Con un racconto di Giancarlo De Cataldo Libri «Anteprima ...elementari intitolate a Bernardo...

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Nella vasta letteratura sui Templari, fatta di bufale pseudoscientifiche e ro- manzi falso storici come il Codice da Vinci di Dan Brown, la rigorosa ricerca di Giovanni Amatuccio, pubblicata da Congedo, pro- pone l’edizione critica dei testi normativi dell’ordine. Liberandosi del mito, fatto di confraternite sataniche, spiritisti, rosacrociani, Prio- rato di Sion e così via, il let- tore può cogliere attraverso questi testi, sin dalla regola originaria del concilio di Troyes del 1129, la struttu- ra interna di un’organizza- zione monastica e cavallere- sca che divenne potente co- me uno Stato nello Stato, e che per questo il re di Francia Filippo il Bello fece porre sotto processo, condannandone al rogo il Gran Maestro, Jacques de Molay, nel 1314. La vicenda dei Templari va considerata come un capitolo dei rapporti tra lo Stato moderno in formazione, Chiesa e società intermedie organizzate: i loro statuti anticipano quelli di partiti, associazioni, società, e dimostra- no che la storia dell’Ordine ha a che fare non con l’esoterismo, ma con i conflitti politici della legit- timazione e della sovranità. Felice Blasi Andrea Carandini è un in- signe archeologo, nonché docente all’università La Sa- pienza di Roma. Di recente ha diretto gli scavi presso le pendici del Palatino a Roma, alla ricerca di tracce sulla fa- tidica nascita della città eter- na, il 21 aprile di un anno in- torno al 750 a. C., ossia circa ventisette secoli fa. Il rendi- conto di questa campagna di rilevamento sulla fonda- zione dell’urbe è ora conte- nuto nel libro Roma. Il pri- mo giorno edito da Laterza (pp. 142, euro 6.90). Carandi- ni costruisce un affascinan- te racconto, mettendo a con- fronto storiografia e leggen- da con i reperti venuti alla lu- ce e rilevando alcune congruità tra la leggen- da di Romolo e Remo, il primitivo calendario romano e i nuovi scavi. Sicuramente, sostiene lo studioso, esisteva nell’area del Palatino una città dotata di un foro e governata da un «rex», una sorta di città-stato che a partire dal 775 a. C., per circa un secolo, è andata perfe- zionandosi passando poi dai Tarquini alla ri- forma costituzionale di Servio Tullio. In altre parole è possibile rintracciare un legame con una memoria così distante da noi, con un pas- sato mitico che ha contribuito a delineare la nostra identità nazionale. Marilena Di Tursi Lagioia, a settembre il nuovo romanzo per Einaudi Nicola Lagioia, autore di Occidente per principianti (Einaudi), è editor e direttore di collana per Minimum Fax Andrea CARANDINI, «Roma.Il primo giorno», Editori Laterza, Roma-Bari 2009, pp.142, euro 6.90 L’antologia Anteprima nazionale - Nove visioni del nostro futuro invisibile, curata da Giorgio Vasta (Minimum Fax, Roma 2009, pp. 232, euro 15), contiene racconti di Tullio Avoledo, Alessandro Bergonzoni, Ascanio Celestini, Giancarlo De Cataldo, Valerio Evangelisti, Giorgio Falco, Giuseppe Genna, Tommaso Pincio, Wu Ming 1. Il testo si iscrive nell’ambito delle celebrazioni per il 150mo anniversario dell’Unità nazionale. L’autore di «Romanzo criminale» immagina una società del nostro futuro prossimo ipercontrollata Giovanni AMATUCCIO, «Il Corpus normativo templare», Congedo, Galatina (Lecce) 2009, pp. 482, euro 60 L’antologia Anteprima nazionale esce in «Nichel», la collana di narrativa italiana di Minimum Fax affidata alle cure del barese Nicola Lagioia, scrittore ed editor, che ha lanciato nomi come quello di Valeria Parrella e ospitato autori ormai imprescindibili del panorama narrativo contemporaneo, quali Giuseppe Genna o Antonio Pascale. Tra gli altri, proprio il curatore dell’antologia, Giorgio Vasta, ha debuttato nella collana con il romanzo Il tempo materiale: «Un romanzo che ci sta dando sorprendenti soddisfazioni», ci ha detto Lagioia. «A dispetto di una scrittura non sempre facile e zeppa di riferimenti alle sottoculture italiane degli anni Settanta, ci è stato acquistato da tanti editori stranieri importanti. Da Gallimard in Francia, da Faber & Faber in Inghilterra - che non comprava un libro italiano dai tempi del primo Aldo Busi -, e poi dalla Germania e altri. Credo ciò dipenda, oltre che dalla qualità del testo, anche dalla curiosità che il nostro strano Paese genera, di questi tempi, nel resto del mondo». Una grossa soddisfazione dunque per il lavoro di Lagioia, al quale abbiamo chiesto di anticiparci le nuove uscite: «Intanto, dopo l’altro in parte inatteso successo dell’Italia De Profundis di Giuseppe Genna, ristamperemo il suo Assalto a un tempo devastato e vile. Quindi, come vere novità, i nuovi Laura Pugno, Carlo D’Amicis e anche Valeria Parrella, che, trasmigrata in Einaudi, ci consegnerà a breve dei racconti». A proposito di Einaudi, sta per terminare l’attesa del terzo romanzo dello stesso Lagioia: « In effetti, sono ormai alle consegne ultime… a settembre dovrebbe uscire». E. Man. STORIA AMATUCCIO PER CONGEDO Controllo sociale ARCHEOLOGIA CARANDINI PER LATERZA La parola «futuro» pare non avere più cittadinanza in una so- cietà freneticamente schiacciata dalla soddisfazione di desideri mercificati, dalla ipertrofia del tutto e subito, da