A Pisa la festa dell’agricoltura€¦ · 21,10: Incontro a Riglione con i Consigli pa-storali e...

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A Pisa la festa dell’agricoltura NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI PISA Redazione: Piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa tel: 050 565543 fax: 050 565544 Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983 [email protected] 18 novembre 2018 DI ANDREA BERNARDINI prodotti della terra, icona della biodiversità - tanto declamata nel messaggio dei vescovi italiani - e presentati a migliaia di consumatori dai coldiretti toscani, riuniti in 32 stand gialloverdi che hanno dato colore a via Duomo. I dieci trattori, parcheggiati a ridosso del prato dei Miracoli e i loro autisti, che a fine mattina hanno ricevuto una speciale benedizione. La celebrazione eucaristica ospitata nella cattedrale di santa Maria Assunta - che papa Gelasio aveva consacrato il 26 settembre di 9 secoli fa - valorizzata dalle luci utili alla diretta televisiva andata in onda su Rai Uno all’interno del format A sua immagine. L’incontro e lo scambio di esperienze dei «quadri» dirigenti di Coldiretti, Acli Terra, Feder-Agri (ente di servizio di Mcl), Fai e Ugc Cisl ritrovatisi sabato mattina alla Camera di Commercio per meditare sul messaggio scritto dai vescovi italiani per questa occasione («Secondo la propria specie, Gen 1,12: per la diversità, contro la disuguaglianza»), per poi trasferirsi, al pomeriggio, in piazza Duomo per partecipare ad un pellegrinaggio di fede attraverso il Battistero, il Duomo e il Camposanto monumentale. Questo e molto altro resterà a lungo nella mente e nel cuore di chi - nello scorso week-end - ha partecipato, a Pisa, alla 68ª Giornata nazionale del ringraziamento. Centinaia di persone - tra imprenditori agricoli, coldiretti, braccianti, salariati delle aziende agricole di tutta Italia - hanno accolto l’invito dell’ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace a partecipare a questo evento. «In questa Eucaristia, solennemente e a nome di tutta la nostra nazione, oggi diciamo grazie a Dio per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo» ha ricordato nella sua omelia l’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto che ha presieduto la concelebrazione eucaristica, animata dalla cappella musicale del Duomo. Servizi da pagina II a pagina V Nelle foto della pagina (dall’alto verso il basso): l’arcivescovo di Pisa mentre benedice i mezzi agricoli; l’incontro tra l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto ed il neopresidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini (al suo fianco il presidente regionale Fabrizio Filippi); due produttrici espongono i loro prodotti nello stand di «Campagna Amica»; la presentazione, al centro i Cappuccini, dell’agenda «Fai bella l’Italia»; il direttore di Coldiretti Pisa Francesco Ciarrocchi tra i trattori parcheggiati sotto la torre campanaria; i partecipanti al convegno di sabato mattina dedicato al messaggio della commissione episcopale per la Giornata del ringraziamento I

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A Pisa la festa dell’agricoltura

NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI PISA

Redazione: Piazza Arcivescovado 1856126 Pisatel: 050 565543fax: 050 565544

Notiziario localeDirettore responsabileAndrea Fagioli

Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983

[email protected]

18 novembre 2018

DI ANDREA BERNARDINI

prodotti della terra, icona della biodiversità -tanto declamata nel messaggio dei vescoviitaliani - e presentati a migliaia diconsumatori dai coldiretti toscani, riuniti in

32 stand gialloverdi che hanno dato colore a viaDuomo. I dieci trattori, parcheggiati a ridossodel prato dei Miracoli e i loro autisti, che a finemattina hanno ricevuto una specialebenedizione. La celebrazione eucaristica ospitatanella cattedrale di santa Maria Assunta - chepapa Gelasio aveva consacrato il 26 settembre di9 secoli fa - valorizzata dalle luci utili alla direttatelevisiva andata in onda su Rai Uno all’internodel format A sua immagine. L’incontro e loscambio di esperienze dei «quadri» dirigenti diColdiretti, Acli Terra, Feder-Agri (ente di serviziodi Mcl), Fai e Ugc Cisl ritrovatisi sabato mattinaalla Camera di Commercio per meditare sulmessaggio scritto dai vescovi italiani per questaoccasione («Secondo la propria specie, Gen1,12: per la diversità, contro la disuguaglianza»),per poi trasferirsi, al pomeriggio, in piazzaDuomo per partecipare ad un pellegrinaggio difede attraverso il Battistero, il Duomo e il Camposantomonumentale. Questo e molto altro resterà a lungo nella mente e nelcuore di chi - nello scorso week-end - ha partecipato, a Pisa, alla 68ªGiornata nazionale del ringraziamento. Centinaia di persone - traimprenditori agricoli, coldiretti, braccianti, salariati delle aziendeagricole di tutta Italia - hanno accolto l’invito dell’ufficio nazionaleCei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace apartecipare a questo evento. «In questa Eucaristia, solennemente e a nome di tutta la nostranazione, oggi diciamo grazie a Dio per i frutti della terra e del lavorodell’uomo» ha ricordato nella sua omelia l’arcivescovo di PisaGiovanni Paolo Benotto che ha presieduto la concelebrazioneeucaristica, animata dalla cappella musicale del Duomo.

Servizi da pagina II a pagina V

Nelle foto della pagina (dall’alto verso il basso): l’arcivescovo di Pisamentre benedice i mezzi agricoli; l’incontro tra l’arcivescovo Giovanni

Paolo Benotto ed il neopresidente nazionale di Coldiretti EttorePrandini (al suo fianco il presidente regionale Fabrizio Filippi); due

produttrici espongono i loro prodotti nello stand di «CampagnaAmica»; la presentazione, al centro i Cappuccini, dell’agenda «Fai

bella l’Italia»; il direttore di Coldiretti Pisa Francesco Ciarrocchi tra itrattori parcheggiati sotto la torre campanaria; i partecipanti al

convegno di sabato mattina dedicato al messaggio della commissioneepiscopale per la Giornata del ringraziamento

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VITA NOVATOSCANA OGGI18 novembre 2018II

AGENDAIMPEGNI PASTORALI DELL’ARCIVESCOVODomenica 18 novembre 2018 ore 11: Cresimea Cascine di Buti; ore 18: Cresime al Duomodi Pontedera.Lunedì 19 novembre ore 9,30: Riunione deiVicari Foranei in Curia; ore 17: Incontro alCarmine con genitori e ragazzi del catechi-smo dell’ U.P; ore 21,10: Incontro con i gio-vanissimi del dopo Cresima del Vicariato aOratoio.Martedì 20 novembre ore 9,15: udienze per isacerdoti; ore 16,30: Visita alla RSA di Via Bo-vio; ore 18: S. Messa in S. Martino con il Sa-cramento dell’Unzione degli Infermi; ore21,10: Incontro a Riglione con i Consigli pa-storali e degli Affari Economici.Mercoledì 21 novembre ore 10,30: S. Messa inSan Pierino per la festa della Virgo Fidelis;ore 18: S. Messa nella chiesa di Via Vespucci;ore 19: Incontro a San Marco alle Cappellecon S. Vincenzo, Caritas e CIF.Giovedì 22 novembre ore 10,30: Riunione delConsiglio Affari Economici della CEI a Ro-ma; ore 20,45- 22,15: Lezione alla S.F.T.P. diPisa per i C.P.A.E.Venerdì 23 novembre ore 9,15: udienze; ore17,45: Visita alla Scuola Paritaria S. Antonioda Padova in via Corridoni a Pisa.Sabato 24 novembre ore 17: Conferenza aPietrasanta sulla devozione mariana.Domenica 25 novembre 2018 ore 11: Cresimea Barbaricina; ore 17: Ordinazioni Diaconaliin Santa Caterina a Pisa.

VICO RENDE OMAGGIO AI «SUOI» PRETIVICOPISANO - L’amministrazione comunaledi Vicopisano ha deliberato di reincontrare -il prossimo sabato 1 dicembre alle ore 17nella sala consiliare - alcuni amati sacerdoti,pastori ancora in vita che hanno operato ne-gli anni Sessanta: Aldo Armani, per 22 annipievano di Vicopisano (dal 1963 al 1985), Danilo D’Angiolo, curato di Uliveto Termedal 1966 al 1980, Severino Dianich, pievanonell’antica pieve di Caprona dal 1966 al2001. Saranno altresì ricordati gli indimenti-cabili: monsignor Giovanni Slavich, parrocodi San Giovanni alla Vena e vicario generale,monsignor Patrizio Doveri, parroco di Cuci-gliana e don Enrico Marinari, parroco di Lu-gnano. Sarà un semplice ma sentito ringra-ziamento a quanto di buono tutti questi ze-lanti sacerdoti hanno seminato sul nostroterritorio. I sacerdoti saranno accolti nella sa-la comunale dal sindaco Yuri Taglioli, insie-me alla giunta e a tutti consiglieri comunali.Nel corso del ricevimento ai sacerdoti pre-senti sarà consegnato un omaggio. Seguiràun’agape fraterna con i loro ex parrocchiani.

