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Bimestrale dell’ENTE FAUNA SICILIANA Bimestrale dell’ENTE FAUNA SICILIANA “associazione naturalistica di ricerca e conservazione” - ONLUS “associazione naturalistica di ricerca e conservazione” - ONLUS ADERENTE ALLA FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURA ADERENTE ALLA FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURA 30 aprile 2011 30 aprile 2011 ANNO XX n. 2 (107) ANNO XX n. 2 (107) Marcello La Greca (1914-2001) Una vita al servizio della cultura, un messaggio di speranza Un grande scienziato un grande maestro di Pietro Alicata di Pietro Alicata ** ISSN 1974-3645 a sera di sabato 10 febbraio a sera di sabato 10 febbraio 2001 si spegneva a Catania Marcello 2001 si spegneva a Catania Marcello uno dei fondatori), della Società Entomo uno dei fondatori), della Società Entomo - logica Italiana, della Società Italiana di logica Italiana, della Società Italiana di rists’ rists’ ciété ciété phie phie dell’ dell’ n As n As - n for n for van van - o f o f della della Na Na - poli, poli, mia mia enze enze ania, ania, nche nche a di a di ode ode - c h e c h e a d a a d a rico rico - e nti: e nti: azio azio - unto unto ogia ogia Dieci anni fa Marcello La Greca, concludeva la sua vita: una vita in - tensa dedicata alla cultura, a quella scientifica e naturalistica in particola - re. Ma La Greca per dieci anni, gli ulti - mi della sua esistenza, fu il Presidente della nostra Associazione. Sentiamo di avere un enorme debi t o di r iconoscenza nei suoi confronti, per tanto tempo pilastro di riferimento per il nostro sodalizio: come ricercatore e come docente, come guida scientifica e culturale, come sostegno nelle battaglie con- dotte dalla associazione e in molte occasioni difficili, come consigliere nella nostra azione, come esempio di scienziato attivamente impegnato nel campo della ricerca naturalistica, della difesa della natura e della edu- cazione ambientale. La sua figura di amico e ispira- tore rimane indelebile nella nostra memoria. Importante e profondo fu il suo rapporto di collaborazione con il nostro fondatore Bruno Ragonese, insegnandoci quanto fosse impor - tante il collegamento tra la nostra associazione e il mondo della ricer- ca, un rapporto che abbiamo sempre Il nostro Presidente Pietro Alicata, allievo di Marcello La Greca, ne tratteggia in queste Il nostro Presidente Pietro Alicata, allievo di Marcello La Greca, ne tratteggia in queste pagine la figura di scienziato, di docente, di maestro, di uomo. Questo profilo fu tracciato pagine la figura di scienziato, di docente, di maestro, di uomo. Questo profilo fu tracciato in occasione del 62° Congresso dell’Unione Zoologica Italiana (Sanremo 2001) nella in occasione del 62° Congresso dell’Unione Zoologica Italiana (Sanremo 2001) nella sessione dedicata al ricordo dellinsigne membro di quella Unione, qualche mese dopo sessione dedicata al ricordo dellinsigne membro di quella Unione, qualche mese dopo la sua morte: lo riproponiamo come omaggio alla memoria di La Greca a dieci anni la sua morte: lo riproponiamo come omaggio alla memoria di La Greca a dieci anni dalla sua scomparsa (n.d.r.) dalla sua scomparsa (n.d.r.) Premio Marcello La Greca “Grifone d’Argento” Dedicato a Marcello La Greca Presidente dell’Ente Fauna Siciliana dal 1992 al 2001 continua a pag. 6

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30 aprile 2011

Bimestrale dell’ENTE FAUNA SICILIANABimestrale dell’ENTE FAUNA SICILIANA“associazione naturalistica di ricerca e conservazione” - ONLUS“associazione naturalistica di ricerca e conservazione” - ONLUS

ADERENTE ALLA FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURAADERENTE ALLA FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURA

30 aprile 201130 aprile 2011 ANNO XX n. 2 (107)ANNO XX n. 2 (107)

Marcello La Greca (1914-2001) Una vita al servizio della cultura, un messaggio di speranza

Un grande scienziato un grande maestro

di Pietro Alicatadi Pietro Alicata

** ISSN 1974-3645

a sera di sabato 10 febbraio a sera di sabato 10 febbraio 2001 si spegneva a Catania Marcello 2001 si spegneva a Catania Marcello

uno dei fondatori), della Società Entomouno dei fondatori), della Società Entomo--logica Italiana, della Società Italiana dilogica Italiana, della Società Italiana di

rists’ rists’ ciétéciétéphiephiedell’dell’

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Dieci anni fa Marcello La Greca,concludeva la sua vita: una vita in-tensa dedicata alla cultura, a quellascientifica e naturalistica in particola-re. Ma La Greca per dieci anni, gli ulti-mi della sua esistenza, fu il Presidente della nostra Associazione.

Sentiamo di avere un enorme debito di riconoscenza nei suoiconfronti, per tanto tempo pilastrodi riferimento per il nostro sodalizio:come ricercatore e come docente, come guida scientifica e culturale, come sostegno nelle battaglie con-dotte dalla associazione e in molteoccasioni difficili, come consiglierenella nostra azione, come esempiodi scienziato attivamente impegnatonel campo della ricerca naturalistica, della difesa della natura e della edu-cazione ambientale.

La sua figura di amico e ispira-tore rimane indelebile nella nostra memoria. Importante e profondo fu il suo rapporto di collaborazione conil nostro fondatore Bruno Ragonese, insegnandoci quanto fosse impor-tante il collegamento tra la nostra associazione e il mondo della ricer-ca, un rapporto che abbiamo sempre

Il nostro Presidente Pietro Alicata, allievo di Marcello La Greca, ne tratteggia in queste Il nostro Presidente Pietro Alicata, allievo di Marcello La Greca, ne tratteggia in queste pagine la figura di scienziato, di docente, di maestro, di uomo. Questo profilo fu tracciatopagine la figura di scienziato, di docente, di maestro, di uomo. Questo profilo fu tracciatoin occasione del 62° Congresso dell’Unione Zoologica Italiana (Sanremo 2001) nellain occasione del 62° Congresso dell’Unione Zoologica Italiana (Sanremo 2001) nellasessione dedicata al ricordo dell’insigne membro di quella Unione, qualche mese dopo sessione dedicata al ricordo dell’insigne membro di quella Unione, qualche mese dopo la sua morte: lo riproponiamo come omaggio alla memoria di La Greca a dieci anni la sua morte: lo riproponiamo come omaggio alla memoria di La Greca a dieci anni dalla sua scomparsa (n.d.r.)dalla sua scomparsa (n.d.r.)

Premio Marcello La Greca “Grifone d’Argento”

Dedicato aMarcello La Greca

Presidente dell’Ente Fauna Sicilianadal 1992 al 2001

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nel 1988, Premio Nazionale C. S. O.per l’Ornitologia nel 1989, Premio XXIVCasali per la Zoologia nel 1992, Diplomadi medaglia d’oro ai Benemeriti delleScienza e della Cultura nel 1996, Premio internazionale Empedocle per le Scienze Umane (settore Ecologia) nel 1997. Per il suo impegno a favore dell’ambiente e della difesa della natura gli sono statiattribuiti premi e riconoscimenti dalWWF-Delegazione per la Sicilia orientale nel 1982, dal Centro Studi ARCUS nel1994, dalla Federazione Nazionale ProNatura nel 1995.

Marcello La Greca nacque al Cairo nel 1914. La sua nascita in Africa fu laconseguenza di una scelta, non comuneallora, fatta da suo padre che aveva pro-fondamente sentito il fascino di questo continente e vi si era trasferito. Al Cairola comunità italiana era ben presentecon molte attività commerciali ed in-dustriali ed aveva sue scuole di ottimolivello che competevano con quelleinglesi e francesi. Furono appunto queste scuole che egli frequentò sinoal liceo di cui fu uno dei più brillanti studenti. La sua passione per lo studiofu favorita dall’interesse del padre per i libri e le letture; egli possedeva infattiuna fornitissima biblioteca che Marcel-lo da ragazzino esplorava affascinato.Certo quell’epoca di letture appassio-nate contribuì a formare la sua non comune capacità di parlare e scriverecon chiarezza ed eleganza. In quellabiblioteca incontrò anche i primi libri distoria naturale ed in particolare il fa-moso trattato sugli animali del Brehm, che egli sovente ricordava come unadelle prime fonti della sua passione per la Zoologia. La sua passione per gli studi naturalistici fu anche alimentata dalle frequenti escursioni nel desertoche egli compiva con un suo amico. La memoria del deserto restò profonda inlui e traspariva nei brevi racconti che di tanto in tanto faceva a noi suoi allievi.