un presente ipe- resteso e globalizzato. Economi- camente parlando, sembra che l’impossibilità generalizzata di mettere via qualche risparmio e la contestuale urgenza di paga- menti scoperti e quotidiani abbia- no ridotto il futuro ad un tempo ravvicinatissimo, all’ansiogeno approssimarsi di scadenze. La possibilità di fermarsi a immagi- nare un futuro è insomma nega- ta ai più, stritolata da stili di vita impregnati di presentissima illu- sione di produttività. Salvo poi fermarsi davvero e capire che co- sì, tra debiti e risorse bruciate, materiali e vitali, non si è inne- scato altro che un depressivo cir- colo vizioso: la crisi. Da riflessioni analoghe è parti- ta l’operazione Anteprima nazio- nale, dell’editore Minimum Fax, che, affidati alle cure di Giorgio Vasta, ha chiesto a nove narratori differenti di ipotizzare un futuro dell’Italia dei prossimi decenni. Non un futuro remoto, giusto qualche decennio avanti, un futu- ro nel quale gran parte dei lettori potrebbe realisticamente trovar- si ad abitare. Sulla carta, sembre- rebbe un puro esercizio di stile, da scuola di scrittura creativa (e in effetti, il curatore Giorgio Va- sta ha collaborato con la scuola Holden), salvo che, sia nelle di- chiarazioni di intenti, sia soprat- tutto nell’approccio dei narratori stessi, troviamo motivazioni ap- passionate, tali da trasformare l’esercizio calligrafico di futurolo- gia in riflessione sociopolitica sul presente. Dal punto di vista degli esiti squisitamente estetici, diciamolo subito, i racconti prodotti sono alquanto diseguali. Come spesso capita quando si commissionano lavori per compilazioni antologi- che, la risposta degli scrittori ri- sente di svariati fattori contin- genti e non sempre le aspettative generate dalla firma risultano soddisfatte. E’ il caso, per esem- pio, del racconto di Valerio Evan- gelisti, dal quale, vista la dimen- sione immaginifica del contesto, avremmo voluto una prova più convincente del suo «Capobasto- ne», uno schizzo d’Italia futura, un po’ caricaturale, totalmente in- nervata dalle mafie, con scuole elementari intitolate a Bernardo Provenzano e Totò Riina. A loro agio tra dimensioni parallele, slit- tamenti ucronici e narrazioni del possibile, due maestri conferma- ti del genere, come Tommaso Pincio e Giuseppe Genna. Il pri- mo, con «Gita al posto degli ato- mi», una storia ambientata in una classe elementare di bambi- ni mutanti di Latina, capitale di un’Italia con un premier di cento- vent’anni, ma alquanto prestan- te, e sede di una grande centrale nucleare. Il secondo, con «La infi- nita beltà del programma si ve- drà lontana», che entra nella di- mensione ipertelevisivizzata del presente, attraverso l’immagina- zione di un format, di un organi- smo televisivo generato dalle peggiori visualizzazioni note: «La trasmissione Spirit potrebbe sembrare erede della trasmissio- ne Voyager, che era erede della trasmissione Misteri, che era ere- de di una parte della trasmissio- ne Portobello, programma in cui i concorrenti gareggiavano per ar- rivare a fare parlare un pappagal- lo davanti a una pendola, sul cui quadrante il tempo scorreva ine- sorabile, i concorrenti suggeriva- no la parola all’uccello, che era to- talmente indifferente e non gra- culava mai nulla, questo ai tempi in cui un esperto di comunicazio- ne coi morti via radio vinceva il quiz più seguito del magro palin- sesto italiano, moltissimo tempo addietro. Il Conduttore di Spirit è un volto ignoto della televisione, ma questa non è più televisione, è altro». Un’affermazione, questa di Genna, che ci ripiomba in un presente cupo e paranoide, come gran parte delle pagine dell’anto- logia, le quali raccontano in effet- ti la nostra società colta con sguardo insieme deformante e di- svelante. Il contributo pugliese all’anto- logia, oltre al nome di Nicola La- gioia, direttore editoriale della collana, è affidato alla penna di Giancarlo De Cataldo, lo scritto- re-magistrato tarantino - ci per- doni l’abusata e oziosa etichetta - autore di Romanzo criminale. Il suo racconto si inserisce nel più allucinante filone dell’antiuto- pia, quello di una società ipercon- trollata, grazie, in questo caso, al- l’innesto in ciascun individuo di chip extrasensoriali che consenti- rebbero di «scaricare» diretta- mente nella mente prodotti au- diovideo, film e altro, ma che in realtà consentono di condiziona- re le persone, nella loro volontà di scelta e con la introduzione di materiali mnemonici artificiali che subentrano a un passato/pre- sente indicibile e rimosso. Gli in- dividui di questa società fruisco- no tutti degli stessi prodotti «cul- turali», inconsciamente ispirati a classici del passato riscritti, revi- sionati, e nulla sanno di quello che è avvenuto, che avviene dav- vero, vicino e lontano nel mon- do. Immaginate se la società, se la scuola di domani fossero co- sì… di domani, ho detto? Il Codice dei Templari (quello vero) è a Lecce Libri di ENZO MANSUETO Il primo giorno di Roma, sul Palatino L’editor di Minimum Fax De Cataldo immagina un controllo individuale attraverso chip inseriti nel cervello «Anteprima italiana» , il futuro nelle visioni di nove scrittori Antologie Con un racconto di Giancarlo De Cataldo 19 Libri&Musica Corriere del Mezzogiorno Sabato 6 Giugno 2009 BA