I MARTIRI DEL NOSTRO TEMPO

DI GIOVANNI MANECCHIA

ra meno di un mese, l’8 dicembre,solennità dell’ Immacolata

Concezione della Beata VergineMaria, verranno beatificati diciannovemartiri (cioè «testimoni» di Gesù) che«tra il 1994 e il 96 non vollero lasciarel’Algeria travolta dal terrorismo». Traquesti anche sette monaci trappistidell’Atlas a Tibhirine. «Se mi capitasseun giorno (e potrebbe essere oggi),scriveva il superiore fratel Christian,di essere vittima del terrorismo (ndr.vennero rapiti e uccisi il 26 marzo1996), vorrei che la mia comunità, lamia Chiesa, la mia famiglia siricordassero che la mia vita eradonata a Dio e a questo Paese. Chesapessero associare questa morte,continua fratel Christian, a tante altreugualmente violente, lasciate nell’indifferenza dell’ anonimato». Fabene leggere queste parole a noi (ame) cristiani di occidente all’acqua dirose. Per un attimo ci fa pensare;anche noi siamo cristiani, battezzati ecome loro abbiamo ricevuto loSpirito Santo. Noi, io come loro?Pensando ad Asia Bibi pakistanacristiana e innocente ma condannataa morte, assolta in questi giornidall’accusa di blasfemia ma in carcereper otto anni quando bastava dire«sono musulmana» per esserescarcerata, mi sono sentito piccolopiccolo... Questi cristiani pagano ilprezzo anche per noi. «Il Signore èmia parte di eredità e mio calice/ nelletue mani è la mia vita...» (Sa-l 15/16liturgia della XXXIII domenica, 11novembre).

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ASTERISCO

«Difendiamo i saperi degli agricoltori»DI ANDREA BERNARDINI

l clima impazzito ha messoa dura prova i campi ditutta Italia. Ma il contadinoè uomo di speranza. Non

rinuncia a ringraziare ilSignore per quanto - poco otanto che sia - è riuscito araccogliere, pronto, subitodopo, a implorare labenedizione sui nuovi lavori.Così hanno fatto domenicascorsa, festa liturgica di sanMartino di Tours, quegliimprenditori, coldiretti,braccianti, salariati delleaziende agricole che hannoraccolto l’invito dell’ufficionazionale Cei per i problemisociali e il lavoro, la giustizia ela pace a partecipare, a Pisa,alla 68ª Giornata nazionaledel ringraziamento. Hanno risposto all’invitodirigenti ed associati diColdiretti, Acli Terra, Feder-Agri (ente di servizio di Mcl)Fai e Ugc Cisl. Tutti chiamati -in questi mesi - a riflettere sulmessaggio «Secondo la propriaspecie: per ladiversità, contro ladisuguaglianza».Una ulterioreoccasione diapprofondimento èstata offertadall’ufficio Cei lamattina di sabatoquando il messaggiodella commissioneepiscopale è statocommentato in unconvegno ospitatonella Camera diCommercio di Pisa.«Il racconto diGenesi sullacreazione (cfr Gen 1,12) -hacommentato don BrunoBignami, direttore dell’ufficionazionale Cei per i problemisociali e del lavoro - ricordacome Dio abbia creato ognicosa “secondo la sua specie”.La biodiversità è nel progettodi Dio creatore». Eppure «èpreoccupante vedere comeogni anno stiamo assistendoalla perdita di specie vegetali.Solo nel secolo scorsoabbiamo perso il 75% dellecolture». Fortuna che i titolari dellepiccole aziende hanno reagitoall’omologazionedell’agroalimentare globale«impegnandosi - si legge nelmessaggio della commissioneepiscopale - per larigenerazione di un’agricoltura

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che vuole declinarsi in formecreative». Promuovendo inquesto modo la «complessarelazione tra terra, territorio ecomunità, tra biologia ecultura, che costituisce unacomponente essenziale dellarealtà del Paese».

E forse è anchegrazie a questeiniziative - solonell’ultimo anno43 milioni diconsumatorihanno visitato,almeno unavolta, unmercatocontadino e 38milioni hannopartecipato asagre di prodottilocali - che la social reputationdelle impreseagricole è

cresciuta: «In una virtualeclassifica dei soggetti cui gliitaliani danno fiducia - haosservato Francesco Maiettaresponsabile dell’area politichesociali del Censis -l’imprenditore agricolo sicolloca al terzo posto, dietro ilcarabiniere, il poliziotto e ilfinanziere (voce: forzedell’ordine) e il volontario».Commenta il ricercatore:«Nell’Italia povera, il ciboconcentrava l’attenzione dellepersone perché era poco ebisognava portalo in tavola.Nell’Italia benestante è passatoin secondo piano rispetto adaltri beni - dall’abbigliamentoalle vacanze: e in effetti tra il1961 ed il 1982 si sono persioltre 4 milioni di agricoltori.Nell’Italia dei nostri giorni il

lavoro della terra è tornato alcentro dell’attenzione, benoltre la sua funzionestrumentale». E anche ilnumero degli occupati ècresciuto del 4%: oggi la terradà lavoro a poco meno di900mila persone, impegnate in1.146 aziende. Molti di questi - ha osservato,con una provocazione, ilprofessor Stefano Masini,docente di dirittoagroalimentare a Tor Vergata eresponsabile dell’areaambiente di Coldirettinazionale «sanno soltantotrasformare il petrolio in ciboindustriale, ricorrendo asostanze chimiche, Ogm emacchinari pesanti».Pochissimi «conoscono invecele piante locali, le erbemedicinali, il processo diibridazione dei semi o l’uso disistemi naturali per limitarelocalmente l’impatto deiparassiti». E ancora:«Un’agricoltura esclusivamenteproiettata ad aumentare irendimenti di scala e adapplicare standard industriali einnovazioni genetiche, finiscecon il consegnare ad unpiccolo gruppo dimultinazionali la possibilità didedicarsi alla generazione dicibo in modo eco-sostenibile,in sostituzione di agricoltoriesperti e padroni di saperiantichi e sofisticati». Un’altra provocazione: «Oggiin tanti pensano che si possamangiare senza agricoltori. Nelmercato sono diffusi icosiddetti prodotti nutraceuticiai quali, in laboratorio, siaggiungono un po’ di omega osi sottraggono un po’ di grassi

e di zuccheri. Questi prodotti,però, non sono innocenti:perché ottenuti fuori dallaterra e senza natura, incapannoni e non in quadripaesaggistici».Ha portato la suatestimonianza - con ampiecitazioni di papa Francesco -anche Ermete Realacci, leaderdi Legambiente, autore, nellascorsa legislatura, di una leggesui piccoli comuni.A conclusione degli interventi,una tavola rotonda, moderatada Tommaso Strambi,caporedattore del QuotidianoNazionale, durante la quale sisono confrontati AntoninoZiglio presidente nazionale diAcli Terra, Fabrizio Filippi (Coldiretti Toscana), OnofrioRota segretario generale di FaiCisl, Leonardo De Marcocomponente della giuntaesecutiva di FederAgri MCL e Renzo Aldegheri vicepresidentenazionale di Ugc Cisl.Tantissimi i temi affrontati:dalla rigenerazionedell’agricoltura al capolarato,dal rapporto tra tecnologia el’uomo al consumo del suolo eal dissesto idrogeolico. A conclusione del convegno, leparole dell’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto, cheha preso a prestito la paraboladel buon seminatore, persottolineare quanto siaimportante, metaforicamente,seminare anche fuori dal recintodel terreno buono. Per luiseminare significa prima ditutto educare, anche nelmondo del lavoro. Di quil’invito alle associazioni ainvestire energie, passione erisorse nella educazione dellasocietà. Ammonendo: si èparlato molto di legalità.Ricordiamoci che la legalitànon si regge da sola se non ha,con sé, anche una morale».Dedicata alla varietà della vitadono prezioso e - al contempo- un valore intrinseco, che vatutelato la puntata domenicaledi «A sua immagine». In studiocon la conduttrice LorenaBianchetti, il fisico del Cnr Valerio Rossi Albertini, Vincenzo Conso di Fai/Cisl edil florovivaista AlessandroMagagnini, che hanno parlatodel valore della terra e inparticolare di un’agricoltura«per la diversità e contro ladiseguaglianza» prima e dopola celebrazione eucaristicadelle ore 11 trasmessa dallaCattedrale di Pisa.