Al completamento degli studi licealivolle venire a compiere gli studi univer-sitari a Napoli città natale del padre. Quiconseguì nel 1938 la laurea in Scienze Naturali col massimo dei voti e la lodecon una tesi sulla muscolatura del Grillotalpa, che fu subito pubblicata. Lasua non comune passione per gli studi fu notata dai suoi docenti e pochi mesidopo fu nominato Assistente incaricatodi Anatomia Comparata.

Avendo poco dopo vinto un concor-so nazionale per l’insegnamento delleScienze Naturali fu per breve tempoprofessore di ruolo nelle Scuole Medie.Nel marzo del 1940 vincendo il concorso

prigionia, essi insieme ad altri ufficiali mantenevano desta la loro mente conconferenze e lezioni, che tenevano a turno sui più disparati argomenti.

Liberato alla fine della guerra, pe-santemente provato nel fisico dallaprigionia, tornò a Napoli dove riprese lacarriera universitaria come assistente diruolo dapprima nell’Istituto di AnatomiaComparata e quindi, conseguita la libera docenza di Zoologia, nell’Istituto di Zoo-logia. Qui dal 1953 al 1960 ricoprì la cari-ca di aiuto. Presso l’Università di Napolitenne per incarico diversi insegnamenti:Istologia ed Embriologia, Zoologia e Biologia Generale. Nel 1952 partecipòal concorso di Zoologia bandito dall’Uni-versità di Sassari e conseguì la maturità

all’unanimità della commissione.Dopo alcuni anni, nel 1958, parteci-

pò al concorso alla cattedra di Zoologia bandito dall’Università di Catania e risultò primo della terna di vincitori. Venne quindi chiamato dalla Facoltàdi Scienze a coprire, a partire dal 1°febbraio 1960, la cattedra di Zoologia,lasciata da Bruno Monterosso per rag-giunti limiti d’età, e a dirigere l’alloraIstituto di Zoologia.

Si impegnò subito nel rinnovamen-to delle strutture e dell’organizzazionedell’Istituto, coinvolgendo pienamente, con un rapporto pieno di compren-sione e di sincera amicizia, i docentiallora presenti. Ottenne così i neces-sari finanziamenti e nello spazio cheprogressivamente si allargava, per iltrasferimento degli Istituti di Chimicaalla città universitaria, vennero rea-lizzati numerosi laboratori e venne grandemente ampliata la biblioteca. Sfruttando il momento favorevole diampliamento degli organici delle uni-versità italiane ottenne numerosi postidi assistente e di personale tecnico.Negli anni sessanta e settanta entra-rono così nei ruoli universitari diversi

suoi allievi.Nella Facoltà di Scienze, che allora

vedeva la presenza di due sole cattedre biologiche, Botanica e Zoologia, fu il promotore dello sviluppo di tutta l’areabiologica e fu su sua iniziativa che ven-ne istituito a Catania il corso di laureain Scienze Biologiche. Egli non curò gliinteressi della sola Zoologia, ma in sin-tonia con i suoi vasti interessi culturali,ottenne la istituzione delle cattedre diGenetica, Fisiologia, Biochimica, Micro-biologia. Consapevole della necessità di modificare le strutture universitarie, precorrendo i tempi, fu promotore dellaistituzione di un istituto policattedra, chedivenne presto l’Istituto Dipartimenta-

per assistente di Anatomia Comparata entrava definitivamente nella carrierauniversitaria. L’entrata in guerra dell’Ita-lia ed il suo richiamo alle armi come uffi-ciale dell’esercito interruppe per diversianni la sua attività universitaria.

Furono anni drammatici e l’armistiziodel ‘43 segnò per lui, come per tanti altri giovani, una prova umana spaventosa. Egli ebbe il privilegio di essere uno dei primi ufficiali italiani arrestati dai Te-deschi. Si trovava infatti in Germaniacome ufficiale di collegamento con lostato maggiore tedesco quando ascol-tò alla radio la notizia dell’armistizio.Ebbe appena il tempo di bruciare conil suo attendente le carte con codici ealtro materiale riservato prima di essere

prelevato dai tedeschi. Avendo rifiutato di collaborare, fu internato nei campidi concentramento dove sperimentò leterribili condizioni di vita dei prigionieri di guerra. Nello stesso periodo, il suoamico, compagno delle escursioni nel deserto, perdeva la vita a Cefalonia fuci-lato dai tedeschi insieme alle migliaia di soldati italiani che si erano opposti con learmi ai tedeschi. Nel campo di prigionia della fortezza di Leopoli conobbe SandroRuffo, anch’egli zoologo, con cui stabilìnei due anni di prigionia, prima a Leopolie poi a Wietzendorf presso Hannover, un’indissolubile amicizia. Raccontava La Greca che, nonostante la durezza della

Marcello La Greca agli inizi della sua carriera universitariaa Napoli nel 1957.

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le di Biologia Animale e Genetica. In questa struttura egli sperimentò formedi gestione democratica che precorre-vano quelle che furono poi istituite dallariforma universitaria. Tra le tante attivitàche egli intraprese nella nuova strutturaebbe un ruolo importante la fondazionedel periodico scientifico “Animalia”, ovesono pubblicati articoli, riguardanti diver-se tematiche zoologiche, di ricercatori italiani e stranieri.

Quando nel 1984 fu istituito il Di-partimento di Biologia Animale, uno dei primi dell’Università di Catania, egline divenne il primo direttore. Nel 1990giunto al termine per limiti di età della sua attività ufficiale fu nominato ProfessoreEmerito.

Nel campo della ricerca Egli ha promosso l’impegno dei suoi allieviin molti campi. Si è formato così aCatania un consistente gruppo di ri-cercatori impegnati nello studio dellasistematica e biogeografia di diversigruppi animali: Nematodi, Policheti,Tardigradi, Ragni, Opilioni, Acari Ori-batei, Isopodi Oniscoidei, Blattodei, Mantodei, Ortotteri, Omotteri, Ete-rotteri, Coleotteri Lepidotteri, Imenot-teri. Altre linee di ricerca riguardanol’etologia, l’ecologia, la morfologiacomparata, la filogenesi, la citologiaed istologia ultrastrutturale, la biologiamarina, la biospeleologia. Particolareimpegno egli ha dedicato alle cam-pagne di ricerca faunistica dirette achiarire problemi biogeografici. Ha coordinato o promosso campagne inSicilia e nelle isole circumsiciliane, sugli Appennini e sulle Alpi, sulle co-ste dell’Italia meridionale, in Spagna,in Grecia, in Nord Africa, nell’Africa sahariana e meridionale e nella Terradel Fuoco. Chi ha avuto la fortuna diessere insieme con lui nelle ricerchein campagna, quando non disponeva-mo di fuoristrada e si camminava per ore per raggiungere i siti dove effettuarecampionamenti ed osservazioni, ricorda come in quelle occasioni egli fosse nonsolo maestro nella conoscenza della fau-na, ma anche di un modo di conoscerela natura profondo ed appassionato che rinnovava continuamente lo stupore per la vita che ci circonda e della quale siamoparte. Ma mi piace anche ricordare il suo interesse per le culture, l’arte, la storia,i paesaggi dei luoghi in cui ci recavamoper le ricerche faunistiche. Segno questodi una completezza e di una ricchezzaculturale ed umana che non è facile incontrare.

Egli fu sempre attento al problemadella formazione delle nuove leve di

ricercatori e quando fu istituito in Italia ilDottorato di Ricerca, curò la istituzionedel Dottorato in Scienze ambientali e bio-geografia dei territori mediterranei, consede a Catania, di cui fu coordinatore e nel quale profuse le sue energie.