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Nella vasta letteraturasui Templari, fatta di bufalepseudoscientifiche e ro-manzi falso storici come ilCodice da Vinci di DanBrown, la rigorosa ricercadi Giovanni Amatuccio,pubblicata da Congedo, pro-pone l’edizione critica deitesti normativi dell’ordine.Liberandosi del mito, fattodi confraternite sataniche,spiritisti, rosacrociani, Prio-rato di Sion e così via, il let-tore può cogliere attraversoquesti testi, sin dalla regolaoriginaria del concilio diTroyes del 1129, la struttu-ra interna di un’organizza-zione monastica e cavallere-sca che divenne potente co-

me uno Stato nello Stato, e che per questo il re diFrancia Filippo il Bello fece porre sotto processo,condannandone al rogo il Gran Maestro, Jacquesde Molay, nel 1314. La vicenda dei Templari vaconsiderata come un capitolo dei rapporti tra loStato moderno in formazione, Chiesa e societàintermedie organizzate: i loro statuti anticipanoquelli di partiti, associazioni, società, e dimostra-no che la storia dell’Ordine ha a che fare non conl’esoterismo, ma con i conflitti politici della legit-timazione e della sovranità.

Felice Blasi

Andrea Carandini è un in-signe archeologo, nonchédocente all’università La Sa-pienza di Roma. Di recenteha diretto gli scavi presso lependici del Palatino a Roma,alla ricerca di tracce sulla fa-tidica nascita della città eter-na, il 21 aprile di un anno in-torno al 750 a. C., ossia circaventisette secoli fa. Il rendi-conto di questa campagnadi rilevamento sulla fonda-zione dell’urbe è ora conte-nuto nel libro Roma. Il pri-mo giorno edito da Laterza(pp. 142, euro 6.90). Carandi-ni costruisce un affascinan-te racconto, mettendo a con-fronto storiografia e leggen-da con i reperti venuti alla lu-

ce e rilevando alcune congruità tra la leggen-da di Romolo e Remo, il primitivo calendarioromano e i nuovi scavi. Sicuramente, sostienelo studioso, esisteva nell’area del Palatino unacittà dotata di un foro e governata da un«rex», una sorta di città-stato che a partire dal775 a. C., per circa un secolo, è andata perfe-zionandosi passando poi dai Tarquini alla ri-forma costituzionale di Servio Tullio. In altreparole è possibile rintracciare un legame conuna memoria così distante da noi, con un pas-sato mitico che ha contribuito a delineare lanostra identità nazionale.

