ABAZIA DI MASIO - INCONTRO VICARIA

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4 ...dalla Parrocchia Sabato 13 ottobre presso la Chiesa Regi- na degli Apostoli di Abazia di Masio si è riunito un folto gruppo di persone della Vicaria che ha partecipato al pellegri- naggio da Abazia alla Grotta di Lourdes ubicata nel parco del castello di Redabue. Nell’affidare il nuovo anno pastorale alla Madonna, modello di fede, il vescovo di Asti mons. Francesco Ravinale, dopo il cordiale saluto ed interessante invito riguardante “l’Anno della Fede”, ai pre- senti è stata distribuita la lettera pastorale “Aumenta in noi la fede” che si articola in nove capitoli. “La fede è la grande for- za che permette di affrontare qualunque difficoltà e situazione. L’esperienza inse- gna che non solo nel fatto religioso, ma in ogni situazione, chi non crede a quel che sta facendo, risulta fragile ed inefficace – afferma monsignor Ravinale – ed anche incapace a rimuovere “molti macigni che prendono volti diversi: sfiducia, demoti- vazione, pigrizia, passività, rancori non superati, sofferenze di cui non si perce- pisce il senso”. E’ iniziato poi il pellegrinaggio con la processione a piedi con preghiere e canti verso la Grotta. E’ stato possibile confes- sarsi nel parco grazie alla presenza dei sacerdoti della Vicaria. Alle 11,30 nella Grotta mons. Ravinale ha presieduto la concelebrazione eucaristica. Sara ABAZIA DI MASIO - INCONTRO VICARIA

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...dalla Parrocchia

Sabato 13 ottobre presso la Chiesa Regi-na degli Apostoli di Abazia di Masio si è riunito un folto gruppo di persone della Vicaria che ha partecipato al pellegri-naggio da Abazia alla Grotta di Lourdes ubicata nel parco del castello di Redabue. Nell’affi dare il nuovo anno pastorale alla Madonna, modello di fede, il vescovo di Asti mons. Francesco Ravinale, dopo il cordiale saluto ed interessante invito riguardante “l’Anno della Fede”, ai pre-senti è stata distribuita la lettera pastorale “Aumenta in noi la fede” che si articola in nove capitoli. “La fede è la grande for-za che permette di affrontare qualunque diffi coltà e situazione. L’esperienza inse-

gna che non solo nel fatto religioso, ma in ogni situazione, chi non crede a quel che sta facendo, risulta fragile ed ineffi cace – afferma monsignor Ravinale – ed anche incapace a rimuovere “molti macigni che prendono volti diversi: sfi ducia, demoti-vazione, pigrizia, passività, rancori non superati, sofferenze di cui non si perce-pisce il senso”.E’ iniziato poi il pellegrinaggio con la processione a piedi con preghiere e canti verso la Grotta. E’ stato possibile confes-sarsi nel parco grazie alla presenza dei sacerdoti della Vicaria. Alle 11,30 nella Grotta mons. Ravinale ha presieduto la concelebrazione eucaristica. Sara

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Nel mese di luglio sono stati effettua-ti i gemellaggi tra le Chiese d’Italia e le Diocesi dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto. Alla nostra Regione è stato af-fi dato il paese di Medolla, località di cir-ca 6.000 abitanti, con tre parrocchie nella Diocesi di Modena-Nonantola. Tale terri-torio è stato colpito dal sisma in tre onda-te successive: 20 maggio, 29 maggio (le scosse che hanno fatto maggiori danni), 3 giugno. Molto duro l’impatto, anche per il triplice sciame sismico successivo.Anche la Diocesi di Asti ha partecipato attraverso la Caritas con una raccolta fon-di per i terremotati dell’Emilia Romagna che ha consentito di giungere alla con-

siderevole cifra di Euro 34.894.08 frutto delle offerte delle parrocchie della Dio-cesi.Il nostro vescovo in rappresentanza della Diocesi del Piemonte ha partecipato alla cerimonia di gemellaggio con Medolla.Il nostro Parroco ha avuto la soddisfazio-ne di consegnare una cifra non indiffe-rente: euro 625 Cerro + 325 di Rocchetta + euro 900 che Don Quaglia e Don Bolo-gna hanno ricevuto in dono in occasione del loro giubileo sacerdotale celebrato il 24 giugno e che generosamente hanno di-rottato ai terremotati. In totale Don Giu-seppe ha consegnato euro 1.850.

