Adeste49 domenica 06 novembre 2015c

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La storia di San Nicola o di Babbo Natale

In Italia lo conoscono tutti come Babbo Na-tale. Qualcuno lo chiama Papà Natale,

forse perché in certe regioni “babbo” è considera-to irriverente. Nel resto del mondo i nomi si sprecano: Santa Claus, Father Christmas, Father Frost, Joulupukki, Kris Kringle, Père Noël, Sabdiklos, Sinter Klaas, Weihnachtsmann... Ma dietro que-sti mille nomi si nasconde la stessa identica figura: un vecchio paffuto e rubicondo, con una candida bar-ba bianca e un inesauribile sacco pieno zeppo di doni. I bambini di tutto il mondo lo amano. Ma anche i più grandi continuano a lasciarsi sedurre dall’espressione paciosa di questo grosso nonno. I pubblicitari, poi, lo adorano: è lui il testi-monial più richiesto e gettonato degli ultimi 100 anni. Non tutti sanno che la figura del rubi-condo nonnone è stata ispirata da un santo, amatissimo sia nel mondo catto-lico che in quello ortodosso. Parliamo di San Nicola, vescovo di Myra, nato nel III secolo d.C. a Pàtara, città por-tuale della Lycia (penisola meridionale dell’Asia Minore, l’odierna Turchia). La devozione popolare gli ha attribuito numerosi miracoli, in buona parte rivolti a fan-ciulli e giovani ragazze. Per questo, è considerato il “Santo dei bambini”. In occasione della festa di San Nicola - il 6 dicem-bre -, in alcuni Paesi europei (Germania, Olanda e, più in generale, nel Nord Europa) si affermò l’usanza di affidare a San Nicola il ruolo di di-spensatore di regali ai bambini: secondo la leg-genda, il Vescovo si sposterebbe nottetempo in groppa a un cavallo (o a un asino), lasciando dolci e strenne nelle scarpe dei bimbi buoni. In talu-ne tradizioni, San Nicola è visibile in pieno giorno ed è scortato da un losco individuo (il cui nome varia a seconda dei Paesi: Black Pete, Krampus, Père Fouettard…): mentre il Vescovo premia i bambini buoni, il suo “truce” aiutante si occupa dei monelli. La tradizione dei regali arrivò negli Stati Uniti con gli emigranti olandesi che fondarono New Amsterdam. Il loro Sinter Klaas, in breve tempo,

si trasformò in Santa Claus. E il suo arrivo (tradizionalmente legato alla festa del santo) fu fatto coincidere con il Natale. Un ruolo particolar-mente incisivo per il Santa Claus americano ebbe-ro gli scrittori Washington Irving e Clement Clarke Moore e i disegnatori Thomas Nast e Haddon Sundblom. Furono loro a delineare il ritratto di Babbo Natale che tutti conosciamo: il vestito rosso bordato di pellicciotto bianco, la slit-

ta volante, le renne, l’ingresso dal cami-no,la casa al Polo Nord, la fabbrica di giocattoli…

In Romania si festeggia il giorno di san Nicola

(detto “Mos Nicolae”), che per alcuni rappresenta il vero Bab-bo Natale. Infatti, se da una parte l’etimologia del nome deriva dalle parole greche “nike” (vittoria) e “laos” (popolo), dall’altra sappiamo che il termine anglosassone di “Santa Claus” (Babbo Natale) pro-viene dall’olandese Sinterkloos, cioè appunto Santo Nicola.

Quest’ultimo visse tra la fine del III e l’inizio del IV sec. d.C. nella zona asiatica della Turchia di oggi. È particolarmente noto per almeno due ragioni: innanzitutto, per essere il santo che risiede a sinistra rispetto al Padre Eterno (ed il santo che scaccia e percuote i demoni), e per aver schiaffeggiato l’eretico

Ario durante il Concilio Ecumenico di Nicea nel 325. Da qui deriva tutta una leggenda secondo la quale la notte del 5 dicembre (san Nicola morì il 6 dicembre) ai bambini disobbedienti e pigri verrà data un’asta come monito, mentre quelli bravi, rispettosi e obbedienti tro-veranno la mattina, al risveglio, dei regali (di solito dolci o giocattoli) negli stivali o nelle scarpe che dove-vano pulire con cura la sera prima. Si dice che san Nicola veda il comportamento di ciascuno spiando fuori dalla finestra e lasci i suoi regalini (o oggetti di rimpro-vero) di nascosto, senza mai mostrarsi a nessuno (a dif-ferenza di Babbo Batale).

