE, VENERABILE.

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PROSPETTIVEPER COMPRENDEREDa vari decenni Prem Rawat viaggia in tutto il mondo per parlare di una possibilitàaperta a tutti, indipendentemente dall’età, dal ceto sociale e dal grado di istruzione.

In uno dei discorsi pubblicati in questo numero della rivista ADI egli inizia dicendo:“Ciò di cui parlo può essere sintetizzato così: quale possibilità ha un essere umanonel corso della sua esistenza?” e prosegue: “La pace è una possibilità latente nel cuoredi ogni singolo individuo.” (Il potenziale, pagina 12).

Fin da bambino, Prem Rawat parla di come ogni persona abbia la possibilità di sentirela pace dentro di sé. L’argomento può sembrare semplice, ma le sue parole sanno sve-lare innumerevoli prospettive per comprendere un aspetto profondo, fondamentaleed essenziale dell’esperienza umana.

In Ascolta la voce (pagina 6), Prem Rawat parla della richiesta di pace che viene dal-l’umanità, una voce spesso ignorata dai nostri governi ma che risale a tempi imme-morabili.

In La formica dello zucchero e la formica del sale (pagina 22), Prem Rawat tocca l’argo-mento dell’esperienza personale, indipendente dalle interpretazioni o spiegazioniproposte da altri.

In La Primavera è arrivata (pagina 30), il tema di fondo è l’enorme desiderio interioreche ci spinge a cercare “le acque della pace”, con la fiducia di poterle trovare.

Infine, in Siamo nati e ci siamo addormentati (pagina 40), Prem Rawat rivisita un’an-tica metafora: noi attraversiamo l’esistenza come fossimo sonnambuli, ma dobbiamosvegliarci per poter comprendere e apprezzare il regalo che è la vita stessa. Essere sve-gli, egli dice, significa avere una continua consapevolezza di questa possibilità.

Prem Rawat ci ricorda l’urgenza di trovare la pace interiore, ovunque e comunquepossiamo. Questo numero della rivista ADI potrebbe essere una buona occasione periniziare… o per continuare.

Un cordiale saluto,La Redazione

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INDICE

ASCOLTA LA VOCE PAGINA 6C'è un richiamo alla pace che riaffiora di continuo. È stato ignorato dai governie dai capi di stato. Ci siamo trovati di nuovo in guerra. E la voce che chiedepace, continua a gridare.

Questa voce non vede differenza tra il ricco e il povero, non vede differenzatra i vari tipi di governo, non vede differenza tra chi è colto e chi è senza istru-zione. Per favore, non soffocate questa voce. Datele ascolto, perché la pace è unbisogno innato in ognuno di noi, proprio come il bisogno di cibo, di acqua, diaria, di trovare un rifugio.

IL POTENZIALE PAGINA 12Quando teniamo in mano un seme, in quel seme c'è un albero. In quell'alberoci sono moltissimi altri semi e in quei futuri alberi ci sono migliaia di altrisemi. E così, ben presto, ci si ritrova a parlare di milioni e milioni di alberi.

Un seme racchiude questa possibilità in sé. Ma se non viene piantato e accudito,quella foresta non esiste e non esisterà mai.

Sto cercando di dire che la pace è latente, nel cuore di ogni persona. Lì giace,come se fosse addormentata, e qualcosa deve cambiare perché quel potenzialesi possa realizzare. Se questo cambiamento non avviene, essa rimane soltantouna possibilità.

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È ARRIVATA LA PRIMAVERA PAGINA 30Se nella tua vita arrivasse la primavera, saresti preparato? Sei pronto a fiorire?Se sì, ti do un’ottima notizia: la primavera arriva nella tua vita ogni giorno. Siipronto a sbocciare, senza esitazioni. E ritorna a essere completo, a essere intero.

L’ignoranza, per quanta presa possa avere su di voi, verrà sconfitta. La vostraspinta interiore a cercare è più forte della somma di tutte le domande, di qual-siasi tipo esse siano, anche se sono milioni e milioni, è più grande della confu-sione di questo mondo. Tale è la forza di questa spinta interiore.

LA FORMICA DELLO ZUCCHERO E LA FORMICA DEL SALE PAGINA 22Una volta una formica incontrò un’altra formica. Una viveva su una collinafatta di zucchero, l’altra su una collina fatta di sale. “Ma che cos’è lo zucchero?”chiese la formica del sale. “Oh, è una cosa dolce, buonissima.“ “Non ne ho maisentito parlare, ma sembra interessante!”

Allora la formica dello zucchero disse: “Perché non vieni a trovarmi, così puoiassaggiarlo e vedere se ti piace.” E la formica del sale decise: “Sì, un gustonuovo. È una buona idea!”

Arrivò il giorno di partire e la formica del sale pensò: “E se poi lo zuccheronon mi piacesse? Non avrò niente da mangiare. Vorrà dire che mi porterò ap-presso un po’ di sale.” Così si mise in bocca del sale e partì…

SIAMO NATI E CI SIAMO ADDORMENTATI PAGINA 40Centinaia di anni fa, un poeta disse che dopo essere nati ci siamo addormentati. Immaginiamo dunque una persona che sta dormendo: a volte ride, a voltepiange, a volte grida, a volte parla. È come se fosse continuamente in preda agliincubi. Ciò nonostante, prova un forte desiderio di continuare a sognare, perchéil sogno diventa così inebriante da farci desiderare di rimanere addormentati.

Quando qualcuno viene a svegliarci, ci sembra una stranezza. Siamo talmentepresi dal sogno che rispondiamo: “Cosa vorresti dire? Svegliarmi? Ma io sonosveglio! Tutto il bene, il male, i traumi, tutto ciò che succede in questo mondo,non è forse reale?”

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ASCOLTA LA VOCE

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Vorrei esprimere il mio punto di vista, e forselo troverete un po’ insolito. Io non sono legatoa grandi istituzioni. Quando viaggio e parlocon le persone, parlo veramente con le persone.A volte è proprio questo che dimentichiamo:siamo tutti esseri umani. Siamo talmente coin-volti nelle nostre cause, nel definire ogni cosa,che ci dimentichiamo di guardarci intorno e divedere che tutti, ciascuno di noi, siamo esseriumani, con la stessa ambizione fondamentale:essere felici, essere in pace.

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Molti parlano di pace e a volte chiedo loro: “Cosa significa la pace per te?” Permolti la pace è l’assenza di qualcosa. Vai da qualche parte per allontanarti dalrumore del traffico. Ti godi la vista di un bellissimo lago, dove tutto è moltosereno, e dici: “Oh, che pace, qui.” Oppure pensi che scalando il monte Everesto realizzando qualche obiettivo della tua vita forse allora ti sentirai in pace.

LA RICERCAMa cos’è la pace? Che cosa significava per Socrate o per Platone l’idea stessadella pace? A quei tempi non c’erano carri armati o aeroplani, tuttavia le per-sone si trovavano davanti a problemi non molto dissimili dai nostri.

Qual era lo scopo della ricerca? Portare pace a ogni individuo. Dunque, dinuovo, sorge la domanda: cos’è la pace? È qualcosa di innato che risiede nelcuore di ogni essere umano? Oppure è una situazione che può essere mani-polata, creata dall’esterno? Tra le due cose esiste una differenza fondamentale.Quando io parlo di pace, dico che il desiderio di pace è sempre esistito nelcuore degli esseri umani, da tempi immemorabili, e continua a esserci ancheoggi. E che c’è una voce che chiede pace e che riemerge, di continuo, nono-stante sia stata ignorata tante volte.

È stata ignorata da governi e da leader mondiali. Ancora, così spesso, ci siamoritrovati in guerra. Eppure, questa voce che chiede pace continua a farsi sen-tire. La dobbiamo riconoscere, ascoltare. Quella voce non è prerogativa di unospecifico gruppo di persone; non appartiene a nessun Paese in particolare. Èogni singolo essere umano che, a modo suo, cerca e si sforza di trovare la pace.Ecco quanto è potente.

È la voce che non vede differenze tra ricchi e poveri. È la voce che non vededifferenze tra i diversi tipi di governo. È la voce che non vede differenze trauna persona colta e una che non ha affatto studiato. Per favore, non zittitela.Favoritela, perché la pace è un bisogno innato in ogni persona, proprio comeil bisogno di acqua e di cibo, di respirare, di avere un rifugio.

LE RAGIONI DELLA PACEIn tutto il mondo la gente chiede a gran voce la pace. Lo so. Incontro personeestremamente povere e persone estremamente ricche. Quando esprimono leloro necessità vitali, risulta ovvio che ciascuno vuole esattamente la stessa cosa.

A volte vediamo le ragioni per cui la pace non c’è. E non ci rendiamo contoche la pace non è tanto lontana da ciascuno di noi. Se volessimo illuminareun campo di calcio, o di cricket, cosa dovremmo fare? C’è una fila di lampa-dine e ciascuna di esse deve essere accesa. Gli esseri umani sono come lampa-dine. Se vogliamo l’illuminazione, dobbiamo essere accesi. Ciascuno di noi.Non c’è altro modo.

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“Non ho fatto niente.

Ti ho soltanto mostratochi sei.”

Non è per caso che ci troviamo sempre davanti situazioni indesiderate.Quando si fanno le guerre, si cercano delle ragioni per giustificarle. È ora dicominciare a cercare le ragioni della pace, perché alla pace non è stata ancoradata una possibilità.

