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INDICE REFERENDUM COSTITUZIONALE previsioni, minacce e catastrofi del day after I MIGLIORI ARTICOLI DEL MESE E’ una prerogativa tutta italiana, riusciamo a dividerci tra Guelfi e Ghibellini su ogni argomento: dal calcio alla politica, dalle questioni della Chiesa a quelle del Grande Fratello VIP e adesso, con il referendum del 4 dicembre, persino in tema di diritto costituzionale. E’ colonna portante del dna tricolore questa persistente dicotomia, non c’è niente da fare, ci infiammiamo per tutto. E le due fazioni in disaccordo, in genere, si scambiano idee a supporto della propria tesi con confronti tutt’altro che pacifici. REFERENDUM 4 DICEMBRE: CONTO ALLA ROVESCIA PER IL FUTURO DELLA NOSTRA CARTA COSTITUZIONALE A PAGINA 44 DUELLO PARISI E SALVINI A PAGINA 12 Sfida a distanza tra Matteo Salvini e Stefano Parisi per la leadership nel centrodestra. Il primo ha dato appuntamento per il 16, 17 e 18 settembre in provincia di Bergamo per il tradizionale raduno della Lega Nord. L’ex ad di Fastweb ha annunciato proprio per quei giorni una “Leopolda della destra moderata” nel capoluogo lombardo. Due appuntamenti politici nello stesso momento. Ma soprattutto una richiesta di scelta di campo netta: o da una parte o dall’altra. In palio c’è la conquista della leadership di centrodestra, mentre sullo sfondo resta il referendum sulle riforme che potrebbe cambiare il volto alla legislatura. A PAGINA 3 «Roma brucia»: un tweet – rimbalzato per tutta la giornata sui social – che sa di apocalisse ne- roniana. Dopo l’incendio divampato lunedì nella zona della Magliana, che ha costretto a interrom- pere la linea ferroviaria per l’aeroporto tenendo impegnati i vigili del fuoco fino a notte inoltrata, martedì mattina è stato colpito il Parco regionale del Pineto. Le fiamme, sprigionatesi intorno alle 11, sono state domate soltanto alle 20. Distrutta un’ampia porzione di area boschiva, dalla collina di Monte Mario alla Pineta Sacchetti. «Un incen- dio così devastante – il bilancio del Nucleo vo- lontario emergenza della Protezione civile – non si vedeva dal lontano 1992». A PAGINA 18 ABUJA – Sarebbe stato ferito gravemente alla spalla durante un raid aereo Abubakar Shekau, leader dell’organizzazione integrali- sta islamica Boko Haram. Lo dichiara l’eser- cito nigeriano su Twitter: il capo dei terroristi islamici sarebbe rimasto ferito durante un attacco in cui sono stati uccisi altri coman- danti del gruppo. La notizia non può ancora essere verificata in modo indipendente, dice l’International Business Time, ma il portavoce dell’esercito, il colonnello Sani Usman ha dichiarato che il nome del leader non figura tra i terroristi morti. A PAGINA 17 Il bimbo kamikaze con la maglia di Messi fer- mato a Kirkuk, nel Kurdistan iracheno, prima che riuscisse a farsi esplodere, è solo l’ultimo di una lunga serie di minori utilizzati dalla macchina del terrore dell’Isis e soprattutto di Boko Haram, che per l’Unicef utilizzerebbe bambini in almeno un attentato su cinque. L’anno scorso un rapporto riferiva di oltre 300mila bambini al di sotto dei 14 anni in- dottrinati e utilizzati dai terroristi. Solo in Siria e in Iraq si contano, dalla seconda metà del 2014, ben 89 attacchi compiuti da baby kamikaze e moltissimi sono i casi di bambi- ni-soldato. ILF ATTOGIORNALIERO.IT 3 - TRA PARISI E SALVINI DUELLO A DISTANZA PER LA LEADERSHIP. BRUNETTA: NON SERVE PAPA STRANIERO 12 - PARCO DEL PINETO, DOMATO L’INCENDIO EVACUATI ABITAZIONI E UN CONVENTO 17 - NIGERIA, L’ESERCITO: “FERITO GRAVEMENTE IL LEADER DI BOKO HARAM” 18 - ISIS, OLTRE 300MILA BIMBI INDOTTRINATI OGNI ANNO dicembre 2016 IlFattoGiornaliero.it www.ilfattogiornaliero.it - [email protected] numero 5 L’INCENDIO AL PARCO DEL PINETO NIGERIA: FERITO BOKO HARAM ISIS: BIMBI INDOTTRINATI

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  • INDICE

    REFERENDUM COSTITUZIONALE previsioni, minacce e catastrofi del day after

    I MIGLIORI ARTICOLI DEL MESE

    E’ una prerogativa tutta ita l iana, r iusciamo a dividerci tra Guelf i e Ghibel l ini su ogni argomento: dal calcio a l la polit ica, dal le quest ioni del la Chiesa a quel le del Grande Fratel lo VIP e adesso, con i l referendum del 4 dicembre, persino in tema di dir itto cost ituzionale.

    E’ colonna portante del dna tr icolore questa persistente dicotomia, non c’è niente da fare, ci inf iammiamo per tutto. E le due fazioni in disaccordo, in genere, s i scambiano idee a supporto del la propria tesi con confronti tutt’a ltro che pacif ici .

    REFERENDUM 4 DICEMBRE: CONTO ALLA ROVESCIA PER IL FUTURO DELLA NOSTRA CARTA COSTITUZIONALE

    A PAGINA 44

    DUELLO PARISI E SALVINI

    A PAGINA 12

    Sfida a distanza tra Matteo Salvini e Stefano Parisi per la leadership nel centrodestra. Il primo ha dato appuntamento per il 16, 17 e 18 settembre in provincia di Bergamo per il tradizionale raduno della Lega Nord. L’ex ad di Fastweb ha annunciato proprio per quei giorni una “Leopolda della destra moderata” nel capoluogo lombardo. Due appuntamenti politici nello stesso momento. Ma soprattutto una richiesta di scelta di campo netta: o da una parte o dall’altra. In palio c’è la conquista della leadership di centrodestra, mentre sullo sfondo resta il referendum sulle riforme che potrebbe cambiare il volto alla legislatura.

    A PAGINA 3

    «Roma brucia»: un tweet – rimbalzato per tutta la giornata sui social – che sa di apocalisse ne-roniana. Dopo l’incendio divampato lunedì nella zona della Magliana, che ha costretto a interrom-pere la linea ferroviaria per l’aeroporto tenendo impegnati i vigili del fuoco fino a notte inoltrata, martedì mattina è stato colpito il Parco regionale del Pineto. Le fiamme, sprigionatesi intorno alle 11, sono state domate soltanto alle 20. Distrutta un’ampia porzione di area boschiva, dalla collina di Monte Mario alla Pineta Sacchetti. «Un incen-dio così devastante – il bilancio del Nucleo vo-lontario emergenza della Protezione civile – non si vedeva dal lontano 1992».

    A PAGINA 18

    ABUJA – Sarebbe stato ferito gravemente alla spalla durante un raid aereo Abubakar Shekau, leader dell’organizzazione integrali-sta islamica Boko Haram. Lo dichiara l’eser-cito nigeriano su Twitter: il capo dei terroristi islamici sarebbe rimasto ferito durante un attacco in cui sono stati uccisi altri coman-danti del gruppo.La notizia non può ancora essere verificata in modo indipendente, dice l’International Business Time, ma il portavoce dell’esercito, il colonnello Sani Usman ha dichiarato che il nome del leader non figura tra i terroristi morti.

    A PAGINA 17

    Il bimbo kamikaze con la maglia di Messi fer-mato a Kirkuk, nel Kurdistan iracheno, prima che riuscisse a farsi esplodere, è solo l’ultimo di una lunga serie di minori utilizzati dalla macchina del terrore dell’Isis e soprattutto di Boko Haram, che per l’Unicef utilizzerebbe bambini in almeno un attentato su cinque. L’anno scorso un rapporto riferiva di oltre 300mila bambini al di sotto dei 14 anni in-dottrinati e utilizzati dai terroristi. Solo in Siria e in Iraq si contano, dalla seconda metà del 2014, ben 89 attacchi compiuti da baby kamikaze e moltissimi sono i casi di bambi-ni-soldato.

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    3 - TRA PARISI E SALVINI DUELLO A DISTANZA PER LA LEADERSHIP. BRUNETTA: NON SERVE PAPA STRANIERO

    12 - PARCO DEL PINETO, DOMATO L’INCENDIO EVACUATI ABITAZIONI E UN CONVENTO

    17 - NIGERIA, L’ESERCITO: “FERITO GRAVEMENTE IL LEADER DI BOKO HARAM”

    18 - ISIS, OLTRE 300MILA BIMBI INDOTTRINATI OGNI ANNO

    dicembre 2016 IlFattoGiornaliero.it www.ilfattogiornaliero.it - [email protected] numero 5

    L’INCENDIO AL PARCO DEL PINETO NIGERIA: FERITO BOKO HARAM ISIS: BIMBI INDOTTRINATI

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    TRA PARISI E SALVINI DUELLO A DISTANZA PER LA LEADERSHIP. BRUNETTA: NON SERVE PAPA STRANIERO

    Sfida a distanza tra Matteo Salvini e Stefano Pari-si per la leadership nel centrodestra. Il primo ha dato appuntamento per il 16, 17 e 18 settembre in provincia di Bergamo per il tradizionale raduno della Lega Nord. L’ex ad di Fastweb ha annuncia-to proprio per quei giorni una “Leopolda della destra moderata” nel capoluogo lombardo. Due appuntamenti politici nello stesso momento. Ma soprattutto una richiesta di scelta di campo netta: o da una parte o dall’altra. In palio c’è la conqui-sta della leadership di centrodestra, mentre sullo sfondo resta il referendum sulle riforme che po-trebbe cambiare il volto alla legislatura. Profonda la distanza tra i due modelli di centrodestra che i due politici hanno in mente: da un lato la Pontida di lotta e protesta contro il governo Renzi; dall’al-tro la Milano moderata che guarda più al centro che alla destra, ammiccando al governatore della Lombardia Roberto Maroni.

    Vertici Fi contro «papa straniero»

    Chiamato da Silvio Berlusconi a rifondare Forza Italia, Parisi rischia di spaccare Forza Italia. Il progetto di Parisi, che si è detto pronto in caso di primarie a correre per la leadership del centrodestra, continua infatti a dividere anche gli azzurri. Con i big del partito che non ne accettano la leadership. «Parisi è una persona seria. L’esperienza della sua candidatura a sindaco di Milano è stata bellissima, ma il centrodestra non aspetta il Papa straniero», perché di leadership di Forza Italia «ad oggi esiste solo quella di Silvio Berlusconi» ha dichiarato oggi Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera, in un’intervista al Corriere della Sera.Scettico su Parisi anche il capogruppo di Fi al Senato Paolo Romani: «Dico solo che il tempo dell’uomo solo al comando è finito», ha dichiarato. Stop da Daniela Santanché, per la quale «il progetto del centrodestra va rilanciato insieme e soprattutto bisogna anteporre idee e programmi alle ambizioni di chi, come Parisi, punta alla

    leadership evidentemente senza curarsi della base». Negativo anche il giudizio Altero Matteoli, uno degli esponenti di spicco della “vecchia guardia azzurra”, che ha attaccato così Parisi: «Non ho mai capito che compito abbia. A me pare che finora tutte le dichiarazioni fatte da lui non abbiano consentito di ricompattare il centrodestra e di trovare una linea comune dentro Fi».

