ACI L’auto ci ha fatto crescere. Ora diamogli un futuro · Expo 2015 Lunedì 22 dicembre 2014...

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Eventi Lunedì 22 dicembre 2014 50 Expo 2015 L’Aci promuove la cultura dell’auto anche organizzando iniziative culturali legate alle auto storiche e corsi di guida sicura Per guardare avanti con fidu- cia non basta ridurre le tas- se sui veicoli: per difendere veramente gli automobilisti bisogna garantire un futuro all’utilizzo dell’auto, attuan- do una vera e propria rifor- ma della mobilità. L’Automobile Club d’Ita- lia - la più antica istituzione dell’auto in Italia - ne discute da tempo, forte del know- how e dell’esperienza evoluta in 110 anni di storia. Anche all’interno del tavolo tecnico sull’automotive al ministero dello Sviluppo Economico, Aci ha avanzato una serie di ■■ ACI / L’attività dell’Automobile Club d’Italia in un Paese dove, ogni anno, si registrano 35 miliardi di spostamenti individuali alla guida di mezzi privati L’auto ci ha fatto crescere. Ora diamogli un futuro proposte tra cui un pacchetto ad hoc per le auto aziendali. Queste ultime rappresentano una componente strategica per il rilancio del settore e il rinnovo del parco circolante. Per consolidare i flebili se- gnali ancora vitali del merca- to, mostrati prevalentemente proprio dalle flotte aziendali, Aci propone l’aumento della deducibilità dell’iva e l’aboli- zione del superbollo. Questi provvedimenti produrrebbe- ro benefici non solo a livello economico-produttivo, ma anche sociale e ambientale: incentivare il parco aziendale significa alimentare un pro- cesso continuo di ricambio di quell’insieme di 37 milio- ni di auto che oggi circolano sulle nostre strade, di cui più di 3,5 milioni con più di 10 anni di età. La vetustà del parco veicolare è un altro problema eviden- ziato dall’Aci, che genera pe- santi ripercussioni in termini di sicurezza stradale e soste- nibilità ambientale: in Italia l’età media delle automobili è ormai di 9,5 anni, la più alta d’Europa; il rischio di morire in un incidente a bordo di un veicolo di 10 anni è più che doppio rispetto a una vettura di nuova immatricolazione; un Euro1 a benzina del 1993 fa registrare emissioni di monossido di carbonio supe- riori del 172% rispetto a un Euro4; un diesel Euro1 rila- scia 27 volte il quantitativo di polveri sottili di un moderno Euro5. Le auto vecchie sono quin- di un problema economico, sociale ed ambientale che va affrontato subito con misure strutturali. Aci ha inviato al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti un progetto con un insieme di misure in grado di razionalizzare il settore della Pubblica Am- ministrazione legato alla mobilità, con grandi rispar- mi per le famiglie e lo Stato. Per sostenere concretamente il mercato automobilistico servono incentivi per il ri- cambio dei veicoli, ma non episodici come in passato perché devono produrre ef- fetti consolidati. Prima an- cora di guardare al nuovo, sono fondamentali incentivi per sostituire i vecchi veicoli Euro0/1 con Euro4/5, anche usati, più moderni, efficienti ed ecologici. Parco mezzi vecchio, inquinante e insicuro. Servono provvedimenti strutturali per rinnovarlo. Rilanciare anche le flotte aziendali N el 1906 l’Expo di Mila- no si apriva all’insegna dei trasporti. Dopo quasi 110 anni, con Expo 2015 che torna a Milano, la mobilità in generale e l’automobile in particolare rappresenta- no ancora i fulcri strategici della nostra economia e della nostra vita. Lo dimostra un numero su tutti: ogni anno in Italia si registrano oltre 35 miliardi di spostamenti indi- viduali, per lo più con mezzi privati. Proprio per la sua centrali- tà, il settore dell’auto è stato il primo a subire gli effetti della crisi economica e senza adeguati correttivi strategici sarà l’ultimo a vedere la fi- ne del tunnel di stagnazione congiunturale che stiamo at- traversando. Il mercato automobilistico ha perso quasi il 50% delle vendite in sei anni e ormai chiude un concessionario al giorno. I costi crescenti del mezzo privato sono la prima causa di questo crollo: gli au- tomobilisti provano a rispar- miare utilizzando meno le quattro ruote, ma mantenere un’auto costa più di 3.500 eu- ro l’anno tra benzina, assicu- razione, parcheggi, multe e manutenzione. Il carburante e la rc-auto sono le prime voci di spesa che hanno subìto forti incre- menti negli ultimi anni e in 15 anni il costo di benzina e gasolio è aumentato del 95% mentre l’assicurazione è rin- carata nello stesso periodo del 150%, rispetto a un anda- mento dei prezzi al consumo in crescita di circa il 70%. Nel 1990 gli oneri fiscali a carico degli automobilisti ammon- tavano a 28 miliardi di euro mentre oggi superano 62 mi- liardi. sente con due Dop (Tuscia e Canino) e con tutti i 60 comu- ni che fanno parte di queste due Denominazioni di origi- ne protetta. Non da meno i