Il Consiglio Pastorale

Cari Amici Cerresi;il 20 ed il 29 Maggio di quest’anno la ter-ra ha tremato in Emilia, lasciando la sua scia di devastazione e paura. Gli abitanti dei paesi colpiti da queste violente scos-se di terremoto si sono trovati senza casa, senza lavoro e a dover affrontare le paure di una terra che nel giro di pochi secondi ha tolto le speranze di una vita fatta di sa-crifi ci. Da subito si è capito quanto critica fosse la situazione. Di fronte a questo dramma, ci siamo sen-titi subito vicini al popolo emiliano, un po’ memori del terremoto che colpì l’a-stigiano nel 2000, un po’ per il legame che abbiamo verso quella terra: il gruppo musicale dei Nomadi, i viaggi che spesso ci portano a Novellara (piccolo paesino della bassa reggiana a pochi chilometri dai luoghi colpiti dal terremoto), le neb-

bie fi tte che avvolgono le campagne, l’o-spitalità della gente. Abbiamo quindi sentito la necessità di attivarci per aiutare in maniera concreta. Il nostro primo viaggio è avvenuto il 10 Giugno, con un gruppo di volontari asti-giani, dove abbiamo consegnato nei co-muni di Mirandola e San Felice sul Panaro beni di prima necessità raccolti nei giorni precedenti. In questa occasione abbiamo toccato con mano la situazione, verifi can-do di persona la realtà dei paesi colpiti e parlando con i terremotati. Nei loro volti abbiamo trovato stanchezza e paura per le continue scosse di assestamento che non lasciavano respiro e tranquillità, ma nei loro occhi brillava la voglia di ripar-tire, di ricostruire, di riprendere in mano le loro speranze, le loro vite precedenti.Di ritorno da questa esperienza, abbiamo

PARROCCHIE ASTIGIANE GEMELLATE CON L’EMILIA

UNA SCOSSA DI SOLIDARIETA’ PER L’EMILIA

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deciso di continuare ad aiutare gli “amici” emiliani, puntando su un progetto mirato. Siamo venuti a conoscenza di un appello fatto dal Comitato Genitori della Scuo-la Elementare “Elvira Castelfranchi” di Finale Emilia. Il Comitato faceva una ri-chiesta d’aiuto nell’acquisto di materiale didattico per l’inizio del nuovo anno sco-lastico. L’appello ci ha subito interessati in quanto siamo convinti che l’istruzione sia un “bene di prima necessità” per tutti. La Scuola Elementare è stata seriamente danneggiata dalle due forti scosse di Mag-gio e le continue scosse di assestamento (che tutt’oggi persistono se pure lievi) hanno reso completamente inagibile l’e-difi cio. I Vigili del Fuoco sono riusciti a recuperare pochi materiali più costosi ma nella Biblioteca che si trova nella parte più danneggiata, i libri sono stati irrime-diabilmente rovinati anche dalle piogge dei temporali estivi che hanno fi ltrato l’acqua dalle crepe dell’edifi cio.In una situazione del genere, il nuovo anno scolastico non sarebbe potuto par-tire e la Regione ha deciso di costruire a proprie spese una struttura sostitutiva per permettere lo svolgimento delle atti-vità scolastiche. Il progetto della “nuova scuola” prevedeva, inoltre, l’allestimento delle aule con lo stretto necessario affi n-ché si potessero svolgere correttamente le lezioni (banchi, sedie, lavagne).Di fronte a queste certezze il Comitato Genitori si è prefi ssato di cercare riforni-menti didattici da dare agli studenti per il nuovo anno scolastico durante il giorno di apertura del nuovo edifi cio.Abbiamo così deciso di aderire all’inizia-tiva e durante l’estate con l’aiuto di mol-

