Accoglienza diffusa e storie locali · 3.6.3 Le fasi del viaggio, le influenze nel processo...
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Pasquale Stroia
Accoglienza diffusa e storie locali
Una proposta progettuale legata ai piccoli territori
Questo documento contiene un estratto della Tesi di Laurea Magistrale in Progettazione dei sistemi
turistici dal titolo “Tra marketing, persone e web, Costruire Turismo in piccoli territori”, discussa da
Pasquale Stroia il 17 aprile 2013 presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Firenze.
Relatore: Prof. Emilio Becheri;
Correlatore: Prof.ssa Margherita Azzari.
L’indice, l’introduzione, il primo e il quinto capitolo, le conclusioni, la bibliografia e le fonti web sono
riportate in versione integrale; il restante (secondo, terzo e quarto capitolo) viene solo indicato
nell’indice. Per chi fosse interessato, può contattarmi direttamente via email:
[email protected]; sul blog: www.costruireturismo.com; su twitter: @pasqualestroia.
Termini e condizioni d’uso sono indicate nell’ultima pagina.
Tra marketing, persone e web Costruire Turismo
in piccoli territori
INDICE
Introduzione 7
1 Perché il marketing, perché le persone, perché il web 10
1.1 Perché il marketing 13
1.2 Perché le persone 15
1.3 Perché il web 18
2 Piccoli territori, turismo e sviluppo locale 22
2.1 Il quadro generale 22
2.2 Turismo e sviluppo locale 26
2.3 La marginalità dei piccoli territori 29
2.4 Il problema ricettività 33
2.5 Le opportunità nascenti dalla marginalità dei piccoli
territori 45
2.6 La governance del turismo nei piccoli territori 50
2.7 Il ciclo di vita turistico di un piccolo territorio 55
2.8 I possibili impatti derivanti da un programma di
valorizzazione e sviluppo turistico 61
2.9 I possibili obiettivi 64
3 Costruire Turismo: pianificare l’offerta in piccoli territori 65
3.1 La valutazione del potenziale turistico rispetto alla
concorrenza 66
3.2 L’analisi socio-demografica 70
3.3 Il sistema di offerta turistico-ricettivo locale e l’analisi
dei flussi 71
3.4 L’immagine e il brand territoriale 74
3.5 L’analisi SWOT – S 75
3.6 La costruzione della proposta turistica locale 78
3.6.1 Turismi e viaggiatori: un identikit 78
3.6.2 La segmentazione innovativa del target 82
3.6.3 Le fasi del viaggio, le influenze nel processo
decisionale e la gestione del ricordo 83
4 Costruire turismo: promuovere l’offerta in piccoli
territori 87
4.1 Gli strumenti tradizionali della promozione 87
4.2 La rivoluzione di internet 88
4.2.1 La rivoluzione di internet in Italia 91
4.3 Internet e turismo: un quadro generale 94
4.3.1 Internet e turismo in Italia 100
4.4 Web e social media marketing per piccoli territori 102
4.4.1 Web marketing e immagine dei piccoli territori 106
4.4.2 Lo storytelling per la comunicazione e la
promozione del territorio 108
5 Accoglienza diffusa e storie locali. Una proposta
progettuale legata ai piccoli territori 114
5.1 Accoglienza diffusa e storie locali: il concept e
gli obiettivi generali 115
5.1.1 L’individuazione dei punti fisici diffusi 117
5.1.2 La scelta dei soggetti residenti appartenenti
alla rete 118
5.1.3 La formazione dei mediatori e i sistemi di
compensazione 120
5.1.4 La riconoscibilità 121
5.1.5 La comunicazione del progetto online e la
creazione di una community dedicata 122
5.1.6 Il monitoraggio del progetto: web analysis e
etnografia digitale 124
5.1.7 La riorganizzazione dello IAT centrale e
l’evoluzione delle attività 125
5.1.8 Timetable del progetto 128
5.1.9 L’analisi SWOT e la valutazione dei possibili
effetti 130
Considerazioni finali 134
Bibliografia 137
Fonti web 142
7
INTRODUZIONE
Viviamo in un’Italia ricca di patrimoni materiali e immateriali, siamo
conosciuti nel mondo per la nostra cultura e la nostra storia, per l’arte, per
gli scenari naturalistici, il mare, il clima e la cucina. Le nostre città si
configurano come principali contenitori delle nostre risorse, quelle che da
sempre ci contraddistinguono e muovono milioni di persone verso le nostre
terre. Tuttavia, l’Italia soffre della mancanza di una seria pianificazione,
gestione e promozione del turismo e dei beni culturali che porta alla perdita
di consistenti quote di mercato. Cause di questo declino sono soprattutto:
la mancanza di un brand Italia, dovuto all’eccessiva parcellizzazione
nella governance del turismo dei nostri territori;
la mancanza di innovazione dell’offerta turistica;
l’inadeguatezza imprenditoriale, culturale e istituzionale di un gran
numero di soggetti appartenenti alla lunga filiera turistica italiana.
Il mercato turistico, in questi anni, ha subito radicali trasformazioni
dovute ai cambiamenti nei comportamenti della domanda. I clienti-turisti
hanno acquisito maggior potere decisionale nelle scelte, sempre più
influenzate dal web; le destinazioni faticano ad intercettare la domanda a
causa della standardizzazione dell’offerta costruitasi negli anni passati,
perché ancora legata a vecchi modelli di progettazione e promozione del
territorio ancorati al prezzo come esclusivo strumento di competitività. Ma i
tempi cambiano e in fretta! Oggi il turista si informa da solo, è attivo,
culturalmente in crescita, cerca qualcosa di differente rispetto al solito e che
possa attrarre la sua attenzione, usa internet e i social network. A tali
cambiamenti le destinazioni italiane stanno rispondendo a fatica e con
ritardo, determinando una perdita di competitività dei territori.
Eppure, siamo un'Italia dalle mille sfumature. Non a caso, circa il 70%
dei Comuni italiani conta meno di cinquemila abitanti, un dato che fa
riflettere sulle diversità territoriali che caratterizza il nostro Paese, abituato
ad essere percepito da sempre come il Bel Paese delle grandi città d’arte. E
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se più dei due terzi dei Comuni italiani si contraddistinguono per la piccola
dimensione, è opportuno averne consapevolezza e valorizzare questa
caratterizzazione strutturale. A livello legislativo e nazionale un tentativo è
stato fatto se si pensa ai Sistemi Turistici Locali che hanno generato risultati
contrastanti, ma il presente elaborato vuole concentrarsi dapprima sul
lavoro meticoloso da affrontare a monte di un possibile sviluppo turistico di
un piccolo territorio.
Provenendo in prima persona da una piccola realtà locale, grazie
all’osservazione attenta degli aspetti sociali, quotidiani e amministrativi che
muovono la vita di un piccolo contesto urbano, mi sono reso subito conto
che, nella maggior parte dei casi, i piccoli territori si ritrovano ad affrontare
continue emergenze per garantire continuità alle attività amministrative che
sostengano la loro sopravvivenza, a discapito di molte iniziative di carattere
sociale, culturale e turistico.
Ho cercato, comunque, di individuare in primo luogo le difficoltà che
colpiscono i piccoli e micro territori italiani - causate spesso da
un’eccessiva marginalità -, per poi pensare a come trasformare gli svantaggi
in occasioni di crescita e sviluppo proveniente dal turismo e in armonia con
gli abitanti e con le peculiarità talvolta poco percettibili del territorio stesso.
Si può sintetizzare il lavoro svolto con qualche concetto chiave che
accompagnerà le prossime pagine nell’esternazione delle teorie progettuali
proposte. Si tratterà della centralità delle persone nella pianificazione di un
piccolo territorio, del ruolo che queste assumono in ogni fase progettuale e
della consapevolezza che gli abitanti di un territorio debbano avere nei
confronti delle risorse locali, dei luoghi, della storia, della cultura e delle
tradizioni. La partecipazione attiva e la consapevolezza sono fattori
essenziali alla costruzione di un solido senso di accoglienza verso gli ospiti.
L’accoglienza, infatti, è il biglietto da visita di un territorio e riguarda tutti
indistintamente: operatori (non esclusivamente turistici) e residenti, qualora
si vogliano attrarre visitatori. La consapevolezza e la volontà di una
comunità possono spingere gli operatori del turismo ad un progetto di
valorizzazione del territorio; viceversa, il rifiuto induce ad un percorso che
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parta da una (ri)costruzione della fiducia e della consapevolezza persa o mai
avuta verso i luoghi che si abitano.
