“Adesso “I care” - Parrocchia San Nicola da...

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Fede Vita Colere, colligere et augere N. 32 Foglio di collegamento Parrocchia S. Nicola da Bari MENTANA Luglio 2017 www.sannicoladabarimentana.it [email protected] [email protected] tel. 06.9090050 “Adesso!” Era il titolo di un quindicinale a diffusione molto loca- le oggi conservato nelle migliori emeroteche d’Italia, perché significativo testimone d’un pezzo importante della storia civile ed ecclesiastica dell’Italia del secon- do dopoguerra. La sera del 26 dicembre 1948 tre sa- cerdoti si incontrarono nella canonica della chiesa di San Pietro, a Bozzolo, in provincia di Mantova, paese agricolo di quattromila anime. L’”ordine del giorno” di quella sera era l’analisi condivisa del momento socia- le, culturale, politico ed ecclesiale, in un clima di estrema confusione a tutti i livelli; l’urgenza di una voce critica e fuori coro, in tempo di laceranti schie- ramenti ideologici, che cercasse il dialogo con tutti senza preclusioni. L’idea da condividere era una ri- sposta da dare “adesso” attraverso la stampa di una piccola rivista di poche pagine, ogni quindici giorni. La tomba del suo fondatore Primo Mazzolari “parroco di campagna”, come amava definirsi, è stata visitata, in pellegrinaggio, da Papa Francesco, il 19 giugno. Predi- catore di rara profondità, estrema semplicità ed in- tensa commozione, don Primo Mazzolari morì in pra- tica sul pulpito della sua chiesa, là dove era nato il suo giornale: si sentì male mentre parlava ai parrocchiani alla messa principale di domenica in albis 5 aprile 1959. Dopo molte persecuzioni interne ed esterne al- la Chiesa, due mesi prima, papa Giovanni XXIII rice- vendolo in Vaticano l’aveva chiamato davanti a tutti «tromba dello Spirito santo in terra mantovana». L’ultimo numero di «Adesso» è il 17 dell’anno XIV, 15 settembre 1962.Era tanto forte la sua profezia che le sue idee ispirarono molti Padri Conciliari. “I care” Il motto è scritto su una parete della scuola di Barbiana. Don Lorenzo lo aveva fatto scrivere dai suoi ragazzi, per ricordare uno dei principi fondamentali della sua pedagogia vissuta con intensità mistica nella sua “scuola”. In inglese (tutt’altro che snob, ma per esprimere un’apertura universalistica contro il na- zionalismo fascista espresso dall’italiano “me ne fre- go”!) significa in italiano “a me interessa” se volete tradurre meglio, secondo il modo di sentire di don Lorenzo, occorre tradurre: “me ne faccio carico”. La sua vis polemica non gli era connaturale, ma la sua particolare sensibilità, fin da bambino lo aveva estraniato dal perbenismo ipocrita e indifferente alla povertà e al mondo reale delle periferie. Quel mon- do familiare pure vissuto da gente ricca, talentuosa e colta lo avrebbe voluto in tutt’altro modo e con altro stile di vita. Ma l’incontro sconvolgente con Cristo povero e semplice lo aveva forgiato e reso, attraver- so tante crisi, durante la sua giovinezza, un’immagine viva e forse un po’ rude, ma diretta, autentica, sincera di Lui. Prete e parroco “confina- to”, quasi per tenerlo a bada, a Barbiana, piccolo vil- laggio tra le montagne del Mugello (FI) mise al cen- tro della sua cura pastorale l’elevazione culturale delle “anime” a lui affidate. Con la sua esperienza e gli scritti della sua scuola, ha influito più di ogni altro pedagogista paludato sui principi solo parzialmente attuati e contraddetti più volte dalle riforme della Scuola italiana e non solo. Il motto esprime uno dei fondamentali del suo sistema educativo fondato sul- la reciproca responsabilità. Chi sa partecipa a chi non sa: i più grandi si prendono cura dei più piccoli chi non sa trasmettere semplicemente… non sa!

