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D irete voi: “Ma che ce ne importa…” o meglio “ ma a chi vuoi che interessi del tuo voto?”. È vero, per avere una cer- ta considerazione come elettori di “peso” nel nostro paese, bisogna essere o un ricono- sciuto e autorevole “capo famiglia”, o un no- to traghettatore di voti da questa a quella fa- zione, a seconda della convenienza del mo- mento. Immaginando, però, la solitudine dei singoli elettori, nel vuoto politico di San Feli- ce, proverò comunque a sviluppare pubblica- mente il ragionamento che mi ha portato a fa- re questa scelta, motivata dall’ingenua spe- ranza che sia di qualche utilità anche per altri anonimi votanti, che forse, uniti, potrebbero magari rappresentare la maggioranza degli aventi diritto. Siamo abituati ad assistere al ri- sveglio dell’amore per la cosa pubblica solo a ridosso degli appuntamenti elettorali, e da qualche tempo, gli eletti, ci ringraziano pure. Non credete che in questa gratitudine si celi proprio la prova della non idoneità di tali am- ministratori? Se solo fossero sinceramente animati a operare per il bene comune, sareb- bero responsabilmente costretti a fare molte scelte impopolari per tentare di raddrizzare un paese malconcio come il nostro. Tanto impo- polari, da attirarsi innumerevoli inimicizie e an- tipatie, così da meritare la nostra quotidiana P arlare di Marisa Mer- lini è come fare un viaggio a ritroso nel tempo, è come tornare in- dietro con la memoria a qualche estate fa, quando, nello chalet di Punta Ros- sa mi raccontava con do- vizia di particolari i segreti bizzarri e reconditi di alcu- ni suoi famosi colleghi di lavoro. L’amicizia che mi lega da ormai quindici an- ni alla figlia Susanna, mi ha permesso di entrare in contatto con un mondo nuovo e di apprezzare so- prattutto l’immensa sem- plicità di un’attempata donna che ha scrit- to pagine importanti del cinema italiano. Le ricche libagioni serali, innaffiate da un buon vino con cui gratificava il mio palato e quel- lo di Susanna, erano soltanto il pretesto per dare libero sfogo ai suoi tanti ricordi e alla grande e sfacciata sincerità dei suoi rac- conti che, spesso, si chiudevano con una fragorosa e coinvolgente risata. Il suo im- menso amore per il lavoro, quello di attrice, le ha dato forza e caparbietà per recitare in modo ininterrotto per oltre cinquant’anni e di partecipare a settanta film insieme con alcuni dei più grandi attori e registi della storia del ci- nema italiano. Marisa Merlini nasce il 6 agosto del 1923 a Roma da una famiglia povera e, lavo- rando come commessa, ad appena diciotto anni, viene scoperta quasi per caso da Mariuccia Giuliano, moglie del grande comico torinese Erminio Macario che la fa esordire come una delle “donnine” negli spettacoli della rivista. Esordisce ben presto al Teatro Valle di Ro- ma nella rivista “Primavera di donna” al fianco di una primadonna dello spessore artistico di Wanda Osiris. Per la sua prorom- pente bellezza, viene scelta dal pittore Boc- casile come modella per il settimanale “Si- ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICOBIMESTRALE GRATUITO - ANNO 10 N. 52 - GENNAIO/FEBBRAIO 2012 Q uanto è accaduto nel 2011 a li- vello nazionale deve essere di monito e guida per la scelta del futuro assetto amministrativo di San Felice Circeo. Mi riferisco in particolare alle “dimis- sioni” del Governo Berlusconi e al- l’avvento del Governo di tecnici il 16 no- vembre 2011 con a capo il prof. Mario Monti. L’avvicendamento mi procura un sollievo giornaliero. Se penso, infatti, a do- minanti figure del recente passato, come Calderoli e Brunetta, e li metto a confron- to con gli attuali Ministri, non posso che notare un clamoroso salto di qualità. Monti non è Berlusconi, ci dice la verità, anche se scomoda, e avvalendosi di col- laboratori di qualità, con un lavoro inces- sante, che non conosce sosta neanche nei giorni festivi, sta cercando di risolle- vare le sorti dell’Italia, precipitata per in- competenza arroganza e difesa di casta in un vero e proprio baratro economico con l’aggravante del discredito internazionale, segnatamente europeo, che la lasciava isolata e inascoltata. Per San Felice Circeo la mia idea è pro- prio questa: affidare il Paese a esperti e non ai soliti politici locali di qualsiasi ap- partenenza, affinché reimpostino le linee guida di ogni settore, dall’urbanistico al sociale, dal turistico alla cultura e all’agri- coltura, fissando regole precise con rapi- dità e sicurezza, eliminando errori e pres- sapochismi del passato. E d’altra parte “Se non ora, quando?”. Adesso, approfittando dell’appuntamento in primavera per le elezioni amministrati- ve. Prendiamo e facciamolo nostro il mot- to inventato dalle donne nelle loro ocea- niche manifestazioni di piazza, così effi- cace ed essenziale e avviamoci verso un cambiamento radicale. Abbandoniamo le vecchie logiche di par- tito e indirizziamo le nostre scelte verso personaggi qualificati. Qualcuno sicura- mente c’è sul territorio, non è necessario guardare lontano. Purtroppo, però, non si sentono in giro particolari programmi né nuove organiz- zazioni, né, infine, nomi di candidati di qualità. L’unico fatto nuovo è la candidatura a Sin- daco dell’attuale Presidente del CONI, Gianni Petrucci, che non conosco. Politica Un nuovo Santo… di A. Petti a pag. 5 Politica Anch’io voto Petrucci di G. Lanzuisi a pag. 3 SAN FELICE CIRCEO SABAUDIA Territorio Spazio pubblico e qualità urbana a Sabaudia di V. Tomassetti pag. 16 Il fatto Aristippo, Dantes e Roderigo a pagg. 9-10-11 Inserto Speciale Piano Parco pag. I-VIII Se non ora, quando? Adesso Serva tempus Non sciupare il tempo di ALESSANDRO CRESTI PERSONAGGIO POLITICA continua a pag. 3 Editoriale C ENT RO S T ORICO Marisa Merlini di Tommaso Di Prospero continua a pag. 6 continua a pag. 2 Marisa Merlini Gianni Petrucci 2012 - Elezioni Amministrative a San Felice Circeo Anch’io voto Petrucci di Gabriele Lanzuisi

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Page 1: a pag. 3 a pagg. 9-10-11 a pag. 5 CENTRO STORICOcipe della risata Antonio De Curtis, l’indi-menticabile Totò, con il quale prende parte al-la rivista “Che ti sei messo in testa?”

Direte voi: “Ma che ce ne importa…” omeglio “ ma a chi vuoi che interessi deltuo voto?”. È vero, per avere una cer-

ta considerazione come elettori di “peso” nelnostro paese, bisogna essere o un ricono-sciuto e autorevole “capo famiglia”, o un no-to traghettatore di voti da questa a quella fa-zione, a seconda della convenienza del mo-mento. Immaginando, però, la solitudine deisingoli elettori, nel vuoto politico di San Feli-ce, proverò comunque a sviluppare pubblica-mente il ragionamento che mi ha portato a fa-re questa scelta, motivata dall’ingenua spe-ranza che sia di qualche utilità anche per altrianonimi votanti, che forse, uniti, potrebberomagari rappresentare la maggioranza degliaventi diritto. Siamo abituati ad assistere al ri-sveglio dell’amore per la cosa pubblica solo aridosso degli appuntamenti elettorali, e daqualche tempo, gli eletti, ci ringraziano pure.Non credete che in questa gratitudine si celiproprio la prova della non idoneità di tali am-ministratori? Se solo fossero sinceramente

animati a operare per il bene comune, sareb-bero responsabilmente costretti a fare moltescelte impopolari per tentare di raddrizzare unpaese malconcio come il nostro. Tanto impo-polari, da attirarsi innumerevoli inimicizie e an-tipatie, così da meritare la nostra quotidiana

Parlare di Marisa Mer-lini è come fare unviaggio a ritroso nel

tempo, è come tornare in-dietro con la memoria aqualche estate fa, quando,nello chalet di Punta Ros-sa mi raccontava con do-vizia di particolari i segretibizzarri e reconditi di alcu-ni suoi famosi colleghi dilavoro. L’amicizia che milega da ormai quindici an-ni alla figlia Susanna, mi hapermesso di entrare incontatto con un mondonuovo e di apprezzare so-prattutto l’immensa sem-plicità di un’attempata donna che ha scrit-to pagine importanti del cinema italiano. Lericche libagioni serali, innaffiate da un buonvino con cui gratificava il mio palato e quel-lo di Susanna, erano soltanto il pretesto per

dare libero sfogo ai suoi tanti ricordi e allagrande e sfacciata sincerità dei suoi rac-conti che, spesso, si chiudevano con unafragorosa e coinvolgente risata. Il suo im-menso amore per il lavoro, quello di attrice,le ha dato forza e caparbietà per recitare inmodo ininterrotto per oltre cinquant’anni edi partecipare a settanta film insieme con

alcuni dei più grandi attorie registi della storia del ci-nema italiano.Marisa Merlini nasce il 6agosto del 1923 a Roma dauna famiglia povera e, lavo-rando come commessa, adappena diciotto anni, vienescoperta quasi per caso daMariuccia Giuliano, mogliedel grande comico torineseErminio Macario che la faesordire come una delle“donnine” negli spettacolidella rivista. Esordisce benpresto al Teatro Valle di Ro-ma nella rivista “Primaveradi donna” al fianco di unaprimadonna dello spessore

artistico di Wanda Osiris. Per la sua prorom-pente bellezza, viene scelta dal pittore Boc-casile come modella per il settimanale “Si-

ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 10 N. 52 - GENNAIO/FEBBRAIO 2012

Quanto è accaduto nel 2011 a li-vello nazionale deve essere dimonito e guida per la scelta del

futuro assetto amministrativo di SanFelice Circeo.Mi riferisco in particolare alle “dimis-sioni” del Governo Berlusconi e al-

l’avvento del Governo di tecnici il 16 no-vembre 2011 con a capo il prof. MarioMonti. L’avvicendamento mi procura unsollievo giornaliero. Se penso, infatti, a do-minanti figure del recente passato, comeCalderoli e Brunetta, e li metto a confron-to con gli attuali Ministri, non posso chenotare un clamoroso salto di qualità.Monti non è Berlusconi, ci dice la verità,anche se scomoda, e avvalendosi di col-laboratori di qualità, con un lavoro inces-sante, che non conosce sosta neanchenei giorni festivi, sta cercando di risolle-vare le sorti dell’Italia, precipitata per in-competenza arroganza e difesa di casta inun vero e proprio baratro economico conl’aggravante del discredito internazionale,segnatamente europeo, che la lasciavaisolata e inascoltata.Per San Felice Circeo la mia idea è pro-prio questa: affidare il Paese a esperti enon ai soliti politici locali di qualsiasi ap-partenenza, affinché reimpostino le lineeguida di ogni settore, dall’urbanistico alsociale, dal turistico alla cultura e all’agri-coltura, fissando regole precise con rapi-dità e sicurezza, eliminando errori e pres-sapochismi del passato.E d’altra parte “Se non ora, quando?”.Adesso, approfittando dell’appuntamentoin primavera per le elezioni amministrati-ve. Prendiamo e facciamolo nostro il mot-to inventato dalle donne nelle loro ocea-niche manifestazioni di piazza, così effi-cace ed essenziale e avviamoci verso uncambiamento radicale.Abbandoniamo le vecchie logiche di par-tito e indirizziamo le nostre scelte versopersonaggi qualificati. Qualcuno sicura-mente c’è sul territorio, non è necessarioguardare lontano.Purtroppo, però, non si sentono in giroparticolari programmi né nuove organiz-zazioni, né, infine, nomi di candidati diqualità.L’unico fatto nuovo è la candidatura a Sin-daco dell’attuale Presidente del CONI,Gianni Petrucci, che non conosco.

PPoolliittiiccaaUn nuovo Santo…di A. Petti

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PPoolliittiiccaaAnch’iovoto Petruccidi G. Lanzuisi

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SAN FELICE CIRCEO SABAUDIA

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CENTRO STORICO

Marisa Merlinidi Tommaso Di Prospero

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Marisa Merlini

Gianni Petrucci

2012 - Elezioni Amministrative a San Felice Circeo

Anch’io voto Petruccidi Gabriele Lanzuisi

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Personaggio

gnorina Grandi Firme”. Viene notata dal prin-cipe della risata Antonio De Curtis, l’indi-menticabile Totò, con il quale prende parte al-la rivista “Che ti sei messo in testa?” e, in que-sta occasione, conosce Anna Magnani di cuidiventerà grande amica. Con Totò partecipaa quattro riviste teatrali e sette film tra i qualiricordiamo in particolare “Totò cerca casa”(1949), “L’imperatore di Capri” (1949) e “Totòcerca moglie” (1950).La consacrazione definitiva, per l’attrice ro-mana, avviene con il film “Pane amore efantasia” (1953) del regista Luigi Comenci-ni, nel quale interpreta il ruolo della levatri-ce e fa innamorare il “maresciallo” VittorioDe Sica. Il successo ottenuto con questofilm le apre la strada per entrare nel gotha

del cinema italiano. Con “Tempo di villeg-giatura” (1956) nel ruolo di una turista an-noiata, vince il Nastro d’Argento come mi-glior attrice non protagonista. La Merlini, re-cita al fianco di Marcello Mastroianni in “Pa-dri e figli” (1957) di Mario Monicelli ed è lamoglie di Alberto Sordi nel film di LuigiZampa “Il vigile” (1960). Nel film “I Mostri”di Dino Risi, recita al fianco di Vittorio Gas-sman e Ugo Tognazzi. Nel 1970, con il re-gista Ettore Scola, interpreta la parte di unaprostituta nel film “Dramma della gelosia” alfianco di Marcello Mastroianni, GiancarloGiannini e Monica Vitti.Negli anni settanta, si defila dal grande scher-mo e recita con Edwige Fenech, Alvaro Vitalie Lino Banfi in alcune commedie senza gran-di pretese artistiche.

Marisa Merlini torna prepotentemente alla ri-balta, quando viene invitata a Londra dal re-gista inglese Peter Grenville per interpretare ilruolo della governante d’origine napoletananella commedia “Questioni di Stato”. Il suc-cesso ottenuto in terra inglese spinge Garineie Giovannini, i due grandi commediografi ita-liani, a invitarla nella natia Roma per parteci-pare a due commedie musicali interpretate daGino Bramieri. In “Cielo mio marito!”, lavoracon Ombretta Colli e in “Foto di gruppo congatto” con Gianfranco Iannuzzo. Il suo ultimofilm, “La seconda notte di nozze” (2005) di Pu-pi Avati, la vede recitare al fianco di AntonioAlbanese e Neri Marcorè. Grazie a questa suaultima interpretazione rientra nella ristretta cer-chia delle candidate alla vittoria del David diDonatello per il ruolo di miglior attrice italiananon protagonista.Si evince in modo chiaro, dai tanti nomi cheho menzionato, come la carriera di MarisaMerlini sia stata ricca d’incontri e di collabo-razioni che hanno reso importante la sua vita

artistica. Quello che forse in po-chi conoscono è la vita privata diMarisa Merlini, di una donnaemancipata che, agli inizi dellacarriera artistica, ha aiutato la suanumerosa famiglia e che, dopo ilmatrimonio con un uomo moltopiù giovane di lei, nel 1968 haadottato la sua unica figlia, Su-sanna.Il suo amore “clandestino” conl’intellettuale ed esponente delP.C.I, Antonello Trombadori, du-ra per molti anni ma, Marisa Mer-lini, non perde mai di vista la suaprivacy e la piccola Susanna cheprotegge gelosamente da occhiindiscreti e curiosi.Non ci sono soltanto gli artisti delcinema nella vita di Marisa Mer-lini, ma anche intellettuali e uo-mini di cultura come il pittore

Guttuso che, in nome di una grande amiciziale regalerà un ritratto che tuttora si trova nel-la casa romana della figlia Susanna. Nel suoviaggio nell’ex U.R.S.S., agli inizi degli annisessanta, insieme all’attrice Gina Lollobrigidaviene immortalata in una foto al fianco dell’a-stronauta Yuri Gagarin il primo uomo che è an-dato nello spazio.Sono davvero tanti i “pettegolezzi” e gli aned-doti che Marisa Merlini mi ha raccontato suicolleghi di lavoro con cui ha recitato. Dell’e-clettico e versatile Renato Rascel, artista po-liedrico, attore, cantante e ballerino mi rac-contava di quanto fosse preciso e severo e dicome, in un’occasione, a causa di un diver-bio lei, donna verace e combattiva, gli mollòun ceffone in pieno volto. Del grande VittorioDe Sica, uno dei più grandi registi della storiadel cinema, il maestro di “Ladri di biciclette”,pietra miliare del neorealismo italiano, mi ri-cordava la grande signorilità, la grande clas-se e disponibilità. Al Sistina fu testimone di-retta della “cacciata” di Walter Chiari da par-te di Garinei a causa di un suo arrivo in ritar-do in scena. Della sua grande e stimata ami-ca Anna Magnani, ricordava i diversi tentativiper convincerla ad acquistare un terreno vici-no al suo, nella zona di Quarto Caldo, per co-struirci una villa, ma lei rinunciò a favore dellochalet di Punta Rossa, che ha avuto ininter-rottamente per circa cinquant’anni.In occasione del concorso letterario “Lo spa-zio della memoria”, organizzato a San FeliceCirceo dall’Associazione Culturale “ Il CentroStorico”, Marisa Merlini ha fatto parte dellagiuria che ha premiato le migliori opere pre-sentate per l’evento culturale.

Il suo carattere accattivante, pregno di una“romanità” autentica e verace, ci hanno con-segnato un’attrice che, nel privato, non ave-va “filtri” dietro cui nascondere un’indole di-versa da quella che tutti hanno conosciuto.Un’artista, Marisa Merlini, che ha lavorato fi-no agli ultimi anni della sua vita e che non hamai smesso di amare e apprezzare le bellez-ze del Circeo e di essere testimone di un cam-biamento che ha accompagnato, suo mal-grado, “la perla del mediterraneo” verso il len-to e graduale declino turistico e culturale. E’-difficile dimenticare le lunghe chiacchierate acena nelle serate d’agosto a Punta Rossa, conl’odore della brezza marina che si confonde-va con quello del ragù preparato dalle sue ma-ni, le sue “pillole” di saggezza e i racconti e glianeddoti dei suoi tanti film.Sono stato inconsapevole testimone, adessogeloso custode, della vita di un’artista, che haabbracciato cinquant’anni’ di cinema italianoe che ha deciso di andarsene in una notte difine luglio del 2008, dopo aver visto la figlia Su-sanna unirsi in matrimonio con Paolo e rega-larle Bernardo, suo adorato nipote. �

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Ultima diva del Circeo

Carattere accattivante, romana “de Roma” autentica e verace

segue da pag. 1

Marisa Merlini nasce il 6 agostodel 1923 a Roma“

Con Totò partecipa a quattro ri-viste teatrali e sette film“

la carriera di Marisa Merlini è sta-ta ricca d’incontri e di collabora-

zioni“ “

Marisa Merlini

Marisa Merlini con Anna Magnani

Marisa Merlini con la figlia Susanna

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Politica

gratitudine; allora, i relativi ringraziamenti li do-vremmo fare noi a loro e non viceversa. Vorreiprovare a chiarire meglio quest’ultimo pas-saggio. Immaginate una grande festa con molti invitatisfrenati, alla fine della quale qualcuno si offragratuitamente di rimettere a posto tutti i dan-ni causati e addirittura di apportare delle mi-gliorie all’ambiente in cui si è svolta. Se poi,questa persona, oltre a proporsi di sostenereuna tale fatica per noi, ci ringrazia anche, o èmasochista, o... ha già deciso di sottrarci qual-cosa mentre simula il riordino… È ovvio che,con questi presupposti, per trovare un onesto“masochista” (che rimetta a posto le cose nelnostro paese), bisognerebbe supplicarlo in gi-nocchio di sacrificare la sua tranquillità e dimettere magari a rischio anche la sua incolu-mità, per contrastare un malcostume local-mente radicato e uno pericolosamente im-portato (vedi ad esempio l’incendio dolosodella discoteca “la Bussola”). Anche a livellonazionale ci sembra di assistere a una dege-nerazione della politica che delega ai “tecnici”il compito di scelte impopolari, perché i politi-ci di professione, che vivono solo del consen-so dell’elettorato … non possono fare sceltedifficili da digerire. I partiti si stanno sempre piùtrasformando in organizzazioni il cui compitoprincipale non è più il servizio pubblico, bensìla protezione di determinate clientele e inte-ressi particolari. La politica, oggi, non lasciaspazio alcuno all’azione morale dell’individuoe, in una preoccupante mancanza di etica de-mocratica e di partecipazione attiva della cit-tadinanza, sta diventando il terreno di batta-glia di contrapposti e complementari gruppid’affari. Fatte queste brevi considerazioni, ècomprensibile come la scelta della persona dadelegare alla guida di San Felice debba avereben altri requisiti: libera da vincoli economici eda una certa, bassa, politica; capace di realiz-zare invece la coniugazione tra politica e mo-rale, senza ritenere quest’ultima la pia illusio-ne di qualche ingenuo perditempo con fiato dasprecare, ma piuttosto l’elemento essenzialeche dovrebbe e potrebbe rigenerare ogni pae-se che voglia ancora definirsi civile. Pensate adesempio alla figura di una vera mamma chemette al primo posto il bene dei figli e della fa-miglia. Qualcuna che si sveglia per prima e vaa letto per ultima, che condivide i momenti digioia, che ci assiste amorevolmente senza ri-sparmiarsi nella sofferenza, controllando an-che la propria emotività. Una figura che deci-de di ignorare i torti subiti e che è incapace diprovare improduttivi rancori, ma che è proiet-tata in avanti e non a rimuginare sul passato;che è in grado di assolvere con professionali-tà e soddisfazione personale a un lavoro, maanche pronta, senza rimpianti, a rinunciarvi al

bisogno per mettersi anonimamente a dispo-sizione per il bene della famiglia. Potrei conti-nuare con un lungo elenco di queste virtù, cheho avuto il privilegio di conoscere da vicino,ma non credo serva andare oltre con quest’e-sempio per dire come, a San Felice, serva unafigura del genere che sia capace di anteporreai propri interessi e a quelli dei singoli amici oparenti, gli interessi reali dell’intera comunità.Ecco, quindi, spiegato il motivo del perchéavrei deciso di votare “Petrucci”: mia moglie!Sì, avete letto bene, è proprio Lei che vorrei vo-tare!

Quanto affermo, non vuol essere soltanto unaprovocazione o un divertente gioco basato sulfacile equivoco cui si presta il cognome dellamia sposa, casualmente uguale a quello delnuovo autorevole candidato alla poltrona diprimo cittadino nelle prossime elezioni ammi-nistrative, piuttosto un invito a credere di es-sere i veri padroni del nostro destino. A nonperdere la fiducia di poter ancora influenzareeffettivamente i futuri sviluppi politici, indican-do la direzione verso la quale si debba avvia-re il nostro paese. Restituiamo una dimensio-ne morale alla politica e al coinvolgimento del-la nostra piccola comunità civile, due elemen-ti indispensabili per controbilanciare gli accor-di dei politici di mestiere che, di qualsiasi pro-venienza e ideologia, sono i veri avversari diqualsiasi crescita. Un candidato così autore-vole, come il Presidente del CONI, sarà chia-mato a svolgere importanti compiti proprio nel-l’esercizio della sua impegnativa presidenza,tanto da non avere tempo da perdere dietro lenostre scaramucce locali: o fai bene fino infondo una cosa, o l’altra… Non abbiamo bi-sogno di sindaci part-time che delegano ad al-tri la gestione del territorio, ma di una presen-za costante, laboriosa e soprattutto a cono-scenza dei veri problemi locali, che andreb-bero affrontati umilmente, senza idee gran-diose risultate già improduttive infinite altre vol-

te. Quello che potrebbe essere prezioso, pernoi sanfeliciani, è il saper trasformare le espe-rienze fatte in passato in cultura e provare ausarla per il bene comune. Non dobbiamoconsentire che ci manipolino al punto tale dafarci credere che i tentativi di cambiare l’ordi-ne “costituito” delle cose nel nostro paese, siainutile e senza importanza. Cerchiamo piutto-sto di realizzare una coscienza civica che si ri-cordi di insistere su un punto: la politica non èsoltanto la gestione del potere, ma deve ave-re una dimensione morale, mentre nelle suemodalità attuali quest’ultima sembra soltantouna sbiadita reliquia di antichi nobili intenti.Non credo che questa sia banale e buonistaretorica, come qualche navigato politico loca-le la definirà, nel tentativo di demolire qualsia-si possibile spunto di riflessione che possa ri-cavarsi dalle mie parole. Non ho nulla controil signor Petrucci che, nella sua duplice vestedi presidente anche del Comitato olimpico na-zionale, avrà altre possibilità di mostrare il “va-lore aggiunto” del suo amore per il Circeo, mavi sembra mai possibile che nessuno di noisanfeliciani abbia requisiti utili a ricoprire connuova responsabilità e coscienza il ruolo diSindaco? Questa non vi appare come una re-sa? Eppure, singolarmente, guai a chi ci pe-sta la “coda”… E allora perché come “socie-tà civica” siamo così umili (meglio dire, quasicodardi)? Sarebbe bello uno scatto d’orgoglio,che ci spingesse a guardarci negli occhi e a ri-cercare fra noi voglia ed energia nuova checonfluisca poi in un impegno responsabile. In-fine, in assoluta buona fede, magari sbaglian-do, sento di poter affermare che mi sembrauna follia ripercorrere gli stessi errori del pas-sato; e così, in assenza di una diversa nuovaproposta politica, insisto col preferire una fol-lia d’amore: voterò la Signora Petrucci! �

di Gabriele Lanzuisi

Uno dei candidati alla poltrona di primo cittadino è il presidente del CONI Gianni Petrucci

segue da pag. 1

Anch’io voto Petrucci2012 - Elezioni Amministrative a San Felice Circeo

…amore per la cosa pubblica so-lo a ridosso degli appuntamenti

elettorali…“ “

…scelte impopolari per tentare diraddrizzare un paese malconcio

come il nostro…“ “

La politica, oggi, non lascia spa-zio alcuno all’azione morale del-

l’individuo“ “Pasta all’uovo

di Federico Fedeli

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Territorio

Il 2012 è un anno che si preannuncia im-portante per il Comune di San FeliceCirceo, che si appresta a rinnovare la

propria Amministrazione comunale. E’ inu-tile, in questa sede, avventurarsi a cacciad indiscrezioni su candidature più o menoimportanti, più o meno locali, che pure so-no iniziate a circolare. Tutte le candidaturesono importanti, perché è importante ilcompito che spetta a chi dovrà diventareAmministratore di questo Comune, tantoimpegnativo sia sotto il profilo dei prossimiobiettivi, sia del consolidamento di quelligià raggiunti. A fare da guida dovrebberoessere le numerose polemiche che si sonoaccumulate nel passato e che si presumeinvestiranno anche il futuro.Il Circeo, e di questo nessuno può dubita-re, si trova a disporre di un’enorme forza“naturale”, che gli deriva dalla straordina-rietà del suo contesto geografico, che nona caso ha ricevuto il riconoscimento so-stanziale nella sua inclusione in un parconazionale. Un parco nazionale è sicura-mente motivo di orgoglio, è fonte di ric-chezza spirituale e materiale, ma è anchefonte di doveri, che hanno almeno una du-plice valenza: verso chi abitualmente risie-de nella zona, e che, in quanto cittadino, hail diritto di goderne ma non quello di so-praffarla fino ad annullare le caratteristichepositive; e verso chi non vi risiede, ma cheha, a sua volta, il diritto – in quanto cittadi-no italiano – di godere di quelle stesse co-se pregiate e di non vedersele sottratte percomportamenti egoistici e privati. Questo ri-guarda soprattutto le future generazioni,che hanno il diritto di non vedere distruttequelle risorse naturali che hanno permessoai loro genitori di vivere bene.Mi è capitato anni fa di scrivere i seguenticoncetti, che sembrandomi ancora attuali,ripeto in questa sede. Una città non è unmuseo, è un organismo che vive e imponeesigenze continuamente nuove. Per vivereessa deve modificarsi. C’è, però, un pro-

blema: come conciliare questa co-presen-za dell’uomo con la “creatura”? L’esperien-za insegna che in materia di gestione tute-lata del territorio non si può mai dire che siastata pronunciata l’ultima parola, e che trala difesa in trincea del bene naturale e il suogodimento ragionevole, o sostenibile, ocompatibile, come si vuol dire, c’è una infi-nita gamma di comportamenti. Ma l’espe-

rienza insegna anche un’altracosa: che la quantità non fa di-ventare ragionevoli i comporta-menti irragionevoli; e che il con-senso costruito su quei compor-tamenti irragionevoli, non è de-mocrazia e non produce intelli-genza né ricchezza. Occorre,cioè, uno sguardo non miope (lacaccia al voto), occorre saperscrutare verso ciò che è lontano,che sta al di là della punta delproprio naso. Occorre garantirefuturo anche a chi deve ancoranascere. Ogni nuova generazione di ammi-nistratori si ripropone, giustamen-te, questi problemi. Così come c’èsempre qualcuno che scopre chela Natura è “matrigna”, è ostaco-lo all’attuazione dei propri perso-nali e privati progetti. E’ giusto proporre e analizzare lenuove idee perché ogni generazio-ne ha proprie sensibilità e proprieesigenze. Ma in questi mutamentigenerazionali, c’è una cosa chenon cambia: ed è la “funzione” per-manentemente premiante che l’E-stetica e la Natura svolgono. In al-tre parole, occorre garantire la lorocontinuità. Questo significa che nellento ma costante prevalere dellapresenza dell’uomo sul territorio,non vanno dimenticate mai le “fun-

zioni” globalmente riconosciute allacittà che si vive.