Il direttore dell’ufficio della Cei don Bruno Bignami

Il messaggioscritto dallacommissioneepiscopale per laGiornata delringraziamentooggetto di unseminarioospitato allaCamera diCommercio

Da sinistra: Ermete Realacci, Francesco Maietta (Censis), don Bruno Bignami, Stefano Masini (Coldiretti) e il presidente della Camera di Commercio Valter Tamburini (foto Gabriele Ranieri)

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VITA NOVA TOSCANA OGGI18 novembre 2018 III

Acli Terra una «vanga» a «Misericordia tua»a lasciato il segno la nutritadelegazione di Acli Terra

che, nei giorni scorsi, si èritrovata a Pisa per la Giornatanazionale del ringraziamento.Il presidente Antonino Ziglio,il vice presidente vicario Gianluca Mastrovito e CinziaChieppa (che fa parte dellasegreteria organizzativa),insieme al vicepresidentenazionale delle Acli EmilianoManfredonia e al presidentedelle Acli provinciali di Pisa Paolo Martinelli si sono recatisabato pomeriggio aSant’Andrea a Lama, nelcomune di Calci, perconsegnare alla comunità deipadri dehoniani un contributoin denaro. Com’è noto, l’unità pastoraledella Valgraziosa, ha messo adisposizione il terrenoannesso alla casa canonicadella parrocchia S. Andrea aLama per avviare alcune

attività di agricoltura socialefinalizzata al recupero dialcuni detenuti ammessi alle

misure alternative al carcere.Otto di loro avranno lapossibilità di reintrodursi nel

mondo del lavoro,provvedendo alla bonifica perla restituzione a coltura di taleterreno, in linea con lafunzione rieducativa dellapena. Acli Terra ha quindi deciso disostenere il progetto attraversoun gesto concreto, fornendoalla struttura le attrezzatureagricole.

Da sinistra a destra: ilpresidente provinciale delle

Acli di Pisa Paolo Martinelli, ildirettore della Caritas

diocesana don EmanueleMorelli, il presidente nazionaledi Acli Terra Antonino Ziglio, il

responsabile della strutturaVittorio Cerri, il proposto di

Calci (e accompagnatorespirituale delle Acli di Pisa)

monsignor Antonio Cecconi, ilvicepresidente vicario Gianluca

Mastrovito e il vicepresidentenazionale delle Acli Emiliano

Manfredonia

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L’INIZIATIVA

Ai Cappuccini ilconvegno diFai/Cisl. L’auspiciodel segretariogenerale OnofrioRata: «Si torni adispirarecristianamente lasocietà» così comel’economista esociologo cattolicoha insegnatobenevolmente atante generazioni.Presentata anchel’agenda per il 2019«Fai bella l’Italia»

Toniolo «faro» per il nostro tempoel confronto che si èsviluppato tra irelatori, i professori Aldo Carera,

dell’Università Cattolica del S.Cuore, e Rocco Pezzimenti,della LUMSA,coordinato dalgiornalista Andrea Bernardini,è emerso come oggigiornoquesta sacralità sia venutameno, lasciando spaziosempre di più adindividualismi gretti e ad unvuoto di ideali di qualsivogliafattezza. Vi è sempre piùbisogno, per esempio, diripristinare quello spirito cheagli albori vedeva nelleSettimane sociali, così comeproposto da Toniolo, delleriunioni di studiospecificamente volte a farconoscere ai cattolici il veromessaggio sociale cristiano; unmessaggio che avesse comescopo precipuo quello diguidare l’azione cattolica nellediverse categorie in cui èpossibile suddividere il mondodel lavoro, inteso sia nelle sueforme autonome che in quelledipendenti. Di fronte alleevoluzioni delle necessitàproprie della nostra Società èforse arrivato il momento cheil cristianesimo torni areinterpretare il suo compito di«legge storicadell’incivilimento», purché siapienamente consapevole didover esprimere, alla luce dellasua natura soprannaturale, ilsuo ruolo di «istituzione

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storica che procede, pensa elotta con l’umanitàperegrinante nei secoli». Daqui la necessità, come harilevato nelle conclusioni ilsegretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, che si torni,ad «ispirare cristianamente lasocietà», così come Toniolo hainsegnato benevolmente atante generazioni.Successivamente, è statapresentata l’Agenda dellaFondazione 2019, Cibo eCultura, a cui, con la regia dellagiornalista Elena Mattiuzzo,hanno partecipato il segretariogenerale della FAI-Cisl,Onofrio Rota, e il presidentedella fondazione, VincenzoConso, insieme a GiorgioCaridi, che ha collaboratoall’elaborazione dell’Agenda, eal professor Rocco Pezzimenti.

I relatori hanno evidenziatoche lungo tutta la nostrameravigliosa penisola,passando per le isole,molteplici sono le iniziativededicate a celebrare un vantodella cultura italica in tutto ilmondo. Attraverso uncaleidoscopio ricchissimo disagre, eventi e prelibatezze,chiunque vi si sia accostato hapotuto sperimentare con manoi tesori di cui il nostro belPaese è ricco. La Fondazione si è inserita inquesto percorso: per celebrarela ricchezza della nostra terra,ha dato vita a questa agenda.Lo spirito con cui si è scelto diaffrontare il nuovo anno,infatti, è quello di continuarein questo alveo, indulgendoancora in un elemento che nonsolo è una forte attrattiva per i

turisti a livello mondiale, ma èsoprattutto un tratto distintivodella nostra cultura. In questovolume quindi si fornisce unbreve ed assolutamente nonesaustivo vademecum pergodere appieno di quanto puòoffrire il nostro territorio; perogni regione d’Italia, si èdeciso di proporre spunti eidee sulle bellezze da vedere,sulle attività da praticare esulle prelibatezze da gustare, iltutto arricchito da alcunisuggerimenti sulle sagre e sullericette tipiche. Il lettore che siaccosterà all’agenda saràcircondato da soluzioni adattea tutti i palati, dai cuochi piùesigenti ai fan conclamati delleleccornie offerte in occasionedelle feste patronali.Concludendo questo 2018dedicato al cibo eapprestandoci a dare ilbenvenuto ad un 2019 legatoalla cultura si è, inoltre, volutocelebrare la nomina per l’annofuturo di Matera a CapitaleEuropea della Cultura. Perchél’Italia non è solo cibo squisitoe vini inebrianti, ma è ancheun meraviglioso forziere nelquale sono racchiuse opered’arte e perle naturalisticheuniche al mondo. Nel percorsoconcettuale che è statosviluppato nell’agenda si èscelto di inserire una serie disuggerimenti relativi allebellezze da vedere e visitareche traboccano in ogni regioned’Italia.

DIVINCENZO CONSO

ono pochi, nella storia delle idee sociali e pure in quella più ri-stretta del Movimento cattolico europeo, gli autori che hanno

mantenuto un rigoroso equilibrio tra il pensiero e l’azione: Giu-seppe Toniolo è uno tra questi. Egli sviluppa il proprio pensiero inun periodo storico «difficile», segnato da problematiche profondee radicate nella società. Un periodo storico in cui era comunqueancora possibile ravvisare l’ancoraggio della popolazione a solidivalori fondamentali. È quanto è emerso dalla tavola rotonda, svoltasi a Pisa, alla vigiliadella Giornata nazionale del ringraziamento, lo scorso venerdì 9novembre, nella sala dell’ex convento dei Cappuccini di San Giu-sto. L’iniziativa era promossa dalla Fondazione FAI Cisl -Studi e Ri-cerche e dalla Federazione FAI-Cisl, per presentare il libro, editoda Rubbettino, «L’attualità di Giuseppe Toniolo nel Terzo Millen-nio», curato da Ludovico Ferro e Vincenzo Conso.

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TACCUINOIN RICORDO DEL BEATO TONIOLOMILANO - Anche il professor Romano Mo-lesti, pisano, ordinario di Storia del pensie-ro economico nell’università di Verona,presidente della fondazione di studi tonio-liani di Pisa, parteciperà il prossimo sabato24 novembre al convegno conclusivo dellecelebrazioni per il primo centenario dellamorte del Beato Toniolo. Al convegno prenderanno parte il presi-dente della Cei, il cardinale Gualtiero Bas-setti, l’arcivescovo di Milano Mario Delpi-ni, il rettore dell’università cattolica del Sa-cro Cuore FrancoAnelli. Giuseppe Tonio-lo, nei suoi 40 an-ni di insegna-mento a Pisa enei vari incarichiche ricoprì nelleorganizzazionicattoliche, si oc-cupò di vari argo-menti, ma il filo-ne centrale deisuoi interessi ri-sulta essere quel-lo dei fatti eco-nomici. Giusto, quindi, che, a questoconvegno, siano stati invitati a tenere rela-zioni quegli studiosi del mondo cattolicoche si sono occupati di materie economi-che: come il professor Stefano Zamagni,che ha insegnato Economia per lunghi an-ni nell’Università di Bologna, il professor Luigino Bruni, del movimento dei Foco-lari, Domenico Bodega, preside della fa-coltà di Economia dell’ Università cattolicadi Milano, cui si affiancheranno il profes-sor Aldo Carera ordinario nell’UniversitàCattolica di Milano e, appunto, il professorRomano Molesti. Parteciperanno al conve-gno anche Lorenzo Ornaghi, già rettoredell’Università Cattolica di Milano, Mat-teo Truffelli, Fiorenza Manzalini e NicolaAntonetti.Il convegno servirà a fare il punto sugli stu-di che in questi ultimi anni sono staticompiuti sulla vita e sull’opera di Giusep-pe Toniolo, un autore - afferma, tra gli altri,il consulente ecclesiastico della fondazionedi studi tonioliani monsignor DaniloD’Angiolo, che merita di essere conosciutopiù di quanto sia stato fatto finora, nonsolo per il ruolo, che egli rivestì, di massi-mo rappresentante del pensiero socialecattolico, ma soprattutto per il fatto chela sua opera, opportunamente rivisitata,offre molteplici spunti e proposte con-crete per la soluzione dei maggiori pro-blemi che ancor oggi riguardano l’econo-mia. Si pensi alle sue proposte sulla par-tecipazione operaia, sul ruolo della finan-za pubblica, sulla struttura delle organiz-zazioni sindacali, sulle rappresentanzeparlamentari.

