accesso venoso periferico con guida ecografica, forse 2010.pdf

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Reperimento accesso venoso periferico con guida ecografica Breve introduzione Questa breve “guida fotografica” si propone lo scopo di unirsi a tutti quegli sforzi che altri infermieri stanno facendo per rendere lʼuso dellʼecografo sempre più familiare nello svolgimento dellʼassistenza infermieristica quale strumento per ridurre complicanze, migliorare le performance ed evitare manovre inutili. Nel dettaglio lʼuso dellʼecografia nel reperimento di accessi venosi periferici trova un ottimo alleato soprattutto per quei pazienti che, a causa di terapie endovenose protratte o con farmaci ad elevata osmolarità, si trovano spesso con un depauperamento del patrimonio vascolare (braccio “senza vene”). Lʼutilizzo dellʼecografo consente, dopo adeguata formazione e training, una riduzione significativa degli insuccessi e utilizzando accessi venosi più profondi di “mettere a riposo” le vene ipersfruttate. La vena che ha le migliori caratteristiche per essere incannulata agevolmente riducendo al minimo le complicanze è certamente la vena basilica. La vena basilica decorre sufficientemente in superficie da essere facilmente identificata sul versante mediale dellʼarto superiore. Tra le altre caratteristiche che ne fanno un ottima sede di iniezione vi è il calibro che consente anche lʼuso di agocanule con grandi sezioni, essendo inoltre distante da strutture “nobili” dellʼorganismo riduce i rischi di lesioni accidentali derivanti da errori durante la puntura ed il posizionamento del catetere venoso. Il posizionamento sopra la piega del gomito evita i disagi derivanti dal movimento dellʼarto durante le infusioni. Infine, in un ottica rivolta verso il futuro del nursing, offre un ottimo accesso per lʼeventuale posizionamento di PICC (Peripherally Inserted Central Catheters), cateteri venosi centrali inseriti partendo da un accesso periferico. Preparazione e impostazione ecografo Prima di iniziare ad utilizzare lʼecografo sarà necessario un minimo training per conoscere le funzioni base di questo strumento, fortunatamente lʼuso nellʼidentificazione di un accesso venoso richiede la conoscenza di pochi concetti di ecografia e un minimo di conoscenza dellʼapparecchio, che per ovvi motivi vengono non verranno trattati in questa sede. Come ogni esame sarà necessario: identificare il paziente, acquisirne il consenso e registrare sullʼapparecchio lʼanagrafica del paziente. Lʼecografo permette inoltre di ottimizzare alcuni parametri in funzione del distretto che andiamo ad “osservare”, in Vena Basilica

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  • Reperimento accesso venoso periferico con guida ecografica

    Breve introduzione

    Questa breve guida fotografica si propone lo scopo di unirsi a tutti quegli sforzi che altri infermieri stanno facendo per rendere luso dellecografo sempre pi familiare nello svolgimento dellassistenza infermieristica quale strumento per ridurre complicanze, migliorare le performance ed evitare manovre inutili.

    Nel dettaglio luso dellecografia nel reperimento di accessi venosi periferici trova un ottimo alleato soprattutto per quei pazienti che, a causa di terapie endovenose protratte o con farmaci ad elevata osmolarit, si trovano spesso con un depauperamento del patrimonio vascolare (braccio senza vene).Lutilizzo dellecografo consente, dopo adeguata formazione e training, una riduzione significativa degli insuccessi e utilizzando accessi venosi pi profondi di mettere a riposo le vene ipersfruttate.

    La vena che ha le migliori caratteristiche per essere incannulata agevolmente riducendo al minimo le complicanze certamente la vena basilica.La vena basilica decorre sufficientemente in superficie da essere facilmente identificata sul versante mediale dellarto superiore.Tra le altre caratteristiche che ne fanno un ottima sede di iniezione vi il calibro che consente anche luso di agocanule con grandi sezioni, essendo inoltre distante da strutture nobili dellorganismo riduce i rischi di lesioni accidentali derivanti da errori durante la puntura ed il posizionamento del catetere venoso.Il posizionamento sopra la piega del gomito evita i disagi derivanti dal movimento dellarto durante le infusioni.Infine, in un ottica rivolta verso il futuro del nursing, offre un ottimo accesso per leventuale posizionamento di PICC (Peripherally Inserted Central Catheters), cateteri venosi centrali inseriti partendo da un accesso periferico.

