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Il libro è stato pubblicato grazie anche ad un finanziamento del Comunedi Mendicino, Cosenza, Assessorati alle Politiche culturali e sociali.

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Raffaelina Pizzini

Analfabetismo di ritorno e dintorni

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I edizione: marzo

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A Matteo e Giulio

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E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare,

suonare ti tocca per tutta la vita

e ti piace lasciarti ascoltare.

Fabrizio De André, Il suonatore Jones

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Indice 9 Indice

11 Prefazione 15 Introduzione

PARTE I Competenze alfabetiche diacroniche degli adulti

25 Capitolo I Le ragioni di una ricerca

1.1. Alfabeti e analfabeti , 25 – 1.2. Una lunga storia. Analfabetismo: dalle origini ad oggi, 34 – 1.3. La ricostruzione storica di una ricerca, 54.

63 Capitolo II L’educazione degli adulti

2.1. L’educazione per tutta la vita: un’esigenza della democrazia, 63 – 2.2. Competenza e apprendimento permanente, 72 – 2.3. I Centri Territoriali Permanenti: evoluzione e confronto, 79.

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Indice

PARTE II Metodologia dello studio

87 Capitolo III La ricerca: metodologia e strumenti

3.1. Identificazione e ampiezza del campione: campionamento per quote (quota sampling). Il contesto territoriale, 87 – 3.2 Modelli di analisi della competenza alfabetica e metodologie, 97 – 3.3. Gli strumenti di rilevazione in un contesto regionale: costruzione del questionario socio-culturale e del-le prove cognitive, 102 – 3.4. Pillole di statistica: l’item analysis e la prova pilota, 117 – 3.5. La scala di misurazione per la ricerca sulla popolazione adulta calabrese, 127 – 3.6. Comprensibilità, leggibilità dei testi e dintorni, 129.

137 Capitolo IV Competenza alfabetica negli adulti in Calabria

4.1. Profilo socio-culturale della popolazione adulta calabrese, 137 – 4.2. Identificazione della popolazione a rischio alfabetico: caratteristiche e pe-culiarità, 146 – 4.3. Caratteristiche socio-culturali correlate alle competen-ze alfabetiche degli adulti, 152.

169 Appendice 369 Bibliografia

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Prefazione

Il principio ispiratore della ricerca svolta da Raffaelina Pizzini è so-stanzialmente quello che dà corpo alla ricerca internazionale sulle competenze alfabetiche della popolazione adulta (Adult Literacy Sur-vey, IALS) lanciata dall'OECD-OCDE nel 1992. Tale ricerca nasce e si sviluppa in relazione alla necessità di sostenere lo sviluppo econo-mico e la coesione sociale che in alcuni paesi sembrano essere messe a rischio proprio dalla debolezza delle competenze alfabetiche. Le ricer-che orientate in tal senso hanno evidenziato che la regressione di tali competenze non ha effetti esclusivamente sul singolo individuo, ma costituisce un limite per lo sviluppo socio-economico di intere nazioni e un grave ostacolo per l’esercizio di cittadinanza democratica. Questi effetti sono tanto più comprensibili quanto più si inquadra il concetto di competenza alfabetica come un’insieme di abilità che sono richieste nei diversi contesti in cui si realizza la vita dell’adulto. Come risulta chiaro dall’esposizione sistematica dell’autrice, le competenze alfabe-tiche non sono esclusivamente riferite alla capacità di leggere e scrive-re frasi brevi o messaggi diretti, quanto piuttosto a quella di padroneg-giare il processo che porta una persona a leggere e scrivere per racco-gliere e produrre informazione efficace nella comunicazione sociale, nel lavoro e nello sviluppo di obiettivi che conducono l’individuo all’autopromozione. Dunque, la qualità della vita e una positiva dispo-sizione al cambiamento dipendono proprio dal possesso di competen-ze alfabetiche funzionali che, però, per provocare un cambiamento re-ale nella vita economica e sociale di un cittadino, devono evolvere in relazione alle trasformazioni economiche di un dato paese. E’ per que-sto allora che ogni cittadino deve essere in grado di utilizzare i lin-guaggi formalizzati della matematica, delle nuove tecnologie informa-