La diffusione della cultura naturalisti-ca fu una sua costante preoccupazione. A ciò si dedicò, sia con l’impegno direttoin conferenze, convegni, pubblicazioni,sia promuovendo la crescita di strutture dirette a questo scopo. In particolare, ottenendo i necessari finanziamenti dalla Regione Sicilia e dall’Amministrazione Provinciale di Catania, ha determinatola crescita del Museo Zoologico dell’Uni-versità, che, curato anche dai suoi allievi,succeduti nella direzione del Dipartimen-

to, è stato aperto alla visita dei cittadini e delle scolaresche, giocando un ruoloimportante nella formazione naturalisticadei giovani.

Il suo impegno didattico nell’Univer-sità è stato intensissimo. A Catania oltre al corso di Zoologia ha tenuto, venendoincontro alle pressanti esigenze didatti-che, il corso di Istologia ed Embriologianella Facoltà di Scienze, quello di Biolo-gia e Zoologia generale nella Facoltà diMedicina e quelli di Zoologia nelle facoltà di Agraria e di Farmacia. Nelle sue bril-lanti lezioni, ancora vive nella memoriadei suoi allievi, si fondevano il rigore metodologico e la passione culturale: lavita, la storia evolutiva degli organismi, il

loro rapporto con l’ambiente, i processi diadattamento, i meccanismi biologici cheli consentono, apparivano come una sto-ria appassionante che faceva accettare volentieri le fatiche dell’apprendimento.Le sue lezioni trovano ancora un’eco in un testo di Zoologia generale ed inun trattato di Zoologia degli Invertebratiadottati tra i testi base in molte Università italiane.

È, però, importante ricordare anche la sua capacità eccezionale di essere ma-estro al di fuori dei momenti istituzionali, nelle conversazioni sui temi scientifici, nella discussione e revisione di lavori ericerche, nell’ascolto interessato di do-mande e di osservazioni, nell’entusiasmo per nuove prospettive di ricerca.

Dopo il ritiro dall’insegnamentoistituzionale, furono numerosi i semi-nari da lui tenuti su diversi temi. Essierano l’occasione per trasmettere importanti aggiornamenti (oggetto spesso di sue pubblicazioni) su tantitemi di grande rilievo: le estinzioni, labiogeografia e la paleogeografia, ilclima nel quaternario ed i suoi effettisulla struttura delle faune, l’origine ed evoluzione dell’uomo, l’origine e l’evoluzione degli Artropodi.

Si è anche dedicato ai problemidell’insegnamento delle Scienze nellescuole secondarie ed è stato nomina-to membro di varie Commissioni del Ministero della Pubblica Istruzione per la riforma dell’insegnamentodelle Scienze nella Scuola Media.Per questo livello di studi scrisse,insieme al botanico Tomaselli, un testo che ebbe notevole successo ediffusione. Consapevole che la solu-zione dei problemi dell’insegnamentodelle Scienze nelle scuole richiedevail miglioramento e l’aggiornamento delle conoscenze degli insegnanti siadoperò per realizzare diverse attivitàformative. A questo fine ha anche sti-molato la costituzione di una Sezione

catanese della Associazione Nazionaledi Insegnanti di Scienze Naturali, dellaquale è stato il primo Presidente e quindi Presidente onorario.

Marcello La Greca è stato in Italia, e specialmente in Sicilia, uno degli studiosipiù impegnati nelle tematiche ambientalie particolarmente nella difesa dei valorinaturali dell’ambiente. Quest’impegno si è legato organicamente allo specificodella sua attività di ricerca. Egli fu, infatti, uno dei primi sostenitori dello sviluppodelle scienze ecologiche, e diversi filonidelle ricerche da lui coordinate e promos-se costituiscono la premessa, o il puntodi partenza, di politiche di conservazio-

Ufficiale durante la seconda guerra mondiale nel 1941.

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ne della natura. Tra questi, diversi programmi di ricerca del C.N.R. e delMinistero della pubblica Istruzione: ilProgramma Piccole Isole Italiane, il Programma Biologico Internazionale,il Programma Finalizzato sull’Ambien-te, il Progetto Antartide.

Rilevante è stato anche il suocontributo, come componente della Commissione Fauna del Ministero per l’Ambiente, alla redazione di una pro-posta di legge quadro sulla tutela delpatrimonio faunistico (1992). A tale proposta, purtroppo ancora giacentepresso il Ministero, lavorò con alacrità e passione, conscio che un Paese non poteva delegare la tutela della propria fauna ad una legge “venatoria“che riguardava solo gli “omeotermi“.Della proposta curò in prima persona,pur con il valido aiuto di tanti colleghi,la relazione introduttiva e memorabile fu la sua capacità di sintesi nel redigernel’articolo 2 concernente “La Fauna“. Diquesta dette una comprensiva definizio-ne che volle specificatamente relativa“all’insieme delle specie animali – Proto-zoi, Invertebrati , Vertebrati” presenti in seguito a spontanea indigenazione sulnostro territorio, escludendo pertanto lespecie allevate o domestiche.

In Sicilia egli ha avuto un ruolo de-terminante nell’avvio di una significativapolitica della conservazione della natura, a partire dalla legge sulla istituzione deiParchi e delle Riserve Naturali. Comemembro del Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale egli è stato tra gli estensori del piano di istituzione delle Riserve Naturalie si è prodigato per la istituzione deitre Parchi Naturali Regionali anche attraverso la appassionata parteci-pazione a dibattiti, incontri ed infuo-cate polemiche dirette a superare leresistenze di una parte della pubblicaopinione nei confronti delle misure diprotezione della natura. Diede an-che un fondamentale contributo allaelaborazione del Piano Territorialedel Parco dell’Etna per la definizionedell’assetto del Parco.

La consapevolezza che la tuteladell’ambiente richiede strumenti politi-ci adeguati lo ha spinto ad impegnarsi direttamente nella vita politica. Per un decennio egli è stato Consigliere della Provincia Regionale di Catania e, per l’autorità culturale che gli era unani-memente riconosciuta, ha ricopertonel Consiglio Provinciale la carica diPresidente della Commissione Pro-vinciale per l’Ambiente.

Il suo impegno per la conservazio-

ne della natura non si limitò agli incarichipubblici formali. Egli si prodigò attraver-so convegni, conferenze e dibattiti per promuovere una concezione di difesa dell’ambiente che avesse al suo centrola conservazione dei valori naturali, battendosi con vigore contro il rischio che l’ambientalismo divenisse un meroatteggiamento di facciata. Notevoli, an-che sotto questo profilo, sono stati i suoiinterventi su quotidiani e riviste regionali e nazionali diretti a chiarire e divulgare i temi dell’ecologia e della conservazione della natura e dell’ambiente. In tutte queste attività egli è stato costantementeun punto di riferimento delle associazioni ambientaliste nazionali e regionali, impe-gnandosi ad affrontare i piccoli e grandiproblemi per i quali era richiesto il suo aiuto e il suo consiglio. Le associazioni ambientaliste lo avevano come punto

di riferimento insostituibile. Una di queste, l’Ente Fauna Siciliana, lo volle suo Presidente.

La sua attività di ricerca si svolse in diversi campi ed in tutti diede impor-tanti, ed in alcuni casi fondamentali,contributi.

Le sue prime ricerche nel campodella sistematica e della biogeografiariguardano i Mantodei e lo studio diquesto gruppo continuerà sino alla fine della sua attività. Ha iniziato stu-diando le collezioni di musei italiani estranieri provenienti da diverse spe-dizioni: in America Centrale in Africaequatoriale, nelle Filippine, in Asia occidentale, in Arabia, in Australia. Egli divenne e resta uno dei massimiesperti mondiali nella conoscenza

di questo gruppo di Insetti. In queste ricerche egli si fonda sempre sullo studio comparato della morfologia e sull’analisidelle variazioni intra ed interspecifichedei caratteri. Compie, così, importanti revisioni di gruppi di specie e di interigeneri, descrivendo numerose specienuove, con l’obiettivo di ricostruirne lastoria evolutiva e biogeografica.

Un consistente gruppo di ricerche riguarda gli Anellidi Policheti. La Greca si propone di studiare i processi di rige-nerazione in questo gruppo e in primoluogo, seguendo una impostazione le-gata alla sua concezione della Zoologia, ne inizia anche lo studio sistematico con ricerche sui Policheti del Golfo di Napolie del Bosforo. Gli studi sulla rigenera-zione riguardano il gruppo dei Sabelli-formi. In questi egli dimostra l’influenza

della regione cefalica rigenerante analizzando le diverse modalità di rigenerazione a seconda della zonadi rottura.

