AA.VV. - Treni Sorvegliati

download AA.VV. - Treni Sorvegliati

of 127

Transcript of AA.VV. - Treni Sorvegliati

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    1/127

    Treni sorvegliati - 1

    Archivio Primo Moroni

    Trenisorvegliati

    Rifugiati italiani, vite sospese

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    2/127

    2 - Treni sorvegliati

    Titolo originale

    Vingt ans aprsNautilus Paris, 2003

    Edizione italianacurata e aggiornata dal collettivola [email protected]://www.immaginalacomune.net

    Edito dalla Cooperativa Colibr srl

    c.f. 08469340155p.i. [email protected] - 2008

    Il volume pu essere richiestodirettamente inviando limportodi euro 12,00 sul ccp n. 28556207intestato a: Colibr via Coti Zelati, 4920037 Paderno Dugnano (MI)

    Si ringraziano tutti coloroche hanno permesso la pubblicazionedi questo libro, in particolar modo,lamico ed editore Giustinianoche ci ha messo a disposizioneil testo originale francese accettandole nostre scorribande interne.Ricordiamo suo fratello Sandrografico geniale della versione francese.

    Dedicatoad Antonio Bellavitae alle centinaia di persone che,per sottrarsi ad un mandato

    di cattura, per sfuggire al climadi sospetto e di delazione,per seguire i propri affetti,hanno abbandonatoquesto paesein quegli anni.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    3/127

    Treni sorvegliati - 3

    IndiceIntroduzione La Commune 5

    Cattive memorie G. Agamben 10

    Stato di diritto e Stato penaleF. Demichel 12

    Le trasformazioni del processopenale H. Leclerc 15

    Gli anni Settanta: schiacciatitra lincudine delloblio eil martello della lotta armataI. Sommier 19

    Risentimento, vendetta, non senso,clemenza: quali gli effetti postumidella lotta armata? S. Wahnich 24

    Poco a poco Carl Schmitt 32

    La societ della paura - aforismi 35

    Ecclesiaste capitolo terzo 36

    EsilioEsilio P. Cacucci 39

    Al bellAntonio D. Simonnot 42

    Lettera dallesilioA. DAgostini 44

    Parlo a te di... 46

    A Sergio Spazzali V. Guagliardo 48

    Franois Mitterrand 49

    Lospitalit J. Derrida 50

    Storie FrancesiI. Terrel, O. Scalzone 52

    Rifugiati italiani: istruzioniper luso 58

    Portfolio V. Solari 60

    Controtempo 72

    Lettera di Marina Petrella74

    Marina amica mia F. Marrucchelli 76

    Caro Paolo Elisa 78

    Cara Elisa P. Persichetti 81

    Lettera a le Monde E. De Luca 85

    Voi foste F. Vailati 87

    IntermezzoLa stanza vuota N. Vallorani 89

    Una storia di strada E. De Luca 96

    Bologna 11 marzo 77 99

    Appello intellettuali francesial convegno di Bologna 77

    sulla repressione in Italia 104

    PenaleLa legislazione in materia di lottaal terrorismo, una perennecondizione di emergenza 107

    Abolire lergastoloCollettivo per labolizionedellergastolo 116

    Lergastolo merita solouninvettiva U. Giannangeli 118

    Sciopero della famedegli ergastolani 122

    La redazione si assume la responsabilitdegli articoli non firmati

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    4/127

    4 - Treni sorvegliati

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    5/127

    Treni sorvegliati - 5

    Vige, a proposito dei conflitti degli anni Sessanta e Settanta, un disposi-tivo che implacabilmente vieta la parola a chi a quei conflitti ha parte-cipato non pentendosene, ossia senza barattare con ruoli istituzionali -nei giornali, nei partiti, nei sindacati, ad esempio - la propria abiura.

    Abiura totale e radicale al punto da assumere la forma parodistica dellaconversione.

    Chi, invece, si rifiutato di sottoporsi a questo procedimento inquisi-torio, chi, cio, si sottratto allossessiva e sempre ribadita presa di distanza,non solo dagli eventi, ma dallidea stessa della possibilit della radicale tra-sformazione dellesistente stato da destra e da sinistra indifferentementetrattato come il nemico, sul quale lo stato pu impunemente esercitare la suaviolenza e la sua vendetta.

    Vendetta infinita, se vero che i rifugiati italiani continuano a costi-tuire unemergenza sanabile solo seppellendoli, dopo trentanni, in carcere,

    come ripetutamente pretendono vittime, giornalisti, politici e magistrati.La traccia, se pur labile, di una nuova lotta diventa loccasione per evo-

    care e rinnovare la paura degli anni Settanta e degli anni di piombo o,comunque, essa appare come unintollerabile violazione delle regole dellademocrazia, divenuta ormai la forma politica pi adeguata a rappresentaregli orrori dei nostri tempi.

    Qualunque manifestazione, pertanto, che fuoriesca dalle regole sal-damente stabilite, viene accolta come una minaccia terroristica che giusti-fica la guerra, dove questultima - condotta dagli stati indifferentemente, ormai,

    allinterno contro i propri cittadinio allesterno - diventa forma di governodelle contraddizioni sociali.

    Lintollerante ideologia puni-

    tiva odierna, rabbiosamente veicolatadopo lattacco alle Twin Towers dell11settembre 2001, si struttura fonda-mentalmente attorno a quattro assiportanti, i quali a loro volta si giusti-ficano e si rinviano lun laltro preclu-dendone ogni gerarchizzazione.

    Primo: il tramonto dei con-cetti di rieducazione e riabilitazionedella pena, qualunque sia il contesto

    del reato ed il tempo trascorso dalmomento in cui stato commesso.

    Secondo: la tolleranza zero,cio il ruolo centrale dellincarcera-zione ai fini del controllo sociale.

    Terzo: il culto della vittimache designa ogni difesa dellaccusatocome insopportabile affronto allapurezza e sofferenza della vittima, e

    IntroduzioneLa Commune

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    6/127

    6 - Treni sorvegliati

    propugna linasprimento ed il non-oblio della punizione come necessa-ria e dovuta terapia al dolore della vit-tima stessa.

    Quarto: il populismo giusti-zialista, pi o meno indotto mediati-camente, assurto a fattore determi-nante delle politiche penali.

    Unideologia che, per quanto

    concerne i fenomeni di ribellione so-ciale, vede nei dispositivi penali e neimagistrati che li agiscono gli stru-menti privilegiati, quando non unici,di regolazione attraverso la repres-sione pura e dura dei conflitti.Insomma, norme penali e magistratinon pi strumenti neutri, terzi, fossepure ipocritamente, di risarcimentosociale, ma scoperti mezzi e agenti

    di lotta, di parte.

    sullo sfondo di questa vera e pro-pria teologia della pena, del castigoinfinito, che nellagosto 2002, dopoventanni di esilio ufficialmente

    garantito e nei fatti consolidato, lasilodei rifugiati italiani in Francia vienebruscamente intaccato e rimesso in

    discussione. Pretesto formale la fermezza richiesta dallattualit della minac-cia terrorista, mezzo la sepoltura della dottrina Mitterrand. Ipocrisieentrambe, dato che i fuoriusciti non sono certo pi gente in armi attiva, e chela decisione politica mitterrandiana di non estradare riguarda un conflitto finitoed in s non riproducibile di una ben determinata epoca passata. Si tratta invecedi unoperazione di giustizialismo anacronistico applicato a scopi interni daidue Paesi interessati per ostentare quellefficace collaborazione repressivaeuropea cristallizzata nellilliberale e massimalista, e perci giustizialista,mandato di cattura europeo (MCE), dal 2004 perno dello spazio giudizia-

    rio europeo, pur se non formalmente applicabile ai militanti attivi negli anni70/80 perch la Francia ne ha arrestato la retroattivit al 1993.

    In proposito va osservato che la medesima essenza giustizialista, ecio lappello a una giustizia rapida severa e sommaria nei confronti di chi si reso colpevole di particolari reati, specie quelli di natura politica, che agitata contro chi si macchia oggi di atti di contestazione radicale. Per cui, infondo, la battaglia contro lestradizione di un pugno di vecchi compagni eper lamnistia dellintera generazione sovversiva cui appartengono non cosanodina o marginale come pu sembrare di primo acchito.

    Norme procedure e mezzi di prova sulla cui base sono stati condan-

    nati i militanti di allora valgono pure per quelli di oggi. Infatti, lemergenzaitaliana si caratterizza per la sua permanenza, visto che tutte le disposizionirepressive create in suo nome, ieri come oggi applicate da giurisdizioni nor-mali, non comportano scadenze legate alla durata del pericolo che le ha ori-ginate, ma si sono stabilmente incrostate nei codici e fanno oramai parte soli-dale e irreversibile dellordinamento penale italiano.

    Tutti questi dispositivi materialmente perenni tendono a rendere il dete-nuto politico il simbolo: del nemico sconfitto, della necessit della fermezzadello Stato, della rimozione degli eventi di cui espressione. Nellintento,

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    7/127

    Treni sorvegliati - 7

    malauguratamente pi che avanzato, di tradurre le lotte sociali, quantomenoquelle dure, in termini criminali, di appiattire la verit storica sulla veritgiudiziaria.

    in nome di questa democrazia nominalista che lopzione giustizialista col-pisce retroattivamente i rifugiati italiani in Francia sostenendo che nondi guerra civile a bassa intensit si trattava allora, ma di unilaterale dichia-razione di guerra da parte di spietate associazioni a delinquere; dichia-

    randone comunque lillegittimit perch lItalia non era n la Grecia dei colon-

    nelli n il Cile di Pinochet; e aggiungendo che la legislazione variamentepremiale sui pentiti e la dissociazione escludono la necessit dellamnistia.Ed per i medesimi motivi che le istituzioni europee hanno varato una

    serie di misure di cui il MCE costituisce il fulcro e la sintesi. In sostanza sitratta di provvedimenti (decisioni-quadro che presiedono allarmonizzazionedelle legislazioni penali nazionali) che, da un lato, danno una definizionedel terrorismo talmente aperta e articolata da coprire in pratica ogni tipodi reato, politico o no, commesso nello spazio europeo, e, dallaltro, sempli-ficano ed accelerano, in sostanza automatizzano senza possibilit di osta-coli da parte del Paese richiesto, ogni eventuale procedura di estradizione fra

    gli Stati membri dellUE. Due le idee base: primo, la nozione di reato poli-tico non ha pi posto nellUE; secondo, e senza passare per una previa unar-monizzazione dei sistemi penali nazionali, il mutuo e aprioristico riconosci-mento delle decisioni giudiziarie dei Paesi membri dellUE. Con la conseguenzaapparentemente paradossale che, mentre si parla di declino dello Stato, cia-scuno Stato membro estende senza intralci la sua mano giudiziaria su tuttoil territorio dellUE.

    Le implicazioni che ne derivano sono pi che inquietanti dato che, sescompaiono e il nemico politico e il reato politico, non possono pi darsi n asilo

    n amnistia per un cittadino europeo.Un futuro non certo attrattivo n, sispera, supinamente accettabile.

    Lepisodio delloggi e il ricordodi ieri, pertanto, costituiscono unaperfetta combinazione perch lemer-genza possa riproporsi allinfinito, per-ch possa mostrarsi il territorio dellariserva che spetta a chi volesse rom-

    pere questa combinazione: il penale.Il risentimento e la vendettaalimentano una cattiva memoriadeterrente di un buon presente, alpunto che lamnistia, labolizione del-lergastolo e del 41bis non sono ascri-vibili neppure alla possibilit deldiscutere, o che una richiesta di gra-zia o libert di un detenuto dopo 35anni di carcere, ancorch il suo nome

    sia Vallanzasca, scatena il pericoloper loggi, la sensazione dellimpunit,sensazione che, a questo punto evi-dentemente, pu scomparire solo conla morte del reo.

    In questo modo i fautori dellamoratoria contro la pena di morte,assicurano la pena fino alla morte.

    Questo libro, allora, lungi dal

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    8/127

    8 - Treni sorvegliati

    rappresentare una resa alla memoriao il risarcimento malinconicamenteofferto da una minoranza esigua a chi costretto a vivere esiliato, si proponedi ripercorrere a ritroso gli eventi, perrinvenire nel passato una indicazionedel presente: la trascrizione giudizia-ria di ogni conflitto, relegarlo nellam-bito del penale, la modalit di gover-

    nare le relazioni sociali, e in questosenso oggi non diverso da ieri.LItalia degli anni Settanta

    stato il luogo dove ha iniziato a esseresperimentata la possibilit che, comeaveva ben visto Marx, lo stato decce-zione diventi la regola, che, cio,lemergenza costituisca la normalitentro cui sono costrette le nostre vite.

    Il penale, che dellemergenza

    rappresenta un aspetto rilevante,appare non pi e non solo forma dicontrollo e di repressione ma moda-lit che struttura la societ, culturadella vendetta che ridefinisce illegame sociale attorno al desideriodella punizione ad ogni costo.

    In quegli anni, allora, quandoil conflitto ha posto effettivamente in

    questione il dominio feroce e disumano del capitale e dello stato, hanno presocorpo quelle misure emergenziali che, oggi, costituiscono gli strumenti a cuinormalmente e largamente ricorrono gli stati per combattere il nemico divolta in volta prescelto.

    I rom di Bologna, i lavavetri di Firenze, i giovani dispersi nei locali enelle piazze di citt e metropoli, i centri sociali, i precari, gli immigrati, ipoveri non sono soggetti di relazioni sociali, produttive, umane, ma questionidi ordine pubblico, per loro si addicono ordinanze sindacali, decreti e san-zioni, persino lespressione amorosa deve manifestarsi riproducendo gli

    stereotipi della democrazia spettacolare di volta in volta in voga, appo-nendo i lucchetti a ponte Milvio, perch, altrimenti espressa, scritta sui muri,costa tre mesi di carcere (1).

    Rimovendo i caratteri sociali e politici dei conflitti dentro una societsi mostra solo con tutta evidenza il motto gretto e imperante: i trasgressorisaranno puniti... E allora i trasgressori di ieri e di oggi ci sono apparsi legatida un sottile filo, i treni, presi da tanti rifugiati anni fa, una metafora calzante.

    Treni da sorvegliare perennemente perch portano con essi il virusdella ribellione, non ha importanza se il virus, regredisce, muta, cambianatura, come nel film Cassandra Crossing (2), quei treni vanno accompagnati

    al precipizio.

    Questo libro la traduzione e larricchimento di un libro gi pubblicato inFrancia qualche anno fa. Oggi lo presentiamo articolato in sezioni. Nellaprima sono presenti articoli che affrontano la soluzione politica in Italia,lasilo politico in Francia, nonch lo spazio della legislazione in Europa;

    rivisitano le strade degli anni Settanta e rintracciano logiche, trasformazioni ecomportamenti che impediscono di discutere di essi. Pur non condividendo inalcuni casi analisi e giudizi ci sembrano comunque che essi costituiscano un

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    9/127

    Treni sorvegliati - 9

    forte contributo alla rottura del silenzio e alla mera trascrizione giudiziaria diquegli anni...

    Nella seconda sezione, specificamente sui rifugiati, sono raccontate lestorie di Marina, Cesare, Paolo; il ricordo di Antonio, Alessandra e Sergio segnato dal tempo infinito del risentimento superiore al loro tempo di vita.

    Alcuni articoli non sono volutamente firmati e non sono i rifugiati a par-lare, ma altri parlano di loro. Come in un gioco di specchi i volti di ognuno appa-iono confusi e indistinti ma con la responsabilit di rivendicare libert per tuttie per ciascuno, e consapevoli che la nitidezza pu essere data solo se movimenti

    sociali si fanno carico del conflitto di ieri e di oggi.Nella terza sezione presentiamo contributi sulla questione dellergastolo,tematica che certamente necessita di pi spazio e pi attenzione di quantoriusciamo a darne in questo libro, ma abbiamo voluto fosse presente, perchdentro il sistema del penale o meglio dentro la societ penalizzata, lergastolosi erge a simbolo e parametro di giustizia.

    Il libro vuole essere uno strumento di lavoro per riprendere dibattitoe relazioni, per produrre e sostenere comportamenti conflittuali e antagoni-sti oggi, sapendo che solo la riappropriazione del presente fa riaffiorare unabuona memoria.

    (1) Un Tribunale di Roma condanna a tre mesi di reclusione un giovane per averescritto sui muri Luisa ti amo.(2) Film di George Pan Cosmatos, G.B., Germania, Italia, 1976.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    10/127

    10 - Treni sorvegliati

    Come molte categorie e istituzioni delle democrazie moderne, anche lam-nistia risale alla democrazia ateniese. Nel 403 avanti Cristo, infatti, dopoaver abbattuto la sanguinosa oligarchia dei Trenta, il partito democra-tico vincitore prest un giuramento in cui si impegnava a deporre il

    risentimento (me mnesikakein, letteralmente non ricordare i mali, non avercattivi ricordi) nei confronti dei suoi avversari. Cos facendo, i democraticiriconoscevano che vi era stata una stasis, una guerra civile e che era ora neces-sario un momento di non-memoria, di amnistia per riconciliare la citt. Mal-grado lopposizione dei pi faziosi, che, come Lisia, esigevano la punizione

    dei Trenta, il giuramento fu efficace e gli ateniesi non dimenticarono lacca-duto, ma sospesero i loro cattivi ricordi, lasciarono cadere il risentimento.Non si trattava tanto, a ben guardare, di memoria e di dimenticanza, quantodi saper distinguere i momenti del loro esercizio.

    RimozioniPerch oggi in Italia cos difficile parlare di amnistia? Perch la classe

    politica italiana, a tanti anni di distanza dagli anni di piombo, continua avivere nel risentimento, a mnesikakein? Che cosa impedisce al paese di libe-rarsi dai suoi cattivi ricordi? Le ragioni di questo disagio sono complesse,

    ma credo si possa rischiare una risposta.La classe politica italiana, salvo alcune eccezioni, non ha mai ammesso

    apertamente che vi sia stata in Italia qualcosa come una guerra civile, n haconcesso che il conflitto degli anni di piombo avesse un carattere genuina-mente politico. I delitti che sono stati commessi in quegli anni erano quindie restano reati comuni. Questa tesi, certamente discutibile sul piano storico,sarebbe, tuttavia, pur sempre legittima se non fosse smentita da una contrad-dizione evidente. Poich, per reprimere quei reati comuni, quella stessa classepolitica ha fatto ricorso a una serie di leggi eccezionali che limitavano gra-

    Cattive memorieGiorgio Agamben

    La classe politica italiana rifiutando

    lipotesi dellamnistia per i reati degli

    anni di piombo si condanna al

    risentimento: ci che dovrebbe essere

    oggetto di indagine storica viene trattato

    come un problema politico di oggi.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    11/127

    Treni sorvegliati - 11

    vemente le libert costituzionali e introducevano nellordinamento giuridicoprincipi che erano sempre stati considerati a esso estranei. Quasi tutti coloroche sono stati condannati, sono stati inquisiti e processati in base a quelleleggi speciali. Ma la cosa pi incredibile che quelle leggi sono tuttora invigore e gettano unombra sinistra sulla vita delle nostre istituzioni demo-cratiche. Noi viviamo in un paese che si pretende normale, nel quale chiun-que ospiti in casa propria un amico senza denunciarne la presenza alla poli-zia passibile di gravi sanzioni penali.

    Lo stato di eccezione larvato in cui il paese vive da quasi ventanni ha

    cos profondamente corrotto la coscienza civile degli italiani, che, invece diprotestare e resistere, essi preferiscono contare sullinerzia della polizia e sul-lomert dei vicini. Sia lecito ricordare - senza voler con questo stabilire nien-taltro che unanalogia formale - che la Verordnung zum Schutz von Volk undStaat, emanato dal governo nazista il 28 febbraio 1933, che sospendeva gliarticoli della costituzione tedesca che concernevano la libert personale, lalibert di riunione, linviolabilit del domicilio e il segreto epistolare e telefo-nico, rest in vigore fino alla fine del Terzo Reich, cio per tredici anni; lenostre leggi eccezionali e le disposizioni di polizia con esse connesse hannolargamente superato questo limite.

    RisentimentoNon sorprende, allora, che la nostra classe politica non possa pensare

    lamnistia, non possa deporre i propri cattivi ricordi. Essa condannata alrisentimento, perch in Italia leccezione veramente divenuta la regola epaese normale e paese eccezionale, storia passata e realt presente sonodiventati indiscernibili. Di conseguenza, ci che dovrebbe essere oggetto dimemoria e di indagine storica, viene trattato come un problema politico pre-sente (autorizzando il mantenimento delle leggi speciali e della cultura del-

    lemergenza) e ci che dovrebbeessere oggetto di una decisione poli-tica (lamnistia) viene invece trattatocome un problema di memoria sto-rica. Lincapacit di pensare che sem-bra oggi affliggere la classe politicaitaliana e, con essa, lintero paese,dipende anche da questa malignacongiunzione di una cattiva dimenti-

    canza e di una cattiva memoria, percui si cerca di dimenticare quando sidovrebbe ricordare e si costretti aricordare quando si dovrebbe saperdimenticare. In ogni caso, amnistia eabrogazione delle leggi speciali sonole due facce di ununica realt e nonpotranno essere pensate se noninsieme. Ma per questo sar necessa-rio che gli italiani riprendano il buon

    uso della memoria e delloblio.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    12/127

    12 - Treni sorvegliati

    S

    ono professore di Diritto Pub-blico allUniversit di Paris VIII,attenta al problema dei rifugiati

    italiani. Durante la mia presi-denza in facolt, Paolo Persichetti stato assunto come professore e danoi ha lavorato per parecchi anni.

    Ho lungamente riflettuto sulconcetto di stato democratico. Nutrouna grande preoccupazione per lat-tuale evoluzione dello Stato di dirittoin Europa. Cos uno Stato di diritto?Non solo uno Stato dove si accumu-

    lano delle regole - e i nostri sisteminazionali europei sono oberati diregole. Tutto regolamentato, lo Stato in mano ad una autentica gerarchiadi regole. Ma al di l di questa gerar-chia, che permette di gestire parecchisettori con il diritto e non con la vio-lenza bruta, esiste uno Stato di dirittoche rappresenta anche una organiz-

    zazione simbolica del diritto, con una coerenza sociale regolata dal diritto. Leregole devono poggiare su una logica simbolica. Oggi purtroppo la simbo-lica dello Stato di diritto mi pare compromessa da due direttive politiche.

    Una la penalizzazione in nome della sicurezza. Nella logica contingentetutto diviene diritto penale, a partire dallidea che si debba prioritaria-mente garantire la sicurezza.Di conseguenza, tutta la nostra tradizione, nata dalla III Repubblica, con

    le libert pubbliche, tutte quelle libert fondamentali che l sono state enun-ciate, in seguito prolungate e mantenute in vigore, sta per essere cancellatada unaltra tradizione che supporta la logica di introdurre ovunque il dirittopenale. Ovunque veicolata lidea che la priorit sia quella della sicurezza.

    I rifugiati italiani rappresentano un problema lontano nel tempo, ma

    nei loro confronti viene applicata la stessa logica, la logica della paura. Lasociet ha paura, lo Stato ha paura, mentre da parte mia, non sono affattosicura che gli individui abbiano paura. Ne consegue che tutto quello che davicino o da lontano possa turbare lordine esistente, possa minacciare la sicu-rezza, sia considerato pericoloso e quindi debba essere canalizzato, regola-mentato penalmente.

    Si tratta di una penalizzazione che pretende di garantire la sicurezza;gli avvocati e il Sindacato della Magistrature non si stancano di denunciarlaa mezzo stampa chiaro che si sta insidiosamente procedendo ad una tra-

    Stato di diritto e Stato penaleFrancine Demichel

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    13/127

    Treni sorvegliati - 13

    sformazione della nostra simbolica sociale con gli strumenti del diritto.

    La seconda quella che io definisco la vittimizzazione.

    Siamo di fronte ad un processo di vittimizzazione, il fulcro del processopenale non pi il mantenimento dellordine sociale. Cos la giustizia? una bilancia, un equilibrio tra il rispetto di un ordine sociale, quando

    esso turbato, e quello che lo ha provocato con atti violenti e che deve rispet-tarlo.

    Esiste anche il rispetto della o delle vittime. Ma la vittima un elementodellordine sociale, non ne un elemento prioritario.

    Eppure oggigiorno, nel processo penale, le vittime sono poste in primopiano, si applica una sistematica vittimizzazione.

    Con il passare del tempo, quando lordine sociale stato ristabilito,

    normale che si pratichi loblio: una costante di tutti i sistemi democratici, un elemento simbolico di straordinaria valenza in un sistema democra-tico. Non esiste un diritto alla democrazia senza diritto alloblio. Lamnistia la traduzione giuridica naturale del diritto alloblio. In caso contrario, si in un sistema vittimario, quello verso il quale andiamo a grandi passi, ossiala vittima ha tutti i diritti, vive uno statuto di vittima e di vittima permanente.Questo statuto di vittima permanente impedisce di ridiscutere una sanzioneoppure di dire: una storia finita, passato del tempo, sono state date alcunegaranzie, lordine sociale ristabilito, logico parlare di amnistia.

    Ci troviamo invece in unalogica vittimaria, la vittima semprepresente per lamentarsi che anni

    prima stato commesso un atto cheappunto lha trasformata in vittima.Questo modo di procedere

    estremamente grave per le nostresociet, perch porta a perdere divista lessenza stessa del diritto, ossialequilibrio giusto tra il rispetto del-lordine sociale e il diritto al ripen-samento. Certo il ripensamento non un termine giuridico, ma consente

    di affermare: ho provocato turba-mento, giusto che, passato un certotempo, nella misura in cui lordinesociale stato ristabilito ed io mi sonoreinserito socialmente, mi sia concessoil diritto alloblio.

    Rifiutarsi di ascoltare questoappello, vuol dire in primo luogo esal-tare la vittima e in secondo luogo sta-

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    14/127

    14 - Treni sorvegliati

    bilire che chi ha commesso un cri-mine, sia per tutta la vita identificatocon il crimine commesso. Non gli concesso di cambiare: la condannaper la vita, la legge del taglione, ilritorno alla vendetta.

    Si abbandona il fondamentosimbolico della societ del diritto, che la base delluguaglianza, della demo-

    crazia giuridica, per tornare alla ven-detta tradizionale, alla vendettaeterna. E si abbandona anche ilnostro sistema giuridico democraticoche ha sempre contemplato lamni-stia. Abbiamo sempre amnistiato. Neldiritto francese ci sono sempre stateamnistie nei periodi successivi a rei-terati periodi di violenza.

    Oggi siamo in rottura com-

    pleta con questa logica di amnistia.Italia e Francia rimettono in

    discussione quella che era una garan-zia acquisita. Una garanzia nonscritta formalmente nei testi giuridici,ma confermata da una pratica presi-denziale costante e di cui si dovrebbetenere conto. estremamente preoc-cupante questa fase regressiva del

    nostro diritto, che porta ad abbando-nare le fondamenta simboliche delnostro diritto e a rimettere in causacon diverse modalit il diritto dasiloe la legge di amnistia.

    Levoluzione del diritto penalee il modo di trattare un certo numerodi persone che hanno avuto a che farecon la legge, totalmente contraria

    alla nostra democrazia e non sicostruir una societ democraticacon questa logica del diritto. Questocomportamento simbolo di unadegradazione del diritto che va ben aldi l di una situazione che potrebbeapparire agli occhi di alcuni comeuna semplice eccezione.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    15/127

    Treni sorvegliati - 15

    A

    lla fine del 2006 in un processo molto seguito dalla stampa, il sostitutoprocuratore si rivolgeva alle parti civili, delle giovani donne il cui padre

    era accusato di avere ucciso la loro madre. Esse avevano parlato del lorosmarrimento, che era stato interpretato come una sorta di richiesta diclemenza da parte della giuria.

    Il diritto penale stato concepito per la difesa dellordine sociale, non perquella di interessi privati, affermava la rappresentante del pubblico ministero,aggiungendo che richiedeva la punizione di un disordine sociale e che le gio-vanidovevano tenersene fuori; la pena da lei richiesta eradestinata a compen-sare lo strappo nellordine sociale, quali che fossero le esortazioni delle vittime.

    Parole forti che contrastano singolarmente con la tendenza e con lorien-tamento dominante ai giorni nostri della politica penale. I principi tradizio-

    nali sono osservati rigorosamente. La pena un problema della societ, nondelle vittime. Si trova in questa requisitoria leco di unosservazione di CesareBeccaria, il padre del diritto penale moderno.

    Alcuni si liberano dalla pena di un piccolo delitto, quando la parte offesalo perdoni: atto conforme alla beneficenza ed alla umanit, ma contrario al benepubblico; quasi che un cittadino privato potesse egualmente togliere colla suaremissione la necessit dellesempio, come pu condonare il risarcimento del-loffesa. Il diritto di far punire non di uno solo, ma di tutti i cittadini, o delsovrano. Egli non pu che rinunziare alla sua porzione di diritto, ma non annul-

    lare quella degli altri. (cit. da Deidelitti e delle pene, cap.XX - Giuffr

    Editore 1964) la societ a stabilire la pena.Ma alla nuova formulazione

    del codice penale del 1993, in unapostilla del 2005 vengono aggiunti gliinteressi delle vittime.

    La formulazione originaria estremamente classica e legata aigrandi principi che sono stati oggettodi dibattito per due secoli:

    lutilitarismo benthamiano: prote-zione effettiva della societ. Prevenireche vengano commesse nuove infra-zioni. Il retribuzionismo classico: puni-zione del reo La funzione riconciliatrice: favorirelinserimento o il reinserimento delreo.

    Le trasformazioni del processo penaleHenri Leclerc, avvocato del tribunale di Parigi,Presidente onorario della Lega dei diritti dellUomo

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    16/127

    16 - Treni sorvegliati

    Ma la postilla aggiunge degliintrusi: gli interessi delle vittime.

    La collocazione della vittimaha dietro di s una lunga storia che sipu cos riassumere:

    Allinizio cera la vendetta pri-vata, poi dalla Repubblica romana eallepoca dei barbari, lo Stato o chiper lui si riserva il monopolio del-

    lazione giudiziaria e della pena,accordando alla vittima solo un com-penso finanziario, la compositioromanao ilwergeld barbarico. Quellache oggi viene definita lazione pub-blica ha preso il sopravvento e nelXIV secolo il procuratore del re incaricato del procedimento giudizia-rio. La vittima era privata non solodella sua vendetta, ma anche del pro-

    cesso, che appartiene al re. MichelFoucault spiega che al momento dellasua incoronazione, il re diventa unavittima simbolica, come lo fu Cristo,ma vendica il crimine.

    Dopo le vicissitudini procedu-rali rivoluzionarie, il Codice distrut-toria criminale consacra un posto allavittima nel processo penale durante

    il quale essa pu esprimersi per ottenere un risarcimento al pregiudizio subito, la cosiddetta parte civile, ma la pena inflitta nel nome del bene pubblico.Il monopolio della vendetta resta in mano allo Stato e la vittima tenuta aimargini del processo penale. Certo si tiene conto della sofferenza subita; assi-stita da un avvocato nel corso del processo, gioca un ruolo di una certa impor-tanza. Nel 1842 tuttavia per ragioni di rigore giuridico, la si vuole rispediread un processo civile per ottenere risarcimento del pregiudizio subito, maquesto politicamente impossibile e Faustin Hlie magistrato e grande rifor-matore, scrive nel 1846: lazione civile ha spesso per movente principale la puni-

    zione del reato, lapplicazione della pena, perch solo la pena vendica lingiuriao rassicura la vittima. Come si vede, la tendenza attuale che porta ad assicu-rare alla vittima la determinazione della pena, non nuova.

    Bisogna aspettare linizio del XX secolo per vedere prendere peso laposizione della vittima anche se Durkheim scriveva che la punizione serve aguarire le ferite inferte al sentimento collettivo.

    Principi internazionali, convenzionali e costituzionaliSul piano internazionale, la presenza della parte civile nel processo

    penale uneccezione. Esiste in Belgio ed in Italia (dove non pu mettere in

    moto lazione pubblica), ma completamente esclusa nei paesi anglosassonied in Germania, mentre in Spagna vige un sistema specifico diactio popula-ris che apre la porta dellazione pubblica a tutti i cittadini. Tale cacofoniadimostra che la presenza della vittima nel processo penale ben lungi dalles-sere un diritto universalmente riconosciuto. Vediamo come si colloca la Corteeuropea dei diritti delluomo:

    La Convenzione non garantisce n il diritto, rivendicato dalla parte lesaad una vendetta privata, n lactio popularis.

    Sul piano costituzionale, questa originalit francese a tal punto anco-

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    17/127

    Treni sorvegliati - 17

    rata nel nostro universo e nelle nostre tradizioni giuridiche e giudiziarie dafarci pensare che ci troviamo di fronte ad unprincipio fondamentale ricono-sciuto dalle leggi della Repubblica.

    Levoluzione della politica penale attualeA partire dagli anni Ottanta, la vittima vede aumentare la sua impor-

    tanza nel riconoscimento sociale e nella soddisfazione dei suoi diritti.Le ragioni sono molteplici, ma essenzialmente deriva da una reazione

    dellopinione di fronte alla delinquenza, spesso violenta, dai discorsi sicuri-tari che essa provoca e dalle modifiche legislative che ne conseguono.

    Il fenomeno della vittimizzazioneLesigenza di sicurezza al centro delle esigenze sociali contempora-

    nee. Di fronte al dolore, il destino, lannke greca, il fatum latino o il mektoubarabo non esistono pi e colui che soffre non si rassegna e neppure tende il pugnocontro un cielo vuoto. Mancandogli Dio, cerca un responsabile e anche un col-pevole, che sia violento o solo imprudente. La morte diventa inaccettabile.

    Anche se non si ancora riconosciuto alla parte civile il diritto di ricu-sare i giurati ed essa ha sempre lobbligo di intervenire per prima (ma fino a

    quando?), stata poco a poco elevata dalla legge al livello dellaccusato. Que-sto parallelismo falso poich la presunzione dinnocenza impone che, in casodi dubbio possibile e anche probabile, laccusato sia dichiarato innocenteanche contro quello che la parte civile considera il proprio interesse.

    La giustizia penale non ha pi solo il ruolo di infliggere una pena stret-tamente ed evidentemente necessaria (per la societ ovviamente), come dicelarticolo 8 della Dichiarazione dei diritti delluomo, o di guarire le ferite inferteal sentimento collettivo, come previsto oggi dallarticolo 132-24 ma anche,attraverso la pena, rispondere alle aspettative delle vittime.

    Una evoluzione incontestabiledel significato del processopenale

    Perch questa comparsa dellevittime sul davanti della scena? Forsei nostri padri avevano il cuore duro ela modernit si riconosce in questanuova compassione, in questa pietcollettiva che anche espressione dicattiva coscienza e che sostiene quelpopulismo penale di cui parla DenisSalas e che invade la giustizia penale.

    Criticare una tale evoluzioneoggi difficile: come non essere total-mente e senza riserve dalla parte dellevittime? La loro sofferenza ci chiamadirettamente in causa. Il loro doloreprovoca in ciascuno di noi, non solocompassione, ma indignazione e col-

    lera. Lesigenza di fratellanza umanaproclamata dal 1 articolo dellaDichiarazione universale dei dirittidelluomo ci spinge al loro fianco. Mala giustizia penale deve cedere a que-sta dittatura emotiva, che potrebbeportarla a perdere il sangue freddonecessario ed indurla in errore; sia cheessa imprigioni, o condanni degli

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    18/127

    18 - Treni sorvegliati

    innocenti, sia che emetta pene tropposevere, sia che freni o rifiuti il reinse-rimento dei condannati?

    Ci dicono che il processo penalee la pena permettono alle vit-time dielaborare il proprio lutto.Non poi cos evidente; lespe-

    rienza dimostra che il processo ria-pre le ferite. La necessaria persona-lizzazione della pena impone aigiudici unattenzione particolareverso chi devono condannare se rico-nosciuto colpevole. Lattenzione por-tata a chi li ha fatti soffrire, lappari-zione di quel viso, di quellessereumano che anche lui ha diritto diessere trattato con uno spirito di fra-tellanza se lo si vuole condannare con

    giustizia, quasi sempre dolorosa perle vittime. Esse di solito esigono laconfessione, ma quando avviene nonlo sopportano, ci vedono uno stru-mento di difesa ipocrita ed ilpenti-mento non lenisce la loro sofferenza,perch nulla pu rendere loro quelloche a loro stato tolto.

    Nessuno contesta che il dolore

    delle vittime e la gravit delle sofferenze provocate dallatto criminale nondebbano essere tenuti in conto. Il diritto penale punisce la colpa e le sue con-seguenze. giusto che il dolore delle vittime sia ascoltato, che esse possanoesprimere la propria sofferenza, ma non per questo esse possono anche soloin parte sostituirsi al pubblico ministero.

    Che i giudici tengano conto del pregiudizio per stabilire una pena nondisturba, ma solo perch questa sofferenza inflitta alla vittima ha reso pipesante la ferita sociale inferta dal crimine e non per linteresse delle vittime.Che le vittime si aspettino, perch il desiderio di vendetta naturale nel cuoreumano, la pena pi elevata possibile, un fatto. Ma non si tratta di un inte-resse che il giudice debba prendere in considerazione. Se ci avvenisse lanatura tradizionale di un processo penale prenderebbe una sorta di forma diprivatizzazione dellazione pubblica.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    19/127

    Treni sorvegliati - 19

    Il fascino per un paese come lItalia, che da questo versante delle Alpi rifletteunimmagine da cartolina, e la curiosit per un periodo vicino, ma chemi appariva stranamente lontano, gli anni Settanta, mi hanno portato suun terreno di ricerca curiosamente vergine in Francia. Cosera successo

    nei due paesi durante quegli anni cominciati con la pi grande ondata di rivoltadel dopoguerra, il risveglio della speranza di rivoluzione e di domani che can-tano, che si sono chiusi con uno spettacolare riflusso di ogni azione collet-tiva e la condanna anche della sola idea di trasformazione della societ?

    Con beata ingenuit, trovavo strani il silenzio su questa pagina di sto-ria che pure molti dei miei insegnanti avevano vissuto, e pi ancora la ripu-

    gnanza che visibilmente molti sessantottini provavano ad evocare la loro mili-tanza in organizzazioni di estrema sinistra che chiamavano alla lotta armata.In Italia il silenzio era diventato una cappa di piombo e le mie domande sem-bravano sfiorare un tab che solo il mio essere straniera poteva permettere.Gli anni Settanta, senza dimenticare il 68, in Francia e in Italia si sono lasciatidietro numerose pubblicazioni, essenzialmente delle testimonianze che hannoperlopi ricostruito la storia, offrendo dellepoca dellesplosione delle rivolteoperaie e studentesche unimmagine allegra, festosa, quasi romanzata.

    A partire dalla seconda met degli anni Settanta arrivato un altro pro-

    totipo di produzione letteraria piprolisso che, al contrario ha messo incampo gli anni di piombo, il terro-rismo, e la strategia della tensione.Tra i due, tra la saga sessantottina eil dramma della rivolta armata, nonc niente, come se nulla fosse suc-cesso fra quelle due fasi, come se nonci fosse alcun rapporto fra loro. Dauna parte si glorifica il bel mese di

    maggio alla francese, dallaltra glianni Settanta finiscono sotto pro-cesso. Tutto qua.

    Con le omissioni, le insistenze,le ripetizioni, con limpressionantediscontinuit che la distingue, lo statodi questa bibliografia un sintomodel profondo malessere a tornaresugli anni dominati dal trauma del

    Gli anni Settanta schiacciati tra lincudinedelloblio e il martello della lotta armataIsabelle Sommier*

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    20/127

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    21/127

    Treni sorvegliati - 21

    di una riga, anzi ha fatto passi indietro, a mio parere per due motivi princi-pali. Da un punto di vista quantitativo della gestione dei detenuti, la popola-zione dei prigionieri politici non supera una sessantina di individui. Lesilionon pi considerato n un rifugio, n una pena, in Italia, ma anche altrove.Basta ricordare larresto in Messico della figlia di Robert Castel, a pochi giornidalla prescrizione del suo reato o quello recentissimo di due militanti tede-schi delle Cellule Rivoluzionarie, lui 58 anni, lei 67.

    Voltare la pagina di un passato vecchio ormai di venti o trenta anniappare socialmente e politicamente inaccettabile. In nome della lotta infinitacontro il terrorismo, che si vorrebbe presentare come sinonimo di una giusti-zia infinita, lindividuo considerato colpevolead vitam aeternam, inchiodatoal suo essere di allora. Con questa logica delleterno colpevole, che ha una stra-ordinaria assonanza con quella del colpevole nato, interrompere il quotidianodel tutto normale di una donna di 50 anni, in nome degli interessi supremidello Stato non pone nessuna questione morale, neppure quella che, cosfacendo, si trasferisce da una generazione allaltra la colpevolezza eterna delgenitore per colpe commesse decenni prima: giustizia fatta.

    E le vittime sono soddisfatte.Sempre che accettino di continuare a fingere di non sapere che i loro

    boia sono, nella maggior parte, da tempo e per sempre liberi, ripuliti dalleleggi sui pentiti.

    Ogni arresto di rifugiati italiani viene accolto da applausi come un ulte-riore successo della lotta al terrorismo, ma si torna in fretta ad una indiffe-renza quasi generale.

    La cappa del silenzio cala di nuovo sul piombo di quegli anni.Paolo Persichetti in carcere in Italia, Cesare Battisti in carcere in Bra-

    sile, Marina Petrella in carcere in Francia e gli altri rifugiati italiani in attesadella loro sorte.

    Andare oltre una dolorosapagina di storia presuppone un con-fronto collettivo con il male del pas-sato come diceva Michal Pollack,che esige un autentico lavorio dimemoria sulle omissioni, sui tab esulle deformazioni. Sarebbe il prelu-dio di una soluzione politica generale,intesa come amnistia, ma in Italia sifa orecchio da mercante.

    E poi bisognerebbe soprat-tutto avere il coraggio di farlo...

    * Docente universitariadi Scienze Politiche alla Sorbona.Fra i libri di cui autrice citiamoLa violence politique et son deuil.Laprs 68 en France et en Italie,

    Presses Universitaires de Rennes, 1998,e in uscita nel primo semestre 2008:

    La violence rvolutionnaire,Presses de Sciences Politiques.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    22/127

    22 - Treni sorvegliati

    QuartierediSanBasilio,Roma

    ,1974.PhotodiTanoDAmico.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    23/127

    Treni sorvegliati - 23

    La polizia protegge le casedopo avere espulso coloroche le avevano occupate.Gli abitanti del quartiere edi militanti di sinistra, solidalicon la loro lotta, si scontranoviolentemente con le forzedellordine per tre giorni.Un giovane, Fabrizio Cerusodi 19 anni, uccisodalla polizia.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    24/127

    24 - Treni sorvegliati

    Oggi affrontiamo i postumi dellelotte armate negli anni Settanta.Dopo limportanza montantedei movimenti sociali degli ope-

    rai, delle donne, degli studenti, dopola repressione violenta delle manife-stazioni, dopo i blindati a Bologna,dopo la strategia della tensione, dopola decisione di impugnare le armiinvece di rinunciare, dopo i tragici

    errori, dopo le derive, dopo gli arresti,i processi, il carcere, lesilio. Questasituazione del dopo potrebbe averlenito il risentimento, cicatrizzato leferite politiche.

    Victor Hugo quando peroralamnistia per i Comunardi, giudicache in quel momento che la giusti-zia pu intervenire. La giustizia non

    si immischia nelle guerre civili, ma non le ignora, interviene. E sapete quandoessa interviene? Dopo. Lascia lavorare i tribunali speciali e, quando hannoterminato, si mette allopera. Allora essa cambia nome e si chiama clemenza.(1)

    Solo in Italia il risentimento sembra avere partita vinta, con le richieste diestradizione dei rifugiati, condizioni di detenzione particolarmente dure pergli attivisti di un tempo accusati di partecipazione morale ad attentati, punitiperch rifiutano il pentimento e la dissociazione, puniti per rifiutare limpo-sizione ideologica di affossamento totale dei riferimenti simbolici.

    Le vittime indifferenziate della storia

    In Italia attualmente esistono almeno tre giornate di commemorazionedelle vittime della storia del XX secolo. La prima riguarda le vittime dello ster-minio nazista, la seconda le vittime del comunismo, la terza le vittime del ter-rorismo. La prima era stata istituita perch tutti avevano constatato che lamemoria della seconda guerra mondiale non era trasmessa. Gli adolescentinon sapevano pi cosa fosse successo alle Fosse Ardeatine (2), n quale ruoloi partigiani avessero giocato nella guerra civile che li aveva opposti ai repub-blichini di Sal.

    La seconda stata istituita perch uno dei desideri del governo Ber-

    Risentimento,vendetta, non senso, clemenza:quali gli effetti postumi della lotta armata?Sophie Wahnich*

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    25/127

    Treni sorvegliati - 25

    lusconi era quello di mettere sullo stesso piano i crimini nazisti e i criminicomunisti. Il ministro della giustizia in Europa si era allineato con gli Unghe-resi, i Lituani, i Lettoni affinch falce e martello fosse considerato un sim-bolo criminoso alla stessa stregua della croce uncinata nazista.

    La terza giornata accomuna tutti i terrorismi, quelli di ieri e quelli dioggi, quelli di destra e quelli di sinistra, ma punta soprattutto ad affermareche la violenza politica non mai legittima, gettando quindi su di essa lom-bra del male totale.

    A voler leggere la storia negli sguardi delle vittime, tutte le violenze siassomigliano.

    E si comincia a dimenticare che voler distruggere luguaglianza tragli uomini, foggiare uomini inferiori e superuomini non un crime equipa-rabile a quello comunista. Questo crimine non di aver distrutto lideale diuna umanit universale ma di avere intaccato nel tempo la fiducia nella pos-sibilit di non vederlo corrompere dal potere assoluto. Si arriva infine a con-fondere le violenze di massa, fredde e deliberate, e gli eccessi disperati dellaresistenza alloppressore. Gli attentati mirati e gli attentati indiscriminati,quelli del terrorismo rosso e quelli del terrorismo nero.

    Alimentare questa confusione porta a non comprendere che non tutte

    queste leggi memoriali hanno la stessa legittimit etica, anche se tutte le vit-time hanno sofferto. Questa confusione porta anche a dimenticare che nontutte le amnistie si equivalgono, perch si vuole dimenticare che non tutte leviolenze politiche sono un crimine contro lumanit.

    Amnistiare i crimini contro lumanit, amnistiare la resistenzaalloppressione

    Amnistiare dei crimini contro lumanit, in fin dei conti rifiutarsi dicapire che c una linea simbolica da non oltrepassare per non lasciare che il

    mondo si confonda con limmondo.Lamnistia Togliatti si presa lapesante responsabilit nel 1946 dilasciare oltrepassare questa linea.Desiderava reintegrare rapidamentenella vita nazionale coloro che eranostati trascinati dalla passione politicao ingannati da una propaganda men-zognera... dei giovani resi incapaci didistinguere il bene dal male dopoventi anni di dittatura. La clemenzapenale fu dunque estesa ai delitti poli-tici commessi dai fascisti a partire dalmomento in cui nello spirito del legi-slatore, lItalia repubblicana nonpoteva restaurare la tradizione me-dievale della messa al bando versocoloro che, a diverso titolo, fosserostati compromessi con il regime fasci-

    sta. Ma al tempo stesso le autoritrifiutarono di considerare la realtdella guerra civile. Gli omicidi com-messi dopo il 31 luglio 1945 nonfurono inclusi nellamnistia. Poichlapprezzamento della natura politicadei fatti era stata lasciata ai magi-strati, non si assistette ad una doppiainterdizione della vendetta, ma a un

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    26/127

    26 - Treni sorvegliati

    grande colpo di spugna dei criminifascisti e alla severa punizione deidelitti commessi dai resistenti (3). Latradizione della messa al bando ritro-vava paradossalmente i suoi diritti.La legislazione penale del periodofascista daltronde non era stata rifor-mata e il legislatore dunque non avevainterinato la logica del sovvertimentorivoluzionario che legittimava e lega-

    lizzava le azioni dei resistenti. La con-tinuit dello Stato italiano ha prevalsosulla necessit di esplicitare politica-mente la fine del regime fascista.

    Ma cosa significa amnistiarele azioni violente della resistenzaalloppressione? anche rifiutare lalogica della messa al bando. ancheridare un posto a quelle donne e a

    quegli uomini che, avendo spinto ilconflitto politico democratico in trin-cee armate, hanno subito lignominiae il discredito dellincomprensione.La lotta armata non una decisioneche corrisponde ad un crescendo diviolenza, un salto di qualit legatoad una situazione senza uscita.Cerano due scelte possibili di fronte

    al rifiuto del negoziato, ritornare a casa o fronteggiare la repressione pren-dendo le armi. Cos afferma una delle donne interrogate nel documentarioDo you remeber Revolution? (4). Amnistiare questo salto significa riconoscerea posteriori che quelle lotte armate erano state veramente lotte politiche,che esse miravano come le manifestazioni e gli scioperi che le avevano pre-cedute, allemancipazione delle donne, emancipazione dalla condizione sala-riale, al rifiuto della dominazione, alla libert come non opprimente e nonavvilente dellumanit.

    In questo contesto reclamare lamnistia e la clemenza per le violenzedella resistenza alloppressione si riallaccia alla problematica dellamnistia

    dei comunardi. L dove la violenza era stata de-politicizzata, ridotta a fatti dicrimine comune, si trattava di far riconoscere quegli stessi crimini come cri-mini politici legittimi. E questo non era per nulla evidente.

    La battaglia per lamnistia ai ComunardiI Comunardi avevano esercitato un sovrano potere insurrezionale in

    concorrenza con quello dello Stato in guerra. Avevano subito una feroce repres-sione nel 1871: settimana di sangue, deportazione in Guyana, sentenze ditribunali militari sbrigativi, sentenze che avevano dissimulato la dimensione

    politica dellavvenimento spacciando per briganti e delinquenti comuni unbuon numero di Comunardi.Lamnistia dei Comunardi comunque chiesta alcuni mesi dopo la

    repressione dai repubblicani pi radicali e pi antimonarchici, fra i quali Vic-tor Hugo. Quando prende la parola, rimette in questione il fatto che i loro cri-mini siano catalogati come reati comuni.

    Mi si dice che [...] Che tutti sianodaccordo sullesemplarit di queste condanne, mi interessa relativamente.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    27/127

    Treni sorvegliati - 27

    Quando si tratta di giudicare un nemico, stiamo in guardia contro gli applausifuriosi della folla e contro gli applausi del nostro proprio partito; guardiamointorno a noi la rabbia, una sorta di follia; non lasciamoci spingere alla seve-rit che auspichiamo; temiamo lapprovazione della collera pubblica. Nonprestiamo fiducia a definizioni del tipo delitti ordinari, crimini comuni, ter-mini semplici e facili da accomunare a sentenze eccessive, questi terminihanno linconveniente di fare comodo: in politica il far comodo pericoloso.Rifiutiamo lalibi di definizioni arraffazzonate: lelasticit delle parole corri-sponde alla vilt degli uomini. Troppo obbedienti.

    Questo primo asse della campagna per lamnistia associa la mitiga-

    zione delle passioni e la giustezza della qualificazione di crimini politici.Victor Hugo paragona i comunardi ai rivoluzionari francesi precisando:Intendo mantenere le debite proporzioni e non assimilo i condannati di oggiai fantastici combattenti di allora che in un solo particolare: essi sono dei com-battenti rivoluzionari, possono essere loro rimproverati solo atti politici chela storia non taccer di reati comuni, di crimini ordinari; e infliggendo lorola pena capitale non si fa altro che ripristinare il patibolo politico.

    In fin dei conti, con questo distinguo necessario, Victor Hugo elaboraun altro argomento basilare. Riconoscere il crimine politico, rendere giusti-

    zia allazione politica per quanto difficile da analizzare, cambiare il registrodella pena, vuol dire allontanarsi dagli errori rivoluzionari, ossia lassenza diclemenza della giustizia durante il periodo del Terrore e operare per il pro-gresso: Nella clemenza voi vedete il baratro, noi lo vediamo nella punizione.

    Victor Hugo invita dunque i suoi lettori a una riflessione sullarticola-zione della politica come politica di progresso (anche se legata al disordineo alla turbativa dellordine pubblico) della giustizia inflessibile e della cle-menza. Diventare clementi, riconoscere il valore dellatto rivoluzionario einsieme prendere distanza da esso conservandone solo i fatti acquisiti.

    Lamnistia rifiutata. Ledenunce si moltiplicano, la polizia incaricata di ritrovare i supposti col-pevoli che si nascondono, i latitanti.I radicali che hanno chiesto lamni-stia sono accusati di aver approvatoi massacri di ostaggi e religiosi. Lasinistra moderata ritiene che lamni-stia non sia allordine del giorno.Bisogna solo riuscire a individuare

    gli innocenti, per rimetterli in libert,gliesaltativerso i quali si deve essereindulgenti e rimanere estremamenteseveri nei confronti dei sobil latori.Quando i repubblicani vincono le ele-zioni nel 1876, la proposta di amni-stia generale presentata da Raspail eHugo, respinta dagli amici di Gam-betta. Verranno solo accordate delle

    grazie per far prova di clemenza.Mac-Mahon, Presidente della Repub-blica, accetta di togliere la compe-tenza della giustizia militare a con-dizione che siano perseguiticoloroche non hanno rispettato n la vita, nla libert delle persone, n i beni persoddisfare la loro vendetta o la lorocupidigia. (5)

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    28/127

    28 - Treni sorvegliati

    Il primo maggio 1876, CamillePelletan afferma che la storia dellaComune ancora tutta da scrivere.Contro la storia ufficiale che riducela Comune a un complotto o a unaffare di brigantaggio, giunto il mo-mento di ridarle un veridica dimen-sione di rivoluzione politica. Clemen-ceau, il 16 maggio 1876, propone unnuovo esposto alla Camera. Elenca le

    cause che spiegano la rivolta del 18marzo: Parigi stata vittima dellIm-pero che ha privato la citt delle suefranchigie, ha sollevato la provinciacontro la citt rossa; Parigi stata vit-tima della guerra, poi del governo del4 settembre che si rifiutato di schie-rare la guardia nazionale contro ilnemico, Parigi stata vittima della

    capitolazione - tradimento dopo isacrifici dellassedio; Parigi stata vit-tima dei monarchici che non la rico-noscono come capitale. Per Clemen-ceau colpevole la chimera di volerristabilire la monarchia alla quale ideputati di maggioranza hanno sacri-ficato la pace pubblica. (6) Nellestatedel 1876, Xavier Raspail pubblica un

    testo intitolato:Della necessit dellamnistia; denunciato per avere difeso egiustificato linsurrezione del 1871. giudicato colpevole di avere fatto rica-dere la responsabilit dellinsurrezione sullAssemblea nazionale e sul governo,di aver accusato lesercito di esecuzioni sommarie. condannato.

    Per Victor Hugo largomento pi solido in favore dellamnistia restauna pagina di storia. Si rivolge ai suoi pari allAssemblea nazionale il giornoin cui lamnistia votata e respinta.

    Le amnistie sono inevitabili. Se votate per lamnistia, la questione chiusa; se voi rifiutate lamnistia la questione si apre. Vorrei fermarmi qui,ma le obiezioni vanno di buona lena. Le sento. Cosa? Amnistiare tutto? S!

    Cosa? Non solo i delitti politici, ma anche i reati comuni? Io dico di s! Mi sirisponde Giammai! Signori, la mia risposta sar breve, sar la mia ultimaparola. Mi accingo semplicemente a sottomettervi una pagina di storia. Poideciderete.

    La pagina di storia a cui si riferisce non riguarda solo quella dellaComune, ma quella dellImpero e del colpo di stato.

    Venticinque anni or sono, un uomo insorgeva contro una nazione. Ungiorno di dicembre, o meglio, una notte, questuomo incaricato di difenderee salvaguardare la repubblica, la prendeva alla gola, la scaraventava a terra,

    la uccideva, attentato che il pi grave crimine della storia. Nel corso diquesto attentato (...) questuomo e i suoi complici commettevano innumere-voli crimini comuni. Lasciate scorrere la storia (.. .) Furto a mano armata,subornazione, vie di fatto contro magistrati, arruolamenti, distruzioni di edi-fici, omicidi. E aggiungo contro chi fu commesso questo crimine? Controun popolo. A vantaggio di chi? A vantaggio di un uomo. Venti anni dopo unal-tra scossa, lavvenimento dei cui strascichi vi occupate oggi, ha sconvoltoParigi. (...) Parigi usciva da un assedio stoicamente sopportato, aveva patitola fame, il freddo, il carcere (...) ma aveva salvato lonore della Francia. Per-

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    29/127

    deva sangue ed era felice. Il nemicopoteva farla sanguinare, ma solo iFrancesi potevano ferirla, e lo fecero,le tolsero il titolo di capitale di Fran-cia; Parigi non fu pi la capitale che...del mondo. Allora la prima citt volleessere almeno pari al pi umile deivillaggi, Parigi volle essere unacomune. Da l rabbia, scontro.

    Victor Hugo compara le azioni

    delittuose del 2 dicembre e quelle del18 marzo affermando che questi fattisi spiegano uno con laltro.

    Afferma che rispetto alla sto-ria, la giustizia avrebbe dovuto essere clemente con la popola-zione disperata e febbrile e severa con il miserabile principeavventuriero ben pasciuto e sempre affamato.

    Signori, ascoltate la risposta della storia, il palo desecu-zione di Satory, Nouma, diciottomilanovecentoottanta condan-

    nati, la deportazione pura e semplice, i lavori forzati, il bagnopenale a cinquemila leghe dalla madre patria: ecco in che modola giustizia ha punito il 18 marzo, ma che ha fatto la giustiziariguardo al crimine del 2 dicembre? La giustizia gli ha prestatogiuramento (...) per il 2 dicembre, ci insisto, dire che rimastoimpunito ridicolo, esso stato glorificato, non stato subito, maadorato passato alla condizione di crimine legale e intoccabile.

    Questa nuova scrittura della storia mira a mettere inluce la nozione dellequilibrio della giustizia annodando fili

    Solo lamnistia plenariacontiene abbastanza pacificazione

    per cancellare il passato.In politica una una norma per eccellenza.

    Si alzato un vento fatale;si insinuato nelle anime,

    alcuni sfortunati ne sono stati trascinati.Voi li avete arrestati, voi li avete puniti...

    Vi si chiede per essi la grazia,ma pi che la grazia, lamnistia.

    Per una grande colpa necessario un grande oblio.

    Victor Hugo(Seduta al Senato del 28 febbraio 1879)

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    30/127

    30 - Treni sorvegliati

    che sono eminentemente politici.Con queste argomentazioni

    lamnistia diventa una scommessarepubblicana, in cui si tratta, rispettoalla storia, di non sbagliarsi di nemicoe di reinserire contro limmaginariodellImpero coloro che hanno chiara-mente agito in favore della libert. Sitratta di uscire dalle reciprocheaccuse di delitti comuni portate

    allestremo in lunghi paragrafi che quinon riportiamo, ma che dimostranocome da quel tipo di gioco, nessunodiventer migliore.

    La scrittura della storia propo-sta da Victor Hugo consiste piuttostoa rimettere in campo gli obiettivi diuna guerra civile tra repubblicani euomini che hanno accettato la morte

    della Seconda Repubblica. Le argo-mentazioni storiche sono quindiargomentazioni politiche in cui la giu-stizia penale ordinaria non ha nessunruolo. Si tratta dopo una giustizia diemergenza di trovare le misure di cle-menza per realmente passare uncolpo di spugna su questa terribilevicenda della guerra civile.

    Un compito che ci incombeCon le lotte armate degli anni Settanta, abbiamo assistito alla stessade-politicizzazione dei crimini, ma in un modo pi complesso: si comin-ciato prima con il definirli reati comuni per arrivare infine a tacciarli di cri-mini contro lumanit. Bisogna dunque ridare una dimensione politica allin-tera vicenda, dimostrare che questo balzo nella lotta armata non n uncrimine contro lumanit, n un reato comune.

    Questa analisi storica che suppone di modificare il quadro tempo-rale, di comprendere la repressione che precede la presa delle armi, di capirecosa si intenda quando si parla di guerra civile di bassa intensit, appena

    cominciata nelle universit.Non bisogner rinunciare di fronte ai fautori della vendetta e del risen-

    timento, alla possibilit di una verit storica che permetterebbe di compren-dere il valore di una autentica politica di clemenza a favore dei detenuti, degliestradati, dei rifugiati, ma anche a favore della democrazia.

    La democrazia ha tutto da guadagnare da questa clemenza. Ricono-scerebbe in essa il proprio fondamento politico pi che giuridico. Mostrerebbeche, fedele al progetto dei Lumi, essa il sistema di governo capace di con-trollare la crudelt del proprio potere esecutivo facendo uso di prove di cle-

    menza. Mostrerebbe in fondo di non confondere lumanesimo con una sem-plice salvaguardia dei corpi, ma di essere in grado di ammettere che esistanoperiodi storici nei quali i valori umanisti possono portare a mettere in peri-colo il proprio corpo e quello del nemico.

    Parigi, dicembre 2007

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    31/127

    Treni sorvegliati - 31

    *Sophie Wahnich, professore di Storia,ricercatrice al Laios,CNRS.Fra le sue opere Unehistoire politiquede lamnistie, Paris, Puf2007,La longue patiencedu peuple, 1792,Naissance de laRpublique, Paris,Payot 2008.

    (1) Victor Hugo,Actes etparoles pour lamnistiedes Communards, 1876.

    (2) Alle Fosse Ardeatine,a Roma, il 24 marzo1944, i nazisti fucilarono335 ostaggi - partigiani,ebrei, detenuti politici,semplici civili - comerappresaglia per unattentato dei partigiani

    romani, avvenuto ilgiorno precedente in viaRasella, che era costatola vita a 32 SS. Ordinatoda Hitler, organizzato dalcomandante delle SS diRoma, Herbert Kappler,il massacro vide fra i suoiesecutori, lufficialenazista Erich Priebke.

    Nel 1997, egli statocondannato da untribunale italiano percrimini contro lumanit.

    (3) Le statistiche forniteda Bracci nel 1947confermano questaimpressione: dei 7061politici amnistiatisecondo gli articoli 1 e2 del decreto, 153 sonopartigiani e 4129 fascisti;secondo larticolo 3 gliamnistiati sono 2973,tutti fascisti. M. Bracci,Come nacque lamnistiain Il Ponte, 1947, p. 1090.

    (4)Do You RememberRevolution? LoredanaBianconi, Belgio, 1997.

    (5) Rapporto, Paris, 28giugno 1876, p. 4594,

    citato da StphaneGacon,Lamnistie. Dela Comune la guerredAlgrie, Paris, Seuil2002, p. 63.

    (6) Clemenceau citatoda Stphane Gacon,op. cit., p. 65.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    32/127

    32-

    Treni sorvegliati

    fonde il proprio diritto come una preda faticosamente conquistata. Ciascunofa le sue vendette in nome del diritto. Com possibile passare da questo statodi guerra civile fredda ad uno stato di pace? Come spezzare il cerchio di que-sta ingiustizia prepotente e micidiale? Come mettere fine, una volta per sem-pre, alla guerra civile fredda?

    ... [Una prima] risposta semplice: tutto si risolver con la distruzionedellavversario... Questa una delle due soluzioni per mettere fine alla guerracivile fredda, la soluzione pi crudele. Ma se non troviamo la forza e lonestper adottare la seconda soluzione, inevitabilmente prevarranno i propositi didistruzione. Questa seconda soluzione possibile solo per chi capace didimenticare.

    Nella storia dellumanit tutte le guerre civile che non sono terminatecon la distruzione totale dellavversario, si sono concluse con unamnistia. La

    parola amnistia significa dimenticanza, e non solo dimenticanza, ma anchesevero divieto di vendetta e per richieste i risarcimento. La parola amni-stia appare per la prima volta nel linguaggio umano dopo una terribile guerra,dopo la guerra del Peloponneso, che fu una guerra fraterna combattuta quat-trocento anni prima di Cristo tra stirpi e citt greche. La rivoluzione inglesedi Cromwell si concluse nel 1660 con una legge di indennizzo e di dimenti-canza, lIndemnity and Oblivion Act. In Inghilterra vige ancora oggi una leggedel 1495 di cui probabilmente gli inglesi si sono dimenticati, giacch da secolinon conoscono pi gli orrori di una guerra civile. Ma questa legge ancora

    A poco a pococi rendiamo conto che il con-

    cetto di guerra ha oggi un signifi-cato sostanzialmente diverso daquello che aveva al tempo dei nostrinonni. Il concetto ha subito una tra-sformazione profonda, in cui impli-

    cito qualcosa di allarmante e di sini-stro. Oggi la guerra non pi soltantoil cozzo di due eserciti organizzati edisciplinati, non viene condotta sol-tanto con le armi militari. Gli avver-sari ricorrono a tutti i mezzi possibiliper danneggiarsi a vicenda. Ogniguerra si trasforma in guerra civile, eanche la guerra fredda diventa guerra

    civile fredda.

    ... Il contrassegno civile di que-sta guerra civile consiste in ci, chela parte vittoriosa tratta gli avversaricome criminali, assassini, sabotatori,gangsters. La guerra civile diventa, inun senso particolare, una guerra giu-sta, perch ciascuna delle parti dif-

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    33/127

    in vigore e vale la pena richiamarla alla memoria: dopo il ripristino della nor-malit nessuno pu essere perseguitato e punito per il fatto di essersi messodalla parta sbagliata.

    Amnistia dunque qualcosa di pi di un semplice condono per reatidi minor rilievo. Deve essere qualcosa di pi che un atto di misericordia, quale

    non si pu pi negare a chi per anni stato tormentato e perseguitato; qual-cosa di pi che la sigaretta che offriamo al diseredato per dare a noi stessi unatestimonianza del nostro buoncuore. La guerra civile fredda non pu finirea cos buon prezzo.