A volte la miopia è quella degli speculatoriche bruciano in pochi giorni una ricchezzanata per durare millenni allo scopo egoisticodi racimolare per sé un gruzzoletto di dena-ro, che, però, è destinato a durare solo per lospazio della loro vita. Più spesso la miopia èfatta d’ignoranza, d’ineducazione estetica,d’insensibilità. Chi ha, allora, la responsabili-tà di evitare che questi comportamenti, chegiovano a un individuo, diventino nocivi allaComunità? E’ responsabile chi ha buonsen-so, avvedutezza e conoscenza, e sa tra-smettere e far comprendere questo diversopunto di vista. E poi, una volta compreso eaccettato, sa farlo rispettare.E’ responsabile chi si propone ai propri cit-tadini per amministrarne gli interessi comu-nitari. Per questa ragione il Circeo – ossiaciascun cittadino e la Comunità nel suo in-sieme - ha il diritto di pretendere che i fu-turi aspiranti-Amministratori dicano conchiarezza cosa intendono fare, come vo-gliono improntare la loro prossima gestione.E che lo dicano con parole chiare e non am-bigue, perché la lingua italiana dispone diuna quantità di vocaboli che permettono difare capire senza equivoci quali sono le ve-re intenzioni. Questa è una giusta pretesa.Ci sarà chi la soddisferà nelle prossime ele-zioni amministrative del Comune di San Fe-lice Circeo? �

ddii PPiieerr GGiiaaccoommoo SSoottttoorriivvaa

La gestione tutelata del territorio

Amministrare gli interessi comunitari

Un compito per la nuova Amministrazione

Panorama del Centro storico

Tetti del Centro storico

Domenica 26 febbraio p.v. alle ore 11.00, presso la Sala consi-liare del Comune di San Felice Circeo, sarà presentato il libro dipoesie “Dio la Misericordia” di Pietro Cerasoli. La manifesta-zione avverrà con il Patrocinio dell’Associazione Culturale “Il Cen-tro Storico”.“C’è un territorio sconosciuto che solo i poeti sanno esplorare: so-lo loro hanno la chiave per svelare l’enigma. “Dio la Misericordia”è una raccolta di poesie che raccontano una vita intera: emozio-

ni, gioie, soprassalti, ma soprattutto sofferenza, accettata con forza virile. Se la poesiaè lo specchio dei sentimenti più intimi, Pietro Cerasoli è certamente un poeta, e insieme èil cantore di una civiltà contadina e dei suoi valori forti che tacitamente vanno sbiadendo.La fede e l’amore sono i due binari su cui ha sempre viaggiato. La fede in Dio, indispensa-bile per accettare le tragedie: il padre dilaniato da una carica di dinamite quando Pietro, ul-timo di quattro figli, aveva appena due anni e mezzo; l’amatissima moglie Marisa uccisa daun banale incidente stradale a trentaquattro anni. E, parallelo, l’amore. per il figlio, per i fra-telli, per i nipoti, per la memoria dei suoi cari, per la sua terra e per la sua storia, l’amoreper la natura, che tutto permea e a tutto sembra dare un senso. Il titolo “Dio la Misericor-dia” mai come in queste pagine appare calzante. Novello Esopo, dà vita, dà anima, dàuna storia e un senso persino a granchi e formiche. Sono i miracoli che riescono sol-tanto ai poeti: a noialtri il piacere di leggere.” – Laura Laurenzi (giornalista)

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Un nuovo Santo, dal mese di novem-bre 2011, affianca - prima ancora delriconoscimento ufficiale da parte del-

la Chiesa - quelli, un po’ più anziani, che af-follano i nostri calendari e si contraddistin-guono per compiere miracoli. Il nuovo Santo si è conquistato l’importan-te benemerenza con un solo ma straordi-nario azzeccato miracolo: far scomparireBerlusconi!Il nome del nuovo Santo in questione è SanNapolitano.Certo, in tanti, avevamo pregato, accesoceri, fatto fioretti, fatto scongiuri per chie-dere alle celesti “Autorità” competenti dicompiere l’atteso miracolo; e anche la Ma-gistratura, con fior di prove e testimonian-ze di responsabilità raccolte in lunghe in-dagini, aveva cercato di fare il proprio do-vere per, diciamo, “mandarlo a casa” (nelsenso di “ai domiciliari”, considerata l’a-vanzata età). Il che avrebbe fatto rassegnare le dimissio-ni a qualunque uomo di Stato posto in que-ste strette.Ma nulla di ciò, nonostante tutto, èmai accaduto: proprio perchè non siè mai trattato, in questo caso, di un“uomo di Stato”, ma solo di un tou-pet, di “fuffa”, di una finzione insom-ma.San Napolitano, invece, ci è riuscito.Perchè è un Santo che ha saputoaspettare, aspettare che di questa“fuffa” se ne accorgessero non, pur-troppo, tutti gli italiani, ma almenouna buona parte, insieme alle più al-te cariche istituzionali internazionalied europee. Per poi “ZAC!”, fare il mi-racolo, farlo scomparire (almeno perun po’)!E quello che ha fatto è stato – sem-pre per rimanere in linguaggio religio-so - “cosa buona e giusta”. Perchè unPaese con una storia alle spalle co-me quella che ha l’Italia, da Mazzinial Risorgimento, fino alla Resistenza,alla Liberazione e a De Gasperi, a LaMalfa, a Moro e alla sconfitta del ter-rorismo – solo per citare un brevespezzone della nostra più recentestoria patria – non poteva annovera-re per troppo tempo tra i suoi annaliun governicchio con sede più a Pa-lazzo Grazioli, ad Arcore e a Villa Cer-tosa, che in Parlamento. Un Parlamento, è bene ricordare, chein questi lunghi anni di governicchio,nelle poche volte che è stato chiamato a le-giferare, si è dovuto occupare più di leggispeciali “ad personam”, fatte cioè per unasola specifica persona (perchè non doves-se andare davanti a suoi giudici), che di ri-sanamento, crescita, sviluppo, innovazione,occupazione.

Del resto, come avrebbe mai potuto tratta-re e prendere decisioni politiche su argo-menti tanto tecnici e seri un governicchioformato da incompetenti, ex ballerine, mi-racolati (pensate ai vari Gasparri e alla“sua” folle legge sulle TV, a Calderoli e al-la “sua” legge elettorale definita infatti “por-cellum” e a Maroni, stratega “in proprio” in-vece di provvedimenti punitivi sull’immi-grazione); nonchè formato da una corte diministri-camerieri e ministre-“cameriere”

messa lì al potere solo per servire un Ca-po: un “omino di stato” che ha portato l’I-talia sull’orlo del baratro, ben coadiuvato,però, dal numero uno dei commercialistiitaliani, il ministro Tremonti, l’uomo che fi-no all’ultimo ha dichiarato: “i conti dell’Ita-lia sono a posto...”. Almeno per un po’, grazie a San Napolita-no, tutto questo scempio è finito e l’Italia –che sta attraversando al pari di molti altripaesi europei una crisi gravissima – puòtornare ad essere rappresentata al Gover-no, in Europa e nel mondo, da personecompetenti e perbene. Cioè da persone chenon solo di politica, economia, cultura, so-cietà e imprese “ne parlano” (nei comizi, al-la tv, sui giornali etc), ma “ne sanno”. Per-sone che sono state scelte per la loro com-petenza e per curare l’Interesse generaledel Paese, non di un Capo.

E che cosa succederà dopo? Dopocioè che il Governo dell’onesto ecompetente Prof. Monti avrà termi-nato – speriamo con successo - lasua missione di mettere un po’ a po-sto i pessimi conti dell’Italia? Dopo,quando si terranno le elezioni e i par-titi torneranno a contendersi la guidadel Paese?Sarà servita la lezione di San Napoli-tano, oppure i partiti - soprattutto na-turalmente quello “azienda” del PDLdi Berlusconi - continueranno a farepolitica senza progetto, senza unaclasse dirigente capace, coesa, vota-ta al bene comune e non a interessidi parte o di qualche valle (mi riferiscoqui alla val “Padania”)?I miracoli, possiamo leggere sul “Pa-lazzi-Nuovissimo dizionario della lin-gua italiana”, sono “fenomeni fuoridelle leggi ordinarie della natura cheperciò suppongono l’intervento diuna forza soprannaturale”. Come i Santi per l’appunto. ComeSan Napolitano.E quindi, che Dio a lungo ce lo con-servi!

CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO -- SSAABBAAUUDDIIAA PPAAGG.. 55

Politica

ddii AAlleessssaannddrroo PPeettttii

Miracoli

Ha fatto scomparire Berlusconi

Un nuovo Santo da novembre 2011 affianca San Gennaro

Monti e Napolitano

il nuovo Santo è San Napolitano“

un Paese con una grande storiaalle spalle non poteva conoscere

un governicchio tra i suoi annali“ “

l’Italia è tornata ad essere rap-presentata al Governo da perso-

ne competenti e perbene“ “

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CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO -- SSAABBAAUUDDIIAA PPAAGG.. 66

Editoriale - Lettere

SAN FELICE CIRCEO - GIANPAOLO CRESCICaro Direttore,nell’ultimo numero anch’io, come il famo-so ispettore, ho commesso un errore. Hoattribuito al sindaco Giampaolo Cresci lafirma delle licenze edilizie della lottizza-zione Majora Terza di Quarto Caldo, cuiera interessata la figlia dell’allora ras del-la DC Amintore Fanfani. In realtà, quelleautorizzazioni erano state rilasciate dalsuo predecessore, Cosmo Tucciarone,anch’egli invariabilmente democristiano. Aparte questo, tutto il resto è andato cosìcome l’ho raccontato.

(Roderigo)

SAN FELICE CIRCEO - GERMANO CIPRIANIGentile Direttore,ho una casetta al Circeo, dove vengosempre molto volentieri a rifugiarmi, so-prattutto nel periodo invernale, per scap-pare dal caos di Roma. Tra le mie abitudi-

ni consolidate vi era anche quella di pas-sare in ferramenta per risolvere piccoliproblemi domestici, sia per la mia casa diSan Felice che per quella romana, perchétrovavo nella disponibile, professionale ecortese competenza del signor GermanoCiprian, un paziente interlocutore, tantoper acquisti consistenti che per piccolecose. Scoprire, in occasione di un ultimoweek-end, che Germano ha deciso dichiudere la sua attività nella centrale viaTittoni, è stato un vero dispiacere. Non socome spiegarlo, senza correre il rischio disembrare ridicolo, ma la privazione di unserio e onesto commerciante, come Ci-prian è stato in tutti questi anni, è un im-poverimento per l’intera comunità. Moltospesso un bravo esercente che svolge ilsuo lavoro con scrupolo e dignità, è il bi-glietto da visita migliore per un paese, piùdi tanti autorevoli e ignorati proclami poli-tici. Non credo che qualche autorità loca-le abbia la sensibilità di riconoscere al si-gnor Germano apprezzamento e stima peril prezioso lavoro svolto, quindi, ho pen-sato di scrivere al suo giornale, perché al-meno da queste pagine esca un ringra-ziamento sentito alla famiglia Ciprian per

aver svolto sempre il proprio lavoro conetica e nel rispetto del cliente. Auguri, ca-ro Germano, per il suo futuro!

(lettera firmata)

SABAUDIA - CINEMA AUGUSTUSCaro Direttore,spesso se c’è un bel film da vedere, lasciola città, dove vivo per andare a vederme-lo a Sabaudia. Purtroppo, il degrado delCinema Augustus è sempre più preoccu-pante. Oramai da moltissimi anni non ven-gono riverniciati le pareti e il soffitto, so-stituite le poltroncine, sistemati i serviziigienici, etc. E’ imbarazzante che una struttura del ge-nere sia priva di manutenzione. Cosa sipropone la proprietà? Sarebbe bello se nei giorni in cui non cisono proiezioni potessero essere presen-tate delle commedie, anche per le scuo-le; oltre che a migliorare la vita culturaledella città, sarebbe una via per incremen-tare le entrate. E’ possibile che non simuova nessuno?Cordialmente,

(lettera firmata)

Mi chiedo, però, cosa lo abbia spinto adaccettare la candidatura in mancanza nelpassato di un suo particolare legame conil territorio. Mi chiedo anche se è consa-pevole del grande impegno che eventual-mente si dovrà assumere nel gestire que-sto Paese ridotto in cattive condizioni. Sa-rebbe, infatti, errato delegare le funzioni diSindaco, perché il Circeo ha bisogno di unPrimo cittadino che garantisca la sua pre-senza in Comune 24 ore su 24 per affron-tare con urgenza le problematiche ormai in-differibili di un migliore assetto urbanistico,di un eco-compatibile sviluppo turisticocon tutte le implicazioni che questo setto-re comporta (traffico, rifiuti, parcheggi, at-tività commerciali, strutture balneari e al-berghiere e portualità) e infine di sostenibi-lità di un territorio troppo piccolo anche sedotato di attrattive storiche e naturali uni-che ed eccezionali.Questo timore mi nasce per le voci di unaserie d’incontri del Petrucci con altri po-tenziali candidati locali, con i quali proba-bilmente solidarizzare per averne i voti, dicui sono portatori, in cambio probabil-mente di incarichi e poltrone.E’ il solito vecchio modo di fare politica!Non ci si preoccupa di organizzare un se-rio programma sullo sviluppo del territorioseguendo i principi di legalità e difesa del-lo stesso, ma piuttosto si persegue l’anti-co criterio di accordi basati su una lottiz-zazione del potere.A parte la figura del Sindaco, ecco comevedrei la distribuzione degli incarichi diGiunta al fine del perseguimento di unacrescita seria e duratura del territorio.Sviluppo del territorio. La relativa delega

dovrebbe rimanere al Sindaco, che per l’at-tuazione potrà farsi sostenere da una Isti-tuzione (Università). Questa scelta è detta-ta dal fatto che sul territorio non ci sonocompetenze specifiche e che potrebbero,inoltre, facilmente nascere “conflitti d’inte-ressi”.Cultura e Turismo. Individuare due perso-ne, al di fuori del territorio, di comprovataesperienza, capaci di dare un forte impul-so alle tematiche della cultura e del turismolocale, in grado di collaborare per creareuna sinergia, con incarico a tempo. Affian-care a questi professionisti giovani consi-glieri in grado di apprendere da loro i ne-cessari strumenti operativi così da sosti-tuirli al momento del termine dell’incaricosenza creare un vuoto operativo.Agricoltura. Anche per lo sviluppo di questaattività ci si dovrebbe avvalere di compe-tenze in grado di far decollare la locale agri-coltura a livello nazionale e internazionale.Utili indicazioni potranno essere prese dairapporti redatti negli anni passati da dueUniversità che si sono occupate del terri-

torio e del turismo locale, rapporti che l’at-tuale Amministrazione e quella preceden-te non hanno mai preso in considerazione:Libro bianco sul circeo. Università degliStudi di Roma Tre - Dipartimento di StudiUrbani (anno 2005).Il sistema turistico di San Felice Circeo.Università LUISS “Guido Carli” – Diparti-mento di studi economici e aziendali (an-no 2005).Mi piace, infine ricordare ciò che ha dettoun grande uomo politico del passato, Giu-seppe Lazzati, in merito a quelli che do-vrebbero essere gli elementi distintivi diuna persona che si occupa di politica: “Unuomo politico deve essere animato dagrande passione, competenza e fortesenso del sociale e non da ambizione einteressi personali”.Un invito a meditare e riflettere! �

La sincerità ne li comizzi

Er deputato, a dilla fra de noi,ar comizio ciagnede contro voja,tanto ch’a me me disse: - Oh Dio che no-ja!-Me lo disse, è verissimo: ma poi

sai come principiò? Dice: - E’ con giojache vengo, o cittadini, in mezzo a voiper onorà li martiri e l’eroi,vittime der Pontefice e der boja! –

E, lì, rimise fòra l’ideali,li schiavi, li tiranni, le catene,li re, li preti, l’anticlericali …

Eppoi parlò de li principi sui:e allora pianse: pianse così beneche quasi ce rideva puro lui!

1920 (Trilussa)

segue dalla primaEditoriale di ALESSANDRO CRESTI

Se non ora, quando? AdessoMMaarrccoo VVuucchhiicchh

Restauro della Torre dei Templari

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La magnifica Torre dei Templari di San Fe-lice Circeo è stata restituita alla vista deicittadini e turisti dopo un lungo restau-

ro. Tutti hanno potuto osservare e valutare il ri-sultato finale. Molti sono rimasti a bocca aper-ta. Purtroppo non per la pregevole fattura delrestauro e la cura dell’intervento. Il risultato nonsoddisfa le aspettative. È deludente e soprat-tutto modifica in peggio l’immagine della tor-re, il suo valore storico e con esso l’intero cen-tro storico di San Felice. Luoghi di inestimabi-le valore culturale, identitario, economico, vit-time di restauri a dir poco improbabili che nemodificano, con atti di superficialità estremi,colori, prospettive, significati, i centri storicivengono così trasportati di getto nel mondodel brutto e dello sfigurato.Accanto alla necessaria opera di ripulitura erinforzo delle zone più degradate, sorprendo-no, come ha denunciato il circolo Larus Le-gambiente, “le opere di rifacimento e quelle distravolgimento del colore, in perfetta continui-tà purtroppo con il restauro di qualche anno fadel Palazzo Baronale, altro esempio di pessi-mo restauro e di perdita di memoria, cultura eidentità locale”. Il restauro “è l’ennesima di-mostrazione dell’assoluta mancanza di co-erenza nella gestione degli interventi di riqua-lificazione del centro storico degli ultimi annidove, accanto ad azioni ben riuscite come il re-cupero del parco-belvedere di Vigna La Cor-te, s’inseriscono lavori altamente discutibili, co-me la nuova veste cromatica e decorativa, an-ch’essa del tutto fuori luogo, delle due meri-diane che si affacciano nella piazza centrale delcentro storico, per arrivare ai criticabili nuovi“piani del colore” del Palazzo Baronale prima,e della Torre dei Templari oggi. Peraltro, moltibalconi presenti all’interno del centro storicosubiscono continui allargamenti, con ogniprobabilità abusivi, contribuendo a modificareil contesto storico-urbano e la sua identità se-colare, con grave danno per la storia della cit-tà, per la sua immagine e con ricadute turisti-che ed economiche non certo positive per icommercianti e, più in generale, per l’intera co-munità”. La Torre dei Templari fu eretta tra il 1240 e il1259 dai monaci templari. Di assoluto pregioè l’orologio, che il principe Poniatowsky feceinstallare sulla torre ai primi dell’Ottocento. Sitratta di uno dei pochi orologi al mondo a ri-portare una sola lancetta e sei numeri, con unamodalità di scandire le ore del tutto peculiare.Purtroppo l’intervento ha snaturato l’immagi-ne del quadrante e il quadro generale che neemerge, insieme alla nuova colorazione, ren-dono l’edificio del tutto decontestualizzato.L’improbabile nuovo colore della storica Torre,i nuovi segni di logoramento della struttura, lemodifiche sostanziali della sua architettura equindi del disegno originario sono una bruttu-ra sulla quale sarebbe utile che l’Amministra-zione comunale intervenisse. Il colore utilizza-to lascia assai a desiderare. L’attenzione diqualunque professionista, culturalmente orien-tato alla salvaguardia di quanto conservatodella cromia originale, deve fondarsi sulla con-

servazione degli intonaci originari, laddove an-cora esistenti, o comunque antichi, e non sucolpi di pennello di colore approssimativo,obiettivamente inappropriato e storicamenteincoerente. Viene da domandarci dove sianostate le sovraintendenze durante i lavori. Chi havigilato sul corretto utilizzo dei materiali e sul-l’appropriatezza del colore utilizzato? La Torreora sembra il castello di lego di gardaland piut-tosto che il segno identitario di un’intera co-munità.La prassi restauratrice quotidiana che sembraessere stata osservata è scadente e ricorre coninsistenza in molti centri storici pontini. Sonoerrori che generano orrori frutto della scarsaconoscenza del ruolo delicato dell’edilizia sto-rica, che spesso, come nel caso della Torre deitemplari, alterano la figurazio-ne del singolo immobile, dell’i-conografia storica e identitariacollettiva e modificano il qua-dro e significato d’insieme del-l’intero centro storico, con ri-flessi negativi sull’immagine el’economia della città. Sarebbe stato necessario far-si guidare da una serie di qua-lificati studi preliminari per co-noscere approfonditamentel’opera e il suo intorno, senzatrascurare le tecniche costrut-tive e i materiali impiegati nel-la sua realizzazione. Invece èbastato intonacare e modifica-re secondo le direttive di qual-cuno, modificando un am-biente che aveva raggiunto,

nel corso dei secoli, un prege-vole valore.Gli ordini architettonici non so-no elementi decorativi ma unsistema di elementi correlati traloro da regole e rapporti pro-porzionali. Ciò significa che leregole e i rapporti proporziona-li non possono essere stravol-ti, alterati o distorti, da coloritu-re che non siano poste in rela-zione con la logica interna aciascun tipo di ordine. Il Sinda-co di San Felice Circeo do-vrebbe tutelare quest’ordine e ilcentro storico, soprattuttoquando a essere ristrutturatisono edifici dal forte valore sim-bolico e identitario come la Tor-re dei Templari. Il restauro èun’azione delicata che com-

prende problemi prevalentemente storico-cri-tici e, soprattutto, estetici. Per realizzare un re-stauro corretto occorrono profonde cono-scenze storiche, una buona sensibilità archi-tettonica e una notevole capacità estetica, uni-te con le fondamentali nozioni tecniche e dicantiere che rivestono comunque un’impor-tanza fondamentale nelle scelte finali. Negli ultimi anni sia gli studi teorici che la pra-tica operativa, attuata con mano d’opera spe-cializzata, hanno raggiunto importanti tra-guardi nel restauro di edifici monumentali, tut-tavia, solo la sinergia tra queste due realtà,troppo spesso separate, può consentire di rag-giungere risultati pregevoli. Non ci pare que-sto il caso, purtroppo. �

CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO -- SSAABBAAUUDDIIAA PPAAGG.. 77

Territorio - San Felice Circeo

di Marco Omizzolo

Un intervento che ha snaturato l’immagine del quadrante

Lo fece installare il principe Poniatwsky agli inizi dell’800

Il restauro dell’orologio della Torre dei Templari al Circeo

Orologio della Torre dei Templari

Torre dei Templari

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VViiaa XXXXIIVV MMaaggggiioo,, 1188 -- SS.. FFeelliiccee CCiirrcceeootteell.. 00777733..554499001100 rriicceevvee ppeerr aappppuunnttaammeennttoo