Sul fronte dell’offerta bisognerà lavorare sulla costruzione di una
proposta valida in grado di fornire una ragione di scelta al potenziale turista,
facendo attenzione alla progettazione quasi maniacale di ogni aspetto che
metta in contatto l’ospite con la destinazione. Internet ricopre un ruolo
sempre più invadente in tutte le fasi che un turista affronta: dal primordiale
desiderio di andare in vacanza, alla pianificazione, al “consumo”
dell’esperienza, fino a tutto quanto riguarda i momenti successivi al rientro
del viaggio ampliando, così, i punti di contatto tra destinazione e turista che
richiedono anch’essi una progettazione di dettaglio.
La pianificazione del turismo in un piccolo territorio dovrà, quindi,
tenere conto dei sottili equilibri delle comunità locali e dei luoghi che
queste abitano, nonché dei bisogni e degli orientamenti comportamentali
dei turisti d’oggi. Se percepito come invasione, il turismo sarà un fenomeno
di disturbo per una comunità; se percepito come risorsa e arricchimento
interculturale, il turismo sarà occasione di sviluppo del territorio. Spetterà
agli operatori e alle amministrazioni facilitare tale direzione.
Sulla base delle prerogative individuate durante il lavoro di ricerca come
necessarie e alle quali attenersi per progettare turismo in piccoli territori,
l’ultima parte di questo lavoro (capitolo 5) fornisce una proposta
progettuale che vede le persone residenti di un piccolo territorio come
protagonisti, diretti ambasciatori dei luoghi che abitano perché coinvolti in
attività accoglienti e fortemente esperienziali per il turista e il residente
stesso, allo scopo di recuperare, valorizzare e mettere in circolo l’immenso
patrimonio informativo custodito dalle persone.
Ogni territorio è custode di specificità spesso inespresse; ogni territorio è
animato dalle persone che ne abitano i luoghi; ogni territorio ha una storia
da raccontare.
10
Capitolo 1
PERCHÉ IL MARKETING,
PERCHÉ LE PERSONE,
PERCHÉ IL WEB
Il turismo, in Italia, è una delle industrie più redditizie del Paese e allo
stesso tempo, una delle più sottovalutate in termini economici. Nel 2011 gli
arrivi turistici mondiali crescono del 4,6% rispetto al 2010, nonostante la
grave crisi economia che interessa ormai gran parte del Pianeta. L’Europa,
che rappresenta oltre la metà di tutti gli arrivi turistici internazionali, ha
visto più rapidità nella crescita dei flussi (+ 29 milioni di visitatori nel
2011) rispetto ai suoi competitor. Il mercato turistico internazionale , nel
2011, è stato stimato in 1.030 miliardi di Dollari in tutto il mondo,
registrando un 3,9% in più rispetto all’anno precedente. Secondo i dati
mensili e trimestrali per il 2012, gli arrivi turistici internazionali sono
cresciuti del 5% nei primi quattro mesi del 2012, in linea con il trend di
crescita iniziato nel 2010, arrivando, così, a superare per la prima volta il
miliardo di flussi nel 2012.1 [Fig. 1.1]
Figura 1.1 UNWTO, One Billion Tourists
Fonte: www.1billiontourists.unwto.org
1 UNWTO World Tourism Barometer
11
Nel lungo periodo, in sostanza, gli arrivi turistici internazionali hanno
dimostrato una crescita ininterrotta, a tutto favore delle economie mondiali.
[Fig. 1.2]
Figura 1.2 UNWTO, Why tourism matter
Fonte: www.1billiontourists.unwto.org
Tornando in Italia, sul fronte del contributo all’economia, il turismo
rappresenta un settore fondamentale tanto che l’impatto sul PIL nazionale è
stato in media pari al 9%. Secondo le previsioni del WTTC, nel 2010,
l’economia Travel & Tourism (che comprende l’impatto economico diretto
e indiretto generato dal turismo) ammonta a circa 147 miliardi di euro,
contribuendo in misura del 9,4% alla formazione del PIL. Dal lato
occupazionale, il settore turistico da lavoro a quasi 2,5 milioni di persone
occupati in attività dirette ed indirette), pari al 10,9% dell’occupazione
nazionale. 2
Da un’analisi dell’ENIT3, si evince una concentrazione territoriale delle
presenze turistiche in Italia, con la conseguenza che più della metà del
fatturato turistico italiano si raccoglie in sole sei regioni: Veneto,
2 UNWTO, Tourism Highlights, 2012 Edition
3 ENIT, Piano della Performance 2011/2013
12
Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Trentino Alto-Adige e Lazio, a
svantaggio, in particolare, delle regioni del Mezzogiorno. Uno degli
obiettivi dell’Italia sarà, quindi, distribuire i flussi aspirando all’omogeneità
per tutto il territorio nazionale.
L’ENIT identifica tre principali tipologie di destinazioni:
1. distretti turistici maturi: sono quelli che storicamente si sono
sviluppati per primi, e che tuttora rappresentano gran parte
dell’offerta turistica italiana; si nota in essi un’alta incidenza del
valore aggiunto turistico rispetto alle altre economie produttive, e
sono investiti da dinamiche tipiche del compimento del ciclo di vita
del prodotto; sono costituiti prevalentemente da destinazioni
balneari e montane;
2. città d’arte e luoghi dell’italian lifestyle: sono le città dove la
memoria storica e culturale convive con successo con il turismo, e i
luoghi caratterizzati dalla forte identità legata all’italian lifestyle,
attraversati dalle ultime tendenze del turismo: landscape, wellness,
wineland, charme;
3. aree a potenziale sviluppo: sono aree dove le attrattive
paesaggistiche, naturalistiche, culturali, eno-gastronomiche creano
un importante potenziale turistico che ancora deve essere sviluppato
in modo appropriato; qui il turismo potrebbe divenire un forte traino
allo sviluppo economico complessivo.
È su quest’ultima tipologia che si concentrerà gran parte della presente
trattazione, tentando di fornire spunti utili alla soluzione della marginalità
che queste destinazioni vivono. Identificando, quindi, i problemi, le
esigenze e le possibili soluzioni che verranno costruite sulla convivenza e il
giusto mix di ingredienti principali individuati: il marketing, le persone e il
web.
13
1.1 PERCHÉ IL MARKETING
Produrre turismo è un processo sistemico, quindi, complesso, elastico e
dinamico, in quanto, il turismo stesso è un’industria che abbraccia e
intreccia vari settori del comparto economico, culturale e infrastrutturale.
Un sistema è una entità organizzata composta di soggetti ed elementi
interdipendenti, che devono essere compresi nelle loro relazioni all'interno
dell'entità complessiva: la destinazione.
Pianificare le attività che generano lo sviluppo turistico di una
destinazione significa coordinare lo spontaneismo a cui spesso si assiste in
località a vocazione turistica. Dal coordinamento, quindi alla pianificazione,
si giunge ad una destinazione governata in cui le attività svolte a sostegno
dello sviluppo turistico, risultano accomunate dagli stessi obiettivi
perseguendo una stessa mission.
In tal senso, un processo di marketing rivolto ad una destinazione a
vocazione turistica mira a migliorare l’organizzazione e la gestione
(governance) delle risorse presenti su un territorio con azioni analitiche e
strategie operative che, in base ad una visione comune, dovranno assicurare
effetti diretti e indiretti relativi agli obiettivi prefissati con criteri di costi-
benefici in relazione al tempo.
Secondo la World Tourism Organization, un DMO (Destination
Management Organization) è una organizzazione responsabile per il
management e il marketing della destinazione. A livello locale, il DMO è
responsabile per la gestione e il marketing del turismo con competenze su
un’area geografica o una città predefinita, può nascere da un Progetto di
Marketing Territoriale o di Destination Management, che definisce un
sistema di servizi e di risorse coinvolte nello sviluppo e nel governo
dell’offerta turistica integrata, in un contesto territoriale specifico,
esaltandone le caratteristiche identitarie e di differenza competitiva.
Attraverso vecchi e nuovi strumenti del marketing, che verranno
affrontati in seguito, si riesce ad avere una mole di informazioni che
saranno la base del progetto di valorizzazione turistica di una destinazione.
Le informazioni vengono fornite dalle persone, dai turisti o dai mercati e
includono l’ambiente, il territorio, il sistema economico e imprenditoriale
14
locale. Il marketing, quindi, permette di prendere decisioni in relazione ai
risultati delle indagini svolte e impostare, in base a queste, le strategie
necessarie al raggiungimento degli obiettivi. In tal senso, il marketing può
essere considerato da un lato un processo sociale, perché riguarda le
persone; dall’altro, un processo manageriale perché aiuta a prendere
decisioni per cui individui e gruppi di individui ottengono ciò che vogliono
e di cui hanno bisogno mediante la creazione e lo scambio di valore.
È da considerare che oggi i mercati si configurano come reti di relazioni
interattive e interconnesse, spezzando la visione tradizionale alla quale si
era abituati: turista come mero portatore di ricchezza economia in una
destinazione.