    Ora che tante parole, idee ed istituzioni sono state adulterate e avve-lenate, dovremmo preoccuparci almeno di non dimenticare il significato dellaparola pace. Lamnistia non soltanto un atto con cui si alleggerisce il far-dello dellamministrazione giudiziaria dello Stato. E un atto con cui invitiamo

    gli altri e noi stessi a dimenticare. Chi riceve lamnistia, deve anche conce-derla; e chi la concede, deve sapere che la riceve a sua volta dagli altri. Cer-chiamo almeno di mantenere puro il ricordo di questultimo avanzo Della giu-stizia divina, affinch non scompaia nelloblio anche lestremo ed unico mezzoper mettere fine in maniera umana alla guerra civile fredda.

    Carl Schmitt,

    La Guerra Civile Fredda (1949),

    inLunit del mondo e altri saggi,

    Pellicani, 1994, pp. 299-301

    Treni sorvegliati - 33

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    34/127

    34 - Treni sorvegliati

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    35/127

    Treni sorvegliati - 35

    Paura: il sentimento pi universale e pi celato, la cattiva consigliera, diventata idea politica.

    Di tutti i sentimenti individuali e collettivi quello che si straordinariamente amplificatoallinizio di questo secondo millennio insinuandosi nei meandri di un mondo globalizzato.

    Diversamente dal passato non sembrano necessarie bombe o stragi,basta agitarne lo spauracchio, la paura solo il passato travestito da futuro.

    Ci si trova spinti a forza in un universo infantile, tornano a galla paure inconsulte e incontrollabili.

    Presi da questa funesta manipolazione, si teme un futuro che solo una memoria strangolata.La paura diventata lautentica forma a priori di ogni percezione.

    La paura un assassinio commesso in una stanza che si crede chiusa dallinterno,quando invece essa aperta sul passato di ciascuno.

    La paura strumento di potere per eccellenza.

    In nome della sicurezza si ridisegnano i giochi politici, si limitano i diritti, si manipola linformazione,si influenza lopinione pubblica. Ci dipingono addosso una particolare rappresentazione di noi stessi.

    La paura una posta politica decisiva.

    La capacit di fare paura corre diritto al dominio teologico-politico, inscindibile da quello economico.

    Si tiene in pugno un individuo con i debiti, la precariet, il mutuo della casa e tutto il resto.Si spaccia un obiettivo particolare come fosse di interesse generale,

    lasciando sempre planare sui dubbiosi una minaccia di esclusione.

    In effetti bisognerebbe dare il potere a quelli che non lo vogliono.

    Ripigliamo il bambino, ridiamogli voglia di ridere di un riso dissacrante.Il tempo di mostrare la lingua a tutti quelli che comandano.

    Vogliono farci credere che dobbiamo avere paura,lunico modo di scompaginare le carte non averne.

    Vogliono farci

    credere che

    dobbiamo avere

    paura, lunico

    modo di

    scompaginare

    le carte

    non averne.

    La societ della paura - aforismi

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    36/127

    36 - Treni sorvegliati

    Nella vita delluomoper ogni cosa c il suo momento,per tutto c unoccasione opportuna.

    Tempo di nascere, tempo di morire,tempo di piantare, tempo di sradicare,tempo di uccidere, tempo di curare,

    tempo di demolire, tempo di costruire,tempo di piangere, tempo di ridere,tempo di lutto, tempo di baldoria,tempo di gettar via le pietre,tempo di abbracciare, tempo di staccarsi,tempo di cercare, tempo di perdere,tempo di conservare, tempo di buttare via,

    tempo di strappare, tempo di cucire,tempo di tacere, tempo di parlare,tempo di amare, tempo di odiare,tempo di guerra, tempo di pace.

    ECCLESIASTE III, 1-8

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    37/127

    Vigevano,Madonnadella Neve A

    .L.BRICCHETTI

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    38/127

    esilio

    Antonio,

    Sergio,

    Dadi,Paolo,

    Ce

    sare,

    Marinaeglialtri.

    ..

    38 - Treni sorvegliati

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    39/127

    EsilioPino Cacucci*Volevate che scoprissi chi rubava i sacchi di

    cemento dal deposito. Eccovi i risultati. Che altro videvo dire? sbott Mastruzzi unendo le mani comequelli che pregano.

    I muratori rimasero in silenzio, guardandosi l'un

    l'altro. Poi uno dei pi giovani si tolse il berretto e sidiede una grattata alla nuca, sollevando un pulviscolodi calcinacci. E borbott:

    Insomma, signor Mastruzzi... noi l'abbiamo inca-ricata di indagare su quel cemento sparito. E lei civiene a dire che non c' nessun furto, perch i sacchili imboscherebbero prima ancora di arrivare qui...

    Mastruzzi fece una smorfia paziente e si decisea tirare fuori una busta con delle fotografie. Le con-segn al muratore, che prese a scorrerle passandoleai compagni. Emb? chiese alla fine, cirncondatodagli sguardi interrogativi degli altri . Mastruzzi siaccese una sigaretta, e spieg: Il direttore dei lavorisi sta facendo ristrutturare una casa colonica, unrudere che ha pagato quattro soldi. Per continuarea risparmiare, storna un po' di materiale da questocantiere. Tutto qui.

    Un altro muratore, un tipo massiccio e tarchiato,

    afferr le foto dalle mani del giovane e mormor conuna vociaccia raschiosa: Storna, eh?.

    Gi, fece Mastruzzi annuendo. Storna, storna.Le facce dei sei lavoratori bianchi passarono dallo

    stupore allincazzatura violacea. Il settimo, un sene-

    galese che non poteva cambiare colore in base agliumori, era l'unico sorridente: e aveva una dentaturacos bianca da far aumentare il nervoso dei presenti.

    Che minchia ridi? lo apostrof uno.Perch avete pensato tutti che fosse il negro cat-

    tivo, a rubare, rispose quello, e adesso sono conten-tissimo del risultato conseguito dalle indagini del quipresente signor Mastruzzi.

    Il quale signor Mastruzzi rimase a fissarlo perun po, stupito dal fatto che il senegalese parlasse l'ita-liano pi forbito e con meno accento di tutti; forseera uno studente di lingue prestato temporaneamenteall'edilizia. Il tipo tarchiato agit le foto rischiando diaccartocciarle, e imprec tra i denti: Quel gran figliodi una busonazza, ma se proprio lui che ci ha minac-ciato di licenziamento per quegli ammanchi! Micapossiamo denunciarlo, senn quello chiude e il lavorofinisce per tutti . Un altro, scuotendo la testa,

    Treni sorvegliati - 39

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    40/127

    aggiunse: E noi, fessi, abbiamo pure fatto una col-letta per pagare un investigatore...Mastruzzi tir una boccata di fumo, che gli usc

    dalle narici mentre diceva: Lasciate le cose comestanno. Non licenzier nessuno, era solo una sparataper pararsi il culo. Comunque, voi tenete le foto dellasua casa di campagna, dove compaiono i sacchi e lealtre cose sparite dal cantiere. Se dovesse davvero cac-ciare qualcuno, fategliele vedere e ditegli che i negativistanno al sicuro.

    Tra i muratori si diffuse un mugugno di rifles-sione. Poi il pi giovane si consult con un giro diocchiate, e alla fine tir fuori dalla tasca un rotolo disoldi. Cont sottovoce mettendoli in mano aMastruzzi, carte da dieci e da cinquanta, fino a quat-trocentomila lire. Mastruzzi rifece il conto, ferman-dosi a duecento. E restitu la met al tipo, dicendo:Visto che tutto resta come prima, e il cemento chevolevate recuperare meglio lasciarlo dov'... allora giusto dividere a mezzo anche la sfiga.

    Allontanandosi dal caseggiato in costruzione,inciamp in un ferro ritorto e si strapp un calzino.

    Gli sfugg uneruzione di bestemmie da smuo-vere le nuvole sotto i piedi ad almeno quindici santi;e si stava ancora massaggiando la caviglia, quandosi accorse che un uomo lo osservava sorridendo,

    standosene seduto su una pila di mattoni dietro unabetoniera. Lo riconobbe, era Giustino, uno cheveniva a giocare a tressette nel suo bar al sabatopomeriggio. Teneva una lettera in mano, e sembravaindeciso se riprendere a leggerla o metterla via.

    Mastruzzi si avvicin, gli chiese:E tu che ci fai, qui?Il mio mestiere, rispose laltro. Tu, piuttosto...Mastruzzi abbozz un cenno evasivo, e intanto

    gett unocchiata alla lettera, che Giustino riprese

    a scorrere facendogli segno di sedersi. Quando arrivai saluti aveva gli occhi lucidi, e dopo averla ripie-gata con cura la mise in una tasca interna della tuta,per poi soffiarsi rumorosamente il naso.

    E di tuo figlio? chiese distrattamente Mastruzzi,guardando da unaltra parte.

    Giustino annu, aspettando di ritrovare la voce.E prese dalla sportina del pranzo il cartoccio di mor-tadella, i panini, il fiasco e i bicchieri di carta. Passa Mastruzzi prima il vino e poi il pane, invitandolocon un gesto sbrigativo ad arrangiarsi da solo perquanto riguardava la mortadella.

    Dopo i primi bocconi, Giustino si schiar la gola.Ha compiuto trentotto anni il mese scorso,

    disse guardando verso la pianura irta di gru e impal-cature. E sta a Parigi da quindici anni. Adesso fa ilmanovale... Con una laurea impasta il cemento comelo impasto io da una vita.

    esilio

    40 - Treni sorvegliati

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    41/127

    Treni sorvegliati - 41

    Mastruzzi gli riemp il bicchiere, e bevvero insilenzio. Il figlio di Giustino si era preso una con-danna negli anni 70 per banda armata e associa-zione sovversiva. LItalia lo considerava un latitante,e la Francia un esule politico, con tanto di nome nel-lelenco telefonico di un sobborgo di Parigi.

    Se si faceva arrestare, a questora magari stavafuori, aggiunse fissando il panino che aveva in mano.

    Non credere, disse Mastruzzi ce ne sonoalmeno duecentottanta ancora in galera, che pagano

    la colpa di non aver chiesto scusa.Ma mio figlio non ha mai ammazzato nessuno,

    fece laltro voltandosi di scatto.E che vuol dire? Sai quanti ce ne sono che hanno

    ammazzato, e poi... un bel pentimento, e via.Non centra niente la differenza tra chi ha spa-

    rato e chi no. Conta solo il non aver rinnegato sestessi e gli altri...

    Giustino ripose il mezzo panino nel cartoccio; glisi era chiuso lo stomaco.

    Pure a mio figlio lha denunciato un pentito.Concorso morale, gli hanno dato. Cio, come direche lui sapeva che il tizio, prima di pentirsi, avevaammazzato uno. Cos il tizio libero, e mio figlio stal. Non ci capisco granch, ma pare che in Francianon le riconoscono, queste faccende delle leggi spe-ciali italiane e i concorsi morali e tutta la schifezzadei pentiti... Per una gran vita di merda, che fa

    lass, perch a lungo andare non poi tanto megliodella galera, sto esilio...

    Mastruzzi si riemp la bocca di pane e mortadella,perch non sapeva cosa dire a Giustino.

    Pensava allamnistia che prima o poi i politicantisi sarebbero dati per assolvere se stessi dallaverridotto lItalia come era ridotta, pensava a quelragazzo ammazzato in via Mascarella nel 77 e aitanti altri sparati nella schiena, per i quali nessunoera finito mai in galera.

