1

2

Abbiamo bisogno di andare alle radici della nostra fede, di scoprire il cristianesimo vero che è un

incontro personale con Dio.

Abbiamo bisogno di una Nuova Evangelizzazione che ci faccia vivere quotidianamente

alla presenza di Dio con la semplicità dei bambini che, come ha insegnato Gesù, lo chiameranno a

cuore aperto: “Papà”.

Abbiamo bisogno dello Spirito Santo che infiammi il nostro cuore col Fuoco dell’Amore, che ci purifichi

e ci santifichi.

Maria Santissima ci aiuti ad accogliere la Parola e a farla fruttificare nei nostri cuori. Ci aiuti anche a trasmetterla ai semplici e ai piccoli che l’aspettano.

Le edizioni LDA non hanno scopo di lucro, cura-no le pubblicazioni del “Laboratorio dell’Annuncio” come apostolato della buona stampa. www.lacasettadidio.it è la pagina web ufficiale dove si invitano tutte le persone di buona volontà, in particolare le famiglie, a partecipare alla Nuova Evangelizzazione.

3

IL SEGRETO DEL DOLORE

Dr. Giovanni Antonucci

Edizioni LDA

4

©2017 Tutti i diritti sono riservatiEdizioni LDAVia Bell’acqua 5774024 Manduria (TA)lacasettadidio@gmail.comwww.lacasettadidio.it

Finito di stampare il 15.09.2017

5

IL SEGRETO DEL DOLORE

Gesù è venuto sulla terra per farci capire che Dio è nostro Padre! Noi con il pec-cato ci siamo allontanati dal Padre del

cielo e ci siamo dimenticati di Lui. In pratica non lo conosciamo per quello che è: Egli è tutto Amore!Gesù ci ha insegnato una sola preghiera: “Il Padre Nostro!”In tutta la sua predicazione ci ha ripetuto tante volte che Dio è un papà buono.Per esempio nel Vangelo ci dice:“Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sa-pete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Mc.7,9-11)

In un altro punto del Vangelo ci parla degli uc-celli del cielo…“Perciò vi dico: per la vostra vita non affan-natevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che in-

6

dosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né am-massano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavora-no e non filano. Eppure io vi dico che nean-che Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affan-natevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.” (Mc 6, 25-34)

7

E ancora ci parla dei passeri e dei capelli del capo…Due passeri non si vendono forse per un sol-do? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!”(Mc. 10,29-31)

8

Queste parole di Gesù dovrebbero convincerci che Dio è veramente Padre, ma…. quando in-contriamo il dolore entriamo in crisi.

9

E’ difficile credere che Dio sia veramente Pa-dre quando permette il dolore, perché pensia-mo che se Lui fosse veramente Dio e veramen-te buono potrebbe con la sua potenza eliminare tutte le cose brutte, il dolore e perfino la morte. E sembra strano che Lui -che è Dio - ha in-viato suo figlio sulla terra e lo ha fatto soffrire. Il Figlio Innocente soffre e muore come uno colpevole. Ed oggi dopo la sua Resurrezione continuano a soffrire e morire tanti innocenti.Allora la nostra fede vacilla, chiedendoci tante volte il perché!Tante cose sembrano strane... ma in realtà non lo sono.Incominciamo con un primo punto:

1) Dio ci crea liberi.Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza. Ci ha creati liberi, con la pienezza della liber-tà, che non è quello che comunemente s’inten-de cioè fare quello che si ha voglia di fare. La vera libertà è amare, fare il bene. Se amiamo e facciamo il bene allora siamo veramente libe-ri, al contrario se facciamo il male non siamo liberi, ma siamo cattivi (cautivus, prigionieri),

10

schiavi del male.Dio ha creato l’uomo e vuole vivere nell’uomo perciò se noi scegliamo liberamente di fare il bene, di amare, Dio viene a vivere dentro di noi e allora il nostro cuore diviene la casa di Dio.Veramente il cuore dell’uomo è la casetta di Dio e questa casetta ha una porta che si apre

11

con una chiave che ognuno di noi ha ricevuto da Dio: “ la libertà”. Con il libero arbitrio io posso aprire e chiudere la porta del mio cuore. Se lo apro a Dio, all’Amore, Dio viene a vive-re in me ed io divento strumento di amore, ir-radiazione di amore. Se lo apro invece al male divento strumento di male, faccio cose brutte.

