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CONFIMI10 dicembre 2018

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INDICE

CONFIMI

10/12/2018 Corriere della Sera - Nazionale Mano tesa di Salvini alle imprese Ma loro: bene il dialogo, ora i fatti

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10/12/2018 La Stampa - Nazionale "Finalmente siamo stati ascoltati, ora i fatti" Disgelo tra il mondo dell'impresae Salvini

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10/12/2018 Il Messaggero - Nazionale Salvini apre alle imprese: «Sono favorevole alla Tav, eviteremo la procedura»

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10/12/2018 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale Salvini rilancia Disgelo con le imprese

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10/12/2018 QN - Il Giorno - Nazionale Salvini rilancia Disgelo con le imprese*

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10/12/2018 QN - Il Giorno - Nazionale Officine Locati, la manifattura 4.0 Porte, recinzioni e chiusure: «Realizziamotutto internamente»

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10/12/2018 QN - La Nazione - Nazionale Salvini rilancia Disgelo con le imprese

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10/12/2018 Il Gazzettino - Belluno Salvini apre alle imprese Boccia: su Tav e crescita servono misure concrete

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10/12/2018 Il Tempo - Nazionale Metamorfosi di uno statista

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10/12/2018 Corriere delle Alpi Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 Eco di Bergamo Tra Salvini e le imprese adesso è l'ora del disgelo

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10/12/2018 Gazzetta del Sud - Cosenza Le imprese: dialogo sì ma ora vogliamo i fatti

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10/12/2018 Gazzetta di Mantova Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 Gazzetta di Modena Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 Gazzetta di Reggio Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 Giornale di Brescia È tregua fra imprese, categorie e Governo «ma ora aspettiamo i fatti»

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10/12/2018 Il Mattino di Padova Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 Il Piccolo di Trieste - Nazionale Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 Il Tirreno - Nazionale Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 L'Adige E agli imprenditori: sì alla Tav

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10/12/2018 La Gazzetta di Parma Conti Gli imprenditori da Salvini: parte il dialogo. «Ma ora i fatti»

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10/12/2018 La Nuova Ferrara Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 La Nuova Sardegna - Nazionale Salvini incontra le imprese Il governo apre al dialogo

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10/12/2018 La Nuova Venezia Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 La Prealpina - Nazionale Imprese e Salvini, è disgelo

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10/12/2018 La Provincia di Como Tra Salvini e le imprese adesso è l'ora del disgelo

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10/12/2018 La Provincia di Lecco Tra Salvini e le imprese adesso è l'ora del disgelo

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10/12/2018 La Provincia di Sondrio Tra Salvini e le imprese adesso è l'ora del disgelo

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10/12/2018 La Provincia Pavese - Nazionale Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 La Sentinella del Canavese Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 La Sicilia - Nazionale Salvini-imprese, dialogo «Ma ora servono i fatti»

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10/12/2018 La Tribuna di Treviso Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 Messaggero Veneto - Nazionale Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli

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10/12/2018 Giornale di Lecco Cancro Primo Aiuto presenta attività 2018 e progetti futuri

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10/12/2018 Giornale di Sicilia - Agrigento Salvini e le imprese, riparte il dialogo

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10/12/2018 La Provincia di Cremona - Nazionale Imprese ieri al Viminale Tav e misure, le 15 sigle vogliono 'i fatti'

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CONFIMI WEB

09/12/2018 Corriere.it Mano tesa di Salvini alle imprese. Ma loro: ora i fatti

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09/12/2018 ilsole24ore.com 13:38Salvini incontra le imprese: «Inizia percorso comune». Boccia: «Finalmenteascoltati, ora i fatti»

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09/12/2018 ilsole24ore.com Coldiretti /Agricoltura

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09/12/2018 ilsole24ore.com Confimi / Industria

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09/12/2018 it.finance.yahoo.com 17:40##Manovra: imprese bevono caffè da Salvini, martedì tocca a Di Maio

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09/12/2018 notizie.tiscali.it ##Manovra: imprese bevono caffè da Salvini, martedì tocca a Di Maio

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09/12/2018 lettera43.it 18:59Com'è andato l'incontro tra Salvini e le aziende

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09/12/2018 askanews.it 18:14##Manovra: imprese bevono caffè da Salvini, martedì tocca a Di Maio

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09/12/2018 Lo Spiffero 20:43Imprese, un "pusa cafè" al Governo

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09/12/2018 MSN 17:59Com'è andato l'incontro tra Salvini e le aziende

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09/12/2018 Esame 15:12Legge di bilancio 2019, Salvini incontra le imprese

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10/12/2018 ilfogliettone.it 03:06Manovra, imprese bevono caffè da Salvini: Martedì tocca a Di Maio

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09/12/2018 laverita.info 14:00Manuale anti caos per fare pace con il fisco

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09/12/2018 lospiffero.com Imprese, un "pusa cafè" al Governo

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SCENARIO ECONOMIA

10/12/2018 Corriere della Sera - Nazionale Ue più vicina, ma vuole altri tagli alla spesa

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10/12/2018 Corriere L'Economia Banche inizio d'anno tutto in salita

87

10/12/2018 Corriere L'Economia i ritardi italiani le chance per chi Lavora

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10/12/2018 Il Sole 24 Ore Alla Pa digitale solo 50 milioni

90

10/12/2018 La Repubblica - Nazionale Reddito, Fornero, riforme le dure condizioni della Ue

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10/12/2018 La Repubblica - Affari Finanza Carige, tutte le tensioni con la vigilanza Bce

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10/12/2018 La Repubblica - Affari Finanza "Quota 80 miliardi si può"

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10/12/2018 La Stampa - Nazionale Conte all'Ue: dopo i disordini francesi noi l'unico argine alla violenza di piazza

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10/12/2018 La Stampa - Nazionale Imu e Tasi, torna l'imposta sulla casa Pagamenti in arrivo ma senza sconto

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10/12/2018 Il Messaggero - Nazionale Assegni alti, la Lega frena sul super-contributo «Meglio bloccarel'adeguamento all'inflazione»

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10/12/2018 Il Messaggero - Nazionale Conte cerca l'intesa sul 2% per convincere Bruxelles

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10/12/2018 Il Messaggero - Nazionale «Il Contratto di governo non può reggere se non si ascolta il mondodell'industria»

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10/12/2018 Il Messaggero - Nazionale «Si rischia di finanziare un'illusione»

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SCENARIO PMI

10/12/2018 Corriere della Sera - Torino Bernocco : «Ora lavoro alla holding delle Langhe»

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10/12/2018 Corriere della Sera - Torino La Granda alla sfida del quarto capitalismo

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10/12/2018 Corriere L'Economia un paese per donne con l'idea giusta

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10/12/2018 Corriere L'Economia le grandi famiglie allevano industrie smart

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10/12/2018 Corriere L'Economia Emilia Romagna quella via industriale: con quattro virtù

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10/12/2018 Corriere L'Economia Benvenuti nella terra dei motori

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10/12/2018 Corriere L'Economia Nuove piastrelle formato 4.0

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10/12/2018 La Stampa - Nazionale Rialzo del tassi Mercati in attesa di Mario Draghi

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10/12/2018 Corriere del Mezzogiorno Economia Meditech In Campania e puglia

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CONFIMI 36 articoli

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Mano tesa di Salvini alle imprese Ma loro: bene il dialogo, ora i fatti Il vicepremier frena sui tagli alle super pensioni. E aggiunge: no patrimoniali. Io per la TavAvvertimento No Tav E i No Tav avvertono: «Chi ascolta industriali e banchieri invece delpopolo finisce male!» Marco Cremonesi ROMA Due ore abbondanti di faccia a faccia, pagine e pagine di appunti scritte fitte fitte da MatteoSalvini e Giancarlo Giorgetti e alla fine l'allentarsi della tensione: «Per la prima volta da 6mesi questo governo ci ascolta, abbiamo dialogato...». Chi parla è Vincenzo Boccia, ilpresidente di Confindustria che ieri mattina ha incontrato al Viminale il vicepremier e ilsottosegretario alla presidenza del Consiglio insieme con altre 14 sigle imprenditoriali. Inordine alfabetico: Agci, Ance, Casartigiani, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confimi, Cna,Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Filiera Italia, Legacoop. Insostanza, la rappresentanza di circa 3 milioni di aziende, più di 13 milioni di lavoratori e oltreil 65% del prodotto interno. Un incontro «di ascolto», l'ha definito Salvini, convocato dopo mesi di grande freddo tragoverno e imprese per tentare di togliere dal campo uno dei tanti fronti aperti dal governolegastellato: «Renzi - ha osservato il vicepremier - diceva di non aver bisogno di ascoltarenessuno, io ho bisogno di imparare e di incontrare i corpi intermedi, serve l'ascolto...». Nonsoltanto di Salvini: domani toccherà a Luigi Di Maio incontrare alcuni dei partecipantiall'incontro per avviare il tavolo sulle piccole e medie imprese.Alla riunione, dopo breve introduzione del vicepremier, hanno preso la parola tutte le siglepresenti per circa 5 minuti ciascuna. Secondo fonti del Viminale, le richieste principali hannoriguardato il taglio delle tasse e della burocrazia e una richiesta di via libera alle grandi opere.Sull'argomento alta velocità, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata a «Mezz'ora inpiù», Salvini ha rilanciato la palla nel campo dei 5 Stelle: «Io sono favorevole a nuove opereda nord a sud, l'Italia ha bisogno di crescere e sono favorevole alla Tav. Poi, c'è un contrattodi governo, stiamo aspettando il rapporto sulla Tav e sui costi, vedremo... io sono sempre perandare avanti». Mentre sulla Pagina Facebook Notav info in mattinata era apparsa una fotodegli oppositori della Torino Lione a Parigi durante le rivolte dei gilet gialli: «Chi ascoltaindustriali e banchieri invece del popolo finisce male!».Il presidente Boccia avrebbe espresso anche critiche sul reddito di cittadinanza, cherischierebbe di essere una beffa per le imprese: il lavorare in nero, con «l'integrazione» delreddito di cittadinanza, si troverebbe ad essere più conveniente che il lavoro nelle aziende.Con l'effetto collaterale di costringere le imprese ad aumentare i salari senza aumento diricavi o di produzione. Il vicepremier, pur sottolineando di «non poter rinunciare allepromesse elettorali» ha definito l'incontro l'inizio di «un percorso comune che parte dallavoro, dallo stop alla burocrazia, dallo sviluppo delle infrastrutture per il rilanciodell'economia e del Paese». A questo punto, però, i rappresentanti delle imprese dicono di«attendere i fatti». Risposta di Salvini: «L'ho detto alle imprese stamattina, noi esercitiamo ilbuonsenso, la ragionevolezza con una manovra che può cambiare. Ma deve mettere soldinelle tasche degli italiani».

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In televisione il leader leghista ha anche parlato della possibilità di «bloccare l'adeguamentoalle pensioni extra-ricche, almeno dai 5 mila euro in su». In particolare, bloccarlo «per lepensioni alte non coperte dai contributi, una pensione da 2.500 euro non è alta». Una messaa punto del concetto espresso da Luigi Di Maio che sul possibile taglio di alcune pensioni haparlato di una sforbiciata del 40%: «Il taglio delle pensioni è un simbolo, è un segno di equitàsociale e di giustizia».Salvini si è comunque detto ottimista nella trattativa con l'Europa: «Mi rifiuto di pensare che,con quello che succede nelle strade di Parigi, per uno zero virgola a Bruxelles ci mandinosanzioni, ispezioni e commissari». © RIPRODUZIONE RISERVATA La mobilitazione delle «madamine» Il 10 novembre piazza Castello a Torino si riempie (siparla di almeno 30 mila persone) per l'iniziativa a favore delle infrastrutture, a partire dallaTav, promossa da sette donne espressione della società civile.Foto: Nella medesima piazza della manifestazione del 10 novembre, sabato scorso in piazzaCastello si è ritrovato il fronte dei partiti e dei movimenti che si battono contro la realizzazionedella Tav (50 mila i partecipanti).Foto: Nella sede delle ex Ogr, il 3 dicembre i vertici di tredici associazioni di categoria (daConfindustria a Confesercenti), si ritrovano insieme per sottolineare l'importanza degliinvestimenti in infrastrutture per il rilancio dell'economia.

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"Finalmente siamo stati ascoltati, ora i fatti" Disgelo tra il mondodell'impresa e Salvini Confindustria: il vicepremier ci ha promesso che aumenterà gli investimenti nella Finanziaria NICOLA LILLO ROMA Quattro pagine fitte fitte di appunti sulle proposte e sulle richieste avanzate dalle 15associazioni di imprese. «Materiale per tre manovre», scherza il vicepremier Matteo Salvinidurante le due ore di incontro ieri al Viminale. I caffè promessi agli imprenditori, dopo larottura dei giorni scorsi, sono dunque stati serviti nel corso di «un appuntamento concreto,proficuo. Inizia un percorso comune», aggiunge il leader della Lega, affiancato dalsottosegretario Giancarlo Giorgetti. Ora le associazioni - dopo questa prima apertura delgoverno - si attendono non più soltanto parole ma fatti, come ricorda il presidente diConfindustria Vincenzo Boccia, soddisfatto comunque del riconoscimento da parte di Salvinidell'importanza dei corpi intermedi nel rapporto tra politica e società. Resta però poco tempoper chiudere la legge di Bilancio, che arriva oggi al Senato, e soprattutto quasi nessuno spazioper stravolgerne l'impostazione. Le richieste Ciò che le 15 associazioni chiedono è di evitare atutti i costi la procedura di infrazione dell'Ue per debito eccessivo («Il governo farà passi inavanti, ma se Bruxelles ne fa due indietro non ci troviamo», avrebbe detto Salvini), dire sì aTav e grandi opere («L'Italia ha bisogno di crescere, sono favorevole alla Tav», ribadisce ilvicepremier in attesa dell'analisi costi-benefici del ministero delle Infrastrutture), maggioriinvestimenti e modifiche alla finanziaria, tra cui la cancellazione della tassa per le auto piùinquinanti già promessa dal leader leghista. Domani ci sarà un incontro simile al ministerodello Sviluppo tra le categorie e Luigi Di Maio. I due vicepremier portano avanti un duello adistanza per fare pace con le imprese dopo che si sono mobilitate a Torino nellamanifestazione a favore della Tav e contro le politiche economiche del governo giallo-verde.Una competizione interna che Salvini nell'incontro di ieri ha reso esplicita: «Spero chel'impegno con cui avete mostrato le vostre istanze qui, sia lo stesso di martedì quandoandrete da Di Maio», avrebbe detto ai presenti: oltre a Confindustria c'erano anche lecooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci), Confcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna,Coldiretti e Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filieraitaliana. Il cantiere manovra Al centro dell'incontro c'è stata soprattutto la manovra diBilancio, che però è ancora in attesa delle misure più importanti, reddito di cittadinanza econtroriforma delle pensioni, il cuore della trattativa con Bruxelles per ridurre il deficit. Sulprimo punto gli imprenditori chiedono un cambio di rotta, trasformando la misura voluta daigrillini in un provvedimento a favore delle imprese. In pratica uno sgravio fiscale: il reddito dicittadinanza verrebbe infatti trasferito per alcuni mesi all'azienda che assume, come haproposto il sottosegretario leghista Armando Siri e come sembra apprezzare Salvini. Ilreddito, dice, «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruolo attivo». Sulle pensioni invece ildiscorso è più avanzato e presto dovrebbe essere presentato un emendamento al Senato perintrodurre quota 100. Oltre a questo è previsto il taglio temporaneo delle cosiddette «pensionid'oro», una partita su cui Lega e Cinque Stelle non avrebbero ancora trovato la quadra. Tra leipotesi c'è l'introduzione di aliquote dal 25 al 40 per cento per tagliare le pensioni oltre 90mila euro (posizione M5S) oppure bloccare gli adeguamenti per gli assegni alti fino ad unlivello di 150 mila euro lordi e introdurre poi veri e propri tagli, fino anche al 40, per le sommeche superano questa soglia (la posizione della Lega). C'è una divergenza anche sulla

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definizione di pensione d'oro: per Di Maio sono quelle superiori ai 4500; Salvini vuole alzarel'asticella a 5 mila euro netti. - cVINCENZO BOCCIA PRESIDENTE NAZIONALE DI CONFINDUSTRIAIl governo Conte ha incontrato per la prima volta le imprese. Ci sono punti di convergenzaFoto: ANSAFoto: Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, dopo l'incontro con il ministrodell'Interno, Matteo Salvini

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Il vertice al Viminale L'INCONTRO Salvini apre alle imprese: «Sono favorevole alla Tav, eviteremo laprocedura» Dal ministro 15 sigle imprenditoriali la priorità è fermare le sanzioni europee Chiesto il rilanciodegli investimenti Domani nuovo tavolo ma con Di Maio SODDISFAZIONE DOPO ILCONFRONTO CON IL VICEPREMIER: «ADESSO ASPETTIAMO IL GOVERNO ALLA PROVA DEIFATTI» MA SULL'INFRAZIONE MINACCIATA IL LEADER DEL CARROCCIO PRECISA: «PER UNOZERO VIRGOLA NON TORNEREMO ALLA PREISTORIA» M.A. ROMA Disgelo. Ricucitura. Tra le imprese e il governo versione Salvini. Quindici associazioni dialtrettante categorie imprenditoriali sono andate al Viminale, e il ministro dell'Interno e vice-premier è stato, a detta di tutti, largo di sorrisi e aperto ad ogni tipo di dialogo e di proposte.Un vertice per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione Sì Tav a Torino o meglio dallefreddure che Salvini ha indirizzato al presidente confindustriale Boccia, con cui non c'è maistato un idillio. Ora è tutto superato? Parrebbe di sì. «Abbiamo riallacciato con Salvini, oratocca a Di Maio», dice Boccia. Anche se molti degli invitati sottolineano: «Ora aspettiamo ifatti». Un proficuo incontro di due ore, dice Salvini, per un «percorso comune, che parte dallavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del Paese». Salviniinsieme a Giorgetti ha ricevuto, oltre Boccia, le cooperative (Legacoop, Confcooperative eAgci), poi Confcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti e Confagricoltura, Confapi,Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana. Alcuni dei partecipantivedranno domani l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ministro delle Infrastrutture e del Lavoro,per il tavolo sulle Pmi e per affrontare il dossier dell'auto ecologica. Salvini ha cercato dirassicurare sulla manovra, verso la quale gli imprenditori hanno dubbi e resistenze. E hannochiesto al vicepremier scongiurare la procedura d'infrazione aperta dalla Ue e lui ha detto checercherà di fare di tutto per evitarla, «limando tutto ciò che si può», ma senza che per unozerovirgola «si possa tornare alla preistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sonoottenuti i voti per governare. E sulla Tav: «Sono favorevole a questa grande opera, e vediamoche cosa diràl'analisi costi-benefici». GLIIMPEGNI Alleanza Cooperative ha chiesto l'uso delreddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». La misura-bandiera del M5s per isenza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruolo attivo», ha commentato Salvini eha ribadito il concetto in tivvù, a Mezz'ora in più.. Gli artigiani di Cna hanno ribadito la prioritàdella deducibilità Imu, spiega dopo l'incontro il presidente Daniele Vaccarino. Più investimentinella modernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiesta di Confagricoltura. E com'èovvio il mondo imprenditoriale ha accolto molto bene la doppia dichiarazione, sia di Salvini siadel premier Conte intervistato dal Tg2, che è questa: «In settimana sarà avviata la riformadel Codice degliappalti». LEASPETTATIVE Su Tav e crescita ribadisce comunque Boccia:«Servono misure concrete». Le stesse che domani gli imprenditori, scontenti per una manovrasenza investimenti, chiederanno nelle prossime ore a Di Maio: «Dopo averriallacciatoconSalvini, ora vogliamo fare la stessa cosa con Di Maio», dice Boccia. Due ingombranticonvitati di pietra hanno partecipato alla riunione con Salvini: lo spread a 300 punti base cheriduce gli spazi di manovra e soprattutto il rischio-recessione, dopo un trimestre di Pilnegativo, che secondo diversi osservatori l'Italia corre nei prossimi mesi. Secondo ilpresidente di Confindustria, una recessione «è possibile» e il governo (che fa conto su unacrescita dell'1,5 per cento il prossimo anno, ritenuta fuori portata da molte istituzioni), «ne èconsapevole»: sarebbe bene «pensarci prima» per non rischiare di dover correggere la

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manovra in corso. ©RIPRODUZIONERISERVATAIl confrontoStime diverse sul futuro dell'economia e dei conti pubblici dell'Italiaprogramma Governo italiano previsioni Commissione UeDeficit pubblico (in % del Pil nominale)Crescita economica (var. % annua del Pil reale)1,21,9201820181,81,12,91,5201920191,22,43,11,6202020201,32,10,0 1,0 2,0 3,00,0 1,0 2,0 3,0Foto: Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria

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Salvini rilancia Disgelo con le imprese Claudia Marin ROMA MATTEO SALVINI gioca d'anticipo e batte Luigi Di Maio e Giuseppe Contenell'apertura del dialogo con le imprese e i loro vertici associativi. La mossa era annunciata,ma segna comunque un punto per il leader leghista. Tanto più che il capo del Carroccio, senzaavere ruoli istituzionali in materia economica, si muove comunque su un terreno che gli è piùagevole attraversare: dalle grandi opere, Tav in testa, agli interventi fiscali pro-impresa(come l'eliminazione della ecotassa), fino al Reddito di cittadinanza da convertire in parte inbonus assunzione, le posizioni della Lega coincidono apertamente con le richieste del mondoimprenditoriale. Al capo grillino e allo stesso premier, che vedranno sindacati e imprenditoritra oggi e domani, sarà più complicato dire sì alle stesse rivendicazioni: da qui la contromossa- anticipata per esempio dal ministro Riccardo Fraccaro - volta a puntare su nuovi incentiviper chi assume stabilmente e sulla riduzione degli onerosi premi Inail. MA TORNIAMOall'inedito appuntamento di ieri (che ha visto le porte del Viminale aprirsi per la prima voltaper un incontro con le parti sociali sulla politica economica del governo). Il summit vedeschierati da un lato il ministro dell'Interno e vicepremier con il braccio economico della Lega, ilsottosegretario alla presidenza, Giancarlo Giorgetti. E, dall'altro, i leader di ben 15associazioni d'impresa, da Confindustria a Legacoop, Confcooperative e Agci, per arrivare aConfcommercio e Confesercenti, all'Ance, a Confartigianato, Casartigiani e Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Cia e Confapi, Confimi Industria, Filiera Italia. Nei saloni del ministerodell'Interno va in scena, per due ore filate, il copione del disgelo. Un tentativo che arriva dopolo scontro innescato dalla manifestazione confindustriale (e non solo) di Torino del 3 dicembreper la Tav e le grandi opere, e dopo mesi di mancata consultazione da parte dell'esecutivogiallo-verde delle parti sociali sempre più preoccupate per lo scontro con l'Ue e per l'inizio diuna fase recessiva. IL GOVERNO «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento»per «riaprire una stagione di confronto», spiega il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia,che incalza: «Se la crescita non dovesse esserci il governo dovrebbe correggere la manovra incorsa, allora sarebbe opportuno pensarci un attimo prima». E sono in molti a sottolineare cheora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorsocomune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilanciodell'economia e del Paese», insiste lo stesso Salvini. All'uscita «dell'incontro dei 12 caffè», inriferimento al botta e risposta di martedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria, leparole d'ordine sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Salvini ci sta, anchese sul rapporto con l'Europa non manca di sottolineare sì piena disponibilità al confronto conl'Ue e a limare tutto ciò che si può, ma «senza che per uno zero virgola si possa tornare allapreistoria». Come dire: che le misure-cardine del contratto di governo vanno portate avanti.Ma sul 'come' si può ragionare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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MANOVRA Salvini rilancia Disgelo con le imprese* Il vicepremier batte sul tempo i 5 Stelle e cerca di ricucire con il partito del Pil Parole d'ordine:Tav, infrastrutture e crescita. Domani tocca a Di Maio provarci Claudia Marin ROMA MATTEO SALVINI gioca d'anticipo e batte Luigi Di Maio e Giuseppe Conte nell'aperturadel dialogo con le imprese e i loro vertici associativi. La mossa era annunciata, ma segnacomunque un punto per il leader leghista. Tanto più che il capo del Carroccio, senza avereruoli istituzionali in materia economica, si muove comunque su un terreno che gli è piùagevole attraversare: dalle grandi opere, Tav in testa, agli interventi fiscali pro-impresa(come l'eliminazione della ecotassa), fino al Reddito di cittadinanza da convertire in parte inbonus assunzione, le posizioni della Lega coincidono apertamente con le richieste del mondoimprenditoriale. Al capo grillino e allo stesso premier, che vedranno sindacati e imprenditoritra oggi e domani, sarà più complicato dire sì alle stesse rivendicazioni: da qui la contromossa- anticipata per esempio dal ministro Riccardo Fraccaro - volta a puntare su nuovi incentiviper chi assume stabilmente e sulla riduzione degli onerosi premi Inail. MA TORNIAMOall'inedito appuntamento di ieri (che ha visto le porte del Viminale aprirsi per la prima voltaper un incontro con le parti sociali sulla politica economica del governo). Il summit vedeschierati da un lato il ministro dell'Interno e vicepremier con il braccio economico della Lega, ilsottosegretario alla presidenza, Giancarlo Giorgetti. E, dall'altro, i leader di ben 15associazioni d'impresa, da Confindustria a Legacoop, Confcooperative e Agci, per arrivare aConfcommercio e Confesercenti, all'Ance, a Confartigianato, Casartigiani e Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Cia e Confapi, Confimi Industria, Filiera Italia. Nei saloni del ministerodell'Interno va in scena, per due ore filate, il copione del disgelo. Un tentativo che arriva dopolo scontro innescato dalla manifestazione confindustriale (e non solo) di Torino del 3 dicembreper la Tav e le grandi opere, e dopo mesi di mancata consultazione da parte dell'esecutivogiallo-verde delle parti sociali sempre più preoccupate per lo scontro con l'Ue e per l'inizio diuna fase recessiva. IL GOVERNO «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento»per «riaprire una stagione di confronto», spiega il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia,che incalza: «Se la crescita non dovesse esserci il governo dovrebbe correggere la manovra incorsa, allora sarebbe opportuno pensarci un attimo prima». E sono in molti a sottolineare cheora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorsocomune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilanciodell'economia e del Paese», insiste lo stesso Salvini. All'uscita «dell'incontro dei 12 caffè», inriferimento al botta e risposta di martedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria, leparole d'ordine sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Salvini ci sta, anchese sul rapporto con l'Europa non manca di sottolineare sì piena disponibilità al confronto conl'Ue e a limare tutto ciò che si può, ma «senza che per uno zero virgola si possa tornare allapreistoria». Come dire: che le misurecardine del contratto di governo vanno portate avanti.Ma sul 'come' si può ragionare.GIUSEPPE CONTE"«Io ho una capacità di mediazione inesauribile, però la mia capacità di mediazione in questocaso è tarata per 5 anni. Poi libero la poltrona», così il premier Giuseppe Conte «Medierò, masolo per 5 anni»

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LE SIGLEMatteo Salvini ha ricevuto...FILIERA ITALIAFoto: IL TAVOLO Matteo Salvini con Giorgetti (a sinistra) all'incontro con 15 associazioni divarie categorieFoto: Vincenzo BocciaFoto: Il governo ci ha convocati per riaprire una stagione di confronto Ma ora servono i fatti

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AZIENDA LEADER NEL SETTORE Officine Locati, la manifattura 4.0 Porte, recinzioni e chiusure:«Realizziamo tutto internamente» Fabio Lombardi MONZA C'È SARACINESCA e saracinesca. Quella inventata dalle Officine Locatiè davvero speciale. È una saracinesca per box "salva specchietti". «Una porta basculante che,grazie all'eliminazione dei contrappesi laterali, aumenta sensibilmente lo spazio utile per ilpassaggio delle auto e dei mezzi di trasporto in ingresso nei box. Noi siamo primo costruttorein Italia a certificarsi "CE" con questa soluzione», spiega Guido Locati, titolare dell'aziendainsieme al cugino Paolo. «Un sistema - aggiunge Locati - che è molto richiesto da chi deverealizzare "garage su misura" e che possiamo produrre con il colore desiderato da ognicliente». MA NON È solo questa saracinesca ad aver fatto la fortuna delle Officine Locati chenegli ultimi 4 anni, nonostante la crisi, hanno raddoppiato le vendite. E oggi l'azienda, natanel 1925, è diventata 4.0. Nei giorni scorsi è stato infatti inaugurato un nuovo capannone dimille metri quadrati, a poca distanza dalla storica sede cittadina. Un impianto di verniciatura4.0 che può completare una porta ogni 10 minuti e potenzialmente lavorare 24 ore su 24,sette giorni su sette. «Il tutto è interconnesso con il sistema informatico dell'azienda econtrollabile da remoto. Per il funzionamento della nuova area produttiva le Officine Locatihanno assunto due addetti, che si sommano ad altri sette assunti tra 2017 e 2018, per untotale ad oggi di oltre 20 addetti complessivi», spiega con orgoglio Locati. ESSEREall'avanguardia, anche in un settore tradizionale, è infatti uno dei tratti distintivi delle OfficineLocati. La capacità di adeguarsi alle logiche di mercato ha portato l'azienda ad anticiparesempre i tempi, investendo prima degli altri nel web. Oggi, anche in un settore tradizionalecome quello in cui operano le Officine Locati, il 70 per cento degli ordini arrivano tramiteinternet. Ma non ci sono solo le saracinesche. Un altro prodotto di punta sono le recinzioni dacantiere certificate per la resistenza al carico del vento. Officine Locati è una azienda storicafondata a Monza 93 anni fa che si è evoluta da opificio per la lavorazione artigianale del ferro,alla produzione industriale di chiusure di sicurezza (serrande, porte basculanti), grigliatiindustriali e recinzioni, che fornisce su tutto il territorio nazionale e all'estero. Dal fondatoreGuido, classe 1908, l'attività è stata trasmessa ai figli Giuseppe (ancor oggi attivo in azienda)e Mario (scomparso nel 2001), quindi nel 2004 ai nipoti Guido e Paolo. Nei decenni, l'aziendasi è imposta come leader nel proprio settore, sia da un punto di vista tecnico che qualitativo.«Il numero senza eguali di profilatrici (sedici, per la sagomatura di nastri d'acciaio) e presseconsente di produrre internamente ogni singolo componente dei nostri prodotti», dice Locati.Un'eccellenza brianzola. L'ATTIVITÀ DI SVILUPPO prodotti, nel corso della storia aziendale, haportato a registrare numerosi brevetti (grigliato autoportante, motorizzazione portabasculante a camme, gruppo motoriduttore ad argano...), grazie soprattutto al lavorodell'ingegner Giuseppe Locati, dal 2014 Cavaliere all'Ordine del merito della Repubblica. «Lacrescita delle vendite, sia di porte garage sia degli altri prodotti, ma anche l'esigenza dicompletare il ciclo produttivo nella maggior parte delle forniture, ha richiesto spazi via viacrescenti e ha portato alla decisione di realizzare il nostro impianto di verniciatura - diceLocati -. Abbiamo deciso da subito che l'impianto di verniciatura, appositamente studiato,fosse automatizzato. Non solo, grazie alla consulenza di Confimi Industria, la nostraassociazione di categoria manifatturiera, abbiamo potuto avvalerci dei bandi "industria 4.0" eSabatini Ter, potendo così realizzare una struttura all'avanguardia e che godesse di importantisgravi fiscali». IL NUOVO sistema di lavorazione prevede quattro fasi: lavaggio, asciugatura,

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verniciatura a polveri e cottura dei pezzi. Il processo avviene nel totale rispetto dell'ambiente,senza emissioni e con minimo consumo energetico. Dei quattro passaggi la sola fase di"spruzzatura" della vernice è svolta manualmente da un operatore, mentre tutte le altre,movimentazione, tempistiche, immagazzinaggio, sono gestite dal computer. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Attività continua di ricerca L'attività di sviluppo prodotti nel corso della storia aziendale ha portato a registrare numerosibrevetti (grigliato autoportante motorizzazione porta basculante a camme, gruppomotoriduttore ad argano...), grazie soprattutto al lavoro dell'ingegner Giuseppe Locati, dal2014 Cavaliere all'Ordine del merito della Repubblica

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Salvini rilancia Disgelo con le imprese Claudia Marin ROMA MATTEO SALVINI gioca d'anticipo e batte Luigi Di Maio e Giuseppe Contenell'apertura del dialogo con le imprese e i loro vertici associativi. La mossa era annunciata,ma segna comunque un punto per il leader leghista. Tanto più che il capo del Carroccio, senzaavere ruoli istituzionali in materia economica, si muove comunque su un terreno che gli è piùagevole attraversare: dalle grandi opere, Tav in testa, agli interventi fiscali pro-impresa(come l'eliminazione della ecotassa), fino al Reddito di cittadinanza da convertire in parte inbonus assunzione, le posizioni della Lega coincidono apertamente con le richieste del mondoimprenditoriale. Al capo grillino e allo stesso premier, che vedranno sindacati e imprenditoritra oggi e domani, sarà più complicato dire sì alle stesse rivendicazioni: da qui la contromossa- anticipata per esempio dal ministro Riccardo Fraccaro - volta a puntare su nuovi incentiviper chi assume stabilmente e sulla riduzione degli onerosi premi Inail. MA TORNIAMOall'inedito appuntamento di ieri (che ha visto le porte del Viminale aprirsi per la prima voltaper un incontro con le parti sociali sulla politica economica del governo). Il summit vedeschierati da un lato il ministro dell'Interno e vicepremier con il braccio economico della Lega, ilsottosegretario alla presidenza, Giancarlo Giorgetti. E, dall'altro, i leader di ben 15associazioni d'impresa, da Confindustria a Legacoop, Confcooperative e Agci, per arrivare aConfcommercio e Confesercenti, all'Ance, a Confartigianato, Casartigiani e Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Cia e Confapi, Confimi Industria, Filiera Italia. Nei saloni del ministerodell'Interno va in scena, per due ore filate, il copione del disgelo. Un tentativo che arriva dopolo scontro innescato dalla manifestazione confindustriale (e non solo) di Torino del 3 dicembreper la Tav e le grandi opere, e dopo mesi di mancata consultazione da parte dell'esecutivogiallo-verde delle parti sociali sempre più preoccupate per lo scontro con l'Ue e per l'inizio diuna fase recessiva. IL GOVERNO «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento»per «riaprire una stagione di confronto», spiega il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia,che incalza: «Se la crescita non dovesse esserci il governo dovrebbe correggere la manovra incorsa, allora sarebbe opportuno pensarci un attimo prima». E sono in molti a sottolineare cheora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorsocomune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilanciodell'economia e del Paese», insiste lo stesso Salvini. All'uscita «dell'incontro dei 12 caffè», inriferimento al botta e risposta di martedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria, leparole d'ordine sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Salvini ci sta, anchese sul rapporto con l'Europa non manca di sottolineare sì piena disponibilità al confronto conl'Ue e a limare tutto ciò che si può, ma «senza che per uno zero virgola si possa tornare allapreistoria». Come dire: che le misure-cardine del contratto di governo vanno portate avanti.Ma sul 'come' si può ragionare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Salvini apre alle imprese Boccia: su Tav e crescita servono misureconcrete `Dal ministro 15 sigle imprenditoriali la priorità è fermare la procedura Ue L'INCONTROROMA Disgelo. Ricucitura. Tra le imprese e il governo versione Salvini. Quindici associazioni dialtrettante categorie imprenditoriali sono andate al Viminale, e il ministro dell'Interno e vice-premier è stato, a detta di tutti, largo di sorrisi e aperto ad ogni tipo di dialogo e di proposte.Un vertice per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione Sì Tav a Torino o meglio dallefreddure che Salvini ha indirizzato al presidente confindustriale Boccia, con cui non c'è maistato un idillio. Ora è tutto superato? Parrebbe di sì. «Abbiamo riallacciato con Salvini, oratocca a Di Maio», dice Boccia. Anche se molti degli invitati sottolineano: «Ora aspettiamo ifatti». Un proficuo incontro di due ore, dice Salvini, per un «percorso comune, che parte dallavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del Paese».Salvini insieme a Giorgetti ha ricevuto, oltre Boccia, le cooperative (Legacoop,Confcooperative e Agci), poi Confcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana.Alcuni dei partecipanti vedranno domani l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ministro delleInfrastrutture e del Lavoro, per il tavolo sulle Pmi e per affrontare il dossier dell'autoecologica. Salvini ha cercato di rassicurare sulla manovra, verso la quale gli imprenditorihanno dubbi e resistenze. E hanno chiesto al vicepremier scongiurare la procedurad'infrazione aperta dalla Ue e lui ha detto che cercherà di fare di tutto per evitarla, «limandotutto ciò che si può», ma senza che per uno zerovirgola «si possa tornare alla preistoria», cioèrinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. E sulla Tav: «Sonofavorevole a questa grande opera, e vediamo che cosa dirà l'analisi costi-benefici». GLI IMPEGNIAlleanza Cooperative ha chiesto l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di«startup». La misura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese inun ruolo attivo», ha commentato Salvini e ha ribadito il concetto in tivvù, a Mezz'ora in più..Gli artigiani di Cna hanno ribadito la priorità della deducibilità Imu, spiega dopo l'incontro ilpresidente Daniele Vaccarino. Più investimenti nella modernizzazione e tecnologie avanzate èuna delle richiesta di Confagricoltura. E com'è ovvio il mondo imprenditoriale ha accolto moltobene la doppia dichiarazione, sia di Salvini sia del premier Conte intervistato dal Tg2, che èquesta: «In settimana sarà avviata la riforma del Codice degli appalti». LE ASPETTATIVESu Tav e crescita ribadisce comunque Boccia: «Servono misure concrete». Le stesse chedomani gli imprenditori, scontenti per una manovra senza investimenti, chiederanno nelleprossime ore a Di Maio: «Dopo aver riallacciato con Salvini, ora vogliamo fare la stessa cosacon Di Maio», dice Boccia. Due ingombranti convitati di pietra hanno partecipato alla riunionecon Salvini: lo spread a 300 punti base che riduce gli spazi di manovra e soprattutto il rischio-recessione, dopo un trimestre di Pil negativo, che secondo diversi osservatori l'Italia corre neiprossimi mesi. Secondo il presidente di Confindustria, una recessione «è possibile» e ilgoverno (che fa conto su una crescita dell'1,5 per cento il prossimo anno, ritenuta fuoriportata da molte istituzioni), «ne è consapevole»: sarebbe bene «pensarci prima» per nonrischiare di dover correggere la manovra in corso.