    Le divisioni nella Lega

    Ma la leadership di Parisi rischia di accelerare le tensioni anche all’interno della Lega. Il modello “Milano” che ha portato l’ex di Fastweb ad un passo dalla vittoria alle amministrative meneghine coinvolge infatti tutte le forze di centrodestra. Anche il centro di Angelino Alfano e Maurizio Lupi con i quali Salvini non intende discutere («La Lega Nord dice no alla creazione di un nuovo centrodestra allargato anche ad Alfano e Verdini» ha ribadito oggi su Facebook), ma nei confronti dei quali Maroni lancia segnali d’apertura, visto che fanno parte della sua giunta. I due, Salvini e Maroni, sono divisi anche su altri fronti. Il governatore lombardo, ad esempio, ha mostrato apprezzamento per il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Meeting di Rimini sui migranti, definito «innovativo». Mentre il segretario leghista ha picchiato duro , accusando il capo dello Stato di essere «complice degli scafisti».“Il centrodestra non aspetta il Papa straniero, perché di leadership di Forza Italia ad oggi esiste solo quella di Silvio Berlusconi”.

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    GRILLO SI RIPRENDE LA SCENA: «PASSEREMO LA TEMPESTA»

    Un ritorno tra i fulmini. Beppe Grillo torna dopo qualche mese di silenzio sul blog. E lo fa con un video — davanti al mare durante una tempesta — che ha una duplice valenza: da un lato il garante invita gli attivisti a donare, lanciando un appello (che è anche un allarme) sullo stato delle raccolte fondi, dall’altro ri-marca la sua rinnovata presenza dopo la scom-parsa di Gianroberto Casaleggio.

    «So che ci sarò e sarò ancora più forte di prima», dice Grillo segnando di fatto un suo coinvolgimento costante nel Movimento. È anche un messaggio di unità, di compattezza, quello del leader, che torna a parlare in un momento in cui i Cinque Stelle sono al centro delle polemiche per le vicende romane. Il garante del M5S, che non aveva registrato video sul blog nemmeno per commentare i successi elettorali, spazza via i rumors di divisioni e, dopo il post cofirmato qualche giorno fa con il direttorio e il blitz a Roma di metà luglio, sottolinea come il progetto pentastellato vada avanti.Grillo, che parla sulla spiaggia di Cesenatico prima di un temporale, commenta: «È quello che succederà a settembre, ottobre, novembre: lampi, tuoni, tempeste. Ma noi avremo ombrelli, avremo impermeabili, passeremo attraverso». Sulla strada delle sfide autunnali per il Movimento c’è anche la kermesse «Italia 5 Stelle» in programma a Palermo a fine settembre. La raccolta fondi per finanziare l’evento langue. Finora i Cinque Stelle hanno raccolto 105 mila euro su 500 mila prefissati come obiettivo. Numeri esigui, se si pensa che per la kermesse del 2015 i costi superarono i 605 mila euro (i ricavi si attestarono a 751 mila, di cui 254 mila raccolti durante la manifestazione). Le indiscrezioni parlano di richieste di intervento agli eletti Cinque Stelle per sostenere direttamente e con il passaparola la kermesse. Grillo stesso ieri è intervenuto in prima persona: «Ci serve un po’ di solidarietà, non sempre delle solite 10.000

    persone che versano 30-40 euro a testa. Bisogna fare qualcosa di più, bisogna che anche altri diano qualcosa. Mi ha fermato una persona che mi ha detto: “sono 8 volte che do 30 euro, non ce la faccio più!”. Bisogna trovare 8 persone che diano 30 euro a testa. Sostieni Italia 5 Stelle con una donazione», ha detto il cofondatore del Movimento.In effetti i numeri delle donazioni vanno a rilento. I sostenitori che hanno contribuito per la kermesse palermitana sono 2.744, ma il discorso è più complesso. La macchina del Movimento che si alimenta con le micro donazioni dei suoi militanti ha già prodotto sforzi (e risultati) nel 2016. La raccolta per Rousseau ha toccato quota 314 mila euro (grazie a 9.855 donatori), ma non è stata l’unica richiesta agli attivisti, che hanno dato man forte alle campagne elettorali di Chiara Appendino e Virginia Raggi (solo il sindaco di Roma ha incassato oltre 170 mila euro). Un esborso continuo che qualche simpatizzante ha iniziato a criticare sul web.Intanto ieri è tornato a pungere anche Federico Pizzarotti. Il sindaco di Parma, sospeso da maggio dal Movimento, ha dichiarato: «È difficile pensare che le persone attuali, rispetto a come stanno agendo in determinate situazioni, possano essere in linea con quello che dovrebbe essere un concetto di trasparenza», che è poi «quello che si è un po’ sempre criticato agli altri».

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    MATTARELLA: L’UE RITROVI LE SUE AMBIZIONI. NON NASCE DALLE BANCHE, MA DAI POLITICI

    Elogia «la virtù della pazienza» in democra-zia e lo fa citando il politico italiano che più la coltivò: Alcide De Gasperi. Pazienza che non va però tradotta semplicemente con la capacità di «esser calmi e mantenere i nervi saldi», quanto di «esercitare la speranza». Lo spiegò lo stesso statista trentino in un di-scorso a Bruxelles, nel 1948: «Non abbiamo il diritto di disperare dell’uomo, né come in-dividuo né come collettività, non abbiamo il diritto di disperare della storia, perché Dio lavora non solo nelle coscienze individuali, ma anche nella vita dei popoli». Sergio Mattarella sale a Pieve Tesino, il pae-se della Valsugana dove De Gasperi nacque, e celebra «la visione e il coraggio» del gran-de leader cattolico. Un uomo che, dopo «le ubriacature nazio-nalistiche della dittatura fascista», seppe costruire con tenacia «una diversa idea di Patria», un patriottismo «autentico e sen-tito, non declamato… veramente europeo». Una figura che riassumeva in sé anche altre «virtù politiche specifiche». Cioè un profilo civico (e morale) che, per molti versi, com-pone l’autoritratto al quale lui stesso ambi-sce: «Semplicità di vita, sobrietà nei gesti e nella parola, tensione morale, capacità di ascolto».

    È un passaggio che, nel gioco dei rispecchiamenti tra passato e presente tipico di ogni commemorazione, si può riferire pure all’oggi. Sia per la parte nella quale il capo dello Stato sembra esortare la classe politica a costumi diversi, dopo una lunga stagione di esibizionismi volgari, polarizzazioni isteriche e settarismi feroci del confronto pubblico. Sia per quel cenno mutuato da De Gasperi alla «pazienza di fronte alle lentezze dell’uomo» — concetto molto mattarelliano — e la indica

    tra gli aspetti fondamentali per la salute di una democrazia. Intendiamoci: nessuna indicazione a rallentare il processo delle riforme, nessuna interferenza sul referendum d’autunno. Piuttosto un allarme sui rischi di certe teorie diffuse dopo l’ultimo voto inglese e che mirano a relativizzare lo stesso valore della sovranità popolare, suggerendo che su particolari materie e temi (ad esempio quelli destinate ad avere riflessi economici, come con la Brexit) il cittadino comune non sa scegliere. Per Mattarella, invece, «non abbiamo il diritto di disperare» dell’individuo in quanto tale o in quanto collettività.Ecco il punto politico più attuale della lectio degasperiana, attuale come la parte dedicata all’Europa, della quale lo statista (autore 70 anni fa dello storico accordo con Gruber ) resta un vero padre nobile. «Le sue preoccupazioni restano valide, particolarmente riguardo all’Europa», sostiene il presidente. Lo sapeva pure lui, aggiunge, che l’unità europea «è sempre un’impresa in salita, dove alle difficoltà e alle visioni anguste si devono contrapporre fattori ideali e politici».

  • dicembre 2016 8IlFattoGiornaliero.it

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    E ai giorni nostri, mentre il vecchio continente è «in preda a forti tensioni», senza una memoria delle sue ragioni fondanti non se ne saprà cogliere il valore. Perché la sua «matrice umanistica non è solo di t ipo estetico e letterario, ma civile», e ha «nel cuore un’idea attiva e fattiva del bene e del progresso economico e sociale». Per Mattarella, insomma, «sprovvista delle sue autentiche ambizioni l ’Europa non può esistere». Infatti , si l laba, «non sono le banche o le transazioni commerciali che hanno determinato l ’Unione Europea, ma uomini polit ici e parlamenti lungimiranti ; non sono le crisi f inanziarie che potranno distruggerla, ma soltanto la nostra miopia nel non riconoscere i l bene comune». Per cui, compito dei polit ici per i l futuro è «di preveggenza, non di retroguardia, non di affannosa rincorsa di sfide inattese… un compito d’intell igenza, non di approssimazione o superficialità. In una parola: un compito ideale».

    E qui Mattarella esplora un risvolto «di solito eclissato nella pubblicistica» della biografia polit ica di De Gasperi . Fu quando assunse le funzioni di capo dello Stato, dal 13 alla f ine di giugno del 1946. Erano i giorni successivi al voto tra monarchia e Repubblica e lo statista della Valsugana, consapevole delle esitazioni di Casa Savoia e delle contestazioni di gruppi monarchici , aveva saputo che i l re aveva pronto un discorso alla nazione tale da gettare «una luce nefasta sul referendum». L’Italia era in bil ico e a Napoli erano già avvenuti scontri sanguinosi . Nella notte fra i l 12 e i l 13 De Gasperi ruppe gli indugi e assunse quella diffici l issima responsabilità.Fu una presidenza brevissima, segnata da gesti straordinari (come il decreto sull ’amnistia proposta da Togliatti) . Poi, dopo 18 giorni, passò la mano e si poté davvero dire che la Repubblica era nata.

  • dicembre 2016 9IlFattoGiornaliero.it

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    TERREMOTO 6.0, PAURA IN CENTRO ITALIA. CI SONO MORTI E FERITI. AMATRICE, IL SINDACO: «IL PAESE NON C’È PIÙ»

    Forte sisma tra Lazio, Marche e Umbria nella not-te. Paura, crolli, feriti , vittime, un comune- Ama-trice, in provincia di Rieti- e una frazione – Pesca-ra del Tronto nelle Marche- praticamente distrutti, ridotti a cumuli di macerie. 22le vittime accertate finora ma è ancora del tutto provvisorio il bilan-cio della fortissima scossa di terremoto avvertita distintamente in tre regioni del Centro Italia. Il sisma, secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha avuto una magnitudo di 6.0 e una profondità di 4 km ed è stato registrato alle 3.36 con epicentro ad Accumoli, vicino Rieti. A questa prima scossa ne sono seguite molte altre: 39 in poco più di 3 ore tra Perugia, ancora Rieti, Norcia (Perugia)e Castelsantangelo sul Nera (Ma-cerata). Il sisma è stato avvertito anche a Bologna, Roma e Napoli, dove comunque non si sono re-gistrati danni. Altre scosse anche dopo le 6 della mattina. Sono stati attivati i numeri di emergenza della Protezione Civile 800840840 e della sala ope-rativa della Protezione Civile Lazio:803555.

    Ad Amatrice si scava con le mani

    Nella zona di Rieti i più colpiti sono i comuni di Amatrice e Accumoli, nella Marche situazione drammatica ad Arquata del Tronto (e nella frazione di Pescara del Tronto). La situazione più grave ad Amatrice, dove la via principale è crollata quasi completamente e le strade di accesso al paese sono inaccessibili. Inagibile l’ospedale. Sei le vittime accertate finora ma il sindaco Sergio Pirozzi dice: «decine di morti, tanti sotto le macerie, stiamo allestendo un luogo per le salme. Metà paese non c’è più». Sotto le macerie anche due gemellini di sei anni: Simone è stato recuperato in gravissime condizioni. Si cerca il fratellino Andrea. Con loro ci sarebbero altre quattro persone. Si cercano anche due ragazze afghane di 26 e 27 anni. Fanno parte di un gruppo di rifugiati in paese con un progetto di assistenza. E si scava ancora, con le mani, per cercare un altro bambino. «Hanno sentito le urla

    del bimbo e delle sua mamma» testimoniano alcuni fotografi sul posto. I primi feriti da Amatrice sono arrivati a L’Aquila: si tratta di persone trasportate anche in elicottero con traumi e fratture agli arti. Altri feriti, di cui due in codice rosso, sono arrivati in eliambulanza a Roma al S. Andrea e al Gemelli.