2) Il peccato. E’ fondamentale capire come si comportarono i nostri progenitori Adamo ed Eva. Aprirono la porta del loro cuore al male e il male entrò in loro e li fece schiavi, prigionieri. Loro erano i nostri progenitori; erano i primi che Dio creò e la loro decisione ebbe ripercus-sioni su tutti i discendenti. Come quando una persona ha una malattia ereditaria, genetica, tale malattia passa ai figli e a tutti gli eredi.Questo si chiama: “ peccato originale”. Da questo peccato nasce il dolore. Prima non esisteva il dolore. Non è un casti-go, una punizione di Dio ma una conseguen-za della scelta del primo uomo e della prima donna. In pratica Adamo ed Eva decidono di allontanarsi da Dio facendo quello che vole-

12

vano . Nasce in loro “l’Ego”, la radice di una malattia che si chiama “Egoismo”, che conta-minerà il mondo fino ad oggi. Adamo ed Eva si allontanarono dalla Volontà di Dio, che vo-leva estendere per mezzo loro l’Amore su tut-ta la terra. Prima l’uomo non soffriva, ora col suo allontanamento entra nel mondo il dolore.

Quindi non è che Dio sia cattivo e punisce, ma è l’uomo che con la sua libertà si allontana da Dio, sorgente dell’Amore, con tutte le succes-sive conseguenze. Dunque, invece di pensare a un Dio giudice severo, pensiamo a Dio che è Papà e che vede

13

allontanarsi dalla sua casa i suoi figli. Pensia-mo al suo cuore afflitto. Dirà la Madonna ai bambini di Fatima: Consolate il cuore del Papà del cielo afflitto. Dio è sempre Padre e non ab-bandonerà Adamo ed Eva e tutti gli uomini, ma studierà e preparerà la loro liberazione dal male. Finchè ci sarà un uomo prigioniero del male, Dio avrà il cuore afflitto.La presenza del dolore non è un castigo per l’uomo, ma è una conseguenza venuta dai no-stri progenitori, Adamo ed Eva, che hanno usa-to male la loro libertà. Quindi il dolore, anche quello di un bambino innocente deriva da que-sta eredità. L’umanità è una grande famiglia e come membri di questa grande famiglia tutti godiamo delle conquiste del progresso, della scienza, della civiltà anche se non ne abbiamo un merito diretto, e come membri di questa grande famiglia viviamo le conseguenze che vengono dalle cose negative che esistono in essa, quali l’egoismo, la cattiveria, il peccato!Fin qui abbiamo riflettuto sul dolore che è co-munemente creduto come punizione, invece è conseguenza delle scelte dei nostri progenitori. Così come oggi è il peccato attuale del mondo,

14

la scelta del male con la nostra libertà a causa-re il dolore.Il Papà del cielo non stà alla finestra a guar-dare tutti i pasticci che sulla terra fanno gli uo-mini….Egli vuole salvare e liberare i figli, purtroppo è obbligato a rispettare il dono che ha fatto loro: la libertà. Allora che succede nel cielo? Gesù il suo figlio unigenito vede la sua tristezza e gli dice: Papà manda me! Ti farò di nuovo vivere nel cuore dell’uomo nella Tua casetta e farò tutto nuovo.E il Papà del cielo dice: Ok va pure! Il Papà del cielo progetta la venuta di Gesù sul-la terra e lo Spirito Santo lo aiuta. Tutte e tre le Persone Divine -che sono un solo Amore- par-tecipano alla missione di Gesù.Tutto si concentra in Gesù nella sua missione di liberazione, che viene chiamata “Redenzio-ne”, perché deve riscattare l’umanità! La missione di Gesù -la redenzione- si può pa-ragonare a quella situazione che viveva una persona schiava in tempi storici: per poter ac-quistare la libertà, aveva bisogno che qualcuno pagasse un prezzo al padrone . Oggi quando si

15

16

sente parlare di un sequestro di persona è la stessa cosa, i malviventi chiedono ai familiari un riscatto per liberare la persona sequestrata; solo se si paga il riscatto essa viene liberata.Gesù con la sua passione e morte in croce ha pagato il prezzo del riscatto al padrone.E’ il diavolo che vive da padrone nella casetta di Dio – il cuore dell’uomo - a cui interessano molto i soldi, e interessa anche di più è far soffrire e morire.Questo è il prezzo che chiede: la sofferenza e la morte.Gesù l’innocente paga il prezzo perché il male esca fuori dal cuore dell’uomo e paga un prez-