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Prefazione 12

tiche, che non devono essere semplicemente aggiunte alle altre ma es-sere integrate in una forma di competenza più elevata. La ricerca sulle competenze alfabetiche nella popolazione calabra, og-getto precipuo di questo lavoro, si avvale di una attenta e rigorosa me-todologia che si serve a sua volta di strumenti di indagine atti ad indi-viduare quei soggetti, che seppure non analfabeti strumentali, perché decifrano singole lettere o parole, si rivelano, comunque, incapaci di gestire le informazioni contenute nelle tipologie di testo proposte. Nel-la sua trattazione la Pizzini si propone di mettere a nudo i risultati di una ricerca che ha come destinatari gli adulti della popolazione cala-bra, distanti dai percorsi istituzionali di formazione. La fase di indivi-duazione dei destinatari è la parte più delicata del percorso di indagine che deve potersi dispiegare lungo un asse che contenga un campione stratificato e rappresentativo dell’insieme dei cittadini. Questi dati so-no necessari per una corretta interpretazione del fenomeno indagato soprattutto in relazione alle variabili che incidono sulla performance dei soggetti monitorati, anche questi accuratamente tenuti in giusto conto dall’autrice. L’apprendimento, quale leva fondamentale per l’incremento della ri-serva di capitale umano necessaria per lo sviluppo, è un aspetto che trova un posto importante nella ricerca della Pizzini. È a partire pro-prio dalla consapevolezza che i livelli di analfabetismo sono gli indi-catori della capacità di persone e interi gruppi sociali di contribuire al-la realizzazione della cultura che si può inquadrare la trattazione ben argomentata, del secondo capitolo di questo lavoro, del costrutto dell’apprendimento permanente quale riferimento teorico e pratico della formazione, che modifica radicalmente l’orizzonte concettuale dell’agire formativo con e degli adulti, e che costituisce l’unica garan-zia per l’esercizio della cittadinanza attiva. La possibilità di offrire ai giovani di fruire sia di istruzione, sia di opportunità formative non formali nella stessa misura - quale che sia la collocazione socio eco-nomica familiare - promuove il lifelong learning che significa mettere i cittadini in condizione di essere capaci di avere accesso agli ambienti in cui si promuove apprendimento: a casa, sul lavoro, nella comunità sociale. Adulti con basso livello di competenze incontrano difficoltà sempre maggiori nell’accesso al mercato del lavoro e nel mantenimen-to del lavoro stesso. In Italia, in particolare, la probabilità che ha un adulto con basse competenze di sperimentare la disoccupazione è qua-si due volte e mezzo maggiore di quella di chi ha livelli più elevati di

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competenza. Questi adulti sperimentano più degli altri periodi di di-soccupazione o restano senza lavoro per periodi molto lunghi. Nell’ottica dell’apprendimento per tutta la vita, ampio spazio è stato dedicato, in questo stesso capitolo, ai Centri Territoriali Permanenti e alla loro evoluzione per comprendere appieno come si configura la tendenza involutiva nella cultura della popolazione e come quote sempre più consistenti di cittadini stiano perdendo la capacità di uti-lizzare il linguaggio alfabetico per formulare o ricevere messaggi.

Il lavoro attento e puntuale realizzato dalla Pizzini è certamente uno strumento utile soprattutto a coloro che operano nel campo dell’apprendimento e della formazione. Da qui, da questi preziosi dati, è possibile partire per dare una svolta alla progettazione di tipologie di interventi e programmi educativi più adeguati a soddisfare i bisogni formativi futuri, per sostenere un ampliamento sistematico e migliora-tivo delle competenze e abilità indispensabili ai cittadini per sviluppa-re in modo efficace un progetto di vita coerente con i valori sociali propri del contesto culturale in cui sono inseriti.

Anna De Marco (professore aggregato di Didattica delle lingue,

Dipartimento di Studi Umanistici, Università della Calabria).

13Prefazione

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Introduzione

Affrontare uno studio che focalizzi l’attenzione su condizioni di

acquisizione e privazione di competenze nella vita adulta, si traduce nel dichiarare anzitempo una prospettiva generale e circoscrivere un ambito di ricerca specifico, in cui alcuni tra i processi che incidono sulla regressione e sull’acquisizione di competenze possano essere a-nalizzati in una prospettiva proficua e produttiva per i decisori di poli-tiche scolastiche.

Concetti chiave di competenza, ricerca, innovazione, sottesi al concetto di società della conoscenza enucleato dal Consiglio di Li-sbona nel 2000, si inseriscono nel quadro della metodologia della pre-sente ricerca, condotta nel territorio regionale calabrese e volta a veri-ficare lo stato della cultura della popolazione adulta in relazione alla competenza alfabetica (prose e document literacy), alla competenza matematica (numeracy) e alla capacità di analizzare e risolvere pro-blemi (problem solving). Indicatori, questi, preziosi e indispensabili per orientare la riflessione.