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Fede Vita Colere, colligere et augere

N. 32 Foglio di collegamento Parrocchia S. Nicola da Bari MENTANA Luglio 2017

www.sannicoladabarimentana.it [email protected] [email protected] tel. 06.9090050

“Adesso!” Era il titolo di un quindicinale a diffusione molto loca-le oggi conservato nelle migliori emeroteche d’Italia, perché significativo testimone d’un pezzo importante della storia civile ed ecclesiastica dell’Italia del secon-do dopoguerra. La sera del 26 dicembre 1948 tre sa-cerdoti si incontrarono nella canonica della chiesa di San Pietro, a Bozzolo, in provincia di Mantova, paese agricolo di quattromila anime. L’”ordine del giorno” di quella sera era l’analisi condivisa del momento socia-le, culturale, politico ed ecclesiale, in un clima di estrema confusione a tutti i livelli; l’urgenza di una voce critica e fuori coro, in tempo di laceranti schie-ramenti ideologici, che cercasse il dialogo con tutti senza preclusioni. L’idea da condividere era una ri-sposta da dare “adesso” attraverso la stampa di una piccola rivista di poche pagine, ogni quindici giorni. La tomba del suo fondatore Primo Mazzolari “parroco di campagna”, come amava definirsi, è stata visitata, in pellegrinaggio, da Papa Francesco, il 19 giugno. Predi-catore di rara profondità, estrema semplicità ed in-tensa commozione, don Primo Mazzolari morì in pra-tica sul pulpito della sua chiesa, là dove era nato il suo giornale: si sentì male mentre parlava ai parrocchiani alla messa principale di domenica in albis 5 aprile 1959. Dopo molte persecuzioni interne ed esterne al-la Chiesa, due mesi prima, papa Giovanni XXIII rice-vendolo in Vaticano l’aveva chiamato davanti a tutti «tromba dello Spirito santo in terra mantovana». L’ultimo numero di «Adesso» è il 17 dell’anno XIV, 15 settembre 1962.Era tanto forte la sua profezia che le sue idee ispirarono molti Padri Conciliari.

“I care”

Il motto è scritto su una parete della scuola di Barbiana.

Don Lorenzo lo aveva fatto scrivere dai suoi ragazzi, per ricordare uno dei principi fondamentali della sua pedagogia vissuta con intensità mistica nella sua “scuola”. In inglese (tutt’altro che snob, ma per esprimere un’apertura universalistica contro il na-zionalismo fascista espresso dall’italiano “me ne fre-go”!) significa in italiano “a me interessa” se volete tradurre meglio, secondo il modo di sentire di don Lorenzo, occorre tradurre: “me ne faccio carico”. La sua vis polemica non gli era connaturale, ma la sua particolare sensibilità, fin da bambino lo aveva estraniato dal perbenismo ipocrita e indifferente alla povertà e al mondo reale delle periferie. Quel mon-do familiare pure vissuto da gente ricca, talentuosa e colta lo avrebbe voluto in tutt’altro modo e con altro stile di vita. Ma l’incontro sconvolgente con Cristo povero e semplice lo aveva forgiato e reso, attraver-so tante crisi, durante la sua giovinezza, un’immagine viva e forse un po’ rude, ma diretta, autentica, sincera di Lui. Prete e parroco “confina-to”, quasi per tenerlo a bada, a Barbiana, piccolo vil-laggio tra le montagne del Mugello (FI) mise al cen-tro della sua cura pastorale l’elevazione culturale delle “anime” a lui affidate. Con la sua esperienza e gli scritti della sua scuola, ha influito più di ogni altro pedagogista paludato sui principi solo parzialmente attuati e contraddetti più volte dalle riforme della Scuola italiana e non solo. Il motto esprime uno dei fondamentali del suo sistema educativo fondato sul-la reciproca responsabilità. Chi sa partecipa a chi non sa: i più grandi si prendono cura dei più piccoli chi non sa trasmettere semplicemente… non sa!

GRAZIE ANCORA FRANCESCO! “Contano più i fatti delle parole” l’ha detto tante e tante volte papa Francesco e allora, attenti ai fatti, ci rendiamo conto che il gesto di andare a visitare le tombe di don Primo Mazzolari parroco della pie-ve di Bozzolo e del priore di Barbiana don Lorenzo Milani è, per noi parroci, prima di tutto, e per le nostre comunità, un grido di speranza di riscossa da parte sua, uno scossone. Possiamo riassumere quel messaggio chiarissimo con una sua espressio-ne: “quante sofferenze in meno avrebbe dovuto portare la Chiesa se avesse ascoltato questa loro profezia… questi profeti!” “Hanno camminato troppo avanti, hanno sofferto loro ed ha sofferto la Chiesa che non ha saputo seguire il loro passo!”. “C’è anche un magistero dei parroci” ha detto il Papa “…un magistero che occorre ascoltare”. Il Pa-pa i Vescovi hanno un magistero per elezione e per grazia di Ordine e di stato, i parroci quel magistero se lo devono guadagnare per autorevolezza non per autorità attribuita loro. A questi due profeti, don Mazzolari e don Milani l’autorevolezza anche se riconosciuta dagli altri post mortem dal loro po-polo venne riconosciuta per la prossimità alla loro condizione, per la condivisione e l’illuminazione del loro futuro, per il grande dono della speranza che sapevano infondere agli affaticati e oppressi! GRAZIE A PAPA FRANCESCO ANCORA PER QUESTO GESTO MOLTO ELOQUENTE, PER LA SENSIBILITA’ CHE L’HA ISPIRATO! Ci sentiamo molto incoraggiati a proseguire su due impegni che ci siamo presi fin dall’inizio: Don Primo ci insegna che la comunicazione è edu-cazione e vangelo da questo veniva la rivista “ADESSO”, per noi ecco lo sforzo di questo piccolo foglio “FEDE VITA”…

