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ABS SERVIZI TECNICI Newsletter Estate 2014 ABS SERVIZI TECNICI Newsletter Estate 2014 Non riuscire ad avere le vacche gravide in tempo continua ad essere una delle principa- li perdite economiche dell’azienda da latte. Secondo la NMR (National Milk Resource, ndT), negli Stati Uniti la media interparto na- zionale è di circa 420 giorni, cioè decisamen- te superiore rispetto all’obiettivo ideale di 375 giorni. ABS, grazie al suo servizio RMS (Reproductive Management System), ha calcolato che il tas- so di gravidanza (PR) è molto basso in tan- tissime stalle (attorno al 14%) e che quando scende sotto il 13%, l’azienda non è più in grado di mantenere le dimensioni della man- dria, poiché il numero di vitelle che nascono non è sufficiente a compensare la rimonta delle vacche in latte. L’infertilità è una delle principali cause di ri- forma. Le statistiche, calcolate con il softwa- re DairyComp, indicano che per questo moti- vo escono dalla stalla il 24% delle vacche da latte, percentuale che su un allevamento di 250 vacche, con un tasso di rimonta totale del 30%, corrisponde a una riduzione di 18 capi l’anno, che escono per la loro incapaci- tà di rimanere gravide o di portare la gra- vidanza a buon termine. PERCHÉ LA FERTILITÀ È UN PROBLEMA COSÌ GRANDE? Questa è una buona domanda. Il tasso di gravidanza (PR) si calcola moltiplicando il tas- so di concepimento (CR) per il tasso di rile- vamento dei calori (HDR). Mentre alcuni al- levamenti raggiungono dei buoni tassi e han- no una migliore gestione generale della fer- tilità, altre aziende non ci riescono. La no- stra esperienza con il sistema RMS mostra che è possibile raggiungere un tasso di gravidan- za di oltre il 20% con alti livelli di gestione generale e un approccio aggressivo nei con- fronti del rilevamento dei calori. Sappiamo bene che la vacca da latte moder- na lavora a ritmi fisiologici molto più inten- si e che questo influisce su molti aspetti del suo comportamento. Prendiamo ad esempio le manifestazioni del calore: sappiamo che le alte produttrici sono in calore solo per circa 6 ore, si fanno scavalcare meno volte e per meno tempo, e che almeno il 25% delle vac- che in ciclo non manifestano il calore, presen- tano cioè i cosiddetti calori silenti. Nonostante tutti questi aspetti limitanti, gli al- levatori se la cavano bene a fecondare le vacche giuste al momento giusto. Infatti, 8 giorni dopo la fecondazione circa il 90% del- le vacche resta gravida, ma solo il 35% por- terà avanti la gravidanza fino al parto. La verità è che riuscire a ingravidare una vac- ca non vuol dire semplicemente fecondarla al momento giusto. C’è una varietà enorme di fattori che possono avere un impatto sulla ca- pacità della vacca a rimanere gravida. È sempre più l’attenzione per i dettagli ver- so tutti gli aspetti della gestione che deter- mina quanto successo può avere un’azienda nell’ingravidare le proprie vacche, ma il fat- tore di maggior influenza è la qualità delle risorse umane. Tutti i vari aiuti e dati posso- no potenzialmente fare la differenza, ma al- la fine sono le persone che lavorano in azien- da ad avere l’impatto più significativo. QUALI SONO I FATTORI CHE INFLUENZANO LA FERTILITÀ? In breve, tutto quello che influisce sullo sta- to fisiologico della vacca può incidere sulla sua disponibilità/capacità di rimanere gravi- da. La tabella riassume gli effetti di alcuni fattori sui tassi di concepimento. Nulla di sor- prendente, ma l’entità del potenziale impat- to è sicuramente molto significativa. Prendiamo per esempio una metrite: qualsia- si infezione dell’utero, non importa quanto blanda essa sia, farà aumentare il rischio di un ritardato inizio del calore e ridurrà i fu- turi tassi di concepimento. La domanda chiave è cosa può essere fatto per ridurre l’impatto di queste patologie e di una non idonea gestione? È questo l’obiettivo di questa serie di articoli. Esamineremo nel dettaglio ogni aspetto e i suoi effet- ti, suggerendo i mo- di per ridurne l’im- patto. Gestire per migliorare la fertilità 1. Un problema complesso Condizione Descrizione Riduzione tasso concepimento* Zoppia Alta % di animali zoppi alla FA 25 punti percentuali Mastite Caso clinico o conta cellulare oltre 200.000 alla FA Acidosi, cambi nella dieta, miscelazione inadeguata, transito ruminale non corretto 20 punti percentuali Stress nutrizionale 10-33 punti percentuali Qualsiasi infezione uterina Metriti e infezioni post-parto 20 punti percentuali Cambio di gruppo, carenza d’acqua, tempi di mungitura, frequenza dell’alimentazione, sovraffollamento Stress da gestione 15 punti percentuali * I riferimenti bibliografici presso l’autore