Altre leggende narrano di come san Nicola abbia salvato 3 ragazze di povera famiglia dall’essere vendute dal loro padre (che non aveva più nulla di ché vivere e non trovava nemmeno alcun marito per nessuna di loro), lanciando di notte dalla fine-stra dentro casa loro delle buste piene di soldi. Si dice anche che lo stesso “san Nicoara” vigili verso Mezzanotte sul Sole che vuole scappare dagli umani lasciandoli senza luce e calore, mentre l’altro vigilante all’alba è san Toader. Infine, san Nicola è noto per aver salvato la vita a molti marinai. Nel giorno del suo onomastico si fanno incantesimi; si mettono dei rametti di alberi fruttiferi in acqua per farli fiorire entro Capodanno, a partire dai quali si fanno dei prognostici sull’andatura dei frut-teti nell’anno successivo. Le reliquie di san Nicola riposano dentro la Cattedrale di Bari, in una cripta dove sgorga un liquido incolore chiama-to “Santa Mana”. Il vescovo della cattedrale mischierebbe que-sto liquido all’acqua, benedicendola e condividendola con i credenti. Attualmente, a Bucarest nella chiesa di San Giorgio Nuovo è conservata una parte della mano destra di san Nicola. Più di 800.000 romeni (uomini e donne) portano il nome di Nicola in tutte le sue varianti e diminutivi (Nicolae, Niculai, Nicusor, Niculae, Nicu, Nicula, Nicoara per gli uomini; Nico-leta, Niculina, Neculita, Nicolina, Nicola per le donne).

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Possiamo celebrare cento natali, senza che mai Dio nasca nei nostri cuori. Perciò abbiamo bisogno di un tempo di interiorità, perché possiamo, infine, accoglie-re la luce del Signore. Accogliamo la Parola che scende con abbondanza su Giovanni... L'aulico e solenne incipit della predicazione del Battista conferma l'intento di Luca di

raccontare eventi storici, non edificanti racconti da pie devote. Luca, discepolo di Paolo, non ha mai visto Gesù in vita sua. Come noi è stato affascinato e sedotto dal-la predicazione di Paolo e dal fuoco della sua parola. Luca, antiocheno, greco, colto e raffinato, ha scritto il suo vangelo dopo Marco, in contemporanea con Matteo. Ci tiene, Luca, a dimostrare (già allora!) che non è corso dietro a delle favole ma che l'annuncio si fonda su solide basi. La descrizione della situazione geo-politica del tempo della predicazione del Battista ci lascia stupiti, noi figli di Dan Brown, e ci dice ancora e ancora che non corriamo dietro a delle favole (anche se certi cristiani si comportano come personaggi da operetta!) ma che la nostra fede appoggia su solide basi. Tutti i personaggi elencati, chi più, chi meno, detengono in mano il po-tere assoluto, sanno di potere decidere i destini dei popoli, si sentono e sono grandi. La Parola di Dio dribbla elegantemente tutti i signori dell'epoca e si posa su un ma-cerato trentenne consumato dal vento del deserto e dal digiuno, un folle di Dio scontroso e rabbioso che si consuma sulle rive del Giordano, Giovanni il battezzatore. (Paolo Curtaz)

17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa17 tipiche scuse per non andare a Messa 11) A Messa vanno solo le persone anziane Non è vero. Dipende dal luogo, anche se è vero che in molte zone dell’Europa è così. Gli anziani ci danno una lezione di vita in questo senso: per la saggezza acquisita nel corso degli anni e per l’approssimarsi di sorella morte, riescono a intravedere con maggior chiarezza l’essenziale del-la vita che è invisibile agli occhi e rischiano, come fareb-bero pochi giovani, per compiere quel salto di fede e vive-re controcorrente e con coerenza la propria fede. Molti ri-cominciano ad andare a Messa e a pregare abitualmente perché sanno che lì trovano il “farmaco d’immortalità, an-tidoto per non morire, ma per vivere in Gesù Cristo per sempre” (Sant’Ignazio di Antiochia). Che importano quel-lo che diranno gli altri e le false apparenze di questo mon-do che passa? Dovremmo imparare dalla loro testimonian-za e dalla loro esperienza (come ci consiglia papa France-sco). Come evitare di arrivare a quelle situazioni in cui i giovani smettono di praticare la fede? Se sei uno di quei vecchi saggi, continua a offrire la tua testi-monianza con coraggio e cerca di portare a Messa i tuoi nipoti finché ci si fanno portare. Se sei uno di quei giovani immortali che credono che la vita non finisca e la morte non arrivi, e che hanno ripo-sto la propria fede in se stessi, medita di più su questi misteri e chiediti: dove andiamo? Cosa faccia-mo qui? Cosa c’è dopo questa vita? Perché tante persone anziane vanno a Messa? Cosa vedono che io non vedo? Forse così potrai acquisire quella saggezza profonda che manca ai giorni nostri e torne-rai a Messa.

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IL PRESEPE OFFENDE I MUSULMANI?

È SOLO UNA SCUSA! di Magdi Cristiano Allam Quest'anno ho deciso di rinnovare il Natale allestendo in casa mia, io unico musulmano laico della famiglia, un presepe e un albero più belli e più grandi per con-dividere con i miei cari la gioia e la meditazione sul mistero della Natività. Così come ho deciso di presen-ziare il 26 dicembre al «Presepe vivente dei bambini», allestito al Castello di Giulia Farnese a Carbognano, un comune di 2.070 anime in provincia di Viterbo, per testimoniare la mia partecipazione ai sentimenti di fratellanza e amore tra le persone di buona volontà che il Santo Natale ispira. Ed è proprio perché la Vergine Maria e suo figlio Ge-sù, venerati anche dall'islam, incarnano il miracolo della vita, che il Natale dovrebbe diventare una festa comune per onorare lo stesso Dio ed elevare il valore della sacralità della vita a fondamento della nostra umanità. Uso il condizionale avendo in mente la schiera dei laicisti nostrani che vorrebbero trasformare l'Italia in un ennesimo laboratorio del multiculturali-smo, eliminando i simboli religiosi e umani che s'ispi-rano al cristianesimo, relativizzando e uniformando le fedi, i valori, le culture e persino la realtà manifesta