Nessuno vuole la guerra. Come mai? A chi infligge più dolore, la guerra?Agli innocenti. E gli innocenti sono persone semplici, che non hanno fattoniente di male. La loro ambizione è avere qualcosa da mangiare. Magari nonsi sognano neanche di mangiare tre volte al giorno, ma sperano di poterlofare almeno due volte al giorno. Sognano di avere un tetto, una vita miglioreper la loro famiglia e un futuro per i loro figli. Vogliono soltanto questo. An-dare nello spazio è un extra. Non ci pensano neppure.

Alcuni giorni fa ero in taxi e parlavo con l’autista. Lui si chiedeva: “Cosa ac-cadrà ai nostri figli?” Quest’uomo voleva soltanto la possibilità di avere pace.

Dovunque ti giri, dovunque vai, questo è il bisogno fondamentale di tutti. Ècosì difficile? È impossibile? In tempi difficili, cosa ci serve? Quando abbiamoproblemi personali, ci serve forza. E in fin dei conti, quella forza viene da den-tro di te. Altre persone possono agire da catalizzatori, ma la forza viene dadentro di te.

Lo stesso per la pace. La ricerca di pace viene da dentro di te e la pace che cer-chi, anch’essa si trova dentro di te. Ci si chiede: “Allora, qual è la formula?”La formula è ovvia.

LEONE O PECORA?C'era una volta un contadino che si imbatté in un cucciolo di leone. Vide cheera malato e molto debole, quindi se lo portò a casa, gli diede del latte e lo misenell'ovile, che era pieno di pecore.

Così il leoncino crebbe passando tutto il suo tempo con le pecore, finché ungiorno non fu più un cucciolo: era diventato un giovane leone.

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Un giorno, mentre le pecore pascolavano, un enorme leone uscì dalla giunglae cominciò a ruggire. Le pecore scapparono nel campo, cercando di nascon-dersi, e così fece anche il giovane leone. Il leone grande lo vide e gli chiese:“Ma tu perché ti nascondi?

E lui rispose: “Perché mi vuoi mangiare.”

Il leone grande disse: “No! Ma non lo sai chi sei, tu?”

Il leone piccolo disse: “Sono una pecora. Ma qualsiasi cosa tu dica, sono d’ac-cordo con te, perché non voglio che mi mangi.”

Il leone grande disse: “No, no, no. Vieni con me. Ti voglio mostrare una cosa.”Lo condusse in riva al lago e gli disse: “Guarda qui.”

Quando vide il suo riflesso nell’acqua, il giovane leone si accorse di non essereuna pecora. In effetti era un leone. Ringraziò il leone grande e questi gli ri-spose: “Non ho fatto niente. Ti ho soltanto mostrato chi sei.”

C’È DELL’ALTROQuesta storia mi piace perché a volte ci succede proprio questo: dimenti-chiamo la nostra vera natura. E quando non riusciamo a capire chi siamo,come possiamo farci carico delle necessità di chi ci circonda? È impossibile.Noi non siamo chi crediamo di essere. Siamo un dono prezioso, in questa me-ravigliosa creazione.

Ieri notte stavo guardando il cielo e ho visto le stelle: erano splendide. Eppurenon molto tempo fa stavo guardando un documentario in TV che spiegavache nello spazio c’è una violenza enorme. Buchi neri. Pianeti. Stelle. Esplo-sioni gigantesche. La notte scorsa, mentre guardavo il cielo, mi sembrava in-credibilmente sereno. Com’è possibile? È un errore? È forse tutto un errore?Oppure ci sfugge qualcosa?

Io dico che c’è dell’altro. In ciascuno di noi c’è un bisogno di pace. Il desideriodi pace danza nel cuore di ogni essere umano. Ecco la buona notizia. Il biso-gno di pace esisterà sempre, finché l’uomo vivrà sulla terra. Se riconosciamoquesto bisogno e cerchiamo di soddisfarlo, possiamo sentire che cosa significaessere felici.

Se nella tua vita vuoi la felicità allora, prima di tutto, devi trovare la pace. Lafelicità ne conseguirà. Questa è una mia osservazione personale, derivata dalfatto che viaggio e parlo con gente di tutto il mondo. E cerco di dare loro lapossibilità di trovare pace nella loro vita.

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ILPOTENZIALE

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Ciò di cui parlo, in sintesi è questo: quale pos-sibilità ha un essere umano nella sua vita? Ciòdi cui vi voglio parlare non si trova in cima auna montagna o in fondo al mare, ma dentro ilcuore di ogni persona di questo mondo.

Allora, qual è il potenziale della vita umana,della mia vita, della tua vita?

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Quando tieni in mano un seme, sappi che in quel seme c'è una possibilità. Inquel seme c’è un albero. E in quell’albero ci sono tanti e tanti altri semi. Inciascuno di quei semi c’è un altro albero. In quegli alberi ci sono migliaia dialtri semi e migliaia di altri alberi, e ben presto ti ritrovi a considerare milionie milioni di alberi. Guardando un solo seme, nel palmo della tua mano, staiin realtà guardando l’inizio di una foresta immensa.

Il seme contiene questa possibilità. Se viene piantato, annaffiato, curato, po-trebbe diventare un albero e da quell’albero potrebbe derivare una foresta.Però, se il seme non viene né piantato né curato, che possibilità avrà quella fo-resta? Non esiste e non esisterà mai.

LA POSSIBILITÀ DORMIENTELa pace giace dormiente nel cuore di ogni persona ma, prima che il suo po-tenziale possa realizzarsi, deve avvenire un cambiamento. Altrimenti resteràsoltanto una possibilità. Potete scrivere poesie e romanzi, tenere seminari sullapace, ma è soltanto una possibilità, non una realtà.

Ho parlato di pace in molti posti. Ho detto che abbiamo bisogno di pace, anchein assenza di guerra. Quando inizia una guerra, tutti dicono: “Bisogna farela pace; dobbiamo avere la pace.” Ma poi, cosa succede quando la guerra fini-sce? “Bene, ora possiamo tornare ai nostri soliti affari.” Che tipo di affari? Gliaffari che ci portano alla guerra! Non è sufficiente parlare di pace. Non bastamettere un cartello sul muro oppure fare il segno della pace con le dita: nonbasta per avere la pace.

La pace si deve sentire, e non una o due o tre volte, ma ogni giorno, in ognimomento. Ecco perché vi parlo. Non vi sto solo parlando di una possibilità,ma vi sto anche dicendo che può diventare una realtà nella vostra vita.

Se una persona ha sete, a cosa gli serve un bel discorsetto? Immaginate unapersona che sta morendo di sete nel deserto e voi le dite: “Conosco un bellis-simo posto a Londra, che ha un’acqua stupenda.” Gli descrivete un bar specia-lizzato in acque minerali, che ne propone moltissimi tipi diversi. E lui dicesolo: “Acqua, acqua... ”

Potete parlare della pace quanto vi pare, ma solo quando il bisogno non è im-pellente. Quando se ne ha bisogno, non c’è spazio per le discussioni. Voletesolo una cosa: provvedere ai vostri bisogni. Siamo fatti così.

La pace giace dormiente nel cuore di ogni singolo individuo…

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LA PACE È UNA NECESSITÀ?Sei in grado di contemplare, di pensare, di immaginare. Con queste capacitàpuoi fare cose meravigliose. Ma questo non esclude che ci si deve prenderecura delle proprie necessità. Bisogna che la tua sete sia placata.

Solo quando la tua sete sarà placata il capitolo della sete giungerà a conclu-sione, non prima. Quando si ha sete, nessuna scoperta, lettura o idea di questomondo potrà mai placarla. È così. La nostra immaginazione non ci libera dallanecessità. Solo quando avrai bevuto a sazietà non avrai più sete e sarai soddi-sfatto.

Dunque, la domanda più ovvia è: nella tua vita, hai una necessità da soddi-sfare? Questa è una domanda che ti devi porre e alla quale devi rispondere dasolo. Nella mia vita? Sì. Io ho bisogno di sentire pace, di essere appagato, diessere soddisfatto nel modo più reale. Non il tipo di soddisfazione che vienedal fatto che qualcuno mi dice: “Ecco il tuo nuovo mantra: Sono soddisfatto,sono soddisfatto, sono soddisfatto.” C’è gente che lo fa. Dicono: “Comincia adirti quanto sei contento e vedrai che lo diventerai.” C’è un problema, però,in quella felicità: è immaginaria.

Se è questo che stai facendo, Dio non voglia che tu senta mai il bisogno di es-sere felice davvero. Hai ripetuto a te stesso: “Sii felice, sii felice, sii felice.” Poi,un giorno, qualcosa dentro di te ha detto: “Che bella idea! Dovrei davvero es-sere felice.” E allora ti trovi nei guai, perché pensavi di esserlo già.

Molti dicono: “E le nostre responsabilità?” Non vedo alcun conflitto, perchéla felicità che stai cercando è la felicità che si trova dentro di te, per te, solo inquanto sei una persona viva, che è venuta al mondo. So che potrebbe esseredifficile dimenticare di essere un padre, una madre, un insegnante, un con-tadino o qualsiasi altra cosa tu sia. Però fallo, solo per un momento.

IL RESPIRO ENTRA IN MESei venuto al mondo. Il respiro è entrato in te, ed è tuo. Per quanto tu possaessere generoso, il respiro non puoi donarlo a nessuno. Non si può dire: “Ec-coti un po' dei miei respiri, te li voglio regalare.” Non si può fare. Il respiroentra in me, mi porta qualcosa e poi se ne va. Poi torna ancora e poi se ne va,torna e se ne va, finché un giorno viene se ne va e non ritorna più.