vini bianchi e rossi Doc e Igt. “Ci sono molti altri prodotti per cui la Tuscia è famosa - continua Peparello -, come le nocciole, per esempio la Dop gentile romana, che vanta- no la metà della produzione nazionale. Non da meno le castagne. Rinomata è pure la produzione ortofrutticola. Un fiore all’occhiello poi sono i prodotti enogastronomici di ■■ CAT CONFESERCENTI VITERBO / Il Centro sviluppo imprese capofila di un progetto per Expo 2015 Eccellenze alimentari da 60 Comuni La Tuscia con Provincia e Camera di Commercio presenta prodotti e turismo gastronomico S pingere lo sviluppo del si- stema Lazio e della provin- cia di Viterbo in particolare. Promuovere, valorizzare, in- ternazionalizzare, per mettersi nelle condizioni di competere su scala globale, passando dal- le eccellenze agroalimentari del territorio, dalla promo- zione turistica e delle risorse ambientali, senza dimenticare i servizi e l’integrazione. È da qui che prende il via il progetto del Cat, Centro svi- luppo imprese Confesercenti di Viterbo, capofila del pro- getto per Expo Milano 2015 in partenariato con la Provin- cia di Viterbo e la Camera di Commercio di Viterbo, redat- to in sintonia con quanto pre- visto dal bando della Regione Lazio secondo le finalità coe- renti con il tema dell’evento, “Nutrire il pianeta, Energie per la Vita”. “Come tutte le attività di so- stegno e promozione portate avanti finora - afferma il pre- sidente Vincenzo Peparello - anche questo progetto punta alla qualificazione di Viterbo e del territorio. Il programma per l’Expo è di ampie vedute e vuole potenziare i fattori già di per sé strategici, non per nulla è incentrato su promo- zione, valorizzazione e com- mercializzazione delle eccel- lenze dell’agroalimentare. Ma non solo”. Viterbo, in campo di agroa- limentare, è ben posizionata nel Lazio, con fatturati im- portanti che derivano dalla produzione dell’olio extraver- gine di oliva, addirittura pre- nicchia, che si caratterizzano per la piccola produzione di altissima qualità, apprezzati da un proprio target di clien- tela”. Insomma, la Tuscia è una provincia che investe su se stessa, per essere più attratti- va e competitiva, decisa a far incontrare l’offerta con la do- manda su scala globale, qua- lificando e valorizzando spe- cifiche filiere di produzione. “La Confesercenti di Viterbo, per mezzo del Cat - spiega Pe- parello -, ha organizzato per il 2015 un workshop in campo agroalimentare, dove sono invitati i buyers del settore, mentre Visituscia è un’altra grande opportunità per il territorio, un evento dedicato al turismo enogastronomico con la partecipazione di una cinquantina di buyers a livello internazionale”. Che la Confesercenti viter- bese lavori allo sviluppo del territorio non è una novità, come mostra la fitta azione di sostegno alle imprese. “La crisi non risparmia nessuno e a soffrirne sono tutti - sot- tolinea Peparello -, è fonda- mentale lavorare a fianco delle aziende locali con in- terventi nel credito a loro favore e con un occhio par- ticolare per l’internazionaliz- zazione, l’export, la presenza sui mercati a supporto della partecipazione di tali realtà a fiere e workshop di settore, nazionali e internazionali. Essenziali sono le attività rivolte a incentivare l’aggre- gazione in rete di imprese e consorzi di produzione”. Ne è un esempio il progetto di internazionalizzazione Golfo Arabico Kuwait realizzato nel 2012 con il contributo della Regione Lazio e lo è ora quel- lo con la Romania, sempre rivolto al comparto agroa- limentare, tra gennaio e di- cembre 2015, per organizzare e promuovere i prodotti tipici e tradizionali di qualità della Tuscia sul mercato estero. A dare man forte alle aziende è ancora una volta l’impegno della Confesercenti di Viterbo a fianco al suo tessuto econo- mico, misurabile in un altro intervento importante messo a punto con il Cat. Si tratta dello Sportello per sostenere le Pmi nel processo di inter- nazionalizzazione industriale e commerciale, con servizi finalizzati a conoscere e sele- zionare i mercati, individuare opportunità di investimento e partner esteri, valutare stru- menti e agevolazioni comu- nitarie, nazionali e regionali, nonché a fornire formazione adeguata per la conoscenza del paese di riferimento. In prima linea, infine, la pro- grammazione negoziata, tra pubblico e privato, che per- mette all’associazione viterbe- se di essere presente sul terri- torio con i fatti e non con le parole, perché per crescere e superare le difficoltà è neces- sario che tutti collaborino, dai rappresentanti istituzionali di Comune, Provincia e Camera di commercio all’Università degli studi della Tuscia e alle associazioni di categoria. Vincenzo Peparello, presidente di Confesercenti Viterbo e amministratore del Cat Confesercenti aiuta gli imprenditori a presentare i propri prodotti in occasione di appuntamenti coi buyer esteri