ti Cerresi, abbiamo recuperato svariato quantitativo di materiale didattico. Inol-tre, con l’intento di rendere più concreta l’iniziativa, abbiamo cercato di coinvol-gere il Nostro Sindaco Mauro Malaga e la Giunta Comunale che hanno accolto l’iniziativa con entusiasmo e si sono fi n da subito attivati per organizzare eventi pubblici con lo scopo di raccogliere fondi e dare il contributo nell’acquisto del ma-teriale in questione.A fi ne Giugno, in occasione della festa di San Giovanni, il Comitato Festeggia-menti Cerresi con i ragazzi delle Poli-tiche Giovanili hanno organizzato due serate per la raccolta fondi ed in Agosto, in occasione della festa di “Ciao Estate”, sono stati raccolti altri fondi durante lo spettacolo di cabaret dialettale di Fabio Fassio e Paolo Tomalino.Grazie ai fondi donati dalla comunità Cerrese intervenu-ta numerosa agli eventi, abbiamo potuto acquistare 33 zaini, 54 astucci ed altro materiale didattico (gessetti, squadrette e righe, gomme, cancellini, forbici). Verso metà settembre si è deciso di portare tut-to il materiale raccolto al Comitato della scuola di Finale Emilia. Grazie all’aiuto di Giovanni Pero e Umberto Zenato della Protezione Civile di Cerro, abbiamo ri-empito il vano di carico del loro furgo-ne e siamo partiti alla volta dell’Emilia. A distanza di mesi, dal primo viaggio, abbiamo rivisitato quei posti a noi tanto cari; Finale Emilia portava ancora i se-gni del disastro: nel centro storico erano ancora tante le vie impraticabili per via dei detriti e ci è stato impossibile vedere la “vecchia scuola” in quanto situata nel mezzo della cosiddetta “zona rossa” del

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paese. I Finalesi, nel frattempo non si erano persi d’animo, erano tornati alla vita quasi normale di tutti i giorni; mol-ti negozi avevano riaperto le loro attività e per le strade il traffi co scorreva solito. Durante la consegna del materiale, erano presenti: il nostro referente Dario (mem-bro del Comitato), la Presidente del Co-mitato dei Genitori, un’insegnante della scuola e la Dirigente Scolastica dell’I-stituto; tutte persone molto accoglienti e felici degli sforzi che il Nostro piccolo paese è riuscito a fare nell’aiutarli. Dopo la consegna, ci hanno accompagnato a visitare il paese, l’edifi cio del Comune, i resti di quello che era la Torre dei Mo-denesi (il simbolo di questo triste dram-ma) e la Rocca. Abbiamo infi ne visitato il sito in costruzione della nuova scuo-la; siamo rimasti favorevolmente colpiti dal fatto che nonostante fosse Dome-nica, all’interno del cantiere erano tanti gli operai impegnati nella ricostruzione. Dopo i saluti e gli arrivederci, nel viag-gio verso casa, siamo transitati nella zona industriale di Mirandola ed abbiamo avu-to un’ulteriore conferma che il popolo emiliano in questi mesi ha davvero cer-

cato di ripartire (nonostante i fondi statali non ancora giunti): nei luoghi in cui solo quattro mesi prima si trovavano macerie di capannoni, erano presenti cantieri; in altri, le fabbriche erano state ristrutturate e quindi funzionanti; mentre in altri an-cora, restavano solo piazzali vuoti con i segni delle fondamenta delle aziende.Il 17 di Ottobre i lavori della nuova sede della Scuola “Elvira Castelfranchi” sono stati ultimati e la scuola è stata aperta agli studenti; durante il mese di settembre/ot-tobre, le lezioni sono state svolte regolar-mente in alcuni teatri tenda allestiti dalla Protezione Civile (che ha svolto nei mesi un’impeccabile attività di soccorso) ed in alcuni saloni di alberghi. Con il cuore ri-volto ai nostri forti ed instancabili amici emiliani, insieme all’Amministrazione Comunale di Cerro e a tutti voi Lettori Cerresi che vorrete intervenire ancora, continueremo ad operarci nel sostenere il Comitato Genitori della Scuola di Fi-nale Emilia che vista la grande quantità di materiale ricevuto, si impegnerà, a sua volta, ad aiutare le scuole degli altri paesi colpiti dal terremoto.

Monia e Alessandro

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Anche se la famiglia è al centro di attac-chi sempre piu’ gravi, considerata ormai da molti come una istituzione sorpassata rispetto alla cultura dei tempi nuovi, la Festa degli Anniversari di Matrimonio ha evidenziato ancora una volta quanto la famiglia sia cara alla nostra gente.Testa Antonio e Carla (55) (che per moti-vi di salute non hanno potuto partecipare, ma sono stati ricordati con affetto) Ma-suelli Luigi e Piera (50) – Malaga Adria-no e Maria (50) – Brusasco Gigi e Te-resina (45) Medico Piero e Silvana (35)

hanno voluto ricordare con la comunità parrocchiale il giorno del loro matrimo-nio religioso avvenuto anni fa.Un vivo ringraziamento a tutti i coniugi presen-ti e a tutte le famiglie l’augurio di ogni bene, di tanta serenità e consolazione. Un piccolo rinfresco presso la Confraternita unitamente alle leve 1941/42/43/44 che hanno partecipato alla funzione religiosa ha concluso la giornata.Grazie a chi ha collaborato per l’ad-dobbo della Chiesa, il rinfresco e la Cantoria.