Come è ben noto, sono queste le abilità oggi ritenute indispensabili al fine di garantire l’inclusione sociale, l’autorealizzazione, l’esercizio della cittadinanza attiva e una qualificata occupabilità. L’apprendimento, da cui derivano non solo le competenze, ma anche la capacità di fare ricerca e di innovare diviene, pertanto, l’elemento strategico su cui pensare il futuro assetto della società in tutte le sue articolazioni politiche, economiche, sociali e culturali. Sono, dunque, le scelte operate in ambito educativo che si ripercuotono positivamen-te sul benessere di un’intera nazione e la rendono più competitiva in virtù della capacità di sostenere la propensione all’evoluzione nei comportamenti dei cittadini, il desiderio e la prontezza di questi di

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16 Introduzione partecipare attivamente al dialogo sociale e di offrire professionalità altamente qualificate nell’economia del villaggio globale1.

Da qui l’importanza di un sistema educativo e formativo che si proietti nella prospettiva del life long learning e del life wide learning, che valorizzi l’esperienza, che operi scelte strategiche e politiche tali da sostenere il processo dinamico.

Realizzare questi obiettivi richiede in primo luogo la disponibilità di informazioni di partenza, di dati empirici, rintracciabili attraverso ricerche specifiche e finalizzate, che permettano di fare il punto della situazione, di verificare le politiche eventualmente attuate o di svilup-parne di nuove più funzionali al raggiungimento degli obiettivi espli-citati finora e così sintetizzabili:

— Far parte della società della conoscenza; — Rendere la società più inclusiva; — Garantire ai cittadini ampie condizioni di welfare, migliori

possibilità di partecipazione alle opportunità offerte oggi2. Sono queste le ragioni principali sottese alla decisione di orientare

l’attenzione e la ricerca verso lo studio dei processi attraverso i quali gli individui, entro i diversi contesti sociali, acquisiscono e perdono competenze nel corso dell’età adulta. Su questo processo sicuramente ha una energica influenza l’incremento della scolarità, la sua qualità e durata, le diverse opportunità formative, di cui la popolazione adulta può fruire. Tuttavia, tali occasioni formative istituzionali non riescono a preservare dal rischio di regressione le competenze da essi maturate. Infatti, il patrimonio di conoscenze e di competenze della popolazione adulta non sono un dato immobile, fisso nel corso della vita, dopo che si è completato il percorso della formazione iniziale;

non si tratta infatti di un composto chimico di cui scomporre e quantifica-

re le componenti, che lo tengono in equilibrio in un momento dato, ma di processi in cui le reazioni e gli assestamenti individuali, e quindi le dimen-sioni psicologiche soggettive, sono continuamente sollecitati da mutevoli condizioni esterne, che nelle nostre società sono rappresentate dal lavoro, dal-le regole sociali entro cui i diritti vengono agiti, difesi, interpretati e dall’insieme dei fatti e degli eventi, cui l’individuo si trova a far fronte3.

1 M. MCLUHAN, Gli strumenti del comunicare, Nuove Edizioni Tascabili, Milano, 2002, p.

25. 2 Cfr., V. GALLINA (a cura di), Letteratismo e abilità per la vita. Indagine nazionale sulla

popolazione italiana 16-65 anni, Armando Editore, Roma, 2006, p.14. 3 Ivi, p. 43.

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Introduzione 17

Seguendo queste linee, gli elementi costituendi i fondamenti epi-stemologici caratterizzano non solo i capitoli dell’approfondimento teorico e metodologico ma anche quelli della ricerca empirica.

Cosicché attraverso un’attenta analisi diacronica condotta sulla competenza alfabetica si intende evidenziare il dinamismo a cui tale definizione è soggetta, anche grazie all’interesse di Organismi Inter-nazionali, quale l’UNESCO, per giungere a percepirla, oggi, come un processo orientato allo sviluppo e al miglioramento del vivere sociale.

