A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di...

43
A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA Percorso didattico per la scuola secondaria di primo grado A cura di Elena Necchi

Transcript of A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di...

Page 1: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA

Percorso didattico per la scuola secondaria di primo grado A cura di Elena Necchi

Page 2: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

2

INTRODUZIONE

Il 9 febbraio 2006, nel corso della conferenza La cultura umanistica a Pavia in età viscontea, Luciano Gargan, docente di Filologia medievale e umanistica presso l’Università di Pavia, commentando la lettera scritta da Francesco Petrarca a Giovanni Boccaccio il 17 dicembre 1365, proponeva al pubblico presente nella Sala dell’Annunciata di includerla «in un’antologia per gli studenti pavesi». Ci è dunque parso opportuno cogliere lo spunto offerto dal professore per realizzare un percorso didattico per la scuola secondaria di primo grado. Quella lettera scritta nel lontano Trecento permette infatti di delineare un itinerario nella Pavia medievale, grazie anche alla viva rappresentazione della città: la sua storia millenaria, i principali monumenti religiosi e civili, la posizione non distante dalla confluenza di due fiumi importanti come il Po e il Ticino, il clima e la salubrità dell’aria. Ringraziamo sentitamente il professore per averci suggerito un’esperienza coinvolgente per i giovanissimi destinatari, i quali, forse, tralasceranno per qualche momento i loro molteplici interessi per scoprire il fascino delle antiche carte e per avventurarsi nella Pavia medievale con gli occhi, la mente e il cuore disposti a gustare il sapore delle sue millenarie pietre. Il percorso è stato pensato come invito a una conoscenza diretta della città e dei suoi monumenti. Inoltre, il materiale raccolto nella sezione finale Al lavoro! si presta a un utilizzo in classe per attività individuali o di gruppo, anche con l’uso della Lim o di altri dispositivi multimediali.

Page 3: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

3

UNA GUIDA INSOLITA Prima di visitare una città e i suoi monumenti più significativi di solito i turisti contattano una guida. Ora inizieremo un itinerario un po' insolito, con una guida altrettanto particolare. Ricordati che non sarai un turista passivo, ma dovrai collaborare attivamente aiutandoti con ciò che hai già imparato in classe con i tuoi docenti. Potrai usare questo quaderno didattico durante la visita alla città, che di auguriamo tu possa compiere con i tuoi compagni, ma anche una volta rientrato a scuola, magari alla Lim, o a casa sul tuo pc. La sezione finale Al lavoro! Ti permetterà di svolgere esercizi un po’ più impegnativi per le varie discipline interessate. A guidarci nel nostro tour attraverso le viuzze delle Pavia medievale non è una simpatica signorina, ma uno dei più grandi poeti italiani. Sì, proprio così! È il grande poeta del Trecento Francesco Petrarca.

Fig. 1 Ritratto di Francesco Petrarca

Con l'insegnante di lettere avrai senz'altro letto qualche sua poesia, vero? Ricordi la sua opera più famosa? Scrivila nello spazio qui sotto.

….................................... . Devi anche sapere che... Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli concesse onori e protezione, e in cambio lui contribuì al prestigio della corte ducale non solo in qualità di letterato ma anche come ambasciatore. Allora iniziava a essere molto comune che poeti e artisti si mettessero a servizio dei signori dell'epoca, come i Visconti, che si erano impadroniti di Pavia nel 1359.

Page 4: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

4

Ricordi come si chiama questo tipo di rapporto, che ha caratterizzato la cultura italiana del Rinascimento? Senz'altro ti è stato spiegato nei primi capitoli di storia di classe seconda. Cerchiamo di ripeterlo insieme. Completa gli spazi scegliendo i termini adatti.

Il …………………. indica …………………… e ……………………… che sovrani e signori offrirono a …………………, ……………………….. , …………………… e ……………………. in cambio di ….......................... che li avrebbero glorificati. (favoritismo/mecenatismo; il potere/la protezione; l'ospitalità/la carità; mercanti/poeti; letterati/banchieri; marinai/pittori; scultori/bottegai; soldi/opere. Fra il 1363 e il 1369 il Petrarca abitò per alcuni periodi a Pavia, in una casa messa a disposizione dal duca nella parrocchia di San Zeno, vicino a piazza Petrarca, che porta il suo nome. Gli facevano compagnia la figlia Francesca, il genero Francescuolo da Brossano e i nipotini Eletta, lo stesso nome della bisnonna materna Eletta Canigiani, e Francesco. La tranquillità della Pavia medievale dovette essere particolarmente favorevole alla sua attività letteraria, infatti proprio qui scrisse i Rimedi contro la buona e la cattiva sorte e L’ignoranza propria e di molti altri, entrambe in latino, e modificò il Canzoniere.

Page 5: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

5

Caro amico ti scrivo ... la lettera a Giovanni Boccaccio

Il 17 dicembre 1365 Francesco Petrarca scrisse una lettera a Giovanni Boccaccio, altro grande letterato del Trecento. Sicuramente in classe avrai letto qualche novella dalla sua opera più importante.

Ti ricordi il titolo di questa raccolta? Scrivilo nello spazio qui sotto. ……………………………………………… .

Fig. 2 Ritratto di Giovanni Boccaccio Nella lettera il Petrarca invitava l'amico a un tour ideale a Pavia, che non avrebbe potuto visitare per motivi politici, infatti era guelfo, mentre Pavia era ghibellina Ti ricordi? Nelle città medievali i guelfi erano dalla parte del papa, invece i ghibellini erano dalla parte dell'imperatore e naturalmente non andavano d'accordo. Nella lettera troviamo un elenco di luoghi che Petrarca considerava particolarmente importanti, e proprio da questa lista ricaveremo le tappe del nostro percorso. Terremo la direzione nord-sud e scenderemo dal Castello al Ponte sul Ticino, procedendo un po' a zig-zag.

Page 6: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

6

Osserviamo la cartina di Pavia e iniziamo a dare uno sguardo al nostro percorso petrarchesco.

1. Castello Visconteo 2. San Pietro in Ciel d'Oro 3. Resti di San Zeno 4. Torri di Piazza Leonardo 5. Piazza Duomo 6. Ponte sul Ticino 7. San Pietro in Ciel d'Oro

Ora incamminiamoci. Ogni tappa è abbinata alle parole della lettera del Petrarca, la nostra guida. Allora gambe in spalla!