Un cristiano deve fare la pace anche quando

venissero meno "le ragioni di pace.“

Troppi ancora hanno le mani pulite perché

non hanno mai fatto niente.“

„È finito il tempo di fare da spettatore sotto il

pretesto che si è onesti e cristiani. Troppi an-

cora hanno le mani pulite perché non hanno

mai fatto niente. Un cristiano che non accetta

il rischio di perdersi per mantenersi fedele a

un impegno di salvezza, non è degno d'impe-

gnarsi col Cristo.“

„Siamo la novità, anche se portiamo sulle

spalle duemila anni di storia. Il Vangelo è la

novità.“

Don Primo Mazzolari

“Bisogna avere il coraggio di dire ai giovani che essi

sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è or-

mai più una virtù, ma la più subdola delle tentazio-

ni, che non credano di potersene far scudo né da-

vanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che

si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto. In

quanto alla loro vita di giovani di domani, non pos-

so dire ai miei ragazzi che l'unico modo di amare la

legge è di obbedirla. Posso solo dir loro che essi

dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini

da osservarle quando sono giuste (cioè quando so-

no la forza del debole). Quando invece vedranno

che non sono giuste (cioè quando non sanzionano

il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché

siano cambiate.”

Don Lorenzo Milani

Don Lorenzo Milani ci insegna che ci si educa nella re-

ciprocità: non ci sono veri maestri che non sappiano

imparare né veri alunni che non sappiano insegnare,

in questo scambio competenze, informazioni, atteg-

giamenti virtuosi c’è vera scuola e autentica educa-

zione; ecco allora il nostro ORATORIO in cui i più

grandi si rendono responsabili dei più piccoli e questi

sentono di poter dare ai più grandi e vengono ascol-

tati. Si cresce insieme come famiglia di famiglie o non

si cresce come parrocchia.

Con il Progetto Educativo, Fede Vita e il

Progetto Culturale ci pare di camminare nel-

la giusta direzione

Nuova Evangelizzazione, nuova catechesi, nuovi cristiani,

nuovi catechisti !

“Camminate in novità di vita!” Se a dirlo è un vec-chio di sessantacinque anni che ha passato 27 anni del suo ministero a formare catechisti e insegnati di religione, formatori di catechisti e vecchi cate-cheti come lui, vi potete fidare! Dobbiamo cammi-nare in novità di vita. Giovanni Paolo II ci esortava a nuovi linguaggi, nuovi metodi, nuove esperienze da promuovere; Benedetto XVI ha rinnovato (credetelo!) il linguag-gio della teologia e la cultura della Chiesa in senso dinamico ed evolutivo (rivoluzione lenta e silenzio-sa, ma decisa e tenace!), Francesco sta ripetendo che “la fede è un incontro”. Non so cosa manca perché ci rendiamo conto che la dottrina è impor-tante, ma più importante è l’uomo concreto e la sua crescita in Gesù, per esperienza di Lui, in una comunità che lo crede e vive Presente in essa. Questo comporta che chi Lo deve mostrare sia nel-la sua esperienza costante di incontro, un testimo-ne credibile, perché sa condurre per quella “bella Via” a Lui, a Gesù. I primi cristiani erano denomina-ti “quelli della Via bella”. Prima ancora Gesù ai due primi discepoli disse “venite e vedete” (Giovanni ed Andrea nel vangelo di Giovanni). Non si insegna la vita cristiana a forza di spiegazioni dottrinali astratte, per lezioni date. L’iniziazione cristiana dei “nuovi cristiani” deve essere l’esperienza di un sen-tiero percorso insieme a compagni che l’hanno già aperto e battuto con i loro passaggi e ripassaggi. I genitori dei bambini della catechesi sono ancora convinti che basta frequentare le “lezioni di cate-chismo” per essere “promossi” a ricevere i sacra-menti intesi come riti che una volta fatti… tanto basta. Ma noi no! Non possiamo continuare a pen-sarla così! Noi crediamo che, anche per noi, “cam-minando s’apre un cammino” che ci porta a Gesù, per questo si può anche cadere, farsi male, portar-ne le ferite, ma occorre camminare facendo la fati-ca di provare a noi stessi quanto sia vero ciò che vogliamo testimoniare. Testimoni più che maestri, tutti discepoli del solo ed unico Maestro che incon-triamo frequentando la sua Parola assiduamente e comunitariamente (vedi Atti degli Apostoli), con-templando nel silenzio personale e

