AA.VV. Comunicazione su Terremoto di Cinquefrondi 1783

5
 GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 07.15 A. Guerricchio, V. Biamonte, R. Mastromattei e M. Ponte Dipartimento Difesa del Suolo “V. Marone”, Università della Calabria LE DEFORMAZIONI E LA FRANOSITÀ INDOTTE DA LIQUEFAZIONE NEL TERRITORIO DI POLISTENA – CINQUEFROND I (RC) DAL “TERREMOTO DELLE CALABRIE” DEL 1783 L’area di Polistena-Cinquefrondi (RC) esaminata si colloca a nord del Massiccio dell’Aspromonte e comprende una parte della Catena delle Serre ed il bacino del torrente Vacale, affluente di sinistra del fiume Mesima. Essa ricade nel bacino di Gioia Tauro, il quale, con la fossa tettonica Filadelfia-Rosarno, si estende verso nord- ovest, entro la parte settentrionale del Foglio 246 “Cittanova”. Lo studio dettagliato delle caratteristiche geomorfologiche del territorio, attraverso osservazioni di campagna e l’analisi di immagini telerilevate, quali le foto aeree e quelle da satellite e SAR, ha consentito di riconoscere tipologie di deformazioni gravitative dovute alle particolari condizioni litologiche, strutturali e topografiche dell’area, per la gran parte indotte da fenomeni di liquefazione delle sabbie, prodotti dal “terremoto delle Calabrie” del 5-6 febbraio del 1783. Questo ebbe l’area epicentrale a nord del massiccio dell’Aspromonte comprendente la piana di Gioia Tauro, nella quale ricadono i territori esaminati nel presente lavoro (Fig.1). Fig. 1 - Immagine landsat della Calabria meridionale da cui si evincono le principali lineazioni tettoniche e la vasta depressione tettonica della Piana di Gioia Tauro, zona epicentrale del terremoto del 1783, ove ricadono gli abitati di Polistena, Cinquefrondi e San Giorgio Morgeto. Questa depressione subsidente ha un limite rettilineo verso est e uno arcuato a nord, costituito da un segmento di faglia trascorrente destra. Nell’area della Piana ricadono le isosisme di X e XI grado e sono riportati con cerchietti chiari I principali abitati completamente distrutti; con quelli più scuri gli abitati con danni sempre più modesti man mano che ci si allontana dalla zona epicentrale.

description

A. Guerricchio, V. Biamonte, R. Mastromattei e M. PonteAtti del 23° Convegno Nazionale / 07.15Dipartimento Difesa del Suolo “V. Marone”, Università della CalabriaLE DEFORMAZIONI E LA FRANOSITÀ INDOTTE DA LIQUEFAZIONENEL TERRITORIO DI POLISTENA – CINQUEFRONDI (RC)DAL “TERREMOTO DELLE CALABRIE” DEL 1783

Transcript of AA.VV. Comunicazione su Terremoto di Cinquefrondi 1783

5/10/2018 AA.VV. Comunicazione su Terremoto di Cinquefrondi 1783 - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/aavv-comunicazione-su-terremoto-di-cinquefrondi-1783

GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 07.15

A. Guerricchio, V. Biamonte, R. Mastromattei e M. Ponte

Dipartimento Difesa del Suolo “V. Marone”, Università della Calabria

LE DEFORMAZIONI E LA FRANOSITÀ INDOTTE DA LIQUEFAZIONENEL TERRITORIO DI POLISTENA – CINQUEFRONDI (RC)DAL “TERREMOTO DELLE CALABRIE” DEL 1783

L’area di Polistena-Cinquefrondi (RC) esaminata si colloca a nord del Massicciodell’Aspromonte e comprende una parte della Catena delle Serre ed il bacino deltorrente Vacale, affluente di sinistra del fiume Mesima. Essa ricade nel bacino diGioia Tauro, il quale, con la fossa tettonica Filadelfia-Rosarno, si estende verso nord-ovest, entro la parte settentrionale del Foglio 246 “Cittanova”.

Lo studio dettagliato delle caratteristiche geomorfologiche del territorio,attraverso osservazioni di campagna e l’analisi di immagini telerilevate, quali le foto

aeree e quelle da satellite e SAR, ha consentito di riconoscere tipologie dideformazioni gravitative dovute alle particolari condizioni litologiche, strutturali etopografiche dell’area, per la gran parte indotte da fenomeni di liquefazione dellesabbie, prodotti dal “terremoto delle Calabrie” del 5-6 febbraio del 1783. Questo ebbel’area epicentrale a nord del massiccio dell’Aspromonte comprendente la piana diGioia Tauro, nella quale ricadono i territori esaminati nel presente lavoro (Fig.1).

Fig. 1 - Immagine landsat della Calabria meridionale da cui si evincono le principali lineazionitettoniche e la vasta depressione tettonica della Piana di Gioia Tauro, zona epicentrale del terremotodel 1783, ove ricadono gli abitati di Polistena, Cinquefrondi e San Giorgio Morgeto. Questadepressione subsidente ha un limite rettilineo verso est e uno arcuato a nord, costituito da unsegmento di faglia trascorrente destra. Nell’area della Piana ricadono le isosisme di X e XI grado esono riportati con cerchietti chiari I principali abitati completamente distrutti; con quelli più scuri gliabitati con danni sempre più modesti man mano che ci si allontana dalla zona epicentrale.

5/10/2018 AA.VV. Comunicazione su Terremoto di Cinquefrondi 1783 - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/aavv-comunicazione-su-terremoto-di-cinquefrondi-1783

GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 07.15

L’area su cui ricade l’abitato di Polistena è attraversata da una serie di rottureorientate secondo direzioni variabili da nord a sud o da NE a SO, le quali sicompongono con altre orientate secondo NO-SE o ONO-ESE.

I risultati geologici e geotecnici ottenuti sono utili indicatori a posterioridell’attività sismotettonica del territorio ovvero di una crisi geomorfogenetica da

sisma e consentono di avere ancora oggi, a distanza di poco più di 200 anni, unquadro della drammaticità di questo terremoto, tra i più catastrofici che abbianocolpito la Calabria in tempi storici, a seguito del quale metà dei fiorenti centri urbanifurono trascinati a valle da frane e rasi al suolo, con più di 31.000 vittime (Fig. 2).

Fig. 2 - Rottura apertasi in Polistena in località “Giuseppina” ampiamente descritta dal Sarconi. Sullosfondo si nota l’acquedotto che è stato distrutto in più parti; ancora oggi ne sono visibili i resti.

Gli effetti più vistosi di quel sisma sono state le deformazioni gravitativeprofonde del territorio esaminato e le imponenti frane, in prevalenza del tipo earth-block slide, con spostamenti orizzontali fino a 500-700 m, distacchi di strisce unitariedi terrazzi lunghe fino a 4 km, larghe fino a 1 km e spesse fino a più di 0.2 km, contrench a monte fino a 0.350 km e spostamenti laterali d’alveo fino a 0.14 km (Fig. 3).

È stato caratterizzato, infine, lo stato attuale del terreno al fine di valutarne ilcomportamento in presenza di sisma, verificando il grado attuale di pericolositàrispetto alla liquefazione.

Come già detto, il territorio di Polistena-Cinquefrondi, caratterizzato dallaprevalenza di formazioni sabbiose, sia pur di epoca ed ambienti deposizionali diversi,è certamente, per condizioni litologiche, granulometriche ed idrogeologiche,suscettibile di liquefazione in presenza di sollecitazioni indotte da un sisma; laformazione sabbiosa più antica, di epoca pliocenico-calabriana, benchè costituita daalternanze di strati addensati ed in parte cementati, mostra saltuari livelli sabbiosi finiallo stato sciolto di spessore molto variabile, fin’anche dell’ordine del metro.

5/10/2018 AA.VV. Comunicazione su Terremoto di Cinquefrondi 1783 - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/aavv-comunicazione-su-terremoto-di-cinquefrondi-1783

GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 07.15

Fig. 3 - Carta geomorfologica finalizzata alle deformazioni del suolo ed alla franosità indotte dalterremoto del 1783 nel territorio di Polistena.

  Anche la formazione marina pleistocenica, formata da alternanze diconglomerati e sabbie, è caratterizzata da partimenti sabbiosi prevalentemente allostato sciolto o molto poco cementato a causa della sua recente deposizione. Un

ulteriore fattore che può considerarsi predisponente ai fenomeni di liquefazione èrappresentato dalla particolare condizione idrografica, che vede la presenza di una

5/10/2018 AA.VV. Comunicazione su Terremoto di Cinquefrondi 1783 - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/aavv-comunicazione-su-terremoto-di-cinquefrondi-1783

GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 07.15

fitta serie di corsi d’acqua provenienti dalla Catena delle Serre e recapitati nellaPiana di Gioia Tauro, cui si deve lo stato di sostanziale saturazione dei litotipisabbiosi dei terrazzi, favorita dalla loro elevata permeabilità. In tale contesto va infattisottolineato, sempre nell’ottica dell’interpretazione del fenomeno della liquefazione, illungo periodo di piovosità, durato circa 2 mesi, che ha preceduto l’evento sismico

fortemente energetico del 5 febbraio 1783 (Sarconi, 1784). Per una valutazionequantitativa del potenziale di liquefazione dei terreni sabbiosi del comprensorio inargomento, sono stati elaborati i risultati di prove penetrometriche dinamiche (S.T.P.)effettuate lungo alcuni sondaggi attraversanti i litotipi prima descritti, con particolareriguardo ai livelli granulometricamente più fini ed allo stato sciolto. Come è statopossibile evincere dalle colonne statigrafiche interpetrative, detti livelli sonocaratterizzati da valori di NSTP variabili in un intervallo molto ristretto e mediamentepari a 20. A tale valore non è stata apportata alcuna correzione per la condizionesotto falda, in concordanza con quanto riportato dalla letteratura specifica (Terzaghi-Peck, 1948; Gibbs-Holtz, 1957) che consiglia di trascurare questo effetto salvo chenelle sabbie molto fini e limose; nella fattispecie, invece, trattasi nel complesso di

sabbie granulometricamente variabili da fini a medie. Gli esiti delle provepenetrometriche dinamiche sono stati utilizzati per la quantificazione dei parametrigeotecnici più usualmente correlati a tale tipo di prova, ossia la densità relativa Dr el’angolo di attrito. Per il primo parametro, ad un valore di NSPT = 20 corrisponde unadensità relativa classificabile come “media” secondo Terzaghi-Peck e compresa fra il35% ed il 65% secondo Gibbs-Holtz. Il valore così ottenuto si colloca bene al di sottodella soglia (DR = 60%) definita negli studi di Gpta (1979) oltre la quale, sottol’azione di un carico ciclico, non si avrebbero aumenti di pressione interstiziale equindi non si creerebbero le condizioni per l’innescarsi di fenomeni di liquefazione.

In ordine alla valutazione dell’angolo di attrito, mediante le formule di Shioi eFukuni (1982), sono stati ottenuti valori di circa 33°, in assoluto non molto alti per depositi sabbiosi e che possono essere considerati tipicamente rappresentativi dilivelli sabbiosi sciolti o molto poco cementati. Per quanto attiene più specificatamenteal potenziale di liquefazione, il valore medio di NSPT = 20 mostra, nell’approccio diSeed e Idriss, di correlarsi a valori di resistenza alla liquefazione R piuttosto bassi.

É fuor di dubbio che i fenomeni di liquefazione delle sabbie, avvenuti anche aprofondità maggiori di quelle possibili riportate in letteratura, devono aver giocato unruolo determinante per un gran numero di deformazioni riconoscibili nell’area inoggetto, le quali devono aver necessariamente avuto l’innesto da parte di livellisabbiosi fini in falda perchè potesse avvenire uno scorrimento del tipo earth-block-slide secondo superfici sub-orizzontali, che non potrebbero prodursi attraverso altri

meccanismi. Proprio l’ampiezza, la vastità, le tipologie delle deformazioni nelterritorio di Polistena e Cinquefrondi ci spingono a ritenere che il terremoto del 1783,classificato fino ad oggi con una intensità M.C.S.tra il X e XI grado, debba inveceessere classificato come XII grado.

BIBLIOGRAFIA

 Amodio Morelli L. et al. (1976). L’arco calabro-peloritano nell’orogene appenninico-maghrebide. Mem.Soc. Geol. It.

Barbano M.S., Cosentino M., Lombardo G., Pataneg (1980). Isoseismal maps of Calabria and Sicilyearthquakes. Work n° 341, CNR – Progetto Finalizzato Geodinamica, Catania.

Burton A. N. (1971). Carta geologica della Calabria alla scala 1:25.000. Relazione Generale. Cassaper il Mezzogiorno, Servizio Bonifiche, Roma.Casmez (1971). Carta geologica della Calabria nella scala 1:25.000.

5/10/2018 AA.VV. Comunicazione su Terremoto di Cinquefrondi 1783 - slidepdf.com

http://slidepdf.com/reader/full/aavv-comunicazione-su-terremoto-di-cinquefrondi-1783

GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 07.15

Cotecchia V., Melidoro G., Travaglini G. (1969). I movimenti franosi e gli sconvolgimenti della reteidrografica prodotti in Calabria dal terremoto del 1783. Geologia Applicata e Idrologia, vol. IV,Bari .