10/12/2018Pag. 4 Ed. Belluno

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Metamorfosi di uno statista Alessandro Giuli a pagina 4 La metamorfosi di Matteo Salvini da ribelle a statista passa anche per la capacitàdi ascolto e per la messa in opera di una visione su quell'Italia che non è ancora, ma potrà edovrà essere: una nazione con radici antiche e infrastrutture di ultima generazione (quelle chedavvero occorrono e con urgenza). Sicché viene facile plaudire alla scelta del vicepremierleghista, che ieri ha convocato un tavolo di confronto con le categorie interessate all'altavelocità così come alla necessità di favorire la manutenzione del territorio agro-industriale, ilrilancio del tessuto commerciale ed edilizio e la progettazione delle infrastrutture italiane.C'erano tutti, al Viminale, davanti a Salvini accompagnato dal capo di gabinetto (il prefettoMatteo Piantedosi) e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Equando diciamo tutti intendiamo anche quelli che non ti aspetti, oltre alla già criticaConfindustria (ma ieri il segretario Boccia era finalmente sorridente...), ovvero le associazionie le cooperative che guardano con meno favore al governo gialloverde: Agci, Ance,Casartigiani, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio,Confcooperative, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera Italia e Legacoop. Va bene laColdiretti, che con i leghisti ha un rapporto storico di mutua solidarietà, ma nell'elenco figuraperfino la costellazione delle coop rosse. Possibile? Possibile. E nel medesimo giorno in cuiSalvini, ospite di Lucia Annunziata su Raitre, è tornato a dirsi «favorevole a nuove opere einfrastrutture da nord a sud, perché l'Italia ha bisogno di crescere». Morale: «Sono favorevolealla Tav, anche se c'è un contratto di governo e stiamo aspettando il rapporto dei tecnicirelativo ai costi». Insomma: vedremo... dice Salvini, ribadendo però che lui è «sempre perandare avanti». Il percorso di Salvini, questo suo andare avanti procedendo per singulti,scarti improvvisi, sinuosità affilate percorse a rotta di collo e rettilinei calcati col piede sulfreno, fa parte della più caratteristica tradizione degli avventurieri dotati di senno. E difortuna, nel bene e nel male. Uno fra tutti: Bettino Craxi. La scelta di mettersi in gioco inprima persona, riallacciando canali di dialogo proprio laddove sembrava ormai prevalere unastolida incomunicabilità, indica un salto di livello irrefutabile da parte di Salvini. Un'avvenutamaturazione che stride con la contraddittoria rigidità dei suoi alleati a Cinque Stelle ma altempo stesso può ricompattare intorno alla maggioranza i blocchi sociali più produttivi edinamici dell'Italia. Non è certo una scelta di campo di natura classista (come si diceva unavolta) quella di Salvini, il quale rimane un politico a vocazione maggioritaria di estrazione einclinazioni sociali. E tuttavia nelle ultime 48 ore, tra la manifestazione di taglio ecumenico inPiazza del Popolo a Roma, la presa di posizione a favore delle opere d'interesse pubblico conconseguente dichiarazione di guerra al nimbysmo (da Nimby acronimo che sta per Not In MyBack Yard;ovvero: «Non nel mio cortile»), il capo della Lega sta mostrando un registrosuperiore a quello visto fin qui. Uno degli effetti immediati potrà essere è il prosciugamentodegli spazi limacciosi di protesta borghese nei quali cercano di pescare renzismo eberlusconismo declinanti, mentre i grillini vagolano irrequieti nel loro confuso limbo. Certo, nelcaso di Salvini restano ancora dei tratti di asperità dialettiche da levigare, alcuni infantilismiche tracimano a dismisura nei social nonché una eccessiva fascinazione nei confronti delnuovo clericalismo identitario che spira dall'est Europa (sebbene l'Italia non sia la Polonia). Manon v'è dubbio che, in assenza di alternative credibili, il non più acerbo Matteo starimodellando con grande facilità, e con destrezza da «corporativista paziente», il profilo di una

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forza di governo consapevole in Italia e di rottura culturale all'estero.

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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Tra Salvini e le imprese adesso è l'ora del disgelo Il vertice Dopo lo strappo alla manifestazione «Sì Tav» faccia a faccia al Viminale. Boccia: oraaspettiamo i fatti È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazioni dellediverse categorie e il vice premier Matteo Salvini al Viminale. Un vertice per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione «Sì Tav» che aveva segnato ledistanze fra il governo e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima voltadal suo insediamento» per «riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato ilpresidente di Confindustria Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora«aspettiamo i fatti».Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorso comune che parte dal lavoro,stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del Paese». Così Salvini,che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci), poiConfcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti e Confagricoltura, Confapi,Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana.La sede è ministero dell'Interno di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario aPalazzo Chigi, Giancarlo Giorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con unconfronto tutto interno alla maggioranza per essere l'interlocutore degli imprenditori, vistoche alcuni dei partecipanti vedranno domani l'altro vice premier, Luigi Di Maio, ministro delloSviluppo economico e del Lavoro, per i tavolo sulle piccole e medie imprese e per affrontare ildossier dell'auto ecologica.All'uscita da quello che era stato ribattezzato «l'incontro dei 12 caffè» in riferimento al botta erisposta di martedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, le paroled'ordine all'uscita dal Viminale sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Unvertice pacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze di posizione che vengonosfumate. Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d'infrazione aperta dalla Ue eil vice premier a ribadire morbido la sua posizione: piena disponibilità al confronto con l'Ue e alimare tutto ciò che si può, ma senza che per uno «zero virgola» «si possa tornare allapreistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare.Ma è anche - con la legge di Bilancio alle ultime battute - l'occasione per portare avanti gliinteressi di ciascuno: le imprese incassano il no di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e ilsuo favore per la Tav in attesa del «rapporto» che verrà stilato: «Sono favorevole alla Tav.Vedremo...», dice subito dopo in tivù il ministro dell'Interno. Alleanza Cooperative chiede l'usodel reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «start up».La misura bandiera del M5S per i senza lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini a «Mezzorainpiù». Gli artigiani di Cna hanno adesempio ribadito la priorità della deducibilità Imu, spiega il presidente Daniele Vaccarino. Piùinvestimenti nella modernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiesta diConfagricoltura, mentre è le infrastrutture come la Tav erano alte nell'agenda dellecooperative presenti.Deciderà il governo, che deve chiudere la manovra entro il 19, facendo i conti con il partito diDi Maio. Per tutti, le priorità rischiano di essere scompaginate da due ingombranti convitati dipietra alla riunione di oggi: lo spread a 300 punti base che riduce gli spazi di manovra («Nonse ne è parlato», risponde Boccia). E soprattutto il rischio recessione - dopo un trimestre di Pil

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negativo - che secondo diversi osservatori l'Italia corre nei prossimi mesi.Boccia ha risposto che una recessione «è possibile» e il governo (che fa conto su una crescitadell'1,5% il prossimo anno, ritenuta del tutto fuori portata da molte istituzioni) «ne èconsapevole»: sarebbe bene «pensarci prima» per non rischiare di dover correggere lamanovra in corso.

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Disgelo con l ' esecutivo gialloverde Le imprese: dialogo sì ma ora vogliamo i fatti Quindici sigle spingono su Tav e misure, il rischio recessione Domenico Conti RO M A È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontrofra 15 associazioni delle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Unvertice per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione Sì Tav che aveva segnato ledistanze fra il governo e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima voltadal suo insediamento» per «riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato ilpresidente di Confindustria Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora«aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorso comuneche parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell ' economia e delpaese». Così Salvini, che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative (Legacoop,Confcooperative e Agci), poi Confcommercio, l ' A n ce , Casartigiani e Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana. Lasede è ministero dell ' Interno di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario a PalazzoChigi Giancarlo Giorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con un confronto tuttointerno alla maggioranza per essere l ' i n t e r locutore degli imprenditori, visto che alcuni deipartecipanti vedranno martedì l ' altro vicepre mier, Luigi Di Maio, ministro delle Infrastrutturee del Lavoro, per i tavolo sulle Pmi e per affrontare il dossier dell ' auto ecologica. All ' uscitada quello che era sta to ribattezzato «l ' incontro dei 12 caffè» in riferimento al botta erisposta di martedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, le paroled ' o rd i ne all ' uscita dal Viminale sono in vestimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo.Un vertice pacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze di posizione chevengono sfumate. Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d ' infrazione apertadalla Ue e il vice-premier a ribadire morbido la sua posizione. Ma è anche - con la legge dibilancio alle ultime battute - l ' o cc a sione per portare avanti gli interessi di ciascuno: leimprese incassano il " no " di Salvini alla tas sa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tavin attesa del «rapporto» che verrà stilato: «sono favorevole alla Tav. Vedremo...», dice subitodopo in Tv il ministro dell ' Interno. Alleanza Cooperative chiede l ' uso del red dito dicittadinanza per favorire la nascita di «startup».Foto: Stop burocrazia, sv i l u p p o i n f ra st r ut t u re e rilancio d e l l ' e co n o m ia MatteoSalvini

10/12/2018Pag. 4 Ed. Cosenza

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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Segnali d'intesa La manovra È tregua fra imprese, categorie e Governo «ma ora aspettiamo ifatti» Da Salvini i rappresentanti di quindici sigle. «Incontro concreto e proficuo per un percorsocomune» Bisogna fare i conti con lo spread a 300 punti base e il rischio recessione dopo untrimestre di Pil negativo ROMA. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15associazioni delle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un vertice perricucire lo strappo nato dopo la manifestazione «Sì Tav» che aveva segnato le distanze fra ilgoverno e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suoinsediamento per riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato il presidente diConfindustria Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora «aspettiamo ifatti». Un incontro di due ore «concreto, proficuo. per un percorso comune che parte dalavoro, stop alla burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del paese».Così Salvini, che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative (Legacoop, Confcooperative eAgci), poi Confcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti e Confagricoltura, Confapi,Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana. La sede è ministerodell'Interno di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario a Palazzo Chigi GiancarloGiorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con un confronto tutto interno allamaggioranza per essere l'interlocutore degli imprenditori, visto che alcuni dei partecipantivedranno martedì l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ministro delle Infrastrutture e del Lavoro,per i tavolo sulle Piccole medie industrie e per affrontare il dossier dell'auto ecologica. Verticepacificatore. All'uscita da quello che era stato ribattezzato «l'incontro dei 12 caffé» inriferimento al botta e risposta di martedì scorso fra Salvini e il presidente di ConfindustriaVincenzo Boccia, le parole d'ordine all'uscita dal Viminale sono investimenti, infrastrutture,Tav, crescita, sviluppo. Un vertice pacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenzedi posizione che vengono sfumate. Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedurad'infrazione aperta dalla Ue e il vice premier a ribadire morbido la sua posizione: pienadisponibilità al confronto con l'Ue e a limare tutto ciò che si può, ma senza che per unozerovirgola «si possa tornare alla preistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sonoottenuti i voti per governare. Ma è anche - con la legge di bilancio alle ultime battutel'occasione per portare avanti gli interessi di ciascuno: le imprese incassano il no di Salvinialla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav in attesa del rapporto che verràstilato: «Sono favorevole alla Tav. Vedremo...», dice subito dopo in tv il ministro dell'Interno.Alleanza Cooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di start up.La misura-bandiera del M5s per i senza lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini, sempre in tv, a «Mezzorainpiù». Gli artigiani di Cnahanno ad esempio ribadito la priorità della deducibilità Imu, spiega il presidente DanieleVaccarino. Più investimenti nella modernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiestadi Confagricoltura, mentre le infrastrutture come la Tav erano alte nell'agenda dellecooperative presenti. Deciderà il governo, che deve chiudere la manovra entro il 19, facendo iconti con il partito di Di Maio. Per tutti, le priorità rischiano di essere scompaginate da dueingombranti convitati di pietra alla riunione di ieri: lo spread a 300 punti base, che riduce glispazi di manovra («non se ne è parlato», risponde Boccia, interpellato). E soprattutto ilrischio-recessione, dopo un trimestre di Pil negativo, che secondo diversi osservatori l'Italia

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corre nei prossimi mesi. Boccia ha risposto che una recessione «è possibile» e il governo (chefa conto su una crescita dell'1,5% il prossimo anno ritenuta del tutto fuori portata da molteistituzioni), «ne è consapevole»: sarebbe bene «pensarci prima» per non rischiare di dovercorreggere la manovra in corso.Foto: Confindustria. Il presidente Vincenzo Boccia: «Bene, adesso aspettiamo i fatti»Foto: Il tavolo. Salvini e il sottosegretario Giorgetti a confronto con i rappresentanti diimprenditori e categorie

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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E agli imprenditori: sì alla Tav ROMA - E il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15associazioni delle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un vertice perricucire lo strappo nato dopo la manifestazione «Si tav» che aveva segnato le distanze fra ilgoverno e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suoinsediamento» per «riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato il presidente diConfindustria Vincenzo Boccia (nella fotoal centro), anche se sono in molti a sottolineare cheora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore «concreto, pmficuo» per un «percorsocomune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppo in. , frastrutture per rilanciodellieconomia e del paese». Cosi Salvini, che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative(Legacoop, Confcooperative eAgci), poi Confcommercio, l°Ance, Casartigiani e Cna, Coldirettie Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana.La sede à il ministero dellilnterno di cui à titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario aPalazzo Chigi Giancarlo Giorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con unconfronto tutto interno alla maggioranza per essere liinterlocutore degli imprenditori, vistoche alcuni dei partecipanti vedranno domani lialtro vicepremier, Luigi Di Maio, ministro delleInfrastrutture e del Lavoro, peri tavolo sulle Pmi e per affrontare il dossier delliauto ecologica.Alliuscita da quello che era stato ribattezzato «liincontro dei 12 caffe» in riferimento al botta erisposta fra Salvini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, le parole diordinealliuscita dal Viminale so no investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Ma e anche -con la legge di bilancio alle ultime battute - lioccasione per portare avanti gli interessi diciascuno: le imprese incassano il «no» di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favoreper la Tav in attesa del «rapporto» che verrà stilato: «sono favorevole alla Tav. Vedremo...»,dice subito dopo in Tv il ministro dellilnterno.

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ITALIA E MONDO Conti Gli imprenditori da Salvini: parte il dialogo. «Ma ora i fatti» Le 15 sigle del mondo dell'industria insistono sul sì alla Tav e sulla spesa infrastrutturale. Echiedono di evitare la procedura di infrazione. DOMENICO CONTI pROMA E ' il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15associazioni delle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un vertice perricucire lo strappo nato dopo la manifestazione «Sì Tav» che aveva segnato le distanze fra ilgoverno e le imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento»per «riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di ConfindustriaVincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora «aspettiamo i fatti». Unincontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorso comune che parte dal lavoro, stopburocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell ' economia e del paese». Così Salvini, cheha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci), poiConfcommercio, l ' Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti e Confagricoltura, Confapi,Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana. La sede è ministero dell 'Inter no di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario a Palazzo Chigi GiancarloGiorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con un confronto tutto interno allamaggioranza per essere l ' in terlocutore degli imprenditori, visto che alcuni dei partecipantivedranno martedì l ' al tro vicepremier, Luigi Di Maio, ministro delle Infrastrutture e delLavoro, per i tavolo sulle Pmi e per affrontare il dossier dell ' auto ecologica. Le parole d 'ordine all ' u s c i ta dal Viminale sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo.Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d ' i n f ra z io n e aperta dalla Ue e ilvice-premier a ribadire morbido la sua posizione: piena disponibilità al confronto con l ' Ue e ali mare tutto ciò che si può, ma senza che per uno zerovirgola «si possa tornare allapreistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Ma è anche- con la legge di bilancio alle ultime battute - l ' o c c a s io n e per portare avanti gli interessidi ciascuno: le imprese incassano il «no» di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suofavore per la Tav in attesa del «rapporto» che verrà stilato. Per tutti, le priorità rischiano diessere scompaginate da due ingombranti convitati di pietra: lo spread a 300 punti base cheriduce gli spazi di manovra («non se ne è parlato», risponde Boccia interpellato). Esoprattutto il rischio-recessione, dopo un trimestre di Pil negativo, che secondo diversiosservatori l ' Italia corre nei prossimi mesi. Boccia ha risposto che una recessione «èpossibile» e il governo, «ne è consapevole».Foto: INDUSTRIALI Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria.

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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Vertice al Viminale per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione «Sì Tav» Il presidentedi Confindustria Boccia: «Riparte il confronto, ma attendiamo i fatti» Codacons: una stangatada 1,32 miliardi energia Salvini incontra le imprese Il governo apre al dialogo di Domenico Conti ; w di Domenico ContiwROMAÈ il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontrofra 15 associazioni delle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Unvertice per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione «Sì tav» che aveva segnato ledistanze fra il governo e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima voltadal suo insediamento» per «riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato ilpresidente di Confindustria Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora«aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorso comuneche parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e delpaese». Così Salvini, che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative (Legacoop,Confcooperative e Agci), poi Confcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana. Lasede è il ministero dell'Interno di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario a PalazzoChigi Giancarlo Giorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con un confronto tuttointerno alla maggioranza per essere l'interlocutore degli imprenditori, visto che alcuni deipartecipanti vedranno martedì l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ministro delle Infrastrutture edel Lavoro, per il tavolo sulle Pmi e per affrontare il dossier dell'auto ecologica. All'uscita daquello che era stato ribattezzato «l'incontro dei 12 caffé» in riferimento al botta e risposta dimartedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, le parole d'ordineall'uscita dal Viminale sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo.Un verticepacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze di posizione che vengono sfumate.Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d'infrazione aperta dalla Ue e il vice-premier a ribadire morbido la sua posizione: piena disponibilità al confronto con l'Ue e alimare tutto ciò che si può, ma senza che per uno zerovirgola «si possa tornare allapreistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Ma è anche- con la legge di bilancio alle ultime battute - l'occasione per portare avanti gli interessi diciascuno: le imprese incassano il no di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favoreper la Tav in attesa del «rapporto» che verrà stilato: «sono favorevole alla Tav. Vedremo...»,dice subito dopo in Tv il ministro dell'Interno. Alleanza Cooperative chiede l'uso del reddito dicittadinanza per favorire la nascita di «startup». La misura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruolo attivo», si limiterà a commentare Salvinia Mezzorainpiù. Gli artigiani di Cna hanno ad esempio ribadito la priorità della deducibilitàImu, spiega il presidente Daniele Vaccarino. Più investimenti nella modernizzazione etecnologie avanzate è una delle richiesta di Confagricoltura, mentre le infrastrutture come laTav erano alte nell'agenda delle cooperative presenti. Deciderà il governo, che deve chiuderela manovra entro il 19, facendo i conti con il partito di Di Maio. Per tutti, le priorità rischiano diessere scompaginate da due ingombranti convitati di pietra alla riunione di ieri: lo spread a300 punti base che riduce gli spazi di manovra («non se ne è parlato», risponde Boccia). Esoprattutto il rischio-recessione, dopo un trimestre di Pil negativo, che secondo diversiosservatori l'Italia corre nei prossimi mesi.

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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GIORNO Imprese e Salvini, è disgelo Al Viminale l ' incontro che segna la riapertura del dialogo «aspettando i fatti» ROMA - È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15associazioni delle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un vertice perricucire lo " strappo " nato dopo la manifestazione Sì Tav che aveva segnato le distanze fra ilgoverno e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suoinsediamento» per «riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato il presidente diConfindustria, Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora «aspettiamo ifatti». Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorso comune che parte dallavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell ' economia e del paese». CosìSalvini, che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci), poiConfcommercio, l ' Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti e Confagricoltura, Confapi,Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana. Sede il ministero dell 'Interno di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario a Palazzo Chigi GiancarloGiorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con un confronto tutto interno allamaggioranza per essere l ' interlocutore degli imprenditori, visto che alcuni dei partecipantivedranno domani l ' altro vicepremier, Luigi Di Maio, ministro delle Infrastrutture e delLavoro, per i tavolo sulle Pmi e per affrontare il dossier dell ' auto ecologica. All ' uscita daquello che era stato ribattezzato «l ' incontro dei 12 caffè» in riferimento al botta e risposta dimartedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, le parole d ' ordineall ' uscita dal Viminale sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Un verticepacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze di posizione che vengono sfumate.Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d ' infrazione aperta dalla Ue e il vice-premier a ribadire morbido la sua posizione: piena disponibilità al confronto con l ' Ue e alimare tutto ciò che si può, ma senza che per uno zerovirgola «si possa tornare allapreistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Ma è anche- con la legge di bilancio alle ultime battute - l ' occasione per portare avanti gli interessi diciascuno: le imprese incassano il " no " di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suofavore per la Tav in attesa del " rapporto " che verrà stilato: «sono favorevole alla Tav.Vedremo...», dice subito dopo in tv il ministro dell ' Interno. Alleanza Cooperative chiede l 'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di " startup " . La misura-bandiera delM5S per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruolo attivo», si limiterà acommentare Salvini a " Mezzorainpiu " di Lucia Annunziata. Gli artigiani di Cna hanno adesempio ribadito la priorità della deducibilità Imu, spiega il presidente Daniele Vaccarino. Piùinvestimenti nella modernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiesta diConfagricoltura, mentre le infrastrutture come la Tav erano alte nell ' agenda dellecooperative presenti. Deciderà il governo, che deve chiudere la manovra entro il 19.Foto: Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a destra il sottosegretario di Stato allaPresidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e il vicepremier e ministro degli Interni MatteoSalvini (foto Ansa)

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Tra Salvini e le imprese adesso è l'ora del disgelo Il vertice Dopo lo strappo alla manifestazione «Sì Tav» faccia a faccia al Viminale. Boccia: oraaspettiamo i fatti È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazioni dellediverse categorie e il vice premier Matteo Salvini al Viminale. Un vertice per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione «Sì Tav» che aveva segnato ledistanze fra il governo e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima voltadal suo insediamento» per «riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato ilpresidente di Confindustria Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora«aspettiamo i fatti».Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorso comune che parte dal lavoro,stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del Paese». Così Salvini,che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci), poiConfcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti e Confagricoltura, Confapi,Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana.La sede è ministero dell'Interno di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario aPalazzo Chigi, Giancarlo Giorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con unconfronto tutto interno alla maggioranza per essere l'interlocutore degli imprenditori, vistoche alcuni dei partecipanti vedranno domani l'altro vice premier, Luigi Di Maio, ministro delloSviluppo economico e del Lavoro, per i tavolo sulle piccole e medie imprese e per affrontare ildossier dell'auto ecologica.All'uscita da quello che era stato ribattezzato «l'incontro dei 12 caffè» in riferimento al botta erisposta di martedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, le paroled'ordine all'uscita dal Viminale sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Unvertice pacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze di posizione che vengonosfumate. Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d'infrazione aperta dalla Ue eil vice premier a ribadire morbido la sua posizione: piena disponibilità al confronto con l'Ue e alimare tutto ciò che si può, ma senza che per uno «zero virgola» «si possa tornare allapreistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare.Ma è anche - con la legge di Bilancio alle ultime battute - l'occasione per portare avanti gliinteressi di ciascuno: le imprese incassano il no di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e ilsuo favore per la Tav in attesa del «rapporto» che verrà stilato: «Sono favorevole alla Tav.Vedremo...», dice subito dopo in tivù il ministro dell'Interno. Alleanza Cooperative chiede l'usodel reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «start up».La misura bandiera del M5S per i senza lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini a «Mezzorainpiù». Gli artigiani di Cna hanno adesempio ribadito la priorità della deducibilità Imu, spiega il presidente Daniele Vaccarino. Piùinvestimenti nella modernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiesta diConfagricoltura, mentre è le infrastrutture come la Tav erano alte nell'agenda dellecooperative presenti.Deciderà il governo, che deve chiudere la manovra entro il 19, facendo i conti con il partito diDi Maio. Per tutti, le priorità rischiano di essere scompaginate da due ingombranti convitati dipietra alla riunione di oggi: lo spread a 300 punti base che riduce gli spazi di manovra («Nonse ne è parlato», risponde Boccia). E soprattutto il rischio recessione - dopo un trimestre di Pil

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negativo - che secondo diversi osservatori l'Italia corre nei prossimi mesi.Boccia ha risposto che una recessione «è possibile» e il governo (che fa conto su una crescitadell'1,5% il prossimo anno, ritenuta del tutto fuori portata da molte istituzioni) «ne èconsapevole»: sarebbe bene «pensarci prima» per non rischiare di dover correggere lamanovra in corso.

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Tra Salvini e le imprese adesso è l'ora del disgelo Il vertice Dopo lo strappo alla manifestazione «Sì Tav» faccia a faccia al Viminale. Boccia: oraaspettiamo i fatti È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazioni dellediverse categorie e il vice premier Matteo Salvini al Viminale. Un vertice per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione «Sì Tav» che aveva segnato ledistanze fra il governo e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima voltadal suo insediamento» per «riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato ilpresidente di Confindustria Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora«aspettiamo i fatti».Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorso comune che parte dal lavoro,stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del Paese». Così Salvini,che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci), poiConfcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti e Confagricoltura, Confapi,Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana.La sede è ministero dell'Interno di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario aPalazzo Chigi, Giancarlo Giorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con unconfronto tutto interno alla maggioranza per essere l'interlocutore degli imprenditori, vistoche alcuni dei partecipanti vedranno domani l'altro vice premier, Luigi Di Maio, ministro delloSviluppo economico e del Lavoro, per i tavolo sulle piccole e medie imprese e per affrontare ildossier dell'auto ecologica.All'uscita da quello che era stato ribattezzato «l'incontro dei 12 caffè» in riferimento al botta erisposta di martedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, le paroled'ordine all'uscita dal Viminale sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Unvertice pacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze di posizione che vengonosfumate. Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d'infrazione aperta dalla Ue eil vice premier a ribadire morbido la sua posizione: piena disponibilità al confronto con l'Ue e alimare tutto ciò che si può, ma senza che per uno «zero virgola» «si possa tornare allapreistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare.Ma è anche - con la legge di Bilancio alle ultime battute - l'occasione per portare avanti gliinteressi di ciascuno: le imprese incassano il no di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e ilsuo favore per la Tav in attesa del «rapporto» che verrà stilato: «Sono favorevole alla Tav.Vedremo...», dice subito dopo in tivù il ministro dell'Interno. Alleanza Cooperative chiede l'usodel reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «start up».La misura bandiera del M5S per i senza lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini a «Mezzorainpiù». Gli artigiani di Cna hanno adesempio ribadito la priorità della deducibilità Imu, spiega il presidente Daniele Vaccarino. Piùinvestimenti nella modernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiesta diConfagricoltura, mentre è le infrastrutture come la Tav erano alte nell'agenda dellecooperative presenti.Deciderà il governo, che deve chiudere la manovra entro il 19, facendo i conti con il partito diDi Maio. Per tutti, le priorità rischiano di essere scompaginate da due ingombranti convitati dipietra alla riunione di oggi: lo spread a 300 punti base che riduce gli spazi di manovra («Nonse ne è parlato», risponde Boccia). E soprattutto il rischio recessione - dopo un trimestre di Pil

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negativo - che secondo diversi osservatori l'Italia corre nei prossimi mesi.Boccia ha risposto che una recessione «è possibile» e il governo (che fa conto su una crescitadell'1,5% il prossimo anno, ritenuta del tutto fuori portata da molte istituzioni) «ne èconsapevole»: sarebbe bene «pensarci prima» per non rischiare di dover correggere lamanovra in corso.

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Tra Salvini e le imprese adesso è l'ora del disgelo Il vertice Dopo lo strappo alla manifestazione «Sì Tav» faccia a faccia al Viminale. Boccia: oraaspettiamo i fatti È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazioni dellediverse categorie e il vice premier Matteo Salvini al Viminale. Un vertice per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione «Sì Tav» che aveva segnato ledistanze fra il governo e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima voltadal suo insediamento» per «riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato ilpresidente di Confindustria Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora«aspettiamo i fatti».Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorso comune che parte dal lavoro,stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del Paese». Così Salvini,che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci), poiConfcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti e Confagricoltura, Confapi,Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana.La sede è ministero dell'Interno di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario aPalazzo Chigi, Giancarlo Giorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con unconfronto tutto interno alla maggioranza per essere l'interlocutore degli imprenditori, vistoche alcuni dei partecipanti vedranno domani l'altro vice premier, Luigi Di Maio, ministro delloSviluppo economico e del Lavoro, per i tavolo sulle piccole e medie imprese e per affrontare ildossier dell'auto ecologica.All'uscita da quello che era stato ribattezzato «l'incontro dei 12 caffè» in riferimento al botta erisposta di martedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, le paroled'ordine all'uscita dal Viminale sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Unvertice pacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze di posizione che vengonosfumate. Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d'infrazione aperta dalla Ue eil vice premier a ribadire morbido la sua posizione: piena disponibilità al confronto con l'Ue e alimare tutto ciò che si può, ma senza che per uno «zero virgola» «si possa tornare allapreistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare.Ma è anche - con la legge di Bilancio alle ultime battute - l'occasione per portare avanti gliinteressi di ciascuno: le imprese incassano il no di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e ilsuo favore per la Tav in attesa del «rapporto» che verrà stilato: «Sono favorevole alla Tav.Vedremo...», dice subito dopo in tivù il ministro dell'Interno. Alleanza Cooperative chiede l'usodel reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «start up».La misura bandiera del M5S per i senza lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini a «Mezzorainpiù». Gli artigiani di Cna hanno adesempio ribadito la priorità della deducibilità Imu, spiega il presidente Daniele Vaccarino. Piùinvestimenti nella modernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiesta diConfagricoltura, mentre è le infrastrutture come la Tav erano alte nell'agenda dellecooperative presenti.Deciderà il governo, che deve chiudere la manovra entro il 19, facendo i conti con il partito diDi Maio. Per tutti, le priorità rischiano di essere scompaginate da due ingombranti convitati dipietra alla riunione di oggi: lo spread a 300 punti base che riduce gli spazi di manovra («Nonse ne è parlato», risponde Boccia). E soprattutto il rischio recessione - dopo un trimestre di Pil

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negativo - che secondo diversi osservatori l'Italia corre nei prossimi mesi.Boccia ha risposto che una recessione «è possibile» e il governo (che fa conto su una crescitadell'1,5% il prossimo anno, ritenuta del tutto fuori portata da molte istituzioni) «ne èconsapevole»: sarebbe bene «pensarci prima» per non rischiare di dover correggere lamanovra in corso.

