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aab - vicolo delle stelle, 4 - bresciadal 13 marzo al 7 aprile 2010orario feriale e festivo 16,00 - 19,30lunedì chiuso

COMUNE DI BRESCIAPROVINCIA DI BRESCIAASSOCIAZIONE ARTISTI BRESCIANI

mostra a cura di Marcello Riccioni

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Dietro il colore. Il “maestro” non pittore.Motivazioni e scelte

La rassegna dedicata all’incisione si riferisce essenzialmente ad artistiche a questa tecnica hanno dedicato il loro spazio creativo. Non pittoriincisori quindi, sebbene sappiamo come la maggior parte degli artisti,soprattutto nel Novecento, si sia cimentata nel tentativo di raggiungereeffetti e visioni che al colore non sono date. Sappiamo anche che tutte letecniche calcografiche sono state altresì utilizzate proprio per ottenereil “multiplo”, la sequenzialità di una immagine economicamente gestibile.Tale non è il caso degli artisti presenti in questa rassegna sull’incisionebresciana. Le opere esposte contengono, sia nel segno tradizionale sia inquello più moderno, il lavoro decennale di sperimentazioni e visioni.Non sempre, nella conclusione della lastra, esse trovano la giustacorrispondenza. Incidere significa proprio vivere in una visione“rimandata”, non concretizzabile nell’atto del segno. Il segno è solol’incipit di una speranza che poi, in un secondo momento, saràconcretizzata dal torchio: il pensiero di ogni incisore deve manifestarsinella capacità realizzativa sotto la costante esigenza della pressa sulfoglio. Capolavori in bianco e nero, poesie semplici che pur noncondizionate dal colore mantengono uno strettissimo rapporto con lacomunicazione più intima. Chi incide, e che non ama chiamarsi pittore,conosce in primis il suo rapporto con la punta e la lastra. È ancoraquell’arte dove si riconoscono l’artefice e l’esecutore, sebbene esigenzedi produzione abbiano condizionato a tal punto l’incisore, o l’inciditrice(G. Testori), che oltre a segnare la lastra si produce la stampa. Gli artistiscelti, tra giovani presenze e “antichi” maestri, rappresentano questomondo ideale; questo antico motivo di produzione dell’immagine che hasempre trovato la forza nel rinnovamento del gesto, del segno e anchedella tecnica. I lavori prodotti sono acqueforti, acquetinte e anchepuntesecche, e non sperimentazioni di materiali oltre la lastra di rame odi zinco.

Marcello Riccioni

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Oltre la pittura.L’incolore inciso

«È una esigenza quella di dipingere col nero, non uncapriccio dell’anima. In tutta l’opera incisa sussisteuna formula poetica ingigantita dalla fatica. Chi cercaincide ogni segno del suo regno. Così, evapora dalfoglio la forza dell’immagine.»

Immagino insistentemente l’occhio di chi scruta un foglio inciso e cercasenza conoscenza la tecnica con la quale è stato risolto. Non finisco maidi imparare a fronte di una sensibilità che artisti incisori hanno cercato co-me scelta e non, come spesso accade, per utilità di riproduzione. Duplica-re un quadro sembrerebbe impossibile, e certamente lo è. Al contrario, ri-produrre un foglio da una lastra è qualcosa di praticabile. Non credo chel’artista incisore, o l’artista inciditrice, non goda dell’idea che una sua im-magine possa essere riprodotta. Non credo nemmeno che chi ha sceltoquesto sistema comunicativo non soffra sulla superficie da scolpire, in mo-do chirurgico, tanto quanto un pittore che riesca ad esprimersi con il co-lore. Nell’incisione esiste un contraccolpo psicologico affrontato sia da chiosserva l’immagine nera, sia da chi con questa si esprime sulla superficieaffrontando incavi e segni, solchi e tocchi, che sulla matrice diverrannobruni. Per Mondrian il nero assumeva la carica dello spazio annullato. Ogniopera incisa racchiude una successione di cromie che dal grigio riportanoall’annullamento stesso del colore. Quel nero incarna l’opportunità di sug-gerire una possibilità pura di lettura dell’immagine. Pura perché, senza con-traddizioni, incisa. Che poi, come anche questa rassegna ci suggerisce, ilruolo dell’incisione si sia modificato è assunto indiscutibile. L’incisione nonè più abilità disegnativa intesa come riproduzione del vero. È semmai spe-rimentazione e conoscenza in evoluzione. La lastra non è solo incisa, matrattata. Il torchio non si limita a pressare, ma diviene forza attiva e de-terminante nel risultato sul foglio.In una rassegna, seppur esemplificativa e nei suoi contenuti immediata, do-vrebbe vivere l’idea di evoluzione; un movimento capace di toccare sia laparte tecnica che quella della rappresentazione di soggetti che più o me-no direttamente emergono dal foglio. In questa mostra senz’altro si respi-ra uno straordinario passaggio esistenziale dall’opera figurativa di Girola-mo Battista Tregambe ai lavori, commoventi, di Alberto Balletti. Se è veroche in pittura le scelte dello strumento comunicativo possono tra loro es-sere davvero diversificate, proprio perché aderenti a scelte stilistiche edanche di trasmissione di un certo tipo di linguaggio, così invece non è perl’incisione. E non posso qui negare come una grande evoluzione, merito

