Acufene - una prospettiva di erente · agire sul livello coinvolto nella cronicizzazione della...

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Acufeni, che fare ? Acufene - una prospettiva dierente L’acufene è una percezione uditiva fantasma [Jastreboff 1995] La selezione naturale favorisce quell’insieme di fattori che determinano la sopravvivenza di alcuni organismi rispetto ad altri, il nostro sistema è quindi il prodotto di una serie successiva di adattamenti. Questo processo è soggetto ad una serie di vincoli legati alla moltitudine e alla differenziazione degli stimoli ambientali, quindi si è rivelato d’importanza vitale che l’attenzione non si disperda e che, le maggiori opportunità di sopravvivenza e le minacce, abbiano priorità di elaborazione. L’evoluzione ci ha così dotati di un’attenzione selettiva che ci rende impossibile ignorare certi stimoli. Il suono quindi, è interpretato come un veicolo d’informazione e di monitoraggio. Da quest’ottica possiamo fare alcune considerazioni riguardo l’acufene. Infatti, è ragionevole pensare che, dal momento che si presenta un rumore che ci tedia, reagiamo ad esso, cercando il modo di farlo cessare o perlomeno di allontanarci da esso. Nel caso dell’acufene, però, non possiamo attuare nessuna di queste strategie. Anzi, dal momento della comparsa del sintomo, s’innescano quei meccanismi innati di allerta e di reazione al pericolo che, invece di darci la possibilità di abituarci, orientano su di esso la nostra attenzione, producendo un effetto paradossale. Il segnale, di per sé, ha origine a livello organico, cioè può essere legato a malattie, squilibri biochimici a carico dell’assunzione di particolari sostanze (vedi colonna di approfondimento a pag.3), ma anche al normale funzionamento del sistema nervoso. Indice: Introduzione 1 Meccanismi di origine del segnale 2 Modelli e Trattamenti alternativi 2-3 Centri suggeriti 4 Stereociglia delle cellule cigliate del sistema uditivo - (fonte Edwin W. Rubel) Acufeni, che fare? e Istituto Acustico Pontoni ti ringraziano per aver scaricato questo report. Hai fatto la scelta giusta! Se hai problemi di Acufeni e vuoi tenerti aggiornato sulle possibili terapie efficaci segui le informazioni che vengono rilasciate costantemente sia su “Acufeni, che fare?”, sia sul sito di “Istituto Acustico Pontoni”. Grazie!

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Acufene - una prospettiva differenteL’acufene è una percezione uditiva fantasma [Jastreboff 1995] La selezione naturale favorisce quell’insieme di fattori che determinano la sopravvivenza di alcuni organismi rispetto ad altri, il nostro sistema è quindi il prodotto di una serie successiva di adattamenti. Questo processo è soggetto ad una serie di vincoli legati alla moltitudine e alla differenziazione degli stimoli ambientali, quindi si è rivelato d’importanza vitale che l’attenzione non si disperda e che, le maggiori opportunità di sopravvivenza e le minacce, abbiano priorità di elaborazione. L’evoluzione ci ha così dotati di

un’attenzione selettiva che ci rende impossibile ignorare certi stimoli. Il suono quindi, è interpretato come un veicolo d’informazione e di monitoraggio. Da quest’ottica possiamo fare alcune considerazioni riguardo l’acufene. Infatti, è ragionevole pensare che, dal momento che si presenta un rumore che ci tedia, reagiamo ad esso, cercando il modo di farlo cessare o perlomeno di allontanarci da esso. Nel caso dell’acufene, però, non possiamo attuare nessuna di queste strategie. Anzi, dal momento della comparsa del sintomo, s’innescano quei meccanismi innati di allerta e di reazione al pericolo che, invece di darci la possibilità di abituarci, orientano su di esso la nostra

attenzione, producendo un effetto paradossale. Il segnale, di per sé, ha origine a livello organico, cioè può essere legato a malattie, squilibri biochimici a carico dell’assunzione di particolari sostanze (vedi colonna di approfondimento a pag.3), ma anche al normale funzionamento del sistema nervoso.