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EventiLunedì 22 dicembre 201450 Expo 2015

L’Aci promuove la cultura dell’auto anche organizzando iniziative culturali legate alle auto storiche e corsi di guida sicura

Per guardare avanti con fidu-cia non basta ridurre le tas-se sui veicoli: per difendere veramente gli automobilisti bisogna garantire un futuro all’utilizzo dell’auto, attuan-do una vera e propria rifor-ma della mobilità. L’Automobile Club d’Ita-lia - la più antica istituzione dell’auto in Italia - ne discute da tempo, forte del know-how e dell’esperienza evoluta in 110 anni di storia. Anche all’interno del tavolo tecnico sull’automotive al ministero dello Sviluppo Economico, Aci ha avanzato una serie di

■■■ ACI / L’attività dell’Automobile Club d’Italia in un Paese dove, ogni anno, si registrano 35 miliardi di spostamenti individuali alla guida di mezzi privati

L’auto ci ha fatto crescere. Ora diamogli un futuro proposte tra cui un pacchetto ad hoc per le auto aziendali. Queste ultime rappresentano una componente strategica per il rilancio del settore e il rinnovo del parco circolante. Per consolidare i flebili se-gnali ancora vitali del merca-to, mostrati prevalentemente proprio dalle flotte aziendali, Aci propone l’aumento della deducibilità dell’iva e l’aboli-zione del superbollo. Questi provvedimenti produrrebbe-ro benefici non solo a livello economico-produttivo, ma anche sociale e ambientale: incentivare il parco aziendale significa alimentare un pro-cesso continuo di ricambio di quell’insieme di 37 milio-ni di auto che oggi circolano sulle nostre strade, di cui più di 3,5 milioni con più di 10 anni di età.La vetustà del parco veicolare è un altro problema eviden-ziato dall’Aci, che genera pe-santi ripercussioni in termini di sicurezza stradale e soste-nibilità ambientale: in Italia l’età media delle automobili è ormai di 9,5 anni, la più alta d’Europa; il rischio di morire in un incidente a bordo di un veicolo di 10 anni è più che

