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Proposta di realizzazione di un itinerario di turismo dolce sul tracciato abbandonato dalla ferrovia a mezza Timpa tra S. Maria della Neve (Grotta) e contrada Mortara premessa Una idea per Acireale, mirata a valorizzare una parte della sede che veniva abbandonata negli anni 80 del secolo passato a seguito del nuovo tracciato scaturito dalla realizzazione del progetto di raddoppio della ferrovia ME-CT, vide la luce esattamente 30 anni or sono quando fu presentata al Sindaco del tempo e pubblicata sul mensile Il Nuovo Cittadino del maggio 1980. L’idea è stata riproposta da una nutrita schiera di progettisti che l’hanno riscoperta, a cominciare da un elaborato presentato 24 anni fa alla rassegna “Il ventaglio”. E’ da notare come l’attuale sensibilità veda nel riuso di antichi tracciati, siano essi sentieri nei boschi, vecchie ferrovie abbandonate, mulattiere storiche, tronchi stradali dismessi, etc. un mezzo essenziale per esercitare un turismo alternativo di ispirazione ecologica spostandosi a piedi, in bicicletta, a cavallo….. Da recente, nel 2009, il benemerito Touring Club Italiano ha pubblicato il primo volume (Nord-Centro) di “Giro in Italia. 50 itinerari di turismo dolce”, tutti dislocati nelle regioni dell’Italia settentrionale ed in Toscana. Nella sua introduzione si legge, tra l’altro, che la mobilità dolce dovrebbe costituire in Italia “una rete che raccoglie tutti quegli utenti (ciclisti, pedoni, bambini, disabili, ecc.) che dalle strade sono stati espulsi e dove consentire ai turisti motivati e sensibili di conoscere il nostro Paese con un passo e un ritmo diversi, più lenti, più meditati, più concilianti, più “dolci” appunto”. acireale si appropria del vecchio tracciato ottocentesco della ferrovia me-ct per farne un itinerario dolce Nel territorio comunale di Acireale ricadono parecchi tratti abbandonati della vecchia ferrovia: - uno a sud della città, nella zona degli antichi mulini, potrebbe divenire un itinerario di turismo dolce o servire alla auspicata metropolitana per Catania; - un altro sfiora Acireale, dalla via Santa Caterina alla via Romeo: esso, collegandosi alla via D’Anna, potrebbe costituire una preziosa alternativa a valle di via Galatea, così com’era stato preconizzato nel sopracitato progetto risalente a 30 anni fa e successivamente da altri riproposto; - altri tratti di ferrovia abbandonata utili a divenire sedi di turismo dolce si trovano nella parte settentrionale del comune fra la contrada Mortara e il Borgo Grotte, a valle degli abitati di Guardia e Mangano; - il tratto che va dalla strada provinciale per Riposto all’altezza della chiesa di Santa Maria della Neve (Grotta) fino alla contrada Mortara è quello che forma oggetto della presente proposta. Procedendo da sud a nord il suo tracciato è lungo solo 3 chilometri circa e si presenta in lievissima discesa da circa m 141 s.l.m. dell’imbocco ai 123 m dello sbocco su via Mortara. Inizia con un tunnel in pietra lavica di grande suggestione che sottopassa la provinciale per Riposto ed il costone retrostante per poi proseguire con un ampia curva a cielo aperto che sfiora l’abitato di Grotta e giungere a valle di “Casa Mia”, dove imbocca tre brevi gallerie fino a giungere a valle del Castello del Belfrontizio. Da qui, descrivendo un’ampia ansa, la sede, ormai sempre a cielo aperto, si porta dopo circa 900 m alla via Mortara. I due capolinea sono di facile accesso: a nord, come già visto, la via Mortara che la collega mediante una fitta ragnatela di stradine a Santa Maria Ammalati, Santa Tecla e Scillichenti, a sud importanti arterie, quali la provinciale per Riposto da cui è facilmente accessibile

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Proposta di realizzazione di un itinerario di turismo dolce sul tracciato abbandonato dalla ferrovia a mezza Timpa tra S. Maria della Neve (Grotta) e contrada Mortara

premessaUna idea per Acireale, mirata a valorizzare una parte della sede che veniva abbandonata negli anni 80 del secolo passato a seguito del nuovo tracciato scaturito dalla realizzazione del progetto di raddoppio della ferrovia ME-CT, vide la luce esattamente 30 anni or sono quando fu presentata al Sindaco del tempo e pubblicata sul mensile Il Nuovo Cittadino del maggio 1980.L’idea è stata riproposta da una nutrita schiera di progettisti che l’hanno riscoperta, a cominciare da un elaborato presentato 24 anni fa alla rassegna “Il ventaglio”.E’ da notare come l’attuale sensibilità veda nel riuso di antichi tracciati, siano essi sentieri nei boschi, vecchie ferrovie abbandonate, mulattiere storiche, tronchi stradali dismessi, etc. un mezzo essenziale per esercitare un turismo alternativo di ispirazione ecologica spostandosi a piedi, in bicicletta, a cavallo…..Da recente, nel 2009, il benemerito Touring Club Italiano ha pubblicato il primo volume (Nord-Centro) di “Giro in Italia. 50 itinerari di turismo dolce”, tutti dislocati nelle regioni dell’Italia settentrionale ed in Toscana.Nella sua introduzione si legge, tra l’altro, che la mobilità dolce dovrebbe costituire in Italia “una rete che raccoglie tutti quegli utenti (ciclisti, pedoni, bambini, disabili, ecc.) che dalle strade sono stati espulsi e dove consentire ai turisti motivati e sensibili di conoscere il nostro Paese con un passo e un ritmo diversi, più lenti, più meditati, più concilianti, più “dolci” appunto”.

acireale si appropria del vecchio tracciato ottocentesco della ferrovia me-ct per farne un itinerario dolceNel territorio comunale di Acireale ricadono parecchi tratti abbandonati della vecchia ferrovia: - uno a sud della città, nella zona degli antichi mulini, potrebbe divenire un itinerario di

turismo dolce o servire alla auspicata metropolitana per Catania;- un altro sfiora Acireale, dalla via Santa Caterina alla via Romeo: esso, collegandosi alla via

D’Anna, potrebbe costituire una preziosa alternativa a valle di via Galatea, così com’era stato preconizzato nel sopracitato progetto risalente a 30 anni fa e successivamente da altri riproposto;

- altri tratti di ferrovia abbandonata utili a divenire sedi di turismo dolce si trovano nella parte settentrionale del comune fra la contrada Mortara e il Borgo Grotte, a valle degli abitati di Guardia e Mangano;

- il tratto che va dalla strada provinciale per Riposto all’altezza della chiesa di Santa Maria della Neve (Grotta) fino alla contrada Mortara è quello che forma oggetto della presente proposta.