...ma qualcosa deve cambiareaffinché il potenziale venga realizzato.

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C’è una casa dentro di te…

A molti non piace parlarne: è un argomento pesante, impegnativo. Pensa altuo compleanno. Arrivano i parenti, gli amici e ti portano una torta. Ci met-tono sopra le candeline e ti dicono: “Dai, spegnile con un soffio!” Ciascunadi quelle candeline rappresenta un anno che hai vissuto. Dunque, simbolica-mente, stai soffiando via ciascuno di quegli anni.

Stai accettando il fatto che tutti quegli anni sono passati, andati. Ovviamentenessuno sa per quanto tempo vivrai ancora, quindi non si possono aggiungerele candeline che mancano. Soffiare sulle candeline indica la tua vulnerabilità,non la tua forza. L’illusione è rafforzata dalla canzone che accompagna il tuogesto. È veramente una distrazione. Ti fa pensare che soffiare sulle candelineriguardi il tuo futuro, quando, in realtà, è l’accettazione di tutto quello chese n’è andato e che non tornerà mai più. Questa, in effetti, è la sostanza dellatua vita. Non giudicare se sia un bene o un male, se sia giusto o sbagliato o sedovrebbe essere in un altro modo. È la natura dell’esistenza. È semplice.

Tu sei qui e il fatto di essere vivo è la più grande delle celebrazioni. A te nonsembra che sia così, perché hai delle bilance. Tutto viene pesato e misurato ei momenti sono suddivisi in belli e brutti. Ti misuri non in base a come staitu, ma in base a come stanno le cose che ti circondano. Gli affari vanno bene?Stai per avere una promozione? Ti è stata negata una promozione? Questovorrebbe dire che per te è una brutta giornata. Se gli affari non ti vanno tantobene, anche questo significherebbe che è una brutta giornata. E cosa rendebella la tua giornata? Il fatto che le cose vanno a modo tuo, perché misuri latua giornata in base a quello. Non hai accettato la giornata, l’hai misurata.

L’ARTE DI AMALGAMARSISto parlando di accettare la vita e di accettare un bisogno che deve essere an-cora soddisfatto: vivere felici. Non perché qualcuno ti ha detto: “Hai avutosuccesso: ora sei felice, provi gioia.” Ma sentire una gioia che viene dal piùprofondo del tuo essere. Essere felice perché ti senti appagato e accetti l’oggicome un dono, perché è un dono.

Cos’è un dono? Quando qualcuno ti dà qualcosa e non ti chiede niente in cam-bio, quello è un dono. Se qualcuno ti dà qualcosa e ti dice: “Dov’è la tua cartadi credito?”, non si tratta più di un dono. Quando dico che la vita è un dono,molti pensano: “Da parte di chi?” Ma te ne importa davvero? Ti è stato dato.Prendilo! Vuoi forse rifiutarlo?

Cosa hai dato in cambio dell’oggi? Nulla. Però l’oggi è arrivato con tutti i suoimomenti, uno dopo l’altro, come gocce. Una goccia d’acqua si amalgama conun'altra goccia d'acqua. Ecco un altro esempio di potenzialità. Se cade un’altragoccia, quella goccia ha la possibilità di fondersi con quella precedente, e sene arriva un’altra ancora, anch’essa vi si potrà unire.

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…e vuoi tornare a casa tua.

Un’altra arriva e anch’essa si unisce a quella goccia. La possibilità di fondersitra loro permette alle gocce d’acqua di diventare un grande fiume. Se ognigoccia dicesse: “Non so da dove viene quell’altra goccia; non so quali sono lesue idee, che religione segue, in cosa crede, quindi non mi ci voglio mesco-lare.” In questo caso, non si formerebbe mai un fiume.

L’acqua sa come trasformarsi. Riscaldala e dirà: “Oh, fa troppo caldo. Me nevado.” Ed evapora. Se ne va? No. Non appena le sarà possibile si raccoglierà dinuovo, diventerà di nuovo una goccia e come acqua ritornerà a unirsi al mare.A volte piove a catinelle. Ma cos’è la pioggia? È la goccia che utilizza il suopotenziale. Una goccia è minuscola, ma può spaccare in due una montagna.Io lo trovo affascinante.

L’acqua è così flessibile, eppure quelle gocce, quando si uniscono, hanno la ca-pacità di generare una potenza enorme. Da un atto molto semplice, come scor-rere verso un’area più bassa, si generano molti megawatt di elettricità. Tuttoperché una goccia conosce l’arte di unirsi a un’altra goccia. Questa è la suanatura.

LA GUERRA DENTRO DI NOI.Quando riuscirò a comprendere che sentire è la mia natura? Pensare va bene,ma ho bisogno di sentire. Immaginare va bene, ma ho bisogno vedere. So-gnare va bene, ma ho bisogno di sentirmi appagato quando ho gli occhi aperti.Non c’è niente di male nel sognare, ma la cosa più importante deve esseresentirsi veramente appagati. Quando riuscirò a comprendere che l’oggi è undono che mi è stato dato senza alcun pregiudizio, quando riuscirò ad accet-tarlo, allora avrò fatto il primissimo passo sulla strada della felicità. Allorasaprò che sto andando nella direzione della mia pace.

Quando parli di pace, la maggior parte delle persone risponde: “La pace èquando non c’è la guerra.” No. Quella non è pace. La guerra è la conseguenzadi qualcosa. Non esiste solo la guerra fisica. C’è un’altra guerra che è moltopiù pericolosa: la guerra che infuria dentro ogni essere umano. La guerra este-riore prima o poi finisce, mentre quella interiore potrebbe non avere mai fine.

Nel mondo di oggi ci sono i Ministeri della guerra, i Ministeri della difesa. Ei Ministeri della pace? Non esistono da nessuna parte. La pace è vista solo comeuna bella idea, non come qualcosa che dovremmo effettivamente avere. Pergli armamenti si spendono miliardi di dollari. Quando è il momento di ri-scuotere le tasse, i governi si mettono a magnificare l’accuratezza delle armiche vogliono acquistare. Ma quando queste armi, una volta sì e una volta no,colpiscono nel posto sbagliato, ti chiedi: “Pensavo che fossero precisissime,che fossero in grado di entrare da una finestra e uscire dall’altra. Che è suc-cesso? Devono aver trovato la finestra sbagliata!”

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IN CONTATTO CON TE STESSOSe chiedo a qualcuno: “Quando è stata l’ultima volta che sei stato veramentein contatto con te stesso?”, spesso mi si risponde: “Non sono mica perfetto, co-munque ci provo. Sono una brava persona, non faccio del male a nessuno.”No. Non in quel modo, non nel pensiero. Nelle sensazioni.

Chi sei? Sei un essere unico, che è venuto al mondo. Al mondo non esiste nes-sun altro come te e non ci sarà mai e poi mai nessun'altro come te. Ecco quantosei unico. Ecco perché essere appagati è importante.

Noi pensiamo: “Sono sicuro che esista qualcuno come me.” A volte diciamo:“Ho visto una persona che ti assomigliava moltissimo.” Non è vero. Il modoin cui guardi, il modo in cui ridi, le cose di cui ridi e ciò che ti fa sorridere,sono sfumature veramente delicate della tua esistenza. Quando sei appagato,il modo in cui provi le tue sensazioni costituisce la trama sottile della tua vita.Incredibilmente sottile. Così sottile che solo tu potresti dire di che cosa è fatta.Quindi è compito tuo essere appagato. È importantissimo che questo insiemedi carne e di ossa, arrivato sulla terra, non vada in malora. Non sei venuto sol-tanto per poi un giorno andartene via. Sei arrivato, hai visto, hai ammirato eti sei sentito appagato.

Dieci anni dopo che sarai morto, pensi che qualcuno si ricorderà ancora dite? Mah, forse dopo dieci anni, sì. Forse anche dopo venti. Trenta? Non nesono sicuro. Dimenticare è una cosa naturale per le persone. Anche se ti co-struissero una statua, un giorno verrebbe qualcuno e la leverebbe di mezzoper costruirci un centro residenziale. La tua vita, però, non è fatta di questecose. Non è questo il tuo potenziale. In fin dei conti, non dipendi affatto datutte le cose da cui pensi di dipendere. Ciò da cui dipendi realmente è il re-spiro che entra ed esce da te. Se mai ti dovesse capitare di poter scambiare iltuo cellulare, il computer o un orologio nuovo con un respiro in più, lo farestiben volentieri. Diresti: “Prenditelo, prenditelo!” Perché sai bene che quel re-spiro costituisce il pilastro, le fondamenta su cui poggi.

LA CONOSCENZA DEL SÉDovresti sapere quanto ti fa bene appagare la tua sete, sentirti in pace. Nessunone è molto lontano. Però abbiamo bisogno che ci venga ricordato. Quando di-mentichiamo ciò che è essenziale, può esserci utile che qualcuno ce lo ricordi.Ciò di cui parlo e ciò che offro è la conoscenza del sé. Gli affari vanno e ven-gono, ma tu sei uno e uno soltanto. Nella vita l’importante è sentirsi appagati,provare gioia, scavare nella miniera che abbiamo dentro, placare la propriasete. Tornare a casa. C’è una casa dentro di te e tu devi tornare a casa.