1

2

3

4

5

6

7

Page 7: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

7

1. IL CASTELLO VISCONTEO

Fig. 3 Ingresso del Castello sulla piazza omonima

Ultimo non certo per bellezza ma per tempo di costruzione, avresti veduto, al sommo della città, il grande palazzo, ammirevole per struttura e spese profuse, eretto dal magnanimo Galeazzo Visconti (questo più giovane), signore di Milano, di Pavia e di molte altre città tutt’intorno, un uomo che tanto superiore agli altri in molte cose, lo è perfino a se stesso nella munificenza delle costruzioni (...) io credo che – dotato di sensibilità quale sei – tu l’avresti ritenuta la più sontuosa fra tutte le costruzioni moderne e che avresti preso piacere non soltanto del vedere me, amico tuo (cosa che non spero, ma che so esserti graditissima), ma dal potere ammirare bellezze non lievi (...), ma davvero grandi e importanti. La sua costruzione ebbe inizio nel 1360, un anno dopo l’annessione di Pavia ai territori viscontei. Esso non fu pensato come fortificazione militare, ma come splendida reggia di una signoria prestigiosa che considerava palazzi e chiese come segni della propria presenza sul territorio. Il castello fu iniziato da Galeazzo II, il protettore del Petrarca. Il luogo prescelto non fu all’interno delle mura, ma al limite nord della città. I lavori proseguirono così in fretta che Galeazzo II poté abitarci già dal 1365. La costruzione è a pianta quadrata ed è composta da parallelepipedi verticali nelle torri e orizzontali nei lati.

Quali sono i materiali usati per la costruzione? □ marmo con decorazioni in ferro □ marmo con decorazioni in cotto □ mattoni con decorazioni in pietra arenaria

Page 8: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

8

Ora concentra la tua attenzione sulle finestre

Su quanti piani sono distribuite?……………………… .

E sulle torri? ……………………. .

Le finestre delle torri sono tutte uguali? Sì □ NO □ Avviciniamoci e guardiamo i tanti buchi distribuiti a distanza regolare: sono le buche pontaie, in cui erano inserite le travi del ponteggio durante la costruzione. Spostiamoci ora sul rivellino, la costruzione situata davanti all’ingresso del castello come protezione dagli attacchi nemici.

Fig. 4 Ingresso del Castello dal Rivellino Se ci affacciamo noteremo un fossato, che anticamente veniva riempito di acqua come mezzo di difesa. Le finestre che si vedono in basso sono state aperte nel XVIII secolo per dare un po’ di luce alle prigioni dove gli Austriaci, che governavano Pavia, tenevano i prigionieri. Più a ovest notiamo che il muro all’interno del fossato non è perpendicolare, ma a scarpa, e ciò consentiva di proteggere meglio la costruzione. Salite le scale ci si trova al centro del fossato nel punto in cui si univano i due ponti levatoi: uno scendeva dal castello, l’altro dal rivellino. A sinistra si possono notare due feritoie di forma strombata, ovvero con una svasatura verso l’interno.

Page 9: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

9

Secondo te, quale poteva essere la loro funzione? □ impedire che chi si affacciava cadesse nel fossato

□ consentire agli arcieri di tenere l’arco comodamente senza diventare un facile bersaglio per il nemico

□ impedire al nemico di vedere in faccia l’arciere e quindi evitare che lo riconoscesse

Alla nostra destra c’è una piccola scala che non conduce da nessuna parte.

Osserva il muro del castello di fronte a te. Che cosa vedi in corrispondenza del tuo sguardo?

□ una finestra □ una porta aperta □ una porta murata Anticamente in questo punto esisteva un ponte mobile fra il rivellino e il castello. Il ponte levatoio e la pusterla, che era una porta più piccola accanto a quella principale e dotata di un proprio ponte levatoio, venivano aperti e chiusi attraverso un sistema di catene e carrucole inserite nel muro. Lo confermano i bolzoni, ovvero le superstiti fenditure nel muro. Alziamo lo sguardo! Su tutti i lati i muri del castello terminano con dei merli, rialzi in muratura collocati a intervalli regolari a coronamento del muro perimetrale. Essi servivano innanzitutto per le guardie che facevano la ronda sui camminamenti: tra un merlo e l’altro ci potevano essere le ventiere, ante di legno che riparavano le guardie dal freddo e che potevano essere aperte o chiuse in base alla necessità. I merli erano anche un simbolo dell’orientamento politico della città. Quelli del nostro castello sono del tipo detto «a coda di rondine» e indicavano il partito dei ghibellini, amici dell’imperatore; invece i merli quadrati indicavano i guelfi, seguaci del papa. Ora entriamo sotto il portone. Sulla destra si trova la cosiddetta Sala del Rivellino, che era il corpo sporgente, in forma di piccola fortezza quadrata o triangolare, collocato dinnanzi all’ingresso di una fortificazione.

Anticamente a che cosa poteva servire? Considera che era la sala più vicina all’ingresso, luogo che doveva essere costantemente controllato

□ sala dei banchetti

Page 10: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

10

□ sala di attesa degli ospiti □ sala delle guardie Entriamo dalla porta a sinistra. Attraversata la biglietteria, sbuchiamo nel porticato che circonda il cortile.

Come puoi notare al Castello manca un’ala. Quale? Indicala con un punto cardinale

....................................................... .

L’ala mancante era la più prestigiosa del palazzo e si affacciava sul Parco fatto allestire da Galeazzo II a partire dal 1366 (Parco Vecchio), un giardino lussureggiante dotato anche di vasche per i pesci e di una riserva di caccia, passatempo molto praticato a corte. Fra il 1383 e il 1395 il figlio Gian Galeazzo fece aggiungere un altro parco (Parco Nuovo) circondato da mura, dove, dal 27 agosto 1396, si iniziò a costruire la famosa Certosa di Pavia, splendida cappella della famiglia Visconti. L’ala mancante è stata distrutta nel 1527 durante l’assedio posto dai Francesi per vendicare la sconfitta del loro sovrano Francesco I due anni prima nella Battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525. Quello che ora rimane è un pezzo delle mura spagnole costruite nel XVI secolo.

Osserva le tre ali rimaste. Ognuna è costruita su due piani: il porticato nella parte inferiore, il loggiato al primo piano.

Fig. 5 Le finestre del Castello Visconteo

Ti sembra che le tre ali siano tutte uguali?

Page 11: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

11

SÌ □ NO □

Qual è la differenza più evidente? la forma la dimensione il numero delle aperture In origine le finestre del castello erano tutte quadrifore, in cui la luce penetrava attraverso quattro aperture. Successivamente vennero sostituite da bifore, in cui la luce è divisa a metà da un pilastrino o da una colonnina, e monofore, con una sola apertura. Ciò avvenne per due motivi principali: perché lo richiedeva la moda, ma soprattutto per non disperdere calore. I vetri erano composti da piccoli quadri montati su intelaiature di ferro.

Come si può notare, i capitelli delle colonne del porticato sono tutti diversi, ma il tipo di decorazione è lo stesso.

Sono rappresentati:

□ elementi vegetali □ esseri umani mostruosi □ figure geometriche Hai notato il pozzo? Era un elemento molto importante. In tempo di pace forniva l’acqua per i bisogni alimentari e per la pulizia, oltre che per abbeverare gli animali. In tempo di guerra, quando il castello era circondato, era l’unica riserva di acqua interna.