Procedendo da sud a nord il suo tracciato è lungo solo 3 chilometri circa e si presenta in lievissima discesa da circa m 141 s.l.m. dell’imbocco ai 123 m dello sbocco su via Mortara. Inizia con un tunnel in pietra lavica di grande suggestione che sottopassa la provinciale per Riposto ed il costone retrostante per poi proseguire con un ampia curva a cielo aperto che sfiora l’abitato di Grotta e giungere a valle di “Casa Mia”, dove imbocca tre brevi gallerie fino a giungere a valle del Castello del Belfrontizio. Da qui, descrivendo un’ampia ansa, la sede, ormai sempre a cielo aperto, si porta dopo circa 900 m alla via Mortara.I due capolinea sono di facile accesso: a nord, come già visto, la via Mortara che la collega mediante una fitta ragnatela di stradine a Santa Maria Ammalati, Santa Tecla e Scillichenti, a sud importanti arterie, quali la provinciale per Riposto da cui è facilmente accessibile

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migliorando l’imbocco di via Floristella e/o costruendo un accesso diretto dalla S.S. 114 Panoramica all’altezza del ponte ferroviario e costeggiando a valle l’attuale doppio binario.

conclusioneSi ritiene che la realizzazione di un comodo itinerario dolce che percorre il tratto più settentrionale, più selvaggio e più alto della Timpa (Timpa Falconiera), possibilmente in sinergia con la costruzione di una variante all’ultimo tratto della Provinciale da Riposto corredata da un utilissimo parcheggio, costituisca una proposta capace di fornire un primo esempio di turismo dolce del nostro territorio nel suo tratto più affascinante qual è la faglia della riserva della Timpa.Bisogna fra l’altro rilevare come la Regione Siciliana abbia predisposto nel 2004 un piano per la mobilità dolce con la realizzazione di ben 700 chilometri di itinerario. Da notizie attinte nel 2008, ne sono state finanziate a quella data meno di 50 chilometri, di cui 21 nel tratto Palermo-Corleone (1,4 milioni di euro), 8 tra Menfi e Portopalo (700 mila euro), 8 tra Noto e Vendicari (700 mila euro), nonché un altro tratto a Castiglione di Sicilia, anch’esso di 8 chilometri, del costo di solo 100 mila euro, tutti finanziati con fondi assegnati alle Regioni derivanti dalla Legge 366 del 1998, che detta “norme per il finanziamento della mobilità ciclistica” pubblicata sulla GURI n. 248 del 23/10/1998.

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Proposta collegamentoGrotta – Piazza Indirizzo – SS. 114

Le frazioni a mare acesi, che si sviluppano sulla fascia costiera da Santa Maria La Scala a Riposto, sono collegate all’entroterra dalla strada provinciale che dalla SS. 114 – all’altezza della Villa Belvedere – serve Santa Maria La Scala, Scillichenti, Stazzo, Pozzillo, proseguendo fino a Riposto.Questi paesi nel periodo estivo si popolano di villeggianti provenienti da Acireale, Catania e dall’entroterra etneo, i quali privilegiano la zona costiera acese sia per il clima e le bellezze naturali, sia perché vicina ai posti di lavoro ed in un certo senso ritenuta più facile da raggiungere.Se non che il flusso di pendolari e dei bagnanti che si viene a creare in determinate ore della giornata, rende meno agevole il percorso, per altro pieno di curve, e soprattutto provoca un vero e proprio intasamento all’altezza del nodo stradale in cui la Provinciale si innesta nella SS. 114 che proprio in quel punto si incrocia con l’ingresso di Acireale.Da qui la necessità di creare un collegamento che dalla Chiesa della Grotta, salendo, oltrepassa per mezzo di un sottopassaggio la SS.114.Data la conformità del terreno, detto collegamento delimita a nord della via Aquilia un’area a quota più bassa della via stessa che ben si adatta a parcheggio con capienza di circa 50 autovetture ed una ventina di ciclomotori. Nella zona c’è carenza di parcheggi, pertanto l’utilità di quest’area si impone come servizio di sosta auto anche nella eventuale ipotesi di un riutilizzo della vecchia linea ferrata dismessa da destinare a percorso pedonale panoramico e pista ciclabile attraverso la timpa, in quanto detta area di parcheggio è facilmente raggiungibile attraverso un percorso pedonale che collega l’area stessa all’eventuale pista ciclabile e pedonale.Questa bretella, a senso unico a salire, non blocca il traffico veicolare che viene dalle frazioni a mare ma permette, anzi, un flusso continuo di autovetture, specie nelle ore di punta, come si verifica con il semaforo.Il tratto di strada dal semaforo fino all’imbocco della bretella è previsto a senso unico a scendere.La quota interna del sottopassaggio previsto è di circa m. 5.50. La strada, che avrà una larghezza di m. 10.00 ed una pendenza del 10 % pressoché costante, raggiunge per mezzo di un’ampia curva la stessa quota della via Aquilia.Detto collegamento non solo serve a snellire il traffico particolarmente intenso nelle ore di punta, per altro modo assolate, evitando così la formazione di lunghe code che raggiungono spesso quasi un chilometro di lunghezza, ma anche ad eliminare le difficili manovre che i mezzi debbono effettuare ogni volta per immettersi dalla Provinciale nella SS. 114 in direzione di Messina, oppure per entrare nella parte nord di Acireale o per proseguire per la SS. 114 in direzione di Catania.Nella progettazione si è tenuto conto delle caratteristiche paesaggistiche ed ambientali della zona, che ha una conformazione orografica a terrazzamento in direzione est-ovest, con muri di sostegno formati da pietrame informe senza legamenti di malta, tipici del paesaggio locale ed etneo.

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Proposta per lo sviluppoturistico del comune di Acireale

proposta di project financingL’idea che si propone si lega con la volontà dell’Amministrazione Comunale di realizzare nell’area di piazza Roma e del campo sportivo Comunale un parcheggio multi piano.Si è gia tante volte discusso in questi ultimi anni di tale progetto, specificatamente della necessità di dotare la Città di Acireale di un parcheggio che liberi il centro dall’ingolfamento delle autovetture. Non si è, invece, ancora affrontato, come dovrebbe essere utilizzata l’area soprastante a livello del viale Regina Margherita e l’attuale parcheggio di piazza cappuccini.Utilizzando la morfologia dei luoghi sia quella naturale che quella artificiale determinata dal vuoto del campo sportivo si è pensato con delle attente riflessioni quanto qui di seguito esposto.Sfruttando la notevole differenza tra la quota del terreno del campo di calcio e il Viale Regina Margherita è possibile senza tanti artifici e stravolgimenti dei luoghi poter realizzare nel sito del Vecchio Comunale una struttura multipiano che possa accogliere il tanto auspicato parcheggio.La stessa struttura avrebbe pertanto un fronte mare di circa 100,00 metri ed una superficie alla quota del Viale regina Margherita di circa 5.000,00 metri quadrati. Considerati inoltre il numero di piani da destinare a parcheggio si ritiene che all’interno e sulla superfici sia possibile realizzare una molteplicità di infrastrutture che si integrano con il parcheggio per non renderlo sterile e fine a se stesso e servano da cerniera con uno scambio vitale con il tessuto urbano e la popolazione della Città.Con una idea di progetto ben ragionata e con un impatto paesaggistico decisamente gradevole è possibile pensare e realizzare:una grande area/anfiteatro per eventi all’aperto (considerato che da aprile a novembre il nostro clima consente attività all’aperto) ;un’area commerciale con una splendida passeggiata sul fronte aperto verso il mare;un’area dedicata relax ed alla socializzazione con spazi per ristoranti e le nostre specialità locali;uffici turistici e di servizio per la presentazione della Città e delle attività che vi si svolgono; Terminal autobus per le linee che collegano acireale alle frazioni ed ai comuni viciniori oltre che liberare il centro dall’attaversamento delle linee regionali o il posteggio in piazza indirizzo di pulmann turistici.E’ ovvio che l’intera struttura necessita di un collegamento viario ben articolato che consenta un facile e comodo accesso direttamente dal Viale Jonio (SS114) in modo che tutto il traffico non interferisca con la veicolazione interna alla Città.Cogliendo l’occasione del declivio naturale che propende dal terreno di gioco verso il viale jonio e la timpa, la possibilità di aggredire la linea ferroviaria così da realizzare una stazione passeggeri per l’auspicata metropolitana veloce lungo l’asse Catania - Riposto(Porto dell’Etna) – Taormina.Da qui inoltre sarebbe possibile realizzare un collegamento pedonale e ciclabile con il percorso naturalistico che si estende lungo la timpa nel tracciato della vecchia ferrovia, ed il tanto auspicato collegamento verticale con il mare che consentirebbe alla città di Acireale di essere veramente Città di mare ed alla frazione di Santa Maria la Scala liberata dalle automobili diventare un centro di altissimo livello turistico balneare.Tutta la superficie di copertura a livello del Viale regina margherita diventerebbe naturalmente un spazio sosta e di svago per la cittadinanza, con aree dedicate ai bambini, piste ciclabili e campi da gioco (tennis, calcetto, basket, etc.) che possono essere utilizzati dai nostri ragazzi senza essere obbligati ad allontanarsi dal centro città;Possono essere realizzate altresì piccole costruzioni per chioschi, edicole ed uffici informazione.

