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13 ROSARIO BELLIA E FRANCISCO SELVA SARZO La tecnica di applicazione del nastro elastico, affrontando in modo globale gli “squilibri” dell’organismo, cerca di ristabilire il corretto equilibrio funzionale, in una visione tridimensionale del corpo. In una concezione olistica, con la tecnica del taping kinesiologico® si benda il “gesto sportivo”, seguendo un punto di vista globale e non analitico sui singoli muscoli, perseguendo un’azione sinergica alla altre tecniche riabilitative.

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ROSARIO BELLIA E FRANCISCO SELVA SARZO

La tecnica di applicazionedel nastro elastico,

affrontando in modo globale gli “squilibri”

dell’organismo,cerca di ristabilire il

corretto equilibrio funzionale, in una visione

tridimensionale del corpo. In una concezione olistica,

con la tecnica del tapingkinesiologico® si benda il

“gesto sportivo”, seguendo un punto di

vista globale e non analitico sui singoli

muscoli, perseguendoun’azione sinergica alla

altre tecniche riabilitative.

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IL TAPING KINESIOLOGICO NELLA TRAUMATOLOGIA SPORTIVA

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PRESENTAZIONE

Quando ho conosciuto Rosario eravamo giovani studenti pressol’Università di Milano e già nutriva un grande interesse per la fisioterapia intutti suoi aspetti e, da atleta, in modo particolare verso la traumatologiasportiva. Rosario ha scritto questo libro sul taping kinesiologico® insiemeal collega Francisco Selva con grande impegno e con un lavoro approfondi-to di ricerca che, dopo molti anni dedicati alla formazione di questa tecnica,ha stimolato tanto interesse nella fisioterapia moderna e, in modo specifi-co, nelle applicazioni in traumatologia sportiva. Apprezzo molto, da fisiote-rapista di sportivi professionisti, l’efficacia di questa splendida metodicacome viene presentata nel libro, ovvero una “tecnica aggiuntiva che si col-loca all’interno del protocollo riabilitativo dell’atleta in una visione globale”.Sono certo che questo manuale sarà un valido aiuto ai fisioterapisti sportiviper affrontare in modo più organico il recupero dell’atleta infortunato. Laconsultazione risulta completa, chiara e pratica nella descrizione dei ben-daggi, con un’ottima iconografia fotografica e analizza tutta la traumatolo-gia sportiva più ricorrente nella quotidianità del fisioterapista sportivo.L’applicazione del Taping kinesiologico® è oramai una Conditio sine quanon per tutti i fisioterapisti e soprattutto per coloro che lavorano nellosport.

Sebastiano Genovese Fisioterapista - A. C. Milan football Docente Università vitae e salute San Raffaele (Milano)

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1. INTRODUZIONE

1.1 UN PO’ DI STORIAIl taping elastico è stato ideato nel 1973 da un chiropratico giapponese; fupoi sviluppato e divulgato in tutto il mondo. Il suo ingresso ufficiale nel set-tore professionale internazionale è datato 1988, quando fu utilizzato alleOlimpiadi di Seoul e quindi diffuso negli Usa e in Europa. Inizialmente utiliz-zata solo in ambito sportivo, oggi questa metodologia è applicata per il25% nello sport e per il 75% in riabilitazione generale. Gli sport in cui siusa maggiormente sono: il pattinaggio, l’atletica leggera, il ciclismo, ilnuoto e il tennis. Il taping kinesiologico è un metodo innovativo ed efficacedi applicare il nastro elastico e ha la sua origine nella kinesiologia applicata,da cui prende il nome. Il suo ideatore ha attribuito grande importanza allamuscolatura, in una visione funzionale globale: i muscoli non sono solonecessari al movimento, ma sono in grado di influenzare la circolazionesanguigna, linfatica e la temperatura corporea. Una cattiva funzionalitàmuscolare è spesso causa di disfunzioni che possono dare origine a infor-tuni. Quante volte noi terapeuti, volendo velocizzare il recupero di un atletae il suo ritorno all’attività agonistica, abbiamo effettuato più sedute di fisio-terapia nello stesso giorno? Sulla base di questa stessa idea è stato svi-luppato un nastro elastico, che aiuta la funzione muscolare senza limitare imovimenti del corpo. Applicando il nastro elastico a un atleta che ha subi-to un trauma, il trattamento continua nell’arco delle 24 ore, poiché la tecni-ca ha benefici terapeutici che attivano i processi di recupero dell’organi-smo durante i movimenti fisiologici normali (equilibrio omeostatico). Attualmente nel mondo esistono diverse tecniche di applicazione delnastro elastico, anche se i principi applicativi sono due, giapponese ecoreano, con tutte le varianti che successivamente sono state apportate. Dopo l'acquisizione di conoscenze sul bendaggio neuromuscolare dientrambe le scuole, e in seguito a molti anni di sperimentazione con studioe approfondimento della tecnica, è nato il Taping Kinesiologico® Method(Kinesiobellia), una tecnica di applicazione del nastro elastico che, affron-

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tando in modo globale gli “squilibri” dell’organismo, cerca di ristabilire ilcorretto equilibrio funzionale, in una visione globale e tridimensionale delcorpo (balance). L’origine del problema non è sempre dove si manifesta ildolore; la valutazione iniziale di muscoli, articolazioni, nervi e fasci coinvoltinel gesto sportivo deve essere precisa, per ottenere un movimento correttoe fisiologico. Come diceva il dottor George Goodheart, padre della kinesiolo-gia applicata, spesso un muscolo è indebolito perché l’antagonista è retrattoper cause posturali o articolari: un’analisi globale iniziale risulta fondamentaleper identificare l’origine del problema. Il taping kinesiologi-co è una tecnica aggiuntiva e non elettiva, che deve curarela causa e non il sintomo.