Percorrendo il porticato si possono ancora scorgere tracce degli antichi affreschi che decoravano le volte: rappresentavano episodi della storia dei Visconti. Pare che fosse raffigurato anche Galeazzo II seguito da armati. Riesci a trovare la scena? Che cosa vedi sulle volte?

□ tracce di decorazioni □ pitture con scene di caccia

Page 12: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

12

□ disegni astratti Possiamo ora visitare gli interni del piano terra. Le sale, che ora ospitano le varie sezioni dei Musei Civici, sono numerate. Guardandoti intorno potrai scoprire tracce delle antiche decorazioni: stemmi, zoccolo a rombi bianchi e grigi, motivi vegetali, fiori e stelle stilizzati. Visitiamone qualcuna!

SALA I

La finestra ha come affresco lo stemma visconteo (serpente con in bocca un saraceno) e l’elmo di Galeazzo II Visconti con tizzoni ardenti e secchie pendenti.

SALA II È forse la più bella, infatti conserva i restauri degli antichi affreschi. Il soffitto è in azzurro. Siamo all’interno della torre ovest. Proprio qui, a partire dal 1368, Galeazzo II iniziò l’allestimento di una ricca biblioteca.

Fig. 6 La Torre ovest del Castello e le bifore Qualche anno più tardi Gian Galeazzo riuscì a impadronirsi dei manoscritti di Francesco Petrarca, che allora si trovavano presso la biblioteca dei Carraresi a Padova e a riunirli presso il castello di Pavia. Tutti questi libri vennero fatti trasportare in Francia da Luigi XII, e ora i codici del Petrarca, interamente scritti a mano, sono conservati, oltre che alla Biblioteca Nazionale di Parigi, in altre biblioteche europee.

Page 13: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

13

SALE DELLA SEZIONE LONGOBARDA questa città di Ticinum (ora i moderni la chiamano Papia con termine che i grammatici vogliono che significhi «ammirevole»), la quale, posta appunto sulle rive del fiume Ticino fu già, un tempo, reggia famosa dei Longobardi. In queste sale si conservano testimonianze del periodo del regno dei Longobardi, che regnarono a Pavia dal 568 al 774.

SALE DELLA SEZIONE ROMANICA Vi sono esposti capitelli, colonne, portali e mosaici pavimentali recuperati da antiche chiese. In particolare, troviamo la lapide con l’epigrafe composta da Francesco Petrarca in occasione della morte a soli due anni e mezzo del nipotino Francesco il 19 maggio 1368. La lastra proviene dall’antica chiesetta romanica di San Zeno, dove il piccolo venne sepolto. Il nonno raggiunse Pavia solo il 30 maggio. Probabilmente il testo ti risulta incomprensibile, infatti è scritto in latino, che nel Trecento era la lingua delle persone istruite. La traduzione è questa: Appena, ospite novello, avevo toccato con tenero piede l’inizio del mio viaggio nel mondo e la dura soglia della vita che se ne va trasvolando. Padre mi fu Francesco, madre Francesca. Camminando sulle loro orme, dal fonte battesimale recai il loro stesso nome. Fui un bambino graziosissimo, fui la dolce consolazione dei miei genitori. Ora non c’è per loro che il dolore. Per questo solo la mia sorte è meno lieta; per il resto sono felice, avendo raggiunto le gioie della vita vera ed eterna, così velocemente, così facilmente. Il sole aveva compiuto due intere orbite tortuose e quattro la luna, quando mi si fece incontro la morte. Sbaglio. La vita mi si fece incontro. Mi diede al mondo la città di Venezia, mi rapì Pavia. Ma non me ne lamento. Era stabilito che da questa città dovessi essere ristabilito al Cielo. Nell’anno 1368, il 19 maggio, alle 3 del pomeriggio.

Page 14: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

14

SALA X

È situata nella torre est. Nel passaggio di muro con la sala successiva si nota una stretta scala ricavata nel muro medesimo. Permetteva l’accesso al piano superiore: ogni piano, come ogni torre, era infatti collegato da una scala analoga.

SALA XIII Viene anche chiamata Sala della Colombina, in quanto vi è ritratta una colomba bianca, l’ impresa o simbolo di Bona di Savoia, sposa di Galeazzo Maria Sforza. La camera fu infatti allestita in occasione delle loro nozze nel 1468.

SALA XIV Qui si conserva gran parte della decorazione del soffitto, in azzurro come quello di un’altra Sala che abbiamo visitato.

Quale? □ I □ VI □ II

A che cosa ti fa pensare questo colore? ……………………………………. .

La parete nord conserva tracce di una decorazione detta «a tappezzeria», perché presenta motivi geometrici ripetuti che sembrano una stoffa. Questi affreschi vengono anche definiti «a compassi», infatti uno dei motivi ricorrenti è il cerchio, e si trovano in molte altre stanze del Castello. LA CAPPELLA Percorrendo il porticato noterai due porte diverse dalle altre.

Come ti sembrano? □ più strette

Page 15: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

15

□ più basse □ più decorate Sono le porte di ingresso alla cappella, che doveva essere riconoscibile con facilità, in quanto all’epoca si pregava in diversi momenti della giornata. Queste porte sono riccamente decorate. Alcune figure permettono di identificare l’entrata principale.

Che cosa rappresentano? ………………………………………………………………………………………… All’interno troviamo un ampio locale con affreschi di due santi a figura intera, una Madonna con il Bambino, un busto di Cristo che benedice e una figura di donna. Cerca di individuarli. La cappella confinava con il forno.

Perché? □ per avere il pane durante le funzioni □ per far passare il calore □ per sentire il profumo del pane LA SCALA La scala per salire al secondo piano risale al XVIII secolo. Il sole e la luna di bronzo appesi al muro facevano parte dell’orologio della Torre civica crollata nel 1989. LA PINACOTECA MALASPINA L’attuale Pinacoteca Malaspina è una vasta sala composta da più campate, che sono spazi delimitati da quattro pilastri e una volta a crociera che li collega.

Quante sono? ..................................................... .

Page 16: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

16

A ogni campata corrisponde una finestra con dei sedili da cui si poteva ammirare il giardino che si vede sotto. Le volte della prima campata sono del tipo a crociera, che è l’incrocio di due volte a botte, così chiamate perché hanno la forma di una botte tagliata a metà. Le vele, che sono le quattro parti della volta a crociera, raffigurano i Quattro elementi dell’Universo: terra, aria, acqua, fuoco. Invece sulle vele della seconda campata notiamo le Quattro fatiche di Ercole. Questi affreschi vennero eseguiti in epoca spagnola nel XVI secolo, come pure Le Quattro stagioni, delle quali rimane solo un frammento di Estate. Compaiono inoltre decorazioni di epoca precedente:

- un orso vicino a un ciliegio

- due figure femminili

- uno stemma visconteo

- dei riquadri di marmo Le sale successive hanno perso gran parte delle decorazioni, ma un tempo erano affrescate da immagini di animali: «sala dei leopardi», «sala dei conigli».

