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ABBATTIMENTO DI OSSIDI DI AZOTO
DA COMBUSTIONE DI BIOMASSE
TRAMITE SISTEMI SCR: CRITERI DI PROGETTAZIONE ED ESPERIENZE
Matteo Giavazzi
Boldrocchi Srl., Viale Trento e Trieste 93, 20046 Biassono MB
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ATI, 20 Aprile 2016
1. Introduzione
3. I sistemi di stoccaggio e dosaggio del reagente ammoniacale
2. La Generazione degli NOX ed i metodi di abbattimento
4. L’approccio al design del sistema SCR tramite modellazione CFD
5. Analisi dell’Evaporatore e della Griglia di Iniezione Ammoniaca
6. Analisi del Reattore SCR
Outline della presentazione
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7. Conclusioni
8. Applicazioni Recenti
Introduzione
3
Gli ossidi di azoto (NO ed NO2, nel complesso indicati come NOX) sono composti
inquinanti emessi in atmosfera a seguito di processi di combustione ad alta temperatura
(combustioni industriali, impianti di riscaldamento civili, motori di autoveicoli, ecc.), per
ossidazione dell’azoto atmosferico e, in parte, per l’ossidazione dei composti dell’azoto
contenuti nei combustibili utilizzati.
Accanto alle tecniche di controllo primarie che vengono utilizzate per ridurre la
formazione degli NOX, i metodi catalitici permettono di ridurre fortemente le emissioni
residue in atmosfera, fino a valori inferiori ai limiti fissati dalle normative e dalle
Autorizzazioni.
Introduzione
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La presentazione descrive le tecniche di progettazione utilizzate ed alcune esperienze di
abbattimento degli NOX generati dalla combustione di biomasse solide (cippato di
pioppo, paglia, rifiuti) tramite reattore SCR ed iniezione di urea o ammoniaca.
1. Introduzione
3. I sistemi di stoccaggio e dosaggio del reagente ammoniacale
2. La Generazione degli NOX ed i metodi di abbattimento
4. L’approccio al design del sistema SCR tramite modellazione CFD
5. Analisi dell’Evaporatore e della Griglia di Iniezione Ammoniaca
6. Analisi del Reattore SCR
Outline della presentazione
5
7. Conclusioni
8. Applicazioni Recenti
La generazione degli ossidi di Azoto
ed i metodi di abbattimento
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L’Azoto (presente nei composti azotati del combustibile e nell’aria di combustione) si
combina con l’ossigeno per dare origine ad un gruppo di composti binari che viene
indicato genericamente come “Ossidi di azoto”.
L’ossido di azoto (NO) e il biossido di azoto (NO2) - generalmente indicati come NOX -
sono le specie presenti in concentrazioni più elevate. Alle normali temperature dell’aria,
l’ossigeno e l’azoto reagiscono pochissimo tra loro; solo durante le reazioni di
combustione si ha una rapida produzione di NOX.
Gli effetti tossici degli NOX riguardano soprattutto l'apparato respiratorio; si possono
infatti riscontrare, in caso di concentrazioni anomale in atmosfera, alterazioni delle
funzioni respiratorie, bronchiti, tracheiti, forme di allergia e irritazione. L’effetto
maggiore, in seguito a concentrazioni di NO2 elevate, è l’edema polmonare.
La generazione degli ossidi di Azoto
ed i metodi di abbattimento
7
Le concentrazioni medie annuali di NO2 si sono nettamente ridotte a partire dagli anni
’90, a seguito dell’entrata in vigore di direttive europee rivolte ad abbassare le emissioni
degli autoveicoli e dei grandi impianti industriali e di produzione di energia elettrica.
Negli ultimi anni, nonostante questa riduzione, si riscontrano superamenti del limite
fissato per la media annua del biossido di azoto in modo diffuso sul territorio regionale
e, in particolare, negli agglomerati urbani.
2
La generazione degli ossidi di Azoto
ed i metodi di abbattimento
8
La riduzione catalitica degli NOX avviene attraverso la reazione con l’ammoniaca e
genera composti non nocivi (azoto ed acqua).
