Accenni 17

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In questo numero BIKE&DESIGN Per la bicicletta è un momento di grande fermento, fra design, sport, social trends e mobilità sostenibile. Campagnolo racconta un storia di successo EVENTI 1 7 Poste Italiane S.p.a. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza. Supplemento al numero odierno de “Il Giornale di Vicenza” - Direttore Responsabile: Ario Gervasutti Costruire il FUTURO di Vicenza Un building da primato al centro del restyling e dell’ampliamento del polo fieristico vicentino. Un nuovo motore di business, pronto a rilanciare l’economia della provincia, parte proprio dalla Fiera di Vicenza ARCHITETTURA Da Common Ground a Vicenza Traverso-Vighy/Didonè/On_Office DESIGNER PROFILE Arik Levy/Vianello e Braga Rosa/ Joe Velluto/Massimo Lunardon STYLE Ritratto di famiglia: Pietro, Alberto e Gianluca Pavin Nella foto, Gianfranco Simonetto Presidente di Gruppo Maltauro SpA, il Sindaco di Vicenza Achille Variati e il Presidente della Fiera di Vicenza Roberto Ditri davanti alla prima capriata portante del Padiglione monoplanare ph. Carlo Perazzolo/28trenta.com MEETING SPACE NUOVO PADIGLIONE MONOPLANARE PARKING AREA CENTRO CONGRESSI

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La Ricerca, sempre più stimolata da nuove esigenze e da stili di vita in continua evoluzione, è il motore che alimenta gli uomini e la aziende che fanno della creatività la loro “mission”.

Transcript of Accenni 17

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In questo numeroBIKE&DESIGNPer la bicicletta è un momento di grande fermento, fra design, sport, social trends e mobilità sostenibile.Campagnolo racconta un storia di successoEVENTI

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Costruire il FUTURO di Vicenza

Un building da primato al centro del restyling

e dell’ampliamento del polo fieristico vicentino.

Un nuovo motore di business, pronto a rilanciare

l’economia della provincia, parte proprio

dalla Fiera di VicenzaARCHITETTURADa Common Ground a VicenzaTraverso-Vighy/Didonè/On_OfficeDESIGNER PROFILEArik Levy/Vianello e Braga Rosa/Joe Velluto/Massimo LunardonSTYLERitratto di famiglia: Pietro, Alberto e Gianluca Pavin

Nella foto, Gianfranco Simonetto Presidente di Gruppo Maltauro SpA,

il Sindaco di Vicenza Achille Variati e il Presidente della Fiera di Vicenza Roberto Ditri

davanti alla prima capriata portante del Padiglione monoplanare

ph. Carlo Perazzolo/28trenta.com

ARCHITETTURADa Common Ground a VicenzaTraverso-Vighy/Didonè/On_OfficeDESIGNER PROFILEArik Levy/Vianello e Braga Rosa/Joe Velluto/Massimo Lunardon

il Sindaco di Vicenza Achille Variati e il Presidente della Fiera di Vicenza Roberto Ditri

davanti alla prima capriata portante del Padiglione monoplanare

ph. Carlo Perazzolo/28trenta.com

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NUOVO PADIGLIONE MONOPLANARE

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Nuovi stili di vita contemporanei

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5 sommario5

COVER STORY 10 Costruire una nuova Fiera 20 Interspar, il superstore a Borgo Berga 24 Pavin, le boutique multimarca

SPECIALE BICICLETTA 28 Campagnolo, così cambiò la città 35 Design e tecnologia su 2 ruote 37 Vicenza gioca a polo, in bicicletta 39 Una città sempre più ciclabile 41 Operazione Ciclofficina

DESIGN & DESIGNERS 6 Schio Design Festival 47 Arik Levy - tra geometria e design 49 Vighy e Traverso - La leggerezza della luce 51 Paolo Didoné - L’architettura della rinascita 53 On_office - Sotto il segno del segno

55 Design e automobili 61 Designer/1 - Braga Rosa e Vianello 63 Designer/2 - Joe Velluto 65 Designer/3 - Massimo Lunardon 67 Green Art / fai-da-te, con Blumohito 69 Spazio agli eventi all’Attico Summano 72 Profilegno, una storia di legno e passione 76 Lazzari Vittorio, l’amore per il legno e l’edilizia

ARTE E MOVIMENTO 93 Spazio alla danza

17 autumn

EDIT

ORIA

LESO

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ARIOIN COPERTINA

Il cantiere della Nuova Fierane parliamo a pag. 10

Un momento per ricostruire

Non c’è spazio per la staticità nell’a-nimo dei vicentini. Le crisi, come in-segnano gli psicologi, sono momenti da cui ripartire. A volte velocemente, altre volte con più calma. Per riparti-re si può guardare indietro al passa-to, oppure immaginare un futuro. Di certo le due cose (passato e futuro) possono andare a braccetto e nella loro integrazione portare al supera-mento delle difficoltà. Terra di uomi-ni inventori e arditamente impegnati nel lavoro, Vicenza ha imparato a di-stinguersi in molti, infiniti settori. Ve ne sono alcuni però che racchiudono nella vicentinità una componente fondamentale del proprio successo. Non si può non pensare alla storia di Campagnolo ad esempio, che par-tito da una piccola bottega in Corso Padova si è evoluto divenendo un riferimento mondiale per il ciclismo. Uno sport e una realtà questa che sta attraversando una stagione for-tunata e che anche nella nostra città riesce a trovare uno spazio per dise-gnare il proprio futuro. Un po’ come sta facendo la Fiera di Vicenza, ora pronta a trasformarsi e trovare nella sua nuova sede uno dimensione che possa gratificare ancor maggiormente il suo spirito propositivo e innovatore.

Simone Ariot

EDITORIALE

81NOVITÀDA H-FARM

Startup in evidenza

MAPPA DELNUOVO

Architettura verde in Europa

43LA MIA

PROVINCIADA SALVARE

Le segnalazioni dei lettori

83Cerca la pagina Accenni Magazine su Facebook e lascia le tue idee, i tuoi pareri o i tuoi progetti: stiamo già lavorando al prossimo numerowww.facebook.com/Accenni

Supplemento al numero odierno de

Direttore ResponsabileARIO GERVASUTTI

Società Athesis S.p.A.

PresidenteGIAN LUCA RANA

Consigliere DelegatoALESSANDRO ZELGER

Concessionaria di pubblicità

Vicenza - Via E. Fermi, 205Tel. 0444 396.200

Certifi cato n. 7160 del 14/12/2011Aut. Tribunale C.P. di Vicenza n. 12 del 25/05/49

Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs 196/03) è il Direttore Responsabile

accenni n. 17autunno 2012

A cura diPubliadige SRLIsabella Morseletto

Progetto e coordinamento editorialevideorunner.com

Hanno collaboratoSimone AriotArianna BagnaraGiovanni BregantMichela BuratiGiorgio CeolatoBen DradserSilvio FogaroloIlaria RebecchiSusy SimonettoMartino SorianoLaura Zarantonello

Servizi fotografi ciNicola Zanettin - www.nicolazanettin.it

StampaMediagraf Spa - PD

© Riproduzione riservata. E’ vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti redazionali e pubblicitari della rivista, senza autorizzazione scritta dell’editore

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6 schio design festival

10aziende + 10designer senior + 10designer junior

ACCENNI Advertising Speciale per Schio Design Festival

Si apre la terza edizione di SchioDesignFestival l’evento che mette in contatto il design con le

aziende del territorio al fine di sviluppare e promuovere creatività e qualità d’impresa. Piattaforma creativa che intende esaltare le eccellenze produttive del territorio, l’evento conferma anche quest’anno la scelta progettuale di tessere un dialogo pragmatico tra aziende di diverse tipologie e dimensioni e il mondo del design proponendo quest’ultimo come valore aggiunto. Dieci aziende del territorio, accompagnate da una coppia di designer

senior e junior, con lungimiranza si sono cimentate in progetti di design per realizzare inediti prototipi spendibili sul mercato e che esprimeranno al meglio le potenzialità creative e tecnologiche delle aziende stesse. E’ su queste basi che anche quest’anno SchioDesignFestival si propone come luogo fisico di incontro delle idee, dei progetti e dei professionisti intendendo diventare identità aggregativa fra le esigenze del mercato e le potenzialità creative inespresse. L’obiettivo da raggiungere è sempre lo stesso: creare

SCHIO, FABBRICA SACCARDO, 9 - 18 NOVEMBRE

Si rinnova l’evento che, attraverso l’incontro tra designer e aziende, crea innovazione, cultura d’impresa e competitività

La caratteristica costruzione della Fabbrica Saccardo, splendido esempio di archeologia industriale

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7 schio design festival

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Nelle fotoL’interno della fabbrica, dove sono esposti i progetti dei designersfoto di repertorio SchioDesignFestival

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innovazione, cultura d’impresa, conoscere e conoscersi per generare valori aggiunti e competitività da spendere sui mercati. Oltre alla mostra dei prototipi il tabellone di SchioDesignFestival prevede il 9 novembre alle 18.30 la conferenza di inaugurazione nella quale, fra gli altri interventi, sarà presente il prof. Fabrizio Panozzo della Facoltà di Economia dell’università Cà Foscari di Venezia e Direttore di MACLAB e dove saranno svelati in anteprima i progetti realizzati.La scorsa edizione di SchioDesignFestival, in un insieme di design, musica e incontri, ha registrato un’affluenza di circa 5000 persone durante l’arco di tutta la settimana.

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Contrà Progresso, 1 • Schio

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GLI APPUNTAMENTIOltre alla mostra dei prototipi (visitabile liberamente tutti i giorni dall’11 al 18 Novembre dalle 15.00 alle 19.00) il tabellone di SchioDesignFestival prevede:VENERDÌ 9 alle 18.30 la conferenza di apertura nella quale, fra gli altri interventi, saranno presentati dai designer tutti i prototipi. DOMENICA 11dalle 15.00 alle 19.00 oltre alla mostra dei prototipi saranno aperti i laboratori permanenti di Fabbrica Saccardo: Lab Artemisia - Galleria d’arte e antiquariato, Lab Fabio Guerra - Artista, Lab Piero Martinello - Fotografo, Lab Guerrino Ferrari - Render, Lab Cerchi Diversi – laboratori creativi. Intrattenimento musicale durante tutta l’apertura degli spazi.SABATO 17 alle 21.00 T-QUADRA E PIANOFORTI BORGATO presentano lo spettacolo “Chi sono io? Storie di menti in movimento” con Patrizia Cavinato al Pianoforte e Livia Villani voce narrante.DAL 12 AL 18 NOVEMBRE SchioDesign Festival ospiterà, inoltre, Schio Design

Open - laboratorio Urbano permanente che coinvolgerà due tutor e 8 studenti e/o designer junior che lavoreranno alla riqualificazione di una piazza di Schio. I lavori di questo laboratorio potranno essere seguiti da vari punti della città attraverso delle web-cam.In tabellone anche altri eventi ludici

che si dipaneranno in un mix di design e musica. Per ulteriori informazioni www.schiodesignfestival.it

SchioDesignFestival è patrocinato dal Comune di Schio, dall’Associazione Industriali di Vicenza, Api Industria, Confartigianato e CNA.

LE AZIENDE PROTAGONISTE Nella fotoPianoforte Doppio Borgato a SchioDesignFestivalfoto di repertorio

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10 fiera di vicenza

COSTRUIRE UNA NUOVA FIERA per costruire il futuro di una cittàCon la posa della prima gigantesca travatura si compie un’altra tappa dello sviluppo infrastrutturale previsto dal progetto FDV 2011/15. Alla base di tutto la convinzione che Fiera di Vicenza debba fungere da interlocutore per le imprese a livello locale e internazionale

foto di Nicola Zanettin

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11 fiera di vicenza

ACCENNI Advertising Speciale per Fiera di Vicenza

COVE

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FDV

Un record già dall’inizio

Nell’immagine sopra, la prima capriata portante del Padiglione monoplanare che darà un nuovo volto al Quartiere Fieristico di Vi-cenza. La struttura è caratterizzata da 14 travi reticolari della lunghezza di 80,29 metri ciascuna. Sarà la copertura in legno ad unica cam-pata più grande d’Italia e una del-le prime in Europa.

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12 fiera di vicenza

Un progetto unico in ItaliaLa realizzazione della nuova porzione del Quartiere Fieristico di Vicenza è affidata a Impresa di Costruzioni G. Maltauro S.p.A. e Gemmo S.p.A con il supporto di Sipe S.p.A. per tutte le opere prefabbricate e di Stratex per le travi reticolari in legno.

Il rendering del nuovo progetto

NUOVO PADIGLIONE MONOPLANARE MEETING SPACE

MEETING SPACE

NUOVO PADIGLIONE MONOPLANARE

PARKING AREACENTRO CONGRESSI

LA STRUTTURA MESSA IN OPERA COSTITUIRÀ LA COPERTURA IN LEGNO AD UNICA CAMPATA PIÙ AMPIA D’ITALIAE TRA LE PRIME IN EUROPA

150m di lunghezza

100m di larghezza

20m di altezza

15.000mq di superficie

è poggiata su

14capriate

comprende

1.800mc di legno

viene realizzata con

90.000kg di ferro

LA COPERTURA

80,29m di lunghezza

70tonnellate di peso

9m di altezza

LE MISURE DI OGNI CAPRIATA

LA STRUTTURA

SPAZIO PER 9000 PERSONE

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13 fiera di vicenza

COVE

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FDV

Il rendering del nuovo progetto

MEETING SPACE

Nel cantiere di Viale dell’Oreficeria a Vicenza è in atto la copertura del Padiglione monoplanare che darà un nuovo volto al Quartiere

Fieristico di Fiera di Vicenza. Un’altra tappa dello sviluppo infrastrutturale previsto dal Piano Strategico FDV 2011/15 per dare a espositori e clien-ti delle manifestazioni spazi moderni e servizi sempre più qualificati. La struttura messa in opera co-stituirà la copertura in legno ad unica cam-pata più ampia d’Italia e tra le prime in Euro-pa. La copertura reticolare, costruita in legno lamellare, ha una dimensione di 80,29 metri di luce (in un pezzo unico) con interasse di 12 metri. La struttura è composta da 14 ca-priate lunghe 80,29 metri, ciascuna del peso di 70 tonnellate. Per la sua realizzazione sono stati utilizzati 1.800 metri cubi di abete rosso proveniente dal Nord Europa e 90.000 Kg di ferro. Il nuovo Padiglione di 15.000 mq con campata unica, completamente libera di pilastri, consentirà una grande versatilità nell’utilizzo degli spazi, non solo per scopi espositivi, ma anche per ospitare grandi me-eting, concerti, spettacoli ed eventi sportivi. L’area sopraelevata, con una vetrata di se-parazione al primo piano sull’intero padiglio-ne per una lunghezza di circa 150 metri, sarà

destinata a zona ristorazione, sale convegni, riunioni e conferenze. Adiacente al nuovo padiglione nascerà presto un parcheggio multipiano ad otto livelli con una capacità di

600 posti auto, collegato con il Quartiere Fieristico e il Centro Congressi, che incrementerà in modo ampio la disponibilità di posti auto coperti e protet-ti. Fiera di Vicenza si presenta con una nuova architettura

quale punto di partenza di un importante processo di ampliamento e riqualificazione

del suo Quartiere Fieristico. Un pro-getto unico per la sua complessità tecnica orientato ad incre-mentare performance e competitività, per confermare Fiera di Vicenza come punto di riferimento di eccellenza nel mondo. La ri-conversione dell’area fornirà inoltre spazi di rilevante interesse pubblico e sarà traino per la riqualificazione ambientale, architet-tonica e culturale di un quadrante strategico dal punto di vista urbanistico come quello della zona industriale di Vicenza Ovest.