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L’area dell’attuale parcheggio a raso di piazza cappuccini (tra l’altro vincolata dalla perimetrazione del centro storico) collegata direttamente al parcheggio multipiano sarebbe trasformata in un parco urbano con percorsi attrezzati differenziati per età e per attività ludiche con un percorso dedicato al running ed una pista ciclabile da mountan bike.Quest’area limitrofa potrebbe inoltre rappresentare il giusto rilancio della zona del quartiere “Suffragio” che andrebbe integrato funzionalmente e nel quale andrebbero incentivate la localizzazione di botteghe artigianali e di locali tipici.Per fare ciò sarebbe opportuno agevolare i cambi di destinazione d’uso delle botteghe e dei bassi dei palazzi, prevedendo un esenzione dall’imposte locali (ICI, TARSU, TOSAP, ecc) nel caso di utilizzo dei suddetti immobili per avvio di attività di ristorazione o di botteghe artigianali. L’area soprastante il parcheggio a livello del Viale regina Margherita come prima detto sarebbe il punto di partenza con percorsi esclusivamente pedonali tramite le vie Roma e Paolo vasta per raggiungere il centro città e l’area commerciale naturale di Corso Umberto -Piazza Duomo e tutto il contesto adiacente anche con percorsi culturali.

Gli obiettivi dell’idea proposta e/o i principali vantaggi sono i seguenti: destagionalizzare l’offerta turistica offrendo una struttura fruibile anche nei periodi di non maggior flusso turistico;incentivazione degli investimenti privati per il finanziamento del sito senza oneri per il comune;risoluzione definitiva del problema dei parcheggi permettendo tra l’altro l’accesso del traffico veicolare delle strada statale nelle zone adiacenti il predetto sito sgravando la zona di via Galatea;la concessione da parte del comune sia dell’area a parcheggi che dei negozi comporterebbe rilevanti entrate di carattere finanziario per tasse e canoni concessori.

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Proposta per il rientro della collezione numismatica“Pennisi di Floristella” nella città di Acireale

I Clubs Service, sentita la proposta del Dott. Saverio Continella, V. Direttore Generale del Credito Siciliano, nel corso del primo incontro “...per l’economia di Acireale”, che mise a disposizione i locali ed i sistemi di sicurezza del Credito per ospitare ad Acireale la collezione numismatica “Pennisi di Floristellla”, hanno raccolto e valutato gli elementi che possano sostenere l’opportunità di questo trasferimento.

in particolare, tenuto in considerazione: - che la collezione numismatica “Pennisi di Floristella” di monete greco-sicule coniate tra

il VI e il IV sec. a.C., è stata raccolta ed accresciuta in Acireale per iniziativa di alcuni esponenti della stessa famiglia, e che la stessa, ceduta alla Regione Siciliana nel 1988, è stata depositata solo per ragioni di custodia al Museo Nazionale di Siracusa;

- che ad Acireale, nella Biblioteca Zelantea, si conservano i volumi e le pubblicazioni della biblioteca della suddetta collezione;- e che interpellata la Direzione Generale dell’Ass. BB.CC della Regione Sicilia, è stato dichiatato che la Città di Acireale avrebbe titolo per richiedere il trasferimento della collezione, anche in considerazione del fatto che Acireale già ospita beni regionali: la mostra permanente delle Uniformi Storiche e il Museo dell’Opera dei Pupi; a condizione che si doti di una propria struttura museale.

Premesso quanto sopra, i Clubs Service, considerata l’importanza che avrebbe per Acireale il rientro di questo prezioso bene, nonchè le condizioni favorevoli che attualmente lo suggeriscono, propongono che la Città si doti di una propria sede museale idonea a collocarvi i beni culturali che detiene, anche in nome e per conto della Regione Siciliana, e con essi anche la Collezione Numismatica.

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Accademia di Scienze Lettere e Belle Artidegli Zelanti e dei Dafnici - Acireale

Oggetto: copertura della biblioteca Zelantea con tetto a falde.

premessaAutorità, club service, associazioni culturali, semplici cittadini sono stati chiamati a individuare idee capaci di cambiare il volto di Acireale per rilanciare la sua economia. L’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici ritiene di dovere avanzare due segnalazioni: la copertura del vecchio campo sportivo con un edificio il cui tetto sia a livello con piazza Roma, per risolvere il problema del posteggio in centro storico e, insieme, per disporre di una piazza panoramica capace di accogliere spettacoli di grande richiamo; e la copertura con tetto a falde della Biblioteca Zelantea. Sul primo argomento, chi scrive rinvia ai suoi articoli, apparsi in occasione dell’inaugurazione del Tupparello, nei quali, tra l’altro si metteva in guardia contro la tentazione di disattendere l’esigenza principale della piazza per privilegiare una generalizzata lottizzazione, che renderebbe Acireale più brutta e più povera.Il progetto proposto sul secondo tema - la copertura della Biblioteca Zelantea – ha tre obiettivi: realizzare una Pinacoteca di respiro regionale; risolvere il drammatico problema dello spazio della Biblioteca; scongiurare il deterioramento del suo Fondo antico a causa dei violenti sbalzi di temperatura. 1 a - La Pinacoteca Zelantea dispone già di 393 tele, che vanno dal ‘500 ai nostri giorni:

di esse vengono esposte solo un terzo; di una collezione di 750 disegni e acqueforti, prevalentemente del ‘600 e del ‘700, non esposta al pubblico (la mostra di una parte di essi, organizzata di concerto con la Terza Università di Roma, ha registrato giudizi ammirati a New York, Bruxelles, Parigi ecc.); di una collezione di 50 sculture; di una collezione numismatica di 1.259 monete di età classica, anch’essa mai esposta; di una collezione naturalistica, acquistata ad Heidelberg, e di reperti risorgimentali. Ce n’è abbastanza per realizzare un grande museo.

