A.A. 2012-2013 Storia comparata delle culture Dalla ... · Sigmund Freud (1856-1939): Il futuro di...

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A.A. 2012-2013 Storia comparata delle culture Dalla cultura alla natura Il “biocultural turn” degli studi culturali

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A.A. 2012-2013 Storia comparata delle culture Dalla cultura alla natura

Il “biocultural turn” degli studi culturali!

natura

bios geni

successo evolutivo e

adattamento

selezione sessuale

dimensione e organizzazione

del cervello

animale manchevole

(Mängelwesen)

finzione (antropopoiesi) immaginazione

memi imitazione

apprendimento

Natura vs cultura nella storia delle idee antropologiche

•  le scienze della natura sono il modello – le scienze umane vi si uniformano A

•  le scienze umane sono autonome, studiano oggetti diversi, immateriali (spirito) B

•  le scienze naturali sono sottoposte come le scienze umane alla storia, alla contingenza sociale, integrazione tra le due

C

base biologica

strutture ricorrenti (Kroeber)

leggi universali (Malinowski)

strutture universali e metastoriche (Lévi-Strauss)

Gli universali: biologia e cultura

natura physis

rex extensa body

innato geni sex

cultura/nurture nomos

res cogitans mind

acquisito memi

gender

Mutabile vs immutabile? la fine di un pregiudizio (come cambia l’oggetto degli studi culturali

natura = variazione la specie si modifica (Darwin) neri ≠ neri – bianchi ≠ bianchi

deficit genetici modificabili

cultura = invarianza la razza = invarianza culturale

bianco e nero come categorie sociali assunzioni culturali

“immodificabili” (cannibalismo, tabù dell’incesto)

Mutabile vs immutabile? un’inversione

organismo (geni)

ambiente (costituito da altri

organismi integrati culturalmente)

Mutabile vs immutabile?

organismo (tratti adattivi =

funzionale all’ambiente)

organismo (tratti esattativi = non funzione, bricolage)

Evoluzione dell’uomo

posizione eretta, mani libere,

accrescimento cerebrale, abbassamento della laringe, nuova articolazione di fonemi (Erectus)

accrescimento cerebrale, comunicazione verbale, pratiche funerarie (Neanderthal)

acrescimento cerebrale, sviluppo emisferi, linguaggio, dieta carnea, controllo del fuoco, arte/decorazione (Sapiens sapiens)

Evoluzione dell’uomo

Evoluzione dell’uomo e primi manufatti litici

Evoluzione dell’uomo: lo spazio dell’uomo di Neanderthal

conflitto natura/ cultura

(Rousseau-Freud)

teoria del deficit ontologico/esistenziale

(Mängelwesen) (Herder-Gehlen)

la cultura come compensazione del

disagio (Herder-Marquard)

la storia/il progresso/ la cultura come

declino = natura

(Rousseau-Spengler)

Le teorie dell’incompletezza

Johann Gottfried Herder (1744-1803): l’uomo come “Mängelwesen”

Jean-Jacques Rousseau (1712-1778): il disagio della cultura

Sigmund Freud (1856-1939): Totem e tabù (1912-13)

Totem e tabù: la fonte

Sigmund Freud (1856-1939): Totem e tabù (1912-13)

parricidio (fine del

monopolio sessuale del padre

= complesso di Edipo)

senso di colpa dei figli (peccato originale) =

religione

pasto totemico (= interiorizzazione autorità paterna)

Sigmund Freud (1856-1939): Il futuro di un’illusione (1927) e Il disagio della civiltà (1930)

Sigmund Freud (1856-1939): Il futuro di un’illusione (1927) e Il disagio della civiltà (1930)

principio di realtà

principio del piacere

piacere (Lust)

dispiacere (Unlust):

fragilità del corpo forza della natura

inadeguatezza delle istituzioni

Sigmund Freud: le fonti del “dispiacere”

ES (pulsioni

libido aggressività)

IO (rinuncia

pulsionale)

SUPER-IO (divieti)

Principio del

piacere

istanze morali

Principio di realtà controllo

Sigmund Freud: le fonti del “dispiacere”

Cultura è repressione: Bronislaw Malinowski

Cultura è repressione: Bronislaw Malinowski

Cultura è repressione: Herbert Marcuse

Cultura è repressione: Herbert Marcuse

Oswald Spengler (1880-1936): il tramonto dell’Occidente

Una civiltà nasce nel punto in cui una grande anima si desta dallo stato della psichicità primordiale di una umanità eternamente giovane e si distacca, forma dall'informe, realtà limitata e peritura di fronte allo sconfinato e al perenne. Essa fiorisce sul suolo di un paesaggio esattamente delimitabile, al quale resta radicata come una pianta. Una civiltà muore quando la sua anima ha realizzato la somma delle sue possibilità sotto specie di popoli, lingue, forme di fede, arti Stati, scienze; essa allora si riconfonde con l'elemento animico primordiale. Ma finché essa vive, la sua esistenza nella successione delle grandi epoche, che contrassegnano con tratti decisi la sua progressiva realizzazione, è una lotta intima e appassionata per l'affermazione dell'idea contro le potenze del caos all'esterno, così come contro l'inconscio all'interno, ove tali potenze si ritirano irate. Non è solo l'artista a lottare contro la resistenza della materia e contro ciò che in lui vuol negare l'idea. Ogni civiltà sta in un rapporto profondamente simbolico e quasi mistico con l'esteso, con lo spazio in cui e attraverso cui essa intende realizzarsi. Una volta che lo scopo è raggiunto e che l'idea è esteriormente realizzata nella pienezza di tutte le sue interne possibilità, la civiltà d'un tratto s'irrigidisce, muore, il suo sangue scorre via, le sue forze sono spezzate, essa diviene civilizzazione. Ecco quel che noi sentiamo e intendiamo nelle parole egizianismo, bizantinismo, mandarinismo. Così essa, gigantesco albero disseccato di una foresta vergine, ancor per secoli e per millenni può protendere le sue ramificazioni marcite. Lo vediamo in Cina, in India, nel mondo dell'Islam. Così la civilizzazione antica del periodo imperiale giganteggiò in apparenza di forza giovanile e di pienezza, togliendo luce e aria alla giovane civiltà araba d'Oriente. Questo è il senso di ogni tramonto nella storia, il senso del compimento interno ed esterno, dell'esaurimento che attende ogni civiltà vivente. Di tali tramonti, quello dai tratti più distinti, il «tramonto del mondo antico», lo abbiamo dinanzi agli occhi, mentre già oggi cominciamo a sentire in noi e intorno a noi i primi sintomi di un fenomeno del tutto simile quanto a decorso e a durata, il quale si manifesterà nei primi secoli del prossimo millennio, il «tramonto dell'Occidente».