IL PROGETTO DEL NUOVO QUARTIERE

UN’IMPORTANTE RIQUALIFICAZIONE

AMBIENTALE, ARCHITETTONICA

E CULTURALE

AREA LOUNGEdue lounge bar e un ristorante

di alta cucina

SALE RIUNIONI E CONFERENZE

2 sale da 120 persone

2 sale da 200 persone

LA STRUTTURA MESSA IN OPERA COSTITUIRÀ LA COPERTURA IN LEGNO AD UNICA CAMPATA PIÙ AMPIA D’ITALIAE TRA LE PRIME IN EUROPA

70tonnellate di peso

640 POSTI A SEDERE

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14 fiera di vicenza

PARKING AREA

Il piano di sviluppo infrastrutturale del Quartiere Fieristico, auspicato da molti anni, è stato rivisitato e attualizzato nel 2011 in ragione del mutato contesto

economico e delle esigenze legate all’ope-ratività delle Manifestazioni in calendario. Sono stati altresì conclusi i procedimenti propedeutici, mediate le vertenze pregres-se, effettuate le bonifiche ambientali e completato l’iter autorizzati-vo. La riconversione dell’area fornirà spazi di rilevante in-teresse pubblico e sarà traino per la riqualificazione ambien-tale, architettonica e cultura-le di un quadrante strategico dal punto di vista urbanistico come quello della zona industriale di Vicenza Ovest. Il Quartiere Fieristico avrà spazi, infra-strutture e servizi adeguati al nuovo po-sizionamento di Fiera di Vicenza in grado di strutturare un’offerta multidisciplinare adattando gli spazi alle diverse esigenze e rispondendo con grande versatilità alle continue evoluzioni della domanda. L’o-perazione implica una totale rivisitazione degli spazi espositivi, delle vie d’accesso, dei collegamenti fra padiglioni, della via-bilità della zona. Nel corso del 2011 sono stati avviati interventi di riordino alla fun-zionalità del nuovo quartiere con il riordino

delle aree attuali, la valorizzazione delle appartenenze merceologiche e il rinnova-mento dei layout dei padiglioni originari, con la relativa riprogettazione dei percorsi e degli allestimenti. Il nuovo quartiere ga-rantirà la massima flessibilità degli spazi per aumentare le opportunità di utilizzo prevedendo accessi indipendenti delle aree espositive in modo tale da assicurare la

contemporaneità di più Ma-nifestazioni ed Eventi. É concepito per assicura-re una nuova logistica al Centro Congressi che avrà un’entrata autonoma, nuovi

spazi per eventi satellite e per la ristora-zione di un numero elevato di partecipan-ti, rendendo la location ideale per Eventi che attualmente escludono Vicenza dal network delle maggiori sedi congressua-li per mancanza di contenitori adeguati. I cantieri non interferiranno con la normale attività del Quartiere Fieristico che nel 2012 ospita una quindicina di Manifestazioni di livello nazionale e internazionale. Fiera di Vicenza ha definito con la società di co-struzioni passaggi e attività condivise per ridurre al minimo ogni interferenza tra gli interventi edilizi e l’ordinaria gestione delle attività fieristiche, anche ai fini di agevolare il rientro in tempi rapidi dell’investimento.

LA RINASCITA ECONOMICA DEL TERRITORIO

ALLA BASE DELLO SVILUPPO L’IDEA DI UN’OFFERTA

MULTIDISCIPLINARE

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48m di larghezza

8livelli

20.400mq di superficie

>>Lo sviluppo di Fiera di Vicenza

FDV 2011/15Il progetto in corso indica una nuova mission di Fiera di Vicenza, sia per quanto riguarda la di-mensione immobiliare sia per l’offerta espositiva. L’obiettivo primario è traghettare l’eccellenza e l’offerta delle imprese italiane verso i mercati internazionali e accogliere le eccellenze interna-zionali in osmosi con il Territorio. Per rispondere alle logiche contemporanee dei mercati in modo consapevole, Fiera di Vicenza affianca alle funzioni commerciali di contenitore quelle sostanziali di produttore ed interprete di contenuti. Un modo per offrire un servizio inte-grato e complesso a tutti i fruitori della Fiera e del Centro Congressi portando l’eccellenza e il DNA italiano nel mondo con un obiettivo unico e semplice: essere competitivi nell’arena globale sia come veicolo commerciale sia come motore di innovazione per le imprese.

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17 Borgo Berga

QUI NASCE LA NUOVA VICENZATra il Retrone, il Bacchiglione e il nuovo Palazzo di Giustizia sta sorgendo una vera e propria cittadella del futuro. L’opera di edilizia residenziale più importante della cittàè destinata a dare forma al nuovo volto di Vicenza

Ai piedi di Monte Berico, Borgo Berga è lo spazio ideale per un organico progetto di riqualificazione urbanistica ed ambien-tale. Progettato con grande rigore formale e sensibilità archi-

tettonica dall’architetto portoghese Gonçalo Sousa Byrne coadiuva-to dal paesaggista João Nunes, il progetto Borgo Berga lega il nuovo insediamento in un rapporto armonico con il contesto paesaggistico e storico di questa importante porzione di città, marcata dai riferi-menti palladiani dell’Arco delle Scalette a nord e di villa “La Rotonda” a sud. La nuova cittadella si presenta come un significativo sguar-do verso la pianura, appendice intimamente connessa al cuore della città, senza dubbio il progetto più significativo degli ultimi anni, una nuova dimensione del lavorare e dell’abitare.

Il progetto è stato suddiviso in tre grandi ambiti di posizione: uno specificatamente commerciale e ristorativo adiacente a Piazzale Fraccon e Borgo Berga progettato dall’architetto vicentino Paolo Balbo, uno direzionale-residenziale e commerciale nella penisola tra i due fiumi e l’ultimo completamente residenziale a sud in prospi-cenza con Via dello Stadio.Tra il nuovo Palazzo di Giustizia, la nuova strada parallela alla ferro-via e Borgo Berga è stato edificato un blocco commerciale e a servizi: un edificio razionale che contiene due livelli di parcheggio per oltre 400 automobili, in maggior parte ad uso pubblico, un supermarket a quota di Piazzale Fraccon ed in sommità una piastra a servizi dove prenderrano posto attività ludiche e ristorative.

BLOCCO ACommercialeParcheggi pubblici

BLOCCO B/C/DDirezionaleCommercialeResidenzialeAutorimesse e parcheggi

BLOCCO EResidenzialeAutorimesse

LA DISPOSIZIONE

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19 Borgo Berga

La nuova viabilità

Sono previsti tre nuovi ponti e una nuova urbanistica realizzata ap-positamente per servire in maniera ottimale il nuovo tribunale (di imminente apertura) e le strutture commerciali e direzionali, oltre quelle residenziali previste. Il disegno complessivo della nuova viabilità di accesso e di attra-versamento dell’area non interferirà con la nuova piazza ciclo-pe-donale posta al livello superiore.

RESIDENZIALE edifici destinatiad abitazione

DIREZIONALEE RESIDENZIALE abitazioni e luoghi di lavoro

COMMERCIALE 25 negozi di varie dimensioni

PARCHEGGI PUBBLICI E PRIVATI 1500 posti auto

FLUSSI VIABILITÀ

La sommità dell’argine del fiume Bacchiglione diventa percorso pubblico, consentendo così ampie visuali verso il paesaggio del colle Berico, verso i fiumi e verso la campagna a sud

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Il nuovo park, gratuito fino a novembre

Inserito all’interno del nuovo complesso residenziale e commerciale di Sviluppo Cotorossi Spa, il nuovo parcheggio gestito da AIM offre spazi e opportunità qualificate di sosta al nuovo quartiere. Ampio, luminoso e sicuro il park conta 400 posti auto che saranno a disposizione per i futuri residenti, i professionisti e i frequentatori del nuovo Tribunale, ma anche per quanti arriveranno dal casello di Vicenza Est, dalle tangenziali e dalla Riviera Berica.

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20 interspar

Per l’azienda, concessionaria del mar-chio Despar per tutto il Nordest e presente sul territorio con 200 filiali Despar, Eurospar e Interspar e una

rete di circa 400 dettaglianti affiliati, si tratta del trentesimo punto vendita ad insegna In-terspar: un traguardo significativo, che merita-va un progetto di valore.Il nuovo Interspar ha una superficie di vendita di 2.385 mq. servita da 14 casse. All’area ven-dite vanno aggiunti circa 4.000 metri quadri di aree accessorie, come magazzino, locali tecnici, spazi per il personale.Dal punto di vista commerciale, all’interno dell’Interspar trovano spazio tutti i reparti ali-mentari con un ampio e profondo assortimen-to ed un’offerta di prodotti non food che spazia dalla calzetteria al brico, giocattoli e cartoleria.

E’ presente anche un reparto libri e giornali. Ma il punto di forza dell’Interspar di Borgo Ber-ga sono senz’altro i reparti freschi: dal banco pesce, rifornito regolarmente dalla piattafor-ma che Despar Nordest gestisce a Porto Viro, all’ampia scelta della gastronomia servita e selfservice, fino al forno per la doratura del pane, che è confezionato fresco durante tutto l’orario di apertura.I dipendenti dell’Interspar sono 64: tra loro ben quaranta neoassunti. Sono coordinati dallo store manager Andrea Rech, forte dell’espe-rienza maturata presso l’Interspar che Aspiag Service gestisce a Bassano del Grappa.Con quest’apertura si rafforza la presenza dell’insegna Interspar nella città di Vicenza, dove Aspiag Service gestisce già un superstore in via Mercato Nuovo.

UN SUPERSTORE ALL’ALTEZZA DEL PROGETTO

Il primo inquilino commerciale del nuovo complesso di Borgo Berga è il superstore inaugurato da Aspiag Service il 30 ottobre

UN SUPERSTOREPER BORGO BERGADesign pulito e moderno, attenzione all’impatto ambientale: è il trentesimo Interspar gestito da Aspiag Service (Despar Nordest)

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DESIGN ACCOGLIENTE E ATTENZIONE ALL’IMPATTO AMBIENTALE

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Se c’è una caratteristica che distingue fortemente Aspiag Service dai principali competitor del suo territorio, è senz’altro la particolare cura che l’azienda pone nel-la progettazione e realizzazione dei propri punti di vendita. “Vogliamo creare un ambiente che faccia della spesa un’esperienza piacevole”, spie-ga Francesco Montalvo, direttore marketing e relazioni esterne dell’azienda, “in grado di coinvolgere tutti i sensi. Gli spazi sono pen-sati per agevolare la scelta ed il percorso dei clienti, le luci sono studiate per ‘mettere in scena’ la merce, senza falsarne le caratteri-stiche e rispettandone la qualità”.In parte ispirato ad esperienze di Spar Au-stria (socio unico di Aspiag Service), anche l’Interspar di Borgo Berga è caratterizzato

da linee pulite e moderne, con un’ampia parete vetrata che permette una comunica-zione visiva tra l’interno e l’esterno e rende inoltre possibile mixare la luce artificiale con quella naturale, contribuendo così al rispar-mio energetico.

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Nella realizzazione del nuovo superstore, la dire-zione tecnica di Aspiag Service ha infatti ricercato soluzioni che garantiscono risparmio energetico e minore impatto ambientale.Le scelte adottate per i banchi frigo, ad esempio, consentono un risparmio energetico stimato in 45.344 kWh/anno e una riduzione delle emis-sioni di CO2 di 23.580 kg l’anno, equivalente alla quantità di CO2 assorbita da oltre mille alberi.Il calore generato dall’impianto frigo è recuperato ed utilizzato per la produzione di acqua calda ad uso sanitario, senza ulteriore utilizzo di energia elettrica o di caldaie a metano.I banchi frigo ed il parcheggio coperto – che met-te a disposizione 200 posti auto – sono illuminati interamente a LED.Una particolare attenzione è stata posta anche all’eliminazione delle barriere architettoniche, sia nel punto di vendita che negli spazi circostanti.“Nel nostro settore abbiamo l’ambizione di rap-presentare un modello di riferimento”, spiega ancora Montalvo, “ per la qualità delle soluzioni che adottiamo e per la cura che poniamo nel re-alizzarle. Anche perché non riusciamo a pensare ai nostri supermercati come ad un ‘non luogo’: al contrario, sono luoghi dove i nostri collabora-tori passano la maggior parte della giornata – e quindi luoghi ‘vissuti’ – e dove centinaia di perso-ne entrano ogni giorno, includendoci in qualche modo nella loro vita quotidiana.”