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anche di scuole extraeuropee dedite a questa tecnica, ci sia stata, malgra-do non si possa nemmeno negare che chi decide di fare incisione non puòsottrarsi ad alcuni elementi tecnici e strumenti, senza i quali verrebbe me-no tutta l’impronta realizzativa. Quindi possiamo affermare come l’incisio-ne -l’acquaforte, l’acquatinta o la puntasecca-, più della pittura, sia rimastalegata ad uno stampo tradizionale senza il quale essa stessa non potrebbevivere. E in questo emergono i confronti, le scuole, i pensieri, le decisionie i tentativi di far trasparire questo complesso mondo che inizia propriodalla fase del disegno. Ho sempre affermato che chi incide, per ovvie ra-gioni di metodo, deve saper disegnare. Un concetto ambiguo, nel XXI se-colo, in cui ogni forma di realismo, per un certo periodo, sembra esserestata sostituita dall’informe, dal segno non riconoscibile. Eppure chi si oc-cupa di tecnica calcografica non può appiattire il segno, non può togliersidalla possibilità di creare attraverso il disegno inciso. Dalle più antiche tec-niche, la puntasecca, il brunitoio, il lavis, o ancora le sopra citate acquatin-ta o acquaforte, sviluppate nella loro potenzialità ma non nella loro es-senza, si è passati a reali sperimentazioni -Hayter per esempio- in cui si ècercato di raggiungere effetti e dimensioni come nella pittura. Questo l’e-quivoco dell’osservatore, poi subito ridimensionato dal maestro incisore.Perché chi incide è maestro di un segno che è essenza. Non si capisce l’o-pera incisa finita se non si hanno reali punti di riferimento con la tecnica.Per questo bisognerebbe saper dividere i due aspetti dell’immagine al tor-chio: quello comunicativo, che parte da una scelta ideologica dell’artista, equello tecnico, che invece accomuna tutti coloro che attraverso questaabilità sanno di poter esprimere reali contenuti. Si parla di equivoco ri-guardo alla possibilità di confondere questi due ruoli, non considerando laparte tecnica che, a differenza della pittura, non può essere prescissa. A ri-prova di questo basti considerare come nella carriera pittorica di ogni ar-tista ci sia, in modo e in tempi diversi, l’esperienza calcografica. Non si cre-da che la tecnica allontani l’osservatore dallo stato emotivo. Certo è, so-prattutto oggi in cui sempre più raramente emergono artisti tecnicamen-te “düreriani”, che in un mondo realmente virtuale saper riconoscere l’a-bilità creativa, riconoscerla nei suoi reali valori realizzativi, diventa davve-ro opera improba. La differenza tra pittura e incisione si gioca proprio at-torno al ruolo del colore. Annullare quell’aspetto evocativo e riuscire amantenere l’enorme formula comunicativa (nelle opere di questa esposi-zione anche esistenziale) credo possa essere un plusvalore.Più che in pittura, dove si celebrano nozioni di carattere internazionalepur rimanendo all’interno di un provincialismo che accontenta i pochi, l’in-cisione bresciana riesce ancora a respirare qualcosa di “alto”. E questocertamente è dato dal contributo tecnico. La capacità realizzativa di un se-gno non casuale è alla base di una dimensione che rende l’arte universale.Se a ciò, poi, assommiamo la possibilità di evoluzione della forma, come in

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alcune carte si evince, ecco che l’incisione può davvero, e non solo in am-bito locale, di gran forza superare il mondo della pittura. Affermo ciò, nontanto perché mi sia utile avendo qui racchiuso una serie di lavori, quantoperché credo che proprio da questa tecnica l’artista possa riavvicinarsi almondo del disegno. È imprescindibile delineare un rapporto, quello trapubblico ed artista, che ha subìto una forte rottura, o distanza, proprio perl’impossibilità di saper leggere, per ignoranza, le forti macchie di coloreespressione di sentimenti, a volte con la presunzione di cogliere l’animasenza un confronto con il segno. È impensabile credere come nell’incisio-ne venga meno il rapporto più intimo dell’artista con l’idea. In tutta l’operaincisa sussiste una formula poetica ingigantita dalla fatica. Una indagine co-stante che, pur iniziando dalla semplice considerazione del negativo comeimmagine viva, si risolve nella ricerca infinita di effetti e derivazioni del ne-ro dentro il bianco. L’incisione oggi non è solo riproduzione seriale, e nem-meno linguaggio legato alle più disciplinate e asettiche tecniche editoriali;è un linguaggio a sé, un luogo riconosciuto come possibile espressione ma-teriale di un passaggio estetico ed esistenziale.L’ordine cronologico con il quale è stata sistemata la presente rassegnasembra coincidere proprio con la consapevolezza di questa emancipazio-ne dell’arte del torchio dall’arte della pittura. Da Girolamo Battista Tre-gambe sino alle carte di Alberto Balletti, corrono le immagini scavate inuna terza dimensione cartacea di Giusi Lazzari; quelle sensibilmente ricer-cate nell’assenza di gravità, e ottenute attraverso una incredibile capacitàtecnica, di Luciano Pea; quelle più simboliche, ma reali al tempo stesso, diuna terra sempre vera di Giorgio Bertelli; sino a giungere ai segni ancoravergini di Camilla Rossi. Tutti questi artisti sono in primis incisori che spe-rimentano anche con il colore alcune formule che partono, nella loro ori-gine, dal segno inciso. Quindi nessun equivoco sulla loro produzione piùampia, sulla loro scelta di consegnare i contenuti delle loro creazioni allalastra. Ogni autore selezionato rappresenta chiaramente la pura arte inci-soria bresciana. È una scelta ideologica che travalica il senso funzionale del-la riproduzione. Sulla preferenza delle opere, invece, io stesso ho conclu-so che la scelta spettava proprio all’artista faber. Chi incide non dipinge,mentre chi dipinge, nella speranza di un ritorno alla figurazione, incide ilsegno. Sono una coscienza e una consapevolezza maggiore che fanno de-tenere a chi le raggiunge la capacità di un’evoluzione universale. Fiducianello strumento e nella tecnica, non come fine, ma come possibilità. C’èpoi un atteggiamento, significativo, che non può essere ritenuto estraneoalle considerazioni sin qui svolte: quello dell’osservatore, che deve impa-rare a non scindere troppo il giudizio estetico sull’immagine dall’abilitàtecnica che concede all’immagine stessa di poter arrivare fino a noi. L’os-servatore non può escludere dal suo giudizio il fattore riproduttivo facen-do così cadere ogni elemento di valore di un foglio inciso. Oltre la ripro-

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duzione manuale (la tiratura), che consente ai più di fruire di un’unica im-magine, vive il fatto oggettivo dell’unicità. Ogni “calco” assume una vitapropria. Se concediamo al foglio inciso questa peculiarità, vedremo alloracome si possa allargare il giudizio anche al suo valore economico. È statopoi un errore storico attuare la possibilità di ripetere all’infinito un con-testo figurativo. Si tratta di un eccessivo contributo all’immagine da salot-to, oggi rubata da stampe e finte, quanto virtuali, icone, che personificanol’incapacità critica di chi, di fronte ad esse, trova soddisfazione visiva.

Marcello RiccionI

Gli artisti e le opere

GIROLAMO BATTISTATREGAMBE

Il vero«Ci vogliono tutti i sensi per determinare concretamente il vissuto.Per questo il percorso figurativo di Tregambe oscilla tra la soffe-renza del gesto pacato e l’immortalità dell’immagine che da quel ge-sto scaturisce […]. Il tempo della lettura è lungo ed impegnato. Sidistinguono anche le minime dimensioni, misure, esistenze che ilNovecento ci ha insegnato a cogliere come qualcosa di metafisico.Qui il tempo, che invece ritorna nella sua superba presenza, divienespettatore di una stagione che fissa i presupposti di una costantetrasformazione. Non esiste nell’opera di Tregambe l’età dell’uomo.Non vi è inclusa figura che possa determinare una seppur minimaproporzione con il mondo della natura. Il tempo, nell’opera incisa diTregambe, diviene il lavoro e l’abbandono dei luoghi. Distanza intesacome principio di avvicinamento».

Marcello Riccioni

Melagrana aperta e nespola, 1993acquaforte, mm 190x245

stampata con torchio personaletiratura: 35 esemplari numeri arabi; X numeri romani

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Cesto con frutta “Omaggio a Caravaggio”, 1996acquaforte su lastra di zinco, mm 245x310

stampatore: Linati, Milanotiratura: 50 esemplari numeri arabi; XV numeri romani

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Fiori d’inverno. Brinata, 2000acquaforte su rame, mm 190x355

stampatore: Linati, Milanotiratura: 50 esemplari numeri arabi; XV numeri romani

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Autunno. Le fascine, 2001acquaforte su rame, mm 290x555

stampatori: Linati, Milano; Residori, Milanotiratura: 60 esemplari numeri arabi; XV numeri romani

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Grande gelso, 2001acquaforte su rame, mm 490x420

stampatore: Linati, Milanotiratura: 40 esemplari numeri arabi; X numeri romani

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Mattino d’inverno, 2005acquaforte su lastra di rame, mm 315x560stampatori: Linati, Milano; Sartori, Mantova

tiratura: 40 esemplari numeri arabi; XV numeri romani

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Corsa contro il tempo (Bicicletta), 2009acquaforte su lastra di rame, mm 245x335

stampatore: Maurizio Scotti, Fornovo San Giovanni (Bg)tiratura: non eseguita

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GIUSI LAZZARI

L’esistenza«In Giusi Lazzari ben si coglie il segno come energia positiva, nel-l’interpretazione di un paesaggio (o meglio, di un luogo fatto “motointeriore”) come evento sorgivo, con un gestualismo segnico lega-to alla natura. Bruciando tra sé e il paesaggio, la siepe, la terra umi-da, l’acqua, affondando in essa come un’imprimitura di emozioni, fa-cendo anche delle tecniche delle matrici umide e fertili».

Fausto Lorenzi

Palude, 2005acquaforte tecnica Hayter, mm 290x210

stampata con torchio personalep.d.s., 1/1

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Oltre la siepe, 2010puntasecca, mm 495x185

stampata con torchio personalep.d.s., 1/1

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Palude, 2010puntasecca, mm 200x250

stampata con torchio personalep.d.s., 1/1

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Palude, 2002acquaforte tecnica Hayter, mm 210x270

stampata con torchio personalep.d.s., 1/1

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Vecchia siepe, 2009puntasecca, mm 260x310

stampata con torchio personalep.d.s., 1/1

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Oltre la siepe, 2009acquaforte tecnica Hayter, mm 220x310

stampata con torchio personalep.d.s., 1/1

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Siepe, 2007puntasecca, mm 110x150

stampata con torchio personalep.d.s., 1/1

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GIORGIO BERTELLI

La poesia«Una ricerca notevole, tutta interna al disegno e alla grafica, è quel-la di Bertelli, che oscilla tra il macabro e il sacro in un continuo ri-chiamo alla fragilità della vita. Con perfetta coerenza Bertelli esibi-sce feti, teschi, ostensori, reliquie, sacricuori, tutto il repertorio pe-nitenziale della controriforma, ma senza alcuno spirito devozionale,bensì con una civetteria araldica e con un ineludibile atteggiamentotrasgressivo che è tipicamente surrealista: evidenti le affinità con ilfilone mistico, o mistico-sadico, di Alberto Martini, Fieschi, Colom-botto Rosso, fuori Italia di Bellmer».

Vittorio Sgarbi

Ha la sua ora tutto (1), 1986acquaforte e acquatinta su zinco, mm 250x180

stampata con torchio personalep.d.s.

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Ha la sua ora tutto (2), 1986acquaforte e acquatinta su zinco, mm 250x180

stampata con torchio personalep.d.s.

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Paesaggi con figure assenti (1), 2006acquaforte e acquatinta su zinco, mm 245x170

stampata con torchio personalep.d.s.

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Paesaggi con figure assenti (2), 2006acquaforte e acquatinta su zinco, mm 245x170

stampata con torchio personalep.d.s.

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Paesaggi con figure assenti (3), 2006acquaforte e acquatinta su zinco, mm 245x170

stampata con torchio personalep.d.s.

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LUCIANO PEA

L’oltre«Stupisce che nel nostro tempo in cui tecnologia ed elettronicamettono a disposizione dell’artista 16,2 milioni di colori -contro latavolozza dei 94 degli impressionisti- un artista come Luciano Peautilizzi solo il bianco ed il nero ed una tecnica del tutto tradiziona-le, qual è l’incisione. Ma la cosa che maggiormente colpisce è la ri-cerca dell’abisso, consueto dispositivo del sublime che Pea ritrovanei racconti di Edgar Allan Poe, ma che rilegge attraverso uno spo-stamento di attenzione dal sublime all’epifanico. A Pea non interes-sano l’arte e la letteratura citazioniste. Egli sceglie piuttosto di ri-badire l’idea di arte come poesia ed evocazione».