Il turista/consumatore, infatti, ricopre un ruolo centrale che non può più
essere pensato come un freddo, anonimo e standardizzato target; bensì va
interpretato come singola persona con la quale instaurare un rapporto
umano basato sulle relazioni. Il mercato, quindi, è una costellazione di
micro segmenti e nano-nicchie con specifiche esigenze, che richiede sempre
più personalizzazione e unicità nei servizi/prodotti, ripudiando di fatto tutto
quanto è standard. Si tratta di un mercato di tanti mercati, ognuno dei quali
con gradi diversi di autonomia.
Personalizzazione, unicità, differenziazione, cura dei dettagli,
accoglienza, esperienza, relazioni, ascolto sono alcuni tasselli centrali da
considerare e sviluppare per un buon progetto di marketing per una
destinazione turistica, in grado di facilitare e mantenere un network di
relazioni tra persone che fruiscono (residenti e turisti), tra persone che
forniscono servizi (operatori ed enti locali), nonché tra i primi e i secondi
assottigliando o eliminando i confini che li contraddistinguono.
Coltivare e contemporaneamente monitorare queste relazioni sarà
d’aiuto da un lato a comprendere comportamenti, bisogni, esigenze,
interessi e soddisfazione del pubblico al quale ci si rivolge; dall’altro a
gestire il ricordo che questo custodisce al rientro della vacanza.
Maggiori saranno le relazioni, maggiore sarà la qualità dell’esperienza
offerta, maggiori saranno i feedback, maggiore sarà la fidelizzazione,
maggiore sarà il ricordo, maggiori saranno le influenze (positive e/o
15
negative) che rappresenteranno una fonte di informazione per gli altri che
avranno l’intenzione di fruire di uno stesso servizio, di una stessa vacanza,
di visitare uno stesso luogo.
È sulle relazioni e sul ricordo che un piccolo territorio può lavorare in
modo ottimale. Le relazioni influenzano le scelte; il ricordo coadiuva la
fidelizzazione.
Uscire dalla logica del prodotto ed entrare in quella dell’esperienza fino
ad abbandonare il sistema del gadget e adottare quella delle relazioni, del
dono, del ricordo, potrebbe essere la macro strategia in base alla quale
pianificare un piccolo territorio.
1.2 PERCHÉ LE PERSONE
Come già illustrato, il turismo non è un comparto fine a se stesso, ma è il
risultato di più elementi e prodotti miscelati tra loro.
Se si conviene sul fatto che le relazioni unite ai prodotti che un territorio
può offrire modulati in maniera esperienziale siano fattori critici per
l’organizzazione turistica di una destinazione, si sta parlando
indubbiamente della centralità delle persone lungo tutto il processo di
costruzione dell’offerta turistica di un territorio.
Gradualmente, in effetti, si assiste ad un cambiamento epocale: la
progettualità non è più dettata da chi occupa i posti migliori nelle gerarchie
locali, ma parte da un confronto allargato e partecipato con quanti quel
posto lo vivono con passione, dedizione, voglia di fare, di migliorare e di
migliorarsi. Lavorare sui residenti, lavorare con i residenti è un buon punto
di partenza a tutto vantaggio dei requisiti minimi che un piccolo territorio -
che vuole fare turismo - deve possedere: consenso e accoglienza.
Il consenso va costruito promuovendo incontri, tavoli di discussione e di
confronto con l’obiettivo di sensibilizzare i residenti al tema turismo;
l’accoglienza sarà, in questo caso, una conseguenza.
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Durante la Terza Assise dell’Ospitalità Italiana4, Giancarlo Dall’Ara,
avvia i lavori con questa affermazione: “L’accoglienza è il maggior punto
di forza del nostro Paese e spesso vale più della promozione e del
marketing. Noi siamo leader nell’accoglienza”. La nostra è un’accoglienza
“calda e relazionale” che rende più di qualsiasi fiera o campagna
pubblicitaria. Ma mancano regole, per cui l’accoglienza viene affrontata in
maniera spontanea che se per certi versi produce effetti positivi (autenticità,
simpatia, genuinità); per altri può produrre effetti negativi (maleducazione).
In Italia si gioca la carta della professionalità che rischia, secondo Dall’Ara,
di produrre troppa standardizzazione nei servizi offerti. L’accoglienza,
piuttosto, deve essere condivisa con un territorio, per questo, è necessario
un “progetto di accoglienza” che riconosca, tra l’altro, il ruolo centrale di
uno IAT quale regista dell’animazione sul territorio e diventi partner ideale
degli operatori turistici.
Perché l’accoglienza torni ad essere un fattore di differenziazione del
nostro Paese, questa deve essere insegnata fin dalle scuole elementari.
Una recente ricerca condotta da Skyscanner (2012), portale di
prenotazione voli e hotel, ha prodotto la World's 10 rudest countries for
travelers, ovvero la classifica mondiale delle destinazioni meno accoglienti.
Il risultato è il prodotto di un’indagine che ha interessato più di 1.200 turisti
tra europei, nordamericani e australiani. La Francia è stata dichiarata
campionessa della maleducazione con il 20% dei voti a sfavore. I francesi,
in effetti, sono conosciuti al mondo per il loro modo poco garbato,
soprattutto nei confronti degli stranieri. La Russia guadagna il secondo
posto con il 16,6% dei voti negativi, seguita dal Regno Unito (10,4%) e
dalla Germania (9,93%). Le barriere linguistiche e le differenze culturali
sono gli aspetti che pesano di più nelle valutazioni dei turisti intervistati. Yi
Bao, marketing manager di Skyscanner per la Cina, fornisce un esempio di
4 La Terza Assise dell’Ospitalità Italiana tenutasi l’11 e il 12 ottobre 2012 a Torri del
Benaco (VE), è l’unico appuntamento nazionale sulle strategie ed i servizi d'Informazione ed Accoglienza Turistica, per favorire e consentire uno scambio di esperienze finalizzato all’individuazione di programmi uniformi per l’attività pubblica nel mondo del turismo. Organizzata da Provincia di Verona Turismo, in collaborazione con la Regione del Veneto, Regione Umbria, la Provincia di Pesaro e Urbino, la Provincia di Ferrara ed il prof. Giancarlo Dall'Ara.
17
"differenza culturale”: mettersi in coda per qualcosa, in occidente è segno di
buona educazione e rispetto, cosa che per i cinesi non è valida. È così che
potrebbero verificarsi scortesie tra culture diverse date dalla cattiva
interpretazione dei comportamenti. La scarsa preparazione (linguistica in
primis) degli operatori e dei lavoratori che operano nel turismo, incide sulle
relazioni interpersonali. Gli addetti cercano di evitare il potenziale
interlocutore (turista) per il timore di gaffe, con conseguenze negative
sull’accoglienza. L’Italia, nell’indagine, si aggiudica la nona posizione.
Un'altra qualità, oltre all’accoglienza, imputabile direttamente alle
persone residenti in un dato luogo, è quella di funzionare come stimolo alla
progettualità di un piccolo territorio. Incoraggiando e valorizzando
adeguatamente ogni singola risorsa umana, questa potrebbe sentirsi parte di
un progetto comune, come quello turistico. Di conseguenza ci si sentirà
invogliati a contribuire in modo proattivo alla “questione turismo” del
proprio territorio, fornendo spunti, idee, riflessioni e strumenti pratici per
l’organizzazione turistica della destinazione. Il compito del DMO, in questo
caso, sarà quello di funzionare come cabina di regia, armonizzando i
contributi e sfruttandoli a vantaggio dell’obiettivo finale: la valorizzazione
del territorio ai fini della costruzione di un’offerta turistica.
Un altro punto di forza: le persone come detentrici di un patrimonio
informativo unico.
Rispetto a quanto si possa trovare su materiale informativo di qualsiasi
genere (cartaceo, digitale, online, ecc.) le persone residenti di un territorio,
che affondano le radici da generazioni in quella terra, posseggono un tesoro
informativo risultato di vita vissuta, tradizioni tramandate e localismi
distintivi di quel territorio. Raccogliere, valorizzare e mettere a sistema tale
patrimonio avrà effetti e conseguenze su più punti che verranno
tecnicamente e operativamente illustrati nell’ultima parte di questo lavoro.
Insomma, le persone come “canale” per raccontare un territorio in maniera
autentica, ruvida.
18
Ancora, le persone come risorsa per umanizzare l’approccio al turismo.