Il più ricco e noto filone di ricercariguarda la sistematica e la biogeogra-fia degli Ortotteri. Su questo gruppo di Insetti Egli ha continuamente lavorato sino alla fine della sua vita. Una seriedi ricerche riguarda i popolamenti del-le alte quote montane. In questi studiEgli mette in evidenza l’importanza degli eventi glaciali e dei massimi termici interglaciali, l’esistenza di aree di rifugio, i processi di speciazione edifferenziamento di popolazioni nel quaternario. Particolare interesseha la ricostruzione della storia dei Podismini europei che proverrebberodall’Asia centrale ed avrebbero colo-nizzato i monti europei principalmentenel Miocene e nel Pliocene e solo in minor misura nel Pleistocene. In questi studi inoltre analizza le possi-bile origini degli endemismi dei monti

Marcello La Greca con alcuni dei suoi collaboratori catanesi inuna escursione nel corso del congresso della Società Italiana di Biogeografia di Alghero nel 1964.

Nel 1971 in una pausa durante un’escursione di ricerca allegole del Simeto.

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dell’Appennino ed i motivi delle assenze su questi monti di generi presenti sulle Alpi e su altri rilievi europei. Utilizzando le caratteristiche dei popolamenti appen-ninici egli individua in questo sistema montuoso due settori: uno settentrionaleesteso sino al Matese ed uno meridiona-le. Il primo non sarebbe stato interessato dalla trasgressione pliocenica ed è carat-terizzato dalla presenza dei Podismini. Le sue ricerche definiscono la struttura dell’ortotterofauna siciliana: gli elementi autoctoni, paleomediterranei (essenzial-mente paleotirrenici), hanno soprattutto origini preplioceniche. A questi si sonoaggiunti, durante le glaciazioni quater-narie, elementi euroasiatici, eurosibiricied appenninici, di clima temperato e fresco, ed altri, di clima più caldo ed ari-do, di origine balcanica e centroasiatica. Queste ricerche sono utilizzate anche per chiarire le caratteristiche generalidella fauna siciliana e dimostrare che, nella sua costituzione, scarso è il pesodi elementi africani erroneamente enfa-tizzati nel passato. Notevole è anche il contributo da lui dato per chiarire la strut-tura della fauna pugliese. In essa sono riconoscibili molti elementi orientali, sia paleoegeici, sia penetrati nel quaternarionella nostra penisola attraverso la zonaadriatica emersa.

Tutti i problemi della biogeografiadegli Ortotteri italiani sono stati recente-mente da lui ripresi in un lavoro di sintesiinquadrandoli in un’ampia ricostruzione paleogeografica. Altre importanti ricercheriguardano gli Ortotteri delle alte monta-gne della Grecia. Lo studio biogeogra-fico dei Panfagini paleartici, una dellesue ultime fatiche, è una significativatestimonianza dell’ampiezza delle sue conoscenze paleogeografiche e dellavitalità del suo impegno scientifico.

Un altro importante filone di ricerca riguarda la morfologia degli Insetti. Inquesto campo è da notareche Egli fu uno dei primi,con diversi lavori tra il 1956ed il 1962, a studiare la ultra-struttura della cuticola degliInsetti mediante il microsco-pio elettronico. Particolareinteresse hanno gli studidi morfologia comparata della muscolatura e del der-mascheletro toracico, chegli consentono di risolverediversi problemi di omologiadegli scleriti toracici e di defi-nire alcuni processi evolutivi dell’articolazione delle ali edelle pleure pterotoracichee di chiarire, negli Ortotteri, i

meccanismi di apertura e chiusura delle ali. Questi lavori, e lo studio della immen-sa letteratura esistente sulla morfologia degli Insetti, gli hanno consentito dielaborare una sintesi delle conoscenze sulla evoluzione degli Insetti e di colloca-re l’origine di questo gruppo nell’ambito dei processi evolutivi del Phylum degli Artropodi.

La biogeografia costituisce il filo con-duttore di gran parte delle sue ricerche ed in questo campo egli fu il punto diriferimento in Italia di tutti gli studiosi di questo settore di ricerca. A lui, che fu in-sieme a Sandro Ruffo e a pochi altri, unodei fondatori della moderna biogeografiain Italia, si deve infatti la definizione dellecategorie corologiche della fauna italianautilizzate in tutti gli studi riguardanti la zoogeografia dell’Italia.

Un posto particolare nella storia del-le ricerche sulla biogeografia dell’area mediterranea ha un ponderoso studiosul popolamento animale delle piccole isole mediterranee scritto con la collabo-razione di Cesare Sacchi. Si tratta di uno

studio che affronta una serie di problemi di biogeografia insulare che precede ed annunzia le teorizzazioni di McArthur e Wilson. E’ un’opera tuttora affascinanteche riunisce in un quadro unitario l’ana-lisi dei processi di colonizzazione e di estinzione, dei fenomeni microevolutivi e degli adattamenti, mettendoli i relazionecon i fattori geografici e climatici sullosfondo della storia paleogeografica del mediterraneo.

Frutto della sua passione per la co-noscenza sono diverse sintesi su granditemi della Zoologia: L’origine dei grandi phyla dei metazoi, l’origine ed evoluzionedegli Artropodi e degli Insetti, l’origine ed evoluzione dell’uomo, la Sistematica in Zoologia, la Zoogeografia e la tettonica a placche, le caratteristiche della faunaitaliana, ed altri.

Numerosi sono, anche, i contributisulla conservazione della biodiversità e degli ambienti naturali che ci fannoriflettere sui limiti e sulle mode dellepolitiche ambientali, e che propongono e ripropongono l’approccio scientifico alle tematiche ambientali come strumentofondamentale per garantire scelte serie e responsabili.

Egli ci ha anche lasciato una riflessio-ne, insieme ad un appello ai suoi allievi,sulla visione della Zoologia che ha costi-tuito la base del suo impegno di docente e ricercatore. Nella lezione magistrale su“Zoologia ieri ed oggi” che ha chiuso lasua attività istituzionale nell’Università egli descrive la Zoologia di oggi come una scienza che “abbraccia la Sistema-tica (che deve comprendere anche i taxaestinti) e la Filogenesi (entrambe legate alla conoscenza strutturale e funziona-le degli animali che sono espressione dell’evoluzione del mondo animale), oltrealla Zoogeografia, all’Ecologia animale, all’Etologia.” Tutte queste discipline sonocosì indissolubilmente legate dai proces-

si evolutivi da costituire una sola concretezza scientifica. In difesa di questa conce-zione della Zoologia egliconclude la sua lezione rivolgendosi ai suoi allievi:

“La mia speranza è chei miei allievi, e non di rado compagni di lotta, difen-dano questo orientamentodella Zoologia contro ogni tentativo di sovvertimentoche periodicamente ritor-na ad affacciarsi e chelo facciano a difesa, nondella propria posizione nel mondo universitario, ma diuna manifestazione cultu-

La Greca alla direzione del Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Catania nel 1985.

Con Danilo Mainardi nel corso di un convegno scientifico ad Erice nel 1997.

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continuato a coltivare e che rappre-senta un non secondario elemento di distinzione della nostra azione. Dob-biamo alla intesa tra questi due “mi-litanti” in difesa della natura la nostra definizione statutaria di “associazione naturalistica di ricerca e conservazio-ne” concetto che traduciamo con la semplice frase “si ama e si difendeciò che si conosce”: ricerca e tutela un binomio infine inscindibile per costruireun maturo ambientalismo.

Decisivi furono dunque la suapresenza e il suo contributo nel cam-mino dell’associazione e nei momenti più particolarmente significativi per l’Ente.

Già agli inizi della nostra presenza attiva per la salvaguardia della natura decisivo fu il suo contributo nelle prime battaglie della associazione: come non ricordare il suo appassionato e lungi-mirante intervento il 21 dicembre ’74, nella Sala di Rappresentanza del Co-mune di Noto in difesa di Vendicari. Un intervento che legava le ragioni della scienza alla importanza della protezio-ne di un territorio di grande valore dal punto di vista naturalistico e culturale. La storia gli ha dato ragione.