Borgo Montenero

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Ambiente

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di Marco Stefanoni

Si dovrà trovare un punto di equilibrio

I suggerimenti che ci vengono dal passato

La sfida energetica ambientale globale del nuovo millennio

Imiei familiari hanno conosciuto il Circeo nel-l’immediato dopoguerra, rimanendone in-guaribilmente incantati per gli splendidi fondali

marini, il lussureggiante paesaggio del promon-torio, le vestigia millenarie di civiltà antiche. Ri-masero anche conquistati dall’umanità schiettae sincera dei sanfeliciani, che vivevano serena-mente in un contesto sociale senza grossi agi main un perfetto equilibrio con l’ambiente naturalecircostante. Ho avuto la fortuna di poter semprepassare le mie vacanze al Circeo e sono stato te-stimone fin da bimbo dell’impatto che lo svilup-po economico ha esercitato sul suo territorio; l’e-spansione edilizia incontrollata, la realizzazionedel porto che cambiò il regime delle correnti edella deposizione delle sabbie, la congestione deltraffico estivo. Il fascino del Circeo e la preoccu-pazione per la sua conservazione hanno costi-tuito per me una forte motivazione per lo studiodi problematiche ambientali.Anche se ora sono in grande evidenza i proble-mi ambientali a livello mondiale, utili suggerimentici possono venire dal livello locale. Ecco alcunispunti. Nel secolo appena finito, la popolazionemondiale ha quadruplicato il suo numero, arri-vando nell’ottobre 2011 a 7 miliardi di persone.La produzione di beni è aumentata di 20 volte, inconseguenza del forte aumento di produttivitàche il progresso tecnologico e l’utilizzo di ener-gie di facile estrazione hanno permesso. L’im-patto ambientale di tale sviluppo è stato egual-mente incredibile, con un consumo di suolo, ac-qua e risorse ambientali e naturali che non risul-ta più sostenibile. Il futuro appare ancora piùpreoccupante.Gli scenari di crescita della popolazione appaio-no inquietanti anche per loro incertezza, arrivan-do a prospettare per la fine del 2100 una popo-lazione compresa tra 12 e 15 miliardi di persone,ancora in crescita. I consumi individuali sembra-no aumentare senza alcun limite: per il 2030 siprevede un aumento della classe media di con-sumatori da 1,8 a 3 miliardi di persone, in consi-derazione dell’inurbamento e dell’industrializza-zione di molti paesi emergenti, che stanno imi-tando il nostro modello di produzione e di con-sumo. D’altra parte la produzione mondiale dienergia pro-capite, cioè ciò che si produce perciascun abitante della terra, cresciuta vertigino-samente fino agli anni ‘70, ha cominciato poi adeclinare, in conseguenza della sempre maggio-re difficoltà di trovare nuovi giacimenti d’idrocar-buri di facile estrazione e di grosse dimensioni;per sopperire alla crescente domanda si è inizia-to a utilizzare intensivamente giacimenti non con-venzionali d’idrocarburi a bassa densità, (adesempio sale gas e scisti bituminosi); il forte im-patto ambientale locale e globale di tali fonti, in-sieme ai rilevanti costi energetici ed economici,fa sì che il mondo industriale risulta ancora rilut-tante ad avviare gli enormi e rischiosi investimentinecessari, generando così i notevoli aumenti diprezzo. Non è solo l’estrazione d’idrocarburi chepone problemi di scarsità: materiali strategiciquali rame, terre rare, platino risultano in esauri-mento nei termini di alcune decine di anni, in re-lazione alla crescente domanda del mondo in-dustriale e all’impossibilità di trovare nuovi gros-si giacimenti. Non meno importante inoltre risul-ta il fenomeno del riscaldamento globale dovutoall’immissione di gas a effetto serra da parte del-l’uomo, fatto ormai universalmente condiviso dal

mondo scientifico: un aumento medio della tem-peratura terrestre di +2 °C è considerato il limiteultimo per evitare danni irreversibili all’ambienteterrestre.Numerose sono le risposte che il mondo scien-tifico e tecnico può dare a queste impegnative sfi-de; in generale la cosiddetta Green Economy -l’economia verde - può innescare un cambia-mento nella produzione e nei consumi che vadaincontro alle sfide energetiche ambientali del nuo-vo millennio. La sostituzione delle fonti energeti-che fossili esauribili e inquinanti con fonti rinno-vabili quali il solare, eolico, biomasse, geotermi-co, appare alla lunga come una soluzione obbli-gata. Inoltre l’efficienza energetica in tutti i setto-ri ha grandi potenziali applicativi, già ora econo-micamente conveniente: la realizzazione adesempio di edifici a consumi energetici “quasi ze-ro” è una realtà che verrà resa obbligatoria a par-tire dal 2020, ma può fin d’ora essere una rispo-sta ai crescenti costi dei combustibili per riscal-damento e ai problemi d’inquinamento inverna-le. Anche un’oculata e attenta gestione dei rifiu-ti urbani e industriali può portare a tassi di recu-pero dei materiali ben più elevati di quelli attualidiminuendo quindi la richiesta di materie prime.La scommessa della green economy non è un’o-riginalità di qualche filosofo, ma una realtà cheprima o poi la nostra società dovrà affrontare, ri-dirigendo gli sforzi del mondo economico, indu-striale e della ricerca verso obiettivi di conserva-zione energetica e ambientale.Stiamo, di fatto, all’interno di un gigantesco espe-rimento scientifico, ambientale, economico, so-ciale mai tentato prima dall’umanità. La scom-messa sta nel vedere se le capacità d’innova-zione e trasformazione delle attività umane sa-pranno tenere il passo e sorpassare la vertigino-sa richiesta che viene sul fronte dei consumi. E’scontato d’altronde riflettere sul fatto che co-munque dovrà essere trovato un punto di equi-librio, un limite, di là del quale i consumi com-plessivi dell’umanità non dovranno e potrannoandare.Anche con le più futuribili e sostenibili delle tec-nologie, nel lungo periodo un aumento indefini-to di richieste verrà a scontrarsi con una scar-sezza di risorse di materiali, di suolo, di acqua.Nel definire tale limite varrà la pena considerareun principio cautelativo, un largo margine, per evi-tare di entrare in spirali irreversibili di scarsezza,esaurimento, conflitti. Vale perciò la pena affron-tare fin d’ora un profondo ripensamento sulle mo-tivazioni dell’attuale stile di vita, che sta diven-tando tanto più insostenibile perché modello uni-versale, aspirazione di tutte le genti della terra.Lo sforzo culturale per effettuare questo ripen-samento è oggettivamente impegnativo e appa-re in questo periodo assolutamente controcor-rente. Prima che gli eventi intorno a noi costrin-gano in maniera dolorosa a una vita più sobria eaustera, sarà meglio che sappiamo scegliere gliingredienti più gradevoli e adatti a una vita inequilibrio con l’ambiente. L’insegnamento delpassato in questo può esserci d’aiuto per il futu-ro; comportamenti e stili di vita considerati fino-ra anacronistici e originali potranno rivelarsi tesoridi sapienza. Dovremo utilizzare il nostro tempomeno per produrre beni, più per essere felici inmaniera “leggera” e immateriale, attraverso lacultura, l’arte, la bellezza. E il Circeo in questo puòessere per noi di esempio e di aiuto. �

Editoriale Se non ora, quando? Adesso! 1

Personaggio Marisa Merlini 2Politica Anch’io voto Petrucci 3Territorio Un compito per la nuova

Amministrazione 4Politica Un nuovo Santo … 5Lettere Lettere al Direttore 6Territorio Il restauro dell’orologio

della Torre … 7Ambiente La sfida energetica

ambientale … 8Il fatto La sala di musica 9

Aprite gli occhi, cazzo! 10Incontri ravvicinati 11

Terrirorio Una importanterisorsa locale 12

PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO I-VIIIAmbiente La differenziata

a San Felice Circeo 13Territorio Ostruzionismo

degli Enti locali … 14Territorio Scogli o spiaggia? 15Territorio Spazio pubblico

e qualità … 16La città Dottore, mi sono …

- Il mercato degli dei 17Libri Quante favole 18Sport Pallavolo - Canoa 19Cultura “La via del Palio” 20Sport Il Calcio al Circeo 21Personaggio/Oroscopo 22Tempo libero Cucina – Cinema

Ora legale – Poesia 23

SSSSOOOOMMMMMMMMAAAARRRRIIIIOOOO

Page 9: a pag. 3 a pagg. 9-10-11 a pag. 5 CENTRO STORICOcipe della risata Antonio De Curtis, l’indi-menticabile Totò, con il quale prende parte al-la rivista “Che ti sei messo in testa?”

Non voglio parlare del famoso film“Jalsaghar” (La sala di musica) del re-gista indiano Satyajit Ray, in cui un

ricco e aristocratico signore feudale di-strugge il proprio patrimonio per la passio-ne di organizzare nel suo palazzo, per unpubblico di amici, raffinate feste musicali,con cantanti e balletti, senza avvedersi deicambiamenti del mondo che lo circonda. Lamorte in un naufragio della moglie e dell’u-nica figlia, fanno cadere il protagonista nel-la più cupa solitudine e porre fine alla mu-sica e ai balletti. Dopo quattro anni, alloscopo di dare una lezione a un vicino riccoma volgare, che l’ha imitato, si scuote ri-aprendo la sala di musica per un ultimo,straordinario concerto.Un film del 1958, in uno splendore di bian-co e nero, che si svolge nel Bengala neglianni Venti con una messa in scena elegan-tissima e ieratica nei movimenti della mac-china e nelle inquadrature e che si avvaleanche di una fotografia di un lusso raffina-to e discreto (Mereghetti) . Lo spunto è invece dato dal fatto che da cir-ca un anno è stato inaugurato il nuovo Cen-tro di Documentazione nei locali dell’ex uf-ficio postale di Sabaudia (ora Palazzo Maz-zoni).

Grazie al confronto e alla collaborazione an-che delle opposizioni, progressivamente lastruttura ha assunto la valenza di un vero eproprio centro culturale ed è stata ricavata

una saletta destinata alla musica con unaraccolta di Compact Disc, prevalentemen-te di musica classica, acquistati negli annipassati dal primo indimenticabile direttore,Feliciano Iannella (fondatore della bibliote-ca nata il 25 maggio 1964 che occupava ini-zialmente solo 76 mq. del pianoterra del pa-lazzo civico), ma che nella biblioteca poitrasferita a Piazza Verbania, non avevanouna collocazione appropriata né la possibi-lità di essere ascoltati. Si tratta complessivamente di oltre n.700CD di cui è stata completata da pochissi-mo una prima classificazione. Sono pre-senti brani fondamentali nella storia dellamusica, prevalentemente dell’’800 e del‘900 e molte opere liriche, con esecutori fa-mosissimi spesso non più in vita, per cuil’importanza della raccolta è ancora mag-giore, anche se molti periodi storici sonopurtroppo assenti. La presenza di questa Sala di musica èquasi sconosciuta ai più, per cui ho pensa-to che potesse essere comunque utile in-formare i nostri lettori.Purtroppo, al momento, per l’ascolto si de-ve utilizzare un PC portatile dotato di cuf-fiette, con un’acustica non certo ottimale,per cui l’unica soluzione è quella di acce-dere al prestito, per poterli ascoltare a ca-sa con mezzi più adeguati.Comunque si tratta di un’occasione pre-ziosa per creare un punto d’incontro agliamanti della musica e per avviare un per-corso musicale a Sabaudia, il cui primopasso deve essere quello di migliorare ul-teriormente la raccolta, integrandola con imolti periodi e compositori mancanti, dalleorigini a oggi, secondo criteri più attenti al-la storia della musica e costruendo una sor-ta di discoteca ideale, corredata possibil-mente da guide analitiche all’ascolto dei piùimportanti cicli musicali (ad esempio le sin-fonie di Beethoven e Mahler), i libretti delle

maggiori opere liriche, etc. Per avviare un percorso per avvicinare lepersone alla quarta arte (secondo la classi-ficazione del 1923 del poeta italiano Ric-ciotto Canuto) e per elevare la cultura mu-sicale dei giovani e meno giovani potrebbeessere opportuno organizzare una serie diconferenze-concerto sulla storia e l’evolu-zione della musica dal rinascimento a oggi.A causa delle ben note difficoltà finanziariedel Comune è chiaro che si dovrà ricerca-re un finanziamento presso la Regione.Il Progetto dovrà prevedere, oltre al com-pletamento della raccolta discografica (maanche di quella bibliografica dedicata aimusicofili, perché anche su questo punto ilCentro è carente), anche la dotazione di piùlettori professionali per i CD e di cuffie ste-reo, per consentire un ascolto decente; mail punto di forza dovrà essere rappresenta-to proprio dall’organizzazione, preferibil-mente durante il periodo invernale di uncorso di storia e cultura musicale, che po-trà essere arricchito da esecuzioni di alcu-ni brani (da svolgersi sempre all’interno deilocali del Palazzo Mazzoni) per meglio com-prendere le lezioni e per imparare a cono-scere i vari strumenti.La stesura del Progetto potrebbe essere af-fidata a una delle Associazioni presenti aSabaudia che da anni svolgono un’operacostante nel campo della musica (a es. Sa-baudia Studium Musicum per la parte rela-tiva alle scuole e Latina Philharmonia, Ban-da Giuseppe Verdi).Com’è noto, queste richieste devono esse-re presentate entro il 30 giugno di ogni an-no, per cui i tempi di realizzazione potreb-bero essere abbastanza lunghi, pertantosarebbe opportuno che nel bilancio di pre-visione 2012 del Comune, una piccola, main questo caso importantissima parte, fos-se destinata ad avviare questo Progetto.

CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO -- SSAABBAAUUDDIIAA PPAAGG.. 99

Il fatto - Sabaudia

La stesura di un Progetto

di Aristippo

Avviare un percorso musicale a Sabaudia

La sala di musica

Ex poste

La sala di musica

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Era il 25 ottobre del 1976, e stava an-dando in onda uno dei primi talk-show radiofonici di grande successo.

Si chiamava “Voi ed io. Punto e a capo”, eraseguito da milioni di ascoltatori e quel gior-no era condotto da una stella di prima gran-dezza del cinema italiano, vale a dire CesareZavattini, eccelso sceneggiatore che avevaofferto a registi quali De Sica, Lattuada e Vi-sconti, la propria indispensabile collabora-zione per girare capolavori assoluti quali:Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Mi-lano, Bellissima, Il cappotto, Umberto D.,L’oro di Napoli La ciociara, Ieri, oggi, do-mani, Matrimonio all’italiana, I girasoli, soloper citare alcuni titoli. Ebbene, quel giorno,e con una platea tanto vasta, Zavattini fuautore di uno degli sdoganamenti più in-credibili del linguaggio italiano; infatti, comeun fulmine a ciel sereno, nel bel mezzo diun suo intervento, esclamò: “Cazzo!”Ora, bisogna sapere che la RAI provenivada situazioni di censura assurde che ave-vano vietato per anni espressioni qualimembro del governo; quindi, il blitz lingui-stico di un mostro sacro quale Zavattini, ef-fettuato in diretta, senza possibilità di con-trollo, mandò in crisi un sistema. Natural-mente, si scatenò una polemica senza pre-cedenti con interventi, anche molto autore-voli, da parte del mondo politico, di quellointellettuale e di quello religioso. Non si ac-cettava che quella parola fosse riuscita avarcare la soglia del salotto buono di quel-la che tutti chiamavano mamma Rai.Sta di fatto che, da allora, l’utilizzo di queltermine è entrato sempre più nell’uso co-mune, anche al di fuori degli ambiti in cuiera già comunemente usato. E, in effetti, lostesso si posiziona molto bene nella fre-quenza d’uso che se ne fa comunementese, come si legge nel Lessico di frequenzadell’italiano parlato, occupa il posto nume-ro 722, che è un posto molto alto se solo sipensa che faccia è al posto 874, amare al975, professoressa al 1073, cattolico al2036, pomodoro al 3073, grammatica al4214, affresco al 5914. Certo, un uso cosìcomune dipende dal fatto che questo ter-mine è usato non solo come esclamazioneo interiezione, però si sa che mettere la pa-

rola in questione prima, durante o dopo unafrase, abitualmente, fa pensare di rafforzar-ne l’effetto.Non stupisce, quindi, che il tormentone diquesti ultimi giorni (legato alla tragica vicen-da del naufragio della nave “Concordia) cheha visto passare in continuazione, su tutti imedia, la telefonata tra il Comandante dellaCapitaneria di Porto De Falco e lo sciagura-to Comandante Schettino, abbia portato in ri-salto proprio la parola in questione. Ed è cer-tamente istruttivo il fatto che da una telefo-nata durata vari minuti e che ha visto i prota-gonisti pronunciare migliaia di parole, quellache ha colpito di più l’opinione pubblica è sta-ta, ancora una volta, “cazzo”.E questo perché tutti hanno colto che, difronte ad una immane sciagura, con tantipasseggeri che stavano rischiando la vita,con l’onore della marineria italiana ormaicompromesso e con un comandante chedopo aver vilmente abbandonato la nave re-sisteva al suo pressante invito – poi diven-tato ordine – di risalire a bordo, il Coman-dante Di Falco ha giocato la sua ultima car-ta e… lo ha detto!Si è trattato di un successo planetario, con-sacrato dal popolo della rete e dall’imme-diata commercializzazione di una magliettacon incisa una frase che, come quella di Za-vattini, entrerà nella storia della scienza del-la comunicazione. Perché è proprio questoil fatto: oggi non è importante quello che sidice ma, bensì, come si dice! A onor del ve-ro, l’esortazione a risalire a bordo, non-ostante il “rinforzo” utilizzato, non ha sorti-

to l’effetto desiderato e Schettino a bordodella sua nave non c’è tornato.Ci vuole ben altro per smuovere gente così…Il fatto è che di persone di quella risma, cioèdi gente incapace che occupa posti di co-mando senza rispettare le regole più elemen-tari ne è piena l’Italia. E volete che San FeliceCirceo ne sia priva? Ma certo che no! E sonoquegli stessi personaggi che dopo aver por-tato la città allo sfacelo, dicono – come dice-va Schettino – che è tutto sotto controllo; so-no gli stessi che dopo inerzie di anni, in pros-simità delle elezioni, cominciano a scavare sututte le strade della città nel tentativo di ca-muffare come favori quelli che sono i sacro-santi diritti dei cittadini a vivere con quelli chesono i minimi requisiti di un paese civile.Purtroppo, questo modo di fare, ha sempre

consentito allo Schetttino di turno di rac-cogliere consensi e di tornare al comandodi una nave che prima o poi andrà a sbat-tere su qualche scoglio, ma sulla quale lo-ro avranno comunque pasteggiato a ostri-che champagne con la bionda di turno. Eallora, cari concittadini di San Felice e Mon-tenero, scusate l’esortazione un po’ volga-re, ma ci vogliamo provare anche noi: noncredete più ai venditori di fumo che dopoavervi preso in giro per anni, oggi vengonoa richiedervi il voto: Aprite gli occhi, caz-zo!!! �

IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1100

Il fatto - San Felice Circeo

di E. Dantes

Aprite gli occhi, cazzo!

Cesare Zavattini

AAssssoocciiaazziioonnee CCuullttuurraallee ““IIll CCeennttrroo SSttoorriiccoo””Coloro che fossero interessati alle nostre iniziative

e vogliono iscriversi alla nostra Associazione,

possono telefonare al 332288..66111100337799,

inviare un fax al n. 0066..55119988 55221177o inviare una e-mail a: [email protected]

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1111

Il fatto - San Felice Circeo

Nave stellare Galactica, data astra-le 28370.6, diario del Comandante.Dopo una lunga navigazione siamo

giunti in vista del pianeta Circei. Il luogo èdi particolare bellezza: una vasta pianura,dominata da un promontorio che si affac-cia sul mare. Lungo tutta la superficie si ve-dono disseminati innumerevoli cubetti inmuratura, probabilmente rifugi degli abi-tanti. Domani invieremo una navicella congli esploratori.1° giorno di esplorazione. Siamo atterratisenza problemi. I locali sono venuti a osser-varci con curiosità, ma senza atti ostili. An-zi, sembravano particolarmente contenti divederci, continuando a dire qualcosa come“Sono di fuori! Sono di fuori!”. Ci sono sem-brati, però, delusi quando siamo risaliti sul-la navicella senza lasciar loro niente.2° giorno di esplorazione. C’è un clima digrande eccitazione sul pianeta. Se abbiamoben compreso, tra poco si dovrà scegliereil nuovo capo del villaggio. Per fare questo,qui ricorrono a un rituale che chiamano“Elezioni”, preceduto però da un lungo pe-riodo denominato “Grandi Manovre”. Le“Grandi Manovre” si tengono abitualmentein luoghi appartati: sembra sia assoluta-mente vietato assistervi e vengono cele-brate da alcuni Grandi Sacerdoti. Non si sachi li abbia designati, forse c’è una investi-tura dall’alto, ma abbiamo l’impressioneche spesso si tratti di millantatori o, comeli chiamano qui, “Maneggioni”. Uno dei luo-ghi designati per le Grandi Manovre si chia-ma “Ristorante”.3° giorno di esplorazione. Un metodo percondurre le Grandi Manovre consiste in unaspecie di gioco di abilità psicologica.Un Grande Sacerdote afferma di volere unacosa con grande determinazione. Ci hannospiegato che una delle forme basilari è giu-rare eterna fedeltà a un altro Grande Sa-cerdote, dichiarando che lo aiuterà a di-ventare capo assoluto (qui lo chiamano“Sindaco”). Il gioco è convincere il futuroSindaco a credere in questo aiuto, essen-done ripagati in vario modo. Nei giorni vici-ni al rituale delle Elezioni, però, il primoGrande Sacerdote aiuta un altro a diventa-re Sindaco, ottenendo ancor più grandionori e premi. Sembra che l’abilità sia fardurare più a lungo possibile questa fase,magari con più possibili Sindaci senza farsapere all’uno dell’altro, ottenendo premi e,a volte, tanti di quei cubetti che qui chia-mano “Case”.4° giorno di esplorazione. Nel periodo del-le Grandi Manovre (alcuni le chiamano an-che “Campagna Elettorale”) si verificanoanche rituali di sangue. Non ci aspettava-mo tanta barbarie da parte di esseri a pri-ma vista calmi e pacifici. In un largo spazioalcuni abitanti si sono presentati dicendofrasi forse magiche: “Cultura!”, “Ambiente!”,“Legalità!”. I Grandi Sacerdoti presenti sisono immediatamente coalizzati e hannoaizzato contro costoro i loro fedeli. I pove-retti sono stati torturati e percossi e alcuni

di loro sono stati costretti ad abbandonareil villaggio. Subito dopo, i Grandi Sacerdo-ti hanno bevuto insieme da alcune coppe dicristallo e poi sono tornati ad azzuffarsi peril piacere della folla, senza farsi del male,però.5° giorno di esplorazione. Gli abitanti diquesto pianeta subiscono, nel periodo del-la Campagna Elettorale, delle strane muta-zioni fisiche. Pensavamo succedesse solonella durata del calore, invece altri organi sisviluppano in questa fase. A diversi soggetti nasce una specie di co-da. Questa viene agitata solo di fronte ad al-cuni Grandi Sacerdoti. Più velocemente simuove la coda, più è probabile essere no-tati dal Grande Sacerdote, che ripagheràl’affetto con amichevoli pacche sulla schie-na. Alcuni abitanti riescono a scodinzolareanche verso più Grandi Sacerdoti, creandoa dire il vero una grande confusione. In ef-fetti, nessun possibile Sindaco sa se conti-nuerà a ricevere scodinzolamenti dallestesse persone fino al giorno delle Elezio-ni.6° giorno di esplorazione. Anche i GrandiSacerdoti si modificano, man mano cheprocedono le Grandi Manovre. A molti di lo-ro cresce un enorme naso, che si allungaogni giorno di più. Inizialmente abbiamo ri-tenuto che servisse ad annusare e ricono-scere amici e nemici. Abbiamo invece sco-perto che questa caratteristica si accentuain occasione dei discorsi che vengono ri-volti al popolo (in questa fase lo chiamano“Elettori”). Più parlano, più il naso si allun-ga. Gli Elettori sembrano attratti da chi por-ta il naso più lungo, riservandogli i maggio-ri scodinzolii.7° giorno di esplorazione. Abbiamo oggiscoperto che c’è un altro tipo di Grande Sa-cerdote. Lo chiamano Ombra. Vive nasco-sto, di solito su piccole colline da cui do-mina tratti di terreno. Parla poco, spesso simimetizza ed è molto bravo nell’arte di in-cantare. E’ capace di restare in agguato pertempi lunghissimi, a volte per l’intera dura-ta delle Grandi Manovre. Ogni tanto, scen-

de dal suo rifugio per avvicinarsi a qualchepossibile Sindaco e, mostrando grande cor-dialità, lo abbraccia per poi strangolarlo conuna mossa rapidissima. Poi, non visto, tor-na sulla collina. Negli ultimi giorni prima del-le Elezioni, l’attività dei Grandi Sacerdoti di-viene frenetica. Si muovono allora con ve-loci carri. E’ il momento in cui l’Ombra sislancia e salta sul carro del possibile vinci-tore. A volte le Ombre sono più d’una, escoppiano risse furibonde per chi debbaaccaparrarsi il trasporto.8° e ultimo giorno di esplorazione. Oggisi celebra il rituale delle Elezioni. La popo-lazione si reca in lunghe processioni versoluoghi di culto chiamati Seggi. Pochi si

muovono da soli, la gran parte vi vengonocondotti da Grandi Sacerdoti che, alter-nando l’offerta di dolciumi a rapidi colpi difrusta, fanno in modo che nessuno del lo-ro gregge tenti di fuggire verso un altrobranco. Questa cerimonia dura un giornointero. Quello seguente, viene annunciatoquale, tra i Grandi Sacerdoti diventerà Sin-daco, avendo portato il gregge più nume-roso ai Seggi. Da quel momento sparisco-no nasi e code e anzi, quasi nessuno delpopolo riconosce di aver fatto parte delbranco del vincitore. Solo alcuni ricevonopremi speciali, gli altri riprendono la vita disempre come se nulla fosse accaduto.Comandante, La prego, la prossima voltaper queste missioni cerchi qualcun altro, noisiamo troppo depressi. �

di Roderigo

Incontri ravvicinati

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I l 17 dicembre, presso la sala consiliaredel Comune di Sabaudia si è tenuto ilForum Nazionale Ambiente del Partito

Democratico. L’occasione è stata data dalla presentazio-ne del Piano del Parco e da concomitanteanniversario dei venti anni dall’emanazionedella legge sulle aree protette (L. 394/1991).Sono intervenuti: il coordinatore del ForumNazionale Ambiente, on.le Sergio Gentili; ilresponsabile provinciale ambiente del PD,Luigi Di Mambro; il Segretario provinciale delPD, Enrico Forte; il Presidente dell’Ente Par-co, Gaetano Benedetto; il Commissario diARPA Lazio, avv. Corrado Carruba; il dott.Zerunian, delegato dal Comandate del Cor-po Forestale dello Stato e numerose altreautorità. L’organizzazione è stata curata dalsottoscritto, capogruppo consiliare PD e daPasquale Mancuso, coordinatore del Circo-lo di Sabaudia. Mai come quest’anno si è parlato della cri-si del sistema economico del mondo occi-dentale.In tutta Italia cresce purtroppo il numero del-le industrie che chiudono, dei lavoratori cherimangono senza lavoro e delle famiglie chesono in difficoltà.Nella nostra Provincia, gran parte del terri-torio strappato alla palude, dalla bonifica, èstato consumato, specialmente all’epocadella Cassa del Mezzogiorno, con la co-struzione di fabbriche che hanno sì dato la-voro a molte persone, ma hanno anche di-strutto il territorio inquinandolo, con costielevatissimi per tutta la comunità, per poi an-darsene all’estero non appena hanno avutoofferte più convenienti, lasciando a casa i la-voratori.Occorre pensare a un diverso tipo di svilup-po. Tra le eredità lasciateci e rimaste in par-te intatte, grazie specialmente a chi l’ha sal-vaguardato per tutti questi anni, assicurandoil rispetto della legalità, c’è il Parco Naziona-le del Circeo; si tratta di un tesoro, troppospesso dimenticato, perché molti non necomprendono il valore o addirittura lo riten-gono un peso.La proposta di Piano del Parco ci induce aguardare con rinnovata attenzione a uno svi-luppo ecosostenibile che coinvolga tutta lacittà e le forze sociali per riqualificare l’agri-coltura e il turismo, per far crescere l’artigia-nato e il commercio, per rivedere lo sviluppourbanistico della città. Il Piano del Parco e i documenti correlati con-tengono anche delle opportunità di marketingterritoriale che possono rendere il nostro ter-ritorio più attrattivo; nelle proposte che sonostate presentate dalla Presidenza, sono indi-cati anche i punti di forza e le criticità del no-stro territorio, dobbiamo lavorare per valoriz-zare ulteriormente i punti di forza e per elimi-nare le criticità.Per fare tutto ciò occorrono somme che na-turalmente non possono essere rese dispo-nibili dal bilancio comunale per cui, come piùvolte abbiamo fatto presente, occorre rivol-

gersi all’Unione Europea, presentando pro-getti per ottenere i finanziamenti necessari. La base per le richieste è rappresentata an-che dalla proposta di Piano di sviluppo socioeconomico del Parco, che da tempo giace,senza essere portata in discussione in Con-siglio, in qualche cassetto del Comune.Se questi progetti fossero presentati e finan-ziati, sarebbe possibile intervenire per riqua-lificare l’agricoltura e gli allevamenti, per ri-lanciare le attività turistiche (turismo sportivo,scolastico, della terza età, per disabili etc.), si-stemare le aree archeologiche, migliorare laviabilità, manutenere la duna, etc., creandomolti posti di lavoro, che potrebbero rappre-sentare l’avvio di un processo virtuoso per ri-lanciare l’economia locale.Ma c’è un altro documento che è stato rila-sciato in questi giorni dalla Presidenza delParco ed è il Regolamento del Parco, previ-sto dall’art. 11 della legge 394/1991, nel qua-le vengono affrontati e in molti casi superatinumerosi vincoli contenuti nella legge, per gliinterventi e le opere di carattere edilizio e in-frastrutturale, per le attività artigianali e di ser-vizio, nonché per le attività agricole e silvo-pa-storali, eliminando motivi di sofferenza per icittadini e snellendo notevolmente moltissimepratiche che oggi richiedono mesi se non an-ni per ottenere il nulla osta del Parco.In tutti i casi in cui è ancora previsto il nullaosta, è stato auspicato che venga creato unosportello unico, con personale del Comune edel Parco per l’esame congiunto delle prati-che e quindi per l’accelerazione delle stesse. Il 22 dicembre prossimo il Consiglio Direttivodel Parco è chiamato a predisporre formal-mente il Piano per inviarlo alla Regione che loadotterà; dopo ci saranno quaranta giorni incui il Piano sarà depositato presso i Comuniper consentire a cittadini, associazioni etc. diesaminarlo e di presentare le loro osserva-zioni; solo dopo un percorso quindi molto at-tento alla comunità locale, il Piano sarà ap-

provato definitivamente dalla Regione.Il Piano del Parco e il suo Regolamento, purcontenendo alcuni punti migliorabili, sia purdi natura marginale, rappresentano una gran-de opportunità di sviluppo per la nostra città,dal punto di vista culturale, sociale ed eco-nomico; è necessario coglierla, dobbiamo la-vorare per migliorarla, non dobbiamo perder-la. Nel convegno sono state respinte le posizio-ni oltranzistiche di chi, affermando di fare l’in-teresse della città, l’ha condotta a questo sta-to di crisi per l’agricoltura, per il turismo e l’in-dustria e dopo aver bocciato il Regolamentoper le attività lacustri ora, invece di informa-re correttamente i cittadini e di mettersi in-torno a un tavolo con spirito costruttivo pereliminare i punti di contrasto e per migliorarele proposte presentate, strepita sulla stampadenigrando un lavoro che non ha voluto nésaputo fare.Il Piano del Parco non può essere un mo-mento di lotta tra le istituzioni, deve essere ri-spettato il principio della leale collaborazionesancito dalla sentenza della Corte Costitu-zionale n. 255/2011.I cittadini devono essere messi in condizionedi partecipare a questa scelta importante, nondevono delegare ma documentarsi personal-mente. Questo deve rappresentare un momento percostruire insieme l’avvenire di San Felice Cir-ceo, di Sabaudia e di Latina. �

CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO -- SSAABBAAUUDDIIAA PPAAGG.. 1122

Territorio

di Franco Brugnola

Il Parco del Circeo

I venti anni della legge sulle aree protette

Una importante risorsa locale

I conferenzieri al Forum

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Con l’approvazione del Piano, dellenorme attuative e del Regolamentol’Ente Parco il 22 dicembre scorso

ha adempiuto il principale compito affi-datogli dalla legge. Il Piano del Parco ècostituito da una relazione generale di304 pagine, da 24 tavole tematiche tec-niche, da 5 carte di piano tra cui quelladella zonizzazione. Il Piano ha tenutoconto di tutte le osservazioni e commen-ti a diverso titolo espressi, da quelli delleComunità del Parco a quelli del CorpoForestale dello Stato, da Associazioni ecategorie, è stato il frutto di incontri e ve-rifiche, di confronti settoriali e difficili so-luzioni tecniche quale la scelta di una zo-nizzazione su 13 livelli differenziati al finedi “cucire” e “tarare” in modo più pre-ciso sul territorio vincoli e opportunità. I documenti che maggiormente interessanoi cittadini sono la zonizzazione del Piano, leNorme di Piano e il Regolamento (strumen-to autonomo che segue un diverso percor-so di approvazione). Per quanto riguarda le“regole” sul territorio, e in particolare ciò chei cittadini vogliono solitamente sapere (co-sa posso e non posso fare, quali autorizza-zioni servono, ecc.…), è da sottolineare cheil Piano e il Regolamento non sono ancorain vigore: lo diventeranno se e quando la Re-gione (per il primo) e il Ministero dell’Am-biente (per il secondo) completeranno il per-corso di approvazione.Il Regolamento ai sensi di legge è statoadottato “contestualmente all’approvazio-ne del Piano”. Si compone di 80 articoli e4 allegati che riprendono e unificano i re-golamenti stralcio già approvati dal Con-siglio Direttivo. Si tratta dei regolamenti suilaghi costieri, raccolta funghi, protezione eraccolta flora, elenco delle specie di floratutelate. Il Regolamento, riprendendo lazonizzazione del territorio proposta dalPiano, definisce la normativa in via gene-rale per i quattro livelli di tutela e in via spe-cifica le sottozone di questi. Sono previstidue diversi livelli per le zone A) di massi-ma tutela, cinque livelli per le zone B) an-che al fine di consentire in alcune di que-ste sia interventi di riqualificazione sia at-tività turistiche in un ambito di tutela deivalori naturali che consenta però l’utilizzodelle cubature e delle strutture esistenti,due livelli per le zone C) per distinguere lezone agricole dalle aree destinate all’ac-quacoltura, e infine quattro livelli di zone D)per meglio distinguere i centri storici dallearee residenziali e da destinare al verde at-trezzato o mantenute o individuate con fi-nalità produttive.L’art. 46 delle norme di Piano (che entre-rà in vigore solo quando sarà approvato)stabilisce una forte semplificazione buro-cratica prevedendo la non necessità del-la richiesta del nulla osta del Parco pertutti gli interventi edilizi che non compor-tano aumento di volume e modifiche del-la sagoma edilizia nelle zone D, in tutte le

sottozone previste (D1, D2, D3, D4) del-le aree di promozione economica e so-ciale, in attuazione del principio di mas-sima semplificazione. In questi casi il nul-la osta dell’Ente Parco è da intendersi re-so con esito positivo. Ma esistono alcune semplificazioni pro-cedurali immediatamente attuative per icittadini, approvate nel Consiglio Diretti-vo del 22 dicembre scorso. Grazie al-l’approvazione del Piano e all’adozionedel Regolamento, il Consiglio Direttivo hapotuto deliberare due atti per rendere im-mediatamente esecutive (dalla pubblica-zione delle relative deliberazioni) alcunedelle disposizioni previste. In particolare:per le potature di piante in ambito urba-no è previsto che per le specie non au-toctone (cioè esotiche, individuate in unapposito elenco) si possa procedere sen-za alcuna comunicazione e autorizzazio-ne, mentre per quelle autoctone dev’es-sere fatta solo una comunicazione pre-ventiva: il nulla osta dell’Ente rimane dun-que obbligatorio solo per i tagli di interepiante ovunque effettuati e per le potatu-re fuori dagli ambiti urbani;per gli interventi edilizi in ambito urbanodi manutenzione ordinaria e straordinaria,restauro e risanamento conservativo e ri-strutturazione (ma per quest’ultima conesclusione degli interventi di demolizionee ricostruzione, di frazionamento con in-cremento delle unità immobiliari e/o com-portanti la modifica della sagoma - sia inpianta che in alzato – e/o l’incremento deivolumi e/o superfici e/o il mutamento del-la destinazione d’uso) riferibili a edificipreesistenti legittimamente assenti, nelle

more di approvazione del Regolamento,il nulla osta s’intende acquisito, senzaquindi dover fare richiesta all’Ente Parco.Sono quindi tutti quegli interventi che noncomportino cambi di destinazione d’uso,modifiche di volume o delle configura-zioni o prospetti esterni. Gli ambiti urba-ni vengono individuati per Sabaudia al-l’interno del PPE e per San Felice Circeodal perimetro individuato dal piano pae-saggistico per zone L/b. L’esecuzione de-gli interventi può avvenire subordinata-mente al rispetto delle prescrizioni dimassima di seguito elencate: le opere inprogetto non dovranno comportare alcundanno e/o compromettere l’attuale as-setto vegetazionale e geomorfologicodell’area non strettamente interessatadall’intervento; gli immobili interessatidai lavori dovranno essere legittimamen-te edificati e/o interessati da istanze dicondono non rientranti nelle fattispecie dicui all’art. 33 della Legge 47/85 smi. Ri-sultano esclusi tutti gli immobili realizza-ti in assenza di idoneo titolo abilitativo peri quali dovranno trovare applicazione iprovvedimenti repressivi previsti dallalegge; l’inizio dei lavori dovrà essere pre-ventivamente comunicato all’Ente al finedell’inoltro al comando stazione del CFScompetente al controllo del territorio. Co-me detto, questi interventi di semplifica-zione sono immediatamente vigenti. Perogni dettaglio ulteriore si rimanda al testopubblicato sull’albo pretorio ondine sulsito internet dell’Ente Parco. �

* Presidente Ente Parco Nazionale del Circeo.

di Gaetano Benedetto*

Zonizzazione del Piano, norme del Piano e Regolmento

L’entrata in vigore è subordinata al completamento del percorso di approvazione

Il Piano del Parco: meno burocrazia per i cittadini

Il percorso del Piano continuaL’approvazione del Piano da parte del Consiglio Direttivo ai sensi dell’art. 12 della L.394/91 non costituisce un atto definitivo. Dopo un iter complesso, aperto e parteci-pato, l’approvazione definitiva è di competenza della Regione Lazio. Le prossimetappe saranno la trasmissione formale del Piano alla Comunità del Parco che (entro45 giorni) dovrà esprimere un parere; le controdeduzioni del Consiglio Direttivo sul pa-rere della Comunità del Parco; la trasmissione del Piano alla Regione Lazio correda-to del parere della Comunità e delle controdeduzioni del Consiglio; l’adozione del Pia-no da parte della Regione che dovrà avvenire entro 90 giorni dall’invio; pubblicazio-ne del Piano a seguito dell’adozione e deposito per 40 giorni presso le sedi di tutti gliEnti territoriali interessati al fine di consentire a chiunque di prenderne visione; pos-sibilità per chiunque di ripresentare osservazioni scritte al Piano entro i successivi 40giorni dalla scadenza della pubblicazione; entro 30 giorni dal trasferimento delle os-servazioni scritte all’Ente Parco, parere di questo con delibera del Consiglio Diretti-vo; entro 120 giorni dalla trasmissione del parere Consiglio alla Regione questa si pro-nuncia e approva definitivamente il Piano, d’intesa con l’Ente Parco, e d’intesa con iComuni interessati per quanto riguarda le zone D), cioè quelle individuate come ur-banizzate; emanazione del provvedimento di approvazione e pubblicazione sulla Gaz-zetta Ufficiale e sul Bollettino Regionale. L’iter di approvazione del Regolamento èdiverso da quello del Piano ed è in capo al Ministero dell’Ambiente. Le prossime tap-pe sono: trasmissione del Regolamento e acquisizione del parere entro 45 giorni del-la Comunità del Parco; controdeduzioni del Consiglio Direttivo e trasmissione del Re-golamento al Ministero dell’Ambiente; nuova richiesta di parere a ciascun Ente loca-le inoltrata dal Ministero dell’Ambiente, parere degli enti locali entro 40 giorni dalla ri-chiesta; intesa sul Regolamento tra Ministero e Regione; approvazione definitiva delMinistero e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. I

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I l Parco Nazionale del Circeo è, per lanatura stessa del suo territorio, stret-tamente legato al mare. Il lungo cor-

done di dune che va da Latina a TorrePaola e il promontorio del Circeo si af-facciano su acque che nascondono fon-dali di notevole interesse naturalistico,soprattutto per la presenza di importantipraterie di posidonia già tutelate dallanormativa europea con l’istituzione di SIC(Siti di Interesse Comunitario) e ZPS (Zo-ne di Protezione Speciale) a mare. Il Piano del Parco include la proposta diun’estensione del Parco Nazionale delCirceo a mare, che comprenderebbe zo-ne di riserva con una varietà straordina-ria di specie animali e vegetali. In unaspecifica tavola viene identificato il peri-metro possibile di tale estensione, che ri-guarda i bassi fondali di fronte a Sabau-dia, al Promontorio e a San Felice Circeo.Tale ipotesi è già stata oggetto di prece-denti ipotesi del Comune di San FeliceCirceo e dell’Università La Sapienza.La finalità dell’estensione a mare del Par-co, che riguarda in gran parte aree giàprotette (SIC e ZPS ma anche una fasciadi tutela di 500 metri sul Promontorio giàprevista dal Piano Paesistico regionale invigore) è quella di dare una gestione piùorganica a quest’area, sviluppando ser-vizi per il diporto e la subacquea comegià proposto in un precedente articolo suquesto giornale. Ciò permetterebbe nonsolo di tutelare e valorizzare le caratteri-stiche della biodiversità marina e costie-ra, anche e sopratutto attraverso inter-venti di recupero ambientale. Così po-trebbero essere realizzati programmi distudio, monitoraggio e ricerca scientificanei settori delle scienze naturali e della tu-tela ambientale, con l’obiettivo di assicu-rare la conoscenza sistematica dell’area,e soprattutto favorire la reale fruizione tu-ristica della fascia costiera, oggi solo una“corsia autostradale” per motoscafi chepassano sottocosta o per pescatori astrascico abusivi (essendo questa attivi-tà già formalmente vietata). L’ampliamento permetterebbe di indivi-duare l’Ente Parco in modo definitivo co-me soggetto che garantisce anche la ge-stione per i siti protetti a mare esistenti(ZPS e SIC di Posidonia inclusi) insiemea Regione e Ministero Ambiente e Tuteladel Territorio e del Mare, permettendouna gestione “attiva”: campi boe di deli-mitazione e di attracco, sentieri subac-quei per snorkeling e diving, escursioniguidate in barca nelle grotte del promon-torio, pesca sportiva, piccola pesca pro-fessionale. Per sviluppare questo proget-to è necessario ragionare insieme ai sog-getti coinvolti (enti locali, imprenditori deldiportismo e della nautica, operatori del-la subacquea operanti in zona, associa-zioni di pesca) sulla possibilità di svilup-pare l’ampliamento a mare del Parco non

solo a fini protezionistici (comunque sa-rebbe estremamente necessario) ma so-prattutto per riqualificare e dare nuovi sti-moli al turismo nautico estivo.Questa gestione dovrebbe passare perun approccio adeguato e intensivo, comequello sperimentato già in altre aree pro-tette (PN Cinque Terre, PN Asinara, PNMaddalena): essere incentrato sulla ge-stione dei flussi turistici con boe di an-coraggio elettroniche e controllo dellepresenze a pagamento di tariffa, svilup-po dei siti per lo scuba diving. Gli inter-venti di gestione turistica sarebbero an-che molto importanti per lo sviluppo del-la piccola pesca artigianale e della pescasportiva, in quanto se davvero protette learee di SIC marini e ZPS a mare potreb-bero permettere una riproduzione dei pe-sci, dato che gli studi universitari e dellaRegione Lazio hanno dimostrato chequest’area è una delle più importanti nelLazio per le comunità bentoniche e lapresenza di nursery costiere di specie it-tiche.Non rientra invece nella proposta di am-pliamento a mare del Parco deliberata dal

Consiglio delParco l’Isoladi Zannone,che è unodei principalivalori natura-listici del me-diterraneo,sia per pre-senze dispecie ende-miche, cheper l’elevatanaturalità ditutta l’isola,minacciata alm o m e n t o

solo dall’eccessiva pressione della pre-senza del Muflone. Attualmente la gestio-ne è oggettivamente al di sotto delleaspettative della popolazione dell’arcipe-lago (in particolare di Ponza, il cui Comu-ne è proprietario dell’Isola), e necessitad’importanti investimenti del Parco so-prattutto in idee, attività e valorizzazione.L’installazione di un campo boe e di per-corsi subacquei guidati e muniti di segna-letica sommersa anche in questo caso po-trebbero favorire la fruizione e la valoriz-zazione del patrimonio marino dell’isola. La proposta contenuta nel Piano del Par-co, se condivisa, potrebbe essere realiz-zata in breve tempo con un decreto del Mi-nistro dell’Ambiente: l’ampliamento a ma-re del Parco pertanto, potrebbe essere unforte motivo d’incentivazione del turismo eun importante incremento di risorse perl’economia locale. Speriamo che questaoccasione non venga persa. �

*Direttore dell’Ente Parco Nazionale del Circeo

di Giuliano Tallone*

L’Ente Parco garantirebbe la gestione dei siti protetti a mare

Dare una gestione più organica a quest’area

La proposta di estensione a mare del Parco Nazionale

Le Aree Marine Protettedi Daniele Guarneri

Come osservato in numerosi studi condotti in diverse aree geografiche, le AMP rap-presentano uno strumento importante per la salvaguardia e la conservazione delle spe-cie, degli habitat e di tutti i processi ecosistemici, evidenziando un effetto positivo sulpotenziale produttivo degli ecosistemi e favorendo un incremento della distribuzionedei benefici diretti alla comunità dei pescatori locali.Tuttavia, per raggiungere tali risultati è necessario gestire le dinamiche e le relazioniche intercorrono tra i sistemi sociali e naturali, per non correre il rischio di creare con-flitti tra le esigenze socioeconomiche e le necessità di conservazione, come è suc-cesso in molte AMP italiane sin dalle prime fasi di sviluppo. Pertanto, oltre alla valu-tazione puntuale degli aspetti biologici ed ecologici, è stata presentata nel Piano un’at-tenta valutazione del contesto sociale, culturale, economico e istituzionale del terri-torio del Parco del Circeo al fine di adattare la possibile istituzione dell’ampliamentoa mare del Parco al contesto locale. Per favorire l’accettazione e semplificare l’attivi-tà di sorveglianza è necessario avere regole chiare capaci di governare l’uso delle ri-sorse in modo da favorire una reale conservazione della diversità biologica e cultura-le e, soprattutto, la condivisione dell’obiettivo comune di beneficiare in maniera so-stenibile del potenziale produttivo dell’ambiente marino con tutti i soggetti coinvolti,incluse le Capitanerie di Porto.II

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Il Parco del Circeo è uno dei più piccolitra i parchi nazionali, tuttavia racchiudeun territorio segnato da una pluralità di

caratteristiche ambientali, stratificazionistoriche, retaggi culturali, modificazioniantropiche. La foresta di pianura, i laghi, lezone umide, la duna, il promontorio, l’Iso-la di Zannone, il mare: sono tutti elementiche lo rendono una sintesi quasi comple-ta degli ambienti mediterranei.Istituito nel 1934, pochi mesi prima dell’i-naugurazione della città di Sabaudia, il Par-co voleva essere, nella visione dell’epoca,una semplice memoria del paesaggio ori-ginario. Solo alcuni decenni dopo e se-guendo l’evoluzione del concetto di Parco,la concezione estetica della conservazionedella natura si salda con quella ricreativa epoi con le necessità di tutela del paesag-gio. Con il superamento della figurazioneprettamente estetica di “bellezza naturale”è superfluo sottolineare che l’obiettivo delParco non può essere ricondotto allamera conservazione. Alcune analisi ci danno il polso della si-tuazione attuale: la popolazione del Circeopassa dai 7.000 abitanti invernali a circa50.000 in luglio e agosto, che trovano ospi-talità nei 600 posti letto delle strutture al-berghiere e nei circa 80.000 posti letto chesono stimati nelle seconde case. Si eviden-zia quindi un grave problema di mancatadestagionalizzazione del turismo, che inne-sca paurose carenze estive, dovute a un’e-vidente sproporzione dei servizi offerti. Ser-vizi che sono comunque poco efficaci an-che nel resto dell’anno, quando mal si con-ciliano con le modeste proporzioni del nu-mero dei residenti permanenti. Il modello territoriale che ne discendeproduce una dispersione urbana accen-tuata, basata su una urbanizzazione abassa densità relativa e viceversa altoconsumo di suolo, con tipologie ediliziediscontinue e quasi sempre specializza-te con destinazioni monofunzionali: spes-so una esclusiva residenzialità estiva. Èchiaro che in queste condizioni i costiambientali, ma soprattutto quelli econo-mici risultano onerosissimi per le cassepubbliche. Si evidenzia così una debo-lezza degli strumenti di pianificazione,quando sono costretti a rincorrere l’edili-zia spontanea, includendola, di fatto, inprocessi di trasformazione insediativache spesso non hanno pianificato, ma so-lo legittimato a posteriori.La consistenza numerica delle secon-de case rappresenta circa i due terzidelle abitazioni esistenti di San FeliceCirceo e il 40% del patrimonio edilizio diSabaudia. Numeri schiaccianti che da al-meno mezzo secolo hanno progressiva-mente ipotecato qualsiasi presuppostoalternativo di valorizzazione turistica deiluoghi. Il centro storico di Sabaudia, sesi escludono i due mesi estivi in cui siconcentrano le presenze turistiche, sof-

fre di una sottoutilizzazione, che diven-ta quasi abbandono nel caso di San Fe-lice Circeo. Il Piano del Parco è senza dubbio tra glistrumenti più efficaci per proporre incisi-ve politiche territoriali, di salvaguardiadell’ambiente e di promozione economi-ca, ma soprattutto per gettare le pre-messe per i cambiamenti culturali chedevono caratterizzare una diversa ge-stione del territorio.Il Piano di assetto del Parco del Circeovuole dare testa e gambe ai concettidella sostenibilità, fornisce analisi eprevisioni sulla contabilità ambientale, in-dividua soglie, definisce parametri. Il Pia-no rivendica tra le righe un ruolo attivoche non può essere solo quello di unosviluppo sostenibile, specialmente se no-minale, ma di un diverso rapporto tra ter-ritorio ed economia, per cui i vincoli, masarebbe meglio dire il rispetto per l’am-biente, sia la base, e non la limitazione,della gestione territoriale e per la coniu-gazione di un modello economico dure-vole. Insomma: proporre una politica peril territorio, che se non è di supina ac-quiescenza al predominio del profitto in-dividuale, risulta quasi automaticamenteuna politica ambientale.Biodiversità, agricoltura e turismo: con-servare la biodiversità, qualificare l’a-gricoltura e destagionalizzare il turi-smo. Ecco i tre elementi su cui concen-trare gli sforzi della mano pubblica e suiquali il Piano del Parco ha posto le mag-giori attenzioni.Biodiversità: il Parco è caratterizzato da

una notevole varietà di piante (oltre 1.250specie) e animali (6-7.000 specie stima-te), protetti da due ZPS (Zone di Prote-zione Speciale) e ben 7 SIC (Siti di Im-portanza Comunitaria).Per quanto riguarda l’agricoltura, fatta inparte cospicua di serre, con un mercatointenso e redditizio, può essere accom-pagnata per mano verso una qualifica-zione produttiva e un’attenzione dellemetodiche di coltivazione che alleggeri-scano i carichi inquinanti, l’incidenza am-bientale e gli impatti paesaggistici. Il tut-to a redditività invariata, anzi cercando diincrementarla, in virtù della possibileconversione biologica dei prodotti. Per la promozione e destagionalizzazio-ne del turismo le azioni da attivare sonomolto ramificate e sottintendono sinergiee obiettivi per la maggior parte a breve emedia scadenza. Un Piano di marketingterritoriale, recentemente presentato dalParco, ha fatto intravedere alcune poten-ziali possibilità di posizionamento del“prodotto” Circeo, che al momento risul-ta confuso, legato in prima battuta allapresenza di risorse molteplici ed etero-genee, ma poco sistematizzate tra di lo-ro, nonché alla scarsa focalizzazione susegmenti specifici di domanda territoria-le. In pratica non valorizza appieno le pro-prie risorse territoriali.Con questo Piano il Parco ha conclusola sua proposta. Ora la parola è ai citta-dini che potranno esprimersi attraverso iloro rappresentanti amministrativi. �

*Architetto, Dirigente Regione Lazio

L’obiettivo è una diversa gestione del territorio

di Robero Sinibaldi*

Il Parco del Circeo nasce per conservare la natura nel 1934

Le ragioni del presente e le basi del futuro

III

Tavola Piano del Parco

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Il Piano del Parco Nazionale del Circeopersegue la tutela dei valori ambien-tali, naturalistici, paesistici e storico-

culturali del territorio e mira, contestual-mente, ad assicurare uno sviluppo so-stenibile che salvaguardi il diritto di cia-scuno di fruire, con pari possibilità, dellerisorse del territorio, senza depauperarle. Per poter raggiungere tali obiettivi, il Pia-no propone un’articolazione del territorioin zone caratterizzate da forme differen-ziate di tutela e uso, così come prescrit-to dalla L. n. 394 del 1991 che definiscequattro livelli: A) Riserve integrali, B) Ri-serve generali e orientate, C) Aree di pro-tezione e D) Aree di promozione econo-mica e sociale. Nella Tavola TP.2 (Cartadella zonizzazione) sono riportati i peri-metri delle zone individuate, mentre leNorme del Piano indicano le prescrizionispecifiche per ciascuna delle zone e del-le relative sottozone. Nelle Riserve integrali, le più importantidal punto di vista ecologico, l’ambientenaturale dovrà essere conservato nellasua integrità e nel prioritario rispetto deisuoi caratteri naturali. Sono in ogni casovietati gli interventi costruttivi di qualsia-si genere e l’esecuzione di opere di tra-sformazione del territorio. Si distinguonodue sottozone, che stabiliscono il livellodi tutela specifica. Nelle sottozone A1)Tutela dell’integrità e dei processi natura-li sono preclusi gli accessi salvo per mo-tivi di studio, monitoraggio e vigilanza enon si attuano interventi di gestione. Nel-le sottozone A2) Tutela dell’integrità na-turale, invece, gli accessi sono consenti-ti, ma solo per finalità escursionistiche,didattiche e ricreative; sono consentiti,inoltre, gli interventi gestionali funzionalial mantenimento degli habitat, compresiil pascolo brado (regolamentato), mentrenon lo è il prelievo delle risorse naturali,tra cui i funghi. Le Riserve generali orientate sono an-ch’esse caratterizzate da comunità ve-getali naturali e semi-naturali d’interesseconservazionistico, funzionali a garantirele connessioni ecologiche, o da aree diparticolare pregio storico-paesaggistico.Sono distinte 5 diverse sottozone: B1)Mantenimento delle condizioni attuali edeventuale riqualificazione naturalistica, incui non è ammessa alcuna ulteriore pos-sibilità di trasformazione del territorio, maè contemplata la presenza di strutture tu-ristico-balneari a carattere stagionale;B2) Riqualificazione ambientale, aree inparte edificate in cui devono essere man-tenuti gli usi attuali, prevedendo interventidi riqualificazione ambientale; B3) Riqua-lificazione ambientale integrata alla valo-rizzazione dei beni archeologici e storico-culturali, cioè aree interessate da vincoliarcheologici o monumentali; B4) Areed’interesse ambientale compatibili con at-tività turistico-alberghiere, come ad es. il

cordone dunale tra Caterattino e PontePapa Giovanni XXIII dove si prevede unospecifico piano di valorizzazione turistico-ambientale; infine, B5) Attrezzature di ser-vizi per la gestione, funzionamento e frui-zione del Parco, che comprendono lasentieristica, le strutture di accoglienza, ipunti informativi, le aree di sosta attrez-zata e tutte le altre aree attualmente o po-tenzialmente dedicate ai servizi dell’EnteParco e del Corpo Forestale dello Stato.Le Aree di protezione, destinate ad atti-vità produttive di tipo primario, sono sud-divise nelle seguenti sottozone: C1) Su-perfici agricole, dove si deve tendere al-l’integrale salvaguardia delle caratteristi-che del paesaggio agricolo consolidato ein cui non è ammessa la costruzione dinuovi edifici se non per le effettive ne-cessità di conduzione di aziende agrico-le, e C2) Superfici lacustri finalizzate al-l’acquacoltura, in cui è consentita l’attivi-tà di acquacoltura garantendo gli equili-bri idrobiologici dell’ecosistema lacustree i valori ambientali del paesaggio.Infine, le Aree di promozione economicae sociale sono quelle nelle quali i processimodificativi di antropizzazione hanno mo-dificato il paesaggio naturale e in cui, incoerenza con le finalità del Parco, devo-no essere migliorate la vita sociale e cul-turale delle collettività locali. Sono suddi-vise nelle seguenti sottozone: D1) Centristorici; D2) Aree urbanizzate o previstedagli strumenti urbanistici vigenti e ambi-ti da riqualificare; D3) Aree per i servizi eper le attività produttive e turistiche; D4)Aree a verde pubblico e verde attrezza-to. In questi tipi di aree sono ammessi in-terventi e attività finalizzate alla residen-zialità e allo sviluppo economico, co-munque nel rispetto del territorio e delle

risorse ambientali. Queste aree sono im-portanti in quanto il Piano ha anche va-lore urbanistico e sostituisce, una voltaapprovato definitivamente, gli altri pianiterritoriali e urbanistici. Ovviamente, so-no fatte salve le previsioni di strumenti ur-banistici attuativi già definitivamente ap-provati nonché i piani di lottizzazione giàstipulati, purché dotati di conforme pare-re o nulla osta dell’Ente Parco.Per la definizione della zonizzazione, in par-ticolare per la perimetrazione delle zone Ae B, il Piano del Parco ha beneficiato dellavoro svolto, in parallelo, finalizzato alladefinizione della Rete ecologica. Attraver-so questo studio è stata analizzata e si-stematizzata tutta la mole d’informazioniderivanti dalle ricerche precedenti, siaquelle svolte a scala di specie (flora e fau-na), sia a livello di comunità (habitat) che dipaesaggio. Inoltre, molti dati sono stati in-tegrati e aggiornati con informazioni inedi-te raccolte durante il lavoro. E’ stato cosìpossibile definire le aree di maggior im-portanza in termini di biodiversità (aree co-re e buffer della rete ecologica) e quelle fun-zionali alla connettività (connessioni pri-marie e secondarie), oltre agli elementi cherappresentano a oggi delle barriere più omeno impermeabili.Queste informazioni, insieme a quelleraccolte nelle altre Tavole di Analisi, so-no state fondamentali per poter redigerepiù in generale tutto il Piano del Parco, unterritorio riconosciuto come nodo fonda-mentale della Rete ecologica europeaNatura 2000 e comprendente 4 Zoneumide d’importanza internazionale (Ri-serve Ramsar) e 1 Riserva della Biosfera(Programma MaB dell’UNESCO). �

*Collaboratore dell’Ente Parco

di Riccardo Copiz*

Articolazioni del territorio in zone

Forme differenziate di tutela e uso

Zonizzazione, tra necessità di tutela e opportunità di sviluppo

IV

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Secondo quanto riportato all’incipitdell’art.12 della Legge quadro sullearee protette n.394 del 1991 “La tu-

tela dei valori naturali ed ambientali….af-fidata all’Ente parco è perseguita attra-verso lo strumento del Piano del par-co…”. Sempre nello stesso articolo si ri-porta che tale “Piano ..deve, in particola-re, disciplinare…..indirizzi e criteri per gliinterventi sulla flora, sulla fauna e sul-l’ambiente naturale in genere”.In tal senso, con questo strumento si hala possibilità di passare dalle misure pret-tamente di salvaguardia, di protezione etutela naturalistica-ambientale, propriedel DPR istitutivo del Parco, verso misu-re indirizzi e obiettivi con caratteristichedi tipo gestionale di più ampio respiro.Il Piano del Parco è stato indirizzato ver-so un senso ecosistemico realizzato nonvalutando tanto e solo la definizione disingole specifiche aree, ma guardando adaree più vaste funzionali ad una moltepli-cità di ecosistemi e di specie e collegan-dole tra loro attraverso un sistema di areedi dimensioni minori o di diverso ambitodi tutela che possano funzionare comecorridoi ecologici. Secondo tale criterio sono stati poi defi-niti gli Obiettivi generali del Piano del Par-co. Si annovera quindi:- La conservazione della biodiversità del

Parco, dei servizi ecosistemici garantitidalla stessa nonché dei processi asso-ciati che ne hanno permesso lo svilup-po.

- Il mantenimento del sistema dunale dalpunto di vista geomorfologico, per evi-tare i fenomeni di erosione costiera.

- L’attuazione privilegiata sul proprio ter-ritorio dei principi dello sviluppo soste-nibile, per la difesa delle risorse am-bientali come acqua, aria e della biodi-versità.

Il raggiungimento di tali obiettivi genera-li è stato previsto attraverso l’attuazionedi indirizzi e azioni specifiche che di se-guito vengono sintetizzate negli aspettiprincipali.Per quanto riguarda la gestione della Fo-resta Demaniale:

- L’Elaborazione di un Piano Naturalisticodi Indirizzo, che costruisca un progettodi conservazione e gestione a medio-lungo termine (20-30 anni), in modo dafavorire nel tempo il recupero della na-turalità delle formazioni forestali.

- Il controllo numerico delle popolazioni diCinghiale e di Daino, al fine di ridurre gliimpatti sull’ecosistema forestale e il ri-schio di collisioni con le auto lungo lemiliare che circondano la Foresta.

- La verifica della possibilità di ripristinodella continuità della Foresta frammen-tata dalla Migliara 53, attraverso speci-fica progettazione da svilupparsi d’inte-sa con la comunità locale.

Per quanto riguarda i laghi e le zone umide:- Il monitoraggio dello stato delle acque

e il miglioramento della loro qualità el’immissione di acque dolci di qualità equantità adeguata, attuato anche attra-verso sistemi di fitodepurazione, comead esempio quelli in corso di realizza-zione.

- La rinaturalizzazione, almeno parziale,delle sponde dei Laghi di Fogliano, Mo-naci e Caprolace, e dei corsi d’acquacon interventi mirati al ripristino deglihabitat a vantaggio di diverse specie diUccelli, Pesci, Rettili e Anfibi, nonché al-la conservazione della funzione di reteecologica del sistema dei canali.

Per quanto riguarda la gestione di spe-cie di flora e fauna:- La diminuzione del disturbo dell’avifau-

na sulle coste dei laghi attraverso unaadeguata gestione dei flussi di pubbli-co turistico mediante l’approccio del-l’interpretazione ambientale, nonché lagestione della pesca sportiva e le altreattività limitrofe alle aree umide.

- La predisposizione di interventi di con-trollo delle specie alloctone quali Nutriae Testuggini esotiche.

- Lo sviluppo di studi di fattibilità e pro-grammi relativi alla possibilità di rein-trodurre alcune specie quali il Caprioloitalico, il Gatto selvatico, lo Scoiattolo.

- La creazione di un centro permanente dimonitoraggio delle zone umide costieregià previsto presso il Casale Circerchia.

- La gestione scientifica delle popolazio-ni ittiche presenti nei laghi, prevedendoattività sperimentali di riproduzione itti-ca su base naturalistica per il ripopola-mento delle acque costiere e impo-stando l’attività di pesca verso un si-stema di filiere corte locali.

Per quanto riguarda il Promontorio delCirceo, oltre al controllo sull’abusivismoedilizio e gli interventi relativi di ripristinoambientale, si propongono azioni mirateall’eliminazione progressiva delle speciedi piante alloctone, la limitazione, con-trollo e regolamentazione dell’arrampica-ta sportiva sulle falesie e la riorganizza-zione dell’accessibilità pubblica del Quar-to Caldo, l’attivazione di una campagnadi recupero, conservazione e difesa del-le grotte del Promontorio.Per quanto riguarda l’isola di Zannone siprevede di sviluppare attività turistichenaturalistiche controllate e un progetto diinterpretazione ambientale che permet-tano una reale fruizione dell’Isola, non-chè di mantenere un costante monito-raggio scientifico elaborando, tra l’altro,un programma di verifica degli impatti delMuflone e verificare l’opportunità di unprogramma di controllo.Il Parco Nazionale del Circeo con questoPiano del Parco, ha quindi inteso defini-re uno strumento di gestione naturalisti-ca che tenesse conto della sua valenzadal punto di vista della conservazionedella biodiversità, riconosciuta per altroanche in diversi ambiti a livello interna-zionale, indicando obiettivi generali maanche azioni concrete da mettere incampo pensate tenendo conto del con-testo sociale e territoriale. Inoltre, essen-do il territorio del Parco ricompreso inaree ascrivibili nel complesso della ReteEcologica Europea dei Siti Natura 2000,il Piano può essere considerato anchecome quadro di riferimento per la reda-zione del Piano di Gestione di tali siti diimportanza comunitaria secondo quantoprevisto all’art. 6 della Direttiva92/43/CEE. �

* Servizio Naturalistico del Parco

di Ester Del Bove*

Obiettivi generali del Piano

Il territorio del Parco è nella rete ecologica europea dei Siti Natura 2000

Piano del parco come strumento di gestione naturalistica

Zona bufalara V

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Il territorio italiano ospita per innume-revoli ragioni storiche - ambientali,uno straordinario e diffuso patrimonio

archeologico e naturale. Queste due for-me di capitale, quello naturale e quelloculturale, si trovano abbastanza spessoa convivere e dialogare nelle aree natu-rali protette, essendo, quelle dei Parchi,aree meglio conservate, o meno trasfor-mate, da pesanti interventi di recente ur-banizzazione. Se questa affermazione,ovvero che la tutela ambientale ha gio-vato alla tutela del patrimonio archeolo-gico, è quasi sempre vera, in vari casi,molto frequenti nell’ambito del Parco Na-zionale del Circeo come in altri, anche latutela delle presenze di interesse ar-cheologico ha contribuito a frenare il con-sumo di territorio, favorendo il manteni-mento o il ripristino dell’ambiente circo-stante. Questo fenomeno è vero non so-lo per il territorio italiano, ma per tuttiquelli a forte continuità di antropizzazio-ne, in questi casi, infatti, il territorio è as-sai raramente puramente naturale o co-stituito dall’evoluzione naturale, tantoforse da poter parlare a volte di fenome-ni di coevoluzione tra paesaggio e feno-meno insediativo. A differenza, peresempio del Parco dello Yellowstone, ilprimo parco nazionale, istituito nel 1872tra gli stati del Wyoming, Montana e Ida-ho, al fine di conservare ed esibire a sco-po didattico e turistico le bellezze natu-ralistiche di un ambiente incontaminato,i Parchi Italiani comprendono aree spes-so a forte tradizione insediativa, con nu-merosi centri storici, e siti di inestimabi-le valore archeologico. In questa direzione va anche la leggequadro sulle aree naturali protette(L.n.394/1991), che, fissando, all’articolo1, i principi e le norme per l’istituzione ela gestione delle aree naturali protette inItalia, “al fine di garantire e di promuove-re, in forma coordinata, la conservazionee la valorizzazione del patrimonio natura-le, prescrive: “l’applicazione di metodi digestione e di restauro ambientale, idoneia realizzare una integrazione tra uomo eambiente naturale, anche mediante la sal-vaguardia dei valori antropologici, ar-cheologici, storici.”.La rilevante presenza storico-archeologi-ca in aree naturali protette promuove an-che una maggiore consapevolezza ecomprensione delle dinamiche evolutivedegli ecosistemi naturali. Non esiste unterritorio “nuovo”, ogni paesaggio è, in-fatti, vecchio come il mondo, e gli attua-li ecosistemi naturali sono essi stessi par-te di questa lunghissima storia, quelloche varia tra un paesaggio naturale e l’al-tro sono gli strumenti di misura dei cam-biamenti, molto più disponibili in territoria continuità di vita. A loro volta anche le caratteristiche am-bientali di un territorio concorrono a de-

finire il significato delle presenze storichee archeologiche e, soprattutto, richiedo-no interventi e capacità di gestione coor-dinate e integrate degli aspetti ambienta-li-naturali con quelli acheologici-cultura-li. I progetti di recupero, conservazione efruizione sostenibile del patrimonio ar-cheologico saranno quindi tanto più vali-di ed efficaci quanto più includenti e ap-profonditi saranno gli studi non solo delbene ma anche del suo contesto territo-riale. Valorizzazione e recupero dei beni ar-cheologici contribuiscono a leggere e de-scrivere la storia dei territori di riferimen-to, fornendo chiavi interpretative per go-vernarne le trasformazioni, limitandole eindirizzandole non solo verso una soste-nibilità ecologica, ma anche verso unaelevata qualità coerente con le proprievocazioni. I paesaggi di qualità delle areenaturali e, ivi inclusi i paesaggi culturali,richiedono una visione non necessaria-

mente statica e immodificabile del terri-torio, ma certamente integrata, capace digovernare i processi di trasformazioneadottando valutazioni coerenti con il con-testo territoriale.In altre parole il processo di costruzione

del valore è strettamente legato sia allaconoscenza degli elementi che costitui-scono un paesaggio, sia alla conoscen-za di rapporti e processi che tra questi in-tercorrono. Da ciò deriva che, non es-sendo nessun equilibrio immutabile, enon essendo nessun cambiamento neu-tro, ogni processo di trasformazione, se-lezione e trasmissione, faccia riferimentoa un uso esplicitamente o implicitamen-te finalizzato di un territorio. La tutelaquindi non è da rivolgere esclusivamen-te ai beni, ma allo stesso tempo ai pro-cessi che ne hanno favorito la definizio-ne. Questo approccio trasforma il pae-saggio da statica collazione di memoriestoriche ed eventi naturali, in racconto deiprocessi con i quali far dialogare il pre-sente e le sue istanze di conservazione etrasformazione.

Proprio nella direzione di un’in-clusione del patrimonio archeolo-gico, visto come valore sistemiconell’ambito di un paesaggio dipregio, ci si è mossi, sia nelle at-tività di ricerca e documentazione,in corso di svolgimento presso ilParco Nazionale del Circeo, chenelle attività di Piano. Proprio inquest’ultimo, al fine di mitigare, tragli altri, i fattori di carico causatidalla concentrazione dei flussi tu-ristici nei soli mesi estivi, e di ri-collegare il territorio con alcuni deisuoi punti identitari, si propongo-no di sviluppare nuove forme diattrazione e valorizzare alcunepolarità archeologiche del territo-rio del Parco, anche ai fini dell’in-terpretazione intesa quale oppor-

tunità per l’offerta turistica e educativa.Tra queste forme di attrattività da imple-mentare la creazione di un “Parco del-l’archeologia”.Segnatamente come obiettivo prioritariodel Piano del Parco, e delle Amministra-zioni coinvolte in generale, si è volutoporre da un lato quello di sfruttare al mas-simo le attuali occasioni di visita con op-portuni accordi e interventi di promozio-ne, dall’altro, nell’ambito di una proget-tazione partecipata, si vuole provare a ri-lanciare la fondamentale scommessa diportare il sito della Villa di Domiziano, ein un secondo tempo gli altri numerosi si-ti archeologici – in termini infrastrutturalie di organizzazione – a un livello di ac-cessibilità pari a quello di altre aree ar-cheologiche di pari valore. �

*Ricercatore Università “La Sapienza” di Roma

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di Diego Ronchi*

Presenza storica-archeologica in aree naturali protette

Creazione di un “Parco dell’archeologia”

L’importanza di una visione (e gestione) sistemica dei beni archeologici

Rilievo fotogrammetrico

Archeologi alla Villa Quattro Venti

VI

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La ValutazioneA m b i e n t a l eS t r a t e g i c a

(VAS) di Piani e Pro-grammi è stata isti-tuita dalla DirettivaC o m u n i t a r i a2001/42/CE ed èstata recepita a livel-lo nazionale dalD.lgs. 152/2006 mo-dificato e integratocon i decreti corretti-vi D.lgs. 4/2008 eD.lgs. 128/2010. Inattesa dell’emana-zione di appositanormativa regionale,la Regione Lazio si èadeguata alla disci-plina nazionale conla DGR 169/2010 che ha approvato le Li-nee Guida Regionali sulla VAS.Il Piano del Parco Nazionale del Circeo,deve essere sottoposto a VAS a livello re-gionale (e non nazionale) perché l’appro-vazione del Piano compete alla Regione(infatti, la L 394/1991, stabilisce che il Pia-no, predisposto dall’Ente Parco e appro-vato dal Consiglio Direttivo, sia adottatoe successivamente approvato dalla Re-gione tenendo conto delle osservazionipresentate e del parere sulle stesseespresse dall’Ente Parco). Rispetto allaVAS, quindi, la Regione Lazio riveste ilruolo di Autorità Competente.La VAS è, anzitutto, una “procedura” e,come tale, si sostanzia in una serie di fa-si incardinate nel percorso di redazionedel Piano o Programma oggetto di valu-tazione. La legge, pertanto, definisce isoggetti che promuovono, redigono, con-trollano ed esprimono pareri, nonché le fi-nalità di ciascuna fase. Si tratta, infatti, diun procedimento che, innestato nel per-corso di redazione del Piano, alterna fa-si di consultazione con le varie autorità,di redazione degli studi, di partecipazio-ne e si conclude con un parere (motiva-to) espresso dall’Autorità Competente.L’esplicita indicazione normativa che laVAS sia avviata sin dalle fasi iniziali di re-dazione del Piano/Programma e ne ac-compagni tutto l’iter formativo1 rende ma-nifesta la volontà (anzitutto del legislatorecomunitario) di introdurre un rinnovato mo-do di affrontare la pianificazione. La VASmira a garantire l’introduzione di esplicitefasi di considerazione delle tematiche am-bientali nella redazione di una vastissimacasistica di Piani e Programmi, individuan-do soggetti e ruoli a garanzia della qualitàdi analisi e valutazioni condotte.Ne discende che la valenza meramente“procedurale” della VAS, benché sostan-ziale e imprescindibile, è quasi seconda-ria rispetto al significato più autentico erilevante, che è quello di garantire una

pianificazione/programmazione attentaalle considerazioni ambientali.Per affermare con forza questo concetto,il legislatore nazionale ha introdotto e de-finito il “Principio dell’azione ambientale”e il “Principio dello sviluppo sostenibile”.In base al Principio dell’azione ambienta-le, enti pubblici e privati e persone fisichee giuridiche pubbliche o private devonogarantire la tutela dell’ambiente e degliecosistemi naturali e del patrimonio cul-turale mediante un’adeguata azione chesia informata ai principi della precauzio-ne, dell’azione preventiva, della correzio-ne, in via prioritaria alla fonte, dei dannicausati all’ambiente, nonché al principio«chi inquina paga».Inoltre, ogni attività2 deve conformarsi alprincipio dello sviluppo sostenibile, percui il legislatore afferma che l’attività del-la pubblica amministrazione deve esserefinalizzata a garantire che, nell’ambitodella scelta comparativa di interessi pub-blici e privati connotata da discrezionali-tà, gli interessi alla tutela dell’ambiente edel patrimonio culturale siano considera-ti prioritariamente. Poiché il Piano del Parco Nazionale delCirceo attiene la destinazione dei suoli edè del tutto evidente che può avere po-tenziali effetti (sebbene, si auspichi, po-sitivi) sulle zone di protezione speciale(Direttiva “Uccelli selvatici”) e sui siti diimportanza comunitaria (Direttiva “Habi-tat”), esso rientra nella casistica di pianida assoggettare necessariamente alleVAS, e questo è il motivo per cui non siè ritenuto necessario effettuare la verifi-ca di assoggettabilità.Secondo il legislatore, la VAS è un iterprocedurale che si articola in una serie diadempimenti quali la redazione di un rap-porto preliminare, la redazione di un rap-porto ambientale, le consultazioni con ilpubblico, l’emanazione di un parere mo-tivato e il monitoraggio sull’attuazione delpiano o programma. Pertanto, il primo

passo affrontato èstato quello di impo-stare il cosiddettoRapporto Prelimina-re, necessario ad av-viare le consultazio-ni preliminari con laRegione Lazio (chericopre il ruolo di Au-torità Competenteper cui, in una fasesuccessiva, saràchiamata a espri-mersi sui contenutidel Rapporto Am-bientale di VAS conun Parere Motivato).Per evitare l’autorefe-renzialità della valuta-zione, tra le attivitàpeculiari della VAS ri-

entra la definizione del quadro di riferimen-to per la sostenibilità, vale a dire le politiche(tra cui direttive, convenzioni, leggi, piani)sovranazionali, comunitarie e nazionali chestabiliscono gli obiettivi di sostenibilità daraggiungere. Dal punto di vista ambientale,ad esempio, rientrano in questo quadro tut-te le Direttive comunitarie volte alla tuteladegli ambienti naturali ecc.Tale preliminare attività ha messo in ri-salto una peculiarità del Piano del Parcoche indubbiamente rende la VAS in que-stione un caso a sé, rispetto alle VAS dialtri tipi di Piani. Infatti, è emersa una to-tale coerenza degli obiettivi che il pianosi è dato (e di conseguenza, delle azionida intraprendere) con buona parte dei cri-teri che, nella logica VAS, saranno utiliz-zati per valutare il Piano stesso. Da ciò ne consegue che il contributo del-la VAS al Piano del Parco Nazionale delCirceo difficilmente porterà a sostanziali“correzioni” del Piano stesso mentre, piùprobabilmente, potrebbe limitarsi a di-mostrare le qualità delle scelte di Piano,eventualmente potenziandole in terminimigliorativi. Tale conseguenza, appare deltutto logica e scontata dal momento cheil Piano del Parco è volto prioritariamen-te a tutelare e salvaguardare i valori delterritorio del Parco. Naturalmente, il va-lore aggiunto che deriva dal processo diVAS risiede anche nel garantire più am-pie forme di partecipazione del pubblicoe di collaborazione con gli enti che han-no competenze ambientali, e nel monito-rare che, in fase di attuazione, siano rag-giunti gli obiettivi di Piano. �

1 L’avvio della procedura deve avvenire co-munque anteriormente all’adozione o appro-vazione del Piano.2 Si tratta delle attività giuridicamente rilevan-ti ai sensi del D.lgs. 152/2006 e s.m.i.

* Incaricata VAS per il Piano del Parco

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di Sonia Occhi*

La Regione Lazio è l’Autorità competente per l’approvazione

Principio dell’azione ambientale e Principio dello sviluppo sostenibile

La procedura di VAS del Piano del Parco del Circeo

VII

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Il Piano del Parco recentemente ap-provato prevede alcuni sottopiani didettaglio – che andranno elaborati in

seguito – tra i quali il Piano di Interpreta-zione naturalistica e ambientale. Nelle di-verse esperienze internazionali ed euro-pee l’importanza dell’“interpretazione”del territorio è ormai tale da costituire unodegli elementi fondamentali nella gestio-ne e pianificazione di un’area protetta. IlPiano di Interpretazione includerà tutte leoperazioni e le misure concernenti lo svi-luppo e la gestione della frequentazione,l’accoglienza del pubblico, l’informazio-ne, la comunicazione, la promozione delterritorio dal punto di vista turistico-ri-creativo e didattico, per le quali il Pianodel Parco dà solo indirizzi generali, gra-zie al contributo in particolare del Consi-gliere del Parco Maurilio Cipparone, delSettore Educazione del Parco (GianniNetto) e delle attività storiche svolte nelParco dall’Istituto Pangea. L’Interpretazione, che prevede la pianifi-cazione di strutture, media e attività conprecisi obiettivi informativi, educativi e dianimazione culturale e turistica, è stret-tamente collegata sia con gli obiettivi diconservazione e gestione dell’area pro-tetta, sia con quelli di sviluppo socioeco-nomico. Essa si basa sul principio del-l’incentivazione o della disincentivazione“spontanea” della frequentazione dellevarie zone, dettata non da vincoli o divieti,ma bensì dalla presenza di opportunità oattrattive forti, e rappresenta, il più mo-derno e sofisticato strumento di salva-guardia del territorio. Il sistema di fruizio-ne proposto dal Piano di Interpretazioneintende incentivare la presenza laddoveessa può arrecare concreti benefici, al-leggerire la pressione sulle aree più sen-sibili e far ricadere i benefici della pre-senza turistica in modo equilibrato e uni-forme su tutto il territorio. Questa impostazione permette di tutelarepiù efficacemente le risorse naturali, pervalorizzare e utilizzare correttamente lestesse risorse e per promuovere il terri-torio dal punto di vista economico-so-ciale e culturale. Propone modelli di visi-ta, circuiti, strutture, attività e iniziative,distribuiti sul territorio non casualmente oin ragione di opportunità locali, ma in ra-gione di un disegno complessivo. Colle-gati al Piano di Interpretazione ci sono di-versi aspetti rilevanti come gli standardper l’immagine coordinata e la segnalet-ica del Parco, i centri visitatori e musei, isentieri naturalistici e quelli escursionis-tici, le aree attrezzate per il birdwatchinge la qualità dell’arredo urbano e della sis-temazione delle aree di sosta e delle areepubbliche del parco in genere. Il Piano del Parco già ora prevede la lo-calizzazione dei punti informativi, deicentri visitatori e musei del Parco, e le li-nee guida per gli standard qualitativi perla loro progettazione e i temi di riferi-

mento sui quali svilupparli. La rete dellestrutture informative, turistiche e culturalidel Parco dovrà organizzarsi per una se-rie di livelli gerarchici di offerta di servizi. Primo Livello (Punti informazione turisti-ca e “Porte del Parco”): Strutture orien-tate alla semplice offerta di informazionie servizi turistici (depliant, cartine, preno-tazioni alberghiere e ferroviarie, elenchi distrutture di campeggio, B&B, possibilitàdi attività sportive e culturali, ecc…); Secondo Livello (Centri Visitatori del Par-co): Strutture orientate a offrire una seriearticolata di servizi connessi direttamentealla presenza del Parco,Terzo livello (Musei del Parco): Struttureorientate a offrire occasioni di appro-fondimento culturale (arte, storia, arche-ologia, preistoria, ecc.)Nell’ambito della fruizione del Parco lapratica del birdwatching, particolarmenterilevante per le sue potenzialità turistiche,richiede specifiche strutture per l’osser-vazione della fauna, che permettano diavvicinarsi agli animali senza disturbarli,soprattutto sulle zone umide. Questo tipodi strutture (percorsi schermati e protet-ti, capanni e torri di osservazione) con-sentono di vedere gli uccelli a distanzaravvicinata, osservando le diverse speciein tranquillità, anche in gruppi relativa-mente numerosi di persone. Il modello diqueste strutture è in Italia quello delleOasi LIPU o WWF, mentre a livello eu-ropeo le Riserve della RSPB inglesesono le “best practices” assolute. Tra le aree maggiormente vocate per talegenere di strutture sul territorio del Par-co il Piano del Parco individua: - La polarità ornitologica del Podere Ci-cerchia (Fogliano-Latina), con un percor-so birdwatching “Podere Circerchia – La-go di Fogliano”; l’organizzazione e laprogettazione di tale percorso richiederà

anche la definizione di una alternativa ci-clabile e pedonale tra il Podere Cicerchiae il Borgo di Fogliano, per permettere lagestione controllata del tratto interessatodalla “polarità ornitologica” senza distur-bo degli animali e permettendone l’osser-vazione; su quest’area sono già in corsoun progetto di restauro del Podere Ci-cerchia e il Progetto LIFE Rewetland conun intervento di riorganizzazione ambien-tale; - Il percorso birdwatching “Lago Monaci”

(Sabaudia), oggetto di un progetto incorso di restauro ambientale e riallaga-mento gestito di un’area di circa 15 et-tari sui bordi del lago a favore dellespecie di uccelli di acqua bassa (limi-coli, aironi, …);

- L’area dei Pantani dell’Inferno (Sabau-dia) che richiederebbe una riorganiz-zazione dell’accessibilità pedonale e ci-clabile sui margini della RNS “Pantanidell’Inferno” e sulla sponda del Lago diCaprolace;

- L’area dei tornanti sulla strada CentroStorico di San Felice Circeo – Crocettesul Promontorio, sulla quale realizzareuna piccola piattaforma come osserva-torio ornitologico per i rapaci in mi-grazione;

- L’area dell’Isola di Zannone (Ponza), daorganizzare per un campo primaverilepermanente per lo studio della migra-zione, che permetta anche la realizza-zione di attività didattiche e informativeper il pubblico connesse.