In Italia ce n’è un gran bisogno essendo diventati negli anni un prodotto
piuttosto standardizzato, fermo e freddo. Di umanizzarsi hanno bisogno tutti
gli operatori della lunga filiera turistica magari lavorando meglio sulle
relazioni, senza considerare i turisti esclusivamente come occasione di
business. Così come di umanizzarsi hanno bisogno tutti gli attori che
operano su un piccolo territorio in maniera non strettamente correlata al
turismo: negozianti, forze dell’ordine, dipendenti della Pubblica
Amministrazione, operatori sanitari, operatori del trasporto pubblico, ecc.
L’aggettivo turistico di per sé è considerato in qualche modo
dispregiativo, ché nasconde un significato negativo: menù turistico, località
turistica, stagione turistica, itinerario turistico (perché per i residenti no?),
attrattive turistiche (spesso sinonimo di code interminabili), biglietto in
classe turistica (sinonimo di bassa qualità), ecc.
Sintetizzando, le persone che gravitano su un territorio assumono un
peso importantissimo in ogni fase dell’esperienza che un turista affronta
durante la propria vacanza. Sul fronte organizzativo, quindi, il DMO - in
questa fase preliminare - deve essere in grado di costruire:
consenso;
senso di appartenenza;
accoglienza;
stimolo alla progettualità condivisa e partecipata;
di (ri)costruire il patrimonio informativo unico detenuto dai residenti;
di umanizzare l’approccio al turismo.
1.1 PERCHÉ IL WEB
In questi anni internet, grazie agli incessanti sviluppi tecnologici, ricopre
un ruolo invadente nello svolgimento della vita quotidiana degli individui.
Leggere un quotidiano da un tablet, prenotare un hotel da uno smartphone,
acquistare beni e servizi comodamente seduti sul divano di casa, sono
azioni che non potevamo nemmeno immaginare fino a qualche tempo fa.
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Ma essere connessi, oggi, ha un significato diverso nel mondo del Web
2.0, termine utilizzato per indicare uno stato dell’evoluzione del World
Wide Web, rispetto alla condizione precedente. Si tende a indicare come
Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno
spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente (blog, forum, chat, sistemi
quali Wiki, Youtube, Facebook, Myspace, Twitter, G+, Wordpress,
TripAdvisor, ecc.) (Judicibus, 2008).
La diffusione massiccia del Web 2.0 che permette l’interazione tra sito e
utente nonché direttamente tra utenti, ha generato ripercussioni - in termini
socio-economici - in tutti i settori dell’economia e non. Oggi la gente ama
rendere pubbliche le proprie esperienze condividendo foto, video, pensieri,
notizie, commenti, ecc.
È l’utente, ormai, il protagonista. Colui che decide se, come e quando
generare contenuti positivi e/o negativi nei confronti di un’azienda, di un
marchio, di un servizio e lo fa postando online riflessioni e informazioni
alla propria rete di contatti, che a loro volta commenteranno e
contribuiranno alla costruzione dell’ online reputation.
Roberta Milano (2009) indica i pilastri del web 2.0 sui quali occorre
soffermarsi per capire il fenomeno e tradurlo come opportunità nel settore
turistico:
contenuti generati dagli utenti (UGC) visti come risorsa e non come
minaccia;
il potere collettivo dei piccoli siti che costituiscono la lunga coda e
aprono nuovi mercati;
sfruttamento dell’intelligenza collettiva;
approccio partecipativo (attraverso i blog e altri social network) e
collaborativo (wiki);
accettazione della filosofia del beta perpetuo;
massima fiducia nel contributo degli utenti attraverso recensioni e
giudizi. (Milano, 2009)
Ci troviamo, quindi, di fronte ad utenti attivi, social, desiderosi di
confronto, con precise richieste verso i brand che comunicano sul web:
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sono questi i tratti essenziali degli utenti internet che decidono l’acquisto
delle proprie vacanze. Secondo l’ultima indagine Italia 2.0 di Duepuntozero
Research5 in collaborazione con Doxa, Internet viene utilizzato come un
mezzo per esprimere se stessi e condividere contenuti di interesse (il 47%
del campione analizzato, scrive d’abitudine ciò che sta pensando o facendo
online, il 66% fa sharing), ma soprattutto come un canale fondamentale per
raccogliere informazioni e opinioni: quasi tre quarti del campione fruisce
dei contenuti di altri su Social Network e Forum (il 40% ha dei profili che
visita assiduamente), mentre la metà segue i consigli letti in rete e afferma
di modificare di conseguenza i propri atteggiamenti. Il 74% degli e-
Traveller legge le opinioni di altri relative ad aziende e marche, mentre
quasi il 30% scrive commenti e recensioni relative alle proprie esperienze di
consumo (il 27%, nello specifico, posta recensioni di viaggi in forum e siti
specializzati).
Non possiamo più permetterci di formulare strategie di destination
marketing ignorando tutto quanto è legato al web, al suo utilizzo, alle
possibilità che questo canale è in grado di offrire.
È da considerare, però, che i social network non mettono in connessione
i consumatori, né tantomeno i prodotti; piuttosto connettono le persone a
caccia di onestà, originalità, partecipazione e autenticità. “I mercati sono
conversazioni”, recita la prima delle novantacinque Tesi del Cluetrain
Manifesto, redatto nel lontano 1999 ma quanto mai attuale. E ancora: “I
mercati sono fatti di esseri umani, non di segmenti demografici” che
conversano in modo naturale, umano e non artificioso con il risultato che i
mercati sono diventati più intelligenti, più informati, più organizzati.
Il web mette in relazione le persone con i territori. Il web aggrega, ti fa
sentire parte di un gruppo che condivide una stessa idea, passione, bisogno,
ecc. Un piccolo territorio potrebbe ben godere delle potenzialità del web
mettendo in piazza, in modo strategico, tutte le proprie specificità: cercando
partecipazione, creando interesse e comunità intorno ad un progetto, un
luogo specifico.
5 http://www.duepuntozeroresearch.it/
21
Non c’è davvero bisogno della grande dimensione per stare nel mercato,
o meglio per stare là dove stanno i turisti e là dove avvengono le
conversazioni. Anche le piccole realtà possono farlo e moltissime già lo
stanno facendo proprio grazie alla rivoluzione di internet (Dall’Ara, 2012).
114
Capitolo 5
ACCOGLIENZA DIFFUSA E
STORIE LOCALI.
UNA PROPOSTA
PROGETTUALE LEGATA
AI PICCOLI TERRITORI
«Innovare non è far cose nuove, ma raggiungere obiettivi
in modo nuovo e creativo» [R. Milano]
Il terzo e il quarto capitolo hanno voluto rappresentare una sorta di
introduzione a quest’ultima parte dedicata alla presentazione di una
proposta progettuale in grado di rispondere agli orientamenti della domanda
turistica odierna già visti in precedenza, coinvolgere attivamente i residenti
e capace di fondere gli strumenti di progettazione e marketing utili
all’organizzazione e alla promozione turistica di un piccolo territorio. Nel
terzo capitolo si sono elencate le prerogative da tenere in conto - e alle quali
dovranno attenersi - le strategie adottate in progetti che hanno lo scopo di
pianificare e promuovere un piccolo territorio per ottenere un vantaggio
competitivo, ovvero:
sensibilità della popolazione locale e relativo coinvolgimento;
partecipazione attiva e preparazione di tutti gli stakeholder principali;
attenzione alla tutela del territorio in senso lato;
interpretazione dei bisogni e dei desideri dei turisti;
unicità dell’offerta costruita secondo criteri esperienziali;
attenzione al locale con progressivo abbandono del “turistico”;
accoglienza;
web.
115
Sulla base di queste proprietà, si sviluppa l’idea progettuale denominata
Accoglienza diffusa e storie locali, di cui si tratterà nelle prossime pagine.
5.1 ACCOGLIENZA DIFFUSA E STORIE LOCALI: IL
CONCEPT E GLI OBIETTIVI GENERALI
Per Accoglienza diffusa e storie locale è da intendersi un sistema in
grado di coinvolgere attivamente la popolazione residente di un piccolo
territorio nell’accoglienza, nelle storie e nell’informazione locale relativa ai
luoghi/beni di interesse di una destinazione. L’idea scaturisce
dall’osservazione dei comportamenti di molti abitanti in piccoli borghi che
spesso si prodigano nel dare spiegazioni e informazioni a quei pochi turisti
di passaggio in un territorio, motivati dalla curiosità. Le persone residenti
che si vedono coinvolte in certi atteggiamenti amichevoli, sono per lo più
coloro che da anni hanno in carico la cura di un bene (soprattutto chiese)
del borgo, a titolo gratuito, benché vi abitano nelle immediate vicinanze. Si
occupano dell’apertura e della chiusura alla sera, della pulizia,
dell’ordinaria e piccola manutenzione, ecc. e si mostrano felici e disponibili
se qualcuno si avvicina loro per qualche piccola informazione. A mio
avviso, detengono un patrimonio informativo immenso che diverge dalle
classiche notizie storico-artistiche che si è in grado di trovare anche solo
cliccando su Wikipedia, perché si tratta di persone nate e vissute in un
preciso angolo di un territorio, conoscendone le peculiarità, le curiosità, le
storie, in grado, quindi, di funzionare come mediatori culturali locali.