della nostra diversità. Ma penso anche ai quei musulmani che so-no ideologicamente avversi alla condivisione con il cristianesimo e l'ebraismo dei valori assoluti, universali e trascendentali che rappresentano l'essenza della no-stra umanità, perché immaginano di essere i detentori dell'unica e indiscutibile Verità a cui tutta l'umanità dovrebbe sottometter-si. E pensare che mentre in Italia, Gran Bretagna e Canada c'è chi, perfino a livello di autorità poli-tiche e giuridiche, ha assunto dei provvedimenti anti-natalizi per non «urtare la suscettibilità dei musulmani», in 25 Paesi a mag-gioranza musulmana il Natale cristiano (25 dicembre) o il Na-tale ortodosso (7 gennaio) è considerato festa nazionale. «Consiglio alle insegnanti italia-ne che hanno deciso di non alle-stire i presepi e di vietare agli studenti le canzoni di Natale, di andare a vedere come in Maroc-co le scuole rimangano chiuse e la gente sia partecipe della festi-vità cristiana», dice Souad Sbai, presidente della Confederazione delle Associazioni della Comuni-tà marocchina in Italia. «Anche

per noi musulmani la figura di Gesù e quella di Maria sono importantissime e più volte ricordate dal Corano stesso. Quindi non vedo perché i bimbi musulmani non pos-sano cantarle. I nostri bambini in Italia hanno sem-pre festeggiato il Natale e tutte le festività. Condan-niamo questa stru-mentalizzazione della presenza islamica in Italia e del nostro rappor-to con la società che si registra in questi giorni da parte di chi vuole mettere i nostri figli in prima linea in una battaglia laicista che non ci riguarda e ci danneggia ». Ali You-nis, medico anestesista dell'ospedale di Pescara, italia-no di origine libanese, ha chiesto alla maestra della scuola elementare frequentata dalla sua figliola di illu-strare ai bambini la verità del rapporto tra il Natale e l'islam: «Ho spiegato loro che Gesù è un profeta mol-to rispettato dall'islam e che Maria è la donna più venerata. Chi dunque non crede nella nascita miracolosa di Ge-sù, non è musulmano». «A casa mia abbiamo allestito il presepe e l'albero di Natale», ci dice Ali che è spo-sato con un'italiana cattolica, «e a mezzanotte vado in chiesa ad accompagnare mia moglie e i miei figli per festeggiare insieme la nascita di un profeta dell'i-slam». Perfino Dacia Valent, portavoce della Iadl (Islamic Anti-Defamation League), ha invitato per il 25 dicembre «tutte le moschee d'Italia a festeggiare la nascita del Messia e così, nel contempo, consacrare il ruolo di Maria (Mariam) come la donna più importan-te del Corano». «Puntuale, come ogni anno, si r i-presenta la polemica stupida e sterile sul Natale », si legge in un documento della Iadl; «Gesù è il Profeta amatissimoda Dio. Consentire ai detrattori della no-stra religione di continuare nella mistificazione di una nostra presunta avversione alla figura di Gesù non so-lo è stupido, ma è addirittura suicida». Come non dare ragione ad Avvenire quando scrive che «il sospetto, sempre più concreto, è che il cosid-detto rispetto delle religioni sia solo un pretesto per mascherare fini bassamente ideologici»? I nemici del prese-pe, dei canti natalizi o comun-que della festa della nascita di Gesù, abbiano il coraggio di di-re che sono nemici di questa civiltà occidentale e cristiana, sappiano che di fatto sono allea-ti degli integralisti e degli estre-misti islamici ,ma la smettano di tirare in ballo i musulmani im-pegnati a condividere un'identità italiana e una comune civiltà dell'uomo. Fonte: Corriere della Sera, 18 dicembre 2006

Natività islamica

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Cos’è la COP21

La XXI Conferenza delle Parti (COP21) del-la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) si tiene a Parigi dal 30 novembre, data uffi-ciale dell’inaugurazione, fino all’11 dicembre 2015. Le Nazioni Unite hanno però optato per un inizio anticipato dei lavori domenica 29 novembre, così da sfruttare al massimo la presenza dei capi di Stato nei primi giorni del summit. L’UNFCCC (lungo acronimo per United Nations Framework Convention on Climate Change) è un trattato

ambientale ratificato a Rio de Janeiro nel 1992, durante la Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED), meglio nota come il Summit della Terra.

Chi partecipa

All’appuntamento di Parigi, presieduto dal Ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, prendono parte i rappresentanti di 195 nazioni. In tutto saranno operativamente coinvolte cir-ca 40mila persone, di cui 25mila delegati ufficiali (non solo rappre-sentanti governativi, ma anche ONG, agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni intergovernative e

società civile) e più di 3.000 giornalisti accreditati. Per l’apertura ufficiale del 30 novembre sono attesi 147 capi di Stato, tra cui lo “scettico climati-co”Vladimir Putin, il Presidente degli Stati Uni-ti Barack Obama, il Pr imo Ministro india-no Narendra Modi e il Presidente cinese Xi Jin-ping.