Tutti questi interventi potranno migliora-re in modo significativo la capacità delParco di accogliere uno specifico turismodestagionalizzato naturalistico, oltre amigliorare i livelli di tutela. �

*Polo Regionale di Monitoraggio della Biodi-versità

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di Elisa Lanzuisi*

Conservazione e gestione dell’area protetta, sviluppo socio-economico

Verso un turismo naturalistico e del birdwatching

Il Piano del Parco e il Piano di Interpretazione

Folaghe sul lago dei Monaci

VIII

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Ambiente - San Felice Circeo

Sapevate che la parola ecologia derivadal greco “oikos”, che vuol dire casa?Ecco allora che in un certo senso oc-

cuparsi di ecologia vuol dire occuparsi del-la gestione della propria casa, intesa comel’ambiente che tutti noi abitiamo. La scorsavolta abbiamo appreso l’importanza di rici-clare i rifiuti, vediamo ora come e dove get-tarli a San Felice. La tabella ci indica dovepossiamo trovare i cassonetti per la raccol-ta della differenziata. In questi luoghi troverete quattro cassonet-ti di diverso colore: bianco per la carta(non plastificata!) e i contenitori in tetra pak;blu per la plastica e i metalli, dove getta-re tutti i materiali in plastica, specialmentebottiglie, lattine, vaschette e fogli in allumi-nio, scatolame di metallo, bombolette spraye polistirolo; giallo per il vetro. Nei casso-netti verdi invece si butta ciò che non pos-siamo riciclare: i materiali misti, l’organico(avanzi di cibo), carta e plastica sporchi dicibo, carta oleata o plastificata, assorbentiigienici e pannolini. Prima di essere gettatinei giusti contenitori, i rifiuti necessitano dipiccole accortezze, per facilitare il riciclag-gio. Questi devono essere “puliti”, ovveronon contaminati di materiale organico.Così prima di gettare una scatoletta di ton-no o un barattolo contenente passata di po-modoro, un bicchiere o un piatto di plasti-ca, è opportuno sciaquarli. Un mancato la-vaggio del rifiuto potrebbe comprometterel’intero contenuto del secchione, renden-dolo non riciclabile. Oltre a questi normali ri-fiuti domestici, noi produciamo anche deimateriali di scarto speciali (cioè che neces-sitano di uno smaltimento particolare) o pe-ricolosi. Il nostro comune è abbastanza benattrezzato anche per il loro smaltimento. I ri-fiuti che riportano questi simboli vanno con-segnati all’isola ecologica.Quindi le rimanenze di solventi, collanti, in-setticidi, vernici, diluenti, per evitare checontaminino acque, suolo o aria, bisognaportarle alla nostra efficiente isola ecologi-ca in via della Pineta, in contrada Nardec-chia. Ci sono anche i cartelli stradali che in-dicano appunto l’autoparco. L’isola è aper-ta dal lunedì al venerdì, mattina e pomerig-gio, ma per una questione gestionale i rifiu-ti sono meglio accolti la mattina, dalle 9.00alle 13.00. Si può telefonare allo 0773598124, l’ufficio gestione rifiuti urbani, peravere informazioni. Anche i rifiuti ingom-branti come materassi, cucine, frigoriferi,mobili, etc., devono essere portati al puntodi raccolta di via della Pineta. Il loro confe-rimento è gratuito. Cioè, voi andate lì, sca-ricate le cose che non vi servono più e loropensano a smaltirle o recuperarle, senzachiedervi un soldo. Addirittura il comune of-fre anche un servizio – sempre gratuito – diritiro a domicilio.Per quanto riguarda il materiale di scartoelettrico ed elettronico, oltre a poter esserconferito all’isola, è possibile lasciarlo gra-tuitamente in un punto vendita, all’atto del-l’acquisto di un nuovo prodotto equivalen-

te (per esempio si può consegnare un vec-chio televisore quando se ne compra unonuovo e così via). Se il rivenditore si rifiutadi offrire gratuitamente questo servizio, in-corre in una multa da 400 per pezzo nonritirato.Stesso discorso vale per le lampadine, chenecessitano di smaltimento particolare epossono essere restituite ai punti vendita, ac-quistandone una a basso consumo, o porta-te all’isola ecologica. Anche pile e medicina-li scaduti vanno differenziati a causa della lo-ro tossicità. Senza necessariamente arrivareall’isola per gettarli, ci sono dei raccoglitori aLa Cona (viale Tittoni di fronte alla ferramen-ta Germano per le batterie e di fronte alla far-macia per i farmaci) e al Centro Storico (inPiazza Dante Alighieri, proprio dietro la far-macia, ci sono due raccoglitori, uno per le pi-le, l’altro per i farmaci).I medicinali scaduti devono essere separa-ti dal loro involucro e gettati nei raccoglito-ri. Altri rifiuti speciali, che ci capita di vede-re gettati nelle campagne o nel bosco delnostro paese, sono gli pneumatici e la pla-stica delle serre. Quest’ultima spesso vienebruciata, per evitare forse i costi di smalti-mento, che in realtà non ci sono. Possiamoportare pneumatici e nylon in via della Pi-neta a costo zero! Altra cosa ignara ai più èla pericolosità dell’olio fritto. Gettarlo in giar-dino o negli scarichi di casa ha ripercussioninocive sul Pianeta! L’olio si comporta comeun isolante e crea una barriera che ostaco-la l’assorbimento di alcune sostanze im-portanti per altri esseri viventi, sia in mareche nel sottosuolo. Purtroppo però, sonoancora rarissime le campane per la raccol-ta degli oli esausti posizionate in città e nei

paesi. E San Felice, nonostante la sua lo-devole gestione dei rifiuti, purtroppo, inquesto non si è distinta. Quindi, qui al Cir-ceo, non c’è un punto di raccolta aperto aicittadini per l’olio da cucina.Nell’attesa che venga organizzata una filie-ra maggiormente distribuita, possiamo rac-cogliere l’olio raffreddato in un grande reci-piente (ad esempio un fustino da 5 litri didetersivo) e consegnarlo a un ristorante cheeffettua per legge il riciclo degli olii esausti;oppure contattare l’azienda di raccolta e re-cupero più vicina. L’elenco, suddiviso perRegione, è disponibile sul sito del CONOE(Consorzio Obbligatorio Nazionale di rac-colta e trattamento Oli e grassi vegetali eanimali Esausti) che ricorda come la rac-colta dei cittadini sia di competenza del Co-mune. Possiamo dunque chiedere al nostrodi attrezzare il territorio per lo smaltimentodell’olio da cucina e magari fare anche unapiccola campagna d’informazione e sensi-bilizzazione!In ultimo, l’amianto! La Baia d’Argento è in-festata da scarichi e abbandoni di questomateriale cancerogeno. Infatti, l’amianto sedanneggiato o abbandonato nell’ambiente,libera in aria polveri che provocano il can-cro. Perciò il processo di bonifica deve es-sere fatto da una ditta specializzata in gra-do di svolgere la procedura nella massimasicurezza. A differenza delle suddette pro-cedure di smaltimento, questa si paga! Omeglio, ha un costo diretto per il cittadino,mentre di tutti gli altri rifiuti paghiamo losmaltimento ma in maniera indiretta, con letasse. Meglio comunque pagare per smal-tire l’amianto, che pagare poi le medicineper curare un tumore! �

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Dove sono i cassonetti per la raccolta differenziata

In via della Pineta c’è l’isola ecologica

La differenziata a San Felice Circeo

Via Terracina Incrocio con Strada MedianaVia Terracina Tra la caserma e Via MolellaVia Terracina Incrocio con Via delle SireneStrada Mediana Prima di Via dei CaprioliStrada Mediana Dopo Via dei CaprioliBorgo MonteneroBorgo Montenero

Via IV MaggioVia Matteotti

Viale Europa 3 punti di raccolta, all’inizio, a metà, alla fine delviale.

Piazzale Rio TortoVia Cicerone Incrocio Via Cicerone - Via Tiberio ImperatorePinetina Piazza Italo GeminiLargo Maga CircePorto 2 punti in Via Ammiraglio BergaminiViale De Gasperi Incrocio Via EeaVia DomenichelliLa Cona Piazzale KennedyVia Roma Dopo Via della ValleCentro Storico Dopo piazzale San Francesco, quasi di fronte

l’edicolaVia del FaroVia Sabaudia Piazzale CommercialeVia Sabaudia Incrocio via del Brecciaro

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Come sottolineato dall’economista fran-cese Jean Paul Fitoussi, la crisi econo-mica e quella ambientale non sono altro

che due aspetti di uno stesso fenomeno. Alcentro del loro funzionamento perverso si tro-va l’identico problema etico: la preferenza peril presente, e il suo corollario, il deprezzamen-to per il futuro. In questa tensione tra lungo ebreve termine si stringe il legame più profon-do tra crisi finanziaria e crisi ecologica.Il 3 dicembre scorso è stato ufficialmente pre-sentato il Piano del Parco, nell’ambito di unagiornata a esso dedicata presso la sede del-l’Ente. All’evento hanno partecipato poche de-cine di persone, qualche politico di minoran-za, un paio di giornalisti. Eppure si trattava diun’occasione importante per avere un’inter-pretazione autentica di documenti che disci-plineranno l’assetto del territorio per i prossi-mi decenni. Il Piano del Parco è, infatti, un mo-dello di pianificazione sovraordinato rispettoagli esistenti strumenti urbanistici; basti pen-sare che una volta approvato saranno gli stes-si Comuni a dover adeguare al Piano medesi-mo, entro termini precisi, i piani regolatori in vi-gore. Per tale motivo, seduto in una sala mez-za vuota, mi sono chiesto il perché di tante as-senze a un evento così rilevante. Eppure so-no mesi che leggo sui giornali dichiarazioni dipolitici e politicanti pronti a criticare le previ-sioni che sarebbero contenute nel Piano. Ep-pure sono mesi che sento la gente vociferarenei bar che il Piano bloccherà tutto, che l’En-te Parco vuole la desertificazione del territorio,che il Presidente Gaetano Benedetto è capa-ce di dire soltanto “no”. Se avessi avuto an-ch’io tali convinzioni, mi sarei di certo recatoalla presentazione del Piano, quantomeno permanifestare le mie rimostranze, comunicare ilmio dissenso o perlomeno ascoltare le ragio-ni che stanno alla base di questa nuova disci-plina del territorio.I Sindaci dei Comuni coinvolti si sono affret-tati a giustificare la propria assenza, dichia-rando che avevano già partecipato la setti-mana precedente alla riunione del ConsiglioDirettivo dell’Ente Parco nel quale erano statidiscussi i documenti, quindi avevano consi-derato del tutto superflua la loro presenza alconvegno. È tuttavia difficile non legare le se-die vuote alla politica di ostruzionismo che glienti locali – in primis la Provincia di Latina –stanno mettendo in campo per bloccare il per-corso di adozione del Piano. In questo vero eproprio braccio di ferro non ci sono solo le car-te, ma sono molto importanti anche gli aspet-ti formali. In tale situazione, il fatto di far sem-brare l’Ente Parco un soggetto isolato e de-bole, le cui attività sono inefficaci e offuscatedal disinteresse, fa parte di una strategia benprecisa. La mancata partecipazione della cit-tadinanza ha invece radici più profonde, chedimostrano la lontananza che esiste tra la so-cietà civile e l’amministrazione dei beni co-muni. Tale aspetto riguarda ormai anche il con-testo nazionale, nel quale i politici rappresen-tano una tribù autoreferenziale che non eser-cita più la “funzione” a essa assegnata dallastruttura costituzionale, ossia quella di ammi-

nistrare il Paese nell’interesse comune, mapiuttosto un gruppo oligarchico che gestisceun “potere”, molto spesso nell’interesse di po-chi. Per rendersi conto di quanto ciò sia veroanche a livello locale è sufficiente parteciparea una seduta di un Consiglio Comunale.Queste brevi considerazioni non fanno bensperare, ma non devono in alcun modo fiac-care la voglia di cambiamento e di rinnova-mento che è ancora presente in una parte –seppur minoritaria – della nostra società. Daqui dobbiamo ripartire, eventualmente attra-verso un periodo di transizione – come stasuccedendo con il governo Monti – che sia ingrado di ripristinare regole certe e principi in-tangibili. In questo senso, anche il Piano delParco è finalizzato a fissare dei punti cardineper uno sviluppo armonico del territorio, adot-tando criteri che siano trasparenti, non discri-minatori e, soprattutto, non negoziabili a se-conda del caso. Tale quadro permetterà final-mente di effettuare investimenti nelle attivitàsenza la necessità di recarsi in penitenza pres-so gli uffici comunali affinché interpretino insenso favorevole delle norme ambigue e sen-za il timore di essere soggetti al politico di tur-no e ai suoi capricci. Il Piano del Parco ripri-stinerà un rapporto sano tra i cittadini e le am-ministrazioni, nel quale le prerogative e i ruolidi ciascuno saranno ben definiti. Per questeragioni il suo processo di approvazione viene

osteggiato e intralciato con ogni mezzo, per-ché scardina un sistema che nel nostro terri-torio regge da decenni, costruito sull’incertez-za dei nostri diritti e su un potere politico spre-giudicato e pronto a utilizzare tale incertezzaper governare e ricattare la massa. Gli attualiamministratori osteggiano il Piano del Parcoproprio perché vogliono continuare a gestire ilterritorio così come hanno fatto finora. Proprioperché la discrezionalità normativa relativa aciò che si può o non si può fare garantisce efortifica il loro status, quello rappresentato dachi decide da che parte pende la bilancia. Tut-to ciò deve cambiare. La classe politica, so-prattutto a livello locale, deve tornare a esse-re al servizio del cittadino, deve occuparsi deiproblemi che interessano la comunità cercan-do di proporre delle soluzioni adeguate, e peressere adatta a tali compiti deve essere com-posta di persone competenti, serie e oneste,chiamate di nuovo a esercitare una “funzione”e non a gestire un “potere”.Tutto ciò non si cambia in un istante, per que-sto motivo l’adozione del Piano può essere unsegnale di discontinuità, può rappresentare ilprimo passo verso un futuro diverso, migliore,più equo e rispettoso di ciò che ci circonda.Allo stesso tempo, tale strumento di pianifica-zione non deve restare un freddo documentoscientifico, incapace di rispondere alle reali esi-genze del territorio, perché in assenza di uncoinvolgimento diretto e consapevole della co-munità locale e senza una rete di sostegnorappresentata dagli attori socioeconomici, l’a-zione della sola amministrazione pubblica sa-rà del tutto insufficiente per trasformare la “vi-sione” del Piano in azioni e risultati concreti.Se la crisi economica e quella ambientale nonsono altro che due aspetti di uno stesso fe-nomeno, il Piano del Parco può essere la so-luzione in grado di risolverle entrambe. �

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Territorio

di Andrea Bazuro

Alla ricerca di uno sviluppo armonico del territorio

Il primo passo verso un futuro diverso

Ostruzionismo degli Enti locali al Piano del Parco

Lago di Paolaa

Presentazione del Piano del Parco

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Territorio

Èpiù bello il mare di scoglio oppure quel-lo di spiaggia? Un interrogativo che perchi va in vacanza al Circeo o a Sabau-

dia non ha ragione di esistere. Perché ci so-no entrambe le possibilità, ed entrambe almeglio. Se si vuole fare un bagno tuffando-si nel mare profondo non resta che andare inbarca lungo le tante insenature del monte conil profilo della Maga Circe: dalla grotta del-l’Impiccato a quella di Neanderthal, così chia-mata – in realtà si chiamava Guattari - per-ché nel 1939 vi venne rinvenuto un cranio ap-partenuto a Homo neanderthalensis, e anco-ra più avanti lungo la zona che costeggiaPunta Rossa con il suo magnifico albergo. Seinvece si preferisce la sabbia e un tranquillotuffo dalla riva, a parte le dune di Sabaudiache offrono infinite possibilità, ci sono anchele spiagge del Circeo, sul versante che guar-da ad oriente, immediatamente ai piedi delpaese.Tornando dopo tanto tempo mi sono resaconto di quali cambiamenti ha subìto la co-sta. Negli anni sessanta la riva più vicina alpaese era caratterizzata dalla presenza so-prattutto di sassi: scendendo dal paese einiziando a percorrere il lungomare per pas-seggiare sulla riva bisognava avere le scar-pe da scoglio per evitare rocce appuntite ein particolare i temutissimi ricci, le cui do-lorose spine si conficcavano con grande fa-cilità sotto la pianta del piede, ed era unlungo lavoro di aghi doverli togliere. Una di-scesa più confortevole era possibile solodavanti all’hotel Neanderthal allora di granmoda e purtroppo adesso chiuso, in ab-bandono, in attesa di rivivere sotto nuoveforme. Qui, in questo tratto di costa, era il regno di«Ermanno», mitico bagnino e titolare del piùgettonato stabilimento di quando ero ra-gazzina, con le cabine in muratura, gli om-brelloni e le sdraio, dove amavano sostarei genitori mentre i figli – ancora piccoli – fa-cevano i loro primi tuffi. Una spiaggia nongrande ma più che sufficiente per i villeg-gianti di quando ero adolescente. Se ades-so gli ombrelloni sono stipati in qualsiasipunto di quella costa sabbiosa, prose-guendo quasi ininterrottamente lungo laspiaggia fino a Terracina, allora – nei primianni sessanta – la cabina era rigorosamen-te da Ermanno. Vi si arrivava a piedi o inbicicletta se si abitava un po’ più lontano,mediamente ci si conosceva quasi tutti, e ilbagnino-titolare aveva il suo bel daffare nelcontrollare bambini e ragazzi, nell’affittarequalche barca o un rarissimo pattino o pe-dalò, con il quale si andavano a fare i tuffisolo un po’ più al largo e mai oltrepassan-do la vista del porto turistico, allora ancorain costruzione.Vi erano, però, altri due stabilimenti prose-guendo sul lungomare verso Torre Vittoria:Domenico Maiolati e Silvio Catuzza. Maio-lati in particolare era uno stabilimento mol-to elegante, che era nato nel 1948 e che neiprimi anni sessanta continuava a essere di

gran moda. Anzi, erano arrivati con cabinee ombrelloni ben prima di ErmannoMa dopo questi due stabilimenti iniziava illunghissimo tratto di spiaggia libera fino aGolfo Sereno. Il «grande cambiamento» pe-rò è arrivato. E iniziava proprio allora, neglianni sessanta, con la costruzione del por-to, che ha cambiato le correnti e ha insab-biato parte della riva orientale partendo daimoli e proseguendo verso le pendici delpaese e gli antichi stabilimenti. Per cui lad-dove c’era un accenno di spiaggia e i giàricordati “sassi” è arrivata una sabbia finemolto ampia e si sono formati nuovi appro-di. E soprattutto sono arrivate con il «boom»

economico – ma chissà che oggi con lanuova austerity non si torni a un po’ più dicalma in mare - troppe barche a motore da-vanti alla spiaggia. Era assai più faticosoandare a fare un tuffo con il gozzetto a re-mi, ma le mamme dicevano che remare fa-ceva bene, perché «allargava le spalle».Con il motore si va più lontano, certo, e sipossono andare a conoscere le infinite pos-sibilità dei bagni di scoglio lungo il monte:allora un tuffo accanto agli scogli era peròguadagnato e si passavano ore di gran di-vertimento. E se prima era possibile avere a disposizioniampi spazi di spiaggia senza ombrelloni elettini a pagamento, dove fare liberamenteil proprio bagno e trascorrere la giornata,oggi questo non è più possibile. Gli stabili-menti ormai si susseguono uno accanto al-l’altro: sono diventati luoghi dove si può fa-re di tutto, mangiare o giocare a palla, per-fino nuotare in piscina a pochi metri dal ma-re, dimenticando quasi come è bello fareuna lunga nuotata o avere una fragile bar-chetta a remi per arrivare un po’ più al lar-go: allora chi aveva un piccolo gozzo eramolto ambito come amico perché signifi-cava fare un bagno al largo e allontanarsi unpo’ dalla spiaggia. Barche che erano anco-rate in acqua e se si alzava il mare veniva-no portate a terra. �

di Lili Garrone

Possibilità di scelta

Fare il bagno in prossimità delle insenature del Circeo o delle dune di Sabaudia

Scogli o spiaggia?

Onorificenza

Al temine di una lunga carriera, con la pensione appena raggiunta (anche se ancora rela-tivamente giovane) e una vita professionale piena di soddisfazioni e di successi è arriva-to, per il luogotenente dei Carabinieri Luigi Lanzuisi, il riconoscimento più significativoper un servitore fedele e leale dello stato: il titolo di Cavaliere della Repubblica. Il 16 di-cembre 2011 dalle mani del Prefetto di Latina, Dott. Antonio D’Acunto, a nome e per con-to del Presidente Giorgio Napolitano, alla presenza di autorità militari e di numerosi invi-tati, è stata letta la motivazione che assegnava l’autorevole onorificenza. E’ stato ricono-sciuto il suo lungo e prezioso servizio svolto in quarant’anni nell’Arma dei Carabinieri e inumerosi encomi ricevuti nello svolgimento del proprio dovere.

Spiaggia di Sabaudia

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Territorio

Nella città storica lo spazio pubblico èsempre stato il luogo privilegiato perlo svolgimento delle attività umane, di

relazione, commerciali, simboliche, e il li-vello di civiltà di una comunità veniva mi-surato, insieme alle architetture della città,dalla qualità, dall’organizzazione e dalla ric-chezza di questi spazi.Negli ultimi decenni si è assistito a una pro-gressiva riduzione della qualità degli spazipubblici urbani nei centri storici o consoli-dati, sia in termini di riconoscibilità e omo-geneità dei loro caratteri formali e architet-tonici, sia della loro funzione sociale qualiluoghi d’incontro e di relazione delle comu-nità cittadine.Queste modificazioni sono state determi-nate da diversi fattori. L’introduzione dinuove funzioni nelle aree urbane, l’aumen-to dei traffici, l’utilizzo di nuove tecnologie,hanno richiesto nuove e diverse organizza-zioni dello spazio che si sono sovrappostea quelle precedenti, spesso in modo in-congruo e talvolta violento, snaturandone econfondendone le relazioni; parallelamentel’affermarsi di comportamenti sociali e stilidi vita che privilegiano la sfera privata e in-dividuale, hanno accelerato il distacco e laprogressiva indifferenza verso i luoghi pub-blici da parte dei cittadini.Lo spazio pubblico si è andato trasforman-do da spazio prevalentemente civico a spa-zio funzionale, nel quale hanno preso il so-pravvento le attività produttive, soprattuttoquelle legate al commercio. La cultura architettonica e urbana, per lopiù, non ha saputo interpretare e accom-pagnare correttamente questi fenomeni ditrasformazione, rinunciando a governarli enon riuscendo a garantire la riconoscibilitàe la qualità formale dei luoghi d’origine; an-zi, talvolta sono state e sono le iniziative diprogettisti disinteressati all’evoluzione co-erente delle città, poco attenti all’analisi ur-bana e architettonica, a promuovere inter-venti che compromettono il senso stessodei luoghi originari.La mancanza di piani d’indirizzo chiari suimodi di utilizzo degli spazi pubblici e delleloro sistemazioni (arredi fissi e temporanei,rapporto di occupazione dei suoli, distac-chi, percorsi, ecc.), l’assenza di regole, o lapresenza di norme generiche e permissivehanno determinato nel tempo l’occupazio-ne scoordinata, invasiva, degli spazi pub-blici da parte soprattutto degli operatoricommerciali determinando confusione eforme di degrado diffuso.Tali fenomeni, presenti in molti centri d’Ita-lia, si sono manifestati in forme acute anchenel centro di Sabaudia, soprattutto nei pe-riodi estivi quando si registra un notevoleaumento di presenze turistiche. Per ovviare a una situazione di degrado del-lo spazio pubblico e dei diversi apparati di ar-redo urbano ritenuta molto grave, il consiglioComunale, nell’anno 1999, ha approvato al-l’unanimità il “Piano Direttore dell’Arredo Ur-

bano del centro di Fondazione” e il relativoRegolamento attuativo (Progettisti Arch. Vit-torio Tomassetti, Geom. Riccardo Pedini); unostrumento che, senza voler penalizzare glioperatori commerciali, affronta e regola i di-versi aspetti dello spazio pubblico: pavimen-tazioni, illuminazione, insegne, apparati dioscuramento, vetrine, occupazione di suolo,accessibilità, arredi fissi, verde.Il Piano dell’Arredo Urbano parte dalla con-sapevolezza del valore storico e architetto-nico del centro di fondazione “Razionali-sta”, e dell’importanza che ha il manteni-mento della coerenza fra l’architettura e glielementi minori che la corredano, per ga-rantire la sua salvaguardia e corretta con-servazione:“... attraverso la definizione di regole e pro-cedure in grado di restituire piena dignità auno dei monumenti più celebrati del Razio-nalismo italiano.Uno dei settori d’intervento prioritario è sta-to individuato nell’arredo urbano, nel suo re-cupero, nella regolamentazione degli inter-venti (…) anche perché per l’architettura diSabaudia la coerenza dei segni minori conquelli della composizione degli edifici risul-ta essenziale.Il linguaggio semplificato, severo ed ele-gante, in alcuni casi al limite della povertàformale, degli edifici che formano il tessutourbano, trova unitarietà e aggettivazioni, ol-tre che nel disegno urbano, nel trattamen-to omogeneo delle superfici degli spazipubblici, nel colore dei materiali impiegati,nella loro texture, negli apparati funzionali

dell’illuminazione stradale, nelle sedute,nelle sistemazioni del verde, ecc.La perdita o l’affievolimento di questi ele-menti riduce fortemente la compattezza del-l’immagine urbana slegando i rapporti fra gliedifici, facendo perdere loro il ruolo di quin-te prospettiche verso i “monumenti” oquello di varchi visivi su scorci sul paesag-gio.” (Dalla relazione di Piano)Purtroppo è da rilevare che, a distanza di ol-tre undici anni, nonostante la grande atten-zione iniziale da parte dell’Amministrazione,il Piano è stato totalmente disatteso, maiapplicato e ignorato sistematicamente. Nelfrattempo i fenomeni di proliferazione dipiattaforme, salottini, tettoie, verande diplastica, esposizioni incontrollate di merci,sono continuati nelle strade del centro rag-giungendo anche, in taluni casi, livelli d’im-barazzante volgarità.L’Amministrazione comunale ha deciso re-centemente di rinnovare il Piano dell’arre-do urbano, ritenendo quello vigente “pocoapplicabile”. Sarebbe opportuno che, nellafase di definizione del nuovo piano e primadi passare al livello operativo, si valutasse-ro e si comprendessero i motivi e le re-sponsabilità del fallimento dell’attuale Pia-no e, soprattutto, si dovrebbe verificare sele sue finalità e i suoi obiettivi (di là dagliaspetti normativi e regolamentari) siano, aoggi, ancora condivisibili. Anche se in questi anni la cittadinanza ha(mal) sopportato questo stato di cose, ri-manendo in qualche modo sottoposta esottomessa agli eventi, ha invece reagitocon inaspettata forza e capacità critica nelcaso dell’ipotesi di trasformazione dellaPiazza del Comune (reazione inaspettataanche da parte dell’Amministrazione co-munale che ha dovuto ritirare la proposta). Evidentemente è stato riconosciuto dalsentimento comune che la piazza è il luo-go fondante della città, l’Agorà della co-munità, e che si stava andando verso un li-mite, superato il quale, si correva il rischiodi perdere non solo l’immagine ma l’identi-tà della città. Quell’esperienza ha dimo-strato che quei luoghi ormai sono stati in-troiettati nella memoria collettiva e costitui-scono la matrice identitaria dei sabaudianie, pertanto, vanno assolutamente rispetta-ti e salvaguardati. Peraltro la salvaguardia della qualità urbana,architettonica e dello spazio pubblico di unluogo celebrato a livello internazionale, è an-che il migliore biglietto da visita per sviluppareuna qualificata accoglienza turistica. La sensibilità dimostrata dalla cittadinanzasu questi temi merita il massimo d’infor-mazione e di trasparenza da parte dell’Am-ministrazione; allo stesso tempo appare ne-cessario sviluppare un confronto fra i citta-dini, i tecnici e le diverse categorie di ope-ratori coinvolte nell’utilizzo degli spazi pub-blici, affinché le singole esigenze sianocomposte coerentemente sulla base discelte fatte nell’interesse generale. �

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Piano dell’Arredo Urbano

Reazioni all’ipotesi di trasformazione della Piazza del Comune

Spazio pubblico e qualità urbana a Sabaudia

Piazza del Comune

Corso Vittorio Emanuele II

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Vagando a piede pesante, con sguardocurioso e confuso, orecchio assordante,scorgo la sagoma quasi vaporizzata del

folle viandante in cerca di senso, alla riscopertadegli dei, del canto dello spirito per poter ri-mo-tivare il suo persistere sul palcoscenico dell’e-sistenza. Il suo grido, i suoi interrogativi diven-tano sempre di più miei, nostri. La grande sco-perta che ha fatto il folle di Nietzsche, decre-tando la morte di Dio, ha aperto l’uomo a unanuova consapevolezza, inserendolo in un gio-co bello, ma allo stesso tempo pericoloso. Nonpotendo più appoggiarsi su di una forza divi-na, si è sentito improvvisamente investito delcompito di sostituirlo, senza avere né i mezziné la forza per adempiere a tale grave onere.Ha sfidato la sua fragilità, scommesso sulla suapresunta forza creatrice re-inventandosi e ri-progettandosi, trascurando un particolare perniente scontato: la sua piccolezza e la sua fini-tudine. Potrà mai reggere il peso delle realtàche via via si troverà a gestire? Potrà mai co-struire un’etica comportamentale adeguata pervivere da Dio le proprie relazioni, i propri impe-gni, i propri doveri verso di sé e i suoi simili? Conquali criteri potrà essere valutata la qualità di-vina del suo agire e del suo esistere? Elimi-nando l’unico parametro universale di giustiziae di verità, di imparzialità e di uguaglianza: il Dio

dei nostri Padri, l’uomo ha sentito il bisogno digenerare un altro punto di riferimento, capacedi fungere da giudice e legislatore per ogni in-dividuo catapultato nell’esistenza. Concepirloper lui non fu difficile, la soluzione invece ... al-quanto facile, portandosi così, dentro, il semedi tale quesito. Con una semplice manovra diridimensionamento concettuale, dalle reliquiedell’assassinato Dio, ha concepito e dato esi-stenza al Lucente Io. L’Io sarà d’ora in poi prin-cipio e fine di ogni respiro, di ogni azione e diogni possibile progetto che verrà alla luce nelnuovo mondo! Più ha preso coscienza dellasua esistenza, più ha maturato la sua egemo-nia e sentito il bisogno di celebrare la sua divi-nizzazione con liturgie per ogni gusto e desi-derio umano. Ormai è fatta: l’Io detta le leggi,le regole e i comportamenti a se stesso! L’uni-co principio indiscutibile per appartenergli e perrimanergli devoto è la autoreferenzialità! Chenon ci sia sguardo, parola, azione, sentimentoche non miri completamente ed esclusiva-mente all’esaltazione di se stesso! È permes-so l’utilizzo di qualsiasi mezzo, persino la mor-te o le rimanenti tracce delle antiche forme direligiosità! Ha elaborato persino il Credo da pro-clamare in privato e in pubblica assemblea: Iocredo nell’Io, l’unica vera divinità, creatrice di sestessa! Ogni vivente solo a lui si deve chinare,

solo lui deve servire, solo lui deve celebrare; alui si deve offrire qualsiasi sentimento, aspira-zione, progetto. Uomo, ricordati che non c’ènessun dio all’infuori dell’Io!Seduto sul cornicione di una delle nuove catte-drali, prodotto della nuova religione ormai adul-ta, contemplo le forme celebrative dei suoiadepti. Le angeliche voci del canto gregorianosono state sostituite dalla polifonia degli urli edelle bestemmie, da inni ingannatori e preghie-re edonistiche; la melodia serafica dell’organorimpiazzata da rumori di tacchi in frenetico mo-vimento, dal suono ininterrotto delle tastiere edei lettori ottici di codici a barre, dal rumore del-le macchine che frenano e ripartono, si scon-trano e si demoliscono; dal tintinnio delle nuo-ve medaglie miracolose, stampate in varie mi-sure e colori. La danza liturgica delle antiche ce-lebrazioni sostituita da spintoni, gomitate, sguar-di incrinati; poveri abbandonati al margine del-le nostre corsie preferenziali. Le mani non so-no più rivolte verso il cielo, bensì tese e ag-grappate al collo dell’altro che sta dinanzi. Le vit-time sacrificali non sono più animali, incenso oaltri prodotti della terra, ma il consanguineo delcelebrante. L’obiettivo da raggiungere è uno so-lo: mors tua vita mea! Per raggiungerlo tutto èpermesso, persino la strumentalizzazione deiSacri testi e riti degli antichi! Il Credo è stato as-similato in fretta, diventando una realtà univer-sale e da tutti condivisa! Il folle, dunque, ha de-cretato la morte di Dio e avrà avuto le sue ra-gioni per farlo! Scendendo dal cornicione, il pa-norama che ho contemplato genera dentro dime un’ulteriore proclamazione: l’Uomo è mor-to! Per rivitalizzarlo bisogna permettere la risur-rezione di Dio: solo così avverrà anche la riabi-litazione, in tutto il suo splendore, dell’Uomo, vi-vo e vero! Ma questa è un’altra storia! �

di Sphinx

La sostituzione di Dio

Il Lucente Io

Il mercato degli Dei

Mi reco dal mio dentista: “Dott. Torrevoglio ritrovare il mio sorriso, comeposso fare? Mi aiuti!”

Mario Torre, odontoiatra, sorride, osserva ilvuoto lasciatomi dai denti e mi suggerisceuna terapia evoluta per curare il problema:“Ricorri all’implantologia”!“L’implantologia…! L’implantologia! Non ri-uscirò a sopportare il dolore! E poi il gon-fiore e lo stress, i fastidi vari! Potrei optareper una protesi dentaria! Però … sarà fon-te d’imbarazzo e insicurezza estetica per-ché il vuoto dentario è posto sul davantidella bocca nella parte alta delle gengive”.Il dottor Torre frattanto mi sottopone a unavisita di controllo dove avverto un verocomfort perché fatta con grande sensibili-tà. Osserva la quantità di osso presente perla fattibilità dell’implantologia e concludeche ciò è possibile. Il mio osso è sano, perora, e posso sottopormi alla terapia evolu-ta.Stefania, assistente alla poltrona, mi fissaun appuntamento e quel giorno mi presen-to nello studio a Sabaudia in via Bologna.Mi siedo sulla poltrona e mentre il dott. Ma-rio prepara i materiali, scelti fra i migliori, mirilasso osservando la verde natura che dal-

la finestra si presenta ai miei occhi: una sie-pe verde, alberi di vario fusto e fiori di tan-ti colori. Un ambiente sereno, silenzioso epulito, ideale per uno studio medico denti-stico.Chiudo gli occhi quando il dottore si avvi-cina per dare inizio all’operazione, non lovoglio guardare! Comincia a bucare l’osso,io cerco di rilassarmi perché la ritengo unaforma di collaborazione. C’è voluto un po’di tempo prima che terminasse, ma non hosentito dolore. Poi inserisce l’impianto. Micomunica infine che ci vorranno tre mesicirca per l’integrazione dell’impianto mede-simo e saranno necessari ripeduti controlliper rendere più sicura la procedura opera-tiva. Passati alcuni mesi il Dottore mi prendel’impronta della bocca perché deve prepa-rare la protesi da fissare. Il materiale cheuserà è il “titanio” e la capsula che verràmessa è la “ceramica integrale” grazie al-la quale non ti accorgi che il dente è finto;tengo a ripetere che il materiale usato è trai migliori.Quella mattina di ottobre, finalmente, il la-voro di implantologia è terminato e il mio“dolce aguzzino”mi dice: “Ora puoi sorri-

dere! Ma non ti credere che ti faranno misssorriso! Però almeno sei guardabile!”. Unabattuta spiritosa e affettuosa.Posso confessare che non mi sono stres-sata perché c’è stata una perfetta organiz-zazione e attenzione anche da parte dellasua assistente e inoltre un utilizzo correttodei mezzi messi a disposizione dalla tec-nologia. Quando mi fissava l’orario di rice-vimento, era quello, non si andava mai ol-tre. Mi sono confrontata con alcuni amici esono in accordo con i giudizi da me espres-si; uno di essi era già ricorso all’implanto-logia eseguita dal dott. Torre e un altro sta-va iniziando l’esperienza. In questo mede-simo studio opera un altro odontoiatra, ildott. Emanuele Nicolini.Mario Torre svolge la sua professione in Sa-baudia da trent’anni circa; era il 1983quando aprì lo studio in C.so Vittorio Ema-nuele II; nel 1991 si trasferì in via Bolognadove attualmente opera.Ho voluto raccontare questa mia esperienzaper pormi come esempio e aiuto psicologicoa molte persone di una certa età che soffro-no di problemi dentali e non hanno il corag-gio di ricorrere all’odontoiatra e alle nuove te-rapie che il progresso ci ha regalato. �

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La città

ddii MMaarriiaa PPiiaa MMaammbbrroo

Chiudo gli occhi quando il dottore si avvicina...

Dottore, mi sono caduti due denti!

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Quante cose sono cambiate in capo apochi mesi, quante ne cambieranno…L’anno vecchio è finito ormai ma co-

me nella canzone di Dalla: “…qualcosa an-cora qui non va!”Deposto l’Eliogabalo di Arcore ci siamo tro-vati, lungo la strada che porta alla demo-crazia, a dover convivere con l’idea di ungoverno tecnico, voluto e quasi imposto daenti e soggetti che francamente danno mol-to da pensare.Ma gli italiani sono dotati di stomaci quasidi ferro e convivendoci hanno iniziato a ri-mettere piede sulla terra e si stanno accor-gendo che forse l’Italia non è topolinia e chela prima repubblica forse non è finita ma so-lo sopita.Curioso che noi italiani, dopo quasi ven-t’anni di carnevale ci siamo cercati e volutila Quaresima sotto Natale.Del resto cosa aspettarsi da un popolo cheper unire due punti pensa sia più semplicetracciare un arabesco che una retta (male-detto Flaiano).Passiamo invece a come questa crisi si è ri-percossa in libreria, crisi più che doppia per-ché quest’anno noi “operatori del settore” cisiamo dovuti misurare anche con la neona-ta libreria Feltrinelli imponente mega-storeche campeggia in quel di piazza del Popolo.Questa crisi dunque, evidentemente ha por-tato all’annichilimento delle vendite del buonVespa Bruno, specchio ciarliero dell’Italiadel carnevale lasciando campo libero al si-tuazionismo da cucina, Clerici e Parodi su-gli scudi. Qualche sussulto dei soliti noti (Fa-letti, Mazzantini, De Luca, etc.) per il restotanto mestiere con una serie infinita di librie scatole per bambini e ragazzi necessa-riamente sotto il segno dell’austerità. Il pen-siero è rimasto solo un pensiero limitatomolte volte a un biglietto d’auguri precom-pilato.Nonostante tutto alla fine ci siamo tenuti im-pegnati e il tempo a disposizione per leg-gere è stato anche stavolta scarso, quindila necessità di ottimizzarlo leggendo brevitesti pieni di contenuti. Avete capito bene!Questa volta ho ripiegato su favole e poe-sie, quale modo migliore per alleggerire ilcarico di stress e mantenere un minimo dibuon umore?

Ho iniziato casualmente, al-la fine di novembre a leg-gere le Favole di La Fon-taine (Einaudi) una vecchiaedizione che mi è finita trale mani risistemando la li-breria e mi ha letteralmen-te accattivato tanto che nonho potuto fare a meno di di-vorarla.

Il “Corpus” si articola in dodici libri, la mate-ria delle favole è tratta da Esopo, Fedro, dalRomulus medievale, dai favolisti rinasci-mentali e mentre nei primi libri prevale unmodello e uno stile didattico e moralistico

adatto ai bambini, in quelli successivi si ac-centua maggiormente una tematica etico-politica più vasta e profonda. La morale difondo di La Fontaine è chiara e semplice:non le leggi e la virtù, ma il capriccio, l’a-stuzia e la forza costituiscono la sostanzadella commedia umana. La stessa scelta diassumere gli animali come protagonisti ri-vela l’ottica rovesciata di La Fontaine, la suaintenzione polemica e beffarda nei confron-ti del comportamento degli uomini e di co-loro che li governano.La Fontaine porge uno specchio agli uomi-ni; spetta a loro trarne saggezza e inse-gnamenti. La Fontaine ci fa vedere e capi-re la natura umana, ma lo fa mediante un’o-pera che si accontenta di poggiare sull’an-tica esperienza esopica, perché, nonostan-te tutto, l’essenziale è farne un’opera poe-tica.

Da La Fontaine a Esopo ilpasso è breve e inevitabile.Il fatto che non abbia fattostudi classici mi ha riservatoil piacere di riscoprire quelgiacimento di sapere conmodi e tempi a me più con-soni e non mi toglie nè smi-nuisce lo stupore di render-mi conto di come siano po-

co più di duemila anni che giriamo intornoa quei concetti così meravigliosamente esemplicemente espressi dalla cultura greca.In Esopo ogni favola è un istante narrativo,una vocazione subito dispersa. La brevitàha, ovviamente, una funzione retorica: la fa-vola non è soltanto rapida; essa non rac-conta una serie di eventi, non è una strut-tura dinamica, ma l’individuazione, come inun disegno sulla sabbia, di una serie di pun-ti che, al termine del movimento della ma-no, segnano un luogo, a sua volta subitocancellato. Le Favole esopiche non sonosolo brevi, sono effimere: il loro fulmineoscomparire è una garanzia; fuori da quellepoche righe non accade nulla. La rapidità èdecisamente difensiva; come i suoi umili

anonimi, il favolista appare e scompare, nonvuol farsi cogliere, ma nemmeno ambiscealla grandezza minacciosa del fantasma.Da leggere assolutamente per chi pensache i koan siano una necessità prettamen-te orientale, per chi ancora riesce a vederela bestia che sta dietro noi uomini che cer-chiamo spasmodicamente di nasconderla ecancellarla.

Vi vorrei ora segnalare qual-cosa di più recente, un libroche è una favola affasci-nante e che presto verràportata sul grande schermoda Martin Scorsese, vorreiparlarvi della “Straordinariainvenzione di Hugo Ca-bret” del molto talentuosoBrian Selznick (Mondadori).

Hugo Cabret è un ragazzino che vive in unastazione di Parigi e cura la manutenzione ditutti gli orologi dello scalo al posto dello zio.Siamo nel 1929, Hugo ha perso il padre inun incendio e ora vive nascosto negli allog-gi dei dipendenti della stazione in attesa delritorno dello zio che l’ha preso con sé dopoche è rimasto solo. Hugo ha dovuto abban-donare la scuola ma non la passione per lacronografia e gli automi trasmessagli dal ge-nitore proprio nell’atto di morire.Hugo, infatti, “si affanna e si adopra” ad ag-giustare un automa che sarebbe capace discrivere e che potrebbe svelare un ultimomessaggio del padre scomparso. Per farequesto, all’occorrenza il ragazzo ruba qual-che ingranaggio al negozio di giocattoli ge-stito da un curioso vecchio signore e dallasua nipotina Isabelle, finché un giorno par-ticolarmente sfortunato, viene colto in fla-grante e nella foga di fuggire perde il tac-cuino depositario degli schemi lasciati dalpadre per la riparazione.Da qui un’affascinante viaggio verso la ri-soluzione di un mistero in cui identità se-grete verranno svelate e un grande dimen-ticato maestro del cinema tornerà in vita. Traromanzo, cinema e graphic novel, un libroin cui le parole illustrano le immagini. �

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Libri

di Andrea

Lo scaffale

Piacevoli letture

Quante favole

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Le squadre della Circeo Volley prose-guono nel loro cammino nei vari cam-pionati che si stanno disputando e,

ormai giunti al “giro di boa”, s’iniziano a de-finire anche le classifiche. Dopo un ottimoavvio di campionato per l’Under 14 femmi-nile sono arrivate le prime sconfitte chehanno fatto scendere la compagine sanfe-liciana dai primi posti a metà classifica.Nelle ultime tre gare prenatalizie, infatti, leragazze rossoblù hanno portato a casa so-lamente tre punti su nove disponibili. Lesconfitte sono arrivate per mano dell’Olim-pia Formia e dell’A.S. Sabaudia tra le muraamiche, comunque due squadre molto benorganizzate ed esperte che non hanno maipermesso alla Circeovolley di entrare in par-tita.Nella ripresa dopo le festività, nelle ultimedue gare, c’è stata invece un’ottima rea-zione delle ragazze che hanno fatto bottinopieno contro Fondi e Gaeta dimostrandopertanto che i due passi falsi avvenuti inprecedenza sono stati solo degli episodiisolati. Ben diversa è la situazione dell’Under 18femminile. Le ragazze si trovano, infatti, nel-le zone altissime della classifica con benquattro vittorie all’attivo su cinque gare dis-putate. L’unica sconfitta è avvenuta nellaprima giornata per opera del Terracina aiu-

tata probabilmente anche da un pizzico difortuna e dalla tensione dell’esordio.Successivamente però la squadra è riuscitaa lasciarsi alle spalle questa brutta sconfittaandando a segno partita dopo partita ri-spettivamente contro Gaeta, Futura Terraci-na, Borgo Vodice e Sud Pontino Formia. Ladirigenza pertanto si dichiara soddisfatta diquesto avvio di campionato e si augura chele ragazze possano continuare a tenere altoil nome della Circeovolley in ambito provin-

ciale come fatto finora.I ragazzi allenati da Luciano Ber-tiè invece stanno disputando uncampionato caratterizzato da al-ti e bassi. Non riescono, infatti, atrovare la giusta continuità alter-nando vittorie strepitose a duresconfitte.Dopo un avvio positivo e dopoaver battuto per tre a zero il Gae-ta, i ragazzi hanno subìto un sec-co tre a zero per mano dei gio-vani della Top Volley Andreoli La-tina. Nella partita successiva, incasa dei VV.FF. Latina, dopo es-ser passati in vantaggio per duea zero e in vantaggio nel terzoset per 23 a 20 quindi con bentre match point a disposizione iRossoblù si sono fatti raggiun-

gere e superare, consentendo, in questomodo agli avversari di portare a casa il Sete anche i seguenti. Ci si aspetta una rea-zione da parte dei ragazzi, ha dichiarato Mi-ster Luciano Bertiè, che possa scacciare la“crisi”. E’ l’unico modo per iniziare a to-gliersi qualche soddisfazione.Aspettiamo ora i verdetti finali cercando didare il massimo con tutte le squadre dellasocietà nelle gare che si disputeranno an-cora fino ad aprile. �

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Sport

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Volley

I tornei proseguono fino ad aprile

Buon avvio delle squadre della Circeo Volley

Under 14 femminile

Per Denise Di Matteo c’è l’AccademiaImportante traguardo per l’atleta sanfelicianadi Tommaso Di Prospero

Nel mese di ottobre dello scorso anno, Denise Di Matteo, pluri-campionessa italiana nella disciplina della canoa, ha varcatola soglia dell’Accademia della Guardia di Finanza. L’atleta del-

le Fiamme Gialle, con una carriera già ricca di soddisfazioni, è sem-pre stata uno dei punti di riferimento per il movimento canoistico delsodalizio gialloverde. Denise, proviene da quell’enorme bacino di ta-lenti espresso dalla fiorente “Sezione Giovanile di Sabaudia” e, peri colori delle Fiamme Gialle, ha raccolto qualcosa come 14 titoli ita-liani. I tanti titoli ottenuti in Italia, le hanno permesso di vestire piùvolte la maglia azzurra, con la quale ha partecipato a numerose com-petizioni continentali e mondiali. La ragazza sanfeliciana si è arruo-lata per la prima volta nel dicembre del 2008 e la passione per la vi-ta militare gli ha dato l’impulso per tentare l’importante accesso inAccademia. Il “grande sogno” si è realizzato lo scorso 11 ottobrequando, dopo avere superato tutte le prove, sempre molto impe-gnative, si sono aperte le porte dell’Accademia della Guardia di Fi-nanza. Alla base di una scelta così importante e ambiziosa ci sonodelle qualità insite nella natura di Denise che, sicuramente, non si èmai “specchiata” eccessivamente cullandosi sugli allori. In effetti, del-la forte atleta sanfeliciana, ci raccontano che i suoi successi non so-no legati soltanto all’indiscutibile talento ma anche alla sua forte caparbietà e determinazione che, insieme con una grande forza divolontà, le hanno permesso di ottenere tante vittorie. Le sue sono qualità che certamente le consentiranno di fare una brillante car-riera come Ufficiale nel Corpo della Guardia di Finanza. E’ probabile che se il padre nel lontano 2001, quando lei era una ragazzina eaveva occhi soltanto per la pallavolo, non l’avesse portata a sua insaputa agli impianti sportivi delle Fiamme Gialle oggi non sarebbequi a raccontare il suo sogno pienamente realizzato. Ricordiamo che Denise Di Matteo, prima di entrare in Accademia ha partecipa-to a due mondiali junior (2005 e 2007) e a quattro Europei (junior2005,2006,2007, senior 2008), senza dimenticare che ha ottenuto 14titoli italiani nelle diverse categorie e imbarcazioni della canoa. �

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Cultura - Sabaudia

Presentato il progetto di gemellaggiotra i Comuni di Priverno, Fondi e Sa-baudia, nel corso della conferenza

stampa del 4 gennaio a Priverno, un pro-getto basato sulla promozione di tre diver-si tipi di palio con l’obiettivo di attrarre in-vestitori e turisti per contribuire a far cono-scere le singole manifestazioni e a diffon-dere la cultura del palio su tutto il territorio.A spiegare l’idea del gemellaggio sono sta-ti gli stessi promotori, il pres. del Palio delTributo, dott. Vittorio Proietti, la pres. delPalio di Sabaudia, dott.ssa Iunia ValeriaSaggese e il pres. del Palio di Fondi, dott.Claudio Chiusano: “Questo progetto nascegrazie alla volontà di collaborazione, al ri-spetto e alla voglia di fare che ci accomu-nano. E siamo fiduciosi che anche le Istitu-zioni non faranno mancare il loro supporto”.Ecco il programma: primo giugno, presen-tazione del drappo del Palio del Tributo diPriverno, nel corso del mese si terranno poile feste rionali, il 30 giugno il corteo storicoe infine, il primo luglio, la corsa del palio. Ametà luglio, a Sabaudia, si svolgerà lo spet-

tacolare palio dei dragoni. Il 14 luglio, sfila-ta delle contrade in Piazza del Comune e il15 luglio, la regata del palio. Ultimo in sca-letta, il Palio dell’Assunta di Fondi che siaprirà il 10 agosto con il corteo storico men-tre le gare del palio (corsa con la cariola,corsa con i sacchi, staffetta, tiro alla fune ecorsa con gli asini) si terranno l’11 agosto.Tanti gli ospiti intervenuti alla presentazione,tra i quali l’assessore Angelo Miccinilli delComune di Priverno, l’assessore Fabio Mar-tellucci della Provincia di Latina, il consiglie-re comunale di Fondi Alessandro Sansoni, lapresidente provinciale “Piccole Industrie” di

Latina, Angela Visca e la delegata provincia-le ai gemellaggi, Daniela Picciolo. “Ringrazioin particolare e per due motivi - ha com-mentato la Picciolo - i soggetti promotori del-la “via del palio” quindi l’Associazione cultu-rale “Palio del Tributo di Priverno”, il Comi-tato Organizzativo “Palio dei Draghi Città diSabaudia” e l’Associazione culturale “Cre-scere Insieme” di Fondi. In primis ovvia-mente per l’invito alla manifestazione e poiper aver colto in pieno attraverso questoevento, il vero senso del gemellaggio. Il ge-mellaggio è un legame simbolico stabilito persviluppare strette relazioni politiche, econo-miche e culturali. Esistono vari tipi di gemel-laggio, fra istituzioni, enti, scuole. In questocaso parliamo di gemellaggio tra associa-zioni che comunque coinvolgono tre comu-nità, tre enti comunali Priverno - Sabaudia -Fondi e la Provincia di Latina. La Provincia,che come Delegata ai Gemellaggi rappre-sento, riconosce l’importante valore dell’at-to. Infatti, il gemellaggio, con tutto quello cheesso comporta, nella preparazione, nellosvolgimento e nei suoi successivi sviluppi, èun’azione complessa ricca di prospettive.Esso è uno strumento straordinario di azio-ne interculturale che procura un incontroumano, crea autentici legami di amicizia e,in questa occasione, valorizza la tradizionepopolare e il territorio stesso creando pro-

spettive sì culturali, ma ancheturistiche ed economiche. In-fatti, il programma previsto èricco e studiato per abbraccia-re tutti i settori appena citati. Unplauso quindi all’iniziativa e achi ne è stato l’artefice. Con-cludo confermando la disponi-bilità alla collaborazione fattiva,nei limiti del possibile, dellaProvincia di Latina e della miapersona augurando buon lavo-ro alle associazioni e a tutte lepersone che con il loro prezio-so lavoro faranno della manife-stazione un evento di grandesuccesso”.In conclusione di serata si èsvolta la cerimonia di firma delgemellaggio, a siglare il patto

d’amicizia sono stati proprio ipresidenti dei tre palii, VittorioProietti, Iunia Valeria Saggese eClaudio Chiusano. “Il punto di

forza dell’idea sta proprio nel binomio con-divisione e conoscenza con il desiderio dimiglioramento e collaborazione- ha affer-mato l’assessore Miccinilli. Spesso si va al-la ricerca di gemellaggi lontani, questa èuna buona occasione per riscoprire i rap-porti tra i Comuni e le potenzialità del no-stro territorio”. Prima del commiato, l’As-sociazione del Palio del Tributo ha omag-giato gli ospiti intervenuti con alcune ope-re d’arte degli artisti Tiziana Pietrobono,Carlo Miccinilli, Achille Faiola e Anna Co-laiacovo. �

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Sabaudia, Fondi e Priverno

Promuovere il territorio attraverso la cultura del palio

“La via del Palio”

Veduta della sala

Saggese, Proietti e Chiusano

LA VETRINADELLA CARNE

di Carmela e Alessandro Casabona

Via Monte Circeo - Borgo Montenero

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La squadra del borgo rimane lì, in testa, eanche se il Don Bosco Gaeta ha recupe-rato molte posizioni, attestandosi al se-

condo posto, la formazione di mister Perrottacontinua a tenere il passo. Il Montenero non co-nosce ostacoli tra le mura amiche, e anche sein trasferta ha avuto qualche battuta d’arresto,è riuscita a chiudere il girone d’andata al primoposto. In casa, il Montenero Calcio, dopo la dif-ficile vittoria per 1-0 sul campo dello Sperlongacon rete del solito Florian, ha regolato con unsecco 4-0 il fanalino di coda Pro Formia (2 Ma-ragoni, 2 Florian). Dopo una lunga serie di risul-tati utili, è arrivata la sconfitta per 3-1 sul cam-po del Penitro. Per almeno un’ora, il Montene-ro, è rimasto a guardare andando sotto di tre re-ti e a nulla è servita la rete della bandiera delbomber Florian. Nella sfida contro il quotatoCampodimele, il Montenero ha segnato quasisubito con una rete dalla distanza di Argentesi,grazie alla complicità del portiere ospite e poi,per il resto, ha gestito la partita senza concede-

re occasioni da rete. La partita, sospesa a dueminuti dal termine a causa dell’aggressione sub-ita dall’arbitro da un giocatore ospite, è stata poiassegnata a tavolino per 3-0 alla squadra delborgo. Nella successiva trasferta di Castelforte,con il solito primo tempo impalpabile la forma-zione di mister Perrotta è andata sotto di tre re-ti e, soltanto nel finale, ha quasi raddrizzato lapartita con una doppietta di Florian. Nell’ultimapartita del 2011, il 24 dicembre, lo Scauri non siè presentato. Alla ripresa del campionato, ilMontenero ha ottenuto, a tempo scaduto,un’importante vittoria esterna sul campo dellaJuventute Terracina grazie ad un bello schemasu palla inattiva, costruito da Florian e AntonioCapponi e finalizzato da Argentesi. La vittorianell’ultima d’andata contro il Maranola, a mio av-viso la miglior formazione vista al San France-sco, assume un peso specifico enorme per l’e-conomia dell’intero campionato perché ottenu-ta al cospetto di una diretta avversaria per la cor-sa al salto di categoria. Un Mancini in grandespolvero, ha lanciato la squadra di mister Per-rotta con una splendida doppietta nei primi ven-ti minuti. A nulla è servito il ritorno della squadraospite che è riuscita soltanto a dimezzare losvantaggio a pochi minuti dal termine. C’è un in-tero girone di ritorno da giocare, ma il Monte-nero, continua a sognare in grande…�

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Sport - San Felice Circeo

di Tommaso Di Prospero

Calcio

La squadra di mister Perrotta non molla

Il Montenero ancora in testa

Ciao Gigetto!