Grifone stesso prenderà vita pro-prio attraverso i suoi saggi e preziosisuggerimenti che non mancarono inseguito e che accompagneranno larivista con numerosi contributi su varie tematiche, ogni volta attesi e apprez-zati, di certo valore.

Fondamentali saranno gli incorag-giamenti e i consigli che stimoleranno l’organizzazione dei convegni scientifi-ci e la attività editoriale dell’Ente, di cuicurerà la collana di ecologia.

Sarà per tutti noi un fidato amico al quale rivolgersi in qualsiasi momento e per discutere di qualsiasi argomento:sempre disponibile all’ascolto, sempre attento, diretto ed essenziale nelle risposte.

La Greca è stato fra noi, uno di noi che non fece mai pesare la suaautorevole statura di uomo di scienza e di accademico e che anzi accettò volentieri e con generosa semplicità di starci accanto per dieci anni, gli ultimi dieci anni della sua vita.

rale che trae le sue radici da oggetti del mondo in cui viviamo, esterni all’uomo,e non soltanto da orientamenti derivantidalla spiritualità propria dell’uomo… Lacultura non consiste soltanto nella con-sapevolezza di sé e del proprio sentire,ma anche nella consapevolezza del mondo in cui ci siamo originati ed in cuidobbiamo vivere.”

Nel sentirci profondamente impegnati dalle sue parole, possiamo affermare senza alcuna retorica che egli non vivesolo nel ricordo dei suoi allievi, che nondimenticano le sue lezioni affascinantie l’insegnamento da lui ricevuto nellaformazione scientifica, e per il valore delle sue ricerche, che certamente du-rerà nel tempo.

Egli ci ricorda, e lo ha testimoniato, la possibilità di vivere con intensità, profon-dità e passione lo sviluppo delle nostre conoscenze con apertura verso il nuovosenza sottovalutare il valore del passato;

di unire l’impegno per la ricerca a quelloper il miglioramento civile e culturaledella società; di resistere con forza e dignità nelle avversità della vita, anche in condizioni estreme di debolezza fisi-ca, accettandole e continuando a fare ilmassimo possibile, continuando a dar corso a quella che è la nostra vocazionefondamentale. Egli ha testimoniato la possibilità di amare la vita anche quandoessa è piena di sofferenza. Tutto questo senza presunzioni, con semplicità e modestia.

Egli ha concluso una vita intensa efruttuosa per sé e per gli altri.

Lo ricordiamo come autentico uomodel suo secolo, che ne ha vissuto conpiena partecipazione le drammatiche vicende e trasformazioni. Egli ha varcato, e ne era contento, le soglie del nuovomillennio non guardando indietro, ma proteso verso il futuro. La sua vita, certonon avara di dolori, ci ha lasciato un esempio ed un messaggio di speranza.

Premio Internazionale per le Scienze Umane, Agri-gento 1997: La Greca ringrazia per l’assegnazionedel premio.

continua da pag. 1Premio Marcello La Greca“Grifone d’Argento”

PremioMarcello La Greca“Grifone d’Argento”

Sabato 1 Ottobre 2011 - ore 9.00Teatro Comunale di Noto

Il premio alla sua prima edizione verrà assegnato all’etologo

DANILO MAINARDIche terrà una conferenza sul tema

“Dal peggior nemico al miglior amico. Il cane, una storia evolutiva”

Giovanni Costatraccerà il profilo del premiato

Ente Fauna Siciliana Comune di Noto

con il patrocinio del

Intendiamo esprimere la nostra riconoscenza dedicando al suo ricor-do la istituzione del “Premio MarcelloLa Greca – Grifone d’Argento” che l’Ente Fauna Siciliana assegneràogni due anni ad un personaggio di particolare levatura sul piano dellaricerca naturalistica e della sua di-vulgazione e che abbia espresso unospeciale messaggio culturale con la propria opera. Il “Grifone d’Argento” evocherà il simbolo della associa-zione: la prima edizione del premio sarà celebrata il 1° di ottobre 2011 nel Teatro Comunale di Noto con il Patrocinio della stessa Amministra-zione Comunale.

Forse è poco per una figura comeLa Greca del quale altri parleranno come ricercatore di livello interna-zionale, come “maestro” di insegna-mento e di ricerca, come universitario intraprendente e innovatore, come uomo di azione impegnato sul piano sociale: noi ne parliamo orgogliosi e onorati di aver avuto come nostro Presidente un uomo di così alto livello culturale e umano.

ALFREDO PETRALIA

Grifone7 30 aprile 2011

le Scuole Sigrid Niedermayer, che ha sottolineato l’importanza dell’ambito riconoscimento ottenuto dall’Istituto, auspicando la possibilità di scambiculturali con le altre Scuole associate all’ U.N.E.S.C.O.

Il progetto verrà svolto dal personale

Adi Salvatore Fancello

Il IV Istituto Comprensivo “G.Aurispa”di Noto viene riconosciuto Scuola Associata U.N.E.S.C.O.

due anni dalla presentazioneAAdel progetto “Biodiversità di Vendicari”, elaborato dall’Ente Fauna Siciliana incollaborazione con il IV Istituto Com-prensivo “G. Aurispa”, a quest’ultimo,dopo valutazione della CommissioneU.N.E.S.C.O. e del Ministero dell’Istru-zione, è stato riconosciuto lo status di Scuola Associata U.N.E.S.C.O. Si tratta del quarto Istituto che ha ottenuto que-sto riconoscimento in Sicilia.

La manifestazione di presentazione si è svolta il 31 marzo 2011 nella presti-giosa “Sala degli Specchi” del Comunedi Noto, alla presenza degli alunni cheparteciperanno al progetto, del Sindacodel Comune di Noto Corrado Valvo, del Dirigente Scolastico Corrado Carelli,del Direttore della R.N.O. di Vendi-cari Filadelfo Brogna, del SegretarioRegionale dell’Ente Fauna SicilianaCorrado Bianca e della CoordinatriceInternazionale dell’U.N.E.S.C.O. per

dell’Ente Fauna Siciliana all’internodella R.N.O. di Vendicari e si prefigge l’obiettivo di far conoscere agli alunni la grande biodiversità di questa area pro-tetta con lezioni frontali, che sarannosvolte presso il Centro Visitatori della riserva, e lezioni in campo aperto.

15 marzo 2011A Noto, presso la “Sala Gagliardi”,

presentato il libro “L’Area Protetta di Vendicari”. Alla presentazione delProf. Gugliemo Longo (Dipartimento di Biologia, sezione Biologia Animale– Catania), sono intervenuti, coordinati da Alfredo Petralia: Corrado Bianca(Segretario Regionale E.F.S.), Corra-do Valvo (Sindaco di Noto), Carmelo Frittitta (Dirigente provinciale Azienda Foreste Demaniali), Bruno Di Stefano (Presidente Centro U.N.E.S.C.O. –

Dal “Giornaledi Bordo”dell’Associazione

Catania), Angelo Messina (Presidente Accademia Gioenia – Catania), Filadel-fo Brogna (Direttore R.N.O. Vendicari). Interessante è stato l’intervento di Ya-moun Massaud (Presidente del Centre Culturel Smaane Chizen – Tunisia)sulla “Rivoluzione dei gelsomini”.

22 marzo 2011Incontro di lavoro a Siracusa per

la redazione di “Atti e Memorie vol. X” dell’E.F.S. Presenti Corrado Bianca,Paolino Uccello, Alfredo Petralia e Salvatore Grande.

31 marzo 2011Presentato a Noto (Palazzo Du-

cezio), il progetto sulla “Biodiversitàa Vendicari”, redatto dall’Ente FaunaSiciliana e dal IV Istituto comprensi-vo “G. Aurispa”, che ha consentito aquest’ultimo di ottenere il riconoscimen-to di Scuola associata U.N.E.S.C.O.

Erano presenti, oltre agli alunni dellascuola, la Coordinatrice internazionaleper le Scuole U.N.E.S.C.O. SigridNiedermayer, il Sindaco del Comunedi Noto Corrado Valvo, il Preside del IV Istituto comprensivo “G. Aurispa”, ilDirettore della R.N.O. Filadelfo Brognae il Segretario Regionale dell’E.F.S. Corrado Bianca.

13 aprile 2011Si riunisce a Noto, nella sede legale

dell’E.F.S., la Giunta Regionale E.F.S. Fra i vari punti all’O.d.G. il “PremioMarcello La Greca”.