    Accumoli, il sindaco: «Un dramma, soccorsi in ritardo»

    Persone sotto le macerie anche ad Accumoli (comune di nemmeno 700 persone suddiviso in 17 piccole frazioni), dove le vittime sarebbero 6, tra cui due bambini piccoli, mentre si cercano intere famiglie e altri bimbi sotto le macerie. «È un disastro, il paese è semidemolito, siamo senza luce, senza telefoni, in tanti sono ancora sotto le macerie, non riusciamo a quantificare quanti siano» il lamento disperato del sindaco Petrucci che accusa: «Soccorsi in ritardo, la prima squadra dei vigili del fuoco è arrivata alle 7 e 40». Danneggiati la caserma e le chiese. La situazione della viabilità è estremamente difficile: al km 136 della statale 4, a circa 4 km dal Comune di Accumoli, il sisma ha provocato un dislivello di circa 15 centimetri su un viadotto. Problema simile su un altro viadotto, il «Tronto secondo», due chilometri più avanti

  • dicembre 2016 10IlFattoGiornaliero.it

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  • dicembre 2016 11IlFattoGiornaliero.it

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    Pescara del Tronto, nelle Marche: la frazione che non esiste più

    11 le vittime ad Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli, sul lato marchigiano del sisma quasi al confine con il Lazio. Si tratta di un uomo di 55 anni, residente nel paese e altri 10 nella piccola frazione di Pescara del Tronto che secondo i primi soccorritori «è ridotta a un unico blocco di macerie». Tra le vittime nella frazione anche due bambini romani. Tantissimi i dispersi: si calcola siano un centinaio sui 135 abitanti. A Pescara del Tronto estratti vivi due fratellini di 4 e 7 anni, ospiti a casa della nonna che li ha salvati mettendoli sotto il letto. La donna è ancora sotto le macerie. Si cercano altri dispersi anche ad Arquata, residenti e persone ancora intrappolati: decisa l’evacuazione dell’intero borgo storico. Per i soccorritori è una corsa contro il tempo. Due anziani turisti romani sono invece stati salvati dalle macerie della loro abitazione, crollata.

    Crollo sul Gran Sasso

    Il forte sisma ha provocato il crollo della parete est del Corno Piccolo sul Gran Sasso. L’allarme è dato su Facebook dal Rifugio Franchetti, a 2.433 metri. «Ore 3.30: anche noi qui al rifugio siamo stati svegliati da una forte scossa di terremoto, nella nebbia si è sentito un forte rumore di crollo dalla parete est del Corno Piccolo: al momento non si vede di quale entità, ma l’impressione è che sia venuto giù un bel pezzetto di montagna. L’incubo è tornato», scrivono dal rifugio.

    In azione mezzi speciali partiti da Roma

    Per far fronte all’emergenza terremoto è stato mobilitato anche l’esercito: il 6/o reggimento Genio di Roma, con mezzi speciali, è partito verso le zone colpite dal sisma. Squadre della scuola interforze Nbc di Roma sono a disposizione delle autorità, insieme ad un ufficiale di collegamento. Il Dipartimento della Protezione civile è in contatto con tutti i territori colpiti, come ad Amatrice, rende noto Palazzo Chigi, con un post su Twitter. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi segue da Palazzo Chigi gli sviluppi della situazione del forte sisma, in stretto contatto con la Protezione civile.

    Serve sangue: l’appello dell’Avis di Rieti

    Intanto viene lanciato l’appello per le donazioni di sangue. L’Avis provinciale di Rieti lo scrive su twitter e invita a recarsi presso l’ospedale San Camillo de Lellis della città.Nel frattempo, dopo i controlli del caso, sono state riattivate le linee ferroviarie regionali che erano state interrotte. Facebook ha attivato il servizio «Safety check», che consente agli utenti di confermare , in caso di pericolo, il proprio stato di salute e rassicurare amici e parenti.

    Il capo dello Stato rientra a Roma

    Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è rientrato a Roma. In contatto fino dalle prime ore del giorno in stretto contatto con la Protezione Civile, ha lasciato Palermo per fare ritorno al Quirinale.

    La Protezione Civile: «Come a L’Aquila ma scenario diverso»Riunito a Roma il comitato operativo della Protezione Civile. Il responsabile, Fabrizio Curcio, ha paragonato il sisma a quello de L’Aquila: «Questo è un terremoto di magnitudo importante, è un terremoto superficiale che ha provocato uno scuotimento rilevante. Il valore è paragonabile al sisma de L’Aquila anche se qui cambia lo scenario nel senso che L’Aquila era una città capoluogo di Regione e importante dal punto di vista numerico. Qui c’è una popolazione più diffusa, quindi immaginiamo che l’impatto sia meno gravoso in termini di vite umane. Ma un evento di assoluto rilievo»

    Il sindaco de L’Aquila Cialente: «Tragedia come nel 2009»

    «E’ una tragedia come quella che abbiano vissuto a L’Aquila». Lo ha detto Massimo Cialente sindaco della città devastata dal sisma del 2009 (magnitudo di 6.3, prima scossa alle 3.32 e 309 vittime) che ha raggiunto la cittadina del reatino per dare, come ha detto, «tutto il nostro aiuto». L’ospedale San Salvatore, dice Cialente, «e’ gia’ pronto per la necessaria assistenza ai feriti. A disposizione degli sfollati 250 alloggi del progetto Case, dopo il terremoto de L’Aquila.

  • dicembre 2016 12IlFattoGiornaliero.it

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    PARCO DEL PINETO, DOMATO L’INCENDIO EVACUATI ABITAZIONI E UN CONVENTO

    «Roma brucia»: un tweet – rimbalzato per tut-ta la giornata sui social – che sa di apocalisse neroniana. Dopo l’incendio divampato lunedì nella zona della Magliana, che ha costretto a interrompe-re la linea ferroviaria per l’aeroporto tenendo impegnati i vigili del fuoco fino a notte inol-trata, martedì mattina è stato colpito il Parco regionale del Pineto. Le fiamme, sprigionatesi intorno alle 11, sono state domate soltanto alle 20. Distrutta un’am-pia porzione di area boschiva, dalla collina di Monte Mario alla Pineta Sacchetti. «Un incen-dio così devastante – il bilancio del Nucleo volontario emergenza della Protezione civile – non si vedeva dal lontano 1992». La situazione ha iniziato a normalizzarsi sol-tanto in serata, dopo nove ore di super lavo-ro per i vigili del fuoco e i piloti dei Canadair impegnati nelle operazioni di spegnimento. Progressivamente ripristinata la viabilità nel-le strade limitrofe all’ampia area interessata dal rogo, che erano state chiuse nel corso della giornata.

    Raggi: «In contatto costante con la polizia lo-cale»

    La sindaca, Virginia Raggi, si è tenuta in contat-to costante con la polizia locale per monitorare la situazione. In particolare, la prima cittadina ha chiesto di essere aggiornata sulle condizioni di un gruppo di 94 anziani, ospiti di una casa di riposo, che per precauzione sono stati fatti al-lontanare. Il numero due di Palazzo Senatorio, Daniele Frongia, ha annunciato un sopralluogo in serata al Parco del Pineto assieme al coman-dante dei vigili, Diego Porta.

    Residenti invitati a rimanere a casa

    Una colonna di fumo bianco, visibile da lontano e così ampia da offuscare in parte anche la vista della cupola di San Pietro, si è levata in mattina-ta dalla collina di Monte Mario, a via Damiano Chiesa (off limits per molte ore) in prossimità della Pineta Sacchetti. L’ipotesi è che il rogo sia di origine dolosa. Ai residenti scesi in strada, spinti dalla curiosità e ansiosi di ricevere noti-zie, è stato chiesto di rimanere in casa e di met-tere stracci bagnati lungo le finestre e le porte: misura fai-da-te consigliata per bloccare il fumo ed evitare di respirare esalazioni dannose. Atti-vato anche un servizio di soccorso per gli ani-mali, considerata l’alta percentuale di randagi presenti nella zona.

    Colpiti tra i 30 ai 50 ettari

    Secondo un primo bilancio del Corpo forestale dello Stato, nel rogo sono andati distrutti tra i 30 e i 50 ettari di terreni incolti, bosco e canne-to. Le fiamme hanno lambito anche il Policlinico Agostino Gemelli. Oltre alla struttura per an-ziani Roma 3 di via Gioacchino Ventura è stato evacuato anche un istituto religioso di via Al-bergotti abitato da 64 suore. Venti degli ospiti della casa di riposo sono stati accolti proprio al Gemelli. E due famiglie residenti in alcuni pa-lazzo di via Ettore Stampini, all’Aurelio, sono

  • dicembre 2016 13IlFattoGiornaliero.it

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  • dicembre 2016 14IlFattoGiornaliero.it

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    state costrette a lasciare le proprie abitazioni: le fiamme si erano spinte troppo a ridosso dei palazzi. Nelle operazioni di spegnimento sono state impegnate numerose squadre dei vigili del fuoco, due elicotteri della Protezione civile e un Canadair. Coinvolto, tra gli altri, un chinook dell’Esercito che ha fatto di continuo la spola tra Monte Ma-rio e il fiume Tevere per rifornirsi di acqua. Re-clutati altri mezzi aerei per contenere il propa-garsi dei roghi, alimentati dal vento di scirocco che martedì soffiava incessante sulla Capitale. Via di Valle Aurelia, chiusa nel primo pomerig-gio fra via Pantaleone Rapino e via Luigi Arbib Pascucci, è stata riaperta soltanto in serata.

    Roghi e strade chiuse dalla Salaria alla Colom-bo, a Pietralata

    Un altro incendio ha colpito via Salaria, dove è stata chiusa la rampa per Fidene in direzio-ne centro. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Circolazione interrotta anche su un trat-to laterale di via Cristoforo Colombo, tra via di Acilia e via Pindaro in direzione di Ostia. Via-bilità ridotta, per l’ ennesimo focolaio, a via del Ponte Pisano: impraticabile il tratto tra via della Pisana e via Portuense. Nello stillicidio di roghi divampati da un punto all’altro della città è rimasto coinvolto anche un segmento di via di Pietralata, fra via Flora e via dei Durantini, bloccato in entrambe le direzioni e ripristinato soltanto a fine giornata. A fuoco, tra l’altro, un’ampia zona nel Comune di Focene, non lontano dall’aeroporto Leonardo Da Vinci: per fortuna non si sono registrate conseguenze sull’operatività dei voli. Nel tardo pomeriggio è andata a fuoco anche la vegetazione della cam-pagna circostante il sito archeologico di Ostia Antica: l’alta colonna di fumo era visibile da Fiumicino e dal Lido di Roma.

    Fiamme anche intorno a sede Aise

    Le fiamme che hanno avvolto la collina di Mon-te Mario si sono propagate anche nella vicina struttura di Forte Braschi dove ha sede l’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna. Sul posto è intervenuto un elicottero dei vigili del fuoco del reparto Volo Ciampino. Si è temuto

    che l’edificio potesse essere danneggiato, ma il pericolo è stato scagionato.

    Diciotto roghi solo in provincia di Roma

    Altre squadre sono entrate in azione per spe-gnere incendi sull’Aurelia, all’altezza del chi-lometro 38 e, in provincia di Roma, nei boschi del Monte Gennaro. E poi ancora a Castelforte e Borgo Grappa in provincia di Latina e a Giulia-no di Roma in provincia di Frosinone. Per la Regione Lazio si è creata una «situazione critica a causa dei numerosi incendi divampa-ti tra boschivi, sterpaglie e interfaccia (ai limiti delle fasce urbane) a Roma e nel Lazio. La Sala operativa unificata permanente coordi-nata dalla Regione Lazio, dove erano presenti anche vigili del fuoco, Corpo forestale dello Sta-to e Protezione Civile di Roma Capitale, ha reso noto che «nel Lazio si sono verificati ben 40 in-cendi» (13 solo a Roma): una giornata che tutte le forze in campo non hanno esitato a definire «drammatica».