    E pensava che, tra carceri speciali ed esilio, quelladisgraziata generazione aveva pagato abbastanza perla colpa di essere troppo sensibile alle delusioni deipadri partigiani.

    Giustino si alz imprecando contro lorologio asalut frettolosamente Mastruzzi.

    Se tardo cinque minuti, il capo mi toglie mez-zora di paga, disse raccattando di corsa gli avanzi.Trotterellando verso il cantiere, aggiunse: Tanto,ormai, fanno quello che vogliono.

    * Tratto da Mastruzzi indaga.

    Piccole storie di civilissimi bolognesi

    nella Bologna incivile e imbarbarita.

    Pino Cacucci - Feltrinelli 2002.

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    42/127

    26anni fa. Gli amici italiani, come li chiamano gliamici francesi, si riuniscono tutte le settimane nellasala piena di fumo di un vicolo parigino. Hanno creatounassociazione detta Lassociazione. Discutono, si

    insultano, litigano. Per gli scampati allarresto in Italia, ildilemma non di facile soluzione. Come ottenere asilo in Fran-cia? Bisogna dare il proprio nome alle autorit francesi, conse-

    gnarsi alla loro volont?Alcuni lo giudicano un tradimento; altri, senza pi voglie,

    puntano solo a rifarsi una vita. Capita che si arrivi alle mani.Chi si ricorda quei tempi, sa quanto deve ad Antonio Bel-

    lavita, il BellAntonio.Bisognava vederlo, duro, furente, brutale, crudele,

    imporre una soluzione politica, a suo giudizio la sola valida.Ormai da tempo ci sta pensando e apre trattative. Non monta sultavolo per parlare. La sua voce e la sua vita sono fattori cheimpressionano. La sua autorit indiscussa.

    Gli amici italiani lo sanno. A lui devono la loro libert.Senza di lui, la loro fuga sarebbe stata inutile. O quasi. il primoa sbarcare in Francia nel 1974, molto prima dellomicidio Moro,molto prima di altre derive. Ma anche lui un ricercato. Il suofascino, la sua intelligenza, la sua generosit, la sua seduzionegli aprono molte porte. Gi allora.

    Ai suoi amici francesi, fissa appuntamenti misteriosi. necessario trovare un posto, una camera, un nascondiglio per

    Al BellAntonioDominique Simonnot,

    per anni giornalista a Libration,lavora attualmente al Canard Enchain.

    esilio

    42 - Treni sorvegliati

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    43/127

    quello o per quellaltra.Se cerano arresti, Antonio non si tirava indietro. lui

    che contatta gli avvocati. I migliori. Dei principi del foro. luiche al sommo vertice dello Stato socialista di allora ha intessutoi legami che porteranno alla liberazione degli amici.

    lui che senza sosta, senza mai risparmiarsi, ha nego-ziato, discusso, convinto. Lasilo in Francia in cambio dellab-

    bandono definitivo della lotta armata. Il messaggio passa dalvertice dello Stato alla sede dellAssociazione: nulla sar possi-bile senza una totale trasparenza. Bisogna stilare una lista, darenomi, date e luoghi di nascita.

    Oggi qualcuno si vanta ancora di averlo chiamato tradi-tore. Poveri coglioni!, diceva sprezzante il BellAntonio. Glialtri, molti, la maggioranza, gli votano una sorta di adorazione.

    Ma anche gli amici francesi sanno quanto gli devono.Incontrare Antonio stata una fortuna. Incarnava les-

    senza stessa dello spirito paradossale. Mai che le sue reazionifossero prevedibili. Appoggiavamo una lotta pensando di tro-varlo daccordo, lui alzava le spalle cretini!. Criticavamo unacausa che ci sembrava lo avrebbe fatto inviperire, lui lanciavafulmini contro gli imbecilli, che sbagliano sempre di campo.

    nei giornali che ha esercitato il suo talento, o meglio lasua arte. A Libration e in molti altri ovviamente. Come a LAu-tre Journal: il mio giornale non sarebbe mai stato quello che stato senza Antonio, ripete spesso il suo amico Michel Butel. E

    dovreste ascoltare Driss El Yazami, compagno davventura diSenza Frontiere a Baraka e della prima grande esposizione sul-limmigrazione in Francia. Driss ha redatto un testo per la mortedi Antonio. con questo rifugiato atipico che il rifugiato cheio ero ha anche imparato che gli statuti, le radici, le convinzionivalgono solo se sono proiettate sul palcoscenico del mondo, ali-mentate damicizia e da quegli scambi, da quelle digressioni di

    cui possedeva il segreto. Come quella volta, un ricordo fra i tanti,quando ha commentato, a cose fatte, la mia scoperta degli affre-schi del Beato Angelico nel convento San Marco a Firenze, rive-stendo ancora una volta quella sua capacit di passare il testi-mone che gi mi manca.

    Ancora paradossi. Lui che a volte schiumava di collere rab-biose ed ingiuste, non perdonava labbandono di un amico. Luiche passava per un duro, era capace di commuoversi guardandoE.T., il piccolo mostro extraterrestre, dintenerirsi per un vec-chio cane. E se da una parte non sopportava pietismo e buoni sen-

    timenti, era pronto a dare tutto per degli amici in difficolt... Inquesti ultimi anni, alla notizia di un compagno arrestato, si pre-cipitava ancora dagli avvocati. Come prima. Come sempre.

    Lui che durante tutta la vita ha lottato per la libert,sognava di viaggiare e non poteva. Uno dei pochi, fra tutti quelliche aveva aiutato, a non avere documenti, a non avere il passa-porto. Non li ha mai avuti. Salvo alla fine, poco tempo primache la malattia lo soffocasse del tutto...

    Treni sorvegliati - 43

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    44/127

    ... si muore in esilio.O di esilio.

    Vi ricordatedi Sergio e Dadi?

    Per pap, Dego, Zancan e Guidetti Serra.Alcune premesse, prive di rilevanza per il processo, ma utili spero per com-

    prendere il mio punto di vista rispetto: processi, difesa, dichiarazioni...

    La norma morale molto pi vasta di quella giuridica e moltissime cose: la piet,

    la liberalit, la umanit, la giustizia, la fede, non si trovano nelle tavole della legge...Personalmente non credo ai processi e non credo alla giustizia (neppure ad

    una giustizia proletaria che non sia espressione del superamento dei rapporti diforza) che si esprime attraverso le leggi e i codici, i tribunali e le condanne. Que-

    sta giustizia semplicemente una necessit storica di difesa di ci che gi c e di

    ci che ancora non . Con questo non voglio negare limportanza della necessite delle sue implicazioni ideologiche, ma voglio piuttosto sottolineare la mia estra-

    neit mentale a questo momento della vita sociale. Credo che il processo sia un

    momento in cui parte della societ (piccola o grande non interessa) esercita forzasu uno o pi individui in nome di un principio o legge che appare trascenderla.

    solo la forza della societ che giudica. Ora, nel momento stesso in cui viene isti-tuito il processo, il gioco, in un certo qual senso gi fatto e segue il suo corso.

    Il processo un momento di debolezza e di dipendenza storico per laccu-

    sato e la parte che rappresenta, difficile quindi poterlo anche solo lontanamente

    pensare come momento di forza o luogo dove pu essere applicato altro che il rap-porto di forza dato. N credo che il tribunale sia il luogo per far sentire la pro-

    pria voce, visto che ci arriva gi soffocata e manipolata.

    Credo che limputato (lasciato inalterato quanto sopra detto) debba e possa

    Lettera dallesilioAlessandra DAgostini* Parigi 1984

    Testo tratto da Progetto memoria.Sguardi ritrovati, Sensibili alle foglie,Roma 1995.

    esilio

    44 - Treni sorvegliati

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    45/127

    essere difeso in modo tecnico perch penso che allinterno di ogni linea di ten-denza ci siano e si sviluppino delle contraddizioni e con esse si aprano spazi e pos-

    sibilit che possono essere utilizzati. (Ogni societ per applicare la giustizia pre-

    tende di provare i reati).Mi oppongo al fatto che oggi gli avvocati siano costretti ad avvalersi, pur

    difendendo tecnicamente gli imputati, di dichiarazioni che finiscono per valere

    molto pi di unottima difesa. Sono contraria perch si ritorna in un ambito poli-tico che lo stesso ambito che laccusa aveva a suo tempo rifiutato e che ora impone

    in modo mistificato perch di suo segno.

    In altre parole se il processo non pu essere che processo politico perch

    accettare ci che imporre la controparte? Penso che si possa essere battuti, pro-cessati, condannati, ma che non si debba mai e per nessun motivo alimentare la

    parte che ci condanna, alimentare allinverso il rapporto di forza che si stabilisceal momento del processo.

    - E inoltre -

    Sono contraria al mare di dichiarazioni che seguitano a prodursi perch inesse vedo una delle pi abili messinscena del potere, in cui lindividuo, gi privato

    della libert, e quindi in uno stato di inferiorit, viene costretto a barattare le ultime

    cose che gli rimangono.- E inoltre -

    Credo che le richieste di dichiarazioni di vario tipo siano una forma di ricatto,in quanto ciascun individuo si trova solo con la sua coscienza a stabilire il limiteoltre il quale non pu andare senza dannarsi storicamente, e fino al quale pu

    spingersi per salvarsi. Sono contraria alle dichiarazioni perch in esse non si rileva

    altro che un nuovo confine e un nuovo limite.Credo e penso che il comportamento pi serio sia, soprattutto oggi, il silenzio.

    Ora, in questo processo, con me vengono giudicati ragazzi pi o meno gio-

    vani, tutti comunque pi giovani di me e tutti in carcere.

    Io credo di trovarmi in una posi-

    zione socialmente ed esistenzialmentemolto privilegiata. Credo (vista la mia

    libert) che se su qualcuno si pu far

    pesare un po pi di responsabilit siasu di me che lo si debba fare. Invito i

    miei avvocati a tenerlo presente, li invito

    inoltre a indicarmi come farlo, sapendoche da parte mia, in questo senso, c

    una completa disponibilit.

    Chiedo inoltre agli avvocati, intermini radicali, di difendermi in modo

    tecnico, senza far appello ad alcuna

    forma di dissociazione o consimili.Mi riservo di farvi avere, al pi

    presto, un mio possibile scritto da uti-

    lizzare al processo.A Dego e a pap mando un bacio

    grosso grosso. Vostra Dadi. Alla Guidetti

    Serra e a Zancan la mia stima.

    *Alessandra DAgostini, nata a Torinoil 10 luglio 1947, insegnante, viene

    inquisita il 12 marzo 1984 perBrigate Rosse - Partito della Guerriglia.

    Si sottrae allarresto e va in esilioa Parigi. Arrestata in Francia

    il 20 settembre 1985, poi rilasciata,muore a Parigi nellagosto 1994.

    Treni sorvegliati - 45

  • 8/10/2019 AA.VV. - Treni Sorvegliati

    46/127

    sempre cos, non si riusciva mai a prendere accordi precisi, ti capitava persino di

    restare ore e ore nel bar dove vi eravate dati appuntamento, per poi riuscire a incon-trarvi ormai sfiduciat