Le reazioni che regolano il processo sono:
4 NO + 4 NH3 + O2 4 N2 + 6 H2O
NO + NO2 + 2 NH3 + O2 2 N2 + 3 H2O
La prima reazione è preponderante e decorre velocemente in presenza di un opportuno
catalizzatore in quanto gli ossidi di azoto sono costituiti per più del 90% da NO [1].
Il termine «selettiva» si riferisce alla capacità dell’ammoniaca di reagire con NO invece
che essere direttamente ossidata dall’ossigeno. La reazione di ossidazione
dell’ammoniaca ad opera dell’ossigeno è infatti altamente indesiderata in quanto riduce
l’efficienza del processo di abbattimento degli ossidi di azoto sottraendo reagente e
portando alla formazione di NO e di N2O.
1. Introduzione
3. I sistemi di stoccaggio e dosaggio del reagente ammoniacale
2. La Generazione degli NOX ed i metodi di abbattimento
4. L’approccio al design del sistema SCR tramite modellazione CFD
5. Analisi dell’Evaporatore e della Griglia di Iniezione Ammoniaca
6. Analisi del Reattore SCR
Outline della presentazione
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7. Conclusioni
8. Applicazioni Recenti
Dosaggio e Vaporizzazione del reagente
Ammoniacale
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Skid di pompaggio e dosaggio
Vaporizzazione Ammoniaca
1. Introduzione
3. I sistemi di stoccaggio e dosaggio del reagente ammoniacale
2. La Generazione degli NOX ed i metodi di abbattimento
4. L’approccio al design del sistema SCR tramite modellazione CFD
5. Analisi dell’Evaporatore e della Griglia di Iniezione Ammoniaca
6. Analisi del Reattore SCR
Outline della presentazione
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7. Conclusioni
8. Applicazioni Recenti
Analisi CFD
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Le analisi effettuate riguardano lo studio del comportamento dei seguenti componenti
impiantistici:
1. Evaporatore;
2. Griglia di immissione Ammoniaca (AIG – Ammonia Injection Grid);
3. Cappa e corpo reattore SCR
Lo scopo dell’analisi è la valutazione delle condizioni di uniformità del gas all’ingresso
del primo layer di catalizzatore, condizionate dalla fluidodinamica del reattore e
dall’efficienza di mescolamento tra il flusso principale di fumi proveniente dal filtro a
maniche, e il flusso secondario di ammoniaca in fase vapore proveniente
dall’evaporatore.
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Cappa e corpo reattore SCR
Evaporatore
Griglia di immissione Ammoniaca
(AIG – Ammonia Injection Grid);
Reatt
ore
SCR –
3 s
trati c
ata
lizza
tore
Descrizione dell’Approccio
Alla Modellazione CFD
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Al fine di valutare l’uniformità del gas all’ingresso del primo layer di catalizzatore, le
grandezze che devono essere analizzate sono la distribuzione di velocità (che
influenza direttamente anche la distribuzione di temperatura) e la distribuzione del
rapporto molare NH3/NOx.
Il parametro utilizzato per l’analisi di tali grandezze è il coefficiente di variazione [2]:
Dove:
Sono rispettivamente la varianza e la media dei valori della grandezza misurati su una
matrice di «n» valori.
Descrizione dell’Approccio
Alla Modellazione CFD
Descrizione dell’Approccio
Alla Modellazione CFD
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Lo studio fluidodinamico tramite modello computazionale è uno strumento
che, mediante la risoluzione numerica delle equazioni caratteristiche della
fluidodinamica (i bilanci di conservazione), è finalizzato a predire il comportamento
dei fluidi: campi di velocità e pressione, scambio termico, scambio di massa, reazioni
chimiche, … .
I risultati dell’analisi CFD rappresentano un insieme di dati che sono utilizzati per
studi teorici su nuove configurazioni, per lo sviluppo di nuovi prodotti, per le
investigazioni di possibili eventi accidentali o delle cause di malfunzionamento di
componenti di impianto o per l’innovazione di prodotti esistenti [3].