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ABS SERVIZI TECNICI Newsletter Estate 2014

ABS SERVIZI TECNICI Newsletter Estate 2014

Non riuscire ad avere le vacche gravide intempo continua ad essere una delle principa-li perdite economiche dell’azienda da latte.Secondo la NMR (National Milk Resource,ndT), negli Stati Uniti la media interparto na-zionale è di circa 420 giorni, cioè decisamen-te superiore rispetto all’obiettivo ideale di375 giorni.ABS, grazie al suo servizio RMS (ReproductiveManagement System), ha calcolato che il tas-so di gravidanza (PR) è molto basso in tan-tissime stalle (attorno al 14%) e che quandoscende sotto il 13%, l’azienda non è più ingrado di mantenere le dimensioni della man-dria, poiché il numero di vitelle che nascononon è sufficiente a compensare la rimontadelle vacche in latte. L’infertilità è una delle principali cause di ri-forma. Le statistiche, calcolate con il softwa-re DairyComp, indicano che per questo moti-vo escono dalla stalla il 24% delle vacche dalatte, percentuale che su un allevamento di250 vacche, con un tasso di rimonta totaledel 30%, corrisponde a una riduzione di 18capi l’anno, che escono per la loro incapaci-tà di rimanere gravide o di portare la gra-vidanza a buon termine.

PERCHÉ LA FERTILITÀ È UN PROBLEMACOSÌ GRANDE?Questa è una buona domanda. Il tasso digravidanza (PR) si calcola moltiplicando il tas-so di concepimento (CR) per il tasso di rile-vamento dei calori (HDR). Mentre alcuni al-levamenti raggiungono dei buoni tassi e han-no una migliore gestione generale della fer-

tilità, altre aziende non ci riescono. La no-stra esperienza con il sistema RMS mostra cheè possibile raggiungere un tasso di gravidan-za di oltre il 20% con alti livelli di gestionegenerale e un approccio aggressivo nei con-fronti del rilevamento dei calori.Sappiamo bene che la vacca da latte moder-na lavora a ritmi fisiologici molto più inten-si e che questo influisce su molti aspetti delsuo comportamento. Prendiamo ad esempiole manifestazioni del calore: sappiamo che lealte produttrici sono in calore solo per circa6 ore, si fanno scavalcare meno volte e permeno tempo, e che almeno il 25% delle vac-che in ciclo non manifestano il calore, presen-tano cioè i cosiddetti calori silenti. Nonostante tutti questi aspetti limitanti, gli al-levatori se la cavano bene a fecondare levacche giuste al momento giusto. Infatti, 8giorni dopo la fecondazione circa il 90% del-le vacche resta gravida, ma solo il 35% por-terà avanti la gravidanza fino al parto.La verità è che riuscire a ingravidare una vac-ca non vuol dire semplicemente fecondarla almomento giusto. C’è una varietà enorme difattori che possono avere un impatto sulla ca-pacità della vacca a rimanere gravida.È sempre più l’attenzione per i dettagli ver-so tutti gli aspetti della gestione che deter-mina quanto successo può avere un’aziendanell’ingravidare le proprie vacche, ma il fat-

tore di maggior influenza è la qualità dellerisorse umane. Tutti i vari aiuti e dati posso-no potenzialmente fare la differenza, ma al-la fine sono le persone che lavorano in azien-da ad avere l’impatto più significativo.