CORSO ON-LINE DI PASTORALE SANITARIAPISA - Il vicariato di pastorale sanitaria in-tende offrire a tutte le parrocchie della no-stra diocesi la possibilità di un corso on-li-ne di formazione sanitaria, cui possono ac-cedere, in modo gratuito, tutti coloro chein parrocchia sono inseriti in una pastoraleverso gli ultimi: malati, anziani, disabili.Il corso prevede una lezione mensile perdue anni. Chi vuole partecipare è pregatodi far pervenire la propria adesione entro il1° dicembre 2018 al vicariato via posta or-dinaria, oppure all’email: [email protected] o [email protected].

ASSEMBLEA DI PASTORALE FAMILIAREPONTEDERA - Assemblea diocesana di pa-storale familiare il prossimo mercoledì 21novembre alle ore 21 all’oratorio della par-rocchia del Sacro Cuore, a Pontedera in viaTosco Romagnola 2. All’assemblea sono in-vitati tutti gli operatori pastorali che si oc-cupano, a vari livelli, della preparazionedei fidanzati al matrimonio e dei genitorial battesimo dei propri figli, dell’accompa-gnamento degli sposi e di coloro che han-no sperimentato lo sfaldamento del pro-prio legame matrimoniale ed hanno creatonuovi legami. Sono altresì invitati i delegatiper la famiglia aderenti alle associazioni,gruppi e movimenti operanti in diocesi.Ospite dell’incontro, don Federico Fran-chi, direttore del centro pastorale per l’e-vangelizzazione e la catechesi.

CONFERENZA DI DON GRONCHICASCINA - Don Maurizio Gronchi è statoinvitato questo venerdì 16 novembre nellapieve di Santa Maria a Cascina a tenere unaconferenza (inizio ore 21.15). A tema: «Peruna parrocchia con lo stile di papa France-sco al passo dei giovani».

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TOSCANA OGGI18 novembre 2018IV VITA NOVA

«Grati» a Dio per il dono dei frutti della

Da tutta Italia a Pisa per lacelebrazione della 68ª Giornatanazionale del ringraziamento:«Chiediamo al Signore di benedirechi lavora la terra - ha dettol’arcivescovo Giovanni PaoloBenotto - perché il sudore dellafronte non venga mai percepitocome schiavitù o condanna, bensìcome impegno di corresponsabilitàper il bene di tutti»

a liturgia della Parola didomenica scorsa, la XXXIIªdel tempo ordinario, attingedal primo libro dei Re (1 Re

17,10-16, La vedova fece con la suafarina una piccola focaccia e la portò aElia), dalla lettera agli Ebrei (Eb 9,24 -

28. Cristo si è offerto unavolta per tutte per togliere ipeccati di molti) e dalVangelo di Marco (Mc12, 38-44, Questa vedova,così povera, ha gettato neltesoro più di tutti gli altri). «La Parola di Dio che èstata proclamata - osserval’arcivescovo di Pisa, chepresiede laconcelebrazioneeucaristica- ci hapresentato le figure didue donne, vedove,povere; due persone chenella società del lorotempo non avevano névoce, né mezzi per farvalere i propri diritti evedersi accolte nella loroinalienabile dignità. Duepersone ai margini dellasocietà se non addiritturaemarginate proprio perla loro insignificanzasociale.Il profeta Elia sembramettere alla prova la

vedova di Sarepta: ha bisogno dibere e di mangiare e chiede aiuto achi non aveva che un pugno difarina nella giara e un po’ d’olionell’orcio: le ultime provviste dopole quali si prospettava solo la morteper fame. La donna si fida dellaparola del profeta, e gli mette adisposizione, condividendolo conlui, quel poco che le rimaneva». Danotare che «Elia non dice qualcosadi suo: è il Signore Dio che parlaattraverso il profeta; ed infatti “Lafarina della giara non venne meno el’orcio dell’olio non diminuì, secondo laparola che il Signore aveva pronunciatoper mezzo di Elia”».In un tempo di individualismoesasperato - spiega l’Arcivescovo - lostile della condivisione è l’antidotopiù efficace contro la produzione di«scarti umani». «Condivideresignifica infatti salvaguardare ladignità di ogni persona, aprendosiall’accoglienza e alla vera fraternità.Uno stile che la nostra tradizione ha

sempre coltivato e che hasoprattutto trovato risonanza nellacultura contadina che è sempre stataintessuta di relazioni umane divicinanza, di mutuo sostegno e diintegrazione. Non dobbiamo infattidimenticare quello che si vivevanelle nostre campagne quando unafamiglia di contadini era colpita daun lutto o da un rovescioeconomico: nessuno era lasciatosolo, perché tutti erano disposti acondividere quanto si aveva, perchéanche chi si trovava in difficoltàpotesse riacquistare fiducia e lapossibilità di riprendersi con l’aiutodi tutti». Se la condivisione deimezzi e degli strumenti è segnoinconfondibile di fraternità - osservamonsignor Giovanni Paolo Benotto- non dobbiamo però «pensare chequesto possa bastare. Gesù, nel testodel Vangelo che è stato proclamato,infatti ci chiede di fare un passoulteriore e di non fermarci adatteggiamenti che se pur bellirischiano di rimanere in una logicadel dare e del ricevere. Ecco dunquela figura della vedova, povera, che“getta due monetine, che fanno unsoldo” nel tesoro del Tempio, mentre“tanti ricchi ne gettavano molte”. Ilcommento di Gesù è estremamentechiaro: “Questa vedova, così povera, hagettato nel tesoro più di tutti gli altri.Tutti infatti hanno gettato parte del lorosuperfluo. Lei invece, nella sua miseria,vi ha gettato tutto quello che aveva,tutto quanto aveva per vivere”».La vedova, povera, nella sua miseria- osserva ancora l’Arcivescovo - si

spoglia di tutto. «La somma che ellaoffre al Tempio è irrisoria, specie seconfrontata con le offerte dei ricchi.La differenza è che lei dona tutto; glialtri, i ricchi, donano del propriosuperfluo. E non dobbiamodimenticare che fare l’elemosina alTempio significava offrire a Dio.L’interrogativo che ci interpella èestremamente eloquente: che cosasiamo disposti a donare a Dio: tuttoo ciò che non ci serve? E ancora: ciòche abbiamo non è forse un donoche abbiamo ricevuto e che ci èaffidato perché sappiamocondividerlo con il prossimo?La nostra cultura tecnologica siillude e ci illude di poterci ritenereormai unici artefici e padroni ditutto ciò che siamo capaci difabbricare, salvo poi scontrarci con ilimiti che una natura sfruttata e nonrispettata o semplicemente perchédotata di forze che non siamo ingrado di dominare, ci ricorda lanostra piccolezza e la nostra fragilitàe ci richiama al senso delle nostreproporzioni, ma anche al bisogno dialzare gli occhi al cielo e dire grazie aColui che dà incremento e feconditàa quanto la natura, coltivata dallapaziente opera dell’uomo, mette adisposizione di tutti, senza escluderenessuno».Ascoltano con attenzione iconcelebranti: don Bruno Bignami,da fine settembre nuovo direttoredell’ufficio nazionale per i problemisociali e il lavoro, l’arciprete delDuomo monsignor EgidioCrisman e, a fianco a loro, il

consulente ecclesiastico nazionale diColdiretti don Paolo Bonetti el’accompagnatore spirituale delleAcli di Forlì e Cesena (e direttore delsettimanale diocesano di Forlì, «IlMomento») don Franco Appi. E poii coristi della cappella musicale delDuomo - diretta dal maestro Riccardo Donati e accompagnataall’organo dal maestro ClaudianoPallottini, confermatisi decisamenteall’altezza per un evento cosìsignificativo. La deputazionedell’Opera del Duomo, presiedutada Pierfrancesco Pacini. Politici edamministratori: il deputato Edoardo Ziello, l’assessoreregionale all’agricoltura MarcoRemaschi, i consiglieri regionali Andrea Pieroni ed AntonioMazzeo, il presidente dellaprovincia di Pisa (e sindaco diVecchiano) Massimiliano Angori, isindaci di Pisa Michele Conti e diCascina Susanna Ceccardi,l’assessore comunale di Pisa GiannaGambaccini, il vice prefetto RobertaMonni. I rappresentanti diassociazioni e sindacati che sioccupano del lavoro della terra: Ettore Prandini, da pochissimigiorni nuovo presidente nazionaledi Coldiretti, è arrivato a Pisainsieme alla giunta nazionaledell’associazione professionale, alsegretario generale VincenzoGesmundo, ai dirigenti nazionali Antonio Biso e Stefano Masini,accolti dal presidente regionale Fabrizio Filippi da tutti i presidentidelle province della Toscana, daldirettore regionale Antonio DeConcilio, da quello locale Francesco Ciarrocchi e da tutti idirettori delle province dellaToscana. E poi il presidentenazionale del Movimento cristianolavoratori Carlo Costalli e ilsegretario generale di Feder.Agri Alfonso Luzzi, il vicepresidentenazionale delle Acli - il pisano Emiliano Manfredonia - ilvicepresidente di Acli Terra GianlucaMastrovito e il presidente di Pisa Paolo Martinelli. Il segretariogenerale di Fai Cisl Onofrio Rota euna nutrita delegazione dellasegreteria nazionale. Dietro a loro, molti imprenditoriagricoli e coldiretti arrivati da tuttaItalia per rendere grazie a Dio deldono del raccolto.