“Vogliamo creare un ambiente che faccia della spesa un’esperienza piacevole in grado di coinvolgere tutti i sensi. Gli spazi sono pensati per agevolare la scelta ed il percorso dei clienti”

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L’attenzione di Aspiag Service per l’architet-tura ed il design ha spinto l’azienda a pro-muovere nei mesi scorsi addirittura il web contest internazionale “Supermercato sen-za confini / Supermarkt ohne Grenzen”.Lo scopo del contest era generare, con l’a-iuto degli utenti web, design creativi ed in-novativi per un “supermercato di domani“ in Alto Adige, e accompagnare così la reale co-struzione del nuovo supermercato Eurospar che Aspiag aprirà nel 2013 a Vipiteno. La partecipazione era aperta ad architetti, desi-gner, ingegneri, studenti, ma anche semplici fan del mondo e dell’architettura di Despar.Nel periodo dal 24 ottobre all’11 dicembre scorsi, sulla piattaforma bilingue www.desi-gncontest.despar.it (realizzata dall’agenzia HYVE Innovation Community G.m.b.H. di Monaco) sono stati caricati ben 342 progetti, valutati dagli 1.784 membri della communi-ty nata sul sito, che hanno espresso in tutto oltre 8.800 giudizi. I progetti selezionati sono stati poi sottopo-sti alla valutazione di una giuria di esperti, che ne hanno premiati tre.Ad assicurarsi il primo premio è stato il pro-getto “Bergkristall” di Carsten Czaja. La giuria ha così motivato la scelta: “Il progetto incar-na innovazione, mutevolezza e “Zeitgeist”, lo spirito di questi tempi. Al tempo stesso

suscitano entusiasmo il gioco con il logo e la chiara struttura del design. Replicando una semplice forma, la costruzione è ampliabile a piacere, offre possibilità di configurazione estremamente flessibili sia a tutta la faccia-ta che alla superficie di vendita, e consente di sperimentare diverse forme e diversi ma-teriali – un … cubo di Rubik nel paesaggio alpino di Vipiteno.”Il secondo premio è andato a Massimo Tur-bian per il progetto “Despar green 3”, così descritto nella valutazione della giuria: “La caratteristica saliente di questo design è l’intelligente facciata che interagisce con la luce del giorno, e fa del gioco di luce un vero e proprio highlight. Pur con strutture chiare e discrete, il progetto genera l’impressione di qualcosa di dinamico, giocoso e di grande valore qualitativo – Funzionalità e flessibili-tà si incontrano.”Terzo classificato il progetto “Eurospar esperienza Natura” di Peter Mussner, ap-prezzato dalla giuria perché “nonostante l’e-laborazione del design possa essere ancora perfezionata, il concept risulta pienamente convincente grazie all’uso innovativo del le-gno. Il progetto per il “Bio” è del tutto con-temporaneo, e si fonde perfettamente con il paesaggio alpino – in poche parole: l’innova-zione incontra la tradizione.”

ALLA RICERCA DI CREATIVITÀ

www.despar.it

ASPIAG Service S.r.lVia G.Galilei, 29 Mestrino (PD)049/ 9009311

[email protected]

>>A un passo dalla città

L’Interspar ha una superficie di vendita di 2.385 mq. servita da 14 casse. Gestisce un assortimento di 23.000 referenze complessive. I dipendenti sono in tutto 64, la maggior parte neoassunti. Si affianca all’Interspar che Aspiag Service gestisce già in via Mercato Nuovo.

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Pietro Pavin ritratto nel suo studio assieme ai figli Alberto e Gianluca. Alle spalle PIAZZA DUOMO (MI) del 1935, olio su tela di Mattessich. Ph. Valter Maino

ACCENNI Advertising Speciale per Pavin Group

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Inaugurazione di Pavin Elements VicenzaIl nuovo store in Corso Palladio occupa gli spazi degli storici Magazzini al Monte

PAVIN: le boutique multimarca che fanno rinascere le cittàDa Ralph Lauren a Prada, da Udine a Bergamo: Pietro Pavin illustra il suo gruppo dello shopping di lusso, che impreziosisce i centri delle città del Nord Italia, al pari dei grandi avvenimenti culturali testo di Ilaria Rebecchi

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Con 35 negozi di abbigliamento ed accessori multimarca nelle maggiori città del Nord Est, Pietro Pavin e fa-miglia hanno creato negli anni una

rete di retail di alta gamma dove ogni bou-tique è stata pensata come luogo di incon-tro di aziende leader della moda mondiale e fulcro commerciale per i consumatori grazie alla vasta gamma di scelta tra abbigliamen-to ed accessori luxury, supportando il valore di città come Vicenza anche sotto il profilo dello shopping, oltre che culturale e sociale. La boutique Pavin Elements di Vicenza, inaugurata alla fine del 2010 nella stori-ca location degli ex Magazzini al Monte in centro, è l’emblema della filosofia del grup-po Pavin, che ne ha ristrutturato il grande spazio commerciale al fine di valorizzarne i volumi e gli elementi di design: “Ogni nostro negozio è concepito affinché il cliente possa sentirsi libero di poter scegliere tra la vasta scelta di marchi e prodotti proposti, in un ambiente conforme alle linee delle stesse aziende nostre partners e un contorno d’ar-redo, musicale e olfattivo in grado di fornire un’esperienza di acquisto multisensoriale”.

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Nelle immagini in altoInterni di Pavin Elements Vicenza

In basso da sinistraL’esterno di Pavin Elements Verona

Pietro Pavin e Diego Della Valle sono soci nei negozi Dev

“La crisi è arrivata anche a Vicenza, noto-riamente città di benessere e tranquillità economica. Questo ha cambiato l’approccio del cliente verso il prodotto. La crisi attuale può essere anche un’ottima opportunità. Sappiamo bene che il nostro è un lavoro difficile, ma proprio per questo stimolan-te, e abbiamo il dovere verso l’acquirente di offrire il massimo. A partire dai singoli prodotti che vendia-mo non abbiamo mai selezionato un capo d’abbigliamento, una calzatura o una borse senza averli prima studiati, osservati e con-frontati con il mercato, cercando di entrare nella mente e nel cuore dei nostri clienti”.

Il Gruppo Pavin sa bene che l’offerta di boutique di alto livello non passa solo dalla bellezza dei prodotti in vendita, ma anche dai servizi offerti e da come i pro-dotti sono venduti: “Vogliamo che il no-stro personale di vendita sia aggiornato e puntuale, e a tal scopo investiamo molto nella formazione e nell’aggiornamento

dei nostri dipendenti”.

Vicenza è oggi teatro di un cambiamento epo-cale in ambito turistico e commerciale alla luce della recente riapertu-

ra della Basilica Palladiana con la mo-stra “Raffaello verso Picasso”, da molti già definita l’evento culturale del 2012,

e Pavin aggiunge: “questa occasione va sfruttata al massimo anche da noi retailers perché già dalle prime setti-mane il flusso di turisti è aumentato notevolmente rispetto alla media sta-gionale. Parlare di turismo senza pen-sare ad esempio di aumentare l’ora-rio di apertura dei negozi è assurdo. Il cliente deve avere la possibilità di ve-dere i negozi del centro dopo aver vi-sitato la mostra anche nelle giornate festive. Bisogna essere preparati onde evitare di veder svanire anni di lavoro in un lampo, e bisogna allinearsi alle cit-tà internazionali abituate ad accogliere il turismo, offrendo sia l’arte che una ricca esperienza di shopping. Dove c’è turismo la città è viva e crea sviluppo”.

“OGNI NEGOZIO DEL GRUPPO PAVIN È

CONCEPITO PER FORNIRE UN’ESPERIENZA DI ACQUISTO

MULTISENSORIALE”

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Pavin Luxury Goods di Padova La pianta del centro della città di Padova riprodotta nell’allestimento interno del negozio Pavin Luxury Goods, ed usata per l’esposizione delle calzature

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Le stelle di Pavinla mappa dei punti vendita

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OregonPavin Luxury GoodsTimberlandPavin Elements

ErbavoglioOffer Store

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In un panorama come quello attua-le, dove il centro commerciale spopola fuori dai centri cittadini, Pavin soddisfa le esigenze di una clientela in continua evoluzione: “Il cliente oggi è molto ag-giornato, veloce ed informato, complice il web. In 30 anni ci siamo evoluti molto in questo senso, cercando di essere al passo con le trasformazioni sociali e cul-turali dei nostri clienti. Abbiamo creato negozi di lusso e parallelamente real-tà come gli Offer Stores, dove il clien-te può trovare prodotti di qualità della stagione precedente a prezzi ribassati”.

In ampi e luminosi spazi centrali nelle cit-tà del Nord Est, Pavin ospita i marchi più noti della moda e del lusso internaziona-

le per donna, uomo e bambino, dai Pavin Luxury Goods a Pavin Elements, da Ore-gon a Erbavoglio, da Cuoieria a Dev dove si possono scegliere, visionare e confronta-re prezzi e qualità di prodotti di alto livello nello stesso punto vendita.“Multimarca e monomarca possono coesistere”, avver-te Pietro Pavin, “I monomarca sono re-altà diverse che non pestano i piedi, ma anzi portano vantaggi a multibrand orga-nizzati come i nostri”.

Pietro Pavin si avva-le oggi anche del contributo dei figli, Al-berto, laureato in Economia , con Master presso Polimoda di Firenze e un’impor-

tante esperienza di lavoro in Prada a Milano, che si occupa della divisione ab-bigliamento e ricopre il ruolo di respon-sabile della Comunicazione del Gruppo, e Gianluca che dopo la Laurea in Scienze Economiche ha lavorato negli Stati Uni-ti per il Gruppo Tod’s, e che ora si occu-pa della divisione accessori e calzature.

“Siamo in continuo fermento. Per il pros-simo futuro abbiamo in mente di realizza-re il più grande nego-zio multibrand online, parallelo alle nostre

boutique: ci stiamo lavorando seriamen-te e vogliamo che diventi un punto di ri-ferimento di settore”.

www.pavingroup.it

PAVIN GROUP Contrà Porti, 8Vicenza

0444 [email protected]

BERGAMO

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UDINEBOLZANO

PADOVA

Le stelle di Pavinla mappa dei punti vendita

CuoieriaDev

OregonPavin Luxury GoodsTimberlandPavin Elements

ErbavoglioOffer Store

“IN 30 ANNI CI SIAMO EVOLUTI CERCANDO DI

ESSERE AL PASSO CON LE TRASFORMAZIONI SOCIALI E

CULTURALI DEI NOSTRI CLIENTI”

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CAMPAGNOLOCOSÌ CAMBIÒ LA CITTÀ

ACCENNI Advertising Speciale per Campagnolo

Si avvicina l’80° anniversario CAMPAGNOLO. Cambi, pedali, ruote. La purezza della precisione ciclistica raccontata in un viaggio nella storia.

testo di Martino Soriano

CAMPAGNOLOCSi avvicina l’80°

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CAMPAGNOLOCOSÌ CAMBIÒ LA CITTÀSi avvicina l’80° anniversario CAMPAGNOLO. Cambi, pedali, ruote. La purezza della precisione ciclistica raccontata in un viaggio nella storia.

testo di Martino Soriano

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Ph. Nicola Zanettin

Valentino Campagnolo ritrattonella sede di Vicenza dell’azienda fondata dal padre Tullio

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Benvenuti a Vicenza, “città del Palladio”. Genio dell’architettura e del progetto, vissuto cinque-cent’anni or sono. Tributo meri-

tato che come tutti i grandi della storia non si ottiene quando si è ancora in vita, ma dopo secoli, perché per i riconosci-menti, si sa, vale la regola del tempo. Se questa regola non la si applicasse per tradizione e condizione, potremo trovare la scritta “Vicenza città di Campagnolo e della bicicletta”. Marchio leader nella costruzione di componenti per biciclette, in procinto di festeggiare gli 80 anni dalla sua fondazione, porta con sé una storia ricca di aneddoti, ma soprattutto vive at-traverso la storia. Non si tratta di un’esagerazione o di una captatio benevolentiae da realtà di corte. La Campagnolo rappresenta per la città, e ancor più per gli amanti della biciclet-ta, una sorta di mito, l’esplicitazione del genio meccanico declinato all’uso del-lo strumento più amato e democratico: la bicicletta. Sono passati 79 anni e ci si prepara a celebrare l’80° anniversario nel migliore dei modi, con il passaggio il 22 maggio 2013 del Giro d’Italia in città e la

candidatura per la partenza nell’edizione 2014. Fatti e situazioni che incantano e riportano ad immagini di un passato in cui il mondo della bicicletta era associa-to alla fatica, allo sforzo, al desiderio di riscatto da parte di chi stringeva i denti e si avviava verso la conquista di eroiche imprese. Come l’impresa del Cavaliere del Lavoro Tullio Campagnolo, classe 1901, a 32 anni fondatore dell’omonima azienda allora ubicata in Corso Padova. Era una ragazzino scaltro e veloce Tul-lio, figlio di un piccolo imprenditore con bottega di ferramenta. Fin da bambino appassionato a tutto ciò che profumava di meccanica e di movimento. E fu così che si avvicinò al ciclismo, sperimentan-dolo sulle sue gambe in sella alla sua prima bicicletta, un’Aliprandi, della qua-le evidentemente non era soddisfatto. La storia ci racconta che al gran premio della Vittoria, l’11 novembre 1927, sulle prime rampe del Croce d’Aune, ebbe la necessità di togliere la ruota posteriore per una foratura. Le mani gelate per il freddo e la neve non riuscirono ad aprire i “galletti”, i bulloni che si usavano allora e che avevano delle “ali” per essere stretti

Tullio Campagnolo nella sua bottega di Corso Padova, insieme ad una bicicletta con il cambio “corsa” a bacchetta. Nato nel 1901 a Vicenza, morì nel 1983

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ed aperti a mano. La leg-genda narra che esclamò “bisogna cambiar qual-cossa de drio” e da lì a poco inventò lo sgan-cio rapido. Il Passo Croce d’Aune registrò un’impresa meccanica e non solo ciclistica e da quel momento il destino di Tullio era segnato. Dopo altri studi e tentativi l’8 feb-braio 1930 brevetta il bloccaggio rapido, sperimentato sulle biciclette del vicino di casa Berga, che viene scelto e adottato da tutte le più grandi squadre di ciclismo mondiale. Con un’idea geniale e macchi-nosa inventò il cambio a bacchetta, che consisteva in una bacchetta che muo-veva la catena sui pigno-ni riuniti su un solo lato e un sistema di bloccaggio/sbloccaggio del mozzo per compensare le tensioni o gli allentamenti della cate-na. Nonostante la neces-sità di pedalare all’indietro per spostare il rapporto da un pignone all’altro, offriva

il grande van-taggio di po-ter funzionare

in presenza di fango, dal mo-

mento che la catena rimaneva sempre tesa e non si sfruttavano tensionatori, ma solo la lunghezza dei forcellini

posteriori e nel 1934 venne pub-blicizzato addirittura sulla Gazzetta

dello Sport.I più grandi campioni, da Bartali a Coppi, da Gaul a Bahamontes, da Koblet a Bo-bet, da Anquetil a Nencini, frequentavano il suo laboratorio/azienda per raccogliere suggerimenti e provare le varie innova-zioni del cambio. Ormai il mito era nato. Ora si trattava solo di perfezionarlo. In

pochi anni grandi cam-biamenti ed evoluzio-ni segnavano la storia dell’azienda berica. Nel 1940 arrivava Enrico Piccolo, il primo dipen-dente, nel 1946 l’intro-

duzione del Cambio Corsa, esemplare di cambio a bacchetta utilizzato da ciclisti

“BISOGNA CAMBIAR QUALCOSA DE DRIO”,

E DA LÌ A POCO INVENTÒ LO SGANCIO RAPIDO

Lorenzo TaxisDirettore Marketing e Comunicazione

Campagnolo è tradizione o innovazione?Il DNA dell’azienda è contrassegnato dall’innovazione come ad esempio i primi ad utilizzare il carbonio nei componenti della trasmissione, e negli anni, la prima trasmissione a 9 velocità, a 10 e ora a 11 velocità.