SALA CON IL MODELLO DEL DUOMO DI PAVIA Le pareti sono dipinte di rosso e decorate con corone di alloro, invece il verde è quasi del tutto scomparso. C’erano anche degli stemmi ancora parzialmente riconoscibili. Siamo nella torre est. Qui venivano conservate più di cento reliquie, i resti materiali che si ritenevano essere appartenuti a santi e ritenute dotate di poteri speciali: un braccio di Maria Maddalena, un dente di san Cristoforo e la testa del drago di san Giorgio. UNA SALA «CURIOSA» Alla fine della nostra visita al Castello entriamo in una sala particolare. Costeggia la parete sud fino ad arrivare a una porticina. Erano i servizi igienici di allora: il fossato del castello raccoglieva i rifiuti organici che vi arrivavano direttamente senza passare dalle fognature.

Page 17: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

17

2. SAN PIETRO IN CIEL D'ORO

Fig. 7 San Pietro in Ciel d'Oro

Avresti potuto vedere il luogo [la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro] dove Agostino ha ora il sepolcro, dove Boezio trascorse da vecchio il suo esilio e incontrò quindi la morte, e dove ora giacciono entrambi in compagnia di quel re Liutprando che fu colui che trasportò qui a Pavia, dalla Sardegna, il corpo dello stesso Agostino. Usciamo dal castello e attraversiamo i giardini. Arrivati al semaforo passiamo dall’altra parte, percorriamo la strada parallela a Viale Matteotti, prendiamo la prima via a destra e raggiungiamo la basilica di San Pietro in Ciel d'Oro, una delle più famose e antiche della città. La prima chiesa, molto antica, raggiunse grande splendore sotto il regno del sovrano longobardo Liutprando (712-744), che la fece ampliare e vi fece trasportare dalla Sardegna le ossa del dottore della Chiesa Agostino d’Ippona. Accanto alla basilica il re fondò un monastero di monaci benedettini, dove il re franco Carlo Magno, che nel 774 conquistò Pavia e cacciò i Longobardi, fondò una celebre scuola di studi superiori: la biblioteca fu danneggiata in seguito all’incendio scoppiato durante l’invasione degli Ungari nel 924. Nel X secolo l’abate francese Maiolo di Cluny favorì una riforma del monastero, che fu occupato dai Canonici Mortariensi nel 1213 e, dal 1518, dai Lateranensi, ai quali si deve la costruzione del grandioso convento a sinistra della basilica. La chiesa che oggi vediamo, e che il Petrarca vide quando venne a Pavia, è in stile romanico e fu consacrata da papa Innocenzo II nel 1132. Giovanni Boccaccio, pur non avendo mai visitato Pavia, conosceva San Pietro in Ciel d’Oro, dove sono ambientate le vicende della penultima novella del Decamerone, che ha come protagonista il pavese Torello da Strada (Decameron, giornata X, novella 9).

Page 18: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

18

LA FACCIATA La facciata presenta tutte le caratteristiche delle chiese romaniche che intorno al XII secolo sorsero a Pavia. Cerchiamo di scoprirli insieme, magari ricordandoci delle lezioni di storia dell'arte seguite in classe:

Com'è il tetto? a capanna a pagoda a tenda

A cosa serviva la cornice di archetti? a facilitare lo scolo dell'acqua piovana come decorazione a contenere statue

La facciata sembra divisa in tre parti. Sai perché? ricorda la trinità tutte le facciate delle chiese sono sempre divise in tre particolare la divisione in tre parti corrisponde alle tre navate interne

1) La luce penetra all’interno attraverso le tre aperture che vedi lassù. Che forma hanno?

due quadrati e uno triangolare due rotondi e uno a croce uno triangolare e due quadrati Vedi dei punti più chiari incastrati nel mattone rosso? Sono piattini in maiolica di origine orientale e hanno funzione decorativa, infatti al tramonto riflettono la luce del sole.

Page 19: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

19

Il portale presenta nei capitelli sculture di origine orientale e una superficie triangolare decorata a rilievo chiamata timpano: al centro troviamo un angelo con uno scettro nella mano destra e un globo nella sinistra. A sinistra si vede un servo con una semplice veste e senza scarpe in posizione di umiltà, mentre il personaggio altolocato a destra, vestito e calzato con eleganza, potrebbe raffigurare il sovrano che nell’VIII secolo fece trasportare dalla Sardegna le reliquie del dottore della Chiesa Agostino di Ippona.

Ricordi il suo nome? □ Carlo Magno □ Desiderio □ Liutprando Ai lati del portale notiamo due contrafforti, sporgenze di muro usate per rinforzare la struttura.

Quello a destra è più grande. Perché? contiene all'interno una scala è un elemento decorativo serviva come canna fumaria Sulla destra noterai una placca di marmo con un’iscrizione nella lingua volgare del Trecento.

Fig. 8 San Pietro in Ciel d’Oro, epigrafe con terzina dantesca

Page 20: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

20

Comprendi bene il testo? …… . Si tratta della celebre citazione dalla Divina Commedia (Paradiso, canto X, versi 127-129) di Dante Alighieri in cui il poeta ricorda l’uccisione e la sepoltura del filosofo Severino Boezio: Lo corpo ond’ella fu cacciata giace Giuso in Cieldauro; ed essa da martiro E da esilio venne a questa pace. Traduciamolo in un italiano più comprensibile: Il corpo di Severino Boezio giace sulla Terra nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro; lui dall’esilio raggiunse questa pace del Paradiso. L’INTERNO L’interno è diviso in tre navate, che sono gli delimitati dalle colonne. La pianta presenta una forma rettangolare. Ora dirigiamoci alla ricerca delle memorie dei tre personaggi ricordati dal Petrarca quasi come eterni «inquilini» della basilica. Percorriamo la navata centrale fino al capocroce, che è tutta la parte terminale della chiesa dietro l’altare. Avrai notato i pilastri con capitelli sulle quali si vedono sculture che raffigurano motivi floreali stilizzati, draghi e mostriciattoli, elementi che, oltre a servire da decorazione, servivano a impartire insegnamenti ai fedeli e a ricordare che i peccatori non potevano avvicinarsi agli spazi sacri. Raggiungiamo l’abside, la struttura semicircolare coperta da una semicupola che troviamo alla fine della navata centrale dietro l’altare. Il mosaico risale al secolo scorso e rappresenta la figura di Cristo in trono con ai lati a sinistra Agostino d’Ippona e sua madre Monica, a destra l’apostolo Pietro. Il mosaico antico era tutto dorato, e questa potrebbe stata un’altra spiegazione della dedicazione della chiesa a San Pietro in Ciel d’Oro. Sull’altare ammiriamo il sarcofago in marmo di s. Agostino.