LDI ANDREA BERNARDINI

n questa Eucaristia, solennemente e a nome di tutta la nostra nazio-ne, oggi diciamo grazie a Dio per i frutti della terra e del lavoro del-

l’uomo». L’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto parla a un migliaio dipersone riunite in Cattedrale per la Giornata nazionale del ringrazia-mento. Sintonizzati su Rai Uno, altre centinaia di migliaia di personepartecipano - via etere - alla Messa, commentata da Orazio Coclite. «Chiediamo al Signore di benedire chi lavora la terra - dice ancora mon-signor Giovanni Paolo Benotto - perché il sudore della fronte non ven-ga mai percepito come schiavitù o condanna, bensì come impegno dicorresponsabilità per il bene di tutti». E ancora: «Vogliamo che il nostroringraziamento diventi impegno comunitario perché a nessuno manchimai il pane necessario alla vita, attraverso una condivisione che non sol-tanto metta a disposizione di chi non ha niente il nostro superfluo, ben-sì che si sostanzi di generosità gratuita, nella certezza che quanto diamoal prossimo è sempre prestato a Dio che non farà mancare la sovrab-bondanza di bene spirituale e materiale a chi si fida di lui, secondo laparola del Figlio suo fatto uomo, Cristo Gesù».

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TOSCANA OGGI18 novembre 2018 VVITA NOVA

terraAlcuni di loro, all’offertorio, portanoall’altare - insieme alla patena conostia e calice - anche i frutti della terra edel loro lavoro. Poco prima, i lettoripregano il Signore per «i lavoratori deicampi e le loro famiglie, perché il lorolavoro a favore della comunità abbia laprotezione del Signore»; e perché «loSpirito del Signore ci educhi alrendimento di grazie per i frutti dellaterra che sostentano la nostra vita,all’apprezzamento verso i lavoratoridella terra, al rispetto e allasalvaguardia dell’ambiente e dellanatura da cui tutti traiamonutrimento».Dopo il canto finale, Salve Regina monsignor Giovanni Paolo Benotto -accompagnato dal cancelliere Giuliano Catarsi e dal consulenteecclesiastico della Coldiretti di Pisa don Claudio Bullo - si reca sullapedana posta fuori al limite di piazzaDuomo per benedire i trattori - e gliagricoltori che li guidano - arrivatidalle aziende del nostro territorio:«Dio ha affidato a noi infinite risorsedell’universo, perché portando acompimento l’opera della creazione,manifestiamo la gloria del Creatore». Poi l’Arcivescovo si reca in via Duomo, tappezzata da 32 stand gialloverdi dellaColdiretti, dove i produttori offrono«icone» di quella biodiversità tantodeclamata nel messaggio dei vescoviitaliani per la 68ª Giornata delringraziamento: i fagioli di Sorana e loZolfino, ad esempio, o le mele rotelledella Lunigiana e le mele di spiaggiadel Parco di Migliarino San Rossore,l’Aglione della Val di Chiana o imarroni del Mugello. Monsignor Giovanni Paolo Benotto si«intrattiene» un poco con iresponsabili di Coldiretti, Acli Terra,Feder.Agri, Ugc e Fai Cisl che sipresentano in un loro stand. Poi saledi nuovo sul palco per prendere ancorauna volta il microfono e congratularsicon gli organizzatori del successodell’iniziativa e per incoraggiareagricoltori e associazioni professionaliad andare avanti: «Abbiamo bisognodel vostro lavoro».I tecnici Rai possono cominciare a«smontare» fari e telecamere. Il loroservizio, anche se ha «ingessato» lacelebrazione entro i limiti dei tempitelevisivi, ha saputo valorizzare allagrande la Giornata del ringraziamentoe, con essa, la città di Pisa e lacattedrale di Santa Maria Assunta.

Nel fotoservizio di Gerardo Teta e Gabriele Ranieri alcuni scatti significativi della Giornata nazionale del ringraziamento ospitata domenica scorsa nella nostra diocesi.A pagina IV nella foto di apertura la benedizione dei mezzi agricoli: a fianco all’Arcivescovo si riconoscono il cancelliere Giuliano Catarsi il consigliere ecclesiastico provinciale di Coldiretti don Claudio Bullo,il sindaco di Pisa Michele Conti, il presidente della provincia Massimiliano Angori.A pagina V nella foto di apertura, a sinistra di monsignor Giovanni Paolo Benotto, è don Bruno Bignami, direttore dell’ufficio Cei per la pastorale sociale e del lavoro. Nella terza foto dall’alto la cappella musicale delDuomo diretta dal maestro Riccardo Donati. Qui sopra una immagine di bakstage: le telecamere Rai sono rivolte verso i concelebranti. Nel colonnino di pagina V la Deputazione dell’Opera del Duomo e gliamministratori intervenuti alla celebrazione, il sacrista del Duomo Alvaro Lenzi che proclama il Vangelo dal pulpito di Giovanni pisano, i rappresentanti delle associazioni durante l’offertorio, l’Arcivescovo mentredialoga con il neopresidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini (alla sua destra il presidente della Coldiretti di Pisa e regionale Fabrizio Filippi, alla sua sinistra il direttore di Coldiretti Toscana Antonio De Concilio).Infine, nella immagine qui sopra, monsignor Giovanni Paolo Benotto allo stand della Fai Cisl con il segretario generale nazionale Orazio Rota e la giunta Fai Cisl al completo

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VITA NOVATOSCANA OGGI18 novembre 2018VI

Il «Cantico dei Cantici» al festival NessiahDI FRANCESCA BIANCHI

uoterà intorno al Cantico deiCantici, Shir Ha-Shirim, il

Festival Nessiah, organizzatodalla Comunità ebraica di Pisa,che si svolgerà a Pisa (con un«fuori programma» anche aViareggio) da sabato 24novembre al 9 dicembre.Poema d’amore attribuito al ReSalomone e consideratonell’esegesi tradizionale unametafora al rapporto di Diod’Israele con il popolo ebraico,è anche una delle operepoetiche più antiche che haconservato nei millenni intattoil proprio fascino, catturandol’immaginazione digenerazioni di filosofi, artisti,scrittori e compositori. E tuttele suggestioni e sfumature(antiche e moderne, sacre eprofane) di questo capolavorosaranno affrontate, come nellatradizione di Nessiah (festivalnato nel 1997, fondato ediretto dal Maestro AndreaGottfried), con un viaggio a360 gradi tra letture sceniche,polifonie barocche, cinemad’animazione, culinaria etnica,opera inedita, canti popolari elieder (www.festivalnessiah.it,ingresso gratuito).Apertura il 24 novembre alle20.30 alla Gipsoteca di Arte

Antica con il concerto delcompositore e performer HeziLevi - voce e chitarra - «Fortecome la morte», percorso allascoperta della canzone d’amorenella tradizione ebraica. Il giorno successivo, domenicaalle 15, conferenza nellaSinagoga di via Palestro sulCantico dei Cantici nelletradizioni religiose e laiche: neparleranno il Rav L. Caro,monsignor Roberto Filippini eil professor Piero Capelli. Il 29novembre il festival si sposteràa Viareggio: alla Galleriadell’arte moderna ci sarà il

concerto «Hayam Shar - Il marecanta». Evelina Meghnagi siesibirà con Ashira Ensemble(Cristiano Califano - chitarra,buzuki; Arnaldo Vacca -percussioni; Marco Siniscalco -basso). Si torna a Pisa il 1° dicembrenell’Auditorium Palazzo Blu:appuntamento con lospettacolo «Come un sigillo...»,protagonista ancora EvelinaMeghnagi, questa volta conGalliano Mariani in una seratacreata su misura per FestivalNessiah 2018, per esplorare lenumerose sfaccettature dello

Shir. Intensissimo ilprogramma del 2 dicembre:alle 16.30 show cooking «Nardoe zafferano, cannella ecinnamòmo (Cantico, 4:14).Le spezie della tradizioneebraica» a cura dello chef difama internazionale GiovanniTerracina (in Gipsoteca, eventoin collaborazione con il festivalGusto Kosher) il qualeracconterà alcune ricette dellatradizione GiudaicoRomanesca. Alle 18.30 inSinagoga l’accensione delsecondo lume di Hanukkah (acura della comunità ebraica diPisa) e alle 19.30, ancora inSinagoga, il concerto «Canti diSalomone» (musica ebraica nelbarocco italiano) conl’ensemble vocale «I profetidella quinta» (nella foto). E seil 5 dicembre al cineclubArsenale ci sarà la proiezionedel film di animazione «LaLeggenda di Re Salomone» (inebraico con sottotitoli initaliano, in collaborazione conPitigliani Kolnoa Festival) ilgran finale è in calendario il 9dicembre a Palazzo Blu (ore20.30) con «La Madre», operapostuma di Donato di Veroli,compositore romano di origineebraica, scomparso all’età di 23anni. Una produzione firmatadal Festival Nessiah.