C’è un potenziale che devi scoprire e conoscere personalmente. Realizza il tuopotenziale.

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Cosa hai dato per avere questo giorno? Nulla.

Però è arrivato, e ogni momento è stato

come una goccia.

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LA FORMICA DELLO ZUCCHERO E LA FORMICA DEL SALE

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Noi tendiamo ad analizzare qualsiasi cosa. Maquando ho sete, non voglio le analisi dell’acqua,non voglio che mi venga descritta. Voglio sola-mente sapere come trovarla, in modo da poterbere a sazietà. Questo è il punto: placare la sete.

Qualsiasi cosa facciamo, che si tratti di esplorarelo spazio, di mappare il fondo dell’oceano, difar volare un aquilone, di lanciarsi col bungeejumping, di imparare a cucinare, di progettarenuovi aerei o di inventare nuove tecnologie, lofacciamo perché pensiamo che ci porterà unbeneficio. E abbiamo la cattiva abitudine di lan-ciarci a corpo morto nelle cose, senza neanchechiederci: “Ma questo mi serve veramente?”Continuiamo a sviluppare invenzioni semprenuove.

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Guardo le foto di quando ero piccolo e mi chiedo: “Dov’è andato a finire quelbambino? È morto?” È una domanda stramba. Lo so che quel bambino ero ioe che sono vivo. Ma non assomiglio affatto a quel bambino. Dunque, in re-trospettiva, non posso fare a meno di chiedermi: “Dov’è andato a finire?”

Pensiamo di essere la somma di tutte le cose che facciamo, eppure la mia fotoda bambino era solo un’istantanea in una vita – la mia vita – che, ora com-prendo, non è mai costante. Fra tre anni una mia foto sarà molto diversa. Tradieci, sarà ancora più diversa e tra altri venti anni sarà molto, molto diversa.Cambio costantemente. Magari non mi rendo conto di cambiare, ma cambiocostantemente.

Allora, chi sono? Chi sei tu? È incredibile la spinta che abbiamo a migliorarenoi stessi, a evolverci, ad andare avanti, a migliorare tutto quello che può es-sere migliorato. A renderlo più bello.

Il mio messaggio riguarda la possibilità del miglioramento supremo di unessere umano – non del genere umano, di una nazione o delle convinzionisociali – di un essere umano. E questo non avviene né tramite una religioneo una dottrina, né tramite idee o concetti. Nemmeno tramite le dicerie o leripetizioni, oppure perché seguiamo gli altri come fossimo delle pecore. Av-viene grazie a ogni individuo che esplora e che trova la bellezza dentro di sé.E tutto quello che si chiede a una persona è di fare la sua parte.

LE DUE FORMICHEUna volta due formiche si incontrarono. Una viveva su una collina fatta dizucchero, l’altra su una collina fatta di sale.

“Da dove vieni?” chiese la formica del sale.

“Vivo sulla collina dello zucchero.”

“La collina dello zucchero? Cos’è lo zucchero?”

“Oh, è una cosa meravigliosa, ha un gusto dolce.”

E la formica del sale disse: “Non ne ho mai sentito parlare. Io vengo dalla col-lina del sale. Mangio sale e mi viene sete. Ma questa cosa dolce potrebbe dav-vero essere buona!”

Così la formica dello zucchero disse: “Perché un giorno non mi vieni a tro-vare, così puoi assaggiarlo e vedere se ti piace?”

L’altra formica decise: “Sì, un sapore nuovo. Che buona idea!”

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Si misero d’accordo su una data. Venne quel giorno e la formica del sale co-minciò i preparativi per la partenza. “Mmm,” pensò allora, “adesso me ne vadofin laggiù, alla collina dello zucchero. E se poi non mi piacesse? Se avesse unsapore orribile? Mi toccherà tenermi la fame. Lo so io, quello che devo fare.

Mi porterò dietro del sale, in caso non mi piaccia lo zucchero.” Si mise inbocca del sale e partì.

Quando arrivò, la formica dello zucchero fu lieta di vederla. “Ciao, comestai?”

“Ah, tutto bene. Non vedo l’ora di assaggiare lo zucchero! Sarà buonissimo.”

“Ecco. Assaggialo.”

La formica del sale si mise lo zucchero in bocca, lo masticò un po’, poi disse:“Ha lo stesso sapore del sale.”

“Davvero?”

“Sì! Ha proprio lo stesso sapore del mio sale. Non c’è nessuna differenza. Im-magino che voi qui lo chiamiate ‘zucchero’ e noi , dalle mie parti, lo chia-miamo ‘sale’. È la stessa cosa!!”

La formica dello zucchero disse: “Non credo proprio. Apri la bocca, fammidare un’occhiata.”

In effetti, in fondo alla sua bocca c’era del sale. Allora la formica dello zuccherodisse: “Lascia che te lo tolga” e lo tirò fuori. “Adesso, assaggia lo zucchero.”

“Oooh! Incredibile. È davvero diverso, è meraviglioso! Questo sapore mi piaceproprio!! Mi trasferirò qui!”

La storia non sarebbe finita così se il sale fosse rimasto dentro la bocca dellaformica. Ecco perché dico: “Pulite il piatto e assaggiate la pietanza così comedovrebbe essere assaggiata, non mischiata a qualcos’altro. Assaggiatela e sco-

So una cosa, è quasi ridicolo quanto è semplice:

l’andare e il venire del respiro è la cosa piùmeravigliosa che accada nella tua vita.

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Sto parlando di una cosa che non è una mistura. Non riguarda i tuoi successi.Riguarda te, il fatto che sei vivo. So una cosa, ed è quasi ridicolo quanto è sem-plice: l’andare e il venire del respiro è la cosa più meravigliosa che accada nellatua vita.

“Cosa?” potresti chiedere. “Non è il mio nuovo lavoro? La mia nuova moglie?Il mio nuovo marito? La mia nuova fidanzata? Il mio cane nuovo? Non è lamia nuova pettinatura, le mie unghie nuove, il mio vestito nuovo, la mianuova casa?” No.

Potresti pensare: “Ma ci sono tante cose meravigliose in questo mondo.” Sì,sono d’accordo. Ci sono tanti meravigliosi panorami, bellissime montagne, nu-vole, laghi, mari, spiagge e alberi di palma. Ci sono frutti, fiori, uccelli, animalimeravigliosi. Ma tu li puoi vedere, sentire, toccare, odorare soltanto perché c’èil respiro che entra ed esce da te. Senza la presenza del respiro ti si potrebberomettere sotto al naso tutti i fiori del mondo e non ci sarebbe alcuna risposta.

COS’È CHE TI FA BENE?Se uno ha poca memoria, il problema è che non sa che cosa ha dimenticato.In certe circostanze può essere anche una benedizione, ma nella maggiorparte dei casi è il contrario. Tutto quello che ti fa veramente bene, te lo dimen-tichi. Tutto quello che ti fa veramente male, te lo ricordi come se fosse successodue minuti fa. Lo sai che cosa ti fa bene? Prima che tu risponda a questa do-manda, voglio ricordarti che quando eri molto piccolo, lo sapevi cosa ti facevabene. Non ci pensavi neanche. Semplicemente ti mettevi a farlo. Cos’era? Vo-levi essere felice. Non ti importava nient'altro che quello. Volevi solo esserefelice. Tutto qui. A quel tempo tutto era semplice. Non te ne importava se erinato in una famiglia povera o in una famiglia ricca. Volevi solo essere felice.Poi, pian piano, sono successe tante cose. Un passo dopo l’altro la tua atten-zione è stata distratta dalla felicità e sei diventato schiavo di questo mondo.Sei stato temprato in modo che il mondo riuscisse a sopportare te e tu riuscissia sopportare il mondo. Responsabilità, disciplina e tutto quanto. Fai questo,questo e questo. Ma non eri stato disciplinato a quello che era il tuo sentimentoiniziale e innato, prima che qualcuno si impossessasse del tuo cervello.

Lo vedo succedere dappertutto e mi irrita, ma non ci posso far niente. Moltipensano che le cose non vadano poi tanto male. Io non sono qui per giudicare,ma secondo me, se si dovesse dare una pagella a questo mondo, sarebbe piena dizeri.

IL REGNO ANIMALEStavo guardando un programma in televisione in cui descrivevano tuttoquello che era successo quando avevano fatto le riprese. Un tale stava cercandodi fare amicizia con un elefante e l’elefante lo aveva sollevato con la proboscide

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e lo aveva scosso come fosse un tappetino. Ora, mi piacerebbe vedere quel taleprendere l’elefante e sbatterlo come un tappetino. Non c’è confronto. Le fo-cene nuotano più in fretta di noi. L’evoluzione ha dotato gli squali di una den-tatura perfetta. Non devono mai andare dal dentista. Se cade un dente, non èun problema, gliene cresce uno nuovo. D’altronde agli squali non servono ne-anche i denti, ti possono uccidere stritolandoti tra le gengive.

Noi abbiamo dovuto inventare gli aerei per volare, ma gli uccelli e gli insettiper volare non hanno dovuto inventare nulla. Siamo tanto orgogliosi perchéabbiamo inventato il GPS, il Sistema di Posizionamento Globale. Il nostrosenso di orientamento è patetico. Un piccione, che ha il cervello grande comeil lobo del nostro orecchio, non ha bisogno di un GPS. Ne ha uno innato. Aivecchi tempi in effetti si usavano i piccioni per mandare i messaggi. Dovun-que fossero trasportati, quando venivano liberati i piccioni sapevano semprela strada per tornare a casa.

