Giovanni. Giovanni passione e morte = gloria adempimento profezie bibliche morte come ubbidienza a...
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Giovanni
Giovanni passione e morte = gloria
adempimento profezie bibliche
morte come ubbidienza a Dio Padremorte che Gesù stesso annunziamorte vicaria, al posto del suo popolomorte in compagnia di malfattorimorte di un innocentemorte di croceseppellito nella tomba di un uomo facoltoso
passione e morte = ha un forte tratto di sovranità e di regalità di Gesù
particolari con profondo valore simbolico
maternità spirituale madre di Gesùsimbologia agnello pasqualesete di Gesù sulla crocevaso di acetocompimentodono dello Spirito
Gv 19,25-35Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò. Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
stessi protagonisti del primo segno di Gesù
(le nozze di Cana): Gesù, la madre di Gesù e i
discepoli
teologia sponsale
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di
Clèofa e Maria di Màgdala
viene qui precisato chi sta presso la croce
vi sono tre donne, tre “Maria”
è la prima volta che si parla di Maria di Cleofa e di Magdala, perciò diviene difficile
l’identificazione di esse
pensare che sia una donna già precedentemente presentata, ma con altro
nome, diviene impossibile poterlo giustificare
Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava
degli altri non c’è nessuno, tranne che Giovanni, il discepolo che Gesù amava
la sequela è fino in fondo, ma andare fino in fondo costa il sacrificio di noi
stessi
molti sono i chiamati, pochi gli eletti
pochi arrivano fino ai piedi della croce, per vivere il martirio dello spirito
assieme a Gesù
disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella
sua casa
la madre di Gesù, divenuta la madre del discepolo amato, diventa madre della Chiesa
la madre è feconda come a Cana di Galilea
la madre è simbolo del popolo di Israele che passa nella nuova alleanza
il discepolo amato accoglie la madre tra i propri averi: egli rappresenta la comunità
Donna, ecco il tuo figlio!Ecco la tua madre!
viene costituita una relazione di reciprocità
Maria è data come Madre al discepolo
il discepolo viene dato come figlio a Maria
è necessario che vi sia reciprocità di figliolanza e di maternità
è necessario che il figlio senta di essere generato dalla Madre
Ecco la tua madre!
Maria è la vera ed unica madre di un credente
maternità spirituale di Maria
il discepolo è il levìr (= cognato), che accoglie la sposa per dare una
discendenza allo sposo (diritto del levirato), assume il ruolo del defunto
assume il ruolo del figlio, per dare una discendenza
Donna
in greco gunài
Cana: "Donna, che c'è tra te e me? Non è ancora venuta la mia ora"
si compiono le nozze messianiche di Cana
è questa la sua ora, l'ora della croce
è questa la risposta di Gesù alla questione sollevata da Maria con "non hanno più vino“, cioè le capacità salvifiche del
giudaismo stanno esaurendosi
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete»
con la consegna della Madre al discepolo e del discepolo alla Madre, Gesù ha compiuto tutto quanto il Padre gli ha comandato di
fare e di dire in mezzo a noi
ora Gesù ha sete
egli aveva detto: “Chi ha sete venga e beva chi crede in me e dal suo seno
sgorgheranno fiumi di acqua viva che zampillano per la vita eterna”
Ho sete
avere sete si può, ma solo di Dio
“L’anima mia ha sete del Dio vivente, quando verrò e vedrò il volto di Dio?”
desiderio ardente di completare il volto del Padre, di abitare presso di lui
Gesù ha sete del Padre, lo ama tanto che vuole raggiungerlo al più presto
tutto è compiuto, può lasciare questo mondo perché la sua missione è stata
portata a termine
questa sete deve sperimentare l’uomo nella sua vita, sete di Dio, desiderio di
cielo
quando si ha sete di Dio, non si hanno altre seti
la sete per le cose del mondo si trasforma in concupiscenza ed in superbia della
vita, cose che apparentemente colmano l’arsura del cuore, invece altro non fanno
che aumentare la sua sete
l’acqua del mare, piena di sale, non disseta, aumenta la sete di chi la beve
sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta
tutta la Scrittura si realizza, si compie, quando Gesù conclude la sua opera
potrebbe essere tutta la Scrittura, non una citazione particolare
se fosse una citazione particolare, sarebbe Sal 69,22:
“Hanno messo nel mio cibo veleno e quando avevo sete mi hanno dato
aceto”
sete
rimando all’episodio della Samaritana
sete fisica: Gesù ha assunto in tutto la natura umana
sete simbolica: Gesù ha sete dei giudei, che sono l’aceto, perché il
vino buono dei patriarchi si è rovinato
sete spirituale: Gesù ha sete della salvezza dell’uomo
metafora per indicare il desiderio delle cose soprannaturali
Gesù non solo ha sete, ma è anche l’acqua
Gesù ha sete di donare amore all’umanità
Gesù ha sete di quel calice che il Padre gli ha dato
Gesù ha sete di amare come il Padre lo ama
la sete è il desiderio di donarsi e di donare lo Spirito
Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di
aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca
l’uomo non comprende il linguaggio di Gesù
il fatto che alla sete di Dio l’uomo risponda con una misera e povera spugna imbevuta
di aceto, è segno che nessuna creatura umana, nessun uomo può colmare il nostro
cuore
solo Gesù può dissetare l’uomo e l’acqua che egli gli dona è il suo Santo Spirito
Vi era lì un vaso
c’è un rimando alle giare delle nozze di Cana, ma anche alle
bende per terra nel sepolcro (cf. Gv 20,5)
c’è un rimando al segno sponsale di Cana e al contesto della
risurrezione
pieno d'aceto
bevanda data da una mistura
dato a Gesù per calmare il dolore, come narcotizzante
si vuole infierire con un’ulteriore tortura
c’è un rimando a Rut 2,14 dove si ritrovano due gesti caratteristici, cioè
l’intingere il boccone (cf. Giuda) e l’utilizzare l’aceto come bevanda (cf.