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IL CARTELLONE PREDISPOSTO DALLA COMUNITÀ’ EBRAICA DI PISA

A Pietrasanta interessanteincontro con Cristina

Acidini, presidentedell’Accademia delle arti

del disegno a Firenze, in occasione

della presentazione dellibro di Luigi Santini

dedicato alla Madonna del sole

Le Madonne «incoronate» in ToscanaDI ANNA GUIDI

l privilegio regalmariano ha lontaneradici, trovando le sue giustificazionidevozionali anche nell’antifonamedievale Salve Regina, e nel quinto

mistero glorioso del Rosario. Papa Pio XII,un anno dopo l’emanazione dell’enciclica Ad Caeli Reginam, il 31 maggio 1955 istituìla ricorrenza della regalità di Maria.Di questo e molto altro ha parlato - loscorso sabato (vigilia della festa patronaledi San Martino di Tour) nella Saladell’Annunziata in Sant’Agostino aPietrasanta - la storica dell’arte italianaCristina Acidini, presidente dell’Accademiadelle arti del disegno a Firenze, inoccasione della presentazione del libro diLuigi Santini dedicato alla Madonna delSole. A testimonianza della volontà, findall’antichità, di rappresentare Mariacome Regina, Cristina Acidini ha citatol’Incoronata che campeggia sull’altare Ricciin San Marco a Firenze, opera che risaleall’VIII secolo.Dopo il saluto di monsignor StefanoD’Atri e di Antonio Romiti, dell’IstitutoStorico Lucchese, Cristina Acidini, hatrattato l’argomento «Madonne di Toscanafra arte e devozione», dando particolareevidenza all’analisi delle opere d’arte che

propongono Madonne incoronate.INella carrellata di immagini proiettateerano presenti Madonne scolpite daGiovanni Pisano e da Arnolfo di Cambio,dipinte da Giotto e dal Ghirlandaio.Particolare attenzione è stata riservata allasplendida «Madonna del Magnificat» delBotticelli e alle Madonne dei Santuaridell’Impruneta, di Montenero e diFontenuova a Monsummano.La corona di quest’ultima Madonna, inoro smaltato e gemme, ispirata a quelladel Granduca, vede il giglio di Firenzeaccanto alla stella di Maria.Non di rado infatti la corona accosta, neidettagli, i simboli del potere civile a quellireligiosi in assonanza, questa peculiarità,con i ventitrè stemmi della città diPietrasanta disegnati all’interno delmantello della Madonna del Sole.Al termine dell’applauditissimo interventodi Cristina Acidini, il microfono è andatoa Giovanni Padroni, economista, studiosodi fotografia e immagine, che ha disquisitosui temi della bellezza e dell’umiltà con unricco florilegio di rimandi letterari,artistici, scientifici.Il professor Giovanni Padroni hasottolineato la complessità e il valoredell’opera di Luigi Santini, definendol’autore un amatore dell’arte e dellabellezza. Luigi Santini nel suo libro, frutto

di uno studio decennale e della grandedevozione che porta alla Madonna delSole, corredato da numerose immaginimariane, sostiene la tesi che l’immaginerisalga agli anni compresi fra il 1366 e il1369 quando Pietrasanta e il territoriopertinente erano sotto la giurisdizione diPisa.Il lavoro di Luigi Santini si pone incontinuità dialettica con il testo scrittocinquanta anni fa dal professor DaniloOrlandi, dialettica perché l’Orlandi farisalire l’opera agli ultimi del Trecento o aiprimi anni del Quattrocento. DellaMadonna del Sole si ricordano anche lepubblicazioni di Piero Mori e di EzioMarcucci. Erano presenti in sala, asottolineare l’importanza dell’evento, ilsindaco di Pietrasanta Alberto Giovannettie l’assessora alla Cultura di Stazzema Serena Vincenti.Il prossimo evento per i 150 annidell’incoronazione della Madonna delSole è in programma domenica 18novembre, quando, alle ore 17.30, leScuderie Granducali a Seravezza,ospiteranno l’iniziativa «La Madonna delSole tra carne e luce», laboratorio poetico-teatrale degli alunni ed ex alunni dellascuola media Barsanti di Pietrasanta,registe le professoresse Ilaria Cipriani eAlberta Stefanini.

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BLOCK NOTESBATTESIMO E MATRIMONIO IN EXTREMISPISA - Monsignor Gino Biagini, vicario ge-nerale della diocesi di Pisa, è stato invitatodalla cappellania del Nuovo ospedale «San-ta Chiara» a Cisanello, a tenere - giovedì 22novembre alle ore 11 nella cappella SanGiuseppe Moscati e Sant’Agostina Pietran-toni (dipartimento cardio-toracico, edificion.10) - un incontro sul tema: «battesimo ematrimonio in extremis (in pericolo mor-tis) secondo il Codice di Diritto canonico,canone 1116). Sono invitati a partecipare aquesto incontro i cappellani, gli assistenticappellani, i religiosi, i ministri straordinaridella Comunione, i laici volontari in servi-zio nelle cappellanie degli ospedali SantaChiara di Pisa, unico Versilia di Lido di Ca-maiore, Nuovo Santa Chiara a Pisa Cisanel-lo, Lotti di Pontedera e San Francesco diBarga. All’appuntamento sono invitati anche ipartecipanti al Corso di pastorale della sa-lute della Scuola di formazione teologico-pastorale del biennio 2017/2018.

CROCIFISSO IN COMUNEPISA - Dopo due ore di appassionata di-scussione è passata, a Palazzo Gambacorti,la mozione presentata dai consiglieri diForza Italia Riccardo Buscemi e VirginiaMancini che impegna il comune di Pisa adesporre in aula il Crocifisso. Il documento -presentato agli inizi di ottobre - è passatocon 21 voti favorevoli (tutta la maggioranzadi centro destra), 1 solo voto contrario(Francesco Auletta) e 1 astensione (Gabrie-le Amore). Uscito il Pd, che invece nellaprimavera scorsa aveva votato contro l’iden-tica mozione. Il documento ricorda, fra l’altro, che «lastoria del nostro Paese è legata storicamen-te e culturalmente alla religione cattolicacristiana», che il «Crocifisso, simbolo dellareligione cristiana, assume senso simboliconon solo per il suo significato intrinseco re-ligioso e spirituale, ma anche perché rico-nosciuto veicolo di messaggi dall’alto valo-re culturale e morale, in quanto il Cristiane-simo è innegabilmente parte della storia,

del pensiero e del-la tradizione ita-liana ed europea»;e dunque formulal’impegno adesporre nella saladel consiglio co-munale di Pisa,luogo della più al-ta rappresentanzaistituzionale dellacittà, il Crocifisso,quale simbolouniversale dei va-lori di libertà,uguaglianza, tol-

leranza e rispetto per la persona, segno fon-damentale dei valori religiosi nella storia,nella tradizione e nella cultura del NostroPaese». Al dibattito hanno preso la parola diversiassessori e tantissimi consiglieri, esponen-do chi la contrarietà, chi la propria posizio-ne a favore. «Chi ha paura del crocifissoesposto nella sala consiliare?» commentanosoddisfatti Riccardo Buscemi e VirginiaMancini «Esso è la nostra identità, rappre-senta i nostri valori, e non contrasta con ilprincipio di laicità delle istituzioni».

COMUNE FUORI DALLA RETE READYPISA - La giunta comunale di Pisa recededall’accordo tra Regione Toscana ed entipubblici locali della Toscana che avevanoaderito alla rete Ready (Rete nazionale dellepubbliche amministrazioni anti discrimi-nazioni). La rete aveva il compito di pro-muovere il confronto e la massima integra-zione delle politiche di inclusione socialeper le persone lesbiche, gay, bisessuali,trans gender e intersessuali. La giunta comunale - si legge in una nota

di palazzo Gambacorti - ritiene che sianovenute meno le motivazioni per l’adesioneall’accordo e che non sia opportuno prose-guire in continuità con gli accordi presi dal-la precedente amministrazione. Pertanto hadeciso di restituire la cifra di 2.800 eurostanziata dalla regione per ogni Comuneaderente, per la presentazione del program-ma di attività «Ready for visibility».Il commento del vicesindaco di Pisa Raf-faella Bonsangue: «L’educazione dei minorideve restare di competenza delle famiglie.La fragilità dell’infanzia e dell’adolescenzanon può e non deve essere turbata da pre-giudiziali ideologiche da cui i bambini de-vono rimanere immuni per crescere sereni econquistare la maturità nella piena e liberacontezza di sé. Gli orientamenti e le con-dotte sessuali sono e devono rimanere unfatto privato e frutto di una scelta adulta».