Comunicazione? Abbiamo inventato i telefoni cellulari. Ma le balene, quandoci guardano, devono pensare: “Io riesco a comunicare con mezzo mondo e lofaccio gratis. Non ho bisogno di ripetitori e il segnale c’è sempre.”

Con tante invenzioni che riteniamo nostre, siamo appena in grado di rag-giungere il limite minimo del regno animale. Eppure per la maggior partequelle creature si sentono libere di fare quello che devono fare. Con tutte lenostre invenzioni ci siamo così intrappolati da dimenticare il nostro desideriofondamentale, il desiderio di essere contenti.

NESSUNA INTERPRETAZIONENella tua vita hai bisogno di pace. Hai bisogno di essere appagato. Hai bisognodi essere felice. Hai bisogno di sentirti come il bambino che eri e che sei an-cora! Per quante cose siano cambiate nella tua vita, per quanti mutamenti tuabbia attraversato, queste cose fondamentali non sono cambiate. Se hai biso-gno di scoprire qualcosa, scopri la tua voglia di essere felice, di essere appagato.

Scopri la gioia che risiede nel cuore di ogni essere umano. Sii felice. Non conle domande ma con le risposte. Per alcuni può sembrare strano. “Cosa? Nes-suna domanda? Solo risposte? Ma non c’è sempre una domanda per ogni ri-sposta?” No. Non è così. Ecco perché la gente non trova mai le risposte econtinua a trovare sempre più domande.

Quando arrivai per la prima volta a Boulder, in Colorado, negli anni ’70, lagente veniva da me tutti i giorni a farmi domande. C’era un indiano che avevastudiato la Bhagavad Gita e ogni volta che poteva mi faceva domande su quellibro. “Perché quella persona ha detto quello? Che significa questo? Che si-gnifica quello?” Di continuo. Alla fine gli ho detto:” Nella Bhagavad Gita,

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Arjuna ha delle domande e Krishna gli risponde. Man mano che si va avanti,Arjuna ha sempre meno domande. Alla fine, si arriva al punto che Arjunanon ha più domande.”

Poi gli ho detto: ”Non ti sei mai chiesto cosa è accaduto ad Arjuna, che l’hafatto smettere di fare domande? È questo che devi scoprire.”

Sapete quante interpretazioni si danno a questo mondo? Io guardo i telegior-nali e mi danno delle interpretazioni. Dovrebbero solo mostrarmi cosa è suc-cesso e lasciare che io capisca da solo. Invece dicono: ”Hanno detto così. Vogliodarvi la mia interpretazione: volevano dire questo.” Allora dico: ”Ma vi sem-bro deficiente? Come se non riuscissi a capire da solo? Come se non avessi uncervello? Come se non fossi in grado di pensare?”

Insomma, quello che voglio dire è che uno deve essere in grado di bere l’acquaper conto suo; non puoi permettere a qualcun altro di bere al posto tuo e poidi venirti a dire che l’acqua era buona. Sei tu che hai sete, sei tu che devi bere,e devi farlo da te. Senza spiegazioni, senza interpretazioni.

LE IDEE TUECi sono un sacco di idee non nostre che pesano sulle nostre spalle. Ce le hannomesse addosso altre persone. Ci piace moltissimo passare agli altri le nostreidee. “Le cose stanno così, è così.” Lascia perdere quelle idee. Non sono tue.Quali sono le idee tue? Le stesse che hai sempre avuto: essere felice. Questa èun’idea tua. E non la devi mollare.

Forse questo l’hai capito, certe cose ti fanno sentire veramente bene. Se facessiuna lista di queste cose, indovina quale sarebbe la prima? La pace. La pace è lacosa che ti fa sentire meglio. Guardare un bel film? Ti può far sentire bene.Una commedia ti può far sentire bene. Ad alcuni piacciono i massaggi. Lifanno sentire bene. Ad alcuni piace mangiare il gelato.

Ma di tutte le cose che facciamo nella vita per sentirci bene, la pace è quellache ci fa sentire meglio. La contentezza è la cosa che ci fa sentire meglio. Cisono molte cose in questo mondo che hanno delle implicazioni. La conten-tezza no. La pace no.

A volte uno si innamora e va in giro a dire: “Sono innamorato, sono inna-morato.” Due mesi dopo, dice: “Quella persona lì, la odio.” Ogni cosa si puòcapovolgere.

La pace non è così. La pace è sempre bella. E dove sta? È già dentro di te. Lasciache ti mostri come scavare un pozzo per avere accesso all’acqua, così ogni voltache avrai sete potrai bere a sazietà.

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È ARRIVATA LA PRIMAVERA

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È primavera e inizia la baruffa: da una partel’inverno che non vuole mollare la presa, dal-l’altra l’estate che vuole irrompere con il suocalore. Questa rappresentazione si svolge incielo tra nuvole e lampi, arcobaleno e sole.

Al suolo ci sono molte piantine delicate, fragili.L’autunno passato hanno dovuto fare unascommessa, sapendo che per sopravvivere al-l’inverno imminente avrebbero dovuto perderele foglie. E così hanno fatto. Ma la scommessapiù grande non è stata l’inverno, bensì il ritornodell’estate e cioè quel momento in cui avreb-bero dovuto far rispuntare le foglie ed essere dinuovo complete.

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Così adesso sono pronte e la più piccola avvisaglia dell’arrivo dell’estate lesprona a germogliare. Queste foglioline e questi fiorellini delicati si stannopreparando all’impegno di essere di nuovo completi.

LA TUA PRIMAVERASe hai osservato questo processo, ecco la mia semplice domanda: se la prima-vera arrivasse nella tua vita, saresti pronto? Sei pronto a fiorire? Se sì, ho ot-time notizie per te: la primavera è già arrivata, quindi sboccia. Questo non èil momento di pensarci su o farsi domande. Non è il momento di discutere sela primavera è arrivata veramente o no, non è il momento di lamentarsi per-ché tanto l’autunno tornerà e bisognerà di nuovo perdere le foglie.

Lo sai che la primavera viene tutti i giorni nella tua vita e che è di vitale im-portanza essere pronti a riceverla? E intendo proprio dire vitale, anche se nonobbligatoria. Non sto dicendo che se non sei pronto ci saranno brutte conse-guenze, come andare all’inferno o cose simili.

Se ci si pensa, è proprio quello che succede in molte religioni. Per me una re-ligione è come un dito puntato a indicare Dio. Eppure tante persone non guar-dano più nella direzione indicata dal dito, ma si concentrano sul dito stesso.Poi affermano: “Il mio dito è migliore del tuo, il mio dito è più lungo del tuo,il mio dito è più vecchio, il mio dito è più bianco.” Nessuno guarda più quelloche il dito indica.

È questo che fai nella tua vita? Come reagisci quando arriva il dolore? Cos’è ildolore? È una chiamata a svegliarti. C’è una ragione per cui le suonerie dellesveglie sono fastidiose. Lo scopo della sveglia è di svegliarci, non di farci riad-dormentare. Se fossero come una ninna nanna suonata da un’arpa, ci si rilas-serebbe e si tornerebbe a dormire. Non è questo lo scopo di una sveglia.

IL TUO RITMOQuando il dolore arriva è come se dicesse: “Ehi, non è che siamo stati un po’inconsapevoli ultimamente? Svegliati, svegliati.” Invece il dolore arriva e ci sichiede: “Cos’è questo dolore? Vediamo. Analizziamolo.” Non è per questo cheesiste il dolore. Se gli ingranaggi dentro di noi stridono è perché qualcosa nonè a posto.

Come esseri umani abbiamo un ritmo dentro di noi che dice: muoviti, cam-mina, vai avanti, comprendi. Comprendi di essere mortale e fai sì che questo tisia d’ispirazione ad andare avanti. E comprendi anche la tua immortalità, perchéuna parte di te è mortale e una parte è immortale. Sei come un sandwich.

Hai dato tantissima attenzione a una fetta di pane, quella mortale, ma dovresticonsiderare anche l’altra, perché la parte mortale si disintegrerà. È la sua na-

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tura, non spaventarti per questo. Fai che ti sia d’ispirazione per concentrartisull’altra parte, quella immortale, che è ottima, veramente deliziosa. Daiascolto all’ispirazione che viene dal tuo cuore.

Dentro di te c’è un tamburo che scandisce il tempo. È il ritmo che sprona aconoscere, a muoversi, a ballare la danza del discernimento e a cantare: “Chemagnifico dono ho ricevuto, ora capisco il mio impulso a sbocciare.”

La gente dice: “Cerco qualcosa, ma non so cosa sia.”

Ricorda di come le piantine hanno accettato la scommessa di perdere le foglie.Senza nessuna connessione internet ad alta velocità, senza satelliti o anni didati storici sul clima, queste piantine hanno accettato la scommessa, anche seeffettivamente non si tratta di una vera scommessa, perché la bellezza sta nelfatto che la primavera verrà.

LA SPINTA INTERIOREQuando vedo spuntare queste foglioline di un bel verde brillante, mi dico:“Vai, muoviti, non lasciarti intimorire, non lasciarti abbattere dalla giornatafredda. Per quanto sia forte la morsa del freddo, non durerà.”L’ignoranza, per quanta presa possa avere su di te, verrà sconfitta. La tua spintainteriore a cercare è più forte della somma di tutte le domande, di qualsiasitipo esse siano, anche se sono milioni di milioni e non importa quanto grandesia la confusione di questo mondo. Tale è il potere della tua spinta interiore.