17

zo alto dando la sua vita per liberare la casetta di Dio, il cuore di tutti gli uomini, quelli buoni e quelli cattivi. Li libera dal peccato origina-le e finalmente il Papà del cielo può ritornare a vivere nella sua casetta con Gesù, lo Spirito Santo, la Madonna, gli angeli e i santi, tutto il Paradiso.La storia sembrerebbe terminata con un lieto fine…ma purtroppo per questo lieto fine ci vuole ancora del tempo, speriamo breve ma doloroso…Se ci vediamo intorno ci sembra che questa missione di Gesù non sia stata realizzata in pieno. Abbiamo intorno a noi ancora tanto do-lore e tanto egoismo; il male sembra regnare ancora…Ma in realtà Dio regna. Il dolore che viviamo è solo questione di tempo, deve finire. Finirà presto. Dipende da noi, se capiremo il nostro ruolo nella missione della redenzione di Gesù . Dio per liberare il mondo dal male non può e non vuole fare tutto da solo; ha vo-luto farci partecipare attivamente . Vuole il no-stro aiuto perché vuol farci diventare “Re” e regnare con Lui nell’Amore.

18

A questo punto alla luce della sofferenza re-dentrice di Gesù si può capire il dolore inno-cente e se capiamo questo capiamo il perché

19

di tutti i dolori.Questo dolore innocente è simile al dolore di Gesù l’Innocente.Entriamo nel cuore del Papà del cielo, solo conoscendo questo cuore pieno di Amore po-tremo capire la nostra storia e la storia di ogni uomo. A volte, noi siamo come quel bambino piccolo che vede la mamma fare un lavoro di ricamo. Questo è un lavoro delicato, da fare con molta attenzione e competenza. La mamma conosce bene il suo lavoro , ma il bambino vede questo lavoro dal disotto perché egli è piccolo e vede cose strane. Vede tanti nodi e non vede la realtà

vera e bella del ricamo; egli vede il rovescio del lavoro che sta facen-do la mamma . Dice: “ Mamma, ma che stai fa-

20

cendo? Stai sbagliando tutto, stai facendo cose strane…..” La mamma risponde con molto amore e pazienza: “Bambino mio, fammi la-vorare…..so quello che faccio e so che tu non puoi capire perché sei piccolo e vedi tutto dal tuo punto di vista…”.Anche noi tante volte diciamo al Papà del cielo: “ Che strano… hai permesso che Gesù soffrisse tanto, che morisse…. e stai permet-tendo il dolore innocente di tanti bambini, stai permettendo che i “cattivi” facciano cose brut-te….le guerre, le violenze…”Il Papà del cielo ci risponde come quella mam-ma: “Fammi lavorare, io so quello che faccio, quello che permetto è sempre per un bene più grande tu non lo puoi capire perché sei picco-lo…” Che sofferenza grande è stata per il Papà del cielo inviare sulla terra Gesù, suo figlio, il suo unico figlio! Quello che Gesù soffre lo leggiamo nei Vange-li, lo viviamo con le rappresentazioni teatrali e con i film, ci rendiamo conto di tutto l’Amo-re che ha avuto per noi fino a dare la vita per noi.

21

Ma il dolore del Padre del cielo? Il suo Amore di Padre? Questo dolore è nascosto e misterioso. Come è misteriosa la domanda: Ma perché

Gesù ha dovuto soffrire? Perché noi dobbiamo soffrire? Perché gli innocenti devono soffrire? Possiamo capire che il colpevole deve paga-

22

re, deve andare in prigione deve soffrire e con quella sofferenza ripagare il male commesso. Ma l’innocente che male ha fatto, perché deve soffrire?Solo guardando il crocifisso possiamo capirlo! Dietro quel crocifisso c’è il Padre del cielo e lo sguardo di Gesù è rivolto a Lui in fiducioso abbandono alla Sua Volontà e proprio in quel-la scena così drammatica ci si rivela il mistero.

23

Dirà S.Giovanni: “ Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, per-ché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.(Gv3.16)Il buon ladrone invitava il compagno di sup-plizio a non insultare e deridere Gesù perché diceva: “Quello che avviene per noi è giustizia e noi siamo trattati secondo le nostre opere, ma Lui non ha fatto nulla di male”.(Lc.23,4). Nasce da questa scena la grande dignità del do-lore innocente il valore infinito di questo dolo-re innocente offerto per la salvezza del mondo. Gesù dirà: “Tutto quello che avete fatto ad uno di questi piccoli, l’avete fatto a me.” (Mt 10,42).In ogni innocente che soffre dobbiamo vedere Gesù che soffre. Dobbiamo vedere un altro agnello immolato che partecipa alla redenzione di Gesù che pu-rifica tutta l’umanità.