Giampietro Guiotto

Linea, 2006acquaforte, acquatinta, puntasecca su zinco, mm 380x295

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Maelström, 2003acquaforte, acquatinta, puntasecca su zinco, mm 606x200

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Maelström, 2003acquaforte, acquatinta, puntasecca su zinco, mm 606x200

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Piccolo volo, 2005acquaforte, acquatinta, puntasecca berceau, lavis su zinco, mm 290x200

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Porta di terra, 2005acquaforte, acquatinta, puntasecca brunitoio su zinco, mm 870x460

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Senza cielo, 2007acquaforte e acquatinta su zinco, mm 200x590

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Et remotissima prope, 2009(il titolo è tratto da: Gabriele d’Annunzio, Notturno, 1916)

acquaforte e acquatinta su zinco, mm 370x295stampata con torchio personale

tiratura: non eseguita

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ALBERTO BALLETTI

La follia«Alberto Balletti è -anche- un incisore o meglio, come lui stesso sidefinisce, un artista anfibio. Il tormento visionario che accompagnada sempre la sua opera polimorfa sprofonda le lastre qui propostenella parossistica afonia d’una voce ai limiti dell’implosione. Abileslalomista delle tecniche miste, l’arte incisoria di Balletti è imper-meabile agli stilemi che del manierismo sono le sirene dalla voce piùseducente quanto pericolosa. Anche per questo motivo opere qua-li Scatole di carne, Corpo ex-posto e Interni in pelle mostrano il riusci-to tentativo di ri-creare una nuova fisicità che, nell’acquaforte e nel-l’acquatinta, col bianco/nero che stinge in un filo rosso sangue, si faa tratti impalpabile, spingendo il corpo a rarefarsi in un’assoluta in-corporeità. Eppure, senza consolatorie note a piè di pagina, losguardo che smarrito si avvicina alle incisioni di Alberto Ballettiverrà presto rapito dall’insopprimibile corporeità d’un segno visio-nario che, sulle ali d’un sogno mai destato, parla ancora l’universalelinguaggio dei poeti».

Cinzia Bigliosi

Vulnus (dalla serie ExPosto), 2009acquaforte, acquatinta e maniera zucchero su zinco (due matrici), mm 490x640

stampata con torchio personaletiratura: 20/20

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Estropulsa (dalla serie ExPosto), 2008acquaforte, acquatinta e maniera zucchero su zinco (due matrici), mm 490x640

stampata con torchio personaletiratura: 20/20

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Estrellare (dalla serie ExPosto), 2009acquaforte, acquatinta e maniera zucchero su zinco (due matrici), mm 270x390

stampata con torchio personaletiratura: 20/20

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Organico (dalla serie ExPosto), 2009acquaforte, acquatinta e maniera zucchero su zinco (due matrici), mm 290x390

stampata con torchio personaletiratura: 20/20

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Labbra (dalla serie Interni in pelle), 2009acquaforte, acquatinta e maniera zucchero su zinco (tre matrici), mm 240x615

stampata con torchio personaletiratura: 20/20

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CAMILLA ROSSI

La coscienza«Camilla Rossi rivela tenacia e delicatezza, con l’abilità di trasfor-mare il tema autobiografico, da diario minimo, in narrazione deglispazi e delle pulsioni del corpo e della memoria, ed è una ricercarabdomantica, basata però su tecniche incisorie lente e meticolose:evoca così un processo alchemico ricco di ritualità magica, ma è giàben attenta ad evitare un puro bagno emozionale dentro l’opera,com’era stata l’esperienza dell’informale, per cercare invece una di-stanza tra gesto e segno. Le cose “descritte”, le annotazioni di umo-ri e emozioni appaiono come circoscritte in una turbolenza biolo-gica di rispecchiamenti, flussi e scritture emotive. Camilla prova aesprimere con segni ciò che forse non si può o non si sa esprime-re per azioni. Il segno è talvolta come un insetto violento, spinato,aspro e conflittuale che lotta col fondo che pare chiuderglisi ad-dosso, altre volte come una larva che pulsa fidente di vita tra lumi-nescenze e bagliori. Queste carte vanno lette proprio nella ricercadi una precisa struttura, tra tecniche e supporti stessi, alla vita spi-rituale della materia: la memoria -del corpo, delle sensazioni edemozioni più sfuggenti- che si fa grumo, succo o condensato stre-nuo, oppure che si dilata, si scandisce sulle stratificazioni -la durata-del tempo. Il segno si offre come un seme fecondante, un flusso vi-tale, ma anche come un flebile, smarrito relitto, tra palpitare quasimedianico e resistenza vischiosa».

Fausto Lorenzi

Direzione A, 2008acquatinta, mm 250x490

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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In sospeso, 2008carborundum, mm 410x410

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Quattro dita 1, 2007acquatinta, mm 170x240

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Quattro dita 2, 2007acquatinta, mm 170x240

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Semicroci A, 2007acquatinta, mm 170x170

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Semicroci B, 2007acquatinta, mm 170x170