ANNIVERSARI MATRIMONIO E LE LEVE

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Quest’anno a settembre abbiamo celebrato il nostro trentacinquesimo anniversario di matrimonio! Trentacinque anni – non sono noccioline - passati insieme e l’emozione che provo è rimasta quella del primo giorno. Per me è stato un evento speciale, l’occasione per rifl ettere su cosa ha signifi cato fi no a questo momento la nostra vita a due.Paradossalmente, i primi anni sono stati i più burrascosi: caratteri diversi, esigenze da collimare, interessi a volte contrastanti, incomprensioni che emergono giorno per giorno, nella quotidianità, quando può dare fastidio il non poter più gestire il proprio tempo e neppure gli spazi di casa! Subito dopo il matrimonio, una persona si rende conto che il suo coniuge ha debolez-ze sconosciute e insospettate. Le virtù che venivano costantemente esaltate durante il corteggiamento diventano relativamente meno importanti e le debolezze, che sem-bravano così piccole e insignifi canti prima del matrimonio, assumono proporzioni con-siderevoli. Arriva così il momento in cui è necessario dimostrarsi comprensivi, fare un’onesta valutazione del proprio io, ricor-rere al buon senso, alla ragione, alla pro-grammazione…Abbiamo raggiunto un equilibrio, anche soffrendo un po’, cambiando, aggiustando il tiro, adeguandoci alle esigenze dell’altro, mettendo da parte l’egoismo e l’orgoglio. Dopo la fase di “equilibratura”, è soprag-giunta quella delle responsabilità: un fi glio e subito un altro, a distanza ravvicinata. (Aiuto!)Avere i fi gli, voluti e desiderati, per noi ha signifi cato cementare ancora di più la nostra unione. Solo che con l’arrivo dei fi gli tutto cambia, devi lavorare di più, le abitudini vengono stravolte da nuovi orari e da nuove esigen-ze, non c’è più molto tempo per la coppia,

i giorni corrono veloci e ti ritrovi già con qualche capello bianco. E mi sono resa conto che, anche davanti alle inevitabili pro-ve e diffi coltà che la vita pone sul cammino, il legame che ci univa era diventato via via più saldo e la cosa più importante è che il tuo “compagno di viaggio” sia felice.Così gli anni sono passati e ora che la pro-genie è cresciuta, che entrambi abbiamo raggiunto la sospirata pensione, ora che gli interessi diversi sono diventati comuni e stiamo pensando di organizzare viaggi e vacanze sempre rimandate, ecco che ci ri-troviamo nonni quasi a tempo pieno, en-tusiasti di poter veder crescere giorno per giorno i nipoti; anche se questo comporta nuove rinunce, rappresenta altresì l’occa-sione per poter adempiere nuovamente al ruolo di genitore con la possibilità di non ripetere gli stessi sbagli, grazie a una mag-giore esperienza e saggezza.Se faccio un bilancio di questi 35 anni pos-so dire di essere stata davvero fortunata ad avere accanto un coniuge buono, che non vede su di me lo scorrere del tempo, non ricorda le mie mancanze o le debolezze…E’ bellissimo essere una moglie e un marito che crescono insieme e avere la sensazione di essere sempre innamorati. Esiste una formula infallibile per garantire ad ogni coppia un matrimonio felice? Non lo so, ma se ci fosse dovrebbe conte-nere, fra gli ingredienti principali, il rispetto reciproco, la condivisione di valori, l’aper-tura e l’ impegno verso la comunità cristiana e sociale, ma soprattutto amore, l’amore di due sposi che sanno rinnovare nella crescita continua il loro rapporto. Perché solo così l’amore non è statico, non ammuffi sce, ma cresce con gli anni e raf-forza sempre più il legame fra marito e mo-glie, anche quando i volti sono solcati dalle rughe.

Gianna

RIFLESSIONE SULL’ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO