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31Sabato19 Luglio 2003
ILGIORNALEDIVICENZA
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Con la collaborazionedi ia MMaria DuboisSilvia Maria Dubois
di Alessandro Baù ([email protected])([email protected])(
16 luglio 193916 luglio 1939Campionato nazionaleCampionato nazionadimarcia e tiro a Recoarodimarcia e tiro a Reco“Il direttore generale Puccetti compie una visita al percor-“Il direttore generale Puccetti compie una visita also…: più a lungo si sofferma al campo di tiro di Pizzegoroso…: più a lungo si sofferma al campo di tiro di Pizzepredisposto con vera competenza dal maggiore Buchi.predisposto con vera competenza dal maggiore Buchi.Invero il poligono offre un grandissimo colpo d’occhio:ro il poligono offre un grandissimo colpo d’occhio:lungo un intero chilometro sono disposte le 140 sagomeo un intero chilometro sono disposte le 140 sagomdi bersaglio fisso e le 140 piazzole; accanto ad ognuna diersaglio fisso e le 140 piazzole; accanto ad ognuna diqueste sono pronti tre moschetti per modo che la pattu-no pronti tre moschetti per modo cglia può eseguire la prova senza alcuna perdita di tempoglia può eseguire la prova senza alcuna perdita di tempo... Alle dieci le pattuglie femminili hanno compiuto, su sei... Alle dieci le pattuglie femminili hanno compbersagli, la prova del tiro con l’arco”.rsagli, la prova del tiro con l’arco”.
(Da “Vedetta Fascista”, 18 luglio 1939, p.3).Biblioteca Civica Bertoliana, Archivio O.N.D., b.IX,foto 249 e 254.
Sonia [email protected]
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Appare singolarmentetormentato l’apprendi-Atormentato l’apprendi-Astato professionale diFilippo Sacchi, scrittore
vicentino, che di lì a poco sareb-be diventato una delle firme dipunta del giornalismo italiano.Ed è proprio il destinatario del-la lettera che qui pubblichiamo,l’amico e critico letterario Pie-ro Nardi, anche lui vicentino, afornircene testimonianza nel suovolume Altri tempi. L’occasione èuna conferenza tenuta dallo stes-so Nardi e della cui recensionesul giornale cittadino “Provinciadi Vicenza” Sacchi si incarica. “Dapiù di due ore - scrive Nardi - sta-va lì, nella stanzetta che servivadi direzione, di redazione, di tut-to in una parola; e aveva dinanzia sé una cartella con non più diventi righe, tutte una cancella-tura. L’indomani l’articolo uscì.Succoso, ma insomma un quintodi colonna”. Labor limae eviden-temente efficace quello di Sacchise, pochi anni dopo, nel 1915, doveva essere assuntoal “Corriere della Sera”. Nel giornale meneghino iniziala sua carriera di commentatore politico dalla Svizze-ra, dall’Austria, dall’Ungheria e dalla Germania. Sonogli anni dell’avvento del Fascismo con cui Sacchi, diformazione liberale, sarebbe presto entrato in contra-sto. Dapprima un articolo sulla dittatura instaurata inSpagna da Primo de Rivera, Esegesi della dittatura ela violenta reazione, forse di Mussolini stesso, su “IlPopolo d’Italia”: “Povero Filippo Sacchi … non sarai tua spiantare il Fascismo”; la partecipazione alla rivista“Il Caffè” e la ferma condanna del delitto Matteotti nel1924 e poi ancora una disputa al “calor bianco” conAlberto De Stefani, ministro delle finanze ed amicodi gioventù, espongono Sacchi a potenziale bersagliodelle violenze fasciste e alle immancabili ritorsioni inambito professionale. Durante il ventennio, quella diSacchi diventa la storia tipica di un resocontista po-
litico inviso al Regime, fatta dilicenziamenti imposti dall’alto e diriassunzioni in sordina. Nel 1929sarà proprio Eugenio Balzan,amministratore del “Corriere”, atrovare il modo di riassumerlodefilandolo però verso una ru-brica di critica cinematograficatutta da inventare. Sacchi vi la-vorerà ininterrottamente fino al1940 facendola diventare uno de-gli appuntamenti attesi dai lettorie, forse ancor di più, dai gestoridelle sale poiché spesso - comericordò Domenico Meccoli - unasua stroncatura equivaleva ad uninsuccesso al botteghino. In que-sto periodo Sacchi si sposa conJosepha Feltrinelli e si dedica allastesura di romanzi come La casain Oceania (1932), La Primadonna(1943), Il mare è buono (1946).Alla caduta del Fascismo vieneindicato come redattore respon-sabile del “Corriere della Sera”passando a dirigerne l’edizio-ne pomeridiana dal 2 settembre
1943. L’incipit del suo primo articolo del 26 luglio 1943è singolarmente efficace: Ieri l’Italia ha sorriso. Chi èsceso nelle piazze cittadine, chi ha percorso i sobbor-ghi, chi ha attraversato in treno compagne e provinceha visto questo miracolo: l’Italia sorridere. E’ quantobasta per costringerlo, nella successiva occupazio-ne tedesca seguita all’armistizio dell’8 settembre, ariparare in Svizzera dove rimarrà fino alla fine del-la Guerra. Negli anni successivi Sacchi continuerà laprofessione prima per il “Corriere Lombardo”, poi con“La Stampa” e, dal 1952, con “Epoca”. Lì riprende lasua attività di critico cinematografico; i pezzi più si-gnificativi vennero, tra l’altro, raccolti da Mondadorinel volume Al cinema col lapis (1964
[Biblioteca Civica Bertoliana, Archivio scritto-ri vicentini, Carte Piero Nardi, Lettera di FilippoSacchi, Milano 15 ottobre 1970].
“Chiedi alibliotecario”bibliotecario”
Volete visitare un museo, ma non cono-scete l’indirizzo preciso? Vi serve la datadi un certo avvenimento, ma non avetel’informazione a portata di mano? An-che Internet non sempre è sufficientein questi casi: tutti i navigatori della retehanno provato che non basta schiacciareun bottone per avere la risposta giusta.Forse non avete pensato di rivolgervi aduna biblioteca, dove spesso è attivo unservizio di consulenza che risponde nonsolo a domande che riguardano il mondodei libri, ma a richieste di informazio-ni in generale. “Chiedi al bibliotecario”è lo slogan significativo che le bibliote-che stanno usando per diffondere questoservizio ancora poco conosciuto. Già dadiversi anni presso la biblioteca Bertolia-na come anche in molte biblioteche delaServizio Bibliotecario Provinciale è attivoSerl’ufficio consulenza dove si può semprel’uftrovare un bibliotecario cui rivolgere leovproprie richieste. E lo si può raggiunge-re anche per telefono, per posta o pere-mail. Se numerose richieste sono re-lative all’assistenza all’uso dei servizidella biblioteca, numerose sono anchequelle non strettamente legate al mon-do del libro: indirizzi, numeri di telefono,siti Internet, informazioni di natura giu-ridica od economica. Per ricerche piùcomplesse o specialistiche (ad esempiol’evoluzione delle norme giuridiche ri-spetto ad un preciso problema oppure laricerca bibliografica per una tesi di lau-rea) i bibliotecari forniscono indicazionimirate sulle fonti da consultare (reper-tori, banche dati, periodici, ecc.) o sullestrategie di ricerca da seguire. Facen-do fronte ad una tariffa in genere assaicontenuta si può chiedere che la ricercavenga svolta dallo stesso bibliotecario,che indicherà, nel lavoro presentato,il percorso seguito, le fonti consultate,eventuali suggerimenti.
Virna De [email protected]
Vedute del Bacchiglionein cartoline d’epoca
di Mattea Gazzola ([email protected])([email protected])(
«1732.Nepiogge. Il Bacchiglione apportò danni riflessi-bili sì in città, che in provincia».La piena del Bacchiglione del 1732 suggeri-
sce al Dian di arricchire la sua cronaca, Notizie delli due secoliXVIII e XIX spettanti alla città di Vicenza … (Biblioteca Civi-ca Bertoliana, ms. 2958, p. 99-102) di brevi informazioni sulfiume che attraversa Vicenza. Il Bacchiglione, arteria com-merciale di primaria importanza per gli scambi tra Vicenza,Padova e Venezia, rappresentava per la città una grande fon-te di energia idrica, rifornimento d’acqua per l’agricoltura,bacino di pregiata pesca. “Somma è l’utilità che questo fiu-me apporta alla città e provincia, - annota il cronista - mentreoltre di servire di navigazione sino al mare, esso conduce unaquantità graziosa di edificj, che servono per segar legnami,batter ferro o rame, follar panni e pelli, macinar biade, fab-bricar carta, lavorar seta, ec. e le sue stesse fiumane sonoutilissime a’ prati vicini, mentre lascia un lezzo assai nutri-tivo. Abbonda poi il Bacchiglione di pesce, e specialmentedi lamprede, frutte, e squali, che per la loro buona qualità
sono ricercatissimi”. Accompagnando il lettore a scoprirne ilpercorso, dalle sorgenti al mare, il Dian propone una perso-nale e originale ipotesi sull’origine del nome: “Il Bacchiglionedesume il suo nome dalle colline e dalle terre per cui o trael’origine o scorre, tutte abbondanti di squisitissime uve con lequali si fanno i tanti delicati e ricercati vini vicentini, e perciòcon ragione chiamate quei luoghi sacri a Bacco”. La poeticaderivazione del nome Bacchiglione dal dio Bacco, dio del vinoe dei piaceri, non pare suffragata da altre fonti. La voce Bac-chiglione ricorre per la prima volta in un documento del 1070,in cui si parla di un terreno posto “prope rio quod vocaturBaccalone”, nelle vicinanza, cioè, del torrente che è chiama-”, nelle vicinanza, cioè, del torrente che è chiama-”to Baccalone (G. Giaroli, Vicenza nella sua toponomasticastradale, Vicenza, 1987). Il termine “Baccalone” sarebbe, se-
condo alcuni, di origine longobarda, mentre per il Da Schiol’etimologia è da collegare alla voce tedesca “Bach”, ruscello.Dante Olivieri (Saggio di una illustrazione generale della to-ponomastica veneta, Città di Castello, Lapi, 1914), propensodapprima a far derivare il termine dal nome personale ro-mano “Bacchylus” (ipotesi che si avvicina a quella del Dian),ritenne poi di ricollegarlo alla forma verbale dialettale “Ba-cagiar”, nel senso di chiacchierare, rumoreggiare. In questaipotesi Bacchiglione significherebbe dunque “gorgoglione”,con ovvio riferimento al gorgoglio delle sue acque.
Cartoline tratte da: Vicenza in cartolina. Sessant’an-ni di cartoline 1890-1950, Bolzano Vicentino, Selecta,[1995].
Vedute del Bacchiglione
Ne’ primi di novembre vi furono continue
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