    Preparazione e impostazione ecografo

    Prima di iniziare ad utilizzare lecografo sar necessario un minimo training per conoscere le funzioni base di questo strumento, fortunatamente luso nellidentificazione di un accesso venoso richiede la conoscenza di pochi concetti di ecografia e un minimo di conoscenza dellapparecchio, che per ovvi motivi vengono non verranno trattati in questa sede.Come ogni esame sar necessario: identificare il paziente, acquisirne il consenso e registrare sullapparecchio lanagrafica del paziente.Lecografo permette inoltre di ottimizzare alcuni parametri in funzione del distretto che andiamo ad osservare, in Vena Basilica

  • questo caso lecografo utilizzato mette a disposizione un applicazione dedicata nominata vascolare con un preset specifico per i vasi venosi, va infine scelta la sonda idonea, che nel nostro caso ricade sulla sonda lineare.

    Da notare nellimmagine della sonda lineare, la luce verde indica il repere che ritroviamo a monitor e ci guida a capire l'orientamento dell'immagine, sul monitor il segno rosso a lato dellimmagine ecografica corrisponde alla spia luminosa della sonda.

    Faremo pertanto attenzione a tenere il repere su monitor alla sinistra dellimmagine e a poizionare il repere luminoso della sonda vicino al punto di iniezione.

    Preparazione del materiale

    Soprattutto nelleventualit in cui la procedura sia eseguita ad operatore singolo senza aiuto di un secondo collega bene avere tutto a portata di mano e pronto alluso per prevenire lo spostamento accidentale della sonda ecografica.Il materiale necessario sostanzialmente identico al materiale necessario per il normale incannulamento di un accesso venoso periferico con tecnica classica: guanti, laccio emostatico,

    Ecografo Impostazione Ecografo Sonda lineare

    Dettaglio monitor

    Materiale

  • disinfettante cutaneo, cotone idrofilo, agocannula , cerotto per fissaggio.

    In aggiunta a questi sar necessario avere: del comune gel ecografico, del gel sterile (vaselina sterile), eventuale copertura sterile per le sonda, garze.

    La tecnica

    Possiamo iniziare! E molto importante lavorare comodi, fate sdraiare il paziente e se possibile sedetevi a lato del letto.Si comincia con una rapida ispezione senza laccio emostatico, in questa fase possiamo utilizzare anche del comune gel ecografico, che provvederemo poi a rimuovere prima di bucare la cute, non essendo sterile.

    Durante lispezione, si osserva la vena lungo l'asse corto, l'immagine pertanto un "rotondo" nero, che a differenza dell'arteria collabisce alla pressione della sonda, facendo un effetto occhiolino che ne facilita lidentificazione.

    gel sterile

  • Disinfettiamo e rimuoviamo il gel dalla sonda, e dalla sede di iniezione.Posizioniamo il laccio emostatico, da adesso useremo solo gel sterile per consentire la visione eco alla sonda lineare ( eventualmente anche coprire la sonda con appositicoprisonda sterili).Il reperimento inizia sullasse corto della vena basilica, tenendo il repere luminoso della sonda volta a sinistra, come il repere sul monitor.Ci si prepara a passare all'asse lungo, portando l'immagine della vena al centro della sonda si inizia a ruotare cercando di mantenere l'immagine della vena al centro della sonda, un piccolo trucco quello di aiutarsi con laltra mano, che in questa fase aiuta a stabilizzare la rotazione ed evita una volta raggiunto lasse lungo spostamenti dovuti al cambio di mano. La rotazione andr effettuata con lattenzione di portare il repere

    luminoso distalmente cos che limmagine dellagocannula apparir entrare a monitor dal vertice in alto a sinistra.Arrivati sull'asse lungo vedremo infatti un immagine simile non pi a un "rotondo" ma ad un tubo che attraversa il monitor.Dovendo la mano dominante occuparsi della gestione dell'agocannula, la sonda andra tenuta ferma con una sola mano. La punta dell'agocannula deve essere prossima al centro della sonda lineare e il corpo dellagocannula deve avere la medesima inclinazione della sonda ecografica, langolo con cui pungere la cute invece suggerito dallimmagine ecografica che ci dice la profondit del vaso che stiamo per incannulare.

  • Seguendo il movimento dell'ago sul monitor, lo si fa penetrare fino a bucare la parete della vena.Vedremo da prima limmagine dellago penetrare dal vertice in alto a sinistra che si trasmette ai tessuti circostanti, fino a quando, arrivati vicini alla vena ne vedremo la parete superiore schiacciata fino al punto di essere bucata, la parete della vena torner in

    posizione e nella spia dellagocannula apparir una goccia di sangue, segno del raggiungimento del nostro scopo.Rimuoviamo l'ago/mandrino dell'agocannula...apriamo il laccio...

    Rigamonti Fiodor