Obiettivi della Cop21. La riduzione delle emissioni dei gas è l'obiettivo finale. Solo riescendo a centrarlo si eviterà che la temperatu-ra del globo salga ulteriormente con le conseguenze note a tutti. Molto dipenderà dagli Stati Uniti e dal-la Cina, i due Paesi che producono più emissioni che nei mesi scorsi hanno lanciato messaggi che fan ben spe-rare. In particolare il presidente Xi Jinping durante il vertice che si è tenuto alla casa Bianca ha espresso la volontà di fare la propria parte nella lotta al cambiamento climatico anche se successivamente ha fatto un pas-so indietro affermando che la conferenza non sarà un'occasione per negoziare gli impegni giù presi. A monte della Cop21, infatti, ogni Paese partecipante ha pubblicato il proprio contributo nazionale dove spiega gli sforzi che si impegna a realizzare.

Altro obiettivo è stanziare 100 miliardi di dollari all'anno (circa 78 miliardi d'euro) da parte degli Stati, delle organiz-zazioni internazionali e del settore privato a cominciare dal 2020.

L'agenda delle soluzioni: meno rifiuti e meno sprechi; con-trollo dell'impatto del carbonio; ottimizzazione dei trasporti; forma-zione e sensibilizzazione sono solo

alcune delle cose che si possono fare per aiutare il pianeta.

AAAA Parigi è stata vietata ogni Parigi è stata vietata ogni Parigi è stata vietata ogni Parigi è stata vietata ogni

forma di manifestazione an-forma di manifestazione an-forma di manifestazione an-forma di manifestazione an-

che a causa dei recenti attentati terro-che a causa dei recenti attentati terro-che a causa dei recenti attentati terro-che a causa dei recenti attentati terro-

ristici.Allora migliaia di scarpe sono state distese in ristici.Allora migliaia di scarpe sono state distese in ristici.Allora migliaia di scarpe sono state distese in ristici.Allora migliaia di scarpe sono state distese in

piazza stando a significare una sorta di “marcia silen-piazza stando a significare una sorta di “marcia silen-piazza stando a significare una sorta di “marcia silen-piazza stando a significare una sorta di “marcia silen-

ziosa”. Sono reseti anche le scarpe di Papa Francesco ziosa”. Sono reseti anche le scarpe di Papa Francesco ziosa”. Sono reseti anche le scarpe di Papa Francesco ziosa”. Sono reseti anche le scarpe di Papa Francesco

al quale spetta un posto d’onore per la sua ultima en-al quale spetta un posto d’onore per la sua ultima en-al quale spetta un posto d’onore per la sua ultima en-al quale spetta un posto d’onore per la sua ultima en-

ciclica sulla custodia del creato: LAUDATO SI.ciclica sulla custodia del creato: LAUDATO SI.ciclica sulla custodia del creato: LAUDATO SI.ciclica sulla custodia del creato: LAUDATO SI.

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O ggi Bangui diviene la capitale spirituale del mondo. L’Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa Terra. Una terra che soffre da diversi anni la guerra e l’odio, l’incomprensione, la mancanza di pace. Ma in questa terra

sofferente ci sono anche tutti i Paesi che stanno passando attraverso la croce della guerra. Bangui diviene la capitale spirituale della preghiera per la misericordia del Padre. Tutti noi chiediamo pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore. Per Bangui, per tutta la Repubblica Centrafricana, per tutto il mondo, per i Paesi che soffrono la guerra chiediamo la pace! E tutti insieme chiediamo amore e pace. Tutti insieme! (in lingua sango) “Doyé Siriri!” [tutti ripetono: “Doyé Siriri!”).

« Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa ren-dere più evidente la sua missione di essere testimone della Miseri-cordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell'Im-macolata Concezione e si conclu-derà il 20 novembre del 2016, do-menica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell'universo e volto vi-vo della misericordia del Padre. Affido l'organizzazione di questo Giubileo al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, perché possa animar-lo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di por-tare a ogni persona il vangelo della Misericor-dia. »(Papa Francesco)

29 Novembre 2015 Papa Francesco apre eccezionalmente Papa Francesco apre eccezionalmente Papa Francesco apre eccezionalmente Papa Francesco apre eccezionalmente

la prima Porta Santa nella Cattedrale la prima Porta Santa nella Cattedrale la prima Porta Santa nella Cattedrale la prima Porta Santa nella Cattedrale

cattolica di Bangui cattolica di Bangui cattolica di Bangui cattolica di Bangui (Rep. Centroafricana)

Cos’è una Porta Santa? Una Porta Sancta è una porta spe-ciale in una cattedrale o in una ba-silica che viene aperta solo durante gli anni giubilari. Per tradizione, la Porta Santa è quella della basilica di San Pietro. Dopo un anno giubi-lare, viene sigillata e non viene ria-perta fino all’anno giubilare suc-cessivo. Gli operai hanno già ini-ziato il processo per togliere i sigil-li di mattoni alla Porta Santa della basilica di San Pietro per la cerimo-nia della prossima settimana.