    Fiamme vicino al Parco Leonardo

    Nella tarda mattinata un incendio si è sviluppa-to anche all’altezza del centro commerciale Par-co Leonardo. A causa delle fiamme è stato necessario chiude-re un tratto della Roma-Fiumicino tra l’aeropor-to e il bivio del Grande raccordo anulare, dove una colonna di fumo ha invaso l’autostrada li-mitando la visibilità. Intorno alle 14 la viabilità è stata ripristinata, ma con carreggiata ridotta tra il Gra e l’aeroporto di Fiumicino.

    Ripristinata la linea ferroviaria tra Maccarese e Cerveteri

    Disagi anche su alcune linee ferroviarie regiona-li. «È ripresa alle 15.05 la circolazione fra Macca-rese-Fregene e Ladispoli-Cerveteri (linea Roma – Grosseto) – così l’aggiornamento pubblicato sul sito Fsnews – sospesa dalle 12.55 per un in-cendio nei pressi dei binari. I treni hanno subìto ritardi fino a 110 minuti, mentre alcuni convo-gli sono stati cancellati o limitati nel percorso di viaggio e sostituiti con autobus».

  • dicembre 2016 15IlFattoGiornaliero.it

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    RAFFICA DI ATTENTATI IN THAILANDIA, ALMENO 4 MORTI: TRA I FERITI ANCHE 2 ITALIANI

    Almeno quattro persone sono morte e una quarantina sono rimaste ferite, tra cui due italiani, in Thailandia in una decina di esplosioni che hanno colpito cinque località costiere nel sud del Paese, tra cui le mete tu-ristiche di Hua Hin e Phuket. Gli attacchi, che non sono stati rivendicati, appaiono chiaramente coordinati. Le autorità di Bangkok hanno escluso l’ipotesi terrori-stica, preferendo parlare di “sabotaggio lo-cale”.

    Bombe al resort, feriti 2 italiani – L’attacco più grave è avvenuto giovedì sera in un resort di Hua Hin, 200 chilometri a sud di Bangkok. In una via adiacente a un popolare mercatino turistico, due ordigni sono esplosi a venti minuti di distanza, causando un morto e oltre 20 feriti tra cui due italiani. Uno di essi è stato dimesso dopo le prime cure, mentre il secondo – il 51enne Andrea Tazzioli, di Genova – è stato operato alla spalla per rimuovere una scheggia. “Ero a due metri dalla bomba, sono stato fortunato”, ha raccontato. Fortunatamente solo lievi ferite per l’altro italiano coinvolto, il 21enne Lorenzo Minuti, subito dimesso dall’ospedale.Nuove esplosioni e altre vittime – E’ nella mattina di venerdì che la strategia coordinata degli attacchi è diventata evidente. Di nuovo a Hua Hin, altri due ordigni vicino alla torre dell’orologio hanno causato un morto. Un’altra vittima thailandese si è registrata a Surat Thani, più a sud, dopo una cerimonia per il compleanno della regina thailandese Sirikit. E poi a Phuket, nella turistica zona di Patong, un ordigno minore è esploso causando un ferito, e altre bombe minori sono state identificate e disinnescate dalla polizia.

    Alla luce di questa serie di attacchi, va contata tra gli attentati anche l’esplosione di giovedì pomeriggio in un mercato a Trang, nell’estremo sud, che ha causato un altro morto. Sia a Hua Hin sia a Phuket, le autorità hanno invitato i turisti a evitare le zone affollate.Dubbi sulla matrice degli attacchi – Ancora da chiarire la matrice degli attacchi. Un movimento separatista islamico è presente da oltre un decennio nell’estremo sud ed è responsabile di una guerriglia costata oltre 6mila morti ma finora ha sempre colpito nelle quattro province dove è attivo e non ha mai mostrato nessun legame con il terrorismo islamico globale o con l’Isis.E’ possibile anche un movente politico, dopo l’approvazione della nuova Costituzione nel controverso referendum di domenica. Lo stesso premier Prayuth Chan-ocha ha indirettamente puntato il dito contro l’opposizione. Il fatto che venerdì sia l’84esimo compleanno della regina, e che i militari ora al potere siano i più strenui difensori della monarchia, rafforza l’ipotesi di attacchi simbolici per lanciare messaggi. Nell’attesa di fare chiarezza, la Thailandia è in stato di allerta.

  • dicembre 2016 16IlFattoGiornaliero.it

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  • dicembre 2016 17IlFattoGiornaliero.it

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    NIGERIA, L’ESERCITO: “FERITO GRAVEMENTE IL LEADER DI BOKO HARAM”

    ABUJA – Sarebbe stato ferito gravemente alla spalla durante un raid aereo Abubakar Shekau, leader dell’organizzazione integra-lista islamica Boko Haram. Lo dichiara l’eser-cito nigeriano su Twitter: il capo dei terrori-sti islamici sarebbe rimasto ferito durante un attacco in cui sono stati uccisi altri coman-danti del gruppo.

    La notizia non può ancora essere verificata in modo indipendente, dice l’International Business Time, ma il portavoce dell’esercito, il colonnello Sani Usman ha dichiarato che il nome del leader non figura tra i terroristi morti.Inizialmente i media avevano dato Shekau per morto, come già successo in passato in diverse occasioni, interpretando male le parole dell’esercito: non si parlava infatti di ferite fatali ma di ferite gravi. L’annuncio

    arriva il giorno dopo la notizia dell’uccisione di 300 membri del gruppo, diffusa dall’aeronautica nigeriana a seguito di una serie di bombardamenti effettuati durante la preghiera del venerdì nella zona del villaggio di Taye e in quella di Gombale, nella foresta di Sambisa nello stato del Borno.Il 4 agosto Shekau aveva dichiarato in un messaggio audio di essere ancora il leader di Boko Haram, nonostante lo Stato Islamico lo avesse “ingannato” nominandone un altro il giorno precedente: Abu Musab al-Barnawi, già portavoce del gruppo. Questo aveva portato a galla la spaccatura all’interno del gruppo, nata dal mancato rispetto del leader nigeriano di alcune direttive dell’Is dopo l’adesione nel marzo 2015 come ad esempio l’utilizzo di bambini come kamikaze.Shekau è alla guida del gruppo armato in Nigeria dal 2009, responsabile dunque dell’ondata di violenze che ha causato circa 20 mila morti e 2,6 milioni di sfollati in tutta la regione.

  • dicembre 2016 18IlFattoGiornaliero.it

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    ISIS, OLTRE 300MILA BIMBI INDOTTRINATI OGNI ANNO

    Il bimbo kamikaze con la maglia di Messi fer-mato a Kirkuk, nel Kurdistan iracheno, prima che riuscisse a farsi esplodere, è solo l’ultimo di una lunga serie di minori utilizzati dalla mac-china del terrore dell’Isis e soprattutto di Boko Haram, che per l’Unicef utilizzerebbe bambini in almeno un attentato su cinque. L’anno scorso un rapporto riferiva di oltre 300mila bambini al di sotto dei 14 anni indottrinati e utilizzati dai terroristi. Solo in Siria e in Iraq si contano, dal-la seconda metà del 2014, ben 89 attacchi com-piuti da baby kamikaze e moltissimi sono i casi di bambini-soldato.

    Dalle cinque ragazze kamikaze della Nigeria al suicida di sabato scorso a Gaziantep, in Turchia, ecco i principali casi che hanno sconvolto l’opinione pubblica internazionale: 2015 Gennaio – Abu al-Hassan al-Shami, 14enne combattente siriano si fa esplodere nella provincia irachena di Salahuddin. Il 15 marzo Ryan, francese di 12 anni in tuta mimetica, spara a un ostaggio dell’Isis. La foto che lo immortala fa il giro del

    mondo e lui viene riconosciuto dai compagni di scuola di Tolosa. Il 1 ottobre cinque bambine kamikaze firmano l’ennesima strage a Maiduguri, in Nigeria. Sedici persone perdono la vita nell’esplosione avvenuta vicino una moschea e altre 39 restano ferite. La più piccola delle attentatrici ha solo 9 anni. A gennaio un baby kamikaze di Boko Haram si fa esplodere contro una moschea a Nguetchewe, nel nord del Paese, facendo almeno 4 morti e due feriti. Il 4 febbraio la testata Site mostra il video di un ragazzino di 12 anni sgozza un prigioniero e urla: «America, questi sono i soldati che pagate». Il 6 giugno Isa Dare di 4 anni, figlio di un estremista dell’Isis di Londra, aziona il detonate che farà esplodere un auto con tre prigionieri. Il 20 agosto un baby-kamikaze si fa esplodere in un salone durante un ricevimento di matrimonio a Gaziantep, in Turchia, non lontano dal confine con la Siria. Il bilancio è di almeno 54 morti e 66 feriti. Secondo l’Unicef, inoltre, dall’inizio di quest’anno più di 650 bambini sono stati reclutati da gruppi armati in Sud Sudan. Da quando ha avuto inizio, nel dicembre 2013, la crisi del paese si stima che circa 16.000 bambini siano stati «arruolati».

  • dicembre 2016 19IlFattoGiornaliero.it

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    A VENTOTENE RENZI-MERKEL-HOLLANDE PER RECUPERARE L’EUROPA

    E’ il giorno del vertice di Ventotene: Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande si incontreranno nel pomeriggio per por-re le basi per il rilancio dell’Europa post-Brexit. Tre i dossier principali già avviati nel precedente incontro a Berlino: sicurez-za e difesa, crescita e investimenti, giovani. Ma i tre leader discuteranno anche dei temi ‘caldi’ dell’estate: le relazioni Ue-Turchia, il rapporto tra migranti e terrorismo, il fronte libico, la guerra in Siria e, presumi-bilmente, anche la partita per un piano che, anche attraverso la concessione di flessibi-lità sul bilancio, determini un’uscita netta dall’era dell’austerity.

    Renzi in occasione del vertice ricorda che

    ‘è facile buttare addosso all’Europa tutte le colpe, le colpe di tutto. Più difficile è cercare di costruire un’Europa diversa, più attenta ai valori e meno alla grande finanza. Noi ci stiamo provando, con tutta l’energia di cui disponiamo’.L’Europa dei simboli e di un’identità da ritrovare, l’Europa della crescita e non più dell’austerity, l’Europa di una difesa finalmente comune. Sono diversi, complessi e tutti da ultimare gli strati che compongono il vertice di Ventotene.Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande si rivedranno, dopo il trilaterale post-Brexit del 27 giugno, nell’isola simbolo dell’Europa unita con il chiaro obiettivo di portare un’Ue fiaccata su più fronti fuori dallo status quo e provando così ad impostare quel rilancio che sarà al centro del vertice a 27 di settembre a Bratislava Per Renzi, Merkel e Hollande la posta in gioco è altissima, sia a livello europeo sia a livello

  • dicembre 2016 20IlFattoGiornaliero.it

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    nazionale: il premier italiano si avvia ad una nuova partita con Bruxelles sui margini di flessibilità sul deficit/Pil; Hollande punta al raddoppio del piano Juncker sugli investimenti e a rilanciarsi in tempo per le elezioni del 2017; Merkel deve far fronte alle esigenze dei Paesi membri dell’Est e alle spinte populiste interne che la insidiano in vista del turno elettorale del prossimo anno. E poi ci sono i temi comuni, quelli già messi sul tavolo nelle frenetiche ore post-Brexit: sicurezza e difesa, crescita e investimenti, lavoro e giovani. Saranno questi i tre binari sui quali navigherà un vertice che non potrà non toccare le emergenze dell’estate: il rapporto tra migrazione e terrorismo, il fronte libico e quello siriano.“Gli italiani devono essere orgogliosi che in un luogo simbolo di un grande ideale dell’Europa, Merkel e Hollande verranno per rilanciare dal basso l’Unione europea”, sottolinea Renzi parlando in serata ai Caffè della Versiliana e rimarcando come, a partire dalla questione dei migranti, l’Europa “abbia tanto bisogno dei valori dell’Italia”. Per il premier, che oggi può contare sul rinnovato ruolo chiave dato all’Italia in campo europeo, gli obiettivi sono diversi. “Bisogna far ripartire gli investimenti, la parola austerity in Europa ha creato solo danni”, è la netta posizione di Renzi. Una posizione che il premier ribadirà soprattutto alla Bundeskanzlerin – che rivedrà nel bilaterale del 31 agosto – per puntare a ottenere, per il 2017, quella flessibilità sul bilancio che vede proprio Berlino tra le cancellerie più scettiche. E Renzi, allo stesso tempo, chiamerà i suoi interlocutori ad un’accelerazione sul Migration Compact.“Il problema dei migranti è europeo, non italiano”, scandisce il premier mentre il sottosegretario Sandro Gozi spiega: “prima l’Europa sui migranti era muta, ora si tratta di attuare, con coraggio quello che ha detto”. A Ventotene Renzi potrebbe anche avanzare la proposta di un piano straordinario della cultura, svincolato dal patto di stabilità e legato al piano Juncker, che porti a recuperare e valorizzare i luoghi simbolo dell’Ue. Un’iniziativa che – rimarca il ministro della Cultura Dario Franceschini – “colmerebbe un vuoto di anni nelle politiche europee”.