Per testimoniare l’importanza assunta dalla rilevazione e dalla co-noscenza dei livelli di alfabetismo della popolazione adulta, si è rite-nuto imprescindibile veicolare la metodologia adottata da varie ricer-che già svolte (regionali, nazionali ed internazionali) tra cui Predil, All, Ials-Sials; ciò ha ampiamente consentito una prima verifica dell’ipotesi relativa alla perdita di competenze negli individui adulti. La prima fase rendicontata dell’indagine assunta ad esempio La Com-petenza alfabetica in Italia. Una ricerca sulla cultura della popola-zione (2000), è l’individuazione dei destinatari della ricerca: un cam-pione stratificato e rappresentativo dell’intera massa dei cittadini adul-ti, selezionato attraverso una metodologia di rilevazione messa a punto espressamente dagli esperti che, seguendo l’articolazione del fenome-no, tentano di descriverne la tendenza ma soprattutto analizzano le va-riabili che incidono sulla qualità delle performance ottenute dagli in-dividui monitorati, in relazione a prove di competenza alfabetica. Ap-prezzabile è l’intento di analizzare il fenomeno interpretandolo in re-lazione alle condizioni socio-economiche, alle abitudini culturali, la-vorative, agli interessi nel tempo libero; a tutti quegli elementi, cioè, che definiscono il profilo socio-culturale dell’informante. Dai risultati, ripercorsi sinteticamente, emerge un quadro di sfondo che non è dei più confortanti, e che presenta la popolazione tra i 16 e i 65 anni di-stribuita in tre fasce corrispondenti a tre diversi livelli di competenza. Richiamando l’indicazione dell’Ocse che fissa al secondo livello la li-nea di demarcazione, dai dati Sials, si evidenzia che a) il 66% degli informanti raggiunti sono a rischio alfabetico; b) solo per il restante 33%, distribuito tra terzo, quarto e quinto livello, si registra una com-petenza alfabetica tale da consentire la comprensione di testi di media complessità e di avere, quindi, un buon rapporto con la scrittura, con gradi diversi si, ma con sufficiente controllo della strumentazione ac-quisita.

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18 Introduzione

In questo lavoro l’attenzione è posta, poi, sul costrutto dell’apprendimento permanente quale riferimento teorico e pratico della formazione che modifica radicalmente l’orizzonte concettuale dell’agire formativo con e degli adulti e che costituisce l’unica garan-zia per l’esercizio della cittadinanza attiva. Dunque, il life long lear-ning si evolve e diviene il principio ispiratore tanto dell’offerta quanto della domanda in qualsivoglia contesto di apprendimento. Un fattore decisivo di cui si sostanzia il life long learning risiede nella capacità umana di creare e usare conoscenza in maniera efficace, quindi, di progettare la propria vita nonostante i limiti o le opportunità (a secon-da della prospettiva), della storicità che lo caratterizza, attraverso la relazionalità che lo avvolge in tutte le dimensioni della sua esistenza e soprattutto attraverso le relazioni interpersonali.

Nell’ottica dell’apprendimento per tutta la vita, ampio spazio è de-dicato ai Centri Territoriali Permanenti e alla loro evoluzione. Istituiti nel 1997 con l’Ordinanza Ministeriale n.° 455, e riorganizzati a segui-to dell’accordo stato-regioni, tali istituzioni concorrono all’organizzazione e allo svolgimento di iniziative di istruzione e for-mazione degli adulti presenti nei loro territori. In ragione dell’essere il luogo di lettura dei bisogni formativi, di progettazione e di organizza-zione delle iniziative di istruzione e formazione in età adulta, sono in-dividuati come destinatari della ricerca in oggetto.

Per orientarsi e attuare politiche formative adeguate è necessario che i paesi e, come nel caso di specie, le regioni abbiano ampia cono-scenza dei patrimoni di competenze e abilità posseduti dalla popola-zione adulta. Diventa, pertanto, una priorità conoscere come, in conte-sti sempre più numerosi, si configura la tendenza involutiva nella cul-tura della popolazione e come quote sempre più consistenti di cittadini stiano perdendo la capacità di utilizzare il linguaggio alfabetico per formulare o ricevere messaggi e siano a rischio di illetteratismo.

Al fine di tradurre pragmaticamente gli elementi finora esplicitati e di porre in essere la rilevazione, si definiscono metodologie e stru-mentazioni pertinenti e finalizzate alla realizzazione dell’obiettivo primario della ricerca: studiare il fenomeno della regressione delle competenze alfabetiche negli adulti calabresi. La popolazione indivi-duata come destinataria della rilevazione è costituita da persone resi-denti in Calabria e inserita nei percorsi formativi realizzati nei Centri Territoriali Permanenti, con un’età compresa tra i sedici e i sessanta-

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Introduzione 19

cinque anni. Si focalizza l’attenzione su questa ampia fascia d’età per rappresentare in modo pertinente le caratteristiche della popolazione a rischio. L’individuazione dei CTP, anche se non è determinata a parti-re dallo studio delle caratteristiche demografiche/territoriali della re-gione, nella prospettiva di favorire una riflessione sulle risorse del ter-ritorio calabrese è con i 18 Centri selezionati, comunque, rappresenta-tiva dell’intera Calabria.

