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LA STANZA DI IACOPO 6 NOVEMBRE 2018 14:14 di Iacopo Melio

Sara e la tricotillomania: “Mi sonostrappata tutti i peli, ma sono tornataa sorridere”“Ho deciso di insegnare l’arte del sapersi valorizzarealle donne senza peli per permettere loro di ritrovareun’immagine di se stesse che le faccia sentire aproprio agio davanti allo specchio e ri�esse negliocchi di chi le guarda. Cerco di trasformare untrauma nella riscoperta di come possiamo divertircicon il nostro corpo.”.

Sara Meucci riceve una richiesta d’aiuto tra i “direct” di Instagram: ècosì che nasce il suo viaggio come consulente d'immagine per donnesenza peli. Ma soprattutto è così che Sara capisce di aver sconfitto la

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Iacopo Melio

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vergogna derivata dal suo disturbo ossessivo compulsivo, trovandoforza e determinazione per ribaltare le sue ferite e aiutare altre donne.

“Sono affetta da un disturbo chiamato tricotillomania”, è così che sipresenta la bellissima Sara, in arte Mrs. Swirl, che oggi ha 28 anni e sidiverte con parrucche e trucco per reinventare ogni giornoquell’immagine di sé che un tempo l’ha fatta soffrire, mentre oggi larende fiera per aver saputo trasformare il dolore in gioco.

“Nella solitudine del mio dolore, non mi ero mai accorta di avere accanto altrettantepersone che stavano percorrendo i miei stessi passi, vivendo la mia vita, le mie stesseesperienze e superando poco alla volte le mie stesse paure. La mia esperienza,insieme al mio naturale estro creativo e all'aver lavorato sia su me stessa che nellamoda per molti anni, mi hanno sostenuta nella decisione di diventare consulented'immagine per donne senza peli.”

Tricotillomania, ecco cosa è il disturbo di chi si strappa i capelli e poi li mangia154660 72 Pubblicato da SimonaBerterame

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Che cos’è la tricotillomania? È un bisogno compulsivo di strappare ipropri peli fino a causare la calvizie, ed è così che Sara ha iniziato:aveva undici anni quando ha strappato le prime ciglia, poi lesopracciglia e in fine i capelli. Una pratica per lei piacevole e rilassante,che però con il tempo ha compromesso il suo aspetto, portandola allascelta di radersi completamente. In quanto disturbo mentale ecomportamentale, è spesso cronico ma non impossibile da curareseppur richieda notevole impegno:

“Personalmente, dopo anni di terapia nella quale ho sostenuto la mia crescita, sonoriuscita a fare un percorso di riconoscimento della mia bellezza soprattuttoattraverso la fotografia, che mi ha permesso di mettermi a nudo, letteralmente, davantiad uno specchio diverso da quello che ho sempre visto io riflesso nei miei occhi. Èstata una grande sfida ed anche una delle soddisfazioni più grandi imparare adaccettarsi guardando una foto di sé, non per come ti vedi tu ma per come ti vede unestraneo.”

Sara mi racconta di come il vero cambio di prospettiva sia avvenuto adodici anni, dopo aver rifiutato i farmaci. Prima di andare in terapia,sistemando la bandana per la testa, ha deciso di fronte al suo specchio

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di lasciar perdere e uscire scoperta. Ha capito che quei canoni che lasocietà ci impone non andavano assecondati, bensì riscritti attraversoaccessori come cappelli, parrucche, ciglia finte e trucco. Non senzaattirare sguardi incuriositi, divertiti o talvolta preoccupati dellepersone che associano il suo esser glabra ad una malattia e non certoad una rinascita.

“Ho deciso di insegnare l'arte del sapersi valorizzare alle donne senza peli perpermettere loro di ritrovare un'immagine di se stesse che le faccia sentire a proprioagio davanti allo specchio e riflesse negli occhi di chi le guarda. Non sto ad enumerarele decine di ripercussioni che ha la perdita dei capelli e dei peli in volto per unadonna nella nostra società. Cerco di trasformare un trauma nella riscoperta di comepossiamo divertirci con il nostro corpo, con i colori, con la capacità di mettere in mostrale cose che ci piacciono di noi stessi ed andarne fieri.”

Per questo motivo nasce “The Bold Girls”, le ragazze sfacciate, conrelativo sito web e canali social, Instagram compreso: un insieme diguide specifiche su make-up e styling, affiancati da videochiamate digruppo dove le donne possono confrontarsi e parlare con Sara. Prima disalutarci, però, ho ancora qualche domanda per Sara…

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Cara Sara, ti ho conosciuta perché il tuo fidanzato, Simone, è unmio amico di vecchia data. Nelle relazioni sentimentali quando e inche modo scegli di affrontare la questione? È mai stato unostacolo, un qualcosa che ti ha messo a disagio? E se sì, qualipensieri "negativi" hai avuto?