    E se la partita per un ministro europeo delle Finanze (che vede Italia e Francia in un convinto sostegno) appare difficile e di lungo periodo, passi avanti si potrebbero registrare sulla cosiddetta ‘Schengen della Difesa’: con primi esperimenti di battaglioni comuni, una più stretta collaborazione tra le intelligence, la cessione – che ha avuto già l’ok di Strasburgo – di maggiori poteri all’Europol. La carne al fuoco, insomma, è tanta, per un vertice complesso nella sua stessa organizzazione, che vedrà Renzi accogliere Merkel e Hollande a Capodichino alle ore 16, volare con loro in elicottero a Ventotene per omaggiare la tomba di Altiero Spinelli e recarsi quindi sulla nave Garibaldi, flagship dell’operazione Ue ‘Sophia’. Lì terranno una conferenza stampa davanti ai circa 300 giornalisti italiani e stranieri accreditati, prima di intrattenersi a cena. Attorno a loro, quel Mediterraneo che l’Italia vuole parte integrante dell’agenda e della rinnovata visione europea.

    IL PROGRAMMA

    Aeroporto di Capodichino, la tomba di Altiero Spinelli a Ventotene, la portaerei Garibaldi, utilizzata ‘flagship’ dell’operazione Ue ‘Sophia’contro gli scafisti: saranno queste, secondo il programma diffuso dal governo nei giorni scorsi, le tre tappe ‘geografiche’ del trilaterale del 22 agosto tra il premier Matteo Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande. Il capo del governo italiano accoglierà Angela Merkel e Francois Hollande, all’aeroporto di Capodichino a Napoli. L’accoglienza con gli onori militari è prevista rispettivamente alle ore 15.50 e 16.00, circa. Renzi, Hollande e Merkel, a bordo di un elicottero faranno quindi visita a Ventotene e, in particolare, renderanno omaggio alla tomba di uno dei ‘padri’ dell’Europa unita, Altero Spinelli, confinato dal regime fascista sull’isola pontina. Renzi, Merkel e Hollande terranno poi alle ore 18.00 una conferenza stampa sulla Nave Garibaldi della Marina Militare, dove i giornalisti accreditati all’evento saranno imbarcati dal porto di Napoli la mattina di lunedì.

  • dicembre 2016 21IlFattoGiornaliero.it

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    TURCHIA, FUORI 38MILA DETENUTI: “SERVONO CELLE PER I GOLPISTI”

    Via il carcerato, dentro il golpista: è l’ultimo decreto di Ankara, in una Turchia che fa ancora i conti con il golpe. E a fare i conti sono anche le prigioni del paese: trentottomila carcerati verranno rilasciati per fare spazio ai “golpisti”. Con un decreto, il paese si prepara a dare il via libera ai detenuti che si sono distinti per buona condotta e a cui rimangono da scontare due anni o meno.

    Esclusi dal provvedimento i colpevoli di omicidio, violenza domestica, abusi sessuali o crimini contro lo Stato. L’annuncio arriva dal ministro della Giustizia Bekir Bozdag, che conta in questo modo di liberare circa trentottomila posti nelle carceri. “Non è un’amnistia”, ha precisato Bozdag: la detenzione verrà convertita in regime di libertà condizionata.Un provvedimento che fa fronte a una situazione esplosiva: dopo il golpe fallito del 15 luglio, sono state arrestate circa trentacinquemila persone. Già nei mesi precedenti, sotto la guida di Erdogan, la popolazione carceraria turca era notevolmente aumentata. Con

    la repressione del tentato golpe, oltre ai numeri degli arresti – più di trentacinquemila persone, tra le quali anche migliaia di giudici – hanno fatto il giro del mondo anche le foto dei militari arrestati, seminudi, legati. O le foto, circolate anche via tweet, dei giornalisti ammanettati.Oltre alle epurazioni e alla repressione forzata, la Turchia fa i conti con la storia recente anche attraverso la riscrittura dei fatti in salsa pop. E’ un film “contro i golpisti” quello che vedrà come protagonista l’attore Necati Sasmaz, considerato il “James Bond di Turchia”. C’era lui, sul grande schermo, a interpretare l’sagente segreto Polat Alemdar in “Valle dei lupi”. Ora, la casa di prodzione Pana Film scalda i motori delle cineprese per “Valle dei Lupi – il Golpe” e annuncia: “In risposta alle forti richieste dell’opinione pubblica di fare un film o una serie tv sul tentato colpo di Stato, abbiamo deciso di avviare il progetto”. Intanto, i media turchi, tra cui il quotidiano Hurriyet, sostengono che la casa di produzione avesse registrato il dominio “Valle dei Lupi – Colpo di Stato” il 18 maggio, ben due mesi prima del tentato golpe. Qualcuno sapeva del golpe in anticipo? La domanda è diventata virale. Su chi saranno i cattivi del film, invece, la risposta è scontata.

  • dicembre 2016 22IlFattoGiornaliero.it

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    USA-RUSSIA, SI TRATTA PER PACE IN SIRIA E MOSCA ANNUNCIA L’ASSE CON TEHERAN

    MOSCA Russi ed americani sono alla ricerca di un accordo sulla Siria. È questa la conclusione che si desume dalle dichiarazioni del ministro della Dife-sa federale, Serghej Shojgu, sul tentativo di trovare una soluzione alla drammatica situazione in cui ver-sa Aleppo.

    Come denunciato dalle Nazioni Unite a più riprese, la metropoli siriana del nord è sull’orlo del collasso umanitario. La creazione dei corridoi, organizzati per alcune ore al giorno dai governativi per far defluire la popolazione in fuga, non ha avuto finora il successo sperato. Mancano elettricità e acqua in numerosi quartieri della città e circa 700mila persone sono in pratica prigioniere dei combattimenti. Ad Aleppo, ha osservato Peter Maurer presidente della Croce Rossa internazionale, si sta combattendo «uno dei più devastanti conflitti urbani dei tempi moderni. Nessuno è al sicuro».

    I CONTATTI

    Russi ed americani hanno coscienza della tragedia in corso. «Passo dopo passo ci stiamo avvicinando ad un’intesa ha dichiarato il ministro federale -. Mi riferisco esclusivamente ad Aleppo. Questa intesa ci permetterebbe di trovare terreno comune e incominciare a combattere insieme per portate la pace in quelle terre, in modo da far tornare a casa quella gente». Le trattative, stando a Serghej Shojgu, sarebbero «in una fase molto attiva».Ambienti diplomatici statunitensi hanno, però, smorzato l’ottimismo del ministro russo, sostenendo che l’intesa non è vicina. «Non abbiamo nulla da annunciare in questo momento ha affermato la portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Elizabeth Trundeau – ma siamo in stretto contatto» con loro.Da tempo Mosca e Washington discutono su come meglio coordinare i propri sforzi in Siria, ma finora

    i risultati sono stati modesti. Il punto di divergenza maggiore riguarda i gruppi da inserire nella lista nera dei terroristi, quindi da colpire. Le domande essenzialmente sono due. La prima: quale è la vera opposizione non radicale al presidente Assad? La seconda: perché alcuni gruppi presentabili, chiedono i russi, non si ritirano dalle aree controllate dal Fronte Al-Nusra? Sul terreno, in pratica, il caos regna sovrano.Nell’autunno scorso, subito dopo l’inizio dell’intervento aereo di Mosca in Siria, i militari russi ed americani si sono accordati per non pestarsi i piedi vicendevolmente. Quando forze così consistenti operano tanto vicine si rischia sempre l’incidente. Così sono stati definiti i corridoi aerei da utilizzare ed il modo per farsi riconoscere. Ed infatti, subito dopo l’abbattimento del jet federale da parte dell’F16 turco, avvenuto il 24 novembre scorso, Mosca aveva immediatamente alzato la voce contro Ankara, intimandole di non provarci nemmeno con la tesi dell’incidente casuale.

    L’IDEA DI TRUMP

    La possibile intesa per Aleppo significa che forse si potrebbero poi realizzare i piani di pacificazione con la divisione della Siria in una zona sciita (sotto il controllo di Assad, russi ed iraniani) ed in una sunnita (nelle mani dell’opposizione). Insomma la soluzione della tragedia umanitaria nel nord porterebbe con sé un probabile cambiamento politico interno del Paese arabo e geopolitico del Medio Oriente dopo sei anni di guerra.

  • dicembre 2016 23IlFattoGiornaliero.it

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    ARIANNA HUFFINGTON LASCIA LA DIREZIONE DELL’HUFFINGTON POST. GUIDERÀ UNA START UP CHE SI OCCUPA DI SALUTE E BENESSERE

    Arianna Huffington non sarà più il direttore dell’Huffington Post, il sito da lei co-fondato nel 2005, diventato uno dei portali d’informa-zione più letti negli Stati Uniti e presente in al-tri 13 paesi del mondo. La 66enne opinionista e scrittrice si dedicherà a tempo pieno alla sua nuova start up Thrive Global, che si occuperà di promuovere salute e benessere, un tema che la sta appassionando molto, “anzi ossessionan-do”, negli ultimi tempi.

    Il suo ultimo libro, “La rivoluzione del sonno”, cerca infatti di dimostrare come nulla faccia bene alla salute dell’essere umano come dormire 8 ore al giorno, considerato un vero e proprio “lusso” in un’epoca di ritmi lavorativi frenetici .“Pensavo sinceramente che potessi fare entrambe

    le cose, ma quando abbiamo iniziato a costruire Thrive, ho capito che ha davvero bisogno della mia piena attenzione” ha detto in un’intervista. “E’ importante sapere quando una porta si chiude e se ne apre un’altra e sento che questo momento è arrivato”. La giornalista ha dedicato un lungo pensiero ai suoi redattori con un post su Facebook in cui è entrata nel merito della decisione. “Negli ultimi 11 anni Huffington Post è stato il centro della mia vita e sinceramente pensavo che sarebbe stato l’ultima cosa che avrei fatto. Quello che abbiamo fatto insieme ha superato le mie più ampie aspettative. Non avrei mai immaginato quando c’erano solo quattro persone a lavoro a Los Angeles che saremmo cresciuti al punto da diventare il sito di notizie più letto del mondo, con sedici edizioni (ci arriveremo presto) e il vincitore di un premio Pulitzer“.

  • dicembre 2016 24IlFattoGiornaliero.it

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    LA PACE D’ORO DI CAMPRIANI: “HO ODIATO LA CARABINA SHOW”

    L’oro di Niccolò Campriani, l’ingegnere giramondo, nasce da un’ingiustizia, perché «adesso sono felice, ma se ci fate caso questa è la prima vittoria degli ulti-mi tre anni. Gli anni in cui sono arrivato ad odiare lo sport che ho tanto amato».È successo, Niccolò adesso festeggia il titolo di cam-pione olimpico nella specialità carabina 10 metri ba-ciando la sua Petra, compagna di poligono e di vita, ma il trionfo è arrivato dopo la sofferenza, dopo il tra-dimento di uno sport che non voleva arrendersi alla legge del migliore. Si sparava, infatti, nel silenzio rotto solo dai suoi pal-lini perfetti; ora si spara, invece, in una specie di luna park, dove manca solo l’orsetto da centrare. È cambia-to tutto, è cambiato lui. Ma alla fine Niccolò ha vinto, e ha ritrovato la felicità.