L’idea di fondo è quella di affiancare al classico IAT sito all’interno di
un Comune - permanete e che rispetti determinati orari garantendo il
servizio tradizionale - un tipo di accoglienza e informazione locale e diffusa
sul territorio, includendo coloro che intendano farne parte: si pensi alle
persone sopra descritte; si pensi ai bar e alle piccole simili attività
commerciali, ai ristoranti e alle strutture ricettive.
Il concetto di “diffuso” al quale si riferisce la proposta progettuale è
ripreso dalla nozione che ne da Giancarlo Dall’Ara relativamente alla
116
tipologia di ricettività alberghiera riconosciuta come Albergo Diffuso:
qualcosa che non si costruisce, ma riutilizza e mette a sistema quanto di già
esistente, che richiede una comunità viva che abita i luoghi del territorio,
che necessita di autenticità e accoglienza.
I soggetti che aderiranno alla rete dovranno essere formati, forniti di una
insegna identificativa da esibire dinanzi alla propria abitazione o attività
commerciale e, in caso di gratuità della loro prestazione, potrebbero essere
premiati con agevolazioni fiscali locali o altri riconoscimenti a discrezione
dell’organizzazione.
Il servizio dovrà prevedere un monitoraggio con sistemi di rilevazione ad
hoc che ne verifichino il funzionamento e dovrà essere integrato con tutti i
servizi di informazione e accoglienza online e tradizionali diretti dallo IAT
centrale. Inoltre, i punti di Accoglienza diffusa e storie locali dovranno
essere geolocalizzati con strumenti e applicazioni 2.0 e messi in Rete allo
scopo di creare una community tra residenti e turisti.
Gli obiettivi generali del progetto nella sua complessità si possono
rintracciare nei punti che seguono:
offrire un servizio originale e fortemente esperienziale per il turista e il
residente;
stimolare la partecipazione attiva della popolazione locale e dei turisti;
costruire una forte consapevolezza nei residenti;
favorire il dialogo (inteso come scambio educativo e culturale, di
arricchimento interpersonale) tra residente e viaggiatore;
mettere in circolo il grande patrimonio informativo e le storie custodite
dalle comunità locali;
presentare un territorio accogliente e organizzato a rete, valorizzandone
gli aspetti meno noti;
creare senso di appartenenza e comunità tra residenti e turisti;
stimolare il racconto online delle esperienze;
costruire una community web attiva e rintracciabile nelle diverse fasi del
viaggio (pre/in/post experience).
117
5.1.1 L’individuazione dei punti fisici diffusi
Una volta stabilita la volontà di organizzare e implementare un progetto
di Accoglienza diffusa e storie locali con tutti gli stakeholder appartenenti al
DMO, in primo luogo, si dovranno individuare i punti fisici diffusi relativi
al territorio oggetto di progettazione. La mappatura delle risorse vista nel
capitolo 3 (Tab. 3.1; 3.2), utile alla valutazione del potenziale turistico, sarà
adeguata al supporto di questa operazione, ma non sufficiente. Andranno
determinati, infatti, i punti di primo contatto che i turisti affrontano in arrivo
nel territorio come fermate degli autobus, parcheggi, ecc., nonché i punti di
sosta (piazze, panchine, ecc.), non presenti nella mappatura delle risorse
territoriali. Ci saranno, quindi, punti di informazione periferici con i quali i
turisti si approcciano principalmente nell’atto di arrivo in un territorio;
all'opposto, ci saranno punti di accoglienza e human storytelling centrali
perché strettamente legati ad un bene specifico: monumenti, chiese, scorci,
ecc., o perché ubicati nelle immediate vicinanze dei punti individuati come
luoghi di sosta. I criteri da considerare nella determinazione dei punti fisici
diffusi sono, dunque, relativi
al posizionamento dei punti di arrivo dei turisti;
all’ubicazione dei principali punti/beni/luoghi di interesse;
alla collocazione dei punti individuati come luoghi di sosta;
alla volontà di valorizzazione di un aspetto nascosto e di difficile
intuizione relativo ad un luogo/bene. Si pensi, a titolo d’esempio, ad una
vista accessibile solo da una particolare angolazione, ad un dettaglio
relativo ad un’opera, ecc.
Seguendo questa procedura, si otterrà una mappa teorica dei punti fisici
diffusi (Tabella 5.1).
118
Tabella 5.1 Mappa teorica dei punti fisici diffusi
PUNTI PERIFERICI / DI PRIMO CONTATTO Punti/luoghi di arrivo dei turisti
Tipologia Ubicazione
Ingresso al paese Via…
Parcheggio Piazza…
PUNTI DI INFORMAZIONE CENTRALI Ubicazione dei principali punti/luoghi/beni di interesse e di particolari aspetti nascosti e di difficile intuizione in cui si crede necessario un punto informazioni
Tipologia Ubicazione
Chiesa di… Via…
Torre… Piazza…
PUNTI DI SOSTA Individuazione dei luoghi in cui i turisti sostano anche per una pausa
Tipologia Ubicazione
Piazza
Panchine Via…
Fonte: Propria elaborazione
5.1.2 La scelta dei soggetti residenti appartenenti alla rete
Individuati i punti fisici diffusi, ovvero i luoghi in cui si necessita di un
punto di Accoglienza diffusa e storie locali, si procede con la convocazione
pubblica della popolazione residente in un piccolo territorio con l’obiettivo
di comunicare le intenzioni progettuali del DMO, sensibilizzare i locali,
creare consenso attorno agli obiettivi, coinvolgere quante più persone
all’interno del progetto che manifesteranno la loro partecipazione attraverso
l’impegno volontario a sostegno dell’iniziativa.
Probabilmente, si dovrà procedere alla selezione dei soggetti per eccesso
di partecipazione o comunque per garantire un servizio che risponda a
determinati requisiti riferiti alla qualità e alla localizzazione (potrebbero
aderire persone residenti in luoghi distanti da quelli individuati nella mappa
teorica dei punti fisici diffusi).
119
I parametri di valutazione che portano alla scelta dei soggetti, per le
persone private, potrebbero essere relativi a:
anzianità (le persone più anziane detengono maggior patrimonio
informativo di quelle più giovani);
vicinanza al punto di contatto individuato;
vicinanza al bene/sito di interesse o luogo di sosta individuato;
predisposizione all’accoglienza;
livello del legame bene/luogo-persona (cosa lega la chiesa “x” alla
persona “y”?);
accessibilità (non per ultimo quella relativa alle persone con disabilità
motorie);
visibilità;
possibilità di collegarsi ad una rete wi-fi gratuitamente;
possibilità di accesso a servizi aggiuntivi (wc, acqua, ecc.).
Allo stesso modo, si possono individuare i parametri di valutazione che
portano alla scelta delle attività commerciali che aderiranno alla rete di
Accoglienza diffusa e storie locali:
anzianità dell’attività commerciale;
vicinanza al punto di contatto individuato;
vicinanza al bene/sito di interesse o luogo di sosta individuato;
predisposizione all’accoglienza del/i titolare/i e dei dipendenti;
accessibilità (non per ultimo quella relativa alle persone con disabilità
motorie);
visibilità;
possibilità di collegarsi ad una rete wi-fi gratuitamente;
possibilità di accesso a servizi aggiuntivi (wc, acqua, ecc.).
Anche in questo caso, per facilitare l’individuazione dei soggetti
candidati alla partecipazione al progetto in qualità di mediatori culturali
locali, potrà essere utile realizzare una scheda per la raccolta dei dati
secondo i parametri sopraelencati.
120
5.1.3 La formazione dei mediatori e i sistemi di
compensazione
Uno degli obiettivi della proposta progettuale è creare partecipazione
volontaria dei residenti alla vita del territorio che abitano, stimolando
creatività, accoglienza e senso di appartenenza. Al contempo, si offre un
servizio, quello dell’Accoglienza diffusa e dell’informazione locale, unico
ed originale non solo ai turisti che gravitano su quel territorio, ma
contemporaneamente a tutta la popolazione che ha voglia di saperne di più
e che nel tempo sarà maggiormente consapevole della ricchezza e del valore
delle risorse locali.