21 aprile 2011Il Segretario Regionale Corrado

Bianca incontra in Municipio il SindacoCorrado Valvo per richiedere il patro-cinio del Comune di Noto per la primaedizione del “Premio Marcello La Greca – Grifone d’Argento”.

8Grifone 30 aprile 2011

on mia grande gioia (e non minore commozione) giunge nelle mie mani il bel volume degli Atti del Con-vegno celebrativo indetto per il 35° anniversario di fondazione dell’Ente Fauna Siciliana. Una ricorrenza or-mai significativa: trentacinque anni per una Associazione di volontariato (effettivo) senza né padrini né padroni non sono pochi, e allora mi sovviene anche il fatto che nel 1985, in oc-casione del 10° anniversario (allora ero in servizio a Catania) fui anch’iopresente. Credo, anzi, di essere statol’ospite d’onore e l’oratore ufficiale.Sono ancora molto commoventi i ricordi di quella occasione.

A Vendicari ed a Noto, il 25 e il 26ottobre 2008, con grande rammarico, non ho potuto esserci, ma almeno,questi atti mi informano esattamente su come sono andate le cose.

Passiamo in rassegna più in detta-glio, anche ad uso, speriamo gradito,dei nostri lettori gli articoli del volu-me in oggetto. Come premessa una commovente annotazione: il volume èdedicato alla memoria dello ieratico e mai sufficientemente compianto prof. Marcello La Greca, già Presidente dell’Ente Fauna Siciliana dal 1992 al 2001, insigne figura di zoologo e ancheautorevole ed apprezzato collaborato-re della nostra rivista. Seguono poi lepresentazioni dei rappresentanti degli Enti promotori e di Alfredo Petralia,curatore del volume. Poi gli “Interventiintroduttivi” di Filadelfo Brogna, Corra-do Bianca, Giovanni Costa e Paolino Uccello sui vari aspetti cronologici (edormai storici) e istituzionali (e, qualchevolta, ma necessariamente anche burocratici) delle spesso intricate e dif-ficili vicende dell’Ente Fauna Sicilianae della Riserva di Vendicari. Le paginesuccessive sono suddivise in 4 partie, complessivamente, ospitano ben

Con

Recensionia cura di Corrado Bianca

Titolo L’Area protetta di VendicariAtti del Convegno celebrativo per il 35° anno di fondazione dell’Ente Fauna Siciliana.“Case Cittadella”, Vendicari-Noto (SR), 25-26 ottobre 2008

Pagine 432Prezzo Euro 15,00

ventisei contributi. È ovvio ed intuitivo che alla maggior parte di essi non po-tremo dedicare nemmeno un fuggevolecenno. Ce ne dispiace moltissimo per i relatori, non pochi dei quali sono vecchi colleghi del mio periodo catanese e chepertanto ricordo, oltre che con stima,con particolare affetto.

Comunque, a titolo di esempio, il caro Mario Cormaci e Grazia Cantone si occupano del popolamento animale e del paesaggio vegetale sommersodell’area antistante la Riserva di Ven-dicari; ed allora, a un vecchio botanico (che si augura di non cadere in un sem-pre deprecabile “conflitto di interessi”) non può non fare piacere l’apprendere della confortante presenza della sempreemblematica (ed indicativa) presenzadella ormai celebre fanerogama marina(fanerogama, non alga!) Posidonia oce-anica che forma, anzi, anche le celebri “matte”, che per fortuna sono solo (utilis-simi) ammassi subacquei e non hanno nulla a che fare con le innumerevoli tragedie, dovute a turbe mentali, cheaffliggono e frustrano questa povera umanità. Augurandoci che ci sia perdo-nato questo inciso… un po’ scherzoso, procediamo, che la via è lunga, assai lunga e, pertanto, “ne sospinge”.

Un interessante capitolo, per la sim-patia che ispirano i suoi protagonisti,le tartarughe marine, è opera di Fulvio Maffucci che, nella scorsa estate 2010, ha potuto accertare promettenti tentatividi ovideposizione proprio sugli arenili di Vendicari di almeno due femmine di Caretta caretta. Tutti ci auguriamo che

queste stesse (e magari altre) ritor-nino, e con successo, a Vendicari.Sarebbe veramente entusiasmante.

Nella parte terza (e siamo sicuri di non essere influenzati dal caratte-re geobotanico della ricerca) assai importante è il contributo di PietroMinissale e Saverio Sciandrello sulla flora e sulla vegetazione terrestredella Riserva. Tra la flora particolare importanza scientifica rivestono una decina di specie, tra le quali alcune endemiche come Limonium syracu-sanum. Omettiamo la conta di altre specie, ma non quella delle associa-zioni (o degli aggruppamenti) vegeta-zionali presenti che sono ben 49! Un autentico concentrato di biodiversità in un ambiente sostanzialmente cosìpoco esteso.

Non vorremmo commettere ingiu-stizie, ma non possiamo fare a meno di ricordare espressamente lo stra-nissimo Sarcopoterium spinosum,

che ci meravigliò assai e ci affascinò laprima volta che lo vedemmo, in Sicilia,più o meno da quelle parti. Complimenti vivissimi Minissale e Sciandrello.

Procediamo. Affascinanti (e, talora, impressionanti) foto di robusti coleot-teri (le truppe corazzate nel variegato mondo degli insetti). Più avanti un in-teressante lavoro di Messina et al. su Blattari, Mantoidei ed Ortotteri.

Numerose, oltre ad altre numerose citazioni, quelle del prof. La Greca e la cosa ci riempie di commozione. Si parla poi anche di Uccelli (Ientile e Iapichino)e l’argomento è, pertanto, di più imme-diata percezione. Ricchissimo l’elenco delle specie presenti; persino il Cigno nero, la Volpoca, l’Anitra marmorizzata,il Fenicottero ed il Pollo sultano.

La parte quarta è dedicata agli aspetti antropici, agli interventi, ai mo-nitoraggi ed alla pianificazione.

Le considerazioni conclusive, “Nuo-ve vie per la conservazione dellaNatura” sono del prof. Pietro Alicata, Presidente dell’Ente Fauna Sicilianae già mio collega dei tempi catanesi.Vederlo ancora in perfetta forma (eassolutamente in palla, come si dice ingergo sportivo) mi fa un immenso pia-cere e allora indirizzo a te, caro Alicata, i rallegramenti e i ringraziamenti piùvivi per questa bellissima realizzazione che onora, pienamente, tutti coloro che l’hanno voluta.

Grazie a te e a tutti!

FRANCESCO CORBETTA

Grifone9 30 aprile 2011

Interessante, appassionata e appro-fondita, la presentazione del volume del Prof. Guglielmo Longo del Dipartimento di Biologia “Marcello La Greca” dell’Università di Catania. Il prof. Longo ha sottolineato la rilevanza e l’articolazione delle tematiche espresse dall’ampio numero di relazioni pubblicate nel volume dedicato, peraltro, alla celebrazione del 35° anniversario di fondazione dell’Ente Fauna Siciliana.

A rendere speciale l’incontro è stata la partecipazione del Presidente del “Centre

Culturel Smaane Chizen” di Djerba (Tu-nisia), il Dr. Yamoun Messaud, che ha tenuto un interessante intervento sul tema“La rivoluzione dei gelsomini: prospettiveper la tutela dell’ambiente in Tunisia”.

no Di Stefano, il Presidente dell’Ac-cademia Gioenia Angelo Messina e il Dirigente U.O.B. 2 dell’Azienda Fo-reste Demaniali di Siracusa Filadelfo Brogna.

Unanime è sta-to il riconoscimento dell’alto livello scien-tifico della pubblicazione, che fornisce un ulteriore e significativo contributo allaconoscenza di questa importante riservanaturale.

Ndi Emanuele Uccello

Corso di formazione per Guida Naturalistica organizzato

p

dall’Ente Fauna Sicilianag

ell’intento di divulgare e diffondere NNsempre più l’educazione ambientale nel nostro territorio, il responsabile del Settore, Paolino Uccello, e gli attivisti della Sezione di Cani-cattini Bagni della nostra Associazione hanno programmato ed organizzato questa lodevole iniziativa. Il corso è iniziato il 4 marzo 2011 e si concluderà il 17 giugno 2011, le lezioni si terranno presso la Sala Comunale della Pro-tezione Civile di Canicattini Bagni.