La spinta a cercare è la più bella. Se una persona cerca, dovrei forse dire: “Soio cosa dovresti cercare?” No, dico invece: “Stai cercando? Bene, continua. Per-ché se cerchi con sincerità, troverai ciò che ti aiuterà a portare a termine consuccesso la tua ricerca. Senza alcun dubbio.”

Tanti mi chiedono: “Dimmi, come fa ad accadere?” È l'insieme della sete, del-l’assetato e dell’acqua. Se la sete non esistesse, non ci sarebbe neppure l’assetato.Ma siccome c’è la sete, ci sono anche gli assetati. E siccome c’è l’assetato, l’ac-qua verrà trovata.

Per quanto forte sia la morsadell’ignoranza, alla fine si spezzerà.

In te c’è una spinta a cercare che è più forte della somma di tutte le domande.

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L’acqua che stai cercando è dentro di te, ecco perché la troverai. Sicuramentequalcuno pensa: “Sì, ma c’è chi muore di sete nel deserto.” Nel deserto di cuiparlo io, basta spostare la sabbia dell’ignoranza e l’acqua più pura e limpidasgorgherà dappertutto. Non si deve cercare un luogo specifico: non c’è bisognodi trovare un’oasi, un pozzo o un fiume, non si deve guardare se ci sono uccellio un macchia di alberi, niente di tutto ciò. In questo deserto l’acqua si trovaovunque, perché viene tirata su continuamente da una pompa fantastica.

Ogni respiro fornisce l’acqua che più perfettamente placa la nostra sete; ognirespiro, giorno e notte. Un giorno non sarà più così. Le persone si stupisconodi questo e la cosa mi sorprende. Non stupirti, in effetti lo sai. Ci sono tre cose:nascita, vita e morte. La nascita è già avvenuta, quindi non c’è bisogno di par-

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larne. L’ultima delle tre cose succederà anche tuo malgrado. La vita non ècome un distributore automatico in cui metti le monetine e poi scegliere:“Ok, voglio questo e quello, ma quel tasto non lo premerò mai!”La vita non è così, non è un gioco d’azzardo. Avrà una fine, questo è certo. Nonc’è motivo di soffermarsi sul fatto che finirà. Meglio soffermarsi sul fatto chesi è vivi. Meglio soffermarsi sulla possibilità di riconoscere che c’è acqua sottola sabbia, quella stessa sabbia che sembra arida in modo desolante.

Se si guarda il mondo, non è forse scoraggiante? Io viaggio in tutto il mondoper parlare di pace. Ma alle persone questo interessa poco. Si è troppo presi dacose tipo: “I dirigenti di questa banca hanno preso decisioni sbagliate”, oppure“Altre due persone sono state uccise.”

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Sono tutti intenti a giustificare la pazzia di questo mondo: “Nella storia dellarazza umana ci sono sempre state guerre e questa non è una novità.” Ma dopoogni guerra, dopo ogni battaglia, cosa vogliono le persone? Vogliono pace.

Guarda nel tuo cuore e troverai la vera essenza dell’esistenza. Guarda dentrodi te e troverai l’acqua più meravigliosa. Guarda dentro di te e troverai le tuesoluzioni. Troverai risposte per le quali non hai neanche le domande.

Nel tempio del tuo cuore troverai la scrittura più sacra che sia mai stata scritta.Una scrittura che nessun altro che te potrà mai leggere, e per capirla non haibisogno di conoscere alcuna lingua. Una scrittura che è con te giorno e notte.Non ti minaccia. Non ti impone di fare delle cose. E la cosa più incredibile èche non ha bisogno di essere interpretata.

INCREDIBILE ENERGIAHai bisogno di avere fede? Certo che hai bisogno di fede, ma in cosa? All’ini-zio ho parlato delle piante che hanno fatto una scommessa e, va bene, forsescommessa non era la parola giusta. In effetti, pensandoci, la parola più giustaè fede.

Abbi fiducia nel fatto che la primavera arriverà. Arriverà. Sii felice, com-prendi ciò che ti è stato dato. Il più grande dei doni che ricevi è l’andare e ilvenire del respiro.

Vuoi veramente sapere se Dio esiste? E quando dico Dio non intendo un diocon una faccia, due occhi e un brutto carattere. Questo è il modo in cui tantisi immaginano Dio. Io parlo dell’energia più meravigliosa, senza volto néocchi, ma veramente onnipotente, onnisciente e onnipresente, piena di pas-sione e compassione, che tiene uniti insieme miriadi di universi. Parlo del-l’energia che mette ogni cosa al suo posto, che dalla polvere ha creato i soli, lelune e i pianeti.

Creare tutto, dal nulla. Creare questa terra, questi tappeti intessuti di tramemeravigliose, soffitti senza pilastri, vivi, meravigliosi, in continuo muta-mento. Creare una luce magnifica in ogni sua sfumatura. Creare le luci nellanotte, inimmaginabili. La luna, le stelle, le nuvole, tutto. Creare i giorni,ognuno diverso dall’altro. Ogni singolo momento, unico, mai uguale. Crearegli alberi, e nessuno uguale a un altro, ogni singolo fiocco di neve, e non cene sono due uguali, e ogni essere umano, unico e irripetibile. Questa èun’opera di grande maestria.

E poi darti la possibilità di esserne testimone, non solo di vedere tutto questo,ma di poterlo ammirare, di apprezzarne la magnificenza.

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Quando piove a dirotto, ricordati la benedizione di avere avuto questo splen-dore, ricordati di quali siano le possibilità e di esserne parte. Non sei una cosaastratta, buona a niente e messa lì per caso.

Quando l’abilità di esecuzione è eccelsa, ogni piccolo particolare merita di es-sere guardato e ammirato. Non c’è niente di improvvisato, non c’è un granellodi sabbia fuori posto. Non c’è neanche una foglia, un fiocco di neve o una goc-cia di pioggia che siano fuori posto. Se accetti questo, allora devi accettare cheanche tu non sei fuori posto.

GUARDA LA REALTÀLa capacità di ammirare è uno dei maggiori traguardi dell’uomo. Ognuno dinoi ha un suo modo unico di esprimere ammirazione e gratitudine e questecose non sono mai fuori luogo. La tua gratitudine aiuterà Dio? No. Quandola provi sei tu a esserne toccato, quando provi ammirazione sei tu a riempirtidi beatitudine e gioia. Così stanno le cose.

Guardi le tue giornate e vedi i tuoi problemi. Ti chiedi cosa sarà di te dopo lamorte, ma non ti chiedi mai cosa ti potrebbe succedere intanto che sei vivo.Hai fatto domande, ma le domande sbagliate. Per qualche ragione, in confor-mità ad un modello predominante, hai il permesso di pensare al paradiso eanche di volerci andare dopo la morte. Ma assolutamente non ti è concessopensare al paradiso come qualcosa che è qui adesso. Questo, per me, è un con-cetto bizzarro.

Guardate la realtà, è più bella di qualsiasi cosa abbiate mai immaginato.

La primavera arriva tutti i giorni, accettala e accogli l’opportunità. Sii prontoa germogliare ogni giorno, senza esitazioni. A essere di nuovo completo, in-tegro.

Guarda la realtà.

La realtà è più bella di qualsiasi cosa tu abbia mai immaginato.

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Ci sono persone che credono che la pace non possa esistere.

E poi ci sono persone come me che credono che la pace sia possibile.

Ti voglio dire una cosa: questo mondo appartiene a chi ci crede.

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Prem Rawat

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SIAMO NATI E CI SIAMOADDORMENTATI

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Non si può fare a meno di notare che nella vitadi molte persone c’è battaglia. Combattiamocontro tante cose. Perché? Ogni volta che dueforze si contrappongono c’è lotta e per risolverela lotta bisogna prima di tutto identificare i dueelementi in conflitto. Una volta identificati sipuò decidere quale si vuole e quale non si vuole.

Quindi, nella nostra vita quali sono gli ele-menti che più frequentemente ci portano a lot-tare? Come si viene a creare questa disputa?

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Centinaia di anni fa un poeta disse che siamo nati e poi ci siamo addormen-tati. Prendila per quello che vale. So che c’è tanto scetticismo verso un pensierodel genere, ma qualunque sia la nostra realtà, soffermati un momento a pen-sare: siamo nati e poi ci siamo addormentati. In questo sonno proviamo tuttii traumi possibili di questo mondo, tutte le risate, tutto. E proviamo quindi aimmaginare una persona che dorme e a volte ride, oppure piange, urla o parla.È come avere un incubo continuo. Eppure c’è un grande desiderio di conti-nuare a sognare, perché il sogno diventa così inebriante che vogliamo conti-nuare a dormire.

Per noi diventa molto difficile considerare la possibilità che ci dobbiamo sve-gliare. Se scendi per la strada e dici a qualcuno: “Stai dormendo, ti vorrestisvegliare?” costui ti guarderebbe dicendo: “Ma sei pazzo? ” Non solo siamoaddormentati, ma ci piace questo stato di sonno. Ci siamo abituati e non com-prendiamo cosa significa essere svegli.