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Sostenuti, 2008carborundum, mm 200x300

stampata con torchio personaletiratura: non eseguita

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Biografie

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Girolamo Battista Tregambe

È nato a Brescia il 14 luglio 1937; abita e lavora a Botticino Mattina (Bs).Dopo circa trent’anni di esperienza pittorica ha iniziato ad incidere nel1986, preferendo la tecnica dell’acquaforte. Ha inciso oltre centoquarantalastre; ha stampato presso la stamperia Linati di Milano e stampa presso lastamperia Scotti di Fornovo San Giovanni (Bg). Ha all’attivo sei monogra-fie: Mario De Micheli, Girolamo Battista Tregambe. Incisioni (1986-1996),1996, Nuvolento (Bs); Mauro Corradini, Girolamo Battista Tregambe. Incisio-ni (1991-1997), 1997, Brescia; Arianna Sartori, Acqueforti (1997-2003),2003, Bozzolo (Mn); Marcello Riccioni, Girolamo Battista Tregambe. Incisioni(1998-2004), 2004, Salò (Bs); Marcello Riccioni, Girolamo Battista Tregambe,l’humus creativo. Incisioni (1996-2006), 2006, Rezzato (Bs); Marcello Riccio-ni, La coscienza del segno. Girolamo Battista Tregambe. Catalogo generale del-l’opera incisa (1981-2008), 2009, Rezzato (Bs). È presente sulle più impor-tanti riviste nazionali di grafica: «Archivio» (Mn), «Grafica d’arte» (Mi),«Graphicus» (Mi), «Punto d’ incontro» (Ch), «Non solo “Bianco e nero” »(Rg), «Stile» (Bs); inoltre nel catalogo Arte per la vita, 1993, Milano, in Ric-cardo Lonati, Dizionario degli incisori bresciani, 1994, Brescia, nel Repertoriodegli incisori italiani, voll. II, III, IV, 1997-1999, e in Aqua fortis, “Quaderni d’in-cisione”, 1999, Bagnacavallo (Ra), nei cataloghi Invenit et sculpsit e Giacarta,2001, Firenze, in Incisori moderni e contemporanei, vol. I, 1987, Mantova, inAdalberto-Arianna Sartori, L’occhio nel segno, supplemento di «Graficad’arte», n. 79, ottobre 2009, Milano, recensione del catalogo generale del-l’opera incisa. Ha partecipato alle principali rassegne di arte incisoria, ot-tenendo premi e riconoscimenti, fra cui nel 2001 il primo premio con l’ac-quaforte Il grande gelso alla I Biennale nazionale d’incisione “Giuseppe Po-lanschi”, Cavaion Veronese (Vr). Nel 2003 è risultato primo classificato perla giuria popolare con l’acquaforte Brinata (La Chiusa) alla Biennale inter-nazionale per l’incisione, Acqui Terme (Al). Nel 2005 è stato presente allamostra itinerante 100 Artisti insieme per un museo, presentata da “La regi-na di quadri” di Modica (Rg) ed allestita presso il Centro dell’incisione Al-zaia Naviglio Grande, Milano e la “Galerie Classico”, Berlino; nel 2006 allarassegna Il vino inciso. La vite, l’uva, il vino presso la Pro Loco di CustozaSommacampagna (Vr); nel 2007 a Una mostra incisa a Cassina de’ Pecchi(Mi), alla mostra internazionale Arte è passione, curata da Tino Gipponi, conpresentazione e menzione di Vittorio Sgarbi, con l’acquaforte Dopo la ven-demmia. 2003, Lodi, e alla rassegna Il segno. La grafica come arte da Picassoa Morandi, con l’acquaforte Catenaccio e mele cotogne. 1995, con presenta-zione e menzione di Tino Gipponi, Maleo (Lo); nel 2007 all’esposizione Tra-me incise, a cura di Fausto Moreschi e Luciano Pea, presso l’AssociazioneArte Cultura “Piccola Galleria U.C.A.I.”, Brescia, l’Associazione ArtistiCremonesi, Cremona e Lodi; nel 2009 alla rassegna Grafica. Mirò, Braque,

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Chagall, Picasso, Morandi, Bacon e altri Maestri del Novecento, Lodi, con dueincisioni. Ha tenuto mostre personali a Palazzo Grasselli, Cremona; RoccaSforzesca, Soncino (Cr); Galleria Manini Arte, Torino; Casa degli Stampato-ri, Soncino (Cr); Castello dei Da Peraga, Vigonza (Pd); Galleria 2/E, Suzzara(Mn); Teatro Leone, Castelleone (Cr); Palazzo Cantoni Morani, Prevalle(Bs); Fondaco di Palazzo Coen, Salò (Bs); Università Aperta Vigontina, Bi-blioteca Comunale, Vigonza (Pd); Villa Fenaroli, Rezzato (Bs); Municipio diVigonza (Pd). Nel 2009 ha organizzato a Villa Fenaroli di Rezzato (Bs) lamostra La coscienza del segno con presentazione del catalogo generale del-l’opera incisa.

Giusi Lazzari

È nata a Motta Baluffi (Cr); vive e lavora a Brescia in via dei Campiani, 14.Dopo aver terminato gli studi superiori ha frequentato corsi di incisionee grafica con maestri urbinati ed ha fondato, con altri incisori bresciani, ilgruppo “L’acquaforte”. Espone dal 1978 in varie collettive e personali. Haallestito mostre in Italia e all’estero. Di lei hanno scritto: Elda Fezzi, ElviraCassa Salvi, Luciano Spiazzi, Giacomo Massenza, Fausto Lorenzi, MauroCorradini, Pia Ferrari, Murdo MacDonald, Domenico Montalto. È inseritanei volumi I, II, III e IV del Repertorio degli incisori italiani, Bagnacavallo (Ra).Ha partecipato a qualificate rassegne d’arte: XXIII Salone internazionale diGrafica, Madrid, 1978; Segni al femminile II, Palazzo Sormani, Milano, 1990;Mostra dell’artigianato artistico, sezione Grafica, Collegio Raffaello, Urbino,1991; Istituto di Cultura Italiano per la Scozia, Edimburgo, 1992; Il senti-mento delle cose. Un percorso nella grafica italiana contemporanea, Comunedi Verolavecchia (Bs), 1993; Quadri di realtà, Galleria dell’Officina, Brescia,1999; I Biennale nazionale di incisione “Giuseppe Polanschi”, Cavaion Ve-ronese (Vr), 2001; Incisori in Pinacoteca. Tre generazioni in Lombardia, Comu-ne di Bagnacavallo (Ra), Gabinetto Stampe Antiche e Moderne, 2001; Bien-nale di grafica, Premio nazionale Città di Castelleone (Cr), 2003; 18 artistibresciani guardano la Cattedrale, IV centenario della Cattedrale, Duomo Vec-chio di Brescia, 2004; Signum 4, Rassegna internazionale di incisione con-temporanea, Troina (En), 2005; Segno cercato, le radici del bene, Sale dell’Ar-senale, Iseo (Bs), 2006; Carte allagate, Sale dell’Arsenale, Iseo (Bs), 2007; Tra-me incise, Associazione Arte Cultura “Piccola Galleria U.C.A.I.”, Brescia,2007; Paesaggi dell’anima. Omaggio a Paolo VI, Chiostro di San Giovanni, Bre-scia, 2008; Carte allagate, Centro di eccellenza Polo Cartario Valle delleCartiere, Toscolano Maderno (Bs), 2008; I love Beauty, Santa Giulia, Museodella Città, Brescia, 2009. All’AAB ha organizzato nel 2003 una mostra per-sonale dal titolo Paesaggi d’acqua e di memoria, a cura di Mauro Corradinie Pia Ferrari.