Preliminarmente occorre precisare che si definisce Guida Naturalistica, o AmbientaleEscursionistica, chi esercita professionalmentel’attività di conduzione in sicurezza, assicuran-do la necessaria assistenza tecnica, di personesingole, o gruppi, in visita a tutto il territorio, nelle visite a parchi, riserve naturali, zone dipregio, o tutela ambientale, o siti di interesse ambientale, così come individuate dalla legisla-zione vigente, fornendo notizie ed informazioni di interesse naturalistico, paesaggistico edambientale, antropico e culturale. L’attività è svolta in genere in collaborazione con agenzie

turistiche, associazioni o enti pubblici che ge-stiscono parchi e riserve naturali.

Le attività, in aree protette e non, compren-dono: progettare itinerari; organizzare i percorsi di visita; divulgare e realizzare di programmi dieducazione ambientale; accompagnare con un ruolo didattico; guidare gruppi di turisti ferman-dosi in corrispondenza dei punti più interessanti;illustrare le caratteristiche geologiche, faunisti-che e botaniche dell’area; realizzare progetti dicomunicazione, divulgazione e fruibilità per lestesse aree protette.

L’attività della guida naturalistica è solita-mente stagionale. L’accesso alla professioneè disciplinato dal punto di vista amministrativoed è soggetto ad abilitazione.

Come sancito da una serie di leggi, spettaalle singole regioni legiferare in tema di profes-sioni turistiche, sia pure nel rispetto di quantoprevisto dalle direttive europee in tema di libera circolazione ed equivalenza di titoli e professio-ni. È proprio la mancanza di un riferimento legi-

q p

slativo nazionale univoco che ha spesso creatoconfusione e disparità nelle denominazioni e nelle competenze stesse delle Guide AmbientaliEscursionistiche, incluso le modalità di accessoalla professione, con delle gravi incongruenzetra regione e regione che finiscono spesso per

limitare il campo di azione e l’operatività dellaGuida Ambientale Escursionistica. Alcuneregioni (ad esempio Piemonte, Friuli, Umbria, Liguria, Valle d’Aosta) si sono dotate di leggi e hanno stabilito requisiti e modalità per conse-guire l’abilitazione professionale (di norma è laRegione ad occuparsi della formazione, mentre l’abilitazione è rilasciata dalla Provincia). La tenuta degli albi o degli elenchi è affidata allestesse Regioni, o alle Province, così come la vigilanza ed il controllo, quando non delegatiai comuni.

La Sicilia, purtroppo, non ha ancora legi-ferato in tal senso. Laddove previsto, è quindi indispensabile frequentare un apposito corso di formazione post diploma e conseguire l’abilita-zione all’esercizio della professione superandol’esame finale. In molti casi le regioni affidano la gestione dei corsi ad enti di formazione rico-nosciuti oppure alle Province, agli Enti Parco, o alle Comunità Montane. L’accesso ai corsi, di solito, è preceduto da un test attitudinale diammissione. Per accedere ai corsi di formazio-ne di solito sono richiesti il diploma di scuolamedia superiore, la maggiore età e l’idoneità psicofisica.

Sono inoltre necessarie capacità di orga-nizzazione e pianificazione, una conoscenzaapprofondita delle zone visitate da un puntodi vista geologico, faunistico, botanico, ottima memoria, capacità di espressione verbale,cortesia. E’ importante anche possedere una buona capacità comunicativa per svolgereal meglio il ruolo didattico che questa figuraspesso richiede; per questo motivo alla guida naturalistica è richiesto il possesso di un livello di istruzione medio-alto. In questa ottica è stato pensato ed ideato questo Corso di formazione che rappresenta una opportunità per i residenti dei Comuni della Sicilia.

Il volume “L’Area Protettadi Vendicari” presentatoa Noto nella Sala Gagliardidi Antonina Oddo

ì 17 marzo 2011 è statopresentato a Noto, nella “Sala Gagliardi”, il volume “L’Area Protetta di Vendicari”.ii

Alla manifestazione sono intervenuti irappresentanti degli Enti che hanno patro-cinato l’iniziativa. Ha coordinato l’incontroil curatore del volume Alfredo Petralia. Dopo l’intervento introduttivo del Segre-tario Regionale dell’Ente Fauna SicilianaCorrado Bianca, hanno portato il lorosaluto il Sindaco di Noto Corrado Valvo,il Dirigente provinciale del DipartimentoRegionale Azienda Foreste Demaniali diSiracusa Carmelo Frittitta, il Presidentedel Centro U.N.E.S.C.O. di Catania Bru-

M artedì

10Grifone 30 aprile 2011

Attività delleSezionia cura diEmanuele UccelloDOMENICA 1° MAGGIO Escursione di media difficoltàNOTO - La regia trazzera “Torrero-Ferraro”Guida: Paolo Pantano;Raduno: ore 8,30 c/o Statua S. Corrado Villa Comunale - Noto;Durata: Mezza giornata (rientro ore 14,00); Equipaggiamento: Abbigliamento da trekking;Contributo: € 5,00 (soci € 4,00); Info: 360/767395 oppure 328/4669449Il tragitto che percorreremo si snoda lungo il primo tratto della regia trazzera Torrero-Ferraro, quello che fu un tempo il percorso di collegamen-to tra la pianura costiera di Noto e l’altipiano di Palazzolo Acreide.Il sentiero, molto interessante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, è rimasto presso-ché inalterato: una mulattiera a fondo battuto per larga parte del tragitto. Il nostro percorso avràinizio dalla strada provinciale Noto-Noto antica eattraverserà panoramiche valli segnate da cavee torrenti immersi in un caratteristico paesaggioibleo. Lungo il cammino, dal crinale potremo osservare la Cava del Ferraro e la cascata della Cava Santa Chiara. Il percorso terminerà nelpiazzale antistante il convento della Madonna della Scala.

DOMENICA 15 MAGGIO Escursione di lieve difficoltàISPICA - Versante Modicano Guide: Melchiorre Trigilia e Concetto Giuliano;Raduno: ore 8,00 c/o Piazza Melbourne – Floridia;Durata: Intera giornata (8,30-18,30);Equipaggiamento: Scarponcino da trekking, cappellino, borraccia e binocolo; Contributo: € 5,00 (soci € 4,00);Info: 338/9595568N.B. Pranzo in agriturismo facoltativo, previaprenotazione.Il tavolato calcareo ibleo è inciso da una miriadedi “cave” tra le quali una delle più spettacolari ed interessanti è sicuramente la Cava d’Ispica, sia per i paesaggi selvaggi e pittoreschi, siaper le molteplici testimonianze della presenza dell’uomo attraverso i secoli. Essa si prolunga da N-W a S-E, per circa 13 Km, nel territorio dei comuni di Modica, Ispica e in parte in quello di Rosolini. Visiteremo la grande catacomba della Larderia, le grotte di S. Maria e S. Nicola e, di ritorno verso Ispica, contrada Castello, grande complesso a più piani di abitazioni rupestri. Queste ultime presentano varie e diversificate tipologie, specie nei grandi complessi residen-ziali, scavati nella roccia ed a più piani, come nel cosiddetto “Palazzieddu”, il “Castello”, con corridoi, camminamenti, scale montanti ricava-te nella viva roccia, fori di accesso per i pianisuperiori con intacchi per scale in legno, funi, o pedarole. Il pomeriggio sarà dedicato alla visita del grande Pantano Longarini.