Quindi, quando qualcuno ci dice: “Sveglia!” ci sembra strano. Si è così intrap-polati dal sogno che non si capisce perché qualcuno dice queste cose. “Perchémi dici di svegliarmi? Sono già sveglio, tutto questo è reale, no? Tutto il bene,il male, i traumi, tutto quello che succede nel mondo: non è forse tutto reale?”

A quanti tra noi è capitato di avere una gomma a terra e si sono sentiti vera-mente frustrati? Quanti di noi hanno bruciato quello che stavano cucinando,a quanti si sono strappati accidentalmente i pantaloni e hanno provato imba-razzo? Quando provate queste cose sembra tutto molto reale, no? Eppure qualè la conseguenza di tutte queste cose che ci succedono? Poca cosa, i giorni pas-sano e tiriamo avanti.

Quindi potrebbe essere vero che tutto ciò che succede in questo stato di sognonon conta granché quando sei sveglio?

SVEGLIARSINon comprendiamo la dinamica del dormire e dell’essere svegli. Ma qualcunoviene a dirci di svegliarci e con questo intende dire che c’è qualcosa che po-tremmo fare che avrebbe delle conseguenze positive nella nostra vita, noncerto negative.

C’è chi non comprende che la vita è un dono. Non riescono a capirlo, sonocontinuamente persi tra quello che vorrebbero e quello che effettivamentesuccede nella loro vita. Sono intrappolati in un terribile incubo. Non sono isoli a sognare: tutti sognano.

Noi siamo nei sogni degli altri e gli altri sono nei nostri. Nel nostro sogno ve-diamo qualcuno che muore e nel suo sogno quella persona vede noi che re-

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stiamo e lui che se ne va. E ci fa male guardare al futuro e renderci conto chequesta persona ci mancherà.

Il presente non ci fa stare male, il futuro sì. Arrivano i ricordi del passato, diquanto fosse meravigliosa questa persona, pur sapendo che potrebbe non es-sere vero. Magari quella persona la odiavi, ma adesso che non c’è più guardial futuro dicendo: “Adesso tutte le cose belle che potevano accadere non ac-cadranno più. Sarà molto, molto doloroso.”

Quali sono quindi le conseguenze dell’essere svegli? Svegliarsi significa ac-cettare la bellissima realtà dell’essere vivi. Guardare, osservare, vedere, com-prendere. Si costruisce qualcosa perché per ogni passo intrapreso c’è unaconseguenza positiva.

Quando dormi il tempo esiste solo in relazione agli avvenimenti. Magari staiaspettando che qualcuno ti venga a prendere per portarti in aeroporto. Daiun’occhiata all’orologio e pensi: “Bene, mancano ancora quattro minuti, tre,due. Adesso devo andare.” In realtà, quello che l’orologio indica è che è appenapassato un secondo, un minuto, un’ora della tua vita. Chi dorme questo nonlo capisce. Solo chi è sveglio può comprendere l’importanza del tempo chegli è stato dato.

Capisci il significato di “oggi”, di “adesso”? Capisci che il tempo ti è stato do-nato? È stato donato a te! Dovrebbe significare tutto. Quando si dorme non sipuò comprendere il significato di ‘oggi’, di ‘adesso’. Quando si è svegli invecesi capisce cosa vuol dire avere l’oggi. Disporre del momento presente.

IL VIAGGIATORE STANCODico spesso che questa vita è un dono. Non mi riferisco ai regali che hai rice-vuto a Natale o per il tuo compleanno e neanche ai doni che hai fatto ad altrepersone. Come si può paragonare la vita a queste cose? La vita non è come unoggetto che si compra in negozio, si avvolge in un bel foglio di carta da regaloe poi si tende a qualcuno, accompagnato da un bigliettino di ringraziamentoo di auguri, dicendo: “Questo è per te”. La vita non ha prezzo. Sai cosa significache non ha prezzo? Hai mai visto qualcosa che non ha prezzo?

Qualcuno viene a dirci: “Svegliati!”

Sei così immerso nel sogno che rispondi: “Sono già sveglio.

Non è forse reale tutto questo?”

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Ogni respiro è inestimabile. La vita è molto al di sopra di qualsiasi cosa che sipossa valutare. Ogni giorno è inestimabile. Ogni momento in cui esisti e seiconsapevole ha un valore incalcolabile. Essere consapevole vuol dire esseresveglio? Proprio così, è esattamente questo che significa.

Mentre dormiamo sentiamo la ninna nanna e il letto è soffice. Chiaramenteil viaggiatore è stanco, ma perché? Perché si è messo in viaggio senza saperedove andare. Ha preso una direzione, poi è tornato indietro. Ha cambiatostrada ed è ritornato indietro. Viviamo di tentativi: “Beh, proviamo ad andarequi e vediamo dove arriviamo.”

E quando non si arriva da nessuna parte? Torniamo indietro e riproviamo.Come ne verrai a capo se neanche ti accorgi di esserti perso?

Quindi svegliarsi diventa importantissimo. Credimi, svegliarsi non fa partedel sogno. Non sognerai di esserti svegliato. Ti sveglierai quando qualcunoviene a dirti: ”Sveglia!”Ma come rispondono molti? “Sono già sveglio”, oppure “Ma chi sei?”

Eppure c’è qualcosa in te che vuole svegliarsi ed è proprio questo che causa lalotta. Una parte vuole dormire, l’altra vuole svegliarsi.

POLVERE ALLA POLVERESvegliati dunque, realizza il significato della vita. Sappi che tutto quello cheti sembra così magico, tutto ciò che ti sembra così incredibile in questomondo, è tutto generato dalla polvere. Ogni cosa ha un’innata propensione aritornare alla polvere e in effetti vi torna. Questo vostro corpo perde particelledi pelle in modo costante. Succede di più quando sei giovane e meno in etàavanzata.

Polvere alla polvere. Sta già succedendo mentre sei vivo. Non bisogna neancheessere morti. Polvere alla polvere è un processo già in atto. Nell’universo cir-

Hai compreso cosa significa “oggi”?Hai compreso il momento?

Capisci che questo tempo ti è stato donato?

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cola un’enorme quantità di polvere. Ogni tanto si comprime e si trasformain un pianeta. Questa terra è stata fatta con la polvere e un giorno ritorneràad essere polvere. Per la natura stessa di tutto ciò che vi circonda questo è ciòche siete e quel che è il mondo intero: polvere, polvere e ancora polvere. Adeccezione di una cosa.

La sete di bellezza suprema, la possibilità di sentirla e la suprema bellezzastessa, sono gli unici elementi in voi che non fanno parte della polvere. Il de-stino di tutto il resto è di tornare alla polvere, lo sta già facendo e continueràa farlo. Siatene certi.

“PAROLA DI DIO”Se vuoi rimanere incantato, allora incantati per la bellezza suprema che è inte. La sete di bellezza non risiede nella mente o nel pensiero, ma nel cuore.Ecco perché c’è bisogno di ascoltare il cuore.

Alla mente piace inseguire se stessa, e dice: “Pensa all’impensabile, comprendil’incomprensibile, cerca di vedere l’invisibile, di ascoltare quello che non èudibile. Cerca di afferrare l’infinito, cerca di scandire il tempo di ciò che èsenza tempo.” E così via.

Ogni religione vuole definire l’indefinibile e la gente combatte a causa dellereligioni. Ogni religione dice: “Questa è la parola di Dio, è la versione defini-tiva, non ci saranno altre versioni”. Alcuni orgogliosamente dicono: ”Questaè la versione originale della parola di Dio”. Altri controbattono: ”No, questaè la seconda versione, è stata rettificata”. Come la revisione del software: ver-sione 1.0, 2.0, 3.0 e così via.

Ma comprendi il significato che è insito in tutte le “parole di Dio”? Che ilregno dei cieli è dentro di te. Quello che stai cercando è dentro di te. In tuttele versioni della “parola di Dio” si trova questo.

Per la verità Dio parla a tutti ogni singolo giorno. La voce del cuore dice: “Siiappagato, sii felice, vivi nella bellezza, percepisci la bellezza suprema. Com-prendi, accetta, vivi nella chiarezza, non avere dubbi.”

Ti sei mai chiesto come mai il dolore fa soffrire e la gioia rende felici? È sem-plice: perché la gioia ci deve essere, il dolore no.

La chiarezza non è una cosa strana. La chiarezza risiede in ogni essere umano.Non hai bisogno di qualcun altro per averla, credimi. Per avere chiarezza nellavita devi riuscire a liberarti di tutto quello che non ha appartenenza e che ècausa di conflitto. Tutto qui.

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Cos’è il domani?

La grande illusione in cui tutti credono

IL PARADISO È DENTRO DI NOIÈ possibile sentirsi appagati ogni giorno? Sì. Bisogna fare qualcosa? Sì. Essereconsapevoli non è facile, specialmente se per abitudine ci si addormenta o siè abitualmente inconsapevoli. Ma è possibile? Sì.

Puoi soffrire moltissimo nella vita anche per un solo secondo di incoscienza.Un solo secondo di inconsapevolezza può avere effetti devastanti. Se si para-gonano le due cose la differenza è lampante: un secondo di consapevolezzacosta davvero poco in confronto alla possibilità di vivere la vita tra sofferenzae dolore.

Cos’è il domani? La grande illusione in cui tutti credono. Alcuni stanno aspet-tando il giorno in cui andranno in paradiso. Io sto dicendo che un paradiso èdentro di noi. Ascendi al paradiso dentro di te, mentre sei vivo.