    «Sì, io ho odiato – ha detto sorridendo Campriani -, e la cosa peggiore che questa disciplina mi ha dato davvero tanto. Non posso dimenticare che mi è servita per stare vicino a mio padre durante l’adolescenza, quando mi portava alle gare e contavano anche i silenzi al ritorno in auto se le cose non erano andate bene. Ricordi indelebili, che mi sono portato via quando son partito per gli Stati Uniti. Ero ancora giovane, mi restava solo il tiro». Poi, dopo l’argento di Londra 2012, il tradimento: gli hanno chiesto un aiuto per rendere il tiro a segno più spettacolare e poi hanno fatto esattamente il contrario. Una trappola, lo hanno fregato, «e allora sì, ho odiato. E devo chiedere scusa alla mia Petra, non sono stato una persona facile negli ultimi tre anni». Petra Zublasing, compagna di tiro e nella vita, anche lei finita nel frullatore dello sport spettacolo: a Rio le è andata male, ma il bacio a Niccolò è il sollievo di un’esistenza da vivere in due.Ed ecco allora come è andata: Campriani si qualifica primo con tanto di record olimpico per la finale, e una volta sarebbe valso tanto, ma adesso non più perché i primi otto ripartono da zero. Un agguato. La gara diventa ad eliminazione, mentre il pubblico è sollecitato ad esultare e nel sottofondo sparano in questo caso a tutto volume – heavy metal. Mancano solo le

    bamboline, ed invece il premio è l’oro di una vita. Così ad un certo punto Niccolò è fuori dalla zona medaglie, paga un 9.2 quando il massimo è 10.9, ma nel momento in cui c’è da prendere la mira giusta, scatta la molla del campione: «Il pubblico indiano gridava a ogni tiro del suo Bindra, ho dovuto prendere il mio timing su di lui. Prima dovevi solo pensare al bersaglio, adesso devi tenere conto di tutto quello che succede intorno. E non farti condizionare». E allora, tredicesimo colpo: Bindra esita, Niccolò fa 10.3, è il segnale. Campriani comincia la rimonta, sorpassa tutti, quarto, terzo, secondo, resta l’ultimo doppio colpo contro l’ucraino Kulish, l’Ok Corral dell’era moderna. Niccolò non fallisce, 10,6 e 10,7, praticamente a un micron dalla perfezione. È oro, è la vendetta, è la felicità.«È una medaglia internazionale, diciamolo, perché Petra e io abbiamo viaggiato molto – Giappone, Cina, America – rubando segreti e dando in cambio consigli. Ma è una medaglia soprattutto italiana, perché la Federazione mi ha supportato sempre in questo giro del mondo e perché quattro anni fa ho convinto un’azienda che non faceva carabine, la Pardini, ha farne una per me, praticamente è come vincere il mondiale costruttori. Fu una vera follia, e alla prima gara mi sono pure scordato una vite e non riuscivo più a rimontare l’arma. Se penso dove siamo arrivati ora…». All’assoluto, praticamente: «Ci ho messo il cuore, ho superato tutte le mie paure. E sono contento di dividere tutto questo con le persone che mi vogliono bene». Perché adesso, Niccolò, non è più tempo di odiare.

  • dicembre 2016 25IlFattoGiornaliero.it

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    RIO 2016, INNOCENTI E DI FRANCISCA: BRILLA L’ARGENTERIA AZZURRA

    Rio de Janeiro, 11 agosto 2016 – In una giornata, la quinta di questi Giochi di Rio, in cui i pro-nostici vedevano l’Italia possibile protagonista in numerose discipline, gli azzurri riescono a portare a casa appena due medaglie, entrambe di argento, grazie a Marco Innocenti nel double trap e a Elisa Di Francisca nel fioretto femmini-le. Un bottino invero abbastanza magro, ma che porta comunque a 11 il computo delle medagli azzurre: 3 ori, 6 argenti e 2 bronzi.

    INNOCENTI, ARGENTO E RITIRO – La prima medaglia italiana di giornata è arrivata dal double trap grazie a Marco Innocenti. Pratese, 38 anni il prossimo 16 agosto, l’armiere toscano, alla terza partecipazione ai giochi, è finalmente riuscito a conquistare la prima medaglia in carriera. Lo ha fatto qualificandosi alla finale grazie a una semi da protagonista, in cui con 27 centri su 30 è stato secondo solo al kuwaitiano Aldeehani, che a Rio ha gareggiato senza bandiera per la sopsensione del proprio Paese decisa dal Cio. 26 a 24 il risultato di una finale in cui un Innocenzi probabilmente già pago della medaglia conquistata ha sempre inseguito, senza mai riuscire a raggiungere e superare il proprio avversario. La soddisfazione comunque è grande, tanto da spingere Innocenti, nato e cresciuto in una famiglia di tiratori, ad annunciare il proprio ritiro dall’attività agonistica: «Ho dimostrato che con passione e tenacia si può arrivare molto in alto, anche non facendo parte dei gruppi sportivi militari. Questo, però, comporta problemi di tempo, essendo costretto a lavorare per vivere, e di di tipo logistico. Voglio stare più tempo con le mie due bambine, per questo ho deciso di lasciare».

    UN ARGENTO PER L’UNIONE – Non lascia invece Elisa Di Francisca, 33 anni, che dopo

    l’argento conquistato nel fioretto femminile dà già l’appuntamento a Tokyo. C’è una punta di delusione dello sguardo di Elisa, ennesimo prodotto della scuola jesina della scherma, come quella Giovanna Trillini che l’ha incitata e guidata dal primo all’ultimo minuto di questa sua avventura olimpica. Un avventura che si è chiusa con una medaglia di minor valore rispetto a quella conquistata quattro anni fa a Londra e che interrompe la tradizione d’oro del fioretto femminile azzurro, imbattuto alle Olimpiadi da Sidney 2000. A interrompere il filotto azzurro è stata la russa Inna Deriglazova, che ha sconfitto con il risultato di 12-11 la nostra Di Francisca, al termine di una finale fatta di parziali e controparziali: buona partenza per la jesina, che nel secondo terzo di gara ha subito un pesante parziale di 7-0; con la calma che la contraddistingue, l’olimpionica di Londra è riuscita a ricucire lo strappo, portandosi sul 7-7, salvo poi subire nuovamente l’affondo della Deriglazova, in vantaggio 12-9 a 30” dalla conclusione; qui la Di Francisca si è giocata il tutto per tutto, riuscendo però a rimontare solo due delle tre stoccate di vantaggio, consegnando così la medaglia del metallo più prezioso alla propria avversaria. Sul podio delle premiazioni, Elisa è comunque riuscita a conquistare un primato: quello della prima atleta a festeggiare con la bandiera dell’Unione Europea in mano. «L’Europa esiste e dobbiamo farla diventare

  • dicembre 2016 26IlFattoGiornaliero.it

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    sempre più forte ed unita contro il terrorismo – ha spiegato la marghigiana. Ho portato la bandiera europea sul podio per le vittime di Parigi e Bruxelles. Il terrorismo non deve vincere, dobbiamo essere uniti e volerci bene. Non diamola vinta a chi vuole farci chiudere dentro casa».

    GLI ALTRI AZZURRI – Per il resto, la giornata dei nostri atleti è stata davvero negativa. La delusione più grande è arrivata proprio dal fioretto, con Arianna Errigo, numero uno delle classifiche mondiali, fuori agli ottavi per mano della giovane canadese Harvey. «Non sono riuscita a gestire la tensione, sulla pedana non riuscivo a muovermi come volevo, ma la scelta di non affidarmi a un allenatore non c’entra», ha spiegato la 28enne brianzola, che in un momento così difficile non ha dato per certa una sua presenza a Tokyo: «In questo momento è l’ultima cosa a cui voglio pensare, l’età perfetta per vincere ai Giochi era questa». Nessuna soddisfazione nemmeno dalla sciabola maschile, in cui il plurimedagliato olimpico Aldo Montano si è dovuto arrendere al russo Kovalev negli ottavi di finale. «Quando si gareggia con i russi non si è mai tranquilli», ha attaccato l’azzurro,

    alimentando così un generale clima di insofferenza nei confronti degli atleti russi, arrivati ai Giochi con la pesante ombra del doping di squadra. E un altro russo, Evgeny Tishchenko, è stato il carnefice di Clemente Russo, elimanato non senza recriminazioni ai quarti del torneo dei massimi. Praticamente eliminata anche la Nazionale di pallavolo femminile, ancora una volta sconfitta per 3-0, questa volta dall’Olanda. Buon quinto posto, a pochi secondi dalle medaglie, per Elisa Longo Borghini, bronzo nella prova in linea, nella cronometro vinta dalla Armstrong, mentre Giovanni De Gennaro si è dovuto accontentare del settimo posto nella finale del K1. Eliminato anche Galiazzo nelle qualificazioni del tiro con l’arco, pochi minuti prima della conclusione della finale del sincro da 3 metri, chiusa al sesto posto dai nostri Andrea Chiarabini e Giovanni Tocci. Vittoria per 6-5 contro il Montenegro per il Settebello di Sandro Campagna, mentre è stata sconfitta per 2-0 la coppia del beach volley Ranghieri-Carambula, comunque qualificata per gli ottavi. Nella prima serata brasiliana è arrivata la sentenza definitiva del Tas sul caso Schwazer: come era facilmente prevedibile, il marciatore sudtirolese è stato squalificato per 8 anni e dovrà quindi dire addio al proprio sogno olimpico.

  • dicembre 2016 27IlFattoGiornaliero.it

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    LONDRA MENO CARA, L’EFFETTO BREXIT FA FELICI I TURISTI

    Davanti al London Eye c’è la coda. Sembra più lunga del solito. La ruota gira a pieni giri, come l’economia britannica. L’effetto Brexit con lo spauracchio della crisi e del salto nel buio, in questo agosto dell’addio alla Ue, è lontano. I consumi al dettaglio segnano un più 1,8%, la di-soccupazione cala. La sterlina ha perso il 15% del suo valore in due mesi, gli importatori bron-tolano, ma i turisti ringraziano. Andare a Lon-dra per le vacanze è diventato più accessibile. Non che i prezzi siano caduti, ma il cambio, ieri a 0,86 con l’euro, fa felice più di un turista.