La strategia di campionamento adottata per l’indagine è complessa, stratificata, a più stadi di selezione e condizionata da due elementi di base: dalle partecipazioni ai corsi proposti nei Centri Territoriali Per-manenti accolte durante le attività, variabile che non consente di iden-tificare un campione su dati relativi all’anno scolastico in corso e dalle risorse economiche limitate. Pertanto, assumendo come punto di rife-rimento solido ed attendibile i dati pubblicati sul sito dell’Eda relativi al monitoraggio dell’utenza dei CTP per l’anno scolastico 06/07, si adotta il campionamento per quote (quota sampling), che determina un totale di informanti in 1.000.000 unità. I domini di studio, cioè le sottopopolazioni rispetto alle quali sono riferiti i parametri di popola-zione oggetto di stima4, a livello territoriale appaiono costituiti da:

— l’intero territorio regionale calabrese; — la ripartizione geografica nelle cinque province: Catanzaro,

Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia; — la distinzione tra comuni non capoluogo e comuni capoluogo.

Identificata la popolazione destinataria della ricerca si mettono a punto due strumenti per la rilevazione: un questionario che ha l’obiettivo di ricostruire il background socio-culturale dell’informante e un fascicolo contenente le prove tradizionali di literacy e di problem solving che consente di misurare il livello di competenza alfabetica. La valenza positiva dell’impianto di questa ricerca, e quindi l’interesse dei centri di formazione (CTP), è confermata dalla prova pilota, che verifica su un piccolo campione l’efficacia degli strumenti predisposti. Rilevante e recente è la presenza, tra le diverse nel questionario, delle sezioni relative agli apprendimenti informali e all’uso delle nuove tecnologie, che si sono rivelate adeguate alla raccolta delle tante in-formazioni finalizzate all’esplorazione di aspetti rilevanti della tra-sformazione del lavoro e della vita sociale. Il questionario precede la

4 V. GALLINA, Letteratismo e abilità per la vita. Indagine nazionale sulla popolazione ita-

liana 16-65 anni, cit. p. 258.

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20 Introduzione somministrazione delle prove cognitive e si sostanzia di 9 sezioni, mentre il fascicolo delle prove cognitive contiene 72 item per le prove di literacy (esattamente 24 item per ciascun ambito indagato: prose, document, numeracy), a cui si aggiungono 8 item per le prove di pro-blem solving. La messa a punto e l’inserimento nel fascicolo delle prove di problem solving conferma che questa tipologia può far pro-gredire la ricerca nella direzione della predisposizione di strumenti a-datti all’esplorazione di quel sapere tacito, che appare una dimensione essenziale dei processi di sviluppo di abilità/competenze5.

Le scale adottate nelle indagini assunte come riferimento discrimi-nano molto bene l’eccellenza, motivo, che attribuisce ampio valore a-gli strumenti elaborati ma che non consente, però, di distinguere in maniera specifica e approfondita le competenze basse eventualmente rilevate. Ciò rappresenta, un elemento trascurabile per paesi come la Norvegia in cui gli individui che si dispongono nei primi due livelli della scala di competenza di prose literacy sono il 34,1%, ma rappre-sentano un limite per i Paesi come l’Italia in cui la parte della popola-zione che si è collocata nei medesimi livelli è addirittura più del 70%. Diventa perciò prioritario per il nostro paese condurre un’analisi ap-profondita sui livelli minimi. Tale considerazione è d’aiuto per com-prendere le ragioni che inducono a scegliere di indagare le competen-ze alfabetiche basse degli adulti, scelta già operata dall’indagine Predil per la popolazione della Campania. Tra l’altro uno degli intenti di questo lavoro è di evidenziare le necessità formative di una parte di popolazione che intende difendersi dai processi di esclusione dalle svariate situazioni lavorative, che escludono chi poco sa, poco sa fare e poco sa adeguarsi6 dalle metamorfosi delle società, e che non pos-sono assicurarsi risposte adeguate e supporto in progetti formativi im-provvisati e discontinui e per tale ragione rientra nei sistemi formativi dei CTP. Si ha, così, l’opportunità di individuare le variabili che con-corrono a impoverire e a rendere estremamente fragili le competenze alfabetiche in Calabria, ma soprattutto si rivelano «aspetti specifici che sappiano distinguere, in un quadro di illetteratismo diffuso il nu-cleo di popolazione che è quasi del tutto illetterata, quella che ha de-

5 Ivi, p. 92. 6 V. GALLINA, B. VERTECCHI (a cura di), Il disagio, l’alfabeto, la democrazia. Riflessioni

sui risultati del progetto Predil, Franco Angeli, Milano, 2007, p. 28.