Cotecchia V. - Guerricchio A. - Melidoro G. (1986). The Geomorphogenetic crisis triggered by the1783 earthquake in Calabria (Southern Italy). Estratto da Proceedirings of the InternationalSymposium on Engineering Geology Problems In Seismic Areas. Vol. 6, Bari.

Crespellani T., Nardi R., Simoncini C. (1988). La liquefazione del terreno in condizioni sismiche. EdZanichelli, Bologna.Cristofolini R., Ghisetti F., Vezzani L. (1982). Processi dinamici profondi e superficiali dell’Arco calabro

e nell’Appennino meridionale sulla base dei dati geologici, sismologici e vulcanologici. Mem.Soc. Geol. It.

De Dolomieu D. (1784). Mèmoire sur le tremblemants de terre de la Calabre Ulterieure pendant l’anné1783.

Faccioli E. (1981). Liquefazione dei terreni granulari saturi per effetto di sollecitazioni sismiche in“Costruzioni in zona sismica”, Masson Italia Ed.

Faccioli E. (a cura di) (1986). Elementi per una guida alle indagini di Microzonazione Sismica.Progetto Finalizzato Geodinamica, monografie finali, vol. 7, C.N.R.

Funiciello R., Parotto M., Praturlon A. (1981). Carta tettonica d’Italia 1:1.500.000. CNR ProgettoFinalizzato Geodinamica.

Guerricchio A. (2000). Fenomeni di liquefazione delle sabbie e loro influenza sulle variazioni delreticolo idrografico. Atti del 21° Corso di Aggiornamento in: Tecniche per la difesadall’inquinamento. Guardia Piemontese Terme (CS), 21-24 Giugno 2000. Ed. BIOS.

Guerricchio A., Biamonte V., Mastromattei M., Ponte M., Simeone V., Zimmaro S. (2000).Deformazioni gravitative profonde nel territorio di Rosarno (RC) indotte da fenomeni diliquefazione delle sabbie dal “terremoto delle Calabrie” del 1783. Atti del 21° Corso di

 Aggiornamento in: Tecniche per la difesa dall’inquinamento. Guardia Piemontese Terme (CS),21-24 Giugno 2000. Ed. BIOS.

Grimaldi F. A. (1784) Descrizione de’ terremoti accaduti nelle Calabrie nel 1783. Ed. pressoGiuseppe-Maria Porcelli. Ristampa a cura di Saverio Napolitano, Managò editore, Bordighera1984.

Mantovani E. (1985). La sismicità in Italia. Le Scienze, 203, XXXV, 24-31.Meyerhof GG. (1957) Discussion for session I. Proc. 4th International Conference on Soil Mechanics

and Foundation Engineering, Vol.3. p. 10.Mercalli G. (1897). I terremoti della Calabria meridionale e del Messinese. Monografia sismica

regionale. Mem. Soc. Geol. delle Sc. detta dei XL, S. III. Roma.Ogniben L. (1973). Schema geologico della Calabria in base ai dati odierni. Geologica Romana, XII.Pasqualini E. (1977) Valutazione del pericolo della liquefazione dei terreni sabbiosi. Atti Ist. Sc. delle

Costruz., Politecn. Torino.Pasqualini E. (1983). Densità relativa e liquefazione dei terreni sabbiosi saturi, XV Conv. Naz. Geot.,

vol. 3 Spoleto.Placanica A. (1985). Il filosofo e la catastrofe. Un terremoto del settecento. Einaudi Editore, Torino.Sarconi M. (1784) Osservazioni fatte nelle Calabrie e nella frontiera di Valdemone sui fenomeni del

tramoto del 1783 e sulla Geografia fisica di quelle regioni. R. Acc. Sc. e Belle Lett., Napoli.Seed e Idriss (1982). Ground motions and soil liquefaction during earthquakes. Earthquake

Engiinering Research Institute Monograph.

Terzaghi K. - Peck R.B. (1948). Soli mecanics in engiinering practis. J. Wiley, New York, 566 pp.Tokimatsu K. and Yoshimi Y. (1983) Empirica correlation of soil liquefaction based on SPTN value and

finess content. Soils and Found., 23 (4), 56-74.Vivenzio G. (1788). Istoria de’ terremoti avvenuti nella Provincia della Calabria Ulteriore, e nella Città

di Messina nell’anno 1783. E di quanto nella Calabria fu fatto per lo suo risorgimento fino al1787. Preceduta da una teoria ed istoria generale dei tremuoti. II Edizione, Stamperia Reale, 2vol., Napoli.