QUALI SONO I FATTORI CHEINFLUENZANO LA FERTILITÀ?In breve, tutto quello che influisce sullo sta-to fisiologico della vacca può incidere sullasua disponibilità/capacità di rimanere gravi-da. La tabella riassume gli effetti di alcunifattori sui tassi di concepimento. Nulla di sor-prendente, ma l’entità del potenziale impat-to è sicuramente molto significativa. Prendiamo per esempio una metrite: qualsia-si infezione dell’utero, non importa quantoblanda essa sia, farà aumentare il rischio diun ritardato inizio del calore e ridurrà i fu-turi tassi di concepimento.La domanda chiave è cosa può essere fattoper ridurre l’impatto di queste patologie e diuna non idonea gestione? Èquesto l’obiettivo di questaserie di articoli.Esamineremonel dettaglio ogniaspetto e i suoi effet-ti, suggerendo i mo-di per ridurne l’im-patto.

Gestire per migliorare la fertilità 1. Un problema complesso

Condizione Descrizione Riduzione tasso concepimento*

Zoppia Alta % di animali zoppi alla FA 25 punti percentuali

Mastite Caso clinico o conta cellulare oltre200.000 alla FA

Acidosi, cambi nella dieta, miscelazioneinadeguata, transito ruminale non corretto

20 punti percentuali

Stress nutrizionale 10-33 punti percentuali

Qualsiasi infezione uterinaMetriti e infezionipost-parto

20 punti percentuali

Cambio di gruppo, carenza d’acqua,tempi di mungitura, frequenza

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Stress da gestione 15 punti percentuali

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Leggere le istruzioni sull’etichetta prima dell’uso.are i biocidi in modo sicuroAdopera.a 98/8/EC) come biocida veterinario per la sanitizzazione Active è supportato a livello Europeo (Direttiv

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La gestione della transizione (periodo defini-to come le tre settimane prima e dopo il par-to) è un concetto relativamente nuovo, il cuiscopo è quello di assicurare una buona par-tenza della lattazione. Il management di que-sto periodo ha un grosso impatto anche sulmodo in cui le vacche riescono a rimanere dinuovo gravide. Detto semplicemente, è il modo in cui si ge-stisce la vacca per ridurre al minimo l’impat-to dei cambiamenti che avvengono duranteil parto, e che comprendono la carenza di ap-petito e l’abbassamento delle difese immuni-tarie. In linea generale, possiamo dire che gliobiettivi del periodo di transizione sono tre: • Assicurare la crescita nelle ovaie di follico-

li sani, per aumentare le possibilità di ave-re una successiva gravidanza.

• Assicurarsi che la vacca dopo il parto abbiauna buona ingestione di sostanza secca.

• Ottimizzare la performance del sistema im-munitario per ridurre la possibilità di infezio-ni e malattie in concomitanza con il parto.

PRODURRE OVULI SANI Per ottenere una buona performance ripro-duttiva, le vacche devono mostrare il caloree mantenerlo fino all’intervento il prima pos-sibile dopo la fine del periodo di attesa vo-lontario, cioè l’intervallo tra il parto e il mo-mento in cui si decide di fecondare una vac-ca in calore. In breve, una buona performan-ce riproduttiva richiede che le vacche vada-no in calore il prima possibile dopo il parto.Ed è per questo che la gestione della transi-zione è così importante.

Gli ovuli che, si spera, saranno fecondati alprimo ciclo di calore dopo la fine del perio-do di attesa volontario, cominciano a svilup-parsi circa 3-5 mesi prima dell’ovulazione,cioè a metà del periodo dell’asciutta. Ancorpiù importante è il fatto che essi subiscano unsignificativo sviluppo attorno al 60º giornoprima dell’ovulazione, che coincide con il pe-riodo dell’asciutta vicino al parto (close-up). Qualsiasi cosa possa compromettere lo svilup-po degli ovuli, avrà un effetto negativo sullafutura performance riproduttiva. Il fattore chepiù influisce sullo sviluppo degli ovuli è l’ener-gia, nello specifico il bilancio energetico nega-tivo, che avviene nel periodo vicino al partodurante il quale i fabbisogni di energia supe-rano l’energia ingerita, spingendo la vacca amobilizzare le proprie riserve corporee. Le conseguenze di uno scadente sviluppo de-gli ovuli sono tassi di concepimento più bas-si ed espressione più debole dei calori, ren-dendo così più difficile l’individuazione del-l’animale in calore. Studi sul campo effettua-ti negli allevamenti ABS sotto il programmaRMS, mostrano che le vacche gestite bene du-rante il periodo di transizione sono più pro-pense a rimanere gravide, al contrario diquello che succede nelle vacche dove lo svi-luppo degli ovuli è stato compromesso.Quindi, è vitale assicurarsi che durante il pe-riodo di transizione le vacche ingeriscano suf-ficiente energia in grado di coprire i fabbi-sogni di questo periodo.