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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Salvini-imprese, dialogo «Ma ora servono i fatti» Parole d ' ordine: lavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture DOMENICO CONTI R OMA . È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con unincontro fra 15 associazioni delle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale.Un vertice per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione " Sì tav " che aveva segnato ledistanze fra il governo e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima voltadal suo insediamento per riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato il presidentedi Confindustria, Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora «aspettiamo ifatti». Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorso comune che parte dallavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell ' economia e del Paese». CosìSalvini, che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci), poiConfcommercio, l ' Ance, Casartigiani e Cna, Coldiretti e Confagricoltura, Confapi,Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana. La sede è il ministero dell 'Interno di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario a Palazzo Chigi GiancarloGiorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con un confronto tutto interno allamaggioranza per essere l'interlocutore degli imprenditori, visto che alcuni dei partecipantivedranno domani l ' altro vicepremier, Luigi Di Maio, ministro delle Infrastrutture e delLavoro, per i tavolo sulle Pmi e per affrontare il dossier dell ' auto ecologica. All ' uscita daquello che era stato ribattezzato «l'incontro dei 12 caffé» in riferimento al botta e risposta dimartedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, le parole d ' ordineall ' uscita dal Viminale sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Un verticepacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze di posizione che vengono sfumate.Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d ' infrazione aperta dalla Ue e il vice-premier a ribadire morbido la sua posizione: piena disponibilità al confronto con l ' Ue e alimare tutto ciò che si può, ma senza che per uno zerovirgola «si possa tornare allapreistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Ma è anche- con la legge di bilancio alle ultime battute - l'occasione per portare avanti gli interessi diciascuno: le imprese incassano il " no " di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suofavore per la Tav in attesa del «rapporto» che verrà stilato: «Sono favorevole alla Tav.Vedremo...», dice subito dopo in tv il ministro dell ' Interno. Alleanza Cooperative chiede l 'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di startup. La misura-bandiera del M5sper i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruolo attivo», si limiterà acommentare Salvini. Gli artigiani di Cna hanno ad esempio ribadito la priorità delladeducibilità Imu, spiega il presidente Daniele Vaccarino. Più investimenti nellamodernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiesta di Confagricoltura.

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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Il leghista all'Ue: «Non vorremmo vedere in Italia scene come in Francia». Impresesoddisfatte, ma è stallo sulla manovra Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli roma. È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazionidelle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un "vertice" per ricucire lo"strappo" nato dopo la manifestazione "Sì tav" che aveva segnato le distanze fra esecutivo eimprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento» per «riaprireuna stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia,anche se ora «aspettiamo i fatti». Un incontro di due ore per delineare il «rilanciodell'economia e del Paese». Affiancato dal sottosegretario di Palazzo Chigi, il leghistaGiancarlo Giorgetti, Salvini oltre a Boccia le coop, Confcommercio, Cna, Coldiretti eConfagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria e altre. E alcuni deipartecipanti vedranno martedì Luigi Di Maio, per il tavolo su Pmi e dossier dell'auto ecologica.Nell'incontro al Viminale le imprese hanno chiesto di scongiurare la procedura d'infrazioneaperta dalla Ue e il vicepremier ha ribadito, morbido, la sua posizione: sì al confronto conl'Ue, no a rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare. Le impreseincassano il diniego di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav inattesa del «rapporto» che verrà stilato («sono favorevole alla Tav. Vedremo...»). AlleanzaCooperative chiede l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di «startup». Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si limiterà a commentare Salvini in tv a "Mezzorainpiù". Ma tutto rischia di saltare sesi pensa allo spread a 300 punti («non se n'è parlato», dice Boccia), e al rischio-recessione.Intanto il tempo scorre e la quadra sulla manovra non c'è. Il governo deve trovare, prima ditutto al suo interno, il punto di caduta per presentare all'Europa una proposta convincente perevitare la procedura di infrazione. Da sciogliere ci sono i nodi di reddito e pensioni, che vannoridimensionate per abbassare il deficit, ma anche una serie di correzioni"minori" da apportarealla manovra, ora all'esame del Senato. In cima alla lista di novità attese entro le prossimedue-tre settimane c'è il taglio delle pensioni d'oro. La misura non è mai stata ben vista in casaleghista, e il vicepremier è andato in tv a spiegare che vedrebbe meglio un blocco degliadeguamenti, alzando l'asticella di partenza a 5mila euro netti. Idea che non piace affatto ai5S fermi a 4.500 euro. Tutto da rifare. Ancora tutta da delineare anche la risposta damandare a Bruxelles, che il premier Giuseppe Conte potrebbe presentare già mercoledì a cenaal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Piena disponibilità a limare, è ilmessaggio che invia a Ue e alleati Salvini, ma senza tornare alla "preistoria". Anche perché, èl'avvertimento, non si vorrà certo vedere «anche in Italia scene sul modello Parigi», dove dagiorni imperversano le proteste dei "gilet gialli". Quindi «la manovra cerca di essereequilibrata» ma «mi rifiuto di pensare che per uno "zerovirgola" Bruxelles» voglia davveroavviare la procedura, con sanzioni e impegni vincolanti a un piano di rientro "ammazza-crescita". Altro rebus è quota 100. I 5 Stelle insistono sull'arrivo di reddito e pensione dicittadinanza prima di Natale, forse con un decreto. Ma la Lega preferirebbe un emendamento.-

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SOLIDARIETÀ La onlus brianzola, che opera ormai in tutta Lombardia e non solo, premia ilvicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala Cancro Primo Aiuto presenta attività 2018 e progetti futuri Chiusura d'anno col botto e un 2019 ricco di proposte e iniziative. Al consiglio diamministrazione di Cancro Primo Aiuto, riunito a Villa Walter Fontana a Capriano di Briosco, inprovincia di Monza e Brianza, l' amministratore delegato della onlus, Flavio Ferrari, hapresentato una sintesi dei numeri del 2018 e i progetti del 2019 che hanno soddisfatto l'assemblea. Ed è stata anche l' occasione per annunciare l'entrata di nuovi consiglieri e dipremiare il vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, per il suo contributo all'associazione. Partiamo dai numeri significativi del 2018: si dovrebbe chiudere l'anno con circa32mila malati seguiti per circa 65.000 prestazioni gratuite fornite (in entrambi i casi con unincremento del 6%) e ben 2.200 (+7%) parrucche donate a donne che si sono dovutesottoporre a chemioterapia. Ecco perché, quando Ferrari ha parlato dei progetti del 2019 èpartito proprio da questa iniziativa che, vista la sempre maggiore richiesta, verrà estesa adaltri ospedali nell'arco del prossimo anno. Un grande sforzo verrà fatto anche sul fronte deltrasporto dei malati: poiché il cancro colpisce persone sempre più anziane, e quindi condifficoltà di movimento, questo servizio, che prevede il trasporto del malato da casaall'ospedale per sottoporsi alle cure e ritorno, diventa sempre più una necessità.Continueranno a essere portati avanti anche diversi altri servizi come il sostegno psicologico(uno psicologo di Cancro Primo Aiuto è presente in diversi ospedali lombardi), l'acquisto dimacchinari, la terapia del dolore, punto di forza del poliambulatorio "Medica Etica" aperto neimesi scorsi a Seregno (Mb) che nel corso del 2019 si focalizzerà anche su altri percorsiterapeutici. Un punto di forza sarà ancora la collaborazione con altre associazioni lombarde.«Una delle peculiarità della nostra associazione - ha detto Ferrari - è sicuramente quella dicollaborare con altre onlus che lavorano localmente e portano avanti progetti utili al sostegnodei malati oncologici. E' un rapporto che si manifesta spesso in forma di sostegno economicoo di donazione degli strumenti e dei mezzi che permettono a queste Onlus di svolgere almeglio la loro missione». Si è poi parlato di una particolare iniziativa in corso: la raccolta dimateriale per gli alluvionati del Veneto. E durante l'evento è stato premiato Marco Vegettidella Ipea di Meda perché è stato il primo, insieme ad Antonio Tirelli, patron dei centricommerciali Iperal, a rispondere all'appello di Cancro Primo Aiuto. A consegnargli un quadrogli altri artefici dell' iniziativa: Antonio Bartesaghi per Confindustria Lecco e Sondrio, NicolaCaloni per Confimi Monza e Brianza e l'onorevole Paolo Grimoldi per la Lega. La serata si èconclusa con l'annuncio dell'entrata nel cda di quattro nuovi consiglieri (Stefano Fiocchi,Antonio Grimaldi, Alessio Laurenzano e Paolo Origoni) e la consegna di un riconoscimento alvicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, che è risultato essere, tra i componentidel Comitato onorifico di Cancro Primo Aiuto, quello che dà maggiore visibilità all'associazione. A premiarlo, tra gli altri, il presidente di Cancro Primo Aiuto, Plinio Vanini,l'assessore alle Politiche sociali, abitative e disabilità di Regione Lombardia, Stefano Bolognini,e i segretari regionali della Lega, Paolo Grimoldi, e del Pd, Vinicio Peluffo.Foto: Flavio Ferrari presenta l' iniziativa in favore degli alluvionati veneti

10/12/2018Pag. 21

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Il vicepremier incontra le maggiori organiz z azioni Salvini e le imprese, riparte il dialogo Il pre sidente di Confindustria plaude: «Ma ora i fatti». Le priorit à sulle quali inter venireTrattativa in corso Da parte del governo c'è «piena disponibilità al confronto con l ' Ue e alimare ciò che si può» Domenico Conti R O M A È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incont ro fra 15associazioni delle diverse categorie e il vicepremier Matteo Salvini al Vi minale. Un vert ice perricucire lo st rappo nato dopo la manifest azione «Sì t av» che aveva segnato le dist anze fra ilgoverno e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocat i per la prima volt a dal suoinsediamento» per «riaprire una st agione di confronto», come ha spiegato il presidente diConfindust ria Vincenzo Boccia, anche se sono in molt i a sottolineare che ora «aspett iamo ifatt i». Un incont ro di due ore «concreto, proficuo» per un «percorso comune che parte dallavoro, stop burocrazia, sviluppo infrast rutt ure per rilancio dell ' economia e del paese». CosìSal vini, che ha ricevuto, olt re a Boccia, le cooperat ive (Legacoop, Confcooperat ive e Agci),poi Confcommercio, l ' Ance, Casart igiani e Cna, Coldirett i e Confagricolt ura, Confapi,Confart igianato, Confesercent i, Confimi Indust ria, Filiera it aliana. La sede è ministero dell 'Interno di cui è t itolare Salvini, affiancato dal sottosegret ario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgett i: una cornice inusuale visto il tema economico, con un confronto t utto interno allamaggioranza per essere l ' interlocutore degli impren ditori, visto che alcuni dei partecipant ivedranno martedì l ' alt ro vice premier, Luigi Di Maio, minist ro delle Infrast rutt ure e delLavoro, per i t avolo sulle Pmi e per affront are il dossier dell ' auto ecologica. All ' uscit a daquello che era st ato ribattezzato «l ' incont ro dei 12 caffé» in riferimento al bott a e rispost adi martedì scorso fra Salvini e il presidente di Confindust ria Vincenzo Boccia, le parole d 'ordine del Vimi nale sono invest iment i, infrast rutt ure, Tav, crescit a, sviluppo. Un vert icepacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze di posizione che vengono sfumate.Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d ' infrazione apert a dalla Ue e il vice-premier a ribadire morbido la sua posizione: piena disponibilit à al confronto con l ' Ue e alimare t utto ciò che si può, ma senza che per uno zerovirgola «si possa tornare allapreistoria», cioè rinunciare alle mi sure su cui si sono ottenut i i vot i per gove r n a re . Ma èanche - con la legge di bilancio alle ult ime batt ute - l ' o cc a s i o n e per port are avant i gliinteressi di ciascuno: le imprese incassano il «no» di Salvini alla t assa sulle auto inquinant i eil suo favore per la Tav in attesa del rapporto che verrà st ilato: «sono favorevole alla Tav.Vedremo...», dice subito dopo in Tv il minist ro dell ' In terno. Alleanza Cooperat ive chiede l 'uso del reddito di citt adinanza per favorire la nascit a di «st art up». La misura-bandiera delM5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruolo att ivo», si limiterà acomment are Salvini a «Mezzorainpiù». Gli art igiani di Cna hanno ad esempio ribadito lapriorit à della deducibilit à Imu, spiega il presidente Daniele Vaccarino. Più invest iment i nellamodernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiest a di Con fagricolt ura, ment re è leinfrast rutt ure come la Tav erano alte nell ' a ge n d a delle cooperat ive present i. Deciderà ilgoverno, che deve chiudere la manovra ent ro il 19, facendo i cont i con il part ito di Di Maio.Per t utt i, le priorit à rischiano di essere scompaginate da due ingombrant i convit at i di pietra alla riunione di ieri: lo spread a 300 punt i base che riduce gli spazi di manovra («non se neè parlato», risponde Boccia interpel lato). E sopratt utto il rischio-recessione, dopo un t rimestre di Pil negat ivo, che secondo diversi osservatori l ' It alia corre nei prossimi mesi. Boc ciaha risposto che una recessione «è possibile» e il governo (che fa conto su una crescit a dell '

10/12/2018Pag. 5 Ed. Agrigento

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1,5% il prossimo anno ritenut a del t utto fuori port at a da molte ist it uzioni), «ne èconsapevole»: sarebbe bene «pensarci prima» per non rischiare di dover correggere lamanovra in corso. Da parte del governo c'è «piena disponibilit à al confronto con l ' Ue e alimare ciò che si puo» conclude Salvini.

10/12/2018Pag. 5 Ed. Agrigento

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Riparte il dialogo Imprese ieri al Viminale Tav e misure, le 15 sigle vogliono 'i fatti' n ROMA È il momento del disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15associazioni delle diverse categorie e il vicepremier Mat t eo Salv ini al Viminale. Un 'v er t i ce'per ricucire lo strappo nato dopo la manifestazione 'Sì Tav' che aveva segnato le distanzefra il governo e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suoinsediamento per riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato il presidente diConfindustria Vincenzo Boccia , anche se sono in molti a sottolineare che ora «aspettiamo ifatti». Un incontro di due ore «concreto, proficuo per un percorso comune che parte dallavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del paese». CosìSalvini, che ha ricevuto, oltre a Boccia, Legacoop, Confcooperative e Agci, poiConfcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna, Confagricoltura, Coldiretti e Confapi,Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana. La sede è ministero dell'Inter no di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorget ti :una corniceinusualevisto il tema economico, con un confronto tutto interno allamaggioranza per essere l'i nterlocutore degli imprenditori, visto che alcuni dei partecipantivedranno domani l'al tro vicepremier, Luigi Di Maio ,ministro delLavoro,per i tavolo sulle Pmi eper affrontare il dossier auto ecologica. Al l'uscita da quello che era stato ribattezzato«l'incontr o dei 12 caffé» in riferimento al botta e risposta di martedì scorso fra Salvini eBoccia, le parole d'ordine all'uscita dal Viminale sono investimenti, infrastrutture, Tav,crescita, sviluppo. Un vertice pacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze diposizione che vengono sfumate. Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedurad'infrazione aperta dalla Ue e il vicepremier a ribadire morbido la sua posizione: pienadisponibilità al confronto con l'Ue e a limare tutto ciò che si può, ma senza che per unozerovirgola «si possa tornare alla preistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sonoottenuti i voti per governare. Ma è anche - con la legge di bilancio alle ultime battute -l'occasione per portare avanti gli interessi di ciascuno: le imprese incassano il 'no ' di Salvinialla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav in attesa del 'r ap p or t o ' ch e verràstilato: «Sono favorevole alla Tav. Vedremo...», dice subito dopo in Tv il ministro dell'Interno. Più investimenti nella modernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiestadi Confagricoltura. Deciderà il governo, che deve chiudere la manovra entro il 19, facendo iconti 'int er ni'.Foto: L'incontro al Viminale tra Salvini e il 'mo n do 'imp r en dit o r iale

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Mano tesa di Salvini alle imprese. Ma loro: ora i fatti Mano tesa di Salvini alle imprese, ma loro: bene il dialogo, ora i fatti Il ministro frena sui taglialle super pensioni. E aggiunge: no patrimoniali. La Tav? Io per farla di Marco Cremonesi di A-A+ shadow Stampa Email Due ore abbondanti di faccia a faccia, pagine e pagine di appuntiscritte fitte fitte da Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti e alla fine l'allentarsi della tensione:«Per la prima volta da 6 mesi questo governo ci ascolta, abbiamo dialogato...». Chi parla èVincenzo Boccia, il presidente di Confindustria che ieri mattina ha incontrato al Viminale ilvicepremier e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio insieme con altre 14 sigleimprenditoriali. In ordine alfabetico: Agci, Ance, Casartigiani, Coldiretti, Confagricoltura,Confapi, Confimi, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti,Filiera Italia, Legacoop. In sostanza, la rappresentanza di circa 3 milioni di aziende, più di 13milioni di lavoratori e oltre il 65% del prodotto interno.Un incontro «di ascolto», l'ha definitoSalvini, convocato dopo mesi di grande freddo tra governo e imprese per tentare di toglieredal campo uno dei tanti fronti aperti dal governo legastellato: «Renzi - ha osservato ilvicepremier - diceva di non aver bisogno di ascoltare nessuno, io ho bisogno di imparare e diincontrare i corpi intermedi, serve l'ascolto...». Non soltanto di Salvini: domani toccherà aLuigi Di Maio incontrare alcuni dei partecipanti all'incontro per avviare il tavolo sulle piccole emedie imprese. Alla riunione, dopo breve introduzione del vicepremier, hanno preso la parolatutte le sigle presenti per circa 5 minuti ciascuna. Secondo fonti del Viminale, le richiesteprincipali hanno riguardato il taglio delle tasse e della burocrazia e una richiesta di via liberaalle grandi opere. Sull'argomento alta velocità, rispondendo alle domande di Lucia Annunziataa «Mezz'ora in più», Salvini ha rilanciato la palla nel campo dei 5 Stelle: «Io sono favorevole anuove opereda nord a sud, l'Italia ha bisogno di crescere e sono favorevole alla Tav. Poi, c'èun contratto di Governo, stiamo aspettando il rapporto sulla Tav e sui costi, vedremo... iosono sempre per andare avanti». Mentre sulla Pagina Facebook Notav info in mattinata eraapparsa una foto degli oppositori della Torino Lione a Parigi durante le rivolte dei gilet gialli:«Chi ascolta industriali e banchieri invece del popolo finisce male!». Il presidente Bocciaavrebbe espresso anche critiche sul reddito di cittadinanza, che rischierebbe di essere unabeffa per le imprese: il lavorare in nero, con «l'integrazione» del reddito di cittadinanza, sitroverebbe ad essere più conveniente che il lavoro nelle aziende. Con l'effetto collaterale dicostringere le imprese ad aumentare i salari senza aumento di ricavi o di produzione. Ilvicepremier, pur sottolineando di «non poter rinunciare alle promesse elettorali» ha definitol'incontro l'inizio di «un percorso comune che parte dal lavoro, dallo stopalla burocrazia, dallosviluppo delle infrastrutture per il rilancio dell'economia e del Paese». A questo punto, però, irappresentanti delle imprese dicono di «attendere i fatti». Risposta di Salvini: «L'ho detto alleimprese stamattina, noi esercitiamo il buonsenso, la ragionevolezza con una manovra che puòcambiare. Ma deve mettere soldi nelle tasche degli italiani». In televisione il leader leghista haanche parlato della possibilità di «bloccare l'adeguamento alle pensioni extra-ricche, almenodai 5 mila euro in su». In particolare, bloccarlo «per le pensioni alte non coperte daicontributi, una pensione da 2.500 euro non è alta». Una messa a punto del concetto espressoda Luigi Di Maio che sul possibile taglio di alcune pensioni ha parlato di una sforbiciata del40%: «Il taglio delle pensioni è un simbolo, è un segno di equità sociale e di giustizia».Salvini si è comunque detto ottimista nella trattativa con l'Europa: «Mi rifiuto di pensare che,

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con quello che succede nellestrade di Parigi, per uno zero virgola a Bruxelles ci mandinosanzioni, ispezioni e commissari».

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Salvini incontra le imprese: «Inizia percorso comune». Boccia:«Finalmente ascoltati, ora i fatti» Salvini incontra le imprese: «Inizia percorso comune». Boccia: «Finalmente ascoltati, ora ifatti» -di Manuela Perrone e Nicoletta Picchio Al Viminale i «caffè» promessi da Matteo Salviniagli imprenditori sono stati serviti. «Incontro concreto, proficuo», ha commentato ilvicepremier leghista. «Inizia percorso comune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppoinfrastrutture per il rilancio dell'economia e del Paese». Per la prima ora Salvini, affiancato dalsottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, si è limitato a riempirequattro pagine fitte di appunti. «Qui c'è materiale per le prossime tre manovre», hascherzato. «Sono qui per ascoltare e per modificare in corso d'opera quello che si riuscirà».Intorno al tavolo il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e i vertici di altre 14associazioni di rappresentanza delle categorie produttive, dagli artigiani ai commercianti, dagliagricoltori alle cooperative, che si sono mobilitate a Torino in favoredella Tav e, più ingenerale, per politiche economiche orientate alla crescita. Nel complesso, a Salvini sono stateillustrate le istanze di un mondo che riunisce 3 milioni di imprese, motori del 65% del Pil e dicirca 13 milioni di occupati. Salvini-Di Maio, il duello tra vicepremier per fare pace con leimprese Scopri di più Il nodo grandi opere e infrastrutture è stato al centro del faccia a faccia,come era inevitabile. Il tasto più sensibile, dopo la marcia No Tav di ieri e le resistenze deiCinque Stelle, che affidano all'analisi costi-benefici, pronta entro dicembre, il compito diorientare la decisione finale del Governo. Salvini - e con lui governatori, sottosegretari eparlamentari leghisti - non ha mai nascosto la sua distanza sul tema dagli alleati pentastellati.Ma finora ogni tentativo di forzare la mano ha fallito. E non è un caso che nella lunga letteradel vicepremier M5S, Luigi Di Maio, inviata ieri al Sole 24 Ore, non si faccia cenno alla Tav. Néche l'Alta velocitàTorino-Lione sia stata citata poco al tavolo. Di Maio, appello agliimprenditori: «Lavoriamo insieme» È stato Boccia il primo a intervenire su invito di Giorgetti(che ha riassunto le ultime novità messe a punto dal Governo per le imprese), a ribadire peròl'irrinunciabilità delle infrastrutture. Anche in chiave di sostenibilità della manovra: ilpresidente di Confindustria ha ribadito che il confronto con Bruxelles è possibile soltanto se ildeficit in eccesso viene utilizzato per misure che favoriscano la crescita e ha raccomandato dinon penalizzare il settore auto, con balzelli come l'ecotassa, anche per i pesanti riflessi cheavrebbe su tutta la filiera italiana. Salvini ha assicurato di nuovo massima disponibilitàall'Europa per «limare tutto ciò che si può», ma senza pensare «che con gli zerovirgola sipossa tornare alla preistoria». «Il clima e il dialogo sono andati bene», ha commentato Bocciaal termine dell'incontro. «Ora però aspettiamo i fatti». Confindustria: piùcrescita nellamanovra In tutto, sono state 15 le associazioni presenti: per Confindustria oltre al presidenteBoccia ha partecipato il direttore generale Marcella Panuccia e per i costruttori dell'Ance ilpresidente Gabriele Buia. Sul fronte industriale anche il presidente di Confapi, MaurizioCasasco, e il presidente di Confimi industria, Paolo Agnelli. Tra le rappresentanze deicommercianti e delle imprese dei servizi sono stati presenti il vicepresidente vicario diConfcommercio Lino Enrico Stoppani e il presidente di Confesercenti Patrizia De Luise. Per lecooperative il presidente di Lega Coop, Mauro Lusetti, il presidente dell'Agci, Brenno Begani, eil presidente di Confcooperative Maurizio Gardini. Gli agricoltori e il settore agroalimentaresono stati rappresentati dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, dal presidente diConfagricoltura, Massimiliano Giansanti, e dal presidente di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia.

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Folta anche la rappresentanza degli artigiani: ilpresidente di Cna Daniele Vaccarino, ilpresidente di Casartigiani Giacomo Basso e il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti.Corale la richiesta delle imprese di una radicale semplificazione. In risposta a Merletti, Salviniha confermato «lavori in corso» nell'Esecutivo per l'innalzamento della soglia di affidamentodiretto dei lavori dagli attuali 40mila euro a 200mila. Dagli agricoltori è arrivata la richiesta atrattare con l'Europa con decisione e autorevolezza. Confagricoltura ha sollecitato a investirenella modernizzazione delle infrastrutture e nella diffusione delle più avanzate tecnologie perrendere le imprese agricole competitive. «Auspichiamo che nella prossima manovra vengaposta una maggiore attenzione al tema degli investimenti, con politiche di strategia di lungotermine per un settore che dovrebbe essere posto tra le priorità delle scelte economiche delnostro Paese», ha affermato Giansanti. Mentre Prandini (Coldiretti) ha ricordato come,nell'ambito delladiscussione del prossimo bilancio comunitario, occorrerà «battersi controulteriori tagli alla Politica agricola comune». «Nel patto con il Governo siamo pronti a sacrificipurché servano a un piano condiviso di ammodernamento del Paese», ha osservatoScordamaglia (Filiera Italia). «Quello di cui abbiamo bisogno è una riforma complessiva cheintervenga sul funzionamento del Paese e restituisca una visione nuova per un futuro dacostruire insieme». Visione che Salvini ha garantito esserci, con un progetto di lungo periodo.Il vicepremier si è anche detto preoccupato che in Francia si stiano sparando proiettili digomma contro i manifestanti. «Questo dovrebbe far capire meglio l'azione del Governo per ilcontrasto alla disuguaglianza sociale». Martedì gli stessi imprenditori incontreranno Di Maio alministero dello Sviluppo economico per inaugurare l'annunciato tavolo sulle Pmi. Salvini haauspicato che rinnovino le stesse richieste, come segnale forte delle priorità delmondoproduttivo. A partire dalla rilevanza degli investimenti infrastrutturali. Tenendo benpresente che il 2019 «si profila più difficile del 2018 e del 2017». Per questo, ha sottolineato ilnumero uno del Carroccio, il dialogo con i corpi intermedi è utile: «Il Paese deve esserecompatto». © Riproduzione riservata

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Coldiretti /Agricoltura Ecco le 15 associazioni delle imprese presenti al «caffè» al Viminale Le organizzazioni dicategoria rappresentano 3milioni di aziende, il 65% del Pil e oltre 13 milioni di occupati. Ipresidente delle associazioni hanno incontrato il vicepremier Matteo Salvini: per due orehanno discusso con lui di lavoro, burocrazia, sviluppo, infrastrutture ed economia. EttorePrandini, presidente Coldiretti (Imagoeconomica) 13/15 Confimi / Industria 15/15 Filiera Italia/ Agricoltura 14/15 Coldiretti /Agricoltura Fondata nel 1944 come sindacato di piccoliimprenditori agricoli, nel corso della sua storia, grazie alle iniziative in favore dell'agricoltura,e alla sua organizzazione capillare, si è affermata come la principale associazione agricolaitaliana. Oggi conta 1,6 milioni di agricoltori e ha la maggioranza assoluta delle imprese cheoperano nell'agricoltura italiana, con circa il 70% degli iscritti alle camere di commercio tra leorganizzazioni di rappresentanza. © Riproduzione riservataContinua 13/15 Confimi / Industria15/15 Filiera Italia / Agricoltura

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Confimi / Industria Ecco le 15 associazioni delle imprese presenti al «caffè» al Viminale Le organizzazioni dicategoria rappresentano 3milioni di aziende, il 65% del Pil e oltre 13 milioni di occupati. Ipresidente delle associazioni hanno incontrato il vicepremier Matteo Salvini: per due orehanno discusso con lui di lavoro, burocrazia, sviluppo, infrastrutture ed economia. PaoloAgnelli, presidente Confimi Industria 12/15 Confapi /Piccola e media industria 14/15 Coldiretti/Agricoltura 13/15 Confimi / Industria E' la Confederazione datoriale nata il 5 dicembre 2012e guidata da Paolo Agnelli. Confimi Industria aggrega diverse associazioni territoriali eassociazioni di categoria fuoriuscite da altri sistemi associativi ed è rappresentativa dei piùimportanti settori produttivi. Rappresenta circa 34 mila imprese per 440 mila dipendenti conun fatturato aggregato di 71 miliardi di euro e ha al proprio interno le diverse categoriemerceologiche. © Riproduzione riservata Continua 12/15 Confapi /Piccolae media industria14/15 Coldiretti /Agricoltura

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##Manovra: imprese bevono caffè da Salvini, martedì tocca a DiMaio ##Manovra: imprese bevono caffè da Salvini, martedì tocca a Di Maio Cos Askanews 9dicembre 2018 Reblogga Condividi Invia un tweet Condividi Roma, 9 dic. (askanews) - Allafine il caffè, quello vero, non lo hanno bevuto tutti, ma l'incontro al Viminale tra il vicepremiere leader della Lega Matteo Salvini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, GiancarloGiorgetti, con 15 associazioni rappresentanti il mondo delle imprese (da Confindustria allePmi) ha fatto partire il via al dialogo tra il governo e le parti sociali sulla manovra. Domanil'esecutivo giallo-verde ha convocato a Palazzo Chigi i sindacati e martedì le impresevedranno l'altro vicepremier nonché capo politico M5S Luigi Di Maio. Dopo l'incontro alViminale, Salvini ha tenuto a sottolineare che sono state "due ore positive" quelle con gliimprenditori e le associazioni di categoria, un "incontro concreto, proficuo" che dà il via ad un"percorso comune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppoinfrastrutture per rilanciodell'economia e del paese". Al Viminale, Salvini e Giorgetti, secondo quanto riferito daipartecipanti, hanno "preso appunti", non si sono sbilanciati troppo sulla trattativa conBruxelles (che per le imprese ha un peso rilevante) limitandosi a ribadire che l'Italia potràcompiere dei passi verso le richieste Ue se l'Europa farà altrettanto, e confermando la"convergenza" della posizione della Lega sulle infrastrutture a cominciare dal sì al Tav. Leassociazioni sono sembrate soddisfatte per l'attenzione ricevuta, ma ora aspettano i "fatti" esoprattutto attendono di confrontarsi con Di Maio martedì per intuire quali saranno i punti dicaduta a livello di sintesi tra le due anime dell'esecutivo e non ultimo per capire quali richiestetroveranno ascolto in emendamenti alla manovra su cui i veri giochi si apriranno echiuderanno nel passaggio in Senato dalla prossima settimana. Così Vincenzo Boccia, dopoaver fatto notare in occasione dell'evento di Torino dilunedì scorso che la pazienza era "allimite", ha ringraziato il ministro Salvini di aver riaperto le danze del confronto e, in vista delsecondo giro di martedì prossimo con Di Maio, ha sottolineato come "in 48 ore abbiamo avutodue convocazioni ed era da sei mesi che non ci convocavano". Inoltre, ha proseguito, "il fattoche il governo cominci ad ascoltare le ragioni dello sviluppo e della crescita significa che c'èuna consapevolezza" sul rischio di "possibile recessione dell'economia" e sulla necessità diraddrizzare la rotta. "Se la crescita non dovesse esserci - ha chiosato - il governo dovrebbecorreggere la manovra in corsa, allora sarebbe opportuno pensarci un attimo prima". Al tavolodi Salvini si sono seduti Confindustria, Agci (associazione generale delle cooperative italiane),Ance, Casartigiani, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, confartigianato, Confcommercio,Confcooperative, Confesercenti, Confimi industria, filiera Italia e Legacoop. Confartigianatohariconosciuto al vicepremier di comprendere le "preoccupazioni" e di voler affrontare iproblemi delle piccole imprese, "dal peso del fisco e della burocrazia ai ritardi di pagamentodella Pubblica amministrazione fino alla necessità di investire in infrastrutture materiali eimmateriali". Tutti temi che verranno ribaditi durante la manifestazione 'Quelli del sì' cheConfartigianato ha organizzato il 13 dicembre a Milano. Per la Cna l'incontro è stato "utile" e"sul tema delle infrastrutture c'è una disponibilità da parte del ministro a non bloccarle, Tavcompresa" e in vista del secondo giro con Di Maio non "preoccupa la differenza di vedute"perché "anche da parte di Di Maio sembra esserci "ora l'intenzione di aprire il tavolo diconfronto con la stessa forza che c'è stata questa mattina e crediamo che il buon senso possaprevalere". "Sulle grandi opere Salvini ci ha ascoltato e la posizione della Lega è nota, poi - ha

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sostenuto Confagricoltura con pragmatismo - ascolteremo laposizione definitiva del governo"."Le politiche sociali si risolvono con il lavoro e il lavoro lo dà l'impresa", ha infine commentatoConfapi che ha espresso soddisfazione sulla "compattezza dell'industria e delle imprese" conl'obiettivo comune di "tentare di spostare la manovra sull'economia reale rispettoall'assistenzialismo". Richieste da ribadire al viceministro Di Maio, "ministro del Lavoro e delloSviluppo economico che oltre a rappresentare il 50% della componente governativa è ilministro che dovrebbe ascoltare proprio le istanze dell'economia reale".