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VITA NOVA TOSCANA OGGI18 novembre 2018 VII

LUCIANAriabbraccia

la propria chiesaLuciana ora èpossibile sentirenuovamente suonarele campane: sono

quelle della chiesa di SantaLucia che hanno ripreso ascandire legiornate nelpiccolo paese delcomune diFauglia.La scorsadomenica 4novembre lachiesa è statariaperta al cultodopo che perquattro anni erastata chiusa.All’inaugurazioneera presentel’arcivescovo di Pisamonsignor Giovanni PaoloBenotto che ha presiedutouna concelebrazioneeucaristica, concelebrata dalvicario generale monsignorGino Biagini, dal cancelliere monsignor GiulianoCatarsi, dall’amministratoreparrocchiale don EdwardDomagala e da altrisacerdoti provenienti dalvicariato delle Colline pisanee dalla diocesi.Con la riapertura della chiesa- ha sottolineatol’Arcivescovo nella suaomelia - è stata data nuovavita ad uno spazio antico diaggregazione pastorale nelterritorio. E con gratitudineverso tutti coloro che si sonoimpegnati in questa«avventura»: «ricostruiresignifica pensare al futurocon occhi di speranza».Un grande applauso è statorivolto dalla comunitàall’amministratoreparrocchiale don EdwardDomagala, che ha raccontatocome sono stati vissuti questiquattro anni di costanteimpegno e come sono statiaffrontati gli innumerevoliostacoli e le difficoltàquotidianamente riscontrate,allietate anche da numerosimomenti di gioia. Grande èstata l’emozione vissuta datutti i presenti nel rientrare inuna chiesa che «tanti,soprattutto i piccoli bambininon ricordavano più».I lavoridi restauro sono iniziati nelmaggio del 2018. Ma la

chiesa era stata dichiaratainagibile già dal giugno 2014,quando il campanile era statocolpito da un fulmine,provocando seri danni anchealla navata del tetto. La

chiesa, ora, sipresenta con unnuovo tetto, unnuovo impiantodiilluminazione,una nuovacentralina dielettrificazionedelle campane,le paretitinteggiate.Valorizzato lospazio del fontebattesimale. I

lavori, diretti dall’ingegnereFrancesco Manetti edall’architetto RobertoAgostini, sono stati eseguitidalla ditta di Simone eLuciano Silvestri.La chiesa di Santa Lucia aLuciana affonda le sue radicinell’epoca medioevale,quando per sua collocazionegeografica Lucianarappresentava una cittadinastrategica situata lungo la viaEmilia, dove nei primi secolidell’era cristiana fiorirono

numerosi colonie e villaggi. Il territorio di Luciana recepìsin dai primissimi secoli ilmessaggio del Vangelo,diffuso dalla voce e dallatestimonianza degli apostolie dei cristiani.La prima notizia certadell’esistenza della chiesa di

Santa Lucia risale ad unelenco delle chiese pisaneredatto nel 1227. Dedicata asanta Lucia da tempoimmemorabile, era situatasulla parte sinistra dellachiesa attuale sulla sommitàpiù elevata del colle, avevauna forma quasi quadrata dicirca 10 metri ed eraprovvista di un semplicecampanile a parete.Di questa chiesa - dopo la suademolizione - non è rimastopiù nulla, dato che le pietrefurono successivamenteutilizzate per la costruzionedella chiesa attuale e perl’ampliamento dellacanonica.Oggi a conclusione dellaattesa ristrutturazione, ilpaese si è raccolto all’internodella chiesa rinnovata, conpartecipazione ecoinvolgimento, oltre checon viva commozione nelmomento dedicato allabenedizione dell’antico fontebattesimale.Antico fonte battesimaleottenuto dalla popolazionedi Luciana nel 1575 e portatoa nuova collocazione inquanto simbolo vivo dellacontinuità tra le generazionipassate e quelle future, verafonte di Vita Divina dentro dinoi attraverso il nostroBattesimo.

AUna preghieralunga quattro anni:così è rinata la chiesadi Santa Lucia

CURIOSITÀ’ PISANE

LA SCONOSCIUTALEGGENDA DELLA SARACENAPISANA

DI VINCENZO LUPO BERGHINI

n fantastico ed avvincente raccontoambientato nella Pisa della seconda

metà del XVIII secolo ci mostra unpiacevole affresco della città e dei suoiabitanti. Ne sono protagonisti trelinguaggiuti popolani che riescono adarricchirsi, a loro insaputa, rovistandotra i ruderi del castello della potente eguerriera famiglia dei Sismondi, neipressi di Calci (la stessa che avrebbe

dato i natalialla leggendapisana diKinzica, chetutticonoscono,persino ibambini).Un tesoro,quelloscoperto, cuiavrebberodovutoavvicinarsiconprudenza,perché erasotto il

controllo del diavolo. Un saggio fratecercatore francescano, Benedetto, infinecerca di far capire a questi tre grullicome avrebbero potuto neutralizzare ilpotere perverso del demonio. Questa leggenda, di autore sconosciuto,di sapore tutto pisano, l’abbiamopotuta scoprire consultando unalmanacco delle famiglie cristiane perl’anno 1897, emanazione diretta del«monastero degli eremiti» dei padriBenedettini di Einsiedelen (Svizzera). Ipersonaggi del «canovaccio» sono tuttipisani, suggestionati dal mistero cheera sorto attorno alle vicende delCastello dei Sismondi, già tremendafortezza per i nemici, ma poi daglistessi abbandonato per le frequentiincursioni dei Saraceni, che lo avevanopreso di mira. L’autore di questaleggenda probabilmente era pisano ocomunque uno scrittore bene alcorrente di consuetudini e tradizionilocali. Scrivevo dei tre protagonisti. Si trattavadi tre amici di vecchia data, sempretormentati per un misero guadagno chenon consentiva loro, spesso, di mettereinsieme pranzo e cena nella stessagiornata. Uno era Pietro, fornaio diPorta a Lucca, poi veniva Nanni Biagi,campanaro dei Cavalieri, infineGiacomo Dell’Oro, rivendungiolo di«chiffeli», sémeli e pani di remerinocon botteguccia nelle vicinanze. Tutti etre, la sera, si ritrovavano a bere vini inuna bettola di via San Frediano,condotta da un’ostessa, la sora Grita,una sorta di lunguaccia «pericolosa». Alla fine, per la soluzione dell’intrigocreato dai tre improvvisati avventurieri,compare il buon frate laico, Benedetto,che di regola si occupava della questuasettimanale per il suo convento.«(Devoto) Ecco come Frà Benedettoentrò in argomento: “... Sappiate che itesori della Saracena sono proprietà deldiavolo. I Sismondi hanno preferitodarli a messer Berlicche (il demonio)che è un furbacchione: perché gliuomini non avessero adimpadronirsene, convertì quei tesori intante foglie secche. Colore, peso, forma,tutte le apparenze, insomma vi diconoche erano foglie secche autentichequelle che insaccaste voi, Nanni, e voi,Pietro, per prendervi beffa di Giacomo.Ma il potere di quel dalle corna ha certiconfini: la sua magìa va in fumo, etosto che si trovi a contatto con qualchesimbolo religioso, come quelli chesono in casa del vostro amico, ildiavolo scappa via subito, e le foglie,cessando di trovarsi sotto il fascinoinfernale, sono ridiventate quel cheerano prima, cioè delle monete chebrillano ai vostri sguardi».

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Un fantastico ed avvincenteraccontoambientato nellaPisa dellaseconda metà del XVIII secoloci mostra unpiacevole affrescodella città e deisuoi abitanti

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VITA NOVATOSCANA OGGI18 novembre 2018VIII

LODOVICOCOCCAPANI È VENERABILE

DI CHRISTIAN RISTORI

a notizia è arrivata aridosso dell’anniversariodella morte di LodovicoCoccapani, che cade

mercoledì 14 novembre: alleore 18 il venerabile è statoricordato in una celebrazioneeucaristica nella pieve di SanGiovanni Battista a Calcinaia.Nato a Calcinaia il 23 giugno1849, sesto dei sette figli diSigismondo e FortunataGuelfi, Lodovico Coccapaniperse prestissimo entrambi igenitori e tre dei suoi fratelli intenera età. Crebbe assieme allesorelle Teresina, Rosina ed ilfratello don Lionello (1842-1926) che fu canonico dellaPrimaziale Pisana e docentenel seminario arcivescovile. Lodovico, diplomatosi a Pisa,esercitò per breve tempo laprofessione di insegnanteelementare. Dismessi gli abitidel maestro della scuolapubblica e dopo aver lavoratoper quattro anni come esattoredella Camera di Commercio,decise di lasciare la professionee di porsi totalmente allasequela di un Maestro assai piùgrande: da semplice laicodedicherà la propria vitaall’assistenza del prossimo edalla catechesi dei fanciulli.All’aiuto materiale durante lasua attività caritativa, il Servodi Dio univa il conforto dellafede. Riusciva sempre asorridere aiutando chi soffre,nello spirito più autenticodegli ideali su cui si regge laSocietà di San Vincenzo de’Paoli, associazione di laicifondata dal Beato FedericoOzanam nel 1833, al servizio