comunitario il suo Corpo reale che parla al cuore. Catechisti testimoni di un incontro che non li en-tusiasmò, che non li convertì, che li entusiasma, li converte permanentemente, li fa sempre più gio-vani nello Spirito. Solo catechisti/evangelizzatori così, esperti per tirocinio continuo delle Parola e maestri di preghiera/ incontro possono fare “cri-stiani nuovi”. Mi sono rallegrato nel sapere che nel nostro gruppo di catechisti, gruppo ministeria-le di grande spessore umano e spirituale si sono inseriti allievi-catechisti giovani che vengono da un’esperienza di tirocinio di catechesi occasionale e già da qualche tempo stanno come testimoni tra i più piccoli per momenti di animazione. I loro educatori e animatori li hanno condotti fino a questa esigente presa di responsabilità ministeria-le. Ora permettete che mi rivolga a loro.

“Ben arrivati ragazzi, con l’auspicio serio di una comu-ne futura esperienza di vita cristiana adulta e consa-pevole. Vi prometto che non sarà un’esperienza episo-dica e troppo “furba”; ma semplice, ordinaria e conti-nua, una crescita in seno alla vostra comunità. Per voi non ci sarà impegno di studio, di famiglia e di lavoro che potrà distrarvi dalla vita comune intorno alla Paro-la e al Pane che è per la vita del mondo. Il mondo non sa che farsene della nostra capacità di animazione vi-vace e intelligente, neppure della nostra metodologia furba e aggiornata, con i migliori network e media, del-la nostra simpatia travolgente… ci sarà sempre chi in queste arti è più bravo di noi. In queste scienze e tecni-che un giorno saremo anche “vecchi” e “usati” (in men-tanese diciamo “llocrati”). Una cosa possiamo dare so-lo noi, l’esperienza di Lui! Ve lo dice uno che ha studia-to e s’è laureato in tutte queste “robbe”, si è aggiorna-to continuamente e non rimpiange di averlo fatto, che ha insegnato queste “cose” all’università, che sta co-minciando a buttare centinaia di libri e tutto è servito a fargli scoprire quanto sia determinante, nella comuni-cazione della fede, l’esperienza di quell’incontro che gli altri bambini, ragazzi, giovani, adulti e vecchi vogliono ed hanno il diritto di vedere in noi. Ben arrivati e cam-miniamo insieme: sono sicuro che oltre alla simpatia i grandi sapranno darvi anche il buon esempio nel sa-persi rinnovare come catechisti nuovi, per una nuova catechesi secondo la nuova evangelizzazione, per fare nuovi cristiani insieme tra noi e con Lui!” Con stima e affetto Il prete

Catechisti alla “scuola” dell’unico Mae-stro, dentro una comunità che cammina!

CORPUS DOMINI

2017

Grazie a Gesù per que-

sta giornata insieme a

noi dalla mattina nella

preparazione alla sera

del tuo passaggio tra le

nostre case. Ci hai ri-

cordato così che Tu ci

sei sempre con noi .

Non vogliamo, nei ringrazia-menti, dimenticare nessuno; il Signore conosce tutti coloro che si sono adoperati a fare questa predica eloquente sen-za parole fatta di incontri, di gesti, di colori, di linee. È un popolo che crede e sa dirlo in maniera corale a tutti.

Cari Genitori, sapeste quanto vale per i vostri figli questa catechesi attiva! Molto più di tante prediche, vedere un popolo che crede.

Le iscrizioni per la Catechesi si effettueranno nei giorni 19, 20 e 21 Settembre con orari e gruppi che sono affissi nelle bacheche della Parrocchia.

La Catechesi inizierà nella settimana dal 24 Settembre secondo i giorni stabiliti.

A partire da questo mese di luglio l'orario delle Messe festive sarà il seguente: 9.00 a S. Nicola in Castello 10.30 Chiesa Parrocchiale 18.00 Chiesa Parrocchiale