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Giorgio Bertelli

È nato a Brescia nel 1957. Tra i suoi cicli di disegni, documentati in volume,ricordiamo Il mio Qohélet (1986), Golgota (1988), Piccolo Requiem (1992), Not-ti senza fine (1992), Tenebrae Responsories (1994), Ma l’amor mio non muor(1994), Piccola suite per Malcolm Lowry (1996), Dolcissimo nero: per Malcolm ePhilip (1996), Il mio nuovo Ecclesiaste (1998), Giobbe (1998), Dalla serie paesaggicon figure assenti (2002), Scuro, come i miei occhi (2003), 12 p.m. (2005), L’O-riente risplende di rosso (2009). In Mobilia (1996) è riassunta la produzione dimobili dipinti, in Terre calde (1999) quella di ceramiche e terrecotte. ConGianni De Martino ha pubblicato L’ultima lettera di Vlad il Vampiro (1993); conFrancesco Scarabicchi Via Crucis (1994), Diario di Càlena (1995), Brume(1999); con Vincenzo Consolo Isole dolci del Dio (2002); con Attilio Lolini De-corazioni della notte (2004); con Kenneth White Nella terra del diamante(2005). Suoi lavori sono apparsi su quotidiani e riviste, tra cui «Europeo»,«Oggi», «Avvenire», «Panta», «Linea d’Ombra», «La Terra vista dalla Luna»,«Barbablù», «Nostro lunedì». Sue opere sono presenti in alcuni musei: Ga-binetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi (Firenze), Museo di Palazzo Sarci-nelli (Conegliano), Civica raccolta del Disegno (Salò), Gabinetto stampe an-tiche e moderne (Bagnacavallo). Ha scritto e illustrato una favola per bam-bini, Nino in soffitta (Medusa, 2001). Un’ampia documentazione sul suo lavo-ro è in Giorgio Bertelli: Via Crucis e altri disegni (a cura di Maurizio Cecchetti,Electa, 2000). Da alcuni anni affianca all’attività di pittore quella di editore,avendo dato vita nel 1986 alle Edizioni l’Obliquo, i cui libri sono stati pre-sentati in importanti sedi espositive internazionali (MoMA, New York; Bien-nale, Venezia; Documenta, Kassel). Hanno scritto del suo lavoro, tra gli altri:Giovanni Agosti, Edoardo Albinati, Antonella Anedda, Marco Amendolara,Marco Belpoliti, Maurizio Cecchetti, Vincenzo Consolo, Carmen Convito, Er-ri De Luca, Giannetto Fieschi, Andrea Gibellini, Marco Goldin, Franca Griso-ni, Idolina Landolfi, Gianfranco Lauretano, Attilio Lolini, Valerio Magrelli, Lo-renzo Mango, Simonetta Melani, Fulvio Panzeri, Pia Pera, Claudio Piersanti,Elena Pontiggia, Fabio Pusterla, Massimo Raffaeli, Stefano Salis, FrancescoScarabicchi, Vanni Scheiwiller, Gilberto Severini, Vittorio Sgarbi, SebastianoVassalli, Vito Ventrella, Pier Virgilio Begni Redona, Renzo Bresciani, Elvira Cas-sa Salvi, Alberto Chiappani, Mauro Corradini, Paolo Corsini, Giuseppe DeLucia, Floriano De Santi, Pia Ferrari, Sergio Gianani, Alessandra Giappi, Fau-sto Lorenzi, Graziella Pizzorno, Luciano Spiazzi, Guido Stella, Alberto Zaina.

Luciano Pea

È nato a Gottolengo (Bs) nel 1961; vive e lavora a Brescia in via F. Carini,4. Si è diplomato all‘Accademia di Belle Arti di Brera. Insegna incisione e

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tecniche pittoriche alla Libera Accademia di Belle Arti (L.A.B.A.) di Bresciaed è attivo con esposizioni in ambito nazionale dalla fine degli anni ’80. Hapartecipato a esposizioni e manifestazioni internazionali. Fornisce contri-buti artistici per eventi culturali quali: Brescia, Pinacoteca Tosio Martinen-go, Vent’anni di libri, edizioni l’Obliquo; Iseo (Bs), Sale dell’Arsenale, Segnocercato, presentazione di Marcello Riccioni; Viterbo, Fiera mercato Viter-boarte, Invisibilart, a cura di Giorgio Di Genova e Laura Ramoino; Gardo-ne Riviera (Bs), Vittoriale degli Italiani, Notturni dannunziani, a cura di Mar-cello Riccioni; Calcata (Vt), Palazzo Baronale, I linguaggi dell’arte, a cura diLaura Ramoino e Giorgio Di Genova; Iseo (Bs), Sale dell’Arsenale, Carte al-lagate, presentazione di Fausto Lorenzi; Roma, Palazzo E.U.R., ARTEcon-temporaneamodernaROMA, a cura della Galleria Le tele tolte; Wielenbach(Germania), H.E.W. Galerie e Brescia, Spazio Overseas, Windows of the art,a cura di Anna Lisa Ghirardi; Toscolano Maderno (Bs), Museo della Carta,Carte allagate; Sulmona, XXXV Premio internazionale d’arte Sulmona; Bre-scia, Spazio per l’arte contemporanea L.A.B.A, Sembiante; Cremona, SantaMaria della Pietà, VI Biennale di incisione L’arte e il torchio; Brescia, Galleriadelle Battaglie, (S)Paesaggi, a cura di Mauro Corradini; Brescia, Galleria Al-ba d’arte, Costruttori di segni-sogni, a cura di Fausto Lorenzi e Mauro Cor-radini; Brescia, Galleria San Zenone all’Arco, Nella luce, a cura di CarmelaPerucchetti e Fausto Moreschi; Concesio (Bs), Sant’Andrea, Nella luce, a cu-ra di C. Perucchetti e F. Moreschi; Roma, Palazzo E.U.R., Apophis, a cura diLaura Ramoino; Calvisano (Bs), Mimesis Gallery, Effemeridi, presentazionedi Vanda Sabatino.