Marilena Di Tursi

Lagioia, a settembre il nuovo romanzo per Einaudi

Nicola Lagioia,autore diOccidente perprincipianti(Einaudi), èeditor e direttoredi collana perMinimum Fax

AndreaCARANDINI,«Roma.Ilprimo giorno»,Editori Laterza,Roma-Bari2009, pp.142,euro 6.90

L’antologiaAnteprimanazionale - Novevisioni del nostrofuturo invisibile,curata da GiorgioVasta (MinimumFax, Roma 2009,pp. 232, euro15), contieneracconti di TullioAvoledo,AlessandroBergonzoni,Ascanio Celestini,Giancarlo DeCataldo, ValerioEvangelisti,Giorgio Falco,Giuseppe Genna,Tommaso Pincio,Wu Ming 1. Iltesto si iscrivenell’ambito dellecelebrazioni per il150moanniversariodell’Unitànazionale.

L’autore di «Romanzocriminale» immaginauna società del nostro futuroprossimo ipercontrollata

GiovanniAMATUCCIO,«Il Corpusnormativotemplare»,Congedo,Galatina (Lecce)2009, pp. 482,euro 60

L’antologia Anteprima nazionale esce in «Nichel», lacollana di narrativa italiana di Minimum Fax affidataalle cure del barese Nicola Lagioia, scrittore ed editor,che ha lanciato nomi come quello di Valeria Parrella eospitato autori ormai imprescindibili del panoramanarrativo contemporaneo, quali Giuseppe Genna oAntonio Pascale. Tra gli altri, proprio il curatoredell’antologia, Giorgio Vasta, ha debuttato nella collanacon il romanzo Il tempo materiale: «Un romanzo che cista dando sorprendenti soddisfazioni», ci ha dettoLagioia. «A dispetto di una scrittura non sempre facilee zeppa di riferimenti alle sottoculture italiane deglianni Settanta, ci è stato acquistato da tanti editoristranieri importanti. Da Gallimard in Francia, da Faber& Faber in Inghilterra - che non comprava un libroitaliano dai tempi del primo Aldo Busi -, e poi dalla

Germania e altri. Credo ciò dipenda, oltre che dallaqualità del testo, anche dalla curiosità che il nostrostrano Paese genera, di questi tempi, nel resto delmondo». Una grossa soddisfazione dunque per illavoro di Lagioia, al quale abbiamo chiesto dianticiparci le nuove uscite: «Intanto, dopo l’altro inparte inatteso successo dell’Italia De Profundis diGiuseppe Genna, ristamperemo il suo Assalto a untempo devastato e vile. Quindi, come vere novità, inuovi Laura Pugno, Carlo D’Amicis e anche ValeriaParrella, che, trasmigrata in Einaudi, ci consegnerà abreve dei racconti». A proposito di Einaudi, sta perterminare l’attesa del terzo romanzo dello stessoLagioia: « In effetti, sono ormai alle consegne ultime…a settembre dovrebbe uscire».

E. Man.

STORIA AMATUCCIO PER CONGEDO

Controllo sociale

ARCHEOLOGIA CARANDINI PER LATERZA

La parola «futuro» pare nonavere più cittadinanza in una so-cietà freneticamente schiacciatadalla soddisfazione di desiderimercificati, dalla ipertrofia deltutto e subito, da un presente ipe-resteso e globalizzato. Economi-camente parlando, sembra chel’impossibilità generalizzata dimettere via qualche risparmio ela contestuale urgenza di paga-menti scoperti e quotidiani abbia-no ridotto il futuro ad un temporavvicinatissimo, all’ansiogenoapprossimarsi di scadenze. Lapossibilità di fermarsi a immagi-nare un futuro è insomma nega-ta ai più, stritolata da stili di vitaimpregnati di presentissima illu-sione di produttività. Salvo poifermarsi davvero e capire che co-sì, tra debiti e risorse bruciate,materiali e vitali, non si è inne-scato altro che un depressivo cir-colo vizioso: la crisi.