Descrizione dell’Approccio
Alla Modellazione CFD
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Le equazioni differenziali alle derivate parziali che governano i processi di
convezione nei fluidi sono ricavate dai principi generali di conservazione formulati per
sistemi aperti. In particolare l’equazione dell’energia che governa la distribuzione
di temperature è basata sul primo principio della termodinamica, mentre
l’equazione di continuità e le equazioni di Navier-Stokes, che governano la
distribuzione delle velocità, sono basate rispettivamente sul principio di
conservazione della massa e sul principio di conservazione della quantità di moto.
Le strategie di soluzione numerica delle equazioni sono riferite al regime di moto
laminare; sforzi e flussi termici specifici turbolenti sono valutati per mezzo di
modelli più o meno sofisticati [4,5].
Descrizione dell’Approccio
Alla Modellazione CFD
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Applicare un modello di turbolenza allo studio di un problema fluidodinamico
consiste, in ultima analisi, nel ricondurre ai tempi tipici di osservazione ingegneristica
le oscillazioni intrinsecamente transitorie dei fenomeni turbolenti, mediandoli su
opportune scale temporali.
Il modello di turbolenza di maggior robustezza in questo tipo di applicazioni, il
modello (k, ᵋ), calcola diffusività termiche e cinematiche turbolente mediante
espressioni algebriche in cui compaiono l’energia cinetica turbolenta k e la
dissipazione d’energia cinetica turbolenta ᵋ. Tale modello è oggi implementato in
gran parte dei codici termofluidodinamici in grado di trattare flussi turbolenti. Di tutti
i modelli basati su medie temporali, esso rappresenta il miglior compromesso tra
accuratezza dei risultati e stabilità computazionale.
1. Introduzione
3. I sistemi di stoccaggio e dosaggio del reagente ammoniacale
2. La Generazione degli NOX ed i metodi di abbattimento
4. L’approccio al design del sistema SCR tramite modellazione CFD
5. Analisi dell’Evaporatore e della Griglia di Iniezione Ammoniaca
6. Analisi del Reattore SCR
Outline della presentazione
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7. Conclusioni
8. Applicazioni
Analisi dell’Evaporatore
Geometria dell’Evaporatore:
Condizioni di Analisi:
Evaporator Analysis name Sprayed liquid Amount of injected liquid
Analysis_1 Acqueus ammonia 25% 24.07 kg/h (normal case) Analysis_2 Acqueus ammonia 25% 56.93 kg/h (maximum case)
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Analisi dell’Evaporatore
Liquido residuo sulle sezioni di controllo:
Analysis name Section name Residual Liquid
Analysis_1
sez_bottom 0.052% of injected
sez_01 0.000% of injected
sez_02 0.000% of injected
sez_03 0.000% of injected
Analysis name Section name Residual Liquid
Analysis_2
sez_bottom 1.709% of injected
sez_01 0.363% of injected
sez_02 0.002% of injected
sez_03 0.000% of injected
Liquido sulle pareti:
Analysis name
Liquid mass-flow splashed on ALL
WALLS
% Liquid splashed on ALL
WALLS (% of injected)
Analysis_1a 0.000 grams/h 0.0000%
Analysis_2a 0.000 grams/h 0.0000%
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Prestazioni dell’AIG:
Analisi dell’AIG
Normal velocity @nozzle outlet [m/s]
Tangential velocityl @nozzle outlet [m/s]
Deviation angle from normal
direction ALPHA [°deg]
Normalized Standard deviation of gas flow through
all nozzles
34.1 -0.03 -0.07 4.04%
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1. Introduzione
3. I sistemi di stoccaggio e dosaggio del reagente ammoniacale
2. La Generazione degli NOX ed i metodi di abbattimento
4. L’approccio al design del sistema SCR tramite modellazione CFD
5. Analisi dell’Evaporatore e della Griglia di Iniezione Ammoniaca
6. Analisi del Reattore SCR
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7. Conclusioni
8. Applicazioni Recenti
1. Introduzione
3. I sistemi di stoccaggio e dosaggio del reagente ammoniacale
2. La Generazione degli NOX ed i metodi di abbattimento
4. L’approccio al design del sistema SCR tramite modellazione CFD
5. Analisi dell’Evaporatore e della Griglia di Iniezione Ammoniaca
6. Analisi del Reattore SCR
Outline della presentazione
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7. Conclusioni
8. Applicazioni Recenti
Conclusioni
Evaporatore:
I deflettori e la piastra forata installati all’ingresso del reattore risultano efficaci nella
distribuzione delle velocità nel reattore di evaporazione, sbilanciata a monte a causa del
layout delle tubazioni; l’uniformità della velocità, unita alla buona nebulizzazione
garantita dall’ugello bifase, garantisce una buona evaporazione, evitando il contatto
delle gocce con le pareti del reattore o dei condotti a valle.