Quando viene aperta una Porta Santa? In genere dovrebbe avvenire ogni 25 anni. Pio XII ha aperto la Porta nel 1950 e Paolo VI nel 1975, ma San Giovanni Paolo II l’ha aperta

prima, nel 1983, e poi ancora una volta nel 2000. Può essere aperta anche durante anni “straordinari”, come nel caso del 1983 e di que-st’anno. Papa Francesco inaugurerà l’Anno Giubilare della Miseri-cordia 2016 aprendo la Porta l’8 dicembre 2015. La Porta rimarrà aperta tutto l’anno, richiudendo-si il 20 novembre 2016. La data dell’8 dicembre è stata scelta per-ché è la solennità dell’Immacolata Concezione, e segna il 50° anniver-sario della chiusura del Concilio Vaticano II.

Dove si trovano le altre porte? Ciascuna delle altre basiliche mag-giori romane ha una Porta Santa, che verrà aperta nelle prossime set-timane. Quella di San Giovanni in

Laterano verrà aperta il 13 dicem-bre, Terza Domenica d’Avvento, mentre le Porte di Santa Maria Maggiore e di San Paolo fuori le Mura verranno aperte nelle dome-niche successive.

Nella Misericordiae Vultus, la bol-la che annunciava l’Anno della Mi-sericordia, papa Francesco offre qualcosa di nuovo: un vescovo ha il permesso di designare una porta nella sua diocesi come Porta Santa.

“In ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre

Riguardo alla Porta Santa...

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per tutti i fedeli, oppure nella Concat-tedrale o in una chiesa di speciale si-gnificato, si apra per tutto l’Anno San-to una uguale Porta della Misericor-dia. A scelta dell’Ordinario, essa potrà essere aperta anche nei Santuari, mete di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della con-versione.

Come viene sigillata una Porta Santa?

Tutta l’entrata viene coperta di matto-ni, e dall’alto viene colato un sottile strato di malta. Una grande croce vie-ne inserita nella malta. Una cassetta metallica viene sigillata e inserita nel muro di mattoni.

Cosa c’è nella cassetta? All’interno ci sono vari oggetti asso-ciati all’anno, inclusa la bolla formale che proclama l’Anno Giubilare. In preparazione all’apertura delle porte, i muri vengono smantellati e le cassette del 2000 vengono rimosse. Tra le cose contenute ci sono 41 medaglie del pontificato di San Giovanni Paolo II: una d’oro, per l’Anno Giubilare, 23 d’argento, una per ciascun anno del suo pontificato, e 17 di bronzo, per ogni anno dall’ultimo Giubileo. C’è anche la chiave per aprire le porte, che verrà data a papa Francesco.

Come vengono aperte le Porte? Fino a poco tempo fa, il papa colpiva il muro tre volte con un martello, e poi questo veniva smantellato e la Porta aperta. Negli ultimi anni, la malta è stata rimossa e i mattoni “liberati”, di modo che il muro possa crollare quan-do il pontefice ci batte sopra. Questo ha provocato dei problemi nel 1975, quando alcuni detriti hanno colpito papa Paolo VI, per cui dall’epoca di San Giovanni Paolo II il muro viene rimosso e il papa si limita a spalancare la Porta.

Che Porta è? La Porta è un’opera di bronzo massic-cio progettata nel 1949 da Ludovico Consorti e realizzata dalla fonderia artistica di Ferdinando Marinelli di Firenze. È stata aperta per la prima volta per il Giubileo del 1950. Sulla porta ci sono 16 pannelli (quattro e quattro) che illustrano la storia della salvezza, dalla caduta dell’uomo alla resurrezione del corpo. Quella di San Pietro è una delle cinque porte monu-mentali progettate da Consorti, che gli

hanno fatto guadagnare il so-prannome di “Vico dell’uscio”.

Cosa succede se mi reco in pellegrinaggio a Roma e attraverso le Porte? Ottieni un’indulgenza plenaria! La remissione della punizione temporale per i peccati perdona-ti in confessione viene offerta a chi attraversa le Porte, riceve l’Eucaristia e la riconciliazione, prega per le intenzioni del papa e compie un atto di misericor-dia.

Cosa riguarda tutto que-sto? Papa Francesco ha detto che “sarà in questa occasione una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà

sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza”.

Le porte sono assai simboliche. Rappresentano un passaggio: dal peccato alla redenzione, dalla vita alla morte, dal non credere alla fede e così via. Gesù de-scrive se stesso come la porta. La gente deve entrare attraverso Cristo per arrivare al Padre. La porta è la via per la salvezza.

C’è anche un simbolismo mariano, visto che la Beata Vergine Maria è la porta attraverso la quale la sal-vezza è entrata nel mondo. Aprire le porte nella solen-nità dell’Immacolata Con-cezione ha quindi un dop-pio significato.

Le porte di una Chiesa se-gnano il confine tra il sa-cro e il profano. Spalan-candole (e nell’anniversa-rio del Concilio), papa Francesco sta sottolinean-do il suo desiderio di spa-lancare el porte della fede al mondo.

Nell’Apocalisse (3, 20), Gesù dice: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”.