La formazione dei mediatori culturali locali è di fondamentale
importanza per garantire una partecipazione armoniosa, leale e accogliente
degli aspiranti verso le persone che usufruiranno del servizio. Essi dovranno
imparare le regole base dell’accoglienza e della buona educazione verso i
turisti, a porsi in modo gentile e cortese soprattutto in occasioni poco
auspicabili. Bisognerà, insomma, prepararli al peggio e riscontrare in essi
un impegno serio e duraturo verificabile già imponendo l’obbligo alla
frequentazione degli incontri sull’accoglienza come condizione necessaria
per partecipare al progetto.
È importante altresì, o comunque consigliabile, che l’adesione sia
volontaria per garantire un servizio più autentico, perché fatto con il cuore e
non mosso dal mero scopo economico.
Da considerare, sicuramente, è un sistema di compensazione come forma
di riconoscimento verso quelle persone e quelle attività commerciali che si
prodigano nella partecipazione al progetto, da intendersi come forma di
scambio equo tra chi si offre ed opera come mediatore culturale locale e chi
richiede questo tipo di servizio (DMO, amministrazione comunale, enti
locali, ecc.). Le forme di compensazione possono variare dalle agevolazioni
fiscali sulle imposte locali, a veri e propri riconoscimenti con premi e
cerimonie dedicate ai mediatori culturali locali. Soprattutto per le attività
commerciali, questo potrebbe essere un incentivo all’apertura di esercizi
(bar, ristoranti, strutture ricettive, negozi, ecc.) nelle vicinanze dei punti
d’interesse, che si tramuterebbero in servizi al turista oltre che al residente.
121
5.1.4 La riconoscibilità
Individuati e formati i mediatori culturali locali, sono teoricamente
pronti per iniziare la loro attività, ma hanno la necessità di essere
riconoscibili, riconosciuti, messi in rete e in Rete, ovvero online.
Partendo dal primo punto, la riconoscibilità può essere espressa fornendo
loro un’insegna da applicare dinanzi al punto di Accoglienza diffusa e storie
locali (che sia esso un’abitazione privata o un’attività commerciale) che
indichi a quale bene/luogo è legato quel punto (ad esempio una chiesa), il
nome della persona alla quale rivolgersi per informazioni, gli orari da
rispettare, l’esistenza di eventuali servizi aggiuntivi (ad esempio una
connessione ad internet gratuita), i riferimenti di contatto online e con lo
IAT centrale (Figura 5.1).
Figura 5.1 Esempio di insegna Punto di Accoglienza diffusa e storie locali
Fonte: Propria elaborazione
Attraverso incontri organizzati con la cittadinanza e gli stessi mediatori,
ma anche sfruttando altri canali di comunicazione, invece, si giunge alla
legittimazione del ruolo dei soggetti appartenenti alla rete (riconoscenza),
utile a informare i residenti sulla funzione dei punti di Accoglienza diffusa e
122
storie locali. Inoltre, in occasione degli incontri, far raccontare ai mediatori
le storie che appartengono alle persone che abitano lo stesso posto, potrebbe
generare consapevolezza negli ascoltatori, stimolare partecipazione e
accoglienza.
Infine, sarà necessario comporre il puzzle della rete dei punti di
Accoglienza diffusa e informazione locale e portarlo a conoscenza di tutti i
soggetti aderenti; comunicarlo nelle forme che si vedranno in seguito:
offline e online; redigere e distribuire sia ai mediatori culturali locali che ai
turisti, un codice comportamentale per un consapevole espletamento e
utilizzo del servizio.
5.1.5 La comunicazione del progetto online e la creazione di
una community dedicata
I punti di Accoglienza diffusa e storie locali sono stati individuati;
riconosciuti e legittimati i mediatori; dotati di adeguati pannelli
identificativi. Per l’avviamento della loro attività, non resta che comunicare
la loro presenza online, integrarla con le attività dello IAT centrale e con i
canali e gli strumenti di comunicazione tradizionali.
Sul sito web ufficiale della destinazione, sarà necessario creare una
pagina dedicata al servizio, utile alla presentazione del progetto e del suo
funzionamento, che non sia dissociata bensì integrata nelle strategie di web
marketing adottate, per la fattispecie nelle attività di storytelling territoriale.
Altresì, sarà doveroso identificare i punti di Accoglienza diffusa e storie
locali sulle principali piattaforme web di geolocalizzazione come
Foursquare, Google+ Local e Facebook luoghi per sfruttarne le funzioni
nearby, iniziando così a dare forma ad una vera e propria strategia di
marketing SoLoMo (Social, Local, Mobile), ovvero una strategia che sfrutta
i tre strumenti più utilizzati da un turista in viaggio: i social network, la
geolocalizzazione, i dispositivi mobile. SoLoMo indica la convergenza tra
la condivisione di informazioni all'interno di reti sociali (check-in, foto,
video, tweet), prodotte in tempo reale in uno spazio fisico che ci circonda,
messe in Rete attraverso i dispositivi mobile, lasciando, così, una traccia
123
digitale del passaggio di persone che hanno voluto condividere online un
preciso istante della loro esperienza di viaggio e che potrebbe essere
rintracciato e riutilizzato da altre persone e dal web strategist della
destinazione.
Gradualmente, si dovrà lavorare all’attivazione di una community
online, ad esempio avviando un gruppo dedicato su facebook, o comunque,
sfruttando i canali social e web già esistenti, per mantenere viva
l’attenzione sul progetto e favorire le relazioni tra quanti usufruiscono del
servizio di Accoglienza diffusa e storie locali. In una fase successiva, a
distanza di qualche tempo, quando il progetto è ben consolidato e vi sono le
condizioni necessarie, si potrà pensare ad un’evoluzione della community
che si è costruita nel tempo, favorendo il contatto diretto e le relazioni tra le
persone: i turisti e i mediatori culturali locali, realizzando una piattaforma
interattiva ad hoc che incroci beni, luoghi, persone e storie. Bisogna
personificare i mediatori non solo nelle persone più anziane di un territorio,
bensì anche nei giovani, certamente più avvezzi all’uso di tecnologie e
strumenti di nuova generazione, così da poter mettere in contatto turisti e
residenti, curatori di un bene/luogo, già da molto prima che i primi si
rechino fisicamente in un territorio, immaginando che le loro conversazioni
possano continuare durante e dopo l’esperienza di viaggio, condividendone
immagini, racconti, notizie e contenuti di ogni genere e favorendo il ricordo
di quell’esperienza.
Il miglior strumento attualmente in grado di sintetizzare e rendere
“portatile” una community e che ne permette la frequentazione attiva anche
durante un viaggio, è certamente un’applicazione per smartphone e tablet.
Di esempi ne esistono già in giro per la Rete che cominciano a funzionare
proprio con lo scopo di mettere in comunicazione turisti e residenti di un
certo territorio. Rent a Local Friend1 o il progetto tutto italiano Lookals
2,
danno la possibilità di mettere in contatto turisti e comunità locali tramite
1 www.rentalocalfriend.com è un network di persone nel mondo che si offre di
organizzare itinerari in modo personalizzato nei propri luoghi di residenza insieme a quanti lo vogliano visitare. 2 www.lookals.com, attualmente in fase di lancio, offre la possibilità di scoprire I posti
italiani più straordinari con l’aiuto delle persone locali.
124
internet, con lo scopo di farsi accompagnare alla scoperta dei posti meno
frequentati e conosciuti, fuori dai circuiti tradizionali.
5.1.6 Il monitoraggio del progetto: web analysis e etnografia
digitale
Quando il progetto entrerà nel vivo, il servizio inizierà a funzionare e la
community comincerà ad animarsi, è bene monitorarne l’andamento. Non
solo con metodi e strumenti tradizionali, quali possono essere questionari e
interviste dirette condotte dallo IAT centrale, ma analizzando tutto quanto
circola online a proposito della destinazione e del servizio di Accoglienza
diffusa e storie locali. A tal proposito, oggi, proprio internet ci offre la
possibilità di realizzare indagini di tipo quantitativo e qualitativo, spesso
grazie al supporto di strumenti gratuiti, allo scopo di monitorare i
comportamenti e le conversazioni degli utenti online. In riferimento alle
indagini comportamentali, le analytics web che lo stesso Google fornisce,
consentono di indagare sull’utilizzo di un sito web, sui passaggi effettuati
dagli utenti prima di arrivarci, su quelli effettuati per arrivare a compiere
un’azione specifica (ad esempio acquistare un servizio), sulla tipologia di
visitatore, permettendo un’indagine in profondità per segmenti
personalizzati e avanzati, includendo l’impatto dei social media e del
mobile. Anche Facebook fornisce gratuitamente analytics specifiche
(insights) relative alle attività svolte sulle Fan page, anch’esse utili a
comprendere i fenomeni e i risultati delle attività di marketing
implementate sul social network.