2 b - La Biblioteca Zelantea è una delle più importanti del Meridione. Possiede circa 100.000 volumi e altrettante testate di riviste e giornali, alcuni dei quali esemplari unici. Le donazioni dei privati susseguitesi nell’ultimo decennio hanno reso indispensabile l’utilizzo di ogni corridoio. Adesso, è alle corde, al punto di dover rinviare ulteriori donazioni per circa 10.000 volumi. Interrompere il flusso vitale di nuove acquisizioni appare semplicemente delittuoso; d’altra parte, l’Accademia degli Zelanti non è in condizione economiche di prendere in affitto nuovi locali per depositarvi quanto meno le collezioni dei giornali. La realizzazione della copertura, con la possibilità di spostare la Pinacoteca, darebbe la possibilità alla Biblioteca di disporre di altri tre saloni.

3 c – I documenti del Fondo antico, a causa dell’umidità cominciano a diventare illeggibili e ad attaccarsi tra di loro. Ciò mentre se ne scopre l’importanza e l’interesse internazionale. Il rischio paventato è quello di un intervento delle autorità competenti che priverebbe Acireale di un autentico tesoro. Anche questo problema verrebbe risolto stabilizzano, grazie alla nuova copertura, la temperatura all’interno dei locali.

stato giuridico Il complesso Zelantea appartiene al Comune, ma è gravato da vincolo di destinazione d’uso in favore dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici. Qualsiasi investimento edificatorio si risolverebbe, dunque, in un arricchimento pubblico.Il personale della Biblioteca fa parte di quello comunale.I finanziamenti ordinari sono pubblici: provengono, infatti, dalla Regione siciliana, che giudica tanto il bilancio preventivo, quanto quello consuntivo, e, per le piccole spese, dal Comune. La Regione si è sostituita, in forza della competenza esclusiva, al Ministero della Pubblica Istruzione, dal quale la nostra Accademia dipendeva come Istituto di alta cultura.

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Lo Statuto dell’Accademia – che non ha fini di lucro – nel testo attuale, è stato approvato con decreto del Presidente della Repubblica, il 18 agosto 1963, n. 1261.Pur non essendo un ente pubblico, l’Accademia svolge un’attività pubblica con mezzi e personale forniti dalla P. A.

il progettoIl complesso della Biblioteca Zelantea ha copertura a terrazzo, che determina infiltrazioni di umidità e sbalzi di temperatura che provocano, tra l’altro, anche cadute di colore nelle opere d’arte con la connessa necessità di continui restauri. La copertura a falde, per la rilevante campata, consentirebbe di ricavare un’area di circa 800 mq da destinare alla Pinacoteca, con possibilità, come accennato, di liberare le tre sale da essa occupate in favore della Biblioteca. Il nuovo tetto non creerebbe impatti ambientali, anzi si risolverebbe in una riqualificazione in senso moderno dell’impianto urbano circostante, eliminando una distonia paesaggistica. Su di esso si è espressa positivamente, in maniera informale, la Soprintendenza ai Monumenti.

sinergiaIl complesso della Zelantea si trova allo stesso livello del primo piano dell’ex Liceo Classico Gulli e Pennisi, anch’esso di proprietà comunale. Abbattendo una semplice parete di mattoni, lunga circa quattro metri, i due ambienti verrebbero messi in comunicazione, dando vita a un’area espositiva di circa 1.400 mq e a un salone destinato a iniziative particolari ( esposizione di quadri celebri; mostre di collezioni giacenti nei musei pubblici di Messina e di Palermo, esposizioni tematiche ecc..).Il progetto, già esistente, si pone come naturale integrazione di quello relativo al completamento del Gulli e Pennisi: insieme, darebbero ad Acireale una struttura che poche altre città siciliane possono vantare e, di sicuro, rafforzerebbero l’offerta turistica.

costi e ricaviPremesso che le provvidenze comunitarie non solo consentono, ma addirittura auspicano la creazione e il potenziamento dei siti culturali, la realizzazione della copertura della Biblioteca rientrerebbe tra quelle ben viste per i gravi problemi che elimina e per le prospettive che apre. Essa comporterebbe un fabbisogno finanziario di 4 milioni di euro. Tale somma potrebbe essere reperita attraverso la Misura, di imminente emissione, dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali, alla quale bisognerà prepararsi in tempo, superando le remore di qualsiasi natura.

Non sono stati previsti costi per l’approvvigionamento delle opere d’arte e per il personale perché le prime esistono già; il secondo potrebbe essere quello utilizzato finora, ormai in possesso di adeguata preparazione professionale.Quanto ai ricavi, non sembra azzardato ipotizzare introiti annui di almeno 30.000 euri, che potrebbero innestare un circuito virtuoso.

conclusioneRivolgiamo al Sindaco, avv. Nino Garozzo, all’on. Basilio Catanoso, all’on. Nicola D’Agostino e a tutti gli altri uomini politici cittadini l’invito a sentire come proprio il progetto, che risponde perfettamente al profilo storico-culturale di Acireale e appare - per la sua unicità, per i suoi risvolti turistici ed economici e per le prospettive immediate che offre per il futuro - in sintonia con gli obiettivi che l’iniziativa dei Club service si proponeAcireale, 31 maggio 2010 Il presidente dell’Accademia Dott. Giuseppe Contarino

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Valorizzazione ambientale ed utilizzazione turistica e commerciale della pesca negli approdi marini della costa ionica, nel contesto della politica di

rilancio economico dell’hinterland acese

Lo sviluppo della portualità turistica deve rappresentare uno degli obiettivi di politica economica per potenziare l’offerta complessiva del territorio, per attrarre nuovi flussi turistici e, non ultimo, per sostenere le imprese operanti nel settore dei servizi e del turismo. Il territorio di Acireale interessa, sul fronte ionico, una costa di ben 13.000 metri, dall’approdo della frazione di Capo dei Molini a finire alla frazione di Pozzillo. Acireale rappresenta, pertanto, una delle località maggiormente significative che, per estensione e qualità della sua costa, offre una grande occasione di approdo per i natanti. Invero la costa ionica dell’acese descritta sin dall’antichità e citata anche nel “libro di Ruggero II°” del geografo Edrisi che ne determinò le distanze, in miglia arabe, da l’Ognina a Santa Tecla (allora nel 1180 d.C. circa probabilmente con approdo interno all’attuale frazione) ed illustrata da tutti i geografi dell’ultimo millennio, scorso, ha sempre avuto particolare interesse sia dal punto di vista di approdo di traffico marittimo che di traffico peschereccio.Lo sviluppo indiscutibile, prima dal punto di vista agricolo ma anche marittimo del territorio che si affaccia preponderante sulla costa, basti pensare alla nostra Riviera dei limoni che si espande ai piedi della Timpa Falconiera, ha avuto sempre un uso legato più all’interno che al versante marittimo del territorio stesso.Dal punto di vista paesaggistico ed ambientale la presenza della grande falesia che da Capo Mulini si alza per incunearsi, dopo la cerniera della frazioncina di Grotta – Raccomandati, all’interno verso la frazione di S.M. Ammalati (zona di via Mortara) determina un fascino di rilevante spettacolarità naturale che in un sistema orografico, nei secoli antropizzato, rappresenta forse un’unicità di notevole appetibilità anche turistica.In questo “corpus naturalistico” si incastonano i nostri cinque approdi marittimi che rivelano ognuno di loro, un qualificato micro sistema urbano.Dal Capo dei Molini, plurimillenario insediamento dal neolitico al romano imperiale, alla particolarissima ed affascinante “conchiglia” di S.Maria La Scala, non seconda, - se qualificata - alle più belle borgate quanto meno della nostra isola, agli storici approdi di S.Tecla e di Stazzo, l’antico medioevale pre 1329 e l’attuale e per ultimo quello di Pozzillo a cui l’Etna ha donato la salubre sorgente, possediamo ben cinque approdi di notevolissimo interesse.L’uso storico di questi approdi è stato sempre quello di borgo marinaro e questo deve ancora oggi essere privilegiato e tutelato sia per il suo significato sociale ed anche culturale. “U pisci friscu friscu da Scala” è una reminiscenza e quasi un proverbio per noi tutti acesi, così come per gli altri borghi.L’interesse che per tutto il territorio rappresentano questi siti è indiscutibile e se la ben avviata Riserva marina di “Trezza” ingloba anche Capo Mulini e via via la costa sotto Timpa sino a lambire lo “scoglio del mulino” di S.M.La Scala di per se tra “l’acqua ranni” e “l’acqua i ferru” e “l’acqua di Miuccio” cioè il fiume Aci, stigmatizzando la peculiare presenza di valori naturalistici e mitologici, per il Borgo di S.M. La Scala occorre, anzi necessita un intervento di amorevole qualificata riurbanizzazione nel privilegiare le sue alte qualità urbano-architettoniche.S.M.La Scala è un gioiello, forse il fiore più bello e bisogna che sia rispettato e premiato con un intervento di completamento e difesa dell’approdo marinaro esistente creando un coacervante intervento che deve e può, mediante anche “Concorsi paesaggistici internazionali” rivelare nel suo splendore ambientale un luogo non secondo ad altre località delle coste tirreniche d’Italia.Per gli altri tre borghi il discorso si fa più generale e meno puntuale dal punto di vista operativo e di fattibilità.