UNA BUONA APPETIBILITÀPER RIDURRE IL BILANCIOENERGETICO NEGATIVOL’appetito cala immediatamente prima delparto: l’obiettivo deve essere quello di ridur-re al minimo la durata e l’intensità di que-sto calo e del bilancio energetico negativo.Quest’ultimo, se mal gestito, può compromet-tere la fertilità almeno nei primi 100 giornidi lattazione, cioè di fatto nei primi due otre cicli di calore dopo la fine del periodo diattesa volontario. Le vacche in bilancio energetico negativo so-no anche più soggette a steatosi epatica (fe-gato grasso - ndr), che può deprimere l’ap-

petito causando ulteriore deficit energetico,con ovvii effetti negativi sulla performance ri-produttiva. Per ridurre al minimo la perdita di appetito,è importante che le vacche siano asciugatecon un punteggio della condizione corporea(BCS) attorno a 3.0-3.5. Durante l’asciutta levacche non dovrebbero ingrassare. In questoperiodo le diete dovrebbero fornire un mini-mo di 10 kg di sostanza secca (SS) con unadensità energetica di 10MJ/kg SS e un con-tenuto proteico del 12-14%.Dato che il rumine impiega fino a 5 settima-ne per adattarsi ai cambiamenti nella dieta,è importante che durante la transizione que-sta includa alcuni dei foraggi e dei concen-trati che saranno presenti anche nella dieta diinizio lattazione. In molte aziende, un’effica-ce dieta di transizione può essere ottenutasomministrando un mix di un terzo della ra-zione delle vacche in lattazione e due terzidi paglia di frumento.Bisogna fare attenzione: assicurarsi che la ra-zione sia ancora bilanciata per energia, pro-teine e minerali, al fine di evitare dislocazio-ni e collassi puerperali. Per assicurarsi delle buone ingestioni primae dopo il parto, lasciate alle vacche almeno70 cm/capo di spazio alla mangiatoia, conampia disponibilità di acqua fresca e pulita.Man mano che la lattazione procedee le vacche arrivano al loromassimo potenzialedi ingestione, anchei tassi di concepimentotendono ad aumentare;tuttavia prima si riescea ristabilire la giustaingestione, meno sarannoi giorni persi comeconseguenza dell’impattodei bassi livelli di energiasullo sviluppo ovarico.Fare attenzione allagestione della transizione,può assicurare un veloceritorno ai normalicicli della vacca.

2. Gestione della transizione

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E adesso parliamo dell’importanza di assicura-re una buona salute dell’utero.Come è evidente, tutto quello che influisce sul-le condizioni dell’utero avrà un impatto sullacapacità della vacca a manifestare il calore edessere fecondata: l’obiettivo deve essere quel-lo di far ritornare l’apparato riproduttivo del-la vacca alla sua condizione normale il più ve-locemente possibile dopo il parto. Se l’uteronon è pulito a causa di un’infezione o per laritenzione degli invogli fetali, la vacca non tor-nerà in calore, e se anche riprendesse a cicla-re, la sua capacità di concepire potrebbe esse-re comunque compromessa.Si sa che nel postparto metriti e altre infezio-ni possono ridurre il tasso di concepimento fi-no a 20 punti percentuali, e inoltre ritardanoil ritorno delle vacche al normale comporta-mento estrale. Molte vacche che mostrano ci-cli di calori troppo lunghi o troppo corti sonoil risultato dell’effetto di queste infezioni sullosviluppo degli ovuli.

RITENZIONE DI PLACENTALa mancata espulsione della placenta entrole 12 ore dal parto viene considerata una “ri-tenzione di placenta” (RP), e negli allevamen-ti da latte l’incidenza non dovrebbe supera-re l’8%. La RP viene comunemente associataalla nascita di gemelli, agli aborti, ai vitelligrossi, al collasso puerperale e alla distocia,ma la causa principale è lo stress subito nel-la settimana prima del parto. Anche infezio-ni specifiche come leptospirosi e IBR possonocausare RP.Dato che l’espulsione delle membrane richie-de forti contrazioni dei muscoli uterini, quan-do queste sono deboli o assenti l’incidenza diRP aumenta. Anche il collasso puerperale puòessere un fattore concomitante, così comel’adrenalina in più rilasciata sotto stress, cheriduce le contrazioni del muscolo uterino.Anche se spesso è difficile individuare la cau-sa esatta, la prevenzione è l’approccio miglio-re per ridurre l’incidenza di RP. Per aiutarvia prevenire le principali cause, potete: • Evitare lo stress, soprattutto quello dovuto

a interazioni sociali, come la separazionee/o il sovraffollamento.