doppio rispetto a una vettura di nuova immatricolazione; un Euro1 a benzina del 1993 fa registrare emissioni di monossido di carbonio supe-riori del 172% rispetto a un Euro4; un diesel Euro1 rila-scia 27 volte il quantitativo di polveri sottili di un moderno Euro5. Le auto vecchie sono quin-di un problema economico, sociale ed ambientale che va affrontato subito con misure strutturali. Aci ha inviato al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti un progetto con un insieme di misure in grado di razionalizzare il settore della Pubblica Am-ministrazione legato alla mobilità, con grandi rispar-mi per le famiglie e lo Stato. Per sostenere concretamente il mercato automobilistico servono incentivi per il ri-cambio dei veicoli, ma non episodici come in passato perché devono produrre ef-fetti consolidati. Prima an-cora di guardare al nuovo, sono fondamentali incentivi per sostituire i vecchi veicoli Euro0/1 con Euro4/5, anche usati, più moderni, efficienti ed ecologici.

Parco mezzi vecchio, inquinante e insicuro. Servono provvedimenti strutturali per rinnovarlo. Rilanciare anche le flotte aziendali

Nel 1906 l’Expo di Mila-no si apriva all’insegna

dei trasporti. Dopo quasi 110 anni, con Expo 2015 che torna a Milano, la mobilità in generale e l’automobile in particolare rappresenta-no ancora i fulcri strategici della nostra economia e della nostra vita. Lo dimostra un numero su tutti: ogni anno in Italia si registrano oltre 35 miliardi di spostamenti indi-viduali, per lo più con mezzi privati.Proprio per la sua centrali-tà, il settore dell’auto è stato il primo a subire gli effetti

della crisi economica e senza adeguati correttivi strategici sarà l’ultimo a vedere la fi-ne del tunnel di stagnazione congiunturale che stiamo at-traversando. Il mercato automobilistico ha perso quasi il 50% delle vendite in sei anni e ormai chiude un concessionario al giorno. I costi crescenti del mezzo privato sono la prima causa di questo crollo: gli au-tomobilisti provano a rispar-miare utilizzando meno le quattro ruote, ma mantenere un’auto costa più di 3.500 eu-ro l’anno tra benzina, assicu-

razione, parcheggi, multe e manutenzione. Il carburante e la rc-auto sono le prime voci di spesa che hanno subìto forti incre-menti negli ultimi anni e in 15 anni il costo di benzina e gasolio è aumentato del 95% mentre l’assicurazione è rin-carata nello stesso periodo del 150%, rispetto a un anda-mento dei prezzi al consumo in crescita di circa il 70%. Nel 1990 gli oneri fiscali a carico degli automobilisti ammon-tavano a 28 miliardi di euro mentre oggi superano 62 mi-liardi.

sente con due Dop (Tuscia e Canino) e con tutti i 60 comu-ni che fanno parte di queste due Denominazioni di origi-ne protetta. Non da meno i vini bianchi e rossi Doc e Igt. “Ci sono molti altri prodotti per cui la Tuscia è famosa - continua Peparello -, come le nocciole, per esempio la Dop gentile romana, che vanta-no la metà della produzione nazionale. Non da meno le castagne. Rinomata è pure la produzione ortofrutticola. Un fiore all’occhiello poi sono i prodotti enogastronomici di

■■■ CAT CONFESERCENTI VITERBO / Il Centro sviluppo imprese capofila di un progetto per Expo 2015

Eccellenze alimentari da 60 Comuni La Tuscia con Provincia e Camera di Commercio presenta prodotti e turismo gastronomico