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##Manovra: imprese bevono caffè da Salvini, martedì tocca a DiMaio ##Manovra: imprese bevono caffè da Salvini, martedì tocca a Di Maio Condividi Tweet diAskanews Roma, 9 dic. (askanews) - Alla fine il caffè, quello vero, non lo hanno bevuto tutti,ma l'incontro al Viminale tra il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini e ilsottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, con 15 associazionirappresentanti il mondo delle imprese (da Confindustria alle Pmi) ha fatto partire il via aldialogo tra il governo e le parti sociali sulla manovra. Domani l'esecutivo giallo-verde haconvocato a Palazzo Chigi i sindacati e martedì le imprese vedranno l'altro vicepremier nonchécapo politico M5S Luigi Di Maio.Dopo l'incontro al Viminale, Salvini ha tenuto a sottolineareche sono state "due ore positive" quelle con gli imprenditori e le associazioni di categoria, un"incontro concreto, proficuo" che dà il via ad un "percorso comune che parte dal lavoro, stopburocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del paese".AlViminale, Salvini eGiorgetti, secondo quanto riferito dai partecipanti, hanno "preso appunti", non si sonosbilanciati troppo sulla trattativa con Bruxelles (che per le imprese ha un peso rilevante)limitandosi a ribadire che l'Italia potrà compiere dei passi verso le richieste Ue se l'Europa faràaltrettanto, e confermando la "convergenza" della posizione della Lega sulle infrastrutture acominciare dal sì al Tav.Le associazioni sono sembrate soddisfatte per l'attenzione ricevuta,ma ora aspettano i "fatti" e soprattutto attendono di confrontarsi con Di Maio martedì perintuire quali saranno i punti di caduta a livello di sintesi tra le due anime dell'esecutivo e nonultimo per capire quali richieste troveranno ascolto in emendamenti alla manovra su cui i verigiochi si apriranno e chiuderanno nel passaggio in Senato dalla prossima settimana.CosìVincenzo Boccia, dopo aver fatto notare in occasione dell'evento di Torino di lunedì scorso chela pazienza era "al limite", haringraziato il ministro Salvini di aver riaperto le danze delconfronto e, in vista del secondo giro di martedì prossimo con Di Maio, ha sottolineato come"in 48 ore abbiamo avuto due convocazioni ed era da sei mesi che non ci convocavano".Inoltre, ha proseguito, "il fatto che il governo cominci ad ascoltare le ragioni dello sviluppo edella crescita significa che c'è una consapevolezza" sul rischio di "possibile recessionedell'economia" e sulla necessità di raddrizzare la rotta. "Se la crescita non dovesse esserci -ha chiosato - il governo dovrebbe correggere la manovra in corsa, allora sarebbe opportunopensarci un attimo prima".Al tavolo di Salvini si sono seduti Confindustria, Agci (associazionegenerale delle cooperative italiane), Ance, Casartigiani, Cna, Coldiretti, Confagricoltura,Confapi, confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confimi industria,filiera Italia e Legacoop.Confartigianato ha riconosciuto al vicepremier di comprenderele"preoccupazioni" e di voler affrontare i problemi delle piccole imprese, "dal peso del fisco edella burocrazia ai ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione fino alla necessità diinvestire in infrastrutture materiali e immateriali". Tutti temi che verranno ribaditi durante lamanifestazione 'Quelli del sì' che Confartigianato ha organizzato il 13 dicembre a Milano.Per laCna l'incontro è stato "utile" e "sul tema delle infrastrutture c'è una disponibilità da parte delministro a non bloccarle, Tav compresa" e in vista del secondo giro con Di Maio non"preoccupa la differenza di vedute" perché "anche da parte di Di Maio sembra esserci "oral'intenzione di aprire il tavolo di confronto con la stessa forza che c'è stata questa mattina ecrediamo che il buon senso possa prevalere"."Sulle grandi opere Salvini ci ha ascoltato e laposizione della Lega è nota, poi - ha sostenuto Confagricoltura con pragmatismo -

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ascolteremo la posizione definitiva del governo"."Le politichesociali si risolvono con il lavoro eil lavoro lo dà l'impresa", ha infine commentato Confapi che ha espresso soddisfazione sulla"compattezza dell'industria e delle imprese" con l'obiettivo comune di "tentare di spostare lamanovra sull'economia reale rispetto all'assistenzialismo". Richieste da ribadire al viceministroDi Maio, "ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico che oltre a rappresentare il 50%della componente governativa è il ministro che dovrebbe ascoltare proprio le istanzedell'economia reale". 9 dicembre 2018

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Com'è andato l'incontro tra Salvini e le aziende 9 Dicembre Dic 2018 1859 09 dicembre 2018 Com'è andato l'incontro tra Salvini e le aziendeIl ministro dell'Interno in un insolito ruolo economico ha incontrato 15 associazioni dicategoria. Sul tavolo diversi temi come investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo.Resta il nodo sulla manovra e lo scontro con l'Ue. ... Via libera di Montecitorio alla legge dibilancio. Invariate le cifre, 37 miliardi di euro, 22 dei quali in deficit. Ora si apre la partita perle modifiche al Senato. Dall'ecotassa sulle auto alle pensioni d'oro, tutti i nodi. È il momentodel disgelo fra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazioni delle diversecategorie e il vicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un 'vertice', quello del 9 dicembre, perricucire lo 'strappo' nato dopo la manifestazione 'Sì tav' che aveva segnato le distanze fra ilgoverno e il mondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suoinsediamento» per «riaprire una stagione di confronto»,come ha spiegato il presidente diConfindustria Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora «aspettiamo ifatti». LE RICHIESTE DELLE AZIENDE AL GOVERNO Un incontro di due ore «concreto,proficuo» per un «percorso comune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppoinfrastrutture per rilancio dell'economia e del paese». Così Salvini, che ha ricevuto, oltre aBoccia, le cooperative (Legacoop, Confcooperative e Agci), poi Confcommercio, l'Ance,Casartigiani e Cna, Coldiretti e Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confesercenti,Confimi Industria, Filiera italiana. La sede è il ministero dell'Interno di cui è titolare Salvini,affiancato dal sottosegretario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti: una cornice inusuale visto iltema economico, con un confronto tutto interno alla maggioranza per essere l'interlocutoredegli imprenditori, visto che alcuni dei partecipanti vedranno martedì 11 l'altro vicepremier,Luigi Di Maio, ministro delle Infrastrutture e delLavoro, per i tavolo sulle Pmi e per affrontareil dossier dell'auto ecologica. IL PUNTO SU TAV, CRESCITA E SVILUPPO All'uscita da quelloche era stato ribattezzato «l'incontro dei 12 caffé» in riferimento al botta e risposta di qualchegiorno prima fra Salvini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, le parole d'ordineall'uscita dal Viminale sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Un verticepacificatore per rassicurare sulla manovra con le differenze di posizione che vengono sfumate.Con le imprese a chiedere di scongiurare la procedura d'infrazione aperta dalla Ue e il vice-premier a ribadire morbido la sua posizione: piena disponibilità al confronto con l'Ue e alimare tutto ciò che si può, ma senza che per uno zerovirgola «si possa tornare allapreistoria», cioè rinunciare alle misure su cui si sono ottenuti i voti per governare.INCASSATO IL NO ALLA TASSA SULLE AUTO Ma è stata anche, con la legge di bilancio alleultime battute, l'occasione perportare avanti gli interessi di ciascuno: le imprese incassano il'no' di Salvini alla tassa sulle auto inquinanti e il suo favore per la Tav in attesa del "rapporto"che verrà stilato: «sono favorevole alla Tav. Vedremo...», ha detto subito dopo in Tv ilministro dell'Interno. Alleanza Cooperative ha chiesto l'uso del reddito di cittadinanza perfavorire la nascita di "startup". La misura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbecoinvolgere le imprese in un ruolo attivo», si è poi limitato a commentare Salvini a Mezz'ora inpiù. Gli artigiani di Cna hanno ad esempio ribadito la priorità della deducibilità Imu, haspiegato il presidente Daniele Vaccarino. Più investimenti nella modernizzazione e tecnologieavanzate è una delle richiesta di Confagricoltura, mentre è le infrastrutture come la Tav eranoalte nell'agenda delle cooperative presenti. Deciderà il governo, che deve chiudere la manovraentro il 19, facendo i conti con il partito di Di Maio. SPREAD E RECESSIONE ASSENTI DAITEMI

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Page 69: CONFIMI › wp-content › ... · 10/12/2018 Corriere delle Alpi Salvini punta sulla paura: rischio gilet gialli 24 10/12/2018 Eco di Bergamo Tra Salvini e le imprese adesso è l'ora

DELL'INCONTRO Per tutti, le priorità rischiano di essere scompaginate da due ingombranticonvitati di pietra alla riunione: lo spread a 300 punti base che riduce gli spazi di manovra(«non se ne è parlato», ha risposto Boccia interpellato). E soprattutto il rischio recessione,dopo un trimestre di Pil negativo, che secondo diversi osservatori l'Italia corre nei prossimimesi. Boccia ha risposto che una recessione «è possibile» e il governo (che fa conto su unacrescita dell'1,5% il prossimo anno ritenuta del tutto fuori portata da molte istituzioni), «ne èconsapevole»: sarebbe bene «pensarci prima» per non rischiare di dover correggere lamanovra in corso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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##Manovra: imprese bevono caffè da Salvini, martedì tocca a DiMaio Manovra Domenica 9 dicembre 2018 - 18:14 ##Manovra: imprese bevono caffè da Salvini,martedì tocca a Di Maio 15 sigle al Viminale, Boccia: partito dialogo, attendiamo fatti Roma, 9dic. (askanews) - Alla fine il caffè, quello vero, non lo hanno bevuto tutti, ma l'incontro alViminale tra il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini e il sottosegretario allapresidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, con 15 associazioni rappresentanti il mondodelle imprese (da Confindustria alle Pmi) ha fatto partire il via al dialogo tra il governo e leparti sociali sulla manovra. Domani l'esecutivo giallo-verde ha convocato a Palazzo Chigi isindacati e martedì le imprese vedranno l'altro vicepremier nonché capo politico M5S Luigi DiMaio. Dopo l'incontro al Viminale, Salvini ha tenuto a sottolineare che sono state "due orepositive" quelle con gli imprenditori e le associazioni di categoria, un "incontro concreto,proficuo" che dà il via ad un "percorso comune che parte dal lavoro, stopburocrazia, sviluppoinfrastrutture per rilancio dell'economia e del paese". Al Viminale, Salvini e Giorgetti, secondoquanto riferito dai partecipanti, hanno "preso appunti", non si sono sbilanciati troppo sullatrattativa con Bruxelles (che per le imprese ha un peso rilevante) limitandosi a ribadire chel'Italia potrà compiere dei passi verso le richieste Ue se l'Europa farà altrettanto, econfermando la "convergenza" della posizione della Lega sulle infrastrutture a cominciare dalsì al Tav. Le associazioni sono sembrate soddisfatte per l'attenzione ricevuta, ma oraaspettano i "fatti" e soprattutto attendono di confrontarsi con Di Maio martedì per intuire qualisaranno i punti di caduta a livello di sintesi tra le due anime dell'esecutivo e non ultimo percapire quali richieste troveranno ascolto in emendamenti alla manovra su cui i veri giochi siapriranno e chiuderanno nel passaggio in Senato dalla prossima settimana. Così VincenzoBoccia, dopo aver fatto notare in occasionedell'evento di Torino di lunedì scorso che lapazienza era "al limite", ha ringraziato il ministro Salvini di aver riaperto le danze delconfronto e, in vista del secondo giro di martedì prossimo con Di Maio, ha sottolineato come"in 48 ore abbiamo avuto due convocazioni ed era da sei mesi che non ci convocavano".Inoltre, ha proseguito, "il fatto che il governo cominci ad ascoltare le ragioni dello sviluppo edella crescita significa che c'è una consapevolezza" sul rischio di "possibile recessionedell'economia" e sulla necessità di raddrizzare la rotta. "Se la crescita non dovesse esserci -ha chiosato - il governo dovrebbe correggere la manovra in corsa, allora sarebbe opportunopensarci un attimo prima". Al tavolo di Salvini si sono seduti Confindustria, Agci (associazionegenerale delle cooperative italiane), Ance, Casartigiani, Cna, Coldiretti, Confagricoltura,Confapi, confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confimi industria,filiera Italia e Legacoop.Confartigianato ha riconosciuto al vicepremier di comprendere le"preoccupazioni" e di voler affrontare i problemi delle piccole imprese, "dal peso del fisco edella burocrazia ai ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione fino alla necessità diinvestire in infrastrutture materiali e immateriali". Tutti temi che verranno ribaditi durante lamanifestazione 'Quelli del sì' che Confartigianato ha organizzato il 13 dicembre a Milano. Perla Cna l'incontro è stato "utile" e "sul tema delle infrastrutture c'è una disponibilità da partedel ministro a non bloccarle, Tav compresa" e in vista del secondo giro con Di Maio non"preoccupa la differenza di vedute" perché "anche da parte di Di Maio sembra esserci "oral'intenzione di aprire il tavolo di confronto con la stessa forza che c'è stata questa mattina ecrediamo che il buon senso possa prevalere". "Sulle grandi opere Salvini ci ha ascoltato e la

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posizione della Lega è nota, poi - ha sostenuto Confagricoltura con pragmatismo -ascolteremola posizione definitiva del governo". "Le politiche sociali si risolvono con il lavoro e il lavoro lodà l'impresa", ha infine commentato Confapi che ha espresso soddisfazione sulla"compattezza dell'industria e delle imprese" con l'obiettivo comune di "tentare di spostare lamanovra sull'economia reale rispetto all'assistenzialismo". Richieste da ribadire al viceministroDi Maio, "ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico che oltre a rappresentare il 50%della componente governativa è il ministro che dovrebbe ascoltare proprio le istanzedell'economia reale".

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Imprese, un "pusa cafè" al Governo 15:30 Domenica 09 Dicembre 2018 "Positivo" e "proficuo" confronto tra le organizzazioniimprenditoriali e il vicepremier Salvini. Tav, infrastrutture e rilancio dell'economia i temi sultavolo. Per Chiamparino è il solito gioco delle parti tra i due alleati Prove di disgelo fragoverno e mondo delle imprese. "Due ore positive con imprenditori e associazioni dicategoria, incontro concreto, proficuo. Inizia un percorso comune che parte dal lavoro, stopburocrazia, sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del paese". Matteo Salvini hasintetizzato così l'incontro al Viminale con i rappresentati delle organizzazioni datoriali: avevapromesso caffè per tutti, il leader leghista, ma serve qualcosa di più, un pusa cafè chetraduca la volontà e le buone intenzioni in misure concrete. Una sede inusuale, quella delministero dell'Interno, visto il tema economico, che dimostra una gestione "separata" dellaquestione. "Il fatto che il governo cominci ad ascoltare le ragioni dellosviluppo e della crescitasignifica che c'è una consapevolezza sul rischio di possibile recessione dell'economia e sullanecessità di raddrizzare la rotta", ha commentato il presidente di Confindustria, VincenzoBoccia, dopo il confronto tra le 15 associazioni produttive che avevano protestato a Torino asostegno della Tav e il vicepremier leghista, affiancato dal sottosegretario alla presidenza delConsiglio, Giancarlo Giorgetti. Al ministro sono state illustrate le "ragioni e le premure delmondo di chi produce sulla crescita che è nell'interesse del Paese". Sono le istanze di unmondo che riunisce 3 milioni di imprese, che muovono il 65% del Pil e di circa 13 milioni dioccupati. Sul tavolo, focus sul tema infrastrutture e grandi opere, a partire dalla Torino-Lione."Il governo penso ne sia consapevole e l'appello di Salvini ad una compattezza sul 2019 chesarà un anno determinante e non facile" è un fatto "positivo", ha detto Boccia. Il presidente diViale dell'Astronomia ha poiaggiunto: "Un elemento importante è che la trattativa con la Ueper evitare una procedura di infrazione sia ora nelle mani del premier, il che assume unalegittimazione politica".  Per il numero uno degli industriali "dunque c'è l'auspicio che non sientri in procedura" perché "potrebbe comportare effetti negativi come la chiusura dei fondi dicoesione e un rientro forzato del debito". Durante l'incontro "abbiamo espressopreoccupazione per il rallentamento dell'economia. Occorre contemperare crescita eproposta". Lo ribadiranno martedì al ministro Luigi Di Maio "e speriamo che la manovra nonabbia impatti negativi sulla crescita. Se dovessero esserci, poi il governo dovrebbecorreggerla in corsa, meglio quindi evitare che questo accada". "Auspichiamo che nellaprossima manovra venga posta una maggiore attenzione al tema degli investimenti, conpolitiche di strategia di lungo termine per un settore che dovrebbe essere posto tra le prioritàdelle scelte economiche del nostro Paese", haaffermato il presidente di ConfagricolturaMassimiliano Giansanti. Fa eco alla richiesta del mondo agricolo, quella del settore delcommercio. "L'Italia ha bisogno di più crescita, più occupazione e, dunque, di più investimentiche vanno progressivamente riportati al livello pre-crisi del 3% del Pil. In particolare, servonoinvestimenti infrastrutturali per sanare carenze che pesano sugli scambi commerciali e sulturismo e che fanno perdere al nostro Paese circa 34 miliardi di euro di Pil all'anno", è laposizione espressa da Confcommercio per voce del vicario della Confederazione, LinoStoppani. Sono state 15 le associazioni che si sono sedute al tavolo con Salvini. PerConfindustria oltre al presidente Boccia, il direttore generale Marcella Panuccia e per icostruttori dell'Ance il presidente Gabriele Buia. Sul fronte industriale anche il presidente diConfapi, Maurizio Casasco e il presidente di Confimi industria, Paolo Agnelli. Tra le

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rappresentanze dei commercianti e delleimprese dei servizi erano presenti il vice presidentevicario di Confcommercio Stoppani e il presidente di Confesercenti Patrizia De Luise.  Per lecooperative il presidente di Lega Coop, Mauro Lusetti, il presidente dell'Agci, Brenno Begani, eil collega di Confcooperative Maurizio Gardini. Gli agricoltori e il settore agroalimentari sonostati rappresentati dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, dal presidente diConfagricoltura, Massimiliano Giansanti e dal presidente di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia.Al completo anche la rappresentanza degli artigiani: il presidente di Cna Daniele Vaccarino, ilpresidente di Casartigiani Giacomo Basso e il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti.Martedì un altro appuntamento con l'esecutivo per gli imprenditori: incontreranno l'alleatopenstastellato del leghista Salvini, il vicepremier Di Maio, con cui si confronteranno alministero dello Sviluppo economico per inaugurare l'annunciato tavolo sulle Pmi e peraffrontare ildossier dell'auto ecologica Non si attende novità di rilievo, invece, SergioChiamparino che vede nell'incontro l'ulteriore conferma dell'ambiguità del governogialloverde, il solito gioco delle parti dettato da esclusivi interessi elettoralistici: «Lo scenarioè purtroppo sempre più chiaro - scrive in una nota il governatore piemontese - da una parteSalvini che incontra le associazioni imprenditoriali e promette sostegno allo sviluppo e alleinfrastrutture, lasciando intendere "sostenete noi e andremo avanti". Dall'altra la componente5 stelle del governo che non può dire si alla Tav e ad altre opere, perlomeno fino alleprossime scadenze elettorali, pena perdere il riferimento con le piazze No Tav e Sì tir». Per ilpresidente della Regione «in mezzo chi non accetta di essere preda degli interessielettoralistici dei partiti di governo e chiede serietà e responsabilità. A loro noi intendiamooffrire un riferimento alternativo, un Piemonte del Sì!». 6 foto

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Com'è andato l'incontro tra Salvini e le aziende Com'è andato l'incontro tra Salvini e le aziende Lettera43 10 ore fa Questo sito utilizza cookieper analisi, contenuti personalizzati e pubblicità. Continuando a navigare questo sito, accettitale utilizzo. Scopri di più Pensioni, Salvini frena sui tagli © News 3.0 È il momento del disgelofra le imprese e il governo, con un incontro fra 15 associazioni delle diverse categorie e ilvicepremier Matteo Salvini al Viminale. Un 'vertice', quello del 9 dicembre, per ricucire lo'strappo' nato dopo la manifestazione 'Sì tav' che aveva segnato le distanze fra il governo e ilmondo delle imprese. Il governo «ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento»per «riaprire una stagione di confronto», come ha spiegato il presidente di ConfindustriaVincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora «aspettiamo i fatti». LERICHIESTE DELLE AZIENDE AL GOVERNO Un incontro di due ore «concreto, proficuo» per un«percorso comune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppoinfrastrutture per rilanciodell'economia e del paese». Così Salvini, che ha ricevuto, oltre a Boccia, le cooperative(Legacoop, Confcooperative e Agci), poi Confcommercio, l'Ance, Casartigiani e Cna, Coldirettie Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confesercenti, Confimi Industria, Filiera italiana.La sede è il ministero dell'Interno di cui è titolare Salvini, affiancato dal sottosegretario aPalazzo Chigi Giancarlo Giorgetti: una cornice inusuale visto il tema economico, con unconfronto tutto interno alla maggioranza per essere l'interlocutore degli imprenditori, vistoche alcuni dei partecipanti vedranno martedì 11 l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ministrodelle Infrastrutture e del Lavoro, per i tavolo sulle Pmi e per affrontare il dossier dell'autoecologica. IL PUNTO SU TAV, CRESCITA E SVILUPPO All'uscita da quello che era statoribattezzato «l'incontro dei 12 caffé» in riferimento al botta e risposta di qualche giorno primafra Salvini e il presidente diConfindustria Vincenzo Boccia, le parole d'ordine all'uscita dalViminale sono investimenti, infrastrutture, Tav, crescita, sviluppo. Un vertice pacificatore perrassicurare sulla manovra con le differenze di posizione che vengono sfumate. Con le impresea chiedere di scongiurare la procedura d'infrazione aperta dalla Ue e il vice-premier a ribadiremorbido la sua posizione: piena disponibilità al confronto con l'Ue e a limare tutto ciò che sipuò, ma senza che per uno zerovirgola «si possa tornare alla preistoria», cioè rinunciare allemisure su cui si sono ottenuti i voti per governare. INCASSATO IL NO ALLA TASSA SULLEAUTO Ma è stata anche, con la legge di bilancio alle ultime battute, l'occasione per portareavanti gli interessi di ciascuno: le imprese incassano il 'no' di Salvini alla tassa sulle autoinquinanti e il suo favore per la Tav in attesa del "rapporto" che verrà stilato: «sonofavorevole alla Tav. Vedremo...», ha detto subito dopo in Tv il ministro dell'Interno.AlleanzaCooperative ha chiesto l'uso del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di "startup". Lamisura-bandiera del M5s per i senza-lavoro «dovrebbe coinvolgere le imprese in un ruoloattivo», si è poi limitato a commentare Salvini a Mezz'ora in più. Gli artigiani di Cna hanno adesempio ribadito la priorità della deducibilità Imu, ha spiegato il presidente Daniele Vaccarino.Più investimenti nella modernizzazione e tecnologie avanzate è una delle richiesta diConfagricoltura, mentre è le infrastrutture come la Tav erano alte nell'agenda dellecooperative presenti. Deciderà il governo, che deve chiudere la manovra entro il 19, facendo iconti con il partito di Di Maio. SPREAD E RECESSIONE ASSENTI DAI TEMI DELL'INCONTROPer tutti, le priorità rischiano di essere scompaginate da due ingombranti convitati di pietraalla riunione: lo spread a 300 punti base che riduce gli spazi di manovra («non se ne èparlato», ha risposto Boccia interpellato). E soprattutto il rischiorecessione, dopo un trimestre

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di Pil negativo, che secondo diversi osservatori l'Italia corre nei prossimi mesi. Boccia harisposto che una recessione «è possibile» e il governo (che fa conto su una crescita dell'1,5%il prossimo anno ritenuta del tutto fuori portata da molte istituzioni), «ne è consapevole»:sarebbe bene «pensarci prima» per non rischiare di dover correggere la manovra in corso.

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Legge di bilancio 2019, Salvini incontra le imprese Commenti: 0 Oggi l'incontro al Viminale con gli imprenditori. Per Salvini sulla Legge di bilancioc'è spazio per il confronto Piena disponibilità al confronto con l'Ue, ma autorevolezza edecisione nel dialogo, in particolare sul bilancio comunitario agricolo, nessuna nuova tassasulle automobili e spazio alle infrastrutture. Sono questi alcuni dei temi rilanciati dal Governosul tavolo con i principali operatori economici italiani. Dopo l'approvazione della Legge diBilancio alla Camera , Matteo Salvini ha incontrato, questa mattina, al Viminale gliimprenditori e 15 associazioni di categoria che, da tempo, chiedevano di essere convocati.Legge di Bilancio 2019: Boccia soddisfatto, ma attende i fatti Oggi, per la prima voltadall'insediamento, il Governo ha convocato i rappresentanti del mondo dell'economia per unconfronto sulla Legge di Bilancio 2019. Un incontro durato circa due ore, definito dal ministroSalvini "concreto e proficuo". "Inizia un percorso comune che parte dallavoro, stop burocrazia,sviluppo infrastrutture per rilancio dell'economia e del Paese", il commento del leader leghistaa margine dell'appuntamento. Soddisfatto anche il presidente di Confindustria, VincenzoBoccia che, parlando di clima e dialogo positivi, ha tuttavia precisato: "ora però aspettiamo ifatti". "Un elemento importante è che la trattativa con l'Ue per evitare una procedura diinfrazione è ora nelle mani del premier, assume determinazione e legittimazione politica. Edunque c'è l'auspicio che non si entri in procedura che potrebbe comportare effetti negativicome la chiusura dei fondi di coesione e un rientro forzato del debito". Il presidente diConfindustria ha chiesto delucidazioni sul balzello per l'acquisto delle automobili,sottolineando come una penalizzazione del mercato automobilistico arrecherebbe un dannoall'intera economia. Boccia ha ribadito poi la necessità di puntare sulle infrastrutture; gliartigiani hanno parlato invece del peso della burocrazia edel bisogno di snellirla, lecooperative hanno posto l'attenzione sull'importanza di favorire la nascita di startup, magariutilizzando il reddito di cittadinanza. All'incontro erano presenti i costruttori dell'Ance, Confapie Confimi industria, ma anche rappresentanze di commercianti e imprese dei servizi:Confcommercio, Confesercenti. Per le cooperative invece Lega Coop, Agci, Confcooperative,Coldiretti, Confagricoltura, Filiera Italia. Folta anche la rappresentanza degli artigiani Cna,Casartigiani e Confartigianato. Domani a Palazzo Chigi, arriveranno i sindacati per discutere dicrescita e lavoro. Martedì invece i rappresentanti di piccole e medie imprese saranno ricevutidal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. L'obiettivo, in vista del passaggio dellaLegge di Bilancio in Senato, è lavorare su un percorso comune. Iscriviti alla newsletter perricevere le news su Legge di Bilancio 2019 Acconsento al trattamento dei dati personali aisensi degli articoli 13-14 delGDPR 2016/679. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Manovra, imprese bevono caffè da Salvini: Martedì tocca a Di Maio Manovra, imprese bevono caffè da Salvini: Martedì tocca a Di Maio Vincenzo Boccia 10dicembre 2018 di redazione Alla fine il caffè, quello vero, non lo hanno bevuto tutti, mal'incontro al Viminale tra il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini e il sottosegretarioalla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, con 15 associazioni rappresentanti il mondodelle imprese (da Confindustria alle Pmi) ha fatto partire il via al dialogo tra il governo e leparti sociali sulla manovra. Oggi l'esecutivo giallo-verde ha convocato a Palazzo Chigi isindacati e martedì le imprese vedranno l'altro vicepremier nonché capo politico M5S Luigi DiMaio. Ieri, dopo l'incontro al Viminale, Salvini ha tenuto a sottolineare che sono state "due orepositive" quelle con gli imprenditori e le associazioni di categoria, un "incontro concreto,proficuo" che dà il via ad un "percorso comune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppoinfrastrutture per rilancio dell'economia e del paese". Leggianche: Ecco perché gli analisti"vedono" il rischio recessione Al Viminale, Salvini e Giorgetti, secondo quanto riferito daipartecipanti, hanno "preso appunti", non si sono sbilanciati troppo sulla trattativa conBruxelles (che per le imprese ha un peso rilevante) limitandosi a ribadire che l'Italia potràcompiere dei passi verso le richieste Ue se l'Europa farà altrettanto, e confermando la"convergenza" della posizione della Lega sulle infrastrutture a cominciare dal sì al Tav. Leassociazioni sono sembrate soddisfatte per l'attenzione ricevuta, ma ora aspettano i "fatti" esoprattutto attendono di confrontarsi con Di Maio martedì per intuire quali saranno i punti dicaduta a livello di sintesi tra le due anime dell'esecutivo e non ultimo per capire quali richiestetroveranno ascolto in emendamenti alla manovra su cui i veri giochi si apriranno echiuderanno nel passaggio in Senato dalla prossima settimana. Così Vincenzo Boccia, dopoaver fatto notare in occasione dell'evento diTorino di lunedì scorso che la pazienza era "allimite", ha ringraziato il ministro Salvini di aver riaperto le danze del confronto e, in vista delsecondo giro di martedì prossimo con Di Maio, ha sottolineato come "in 48 ore abbiamo avutodue convocazioni ed era da sei mesi che non ci convocavano". Inoltre, ha proseguito, "il fattoche il governo cominci ad ascoltare le ragioni dello sviluppo e della crescita significa che c'èuna consapevolezza" sul rischio di "possibile recessione dell'economia" e sulla necessità diraddrizzare la rotta. "Se la crescita non dovesse esserci - ha chiosato - il governo dovrebbecorreggere la manovra in corsa, allora sarebbe opportuno pensarci un attimo prima". Al tavolodi Salvini si sono seduti Confindustria, Agci (associazione generale delle cooperative italiane),Ance, Casartigiani, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, confartigianato, Confcommercio,Confcooperative, Confesercenti, Confimi industria, filiera Italia e Legacoop. Confartigianatohariconosciuto al vicepremier di comprendere le "preoccupazioni" e di voler affrontare i problemidelle piccole imprese, "dal peso del fisco e della burocrazia ai ritardi di pagamento dellaPubblica amministrazione fino alla necessità di investire in infrastrutture materiali eimmateriali". Tutti temi che verranno ribaditi durante la manifestazione 'Quelli del sì' cheConfartigianato ha organizzato il 13 dicembre a Milano. Leggi anche: Partecipate pubbliche,riforma Madia affievolita con ddl bilancio Per la Cna l'incontro è stato "utile" e "sul tema delleinfrastrutture c'è una disponibilità da parte del ministro a non bloccarle, Tav compresa" e invista del secondo giro con Di Maio non "preoccupa la differenza di vedute" perché "anche daparte di Di Maio sembra esserci "ora l'intenzione di aprire il tavolo di confronto con la stessaforza che c'è stata questa mattina e crediamo che il buon senso possa prevalere". "Sullegrandi opere Salvini ci ha ascoltato e la posizione della Legaè nota, poi - ha sostenuto

10/12/2018 03:06Sito Web

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Confagricoltura con pragmatismo - ascolteremo la posizione definitiva del governo". "Lepolitiche sociali si risolvono con il lavoro e il lavoro lo dà l'impresa", ha infine commentatoConfapi che ha espresso soddisfazione sulla "compattezza dell'industria e delle imprese" conl'obiettivo comune di "tentare di spostare la manovra sull'economia reale rispettoall'assistenzialismo". Richieste da ribadire al viceministro Di Maio, "ministro del Lavoro e delloSviluppo economico che oltre a rappresentare il 50% della componente governativa è ilministro che dovrebbe ascoltare proprio le istanze dell'economia reale". Segui ilfogliettone.itsu facebook © RIPRODUZIONE RISERVATA Se avete correzioni, suggerimenti o commentiscrivete a [email protected] Commenti

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Manuale anti caos per fare pace con il fisco -content posts-main" id="article-content"> Giorgia Pacione Di Bello 10 mins ago In primopiano Manuale anti caos per fare pace con il fisco Il governo deve ancora approvare il saldo estralcio, ma entro fine dicembre saranno cancellate d'ufficio le cartelle sotto i 1.000 euroemesse dal 2000 al 2010. Per chiudere i processi con l'Agenzia delle entrate bisognapresentare domanda entro il 31 maggio 2019. Rottamazione ter: la somma, senza sanzioni einteressi, sarà divisa in dieci rate su cinque anni. Lo speciale contiene due articoli. ContinuaRitorna il saldo e stralcio delle cartelle. Dopo un primo momento di crisi tra Movimento 5stelle e Lega (Luigi Di Maio accusò «una manina» di aver modificato il testo del decreto fiscalenumero 119/2019) torna in pista la proposta portata avanti delle Lega del «saldo e stralciodelle cartelle». Il 6 dicembre 2018 il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, amargine dell'assemblea Confimi industria ha infatti dichiarato di essere«convito che ci siabisogno di un nuovo rapporto tra italiani ed Equitalia (Agenzia delle entrate e riscossione,ndr). Gli evasori totali, quelli che non hanno mai compilato la dichiarazione dei redditi, per medevono marcire in galera fino alla fine dei loro giorni. L'artigiano, il piccolo imprenditore o ilcommerciante che è schiavo di una cartella da 40.000 euro da una vita deve poter tornare avivere, e quella cartella va stracciata. Ne sono straconvinto e questo c'è nel contratto digoverno». Dunque la pace fiscale 2019 e lo stralcio delle cartelle dovrebbe arrivare al Senatocon un emendamento ad hoc. Ma la nuova norma risulta essere ben diversa rispetto a quelleoriginariamente pensate. Fino a due mesi fa si parlava infatti della possibilità di «riaprire il730». E dunque di poter fare una dichiarazione integrativa da presentare all'Agenzia delleentrate. Con il documento si sarebbero dunque andati a denunciare nuove somme. Di questesi sarebbe dovuto pagare solo il 6%, il 10%o il 25% in base al proprio Isee o sull'indice diliquidità. Sempre a ottobre si parlava di poter far rientrare nella pace fiscale le somme fino a1 milione di euro, poi si è passato a 500.000 e poi ancora a 200.000 euro. A oggi la situazioneè ben diversa. Non si parla più di dichiarazione integrativa e il range è ben inferiore. Potrannoinfatti accedere alla agevolazione le cartelle esattoriale che oscillano tra i 30 e i 90.000 euro esarà chiesto di saldare il 15% della somma totale (non si sa ancora se comprensiva di more esanzioni oppure no). A questo punto la cartella verrà stralciata. Se dunque da una parteabbiamo un emendamento ad hoc che non è stato inserito del Dl 119/2019, dall'altra c'è lapacificazione fiscale delle controversie tributarie (articolo 6 del Dl 119/2019), già approvata invia definitiva. Il vantaggio introdotto riguarda la creazione di un regime più vantaggioso inbase al grado di giudizio raggiunto in sede di contenzioso con l'Agenzia delle entrate.Sel'ultima (o unica) pronuncia giurisdizionale non cautelare, depositata entro il 24 ottobre(data di entrata in vigore del decreto), è contraria all'amministrazione fiscale sono previstidegli sconti sull'importo oggetto della sentenza (accettando di pagare, si toglie allo Stato lapossibilità di ricorrere in appello e si elimina il rischio di veder ribaltata la sentenza). Edunque: nell'ipotesi in cui la sconfitta dell'Agenzia delle entrate sia stata pronunciata con unasentenza di primo grado si pagherà la metà dell'importo totale. Se invece la sconfittadell'amministrazione è stata stabilita tramite una sentenza di secondo grado si pagherà unquinto del valore della controversia. Ma gli sconti non finisco qui perché nel caso in cui unacontroversia sia relativa solamente alle sanzioni senza essere collegata al tributo è possibiledefinirla pagando il 15% del valore totale (se l'ultima pronuncia non cautelare è statafavorevole all'Agenzia delle entrate) o il 40% del valore dellalite negli altri casi (quando per