Fig. 9 San Pietro in Ciel d’Oro: sarcofago di Agostino d’Ipppona

Page 21: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

21

Venne fatta costruire fra il 1362 e il 1400, perciò il nostro Petrarca non potè vederla finita. Si sviluppa su tre piani realizzati da due differenti artisti, uno fino al primo piano, l’altro fino alla sommità: è alta m. 3, 93, lunga m. 3, 07, larga m. 1, 68 e pesa 300 quintali. Diciannove bassorilievi realizzati con scalpelli d’argento dalla punta di diamante rappresentano scene di vita del santo. Al piano intermedio Agostino giace sul letto di morte con davanti un libro e circondato da vescovi e religiosi di alto rango. Nella fascia inferiore troviamo altri santi, gli apostoli, che reggono il cartiglio con il Credo, e le Virtù. Nella penultima fascia troviamo scene del santo, mentre nell’ultimo piano sono raffigurati i miracoli compiuti da vivo.

Qual è lo stile delle guglie? Dovresti saperlo. romanico gotico rinascimentale Adesso rivolgiamo lo sguardo al pilone a destra del presbiterio, lo spazio riservato ai sacerdoti per la celebrazione delle funzioni religiose. Qui si trovano le ossa di re Liutprando. Nel XII secolo furono fatte portare a San Pietro in Ciel d'Oro e riposte a fianco del presbiterio, in un tempietto di marmo andato distrutto nel 1570. Nel 1895 le spoglie del sovrano longobardo vennero alla luce in una cassetta di legno ormai marcia in occasione dei lavori per la nuova pavimentazione. L’epitafio inciso sulla lastra di marmo applicata al pilone risale al XII secolo e ricorda le vittorie del re. La navata destra conserva i resti del mosaico pavimentale del XII secolo: raffigura un cavaliere, forse san Giorgio, in lotta contro un drago. Ora non ci resta che cercare tracce di Severino Boezio. Questi, nato da una famiglia di nobili origini, fu educato a Roma, completò gli studi ad Atene e divenne un personaggio importante alla corte del re ostrogoto Teodorico. Accusato di tradimento, nell’inverno tra il 523 e il 524 venne imprigionato a Pavia, dove scrisse la sua famosa opera La consolazione della filosofia. Venne giustiziato nel 526 e, secondo una leggenda, sul luogo dell’esecuzione sarebbe poi sorta la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro. Scendiamo nella cripta. Sull’altare è posato il recente (1923) sarcofago in marmo con le reliquie, ovvero i frammenti di osso, di Severino Boezio.

Fig. 10 Urna con le spoglie di Severino Boezio

Page 22: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

22

3. I RESTI DI SAN ZENO

Fig. 11 Resti dell’abside di San Zeno

Ora usciamo da San Pietro in Ciel d'Oro, dirigiamoci verso viale Matteotti, raggiungiamo il lato opposto, percorriamo piazza Petrarca, dal nome della nostra guida, prendiamo la prima viuzza a sinistra e ci troviamo in piazza Guicciardi, di fronte ai resti dell'abside romanica di San Zeno, la chiesa dove si recavano il Petrarca e i suoi familiari. Qui nel 1368 venne sepolto Franceschino, il nipotino del Petrarca morto a soli due anni e mezzo il 19 maggio. Il nonno appresa la notizia, raggiunse Pavia dopo il funerale e compose il testo inciso sull’epigrafe ora conservata presso i Musei Civici del Castello Visconteo.

Di quale materiale sono i mattoni? di marmo di cotto di granito

Come si chiamano le buche che vedi? Attenzione sono come quelle del Castello Visconteo

………………………………………… .

Page 23: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

23

4. LE TORRI DI PIAZZA LEONARDO

Fig. 12 Le Torri di Piazza Leonardo (...) la città, posta in mezzo a loro [i Lombardi] sopra una modesta altura lievemente declinante, leva verso il cielo la selva delle sue torri e con una prospettiva tutto intorno così libera e priva di ostacoli che non credo che ci sia città di pianura che ne possegga una altrettanto aperta e piacevole. Ora percorriamo alcuni metri, attraversiamo Strada Nuova e tramite l’atrio dell’Università, raggiungiamo prima Piazza Giorgio La Pira, quindi Piazza Leonardo da Vinci. Abbiamo di fronte tre delle numerose torri che formavano la «selva» decantata dal Petrarca. Chissà quante volte ebbe modo di ammirarle stupito! Ancora oggi, nei giorni limpidi, giungendo da sud, già a dieci chilometri dalla città iniziano appaiono i profili delle snelle sagome delle torri ancora rimanenti: quelle riamaste intatte sono solo cinque. Ma nel Trecento erano di più, anche se molte erano già crollate per i motivi più diversi: cedimenti strutturali o abbattimenti. Con il trascorrere del tempo altre sono state abbassate e usate come abitazioni, così ora risulta difficile riconoscerle. Le torri, costruite tutte intorno al XII secolo, sono i monumenti più misteriosi di Pavia. Mancano infatti documenti e testimonianze certe in grado di dirci quante fossero e probabilmente la loro costruzione aveva soprattutto un significato simbolico, per indicare il prestigio e la potenza delle famiglie pavesi che le facevano costruire.

Osserva bene le tre torri. I mattoni sono in cotto, come in molti altri monumento pavesi. Perché, secondo te?

Page 24: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

24

□ era di moda □ veniva importato □ un zona esistevano fornaci per la cottura dei mattoni

5. IL REGISOLE

Fig. 13 La statua del Regisole Fra le tante cose per le quali so che hai una particolare propensione (e io più di te), avresti ammirato quella statua equestre in bronzo dorato che, dal centro della piazza, quasi avesse preso lo slancio, sembra volgersi verso il sommo dell’altura; statua un tempo strappata, come si racconta, ai tuoi ravennati, e che gli intendenti di arte scultorea e pittorica sostengono essere tra i monumenti più belli.