Grigia di iniezione ammoniaca (AIG):
Il numero, il diametro e la distribuzione dei tubi di iniezione e degli ugelli sono stati
selezionati al fine di ottimizzare l’uniformità di iniezione senza incrementare
eccessivamente la perdita di carico della griglia.
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Conclusioni
Reattore SCR:
Il raggiungimento delle rese di abbattimento di NOx richieste dal progetto, unito alla
necessità di contenere lo slip di ammoniaca, impongono vincoli progettuali
particolarmente stringenti in termini di fluidodinamica del reattore e di efficienza di
dispersione di ammoniaca gassose tramite la griglia di iniezione.
Il grado di maldistribuzione infatti comporta una «perdita» in termini di
volume utile di catalizzatore, direttamente proporzionale alla
maldistribuzione stessa.
Le analisi oggetto del presente report mostrano che nel progetto del reattore SCR
l’uniformità del gas all’ingresso del primo layer di catalizzatore rispetta
abbondantemente i limiti considerati necessari al fine di garantire le prestazioni di
abbattimento degli ossidi di azoto, sia in termini di velocità dei fumi, che in termini di
rapporto molare NH3/NOX.
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Uniformità di miscelazione alla sezione di riferimento:
Analisi del Reattore SCR
Normal case Maximum case
Speed normalized standard deviation on reference section
8.81% 8.80%
Molar ratio NH3/NOx normalized standard deviation on reference section
5.58% 5.57%
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Reference: < 20%
Reference: < 10%
1. Introduzione
3. I sistemi di stoccaggio e dosaggio del reagente ammoniacale
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4. L’approccio al design del sistema SCR tramite modellazione CFD
5. Analisi dell’Evaporatore e della Griglia di Iniezione Ammoniaca
6. Analisi del Reattore SCR
Outline della presentazione
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7. Conclusioni
8. Applicazioni Recenti
Applicazioni Recenti
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CLIENT CLIENT
COUNTRY
END USER PLANT PLANT
COUNTRY
MARKET APPLICATION DESCRIPTION
Kerneos France Kerneos China China Cement Cement Kiln SCR with urea/ammonia injection
Ecolombardia 4
S.p.A.
Italy Ecolombardia 4 Filago BG Italy Power Incineration plant SCR with ammonia injection
Termisa Spain Tre Tozzi Sant'Agata Italy Power Biomass Plant SCR with ammonia injection and CO catalyst
Pelucchi
Caldaie
Italy Canale
(CN)
Italy Power Biomass Plant SNCR system
Tecnimont Italy Tecnimont Olevano Italy Power Biomass plant SCR with urea/ammonia injection
Degremont Italy S.té
Aglomeration
Havraise
Le Havre France Power Incineration Plant Sludge incineration - Complete gas treatment
system with SNCR system
injection urea
Bibliografia
[1]: Forzatti, P., Castoldi, L., Nova, I, (2005). Catalytic Technologies for NOx
Removal from Stationary Sources. Gli impianti DeSOx - DeNOx: la tecnologia al
servizio dell’ambiente.
[2]: Rogers, K.J. & Nolan, P.S., (2001). SCR Reactor Performance Profiling and
Results Analysis. U.S. EPA Symposium, August 20-23, 2001
[3]: Comini G., Croce G., Nobile E. 2008. Fondamenti di termofluidodinamica
Computazionale
[4]: Launder, B.E., Spalding, D.B., 1972. Mathematical Models of Turbulence.
Academic Press, London.
[5]: Ranz, W.E. & Marshall, W.R., (1952). Evaporation from Drops, Part I,
Chemical Engineering Progress, 48, 141–146.
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Matteo Giavazzi Ingegnere Ambientale – Industrial Plants Process Technology Manager
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