Oswald Spengler (1880-1936): il tramonto dell’Occidente

Johan Huizinga (1872-1945): Lo scempio del mondo (1945)

Quali saranno le prospettive di risanamento della nostra civiltà quando un giorno questa guerra sarà finita per esaurimento delle potenze soccombenti sia nel lontano Oriente sia qui in Occidente? Prospettive di risanamento: non si può dire di più. E' chiaro infatti che questo amarissimo secolo, il quale si avvicina alla sua metà in un'agonia senza esempi, reca l'impronta di una progressiva decadenza culturale che può terminare con una catastrofica distruzione. Con ciò non vogliamo affatto negare che il secolo XX abbia dato prodotti eccellenti, e nuovi e preziosi contributi alle civiltà per l'epoca presente e per l'avvenire. Rimane però l'inevitabile e deprimente quesito: dopo la fine di tanti orrori questo mondo ferito e mutilato sarà tosto capace di avere una fioritura di pura e nobile civiltà? Le pagine che seguono contengono la conclusione che le premesse di una tale rapida rinascita culturale esisteranno solo in misura molto esigua, sicché le prospettive di una guarigione della civiltà sono paurosamente piccole. Tuttavia l'ultima parola dev'essere questa: noi non vogliamo abbandonare la speranza d'un miglioramento né la volontà di attuarlo. L'umanità non può rinunciare a quel preziosissimo retaggio che chiamiamo civiltà.

Johan Huizinga, Lo scempio del mondo, 1945

Johan Huizinga (1872-1945): Lo scempio del mondo (1945)

Francesco Remotti: incompletezza ed autopoiesi

Francesco Remotti: incompletezza ed autopoiesi

natura vs cultura

“invenzione” culturale

dell’idea di natura e

dell’idea di cultura

affidarsi alla cultura? uomo

animale manchevole, deficitario etc.

carenza come effetto non

come causa: apertura,

costruttivismo, limitazione

delle possibilità

2) la cultura fa parte della

“natura” dell’uomo:

predisposizione biologica alla

cultura

3) comportamenti con risposta

singola ≠ multipla

4) apprendimento, imitazione

5) ripetizione, memoria, rituale

= selezione (superorganico,

media)

6) lo spostamento del baricentro dall’organico all’extra-organico riduce le potenzialità naturali

della specie (Mängelwesen)

1) esiste una cultura animale (utensili, canto

specifico, innovazione

trasmessa per tradizione)

Natura vs cultura: nuove relazioni

Natura vs cultura: fare “umanità” (l’antropopoiesi)

seconda natura,

rinascita

rituale di iniziazione (crisi della continuità)

modificazione del corpo e/o spirito (il

sacro)

finzioni antropo-poietiche

Francesco Remotti: incompletezza ed autopoiesi

natura vs cultura

deficit apertura incompletezza

Francesco Remotti: incompletezza ed autopoiesi

apertura

desiderio dell’altro (il lusso, il superfluo)

definizione del “noi”

stracci e toppe

Francesco Remotti: incompletezza ed autopoiesi

incompletezza

sistema aperto (scambio con

l’ambiente = vita = materia, energia,

informazione)

mantenimento degli “squilibri”

innovazione, creatività

Francesco Remotti: incompletezza ed autopoiesi

geni/cultura

apprendimento (sfrondamento e riduzione delle

possibilità genetiche)

regressione degli elementi

innati (= perdita di sicurezza)

perpetuazione dell’incompletezza

sviluppo del cervello (sue possibilità)!

Francesco Remotti: incompletezza ed autopoiesi

geni incompletezzabiologica cultura

geni/cultura incompletezzacome effetto della cultura

coevoluzione

natura (culturalmente determinata)

cultura (determinata dalla natura)

Francesco Remotti: incompletezza ed autopoiesi

apertura incompletezza

sistema aperto mantenimento

di squilibri

interdipendenza

scambio (interno/esterno

organismo/ambiente)

disagio lacune

carenze squilibrio

bricolage “stracci e toppe” (Robert Lowie)

autocostruzione autopoiesi

Francesco Remotti: incompletezza ed autopoiesi

Francesco Remotti: complessità

Francesco Remotti: complessità

elementare (chi sposare) obbligatorietà

complesso (chi NON sposare)

libertà

complessità

numerosità degli

elementi

interazione non lineare

degli elementi

interdipendenza effetti di

feedback

imprevedibilità creatività

innovatività apertura

all’esterno

dinamismo caoticità/ordine

collasso crisi

mortalità

Francesco Remotti: complessità