"Avere qualcosa di cui si ha vergogna presenta sempre un enormedisagio nei confronti di una potenziale relazione. Mi sono chiestasempre: ‘qual è il momento giusto per rivelare qualcosa di strettamenteintimo di noi stessi? Mi accetterà? Vorrà comunque continuare ad uscirecon me? Cosa penserà di me? Sono abbastanza?' Solo dopo aver esposto il mio problema in superficie ho iniziato abeneficiare di una certa calma nei confronti di queste domande.Inizialmente ero convinta che se non lo vedevo io, anche l'altro nonavrebbe notato il problema e quindi lo nascondevo così bene da farlorisultare inesistente anche ai miei occhi, ma… Me la sono vissutamalissimo! Tutte le volte che una mano si avvicinava alla mia faccia eroletteralmente terrorizzata che mi toccassero le sopracciglia o la testa.Vivevo con l'ansia che la bandana mi si sfilasse o che si spostasse erendesse visibile la condizione disastrosa dei pelucchi che mi eranorimasti. Non facevo la doccia insieme a lui perché mi si sarebbecancellata la faccia. Portavo sempre appresso una matita per ritoccarmiin caso di necessità. Se dormivamo insieme mi svegliavo al mattinoprima dell'alba per risistemarmi e sgattaiolavo in bagno ricostruendotutto da capo. Mi bruciavano gli occhi perché la matita nera tenutadurante la notte mi irritava le pupille… Ma non importava. E sono finitacon l'avere due ferite simmetriche, ora cicatrici, costantemente apertesulla parte alta dell'orecchio perché ci passava sopra la cucitura dellabandana che era legata così stretta da segarmi la cartilagine. Nel sessoera impossibile rilassarsi, tutto quel movimento non faceva altro chespostarmi l'ambaradan che avevo in testa a destra e sinistra, non mi sipoteva toccare la faccia e figurati se stavo a pensare al piacerepersonale! A volte non vedevo l'ora che finisse… e poi l'argomento eraassolutamente off-limits: appena si pronunciavano domande a riguardomi si chiudeva la gola e non riuscivo a fare a meno di scoppiare inlacrime. Mi sentivo un mostro eppure non riuscivo a smettere distrappare i peli alla prima buona occasione di stress da risolvere. Insomma, negli anni dell'adolescenza io non gliel'ho mai detto per bene,ho sempre lasciato che la questione mi divorasse e che l'altra personase ne facesse una ragione da sola. Dopo che sono uscita allo scoperto,non c'è stato bisogno di spiegare molto. Mi hanno vista senza peli e mihanno semplicemente chiesto a cosa fosse dovuto e gli ho spiegatodella questione: non vedendomi più come un mostro, non avevo motivodi credere che l'altra persona potesse vedermi come tale. Con Simone è stato così, lui non si è fatto problemi e nemmeno io mene sono fatti. Anche se non ti nascondo che la mia testa rimane unaparte di me che è suscettibile e deve essere avvicinata con cura e maialla sprovvista, proprio perché non sono abituata al contatto frequente:Simo mi coccola la testa e mi chiama la sua nocciolina (per evidentisomiglianze!). Questo è quello che dovrebbe succedere in una relazione: giochiamo eci prendiamo cura l'uno delle particolarità dell'altro, accettandosi percome siamo e spronandoci a migliorare e fare di più, insieme. Sepossiamo essere lo specchio che insegna alla persona che amiamo ad

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amare se stessa, perché non usare questo potere? Qualsiasi relazioneche non si fonda su questa base, non è degna di essere chiamata tale."

E invece ci sono stati dei momenti imbarazzanti o delle gaffe chequalche ragazzo ha fatto durante un appuntamento?

"Sì. Ma ne ho fatte di peggiori sicuramente io, perché a volte vivo fra lenuvole e dico cose inopportune… Però posso dare un consiglio a chi sitrova in questa situazione: fai domande perché sei curioso di conoscerela persona che hai davanti, non perché vuoi soddisfare una tua curiositàpersonale. Tutto ciò che dirai sarà sicuramente preso nel migliore deimodi."

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Salutiamoci con un tuo consiglio verso la Sara di ieri, dodicenne, ea tutte le ragazzine che non riescono ad aprirsi agli altri perché sisentono diverse.

"Io mi sono sentita tanto sola nella mia condizione quando ero unaragazzina e non c'erano tutti i mezzi di comunicazione che abbiamooggi, che invece possono essere la chiave per capire che non si è MAIe dico MAI soli al mondo a dover sostenere un peso che ci opprime.Qualsiasi sia il tuo piccolo o grande segreto, esiste almeno una personache sa di cosa stai parlando. Esiste un posto, esiste un gruppo al qualeappartieni perché semplicemente siete nati sotto la stessa stella e il tuoobiettivo è viaggiare per mare e per monti, parlare con tutte le personedelle quali incontrerai per caso lo sguardo, leggere tutte le parole che ticapiteranno sott'occhio, toccare tutte le cose che non conosci e scoprirea cosa servono, ascoltare la musica di chi ha vissuto prima di te, ballareuna danza sconosciuta, farti guidare da profumi che ti incuriosiscono ecombattere perché tu non smetta mai e poi mai di farti sorprendere daquello che il mondo ti fa vedere. Sono sicura che mentre percorri questo cammino, troverai più rispostedelle domande che adesso hai in testa."