DOMENICA 29 MAGGIO Escursione di lieve difficoltàNOTO - C.da Mendola del Feudo di BauliGuide: Patrizia Salemi e Concetto Giuliano;Raduno: ore 8,00 c/o Piazza Melbourne – Floridia;Durata: Mezza giornata (8,30-12,30);Equipaggiamento: Scarponcino da trekking, cappellino, borraccia e binocolo;

Contributo: € 5,00 (soci € 4,00);Info: 338/9595568N.B. Pranzo in agriturismo facoltativo, previa prenotazione.In contrada Mendola nell’ex Feudo Bauli, appar-tenuto al barone Iudica, esiste un sito interes-sante e misterioso, che ricorda la vita e il martiriodi Santa Lucia della Mendola, una martire quasi sconosciuta. In tale sito si trovano i ruderi di una grande chiesa rupestre, quasi interamentedistrutta dai terremoti e saccheggiata dagliuomini, tra le più interessanti edificate in queiluoghi dall’uomo, che lavorò la roccia calcareaper creare ambienti religiosi, funerari, abitativie lavorativi. Nell’entroterra ibleo orientale que-sto luogo è considerato uno dei più antichi sitirupestri dei siculi. Questo popolo nella vicina grotta venerava il culto della Madre Terra, delladea Hibla e tumulava i morti nelle caratteristichetombe scavate nella roccia. La grotta, in seguito, venne trasformata dai Bizantini in catacombasopra la quale fu innalzata, adattandone e mo-dellandone la costruzione, una chiesa rupestre.La presenza, all’interno delle catacombe di unasorgente d’acqua potabile, le cui acque sono ritenute miracolose, attirava persone malate,uomini, donne, bambini, che venivano bagnati,e battezzati con l’acqua del pozzo.

DOMENICA 12 GIUGNO Escursione di lieve difficoltàROSOLINI - Palazzo Platamone e c.da StafennaGuide: Melchiorre Trigilia, Antonino Zocco eConcetto Giuliano;Raduno: ore 8,00 c/o Piazza Melbourne - Floridia;Durata: Intera giornata (8,30-12,30);Equipaggiamento: Scarponcino da trekking, cappellino, borraccia e binocolo;Contributo: € 5,00 (soci € 4,00);Info: 338/9595568N.B. Pic-nic facoltativo, previa prenotazione.Gli Arabi, durante la loro dominazione in Sicilia, hanno rinominato molti paesi e contrade; nel nostro caso, la parola dialettale “Rusalini” deriva dal terminearabo “gar as-salibin” (pro” -nuncia rrusalibin), termine chetradotto in italiano significa “la grotta della Croce”. Nel de-nominare questa contrada gli Arabi si riferirono certamente alla basilica paleocristiana chesi trova inglobata nel castello dei Platamone – Moncada e che oggi ricade nella proprietà dellafamiglia Nobile. Dall’arabo “rru-salibin” si giunse nel tempo alla”odierna Rosolini, il “luogo dovev’è una grotta con una croce”.Attorno a questa grotta sorseil borgo feudale che sviluppan-dosi ha dato origine all’attuale cittadina. La Rosolini feudale siè sviluppata in un arco di tempodi oltre due secoli. Visiteremo la basilica rupestre paleocristianadi Palazzo Platamone, le ca-tacombe di contrada Stafenna ed un allevamento di trote inun ambiente suggestivo, con possibilità di pic-nic.

DOMENICA 19 GIUGNO Escursione di lieve difficoltàFLORIFF DIA - C.da MorghellaGuide: Concetto Giuliano e Orazio Spinoso;Raduno: ore 8,30 c/o Piazza Melbourne – Floridia; Durata: Mezza giornata (8,30-12,30);Equipaggiamento: Scarponcino da trekking e cappellino;

Contributo: € 5,00 (soci € 4,00);Info: 338/9595568Superato il fiume Anapo dal ponte Di Dino(Diddino), si giunge in contrada Morghella(Muriedda), dove incontreremo una grande masseria fortificata sita all’interno del Feudo Monte Climito-Di Dino, appartenuto alla nobile famiglia Beneventano del Bosco.Nelle terre della contrada esiste un sito, chetradizionalmente viene denominato “la chiesa”, ben conosciuto dai pastori che nelle vicinanze vi pascolano gli armenti. Qui una scultura nella viva roccia calcarea, probabilmente di periodo castellucciano, è testimonianza del passaggio di antiche popolazioni (probabilmente riferibili ai siculi). Suggestivo e relativamente sconosciuto,il paesaggio stimola la fantasia dei visitatori.

DOMENICA 26 GIUGNO Escursione di media difficoltàNOTO ANTICA - Cava CaroselloGuida: Michele Nanzarelli;Raduno: ore 8,30 c/o Porta della Montagna - Noto antica;Durata: Mezza giornata (rientro dopo pranzo);Equipaggiamento: Abbigliamento da trekking,costume da bagno, colazione a sacco;Contributo: € 5,00 (soci € 4,00);Info: 328/4669449La “Cava del Carosello” cinge l’antica Netum sul lato occidentale. Alla vita industriosa ed allenecessità di questa città, fino al momento della sua distruzione (1693), si devono gli innume-revoli ambienti ipogei scavati per usi diversi, ma soprattutto artigianali, nel fondo della cava e nelle sue immediate propaggini. Il sentiero è un percorso ad anello, lungo circa 5 km, siste-mato e messo in sicurezza da recenti lavori di manutenzione dell’Azienda Foreste Demaniali diSiracusa. Per i più ardimentosi vi sarà la possi-bilità di tuffarsi nelle fresche acque del torrente per un bagno ristoratore.

Grifone11 30 aprile 2011

Il termine “cardo” non ha alcun si-IIgnificato scientifico; si riferisce a diverse specie di piante (Cardo mariano, Cardodei lanaioli, Cardo benedetto, etc.) cheappartengono a generi diversi o, addi-rittura, a famiglie diverse. L’unica cosache le accomuna è quella di avere leinfiorescenze e l’intero corpo armato diaguzze spine. Fra esse spicca, però, ilCarciofo selvatico (Cynara cardssp. cardunculus), che ha la dnazione vernacola di Carduni eibattezziamo come “re dei cardsvariati rapporti che contrae cmo.

Innanzi tutto la progenituesso, per selezione, è stato ottCarciofo da orto (Cynara cardssp. scolymus) che regolarmentsumiamo sulle nostre tavole.

Il Carciofo selvatico, duranl’inverno, forma un voluminoscespo di foglie (a macchia) cheè armato da temibili spine eche, col sopraggiungere dellaprimavera, emette dal suocentro un fusto ramificato che porta diverse infiorescenze acapolino, protette da diversefile di squame coriacee. Fusto ecapolini sono anch’essi spinosi

Il re deicardi

Etnobotanica. 25di Salvatore Arcidiacono

Gli erborinatori (viddurari) usanoraccogliere l’appena descritta infiore-scenza (cacucciulidda), quando è in uno stadio precoce di crescita, per proporla alla vendita come uso alimentare. In tale circostanza, lessata con acqua e sale, la troviamo sulle bancarelle degli ambulanti, pronta per essere portata a tavola. Qui si consuma desquamandola,così come si fa con i carciofi coltivati, e piluccando le basi delle squame fino a raggiungere il ricettacolo carnoso (cuo-re). Squame e cuore (trussu, in dialetto) vanno intinte nel pinzimonio (salimurig-ghiu) per una migliore degustazione.

Un’altra verdura ricavata dal Carcio-fo selvatico è il carduccio; cioè il cespo fogliare, raccolto in inverno, prima che la pianta spighi. L’operazione non èsemplice. Occorre scalzare il cespocon l’aiuto di una zappetta e troncarlo al colletto con un affilato coltello. Dopodi che si troncano all’apice le foglie

gliata a tocchetti, ed infine lessatae condita con olio e aceto, oppure passata nella pastella e soffritta. Inqualunque modo cucinata, la scoccadel Carciofo selvatico è ritenuta, daibuongustai, più saporita dall’analoga formazione vegetale (gobbo) tratta dalCarciofo coltivato.

Un uso del Carduni diverso da quel-lo alimentare si ha in campo agricolo.Viene adoperato per allestire la mistura (cardunata) idonea a fare la stufatura delle botti. È questa una pratica enolo-gica consistente nel fatto che, quandola botte si svuota dal vino d’annata, restano nel suo interno dei fondigli (fezza) nel cui seno si sviluppano certimicrorganismi, capaci di liberare odorisgradevoli. Odori che compromette-rebbero il bouquet del vino novello, che vi verrà immesso da li a poco. Il vignaiolo, allora, introduce nella botteuna mistura composta dalle radici del

rancia, da fo-di sambuco. odorosi chenno le sud-emanazioni .n f ine, nonogna dimen-re le concla-te implicazio-oterapiche. Iofi, special-e nelle foglie, ngono prin-vi (fra cui lae esercitano epurativa delanche comeduttori della

e comuni conaggiormente

elvatica.

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12Grifone 28 febbraio 2011Grifone 30 aprile 2011