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esempio non è stata ancora emessa alcuna pronuncia oppure se c'è stato un rinvio dipronuncia da parte della Cassazione). Le controversie tributare che possono godere deglisconti fiscali sono quelle aventi come oggetto atti impositivi (avvisi di accertamento,provvedimenti di irrogazione delle sanzioni), quelle pendenti in ogni stato e grado di giudizio,compresa la Cassazione, a chi è stato notificato il ricorso di primo grado entro il 24 ottobre2018 o tutte quelle controversie in cui il processo è ancora in corso. Non rientrano nelladefinizione agevolata tutte quelle controversie in cui sono parte amministrazioni diversedall'Agenzia delle entrate (Agenzia del demanio o l'Agenzia delle dogane e dei monopoli). Peraccedere alla definizione agevolata i contribuenti devono presentare l'apposita domanda entroil 31 maggio 2019 e versare l'importo dovuto della controversia. Nel caso in cui si ottenga ilpagamento a rate, entro il 31 maggio 2019 dovràessere versata la prima rata. Se invece èpossibile estinguere la lite senza pagare alcun importo, la definizione si perfezionerà con lasola presentazione della domanda. Attenzione perché per ciascuna controversia autonomadovrà essere presentata una distinta domanda di definizione esente dall'imposta di bollo (ilmodello sarà approvato da un provvedimento dell'Agenzia delle entrate e dunque saràpossibile trovarlo sul sito www.agenziaentrate.gov.it) Per definire la controversia ilcontribuente dovrà dunque presentare la domanda e versare un importo pari al valore dellacontroversia. La somma dovrà dunque essere al netto degli interessi e delle eventualisanzioni. Il versamento dovrà essere fatto usando il modello F24 e gli appositi codici tributo,che saranno definiti dall'Agenzia delle entrate. Il pagamento potrà avvenire in un'unicasoluzione o, nel caso si parli di importi superiori ai 1.000 euro, in massimo 20 rate trimestrali.Se si avrà diritto alla rateizzazione entro il 31maggio 2019 si dovrà versare la prima rata. Itermini di versamento delle altre rate saranno il 31 agosto, il 30 novembre, il 28 febbraio e il31 maggio di ogni anno a partire dal 2019. È inoltre previsto lo stralcio delle cartelle fino aun'importo di 1.000 euro per i debiti accumulati tra il 2000 e il 2010. Il contribuente nondovrà inviare nessuna richiesta, dato che sarà l'amministrazione a comunicare in modotelematico le quote annullate e a provvedere entro il 31 dicembre. Rottamazione ter, c'ètempo fino ad aprile Nuovi vantaggi per chi decide di saldare i debiti con l'Agenziadell'entrate, aderendo alla rottamazione ter. Il governo gialloblu ha infatti previsto nel Dl119/2019 (Dl fiscale) l'introduzione della definizione agevolata, meglio conosciuta comerottamazione ter. A differenza delle precedenti (prima rottamazione e rottamazione bis), lanuova rottamazione prevede un periodo più ampio per rateizzare le somme dovute: dieci rateripartite in cinque anni e un tasso diinteresse ridotto, definito nella misura del 2% annuo apartire dal 1° agosto 2019. Negli anni passati si parlava del 4,5%. Per mettersi in regola sarànecessario versare in un'unica soluzione o a rate tutta la cifra dovuta ma al netto, ovverosenza interessi e sanzioni. le scadenze Per poter dunque usufruire della rottamazione terbisogna presentare la dichiarazione di adesione entro il 30 aprile del 2019. E si potrà sceglierese pagare in un'unica soluzione o rateizzare il debito fino a un massimo di dieci rateconsecutive di pari importo (cinque anni). Le scadenze fisse da ricordare, ogni anno, sarannoil 31 luglio e il 30 novembre. Il legislatore ha dunque fissato il 31 luglio 2019 il terminemassimo per pagare la prima rata della cartella in questione. i requisiti Possono presentare ladomanda alla rottamazione ter tutti coloro che hanno cartelle di pagamento scadute e nonpagate dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017. Ma anche chi ha aderito alla primarottamazione (definizioneagevolata prevista dal Dl numero 193/2016) e non ha versatotempestivamente e integralmente tutte le rate del piano di definizione previsto. Inoltrepotranno accedere automaticamente alla rottamazione ter tutti quei contribuenti che hanno

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aderito alla rottamazione bis (Dl numero 148/2017), non sono riusciti a pagare le prime rate,ma hanno saldato le somme di luglio, settembre e ottobre, entro il 7 dicembre 2018. Peraderire alla rottamazione ter si deve presentare entro il 30 aprile 2019 la richiesta o allacasella Pec della direzione regionale dell'Agenzia delle entrate riscossione di riferimento,inviando il modello Da 2018 insieme a una copia del documento del documento di identità.Oppure ci si può recare presso gli sportelli dell'Agenzia delle entrate riscossione, presenti sulterritorio nazionale, consegnando direttamente il modello Da 2018 compilato e firmato. Unamodalità diversa è prevista per coloro che hanno saldato le rate di luglio, settembre e ottobreentro il 7dicembre (rottamazione bis). Questi non dovranno infatti presentare alcun tipo didichiarazione di adesione dato che saranno automaticamente ammessi ai benefici dellarottamazione ter. i passaggi Dopo aver presentato la domanda in modo corretto e nei tempiprevisti, bisogna aspettare la risposta da parte dell'Agenzia delle entrate riscossione.L'amministrazione invierà al contribuente entro il 30 giugno 2019 una comunicazione diaccoglimento o no della domanda. In caso positivo la lettera dell'Agenzia delle entrateriscossione conterrà anche l'ammontare complessivo delle somme dovute, la scadenza dellerate e i bollettini di pagamento. Se si è presentata la richiesta per accedere alla rottamazioneter, l'Agenzia delle entrate riscossione non darà seguito a procedure esecutive già avviate perquanto riguarda i debiti oggetto della definizione agevolata. Non saranno inoltre avviatenuove procedure cautelari o esecutive, mentre resteranno i fermi amministrativi e le ipotechegià iscrittialla data di presentazione della domanda. Le legge prevede infine che, a seguitodella presentazione della domanda di adesione, siano sospesi sia i termini di prescrizione edecadenza dei carichi, sia gli obblighi di pagamento derivanti da precedenti rateizzazioni.Riduci ©

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Imprese, un "pusa cafè" al Governo Imprese, un "pusa cafè" al Governo 15:30 Domenica 09 Dicembre 2018 "Positivo" e"proficuo" confronto tra le organizzazioni imprenditoriali e Salvini. Tav, infrastrutture e rilanciodell'economia i temi sul tavolo. Preoccupa la procedura d'infrazione. Ora tocca al vicepremierleghista convincere il collega grillino Di Maio Prove di disgelo fra governo e mondo delleimprese. "Due ore positive con imprenditori e associazioni di categoria, incontro concreto,proficuo. Inizia un percorso comune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppoinfrastrutture per rilancio dell'economia e del paese". Matteo Salvini ha sintetizzato cosìl'incontro al Viminale con i rappresentati delle organizzazioni datoriali: aveva promesso caffèper tutti, il leader leghista, ma serve qualcosa di più, un pusa cafè che traduca la volontà e lebuone intenzioni in misure concrete. "Il fatto che il governo cominci ad ascoltare le ragionidello sviluppo e della crescita significa che c'è una consapevolezza sulrischio di possibilerecessione dell'economia e sulla necessità di raddrizzare la rotta", ha commentato ilpresidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, dopo il confronto tra le 15 associazioniproduttive che avevano protestato a Torino a sostegno della Tav e il vicepremier leghista,affiancato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti. Al ministrodell'Interno sono state illustrate le "ragioni e le premure del mondo di chi produce sullacrescita che è nell'interesse del Paese". Sono le istanze di un mondo che riunisce 3 milioni diimprese, che muovono il 65% del Pil e di circa 13 milioni di occupati. Sul tavolo, focus sultema infrastrutture e grandi opere, a partire dalla Torino-Lione. "Il governo penso ne siaconsapevole e l'appello di Salvini ad una compattezza sul 2019 che sarà un annodeterminante e non facile" è un fatto "positivo", ha detto Boccia. Il presidente di Vialedell'Astronomia ha poi aggiunto: "Un elemento importante è che la trattativacon la Ue perevitare una procedura di infrazione sia ora nelle mani del premier, il che assume unalegittimazione politica". Per il numero uno degli industriali "dunque c'è l'auspicio che non sientri in procedura" perché "potrebbe comportare effetti negativi come la chiusura dei fondi dicoesione e un rientro forzato del debito". Durante l'incontro "abbiamo espressopreoccupazione per il rallentamento dell'economia. Occorre contemperare crescita eproposta". Lo ribadiranno martedì al ministro Luigi Di Maio "e speriamo che la manovra nonabbia impatti negativi sulla crescita. Se dovessero esserci, poi il governo dovrebbecorreggerla in corsa, meglio quindi evitare che questo accada". "Auspichiamo che nellaprossima manovra venga posta una maggiore attenzione al tema degli investimenti, conpolitiche di strategia di lungo termine per un settore che dovrebbe essere posto tra le prioritàdel le scel te economiche del nostro Paese", ha af fermato i l pres idente d iConfagricolturaMassimiliano Giansanti. Fa eco alla richiesta del mondo agricolo, quella delsettore del commercio. "L'Italia ha bisogno di più crescita, più occupazione e, dunque, di piùinvestimenti che vanno progressivamente riportati al livello pre-crisi del 3% del Pil. Inparticolare, servono investimenti infrastrutturali per sanare carenze che pesano sugli scambicommerciali e sul turismo e che fanno perdere al nostro Paese circa 34 miliardi di euro di Pilall'anno", è la posizione espressa da Confcommercio per voce del vicario dellaConfederazione, Lino Stoppani. Sono state 15 le associazioni che si sono sedute al tavolo conSalvini. Per Confindustria oltre al presidente Boccia, il direttore generale Marcella Panuccia eper i costruttori dell'Ance il presidente Gabriele Buia. Sul fronte industriale anche il presidentedi Confapi, Maurizio Casasco e il presidente di Confimi industria, Paolo Agnelli. Tra le

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rappresentanze dei commercianti e delle imprese dei servizi erano presenti il vicepresidentevicario di Confcommercio Stoppani e il presidente di Confesercenti Patrizia De Luise. Per lecooperative il presidente di Lega Coop, Mauro Lusetti, il presidente dell'Agci, Brenno Begani, eil collega di Confcooperative Maurizio Gardini. Gli agricoltori e il settore agroalimentari sonostati rappresentati dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, dal presidente diConfagricoltura, Massimiliano Giansanti e dal presidente di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia.Al completo anche la rappresentanza degli artigiani: il presidente di Cna Daniele Vaccarino, ilpresidente di Casartigiani Giacomo Basso e il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti.Martedì un altro appuntamento con l'esecutivo per gli imprenditori: incontreranno l'alleatopenstastellato del leghista Salvini, il vicepremier Di Maio, con cui si confronteranno alministero dello Sviluppo economico per inaugurare l'annunciato tavolo sulle Pmi.

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SCENARIO ECONOMIA 13 articoli

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Ue più vicina, ma vuole altri tagli alla spesa Il timore di alcuni Paesi che l'Italia riduca il contributo a Bruxelles se salta l'accordo perevitare la procedura Oggi nuovo vertice A Palazzo Chigi è atteso oggi un nuovo vertice sullemodifiche alla manovra Ivo Caizzi e Enrico Marro «A questo punto è solo una questione politica», spiegano ai piani alti del governo, dove siintravede un cauto ottimismo sulla possibilità di raggiungere un'intesa con Bruxelles che evitil'apertura di una procedura d'infrazione contro l'Italia a causa della legge di Bilancio. Ilgoverno ritiene di star facendo la sua parte. Sta lavorando per ridurre il deficit fissato ora al2,4% del Pil nel 2019, e per depotenziare le misure che più preoccupano l'Ue, cioè «quota100» sulle pensioni, che avrà una durata triennale, e il «reddito di cittadinanza», che saràstrettamente legato al reinserimento al lavoro. A Palazzo Chigi, dove oggi si terrà un verticeper mettere a punto le modifiche alla manovra da presentare al Senato, si aspettano quindiche la Commissione colga queste novità ed eviti impuntature su qualche decimale di deficit,tanto più mentre si accendono focolai di crisi economica e sociale in Europa. «Mi rifiuto dipensare che per uno zero virgola scattino procedure o sanzioni», ha detto il vicepremierMatteo Salvini a «Mezz'ora in più». E che la situazione stia cambiando trova riscontro anche a Bruxelles. Aumentano infatti lepressioni dell'asse franco-tedesco e di altri governi favorevoli a un compromesso politico sullamanovra italiana. Il presidente francese Macron è diventato più disponibile perché - peraccogliere le proteste di massa dei «gilet gialli» - vorrebbe superare i limiti di bilancioconcordati con Bruxelles (dopo già 10 anni di deficit eccessivo). La cancelliera tedesca Merkel,contraria a uno scontro Ue-Italia con rischi sulla stabilità dell'eurozona, si è rafforzata con lavittoria della sua «delfina» nel congresso della Cdu, rispetto alla destra del partito in sintoniacon i rigoristi nordici (Olanda, Finlandia, Austria, ecc). Il premier spagnolo Sanchezintenderebbe respingere la richiesta della Commissione di attuare correzioni sul bilancio 2019,condividendo con Roma la linea delle misure espansive. Il premier polacco Morawiecki haappoggiato ufficialmente la manovra italiana. Altri Paesi dell'Est e del Sud temono di perderefondi Ue, se l'Italia dovesse finire in procedura per deficit eccessivo a causa del debito. Questoperché l'essere giudicata in serie difficoltà finanziarie consentirebbe di chiedere un taglio deiversamenti all'Ue (circa 5 miliardi annui in più di quanto riceve), grazie al precedente dello«sconto» ottenuto dalla premier britannica Thatcher e poi da vari Paesi nordici.Fin qui il quadro politico. Resta che per i tecnici della commissione il deficit dovrebbe calareall'1,9%, il che significherebbe tagliare 8-9 miliardi, ma finora Lega e 5 Stelle hanno dato l'oka tagli per 3,5-4 miliardi su «quota 100» e «reddito di cittadinanza». Altre risorse potrebberoarrivare da misure di spending review. Ma il deficit resterebbe sempre ben sopra il 2%. © RIPRODUZIONE RISERVATA Paesi che contribuiscono più di quanto ricevono Paesi che ricevono più di quantocontribuiscono Fonte: Commissione Europea/Bloomberg 10 5 0 -5 Germania Francia ITALIAPaesi Bassi Gran Spagna Portogallo Ungheria Grecia Romania Polonia Bretagna Dati in miliardidi euro I contributi netti all'Europa Welfare I risparmi

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/12/2018 - 10/12/2018 85

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su «quota 100»Un paio di miliardi in meno per «quota 100» e almeno 1,5 per il «reddito di cittadinanza». È iltaglio dei due fondi che dovrebbe arrivare al Senato con il maxiemendamento del governoteso a trovare l'accordo con la Ue. Il risparmio sui pensionamenti anticipati (a 62 anni con 38di contributi) sarebbe legato alle «finestre» d'uscita trimestrali, cui si aggiungerebbero 6 mesidi preavviso per i dipendenti pubblici. Le prime pensioni con «quota 100» sarebbero dunquepagate ad aprile per i privati e a ottobre per i pubblici. Il «reddito di cittadinanza» fino a 780euro al mese dovrebbe partire a marzo-aprile. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1 Lavoro Lo scontosui premi InailPiù soldi per le imprese e per gli investimenti. Al Senato potrebbe essere aumentata al 50% ladeducibilità dell'Imu sui capannoni già portata alla Camera dal 20 al 40%. Dovrebbero inoltreessere tagliati, in media di un terzo, i premi Inail (infortuni sul lavoro) a carico delle aziende.Il vicepremier, Luigi Di Maio, ha inoltre annunciato lo sblocco dei pagamenti arretrati per circa30 miliardi ai fornitori della pubblica amministrazione, attraverso misure che coinvolgerannola Cassa depositi e prestiti. Attesi, infine, provvedimenti per favorire gli investimenti, dallegrandi opere, con la modifica del codice degli appalti, alle piccole. © RIPRODUZIONE RISERVATA 2 Trasporti L'ecotassa dividela maggioranza Il governo dovrà rimettere mano all'emendamento dei 5 Stelle approvato alla Camera cheistituisce un sistema di tassazione bonus-malus sugli acquisti di auto, premiando quelleelettriche e ibride con uno sconto fino a 6mila euro e punendo quelle ritenute più inquinanticon un aggravio fino a 3mila euro. Il vicepremier Matteo Salvini ha detto che la norma verràmodificata, cancellando ogni nuova tassa. I 5 Stelle vogliono comunque mantenere unamisura che orienti il mercato verso le auto meno inquinanti. L'altro vicepremier, Luigi Di Maio,incontrerà domani le industrie automobilistiche, i sindacati e le associazioni dei consumatori. © RIPRODUZIONE RISERVATA 3

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Finanza i nodi del credito Banche inizio d'anno tutto in salita Nei primi due mesi andranno rinnovati 73,5 miliardi di euro di titoli pubblici in scadenza:1.245 milioni al giorno Stefano Righi Con lo spread tra il Btp italiano e il Bund tedesco stabilmente da diversi mesi in zona 300, lapreoccupazione degli istituti di credito italiani si fa ogni giorno più grave. Le necessità diprovvista sui mercati internazionali del credito penalizza gli intermediari domestici rispettonon solo ai concorrenti tedeschi, ma anche francesi e spagnoli. La più solida e redditizia tra lebanche italiane, Intesa Sanpaolo, solo grazie alle proprie credenziali di stabilità e credibilità èriuscita, nelle scorse settimane, ad affacciarsi sul mercato dei bond con una emissioneobbligazionaria, ma ha dovuto riconoscere ai sottoscrittori un implicito rischio-Paese che haelevato il costo della provvista. L'esperienza di Intesa, al momento, non è percorribile da altri emittenti finanziari italiani.Proprio per quell'incertezza racchiusa nel concetto di rischio-Paese: non basta un track recorddi 65 governi in 70 anni di storia repubblicana per tranquillizzare i mercati sull'anomaliaitaliana. La razionalità delle regole della finanza sono tali che le incertezze si moltiplichino,anziché dividersi. Anche perché le opportunità di investimento in un mondo globalizzato sonomigliaia e risulta sempre più difficile spiegare il valore insito nelle imprese italiane e laricchezza presente nel Paese.L'amministratore delegato di un primario gruppo bancario quotato a Milano vede un orizzontea tinte fosche, se solo guarda oltre il prossimo Natale. «La grande massa di debito pubblico vacontinuamente rifinanziata e l'inizio dell'anno, tipicamente, vede molte emissioni pubblichearrivare a scadenza. È un debito che, nell'incapacità di ridurlo, va rifinanziato. E sono quantitàimportanti: dal 14 gennaio al 1° marzo 2019 andranno a scadenza 73,5 miliardi di euro. IlTesoro italiano dovrà rifinanziare quell'importo chiedendo fiducia ai mercati. Non ci sono dubbiche vi riuscirà, ma a che prezzo?». Si prevede un inizio d'anno molto teso. Non solo perl'accumularsi di tensioni internazionali che vanno dalla Brexit alle guerre commerciali tra StatiUniti e Cina, ma anche per la definizione della posizione italiana nel contesto europeo. Leelezioni di fine maggio, quelle che dovrebbero regalare un altro profilo alla burocrazia politicadi Bruxelles, sono al momento lontanissime, irraggiungibili quasi. Molto più concrete eravvicinate sono invece le scadenze dei titoli di Stato che vanno rimborsati. Appuntamenti Il 12 gennaio 2019 scadranno 7,5 miliardi di Bot annuali, il 31 gennaio 6,45 miliardi di Botsemestrali, il 14 febbraio 6,5 miliardi di Bot annuali, il 28 febbraio 6,1 miliardi di Botsemestrali. A queste quattro emissioni di Buoni ordinari del Tesoro, che da sole valgono26,553 miliardi di euro si aggiungono due emissioni di Btp: una in scadenza il 1° febbraio2019 (4,25 per cento di rendimento) da complessivi 23,094 miliardi di euro e una in scadenzail primo marzo (4,5) per 23,861 miliardi. Sono queste due scadenze che preoccupano di più,per le caratteristiche intrinsiche di questi debiti «lunghi» (il primo risale al febbraio 2003,l'altro al settembre 2008), non solo perché con questi quasi 47 miliardi di Btp il totale dei titoliin scadenza nei primi due mesi dell'anno sale a 73,5 miliardi di euro: 1,245 miliardi al giorno.Chi sottoscriverà questo debito pubblico nel momento in cui fra 14 giorni il programma diQuantitative easing voluto dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi andrà aconcludersi? La Bce è stata, negli ultimi anni, il primo buyer dei titoli del debito pubblico

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italiano, ma ora che il programma di Qe arriva a scadenza l'incertezza è proprio quella: chicomprerà e a che prezzo? Manovre Come le tessere di un domino, c'è una diretta correlazione tra spread, rendimento dei titoli diStato e patrimonio degli istituti di credito. La preoccupazione è netta, anche a livello deitecnici del ministero, sembra invece esservi minor lucidità al piano superiore. Il flop dellarecente emissione del Btp Italia (863 milioni sottoscritti da investitori retail e 1,3 miliardi dagliistituzionali, sui livelli più bassi per questo tipo di titolo), ha contribuito a lanciare l'allarme,quasi fosse un test sui mercati. E infatti la successiva emissione di Btp del 1° dicembre scorsoha registrato sottoscrizioni per 2,25 miliardi a fronte di richieste per 3,18. Un buon segnale.Ma nel mezzo tra le due emissioni l'esecutivo ha variato l'angolo di contrapposizione con leautorità europee, allontanandosi dall'ipotesi di uno sforamento del rapporto deficit/pil al 2,4per cento. E il mercato ne ha subito risentito, positivamente. Sarà così anche nei primi 60giorni del 2019? Lo sperano in molti, anche perché il sistema del credito non è in grado oggidi affrontare altre richieste di capitale che vadano oltre le già espresse necessità diconversione del bond di Banca Carige sottoscritto dallo Schema volontario del Fondointerbancario di tutela dei depositie le prevedibili richieste in arrivo dalle cooperative del sud. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo. Il gruppo ha emesso nelle scorse settimane il primobond dalla nascita del nuovo governo

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Lettere Dall'industria i ritardi italiani le chance per chi Lavora Secondo l'Ocse il «rischio automa-zione» interessa il 44% degli occupati italiani Francesca G. M. Sica Centro studi Confindustria I l progresso tecnico è neutrale oppure favorisce più il capitale del lavoro? Il digitale sostituiràtutti i posti di lavoro oppure uomo e macchina possono essere anche complementari? Secondo l'Ocse il rischio automazione c'è e interessa il 44% degli occupati italiani, ma solo il10% rischia di essere sostituito mentre il restante 34% subirà un «significativocambiamento». La complementarietà tra digitale e lavoro è confermata dal fenomeno dellapolarizzazione: dal 1995 al 2017 è aumentata sia la quota di lavoratori qualificati di oltre novepunti percentuali, sia quella dei non qualificati per quattro punti. Viceversa, si riducono i profiliintermedi come gli impiegati d'ufficio che hanno mansioni routinarie, replicabili dalle«macchine». Questo è l'effetto dell'adozione del digitale. La pervasività dell'Ict e lo sviluppodelle catene globali del valore tende a intensificare l'utilizzo di mansioni non-routinarie siacognitive sia manuali che sono tipiche rispettivamente delle professioni intellettuali e di quelleelementari. A scongiurare la probabilità di sostituzione di queste professioni posizionate ai«poli» della classifica occupazionale sono proprio i compiti lavorativi: di natura astratta, per leprofessioni all'apice; di tipo manuale per le occupazioni elementari, ad esempio sensibilitàtattile e percettiva, precisione nella manipolazione di oggetti. Nello svolgimento di entrambi icompiti l'uomo è ancora superiore ai robot. Tuttavia il rischio sostituzione esiste e non puòessere azzerato nel breve periodo, mentre nel medio può essere contrastato incrementandol'offerta di quelle figure specialistiche, quali esperti Ict che sono di difficile reperimento, ancheorientando le famiglie verso percorsi di istruzione, secondaria e terziaria, tecnico-scientifici.Come fronteggiare allora il rischio cambiamento, che interessa un lavoratore su tre? Intantocon investimenti in formazione mirati all'acquisizione/consolidamento delle competenze Ictbasilari: per l'Ocse il 31% dei lavoratori italiani non sa utilizzare il pc sul posto di lavoro, unvalore più alto della media dei paesi più industrializzati; e tra coloro che lo usano solo uno sutre possiede le abilità adeguate. Il gap di competenze è un «collo di bottiglia» nel processo ditrasformazione tecnologica/digitale. Ciononostante, il credito di imposta per la formazione4.0, autorizzato nel 2017 e pari al 40% del costo del personale impegnato in attivitàformative (fino a 300 mila euro per impresa e un tetto di spesa totale di 250 milioni) èprorogato di un solo anno a seguito della discussione in corso sul disegno di legge di bilancio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

10/12/2018Pag. 30 N.50 - 10 dicembre 2018

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Alla Pa digitale solo 50 milioni Classifica europea. Speso il 3% dei fondi Ue per l'innovazione, Italia al 25° posto su 28 Paesiper i servizi online - Da Spid (3 milioni di identità) e PagoPa arrivano i primi segnali positivi Gianni Trovati Nella Ue a 28 solo Romania, Grecia e Bulgaria hanno risultati più deludenti di quelli italianinella Pa digitale. Colpa anche dei soliti ritardi dell'Italia "analogica": finora è stato spesodavvero solo il 3% dei fondi Ue 2014-2020 per l'innovazione, le norme invecchiano prima diessere attuate. Lo spiega la nuova edizione dell'Osservatorio digitale del Politecnico di Milano,che sarà presentata giovedì. Segnali positivi da Spid e Pagopa. Trovati a pagina 8 L'Italia digitale assomiglia a quella analogica. Ad allargare la distanza fra le promesse di unaPa che dialoga sempre online e un rapporto quotidiano con gli uffici pubblici che si sviluppaancora tra carte, raccomandate e code agli sportelli sono i vizi classici del Paese: normeinattuate, fondi non spesi, resistenze passive e una distanza fra i territori che rendeimpossibile raggiungere standard più o meno omogenei da Milano a Caltanissetta, ma anchedalla pianura alla montagna. Risultato: l'Europa matrigna con cui stiamo combattendo sullamanovra avrebbe messo a disposizione dell'Italia 1,65 miliardi nel 2014-2020 per digitalizzarela Pa, ma finora le nostre amministrazioni sono riuscite a spendere 50 milioni scarsi (il 3% deltotale) e a programmarne poco più di 150. Con l'indice «Desi» (Digital Economy and Society Index), la stessa commissione europeamisura il fiato corto dell'innovazione italiana in termini di attuazione dell'agenda digitale e dierogazione di servizi online: siamo 25esimi su 28, riusciamo a metterci alle spalle soloBulgaria, Grecia e Romania ma non sappiamo tenere il passo di Polonia, Ungheria, Cipro oPortogallo, per non parlare di Danimarca, Svezia e Finlandia che occupano il podio o diGermania e Francia che dovrebbero essere i nostri concorrenti ma ci superano in fatto diutilizzo di Internet, connettività, integrazione e servizi digitali. Come capita sempre neiconfronti internazionali, il risultato è figlio di un'Italia divisa in due: dalla Provincia di Trentoche guida il gruppo (con un "indice di digitalizzazione" comunque inferiore alla mediaeuropea)a quasi tutto il CentroNord (compreso il Lazio) che si comporta un po' meglio deglistandard nazionali, e quasi tutto il CentroSud (ma c'è anche la Val D'Aosta) fa peggio, giù finoalla Calabria che si colloca dietro alla Romania cenerentola d'Europa.A mettere in fila numeri e prospettive della digitalizzazione è il diluvio di grafici, analisi etabelle contenute nella nuova edizione dell'Osservatorio agenda digitale del Politecnico diMilano, che sarà presentato giovedì prossimo. Nel Rapporto, costruito dalla School ofManagement con un ampio panel di soggetti istituzionali e privati, si traducono in cifre ledifficoltà dell'innovazione pubblica italiana, ma anche i suoi passi avanti. Perché qualcosa stacambiando. «Siamo all'anno zero», ha commentato sconsolata la ministra della Pa GiuliaBongiorno nominando alla guida dell'Agenzia digitale Teresa Alvaro (laurea in matematica,carriera sviluppata soprattutto negli uffici Ict dell'agenzia delle Dogane) al posto che fu diDiego Piacentini. Ma «non bisogna ripartire daccapo - ragiona Alessandro Perego,responsabile scientifico dell'Osservatorio - perché anni di miopia e mancati investimenti sisentono, ma invece di cambiare i modelli costruiti con fatica bisogna accelerare sull'attuazionedei progetti attivati».

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Il problema chiave è nell'ultimo miglio, quello più importante, che collega gli sforzi più o menoconvulsi nella digitalizzazione dei servizi pubblici con i cittadini che dovrebbero utilizzarli.Anche qui i numeri aiutano. Lo Spid ha distribuito 3 milioni di «identità digitali» agli italianiper utilizzare 4.200 servizi in 4mila pubbliche amministrazioni. Ma questi uffici virtualirimangono praticamente deserti, con l'eccezione degli insegnanti che per utilizzare il bonusformazione da 500 euro devono passare di lì o i neo 18enni che devono fare lo stessopercorso per ottenere il bonus cultura. Sei milioni di italiani, uno su dieci, ha in tasca la Carta d'identità elettronica, arrivata dopomille peripezie fra il caos delle anagrafi e il blocco dei sistemi. Circa 14mila dei 22mila entipubblici italiani ha attivato il sistema PagoPa per pagare multe, tasse o bolli. Ma i cittadinispesso se ne tengono lontani per la complessità nelle procedure o per semplice disabitudine odiffidenza nel far girare soldi online. Perché il problema è anche lì. Solo il 68% degli italianiusa Internet tutti i giorni, sotto la media europea, e un po' di fortuna in più si incontra neiservizi digitali rivolti alle platee professionali: non c'è commercialista che non gestisca icassetti fiscali, e non c'è (quasi) medico che non utilizzi il fascicolo sanitario elettronico nelle12 Regioni in cui è operativo.Ma per arrivare a dama bisognerebbe abbandonare l'abitudine italiana al paradosso, cheinvece prolifera. Il penultimo arriva con l'obbligo degli appalti telematici: appena entrato invigore, è stato "interpretato" permettendo di presentare le vecchie offerte cartacee, a pattoche nella busta ci sia anche una chiavetta con gli stessi dati in formato elettronico. E l'ultimoarriva dalle bozze del decreto semplificazioni, che obbliga le amministrazioni renitenti aiscriversi all'elenco degli indirizzi Pec tenuto dal ministero della Giustizia per le comunicazionie le notifiche degli atti giudiziari. L'elenco esiste dal 2012, l'obbligo è in vigore dal 2014. E lanuova norma spiega che l'obbligo è [email protected]© RIPRODUZIONE RISERVATA PAESI UE Danimarca 71,7 Svezia 70,5 Finlandia 70,1 Olanda69,9 Lussemburgo 62,8 0 35 70 0 35 70 REGIONI ITALIANE Fonte: Osservatorio agendadigitale del Politecnico di Milano Indice di digitalizzazione: i primi nove Paesi Ue più l'Italia e leprime 4 e le ultime 4 regioni/province autonome italiane Irlanda 61,3 Regno Unito 61,2 Belgio60,7 Estonia 59,7 Italia 44,2 Lombardia 47,2 Emilia R. 47,0 Toscana 45,2 Molise 38,6 Puglia38,3 Sicilia 37,5 Calabria 36,5 LE PRIME LE ULTIME P.A. Trento 47,3 Le graduatorie GIOVEDÌA MILANO Il gap «Analfabeta» digitale il 50% degli italiani La nuova edizionedell'Osservatorio che sarà presentata giovedì al Politecnico di Milano censisce anche i ritardidegli italiani: solo il % sa creare o modificare contenuti digitali e solo il % sa gestire i filePAESI UE PER INDICE DI DIGITALIZZAZIONE (Desi, Digital Economy and Society index) *Connettività Capitale umano Uso di internet Integrazione delle tecnologie digitali Servizipubblici digitali Danimarca 71,7 Svezia 70,5 Finlandia 70,1 Olanda 69,9 Lussemburgo 62,8Irlanda 61,3 Regno Unito 61,2 Belgio 60,7 Estonia 59,7 Austria 57,9 Malta 57,6 Lituania 56,6Germania 55,6 UE28 54,0 Slovenia 53,0 Portogallo 52,6 Rep. Ceca 52,3 Francia 51,5 Lettonia50,8 Romania 37,5 Grecia 38,4 Bulgaria 41,0 Italia* 44,2 Polonia 45,0 Ungheria 46,5 Croazia46,7 Cipro 49,3 Slovacchia 49,5 Spagna 58,0 P.A. Trento 47,3 Lombardia 47,2 Emilia R. 47,0Toscana 45,2 Veneto 45,1 Friuli V.G. 44,7 P.A. Bolzano 44,5 Liguria 44,1 Lazio 43,8 Marche43,6 Piemonte 43,4 Italia* 42,5 Umbria 42,4 Valle d'Aosta 41,6 Sardegna 41,6 Abruzzo 40,5Campania 39,4 Basilicata 39,2 Molise 38,6 Sicilia 37,5 Calabria 36,5 Puglia 38,3 30 40 50REGIONI E PROVINCE AUTONOME ITALIANE PER INDICE DESI* Fonte: Osservatorio agendadigitale del Politecnico di Milano (*) I due indici Desi sono parzialmente diversi: il punteggio

