A-Mendola

57
Giorgio Amendola Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. on. Giorgio Amendola Bandiera italiana Assemblea costituente Giorgio Amendola Luogo nascita Roma Data nascita 21 novembre 1907 Luogo morte Roma Data morte 5 giugno 1980

description

Miglioristi

Transcript of A-Mendola

Page 1: A-Mendola

Giorgio Amendola

Da Wikipedia, l'enciclopedia

libera.

on. Giorgio Amendola

Bandiera italiana Assemblea

costituente

Giorgio Amendola

Luogo nascita Roma

Data nascita 21 novembre

1907

Luogo morte Roma

Data morte 5 giugno 1980

Page 2: A-Mendola

Titolo di studio laurea in

giurisprudenza

Professione giornalista

Gruppo Comunista

Collegio Collegio Unico

Nazionale

Incarichi parlamentari

Componente della

Commissione per la

Costituzione

Componente della Seconda

Sottocommissione

Page 3: A-Mendola

Componente della Seconda

Commissione per l'esame dei

disegni di legge

Pagina istituzionale

Bandiera italiana Parlamento

italiano

Camera dei deputati

Partito PCI

Legislatura I, II, III, IV, V,

VI, VII e VIII

Gruppo Comunista (I-VI

legislatura), Partito

Page 4: A-Mendola

Comunista Italiano (VII

legislatura)

Circoscrizione Napoli (I, III,

IV, V, VI, VII e VIII

legislatura), Collegio Unico

Nazionale (II legislatura)

Incarichi parlamentari

Vicepresidente della

Commissione speciale per

l'esame del disegno n. 2076,

delle proposte di legge nn.

247, 248, 933, 1172, 1714,

1903 e della proposta di

Page 5: A-Mendola

inchiesta parlamentare n.

582, concernenti la tutela

della libertà di concorrenza -

III legislatura

Componente della V

Commissione (Bilancio e

partecipazioni statali) - IV, V,

VI e VII legislatura

Vicepresidente della V

Commissione (Bilancio e

partecipazioni statali) - IV

legislatura

Page 6: A-Mendola

Componente della

Commissione speciale per

l'esame del disegno di legge

n. 142 "Autorizzazione

all'esercizio provvisorio del

bilancio 1963-1964" - IV

legislatura

Componente della

rappresentanza della Camera

nel Parlamento Europeo - V

legislatura

Componente della

rappresentanza italiana al

Page 7: A-Mendola

Parlamento Europeo - VI e

VII legislatura

Pagina istituzionale

Giorgio Amendola

Capogruppo del COM al

Parlamento Europeo

Durata mandato 10 giugno

1979 –

9 giugno 1984

Predecessore -

Successore Gianni Cervetti

Page 8: A-Mendola

Giorgio Amendola (Roma, 21

novembre 1907 – Roma, 5

giugno 1980) è stato un

partigiano, scrittore e politico

italiano.

Indice [nascondi]

1 Biografia

1.1 Gioventù e lotta

antifascista

1.2 L'attentato di via Rasella

1.3 La carriera politica

repubblicana

Page 9: A-Mendola

2 Opere

3 Interviste con Giorgio

Amendola

4 Note

5 Bibliografia

6 Voci correlate

7 Altri progetti

8 Collegamenti esterni

Biografia[modifica | modifica

wikitesto]

Page 10: A-Mendola

Gioventù e lotta

antifascista[modifica |

modifica wikitesto]

Figlio del liberale antifascista

Giovanni e dell'intellettuale

lituana Eva Kühn (1880 -

1961), la sua giovinezza fu

sconvolta dalla notizia della

morte del padre, aggredito

dalle squadre fasciste e

deceduto a Cannes nel 1926,

in seguito alle percosse

ricevute. Dopo questo

episodio, Giorgio Amendola

Page 11: A-Mendola

aderì al PCI (1929), con non

poche disapprovazioni da

parte degli amici del padre e

di quelli dell'associazione

antifascista goliardica, di cui

faceva parte. Frequentò

intellettuali del tempo come

Benedetto Croce e Giustino

Fortunato (amico del padre),

dal quale apprese molti

insegnamenti[1] e, in

seguito, iniziò un'attività

politica clandestina a Parigi

Page 12: A-Mendola

dopo essersi laureato in

Legge.

Arrestato nel giugno del

1932, mentre era in missione

clandestina a Milano, non fu

processato dal Regime per

evitare il possibile clamore

che il dibattimento avrebbe

suscitato. [2] Veniva così

inviato, senza processo, al

confino nell'isola di Ponza [3]

dove il 10 luglio 1934 Giorgio

e la sua fidanzata francese,

Page 13: A-Mendola

Germaine Lecocq, si

sposarono civilmente.