Senza clamore, in silenzio e con la digni-tà che l’hanno contraddistinto per tuttala vita, lo scorso 7 gennaio, in un’asso-

lata ma fredda giornata invernale, se n’è an-dato via a 82 anni, Gigetto Bedin, pioniere e

figura storica dellosport a Borgo Monte-nero. Il grande amoreper il calcio l’ha fattoconoscere a tante ge-nerazioni di ragazzi chehanno fatto ricorso allesue esperte mani dimassaggiatore sporti-

vo. Il fluire inesorabile del tempo non gli ha im-pedito di seguire, anche negli ultimi tempi, lepartite del Montenero Calcio, il suo “grandeamore”, società per la quale ha speso i suoianni più belli. Il Montenero Calcio lo ricordacon profondo affetto e ringrazia la sua fami-glia per avergli “donato” Gigetto nelle tantedomeniche di campionato di una carriera lun-ghissima.

Tom. Di Pr.

Timidi segnali dagli Amatori CirceoCon Bove e Braga la squadra sanfeliciana prova a rialzarsi

Itraumatico inizio di stagione, per gliAmatori Circeo, è ormai alle spalle, an-che se la formazione di mister Cappo-

ni dovrà ancora lottare per tirarsi fuori dal-la zona calda della classifica Gli arrivi diBove (già degli Amatori nella scorsa sta-gione) e di Braga, attaccante provenientedalla Juventute Terracina, hanno alzato inmodo considerevole il tasso tecnico dellasquadra sanfeliciana. Alcuni timidi segnaligià ci sono stati e sono avvalorati dalle pre-stazioni che sembrano dare speranze alsodalizio simboleggiato dal “cinghiale ram-pante”. Nella lunga trasferta di Ponza, gliAmatori Circeo, hanno ripreso una partitaormai compromessa a pochi minuti dal ter-mine grazie ad una doppietta di Bellato cheha fissato il risultato sul 3-3.Nella successiva partita interna, con la Ri-nascita Fondi, il risultato di 1-0 (Pioli), nonrende giustizia a una squadra troppo “sciu-pona” che ha dovuto aspettare il novante-simo minuto per avere la garanzia della vit-toria. Qualche rimpianto, per gli Amatori, cipuò essere per la partita di Sperlonga,quando, in vantaggio per 3-1 (2 Bellato, 1Carocci) si sono visti sfuggire la prima vit-toria esterna a pochi minuti dal termine,con la formazione di casa che recuperavail doppio svantaggio. In seguito, è arrivatoil pareggio interno con il Pro Formia e lasconfitta di misura per 3-2 (Bove, Braga)sul campo del Penitro.Pesante la sconfitta interna maturata conil Campodimele per 3-0, anche se gli Ama-tori hanno chiuso la partita con una dop-pia inferiorità numerica. �

Circe: si può fare!L’attaccante Cinelli, valore aggiunto per la formazione sanfeliciana

“Si può fare!”. Prendendo spunto dalla famosa battuta di Gene Wilder nel film “Fran-kenstein Junior”, ho pensato che in questo momento, non ci fosse per la NuovaCirce, un titolo migliore in grado di racchiudere in sé il pensiero dominante della

maggior parte dei tifosi sanfeliciani.La Circe ha chiuso il girone d’andata al primo posto con sei punti di vantaggio sulla NuovaItri. Nelle ultime giornate del girone d’andata, la formazione di mister Marzella ha messo lafreccia ed ha effettuato un sorpasso che adesso, le consente di guardare tutti dall’alto ver-so il basso. Dopo la roboante vittoria ottenuta al Tasciotti contro la Vis Sezze Setina (5-0),la Circe non si è fermata e, nonostante il pareggio interno con il San Michele per 0-0, subi-to dopo, ha rifilato un altro 5-0 (Fiore rig., Monti, Di Roberto, aut Birck, Rinaldi) al Sermo-neta che, al cospetto del proprio pubblico, ha dovuto subire un’umiliante sconfitta.Nella super sfida del Ballarin contro la Nuova Itri, una Circe “incerottata” e priva dei vari Ma-sini, Falso e Bernardo, con una mezz’ora “stratosferica” ha annichilito la squadra ospite, perlunghi tratti alla mercé di Sannino e compagni. La rete della vittoria, è arrivata a metà delprimo tempo con un gran tiro da fuori area del giovane Rinaldi.Un po’ a sorpresa, al “Falcone – Borsellino” di Lenola, la Circe, sia pur priva di qualche ti-tolare, è stata costretta alla sconfitta per 1-0. La formazione di mister Marzella, ha ripresola sua marcia nella difficile trasferta di Scauri. Contro la Scauri Minturno, con il recupero deivari Fiore, Falso e Masini e con l’innesto di Cinelli, arrivato durante il mercato di dicembre,la formazione rosso blu si è imposta per 2-0 (Bernardo, Rinaldi).L’arrivo di Cinelli, rappresenta più di un lusso per la categoria, basti pensare che il forte talento diSabaudia, è stato il miglior giocatore del torneo di Viareggio nel 1999ed è stato, inoltre, naziona-le Under 15 e Under 17. La dimostrazione di forza si è avuta nella sfida interna con l’Arce quan-do, la formazione di mister Marzella, sotto per ben due volte nel punteggio (alla mezz’ora della ri-presa perdeva 3-2) è stata capace di pareggiare con Bernardo, per poi andare a segno un altropaio di volte con due autentiche “perle” di Cinelli, protagonista della partita con una tripletta. Chiu-so il girone d’andata a quota 38 punti, la Circe ha aperto il ritorno con l’importante vittoria controil Fontana Liri per 1-0. La partita, sembrava poter prendere la giusta piega al quarto d’ora del pri-mo tempo, quando veniva fischiato un calcio di rigore a favore della squadra sanfeliciana che, pe-rò, Bernardo si faceva parare. Ci pensava Sannino, a pochi minuti dal termine, a segnare la retedella vittoria con un bel tiro a fil di palo sull’uscita del portiere ospite. A Tecchiena, la domenicasuccessiva, è arrivato un importante 0-0 pur giocando senza i vari Di Roberto, Sannino e Monti econ Cinelli uscito per infortunio dopo pochi minuti. A questo punto, è chiaro a tutti, che la Circepuò recitare il ruolo di protagonista fino al termine della stagione e se non ci saranno cali di ten-sione, pensiamo che sarà difficile per tutti raggiungerla in testa alla classifica. �

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Oroscopo

Oroscopo di Febbraio 2012 di AldebaranAriete

dal 21/3 al 20/4

Un cielo pieno di stimoli vi por-ta una sensualità intensa e co-involgente. Saturno scontran-dosi con Venere fa tornare agalla i problemi mai risolti: ge-losie e incomprensioni.

Torodal 21/4 al 20/5

Marte vi aiuta a superare gliostacoli di ogni tipo. Anche lasalute guadagna ottimi miglio-ramenti. Periodo interessanteper la vita sociale che mette in-sieme divertimento e nuovi sti-moli per la vostra professione.Non perdete tempo!

Gemellidal 21/5 al 21/6

Mercurio, vostro pianeta, vi sug-gerisce nuove idee e sostiene tut-ti coloro che studiano garantendobuoni risultati. Nettuno entra nelsegno dei Pesci e diventa per voiostacolante. Questo pianeta puòcreare problemi: state attenti alleillusioni e non perdete il sensodella realtà.

Cancrodal 22/6 al 22/7

La vostra creatività cresce conl’aiuto di Nettuno, per voi favo-revole, e potrebbe darvi grandisoddisfazioni. Inoltre vi può aiu-tare a leggere nell’anima deglialtri, voi che siete già così sen-sibili ai bisogni altrui.

Leonedal 23/7 al 22/8

I sentimenti sono in primo pia-no anche per voi con Veneresensuale e coinvolgente. Po-trebbe esserci un incontro chevi crea interesse. Altri giornipromettenti per l’amore vi at-tendono.

Verginedal 23/8 al 22/9

Mercurio vi offre una visioneampia e obiettiva della situa-zione e voi sappiate gestirla be-ne. Non trascurate però Marteche vi riempie di grinta e siateattenti a non ferire chi vi sta ac-canto. Con Nettuno ambiguonon createvi false amicizie.

Bilanciadal 23/9 al 22/10

In primo piano c’è il lavoro.Mercurio vi rende molto impe-gnati ed efficienti. Se avete unprogetto è il momento di muo-vervi. Bene anche viaggi e spo-stamenti. Avete una certa no-stalgia per il passato ….

Scorpionedal 23/10 al 21/11

Dovrete affrontare una serie diproblemi fastidiosi, forse creatida familiari o collaboratori stu-pidamente. Non perdete la pa-zienza. Concentratevi poichéNettuno vi regala un intuito for-midabile, che può trasformarsiin un “lampo di genio”.

Sagittariodal 22/11 al 22/12

Uno straordinario Urano vi aiu-terà a uscire da una certa irre-quietezza e da grossi dubbi chevi tormentano con inattese egradite soluzioni. Inoltre Giovee Plutone proteggono le vostresicurezze economiche. Nonperdete la vostra razionalità.

Capricornodal 23/12 al 19/1

Il richiamo alla generosità e al-l’altruismo è forte e non vi la-scia indifferenti. In famiglia c’èun po’ di tensione. Non vi te-nete tutto dentro: fate chiarez-za! E’ l’unico modo per appia-nare i contrasti prima che na-scano.

Acquariodal 20/1 al 18/2

La situazione del lavoro è mol-to movimentata e ricca di sti-moli, ma siate attenti alle rego-le e precisi negli adempimenti.Per la pace in famiglia cercatedi andare incontro alle richiestedel coniuge.

Pescidal 19/2 al 20/3

Nettuno, la vostra stella protet-trice, è entrata nel segno. L’in-tuizione, il talento artistico e lapredisposizione a sognare di-ventano molto forti …. E’ il mo-mento di essere più che mairealisti e tenere i piedi benpiantati a terra.

Nel corso del Settecento e dell’Otto-cento, specialmente nello Stato Pon-tificio, imperversò la piaga del bri-

gantaggio.Nelle paludi pontine di allora, dai Lepini alCirceo, operò il famigerato brigante Ma-strilli, nativo di Terracina, soprattutto nel La-go di Paola. Nel mio libro “Il Circeo nella Le-genda e nella Storia”, Il e III edizione, ho ci-tato un memoriale della Reverenda Came-ra Apostolica, da me pescato nell’Archiviodi Stato di Roma, con l’elencazione dellegesta del bandito in questa zona, attestateda numerosi testimoni oculari.Spadroneggiò al Circeo per circa 28 mesi,negli anni 1748, 1749 e 1750, dichiarando-si “assoluto padrone del lago di Paola” e li-cenziando dal servizio del Sig. Angeletti, al-lora affittuario del feudo del Circeo e del La-go di Paola, un certo Cavalieri, caporale dellago, e costringendo l’affittuario a riassu-mere in questa carica un certo Beltramini,licenziato appunto perché compare del bri-gante.Queste vicende sono narrate, come ho det-to, nel mio libro sul Circeo.

Qui voglio ag-giungere unepisodio ri-masto im-presso nellamemoria dellapopolazione etramandatocioralmente.Si narra, dun-que, che ilMastrilli siaevaso dallaprigione in cuiera detenuto,gettandosi in

mare da una rupe, raggiungendo a nuotoGaeta e andandosi a rifugiare nella casa diun contadino suo compare.Qui sembra che sia rimasto a lungo, perchéebbe il tempo di innamorarsi di una donnae di mettere al mondo un figlio.Ma si narra che il contadino non abbia piùvoluto o potuto continuare a ospitarlo e siaandato a denunziarlo.Il brigante si vide piombare improvvisa-

mente nella casa numerose guardie, che ri-uscirono a riprenderlo e a portarlo di nuo-vo in prigione, sottoponendolo a sorve-glianza speciale.Ma dopo un certo tempo, non sappiamocome, il brigante riuscì a evadere di nuovo.E qui si verificò quello che il contadino nonsi aspettava più: una vendetta spietata, unavendetta da brigante.Fu sorpreso nel suo campo. Il brigante glisi avvicinò impugnando un pugnale. Il con-tadino gli si gettò ai piedi implorando pie-tà. Ma il brigante lo prese per i capelli, gliaprì a forza la bocca, gli afferrò la lingua ègliela tagliò, portandola via, senza pronun-ziare una parola e lasciandolo sanguinantesul terreno, sul punto di spirare.Poi andò a bussare alla porta nella casa incui era stato ospitato. Gli aprì la moglie delcontadino, probabilmente ignara del tradi-mento, che lo accolse con piacere congra-tulandosi per la recuperata libertà.Ma questi tolse da un tascapane la linguainsanguinata del compare e, consegnan-dogliela, le gridò: “Ecco la lingua di tuo ma-rito. Questa è la fine che fanno i traditori!”.�

ddii TToommmmaassoo LLaannzzuuiissii

Il brigante Mastrilli e la lingua del compareUna vendetta spietata

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Tempo libero

Otto amici si rincontrano dopo ven-t’anni per ripetere l’esame di matu-rità, superato con successo da tut-

ti, e sull’onda dell’entusiasmo decidono di partire tut-ti insieme per festeggiare la maturità in una delle me-te più ambite dai giovani: la Grecia. Francesca (Am-bra Angiolini) sembra aver superato i suoi problemipsicologici e si è fidanzata con Ivano (Alessandro Ti-beri), ma decide di partire senza di lui con i suoi com-pagni di scuola per cercare nel gruppo l’entusiasmoe la forza per superare le paure di una relazione d’a-more seria e impegnativa. Lorenzo (Ricky Memphis)e Luisa (Barbara Bobulova) sono fidanzati e stanno per andare a vivere in-sieme con suprema gioia dei genitori di lui (Maurizio Mattioli e GiovannaRalli) che non vedono l’ora che il coccolatissimo figlio spicchi finalmente ilvolo e si faccia una vita per conto suo. Giorgio (Raul Bova) e Marta (LuisaRanieri) sembrano aver superato il momento di crisi e ora aspettano il lo-ro primo figlio. Eleonora (Anita Caprioli) scopre di essere affetta da una gra-ve malattia proprio nel periodo che precede la partenza, ma questo non leimpedisce di andare, anzi la spinge a farlo. Non c’è niente di meglio per leiin questo momento che evitare la solitudine e cercare nell’amicizia il co-raggio di affrontare questa difficile prova. Troverà il coraggio di confessa-re il suo stato solo all’amico Virgilio (Paolo Kessisoglu) che dal canto suoè stato appena lasciato dalla moglie e dovrà per la prima volta in vita suaaffrontare un cambiamento importante. Entrambi impareranno una cosa im-portante e cioè che l’amore può cambiarti la vita, a volte in peggio ma lamaggior parte delle volte in meglio. A capire la stessa lezione, ma troppotardi, sarà infine Piero (Luca Bizzarri) che ha cambiato fidanzata ma non ilsuo modo di essere rimanendo un bugiardo immaturo che è terrorizzatoall’idea di legarsi a qualcuno e il cui motto è “ricerca, conquista e abban-dono”, una ricetta a suo dire infallibile per la felicità che stavolta lo lasce-rà con un palmo di naso. Il viaggio della maturità rappresenterà una tap-pa importante nella maturazione di questi divertenti over 30, scatenerà unaprogressiva presa di coscienza di sé, dei loro sentimenti più profondi, del-l’importanza dell’amore e dell’assunzione delle responsabilità. Sano e one-sto intrattenimento dunque quello di Immaturi – Il viaggio intriso di roman-ticismo e di una vitalità davvero coinvolgente.

IMMATURI - IL VIAGGIO

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di ALESSIA BRAVO

di PAOLO GENOVESECarciofiripieni

Ingredienti

- 6 carciofi- 2 rametti di mentuccia- 1 spicchio di aglio fresco- 150 grammi di “voccolaro” (guanciale)- mezzo bicchiere di olio- 1 bicchiere di acqua

Pulite i carciofi privandoli dei gambi, delle foglie esterne più du-re e spuntateli abbondantemente. Immergete i carciofi e i gambiin una ciotola con acqua e limone.Preparate un battuto con la mentuccia, l’aglio, il “voccolaro”,suddividetelo in sei parti e riempite con questo ripieno i carciofi.Poneteli in un tegame, possibilmente di coccio, con il ripieno ri-volto in giù; aggiungete i gambi, l’olio, l’acqua e salate. Copritee lasciate cuocere a fuoco dolce per 30 minuti.

da “LA VISCOTTA”Ricette di San Felice Circeo

di Angela Bassani

AANNGGOOLLOO DDEELLLLAA PPOOEESSIIAA

Dalla rupe sul mare...(Sul terrazzo di Torre Fico)

Dalla rupe sul mare guardo e ascolto:il ginepro sussurra e il rosmarino,la brezza aulisce che mi sfiora il volto.

Una pace infinita mi circonda:nell’aria appena il chiocchiolar lontanod’un merlo e giù lo sciabordio dell’onda.

Il rosso del tramonto ormai s’imbruna,rapida della notte l’onda scendeed ogni stella il suo lumino accende.

E presto anche la luna il casto visoSporge dall’acque e veste d’un sorrisoIl mare addormentato ed ogni villa.

Tommaso Lanzuisi

ORA LEGALE Avv. Antonio Di Salvo

Abbandono della nave

La tragedia della “Costa Concordia” dello scorso 13gennaio ha colpito profondamente la comunità nazio-nale e internazionale per la sua particolare drammati-

cità. Invero, la causa scatenante il sinistro sembrerebbe essere la condot-ta del Comandante Francesco Schettino; naturalmente, al momento, nonpossiamo che adottare il condizionale in ragione della pendenza delle ne-cessarie e relative indagini da parte degli Organi competenti. Di certo, pe-rò, la Costa Concordia navigava a una distanza dalla costa non congrua eadeguata alla propria stazza. L’opinione pubblica, però, è rimasta turbataoltre dal disastro in sé, anche dal comportamento che il Comandante sem-brerebbe avere adottato dopo l’urto con lo scoglio. Non è questa la sedeper commentare l’operato né il ns. giornale intende esprimere giudizi di sor-ta. Semplicemente con queste righe s’intende ripercorrere sinteticamentela normativa prevista dal codice della navigazione in caso di necessità diabbandono della nave. L’art. 1097 prevede che “… il comandante che, incaso di abbandono della nave, del galleggiante o dell’aeromobile in peri-colo, non scende per ultimo da bordo (c.n. 303, 891), è punito con la re-clusione fino a due anni. Se dal fatto deriva l’incendio, il naufragio o la som-mersione della nave o del galleggiante, ovvero l’incendio, la caduta o la per-dita dell’aeromobile, la pena è da due a otto anni. Se la nave o l’aeromo-bile è adibito a trasporto di persone, la pena è da tre a dodici anni. …”. L’ar-ticolo 303, richiamato dall’art. 1097, stabilisce che “… il comandante nonpuò ordinare l’abbandono della nave in pericolo se non dopo esperimen-to senza risultato dei mezzi suggeriti dall’arte nautica per salvarla, sentito ilparere degli ufficiali di coperta o, in mancanza, di due almeno tra i più pro-vetti componenti dell’equipaggio. Il comandante deve abbandonare la nave per ultimo, provvedendo in quan-to possibile a salvare le carte e i libri di bordo e gli oggetti di valore affidatialla sua custodia …”. A quanto risulta la giurisprudenza di merito ha affer-mato che “… non commette il reato di abbandono abusivo di comando diuna nave il comandante che abbandoni il comando in presenza di un ma-lore tale da non consentirgli di mantenere la direzione nautica della nave…” (Trib. Lanusei 27 luglio 1988 in Riv. Giur. Sarda, 1989, 502).Lasciamo che ciascun lettore si formi un proprio libero convincimento spe-rando che, a tal fine, quanto sopra possa risultare d’ausilio. �e-mail: [email protected]

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•• AANNNNUUNNCCII GGRRAATTUUIITTII AANNNNUUNNCCII GGRRAATTUUIITTII AANNNNUUNNCCII GGRRAATTUUIITTII AANNNNUUNNCCII GGRRAATTUUIITTII ••

Compleanni4 febbraio. Tantissimi Auguri “al roscio”..Valerio Angri, dagliamici.

7 febbraio. Alla seconda sorellina Fiorella Barbisan tanti Au-guri di Buon Compleanno, dalle sorelle e dalla mamma.

12 febbraio. Ad una mamma e moglie insostituibile ...Rosan-na Pedrollo…Dolcissimi auguri da Sara e Adriano.

18 febbraio. Tanti Auguri e baci a Vincenza Avagliano dallasua nipotina Sara.

20 febbraio. Un bacione di buon compleanno a Lorenzo Cop-pi, dalla famiglia.

22 febbraio. Al mejo del Centro Anziani di Borgo Montenero,Stefano Aquino, tanti auguri dagli amici e dalle amiche.

27 febbraio. Tanti auguri alla piccola Ludovica Lamberti danonna Luisa, da nonno Mimmo e dagli zii.2 marzo. Un augurio speciale al nostro piccolo grande amoreSalvatore Fontanella che oggi compie 5 anni. Ti vogliamo be-ne…zia Alessia e zio Angelo.

4 marzo. Al nostro “cucciolone” di casa Matteo Perna …Infi-niti auguri per i suoi 21 anni da mamma, papà, Emanuela, Lu-ca e Virgilio.

14 e 15 marzo. Tantissimi auguri a Serena e Marco Coppi dal-la nonna.

14 marzo. Augurissimi a Giordana Marin per i suoi 16 annidalla famiglia.

18 marzo.Barbara e Alessio Calisifesteggiano il loro 18° com-pleanno….Auguri da mamma e papà.

28 marzo. Tantissimi auguri al “bomber” Lidio Mancini da Va-le.

GGiooielllleriiaaLuigina Bartelloni

Piazza Vittorio Veneto S. FELICE CIRCEO

Centro Storico - tel. 0773.548292

Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 328 6110379, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti. Redazione Alessia Bravo, Salvatore Coccoluto, Fran-cesca Faccini, Valeria Di Marco, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Stefano Raimondi, Sabrina Scapi, Veronica Tecchio - Stampato da CSR, via di Pietralata, 157 - Roma

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Al Convento

di Lolita Capponi

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348.9185443

Felice Faiola“L’associazione CentroStorico saluta con since-ro affetto il maestro dimusica Felice Faiola co-nosciuto come Cetto, cheha saputo vivere in armo-nia con la natura il suodramma personale senzadisturbare nessuno. Il no-stro paese ha perso uncittadino sensibile e di-gnitoso”. Non trovo paro-le più adatte, per aprire latriste notizia che il 31 di-cembre il novantenneCetto ci ha lasciato, diquelle scelte dal presi-dente con alcuni soci peril manifesto di partecipa-

zione al lutto. Non ha sofferto di alcuna malattia ed è uscito dicasa fino alle feste natalizie. “Se ne è andato l’ultimo perso-naggio” ha commentato qualcuno. Ma non si può scacciaredalla mente di averlo sentito chiamare da qualcun altro “Cettoil matto” per distinguerlo da qualche omonimo. Ha subito il de-stino di chi nei piccoli centri soffre di un alterato rapporto conla realtà: tante manifestazioni di affetto ma anche qualchescherzo feroce, specialmente in passato da parte di bambini.Nella sua piazza Vittorio Veneto del centro storico, però doveabitava, era ben voluto e rispettato da tutti.La storia di Cetto tutti dicono di conoscerla ma ognuno la rac-conta a modo suo. Dunque per rendere omaggio e anche in uncerto senso “giustizia” a Cetto abbiamo deciso che, per il pros-simo numero del giornale, metteremo in campo tutte le nostreenergie per raccontare la sua vera biografia. A cominciare dal-l’esatte circostanze di quel maledetto naufragio della nave ame-ricana su cui era imbarcato, avvenuto nel Pacifico nel 1942 percui il trauma della lunghissima permanenza in acqua ha avutoconseguenze irreversibili. Felice, che come musicista suonavala tromba e la cornetta, era nato nel marzo 1921 a Rome (NewYork) da emigrati sanfeliciani.

F.F.