La sofferenza unita con il dolore di Gesù ac-quista un valore grande .Tutti soffriamo, ma se questa sofferenza la uniamo a quella di Gesù si trasforma in Resur-

24

rezione per tutta l’umanità. Ci sono diverse forme di sofferenza:1) Quella di un peccatore: ha un suo valore.

2) Quella di un peccatore che la offre: ha un grande valore.3) Quella di un bambino innocente: ha un enorme valore.4) Quella di un bambino innocente che la of-fre: ha un immenso valore.Ci sono bambini che non sono ancora giunti

25

all’età della ragione, se battezzati, la loro sof-ferenza è la sofferenza stessa di Gesù. Auto-maticamente sono inseriti nel dolore redentore di Gesù. I bambini che sono già nell’età della ragione bisogna aiutarli ad offrire la loro sof-ferenza a Gesù. Tutti gli uomini devono diventare bambini,

26

bambini che offrono la loro sofferenza a Gesù. Bisogna offrire tutta questa sofferenza, non si deve disperdere tutto questo capitale di Grazia.Questo è il progetto della redenzione che ci ricorda S.Paolo: “Completo nel mio corpo quello che manca alla passione di Cristo”. (Col.1,24) Siamo chiamati a collaborare alla redenzio-ne totale di Cristo e ognuno deve apportare il contributo della propria personale sofferenza.

27

A questo dobbiamo educare cristianamente i bambini non in una pedagogia riservata sol-tanto alle grandi ore del dolore e ai casi più gravi della sofferenza, ma in una pedagogia applicata a tutte le ore della sofferenza che purtroppo non mancano anche nella vita dei bambini sani e felici.Dirà la Madonna ai tre pastorelli di Fatima: “Siete disposti ad accettare tutte le sofferenze che il Papà del cielo vorrà inviarvi per la Pace nel mondo e per la conversione dei peccato-ri?”.Loro dissero “Sì”, soffrirono e amarono. Pregarono per i poveri peccatori e consolarono

28

il cuore del Papà del cielo afflitto.Il cuore afflitto del Papà del cielo è veramente il cuore di un Padre che deve sacrificare suo figlio e in lui tanti figli. Questo lo fa perché ha uno sguardo lungimirante, vede avanti, lonta-no, vede che con questo sacrificio del Figlio e dei figli con il Figlio ci sarà un mondo nuovo dove finalmente ci sarà comunione nel cuore di tutti gli uomini. Con Lui nel cuore ci saranno terre e cieli nuo-vi. Sarà il Regno di Dio.Diciamo il nostro “Sì”, noi bambini di età e bambini di cuore, così la nostra vita sarà la stessa vita di Gesù vissuta nell’Amore e final-mente consoleremo il Cuore del Papà del cielo

29

afflitto. Lui effonderà nel mondo intero la sua Misericordia e farà tutto nuovo. E la fine del mondo del male sarà vicina e con la nostra sofferenza offerta, per ultimo, scom-parirà anche la morte!Sarà la Gerusalemme celeste che scende, sarà la Città di Dio vivente. Sarà il Regno di Dio nei cuori e nel mondo. Tutti con Gesù nello stesso Spirito, con l’Amore fiducioso di figli chiameremo finalmente Dio: “Papà”.

30

31

Il laboratorio dell’annuncio è formato da un gruppo di famiglie che vogliono vivere in pro-fondità la loro vocazione familiare seguendo le linee guida dettate da Papa Francesco nel-l’ esortazione apostolica Evangelium Gaudium. Non è una nuova associazione o movimen-to ecclesiale o una nuova struttura pastora-le, ma è un laboratorio dell’annuncio che ha come caratteristica principale quella di pro-durre facendo, sperimentando, assumendo l’e-sistenza e il vissuto familiare dei partecipanti

32

come luogo di ricerca, di analisi e d’intervento. L’ espressione “laboratorio della fede” fu utiliz-zata da Giovanni Paolo II nella veglia serale a Tor Vergata, durante la Giornata Mondiale della Gioventù del Grande Giubileo del 2000 a Roma . Il termine laboratorio non ha senso di contenitore strumentale, tecnico o metodo-logico, ma come espressione di un’azione nella quale perizia e creatività, maestranza e appren-distato, si compongono per dare vita ogni vol-ta a qualcosa di nuovo dentro una tradizione. E’ ampliamente sottolineato in tanti documen-ti del Magistero il ruolo insostituibile della fa-miglia nella crescita integrale della persona e del credente. I genitori, infatti, “ricevono nel sa-cramento del matrimonio la Grazia e la respon-sabilità dell’educazione cristiana dei loro figli”(Direttorio Generale per la Catechesi, n.227).