Page 25: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

25

Ora lasciamo le torri e, in meno di dieci minuti, ci troviamo in piazza del Duomo, dove domina la statua del Regisole. Il monumento originale in bronzo dorato, che raffigurava un cavaliere, all’inizio fu probabilmente sistemato nel cortile del palazzo reale, situato in zona dell'attuale Municipio e andato distrutto nel 1024. Perciò entro il terzo decennio dell’XI secolo il cavaliere venne trasferito nella piazza della cattedrale, montato su di una colonna di mattoni: una mano reggeva le briglie, l’altra era protesa, mentre un cagnolino ritto sembrava sostenere la zampa alzata del cavallo. Dopo varie vicissitudini, il 16 maggio 1797 il cavaliere venne distrutto dai Francesi di Napoleone Bonaparte. La statua che vediamo è un rifacimento dello scultore Antonio Messina, donato alla città nel 1932 dal Governo italiano e collocato qui nel 1937. Il nostro cavaliere tiene il viso rivolto a un’enorme chiesa, la Cattedrale. Ma anche questa non è la stessa del Trecento. Molti secoli fa su quest’area esisteva probabilmente un tempio dedicato alla dea Cibele. Nel V secolo, al tempo del vescovo Epifanio, la costruzione venne distrutta e sostituita da due chiese paleocristiane. Fra XII e XIII secolo queste ultime lasciarono il posto ad altrettante basiliche romaniche, dedicate rispettivamente a Santo Stefano (cattedrale estiva) e a Santa Maria del Popolo (cattedrale invernale).

Fig. 14 Opicino de Canistris, Veduta prospettica delle due cattedrali romaniche (1330). Manoscritto Palatino Latino 1993 della Biblioteca Apostolica Vaticana, f. 2v Verso la fine del Quattrocento le due chiese medievali vennero abbattute per edificare una sontuosa cattedrale sul modello della basilica di Santa Sofia di Istambul. I lavori durarono alcuni secoli, e ultimamente sono state necessarie opere di rifacimento. Negli ultimi decenni la Cattedrale è rimasta chiusa per restauro ed è stata riaperta al pubblico il 13 ottobre 2012. Ora osserva i ruderi sul lato sinistro del Duomo. Si tratta dei resti di un monumento che il nostro Petrarca vide sicuramente. Era l’antica Torre Civica dell' XI secolo, l’unica nella quale si potesse entrare prima del rovinoso crollo del 17 marzo 1989, quando morirono quattro persone, come ricorda la lapide che si può leggere.

Page 26: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

26

Fig. 15 Il Duomo con la Torre Civica di Pavia in una foto d’epoca

6. Il PONTE SUL TICINO

Fig. 16 Il Ponte Coperto di Pavia Quanto al Ticino (...) le sue rive sono congiunte da un ponte di pietra davvero ammirevole (...). Ora dal Duomo raggiungiamo la riva sinistra del Ticino. Hai notato una stranezza?Anche se Pavia è una città di pianura, si ha l'impressione di scendere, un po' come in collina. Infatti, devi sapere che dal castello alla riva sulla quale ci troviamo la pendenza è di circa dodici metri. Eccoci arrivati al ponte sul fiume, proprio dove sbarcava Francesco Petrarca quando veniva a Pavia dal Veneto! Pare che già in età romana esistesse un ponte in pietra, del quale rimangono dei ruderi che si possono vedere nei periodi di secca. Fra il 1351 e il 1354 fu costruito un nuovo ponte.

Page 27: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

27

Fig. 17 Veduta del Ponte trecentesco in un’incisione Ora ne rimangono pochi resti sulle due rive del fiume.

Fig. 18 I resti del Ponte trecentesco Il 5 settembre 1944, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il ponte dell’epoca del Petrarca venne distrutto.

Page 28: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

28

Fig. 19 Il Ponte trecentesco bombardato Nel 1949 si iniziò la costruzione del nuovo ponte (Ponte Coperto), che fu inaugurato nel 1951. Sul portale dalla parte della città un'epigrafe dice:«Sull'antico varco del ceruleo Ticino, ad immagine del vetusto Ponte Coperto, demolito dalla furia della guerra, la Repubblica Italiana riedificò». Il ponte attuale è stato costruito circa 30 metri a valle del precedente ed è più largo. Le arcate sono più grandi e inferiori di numero. La costruzione è anche più corta in quanto segue un percorso perpendicolare alla corrente del fiume, mentre quello antico seguiva la linea che congiunge Strada Nuova (dalla parte del centro) con Via dei Mille (dalla parte del Borgo Ticino). Le modifiche rispetto al progetto hanno consentito di migliorare la viabilità sul ponte (aumento di dimensioni in larghezza e altezza) e di facilitare lo scorrimento delle acque.

7. SAN TEODORO Prima di concludere il percorso riattraversiamo la strada e, percorrendo di nuovo le viuzze di Pavia, raggiungiamo la chiesa di San Teodoro. Anche se Francesco Petrarca non ne parla nella sua lettera, il monumento può rientrare nel nostro itinerario per i motivi che scopriremo insieme. Il primo edificio paleocristiano risale al VII secolo. Fra XII e XIII secolo venne realizzata la nuova costruzione, nuovamente rimaneggiata nel corso del tempo.

Page 29: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

29

Fig. 20 La basilica di San Teodoro: facciata

Quale stile architettonico riconosci nella facciata? Cerca di ricordare la facciata di Pietro in Ciel d'Oro

□ gotico □ rinascimentale □ romanico

La facciata a capanna presenta degli elementi che hai già trovato a San Pietro in Ciel d'Oro. Quali?

loggetta cieca finestre gotiche croce aperta rosone centrale piattini in maiolica Ora entriamo. L’interno ha le stesse caratteristiche delle chiese del XII secolo. Ma non dimentichiamoci lo scopo della nostra tappa: un “riassunto pittorico” del nostro viaggio petrarchesco. Osserva il dipinto della controfacciata. Raffigura una veduta di Pavia. In origine si trovava sulla parete sinistra e, dopo il restauro del 1956, ci si è accorti che sotto ce n’era un altro rimasto incompiuto. Il pittore fu probabilmente Bernardino Lanzani, artista molto attivo a Pavia nella prima metà del Cinquecento. La prima versione, quella

Page 30: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

30

della parete destra, si concentra sull’assedio della Pavia come doveva essere prima della battaglia del 24 febbraio 1525, quando la città cadde in mano agli Spagnoli. La seconda, quella della controfacciata, raffigura intorno al 1520, e non doveva essere molto cambiata rispetto all’epoca del soggiorno del Petrarca. Guarda bene l’affresco.

Fig. 21 San Teodoro, controfacciata: Bernardino Lanzani, Pavia assediata nel 1522 Il personaggio in primo piano è s. Antonio Abate, al quale era dedicata una cappella in Borgo Ticino. Ai suoi piedi vediamo un maialino: anticamente il grasso di questi animali veniva usato per curare il fuoco di S. Antonio, una malattia. Alle spalle del santo si trova la città di Pavia con i suoi monumenti, compresi quelli della lettera del Petrarca.

Cerca di elencarli secondo la direzione nord – sud che abbiamo seguito anche noi nel nostro viaggio.

………………………………

………………………………

……………………………….

………………………………..

……………………………….

Page 31: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

31

AL LAVORO!