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Lo sviluppo del turismo marittimo passa per la qualificazione e la realizzazione di porticcioli turistici consentibili dalle condizioni mareodinamiche e batimetriche della riva. Ma non resta solo la possibilità di realizzare costruttivamente i porticcioli, occorre necessariamente che il territorio retrostante ad essi dia la possibilità di spazi per le attrezzature di supporto ai posti barca insediati quali siti turistico-stagionali (esclusivi al servizio del diporto nautico), commerciali, di terziario in genere, sportivi, ludici e anche diciamo e sottolineiamo culturali del sistema storico e naturalistico (Barocco, strutture rurali, Etna).I Club service intervenuti auspicano, nell’illustrare l’iniziativa proposta, un concreto interesse politico verso questa “new economy” che non solo premierebbe in termini generali la bellezza naturale della nostra costa, ma faciliterebbe ulteriori tipologie di turismo: artistico, termale, sportivo, museale, storico. La proposta che si rivolge è quella di creare diversità operative che coinvolgano il sistema della costa e dell’entroterra in tal guisa che il turismo “che vien dal mare” possa recepire un qualificato ed attrezzato sistema fruibile dell’ ambiente territoriale a cui si áncora il porticciolo stesso.Sarebbe interessante proporre un progetto atto a valorizzare l’intreccio mare-natura, agricoltura, cultura. Un progetto da intitolare “Approdi in Rete”, da Capo Molini a Pozzillo, per mezzo del quale si potrebbe realizzare un circuito costiero di approdi turistici di qualità in grado di competere con le strutture di eccellenza del Mediterraneo, in un’ottica che si sottolinea essere non di tipo idealistico, ma di stretta integrazione tra uomo, ambiente e società.Con “Approdi in Rete” si propone di:stimolare le attività imprenditoriali, occupazione e professionalità legate al turismo nautico;offrire servizi qualitativamente competitivi con i migliori standards europei;agevolare il diportista nella fruizione dei porti ed integrare la promozione degli approdi con le attività turistiche del territorio;promuovere gli approdi della rete come luoghi di incontro e consumo aperti alla città.La grande varietà delle qualità ambientali del territorio acese, la presenza di valori storici, culturali, ambientali e paesistici coniugati al mare, le attività portuali, turistiche e industriali, esigono di essere rapportate strettamente tra esse per salvaguardarne l’essenza.A tal proposito, ai fini dell’integrazione approdo-territorio, per una diversificazione e maggiore promozione dell’offerta turistica, da ciascun approdo che andrebbe progettato lungo il nostro litorale dovranno essere studiati una serie di itinerari che si irradiano verso il territorio, in modo da coniugare le risorse della costa con le risorse delle zone interne.Nel percorso di progettazione e di costruzione degli approdi turistici sarà necessario garantire il significato “urbano” dell’approdo turistico - per sua natura “spazio di relazione” – che si proporrà dunque con le caratteristiche di una “piazza”, in cui anche chi non dispone di un ormeggio può ricercare funzioni commerciali collegate alla pesca e ai servizi pubblici collettivi che, conseguentemente, costituiranno una vera estensione dei servizi urbani.In tale ottica anche la valorizzazione della pesca locale è strettamente legata al potenziamento e alla qualificazione degli spazi destinati ad approdi e pertanto sarà necessaria una particolare attenzione nel dotare le aree interessate di standards urbanistici e di servizio che conferiscano al “sistema approdo” quel ruolo essenziale di cerniera tra la costa e l’entroterra.“Approdi in Rete” si muove attraverso tre criteri preminenti:

qualità degli spazi di relazione:qualificare gli spazi liberi di interfaccia terra-mare destinandoli ad uso pubblico per le attività di relazione, garantendone l’accessibilità pedonale e, perché no, anche ciclabile con un’adeguata attenzione all’arredo urbano e vegetazionale;progettare le opere di difesa portuali e delle attrezzature di servizio tenendo conto della

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necessità di tutelare la relazione visiva con il mare in quanto elemento di rilevante valore paesaggistico degli ambiti costieri;assicurare le diverse modalità di accesso agli approdi individuando i necessari nodi di interscambio per una migliore razionalizzazione dei diversi flussi di traffico: da e per l’approdo medesimo, di attraversamento locale di tipo urbano, di raccordo con la viabilità sovra-comunale.

qualità degli spazi funzionali:individuare le aree destinate alla sosta degli autoveicoli in relazione alla localizzazione delle diverse funzioni e attività dell’approdo, privilegiando la localizzazione dei parcheggi a servizio del diportismo (sosta carrelli, autoveicoli per utenti fissi) nelle immediate vicinanze del porto ma al di fuori degli spazi di waterfront, e predisponendo, salva l’accessibilità carrabile ai moli, una dotazione minima di parcheggi strettamente legata alle esigenze essenziali di sosta temporanea e di servizio alle attività commerciali;salvaguardare la continuità delle aree di affaccio sull’acqua limitando gli impegni di suolo alle sole funzioni di servizio al diportismo. In tal senso è da escludere di norma l’opportunità di prevedere interventi edilizi a carattere residenza e turistico in aree demaniali in quanto potenzialmente utilizzabili per lo sviluppo delle attività portuali;ridurre la conflittualità tra funzione pesca e attività del porto turistico, prevedendo strutture, servizi e dotazioni portuali specificatamente destinate avendo cura di favorire la migliore integrazione tra le attività;favorire la presenza di un combinazione equilibrata di funzioni all’interno dell’area approdo al fine di garantire il soddisfacimento di una pluralità di bisogni, quali attività culturali, commerciali e di accoglienza;prevedere opportune misure e soluzioni progettuali per garantire la fruibilità degli spazi portuali alle persone disabili.