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dei poveri, operante edattivissima ancora oggi nelterritorio pisano. Di questosodalizio Lodovico fece partedall’anno 1894. A nome della San Vincenzo ecoadiuvato dai suoi confratelli,innumerevoli volte Coccapanisi trovò a contatto con lenecessità degli ultimi. Spessoarrivava al termine delle suegiornate dedicate ai poveri conpochi soldi in tasca:nonostante questo, mairespinse l’ennesima richiesta diaiuto che gli veniva posta daun indigente incontrato per lastrada.Dopo vent’anni di militanzavincenziana, Coccapani venneeletto nel 1914, all’unanimità,presidente del consiglio

centrale diocesanodell’associazione, incaricodelicato che egli assunse conumiltà e allo stesso temporiluttanza per timore di nonesserne all’altezza. Aconvincerlo nell’accettare lavolontà di Dio, furono il beatoGiuseppe Toniolo anch’egliconfratello della San Vincenzopisana ed il cardinalearcivescovo di Pisa PietroMaffi.Durante i suoi 15 anni dipresidenza, LodovicoCoccapani contribuì a farcrescere in maniera notevole laSan Vincenzo dando vita amolte e nuove conferenze,attive ancora oggi. Preghiera evisita agli ammalati divenneroper lui quotidiani. La sua erauna preghiera-colloquio conDio che si prolungava senzaritmo di tempo in manierainstancabile nelle opere versoil prossimo che egli compiva.La sua casa pisana in via SantaElisabetta, oggi ViaBerlinghieri, vicina alla chiesadi San Francesco, divennepresto luogo di riferimento pertutti i bisognosi della città chein lui sempre seppero trovareconforto ed aiuto. Lodovico Coccapani visitava

frequentemente anche idetenuti del carcere di Pisa, cheallora si trovava presso l’exconvento di San Matteo. IlServo di Dio era, all’epoca, fra ipochi civili autorizzati adentrare nelle carceri in quantocomponente della«commissione visitatrice».Anche in questa veste egli nonmancò mai di aiutare ed essereil tramite tra i detenuti e le lorofamiglie; occupandosi peraltrodi reintegrare chi avevascontato la pena nella società,cercando di trovare sempre unonesto lavoro a coloro cheerano tornati sulla retta via conl’animo disposto aricominciare da capo.Il coraggio, la semplicità,l’umiltà e la discrezione,furono le doti «identitarie» diLodovico Coccapani, doti chericonobbe in lui l’arcivescovoMaffi, a Coccapani legato daprofonda stima ed amicizia findall’inizio del suo episcopato.Insieme con il pastore dellaChiesa pisana Lodovicocondivise molte battagliecontro la povertà: durante ilperiodo della Prima GuerraMondiale ad esempio, i due siadoperarono molto in aiutodei reduci e degli orfani. Sentendo avvicinare per luil’ora del ritorno alla casa delPadre Celeste, Lodovicodesiderò trascorrere i suoiultimi giorni di vita aCalcinaia, il paese delle sueradici e del suo cuore, dovemorì il 14 novembre 1931, trale mura del palazzo difamiglia, donato all’OperaCardinale Maffi. Nel palazzoLodovico ed i fratelli avevanofatto sorgere, dall’anno 1925,un asilo infantile per i bimbidel luogo, attivo ancora oggi.A Calcinaia attualmenteriposano le sue spoglie. Per suaespressa volontà, nel piùperfetto stile francescano,venne tumulato nel semplicecampo comune a fianco deipiù umili, i fratelli nellasofferenza con i quali vollecondividere persino l’ultimadimora terrena.

opo un lavoro di ricerca storica iniziato nel2007 e concluso nel 2013, la causa di beatifica-

zione di Lodovico Coccapani apertasi nel lonta-no 1949 è giunta ad un primo traguardo: la rela-zione relativa alla vita e alle virtù del servo di DioLodovico Coccapani approvata dai periti teologi,lo scorso 7 novembre 2018 ha ricevuto l’autoriz-zazione del papa che dunque ha proclamato Lo-dovico Coccapani venerabile. Questo il testo del comunicato diffuso dalla sala

stampa vaticana lo scorso giovedì: «Ieri, 7 no-vembre 2018, il Santo Padre Francesco ha ricevu-to in udienza Sua Eminenza il Cardinale AngeloBecciu, Prefetto della Congregazione delle Causedei Santi. Durante l’Udienza, il papa ha autoriz-zato la Congregazione a promulgare il Decretosulle virtù eroiche del Servo di Dio LodovicoCoccapani, Laico dell’Ordine Francescano Seco-lare nato a Calcinaia (Italia) il 23 giugno 1849 edivi morto il 14 novembre 1931».

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a subito il cuore dei pisani vide inLodovico l’incarnazione

amorevole degli ideali evangelici. Lacausa per la sua beatificazione fuaperta, nella nostra diocesi, nellontano 1949, per iniziativadell’Ordine dei frati minoriconventuali e della Società di SanVincenzo de’ Paoli di Pisa. La fase dell’inchiesta si concluderàsolo nel 1998. La San Vincenzo diPisa pose alcune lapidi a ricordodella figura di Lodovico nelle chiesedi San Giovanni Battista a Calcinaia edi San Francesco a Pisa. Sei anni - dal 2007 al 2013 - ci sonovoluti per compilare la positio - ovverola relazione che in maniera il piùpossibile esauriente avrebbe dovutoillustrare alla Congregazione per lecause dei santi della curia romana lavita e l’operato del Servo di Dio. Larelazione ha richiestoun’approfondita ricercadocumentaria negli archivi pisani edella provincia per far luce sugli

aspetti primari esecondari dellavita di Lodovico.La ricercacondottadall’allorapostulatoregenerale deiMinoriconventuali padre AngeloPaleri con lacollaborazionedell’architetto Christian Ristorie dell’allorapresidente dellaSan Vincenzopisana LeandroCasarosa haprodotto moltirisultati dando

forma ad un ricco prospettoinformativo su molti aspetti della vitadel Servo di Dio. Nel 2009, centossessantesimoanniversario della morte, la figura diCoccapani venne particolarmentecelebrata a Pisa (presso la parrocchiadi San Francesco sorge una mensa deipoveri a lui intitolata) e a Calcinaia, ilsuo paese natale. Nel 2011 fucelebrato l’80º anniversario dellamorte di Lodovico Coccapani.Nel marzo 2014 la causa è avanzata: icensori storici hanno approvatoall’unanimità la relazione e nelgiugno scorso anche i censori teologisi sono pronunciati con parerefavorevole. Il 30 novembre 2015 i resti mortalidel servo di Dio, dopo un’adeguataricognizione dei resti anatomicisvolta dal noto antropologo professorFrancesco Mallegni, sono stati traslatidal cimitero di Calcinaia - doveriposavano dal 1931 - alla pieve delpaese dove sono stati tumulati. Inuna solenne celebrazione tenutasi il 9dicembre successivo, presiedutadall’arcivescovo di Pisa GiovanniPaolo Benotto, le spoglie delVenerabile del sono state poste nellanuova tomba. In quello stesso giornoa Lodovico Coccapani è statointitolato il locale Museo dellaCeramica che acquistato e recuperatodal Comune di Calcinaia, sorge neilocali dell’antica fornace appartenutaalla famiglia Coccapani fin dallametà del Settecento.Dopo che i teologi - nello scorsosettembre - avevano approvato larelazione, mancava solo la firma delpontefice, giunta pochi giorni fa, il 7novembre 2018. Un giorno a Dio piacendo, quandoavverrà il riconoscimento di unmiracolo attribuibile alla suaintercessione, sarà possibile vedere ilnome dell’umile Cavaliere di Dio e deipoveri tra la schiera dei santi e beatidella Chiesa pisana.

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LA SCHEDA

Il lungo iterverso labeatificazione

IL PRESIDENTENAZIONALE DELLA SANVINCENZO A RIGLIONE

nche il presidentenazionale della San

Vincenzo de Paoli Anto-nio Gianfico parteciperà- sabato 17 novembrealle ore 9.15 nei localidella parrocchia dei san-ti Ippolito e Cassiano inRiglione (Pisa) - all’in-contro formativo rivoltoa tutti i confratelli vin-cenziani delle diocesi diPisa e San Miniato. Al-l’incontro porterà il suocontributo l’assistentespirituale del consigliocentrale di Pisa don Ro-berto Canale.

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Papa Francesco haautorizzato laCongregazione apromulgare il Decretosulle virtù eroiche delServo di Dio. Il profilodel nuovo venerabile

Il processodiocesano siaprì nellontano1949, periniziativadell’Ordinedei fratiminoriconventuali edella Societàdi SanVincenzo de’Paoli di Pisa