Liberato nel 1937, fuggiva in

Francia e poi in Tunisia, per

tornare nuovamente in

Francia poco dopo l'inizio

della guerra, sul finire del

1939. Rientrava in Italia solo

nell'aprile 1943 per

partecipare alla Resistenza

tra le file del PCI e delle

brigate Garibaldi del cui

Comando generale entrò a

far parte insieme a Luigi

Page 14: A-Mendola

Longo, Pietro Secchia, Gian

Carlo Pajetta e Antonio

Carini[4]. Giorgio Amendola

era ateo (cfr.: "Il

meridionalismo di Giorgio

Amendola" in Academia.edu",

p. 18).

Fu, inoltre, nel 1944, il

membro designato dal PCI

per la giunta militare

antifascista del CLN con

Sandro Pertini (PSIUP),

Riccardo Bauer (PdA),

Page 15: A-Mendola

Giuseppe Spataro (DC),

Manlio Brosio (PLI) e Mario

Cevolotto (DL).

L'attentato di via

Rasella[modifica | modifica

wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso

argomento in dettaglio:

Attentato di via Rasella.

Nel marzo del 1944 fu

l'ideatore dell'attentato

dinamitardo di via Rasella[5],

Page 16: A-Mendola

eseguita da partigiani

comunisti dei Gruppi di

Azione Patriottica e a cui i

tedeschi reagirono con

l'eccidio delle Fosse

Ardeatine. Gli altri membri

della giunta militare non

furono informati

preventivamente del piano,

come avveniva per

consuetudine, per «ragioni di

sicurezza cospirativa»,

secondo quanto dichiarato

dallo stesso Amendola.

Page 17: A-Mendola

L'azione fu pianificata in

seguito al successo di un

attacco sferrato a via

Tomacelli, e fu scelta come

data simbolica il 23 marzo in

quanto anniversario della

fondazione dei Fasci italiani

di combattimento. Amendola,

in particolare, scrisse in

seguito: «Pertini, che

mordeva il freno e che, nel

suo ben noto patriottismo di

partito, era geloso delle

Page 18: A-Mendola

prove crescenti di capacità e

di audacia date dai Gap,

chiese che si concordasse

un'azione armata

unitaria».[6] I comunisti

tuttavia agirono da soli, e

Pertini adirato protestò per

non essere stato

avvertito.[7]

Tre giorni dopo, il 26 marzo,

Amendola chiese al CLN

romano di approvare

l'azione. La giunta militare fu

Page 19: A-Mendola

sul punto di spaccarsi: in

particolare il democristiano

Spataro si oppose e al

contrario chiese di emanare

un comunicato di

dissociazione. A quel punto,

respingendo una visione che

giudicava "attesista" della

Resistenza, Amendola

affermò che

« Il P.C.I. non avrebbe mai

accettato che prevalesse una

posizione praticamente

Page 20: A-Mendola

attendista. La direttiva data

dal CLN era di colpire il

nemico ovunque si trovasse.

Se non si rispettava questa

linea di azione, venivano

meno le basi dell'accordo

costituito tra i partiti

antifascisti, e il PCI sarebbe

stato costretto a rivedere le

ragioni della

partecipazione.[8] »

Lo storico Aurelio Lepre

intende tale intervento come

una minaccia di uscita del

Page 21: A-Mendola

PCI dal CLN se fosse stata

approvata la mozione

democristiana[9]. Lungi

dall'uscire dal CLN, il PCI, per

bocca di Palmiro Togliatti,

rientrato da Mosca[10] il

giorno successivo, tenderà

invece la mano ai moderati

del CLN annunciando, appena

sbarcato in Italia (con la

cosiddetta "Svolta di

Salerno"), il supporto

comunista ad un nuovo

governo regio guidato da

Page 22: A-Mendola

Pietro Badoglio, e ponendo

così fine alla crisi in seno al

Comitato di Liberazione

Nazionale[11], apertasi il

24[12] con le dimissioni del

suo presidente Ivanoe

Bonomi, in seguito

all'intransigenza

antimonarchica del Partito

d'Azione e del PSI[13].

Pertini, Bauer e Brosio

respinsero la proposta di

Spataro, ma la giunta non

Page 23: A-Mendola

accolse neanche la richiesta

di Amendola[14]. La frattura

in seno alla giunta fu

ricomposta solo pochi giorni

dopo, con un comunicato del

CLN nazionale in cui si

stigmatizzava "la barbara

rappresaglia delle Fosse

Ardeatine"[15].

Per il suo ruolo di membro

della giunta militare del CLN,

nel 1948 Amendola fu

chiamato a testimoniare,

Page 24: A-Mendola

insieme a Bauer e Pertini, al

processo di Herbert Kappler

(il responsabile della strage

delle Fosse Ardeatine). Al

processo i tre confermarono

che l'attacco fu conforme alle

disposizioni del CLN.[16]

Tale visione fu nuovamente

confermata da Pertini in

un'intervista del 1977:

Page 25: A-Mendola

« Le azioni contro i tedeschi

erano coperte dal segreto

cospirativo. L'azione di via

Rasella fu fatta dai Gap

comunisti. Naturalmente io

non ne ero al corrente. L'ho

però totalmente approvata

quando ne venni a

conoscenza. Il nemico

doveva essere colpito

dovunque si trovava. Questa

era la legge della guerra

partigiana. Perciò fui

d'accordo, a posteriori, con la

Page 26: A-Mendola

decisione che era partita da

Giorgio Amendola.[17][18] »