“La Chiesa è chiamata a collaborare, con un’a-zione pastorale adeguata, affinché gli stessi geni-tori possano adempiere la loro missione educa-tiva. Deve farlo aiutandoli sempre a valorizzare il loro ruolo specifico, e a riconoscere che coloro

33

che hanno ricevuto il sacramento del matrimo-nio diventano veri ministri educativi, perché nel formare i loro figli edificano la Chiesa, e nel farlo accettano una vocazione che Dio propo-ne loro.“ (Papa Francesco,Amoris Laetitia, 85)

Nel contesto della Nuova Evangelizzazio-ne vogliamo vivere e annunciare “la fa-miglia cristiana comunione di persone, se-gno e immagine della comunione del Padre e del Figlio nello Spirito Santo”.(CCC2205)

“Secondo il disegno di Dio, dal legame matrimo-niale con l’amore che lo definisce, ogni famiglia deriva la sua identità, la sua missione di custo-dire, rivelare e comunicare l’amore, attraverso la formazione di un’ autentica comunità di perso-ne, il servizio alla vita e la partecipazione allo sviluppo della società” (Familiaris Consortio 17)

Maria Santissima, con il suo materno amo-re, ci fa sperimentare l’amore di Dio, e ci in-segna a riconoscere la sua presenza nella nostra vita. “Egli per primo ci ha amati e con-

34

tinua ad amarci per primo; per questo anche noi possiamo rispondere con l’amore.” (Bene-detto XVI – Lettera Enciclica Deus Caritas est) Dall’esperienza di essere amati è nato in noi il desiderio di amare di più i fratel-li per sentirci tutti figli dello stesso Padre.Ci uniamo con amore e con fede alla pre-ghiera di Gesù, che alla vigilia della sua pas-sione e morte, pregò con fervore per i suoi discepoli e per quelli che per la loro paro-la crederanno, affinché siano uno, così che il mondo possa credere.(cfr. Gv. 17,20-21)Uniti nella preghiera e nella testimonian-za, desideriamo che ogni uomo possa apri-re la porta del suo cuore e finalmente Dio possa vivere nella sua casetta. Questa pre-senza è realizzazione di pace, di vera e stabi-le pace che tutti gli uomini desiderano, ed è già l’avvento del Regno di Dio sulla terra. Il Laboratorio dell’annuncio ha come punto di riferimento la pagina web:www.lacasettadidio.it con vari progetti a par-tire dal quello base: “Cuore casetta di Dio”.

35

Messaggio di Medjugorje (a Mirjana 2 Settembre 2017)

“Cari figli, chi potrebbe parlarvi meglio di me dell’a-more e del dolore di mio Figlio? Ho vissuto con lui, ho patito con lui. Vivendo la vita terrena, ho pro-vato il dolore, perché ero una madre. Mio Figlio amava i progetti e le opere del Padre Celeste, il vero Dio; e, come mi diceva, era venuto per redimervi. Io nascondevo il mio dolore per mezzo dell’amore. In-vece voi, figli miei, voi avete diverse domande: non comprendete il dolore, non comprendete che, per mezzo dell’amore di Dio, dovete accettare il dolo-re e sopportarlo. Ogni essere umano, in maggior o minor misura, ne farà esperienza. Ma, con la pace nell’anima e in stato di grazia, una speranza esiste: è mio Figlio, Dio generato da Dio. Le sue parole sono il seme della vita eterna: seminate nelle anime buo-ne, esse portano diversi frutti. Mio Figlio ha porta-to il dolore perché ha preso su di sé i vostri peccati. Perciò voi, figli miei, apostoli del mio amore, voi che soffrite: sappiate che i vostri dolori diverranno luce e gloria. Figli miei, mentre patite un dolore, mentre soffrite, il Cielo entra in voi, e voi date a tutti attorno a voi un po’ di Cielo e molta speranza. Vi ringrazio.”