Indice: Introduzione 1

Meccanismi di origine del segnale 2

Modelli e Trattamenti alternativi 2-3

Centri suggeriti 4

Stereociglia delle cellule cigliate del sistema uditivo - (fonte Edwin W. Rubel)

Acufeni, che fare? e Istituto Acustico Pontoni ti ringraziano per aver scaricato questo report.

Hai fatto la scelta giusta!

Se hai problemi di Acufeni e vuoi tenerti aggiornato sulle possibili terapie efficaci segui le informazioni che vengono

rilasciate costantemente sia su “Acufeni, che fare?”, sia sul sito di “Istituto Acustico Pontoni”.

Grazie!

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Quante persone ne

soffrono? Secondo alcuni studi nella popolazione priva di difetti uditivi un soggetto su dieci soffre o ha sofferto di acufeni . Mentre nel la popolazione con ipoacusia, cioè con riduzione uditiva, la percentuale salirebbe a circa il 50%. Inoltre, più del 20% degli abitanti avrebbe avuto esper ienze non traumatiche di acufeni che, per il 7% hanno richiesto l'assistenza del medico ORL, per il 5% avrebbero provocato disabilità e per il 2% un grave handicap.

Heller & Bergman Nel 1953 venne realizzato un esperimento. 80 persone rimasero singolarmente in una camera silente per 5min ciascuno, e gli si chiese di rilevare qualunque suono. Il 93% di loro riferirono di aver udito suoni simili a quelli che riferiscono le persone con problemi di acufene. Questo esperimento permette ad ognuno di noi di rilevare l'attività elettrica che è costantemente presente in ogni cellula nervosa delle vie acustiche.

Infatti, può essere il risultato dell’attività elettrica di fondo presente nelle vie nervose, ma può altresì essere causato da quei meccanismi di compensazione che avvengono al passaggio fra diversi ambienti acustici. Da queste informazioni possiamo concludere che tutte le persone potrebbero potenzialmente sviluppare questo disturbo. Infatti, si tratta “di un istinto di sopravvivenza” attivato in seguito ad uno stimolo che potrebbe anche essere generato dal sistema nervoso di una persona sana. Di fatto però, solo una piccola parte di persone è affetta da questo sintomo, ed attribuisce ad esso uno stato di grave sofferenza psicologica che inficia la qualità della vita. Pertanto è logico pensare che quando non sia possibile agire sulle cause dell’acufene è sensato l’utilizzo di trattamenti sintomatici che vanno ad agire sul livello coinvolto nella cronicizzazione della percezione del sintomo.

Modello neurofisiologicoJastreboff ed Hazell [1990] hanno pensato ad un modello che spieghi i meccanismi di innesco e cronicizzazione dell’acufene. Il disturbo legato a questo sintomo è ricondotto allo stato di stress creato (attivazione del sistema nervoso autonomo) piuttosto che al tipo di suono. Lo stimolo sonoro passa i filtri subcorticali automatici in cui viene valutato come: neutrale o importante. In tal modo gli stimoli neutri vengono bloccati, quelli importanti attiveranno una serie di reazioni a carico del sistema nervoso autonomo e sistema limbico. Fattore chiave è quindi agire sulla modalità con cui il cervello decide cosa sia importante e cosa no. Un esempio: una neo mamma si addormenta anche con un forte temporale (rumore molto forte ma ignorabile), tuttavia se il bambino piange i filtri subcorticali riconoscono il suono importante e portano in modo automatico l’attenzione sul suono facendo svegliare la donna.