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italiano nel secondo gra co (42,5) è diverso da quello ottenuto nel primo gra co (44,2) cheutilizza l'indice Desi a livello internazionale perché 5 indicatori su 34 non erano disponibili alivello regionale e sono stati sostituiti con indicatori simili. 0 35 70 Le graduatoriedell'innovazioneFoto: Le graduatoriegiovedì a milanoIl gap «Analfabeta» digitale il 50% degli italianiGLI ALTRI DATI 12%Lo «switch-off»Solo il 12% dei Comuni ha effettuato lo «switch-off» di almeno un servizio, trasferendolo dallamodalità fisica a quella digitale. Con l'introduzione massiva di PagoPa, i Comuni potrebberorisparmiare 328 milioni all'anno per incassare Tari, multe e servizio mensa 5,5 miliardiIl mercatoIl mercato digitale della Pa italiana vale 5,5 miliardi di euro, l'8% del mercato digitalecomplessivo in Italia. Solo il 15% dei fornitori di soluzioni digitali attivi in Italia lavora con laPa, e oltre il 50% del software dei Comuni è prodotto da 3 fornitoriI FONDI STRUTTURALI NON SPESI Risorse europee disponibili, impegnate e spese dalle Regioni (sui Por) per diventare piùdigitali. In milioni   RISORSE   DISPONIBILI 2014-2020 IMPEGNATE  A FINE 2017 SPESEA FINE 2017 Piemonte 56 0,003 0,002 Valle d'Aosta 5 2,5 0,5 Liguria 23 15 2 Lombardia 200,04 0,04 P.A. Bolzano 15 0 0 P.A. Trento 2 0,4 0,2 Veneto 68 0,6 0,2 Friuli V.G. 6 0,030,002 Emilia R. 15 1,7 0,3 Toscana 5,9 3,4 1 Umbria 24 3,9 1 Marche 31 5 1 Lazio 67 0,5 0,2Abruzzo 13 0,9 0,01 Molise 12 0,4 0,1 Campania 74 32 4 Puglia 214 6 1 Basilicata 250 26 6Calabria 59 1 1 Sicilia 47 15 2 Sardegna 144 4 1 Fonte: Osservatorio agenda digitale del Politecnico di MilanoLe graduatorie dell'innovazioneFoto: Il piano --> . La ministra della Pa Giulia Bongiorno ha annunciato che «prima di Natale» arriverà il nuovo piano dell'Agenzia dell'Italia digitale. Tra gli obiettivi, più attenzione ai piccoli Comuni

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Accordo ancora lontano Reddito, Fornero, riforme le dure condizioni della Ue Claudio Tito Cambiare la manovra entro il 19 dicembre. Abbassando il rapporto deficit\Pil, rendendo"annuale" la cosiddetta "quota 100", ossia la riforma della legge Fornero sulle pensioni, eintroducendo limiti stringenti al reddito di cittadinanza. Sono queste le direttrici su cui si stagiocando il negoziato tra Italia e Ue per evitare la procedura d'infrazione. Una trattativa nonsolo sui "numerini", come li chiamano Di Maio e Salvini. Ma tocca i capisaldi "filosofici" dellamanovra. La lista dei suggerimenti avanzati da Bruxelles sono questi e, se accettati,rappresenterebbero una sorta di "plastica ricostruttiva" per la prima legge di Bilancio"populista". Quasi una riscrittura. Con una data limite: il 19 dicembre. Tutto, quindi, deve cambiare in poco più di unasettimana, durante l'esame del provvedimento al Senato. Ed è per questo che il presidentedel consiglio Giuseppe Conte vuole stringere i tempi del prossimo incontro con il presidentedella Commissione Juncker. Sa che dopo quella data tutto rischia di precipitare e sa che ibinari sono quelli. Possono essere curvati, ma non sostituiti. Il canale di comunicazione tra Bruxelles e Roma è quindi aperto. L'accordo rimane difficile, inprimo luogo perché tocca i due cavalli di battaglia su cui Lega e Movimento 5 Stelle intendonopoggiare la prossima campagna elettorale per le elezioni europee di maggio. Dalla struttura comunitaria, però, è arrivato un messaggio che contiene anche elementiinnovativi che potrebbero facilitare il confronto, compresa una disponibilità a valutare untaglio delle tasse, un allargamento della flat tax. L'Ue, insomma, non si limita a puntare l'attenzione sul rapporto deficit\Pil che comunque,secondo Bruxelles, dovrebbe scendere nel 2019 sensibilmente al di sotto del 2 per cento conuna limatura di almeno 7-8 miliardi delle spese attualmente contabilizzate nel testo approvatodalla Camera. Le sue osservazioni si concentrano soprattutto su alcuni criteri seguiti per le misure di spesa.E partono da un presupposto "dialogante": non considerare al momento l'inattendibilità dellaprevisione di crescita dell'1,5 per cento nel 2019. La prima osservazione concerne allora la cosiddetta "quota 100". La legge Fornero vieneinfatti considerata una riforma cardine per il nostro Paese. Una sua modifica strutturalecostituirebbe un allarme. Altro discorso, invece, se l'intervento potesse assumere un caratterenon strutturale. Se, ad esempio, riguardasse solo le finestre previdenziali del 2019 anche perdare definitiva soluzione ad una problema che si è rivelato pesantissimo dal punto di vistasociale e non procrastinabile come quello degli esodati. E se si prevedesse la riapertura diulteriori finestre negli anni successivi solo con la effettiva compatibilità economica: se i contisono a posto, si prosegue altrimenti si rinvia. In quel caso l'impatto sarebbe limitato alprossimo anno e non inficerebbe anche il biennio successivo. Considerando che l'Ue valuta il triennio e non solo un anno finanziario. Il secondo punto tocca il reddito di cittadinanza. La Commissione non ha espresso un parerecontrario. Le perplessità riguardano semmai la sua organizzazione. Il dubbio, cioè, che si possa sommare ad altre prestazioni sociali o che possa incentivare illavoro nero senza i dovuti controlli e i contrappesi che al momento non sono regolamentati.Una revisione dei criteri di erogazione e una definizione esatta dell'intero quadro degliammortizzatori sociali viene quindi considerata indispensabile anche per limitarne il costo.

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Il terzo fattore richiamato nei contatti informali riguarda gli investimenti. Nell'Unione europeasono ormai permanenti le perplessità sulla capacità dell'Italia di utilizzare proficuamente lerisorse. Viene citato l'esempio dei 60 miliardi di fondi strutturali che il nostro Paese non riescemai a spendere fino in fondo. O, peggio, vengono "polverizzati" in micro-interventi incapaci digenerare effetti sulla crescita e sulla ripresa. Sarebbe allora meglio - è stato fatto notareintrodurre un vincolo "materiale": legare gli investimenti a progetti "unitari" . Esempio: i pontio le scuole. Basti pensare che la sfiducia nei confronti della concreta efficacia degli investimenti pubbliciha fatto dire - in alcune conversazioni informali - che sarebbe quasi meglio dirottare tuttequelle risorse verso un taglio diffuso delle tasse. Una sorta di via libera all'estensione della flattax. Un paradosso, certo, ma che - secondo alcune riflessioni svolte dai Commissari -offrirebbe più certezze dal punto di vista dei risultati economici. Il quarto elemento sono le riforme. Anche su questo i dubbi di Bruxelles sono profondissimi.Tanto che ormai esiste una sola clausola capace di attivare la flessibilità nell'interpretazionedel nostro Bilancio: le calamità naturali. Il sentiero della trattativa resta dunque strettissimo. Anche perché alla disponibilità delpresidente del Consiglio e del ministro dell'Economia ha corrisposto fino ad ora la chiusura diSalvini e Di Maio. Eppure il negoziato si è improvvisamente riaperto per tre motivi. I commissari Ue hanno capito che abbassare i toni avrebbe aiutato il dialogo. La maggioranzagialloverde ha dovuto iniziare a fare i conti con un clima nuovo: il Pil sta registrando unacaduta verticale: le previsioni di recessione - che non riguardano solo l'Italia - sono ormaicondivise da tutti gli istituti. Nei sondaggi lo scontro con l'Europa sta penalizzando lapopolarità del governo e in modo particolare il Movimento 5 Stelle. E infine anche a Palazzo Chigi si è capito che la procedura d'infrazione sarebbe disastrosa perl'Italia. Si tratterebbe, infatti, di una sanzione per debito eccessivo che spingerebbe laCommissione - entro la prossima estate - a stilare una serie di misure volte a eliminare ildeficit e a ridurre di un ventesimo ogni anno il debito. Una vera e propria cura da cavallo, daicosti sociali senza precedenti e dalle prospettive terrorizzanti. Al punto che un pacchetto di ministri - almeno tre, tra cui quello dell'Economia Tria hanno giàfatto sapere al presidente del consiglio che in caso di procedura d'infrazione non siassumeranno la responsabilità di rimanere al loro posto. Le conseguenze sarebbero le lorodimissioni. E tre ministri che si dimettono avvicinerebbero di molto il governo ad una crisiformale. I punti Quota 100 solo annuale La possibilità di anticipare l'uscita dal lavoro per chi ha 62anni d'età e 38 di contributi dovrebbe essere limitata al 2019 e prorogata solo se i contipubblici lo permetteranno Reddito di cittadinanza verificato Per evitare abusi ed eccesso dispesa, Bruxelles chiede controlli ferrei e una riforma degli ammortizzatori sociali per dare l'okal reddito di cittadinanza Giovanni Tria Investimenti concentrati Un altro limite delle politicheeconomiche del passato è la polverizzazione dei fondi Ue per gli investimenti. Bruxelles chiededi concentrarli su progetti più grandi Apertura sulla flat tax Nel confronto con i commissari èemerso che la flat tax potrebbe essere anche allargata perché offre più certezze dal punto divista dei risultati economiciI numeri Le posizioni in campo Pil Deficit-Pil Debito Spesa interessiPensioni e reddito di cittadinanza Misure per la crescita Il Pil previsto per il 2019 è l' 1,5% grazie all'impatto del maggior deficit Sarà del 2,4%,tetto di spesa considerato indispensabile per poter eettuare le riforme, a partire dal reddito di

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cittadinanza e dalle pensioni a quota 100 Scenderà al 129,2 % nel 2019 anche grazie ad unpiano di privatizzazioni di 18 miliardi L'eetto spread porta la spesa per interessi al 3,6% del PilHanno un eetto moltiplicativo sul Pil e sono necessarie per rispettare il contratto di governo Cisi aida allo 0,2% di investimenti aggiuntivi e alla domanda proveniente da reddito dicittadinanza e pensioni Il Pil arriverà solo all' 1,2% il prossimo anno Avrebbe dovutoscendere progressivamente e quest'anno nei programmi annunciati dal governo italianofermarsi allo 0,8% del Pil invece sarà del 2,9% Bruxelles non crede a questa riduzione e fissail livello del nostro debito al 131% del Pil. Sottolinea che si tratta di 37.000 euro per italiano eattiva la procedura d'infrazione in base all'articolo 126.3 del Trattato L'eetto spread porta laspesa per interessi al 3,8% del Pil Rappresentano una spesa rilevante che pesa sul deficit enon contribuisce alla crescita Si chiede un intervento deciso per la crescita e l'aumento dellaproduttività

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L'inchiesta Carige, tutte le tensioni con la vigilanza Bce luca piana Carige, tutte le tensioni con la vigilanza Bce pagina 20 L' annuncio è stato dato in modosobrio, due righe appena nella relazione del consiglio di amministrazione per l'assemblea cheil 22 dicembre dovrà approvare l'aumento di capitale da 400 milioni di euro necessario percompletare la messa in sicurezza di Carige. Il nuovo presidente Pietro Modiano, dice ilpassaggio, ha avviato «una ricognizione complessiva delle ragioni e delle circostanze dellasituazione di carenza patrimoniale» della banca genovese. La parola «ricognizione» puòsembrare più morbida di «indagine», ma la sostanza è quella: il nuovo vertice di Carige vuolefare chiarezza sui motivi per cui, dopo una lunga serie di annunci rassicuranti, nei conti dellabanca è emersa l'esigenza di un nuovo aumento di capitale, rendendo necessario l'interventodel sistema bancario, che ha sottoscritto un prestito ponte da 320 milioni di euro e chesubentrerà nel capitale se gli attuali azionisti decideranno di farsi da parte. I due fatti attornoai quali ruota l'ultima difficile fase di vita della banca genovese sono noti. Il 12 novembrescorso il nuovo consiglio ha reso noto che i risultati di un'ispezione della Banca centraleeuropea (Bce) terminata il 3 agosto scorso aveva obbligato Carige a contabilizzare nuoveperdite nette sui crediti per 219 milioni di euro, spedendo il risultato di periodo in rosso per188 milioni e vanificando i precedenti annunci di un ritorno in pareggio a fine anno. Il secondofatto risale allo scorso 22 luglio: la Bce aveva comunicato che la banca non rispettava già dasette mesi, e cioè dal primo gennaio 2018, i requisiti patrimoniali richiesti dalla vigilanza; unacarenza che non era mai stata divulgata, e che deve aver sorpreso non pochi azionisti: alladata del primo gennaio scorso, infatti, Carige aveva concluso da appena nove giorni unaumento di capitale da 544 milioni, che era stato presentato come risolutivo e che, invece,non si è dimostrato tale. dimissioni in bianco Per inquadrare vicende così tormentate, occorrefare un passo indietro, tornando al 21 giugno 2017, il momento in cui sul ponte di comandosale come amministratore delegato Paolo Fiorentino. Il manager trova una situazione difficile,con la Bce che ha imposto un ambizioso piano di cessione di crediti inesigibili e dirafforzamento patrimoniale. Il debutto è con il botto: il 3 luglio Fiorentino presenta unamanovra che va oltre i desiderata di Francoforte, compreso un aumento di capitale fino a 500milioni. Il consiglio applaude, ma domanda di essere informato settimanalmente sulleoperazioni intraprese. Il manager però non vuole veder messa in discussione la suaautonomia; una posizione irrinunciabile, al punto che in incontri con alcuni consiglieri ventilal'ipotesi di consegnare al presidente Giuseppe Tesauro una lettera di dimissioni in bianco. Neigiorni precedenti la riunione fissata per il successivo 3 agosto per approvare la semestrale, aTesauro arriva una lettera della Bce, dal quale si capisce che le autorità di Francoforte hannoavuto nel mese precedente una fitta interlocuzione con l'amministratore delegato su temiquali la governance della banca e il programma di cessione dei crediti. Contemporaneamentesi apre un'altra frattura: Fiorentino propone un aumento di capitale senza diritto d'opzione peri soci, mentre il vice-presidente Vittorio Malacalza, che con i figli è il principale azionistadell'istituto, si batte perché il diritto venga riconosciuto. Alla fine i Malacalza porteranno laloro richiesta in assemblea, ottenendone l'approvazione. Il dissidio sulle informazioni fornite alconsiglio non si chiude però lì. L'aumento va in porto, anche se fra molte difficoltà. Lecommissioni pagate a terzi sono elevatissime e bruciano 52 milioni, stando alle cifre ufficiali.Le risorse più consistenti sono state però messe dai piccoli soci, dai Malacalza,

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dall'imprenditore Gabriele Volpi, secondo azionista dell'istituto. L'ingresso degli investitoriistituzionali su cui aveva puntato Fiorentino non si è verificato. Anzi: il Credito Fondiario e ilfondo Chenavari, che si erano impegnati a sottoscrivere rilevanti pacchetti di titoli in cambiodell'impegno di Carige a cedere loro determinati asset, rivendono le azioni a stretto giro diposta, contribuendo al crollo senza fine del titolo in Borsa. L'attacco di quintana Ilmalcontento in consiglio si manifesta nella riunione del 2 febbraio 2018, quando Malacalzachiede che, terminata l'emergenza dell'aumento, agli amministratori siano dati più tempo emaggiori dettagli per poter deliberare sui vari argomenti. Il messaggio è diretto: nondev'essere più possibile stipulare accordi che non siano sottoposti agli amministratori inmaniera completa. L'affondo lascia il segno: passa una sola settimana e il 9 febbraio, nelconsiglio chiamato ad approvare il bilancio 2017, viene annunciato il collegamento inteleconferenza da Francoforte di Ramón Quintana, il direttore generale della divisione dellaBce incaricata della vigilanza su Carige. Non è la prima volta che Quintana interviene in primapersona: lo aveva già fatto nel 2016, quando si era spinto a invitare gli amministratori avalutare l'offerta - poi rifiutata - del fondo americano Apollo di rilevare le sofferenzedell'istituto in cambio di un aumento di capitale da 500 milioni, che gli avrebbe dato lamaggioranza assoluta della banca. Anche questa volta l'intervento di Quintana lascia pocospazio ai dubbi di chi ascolta: la Bce si schiera dalla parte di Fiorentino. Il dirigente spagnolodice che la vigilanza è preoccupata per la governance di Carige e loda il ruolo svolto dalmanagement nel portare a termine l'aumento di capitale. Dice che la banca ha raggiunto gliobiettivi chiesti dalla Bce in termini di riduzione dei crediti in sofferenza per l'anno 2017 maricorda che per i passi successivi del programma di risanamento è necessario mantenere lafiducia del mercato. Ricorda la fuga di depositi per 1,5 miliardi che si era verificata in cinqueterribili giorni di metà novembre, quando un comunicato della banca emesso di prima mattinaaveva fatto temere che i Malcalza non volessero sottoscrivere l'aumento di capitale alle porte,nonostante avessero già chiesto alla Bce l'autorizzazione ad aumentare la loro quota nellabanca fino al 28%. Quintana, poi, bacchetta lo stesso Vittorio Malacalza per le critiche rivolteal management e il presidente Tesauro per due diversi atti. Il primo è una lettera del 17gennaio indirizzata a Fiorentino, e in copia alla Consob, con la quale il presidente domandavacopia di contratti che non erano stati sottoposti al consiglio. Il secondo è una mail mandatasempre a Fiorentino nei giorni immediatamente precedenti, nella quale Tesauro critica lamancanza di trasparenza sull'aumento di capitale e nella cessione in outsourcing di alcuneattività. La requisitoria di Quintana tocca diversi altri punti, poi invita tutti a evitare conflittitra il management, il consiglio e gli azionisti. La riunione non termina lì. Tesauro risponde contoni concilianti, esprimendo lui stesso soddisfazione per l'operato di Fiorentino. Non intendeperò abbandonare il punto. Dice che la richiesta da parte del presidente di un cda diesaminare dei contratti che un amministratore delegato ha firmato è del tutto normale, mache lui non è riuscito ad avere risposta. Non gli sembra che il rifiuto possa essere motivato daragioni di riservatezza e, da ex presidente della Corte Costituzionale, fa un rilievo giuridico:ogni amministratore o sindaco di una società ha il diritto - garantito dalla legge - di potervisionare documenti sull'attività della società stessa. Non è la richiesta di trasparenza, dice, aturbare la serenità del consiglio, ma eventualmente il rifiuto di rispondere a domandelegittime. Osserva che dopo l'aumento si sono verificate anomalie di mercato, sulle quali si èconfrontato con la Consob. Fa un esplicito riferimento alle vendite di titoli effettuate daCredito Fondiario e Chenavari, che avevano comprato le azioni nell'ambito degli accordiottenuti per rilevare, rispettivamente, crediti in sofferenza e la partecipata Creditis. Il fatto

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che quelle vendite abbiano fatto precipitare il titolo, dice Tesauro, ha determinato la necessitàdi controllare che in quei contratti fossero previste le clausole necessarie per impedire quelloche, purtroppo, si è invece verificato. bilancio con sorpresa La replica di Tesauro non lasciaQuintana indifferente. Il dirigente della Bce spiega di non aver voluto mettere in discussione idiritti del consiglio e invita il management e tutti a migliorare le modalità di comunicazione.Com'è noto, quest'ultimo invito non basterà per sopire le tensioni. Tesauro darà le dimissioniil 26 giugno, spiegando di non riuscire a «comprendere le modalità relazionali della Bce».Malacalza farà lo stesso il 16 luglio, rilevando che la documentazione fornita da Fiorentino -evidentemente dopo quella drammatica riunione del 9 febbraio - era rimasta sempreincompleta e non aveva fugato i dubbi sui costi abnormi dell'aumento di capitale, che avevanobruciato una fetta consistente delle risorse messe a disposizione dai soci . Pochi giorni piùtardi, come già ricordato, gli azionisti di Carige scopriranno che la loro banca era sotto irequisiti di capitale richiesti dalla Bce ormai da molti mesi, fin dal primo gennaio 2018. Mentreè stato necessario aspettare ancora, fino al 12 novembre scorso, per realizzare che l'ispezionedella Bce sui crediti - conclusa il 3 agosto, lo stesso giorno in cui il consiglio approverà unasemestrale dai toni nel complesso ottimistici - ha determinato nuove e inattese perdite netteper 219 milioni. Ecco probabilmente perché la «ricognizione» sui motivi del buco, annunciataora da Modiano, è stata condivisa da tutto il nuovo consiglio di amministrazione. ALESSIAPIERDOMENICO/BLOOMBERG/GETTY IMAGES, FONTE BORSA ITALIANAFocus I COSTI DELL'AUMENTO Il malcontento del vecchio consiglio di amministrazione di Carigeriguardava i costi elevati dell'aumento di capitale effettuato alla fine del 2017: 52 milioni dieuro, stando alle cifre ufficiali, su un totale di 544 milioni sottoscritti dai soci. Tra i pochiazionisti istituzionali che comprarono le azioni, c'erano il Credito Fondiario e il fondoChenavari, che le rivendettero in fretta, accentuando il crollo del titolo in Borsa.Il bilancio deiprimi nove mesi dati consolidati del gruppo carige le perdite sui crediti Dati riclassificati per trimestre400 MILIONI DI EURO Il valore dell'aumento di capitale che l'assemblea di Carige devedeliberare il 22 dicembre, dopo il prestito ponte da 320 milioni ottenuto dal Fondo di garanzia1,5 MILIARDI DI EURO I depositi usciti da Carige in soli 5 giorni nel novembre 2017, inseguito a un allarme - subito rientrato - sull'intenzione dei soci di sottoscrivere il vecchioaumentoIl grafico L'andamento del titolo carige in Borsa quotazioni in euro a piazza affari negli ultimitre anniFoto: VITTORIO MALACALZAFoto: Pietro Modiano presidente Carige Paolo Fiorentino ex ad di Carige La storica filiale diBanca Carige a RomaFoto: Vittorio Malacalza socio di Carige Giuseppe Tesauro ex presidente Gabriele Volpi socio diCarige

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L'intervista/ Gian Maria Mossa "Quota 80 miliardi si può" Per la prima volta Banca Generali ha diuso una serie di obiettivi a 3 anni sulle masse gestite ei dividendi. Il numero uno racconta perché Luca Piana milano Lunedì Banca Generali ha dato per la prima volta nella storia recente una serie diobiettivi a tre anni, sulla crescita delle masse gestite e sui dividendi. Gian Maria Mossa,entrato come condirettore generale nel 2013 e amministratore delegato dal marzo 2017, nonsi nasconde. Volevate dare un segnale in un contesto di mercati difficili? «In parte sì. Sonoconvinto che ci siano elementi contingenti che stanno distraendo gli investitori daifondamentali non solo del settore finanziario, ma anche dell'intero Paese. Pensoall'allargamento dello spread, ma contano anche la progressiva normalizzazione delle politichemonetarie e, per il risparmio, le valutazioni legate all'introduzione della nuova normativa Mifid2». Il titolo ne ha sofferto? «Certamente. Accanto a Generali, abbiamo una base di investitoriinternazionali, e alcuni di loro si sono messi alla finestra. Il nostro piano si basa su tre fatti: lastraordinaria qualità dei nostri banker; gli investimenti nella piattaforma IT, che assieme allaformazione rende i banker professionisti capaci di collegare le esigenze di tutta la famiglia congli obiettivi di protezione patrimoniale, guardando non solo agli investimenti finanziari; infineavere alle spalle Generali, che trasmette sicurezza». Come volete arrivare a 80 miliardi dimasse nel 2021? «Dal 2013 a oggi, quasi cinque anni, siamo cresciuti di circa 30 miliardi. Orain tre anni pensiamo di salire da 58,5 miliardi a circa 80. Ce la possiamo fare, grazie ai fattoriche ho descritto. Abbiamo acquisito di recente una boutique d'eccellenza come NextamPartners, annunciato un'altra operazione in Svizzera come primo passo nell'espansioneinternazionale, firmato un accordo di partnership in esclusiva con Saxo Bank, la regina delfintech in Europa». Partiamo da Saxo. «Abbiamo dato vita ad una Sim co-partecipata perproporre ai clienti la miglior piattaforma di trading in circolazione in Europa, offrendo unatecnologia "best in class" per la negoziazione di strumenti come valute e derivati». Cheraccolta vi darà? «Ci consentirà di valorizzare il risparmio amministrato dei clienti,intercettando nuovi interlocutori. Si tratta di un servizio aggiuntivo, e di uno strumentoall'avanguardia per coloro che desiderano operare direttamente sui mercati. Nel pianoprevediamo una spinta di almeno 1,5 miliardi in più». E la svizzera Valeur? «Ci permette dientrare in una delle piazze finanziarie più importanti, con una concentrazione di ricchezza di7,3 migliaia di miliardi di franchi». Risponde ai timori dei clienti sul rischio Italia? «È unasocietà di nicchia gestita molto bene, che ci garantisce ulteriore flessibilità nell'offerta diservizi. Con Valeur offriamo una possibilità ai clienti italiani che vogliono diversificare il luogodove sono depositati i loro investimenti, mettendoli in Svizzera, mantenendo però in Italia larelazione con il banker, i servizi, il pagamento delle commissioni. Credo che i timori sull'Italiasiano esagerati; si stanno sovrastimando i rischi di breve senza considerare la solidità deifondamentali del Paese e le prospettive di lungo periodo». Qual è il senso di annunciare per iltriennio dividendi pari al 70-80% dell'utile? «Siamo un'azienda che assorbe poco capitale,possiamo mantenere un pay-out elevato continuando a finanziare la crescita. Abbiamo dettoche, anche in un anno complesso com'è ad esempio questo, il dividendo non scenderà sottogli 1,25 euro per azione del 2017, il nostro anno record. Se per arrivarci non fosse sufficienteun pay out dell'80%, ricorreremo al capitale in eccesso». Perché indicare un minimo? «Siamouna "growth company", cresciamo da tempo a ritmi elevati. In questa fase gli investitori

10/12/2018Pag. 23 N.48 - 10 dicembre 2018

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orientati a un ritorno stabile sono scettici sul titolo, sottolineando come l'elevata volatilità delrisultato e del dividendo non gli permette di inserirci nelle policy d'investimento. Da qui l'ideadi un floor di cedola minima, che garantisce ai nostri investitori maggiori certezze». FONTEBANCA GENERALI I numeri L'evoluzione dei total asset di banca generali dati da fine 2013 alterzo trimestre 2018 quote di Banca generali nel risparmio via promotori Elaborazioni su datiassoreti Gli obiettivi di crescita al 2021 Con il contributo delle società acquisite di recente Lafrase In una fase difficile come questa molti investitori si sono messi alla finestra. Da quil'idea di un dividendo "floor" di 1,25 euro, che garantisce a tutti maggiori certezze Ilpersonaggio Gian Maria Mossa Nato nel 1974, in Banca Generali è entrato come condirettoregenerale nel 2013. Dal marzo 2017 è amministratore delegatoFoto: Il nuovo grattacielo di Generali a Milano, dove c'è anche la sede di Banca Generali

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Il premier alla vigilia dell'ultimo appuntamento sulla manovra a Bruxelles: "Non possiamoconcentrarci solo sulla stabilità finanziaria, dobbiamo guardare anche alla stabilità sociale". Eoggi anche lui incontra i sindacati IL CASO Conte all'Ue: dopo i disordini francesi noi l'unico argine alla violenzadi piazza Il capo del governo non teme Salvini nella trattativa con l'Ue: io mediatore inesauribile Illeader leghista: possibili tumulti se l'Europa dicesse sempre e ancora no AMEDEO LA MATTINA FRANCESCA SCHIANCHI ROMA «Non possiamo concentrarci solo sulla stabilità finanziaria, dobbiamo guardare anchealla stabilità sociale». All'indomani della piazza leghista nella quale Matteo Salvini si èidealmente intestato la leadership dei 60 milioni di italiani, e di quella torinese che dice Noalla Tav, dalle parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte manda un messaggioall'Europa che suona come l'ultimo avvertimento in zona Cesarini. Oggi si terrà un ennesimovertice del governo giallo-verde, forse risolutivo per decidere con quale proposta e qualimargini di trattativa il premier si presenterà dal capo della Commissione Ue, Jean-ClaudeJuncker (forse mercoledì pomeriggio) e concludere il lungo tira e molla sui numeri dellamanovra italiana. Una partita delicatissima, difficile, che a Palazzo Chigi percepiscono tutta insalita. Anzi, c'è chi nel governo la considera già chiusa, con l'avvio della procedurad'infrazione. E Conte, incoronato nei giorni scorsi mediatore unico dagli irruenti vicepremier DiMaio e Salvini con tanto di comunicato ufficiale, intende andarci con in tasca non solo cifre etabelle, ma anche un ragionamento politico: occhio, siamo noi, è il nostro governo, l'unicoargine ai tumulti e alle rivolte sociali che infiammano altre piazze in giro per l'Europa. A Parigi,la protesta dei gilet gialli ha messo la città a ferro e fuoco e costretto il presidente EmmanuelMacron a tentare un dialogo. Da Roma, il premier e i suoi vice osservano quel che staaccadendo e gli danno una lettura: da noi non succede, lo dice chiaramente Salvini, perché«noi nella manovra siamo partiti proprio dai dimenticati, dai sindaci, dai piccoli». E l'unicorischio «è qualora l'Ue dicesse sempre e ancora no»: se, cioè, anche l'estremo tentativo diaccordo che porterà Conte a Bruxelles fra un paio di giorni dovesse fallire. «Solo perdisinnescare le clausole di salvaguardia, l'aumento dell'Iva, si arriva all'1,8 - ragiona unafonte di governo - devono concederci qualche altro decimale per dare seguito al nostroprogramma». Il premier Conte, il mediatore prescelto anche per emarginare sempre più ilministro dell'Economia Giovanni Tria, considerato dal M5S troppo morbido con le richiesteeuropee, guida la conversione dell'esecutivo verso un profilo sempre più dialogante. Dopo leproteste di Confindustria contro la manovra, la riunione di dodici sigle di imprenditori aTorino, la piazza Sì Tav; dopo che un sindacalista di prima linea come Maurizio Landini, l'excapo della Fiom in corsa per la guida della Cgil, ha denunciato pochi giorni fa che «questogoverno non ha ancora risposto alle richieste di incontro con chi rappresenta 11 milioni dipersone», ecco che ora è partita una girandola di colloqui e convocazioni. Ieri al ViminaleSalvini ha visto gli imprenditori che il premier aveva ricevuto la settimana scorsa, oggi Conteincontrerà i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Confsal e Ugl. Domani sarà Di Maio a inaugurare untavolo con le piccole e medie imprese. Una ricerca spasmodica di contatti e buoni rapporti coni corpi intermedi, fin qui snobbati, per tentare di riannodare dei fili, di rendere sempre piùsaldi i rapporti non solo con il famoso, indistinto «popolo» da raggiungere attraverso la piazzavirtuale dei social, ma anche con le organizzazioni e i corpi sociali. Un'operazione da portareavanti tutti insieme, ma con Conte alla guida. Le frasi dette a piazza del Popolo da Salvini, cheha chiesto un mandato a trattare con la Ue, è stata derubricata a frase forte da comizio,

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l'apertura della campagna elettorale per le Europee. Niente di più, con una punta di veleno inchi sta dalla parte di Conte: «Salvini parla di 60 milioni di italiani che gli danno il mandato?Ma se alle elezioni ne ha presi 5 o 6...». Dialogo e ascolto per arrivare a Bruxelles più forti, epoter dire a Juncker e alla Commissione che sono questo governo e la sua manovra le unichegaranzie per evitare scontento e proteste anche nelle piazze italiane. Ma nel governo c'è unagrande preoccupazione: si teme che proprio per questo la Ue possa essere ancora più severae occhiuta nella trattativa. In sostanza, ora che la parabola politica di Angela Merkel è calante,e Macron vive le prime vere difficoltà del suo mandato, chi ha voglia in Europa di concedereuna vittoria al governo populista? Per provarci, Conte proverà a sfoderare quella cheimmodestamente definisce «capacità di mediazione inesauribile». Ha ancora una manciata digiorni per sperare in un successo personale evitando la procedura all'Italia. - cFoto: AFPFoto: AFPFoto: Da sinistra a Roma la manifestazione dell'8 dicembre a sostegno della Lega e delsegretario Matteo Salvini. A Parigi invece la protesta dei gilet gialli contro il governo franceseFoto: ANSAFoto: Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

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Imu e Tasi, torna l'imposta sulla casa Pagamenti in arrivo ma senzasconto Il saldo deve essere pagato entro il 17 dicembre. Per le amministrazioni si stima un incasso di10 miliardi Per fare i calcoli e controllare le aliquote si può visitare il sito www.finanze.it SANDRA RICCIO Torna l'appuntamento con le tasse per la casa. Entro lunedì 17 dicembre scadrà, infatti, iltermine per pagare il saldo di Imu e Tasi sull'anno che sta per chiudersi. Tutti pronti, quindi,al secondo pagamento di queste imposte senza però aspettarsi sconti o riduzioni. Come giàaccaduto per l'acconto di Imu e Tasi dello scorso giugno, i Comuni non hanno aumentato ilprelievo. Questo perché non avevano la possibilità di farlo. E' da vedere se anche l'annoprossimo, sarà mantenuto questo trend. I Comuni, va detto, avevano l'opportunità di rivederel'aliquota verso il basso ma quasi sempre si sono limitati a confermare quelle dell'anno prima.Con il versamento di dicembre, nelle casse delle amministrazioni finiranno oltre 10 miliardi dieuro. Quanto andrà versato lunedì prossimo? Fortunatamente per i proprietari di immobili nonci sono novità su questo fronte. Il calcolo da fare è sempre lo stesso. Visto che non ci sonostate variazioni rispetto all'anno passato, basterà versare il 50% di quanto saldatocomplessivamente nel 2017. Prima di andare a pagare è tuttavia sempre meglio verificare lealiquote decise dal proprio Comune. Per essere certi del valore applicato dall'amministrazionesi può utilizzare il sito del dipartimento delle finanza www.finanze.it. Anche il sito del Comunedove è collocato l'immobile su cui pagare Imu e Tasi è un riferimento per capire le aliquote.Un prezioso aiuto per i calcoli da effettuare arriva dai molti siti che agevolano in questeoperazioni. Tra questi c'è www.amministrazionicomunali.it. Oltre al calcolo della sommadovuta, offre anche la stampa del F24 con cui andare in Posta o per il pagamento tramitehomebanking su Internet. Va ricordato che l'esenzione totale è confermata per le abitazioniprincipali. Non pagano quindi le prime case, a meno che non siano catalogate come di lusso.L'esenzione per la prima casa è applicata soltanto a chi dimora in questa casa e lì ha lapropria residenza anagrafica. Sono poi confermate alcune agevolazioni introdotte due anni facome lo sconto del 25% per chi affitta a canone concordato. Il canone concordato prevedeuna serie di agevolazioni fiscali per il proprietario, oltre a un affitto agevolato per l'inquilino.Tuttavia per poter usufruire di queste agevolazioni è necessario che il contratto sia registratoe inviato al Comune. In caso contrario si corre il rischio di dover restituire lo sconto ottenuto.C'è poi il bonus per chi mette la propria casa a disposizione della famiglia. In questo caso sitratta di una riduzione del 50% per gli immobili concessi in comodato gratuito ai figli (o aigenitori). Occorre però sapere che ci sono molte restrizioni su questo tipo di agevolazione. Peresempio, per avere questo tipo di sconto, il comodatario (per esempio il figlio che utilizzal'abitazione del genitore) deve stabilire la propria residenza nell'abitazione in questione.Inoltre il comodante (il genitore) deve risiedere nello stesso Comune in cui si trova la casadata in comodato. In più, quest'ultimo, deve possedere soltanto un'altra abitazione in quellostesso Comune che deve essere la casa in cui risiede. I paletti, insomma, sono molti e permolti questo sconto diventa inaccessibile nonostante, soprattutto per effetto della crisi, molteabitazione siano state concesse in comodato a figli oppure a genitori pensionati. In più c'èanche una spesa non da poco da affrontare per ottenere questo bonus. Si tratta del contrattoche certifica questo tipo di rapporto la cui registrazione costa 200 euro circa. Una cifra cherichiederà diversi anni per essere ammortizzata. Come si paga? Il versamento può essere

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effettuato tramite un apposito bollettino postale oppure con il modello F24, anche via homebanking. Se si utilizza l'F24, c'è da sapere che occorre conoscere il codice del proprio Comuneda inserire, oltre ad altri codici tributari. - cImu L'Imposta Municipale Unica ha sostituito Ici, l'Irpef e le relative addizionali regionali ecomunali calcolate sui redditi fondiari riferiti ad immobili non locati. Dopo l'abolizione dell'Imusulla prima casa, le aliquote Imu sulle altre proprietà sono stabilite di anno in anno da unapposita delibera del comune di residenza.