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N el paradi-so terre-stre Iddio

Padre, nell'atto di scacciare Eva, preannunzió la nascita di una donna che avreb-be schiacciato la

testa al serpente e colla sua concezione senza macchia avrebbe riparato i danni del primo peccato. Siccome gli avvenimenti dell'Antico Testamen-to erano figura di quanto doveva realizzarsi nel Nuo-vo, così in molti è adombrata l'Immacolata: nel roveto ardente che arde e non si consuma; nel vello di Ge-deone, ma specialmente nella verga di Tesse da cui doveva germogliare il fiore nazareno. Fin dai primi tempi della Chiesa si è sempre venerata l'Immacolata Concezione di Maria, ma non era an-cora un dogma. Finalmente, il 2 feb-braio 1849, il Pontefice Pio IX, ispira-to da Dio e dalla Vergine, risponden-do alle insistenze dei vescovi e dei fedeli, inviò ai medesimi una lettera enciclica per domandare il parere di ciascuno riguardo all'Immacolata. La quasi totalità rispose esprimendo il desiderio vivissimo proprio e dei po-poli, di veder presto proclamato quel dogma. A questi voti Pio IX aggiunse la sua parola infallibile e l'8 dicembre 1854, alla presenza di tutta la corte pontificia e gran numero di vescovi e cardi-nali, definiva come dogma di fede la verità della Concezione Immacolata di Maria. Questa proclamazione fu accolta con giubilo ed entusiasmo grandissimo da tutto il mondo, ed è senza dubbio una delle gem-me più belle e fulgenti della corona di Ma-ria. Se incomparabile è la sua divina mater-nità unita alla verginità più illibata, è tutta-via grazia e dono richiesto da quella dignità, l'essere concepita senza macchia originale. Era infatti necessario che per essere il Figlio di Maria senza macchia, senza macchia fosse anche la Madre. In Ariano di Puglia nel 1823 due padri predica-tori, esorcizzando un fanciullo illetterato di 12 anni, gli imposero di provare teologicamente il dogma dell'Immacolata con un sonetto a rima obbligata. L'os-sesso prontamente improvvisò il sonetto di cui gli ulti-mi versi sono: L'essere quasi è comune fra Madre e Figlio, perchè l'essere dal Figlio ebbe la Madre, e l'esser dalla Madre ebbe anche il Figlio. Or se l'esser dal

Figlio ebbe la Madre, o s'ha a dir che fu macchiato il Figlio, o senza macchia s'ha da dir la Madre! Pio IX al leggere questi bei versi, pianse di commozione! A suggello poi di questo dogma, e per farci toccar mano l'importanza e la grazia di aver per madre una donna che mai conobbe peccato, la SS. Vergine stessa, l'11 febbraio 1858, appariva a Lour-des, a S. Bernadetta ed affermava: Io sono l'Immaco-lata Concezione!

LA COLONNA DELL’IMMACOLATA

IN PIAZZA DI SPAGNA-ROMA

Ogni anno il Papa va a rendere pmaggio a questa statua mentre i vigili del fuoco, le mettono al collo una ghirlanda di fiori.

La colonna venne inaugurata in data 8 settembre 1857 da Pio IX, come monumento commemora-tivo della proclamazione del dogma dell'Immacolata. Provie-ne dal Campo Marzio (nei pressi dell'omonimo monastero) dove venne scoperta nel 1777 ed è al-ta m 11,81. E' in marmo cipollino venato e sembra che non sia mai stata precedentemente posta in opera, ma abbia giaciuto in una officina marmoraria. La sistemazione fu dell'arch. Luigi Poletti, il quale le sovrappose una statua della Vergine in bronzo e la adornò alla base con un'alta griglia bronzea che ha funzione di rin-forzo. Ai quattro lati dell'alto basamento stanno quattro statue di profeti. Si decise di collocarla nello slargo tra il palazzo

di Propaganda e quello di Spagna, nella piena prospettiva della via del Babuino. Il monumento, concepito dall'ar-chitetto Poletti, è l'ultima grande emergenza che sia stata inserita nelle piazze di Roma dopo la dis-seminazione di obelischi antichi, dopo le due colonne coclide e do-po la colonna della Vergine posta davanti alla facciata di S. Maria Maggiore.

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GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DEGLI ANIMALIGIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DEGLI ANIMALIGIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DEGLI ANIMALIGIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DEGLI ANIMALI

Il 10 dicembre del 1948 l’Assemblea delle Nazioni Unite redige la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, in essa viene dichiarato che il rispetto e la dignità per ogni essere umano devono essere le basi fondamentali per la libertà , la giustizia e la pace nel mondo. Alcuni anni fa persone, gruppi ed organizzazioni hanno iniziato a chiedere che tutto questo fosse esteso anche agli animali, e per questo il 10 dicembre è diventata la Giornata Internazionale per i Diritti Animali, un momento stor ico ed un’opportunità per ricordare alla società che la libertà , la giustizia ed il rispetto sono valori fondamentali per ogni singolo individuo, a prescindere dalla razza, il genere, la posizione sociale o la specie. GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA CORRUZIONEGIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA CORRUZIONEGIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA CORRUZIONEGIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA CORRUZIONE Il 9 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale contro la Corruzione. La Giornata ha lo scopo di sensibilizzare le persone sul grave problema globale della corruzione e sul ruolo che la Convenzione ONU contro la Corruzione, adottata nel 2003, può avere nel combatterla e prevenirla. Il Segretario Generale ha denunciato gli effetti perversi che la corruzione ha sulle economie globali e la società tutta, sostenendo che, però, essa non è un fenomeno inevitabile ma può bensì essere respinto se i governi e le persone scelgono di rifiutarlo, facendo piuttosto prevalere la loro inte-grità . GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DELL’UOMOGIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DELL’UOMOGIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DELL’UOMOGIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DELL’UOMO