qualità architettonica degli interventi:la pianificazione delle aree destinate alle attività dell’approdo turistico deve tendere a garantire un equilibrio tra assetti propriamente urbanistici (spazi a terra e di contatto con la città) e assetti infrastrutturali portuali (specchio acqueo, banchine, moli, aree cantiere, rimessaggio); valorizzazione del waterfront con interventi legati alla ricettività, capaci di rafforzare l’immagine del porto per facilitarne l’attrattività;prima di procedere all’occupazione di nuovo suolo favorire interventi di recupero e riuso del patrimonio storico portuale o,laddove esistesse, del patrimonio industriale, riconosciuto come testimonianza della storia dei luoghi.Risolvibili problematiche urbanistiche di traffico e di trasporto, ed attrezzature di supporto debbono essere coordinate e realizzate in uno alla realizzazione dell’intervento a mare per non vanificare l’attrezzatura portuale stessa.Il porto turistico di Riposto, lodevolissimo intervento privato è solo: purtroppo non ha retroterra al suo servizio.Con un’operazione di congiunta sinergia tra il grosso approdo per battelli al di sopra dei 20 metri e un porticciolo più piccolo che faccia da interscambio con lo stesso è possibile risollevare l’economia nostra e di tutta la costa ionica, anche caratterizzando le future aspettative del porto turistico di Catania.Studi o meglio accertamenti sulla fattibilità di realizzare approdi per almeno 200 – 250 posti barche sono stati abbozzati, project-financing coordinati si possono anche in vie brevi realizzare e imbastire.La costa acese possiede, in una lunghezza breve, peculiarità, valori, possibilità naturali, urbane tali da poter soddisfare turismo qualificato marinaro ed altro.Stante quanto esposto e visto anche la possibilità del già realizzato studio del piano della costa del litorale acese, occorre puntare sulla realizzazione di infrastrutture portuali e

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costiere territoriali che in bilancio con la realtà del porto di Riposto e nel futuro quello di Catania diano vero sviluppo e lavoro e ritorno economico e sociale alla ansimante economia acese.Un porto turistico per imbarcazioni da diporto e da pesca coniugato e coordinato con le attrezzature di supporto nell’entroterra del borgo marinaro è fattibile ed auspicabile. Occorre che l’Amministrazione pubblica di concerto con le energie e le imprenditorie private si faccia con sollecitudine promotrice di questa imprenditorialità e aiuti lo sviluppo e stimoli propositivamente l’intervento territoriale che noi Clubs di servizio siamo ad auspicare e proporre.

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Pozzillo

Stazzo

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Santa Tecla

Santa Maria la Scala

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Capo Mulini

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Acireale: riviera dei limoni, terme, città congressi

Questo lo slogan che campeggiava sui cartelli stradali e su quel poco di pubblicità che richiamava, negli anni ottanta, il turismo verso il soggiorno nel nostro territorio.La percezione che si ha oggi, a distanza di anni, è che, la felice intuizione politica dell’epoca non ha trovato nel tempo adeguato supporto e sviluppo.Oggi, anche alla luce di mutate condizioni, abbiamo bisogno di guardare al futuro non con interventi isolati, bensì con un disegno strategico articolato.La coltura dei limoni non è più redditizia ma sarebbe delittuoso distruggere l’ingente patrimonio costituito dai terrazzamenti della Timpa e della Piana di Santa Tecla-Stazzo-Pozzillo inclusi i fabbricati che ivi insistono.Per conservare e valorizzare questo contesto proponiamo in conformità alla proposta Lions di assumere il “Limone” quale simbolo identificativo di Acireale e quindi ritornare alla “ riviera dei limoni “ portando, ad esempio, i turisti nelle aziende agricole e, in cambio di una fee di ingresso permettere loro di raccogliere il prodotto e portarselo via.Sarebbe per loro una esperienza emozionale e per il produttore una raccolta senza spese del prodotto e, anche se con un incasso relativo, si otterrebbe comunque una promozione del prodotto.Sempre considerando il limone come protagonista, organizzare ogni anno un concorso per l’utilizzo, in campo gastronomico, del limone.La presenza delle Terme nell’offerta turistica potrebbe segnare un elemento di differenziazione per la scelta del nostro Territorio in un momento in cui la cultura del benessere caratterizza l’iniziativa delle maggiori località turistiche del mondo.Una proposta salutistica per valorizzare il cosiddetto fitness.Quindi grande attenzione al recupero delle Terme di Acireale, coraggio nelle scelte e che si valuti la possibilità di dotare, ove possibile, le stesse strutture ricettive cittadine di centri benessere con acque sulfuree così da marcare la differenza rispetto ad altre destinazioni simili.Le sale convegni che nascevano, sempre negli anni ottanta, negli alberghi cittadini traducevano in pratica la consapevolezza degli operatori sull’ importanza della destagionalizzazione delle presenze.Esaurita la prima fase nella quale erano sufficienti spazi relativamente piccoli, Acireale, se vuole scommettersi in questo settore, deve progettare un vero “ Centro Congressi “ all’altezza della disponibilità dei posti letto che può garantire, in strutture sia alberghiere che extra-alberghiere, collocandolo in posizione strategica e dotandolo di servizi e collegamenti adeguati.Per far ciò andrebbero invocate le provvidenze comunitarie sui PISU e PISST.Ma attenzione, in questo settore esistono grandi concorrenti, quindi, i servizi devono essere eccellenti e mantenuti nel tempo.Una proposta già ben strutturata è stata presentata dall’Associazione Forense Acese: “ UFFICIO DEL DECORO URBANO “Noi aggiungeremmo “ai pochi ma motivati dipendenti del Comune” anche una rappresentanza di cittadini che a “ titolo gratuito “ collaborino per la sua conduzione, e la possibilità di far pervenire le segnalazioni in una pagina ad hoc nel sito di Acireale.Per non rendere vano quanto verrà segnalato e per una immediata risoluzione dei piccoli e grandi abusi che deturpano la città l’Ufficio dovrà avere una sua autonomia nell’ambito di ben precise regole.La proposta della Fidapa di valorizzare Santa Maria La Scala collegandola al parcheggio multipiano cittadino attraverso una funicolare forse resterà un sogno, ma la creazione di parcheggi scambiatori nei punti di ingresso della città con servizi pubblici “ funzionanti “ potrebbe essere una realtà anche per togliere Acireale da quel caos che lascia a bocca aperta i turisti nel vedere macchine in sosta in seconda/ terza fila o auto parcheggiate sui marciapiedi, ecc.

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La proposta di mettere a disposizione del progetto di rilancio turistico di Acireale un fabbricato sullo svincolo di Acireale è lodevole, spetterà al Comune rilevare se possibile adibirlo a primo servizio di informazione turistica, senza tralasciare l’importanza di un punto informazioni centrale, ampio, agevole e operativo per tutte le esigenze dei turisti presenti ma anche per quelli che a distanza chiedono informazioni.Essendo Acireale una città caratterizzata da una presenza di esercizi di vicinato di gran lunga superiore alla media nazionale e regionale, ai timidi tentativi già in atto ( vedi Consorzio di Qualità e Consorzio Aci e Galatea) si potrebbe dare slancio coinvolgendo l’Amministrazione e gli investitori per realizzare un grande city-outlet naturale.La carta di fidelizzazione che, oltre ad aiutare e supportare il turista durante il percorso di scoperta della città, permetterebbe agli organizzatori del sistema di gestire al meglio il turista indirizzandolo all’interno di specifici percorsi pre-strutturati, è uno strumento valido utilizzato in molte città.E’ necessario ovviamente che la città abbia i servizi da offrire che acquistati in un’unica soluzione risultino convenienti. E che sia realizzata periodicamente una pubblicazione per orientare il turista nella scelta di quello che la città e le frazioni offrono, oltre a sconti ed omaggi per invogliarlo a comprare, utilizzare servizi con prezzi controllati,ecc.