Alberto Balletti

Si è diplomato al Liceo artistico statale di Treviso nel 1986 e all’Istitutod’arte di Guidizzolo (Mn), Sezione Decorazione, nel 1995; si è laureato inPittura all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) nel 1990; ha sostenu-to la laurea specialistica in Progettazione e Produzione di Arti Visive (CLA-SAV) all’Istituto universitario di Architettura di Venezia (IUAV) nell’ottobre2003. Dal 1996 è docente di Grafica d’arte - Tecniche dell’incisione; dal2007 è titolare all’Accademia di Venezia. Incisore, fotografo e videomaker,dal 1990 espone in diverse mostre collettive e personali (dal 1992 al 2004in duo Balletti&Mercandelli), di cui per brevità si cita solo la XII Qua-driennale nazionale d’arte di Roma, Italia 1950-1990 del 1996. Nel 2004 hapromosso la fondazione del Gruppo culturale “De Portesio”, per il qualecura varie mostre di grafica e dimostrazioni di stampa d’arte, tra cui an-nualmente: De Portesio 2004, Città irreale-Città ideale. De Portesio 2005, Cor-po urbano. De Portesio 2006, Corpo/Reo. De Portesio 2007/2008. Nel 2008 ètra i fondatori della Raccolta museale di collezione permanente di grafica

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d’arte Bartholomeo Zane De Portesio (Comune di San Felice del Bena-co). Ha esposto in numerosissime rassegne tra cui (solo dall’anno 2000):De Portesio 2009, Fondazione Cominelli, Cisano di San Felice del Benaco(Bs), con catalogo; Il figliol prodigo, collettiva alla Piccola Galleria U.C.A.I. diBrescia, a cura di Luciano Pea, Giusi Lazzari, Fausto Moreschi; Verso le stel-le, San Zenone all’Arco e Chiostro di San Giovanni Evangelista, Brescia, acura di F. Moreschi e Carmela Perucchetti; Corpo/Reo. De Portesio 2008,Fondazione Cominelli, Cisano di San Felice del Benaco (Bs), con catalogo;Repertorio degli incisori italiani nel Gabinetto Stampe Antiche e Moderne del Co-mune di Bagnacavallo, vol. V, Museo Civico delle Cappuccine, a cura di Er-mes Bajoni; il video Pestare T’Erra, selezionato alla II edizione della rassegnadi videoarte Limmaginecontinua, a cura di Roberto Baldaro e Massimo Ros-si (itinerante: Catania, Napoli, Foggia, Roma, Pisa, Perugia, Panicale, Umber-tide, Castiglione del Lago, Santarcangelo di Romagna, San Felice del Bena-co, Corigliano Calabro, Monza, Milano, Berlino, Amsterdam, Firenze, Gros-seto, Enna, Catania); San Vigilio, Sale dell’Arsenale, Iseo (Bs), con catalogo;Scendeva verso Gerico, Associazione Arte e Cultura Galleria U.C.A.I., Bre-scia; Signum 6. Rassegna internazionale di incisione contemporanea, Troina(En), con catalogo; Corpo/Reo. De Portesio 2007, Fondazione Cominelli, Ci-sano di San Felice del Benaco (Bs), con catalogo; Itinerarte, Sala espositivaBiblioteca comunale, San Martino Buon Albergo (Vr), con catalogo; L’artee il torchio, V rassegna internazionale dell’incisione, Cremona, con catalo-go; Signum 5. Rassegna internazionale di incisione contemporanea, Troina (En),con catalogo; Passaggio a Sud. II Biennale di grafica contemporanea, Palermo;Sospensioni cromatiche, Fondazione Cominelli, Cisano di San Felice del Be-naco (Bs), a cura di Silvio Motta e Marcello Riccioni; Incisori contemporaneiin un borgo antico, Sala mostre del Comune di Montagnareale (Me), a curadi Sandra Martinez ed Enzo Napoli, con catalogo; Città irreale-Città ideale.De Portesio 2005, Fondazione Cominelli, Cisano di San Felice del Benaco(Bs), a cura di Alberto Balletti e M. Riccioni, con catalogo; Di corto in corto,serata di Video d’arte al Cinema estivo, Comune di San Felice del Benaco(Bs); XVII Fano International Film Festival, video in concorso Pestare T’Er-ra, Fano (PU), con catalogo; V Premio internazionale per l’incisione Fabio Ber-toni, Sala Bramante, Fermignano (PU), con catalogo; De Portesio 2004. Stam-peria e torchi nella tradizione bresciana, Fondazione Cominelli, Cisano di SanFelice del Benaco (Bs), a cura di A. Balletti, con catalogo; De Portesio. Espo-sizione di grafiche, Palazzo ex Monte di Pietà, Comune di San Felice del Be-naco (Bs), a cura di M. Riccioni; Il contemporaneo in Italia. V settimana dellacultura, DARC, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Accademia diBelle Arti di Napoli, Mostra e Laboratori di tecniche dell’incisione; IV Pre-mio internazionale per l’incisione Fabio Bertoni, Sala Bramante, Fermignano(PU), con catalogo (3° classificato); Nice to see you, Linea di Confine, Ru-biera (Re); Spazio Antonino Paraggi, Treviso; Museo d’arte della Città di Ra-

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venna, a cura di Guido Guidi, con catalogo; Workshop Italia-U.S. Internatio-nal Exchange: è incluso fra gli otto associated artists al workshop condot-to dai master artists Mark Dion e William Kentridge, organizzato dall’A-tlantic center for the art (Florida), promosso da The Darden celebrationof cultures, con la collaborazione di Civitella Ranieri Foundation e Comu-ne di Umbertide (Pg).