D’altra parte, è possibile analizzare le conversazioni che hanno luogo
online, tra utenti, attorno ad uno stesso prodotto/servizio/brand/territorio,
attraverso un’indagine di etnografia digitale anche detta netnografica. La
Netnografia si configura come un metodo di ricerca qualitativa precipuo
allo studio della cultura di consumo online sia per finalità sociologiche che
di marketing. Con l’avvento del Web 2.0, Internet è divenuto il luogo
preferito dai consumatori per scambiarsi informazioni su marchi e prodotti
125
esprimendo valutazioni, critiche, modifiche d’uso, possibili miglioramenti e
innovazioni per i brand e per i prodotti.
In tale contesto, la metodologia di ricerca netnografica riesce ad imporre
tecniche di osservazione dirette e non intrusive delle conversazioni, in
generale di tutto il passaparola generato online dall’utenza rispetto ad un
argomento specifico, ad un brand, un prodotto, un territorio.
L’obiettivo principale dell’analisi netnografica è quello di definire
contorni netti attorno agli ambienti della rete in cui le persone si esprimono,
al fine di raccogliere basi di dati e insight qualitativi e oggettivi da tradurre
in soluzioni utili a potenziare la propria offerta e le strategie di marketing a
potenziamento della comunità online, della brand reputation, dell’immagine
e della customer satisfaction3.
Il progetto di Accoglienza diffusa e storie locali, essendo fortemente
orientato all’utilizzo di strumenti e canali web, dovrà prevedere il
tracciamento e l’elaborazione dei dati provenienti dalle attività online.
Incrociando, quindi, i dati quantitativi con quelli qualitativi si avrà un
riscontro digitale concreto rispetto alle strategie di marketing studiate per il
funzionamento e la promozione del progetto. Conoscere le conversazioni
che corrono online, vuol dire conoscere il proprio mercato.
5.1.7 La riorganizzazione dello IAT centrale e l’evoluzione
delle attività
Inevitabilmente, un progetto di Accoglienza diffusa e storie locali, va a
stravolgere l’organizzazione dello IAT centrale (Ufficio di Informazione e
Accoglienza Turistica), conservandone l’istituto, ma modificandone in parte
le funzioni e le attività.
In effetti, si dibatte già da lungo tempo sul nuovo ruolo che uno IAT
debba assumere. Si parla di crisi dovuta ad un decremento delle
frequentazioni generato dall’utilizzo di internet da parte dei turisti che
arrivano già informati sul da farsi nel luogo delle loro vacanze.
3 Centro Studi di Etnografia Digitale – www.etnografiadigitale.it
126
Tradizionalmente, il metodo di lavoro di un ufficio informazioni si fondava
su un atteggiamento passivo degli addetti, ovvero si attendeva la richiesta
del potenziale turista via telefono, via fax, via e-mail o direttamente in loco.
L’approccio con il turista avveniva, nella maggior parte dei casi,
esclusivamente in ufficio (accoglienza) senza alcun tipo di assistenza pre-
viaggio che potesse indirizzare e influenzare la scelta della destinazione e
dei servizi.
Da mero ufficio informazioni, dunque, l’orientamento è quello di
modificare gli IAT in agenzie di promozione del territorio, che da un lato
continuino il lavoro a stretto contatto con i turisti (front office) funzionando
anche come luogo di ascolto e di studio della domanda; dall’altro, - in virtù
dei cambiamenti radicali nei comportamenti dei turisti e di conseguenza
nella comunicazione e nella promozione turistica dei territori - gestiscano i
canali di comunicazione online in prima persona, in modo da fornire
continuità nella customer care degli ospiti: dall’online (fase pre, in e post-
experience) all’offline (principalmente nella fase in-experience).
L’informazione e l’accoglienza, quindi, le relazioni, iniziano online,
l’informazione continua mobile, l’esperienza e le storie nascono e si vivono
in loco e si condividono in Rete, il ricordo post-experience si stimola
online. Tutto è mosso e motivato dalle persone e richiede una grande
conoscenza del territorio. La tecnologia è solo un mezzo.
È chiaro che le funzioni e le attività di uno IAT necessariamente si
ampliano: da quelle tradizionali di informazione e accoglienza dei turisti,
alcune attività perdono peso come quelle di prenotazione alberghiera e
vendita di prodotti e servizi in loco; altre assumo rilevanza come quelle di
storytelling volte ad attrarre l’attenzione del turista, accompagnarlo nelle
scelte, fornire soluzioni e affiancarlo, coinvolgerlo e fidelizzarlo.
Riprendendo la figura già proposta nel capitolo 3, si vede come queste
attività vanno svolte in fasi specifiche di un viaggio (Figura 5.2).
127
Figura 5.2 Le nuove funzioni di uno IAT
Fonte: Propria elaborazione su Rossi, Goetz, 2011
Le nuove funzioni dello IAT vanno ora integrate con il servizio di
Accoglienza diffusa e storie locali, evitando conflitti, favorendo
l’armonizzazione e assumendo la gestione dei punti diffusi sul territorio. A
tal proposito, lo IAT centrale lavorerà come riferimento e coordinatore dei
punti diffusi, promuovendone la consultazione, istruendo i turisti ad un
adeguato utilizzo, raccogliendo dati utili all’analisi del funzionamento.
In questo scenario, c’è da considerare l’evoluzione delle esigenze e dei
comportamenti delle nuove generazioni di turisti, utilizzatori di internet e
della tecnologia, alla ricerca di esperienze personalizzate e memorabili a
differenza delle vecchie generazioni ancora attaccate a brochure e materiale
cartaceo e meno avvezzi agli strumenti digitali. Paradossalmente, il valore
aggiunto di uno IAT, a questo punto, non possono che essere le relazioni
umane, di cui necessita ogni generazione di turisti, insostituibili da
qualsivoglia tecnologia.
128
5.1.8 Timetable del progetto
Di seguito, una check-list per l’implementazione del progetto di
Accoglienza diffusa e storie locali:
1. Individuazione dei punti fisici diffusi;
2. Suddivisione degli stessi in punti periferici o di primo contatto; punti
di informazione centrali; luoghi di sosta;
3. Convocazione pubblica della popolazione locale;
4. Selezione degli aderenti al progetto;
5. Formazione dei mediatori culturali locali scelti;
6. Definizione del sistema di compensazione;
7. Riconoscibilità dei punti diffusi;
8. Legittimazione dei mediatori culturali locali;
9. Redazione e distribuzione di un regolamento comportamentale;
10. Comunicazione e promozione del servizio;
11. Geolocalizzazione dei punti diffusi;
12. Integrazione con la strategia di web marketing;
13. Creazione di una community online;
14. Riorganizzazione dello IAT centrale;
15. Monitoraggio.
Secondo il report della Tabella 5.2 che scandisce le tempistiche di
implementazione del progetto, in circa quattro mesi si ha la possibilità di
dare avvio al servizio di Accoglienza diffusa e storie locali.
129
Tabella 5.2 Timetable del progetto di Accoglienza diffusa e storie locali
Azione Tempistica
1° m e s e
2° m e s e
3° m e s e
4° m e s e
5° m e s e
6° m e s e
7° m e s e
8° m e s e
9° m e s e
10° m e s e
11° m e s e
12° m e s e +
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
Fonte: Propria elaborazione
130
5.1.9 L’analisi SWOT e la valutazione dei possibili effetti
Ora che la proposta progettuale è chiara, è possibile fare un’analisi
SWOT al progetto generale di Accoglienza diffusa e storie locali. La stessa
è replicabile in modo specifico in riferimento al territorio al quale si voglia
applicare tale progetto. Si individuano, dunque, nella Figura che segue
(5.2), i Punti di Forza, di Debolezza, le Opportunità e le Minacce relative al
progetto proposto.
Figura 5.2 Analisi SWOT del progetto di Accoglienza diffusa e storie locali
Fonte: Propria elaborazione
Attualmente non vi sono forme simili di accoglienza e informazione
locale, ogni progetto diventa unico perché costruito con i residenti (bottom-
up), mantenuto in collaborazione con gli stessi e legato al territorio in cui
viene implementato. Ogni mediatore culturale locale, avrà un modo proprio
di approcciarsi, accogliere e raccontare al turista il proprio territorio che
verrà tutelato perché non si costruisce niente, ma si recupera, si valorizza e
si racconta quanto già esistente mettendo in circolo il patrimonio
informativo locale. Infine, l’utilizzo e l’integrazione di strategie web e
Punti di forza:
originalità
unicità
progettazione bottom-up
spontaneità delle persone
coinvolte
recupero, attenzione,
conservazione, valorizzazione e
promozione del locale e del
patrimonio informativo
orientamento alle nuove
tecnologie
Punti di debolezza:
numerosità degli attori coinvolti
difficile gestione
Opportunità:
riconoscibilità del progetto
regolamentazione di livello
superiore al locale
Minacce:
possibilità di non continuità nel
tempo
imitazione
131
SoLoMo amplificano i risultati e rispondono alle tendenze dei
comportamenti dei turisti (Punti di Forza).