Page 32: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

32

ATTIVITÀ 1. LETTERE-GEOGRAFIA

COMPRENDERE E ANALIZZARE UN TESTO

Ti proponiamo la lettura di parti della lettera scritta da Francesco Petrarca a Giovanni Boccaccio il 17 dicembre 1365.

Certo che, se non fossi stato incalzato da tanta fretta, ti sarebbe rimasto facile, una volta giunto a Genova, volgere qui il tuo cammino: sarebbe stato un viaggio di soli due giorni. Non avresti veduto soltanto me che ti sono sempre presente ovunque tu sia, ma questa città di Ticinum (ora i moderni la chiamano Papia con termine che i grammatici vogliono che significhi «ammirevole»), la quale, posta appunto sulle rive del fiume Ticino fu già, un tempo, reggia famosa dei Longobardi (…). Avresti potuto vedere il luogo [ la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro] dove Agostino ha ora il sepolcro, dove Boezio trascorse da vecchio il suo esilio e incontrò quindi la morte, e dove ora giacciono entrambi in compagnia di quel re Liutprando che fu colui che trasportò qui a Pavia, dalla Sardegna, il corpo dello stesso Agostino. Consorzio davvero pio e devoto di uomini tanto grandi! (…). Avresti infine veduto una città famosissima per antichità, almeno per voce pubblica; a me infatti, prima del tempo della seconda guerra punica alla quale poc’anzi accennavo, non è mai accaduto di leggerne parola; anzi, se la memoria non mi tradisce, Livio parla sì di Ticinum, ma solo riguardo al fiume. Potrebbe forse essere insorta una certa confusione per via dell’omonimia – il fiume Ticinum e Ticinum città – e tuttavia, per tralasciare le questioni incerte e restringermi alle certe, posso dire che avresti veduto una città dal clima alquanto mai salubre. Ascolta: sono ormai due estati che trascorro a Pavia e, almeno a mia memoria, non mi sembra di essermi mai imbattuto, altrove, in stagioni estive che avessero piogge tanto dolci e frequenti, temporali tanto rari e di poca durata, che non fossero infastidite da un caldo eccessivo e godessero invece di un clima tanto mite e temperato. E la sua posizione? Una gran parte della Gallia Cisalpina è tenuta dai Lombardi, un popolo anticamente potente e oggi potentissimo [i Visconti, signori di Milano di altre parti della Lombardia], e la città, posta in mezzo a loro sopra una modesta altura lievemente declinante, leva verso il cielo la selva delle sue torri e con una prospettiva tutto intorno così libera e priva di ostacoli che non credo che ci sia città di pianura che ne possegga una altrettanto aperta e piacevole. Quasi senza bisogno di volgere lo sguardo hai di qui, di fronte all’occhio, le vette nevose delle Alpi, di qui invece i colli verdeggianti dell’Appennino. Quanto al Ticino, che discende con lieti meandri e si affretta a gettarsi nel Po, scorre, lambendole, ai piedi delle mura e col proprio impeto, come è scritto, vivifica tutta la città mentre le sue rive sono congiunte da un ponte di pietra davvero ammirevole: questo Ticino che è il più limpido di tutti i fiumi e che, come si dice e come in realtà è, ha un corso particolarmente rapido, anche se qui giunge quasi stanco del tanto cammino compiuto, quasi per aver rallentato

Page 33: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

33

in vicinanza di un fiume più famoso e avendo anche perduto qualcosa del suo nativo nitore per avere ricevuto tanti affluenti (…). Fra le tante cose per le quali so che hai una particolare propensione (e io più di te), avresti ammirato quella statua equestre un bronzo dorato [il Regisole] che, dal centro della piazza, quasi avesse preso lo slancio, sembra volgersi verso il sommo dell’altura; statua un tempo strappata, come si racconta, ai tuoi ravennati e che gli intendenti di arte scultorea e pittorica sostengono essere tra i monumenti più belli. Ultimo non certo per bellezza ma per tempo di costruzione, avresti veduto, al sommo della città, il grande palazzo, ammirevole per struttura e spese profuse, eretto dal magnanimo Galeazzo Visconti (questo più giovane), signore di Milano, di Pavia e di molte altre città tutt’intorno, un uomo che tanto superiore agli altri in molte cose, lo è perfino a se stesso nella munificenza delle costruzioni. Se non mi fa velo l’amore per lui, io credo che – dotato di sensibilità quale sei – tu l’avresti ritenuta la più sontuosa fra tutte le costruzioni moderne e che avresti preso piacere non soltanto del vedere me (…), ma del potere ammirare bellezze non lievi (…), ma davvero grandi e importanti. Quanto a me, esse non solo mi dilettano ma mi attraggono e il solo guaio è che le mie faccende mi trascinano altrove. Sto infatti per lasciare Pavia, ma con il proposito di tornare a trascorrervi di tanto in tanto i mesi estivi, sempre che il destino continui a concedermeli. Da Francesco Petrarca, Le Senili [Libri I – VI], vol. I, a c. di U. Dotti, Torino, Nino Aragno Editore, 2004, pp. 551-559.

1. Quanto tempo avrebbe impiegato il Boccaccio per spostarsi da Genova, dove si trovava, a Pavia? …..................................... .

2. Quanto tempo occorre al giorno d'oggi per compiere lo stesso viaggio?

in treno ….......................... .

in auto ….......................... .

3. Quanti sono i monumenti citati nella lettera? …......................... .

4. Chi sono i tre personaggi famosi sepolti a San Pietro in Ciel d'Oro? …............................................................................................................................ ........

5. Com'era il clima d'estate al tempo del Petrarca? ….......................................................................................................................... ........

6. A che cosa vengono paragonate le torri? .…..............................................................................................................................

Page 34: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

34

7. Osserva la carta fisica della Lombardia e confrontala con la lettera del

Petrarca.

Dove si trovano le Alpi rispetto a Pavia? (Indica il punto cardinale) ….............................................. .

E gli Appennini (Oltrepò Pavese)?

…................................................ .

Qual è il fiume più famoso nel quale si getta il Ticino? ….......................... .

8. Petrarca dice che, quando arriva a Pavia, il Ticino è quasi stanco per il percorso. Di quale figura retorica si tratta? La si trova in molte poesie.

similitudine

personificazione

metafora

Page 35: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

35

ATTIVITA 2. ARTE E IMMAGINE

OSSERVO E DESCRIVO UNA MINIATURA

Fig. 21 Frontespizio del manoscritto Milano, Biblioteca Ambrosiana, A 79 inf., f. 1v La Biblioteca Ambrosiana di Milano conserva, fra gli altri, un preziosissimo libro manoscritto del Petrarca un tempo appartenuto alla biblioteca del castello di Pavia. Contiene le Georgiche (il libro degli agricoltori), le Bucoliche (il libro dei pastori) e l’Eneide (il libro di Enea) del poeta latino Publio Virgilio Marone, per questo viene chiamato Virgilio Ambrosiano. Forse ne hai letto qualche brano, ovviamente in traduzione, in classe prima. Ricordi? Devi sapere che … Nei manoscritti latini quelle che noi chiamiamo pagine vengono indicate con il nome di fogli, e si dice recto la parte davanti, verso la parte dietro del foglio. Spesso, nei libri di lusso, pittori, famosi dipingevano immagini che spesso servivano a ricordare il contenuto dell’opera. Viste le loro ridotte dimensioni, questi dipinti sono chiamati miniature. Nel

Page 36: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

36

lato verso del primo foglio del Virgilio Ambrosiano troviamo una miniatura, ovvero un dipinto su pergamena del pittore Simone Martini con la rappresentazione delle tre opere di Virgilio.