1.2 LINEE DI FORZA DEL CORPO UMANONel corpo umano ci sono tre linee principali di forza: a) linea antero-posteriore b) linee posteriore-anteriori c) linea di gravitàLinea antero-posteriore Parte dal bordo anteriore del foro occipitale, si proietta inavanti a livello del tubercolo anteriore dell’atlante, attraver-sa i corpi vertebrali di D11 e D12, passa a livello dellagiunzione posteriore di L4/L5, incrocia S1 e termina sulpunto del coccige. La sua funzione è fornire unità alla mec-

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canica vertebrale, considerando l’interdipendenza funzionale; inoltre, dallarisultante con le linee postero-anteriori avrà origine la linea centrale di gravitàdel corpo.Linee postero-anterioriSono due e sono complementari alla linea antero-poste-riore; equilibrano la risultante rappresentata dalla lineacentrale di gravità del corpo. Ogni linea parte dal bordoposteriore del foro occipitale, incrocia D4, il bordo ante-riore di L2/L3 e termina all’articolazione coxo-femorale.Le linee postero-anteriori collegano le articolazioni occipi-to-atlantoidee a D2 e alla 2° costa, al fine di mantenerel’equilibrio di tensione del collo. Queste linee dirigono eripartiscono le pressioni a livello delle teste femorali instazione eretta, e a livello delle tuberosità ischiatichenella posizione seduta. Mantengono altresì lo stato ditensione ideale del collo, del tronco e delle gambe, armo-nizzando le pressioni addominali e toraciche. Le lineeantero-posteriori e postero-anteriori, considerate insieme, rappresentano iltriangolo inferiore e superiore. La congiunzione delle linee antero-posterioria livello del corpo di L3 è il centro di gravità della colonna vertebrale.

La linea centrale di gravità In posizione eretta, tutti i movimenti del corpo sieffettuano intorno a questa linea; i disturbi dellecomponenti di questa linea centrale di gravità posso-no ripercuotersi sull’insieme della meccanica artico-lare, oltre che sulla sospensione dei visceri. Duelinee partono approssimativamente dal terzo poste-riore del cranio a livello della sella turcica, 1 cm die-tro le apofisi clinoidee dell’Atlante. Dopo il passag-gio nel tratto della cavità toracica queste due lineeconvergono al centro del corpo vertebrale di L3 equindi divergono per terminare agli archi centrali deipiedi. Il centro di gravità è la risultante delle forze ditensione di tutto il corpo.

1.3 I POLIGONI DI FORZESe tracciamo una linea tra il margine anteriore delforame magnum e la parte superiore del coccige, sinota che essa è equilibrata tra due linee che uni-

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scono il bordo posteriore del forame magnum e finiscono nell’asse dell'a-cetabolo. Notiamo che queste linee incrociate davanti a D4 formano duetriangoli:1) il triangolo superiore2) il triangolo inferioreLa sua funzione è di rappresentare una tensione comune. I due triangoli ruotano intorno a un punto gravitazionale di contatto con D4e la terza costola D3, che rappresenta il vertice. Se un triangolo è sposta-to da un lato, l'altro è obbligato a muoversi nella direzione opposta percompensare lo spostamento e quindi mantenere l'equilibrio. Il triangolo superioreLa testa è posta sulla base del triangolo e l'a-pice è a livello di D3-D4 e tre costole. D4 è ilpunto finale di pressione vertebrale dei movi-menti di torsione della testa ed è anche ilpunto più importante di controllo e coordina-zione del respiro. Il triangolo inferioreLa base del triangolo è al pube; i lati del trian-golo sono mobili ed elastici. Il suo apice è alivello di L3 gli altri due lati sono collocati alivello delle articolazioni dell'anca. Pertanto, learticolazioni dell'anca e L3 sono molto mobili.La base sostiene tutta la colonna vertebrale.La vertebra L3 è la prima vertebra più mobiledella colonna lombare e ciò spiega l'alta inci-denza di lesioni a questo livello. La sua funzio-ne è quella di mantenere la tensione addomi-nale. Nello sport, per avere la massima effi-cienza del gesto tecnico è importante mante-nere l'equilibrio delle forze muscolari; di conse-guenza si devono valutare la stabilità e la com-pensazione tra i due triangoli di forza, senzadimenticare di verificare la corretta elasticità e il tono della catena muscola-re posteriore.

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