Dove sono diretti i maggiori sforzi, su cosa punta Campagnolo in questo momento? La trasmissione elettronica è la sfida che assorbe maggiori risorse. Pur essendo usciti sul mercato dopo il concorrente giapponese, Campagnolo detiene la leadership per essere stato il primo a pensare e a testare una trasmissione elettronica ben 20 anni fa. La trasmissione elettronica in Campagnolo ha accompagnato parallelamente l’evoluzione di quella meccanica fino a quando, l’anno scorso, un prodotto evoluto ed un mercato già “solleticato” dal concorrente, ci hanno indotti a fare il grande passo.

Qual è il sogno di Campagnolo? Continuare ad essere con determinazione e dedizione al fianco dei nostri clienti e degli appassionati del ciclismo e del nostro brand, continuando a mantenere alta la bandiera dell’ingegnosità italiana e corroborando quegli ingredienti che nel corso della nostra storia ci hanno permesso di raggiungere e mantenere una rilevanza internazionale.

Rispetto alla situazione economica generalmente negativa, pare che il mondo della bicicletta si stia muovendo bene. E’ così anche per voi? Sicuramente la crisi nel nostro settore è parzialmente o completamente neutralizzata da concetti e stili di vita che stanno prendendo sempre più piede quali il “wellness”, l’ecologia, ed il rispetto dell’ambiente. Inoltre ci sono mercati dal potenziale importante quali gli Stati Uniti dove il ciclismo sta diventando sempre più popolare e di tendenza.

In Gran Bretagna si parla del fatto che la bicicletta da corsa stia prendendo il posto del golf! Sono segnali importanti.Come sarà il futuro per il mondo delle bici? Il trend oramai è evidente. Si mira sempre più a prendersi maggior cura del pianeta, e del fisico. La bicicletta sicuramente gioca a favore di questa tendenza, perché è un mezzo ecologico, positivo, che piace ad adulti e bambini.

L’INTERVISTA A BIKE

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Il modello super record elettronico, il massimo nella tecnologia Campagnolo, caratterizzato da leggerezza e precisione

professionisti. Nel 1947 le prime espor-tazioni estere e nel 1948 l’inaugurazione del primo stabilimento straniero a Co-gnin, in Francia, per l’assemblaggio e la rifinitura. La storia aveva ormai già con-sacrato il marchio Campagnolo e nel 1951 avviene la presentazione del modello Gran Sport a due pulegge, il primo cambio moderno, da cui derivano la grande mag-gioranza degli attuali cambi per biciclette. Ma le idee geniali non erano terminate. Ne-gli anni ‘50, decennio d’oro del ciclismo, si introduce il concetto di Gruppo, vale a dire una serie di componenti studiate insieme per garantire le massime prestazioni. Ol-tre al cambio arrivano le leve freno, pedali, guarniture, giro bulloni, a dispetto degli altri marchi che invece si concentravano su un unico componente. Intanto, con il boom economico, nascono nuove poten-zialità in mercati diversi da quelli ciclistici. Avviene un allargamento, aprendosi alla produzione di componenti automobilisti-

ci e motociclistici, ma anche alla pista e al ciclocross. La leadership mondiale è indi-scussa e il marchio è sinonimo di esclu-sività, garanzia, affidabilità. Fino agli anni ‘80 sembra fin troppo facile. Un’azienda solida e dalla leadership riconosciuta, la quasi totale assenza di competitor impor-tanti, un passaggio generazionale azien-dale ormai compiuto. Ma sono alle porte nuove sfide. Nel 1983 Tullio Campagnolo muore e un colosso giapponese, la Shi-mano, comincia ad avvicinarsi sempre più al mondo dominato dall’azienda Berica. Viene subito introdotto il celeberri-mo Gruppo del Cinquantenario, per celebrare il 50º anniversa-rio della nascita dell’azienda, diventato vero e proprio oggetto da collezione. Si capisce presto che il segreto per mantenere il successo è avere ben radicata la lezione del Cava-liere del Lavoro: qualità, onestà, servizio. Per sottolineare lo spirito aziendale e

Alejandro Valverde, ciclista spagnolo del team Movistar, classificatosi 2° al giro di Spagna del 2012

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UN’AZIENDA ALL’AVANGUARDIA

differenziarsi dai giapponesi si compren-de bene che è fondamentale puntare sul segmento “premium”, concentrandosi sul prodotto di media, alta e altissima gam-ma, dove l’innovazione tecnologica, le prestazioni e l’immagine del marchio lo distinguono, elevandolo a sogno e degno rappresentante del made in Italy.Ma anche lo stile e la tradizione hanno bisogno della tecnologia e di un comparto produt-tivo adatto alla sfide di un mercato globale e su larga scala. Nel 1995 vie-ne quindi aperto il nuo-vo stabilimento in zona industriale a Vicenza, concentrandosi su nuove sfide tecnologiche puntualmente vinte. Come l’introduzione dei comandi Ergopower integrati nelle leve dei freni, l’aumento del numero di pignoni posterio-ri, l’introduzione graduale dell’alluminio e infine del carbonio. Il resto è storia recente. Nelle presta-zioni della bicicletta conta sempre più il peso dei singoli componenti, e la lotta si fa sui grammi, ma la vera novità consiste nell’introduzione del cambio elettronico e del blocco a 11 pignoni (quando Shimano & Co si fermano a 10). Un progetto partito in tempi non sospetti, nel 1992, quando fu realizzato il primo prototipo per poi esse-re messo in produzione quest’anno, nel 2012, dopo 10 anni di continui test. Un’a-

zienda quindi in cui la spinta all’evoluzione tecnologica è altissima, dove non ci si può permettere di perdere momenti impor-tanti per le nuove conquiste della mecca-nica questa volta associata all’elettronica, ma senza perder di vista l’attenzione per lo stile e la tradizione. In questo momen-to, per di più, il mondo della bicicletta sta attraversando un vero e proprio boom, sia

come mezzo di traspor-to sia come sport e il ciclismo, che un tempo era sport di uomini di fatica, si è diffuso e al-largato al gentil sesso e a molti nuovi appassio-

nati, al punto da far pensare ad una vera e propria bike-revolution. Il 2013 si avvicina, in un solo anno anniversario aziendale e Giro d’Italia. Mai come ora si sono trovate le condizioni per avvicinarsi al ciclismo, per salire in sella e far girare un po’ alla volta i pedali. Gli appassionati dicono che è come per la corsa, che dopo un po’ si stimola la produzione di endorfine e la voglia di pe-dalare aumenta sempre più. Dalle strade intorno casa si esplorano i colli, le monta-gne, a quella velocità giusta che consente di apprezzare le cose e il paesaggio sen-za coglierne i difetti. Perché la bicicletta è questo, e Campagnolo è un modo per avvicinarsi a lei. Sicuramente quello con la storia più ricca ed entusiasmante.

LA LEZIONE DEL FONDATORE TULLIO

CAMPAGNOLO È SEMPLICEE DIRETTA: QUALITÀ, ONESTÀ, SERVIZIO

Un modello da crono con cambio elettronico in fase di test

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Valentino Campagnolo guida l’azienda fondata dal padre Tullio nella sede di Vicenza ovest attiva dal 1995. In azienda con lui anche i figli Davide e Francesca, per mantenere la tradizione di famiglia in una delle aziende che più racchiudono il concetto di made in Italy. Raffinatezza tecnologica e design sono all’ordine del giorno in un contesto in cui un terzo dei dipendenti lavora nell’area “unità materiali compositi” avviata nel 1998, dove si sperimentano nuovi materiali come il carbonio.

Le dimensioni internazionaliIl Gruppo Campagnolo è attualmente composto da 12 aziende nel mondo che danno lavoro a 785 persone. La vocazione all’export è marcata: l’80% dei prodotti Campagnolo sono venduti in 43 paesi fuori dai confini italiani.Attualmente il Gruppo comprende 4 realtà produttive, con stabilimenti a Vicenza, Arcugnano, Romania (Pitesti e Slatina). In Francia sono dislocate 2 aziende di distribuzione oltre a 1 filiale di vendita. Altre 5 filiali di vendita sono rispettivamente in Spagna, Germania, Stati Uniti, Giappone e Taiwan.

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DESIGN E TECNOLOGIA SU 2 RUOTEa cura di Simone Ariot

Tempi magici per il mondo della bicicletta. Ad incoronare un mercato in pieno fermento ci pensano dati statistici, pubblicità e soprattutto la visione di sempre più biciclette che si muovono nelle no-stre strade. Non si tratta però di un ritorno ad un passato in cui le biciclette rappresentavano l’es-

senzialità meccanica senza troppi fronzoli. Oggi le migliorie e le innovazioni tecnologiche si spalmano su tutte le tipologie di bici ed ogni segmento presenta novità a livelli di componentistica, design, materiali. Vediamole un po’ alla volta.

• • • • Freestyle, trial, surplace. Le bmx nelle loro variabili declinazioni sono tornate di moda dopo una pausa durata più di vent’anni. Sono cromate ed hanno pedaline poste nel giunto della ruota posteriore per facilitare le acrobazie. Piccole, basse, a volte senza sella, rappresentano il non plus ultra in fatto di usabilità. I ragazzini ne vanno matti, e dopo quindici anni di mountain bike forzata posso finalmente cimentarsi ogni pomeriggio in esercizi spericolati. L’ambiente ideale? Una fabbrica dismessa.

• • Olandesi, con freni a bacchetta, sport e gran sport. Le biciclette vecchie sono rispolverate, smontate, verniciate e riassemblate. In una parola, restaurate, per poter tornare a sfrecciare nel traffico cittadino senza l’impressione di mancare di un minimo di stile. Ma non ci sono solo antichi mezzi capaci di sbucare da qualche soffitta. Le bici vintage nascono nuove ogni giorno. Telai in acciaio, assenza di rapporti, spesso impreziosite da cestini importanti e rigorosamente di vimini. I colori? L’insostituibile nero, il tradizionale crema o le molte tinte del pastello (rosa, giallo, azzurro) per gli appassionati che sempre più numerosi si scoprono novelli ciclisti e sedotti dalla meccanica.

BICICLETTE DA CORSA

MTB

VINTAGE

BMX

I♥bicycle

Thonet, Concept Bike Una bici in legno? Non è un ritorno al passato, quando con il nobile materiale costruivano i cerchioni, ma l’idea di Thonet, nota azienda conosciuta per il suo brevetto di curvatura del legno a vapore risalente agli anni ‘30. Un vero e proprio prototipo disegnato da Andy Martin, progettista londinese in grado di realizzare una bici in legno di faggio curvato, con particolari metallici integrabili esteticamente e l’obiettivo di rinforzare il telaio nei punti di particolare stress. Quella rappresentata in foto è una bici a scatto fisso, priva di freni e con una sella in legno massello di faggio, mentre le ruote sono in fibra di carbonio. Dall’unico componente di una bici un tempo fatto in legno, all’unico componente non più di legno. È il progresso. thonet.com ph. urbancycling.it

BICICLETTA A SCATTO FISSO

• Da sempre in lotta con il peso, le moderne biciclette da corsa sono scese sino a segnare i 6 kg all’ago della bilancia. E’ il carbonio a prevalere, non solo sulla forcella anteriore ma su tutto il telaio, salvo le repliche dei modelli in stile vintage che ricorrono ancora ad acciaio ed alluminio. La novità assoluta è il cambio elettronico, proposto da Campagnolo e Shimano. Costa il 10% in più rispetto ad un cambio d’alta gamma, velocizza i passaggi di marcia rendendoli più precisi e sta pian piano conquistando anche gli scettici. Altre frontiere della bici da corsa? Il telaio su misura, apprezzato dai puristi, o ancora i cerchi ad alto profilo che stanno tornando alla grande, in materiale leggero, perché sulle ruote il peso è ancora più importante.

• • • Biammortizzate, freni a disco, telai sempre più solidi e… a pedalata assistita. L’ultima frontiera in fatto di MTB è l’introduzione di un piccolo motore in grado di offrire sostegno alla trazione, pensato per chi pratica downhill e deve raggiungere la vetta della montagna prima di gettarsi in impegnative discese. I puristi storceranno il naso, la bicicletta aumenta di peso, ma in questo caso si consente anche a chi non è più giovanissimo di continuare con l’attività fisica. Il suo logo ideale? Al lago di Garda, scendendo dal monte Baldo, o nel monte Grappa, tra una malga e l’altra.

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Vicenza gioca a polo. IN BICICLETTAI♥bicycle

La bicicletta a scatto fisso La bici a scatto fisso è la versione zero della bicicletta, dove la trasmissione ha la presa diretta con la ruota posteriore tramite la catena. Vi è un solo rapporto, e manca il dispositivo chiamato “ruota libera” che permette, quando si smette di spingere sui pedali, che questi stiano fermi e che le ruote continuino a girare per inerzia. Con una fissa i pedali girano sempre, e quando si smette di dare potenza, i pedali girano ancora e le gambe costrette a frullare. Come nei tricicli dei bambini. Con una “fissa”, quindi, si può andare anche all’indietro, magari facendo il surplace, ai semafori, per non appoggiare il piede a terra. Non hanno freni, parafanghi, cambi e guaine. Leggerezza ed essenzialità le parole chiave. I bici fissati generalmente se le costruiscono, ma i grandi marchi hanno fiutato il business e ne propongono modelli sempre più performanti.