LUCE O LAMPADINE?Ci sono tante cose che distolgono dal momento presente, tante distrazioni cheimpediscono di vedere la realtà. Stai cercando di eliminare la sete o di saziarla?È una domanda precisa. Diciamo che ti trovi nel deserto e sei assetato, arriviad un’oasi e trovi due pozze, una con scritto: bevi questa acqua e non avraimai più sete. L’altra dice: se vuoi dissetarti prego accomodati. Quale delle duesceglieresti? Sei perplesso?Potresti pensare: “Sì, voglio togliermi la sete per sempre.” Bene, potrebbeanche essere che quella fonte sia avvelenata, quindi se bevi da lì morirai e nonavrai mai più sete. L’altra fonte è molto semplice. Il punto non è non averemai più sete: se sei vivo ti verrà sete nuovamente. Il punto importante è che,quando ti verrà sete, tu possa disporre dell’acqua per dissetarti.

Tanti pensano che quando saranno “illuminati” ce l’avranno fatta. La lampa-dina è accesa. Non è così, l’illuminato o l’illuminata hanno una relazione conla luce, non con la lampadina. Per cui se fuori c’è tanta luce spegni la lampadaperché non serve, mentre quando fa buio la accendi. Il rapporto non è con lalampada, ma con la luce. Tu hai rincorso le lampade quindi ne hai tante, manon hai la luce. Questa è la situazione del mondo, tante lampade, niente luce.

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Alcuni dichiarano di essere maestri, ma sono maestri di lampade, non di luce.Hanno lampade di tutti i tipi: vecchie, nuove, decorate.C’è gente che porta con sé le lampade ma non le accende mai. Se le portanospente nella notte perché pensano che accendendole potrebbero rovinarsi e levogliono salvaguardare. Così si fanno male poiché non hanno le mani libereper proteggersi quando cadono. Continuano a cadere e a farsi male.

Alcuni mi chiamano maestro. Questo virtualmente non ha fatto nessuna dif-ferenza nella mia vita. Se nessuno mi chiamasse maestro per me andrebbebene, ma anche se mi chiamano così, va bene. Mi reputo un maestro? No, maho una relazione con la luce, delle lampade non m’importa davvero.

COS’È LA PACE?Alcuni credono che non possa esserci pace. Poi c’è gente come me, che credenella pace. Voglio dire una cosa: questo mondo appartiene a chi ci crede. Sto-ricamente è sempre stato così. Quando hanno detto: ”Mandiamo qualcunosulla luna” c’è stato chi ci ha creduto e chi no. Chi non ci crede non deve im-pegnarsi a cercare soluzioni, a loro basta evidenziare che è impossibile. Chicrede, invece, cerca soluzioni. Per loro non esistono ostacoli tanto grandi danon poter essere rimossi. Se bisogna superare qualcosa si trova il modo perfarlo. Deve essere così anche per la pace.

Forse ci sono cinque ragioni per cui non ci può essere pace. Forse ne sono dieci,ad esempio che c’è troppa avidità, troppa politica, troppi eserciti o qualsiasialtra cosa. Dieci motivi? Quindici? Venti? Io invece dico che ci sono 6,7 mi-liardi di ragioni per cui dovrebbe esserci pace sulla terra, dal momento checi sono 6,7 miliardi di persone vive oggi. E ogni essere umano sulla facciadella terra è un motivo per cui ci dovrebbe essere pace.

Ma la maggior parte della gente non capisce cos’è la pace. Non l’hanno maiassaporata, non l’hanno mai incontrata, ne hanno solo sentito parlare. Questepersone credono che la pace sia assenza di guerra, ma la guerra è solo un sin-tomo.

Faccio un esempio: hai il raffreddore e vai dal medico.

Il medico ti chiede: “Cosa c’è che non va? ”

Tu rispondi: “Mi cola il naso”.

Il medico risponde: “Ok, risolviamo il problema”. E ti infila due tappi nelnaso. “Adesso non cola più!”

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Qualcosa in te vuole risvegliarsi.Ecco perché c’è lotta.

Una parte vuole dormire.L’altra parte vuole svegliarsi.

Poi aggiungi: “Mi fa male la gola”.

E lui ti domanda: “Quando senti dolore?”

“Ogni volta che deglutisco”.

“Allora non deglutire!”

Ovviamente nessuno vorrebbe un medico come questo. Eppure è così che noiconsideriamo la pace. Fermare le guerre non porterà pace. Parecchie volte leguerre sono state fermate, ma poi sono ricominciate. Se c’è un fuoco non bastaspegnere le scintille qui e là, continuerà a riaccendersi fino a quando nonestinguete la fonte da cui scaturiscono le fiamme.Sono in tanti a pensare che la pace sia uno stato vegetativo. Ma quando si è inquello stato si diventa abulici. L’equivalente di una lobotomia. Questa non èpace. Una persona in pace è dinamica! Perché è viva, non sta dormendo, è viva.Ritiene che lo scorrere del respiro sia una fortuna. Vuole provare gratitudineogni giorno, ogni secondo. La pace è una cosa dinamica, anche vivere la vitalo è. Ed è così che dovrebbe essere. Dinamica. Viva. Reale.

STUPORETante persone hanno smesso di farsi domande, al massimo si chiedono: ”Per-ché il traffico è così lento?” E il governo ha tolto loro anche questo privilegiomettendo un cartello con scritto “Attenzione, incidente”. Così adesso sai per-ché il traffico è così lento. Le persone sono annoiate, ma tu non esserlo. Nonsaresti annoiato neanche un secondo se capissi cos’è la vita. Ovunque tu sia,ovunque tu vada, guarda dentro di te. Comprendi. Stupisci.Hai davvero un’opportunità nella vita e non è quella di lottare, non è così chela vita dovrebbe essere. Comprendere ed ammirare, ecco come dovrebbe es-sere, indipendentemente da ciò che accade, senza aspettative per il futuro,senza ricordi del passato. Essere svegli e godersi la vita. Per quel che mi ri-guarda se puoi goderti, nel vero senso della parola, un giornata, sei stato ingamba. Sei stato veramente bravo.

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C’è una voce per la paceche emerge in continuazione,

malgrado sia sempre stata ignorata.

È la voce che non vede differenzatra il ricco e il povero,

tra le varie forme di governo,tra persone istruite o analfabete.

Per favore, non soffocate questa voce.Aiutatela.

Perché la pace è una necessità insita in ogni persona.

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COLLEGAMENTIINTERNET

LA FONDAZIONE PREM RAWATwww.tprf.orgPer scoprire di più su Prem Rawat, il suo messaggio e le iniziative umanitarie

ATTIVITÀ DI PREM RAWAT E MATERIALIwww.wopg.orgIl sito di Words of Peace Global (Parole di Pace “Globali” – NdT), oltre alleattività correnti di Prem Rawat, presenta una varietà di materiali, nuovi arti-coli, interazioni, trasmissioni video e materiale scaricabile gratuitamente ri-guardante il messaggio di Prem Rawat e il suo impatto sulle persone in ogniparte del mondo.

SITO DI RIFERIMENTO IN ITALIANOwww.inform-azione.itPer avere informazioni in lingua italiana sulle attività di Prem Rawat e persaperne di più sul suo messaggio.

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A PROPOSITO DI PREM RAWAT

Prem Rawat è conosciuto in tutto il mondo come ambasciatore di pace e fi-lantropo.

Difensore della pace, ha dedicato la vita alla diffusione di un semplice, pro-fondo messaggio: che la pace si trova nel cuore di tutti gli esseri umani. Questo messaggio non è collegato a nessuna religione o percorso spirituale.

Prem Rawat iniziò la sua missione di pace e di aiuto ai bisognosi sin da bam-bino. All’eta di 13 anni si rivolgeva a platee di tutto il mondo e riceveva invitida Londra, Los Angeles e altre grandi città.

Prem Rawat ha portato personalmente il suo messaggio di pace ad oltre diecimilioni di persone in più di cinquanta nazioni. Il suo messaggio è stato ap-prezzato da persone provenienti dai più svariati percorsi di vita, attraversoeventi di varie tipologie, dai piccoli raduni di tipo informale ai grandi eventiinternazionali, dagli auditorium di prestigiose università fino agli stadi concapienza di centinaia di migliaia di persone. Gli è stato conferito il titolo ono-rifico di “Ambasciatore di Pace” presso l’università della pace in Brasile ed èstato invitato a parlare presso le prestigiose sedi delle Nazioni Unite a NewYork, Centro Conferenze delle Nazioni Unite a Bangkok, università di Oxforde Harvard, il Parlamento Australiano e della Nuova Zelanda e presso la sededel senato in Italia e Argentina.

Attualmente la trasmissione televisiva Words of Peace, vincitrice di premi ericonoscimenti, tradotta o sottotitolata in più di 20 lingue, raggiunge all’in-circa 115 milioni di utenti in tutto il mondo.

Prem Rawat è anche il fondatore di TPRF, Prem Rawat Foundation, un’asso-ciazione no-profit dedita ad aiutare persone in difficoltà in tutto il mondo.Sotto il suo diretto controllo la Fondazione ha organizzato e provveduto a di-stribuire cibo, acqua e pronto soccorso alle famiglie più povere e bisognose.TPRF è spesso in prima linea nelle emergenze causate da disastri naturali,prestando soccorso ed affiancandosi a partner appartenenti alle più famose eaffidabili organizzazioni no-profit come World food Program, ActionAgainst Hunger, Croce Rossa, Oxfam e altri.

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