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ILPROVVEDIMENTO Assegni alti, la Lega frena sul super-contributo «Meglio bloccarel'adeguamento all'inflazione» FINO A 150 MILA EURO SI AVREBBE SOLTANTO IL CONGELAMENTO DEGLI SCATTI LEGATIALL'ANDAMENTO DEL COSTO DELLA VITA IL PRELIEVO DEL 40% VERREBBE LIMITATO OLTREI 500 MILA EURO MA SOLO PER LA PARTE NON COPERTA DAI VERSAMENTI EFFETTUATI Michele Di Branco ROMA «Iltagliodellepensionièun simbolo:unsegnodiequitàsociale e di giustizia». Matteo Salviniconferma che l'intervento sui cosiddettitrattamenti d'oro,congelato alla Camera, entrerà nellalegge di Bilancio al Senato. Ma il viceministro,difatto,rendeesplicite le perplessità della Leganei confronti del pesante intervento prefigurato dai 5 Stelle. «Bloccare l'adeguamento allepensioni extra-ricche almeno dai 5 mila euroin su: è questa la via più giusta» ha spiegato illeader del Carroccio, precisando che si tratterebbe di un intervento selettivo «sulla quota dellepensioni alte noncopertedaicontributi». InsommasecondoSalvinilacosa più corretta da fare èstoppare l'indicizzazione degli assegni più elevati all'andamento dell'inflazione «più cheoperare il taglio secco» che piace ai pentastellati. E la ragione di questa strategia è pratica:evitare «ricorsi e controricorsi». Vale a dire la possibile censura,chenelquartiergenerale di ViaBellerio considerano praticamentescontata,dellaConsulta. A questi ragionamenti di ordinetecnico si aggiungono valutazionidicaratterepiùsquisitamentepolitico. IVALORIINGIOCO «Unapensione da 2500-3000 euro non è una pensione alta» ha ammonito ancora Salvini con ilchiaro obiettivo di rassicurare buonapartedellasuabaseelettorale a trazione nordista, piuttostospaventata dalle parole pronunciatedaLuigiDiMaiocinque giorni fa al termine di un vertice dimaggioranza a Palazzo Chigi. «Il taglio entrerà in manovra e andrà dal 25% al 40% sullepensioni più alte» aveva annunciato il viceministro dei Stelle spiazzando la Lega. Nelloschema che hanno in mente i pentastellati, rientrerebbero nella definizione di pensione altequelle sopra 90 milaeurolordiacuiapplicarevarie aliquote a scalare sulla parte eccedente illimite. Ed anche se il taglio più consistente riguarderebbe solo gli assegni oltre i 500m i l a e u r o , c o n u n a p l a t e a d i q u a l c h e d e c i n a d i p e r s o n e , a d e c i n e d imigliaiasubirebberodecurtazionicomunquepesantissime. Questa architettura, comer i c o r d a t o , n o n p i a c e a f f a t t o a l l a L e g a e n e l l e p r o s s i m e o r e d o v r à e s s e r etrovatouncompromesso.Secondo alcune fonti alle prese con il delicato dossier il punto dicaduta della mediazione giallo-verde consisterebbe nel blocco degli adeguamenti per gliassegni alti finoad unlivello di 150mila euro lordi ai quali affiancare poi veri e propri tagli, finoal 40%, per le somme che superano questa soglia.L'interventosarebbeconcretizzatoattraverso un emendamento alla manovra in Senato. La mediazione potrebbe essere quindiun mix delle due opzioni: blocco degli scatti legati al costo della vita nelle prime fasce e, inaggiunta,taglioconvariepercentualiper le fascealtissime. Lapiù alta,oltrei500milaeuro,includemenodi30persone. LESCADENZE Nel capitolo pensioni, a Palazzo Madama, dovrebberoperaltro rientrare anche la proroga di opzionedonnaedell'Ape:misurein scadenza che vannonecessariamente rinnovate in manovra. La prospettiva di vedersi ridurre i trattamenti,ovviamente, mette in ansia le fasce sociali elevate. «Apprendiamo che le pensioni medio-altesono diventate un s imbolo, un cr i ter io d i d iscr iminazione soc ia le che vape r segu i t oe , seposs i b i l e , r imosso : ca tego r i a p i ù t em ib i l e , ev i den temente ,deglievasorifiscalichesottraggono alle casse dello Stato 130 mila miliardi, per un mancatogettito di30miliardil'anno»hapolemizzatoGiorgioAmbrogioni. Il presidente della Cida, lacon federaz ione de i d i r igent i e de l l e a l te p ro fess iona l i tà , ha comunque

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volutofareundistinguotralaposizionedelleaderleghista«certamente più congrua delle posizioniestremiste ed ideologizzate espresse recentemente dal vicepremierDiMaio». SecondoAmbrogioni, «si diffonde la spiacevole sensazione di essereconsideratideisimbolinegativi, deicapri espiatori da sacrificare su un simulacro di altare della legalità e della giustizia sociale».Una percezione peraltro assaidiffusaechevaestendendosi nella popolazione. «Evidentemente-haconclusoAmbrogioni - aver lavorato tutta una vita con posizioni di responsabilità, averversato pesanti contributi previdenziali e aver contribuito alla costruzione di un Paese piùmodernoecompetitivo,sonovalutazioni che non suscitano appeal politicoinquestafasestorica».©RIPRODUZIONERISERVATAFoto: Giovanni TriaFoto: (foto LAPRESSE)

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IL RETROSCENA Conte cerca l'intesa sul 2% per convincere Bruxelles Oggi vertice di maggioranza, il premier dovrà però superare il muro di Di Maio Ancorainsufficiente il taglio al Reddito ma aumentano le misure per la crescita MERCOLEDÌ NUOVOINCONTRO CON JUNCKER IL CAPO DELL'ESECUTIVO: LA MIA CAPACITÀ DI MEDIAZIONE ÈTARATA PER 5 ANNI, POI LASCIO Marco Conti ROMA Le tabelle di Ragioneria ed Inps sono pronte e arrivate a Palazzo Chigi. I tecnici hannocompletato il loro lavoro e oggi tocca «alla politica decidere», come ricorda il ministrodell'Economia Giovanni Tria. Al vertice di oggi si confronteranno di fatto tre linee. Quella delministro Tria che riporta la trattativa condotta con la Commissione per un rapporto deficit/Pilall'1,9%, quella del presidente del Consiglio Conte che è convinto di riuscire a strappare il 2%,e la posizione del 2,2% che i due vicepremier hanno ribadito la scorsa settimana nel corsodell'ultimo summit di maggioranza e che servirebbe per difendere quanto più possibile le dueriforme - Reddito e Quota 100 carea M5S e Lega. LEMISURE La novità delle ultimequarantottore potrebbe però essere la posizione più morbida e «responsabile» della Lega diSalvini e Giorgetti sottolineata sia sabato in Piazza del Popolo che ieri in tv durante l'intervistadel ministro a in "Mezz'ora". I risparmi sulle due misure di bandiera, Reddito e pensioni,ammontano, per ora, a meno di 3,5 miliardi, ma a sopportare il carico maggioredi taglièQuota100. Anche se la riforma delle pensioni sconta a Bruxelles maggiore ostilità del Reddito,il risparmio - rispetto alla serata del balcone - ammonta a 2,5 miliardi, mentre meno di unmiliardo è il taglio che ha subito il Reddito. E' su questo fronte che, secondo quantoraccontavano ieri fonti leghiste,occorre intervenire per permettere a Conte di poter dimostraremercoledì a Juncker di aver fatto il massimo dello sforzo pur non rientrando dello 0,1% neiparametri della Commissione. Ed infatti Salvini si rifiuta di pensare che «per uno "zerovirgola"Bruxelles» voglia davvero avviare la procedura, con tanto di sanzioni e impegni vincolanti aun piano di rientro ammazza-crescita». Non solo. Gli incontri di ieri di Salvini con gliindustriali, il faccia a faccia che Conte avrà oggi con i sindacati e la riunione convocata da DiMaio domani con le piccole e medie imprese, confermano l'intenzione del governo diraddrizzare la manovra anche sul fronte degli investimenti dopo essere intervenuti dal latodella spesa corrente. Una scelta, questa, sollecitata più volte dalla Commissione Ue, chepotrebbe rendere più potabile la manovra insieme anche perché le due misure di spesa -Reddito e Quota100 ` - avranno un carattere temporale e legato alla cifra messa adisposizione annoper anno. Non solo Quota 100 è triennale perché nel 2022 dovrebbecambiare diventando Quota 41, ma anche il Reddito diventerebbepiù legato all'effettivaricerca di un lavoro con una serie di paletti che ne condizionano pesantemente l'erogazione.Servirà tuttala «inesauribile capacità di mediazione», che il premier Conte si attribuiscenell'intervista rilasciata al direttore del Tg2 Sangiuliano, per trovare un'intesa nel vertice dioggi. Conte, che dice di essersi tarato «per cinque anni e poi via», dovrà però faticare nonpoco per avvicinare le posizioni anche su altre questioni. A cominciare dalle cosiddettepensioni d'oro che, conti alla mano, in Italia sono trenta oltre i cinquecento mila euro, ma cheil M5S intende tagliare anche nella fascia che va dai 90 ai 150 mila euro. Per Salvini la sogliaè sopra i 5 mila euro, mentre il M5S la vorrebbe a 4500. Il taglio oltre a fornire cifre modesteall'erario, rischia peròdi essere sottoposto aduna fitta serie di ricorsi specie da parte di coloroche hanno versato i contributi per avere pensioni di un certo livello. LASOSTANZA In buonasostanza la manovra sarà riscritta da capo nel tentativo di convincere Bruxelles sia attraverso

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il taglio che subirà il 2,4% sia sul fronte degli investimenti ma anche nel tentativo di spostarenel capitolo "circostanze eccezionali" - e quindi fuori dai parametri - una serie di interventi sulfronte del dissesto idrogeologico, del terremoto e del pontedi Genova. Ammesso che passi lalinea di mediazione che proporrà Conte, resta da vedere se tutto ciò eviterà la procedurad'infrazioneo, quantomeno, sarà in grado di sposare dal 22 gennaio all'Ecofin di luglio - equindi dopo le elezioni europee - le raccomandazioni che la Commissione proporrà all'Italiaper aggiustarei conti pubblici. ©RIPRODUZIONERISERVATA Il deficit da tagliare in rapporto alPil in miliardi di euro Taglio 2,4% 43,2 Deficit 2019 programmato dal Governo 2,2% 39,6 -0,2punti percentuali - 3,6 miliardi di euro Deficit accettato da Lega-M5s 2,0% 36,4 -0,4 puntipercentuali - 7,2 miliardi di euro Accettabile dalla Ue (no procedura d'infrazione) `Foto: Giuseppe Conte con Jean-Claude JunckerFoto: (foto AP)

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L'intervista Marcella Panucci «Il Contratto di governo non può reggere se non si ascolta il mondodell'industria» «SERVONO MAGGIORI RISORSE PER LA CRESCITA IL REDDITO VA GESTITO CON LEAZIENDE E VANNO DETASSATI I PREMI DI PRODUZIONE» IL DIRETTORE GENERALE DICONFINDUSTRIA: «ABBIAMO CHIESTO DI RIDURRE IL COSTO DEL LAVORO E DI ANDAREAVANTI CON LE OPERE» Umberto Mancini ROMA «IlvicepremierMatteoSalvini ci ha ascoltato, ha preso nota delle nostre proposte,c o n d i v i s o l e p r e o c c u p a z i o n i s u l r a l l e n t a m e n t odell'economia.Delrestoseilgovernovuoleprodurrebenessere,creare ricchezza e occupazionedeve ascoltare la voce del mondo delle imprese, andare nella direzione dello sviluppo». Dopoi l vert ice al Viminale,Marcel laPanucci,direttore generale di Confindustr ia, èsoddisfatta.Senonaltroperchédopo le polemiche dei giorni scorsi, legate sopratutto al rischio diun blocco delle grandi opere e alle scarsemisureperlacrescitainserite in manovra, dal frontedella Legasonoarrivatisegnalirassicuranti,digrandeapertura. ASalviniavetepoipresentato ildocumento con le vostre idee, come aveva annunciato il presidenteBoccia? «No, Salvini haascoltato le proposteditutteleorganizzazioniche hanno partecipato al vertice, che hannomostrato grande compattezza.Noi,comeConfindustria,abbiamo ribadito le questioni che vannoaffrontate in maniera urgente, sia nel breve termine, inserendoinmanovraalcunicorrettivicheriteniamofondamentali,siadi lungotermine,perevitarelaprocedura d'infrazione da Bruxellese dareforzaal lar ipresa». Part iamodaitemidel lamanovra che i l Senato dovràpraticamenteriscrivere. «Servono, e Salvini lo sa bene, piùrisorse per losviluppo. Noiabbiamoribadito di non essere contrarialredditodicittadinanza,che però andrebbe configurato inmododa evitare che si traduca inuno strumentodipuraassistenzaoche possa addiritturafavorire indirettamenteillavoronero.Ilredditodi cittadinanza deve piuttosto essere un ponteverso il mondo produttivo,perrafforzarel'accessoal lavoro, per dare nuove opportunità aigiovani.Perquestolacollaborazione-partecipazione delle imprese è essenziale». Sulla Tav aveteavuto rassicurazioni? «La Tav va fatta, come le altre grandi opere pubbliche. Lamanifestazione di Torino delle 12 associazioni di imprese ha inteso rimarcare quanto questosia cruciale per le nostre imprese. Perché senzaTav,strade,portieaeroporti messi in sicurezza ilnostro Paese nonpuòesportare,crescere,restare la seconda manifattura d'Europa».ICinquestellesuquestopunto sonoinvecepiùfreddi... «Ci auguriamo che prevalga laragionevolezza. Chiudere i cantieri aperti è assurdo, bisogna invece ridurre i tempi degliappalti, semplificare le procedure, implementareleinfrastrutturedelPaese». Altrimenti?«Altrimenti non verranno raggiuntigliobiettivifissatidalgoverno.Nonsolo.Crediamo cheLegae5Stelle debbano trovare un accordopernonfarpartirelaprocedura d'infrazione che sarebbed a v v e r o u n f a t t o g r a v i s s i m o p e r l ' I t a l i a .Pens i a l l o sp readea l l e r i pe r cuss i on i su l c r ed i t o , a l l ape rd i t ade i f ond i eu rope i» .AlSenatocisaràmoltoprobabilmente anche un intervento sul fronte del cuneo fiscale. È lastradagiusta? «Celoauguriamo.Oltrealtaglio deicontributiInailandrebberodetassatianche premidiproduzione e straordinari, dando così respiro alleimpresechedevonofareiconti con unacongiuntura difficile e consentendo di mettere più soldi in busta paga ai lavoratorid i p e n d e n t i » . C i s a r a n n o n o v i t à a n c h e p e r ipagamentidellePaversoiprivati,cronicamenteinritardodaanni? «Salvinicihadatoassicurazioni inquesto senso. Un tema, è noto, su cui ci battiamo da sempre. Per rilanciare il Pil e arrivare

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all'aumentocheilgovernostimadipotereraggiungere,occorronoperòanche più investimentiprivati. Per questo vogliamo che venga data forza al pacchetto di industria 4.0, al supera m m o r t a m e n t o , a l c r e d i t o d ' i m p o s t a p e r r i c e r c a einnovazione.Eilvicepremiercièsembratomoltoattentosuquestifronti». Anchedisponibile? «Lan o s t r a s e n s a z i o n e è p o s i t i v a . C i s i r e n d e c o n t o d e i p r o b l e m i ,delfattocheleimpresesonoportatricidiistanzereali.Salvinihafatto un battuta: "ci vorrebbero trem a n o v r e p e r f a r e t u t t o q u e l l e c h e c h i e d e t e " . C r e d i a m o c h e i lgovernos iaconsapevo lede l f a t tocheb i sogna inver t i r e l a ro t ta pe r ev i ta relarecessione.Ciaspettiamochearrivino risposte concrete sia in Senato, con la manovra, sia nelcon f ronto avv ia to con Bruxe l l es . Se l ' economia non c resce , se non s icrealavoro,ilContrattodigoverno non regge. Noi chiediamo di tenere aperti i cantieri e di dareun segnalefortealleimprese». ©RIPRODUZIONERISERVATAFoto: Marcella Panucci

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L'intervista Elena Cattaneo «Si rischia di finanziare un'illusione» LA SENATRICE A VITA: MEGLIO DARE SOLDI ALLA LIBERA RICERCA PREMIANDO SOLUZIONIMIGLIORI ANCHE NON BIO Carlo Ottaviano «Il Parlamento è vittima di una suggestione. La narrazione del biologico, da moda alimentareper una elite è sempre più una religione il cui dogmavuole che alle tre letterine Biocorrisponda - pur senza evidenze - un prodotto più sano e attento all'ambiente. In realtà, daquel che studio, pare solo più costoso». Elena Cattaneo, farmacologa e biologa, docente allaStatale di Milano, senatrice a vita, commenta così l'inedita unione che vede assieme forzepolitiche solitamente sufronti opposti. Visto che l'agricoltura bio ha necessità di maggioriestensioni di terreno, secondo lei più consumiamo bio e più distruggiamoil mondo? «Losostengono i dati: essendo un'agricoltura che - generalmente - rende la metà, un mondobiologico necessiterebbe del doppio del suolo con un maggior consumo di risorse naturali perunità di prodotto. Poi c'è da considerare l'inquinamento del suolo, di cui il biologico non èmeno responsabile. Ricordo il rame, metallo pesante indispensabile alla viticultura bio.Inoltre, l'uso generalizzato di tecniche precedenti alla rivoluzione verde - per il solo effetto deidissodamentiporterebbe ad emissioni di gas serra quattro volte quelle attuali». Eppure laFederbio è soddisfatta perché le norme riconoscono il ruolo ambientale dell'agricolturabiologica. «Di fronte ad una pratica agricola inefficiente, non c'è niente di meglio cheappellarsi ad un maggiore valore ambientale per giustificare la richiesta di ulteriori sussidi.Nessun lobbista potrebbe volere di più. Con o senza bollinatura di Stato, da quello cheemerge dagli studi, il bio di massa non è la via di una maggior tutela dell'ambiente. I datimostrano anche come la metà della superficie agricola coltivata a biologico è costituita daprati, pascoli e foraggere, indistinguibile dal non bio, ma oggetto di sussidi aggiuntivi». Forseun punto di incontro tra tradizionale e bio è nell'articolo sulla ricerca tecnologica e applicata?«La ricerca su ciò che mangiamo e produciamo, in ogni direzione, non è mai abbastanza. Maperché creare fondi ad hoc per una specifica pratica agricola e linee di ricerca obbligatoriequando una pubblica competizione tra tutti potrebbe rivelarne di migliori? Perché nonpotenziare i finanziamenti alla ricerca nel settore della produzione agricola e agroalimentareper tutte le idee dei ricercatori e degli innovatori del settore, in competizione tra loro? E se lasoluzione più sostenibilenon fosse biologica?». Nel testo alla Camera i termini bio ebiodinamico vengono equiparati. Non c'è il rischio di trarre in inganno i consumatoriaccostando metodi di produzione naturali a metodi - fecondazione cosmica, uso di vesciche dicervo e di cornoletame che fanno riferimento all'astrologia?? «Non so a chi possa giovare unalegge che equipara una "pratica esoterica", con tanto di certificazione privata rilasciata -sostanzialmente in esclusiva - dalla multinazionale tedesca noprofit Demeter, all'agricolturabiologica. Non certo a questo Parlamento che darebbe dignità legislativa a pratiche nondissimili dall'oroscopo». Foto: Elena CattaneoFoto: (foto ANSA)

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SCENARIO PMI 9 articoli

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L'intervista Bernocco : «Ora lavoro alla holding delle Langhe» C. B. Il mister Wolf della Granda si chiama Giuseppe Bernocco. Come il personaggio nato dallafantasia di Tarantino, di mestiere risolve i problemi. Ma nel suo caso il «tavolo operatorio» èquello delle Pmi in difficoltà, alle prese con ricambio generazionale e complesse crisistrutturali. A oggi ne ha «recuperate» sei: dai panettoni Galup ai cioccolatini Mandrile Melis,fino alla Pasticceria Cuneo, Golosi di Salute, la metalmeccanica Bianco e le bici elettricheThok. Tutte imprese che ieri erano piccole e oggi fanno parte di una multinazionale«tascabile»: Tcn Group, polo aggregativo di Alba che impiega 400 persone e fattura quasi 90milioni di euro. Giuseppe Bernocco, certi imprenditori della Granda piuttosto di vendere l'azienda a qualcunaltro preferiscono chiudere bottega. Lei come fa a convincerli?«È nato tutto per caso. A 16 anni assieme all'amico e socio Sebastiano Astegiano sognavamodi fare industria. E abbiamo iniziato a lavorare con un tornio nel garage di casa. Daquell'esperienza nasce Tcn, società di meccanica di precisione per la manifattura, tessile el'automotive. Poi ci siamo resi conto che piccolo è bello ma non funziona. E attorno a noi erapieno di Pmi di valore ma che rischiavano di chiudere, perché gli imprenditori sono anziani efaticano a gestire la trasformazione tecnologica e manageriale. Così abbiamo iniziato a fareacquisizioni. E ora ogni mese riceviamo proposte da piccoli imprenditori. Che non voglionovendere a un fondo di investimento ma a qualcuno di cui si fidano».Tcn dove vuole arrivare?«Il sogno è creare un grande gruppo, una conglomerata con tanti marchi, una holding daquotare un giorno a Piazza affari. Ma siamo imprenditori cuneesi anche noi: ci piace crescerein modo sostenibile. Con una bassa propensione al rischio. Ecco perché nel nostro poloabbiamo sia aziende alimentari che metalmeccaniche. È il modello Cuneo che si ripropone:diversificazione settoriale per affrontare tutte le fasi della congiuntura». Quindi farete altre acquisizioni?«Sul territorio ci sono tante piccole imprese a fine corsa. Fatturano 2 o 3 milioni di euro,hanno storia e qualità, ma sono troppo piccole per interessare alle multinazionali. E tantiimprenditori sono troppo anziani per continuare. Considero quasi un dovere moraleintervenire. I francesi hanno creato i grandi gruppi a partire da Pmi. Ora tocca a noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

10/12/2018Pag. 11 Ed. Torino

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La Granda alla sfida del quarto capitalismo Non solo Ferrero, Miroglio e Mondo. Il modello Cuneo sforna nuovi campioni La provincia puòdiventare il motore del Nord Ovest? Sì, a patto di superare lo stallo nel ricambiogenerazionale e la frammentazione produttiva Christian Benna L avori in corso in provincia Granda. L'ex terra della «Malora» è diventata terradell'abbondanza: alimentare, meccanica e turismo sono nel menu di un'economia che vantafondamentali migliori che nel resto del Piemonte: il più alto valore aggiunto per abitante, oltre28mila euro, e il più basso tasso di disoccupazione, 6,1% . Ora il territorio prova il salto diqualità, puntando a diventare il motore economico del Nord Ovest. Per rendersi conto diquesto dinamismo basta fare un giro nelle zone industriali, tra fabbriche e vigneti delleLanghe e del cuneese. Il food mette il turbo A Castelletto Stura, il cioccolato Venchi raddoppia lo stabilimento e punta a 100 milioni difatturato. A Fossano, l'azienda dolciaria Balocco aggiunge altri 12 mila metri quadri di unitàproduttive per sostenere le vendite all'export, oggi a quota 13% su 185 milioni di ricavi. ACherasco è quasi pronta la nuova fabbrica di Panealba, e in montagna, a Fonti di Vinadio,Sant'Anna (300 milioni di fatturato) studia un ulteriore sviluppo degli impianti. Ecco alcunicampioni della crescita made in Cuneo alle prese con la trasformazione da media a grandeazienda. E assumere un ruolo guida nel tessuto economico del Nord Ovest. Il percorso nonsarà in discesa. Crescono a vista d'occhio ma sono ancora i pochi protagonisti cuneesi del «quartocapitalismo», quelle Pmi, con una popolazione aziendale compresa tra 50 e 500 dipendenti,che riescono a coniugare la flessibilità dei piccoli con la proiezione internazionale dei grandi.Ires Piemonte ne identifica 25: e sono tutte società che hanno fatturati superiori a 100 milionidi euro, come la multiutility Egea (650 milioni) i trattori telescopici Merlo (367 milioni),Bottero Glass (200 milioni) gli amidi di Sedamyl (211 milioni), il burro Inalpi (145 milioni),Ferrero Mangimi (194 milioni), la pietra pomice di Sibelco (157 milioni). Ma dopo l'epopea deicampioni del dopoguerra (Ferrero, Miroglio e Mondo), ormai diventati big internazionali, sonoqueste le aziende che si giocano una delle prossime, forse l'ultima, partita del capitalismofamiliare made In italy. Affari di famiglia «L'economia globale è in fase di rallentamento, l'export è meno vivace di un tempo. Leimprese dovranno rimboccarsi le maniche ancora una volta. Molte lo stanno già facendo. Dallenostre parti quando arriva la crisi si continua a investire», dice Riccardo Corino, direttore dellaBcc di Alba, la seconda banca di credito cooperativo in Italia per numero di soci. Etica dellavoro, sviluppo ragionevole e sostenibile, «mai fare il passo più lungo della gamba», aziendarigorosamente familiari, poca finanza e aggregazioni, niente Borsa, ma solo voglia di fareimpresa. Il «Modello Cuneo» è rimasto intatto. E si è dimostrato un fattore di resilienza allacrisi. Ma il mondo è cambiato. Il campo di confronto ha allargato i confini al mondo intero e larivoluzione digitale ha imposto nuove regole del gioco. «E in questo scenario c'è spazio soloper le medie e grandi aziende più dinamiche quelle capaci di aggregarsi e di innovare», diceFerruccio Dardanello,presidente della Camera di Commercio di Cuneo. Non mancano lecriticità: un'azienda 10 è gestita da un imprenditore over 70 , solo il 12% dei cuneese ha un

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laurea. Un modello che piace Il modello Cuneo piace. Ma in attesa che i le medie imprese facciano il salto dimensionale, iltessuto produttivo diventa terra di conquista. Barilla verrà a produrre nella provincia Granda l'«anti-Nutella», la crema spalmabile Pan di Stelle, a due passi dalle fabbriche Ferrero, negliimpianti di Nutkao, società di Canone Govone appena acquisita dal Fondo Whitebridge. Ilpastificio Rana ha comprato lo stabilimento Buitoni di Moretta per produrre pasta e ravioli. IlPolo del Gusto Illy ha preso il 40% delle marmellate Agrimontana e punta ad acquisire vignetidi Barolo. «Sono tutte buone notizie, la provincia Granda è sinonimo di qualità. I big del madein Italy, e non solo, investono da noi perché c'è humus produttivo e etica del lavoro unici almondo. Ciò che ci manca sono le infrastrutture per attirare giovani talenti nelle imprese», diceGiuliana Cirio, direttore dell'Unione Industriale di Cuneo. Serve coraggio e un ecosistema diservizi. Ne è convinto Giandomenico Genta presidente di Fondazione Cuneo, che ha avviato laprima fusione «fondazionale» d'Italia, sposando Cuneo con Bra. «Sulla qualità delle imprese edel territorio non si discute. Ora però dobbiamo creare un ecosistema in grado divalorizzarlo». In quanto azionisti di Ubi Banca, Fondazione Cuneo ci è riuscita. « Abbiamoportato nel capoluogo la principale sede Nord Ovest della Banca». © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 ,1 Per cento È il tasso di disoccupazione in provincia di Cuneo (587mila abitanti) ed è il più basso di tutta la regione Piemonte

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Innovazione le nuove imprenditrici un paese per donne con l'idea giusta Francesca Gambarini e Maria Elena Zanini Fondare una startup innovativa, oppure diventarne soci, entrare nel board e contribuirne allosviluppo? Sta diventando (anche) un mestiere per donne. Lo dicono i dati che il Cerved haelaborato per L'Economia , relativi ai soci delle 9.306 startup iscritte alla sezione speciale delregistro delle imprese e che oggi sono attive. Ebbene, nel 2018 la quota di donne presenti trai soci delle aziende neonate è tornata a crescere: sono il 19,2%, in aumento sul 17,9% nel2017, con una decisa inversione di tendenza dopo tre anni. Buon segno. C'è chi poi - comenegli esempi di successo che vi mostriamo in queste pagine - la sua impresa l'ha già fondata eora la conduce verso nuove fasi. Verso la «famosa» scale up , per esempio, un passaggioimportante e ancora difficile per molte. Quello che è certo è che indietro non si torna. «La presenza femminile nelle startup èdestinata a crescere - ragiona Claudia Pingue, general manager dell'incubatore PoliHub -. Nonè una questione di pari opportunità, ma di competitività: la multiculturalità o la diversità digenere sono ingredienti fondamentali per lo sviluppo di una startup. È dimostrato: l'indiceKauffman ci dice che le donne sono più adatte a individuare i bisogni del mercato e acoglierne le opportunità, caratteristiche necessarie per la buona riuscita della scale up . Esono anche più attente all'impatto sociale della loro impresa». Tornando ai numeri, si vede però che il cammino non è affatto concluso. Per esempio, oltre lametà delle startup non ha donne tra i propri soci. «Tra i 39 mila soci che hanno quote direttenelle startup innovative si contano 7.220 donne: sono il 18,4%, una quota decisamente piùbassa di quella che si osserva tra i soci delle Pmi (32%) - spiega Valerio Momoni, direttoremarketing e sviluppo business del gruppo Cerved -. Questo può dipendere, in parte, dallamaggiore propensione a intraprendere attività rischiose, come le startup innovative, da partedegli uomini. In parte, dai percorsi universitari. Le donne sono infatti meno presenti tra lestartup che sviluppano software, per gli smartphone o negli studi di ingegneria, tipicamentefondate da imprenditori che hanno studiato in facoltà "maschili"; al contrario sono più presentinelle biotecnologie. Incentivare le studentesse a intraprendere facoltà Stem potrebberiequilibrare le statistiche e favorire l'innovazione».C'è anche chi aiuta le donne che hanno già avuto un'idea. Le iniziative cominciano a farsistrada. L'ultima è Mia, acronimo per « Miss in action», un programma di accelerazionededicato alle startup o alle pmi innovative tricolori fondate da donne imprenditrici, ideato daDigital Magics, uno dei principali incubatori di startup digitali italiane. L'obiettivo: accelerare esupportare la presenza femminile nell'ecosistema innovativo con un programma studiato adhoc per i quattro progetti vincitori che verranno selezionati, all'interno della rosa delleproposte inviate all'incubatore (ultimo termine: 13 gennaio). Persino un gigante come Appleha lanciato un'iniziativa per promuovere l'imprenditoria femminile nel settore delleapplicazioni. Si tratta di Entrepreneur camp, una scuola situata nell'Apple Park di Cupertino, incui sviluppatrici e startupper ricevono il supporto e i consigli dei manager del colosso hitechcon sessioni personalizzate in modo da raccogliere le conoscenze e gli strumenti adeguati perlanciare un'app di successo. Ma la parte più difficile per la realizzazione di un progetto, sembra sia trovare i finanziamenti.Come ha rilevato anche Pitchbook, database che raccoglie informazione e numeri a livellointernazionale su venture capital e private equity, nel 2017 solo poco più del 2% (1,9 miliardi

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di dollari) di tutti i finanziamenti del venture capital negli Usa è stato raccolto da startupperdonne, contro il 79% finito nelle casse di startup con team tutti al maschile. In Italia lo scorsoanno solo un investimento privato su cinque è stato portato a termine da una donna. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Cerved Pparra Si può crescere Distribuzione delle startup innovative attive in baseall'incidenza delle donne tra i soci Come si dividono Percentuale di soci donne nelle startupinnovative attive per macro settore Software Mobile Ingegneria Ecosostenibilità Big DataModellazione 3D Ricerca e sviluppo Biotecnologia 14,5 15,1 15,7 15,9 17 19 22 29 18 TotaleSolo uomini 57,9% Minoranza donne 18,4% 50-50 13,3% Maggioranza donne 3,6% Solodonne 6,8% Oltre il 50% non ha soci donna SOCI Il mercato in rete del made in ItalyIn cinque anni ha fondato un'azienda che a fine 2018 chiuderà con un fatturato di oltre diecimilioni di euro, ha cambiato città e ha avuto due bambini. La fondatrice di Brand o n , Paola Marzario ( foto ) è la prova che una donna può avere successo nel lavoro esoddisfazioni nella vita privata. Contemporaneamente. «Ma è faticoso - ammette - ancheperché per i primi anni la startup è "founder centrica". mentre ora è arrivato il momento dimanagerializzarla». Momento che segue a una rivoluzione del business: la startup digitale,che in passato era concentrata nell'accompagnamento delle aziende italiane sui siti diflashsales , da Groupon a Groupalia, oggi le supporta nel mercato ecommerce generale:«Siamo un "grossista online" che ottimizza la presenza dei prodotti dei clienti su portali, daAmazon a eBay, e li accompagna dalla messa online fino alla consegna». Brandon lavora conuna combinazione di software intelligenti e servizi strategici di analisi dei dati generati dallevendite e dal traffico online. A metà novembre ha chiuso un round da tre milioni di euro. Tragli investitori Fabio Cannavale di Lastminute.com, Banca Sella Holding e la società di servizidigitali Sinergenis. «Il progetto è portare tra i clienti anche marchi della grande distribuzionee dettaglianti», conclude Marzario.Giulia Cimpanelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 7.220 I soci donne che in Italia hanno quote dirette in 9.306 startup(su 39mila soci totali) 83,8% La quota di startup dove i consigli di amministrazione sono composti da soli uomini 25,8% La quota di donne, socie di startup, che hanno partecipazioni anche in altre imprese 19,2% La quota di donne tra i soci di startup costituite nel 2018. Era il 17,9% nel 2017 L'impegno dei big

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Tra i giganti del tech ce n'è uno, in particolare, impegnato nella promozione delle carrierefemminili. È il portale di viaggi online Booking. L'ultimo studio globale condotto dalla societàdi Amsterdam rivela come stia crescendo, all'interno delle aziende tech, un impegno delledonne per l'autopromozione: 4 su 5 vogliono continuare a lavorare nel settore perchésoddisfatte della loro carriera (l'89% la consiglierebbe alle nuove generazioni), e intendonoimpegnarsi in prima persona per la parità dei sessi nelle aziende. Che, da parte loro, devonoassicurare stipendi equi (per il 43% delle intervistate) e far sì che l'ambiente lavorativo siaeducato al rispetto della diversità (per il 42%). Spingi i marchi(con un selfie)Cecilia Nostro ( foto ), 29 anni, ha incontrato i suoi soci, Alessandro Cadoni e Daniele Scaglia,tre anni fa a un aperitivo di Innovation lab. Oggi la loro azienda, Friendz , ha 50 dipendenti,tre sedi, a Milano, in Svizzera e a Madrid, e una community di oltre 350 mila utenti. «Hostudiato economia a Torino, mi affascinava il mondo del marketing e l'arte della vendita -racconta -. Ho poi fatto un master in Management prima in Svizzera e poi in Sud America».Tornata in Italia, lavora nel digital marketing di una multinazionale: «Ma non ho resistito:volevo sfruttare tutta l'energia dei miei 25 anni per costruire qualcosa di grande o per lomeno, mio». Nasce così Friendz, la startup «che faceva fare i selfie alla gente comune perpubblicizzare dei marchi attraverso i social network - racconta - . Poi ci siamo resi conto chequeste persone si divertivano a fare molte altre cose e ci seguivano come una veracommunity». E se prima Friendz vendeva ai brand l'engagement sui social, ora ha 50dipendenti e aspira a diventare una grande comunità che coinvolga la gente comune inattività destinate ai marchi, dalla pubblicità alle ricerche di mercato. Oggi Cecilia, che sioccupa del rapporto coi clienti, sta lanciando Friendz in Spagna. In Italia, il fatturato 2017 èstato di due milioni di euro.G. Cimp. © RIPRODUZIONE RISERVATA Analisi dei daticon i guru del 4.0Dopo una laurea al Politecnico di Milano, Giulia Baccarin ( foto ) lavora per alcuni anni a Tokyonel settore dei modelli predittivi. A 27 anni, tornata in Italia, fonda la branch italiana di I-Care, azienda proprietaria del brevetto Wicare, leader in Europa nella manutenzionepredittiva. Nel 2012 insieme a Giovanni Presti crea a Salò Mipu , acceleratore di impreseinnovative che con intelligenza artificiale, machine learning e data science trasforma leaziende in imprese 4.0: «Sfruttiamo le analitiche predittive - spiega - che raccolgono i dati e liusano per prevedere fenomeni futuri». Con un fatturato 2018 di circa 7,5 milioni di euro e 60dipendenti, il gruppo Mipu conta su un team - età media circa 28 anni - spesso formatodall'azienda stessa: «I nostri dipendenti - racconta Baccarin - hanno diritto a quattro giornateal mese di formazione e in molti casi Mipu, il cui management è tutto al femminile, sostieneeconomicamente la frequenza a master». Tra le aziende interne oltre ad I-Care, c'è anche TheEnergy Audit, che utilizza i big data per monitorare i consumi energetici di imprese e città eridurre i costi. Oggi l'azienda si appresta ad aprire una sede in Svizzera e si sta allargando al settore dell'intelligenzaartificiale applicata all'agricoltura. G. Cimp.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA La community di sviluppatoriDue donne, una startup e un preciso obiettivo: creare un network che metta in contatto lecommunity di sviluppatori con le aziende, tramite conferenze e un progetto di formazionealtamente specializzato. Con questa consapevolezza nel 2013 Chiara Russo, ingegnereinformatico e Mara Marzocchi, psicologa ( in foto ), hanno creato Codemotion , un hub perl'innovazione che ha raggiunto ormai una dimensione europea, grazie a una comunità di 570mila sviluppatori di software con partner come Cisco, Ibm, Google, Microsoft e Intel. Anche gliinvestitori hanno creduto nel progetto: «A giugno dello scorso anno - spiega Marzocchi -abbiamo chiuso un round di investimenti da 1,5 milioni con Barcamper Ventures, InvitaliaVentures e LVenture Group». Un aumento di capitale che ha permesso alla startup dirafforzare la propria presenza all'estero (Codemotion è presente, oltre che in Italia, inSpagna, Germania e Olanda con l'obiettivo entro il 2020 di sbarcare anche in Polonia, RegnoUnito e Francia) e di creare una piattaforma per trasferire la community anche online. Unsuccesso confermato anche dai numeri: «Puntiamo a chiudere il 2018 con oltre 3,5 milioni difatturato, a fronte degli oltre 2 milioni del 2017», conferma Marzocchi.M.E.Z. © RIPRODUZIONE RISERVATA La firma digitaleper vendere casaA settembre ha chiuso un round di finanziamento da 2,3 milioni di euro. Tra poche settimanesarà pronta un' importante novità, la firma digitale del contratto. E per il 2019 il progetto èquello di un portale dedicato agli affitti brevi. È operativa dal 2016 ma sta macinando moltastrada Homepal , la startup che ha digitalizzato il mercato immobiliare in Italia, grazie a unapiattaforma online di compravendita e affitto di case tra privati,senza intermediari. La guida,con il ruolo di amministratore delegato, Monica Regazzi ( foto ), che l'ha fondata insieme adue soci, Fabio Marra e Andrea Lacalamita. Prima donna a essere scelta come partner in Italiada Boston Consulting, dove ha lavorato per 15 anni come consulente strategico prima diintraprendere quella che lei chiama «la sfida del fare», Regazzi racconta: «In una startup seicostretta a metterti in gioco, devi prendere decisioni veloci e capisci subito se hai sbagliato.Incontro tante donne che hanno fatto una scelta come la mia e altrettante che hanno voglia dicreare una loro società, segno che qualcosa sta cambiando». Homepal, che conta di chiudereil 2018 a 500mila euro di fatturato, ospita 130 mila annunci e il 30% delle offerte vengonochiuse sulla piattaforma. Alla società resta una fee fissa per transazione.Fra. Ga. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'ecommercescelto da AlibabaDopo anni in aziende di ecommerce (Privalia e Groupalia) Martina Cusano ( foto ) ed ElisaTattoni hanno deciso di dedicarsi a un nuovo progetto: «Il mondo dell'infanzia non erasufficientemente presidiato online - racconta Cusano -. Così nel 2015 abbiamo lanciatoMukako , ecommerce di prodotti per neonati e bambini». Nel 2017 il team di Mukako haprogettato MUtable, un tavolo gioco educativo che cresce con il bambino. È la prima grandestoria di successo della startup: «Con una campagna di crowdfunding su Kickstarter abbiamoraccolto 1,6 milioni di dollari, diventando la seconda campagna per bambini più finanziata disempre sulla piattaforma internazionale». Dal lancio sono stati venduti più di 5 mila tavoli in

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53 Paesi. Totale, due milioni di vendite. «Abbiamo chiuso il 2017 con un fatturato di oltre tremilioni di euro, e nel 2018 abbiamo venduto per oltre un milione nel solo weekend del BlackFriday», aggiunge. Dal 2017 le fondatrici hanno sviluppato un'altra linea di prodottoproprietario, Bubuk: fiabe personalizzabili per bambini. Mukako è oggi un'impresainternazionale. La startup ha siglato una partnership con Alibaba, che prevede la creazione diuno shop virtuale dedicato a MUtable sul sito di Tmall Global, la piattaforma cross-border b2cdel gruppo cinese.G. Cimp. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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le grandi famiglie allevano industrie smart Bombassei, Dompè, Cannavale di Lastminute. Tutti in e-Novia, la fabbrica di aziendeinnovative. In pancia ha già 53 milioni. E lievita su robotica, med-tech, mobilità Per Ducati ènata l'app che connette allo smartphone la moto. Mentre l'automa Yape fa le consegnerispettando i semafori Giulia Cimpanelli Grandi famiglie industriali del made in Italy e manager. Non solo investitori. In attesa di unafutura quotazione in Borsa, a credere in e-Novia, la milanese «fabbrica di imprese», sonostati, tra tanti altri, Alberto Bombassei di Brembo, l'imprenditore farmaceutico Sergio Dompè,Fabio Cannavale di Lastminute.com. E ancora, il presidente di Rubinetterie Bresciane AldoBonomi, il socio di Esprinet Marco Monti e imprenditori come Giovanni Fassi e Stefano Landi.Sono convinti che ci sia un modello per sviluppare le imprese innovative e trasferire i brevettisul mercato. La raccolta E-Novia è una «enterprises factory», una fabbrica d'imprese: trasforma la ricerca in prodotto,i ricercatori in imprenditori, le startup in vere aziende. Fondata nel 2015 da Vincenzo Russi,Ivo Boniolo, Cristiano Spelta e Sergio Savaresi e registrata come Pmi innovativa, la societàper azioni ha raccolto in due anni e mezzo 20 milioni di euro, che si sommano ad altri 33raccolti dalle società partecipate del gruppo, per un totale di 53 milioni. Ma come funziona? «Promuoviamo, costituiamo e sviluppiamo società innovative, ad altovalore tecnologico - dice Russi, amministratore delegato di e-Novia - . Valorizziamo leproprietà intellettuali, sviluppate in collaborazione con le principali università, con i politecnicie le aziende italiane e internazionali, inserendole in progetti di startup. Abbiamo una 'lineaproduttiva' composta da due anime: la Invention Foundry e la Enterprise Foundry». La prima trasforma le idee in invenzioni tangibili, la seconda muta le invenzioni in impreseinnovative. In e-Novia lavorano oltre cento ingegneri, designer ed esperti di business, 220considerando tutte le controllate e partecipate. Sono 26 le iniziative imprenditoriali di e-Novia: operano in settori in cui gli algoritmi cognitivi sono applicati nei trasporti, nel smartfactory, nel medtech e in servizi innovativi per la mobilità. Sensori e ciclisti Tra queste c'è Yape, un robot a guida autonoma per le consegne dell'ultimo miglio. Sono incorso le sperimentazioni in Italia con Vodafone, Politecnico di Milano, Esselunga e PosteItaliane, su tecnologia 5G. «Grazie al 5G, Yape avrà una capacità superiore di percepirel'ambiente circostante - dice Ivo Boniolo, chief innovation officer di e-Novia - e sarà in gradodi interagire con i sensori delle città: per esempio, quelli ai semafori per monitorare il traffico.Verrà anche garantita così una maggiore sicurezza del mezzo durante il percorso». Tra le partecipate di maggior successo c'è Blubrake: ha sviluppato un sistema di controlloelettronico per aumentare la sicurezza del ciclista durante la frenata. La società, di cui FabioTodeschini è co-fondatore, grazie all'intelligenza artificiale e attraverso l'uso di sensoriintelligenti e algoritmi predittivi ha creato l'Abs (anti-lock braking system) per bici elettriche.Un sistema frenante che può essere integrato nel telaio e aumenta drasticamente la sicurezzasu ogni tipo di e-bike, dalle bici da città alle mountain bike. Ma il nuovo settore su cui e-Novia punta è il medtech, chiave del futuro visto che lapopolazione invecchierà sempre più. «Il nostro approccio - dice Cristiano Spelta, chieftechnology officer di e-Novia - è rivolto alle conseguenze dell'invecchiamento: tecnologie che

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monitorino lo stato di salute del paziente in tempo reale, cure su misura basate sull'analisi delDna e per diminuire il livello di sostanze tossiche assunte, tecnologie robotiche ed elettronichea sostegno del sistema muscolo-scheletrico e nervoso». Il fatturato , dichiara l'azienda, si è impennato a 5,8 milioni di euro nel 2017, +90% dal 2016,e il 2018 dovrebbe confermare i ritmi di crescita mantenendo un margine operativo lordopositivo. La ragione sta nei piani di ricerca e nei progetti BtoB, che e-Novia sviluppa tanto congrandi imprese quanto con le startup. Qualche esempio? L 'app sviluppata per Ducati: sichiama Ducati Link e consente di connettere la moto allo smartphone per registrarneprestazioni e itinerari, analizzare e migliorare il proprio stile di guida, lanciare sfide a se stessie raggiungere traguardi da condividere con gli amici. Quanto alle startup, e-Novia ha avviato una partnership con Airselfie, l'azienda che hainventato la flying camera tascabile. Obiettivo: sviluppare una linea di prodotti grazie allaHuman Drone Interface e agli algoritmi cognitivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Data di costituzione: 2015 Soci fondatori: Vincenzo Russi, Ivo Boniolo, Cristiano Spelta,Sergio Savaresi Fra i soci: Alberto Bombassei e Sergio Dompé Investitori: oltre 20 esponentidel mondo dell'impresa italiana Forma societaria: nata come startup innovativa è ora una sparegistrata come Pmi Innovativa Capitali raccolti: 53 milioni di euro Portfolio: 26 imprese traquelle già costituite e quelle in costituzione Brevetti depositati: 30 brevetti internazionalidepositati Milioni di euro Il fatturato 2017 (+90% sul 2016) 5,8 Fonte: elaborazioneL'Economia del Corriere La «nursery» delle imprese Storia e numeri di e-Novia S. A.

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D'Italia Emilia Romagna quella via industriale: con quattro virtù Capacità di crescere, specializzazione produttiva, un posto importante nelle catene globali delvalore, istituzioni attive e spirito comunitario: ecco i motivi per cui la Regione non ha traditoe, anzi, ha fatto fruttare nella storia quel ruolo di primo piano che già i Romani le avevanoassegnato. Costruendo una strada... Franco Mosconi* n el loro recente studio sulla «persistenza e non persistenza della fornitura di beni pubblici»,Carl-Johan Dalgaard e i suoi colleghi dell'Università di Copenaghen dimostrano la correlazioneesistente fra la «densità di strade romane» e l'«attività economica contemporanea». Ora, sec'è una maggiore attività economica là dove c'era (c'è) un'alta densità di strade romane - daqui, il concetto di «persistenza» degli investimenti in beni pubblici -, che cosa si può direriguardo al caso della Via Emilia?La «Via Aemilia from Ariminum to Placentia» trova spazio nello studio danese in una cartinaad hoc. Nella figura riepilogativa dell'esperimento (riferita a tutta l'Europa, a larga partedell'Asia e alla costa settentrionale dell'Africa), poi, è chiaramente visibile la coincidenza fra leprincipali strade dell'Impero Romano nell'anno 117 e l'intensità delle luci notturne nel 2010:fra la Via Emilia e l'Emilia-Romagna per quel che ci riguarda. Le prove La domanda diviene: ci sono altre prove che possano dimostrare l'attuale centralità della ViaEmilia nell'economia italiana?I dati sulla crescita del Pil, ampiamente superiori negli ultimi anni alla media nazionale e vicinial 2%, sono sì importanti, ma sono l'effetto più visibile di cause che stanno agendo nelprofondo del sistema economico-sociale regionale, definito come «locomotiva» del Paese.Possiamo identificarne almeno quattro.Primo, all'interno dei distretti industriali e dei cluster di imprese dalle spalle più larghe hannoguadagnato spazio e quote di mercato. L'indagine di Mediobanca-Unioncamere sulle medieimprese industriali mostra come questa categoria di imprese sia particolarmente diffusaproprio lungo la Via Emilia, oltre che nell'arco Alpino. Ancora: tre delle pochissimemultinazionali manifatturiere del Paese sono emiliane, tutt'e tre nell'alimentare. Infine, stacrescendo un'élite di grandi imprese - private e cooperative - con fatturati nell'intorno delmiliardo di euro, e oltre.Secondo, le specializzazioni produttive sono tutte interessate da miglioramenti qualitativi. Inquelle classiche del made in Italy le imprese tendono a migliorare la qualità delle materieprime e dei prodotti e ad affermare i loro marchi; in quelle a più elevato contenutotecnologico (si pensi alla meccatronica che molto ha a che fare con Industria 4.0), le impreseincrementano gli investimenti in conoscenza, quali R&S e capitale umano. E nuovespecializzazioni science-based sono nate o si sono rafforzate: la farmaceutica, il biomedicale,l'information technology (Big data).Terzo, le eccellenze produttive emiliano-romagnole competono per conquistare ruoli di primopiano nelle catene globali del valore. E' la conseguenza dei primi due punti, giacché - come haosservato Lucrezia Reichlin ( Corriere di Bologna , 2 dicembre 2018) - «il commerciointernazionale è oggi organizzato nelle cosiddette supply chain in cui beni finali e intermedivengono prodotti in diverse regioni del mondo». Ne consegue che si compete con la qualità, enon già manovrando i tassi di cambio: la qualità richiede investimenti materiali e immateriali

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dove la dimensione conta. Così facendo, le imprese emiliano-romagnole possono coltivare lalegittima ambizione di collocarsi alla testa delle supply chain , o delle filiere, in cui il loro saperfare primeggia a livello mondiale.Quarto, un ruolo pro-attivo delle istituzioni. Il riferimento va, in primis, alla Regione Emilia-Romagna e alle politiche industriali e della formazione che sono state messe in campo. La retedegli Istituti tecnici superiori (Its), costruita grazie a una partnership pubblico-privato, vanella direzione indicata dall'esempio cui tutto il Paese dovrebbe guardare: quello delleFachhochschulen tedesche. E va nella direzione giusta la crescente cooperazione fra gli Ateneidella regione. Da rafforzare sono gli investimenti complessivi in R&S (oggi intorno all'1,7% delPil), e sono altresì da affinare i modi con i quali indirizzarsi verso un altro pilastro delcapitalismo renano: il Fraunhofer Gesellschaft per la ricerca applicata. In sintesi Ricapitolando. C'è, lungo la Via Emilia, uno spirito imprenditoriale assai diffuso: il recorditaliano nelle esportazioni pro-capite (oltre 12.500 euro a testa) ne è un ottimo esempio. E neè un ottimo esempio il peso che l'Emilia-Romagna ha sulle variabili strutturali dell'industriaitaliana (numero distretti, numero medie e grandi imprese, export, ecc.): è sempre intorno al13-15% del totale nazionale, a fronte del 7-9% nelle variabili di base (popolazione, superficie,Pil). E c'è, lungo la Via Emilia, uno spirito comunitario che porta gli imprenditori più illuminati avoler restituire al territorio - con iniziative educative e filantropiche - una parte dei frutti che,proprio grazie alle risorse (umane, su tutte) di quel territorio, hanno conseguito.Gli antichiRomani, certo, ci hanno lasciato in dono la Via Aemilia: possiamo dire che quest'eredità èstata ben coltivata. In tutti i sensi.*Professore di Economia e politica industriale, Università di Parma © RIPRODUZIONE RISERVATA La ripresa tiene In calo Stabili In aumento Imprese in pareggio Imprese in utile Fatturato eattese sugli ordini (valori in percentuale) Risultato di esercizio (valori in percentuale)Fatturato primi 3 trim. 2018 sui primi 3 del 2017 Prospettive degli ordini a 6 mesi 0 10 20 3040 50 60 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 0 20 40 60 80100 Fonte: Banca d'Italia, sondaggio sulle imprese dell'industria e dei servizi

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L'Economia d'Italia Emilia-romagna Benvenuti nella terra dei motori Ferrari, Lamborghini, Ducati, Dallara... E poi quattro autodromi, undici musei di velocità-design-ingegneristica. E quattro università che, con le aziende, formano gli ingegneri disupercar e supermoto Decine di piccole imprese che si definiscono «Carrozzerie», ma in realtàsono fornitori ultralusso dei big dell'auto Raffaella Polato C' è un posto, tutt'attorno alla Via Emilia, fatto di piccoli paesi in cui la vita sembra scorrereefficiente eppure lenta. Come nel resto della regione cui appartiene, d'altra parte. Lavoro, etanto: poi però tortellini. Fabbriche, capannoni, centri Ricerca & Sviluppo: ma dopo,lambrusco. Forse anche questo fa parte del segreto. La lentezza - un certo tipo di lentezza -qui è in fondo solo il modo di esaltare il suo opposto: è di velocità, che pare composto il dnadi questa terra, e infatti è Motor Valley il nome con cui è conosciuta in tutto il mondo. Non pensate soltanto a Ferrari, Maserati, Lamborghini, le moto della Ducati. Sono il massimosotto ogni aspetto, naturalmente, e il cuore della Valle anche geograficamente: Maranello,Modena, Sant'Agata Bolognese, Borgo Panigale stanno al centro di un percorso che, da Riminia Piacenza, si espande davvero lungo l'intera Via Emilia. Ma c'è di più, molto di più. I flash potrebbero essere infiniti. Decine di piccole imprese che si ostinano a definirsi«Carrozzerie» e, in realtà, sono l'indirizzo cui si rivolgono i big boss delle super-supercarplanetarie per garantirsi il meglio, ad esempio, della verniciatura hi tech (un nome su tutti:Autocarrozzeria Imperiale, Mirandola). Sette case costruttrici, quattro autodromi, undici museidi velocità-design-ingegneristica. Last but not least, quattro università - Bologna, Modena-Reggio, Parma, Ferrara - che sotto la regia della Regione si sono «messe in sinergia» condieci aziende top (in ordine alfabetico: Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, Hpe Coxa,Lamborghini, Magneti Marelli, Maserati, Pagani Automobili, Scuderia Toro Rosso). Ne è uscitoil Muner, acronimo di Motorvehicole University of Emilia Romagna, sei corsi di laureamagistrale che «producono» ingegneri automotive iperspecializzati in elettronica, motoristica,engineering delle due ruote, design (con ulteriore specializzazione: supercar e macchine dacorsa), processi industriali delle auto sportive.Dovrebbe essere sufficiente, a rendere l'idea. Nessuno sa sul serio spiegare perché, dagli AnniVenti del Novecento, tra tanti posti al mondo più attrezzati, ricchi, fortunati (anche), siaproprio in queste campagne aperte tra gli Appennini e l'Adriatico che si è sviluppato un taleconcentrato di competenze, campioni, genio (anche). Perché sia bastata un'irridente battutadi Enzo Ferrari a Ferruccio Lamborghini - «Cosa vuoi saperne, tu che costruisci trattori» - afar nascere il marchio che oggi produce la Huracàn, l'Aventador, la Urus ed è uno dei gioielliVolkswagen (con le Porsche, le Bentley e un'altra icona made in Italy top: le due ruoteDucati). Perché, infine, dallo stesso Drake a Valentino Rossi questa sia terra di gente capacedi dettar legge sulle piste di Formula Uno e del MotoGp, oltre che sui mercati di lusso-tecnologia-velocità. Quel che è certo, è che la Valle è frutto della capacità - non comune, in questo Paese - dicapitalizzare in «sistema» esperienze, conoscenze, eccellenze. Se, poi, servisse un'altraimmagine a completare il biglietto da visita Motor Valley, rileggete le cronaca di un incidentedi gara che ha riempito giornali e Tg solo tre settimane fa. Sophia Floersh, tedesca, 17 anni,correva il Gran Premio F3 di Macao. È volata in tribuna a 276 chilometri l'ora, ma se l'è cavatacon danni alla colonna vertebrale, undici ore di intervento, la voglia di tornare presto alvolante. Ringraziando per «il miracolo», come han detto lei stessa e il patron della sua

10/12/2018Pag. 42 N.50 - 10 dicembre 2018

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scuderia, «il cielo e l'ingegner Gianpaolo Dallara: ha costruito davvero un gran telaio». © RIPRODUZIONE RISERVATA 7 I marchi dell'industria dell'automotive e di quella delle moto che hanno le loro radici nell'Emilia-Romagna. Alcuni sono stati acquisiti da gruppiesteri 3,4 miliardi Le esportazioni dei distretti nel secondo trimestre del 2018

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L'Economia d'Italia emilia-romagna Nuove piastrelle formato 4.0 Da Sassuolo a Faenza, il distretto traina il settore: export a 4,3 miliardi. Innovazione ecapitale umano gli asset per crescere Andrea Salvadori Investimenti in aumento e attenzione alla formazione. Poggia anche su queste due leve lastrategia che ha permesso alle aziende del distretto della ceramica di Sassuolo-Scandiano(l'80% della produzione nazionale) e di Imola-Faenza (il 10%), di superare la crisi e di tornarea fatturare cifre analoghe a quelle del 2008. Nel 2017 le imprese italiane del settore hanno incrementato per il quarto anno consecutivo gliinvestimenti per il miglioramento dei processi produttivi delle ceramiche, tra le più pregiate almondo, potendo contare anche sugli incentivi fiscali introdotti dal piano governativo Industria4.0 per il manifatturiero. La spesa ha raggiunto quota 515 milioni di euro, il 28% in piùrispetto all'anno precedente, mentre l'incidenza sui ricavi è arrivata al 9,3%, una delle più altetra i settori manifatturieri italiani. Di questa cifra, parte preponderante è stata investita dalle92 aziende dei distretti dell'Emilia-Romagna, in forte aumento rispetto ai 389 milioni del 2016e molto più del doppio nei confronti della spesa del 2013.D'altronde, le aziende della ceramica della regione hanno fatturato lo scorso anno oltre 5miliardi di euro su un giro d'affari complessivo, a livello nazionale, superiore ai 5,5 miliardi dieuro. L'export vale più di 4,3 miliardi di euro, parte più rilevante dei 4,7 miliardi raccolti dalleimprese italiane nel mondo. Cambia la formazione Il numero di metri quadrati di piastrelle prodotte e vendute è rimasto in realtà stabile nel2017, ma il giro d'affari è aumentato, grazie all'incremento medio del prezzi di vendita. Nei primi nove mesi del 2018, però, il settore ha visto diminuire il giro d'affari di alcuni puntipercentuali. Un calo dovuto, spiega il presidente di Confindustria Ceramica, GiovanniSavorani, «a ragioni congiunturali: dopo tre anni di crescita sostenuta, soprattutto grazieall'estero, e a causa delle tensioni internazionali provocate dalla guerra sui dazi che, sebbenenon interessi direttamente l'industria delle piastrelle, mina in molti paesi la fiducia deiconsumatori. Le aspettative di un rialzo nei tassi di interesse, se confermate nei fatti, nongiocano a favore di una ripresa del mercato edile in Italia e negli Stati Uniti». L'importanzadella ceramica, per i distretti di Sassuolo-Scandiano e Imola-Faenza, riguarda anchel'occupazione. Nel 2017 gli addetti sono tornati sopra le 18 mila unità, numero lontano daglioltre 22 mila del 2008, ma comunque in ripresa. Una manodopera sempre più specializzata econ mansioni influenzate dalla digitalizzazione delle fabbriche. Per questa ragione, anche grazie al lavoro di Confindustria Ceramica, il tessuto produttivodell'area ha rafforzato i legami con il mondo dell'istruzione e degli enti formativi del territorio. Ad esempio è stato definito l'elenco delle nuove figure professionali di cui il settore avràbisogno nei prossimi cinque anni: tecnici della manutenzione predittiva, tecnici dei processi diprodotto ed esperti della decorazione industriale. In questo modo, la Rete politecnicafinanziata dalla regione, gli istituti tecnici superiori e il mondo accademico hanno adisposizione informazioni dettagliate per rimodulare la loro offerta di corsi. Altre risorse sonopoi destinate alla formazione continua e, dunque, all'aggiornamento professionale di chi oggiè già in fabbrica ma presto dovrà essere in grado di svolgere nuovi lavori.

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«Il nostro intento - conclude Savorani - è mettere in atto percorsi di educazione e formazioneben focalizzati sulle peculiarità della nostra industria, perché la ceramica dei distretti diSassuolo-Scandiano e Imola-Faenza deve essere dotata di competenze d'eccellenza a livellomondiale. Da qui passa una parte importante della nostra capacità competitiva, presente efutura». © RIPRODUZIONE RISERVATA La crescita L'export del distretto romagnolo della ceramica che vale il 90% del totalenazionale. Dati in miliardi di euro Fonte: Confindustria Ceramica S. A. 4,4 4,2 4,0 3,8 3,6 3,43,2 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 5miliardi Il fatturato dellaceramica dell'Emilia Romagna 3,496 4,312Foto: Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica, che ha rafforzato il legame con ilmondo dell'istruzione

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RADAR Rialzo del tassi Mercati in attesa di Mario Draghi STEFANO LEPRI Dopo il consiglio Bce di giovedì prossimo Mario Draghi probabilmente annuncerà che i titoliacquistati nel Quantitative easing per almeno due anni verranno reinvestiti alla scadenza perintero. Alla nuova operazione di liquidità tanto attesa per il 2019 dalle banche italianedovrebbe invece dedicare tutt'al più accenno. L'attenzione massima alle sue parole saràconcentrata su se e quanto le prospettive di rialzo dei tassi saranno modificate a causa delrallentamento in atto nell'economia dell'area euro. Un calo si vedrà senz'altro oggi nellaproduzione industriale italiana di ottobre. Attese incerte per lo stesso dato relativo all'interaarea euro, in uscita mercoledì: dopo il calo di settembre alcuni si attendono una lieve ripresa,altri ristagno. Uno sguardo sulle tendenze più recenti lo offriranno venerdì gli indici Pmi didicembre sempre relativi all'intera unione monetaria. Quanto alla Brexit si guarderà non tantoal voto del parlamento britannico domani sull'accordo con l'Ue, quasi certamente negativo,quanto agli sviluppi politici. A Wall Street continua a dominare l'incertezza per gli sviluppidella contesa commerciale Usa-Cina. L'interrogativo è se si confermeranno o no i segni diappiattimento della curva dei tassi, fenomeno che quasi sempre ha segnalato una recessionein arrivo. Intanto però diversi dati correnti sulla congiuntura, tra mercoledì e venerdì,resteranno buoni. Un segno di quanto la Cina stia subendo danni lo darà, venerdì, laproduzione industriale di novembre. - c

10/12/2018Pag. 17TUTTO SOLDI

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La Stanza dei Bottoniprotagonisti interpreti Industria 4.0: a Napoli presentato il progettoe aScampia Open Fiber formerà i talentiA Matera il 14 dicembre c'è il Tedxverso Capitale Europeadella Cultura 2019 Meditech In Campania e puglia a cura di Emanuele Imperiali Formare giovani talenti da inserire in azienda. Questo lo scopo del progetto di alternanzascuola lavoro promosso da Open Fiber che coinvolge 2 istituti al Sud, a Catania e Napoli.Presentato nei giorni scorsi all'istituto tecnico Galileo Ferraris di Scampia, protagonisti delprogramma formativo 20 ragazzi della classe IV che seguono informatica e telecomunicazioni.Gli studenti svolgeranno un periodo in aula seguiti da Paola Sergio e Fabio Melia di OpenFiber, e, al termine del percorso, l'azienda ne sceglierà 2 o 3 che potranno svolgere uno stagedi alcune settimane in azienda. La Summer school Nata una summer school Napoli-Pechino-Bergamo sul manifatturiero italiano, per iniziativadelle Università (la città partenopea è rappresentata dalla Federico II) e di CampaniaNewSteel. La scuola parte a luglio 2019 a Napoli con la prima classe di 30 studenti, 15 italianie 15 cinesi. La Doria Fatturato in crescita per l'incremento dei volumi venduti e marginalità in calo a causa dellaflessione dei prezzi di vendita e dei maggiori costi della campagna di trasformazione delpomodoro: questi i risultati del resoconto di gestione al 30 settembre de La Doria di Angri. In Basilicata Il 14 dicembre Matera celebra con «Tedx» il countdown alla capitale europea della cultura2019. Si tratta della quinta edizione, dedicata al #workinprogress: non solo idee di valore, mastorie di trasformazione. Il punto di vista di quest'anno saranno lavori in corso, quelli in ognicampo del vivere umano che presentano storie di trasformazione e idee di valore. Con unemendamento alla legge di Bilancio già approvato sono stati stanziati due milioni per larealizzazione di attività culturali nella città. Competence Center Presentato all'Unione Industriali di Napoli, Meditech, il progetto di Competence CenterCampania Puglia Industria 4.0, dopo una lunga negoziazione con il ministero dello SviluppoEconomico. Subito dopo si passerà alla costituzione del Centro e alla sua operatività in tempiravvicinati. Il progetto è nato grazie alle sinergie tra le Università partner, le struttureassociative e la rete dei Digital Innovation Hub di Confindustria, fra cui il Campania Dihpresieduto da Luigi Nicolais, e il Medis Dih. Credem Credem ha stanziato 420 milioni di finanziamenti per le piccole e medie imprese della Puglianel corso del 2018. Il plafond ha riguardato un bacino complessivo di oltre 6.200 aziendeminori, artigiani, agricoltori e liberi professionisti. Divella Tra le 26 eccellenze italiane premiate al Four Seasons di Milano per il Save the Brand 2018 c'èDivella, che ha vinto il premio Best practice prodotti innovativi per aver sviluppato nuove lineedi prodotto, la pasta alla curcuma. © RIPRODUZIONE RISERVATA

10/12/2018Pag. 7 N.39 - 10 dicembre 2018 Corriere del Mezzogiorno Economia

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Gabriele Deco responsabile commerciale Small Business di Credem Antonio Fe rraiolipresidente e ad La Doria Luigi Nicolais presidente Campania DihFoto: responsabile commerciale Small Business di Credem

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