    Nel 2015 Londra ha accolto 31,5 milioni di visitatori, di cui quasi 19 milioni stranieri per un giro d’affari di 15 miliardi di sterline, 15% in più rispetto al 2010. Secondo gli esperti, l’attrattiva di un cambio favorevole potrebbe far superare la soglia delle 35 milioni di visite prima del 2020. Nel quartiere multiculturale di Camden, gruppetti di giovani si aggirano tra le bancarelle del famoso mercato locale, a caccia di abiti vintage, prodotti d’artigianato o cibo di strada, come un piatto di fish & chips dal rinomato Poppie’s. Molti hanno affittato casa solo per qualche giorno tramite Airbnb, che prima di Ferragosto ha comunicato di aver avuto un incremento di visite su Londra del 24 per cento dal giorno del referendum di giugno. Davanti al London Eye, la famosa ruota panoramica sul Tamigi, Manuela Da Re e Davide Potenza sorridono. Sono venuti quattro giorni dal Belgio. «Londra è cara, ma il cambio basso aiuta un pochino», dice lei. Sull’altra sponda del fiume c’è coda anche per visitare la Torre di Londra dove sono custoditi i gioielli della corona. Una coppia di turisti spagnoli definisce una «piacevole sorpresa» l’aver trovato i prezzi in euro più bassi di quanto si aspettassero quando hanno prenotato il viaggio, mesi prima della Brexit. «I tassi di cambio più favorevoli ci hanno

    consentito – dicono -, di toglierci qualche sfizio in più, rimanendo nel budget prefissato». A luglio l’associazione dei commercianti del West End, il cuore dello shopping londinese che include Oxford, Regent e Bond street, ha registrato vendite record per 400 milioni di sterline, 4,9% in più che nel 2015. Secondo la New West End Company, gli incassi sono stati spinti proprio dai turisti, con cinesi e americani a farla da padroni, responsabili rispettivamente per il 30 e il 10% di tutti gli acquisti fatti da stranieri «La sterlina bassa ti dà un dieci per cento di margine in più su tutto», commenta Ettore Boscolo, 50enne di Chioggia che a Londra è venuto in vacanza con tutta la famiglia. La moneta britannica ha infatti perso poco più del 10 percento sull’euro dal giorno del voto – quando era quotata a 1,3 e i turisti dall’Eurozona hanno di conseguenza risparmiato. Una visita alla retrospettiva sui Rolling Stones, esposta alla Saatchi Gallery, costava 32 euro quando la mostra aprì i battenti ad aprile, mentre i fan della band britannica oggi possono ammirare i cimeli dei loro idoli per circa 29 euro. Allo stesso modo un giro al museo di Stamford Bridge, casa del Chelsea di Antonio Conte, oggi costa 22 euro, tre in meno di quando il padrone di casa era Hiddink. A perderci sono i turisti inglesi che viaggiano in direzione opposta. Settimana scorsa gli sportelli aeroportuali di alcune agenzie di cambio offrivano solo 99 centesimi di euro per una sterlina.

  • dicembre 2016 28IlFattoGiornaliero.it

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    USA: NUOVI RECORD A WALL STREET

    La Borsa di New York ha aperto la prima se-duta della settimana in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,32%, l’S&P 500 lo 0,28% e il Nasdaq Composite lo 0,56%. I tre indici hanno aggiornato i massimi storici.

    La Federal Reserve di New York ha comunicato che l’indice Empire State Manufacturing (sondaggio mensile tra le aziende manifatturiere dello Stato di New York) sì è attestato in agosto a -4,21 punti contro 0,55 punti di luglio (6 punti in giugno) e attese degli economisti per una lettura a 2,50 punti.L’Housing Market Index elaborato dalla National Association of Home Builders (Nahb) in collaborazione con Wells Fargo è cresciuto in agosto a 60 punti, in ripresa rispetto ai 58 punti di luglio (in giugno la lettura era stata parimenti di 60 punti) e in linea con le attese

    degli economisti.Il petrolio (Wti) ha chiuso in rialzo del 2,81% a 45,74 dollari al barile.Sul fronte societario Twitter +6,76%. Secondo il New York Times, il sito di microblogging avrebbe avviato discussioni per introdurre la propria applicazione sulla piattaforma Apple TV.American International Group (AIG) +0,65%. Il colosso assicurativo è vicino ad un accordo per la cessione delle attività nell’assicurazione ipotecaria a Arch Capital Group per circa 3,4 miliardi di dollari. Lo scrive il Wall Street Journal.Chesapeake Energy +9,66%. Il secondo produttore americano di gas naturale ha annunciato di aver ricevuto un finanziamento da un miliardo di dollari per l’acquisto del proprio debito senior con scadenze comprese tra il 2017 e il 2038.FitBit +4,48%. Il titolo dello specialista dei prodotti per il fitness si è avvantaggiato di voci su una possibile Opa.

  • dicembre 2016 29IlFattoGiornaliero.it

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    estraspa.it

  • dicembre 2016 30IlFattoGiornaliero.it

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    BANCHE E TAGLI, FINO A 50 MILA USCITE IL SINDACATO: PRONTI A TRATTARE

    Non sono 23 mila come si è detto finora ma 28 mila i bancari in uscita attraverso accordi di ristrutturazione aziendale già firmati. Non finirà qui. Sia il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco hanno sollecitato la ristrutturazione del settore. Ora il principale sindacato della categoria, la Fabi, apre a una soluzione che potrebbe portare all’uscita di altri 22-24 bancari. Per un totale di 50-52 mila dipendenti in meno in un settore che occupa a oggi 299 mila persone.

    Risorse mancanti

    Prepensionamenti volontari. Questa la condizione che il sindacato pone per aggiornare al rialzo le intese che riguardano le uscite da qui al 2020. «E dov’è il proble-ma?», si potrebbe obiettare. La legge 59 approvata a maggio di quest’anno ha alzato da 5 a 7 anni il possi-bile anticipo sulla pensione da finanziare con il fondo esuberi. Il fatto è che il fondo esuberi dei bancari è fi-nanziato dalle banche stesse. A oggi le risorse consen-tono in media uscite con un anticipo di tre anni. Da notare: le banche con Abi hanno chiesto a più riprese di sospendere — almeno per qualche tempo — il ver-samento di 200 milioni l’anno che le banche fanno a sostegno degli ammortizzatori sociali degli altri setto-ri. Il ragionamento è: la fase è critica, non chiediamo soldi allo Stato ma almeno evitateci contributi di soli-darietà che ora non ci possiamo permettere. Gli emen-damenti che dovevano inserire questa «sospensione» nella legge 59 non sono passati.

    Cambio di passo

    Dal canto suo la Fabi aveva sempre storto il naso da-vanti a questa soluzione. «Quello che non vogliamo sono i licenziamenti e l’indennità di disoccupazione — chiarisce le motivazioni del cambio di passo Lando Maria Sileoni, leader della Fabi —. Di fronte a rassicu-razioni su questo punto e a una chiara scelta di campo a favore dei prepensionamenti volontari potremmo accettare un maggior numero di uscite concordate».

    Ed ecco qui da dove nasce la possibilità di altri 22-24 bancari in pensione da qui al 2020 da aggiungere ai 28 mila che hanno già concordato l’uscita.

    L’incontro a settembre

    Certo non è tutto facile. Primo: a mettersi di traverso potrebbero essere proprio le confederazioni. Cgil, Cisl e Uil vedrebbero venire meno 600 milioni in tre anni per gli ammortizzatori sociali. E poi c’è il governo che si trova a gestire la coperta cortissima delle risorse. I confederali lamentano l’insufficienza dei fondi per la flessibilità sull’uscita in pensione. E nel caso dell’A-pe si parla di tre anni di anticipo che in pratica il la-voratore si autofinanzierebbe. I bancari con il «rab-bocco» del fondo esuberi potrebbero uscire anche con sette anni di anticipo. «Trovo disdicevole che si inciti al taglio di posti di lavoro da parte di politici che dovrebbero crearla, l’occupazione», contesta Si-leoni. Certo il problema del fondo esuberi dei banca-ri è anche un’altro come fa notare il segretario della First Cisl, Giulio Romani: «Gli istituti non possono scaglionare negli anni le risorse necessarie a finan-ziare gli esodi». Insieme alla First Cisl anche Massi-mo Masi dei bancari della Uil resta convinto che «gli ammortizzatori non bastano, il settore deve tornare a crescere». Di tutto questo sindacati e comitato sin-dacale Abi parleranno in un incontro in calendario a settembre.

  • dicembre 2016 31IlFattoGiornaliero.it

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    RENZI: “LETTERA UE A NOI? VEDREMO, MA MANOVRA NON CAMBIA”

    Non ci sarà alcun bilaterale con il presiden-te della Commissione Jean Claude Juncker sulla manovra a margine del vertice euro-peo. Il premier: “se l’Ue avrà osservazioni da fare ascolteremo, ma questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi dieci anni”.

    “La manovra non cambia, anche se dovessero arrivare rilievi dall’Ue. Lo dice il premier Matteo Renzi a Rtl 102.5. Sono pronte le osservazioni dell’Ue sulla manovra? “Non ne abbiamo parlato. Però il tema non cambia assolutamente niente. Potranno scrivere, come si fa sempre – ha detto – una lettera per chiedere maggiori spiegazioni”. “La legge di bilancio non si cambia: se l’Ue avrà osservazioni da fare ascolteremo ma questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi dieci anni: gli sforzi li stiamo facendo e vogliamo dare un segnale ai cittadini non alle tecnocrazie di Bruxelles”, aggiunge. “La sostanza della manovra non cambia. La manovra dà due miliardi in più alla sanità, e questi non sono né di destra né di sinistra. La manovra parla di questioni concrete – ha detto – e questo non cambierà per niente. E quante volte abbiamo parlato di Equitalia, non solo Equitalia, ma della filosofia che c’era dietro: ecco questo dal 2017 finalmente sparisce. Insomma la legge di bilancio c’è. Non si cambia”.Intanto nella notte il premier ha fatto sapere che non avrà un bilaterale con il presidente Jean Claude Juncker sulla manovra a margine del vertice europeo. Al termine della prima giornata, rispondendo ai giornalisti che chiedevano conferma di un incontro ipotizzato per quella che appariva essere la missione più importante a Bruxelles, dopo la

    visita a Washington, Renzi ha detto di aver “visto durante la riunione” il presidente della Commissione. Ma, ha puntualizzato, “non c’è un bilaterale, non è previsto e non ci sarà. Trovo però molto importante – ha sottolineato – che sia stato approvato quel testo venuto dalla proposta italiana in base il quale si deve riconoscere lo sforzo di quei governi che stanno subendo di più l’immigrazione. E quindi mi pare che sia un bel passo in avanti”.La manovra appena varata ha però già sollevato i dubbi di Bruxelles.Senza una svolta entro il fine settimana, già lunedì l’Italia potrebbe vedersi recapitare il primo avvertimento della Commissione. Ma il presidente del Consiglio, parlando nel pomeriggio con gli eurodeputati Pd, ha rivendicato che ora l’Europa deve prendere una nuova direzione e deve essere la famiglia progressista a guidarla. Ai ‘dem’ ha riferito della visita alla Casa Bianca. Lasciando il summit ha ribadito di “condividere tutte le parole di Obama”, soprattutto sul fatto che “dobbiamo insistere sulla crescita e non sull’austerity, su un modello di mondo fondato sul coraggio e non sulla paura”.

    RENZI AL VERTICE DOPO INCONTRO

  • dicembre 2016 32IlFattoGiornaliero.it

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    CON EUROPARLMENTARI

    – Dopo aver partecipato alla riunione degli europarlamentari Pd, il premier Matteo Renzi è arrivato ieri al vertice Ue e, al suo ingresso, non ha rilasciato dichiarazioni. Nell’incontro con la delegazione di europarlamentari del Pd prima del vertice europeo il premier Renzi ha detto che le condizioni dell’Europa sono la maggiore preoccupazione nel mondo, preoccupazione che condividerebbe. Ed ha raccontato che dopo la Brexit era convinto che l’uscita della Gran Bretagna sarebbe stata un’occasione di rilancio, mentre invece c’è stata una marcia indietro tra l’incontro di Ventotene, che aveva fatto pensare ad un rilancio, ed il fallimento del vertice informale di Bratislava. Lo riferiscono alcuni dei partecipanti all’incontro.Al centro del consiglio Ue Brexit, migranti, economia e situazione internazionale a partire dalla crisi siriana sono al centro del vertice del Consiglio Ue a Bruxelles.

    IL ‘BENVENUTO’ ALLA MAY

    – “Finché la Gran Bretagna non è uscita, la Gran Bretagna è nell’Unione europea” ma “l’ho detto molto chiaramente: la signora May vuole un Brexit duro? I negoziati saranno duri”, ha vvertito il presidente francese Francois Hollande al suo arrivo al vertice Ue, dove partecipa per la prima volta dopo la Brexit la premier britannica Theresa May. “Spero che” la premier britannica Theresa May “realizzi che l’Ue è ancora la migliore società del mondo”, ha detto anche il presidente Ue Donald Tusk al suo arrivo al Justus Lipsius. “Non è vero – ha aggiunto – che entra nella gabbia dei leoni”, come hanno scritto alcuni media. Il Consiglio europeo, ha scherzato Tusk, “è più un nido di colombe, sarà assolutamente al sicuro con noi”. Tusk ha quindi confermato che “non discuteremo dei negoziati futuri, ma su richiesta della May ci sarà solo una breve nota informativa, dobbiamo aspettare la decisione formale sull’articolo 50”.