LEGGEREZZA ED ESSENZIALITÀPolo e bicicletta, unione magica. Da una parte la ricercatezza di uno tra i più antichi sport di sempre, nato in

Mongolia e naturalizzato britannico. Dall’al-tra il mezzo di locomozione più democratico e diffuso che esista, cavalcato da adulti e bambini e mai come oggi protagonista del fermento sportivo. Il Bike polo è questo, un’unione bizzarra ma geniale, inventato nella grigia Seattle, diffusosi in Francia e sbarcato in Italia, nella città del Pal-ladio. Si gioca in squa-dre da tre, su biciclette a scatto fisso (vedi box), dotati di mazza e rispettiva palla da infilare a rete. Un disciplina semplice ma spetta-colare, come molti giochi di strada, che nel capoluogo berico sta prendendo sempre più piede. E’ infatti l’associazione culturale sportiva Riding in Circle/Vicenza Bike Polo a promuoverne la diffusione, non limitando-si agli allenamenti ma partecipando (e vin-cendo) ai tornei nazionali e internazionali come il Mazza d’oro, dove i vicentini Tigers (campioni d’Italia) si cimentano insieme ad

altri tre team berici. Uno sport quindi ma anche una filosofia di vita, come è sempre capitato per altri sport di derivazione stre-et (skateboard in primis), che sa creare una propria identità negli allenamenti come nel design a cui si ispirano le biciclette e l’ab-bigliamento. Berrettini da ciclismo con il frontino rialzato, camicione a quadri, jeans

stretti. Per incontrarli basta andare al centro polisportivo di Creaz-zo, dove 14 ragazzi si incontrano 3 volte alla settimana, impugnano le loro mazze e (senza appoggiare il piede a

terra, altrimenti è fallo), mirano a rete. Le regole sono semplici, il materiale facilmen-te reperibile e, per chi vuole provare, viene fornito dall’associazione, che sta cercando un accordo con il comune per avere uno spazio ai campi di San Lazzaro, dove magari tra qualche tempo vedremo biciclette sfrec-ciare con in sella anche qualche ragazza (il gentil sesso ancora è assente, fatevi sotto), con mazza, ginocchiere e palla a seguito. Per informazioni [email protected]

FILOSOFIA DI VITA CHE SA CREARE UNA PROPRIA

IDENTITÀ NEGLI ALLENAMENTI COME NEL DESIGN A CUI SI

ISPIRANO LE BICICLETTE E L’ABBIGLIAMENTO

Un nuovo sport che vede Vicenza tra le protagoniste in Italia. Una bici, una mazza, e il gioco è fattofoto di Alessandro Gonfiantini

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Vicenza sempre più CICLABILE

Vicenza città sempre più bikefriendly, amante della bicicletta, con un per-corso nel verde che collegherà San

Pietro Intrigogna al Bosco del Quarelo, nella zona ovest a piedi dei colli, passando per Monte Berico. Si tratta di un progetto suggestivo, del costo di 850 mila euro (700 mila provenienti dalla fondazione Carivero-na), in parte pagati con i proventi delle ven-dite delle azioni dell’au-tostrada. Segno sempre più forte che la comunità sta andando verso una rivalorizzazione del-le due ruote a dispetto delle quattro. I segnali di un’attenzione verso l’ecologia, la biodiversità, la cultura del verde ci sono tutti, e questo progetto si aggiunge alla ciclabile che collega Vicen-za a Noventa Vicentina in una distanza di ben 29 km, inaugurata alla fine dell’estate. Il nuovo progetto parte da Via Ponte del Quarelo, un territorio di campagna poco distante dalle fabbriche della zona ovest, collegandola con il canile di Gogna dove ba-

cheche esplicative e alberi appena piantati concorreranno alla creazione di un nuovo paesaggio, per poi proseguire ai piedi di monte Berico e sbucare nella tranquilla Valletta del silenzio, in un percorso natu-ralistico in gran parte da scoprire, e chiesto a gran voce dai vicentini. Dall’altra parte, ad est, San Pietro Intrigogna sarà la meta d’arrivo, in una zona di campagna come

quelle di una volta, ma vicinissima alla realtà commerciale di Torri di Quartesolo, collegata attraverso un sotto-passo molto utile ai

residenti di un’area spesso congestionata dal traffico. Sarà possibile quindi collegare per la prima volta la zona ovest e quella est della città attraverso un percorso ciclabile, di una decina di kilometri, in attesa che si sviluppi un progetto per rendere ciclabili gli argini dei fiumi che disegnano la città e passano per il centro, dove le bici da sem-pre sono numerose. Qualcuno ci sta pen-sando? Progettisti fatevi avanti.

SARÀ POSSIBILE COLLEGARE LA ZONA OVEST E QUELLA EST DELLA CITTÀ ATTRAVERSO UN

PERCORSO CICLABILE

Il collegamento delle estremità est ed ovest fanno ben sperare gli ecologisti e tutti i sostenitori delle due ruote

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La ciclabile che collega Vicenza e Noventa segue il sedime di quella che fu la Ferrotramvia Vicenza -Noventa-Montagnana, ed apre la strada ad altre valorizzazioni, che potrebbero consentire ad un vicentino di arrivare fino al Po’ in bicicletta. A Ponte di Mossano infatti si interseca con un’importante ferrovia dismessa, quella della linea Treviso Ostiglia (Mn), già in fase di recupero nelle province di Padova e Treviso. Notizie

importanti, attese da anni, nella speranza che le felici esperienze dei paesi nordici (caso emblematico la ciclabile Alpe - Adria) possano trovare terreno fertile anche da noi. Perché non si tratta solo di accontentare i ciclisti, ma di creare una mobilità sostenibile in grado di muovere un importante indotto economico, in piena sicurezza e nel rispetto dell’ambiente.

Argini e vecchi tracciati ferroviari, si punta su di loroNUOVI PERCORSI

Una ruota per scordare le fatica Avevate pensato ad una bicicletta a pedalata assistita ma costa troppo? Non sapete inoltre come sbarazzarvi della vostra vecchia bici? Il problema potrebbe presto sparire grazie ad un sistema in grado di convertire l’energia cinetica delle frenate e delle discese in energia elettrica che viene immagazzinata in speciali batterie. La novità non è nel mezzo quindi, ma nella possibilità di utilizzare qualsiasi bici semplicemente sostituendo la ruota (posteriore o anteriore) con al suo interno una sorta di disco magico. Il meccanismo risiede infatti nel mozzo della ruota posteriore, dove si concentrano tutti i componenti inclusi motore, freni, elettronica di controllo, ed eventualmente alcuni speciali sensori per monitorare valori ambientali come il livello di inquinamento urbano, il traffico, i tempi di percorrenza e le calorie bruciate con la pedalata, rendendo quindi la bici uno strumento per la gestione sostenibile della mobilità urbana.

ezprobike.com/DBRevoph. urbancycling.it

LA PEDALATA ASSISTITA

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Sono più di mille le bici restituite a nuo-va vita, con l’obiettivo che il numero possa ancora aumentare. A compie-

re l’impresa è la Ciclofficina vicentina, in particolare l’associazione di promozione sociale Cicletica, nata nel 2011 ma di fatto operativa dal 2003. L’idea, come ci spiega il vicepresidente Donato Zanotto, è semplice: “Uno spazio in cui poter aggiustare la pro-pria bicicletta usando materiale recuperato da vecchie bici in disuso, con l’aiuto di vo-lontari esperti e una buona dose di passio-ne”. Se tutto ciò non bastasse aggiungiamo il fatto che associarsi a Cicletica è un’opera-zione molto semplice ed economicamente alla portata di tutti, non prevedendo una quota fissa di iscrizione ma accettando l’offerta libera. Forse anche per questo l’as-sociazione sta conoscendo un’importante crescita di iscritti, con la sede di park Fo-gazzaro che ogni mercoledì sera si riempie di una trentina di protagonisti ciclofili. Tra questi vi sono anche persone dal presente

non semplice, vittime della crisi che stanno rinunciando all’auto ma non alla mobilità. Dalle operazioni più semplici fatte di raggi da tirare, copertoni da sostituire, o cambi che necessitano di registrazione a quelle più complesse con nomi difficili: movimenti centrali, pignoni, steli delle forcelle. Il ma-teriale presente proviene da donazioni, ma anche dalla ricerca nelle riciclerie citta-dine dove si trova di tutto e di più. Un’attività come questa però non s’improv-visa, serve un mentore, una sorta di guru in grado di dare consigli e soluzioni pratiche. A pensarci è Gino Bergan, storico ciclo-meccanico di Dueville che con la sua cinquantennale esperienza coinvolge an-che i più giovani e gli altri membri del di-rettivo Cicletica. Come Liliana, romana di nascita e vicentina d’adozione, che accoglie i nuovi iscritti e gestisce l’amministrazione

insieme a Luisa, oppure Andrea Fisico, pre-sidente di quella che di fatto è un’associa-zione di promozione sociale, attiva nell’am-bito dell’organizzazione di manifestazioni a tema ciclico o nella collaborazione ad attivi-tà di impatto sociale. Un esempio? Il labo-ratorio della Caritas per ragazzi sinti e rom in cui si insegna un mestiere (riparatore di bici), le attività all’interno delle scuole per sensibilizzare gli studenti all’utilizzo del-la bici o la presenza costante alle giornate senz’auto dove sono da sempre presenti

con un banchetto informa-tivo e “ripartivo” per risol-vere i problemi della propria bicicletta. Se poi si vive la bicicletta in modo estremo, Cicletica è un posto specia-le anche per i ciclisti impe-gnati in imprese importanti.

Come Davide Biolo, una passione per la bici e tanta voglia di viaggiare. Quest’estate se ne è costruita una in ciclofficina. Tre setti-mane con le mani sporche di grasso e poi il collaudo. La meta? Barcellona. In bici natu-ralmente. Per informazioni www.cicletica.it

“OGNI VOLTA CHE VEDO UN ADULTO IN BICICLETTA, PENSO CHE PER LA RAZZA

UMANA CI SIA ANCORA SPERANZA”

(Herbert George Wells)

OPERAZIONE CICLOFFICINANella sede di Park Fogazzaro, l’associazione Cicletica ripara biciclette creando socialità. Una storia di utilità e inclusionefoto di Nicola Zanettin

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43 mappa del nuovofonte: archilovers

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//MAPPADEL NUOVO//ARCHITETTURA VERDE IN EUROPAStrutture pubbiche e residenze private dall’ispirazione “green”

Una residenza ispirata alle ‘case pendenti’ di Amsterdam in continua evoluzione

Un edificio ispirato ai granai e alle cosiddette “case pendenti” di Amsterdam: a prima impres-sione sembra essere una tradizionale residenza con tetto spiovente, ma avvicinandosi sempre di più si scopre l’originalità dell’architettura: lun-ga 30 metri, la struttura si sviluppa per metà a sbalzo, sospesa su un avvallamento del terreno.Le pareti vetrate sulla facciata spinta nel vuo-to offrono una visuale sulla natura circostante, mentre la copertura, in tessere di acciaio riflet-tente, consente una trasformazione camaleon-tica dell’abitazione che assume di volta in volta i diversi colori delle stagioni.

La struttura in legno più grande al mondodove pulsa il cuore di Siviglia

Dopo quasi un anno dal suo completamento è già diventata il nuovo simbolo di Siviglia e del suo centro urbano: la Metropol Parasol è una struttura in legno rivestita da poliuretano che si pone al centro di Plaza de la Encranacion co-stituendo un punto di riferimento e un incontro magnifico tra storia e contemporaneità. Sotto la struttura fungiforme prende posto un museo archeologico, un mercato agricolo, una piazza sopraelevata, bar, ristoranti e una terraz-za panoramica. Quest’uso misto unisce cultura e commercio rendendo frizzante e godibile la vita nel cuore della città.

Il nuovo Palazzo di Giustiziariprende lo stile degli Zigurat

Destinato a diventare il nuovo landmark del-la contemporaneità francese, sarà il nuovo Palazzo della Giustizia francese. L’opera, che verrà conclusa nel 2017, è inserita nel progetto “Gran Paris” e sorgerà nel XVII Arrondissement (Clichy-Batignolles), quartiere a nord-ovest della città, in piena rinascita. Il nuovo edificio disegnato dall’archistar genovese Renzo Pia-no è costituito da blocchi in vetro e acciaio che nell’insieme formano una struttura a gradoni alta 160 metri. Nell’ottica di Piano, sarà come una città aperta, con tante piazze, strade, luoghi di incontro e parchi verdi sospesi.

METROPOL PARASOLJ. Mayer H. ArchitectsSiviglia, Spagna - 2011

THE BALANCING BARNMVRDVWalberswick, Regno Unito - 2010

SEDE DEL PALAZZO DI GIUSTIZIARPBW - Renzo Piano Building WorkshopParigi, Francia - 2017

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//BIENNALE DI VENEZIA13˚ MOSTRA DI ARCHITETTURA//COMMON GROUNDResta ancora qualche giorno per scoprire l’architettura (quella di tutti)

1) Architettura per tutti

NELLA COMUNICAZIONEUno spazio dove la cultura dell’architettura e la collettività si incontrano in un paesaggio attra-verso il quale la disciplina si mostra ai non addetti ai lavori con stimoli visivi e immagini: è Gateway, l’installazione curata da Norman Foster. Sul pavi-mento scorrono con una scrittura bianca lumine-scente i nomi degli architetti di tutti i tempi assie-me ad un testo che fluisce nella stanza secondo algoritmi tratti dal comportamento delle formiche. Sulle pareti si alternano le immagini di due realtà molto diverse: la società multietnica di Singapore e le foreste della Finlandia. (Foto di Nico Saieh)

2) Architettura per tutti

NELLA POSSIBILITÀLeone d’Oro per la miglior partecipazione naziona-le: il progetto del padiglione giapponese Home for All curato da Toyo Ito ha voluto dimostrare come sia possibile, anche in situazioni particolarmen-te devastate (come quelle lasciate dallo tsunami abbattutosi sulle coste nipponiche), realizzare un’architettura per la collettività sfruttando tutte le possibili risorse a disposizione, anche se molto scarse.Ecco che dall’enorme quantità di tronchi di cedro spezzati dalla catastrofe è nata l’idea delle abita-zioni-palafitte. (Foto Archiportale)

3) Architettura per tutti

NELLA REALTÀLeone d’Oro per il miglior progetto rappresentati-vo del tema dell’esposizione: la Torre David / Gran Horizonte di Urban-Think Tank riproduce l’atmo-sfera surreale di un’occupazione spontanea di un grattacielo incompiuto e abbandonato a Caracas. In questo luogo i cittadini e le famiglie del luogo hanno creato uno spazio di condivisione e di so-cializzazione fuori dagli schemi, dando vita ad una nuova casa e ad una nuova comunità. Una trasfor-mazione urbana che si pone al centro degli esempiper il recupero di tutte le aree degradate. (Foto Archiportale)

Distogliamo lo sguardo dalle Archistar, almeno per questa volta. E’ il tema della Biennale, Common Ground, a suggerirlo, escludendo testimonianze narcisiste e soliste. L’attenzione questa volta non è rivolta all’architetto ma all’architettura, alla centralità che questa disciplina ha nella società e per la società. In tempi di crisi economica e ambientale, catastrofi naturali e predi-zioni apocalittiche, il tema scelto da David Chipperfield non poteva essere più opportuno. Ripensare al bene pubblico inteso come luogo di tutti, per quanto

giudicata banale e limitante da numerose archistar (tra cui ... che ha rifiutato di partecipare), è un’operazione che ha fatto emergere realtà per la maggior parte poco patinante, ma toccanti, empatiche, emozionanti. Che fanno capire come, nelle megalopoli e nelle aree urbane degradate in cui regna la povertà, quegli edifici spettacolari autografati da celebrità rappresentino un grido de-solato di autocelebrazione. A meno che queste opere non aprano le porte alla società per diventare spazio pubblico, common ground.

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fino al 25 novembre

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Working progress...Working progress...

La tua casa... dal disegno al tetto!Realizziamo qualsiasi opera edile,

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Il designer israelianoospite a Vicenza con una mostra-istallazione su Rock Chamber

Artista, tecnico, fotografo, designer, regista: le competenze di Levy sono multidisciplinari. Noto al pubblico per le sue sculture geometriche e rigorose, le sue installazioni, le sue limited editions e il suo design, Levy ama ricordare che “il mondo riguarda le persone, non gli oggetti”. Rock Chamber, una monumentale opera scultorea rivestita in mosaico nero, larga 7 metri per 5 e alta 2,6 è l’opera realizzata per la Fondazione Bisazza ed esposta in una mostra-esibizione nella galleria di Montecchio Maggiore. Su questo enigmatico pezzo, Arik Levy dichiara: “Quest’opera segna la transizione verso la scultura monumentale e funzionale su larga scala. Rock Chamber sarà ricoperta di tessere musive e darà la sensa-zione di un meteorite carbonizzato che, passando attraverso l’atmosfera, è arrivato sulla Terra. Noi siamo gli uomini primitivi del futuro e questa è la nostra grotta futura”.

www.ariklevy.frNella foto Arik Levy con lo schizzo di Rock Chamber

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Edilgronda Lattonerie sncVia Brenta 28 - Isola Vicentina (VI)

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Esperienza artigianalenella lattoneria

e coperture

Edilgronda lattonerie è una impresa artigiana attiva nel settore dell’edilizia civile ed industriale dove opera producendo ed installando rivesti-

menti in rame e altre leghe per coperture di varie fogge, normali, grecate e aggraffate. L’Azienda è nata in un laboratorio di Isola Vicentina per iniziativa di due artigiani, ed ha prosperato nel tem-po grazie alla tenacia dei fondatori e alle capacità dei collaboratori. Puntando sulla qualità realizza oggi un prodotto artigianale, curato nei particolari, con macchi-nari ed attrezzature tecnologicamente avanzati.Edilgronda offre inoltre preventivi gratuiti.

SERVIZI• Piegatura e installazioni grondaie• Coperture metalliche in doppia aggraffatura - grecate

e coibentate• Rifacimento tetti con varie soluzioni:

guaine, isolamenti termici, tegole o coppi ecc.• Utilizzo di piattaforma aerea da 21 o 28 mt• Camion con gru da 32 mt

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Gli architetti Traverso-Vighy si cimentano in progetti che vedono nella leggerezza della struttura e nell’attenzione alla luce i punti di forza di una ricerca sempre attiva

LA LEGGEREZZA DELLA LUCE

testo di Simone Ariot

Dopo la laurea in architettura a Venezia si perfeziona-no presso The Bartlett, University College of London con un Master in “Light and Lighting”.Nel 1996 fondano a Vicenza lo studio Traverso-Vighy, che si occupa della realizzazione di edifici leggeri, basa-ti su sperimentazione, prefabbricazione ed economia di risorse, cercando di stabilire un equilibrio tra sapien-za tradizionale e ottimizzazione tecnologica. traverso-vighy.com tvzeb.org

Sperimentazione, economia delle risorse ed equilibrio tra sapienza tradizionale edottimizzazione tecnologicasono i segni distintivi di Traverso-Vighy

Uno scheletro di legno e luce Casa Ceschi si trova addossata all’antica cinta muraria del XII secolo di Vicenza. Si tratta di un intervento strutturalmente leggero e reversibile, costruito con sistemi ad alto contenuto tecnologico, come lo scheletro di legno di larice lamellare che si sviluppa su tutta l’altezza dell’edificio e inserito nelle pareti svuotate, portando ad elevati standard antisismici. Internamente è il vetro ad essere impiegato per la sua capacità di illuminare e la luce naturale che confluisce dall’esterno viene filtrata da superfici in orizzontali e verticali, creando un senso di continuità tra gli spazi.

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L’installazione di lighting design è stata realizzata come copertina dell’evento “La Città dell’Architettura n.0”, visibile tutte le sere del festival, che si è tenuto dal 21 al 30 settembre. L’installazione ha come titolo “notte e tempo”: si tratta di uno spettacolo di effetti luminosi ed acustici della durata di circa 4 minuti. Una narrazione raccontata sul fondale buio di via Riale , che reinterpreta gli aspetti compositivi della facciata di Palazzo Cordellina, dando vita ai singoli elementi architettonici, quali colonne, finestre, mascheroni, metope e triglifi. Il progetto di Lighting design è stato curato da Giovanni Traverso (traverso-vighy), mentre quello di sound design da Andrea Cera

LIGHTING DESIGN

PAOLA VIGHY & GIOVANNI TRAVERSO

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COLLABORAZIONE CON ARCHITETTI

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Il giovane architetto bassanese propone soluzioni modulari che hanno trovato riscontro in situazioni d’emergenza come quelle del terremoto in Emilia

ARCHITETTURA della RINASCITA

testo di Simone Ariot

Paolo Didonè, 29 anni, architetto, lavora come libero professionista a Rosà (Vicenza). Dopo un percorso che l’ha visto collaborare con studi veneziani e padovani, arrivano i primi progetti importanti, tra cui il Monu-mento agli Alpini a Rossano Veneto, la scuola materna Montessori a San Felice sul Panaro e la scuola prima-ria “Dante Alighieri” a Mirandola, entrambi concorsi vinti e realizzati per la ricostruzione dell’Emilia dopo il terremoto. Affronta l’architettura come una lettura critica del contesto, in cui il progetto diventa risposta concreta alle problematiche, grazie al connubio tra una continua ricerca architettonica e pragmatismo. paolodidone.it

Selezionato tra 8 architetti under 30 da Casabella e scelto nell’iniziativa “Spazio ai giovani” di Costruzioni Dalla Verde SpA. Un grattacielo che si relaziona con il cielo e allo stesso tempo con il tessuto urbano cittadino, iper densificato come lo sono i centri abitati postmoderni. L’essere umano cerca una relazione con l’ambiente e il cielo, e da qui nasce l’idea di forare l’edificio per consentire un rapporto con il cielo stesso che viene “catturato” all’interno del grattacielo diventando parte integrante dell’architettura. Una struttura dalla superficie vetrata per donare luce fa il resto, con schermate dai raggi solari per evitare un eccessivo surriscaldamento.

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La scatola dei colori Asilo + Nido “Montessori” a San Felice sul Panaro (MO)Progetti ed edifici d’emergenza, costruiti in soli 50 giorni,caratterizzati da scelte progettuali sono votate alla razionalizzazione totale. L’asilo Montessori è esternamente percepito come un recinto di cemento, che trasmette una sensazione di sicurezza,soprattutto dopo i tragici fatti del terremoto. Ma il progetto è fatto per i bambini, quindi colorato, vivace, positivo.

L’architettura razionaleScuola primaria “Dante Alighieri” a Mirandola (MO)Sono le finestre di questa scuola, costruita in tempi record, a dare una forma al progetto. Luce e ritmo in una facciata interrotta solo dall’eccezione dell’ingresso. L’edificio è compatto e definito nella sua forma primitiva (un parallelepipedo con un ritmo preciso di fori) che rimanda alle aperture per la ventilazione dei fienili tipici della zona. Un aspetto che deve mediare tra edifici residenziali ed edifici commerciali-industriali di grandi dimensioni, un ritmo di vuoti e pieni soprattutto. Una struttura di “emergenza” per l’ottimizzazione dei costi e la gestione e il suo utilizzo quotidiano.

“L’architettura? A mio avviso, non è pura e semplice gestualità, ma Azione che influenza la vita delle persone e Interazione con le altre discipline per trovare la soluzione migliore”

Entrambi i progetti sono stati realizzati in collaborazione con gli architetti Fabrizio Michielon e Sergio de Gioia

PAOLO DIDONÈ

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Una storia giovane ma densa di progetti e slanci per il futuro, orientati verso lo sviluppo di contenuti unici, magici, emozionanti

SOTTO IL SEGNODEL SEGNO AR

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Villa delle Arti (Kuwait City)La villa è opera in cui poesia, arte, architettura e design celebrano uno straordinario connubio creativo-compositivo. Le stesse giocando ad alternarsi, rincorrersi, rispettarsi, dettano ordini e dinamiche da cui genera uno spazio dal carattere classico-contemporaneo. Tutti gli oggetti d’arredo parlano design italiano.

ON_OFFICE ARCHITETTURA

“Lavorare per catturare l’attimo irreale di un’idea che diviene reale attraverso il suo segno. La materia prende forma in spazi ed oggetti, usando come punto di partenza il semplice segno di un’idea progettuale”

Lo studio nasce a Vicenza nel 2006 dalla collabora-zione di due giovani architetti, Federico Traverso e Federico Pellizzari che in breve tempo fondano anche On_Office Architecture, la sede operativa a Kuwait Cityper l’area medio orientale, con incarichi di progetta-zione sia urbanistica che architettonica. Nel portfolio dello studio ci sono progetti in diverse città non solo d’Italia ma anche in Europa, pubblicazioni e diversi collaboratori: responsabili in ambiti grafici, informatici, nel settore del design, della prototipizzazione e della fotografia, strutturisti ed impiantisti che permettono di fornire un servizio completo di alto livello qualitativo.On_Office si definisce un laboratorio di idee nel quale il segno è concepito come tramite tra l’oggetto e la sua essenza, il mezzo di espressione e manifestazione del-la forma intesa come conseguenza naturale di questa connessione. Manufatti artistici e architettonici, design concept, allestimenti, interior design: On Office Archi-tettura si occupa di qualunque altro progetto preveda lo sviluppo di un contenuto estetico e formale. www.on-o.net

Nella foto, da sinistra Leonardo Tursi, Federico Pellizzari, Federico Traverso, Dario Coppola

Mail Box Project (Kuwait City)L’edificio, figurativamente, appare come una grande “mail box” le cui lettere, infilate in modi svariati, divengono setti murari di divisione spaziale e funzionale. Il progetto, concepito per il Ministero delle Comunicazioni del Kuwait, è situato a fianco della Liberation Tower (il landmark più alto dello Stato) e contiene spazi adibiti ad uffici, aree per spedizionieri, negozi annessi all’attività postale, banche, all-in-one payments points, meeting rooms, bar. Tutti legati tra loro da un boulevard di connessione...

L’edificio, figurativamente, appare come una grande “mail box” le cui lettere, infilate in modi svariati,

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55 auto & design

Da che parte va il design dell’auto, in un momento storico in cui la sobrietà è diventata regola e il valore di un prodotto è dato dalla durata nel tempo? Domanda attuale a cui molti

specialisti del settore stanno cercando di offrire una risposta, il più possibile concreta, magari sotto forma di progetto. “Il futuro è nello stile minimalista, perché la moda di “sovraprogettazione” è finita“. Parole di Walter de Silva, capo dello stile in WV, padre di eccellenti progetti e convinto sostenitore della purezza nelle forme. “La gente deve poter capire quello che compra e ritrovare una migliore tenuta nel tempo a tutto vantaggio della rivendibilità”. Sante parole se a pronunciarle è un guru, ma non da prendere alla lettera. Nella storia delle automobili ci sono casi in cui una linea tutt’altro che sobria ha portato eccellenti risultati di vendita e di critica da parte degli esteti. Qualche esempio?

IL FUTURO È NEL PASSATO?Le istant classic Fiat 500, la Mini, il “Maggiolone”, auto che come la collega su due ruote Vespa sono passate alla storia segnando record di vendite. Potremo definirle sobrie? Inoltre alcuni modelli in grado di ispirare i disegnatori decenni dopo, riproponendo rifacimenti e riedizioni, ritornano anno dopo anno. Ed ecco allora che marchi storici come Land Rover e Porsche vanno oltre quello che potrebbe essere definito un family feeling ed entrano in gioco linee che segnano un marchio come il suo dna, attraverso linee riconoscibili anche da chi non è particolarmente attento al design del prodotto auto.

UNA TENDENZA SOLO NEL MONDO DELL’AUTOMOBILE?Certo è che la storia e l’economia influiscono, e non poco. Un fenomeno non solo automobilistico e non solo collegato al design. Nell’arte e nella letteratura, ad esempio, nei momenti di crisi si è cercata l’ispirazione nel passato, cogliendo ciò che funzionava e pensando (a volte erroneamente), che la riproposta del passato fosse

In tempi di crisi si cercano le sicurezze che provengono dal passato. Dopo forme squadrate, opulenza e muscoli in evidenza nelle auto emergono segnali di ritorno al … passato

testo di Simone Ariot

L’(AUTO)STRADA DEL DESIGN

Nelle fotoLa Fiat 500La Volkswagen Beetle 2012La Mini One Clubvan

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AUTO DESIGN PRAGUE 2012 A Praga è stata riproposta la conferenza, giunta alla seconda edizione, che ha visto impegnati noti protagonisti del mondo del design. L’evento, dedicato a professionisti e al pubblico, ha visto la presenza di firme come Peter Stevens (disegnatore della McLaren F1, che ha lavorato per Lotus, Jaguar, MG e altri marchi automobilistici) Tony Hatter (designer della Porsche 911). Molto successo ha ottenuto invece la lezione di design in cui i responsabili stile Jaguar sono intervenuti con relazioni su design, mobilità, materiali e altri argomenti correlati.

IN FIERA PER IMPARARE

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57 auto & design57

sempre positiva (vedi i neoclassicisti). E non c’è dubbio che la tendenza attuale sia questa. Il design delle auto privilegia ciò che comunica sicurezza, linee classiche e tondeggianti, morbidamente avvolgenti come potrebbe essere un qualcosa che ci culla. E’ l’idea di rotondità e protezione che in un momento come quello attuale riesce ad attecchire, richiamando nell’istinto a quelle necessità che gli uomini hanno da sempre portato con sé. Il design quindi diventa un espediente per ricordare alle persone che i riferimenti della forma sono riferimenti per il futuro, un futuro forse lontano ma veloce ad arrivare, che vuole avere certezza di trovare una certa solidità.

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2012

2012

Nelle fotoLa Range Rover del 1970 e del 2012 La Porsche Carrera del 1972 e del 2012

Nella foto Francesco Panarotto, autore del volume sulla storia della Alpine Renault e la copertina del libro

OTTOBRE 1962Esattamente 50 anni fa Renault lancia la A110 Berlinette, al Salone dell’Auto di Parigi. Una vettura destinata a caratterizzare in maniera inconfondibile il marchio Alpine in tutto il mondo grazie alle sue vittorie sportive e rimanendo in produzione per i successivi quindici anni.

Dedicato interamente alla vettura sportiva e ai suoi successi, il libro “Alpine Renault A110 Les Bleues Italiennes” è stato presentato nei giorni scorsi alla fiera Auto e Moto d’Epoca-Padova. Scritto da Francesco Panarotto, appassionato, collezionista ed esperto di auto d’epoca, il volume può contare su un ricco corredo fotografico di oltre 950 foto e su un inedito registro che censisce le A110 impegnate in gara in Italia.

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26 centro porsche vicenza

Dal 12 novembre si potranno vedere e provare in anteprima da Frav Centro Porsche Vicenza: sono le

nuovePorsche 911 Carrera 4 e Carrera 4S, le varianti a quattro ruote motrici della nuova generazione della 911. La trazione integrale rende la vettura tedesca ancora più efficace nella guida sportiva, esaltandone la motricità e i limiti di tenuta, e allo stesso tempo la rende ancora più sicura e fruibile realmente per 365 giorni l’anno, secondo la formula che ha reso la 911 un’icona di sportività in tutto il mondo. Il tutto con importanti migliorie un po’ su tutti i fronti rispetto alla generazione precedente: sono cresciute infatti le prestazioni, mentre i consumi sono ridotti del 16%, grazie anche al peso ridotto di ben 65 kg. Dotata di trasmissione manuale a 7 rapporti o, a richiesta, della sofisticata trasmissione a doppia frizione e 7 rapporti PDK, la 911 Carrera 4S con motore 6 cilindri boxer 3.8 dispone di ben 400 CV e divora lo 0-100 km/h in 4.1 con una velocità massima di 299 km/h. Il consumo di carburante, con l’auto equipaggiata di trasmissione PDK, è appena di 9.1 litri/100 km. In alternativa, c’è anche la

Carrera 4 con motore 6 cilindri boxer da 3.4 litri e 350 CV (0-100 km/h in 4.5 secondi, 285 km/h di velocità massima e consumo medio di 8,6 litri/100 km).Esteticamente le nuove 911 Carrera 4 e Carrera 4S presentano parafanghi posteriori allargati di 22 mm per lato, per ospitare la carreggiata maggiorata ed i pneumatici posteriori più larghi di 10 mm per lato, che insieme ad altri dettagli estetici specifici rendono ancora più aggressivo il design immortale della 911. Con l’introduzione dei modelli a trazione integrale, la gamma 911 guadagna anche nuovi equipaggiamenti, come il tettino apribile in cristallo, uno Sport Chrono Pack ancora più coinvolgente e l’Adaptive Cruise Control (ACC)che mantiene la velocità di marcia impostata in relazione alla distanza di sicurezza con i veicoli che precedono, accelerando e frenando a seconda delle condizioni del traffico.Per scoprire tutti i segreti della nuova 911 Carrera 4S non resta che provarla direttamente con un appuntamento da Frav Centro Porsche Vicenza. Frav Muove la passione!!

Frav Centro Porsche Vicenza presenta le nuove 911 Carrera 4 e Carrera 4S, coupé e cabriolet

testo di Giovanni Bregant

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61 designer profile

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GNER

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Coppia di talenti creativi, uniti nel lavoro e nella vitadalla dedizione per l’architettura e la passione per il design

Francesca Braga Rosa e Ivano Vianello si laureano in Architettura allo IUAV di Venezia e fondano nel 2005 lo studio di architettura nel cuore di Vicenza, specializzato in architettura d’interni, paesaggio e design, in contesti storici e contemporanei. Nel 2007 creano il brand IVDESIGN.IT, con il quale portano avanti una personale ricerca progettuale, parallela al lavoro di architetti. “Progettiamo forniture in modo tale che la loro semplicità rifletta il fascino indiscreto, sia dei materiali con i quali sono prodotti, che del lavoro pro-gettuale.” Numerose sono le partecipazioni al Salone Internazionale del Mobile di Milano per presentare le nuove linee di prodotti, alcune delle quali vengono prodotte da aziende come Rapsel, Gruppo Sintesi, CB2, Beamalevich e Antonio Lupi oppune distribuite in autoproduzione in alcuni negozi. Nel 2008 creano il progetto About Design Vicenza, che ben presto dà vita a un concorso nazionale e, nel 2009, organizzano la prima Vicenza Design Week. Dal 2009 Vianello è docente di Progettazione di Ergonomia all’Istituto Supe-riore d’Architettura di Interni a Vicenza (ISAI).

ivdesign.it

FRANCESCA BRAGA ROSA

& IVANO VIANELLO

Nella foto Francesca Braga Rosa e Ivano Vianello ritratti con lo sgabello Taoph. Nicola Zanettin

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63 designer profile

JOEVELLUTO (JVLT)

Designer provocatorio, il suo stile creativo si traduce in un segno divertente e istintivo in cui è identificabile la ricerca della funzionalità da reinterpretare

Andrea Maragno è il fondatore di JoeVelluto (JVLT), studio di design e comunicazione con sede a Vicenza. Lo studio alterna progetti di industrial design (spesso curandone anche la comunicazione), con attività di do-cenza e ricerca attraverso eventi personali e/o collettivi. L’ultima mostra personale in ordine cronologico è “funcooldesign” a cura di Oliviero Toscani nel 2011, ospitato da Triennale Design Museum di Milano come uno degli 8 principali rappresentanti della nuova generazione del design italiano.Tra le tappe più significative: nel 2002 il primo progetto ufficiale “RosAria”, corona del rosario usa e getta in pluriball, che entra a far parte di collezioni permanenti di design in Italia e all’estero; nel 2005 presenta il libro “Salefino: nuovi sapori dal design italiano”; nel 2006 lancia con C. Morozzi il progetto di comunicazione “Nazio-nale Italiana Design” abbinato al nuovo brand “CoincasaDesign”, che riceverà la menzione d’onore nel 2011 dalla giuria internazionale del XXII Premio Compasso d’Oro ADI; attualmente cura il coordinamento artistico di due aziende vicentine “PLUST Collection” (by Euro3Plast) e “Lineabeta”.

joevelluto.it

Nella foto Andrea Maragno ritratto con il vaso Saving/Space/Vase di PLUST Collectionph. Nicola Zanettin

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65 designer profile

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Artista del vetro, vivace sperimentatore, il suo laboratorio è punto di incontro di artisti e designerche amano la versatilità di questo materiale

Massimo Lunardon, vicentino, inizia il suo percorso nel 1988 dopo un’esperienza professionale nella bottega di un maestro vetraio di Marostica, sulla spinta di un’attività vivace in diversi laboratori e studi di artisti, designers e architetti.Nel 1996 nasce l’azienda che porta il suo nome, uno spazio dove un gruppo di collaboratori possono tradurre capacità tecniche, vocazione artistica, passione e fantasia, partecipando ad una costante formazione interna attraverso il confronto continuo. L’interagire con personalità diverse e diversi materiali ha alimentato la sua necessità di continua sperimentazione, per portare le capacità plastiche e la versatilità del vetro sempre più oltre fino al limite costituito dal materiale associato: chiodi, posate, guaine vengono spesso introdotti nelle sue creazioni. La capacità di cogliere le infinite possibilità della materia è ciò che costituisce un richiamo anche per aziende dei settori più diversi con i quali Massimo collabora.Le creazioni “Massimo Lunardon” sono prodotte esclusivamente all’interno del laboratorio a S. Giorgio di Perlena.

massimolunardon.it

MASSIMO LUNARDON

Nella foto Massimo Lunardon ritratto con Alzatina Corallo, una delle sue ultime creazioniph. Nicola Zanettin

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72 profilegno

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Una lunga storia di legno e passione

La storia Profilegno inizia alla fine de-gli anni Settanta nello stabilimento di Quinto Vicentino, dove ancora oggi

vengono lavorate le materie prime prove-nienti da tutto il mondo per trasformarle in una delle migliori produzioni di pavimenti in legno prefiniti. Questa qualità made in Italy, autentica e riconosciuta, nasce dal-la profonda conoscenza del legno e dalla cura con cui vengono eseguite tutte le fasi della sua lavorazione. Un esempio di eccellenza italiana che si dimostra non solo nel prodotto ma anche

nel servizio Profilegno: dalla scelta della materia all’ottimizzazione del processo produttivo, dallo stoccaggio in ambien-ti climatizzati alla consegna organizzata in modo capillare fino all’assistenza post vendita, veloce e puntuale. La riconoscibilità della qualità Profilegno è nella selezione rigorosa ed esperta delle essenze, nella vastità e qualità delle fini-ture disponibili e nel saper coniugare la naturalità della materia con la tecnologia più avanzata per fare, di ogni ambiente, un luogo di assoluta personalità.

Ogni pavimento Profilegno è sinonimo di altissima qualità e affidabilità, nel totale rispetto della natura, dell’ambientee della salute delle persone che lo lavorano e lo acquistano

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73 profilegno

Una lunga storia di legno e passione

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GNIn questo parquet la bellezza del legno si unisce alla modernità di una posa sempli-ce e perfetta, come il suo nome. È un parquet che emoziona l’ambiente in cui abita, che racconta nella sua qua-lità i 15 anni di esperienza, di passione e di storia. Perfetto raccoglie in sè tutte le qualità migliori: la naturalità della materia e la precisione della posa, ottenuta appog-giandosi al 100% su un abete austriaco; l’energia del legno e la libertà di infinite essenze che rendono Perfetto l’interprete, unico e bellissimo, di ogni spazio.

La bellezza della semplicità

Da sempre Profilegno lavora nel pieno rispetto della natura e della sa-lute delle nostre foreste. A dimostrazione di questo impegno, l’azien-da ha recentemente ottenuto la certificazione PEFC™: questa certifica-zione è stata raggiunta dopo aver superato una procedura di verifica, riconosciuta e collaudata, da parte di un organismo indipendente che attesta che le forme di gestione boschiva rispondano a precisi requisiti di “sostenibilità”.www.pefc.it

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PEFC™Programme for Endorsement of Forest Certification schemes

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>>Sostenibilità e rispetto della natura

Il pavimento Profilegno è realizzato con suppor-to in abete massiccio privo di collanti tossici: questa particolare caratteristica ha permesso a Profilegno di ottenere, già nel 2007, la certifi-cazione CE sul proprio prodotto, confermandosi così tra le prime aziende ad aver raggiunto tale importante certificazione.Profilegno è una azienda certificata ISO 9001 e ISO 14001.

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I Colorati di ProfilegnoUna collezione in 12 originali finiture

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76 Lazzari Vittorio

DALL’AMORE PER IL LEGNOALL’EDILIZIA SOSTENIBILEIl legno è vivo, naturale, ecocompatibile, flessibile, più resistente ai sismi e al fuoco. Vivere in una casa in legno è una sensazione mentale e fisica di calore e natura

Nell’ormai dirompente settore della bioedilizia, l’avanzamento tecno-logico, mai fine a se stesso, serve ad aumentare l’abilità costruttiva, il risparmio energetico, l’ecosostenibilità e la qualità della vita di cia-scuno. Tutte componenti che il legno possiede e che sono necessarie e indispensabili per fare la differenza. La casa in legno è ecocompatibile, solida, antisismica, calda, econo-mica ed efficiente, più semplice e veloce da costruire, all’avanguardia per comfort e sicurezza. Il legno è un materiale antico che vive, vibra e respira, sostiene il morale, conforta l’animo. Il legno è la scelta giusta. Perchè l’uomo è nato e vissuto nei boschi, nelle foreste, nelle selve.

La memoria genetica del legno è nel dna dell’essere umano.Realtà in continua evoluzione fin dal 1951, Lazzari Vittorio sas si pro-pone oggi sul mercato come azienda di esperienza e qualità certifica-ta con tutta la passione nei confronti del legno e dei suoi straordinari standard abitativi, per continuare nella vocazione che accompagna il percorso produttivo, commerciale, sociale, per sostenere lo sviluppo e il progresso privilegiando il benessere di tutti, nel rigoroso rispetto della Natura e dell’Ambiente.Innovazione e flessibilità sono determinanti nel progetto del miglio-ramento della qualità della vita. La leadership tecnologica porta risul-

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77 Lazzari Vittorio

Il legno è vivo, naturale, ecocompatibile, flessibile, più resistente ai sismi e al fuoco. Vivere in una casa in legno è una sensazione mentale e fisica di calore e natura

tati e vantaggi unici e concreti per la gente con soluzioni innovative. Ogni giorno, tutto questo viene applicato nel legno, con il legno. L’e-sperienza aziendale porta alla realizzazione di prodotti all’avanguar-dia e un’offerta completa di soluzioni adatte alle necessità e alle esi-genze di chi costruisce case in legno per professione. Chi collabora con l’azienda dimostra una particolare sensibilità per l’innovazione tecnologica e per i suoi obiettivi: combinare nel rispetto dell’Ambiente e dell’Uomo con il piacere di costruire per crescere e vivere meglio. Generare prodotti innovativi e affidabili non basta. è indispensabile creare un rapporto speciale anche con chi li utilizza per rendere ogni cliente partecipe dell’impegno, della ricerca, dei “sogni” perseguiti dall’azienda per tutelare e sviluppare insieme tutti quei progetti che portano alla difesa dell’ecosistema e alla serenità di tutti gli abitanti del Pianeta. La ripresa è dietro l’angolo, la vita continua, il progresso anche. Collaborare insieme per la massima soddisfazione.

La tecnologia XLAMIl “muro” in legno è una soluzione che fa già tendenza. Un team esperto, creativo e compatto di persone si dedica al cliente, alle azien-de, alle problematiche connesse. Una realtà customer-oriented che opera nell’ottica di una continua e diretta fidelizzazione del cliente. Lazzari Vittorio insiste sulla qualità promuovendo, secondo le vigenti norme, la tecnologia XLAM: il muro in legno resistente, funzionale (perchè strutturale) che dura nel tempo. Le pareti XLAM sono sinoni-mo di flessibilità progettuale (infatti si possono effettuare modifiche anche in fase di montaggio), realizzativa (fino a 10 piani di altezza), nelle tempistiche (velocità di costruzione) e nella tecnologia del futu-ro, perchè senza emissioni di formaldeide.

Dall’alto a sinistra, copertura in legno lamellare di scuderieA destra, copertura in portico colore biancoSotto, copertura in lamellare di piscina

Qualità certificataLazzari Vittorio vanta una lunga esperienza e un numero notevole di certificazioni nel settore del legno che assicurano i suoi prodotti e la qualità delle materie prime utilizzate.

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A Costabissara è nata una perla im-mobiliare: le Ville Iris. Residenze di altissimo livello caratterizzate da un

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che nella zona notte, un’incantevole piscina affiancata da un lungo portico che collega l’abitazione principale al doppio garage, un giardino spazioso ideale per momenti di vita mondana o per piacevoli ore di tranquillità e da un vano indipendente da adibire a zona fitness o a zona studio. L’intero residence è progettato nel rispetto delle rigorose norme antisismiche e all’inse-gna di un’alta qualificazione energetica, gra-zie alla dotazione di pannelli solari, pannelli fotovoltaici e a serramenti top di gamma che assicurano un ottimo isolamento termico e acustico. www.pozzamatteo.it

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81 H-farm news

//H-FARM NEWSFilo diretto con l'acceleratore di startup// A Roncade si lavora per le web company del futuro: ecco alcune di quelle più "hot"

H-FA

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WS

20LINES // Intellettuale

DESALL // Social

NONABOX // Materno

È una startup che unisce scrittura col-lettiva e lettura interattiva per inno-vare la creazione di un racconto. Si

rivolge a tutti gli amanti della scrittura e della lettura che potranno diventare autori di una Pillola: una storia breve composta da 6 sezioni di massimo "20righe". Nasce interamente in Italia dall'idea di Alessan-dro Biggi e altri tre co-fondatori, tutti di età compresa tra i 24 e i 26 anni e ha fatto il suo debutto al Salone internazionale del Libro di Torino. Da pochi mesi, dopo aver frequentato il MasterLab di Digital Accademia (www.digi-talaccademia.it), Alessandro e il suo team lavorano al progetto all'interno del Seed Village di H-FARM.

www.20lin.es

Nata dall’idea di Davide Scomparin, Desall è una start up che offre un servizio web per l’ideazione e lo

sviluppo "partecipativo" di nuovi prodotti, coinvolgendo nella fase di progettazio-ne e sviluppo, oltre agli addetti ai lavori, anche i consumatori finali. Desall si basa sul crowdsourcing, grazie al quale creativi da tutto il mondo e le aziende entrano in contatto in modo più veloce ed economico rispetto ai processi tradizionali. Attraverso Desall.com, il cliente ha la possibilità di for-mulare specifiche richieste alla community di creativi, ottenendo in cambio proposte progettuali e social advertising. Oltre a questo si offre anche un primo studio di fattibilità dei prodotti accompagnato da prototipazione.

www.desall.com

Nonabox, startup originaria della Spagna, nasce in H-FARM con l’i-dea di far diventare la gravidanza e

i primi mesi di vita del bimbo un periodo ancora più speciale, facilitando alle don-ne in attesa e alle mamme il compito di scegliere i prodotti e i marchi più adatti alle proprie esigenze e a quelle del pro-prio bambino. Le mamme e i loro picco-li, riceveranno a casa ogni mese una box con una selezione dei migliori prodotti per sé e per il proprio bimbo, di alta qua-lità ed affidabilità personalmente sele-zionati dal team di mamme di Nonabox. Funziona in modo molto semplice, è suffi-ciente registrarsi al sito .

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Veneto Sviluppo entra in "Grow the Pla-net", start up digitale della “galassia” H-FARM. L'operazione finanziaria (l'investi-mento è pari a 400.000 euro) fa capo al Fondo di Capitale di Rischio e ha porta-to Veneto Sviluppo a detenere il 25% del capitale sociale di GTP. "Grow the Planet" è una piattaforma web ad alta tecnologia dedicata prevalentemente all’orticoltura urbana, che offre una serie di strumenti avanzati di apprendimento, gestione, in-

terazione e scambio di servizi e prodot-ti. L’intervento è stato presentato nella sede di H-FARM a Roncade, alla presenza del governatore della Regione del Vene-

to, Luca Zaia, del presidente di Ve-neto Sviluppo Spa, Giorgio Grosso, del presidente di H-FARM, Riccardo Donado, di Enzo

Pietropaoli (responsabile area Parteci-pazioni della Finanziaria regionale) e dei fondatori della società “Grow the Planet” Gianni Gaggiani e Leonardo Piras.

Interessante iniziativa lanciata in questi giorni da ING DIRECT con l’obiettivo di invitare gli italiani a par-tecipare a un processo migliorativo, per il singolo e per la collettività. In collaborazione con H-FARM, ha in-

detto un concorso per stimolare la creazione di progetti imprendi-toriali innovativi che possano portare ad un cambiamento con-creto nella vita di tutti. Giovani talenti e tut-

ti coloro che hanno in testa un progetto di business improntato al cambiamento, avranno la possibilità di ricevere sostegno, finanziamento e un supporto alla realizzazione della propria idea.

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Latest news PRENDI PARTE AL CAMBIAMENTO Un contributo da ING DIRECT di 100.000 euro per chi vuole realizzare la propria impresa

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Filo diretto con l'acceleratore di startup

rubrica a cura di Silvio Fogarolo

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83 la mia provincia da salvare

Elisa GentileL’ex fornace di Possagno è uno di quegl’ex-fabbricati industriali che, una volta in disuso, acquistano fascino e attraggono l’atten-zione. Un luogo ideale per riportare in vita i vecchi mestieri arti-

gianali, oramai lontani nella memoria, riformulati nella contemporaneità della vita industriale/artigianale locale e non solo. Laboratori, aule e sale espositive, una nuova forma di dialogo tra i giovani ed il lavoro. Una alternativa, essendo un luogo isolato, potrebbe essere quella di adibir-lo a locale musicale con annesse sale prova e di formazione.

Dopo la scorsa uscita dove avevamo chiesto ai nostri follower su Facebook quali fossero i luoghi abbandonati di Vicenza che vorrebbero vedere rivisi-tati e riportati in vita, questo mese abbiamo allargato la visuale e abbiamo chiesto quali fossero i posti della propria provincia che vorreste rinnovare. Dalle segnalazioni che ci sono arrivate è emerso l’interesse verso le archeo-logie industriali, da far risorgere animati dai giovani, ma anche i luoghi natu-rali che oltre ad essere oasi verdi potrebbero arricchirsi di cultura. Continua quindi la nostra raccolta di pareri sul territorio e invitiamo tutti a inviarci il proprio punto di vista attraverso la pagina: www.facebook.com/Accenni o via mail a: [email protected]

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RE//LA MIA PROVINCIA DA SALVARELe idee dei lettori per riconvertire il degrado //

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Tutto è partito da Facebook, dove ognuno ha postato la sua proposta. E tu, hai un luogo della provincia che vorresti salvare e trasformare?

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Alice BorghiL’ex Sanatorio di Col Roigo è da sempre un posto ricco di mistero. Celata tra storie di presenze paranormali, messe nere e sacrifi-ci che venivano fatti negli anni ‘90, la struttura architettonica,

che si sviluppa su più piani, è ad oggi in completa decadenza ma continua ad attirare l’interesse di ragazzi che cercano una location fotografica, di writers che ne marchiano le mura, o di coraggiosi che sfidano la paura (e la legge), introducendosi in quella che comunque, rimane una proprietà privata. Mi piacerebbe che questo posto venisse ristrutturato e riportato alla bellezza iniziale per diventare un bed and breakfast ai piedi dei colli di Romano d’Ezzelino o una residenza per studenti.

Monica GrandisIl lago di Fimon è sicu-ramente uno dei luoghi di interesse naturalisti-

co più conosciuti nel territorio dei Colli Berici. Ahimé la sua fama non è dovuta solamente alla varietà di flora e fauna, ma anche alla man-canza di una seria bonifica degli argini e dello specchio d’acqua, attualmente insidiato da proble-mi di infestazione tipici delle zone lagunari. Eviterei un intervento massivo sull’ambiente, ma pun-terei su attività rivolte al pubblico per far conoscere piante e animali con escursioni nella natura.

Marco TognettoIn zona Ferrovieri a Vicenza si trova un insediamento di archeologia industriale che

mi piace particolarmente. Abitando poco distante da qui mi piacerebbe che questo diventasse un polo cul-turale dove organizzare feste etniche e incontri con autori di libri o artisti.

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INIZIATIVEUn luogo in cui la centralità della persona e i metodi all’avanguardia si uniscono attorno alla magia dei movimenti: Galleria Spazio Danza

SPAZIO alla DANZA La scuola ha ottenuto negli anni nume-rosi riconoscimenti, tra concorsi interna-zionali, borse di studio e partecipazioni importanti a vari spettacoli in tutt’Italia.

ACADEMY 3.6.0. Un percorso di formazione per allievi particolarmente volenterosi e talentuosi nato come iniziativa della scuola mol-to tempo fa, ma appoggiato ora da altre scuola della provincia. Le allieve studiano con grandi maestri a scadenza mensile (Angelo Monaco, Michele Merola, Fabrizio Monteverde, Rosanna Broccanello, Anna Maria Porras).

GRUPPO WIRELESSE’ un gruppo creato nella scuola da Ste-fania Pigato, composto da alcune inse-gnanti e dalle allieve più preparate della scuola. A meno di un anno dalla sua fon-dazione, il gruppo ha già vinto due premi internazionali ed è stato invitato con le sue performance in numerosi spettacoli in Italia, invitati come ospiti a fianco di al-tre compagnie importanti come quella del Balletto di Toscana o l’ Ater Balletto. TEATRO E SPETTACOLI DI BENEFICIENZALa scuola organizza spettacoli a livel-lo artistico altissimo, dove gli allievi non solo danzano, ma recitano e si preparano culturalmente sull’ argomento che viene trattato. Oltre agli spettacoli della scuo-la, Galleria Spazio Danza organizza anche spettacoli di beneficienza, con lo scopo di aiutare chi non è fortunato. L’ultimo è il 27 ottobre 2012 a favore dei terremotati Emiliani.

FORMULE ANTI-CRISIQuest’ anno la scuola ha abbassato le quote mensili, per venire incontro alle fa-miglie colpite dalla crisi.

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Galleria Spazio Danza è un’Associa-zione dove genitori, allievi e inse-gnanti condividono una passione in

comune, come quella della danza, cercando di collaborare nel rispetto e nella fiducia re-ciproca. Un aspetto che distingue la realtà diretta da Giulia Malvezzi (direzione didattica e or-ganizzativa) e da Stefania Pigato (direzione artistica) è il particolare approccio verso gli allievi rivolto verso un percorso di crescita umana, oltre che tecnica, in cui non vengono concepite competizioni negative. Gli allievi studiano con maestri preparatissimi e ot-tengono tutti ottimi risultati senza sentirsi esclusi per mancanza di doti fisiche o altri aspetti legati al mondo del palcoscenico. Pur essendo un ambiente sereno e fami-liare la proposta formativa è molto ampia e professionale:

DANZA CLASSICALa scuola propone il Metodo RAD (Royal Academy of Dance) di Londra: un metodo ri-conosciuto e seguito a livello mondiale. Tut-ti gli insegnanti che lavorano nella scuola

sono diplomati o in formazione con la RAD. Gli allievi di Galleria Spazio Danza partecipa-no ogni anno alla scuola estiva della Royal Academy, distinguendosi da anni con borse di studio e risultati molto alti negli esami.

DANZA MODERNAGalleria Spazio Danza propone Modern Jazz e Jazz di Matt Mattox, il noto maestro di danza Jazz divenuto famoso a livello mon-diale per le sue importanti e complete tec-niche.

DANZA CONTEMPORANEAMetodo di Stefania Pigato: figura ricono-sciuta a livello nazionale. Il suo metodo di danza contemporanea è richiesto in tutta Italia, anche nella scuola estiva della RAD presso la quale è docente. Ha lavorato in-toltre come coreografa con compagnie im-portanti come l’ Opus Ballet di firenze, la MMcompany di Michele Merola e la compa-gnia del Maggio fiorentino.

ALTRE ATTIVITÀ, QUALI PILATES, TEATRO, PROPEDEUTICA MUSICALE

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