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Centri di eccellenza

La Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione fu istituita in Acireale nel 1987 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per formare ed aggiornare in servizio gli operatori della pubblica amministrazione. Tale compito è stato svolto sulla base di progetti individuati in ambito nazionale, anche con docenti di prestigio sul piano accademico, ma senza incidere fortemente sull’area regionale siciliana e più specificamente sul territorio su cui insiste la Scuola stessa, che risulta strutturata in aree burocratizzate ed è coordinata a distanza, salvo in alcuni momenti strategici. Essa dispone di locali attrezzati, di una biblioteca specializzata e di un Centro di Documentazione Europea, siti in via Collegio Pennisi n. 13..La non soddisfacente incardinazione dell’attività formativa nell’ambito territoriale appare connessa al mancato coinvolgimento politico e amministrativo della Regione Siciliana, delle Province e dei Comuni, degli Enti territoriali di settore e dell’associazionismo nell’individuazione concertata delle esigenze formative prioritarie e ritenute indispensabili per il buon andamento della pubblica amministrazione in Sicilia, per lo sviluppo e il decollo delle innovazioni organizzative, gestionali e manageriali nei settori strategici atti a favorire l’efficienza, l’efficacia e la modernizzazione della pubblica amministrazione. Le attività formative di empowerment del 2009 e del 2010 in corso sono certamente di rilevanza generale, ma sembrano rispondere prevalentemente a finalità accademiche e in qualche modo appaiono autoreferenziali. Il coinvolgimento degli enti locali e dell’associazionismo di settore potrebbe costituire una leva per ridare significatività, impulso e carica innovativa ad un’istituzione così prestigiosa negli intenti non soltanto nell’individuazione dei temi dell’attività formativa, ma anche nella valorizzazione delle esperienze professionali anche non accademiche, dei modelli operativi implementati con successo e che meritano una ampia socializzazione in modo da stimolare un ricco confronto con ricadute verificabili e produttive a largo raggio.La vita della Scuola attualmente appare stentata e se non si inserisce in questo circuito virtuoso, rischia di trasformarsi in un ente senza mordente destinato prima o poi a “spegnersi. Acireale non può permettersi di rinunciare a questa possibile leva dello sviluppo territoriale e deve fare la propria parte non soltanto per non farla scomparire, ma soprattutto – ribadisco – per agevolare un impegno comune per un “radicamento” forte e propulsivo nel territorio. Qualche tentativo è stato fatto, ma ora ci troviamo ad un bivio: rinnovarsi o scomparire.Si propone l’elaborazione di un piano di valorizzazione, previ contatti con il coordinamento generale e di settore attuale della scuola, che conduca, una volta strutturato, ad un accordo da formalizzare con impegni reciproci, possibilmente in una conferenza di servizi in cui siano coinvolti tutti gli enti a vario titolo interessati alla tematica della pubblica amministrazione.I Club Service della città dichiarano la loro disponibilità ad intervenire attivamente in questa operazione strategica e sollecitano a tal fine un confronto propositivo con l’Amministrazione acese, quale base di partenza per l’avvio di un percorso non facile, ma certamente urgente e indifferibile.

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Proposta “Campus Polisportivo”

Lo sviluppo di un territorio può passare anche dalla promozione dello sport, in special modo se le squadre che rappresentano la città riescono ad approdare in categorie elevate. In un passato, tutto sommato recente, Acireale ha avuto modo di essere protagonista in varie discipline, su tutte il calcio con la storica partecipazione a due campionati di serie B; la città, comunque, si è “difesa” bene anche sul fronte di scherma, pallanuoto, pallamano, calcio a 5 e pallacanestro. Un panorama, insomma, variegato alla luce del quale emerge in maniera chiara come esistano tante opportunità di pratica sportiva per i giovani acesi. Da qui l’ipotesi della realizzazione di un “campus polisportivo”, la cui fruizione possa andare oltre l’ambito strettamente locale per diventare un elemento di attrazione per il territorio, capace di aumentarne la competitività. Il “campus” dovrebbe rivolgersi all’esterno proponendo non solo la disponibilità di una struttura efficiente ma anche la bontà delle temperature garantite dalla nostra zona che può contare su di una buona ossigenazione dell’aria ed una bassa piovosità. Il Censis non ha mancato di rilevare come, negli ultimi anni, sia cresciuta la domanda turistica di attività sportive, capace di raggiungere il quinto posto nell’indice di gradimento dei cosiddetti “vacanzieri”. Il volume di affari ad esso collegata si aggira tra gli 8 miliardi di euro l’anno ed incide per il 7% sul Pil turistico nazionale. Dati che dovrebbero indurre ad una profonda riflessione, tanto gli amministratori della cosa pubblica che i privati. Le risorse da impegnare per la realizzazione di un “campus polisportivo” adeguato, è chiaro, sono consistenti ma su questo fronte può venire “in soccorso” l’Istituto per il credito sportivo che ha, ormai, intrapreso una politica estensiva per quanto attiene la concessione di finanziamenti. Interlocutore dell’Ics, infatti, sono soggetti pubblici o privati che perseguano, anche indirettamente, finalità sportive, ricreative e di sviluppo dei beni e delle attività culturali. V’è da ritenere che l’Istituto per il credito sportivo possa considerare il progetto del “campus polisportivo” una scelta sostenibile dal punto di vista sociale ed ambientale oltre che vincente sotto il profilo economico, criteri che pone alla base delle concessioni di finanziamenti.

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Proposta: “Citta’ della Cartapesta”

La proposta consiste nella realizzazione di una struttura idonea ad allocare botteghe artigianali e negozi adibiti principalmente alla produzione e alla vendita di oggetti in cartapesta.Sono previsti, altresì, spazi espositivi atti ad accogliere una mostra permanente sul Carnevale di Acireale e sulla lavorazione della cartapesta per mettere in rilievo il notevole percorso evolutivo di questa manifestazione, nonché l’ottimo livello raggiunto dai nostri maestri d’arte della cartapesta.Così come sono previste strutture atte ad ospitare corsi di formazione rivolti a giovani interessati a questa tradizione acese.La cittadella, inoltre, sarà organizzata in modo da ospitare annualmente i carri allegorico – grotteschi classificati tra i primi tre nella precedente edizione del Carnevale acese, così come i carri allegorico – grotteschi in miniatura vincitori del concorso che ogni anno viene bandito dal Comune di Acireale.

caratteristicheL’esposizione di maschere, bozzetti, poster e materiale vario che testimoniano e rappresentano la storia e l’evoluzione della produzione degli artigiani carristi e dell’evento “Carnevale di Acireale” costituirebbe senz’altro un museo originale e difficilmente imitabile.L’esposizione di alcuni carri premiati nella precedente edizione in tutta la loro magnificenza di luci, colori, movimenti rappresenterebbe un vero spettacolo per il visitatore.I carri potrebbero essere presentati in giorni e ore prefissati o su prenotazione di gruppi. La fruibilità di queste opere risulterebbe, quindi, meno limitata e darebbe maggiore soddisfazione ai realizzatori. L’esposizione dei carri, altresì, renderebbe il museo dinamico in quanto ogni anno verrebbero sostituite le opere esposte con un totale rinnovamento dello spettacolo.