Elsa Erixon, Herman Högstrop,Karin Wadin and Helge Rask-Andersen. Variation anatomy of human cochlea:implication for

cochlear implantation. OtoNeurotol 30:14Y22,2009

A. percepito saltuariamenteA. percepito 24h/24hA. ha effetti sulla qualità della vita

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Trattamenti dell’acufene con TRT e programma ZEN

La TRT (tinnitus retraining therapy) sfrutta la plasticità cerebrale, cioè la capacità del cervello di ristrutturare le connessioni fra neuroni e apprendere/riapprendere così nuovi concetti e abilità, cambiando quindi la priorità di elaborazione del segnale rendendolo di significato neutro e che può quindi essere ignorato. La TRT utilizza il counseling direttivo e la terapia sonora. Attraverso queste due tecniche si possono estinguere le reazioni che attua il nostro organismo nei confronti dell’acufene (e questo rappresenta il primo obbiettivo di questo trattamento e che ne sancisce il successo) e poi successivamente di estinguere la percezione dell’acufene (obbiettivo secondario, raggiunto in alcuni casi). Se il trattamento avviene con successo il suono dell’acufene assume lo stesso significato del ronzio di un frigo o di un neon che sono suoni che non evocano particolari reazioni ma anzi fanno parte dell’ambiente sonoro quotidiano. Per raggiungere questi obbiettivi si utilizzano counseling direttivo e terapia sonora. Entrambi sono individualizzati in base al problema della persona (se è presente iperacusia, misofonia, sordità). Il counseling o “teaching TRT” riguarda la spiegazione dei meccanismi legati all’acufene, al funzionamento del sistema uditivo e in generale del sistema reattivo-percettivo ed al modello neurofisiologico studiato da Jastreboff. Al counseling iniziale seguono gli incontri di follow-up e di verifica di andamento del trattamento. La terapia sonora viene fatta generalmente con l’impiego di generatori di rumore indossabili ma riguarda in senso più ampio uno stile di vita che includa durante il trattamento un costante arricchimento sonoro ambientale. Il programma ZEN invece utilizza una strategia diversa. Oltre all’amplificazione in caso di ipoacusia si utilizzano dei suoni frattali (toni zen) che vengono percepiti come una melodia che cambia di continuo. Questi suoni vengono posti a livello di soglia liminare (appena percettibili) e sono stati studiati in modo da inibire l’attività del sistema limbico (quindi le emozioni evocate dall’acufene), rilassando quindi la persona senza gli effetti collaterali che possono avere le benzodiazepine. Questi due tipi di trattamenti non hanno controindicazioni e possono essere applicati anche qualora non siano possibili attuare cure specifiche.

Modello neurofisiologico sencondo Jastreboff & Hazell [1995]

Principali meccanismi di generazione del segnale:

1.Danno eterogeneo fra cellule cigliate interne ed esterne Quando CCI (cellule ciliate interne) e CCE (cellule ciliate esterne) sono danneggiate, con pattern eterogenei, può verificarsi un aumento dell’attività delle CCI. Succede ad esempio nei traumi acustici o con farmaci ototossici.

2.Trasporto del Ca+2 Concentrazioni alterate di Ca+2 possono influenzare la trasmissione del neurotrasmettitore.

3.Sistema Efferente mediale Il sistema efferente è strettamente collegato alle formazioni reticolari del tronco cerebrale e questi collegamenti potrebbero spiegare il motivo per cui l’acufene produce nell’organismo una risposta di allerta

4.Acufene indotto da farmaci Principi attivi come l’acido acetilsalicilico, aminoglicosidi possono indurre le percezione di acufeni

5.Patologie Otosclerosi, ipoacusia, malattia di Ménière, Schwannoma vestibolare, miocloni, possono portare alla percezione di acufeni.

6.Psicopatologie Ansia ed attacchi di panico, disturbo post-traumatico da stress e situazioni di stress cronico possono essere legati ad acufeni.

Negli USA L’ATA (Associazione Americana Acufeni) stima che più di 50 milioni di americani (su una popolazione di poco superiore ai 300 milioni, ossia 1 su 6) soffrano di acufene, da moderato a grave. Tra di essi circa 12 milioni hanno un acufene grave abbastanza da richiedere cure mediche e circa due milioni di pazienti sono così gravemente debilitati da non riuscire a condurre un’esistenza normale.

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