La Giornata mondiale dei diritti umani è una cele-brazione sovranazionale che si celebra in tutto il mondo il 10 dicembre di tutti gli anni. La data è stata scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948. L’istituzione formale della Giornata è avvenuta durante il 317º meeting globale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 4 dicembre 1950, quando è stata promulgata la risoluzione 423(V) che invitava tutti gli stati membri e tutte le organizzazione concernenti ed interessate a celebrare la giornata nella maniera a loro più consona. La Giornata è uno degli eventi di punta nel calendario del quartier generale delle Nazioni Unite a New York ed è onorata con conferenze di alto profilo politico ed eventi culturali come mostre o concerti riguardanti l’ar-gomento dei diritti umani. Inoltre, in questa giornata vengono tradizionalmente attribuiti i due più importanti riconoscimenti in materia, ovvero il quinquennale premio delle Nazioni Unite per i diritti umani, assegnato a New York, ed il premio Nobel per la pace ad Oslo; oltre a questi premi, molte altre organizzazioni internazio-nali, non governative, civili ed umanitarie su tutto il pianeta scelgono questa giornata per eventi significativi.

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C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Oggi Dio fa risuonare per noi l’invito alla conversione attraver-so la parola e l’esempio di Gio-vanni Battista. Riconosciamoci peccatori e perdonandoci a vi-cenda, chiediamo perdono a Dio dal profondo del cuore.

Breve pausa di riflessione

C. Signore, che sei il difensore dei poveri, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Cristo, che ci chiami a vita nuova, abbi pietà di noi. Cristo, pietà. C. Signore, che sei la speranza dei peccatori, abbi pietà di noi. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eter-na. A. Amen.

COLLETTA C. O Dio grande nell'amore, che chiami gli umili alla luce gloriosa del tuo regno, raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri, spiana le altu-re della superbia, e preparaci a celebrare con fede ardente la ve-nuta del nostro salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen B.

LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura

Dal Libro del Profeta Baruc Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivèstiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre. Avvol-giti nel manto della giustizia di Dio, metti sul tuo capo il diadema di gloria dell’Eterno, perché Dio mostrerà il tuo splendore a ogni creatura sotto il cielo. Sarai chia-

mata da Dio per sempre: «Pace di giustizia» e «Gloria di pietà». Sor-gi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti, dal tramon-to del sole fino al suo sorgere, alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio. Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici; ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale. Poi-ché Dio ha deciso di spianare ogni alta montagna e le rupi pe-renni, di colmare le valli livellan-do il terreno, perché Israele pro-ceda sicuro sotto la gloria di Dio. Anche le selve e ogni albero odo-roso hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio. Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la mise-ricordia e la giustizia che vengo-no da lui. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE RIT: Grandi cose ha fatto il Si-gnore per noi. Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di so-gnare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. R/. Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. R/. Ristabilisci, Signore, la no-stra sorte, come i torrenti del Ne-gheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. R/. Nell’andare, se ne va pian-gendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni. R/.

Seconda Lettura Dalla Lettera di San Paolo Apo-stolo ai Filippesi Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cri-sto Gesù. Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E per-ciò prego che la vostra carità cre-sca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché pos-siate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di

quel frutto di giustizia che si ottie-ne per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Alleluia. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C.Dal vangelo secondo LUCA A. Gloria a te o Signore. + Nell’anno quindicesimo dell’im-pero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore del-la Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traco-nìtide, e Lisània tetràrca dell’Abi-lène, sotto i sommi sacerdoti An-na e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesi-mo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deser-to: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni mon-te e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre on-nipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visi-bili e invisibili. Credo in un so-lo Signore, Gesù Cristo, unige-nito Figlio di Dio, nato dal Pa-dre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non crea-to, della stessa sostanza del Pa-dre; per mezzo di lui tutte le co-se sono state create. Per noi uo-mini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: Bar 5,1-9 Sal 125 Fil 1,4-6.8-11 Lc 3,1-6

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risuscitato, secondo le Scrittu-re, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudica-re i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spiri-to Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha par-lato per mezzo dei profeti. Cre-do la Chiesa, una santa cattoli-ca e apostolica. Professo un so-lo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI

C. Attendere la venuta del Si-gnore è molto ma non basta, a questo proposito deve corrispon-dere l’atteggiamento annunciato a gran voce dal Battista: dobbia-mo raddrizzare i sentieri del mon-do e della nostra anima per esse-re pronti ad accogliere il Figlio di Dio. Preghiamo insieme e diciamo: Padre converti il nostro cuore. 1. Perché gli addobbi e gli ornamenti esteriori che iniziano a moltiplicarsi nelle nostre strade trovino il loro vero significato solo nella nostra preparazione interio-re alla festa e alla conversione che essa ci richiede. Preghiamo. 2. Perché i nostri compro-messi di ogni giorno e l’evoluzio-ne sempre più frenetica della so-cietà non ci impediscano di esse-re anche oggi un’immagine credi-bile di Chiesa. Preghiamo. 3. Perché il nostro cammino di conversione passi innanzitutto per la pace con noi stessi e con i nostri fratelli. Preghiamo. 4. Perché la scelta di essere Cristiani non rimanga un deside-rio astratto ma si concretizzi nelle nostre azioni di ogni giorno, a co-minciare dall’attenzione agli ulti-mi. Preghiamo. C. O Padre, nonostante i nostri sforzi i nostri burroni non sono riempiti e i nostri monti non sono abbassati, così rimaniamo un ter-reno scosceso per la tua venuta. Fa’ che il tuo grande amore per l’uomo sopperisca a queste man-canze e raddrizzi ciò che è ancora storto. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. A. Amen

LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle,

perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

(in piedi) SULLE OFFERTE

C. Ti siano gradite, Signore, le nostre umili offerte e preghiere; all'estrema povertà dei nostri me-riti supplisca l'aiuto della tua mi-sericordia. Per Cristo nostro Si-gnore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Pa-dre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo Signore nostro. Al suo primo avvento nell'umiltà della nostra natura umana, egli portò a compimento la promessa antica, e ci apri la via dell'eterna salvezza. Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chia-merà a possedere il regno pro-messo che ora osiamo sperare vigilanti nell'attesa. E noi, uniti agli angeli e alla moltitudine dei cori celesti, proclamiamo con gioia l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua glo-ria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE

C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risur-rezione nell’attesa della tua venu-ta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome, ven-ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la po-tenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C O Dio, che in questo sacra-mento ci hai nutriti con il pane della vita, insegnaci a valutare con sapienza i beni della terra, nella continua ricerca dei beni del cielo. Per Cristo nostro Signo-re. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Po-limeni, Tel:0770953530 mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi,

Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected] Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C9:;: Chiesa romano-cattolica dei Piari-sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527

Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A9@A I:9BA: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* TBDBEFAGA: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

Beata Vergine Maria di LoretoBeata Vergine Maria di LoretoBeata Vergine Maria di LoretoBeata Vergine Maria di Loreto 10 dicembre10 dicembre10 dicembre10 dicembre

Il Santuario di Loreto è sorto nel luogo in cui, secondo la leggenda, la dimora di Maria Vergine sarebbe stata trasportata prodigiosamente dagli Angeli. Questo san-tuario risale al IV secolo, ed è uno dei più antichi. An-

che oggi questa basilica è meta di continui pellegrinaggi, e considerata la “Lourdes italiana. La convinzione di questa miracolosa traslazione ha spinto papa Benedetto XV a costituire la Beata Vergine di Loreto “Patrona principale presso Dio di tutti gli aeronautici”.

Beata Maria Vergine di GuadalupeBeata Maria Vergine di GuadalupeBeata Maria Vergine di GuadalupeBeata Maria Vergine di Guadalupe 12 dicembre12 dicembre12 dicembre12 dicembre

L'apparizione, il 9 dicembre 1531, della "Morenita" all'indio Juan Diego, a Gua-dalupe, in Messico, è un evento che ha lasciato un solco profondo nella religio-sità e nella cultura messicana. L'evento guadalupano fu un caso di “inculturazione” miracolosa: meditare su questo evento significa oggi porsi alla scuola di Maria, maestra di umanita’ e di fede, annunciatrice e serva della Paro-la, che deve risplendere in tutto il suo fulgore, come l'immagine misteriosa sulla tilma del veggente messicano, che la Chiesa ha di recente proclamato santo.

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.06DOM.06DOM.06DOM.06 S. NicolaS. NicolaS. NicolaS. Nicola

LUN. 07LUN. 07LUN. 07LUN. 07 S. AmbrogioS. AmbrogioS. AmbrogioS. Ambrogio

MART.08MART.08MART.08MART.08 Immacolata ConcezioneImmacolata ConcezioneImmacolata ConcezioneImmacolata Concezione

MERC.09MERC.09MERC.09MERC.09 S. Juan Diego di GuadalupeS. Juan Diego di GuadalupeS. Juan Diego di GuadalupeS. Juan Diego di Guadalupe

GIOV.10GIOV.10GIOV.10GIOV.10 Beata Vergine Maria di LoretoBeata Vergine Maria di LoretoBeata Vergine Maria di LoretoBeata Vergine Maria di Loreto

VEN.11 VEN.11 VEN.11 VEN.11 S. Damaso IS. Damaso IS. Damaso IS. Damaso I

SAB. 12SAB. 12SAB. 12SAB. 12 Madonna di GuadalupeMadonna di GuadalupeMadonna di GuadalupeMadonna di Guadalupe MOS NICOLAE E I DONI IJKKJ SCARPE...

Altre due Celebrazioni mariane nella

settimana