Osserva le figure in senso orario, da destra a sinistra partendo dall’alto, e sottolinea il completamento che ritieni esatto:

Il personaggio in alto a destra rappresenta un poeta/un marinaio, infatti tiene in mano lo stilo/il timone. Il pastore in basso a destra è il simbolo dell’Eneide/delle Bucoliche. Il contadino in basso a sinistra rappresenta le Georgiche/il Decameron. Il personaggio in alto a sinistra con la lancia è Enea/Ulisse, infatti rappresenta l’Eneide/l’Odissea.

Page 37: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

37

ATTIVITA 3. ARTE E IMMAGINE

IMPARO A LEGGERE UN DIPINTO

Riprendiamo l’affresco di San Pietro in Ciel d’Oro e proviamo a rileggerlo insieme svolgendo alcuni esercizi. Puoi consultare la parte precedente completata durante il percorso e chiedere aiuto alla docente di educazione artistica. IL SOGGETTO E L’AUTORE

L’opera fu eseguita da …

L’opera raffigura una scena …

una veduta

Page 38: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

38

È un’opera realizzata …

I CODICI

La composizione è …

La disposizione delle figure segue linee …

I SIGNIFICATI

Che cosa ha voluto rappresentare l’artista?

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………

Page 39: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

39

ATTIVITÀ 4. ARTE E IMMAGINE

IMPARO A DESCRIVERE UN’OPERA D’ARTE Ora cerca di elaborare una scheda descrittiva dell’affresco di San Teodoro. Ricordati che per descrivere un’opera d’arte occorre rispondere alle domande Chi? Che cosa? Come? Quando? Dove? AUTORE (CHI?) …………………………………………….

TITOLO (CHE COSA?) …………………………………….

TECNICA (COME?) ………………………………………..

DATA (QUANDO?) ………………………………………..

COLLOCAZIONE (DOVE?)……………………………….

Page 40: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

40

ATTIVITÀ 5. ARTE E IMMAGINE – EDUCAZIONE ALLA

CITTADINANZA

IMPARO A RISPETTARE I MONUMENTI

Lo Stato italiano deve proteggere e conservare le opere d’arte e i beni culturali, che comprendono:

1. il paesaggio e l’ambiente naturale: testimonianze dell’intervento dell’uomo

2. i beni archeologici: monumenti antichi e tutto il materiale di scavo

3. i beni storico – artistici: testimoniano l’attività artistica nel tempo

4. i beni librari e archivistici: manoscritti, libri e documenti antichi

5. gli oggetti d’uso: testimoniano il grado di civilizzazione di un popolo

L’articolo 117 della Costituzione della Repubblica italiana, che è la legge fondamentale dello Stato, dice che: lo Stato ha legislazione esclusiva […] nella tutela dell’ambiente, dell’ecosistema

e dei beni culturali

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali è l’organo centrale attraverso il quale lo Stato italiano applica nei confronti dei beni culturali delle leggi per proteggerli dai danneggiamenti e per favorirne la conoscenza da parte del pubblico. Il Ministero esercita la sua funzione attraverso organi periferici, le Soprintendenze, collocate su tutto il territorio nazionale. Anche le Regioni e i Comuni svolgono funzioni di controllo, cura e gestione del patrimonio locale, in accordo con le normative dello Stato. Le attività specifiche che hanno per oggetto i beni culturali sono lo studio, la catalogazione, il restauro e il controllo di eventuali operazioni relative ad acquisti e vendite.

Ministero dei Beni

Culturali

Soprintendenze

territoriali

Regioni Comuni

Page 41: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

41

E tu?

La protezione dei beni culturali, però, non dipende solo dalle istituzioni addette a questo scopo. Ogni cittadino ha il dovere di partecipare a questo importante compito, e quindi anche tu devi impegnarti a proteggere il nostro patrimonio, cominciando prima di tutto a conoscerlo e sentirlo come tuo. La scuola, attraverso uscite didattiche e progetti, è un’ottima palestra per iniziare ad avvicinarti al patrimonio artistico della tua e di altre città.

Prima di un’uscita didattica:

segui la preparazione svolta dall’insegnante

documentati personalmente

procurati un quaderno e di una penna per gli appunti

Arrivato sul luogo:

1) presta attenzione alla guida 2) confronta le informazioni apprese in precedenza con quelle nuove 3) osserva bene 4) prendi appunti 5) non fidarti troppo dei dispositivi multimediali 6) cerca di apprendere delle tecniche di osservazione che potranno esserti utili anche

in futuro 7) rispetta le regole di comportamento indicate all’ingresso

Qualche divieto

18. Quali fra questi divieti ti aspetteresti di trovare all’ingresso di una chiesa o

di un museo?

Numeri ………………………………………………………………………….

Page 42: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

42

19. Spiega il significato dei simboli che hai individuato dal punto di vista del

rispetto e della conservazione di un ambiente o di un’opera d’arte

N. …..

………………………………………………………………………………….........

..........................................................................................................................................

N. …..

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

N. ……

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

N. …..

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Dopo la visita:

1) rifletti sull’esperienza vissuta

2)discutine con compagni di scuola, amici, insegnanti e altri

3) raccontala in una pagina di diario o in una lettera

Page 43: A PAVIA CON … FRANCESCO PETRARCA · Francesco Petrarca nutriva un grande affetto per la città di Pavia. Era infatti amico del duca di Milano Galeazzo II Visconti, il quale gli

43

ATTIVITÀ 6. ARTE E IMMAGINE – EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA

CARO AMICO TI SCRIVO

Ora scrivi una lettera a un amico o a un’amica che abita in un’altra città o in un altro paese e invitalo/a a visitare il luogo in cui vivi. Prima documentati e poi segui questa scaletta:

- indicazione del luogo e dove si trova

- elementi naturali (pianura, montagna, collina, fiumi, laghi, mari)

- elementi costruiti dall’uomo (monumenti antichi e strutture moderne)

- motivi per i quali ritieni che la visita possa essere utile

Se prendi un bel foglio di protocollo a righe, il tuo lavoro sarà molto più ordinato!