Da riflessioni analoghe è parti-ta l’operazione Anteprima nazio-nale, dell’editore Minimum Fax,che, affidati alle cure di GiorgioVasta, ha chiesto a nove narratoridifferenti di ipotizzare un futurodell’Italia dei prossimi decenni.Non un futuro remoto, giustoqualche decennio avanti, un futu-ro nel quale gran parte dei lettoripotrebbe realisticamente trovar-si ad abitare. Sulla carta, sembre-rebbe un puro esercizio di stile,da scuola di scrittura creativa (ein effetti, il curatore Giorgio Va-sta ha collaborato con la scuolaHolden), salvo che, sia nelle di-chiarazioni di intenti, sia soprat-tutto nell’approccio dei narratoristessi, troviamo motivazioni ap-passionate, tali da trasformarel’esercizio calligrafico di futurolo-gia in riflessione sociopoliticasul presente.

Dal punto di vista degli esitisquisitamente estetici, diciamolosubito, i racconti prodotti sonoalquanto diseguali. Come spessocapita quando si commissionanolavori per compilazioni antologi-che, la risposta degli scrittori ri-sente di svariati fattori contin-genti e non sempre le aspettativegenerate dalla firma risultanosoddisfatte. E’ il caso, per esem-pio, del racconto di Valerio Evan-gelisti, dal quale, vista la dimen-sione immaginifica del contesto,avremmo voluto una prova piùconvincente del suo «Capobasto-ne», uno schizzo d’Italia futura,un po’ caricaturale, totalmente in-nervata dalle mafie, con scuole

elementari intitolate a BernardoProvenzano e Totò Riina. A loroagio tra dimensioni parallele, slit-tamenti ucronici e narrazioni delpossibile, due maestri conferma-ti del genere, come TommasoPincio e Giuseppe Genna. Il pri-mo, con «Gita al posto degli ato-mi», una storia ambientata inuna classe elementare di bambi-ni mutanti di Latina, capitale diun’Italia con un premier di cento-vent’anni, ma alquanto prestan-te, e sede di una grande centralenucleare. Il secondo, con «La infi-nita beltà del programma si ve-drà lontana», che entra nella di-mensione ipertelevisivizzata delpresente, attraverso l’immagina-zione di un format, di un organi-smo televisivo generato dallepeggiori visualizzazioni note:«La trasmissione Spirit potrebbesembrare erede della trasmissio-ne Voyager, che era erede dellatrasmissione Misteri, che era ere-de di una parte della trasmissio-ne Portobello, programma in cuii concorrenti gareggiavano per ar-rivare a fare parlare un pappagal-lo davanti a una pendola, sul cuiquadrante il tempo scorreva ine-sorabile, i concorrenti suggeriva-no la parola all’uccello, che era to-talmente indifferente e non gra-culava mai nulla, questo ai tempiin cui un esperto di comunicazio-ne coi morti via radio vinceva ilquiz più seguito del magro palin-sesto italiano, moltissimo tempoaddietro. Il Conduttore di Spirit èun volto ignoto della televisione,ma questa non è più televisione,è altro». Un’affermazione, questadi Genna, che ci ripiomba in un

presente cupo e paranoide, comegran parte delle pagine dell’anto-logia, le quali raccontano in effet-ti la nostra società colta consguardo insieme deformante e di-svelante.

Il contributo pugliese all’anto-logia, oltre al nome di Nicola La-gioia, direttore editoriale dellacollana, è affidato alla penna diGiancarlo De Cataldo, lo scritto-re-magistrato tarantino - ci per-doni l’abusata e oziosa etichetta -autore di Romanzo criminale. Ilsuo racconto si inserisce nel più

allucinante filone dell’antiuto-pia, quello di una società ipercon-trollata, grazie, in questo caso, al-l’innesto in ciascun individuo dichip extrasensoriali che consenti-rebbero di «scaricare» diretta-mente nella mente prodotti au-diovideo, film e altro, ma che inrealtà consentono di condiziona-re le persone, nella loro volontàdi scelta e con la introduzione dimateriali mnemonici artificialiche subentrano a un passato/pre-sente indicibile e rimosso. Gli in-dividui di questa società fruisco-no tutti degli stessi prodotti «cul-turali», inconsciamente ispirati aclassici del passato riscritti, revi-sionati, e nulla sanno di quelloche è avvenuto, che avviene dav-vero, vicino e lontano nel mon-do. Immaginate se la società, sela scuola di domani fossero co-sì… di domani, ho detto?

Il Codice dei Templari(quello vero) è a Lecce

Libri

di ENZO MANSUETO

Il primo giornodi Roma, sul Palatino

L’editor di Minimum Fax

De Cataldo immagina un controllo individuale attraverso chip inseriti nel cervello

«Anteprima italiana»,il futuro nelle visionidi nove scrittori

Antologie Con un racconto di Giancarlo De Cataldo

19Libri&MusicaCorriere del Mezzogiorno Sabato 6 Giugno 2009

BA