Camilla Rossi

È nata a Brescia nel 1977. Nel 2002 si è diplomata presso l’Accademia diBelle Arti di Brera, indirizzo Pittura. Con borsa di studio Socrates/Erasmusha frequentato l’Università di Belle Arti di Granada. Sempre nel 2002 havinto la borsa di studio “Feliz Garcìa Aznar”, Lucena (Spagna). Nel 2007 èstata invitata dall’Associazione culturale Lupier ad un simposio in Unghe-ria, dove ha presentato il progetto Inquadrata. Dal 2003 è docente pressola Libera Accademia di Belle Arti di Brescia. Espone dal 1999, anno dellasua prima personale, Suspendidos de un hilo, presso la Casa de Porras aGranada. Ha organizzato numerose mostre personali, tra le quali: nel 2001,Piccoli incontri, Concesio (Bs), Galleria Di là dal fiume e tra gli alberi, cata-logo a cura di Mauro Corradini; nel 2002, Incipit, Comune di Ostiglia (Mn),Palazzo Municipale, e Opere, Cordoba, Galería Arte 21; nel 2004, Testi, Fer-rara, Paola Trevisan Arte Contemporanea; nel 2005, Sintomi: Micro/Macro,Brescia, Spazio Overseas; nel 2007, Formati ridotti e velocità, vetrophanie,Ferrara, Associazione Culturale ST.ART. 47, Le ritmiche, Gardone Val Trom-pia (Bs), Centro Arte Lupier, catalogo a cura di Anna Lisa Ghirardi, Roomin progress, performance, Salò (Bs), Sala Mozart, a cura di A. L. Ghirardi; nel2008, Diario grafico, Brescia, Osservatorio d’opera, presentazione di Davi-de Sforzini, e Taccuino, Soncino (Cr), Museo della Stampa, Casa Stampato-ri, catalogo a cura di D. Sforzini; nel 2009, Antefatto (alle Polaroid), Brescia,Lo Scultore, Intermezzo (alle Polaroid), Brescia, Spazio Overseas, Ritmica-mente, Polignano a Mare (Ba)/Ostuni (Br), Galleria Orizzonti Arte. Ha par-tecipato alle seguenti esposizioni collettive: nel 2001, Ambiente/Mail art,Sondrio, Palazzo Sertoli; nel 2002, Sensxperiment 2002, Lucena (Spagna),Castillo del Moral, e International mini-print and Bookplate exibition, Napoca(Romania), National Museum of art Cluj. Inoltre è stata presente alla III, IVe V edizione del Repertorio degli incisori italiani nel Gabinetto Stampe Antichee Moderne del Comune di Bagnacavallo; alla II e III Biennale Postumia Gio-vani, Museo d’arte moderna, Gazoldo degli Ippoliti (Mn), a cura di RenzoMargonari; alla II Biennale Don Primo Mazzolari, Rassegna InternazionaleCittà di Bozzolo, Bozzolo (Mn). Ha partecipato ancora alle seguenti rasse-gne: nel 2005, Una colomba di pace, Brescia; Salone Vanvitelliano, e Città ir-reale-Città ideale. De Portesio 2005, Cisano di San Felice del Benaco (Bs), Pa-

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lazzo Cominelli, a cura di Marcello Riccioni; nel 2006, 56a edizione di Ras-segna internazionale d’arte G.B. Salvi, Sassoferrato (An), a cura di MauroCorradini, e Vent’anni di libri, Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo, Edizio-ni l’Obliquo; nel 2007, Premio di grafica Santa Croce, Comune di Santa Cro-ce sull’Arno (Pi); nel 2008, Parole sospese. Sblu, Milano, Spazio al Bello; nel2009, Fame di bello. Sblu, Milano, Spazio al Bello, II Simposio internazionaledi arte contemporanea Torrefactum’09, Logroño (Spagna), L’arte e il torchio.Incisione italiana under 35, Cremona, A.D.A.F.A., Casa Sperlari, Venticirca,Brescia, Spazio HVOX/ Spazio Overseas, Verso le stelle, tre sedi, a cura diFausto Moreschi e Carmela Perucchetti. Sue opere sono presenti nellecollezioni pubbliche Museo d’Arte Moderna, Gazoldo degli Ippoliti (Mn);Gabinetto delle stampe antiche e moderne, Comune di Bagnacavallo (Ra);Comune di Ostiglia (Mn); Fundación Rafael Boti, Diputación de Cordoba,Spagna; Comune di Santa Croce sull’Arno (Pi); Museo della Stampa, CasaStampatori, Soncino (Cr).

Contemporanea - 25Gli artisti bresciani e l’incisioneGirolamo Battista Tregambe, Giusi Lazzari, Giorgio Bertelli, Luciano Pea,Alberto Balletti, Camilla Rossi

Mostra promossa e organizzata dall’Associazione Artisti Bresciani13 marzo – 7 aprile 2010

Cura della mostraMarcello Riccioni

Cura del catalogoVasco Frati e Giuseppina Ragusini

Progetto grafico del catalogoMartino Gerevini

AllestimentoMarcello Riccioni e gli artisti espositori

Referenze fotograficheGli artisti espositori

Segreteria dell’AABChiara Malzanini e Corrado Venturini

Fotocomposizione e stampaArti Grafiche Apollonio – Brescia

Finito di stampare nel mese di febbraio 2010.Di questo catalogo sono state stampate 250 copie.