Spingere lo sviluppo del si-stema Lazio e della provin-

cia di Viterbo in particolare. Promuovere, valorizzare, in-ternazionalizzare, per mettersi nelle condizioni di competere su scala globale, passando dal-le eccellenze agroalimentari del territorio, dalla promo-zione turistica e delle risorse ambientali, senza dimenticare i servizi e l’integrazione.È da qui che prende il via il progetto del Cat, Centro svi-luppo imprese Confesercenti

di Viterbo, capofila del pro-getto per Expo Milano 2015 in partenariato con la Provin-cia di Viterbo e la Camera di Commercio di Viterbo, redat-to in sintonia con quanto pre-visto dal bando della Regione Lazio secondo le finalità coe-renti con il tema dell’evento, “Nutrire il pianeta, Energie per la Vita”. “Come tutte le attività di so-stegno e promozione portate avanti finora - afferma il pre-sidente Vincenzo Peparello -

anche questo progetto punta alla qualificazione di Viterbo e del territorio. Il programma per l’Expo è di ampie vedute e vuole potenziare i fattori già di per sé strategici, non per nulla è incentrato su promo-zione, valorizzazione e com-mercializzazione delle eccel-lenze dell’agroalimentare. Ma non solo”. Viterbo, in campo di agroa-limentare, è ben posizionata nel Lazio, con fatturati im-portanti che derivano dalla produzione dell’olio extraver-gine di oliva, addirittura pre-

nicchia, che si caratterizzano per la piccola produzione di altissima qualità, apprezzati da un proprio target di clien-tela”. Insomma, la Tuscia è una provincia che investe su se stessa, per essere più attratti-va e competitiva, decisa a far incontrare l’offerta con la do-manda su scala globale, qua-lificando e valorizzando spe-cifiche filiere di produzione. “La Confesercenti di Viterbo, per mezzo del Cat - spiega Pe-parello -, ha organizzato per il 2015 un workshop in campo agroalimentare, dove sono invitati i buyers del settore, mentre Visituscia è un’altra grande opportunità per il territorio, un evento dedicato al turismo enogastronomico con la partecipazione di una cinquantina di buyers a livello internazionale”. Che la Confesercenti viter-bese lavori allo sviluppo del territorio non è una novità, come mostra la fitta azione di sostegno alle imprese. “La crisi non risparmia nessuno e a soffrirne sono tutti - sot-tolinea Peparello -, è fonda-mentale lavorare a fianco delle aziende locali con in-terventi nel credito a loro favore e con un occhio par-ticolare per l’internazionaliz-zazione, l’export, la presenza sui mercati a supporto della partecipazione di tali realtà a fiere e workshop di settore, nazionali e internazionali. Essenziali sono le attività rivolte a incentivare l’aggre-gazione in rete di imprese e

consorzi di produzione”.Ne è un esempio il progetto di internazionalizzazione Golfo Arabico Kuwait realizzato nel 2012 con il contributo della Regione Lazio e lo è ora quel-lo con la Romania, sempre rivolto al comparto agroa-limentare, tra gennaio e di-cembre 2015, per organizzare e promuovere i prodotti tipici e tradizionali di qualità della Tuscia sul mercato estero. A dare man forte alle aziende è ancora una volta l’impegno della Confesercenti di Viterbo a fianco al suo tessuto econo-mico, misurabile in un altro intervento importante messo a punto con il Cat. Si tratta dello Sportello per sostenere le Pmi nel processo di inter-nazionalizzazione industriale e commerciale, con servizi finalizzati a conoscere e sele-zionare i mercati, individuare opportunità di investimento e partner esteri, valutare stru-menti e agevolazioni comu-nitarie, nazionali e regionali, nonché a fornire formazione adeguata per la conoscenza del paese di riferimento. In prima linea, infine, la pro-grammazione negoziata, tra pubblico e privato, che per-mette all’associazione viterbe-se di essere presente sul terri-torio con i fatti e non con le parole, perché per crescere e superare le difficoltà è neces-sario che tutti collaborino, dai rappresentanti istituzionali di Comune, Provincia e Camera di commercio all’Università degli studi della Tuscia e alle associazioni di categoria.

Vincenzo Peparello, presidente di

Confesercenti Viterbo e

amministratore del Cat

Confesercenti aiuta gli imprenditori a presentare i propri prodotti in occasione di appuntamenti coi buyer esteri