croce)
Gesù vuole completare la ritualità del banchetto e portare a compimento il
dono di sé
posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna
simbologia dell’Agnello
le ossa di Gesù non furono spezzate
lo stelo di issopo (la canna) su cui viene posata la spugna imbevuta di aceto
l’issopo era usato per i riti di aspersione (cf. Lv 14); in Egitto viene usato per
aspergere il sangue dell’agnello sugli stipiti delle porte (cf. Es 12,22)
Gesù è il vero agnello pasquale che viene immolato
dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!»
per Giovanni Gesù non subisce la morte, ma porta a compimento la sua vita
la morte non è un evento improvviso, ma è preparata, per arrivare al compimento
tetelestài = è condotto a termine
indica un'azione completa nel passato ma che dura nei suoi effetti fino al presente
e tende al futuro
Tutto è compiuto
Giovanni per indicare l'adempimento delle Scritture usa plerò, mentre per indicare l'adempimento dell'opera del
Padre usa telèo
Gesù vede compiuta e terminata tutta l'opera del Padre
Gesù non sarebbe potuto morire senza aver prima espresso e manifestato il
suo desiderio, la sua sete di Dio
E, chinato il capo, spirò
paredoken to pneuma = consegnò lo spirito
Gesù consegna la vita in obbedienza al Padre
consegnò lo spirito al Padre
consegnò lo Spirito Santo agli uomini
qui viene narrata la morte vera
Gesù accogliendo la morte si predispone alla vittoria sulla morte
chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe
la Pasqua per i Giudei era un giorno di grande festa
lasciare appesi al palo tre condannati avrebbe turbato la celebrazione
chiedono a Pilato che si acceleri artificialmente il processo di morte
questa non può essere chiamata pietà
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui.
Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe
i soldati spezzano le gambe all’uno e all’altro dei due crocifissi posti ai lati
di Gesù
Gesù era morto
a lui non vengono spezzate le gambe
uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e
acqua
uno dei soldati gli dona come un colpo di grazia, gli colpisce il fianco con una
lancia
si apre la porta della vita
la porta dell’arca di Noè
il fianco di Adamo da cui è tratta Eva
ne uscì sangue e acqua
lettura pneumatologica = Spirito Santo donato da Gesù
lettura cristologico-sponsale = persona di Cristo (umanità e divinità)
dal fianco aperto di Gesù nasce la comunità con il dono dello Spirito
Santo
Gesù è lo Sposo, che si consegna per amore alla sua sposa e dona la vita
sangue e acqua
sono lo Spirito che sgorga dal nuovo tempio e che deve inondare la terra
sono i sacramenti, attraverso i quali lo Spirito del Signore opera la
rigenerazione e la santificazione dell’uomo
Battesimo e Eucarestia
acqua promessa alla samaritana, acqua trasformata in vino alle nozze di Cana
il discepolo che Gesù ama è colui che capisce, è colui che vede già nella croce l'adempimento
della gloria
con la morte avviene la perfetta glorificazione del Padre
la gloria che Gesù ha dato al Padre è così sovrabbondante che si trasforma per lui in merito di salvezza e di grazia per l’intero genere umano
ogni effusione di Spirito Santo e di grazia è sempre sgorgante dal costato di Gesù che dorme
sulla croce
l’obbedienza che conduce alla morte dell’uomo, cioè al dono della sua vita a Dio, produce e
genera l’effusione dello Spirito
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate
Giovanni che ha visto quanto è avvenuto , lo testimonia e lo attesta
egli lo sa che quanto dice è vero, sa che dal costato di Gesù è uscito sangue ed
acqua
ciò che viene dal costato di Gesù è un evento soprannaturale, è il compimento
della redenzione
amare lo stato di morte che avviene attraverso l’obbedienza a Dio significa
trasformarsi in datori di vita per il mondo intero
così la ragione viene messa al bando nel cristianesimo
Gesù ci insegna che è nel pieno della nostra morte che si dona la vita
anche a noi non resta che una sola scelta:
la via della morte per la vita
egli sa che dice il vero
“egli” (ekéinos) per alcuni autori non è lo stesso di colui che ha visto, bensì è
il Cristo glorioso
c’è qui un secondo testimone, più autorevole, che conferma il primo
altri autori dicono che “egli” sia il Padre
altri autori dicono che è lo stesso redattore finale, o meglio la comunità
la fede si fonda sulla Scrittura e su quanto è stato visto e
sperimentato della vita di Gesù
tutto il IV Vangelo è scritto come cammino verso la fede
ora si arriva a un compimento
il progetto è perfettamente realizzato