• Asciugate le vacche con la condizione cor-porea che dovrebbero avere al parto edevitate periodi di asciutta troppo lunghi.

• Evitate un eccesso di energia nelle diete ditransizione poiché questo porta ad averevitelli più grossi, con un maggiore rischiodi distocia.

• Tenete pulite le aree dove avviene il parto.• Assicuratevi di seguire buone misure di igie-

ne nell’assistere i parti. • Assicurate adeguati livelli di selenio e del-

le vitamine A e D, per favorire le contra-zioni uterine.

• Durante il periodo di asciutta, garantite uncorretto equilibrio di calcio e fosforo.

METRITIQualsiasi infezione dell’utero farà probabil-mente aumentare il rischio di un ritardo nel-l’attività ovarica e di una degenerazione del-le ovaie, la cui più ovvia conseguenza sonole cisti ovariche. L’obiettivo di incidenza dimetriti in allevamento deve essere inferioreal 10-15%; esistono casi in cui si supera ad-dirittura il 50%, come per esempio nel RegnoUnito. Vacche e manze sono altamente suscet-tibili alle infezioni durante il parto poiché illoro sistema immunitario è meno efficiente

in questo periodo. Fino a che un’infezionenon è stata curata, le vacche non torneran-no a ciclare normalmente e a concepire coni tassi desiderati. Poiché l’obiettivo è quello dievitare l’infezione, andrebbero mantenuti al-tissimi standard igienici durante tutto il par-to. I box per il parto possono diventare ba-

cini di infezione; fate partorire le vacche inrecinti con lettiera, ricoperti di abbondantepaglia pulita e mai sovraffollati.Tenete attentamente d’occhio le vacche chehanno appena partorito e, se potete, pren-dete in considerazione la possibilità di metter-le in un gruppo speciale di vacche freschissi-me. Le vacche dovrebbero rimanere in que-sto gruppo fino a che sono pronte ad unirsialla mandria in lattazione. Il controllo gior-naliero della temperatura è uno strumentoeccellente per monitorare la salute delle vac-che fresche, dato che prima s’identifica un’in-fezione, meno gravi saranno le conseguenze. In genere, una temperatura rettale superiorea 39,4° C è il segnale che la vacca ha un’in-fezione in corso e ha bisogno di aiuto per-ché il suo sistema immunitario non riesce afar fronte alla situazione. Potrebbe anche in-dicare la presenza di una RP. Le infezioni del-l’apparato riproduttivo sono la patologia piùcomune nel post parto.Le infezioni dell’apparato riproduttivo, comele metriti, di solito portano la vacca ad ave-re una temperatura sopra i 39° e sono spes-so associate ad un aumento degli spurghi va-ginali, che normalmente hanno una consisten-za acquosa; man mano che il numero deibatteri aumenta, lo spurgo diventerà ancorapiù acquoso, avrà un odore più intenso e sa-rà di colore più scuro, quasi marrone.Il trattamento deve essere aggressivo e man-tenuto fino a che la temperatura scende sottola soglia di rischio. Più velocemente ritornal’apparato riproduttivo in buone condizioni,prima rimarrà gravida la vacca. A questo sta-dio, le vacche non dovrebbero essere sottopo-ste ad un’ispezione manuale della vagina. Itentativi di rimuovere forzatamente eventualimembrane presenti non espulse, l’inserimentodi pessari o le infusioni, potrebbero di fatto ri-tardare il recupero ed incidere ancora più ne-gativamente sul sistema immunitario della vac-ca, compromettendone la fertilità futura. Il trattamento prevede normalmente l’uso diantibiotici, ma potrebbe includere dei comples-si vitaminici e stimolanti dell’appetito. Comun-que, la prevenzione con buone norme di igie-ne è la misura di controllo più efficace.

3. Salute dell’utero

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Ed eccoci all’impatto della salute della mam-mella sulla performance riproduttiva. Anche se tutti gli allevatori sono decisamen-te consapevoli dell’impatto delle mastiti clini-che e subcliniche sulla produzione di latte,l’effetto di queste infezioni sulla fertilità èmeno noto. Le mastiti cliniche e subclinichepossono avere un impatto negativo sia suitassi di concepimento sia sui riassorbimentiembrionali, così come sul tasso di aborti.Una parte dell’effetto delle mastiti sulla fer-tilità è dovuta semplicemente al fatto che lavacca sta combattendo un’infezione; questomette sotto stress il suo sistema immunitario;inoltre, risulta minore l’energia disponibileper la produzione e la riproduzione, poichéparte di essa viene dirottata per combatterel’infezione. Ma ci sono altre specifiche ragio-ni per cui nelle vacche con un caso clinico ocon alte cellule somatiche la fertilità può es-sere compromessa.

RIDOTTI TASSI DI CONCEPIMENTOLa ricerca mostra che persino un leggero au-mento della conta cellulare sopra le 200.000cellule/ml di latte può avere un impatto sullosviluppo degli ovuli e sulla possibilità che que-sti vengano fecondati al momento dell’insemi-nazione. Le vacche con una conta cellulare ol-tre le 200.000 al momento dell’inseminazio-ne hanno tassi di concepimento che sono piùbassi dell’8-20% rispetto alle vacche sane.I dati raccolti nelle aziende che seguono il pro-gramma RMS di ABS (riferiti a oltre 7.000 in-terventi), mostrano che la conta cellulare alcontrollo che immediatamente precede l’inter-vento di fecondazione è quella che ha l’effet-to più significativo sulla fertilità.

AUMENTO DEI RIASSORBIMENTIEMBRIONALILe vacche con mastite clinica hanno il dop-pio di probabilità di abortire rispetto alle vac-che sane. Si pensa che i batteri provenientida un quarto infetto, o le tossine prodotte co-me risultato dell’infiammazione, si diffondanovia sanguinea infettando e distruggendo ilcorpo luteo, indispensabile per il mantenimen-to della gravidanza. L’effetto più rilevante siverifica quando il caso clinico avviene tra ilparto e il primo intervento fecondativo (vedigrafico).

L’obiettivo deve essere quello di prevenire lenuove infezioni per evitare l’aumento dellecellule somatiche a inizio lattazione. La dif-fusione della mastite dipende in essenza dadue fattori:• disponibilità di quarti non infetti • condizioni che facilitino la trasmissione di

agenti infettivi.Il punto di partenza per ridurre l’incidenzadelle mastiti è l’attuazione di un dettagliatopiano di controllo. Aspetti che spesso vengo-no trascurati, in grado di aumentare l’effet-to della mastite sulla fertilità, sono i casi chesi verificano durante il periodo di asciutta ein concomitanza del parto.

CONCENTRATEVI SUL PERIODODI ASCIUTTA Le mammelle sono più a rischio di nuove in-fezioni durante i primi giorni della messa inasciutta e a cavallo del parto, infezioni chepossono protrarsi per tutta la lattazione.Questa situazione può essere resa peggiorequando le vacche hanno periodi di asciuttabrevi, in quanto si riduce il periodo disponi-bile per curare le infezioni esistenti.Quindi, è possibile che vacche asciugate sen-za infezioni, con conta cellulare sotto le200.000, si infettino durante il periodo diasciutta, partorendo con cellule elevate. Il ri-schio di infezioni durante il periodo di asciut-ta può essere ridotto asciugando le vacche inmodo corretto, oltre a prestare particolare at-tenzione all’ambiente in cui si trovano: • evitando il sovraffollamento• assicurando una buona ventilazione (contro

lo stress da caldo e per garantire un buonricambio d’aria -riduzione dell’umidità)

• sostituendo regolarmente la lettiera sporcae assicurando cuccette pulite, soffici e benlivellate.

Vale anche la pena analizzare la conta cel-lulare delle vacche al parto. Quante aveva-no una conta cellulare sotto le 200.000 allamessa in asciutta, ma alte al parto (nuove in-fezioni - ndr), e quante hanno mantenuto unlivello di cellule alto all’asciutta e anche alparto (vacche croniche - ndr)? Questo potreb-be dare una buona indicazione di quali sia-no gli aspetti della gestione che devono es-sere rivisti. Il messaggio chiaro è che riuscire ad evitarele mastiti può migliorare la performance ri-produttiva, aumentando di conseguenza ilreddito complessivo.

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4. Mastiti

Fonte: Genus ABS Dairycomp