ubicazioneUn’ipotesi di ubicazione della “cittadella della cartapesta” potrebbe essere l’ultimo tratto del terreno del prolungamento del Corso Italia, in prossimità dello svincolo. Detta ipotesi potrebbe facilitare il raggiungimento della cittadella sia a coloro che provengono dall’autostrada, sia per coloro che provengono dalla S.S. 114. Lo spazio individuato in detta ipotesi consentirebbe, inoltre, la realizzazione di ampi parcheggi esterni e nei piani cantinati fruibili, nonché l’inserimento di un adeguato verde attrezzatoDetta proposta, inoltre, potrebbe consentire ai frequentatori della cittadella una visita agevole della città stessa di Acireale e dei suoi monumenti.

schema progettualeIl progetto nelle sue linee geometriche è inscritto in un quarto di cerchio e si articola in due corpi. In ognuno dei due corpi si inseriscono delle simmetrie che creano spazi e volumi da destinare alle esigenze funzionali del progetto proposto. Nel corpo principale sono previsti tre grandi contenitori con ampie pareti trasparenti atti ad ospitare i primi tre carri allegorico – grotteschi classificati ogni anno. Due ampi locali, inoltre, saranno adibiti alla lavorazione della cartapesta e predisposti ad ospitare la totalità dei carri in miniatura della precedente edizione del concorso. Nel corpo principale gli spazi saranno organizzati in modo da poter tenere corsi di formazione per la lavorazione di oggetti in cartapesta.Il secondo corpo ospiterà botteghe artigiane e negozi adibiti principalmente alla vendita di oggetti in cartapesta. Un ampio spazio sarà adibito alla ristorazione e contemporaneamente ad una mostra permanente sul Carnevale di Acireale.

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RIFLESSIONI SULLA PROPOSTA DI VARIANTE ALLA STATALE 114 NEL TRATTO DI ACIREALE

Al fine di integrare la città di Acireale al suggestivo borgo di Santa Caterina, nonché collegare direttamente il quartiere del Suffragio al parco della Timpa è necessario rendere la statale una strada urbana, turisticamente attrezzata con passeggiatoi pedonali altamente panoramici e piste ciclabili, eliminando l’eccessivo traffico e riducendolo a quello strettamente cittadino e turistico.Per far ciò è stato proposto: da più parti - L’interramento della statale dal distributore Esso a quello Agip.- Lo spostamento della statale a monte di Acireale. A partire dallo svincolo di capo mulini

con sbocco sulla circonvallazione nord (Viale C. Colombo) per poi proseguire su questa sino al suo attuale innesto con la statale.

Esaminando le due proposte:a stretto vigore per valutare bene il problema prima di procedere, sarebbe necessario fare una valutazione del tipo di traffico che si svolge sulla statale e sulla mobilità di tutto l’hinterland Acese.Infatti bisogna tener anche conto dell’esistenza, a monte di Acireale dell’autostrada che collega direttamente i comuni di Catania, Acireale, Giarre per cui il traffico che normalmente scorre sulla statale, nel tratto di Acireale è quello relativo all’utenza che va da Ognina verso Acireale città, verso le sue frazioni a mare e verso le frazioni poste a Sud di Giarre e viceversa.Quindi un traffico limitato.Comunque tralasciando quanto sopra detto, sulle proposte si possono fare le seguenti considerazioni:Il tracciato in galleria si presenta di difficile realizzazione in quanto a monte non esiste il tracciato della ferrovia ed il quartiere Suffragio, a valle la Timpa quasi a strapiombo ed il quartiere Santa Caterina nonché tutti i vincoli paesaggistici ed ambientali, ed il pericolo di dissesto geologico.Resterebbe la soluzione di seguire lo stesso tracciato della statale. In questo caso ci si trova un ostacolo insormontabile in quanto ci si scontra con la galleria della ferrovia. Altro motivo di riflessione è la durata dei lavori ( Pubblici )Dove verrà trasferito il traffico in tutti quegli anni che saranno necessari se non interrotti, tra l’altro, da vicissitudini varie?Pertanto sarebbe più economico, utile fattibile lo spostamento della statale a monte di Acireale.A tal proposito si ricorda che tale opera è stata prevista nel piano regolatore di Acireale in data antecedente al 1995 e che nel mese di ottobre dello stesso anno è stato redatto per conto del comune di Acireale un progetto denominato “Completamento asse attrezzato” avente le caratteristiche di una strada statale di grande traffico, a doppia carreggiata a sensi unici. Detto progetto ha acquisito il parere favorevole della commissione edilizia comunale in data 16 maggio 1996.Inspiegabilmente, nel vigente piano regolatore, questo progetto è stato eliminato e sostituito con la previsione di una strada urbana ad una sola carreggiata ed un tracciato più corto in quanto utilizza nel tratto finale, “ zona Madonna delle Grazie”, un tratto della vecchia statale compreso tra la via Volano e lo svincolo di Capo Mulini.Dato il ruolo che deve svolgere tale variante alla statale si consiglia il percorso totale e lo sbocco previsto nel progetto sopra citato anche per la nuova proposta del piano regolatore, verificandone la fattibilità in base allo stato attuale luoghi ed inoltre di prevedere un ulteriore ammodernamento degli svincoli del viale C. Colombo nel tratto compreso tra gli svincoli di via Lazzaretto e quello della statale.

la scheda tecnica del progetto del 1995 è la seguente.

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Ingresso su viale C. Colombo ed uscita sulla statale 114 a circa 200 mt a nord del bivio per Capo Mulini.Svincoli: sul corso Italia, Area cimitero, S. Giovanni, zone produttive.Due carreggiate a senso unico ciascuna composta da due corsie di mt 3,50 + corsia di emergenza di mt 3,00 + mt 1,00 di marciapiedi.Le due carreggiate hanno uno spartitraffico di mt 2,00Quindi complessivamente la larghezza totale è di 24,00 metri.La lunghezza dell’asse stradale è di Km 9,782Lungo l’asse del tracciato si trovano due gallerie artificiali situate a monte ed a valle dello svincolo per Aci Catena per una lunghezza complessiva di Km 0,520 oltre ad una galleria per l’attraversamento della ferrovia di Km 0,082I viadotti hanno una lunghezza complessiva di Km 0,900 circa.L’impianto di illuminazione riguarda: illuminazione dell’asse stradale, - tutti gli svincoli – tutte le gallerie gli spazi sistemati a verde.Il costo complessivo previsto in linea di massima è di € 80.000.000/00

Il progetto va tutto rivisto in base alla situazione attuale.Considerato che il progetto sopra descritto, in atto è stato cancellato dal piano regolatore e sostituito da altra previsione di caratteristiche diverse sarebbe opportuno completare la presente relazione anche con una scheda tecnica relativa alla nuova proposta, onde procedere ad un corretto confronto in base alle esigenze del traffico e l’interesse comunale.Purtroppo a causa della brevità del tempo concesso ed ad un malinteso sulle date di presentazione delle proposte, nonché alla mancanza totale dei carteggi relativi al nuovo piano regolatore non è stato possibile completare tale studio.Comunque si resta a disposizione per completare tale raffronti e quindi la proposta all’Ente.Intanto si fa presente che l’uno o l’altro progettava realizzato in quanto Acireale ne ha estremo bisogno.Si raccomanda all’Ente, se non lo ha ancora fatto, di realizzare uno studio approfondito sulla mobilità nel territorio che favorirebbe la scelta della tipologia della viabilità da realizzare.