  • dicembre 2016 33IlFattoGiornaliero.it

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    IL TITOLO VOLA IN BORSA. CDA MONTE DEI PASCHI DI SIENA: SÌ UNANIME AL PIANO INDUSTRIALE

    Previsti tagli del personale per 2.600 dipen-denti; chiusura di 500 filiali. Così il costo del personale scenderà del 9%. Vola il titolo in Borsa.

    “Il nuovo piano industriale di Mps «si focalizzerà su una maggiore efficienza mediante la riduzione di circa 2.600» dipendenti, lo spostamento sempre maggiore dei restanti dipendenti alle attività commerciali e la chiusura di circa 500 filiali. «Il costo del personale – viene spiegato in una nota- scenderà di circa il 9% a 1,5 miliardi di euro nel 2019 da circa 1,6 miliardi di euro del 2016» e la riduzione avverrà mediante un turnover naturale e l’attivazione del fondo di solidarietà. Il nuovo piano “firmato” da Marco Morelli e approvato ieri dal cda prevede un utile netto di 1,1 miliardi di euro al 2019, con ricavi a 4,5 miliardi, costi operativi a 2,46 miliardi e un utile operativo di 1,5 miliardi. Il modello operativo, si legge in una nota, sarà rinnovato e punta a un forte focus sull’efficienza, con un rapporto cost/income pari al 55% nel 2019 e allocazione alle attività commerciali di una maggiore percentuale di dipendenti che passa dall’attuale 62 al 71 per cento. Nuovo modello organizzativo

    Mps avrà un nuovo modello organizzativo che «velocizza i processi decisionali e riduce il numero dei riporti diretti dell’amministratore delegato consentendogli di focalizzarsi sulla definizione delle strategie e sulla gestione dei rischi».Nella riorganizzazione, si legge in una nota, «l’attuale direttore finanziario Arturo Betunio cesserà dal servizio a far data dal 25 novembre prossimo (fino a tale data mantiene l’incarico di Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari).

    Aumento di capitale, rafforzamento di patrimonio e liquidità

    L’operazione di salvataggio di Mps, che prevede anche un aumento di capitale fino a 5 miliardi, è «senza precedenti per struttura e dimensione nel mercato italiano», scrive la banca nel comunicato, spiegando che l’operazione «dovrebbe permettere di potersi nuovamente posizionare, con maggiore forza, tra gli istituti leader del sistema bancario italiano, con una situazione patrimoniale solida, un ridotto profilo di rischio, una qualità del credito significativamente migliorata ed un rinnovato potenziale di crescita della redditività a beneficio di tutti gli stakeholders».Uno dei quattro “pilastri” del nuovo piano industriale di Mps è la «rafforzata posizione patrimoniale e di liquidità». L’operazione prevede anche il «deconsolidamento dal bilancio di 27,6 miliardi di crediti in sofferenza», attraverso la cessione ad un veicolo di cartolarizzazione ad un prezzo pari a circa 9,1 miliardi (ovvero il 33%) e contestuale assegnazione delle junior notes agli attuali azionisti di Bmps. Quaestio Capital Management, per conto del fondo Atlante, sottoscriverà le junior mezzanine notes per un importo pari a circa 1,6 miliardi. “

  • dicembre 2016 34IlFattoGiornaliero.it

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    TIME WARNER E AT&T, FUSIONE STRATEGICA DA 108 MILIARDI

    L’azienda di telecomunicazioni americana AT&T ha annunciato di aver trovato un ac-cordo per comprare il gruppo Time Warner, gruppo di cui fanno parte CNN, HBO, Car-toon Network e gli studi Warner Bros. Dopo che il dipartimento di Giustizia sta-tunitense avrà dato il via libera, Time War-ner sarà acquisita per 85,4 miliardi di dol-lari, che pagherà con un misto di contanti e azioni; in totale però l’operazione ammonta a 108,7 miliardi di dollari, dato che AT&T dovrà ripagare anche i debiti di Time War-ner. AT&T è la prima azienda di telecomu-nicazioni per fatturato al mondo.

    “At&t e Time Warner hanno raggiunto un accordo: la prima acquisirà la seconda per 85,4 miliardi di dollari, ma il valore dell’accordo sale a 108,7 miliardi se si considera il debito. I consigli di amministrazione delle due società hanno dato il via libera all’operazione, che dovrà ora essere esaminata dal Dipartimento di Giustizia. «È l’unione perfetta che può tradursi in un nuovo approccio su come può funzionare l’industria dei media e delle telecomunicazioni » ha commentato il numero uno di At&t Randall Stephenson, indicato come l’uomo che guiderà il gruppo anche dopo la fusione. Il nuovo approccio è presto detto: una compagnia telefonica ingloba un gigante dei contenuti, con marchi del calibro di Hbo, Cnn e Warner Bros. Nel settore sono alle porte altre intese come quella tra Google e Cbs, che presto lanceranno una tv su Youtube. Apple sta alla finestra, dopo i contatti con Time Warner dei mesi scorsi. A Wall Street la sensazione che si fosse vicini a un’intesa

    aveva mosso le quotazioni già venerdì: Time Warner aveva strappato dell’11%, mentre At&t aveva accusato una flessione di oltre 3 punti.

    La battaglia per i contenuti

    Mettendo le mani sui contenuti di Time Warner, At&t si rafforza nei confronti dei rivali Sprint e Verizon e dispone anche delle armi necessarie per fronteggiare i protagonisti della tv streaming come Netflix e Hulu (di quest’ultima, tra l’altro, Tw ha acquisito di recente il 10%). Time Warner era giudicata l’obiettivo ideale di un’operazione del genere anche perché non ha un grande azionista con il controllo effettivo della società. Si combatte solo col mercato, dove i dollari sono dollari e le chiacchiere stanno a zero.

    I dubbi sulla concorrenza

    Dopo l’annuncio la parola passerà al Dipartimento di Giustizia Usa. Un esame che non sarà facile nel pieno della campagna elettorale. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump, lo conferma: «la mia amministrazione non approverebbe l’accordo. Così come non doveva essere approvato quello fra Comcast e NBCUniversal. Intese

  • dicembre 2016 35IlFattoGiornaliero.it

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  • dicembre 2016 36IlFattoGiornaliero.it

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    come queste minacciano la democrazia». D’altra parte le autorità hanno fatto saltare la fusione tra Comcast e la stessa Time Warner, per il rischio di eccessiva concentrazione sul mercato dei contenuti.

    I dettagli dell’offerta

    At&t pagherà 107,5 dollari per azione, metà in contanti e metà in titoli, e per finanziare l’operazione ha ottenuto un prestito ponte da 40 miliardi da JPMorgan e Bank of America. Conclusa l’operazione, gli azionisti di Time Warner avranno il 14,4-15,7% di At&t. «È un gran giorno per i nostri azionisti», mette in evidenza il numero uno di Time Warner, Jeff Bewkes. La cifra ottenuta è superiore alle attese di Time Warner che, incluso il debito, chiedeva 100 miliardi di dollari.

    Il tentativo del 2000

    L’accordo rappresenta la maggiore operazione nel settore delle telecomunicazioni e dei

    media dall’acquisizione nel 2011 di NBC Universal da parte di Comcast. Time Warner ha una capitalizzazione di mercato di 71 miliardi, At&t ne vale 231,7. Per Time Warner l’idea di convolare a nozze con un’azienda tecnologica non è una novità: nel 2000 ci aveva provato con la fusione da 164 miliardi con AOL, rimasta nella storia come l’accordo peggiore mai tentato dalla società.

    L’avance di Murdoch

    Da allora Time Warner ha ridotto le sue dimensioni e si è reinventata. Due anni fa Rupert Murdoch aveva messo sul piatto un’offerta che la valutava 75 miliardi. Un prezzo che Time Warner, pur dicendosi già allora disponibile a mettersi in vendita, non aveva ritenuto adeguato. Resta un incognita: avendo in cassa appena 7,2 miliardi di dollari At&t non dispone, al momento, dei fondi necessari per l’operazione. Il debito è già a 120 miliardi, l’assegno per chiudere con Tw lo porterebbe alla cifra monstre di 200 miliardi di dollari.

  • dicembre 2016 37IlFattoGiornaliero.it

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    ‘ITALIANI RAPITI DA AL QAIDA’. PINOTTI, SAREBBERO CRIMINALI COMUNI LA MANO OPERATIVA

    I due italiani rapiti “lavorano per conto di una so-cietà italiana di manutenzione dell’aeroporto di Ghat, la Con.I.Cos” di Mondovì (Cuneo). Secondo il sito, insieme agli italiani è stato rapito anche un canadese, anche lui dipendente della stessa società.

    “Nel caos libico si rincorrono voci ed ipotesi sul sequestro dei tre tecnici della Con.I.Cos. a Ghat. Mentre intelligence e diplomazia sono al lavoro in silenzio per risolvere il caso e non risultano per ora rivendicazioni o contatti con i rapitori, a parlare – scrive il portale Alwasat – è il colonnello Ahmed al Mismari, portavoce delle forze armate libiche legate a Khalifa Haftar: “i due italiani sono stati sequestrati da una banda criminale e dietro c’è l’impronta di al Qaida”. Da chi segue il caso non arriva alcuna conferma. Ed anche Hassan Osman Eissa, del Consiglio municipale di Ghat, dopo aver riferito che il Governo di Tripoli non si è messo in contatto con le autorità locali, fa sapere all’Ap che si tratta di “notizie senza fondamento. Le informazioni iniziali indicano che i rapitori sono un gruppo locale di fuorilegge”. La pista è dunque sempre quella di una banda di criminali comuni slegata dai jihadisti di al Qaida e del Califfato. “A noi – ha spiegato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni – non risulta che dietro al rapimento dei nostri due connazionali in Libia ci sia al Qaida. In questo momento non siamo in grado di confermare o smentire affermazioni di questo genere”. Sulla stessa linea il ministro della Difesa, Roberta Pinotti: “Le fonti libiche hanno parlato di criminalità comune. Detto ciò, quello che possiamo fare in questi casi è lavorare con il massimo riserbo”. Un lavoro reso non certo facile dalla situazione in cui versa il Paese africano, dilaniato dallo scontro tra il governo di unità nazionale di Tripoli, sostenuto dall’Onu ed il Parlamento di Tobruk, dietro cui c’è proprio il generale ex gheddafiano Khalifa Haftar. Il Fezzan, l’area in cui è avvenuto il sequestro di Bruno Cacace, Danilo Calonego e del collega canadese, è

    lontano – non solo geograficamente – sia da Tripoli che da Tobruk. Un territorio desertico dominato da tribù tuareg e da trafficanti di ogni genere, privo di strutture statali. E dunque le parole attribuite al portavoce di Haftar possono segnalare il tentativo del generale di far pesare la sua autorità presso l’Occidente schierato col premier Serraj. In assenza di enti governativi ufficiali, nella zona di Ghat l’uomo forte è il sindaco Komani Mohamed Saleh, che fin dall’inizio sembra avere preso in mano la vicenda dei rapiti accreditandosi come interlocutore degli 007 italiani – un team guidato da un vicedirettore dell’Aise – inviati sul posto. Le indagini sembrano essere concentrate sugli uomini che hanno garantito la sicurezza ai dipendenti dell’azienda italiana impegnati in lavori all’aeroporto conclusi proprio il giorno del sequestro. Qualcuno della scorta – tre autisti e quattro militari, tutti armati – potrebbe aver ‘venduto’ gli occidentali ad un gruppo criminale che ha agito a colpo sicuro ed è intenzionato a chiedere un riscatto. Si sta cercando