D’altro canto, il coordinamento tra IAT centrale e punti diffusi si
complica all’aumentare degli attori coinvolti, rendendo difficile una
gestione armoniosa del servizio, ma non per questo impossibile (Punti di
Debolezza).
Il servizio di Accoglienza diffusa e storie locali potrebbe essere
ufficialmente riconosciuto come attività complementare a quelle dello IAT
centrale, regolamentandone le funzioni ad un livello superiore al locale
(Opportunità).
Trattandosi di un progetto che genera un servizio su adesione volontaria,
seppur prevedendo adeguati sistemi di compensazione, i mediatori culturali
locali potrebbero man mano perdere l’entusiasmo iniziale fino al
progressivo abbandono del progetto. Inoltre, potrebbero nascere iniziative
parallele, basate sull’imitazione, che non rispettano i principi dell’idea
progettuale presentata (Minacce).
Al contempo, si possono analizzare i possibili effetti positivi e negativi
(Figura 5.3) che l’applicazione del progetto di Accoglienza diffusa e storie
locali può generare relativamente al territorio in cui viene applicato e in
riferimento alle persone che ne vengono coinvolte in modo diretto (perché
partecipanti attivi come mediatori culturali locali) e indiretto (perché
probabili spettatori passivi).
132
Figura 5.3 I possibili effetti di un progetto di Accoglienza diffusa e storie locali
Fonte: Propria elaborazione
Anche gli esercizi commerciali e le imprese turistiche aderenti alla rete
come negozi, bar, ristoranti o strutture ricettive possono giovare della
partecipazione al progetto o, al contrario, trarne svantaggi lesivi della
propria attività. Nella Figura 5.4 sono elencate le possibili cause generanti
effetti positivi o negativi sulle attività commerciali aderenti alla rete di
Accoglienza diffusa e storie locali.
Effetti positivi sulle persone:
partecipazione
coesione e inclusione sociale
consapevolezza
senso di appartenenza
rafforzamento della propria
identità
accoglienza
sviluppo di relazioni
creazione di una community online
Effetti positivi sulla destinazione:
organizzazione a rete del territorio
racconto e promozione del
territorio
rafforzamento dell’identità e
dell’immagine
rinvigorimento dei servizi a
beneficio di turisti e residenti
attrazione di flussi target
Effetti negativi:
spontaneismo
improvvisazione
falsificazione della realtà
rifiuto
esclusione
133
Figura 5.4 Cause/effetti sulle attività commerciali aderenti alla rete di Accoglienza diffusa e storie locali
Fonte: Propria elaborazione
Sarà necessario, quindi, monitorare costantemente l’andamento del
progetto sia sotto il profilo sociale, andando ad indagare sugli effetti che
questo genera sui residenti; sia sul tessuto imprenditoriale locale,
verificandone il ritorno sulle attività commerciali; sia attraverso le analisi
web viste in precedenza.
Effetti positivi sulle attività
commerciali:
possibilità di racchiudere in una
storia la propria attività
commerciale
fusione delle strategie di marketing
aziendali con quelle di marketing
della destinazione
promozione della propria attività
trasmissione del senso di
accoglienza verso gli ospiti
generazione di simpatia nei
confronti degli ospiti
ritorno di immagine
ritorni economici
incentivo all’apertura di attività
nelle vicinanze dei luoghi di
interesse = più servizi
Effetti negativi sulle attività
commerciali:
eccessiva frequentazione da parte
di turisti che ostacola il lavoro
tradizionale degli addetti
ritorno di immagine negativo
dovuto alla superficialità e poca
disponibilità degli addetti
induzione insistente degli addetti
alla consumazione di un
bene/servizio offerto dall’attività
commerciale
incapacità di gestione del servizio
134
CONSIDERAZIONI FINALI
Com’è noto, un piccolo territorio differisce da una tradizionale
destinazione già turistica, principalmente per la sua delicata struttura sociale
oltre che per una serie di difficoltà viste nella presente trattazione che
generano, in molti casi, un declino inesorabile verso lo spopolamento e
l’abbandono. La sofferenza dovuta alla scarsa notorietà e alla totale assenza
di interesse verso la valorizzazione del locale in chiave di sviluppo,
sembrano complicare le possibilità di emergere.
Siamo abituati ad un modello di sviluppo basato sull’illusione della
crescita continua con conseguenze negative sul territorio, da lungo tempo
usato e sfruttato come supporto, contenitore o pavimento e quasi mai
valorizzato perché difficilmente inteso come risorsa, identità, opportunità
per le nuove generazioni e patrimonio da salvaguardare.
L’approccio globale ha semplificato e marginalizzato le realtà locali:
così i territori, come le comunità, si sentono distanti ed esclusi dalla vita
sociale che li riguarda.
Seguendo la strada giusta, quella condivisa e progettata con tutti gli
stakeholder realmente o ipoteticamente toccati, si concorre alla ricerca della
specificità territoriale, quel fattore di differenziazione in grado di generare
un vantaggio competitivo forte. Lo studio del territorio, la convergenza e
l’incrocio delle idee, l’ascolto delle comunità, porteranno all’individuazione
di una specificità che avrà caratteristiche di unicità e di inimitabilità.
I localismi e i piccoli territori segnano l’Italia intera e insieme al
patrimonio artistico e paesaggistico ne determinano l’identità facendone un
museo a cielo aperto, caratterizzato dalla quotidianità, dalle pratiche
popolari, dai paesaggi esclusivi, dalle persone che abitano i luoghi e danno
vita alle storie.
Si tratterà di dare spazio e voce a chi sarà in grado di progettare il
successo di un piccolo territorio evitandone il consumo irreversibile delle
risorse e favorendone l’incontro con l’ambiente e la vita locale, all’insegna
135
dell’integrazione e di una visione comune. Persone, luoghi e storie sono gli
elementi individuati come essenziali alla maturazione di una destinazione
accogliente (Figura).
Gli elementi essenziali per una destinazione accogliente
Fonte: Propria elaborazione
Come già ampiamente dimostrato, una comunità locale consapevole del
proprio territorio, darà prova di accoglienza verso gli ospiti in visita e sarà
propensa alla partecipazione proattiva alla vita del territorio stesso,
dimostrando creatività nella rappresentazione delle tradizioni e dei saperi
che custodisce.
136
Che si tratti di un luogo fisico o virtuale, l’accoglienza è una delle
caratteristiche fondamentali alla quale quel luogo dovrà rispondere, con
ripercussioni su tutto il territorio. Un sito web ben strutturato, che si
interroga sui bisogni degli utenti e ne risponde in modo appropriato, può
suscitare positività quasi tanto quanto un residente garbato e disponibile a
fornire informazioni in loco. Così come dell’accoglienza ne risponde tutta
la rete fisica territoriale: luoghi, spazi, infrastrutturazione e servizi.
Se le persone animano i luoghi; i luoghi vivono con le storie delle
persone. Storie comuni, storie private, storie locali che possono riemergere
grazie ad iniziative di memoria sociale partecipata e vanno ad intrecciarsi
con quelle dei turisti: abitanti temporanei di un territorio. Le storie
stuzzicano i ricordi delle comunità locali che possono tramutarsi in proposte
e nuove esperienze per i turisti. Un’esperienza memorabile ne favorisce a
sua volta il ricordo che verrà condiviso e raccontato alla propria rete
relazionale.
Le storie riguardano anche gli esercizi commerciali, ricettivi e ristorativi;
le botteghe artigiane e i bar; che possono intrecciarsi con le storie del
territorio, promuovendo le loro attività unitamente a questo e, nello
specifico, ai luoghi che occupano.
La mission del progetto di Accoglienza diffusa e storie locali è proprio
quella di dare voce ai luoghi attraverso le storie delle persone che li
mantengono vivi, mostrandosi accoglienti verso chi nutre interesse per quel
territorio. Nelle pagine che descrivono la proposta progettuale, l’aggettivo
“turistico” è stato del tutto abbandonato allo scopo di enfatizzare quanto il
progetto debba essere inteso principalmente come un’iniziativa di rinascita
e coesione sociale della comunità locale, con l’obiettivo di ricostruirne o
rafforzarne l’identità.
Un progetto che miri alla valorizzazione di un territorio e tutto quanto
riguarda la promozione, può essere diffusamente facilitato dal web e dalle
sue dinamiche che prediligono l’orizzontalità, l’abbattimento delle distanze
gerarchiche, la democraticità, la produzione/partecipazione attiva e
personale, la rapidità, l’interconnessione, il confronto, la riconoscenza.
137
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