Arturo Colombo nel 1997

pubblicò inoltre alcuni scritti

di Riccardo Bauer, in cui

l'esponente azionista

dichiarava che l'obiettivo del

CLN era «rendere impossibile

la vita a tedeschi e fascisti

dentro e fuori la città di

Roma» e che quindi l'attacco

«appare come episodio

organico», precisando che

l'attentato venne «preparato

Page 27: A-Mendola

e attuato dai comunisti senza

specifico accordo con la

Giunta Militare», ma che a

fatto compiuto «tutti i

rappresentanti del CLN

furono concordi nel

considerarlo "legittima azione

di guerra"».[19]

La carriera politica

repubblicana[modifica |

modifica wikitesto]

Page 28: A-Mendola

Giorgio Amendola dalla

tribuna del XV Congresso del

P.C.I. (30 marzo - 3 aprile

1979)

Nel 1945-1946, dopo la

Liberazione, fu

sottosegretario alla

Presidenza del Consiglio dei

governi Parri e De Gasperi I.

Dal 1948 fino alla morte fu

deputato per il Partito

Comunista Italiano, al cui

Page 29: A-Mendola

interno ebbe molti incarichi.

È stato a lungo punto di

riferimento della corrente

riformista del partito, che

auspicava una stretta

collaborazione con i socialisti.

Gli si contrappose, con

motivazioni completamente

diverse, il leader della

sinistra interna Pietro Ingrao.

Candidato di bandiera del PCI

nei primi 15 scrutini delle

elezioni del Presidente della

Page 30: A-Mendola

Repubblica del 1978, ottiene

fino a 364 voti.[20]

Dal 1967 in poi, Giorgio

Amendola si occupò anche di

scrittura: tra le opere più

importanti ricordiamo

Comunismo, antifascismo e

Resistenza (1967); Lettere a

Milano (1973); Intervista

sull'antifascismo (1976 in cui

risponde alle pungenti

domande di Piero Melograni;

il libro comparirà fra i primi

Page 31: A-Mendola

nella serie dei libri-intervista

ideata per la Casa editrice

Laterza dall'allora direttore

editoriale Enrico Mistretta);

Una scelta di vita (1976) e

Un'isola (1980, considerata la

sua opera migliore).[21]

Tutti questi libri,

autobiografici ed incentrati

sul tema dell'antifascismo e

della Resistenza, sono

pervasi da un sottile

sentimento di tristezza e

Page 32: A-Mendola

solitudine. Attraverso la

propria vicenda, Amendola

vuole far capire al lettore

cosa prova un uomo che non

ha più la libertà e che prova

su di sé il dramma del

confino, dell'esilio e del

carcere. Lo stile usato,

semplice e scorrevole,

contribuì a una buona

diffusione di tutte le opere

amendoliane.

Page 33: A-Mendola

Secondo alcuni politologi

Giorgio Amendola fu

precursore di un tentativo di

dare vita ad una sinistra di

stampo europeo, radicata

nella tradizione laica e

liberale; lo ha confermato

Giorgio Napolitano (sempre

definitosi suo "allievo"),

quando, nel discorso tenuto a

Torino il 15 ottobre 2009, ha

affermato che "Giorgio non

solo apparteneva alla stessa

generazione di Norberto, ma

Page 34: A-Mendola

era 'molto legato' - come

qualche anno dopo la sua

morte Bobbio ricordò - 'alla

tradizione antifascista

torinese', e non cancellò mai

del tutto dalla sua

formazione il filone di

liberalismo democratico

impersonato da Piero

Gobetti, né tantomeno

'l'insegnamento di suo padre,

che di quella corrente di

democrazia liberale era stato'

(scrisse sempre Bobbio) 'un

Page 35: A-Mendola

teorico e un coraggioso

combattente'[22]".

Il vigoroso convincimento

con cui sosteneva

l'ammodernamento

europeista del PCI e la lotta

determinata al terrorismo

degli anni settanta,[23] non

lo indussero mai a rinnegare

il proprio operato (pure come

esponente di spicco) nel

corso della guerra partigiana,

né fu mai da lui accostato

Page 36: A-Mendola

all'azione eversiva del

terrorismo che si proclamava

rosso attivo in Italia negli

anni di piombo, tracciando

una ben precisa linea di

differenziazione fra l'Italia

fascista post-8 settembre

1943 e le strutture

democratiche dell'Italia

repubblicana, scaturita

proprio dalla Resistenza.

Amendola morì a Roma,

all'età di settantatré anni, a

Page 37: A-Mendola

causa di una malattia. Poche

ore dopo il suo decesso,

scomparve anche l'amata

moglie Germaine Lecocq,

conosciuta a Parigi negli anni

dell'esilio, che lo aveva

aiutato nella redazione del

suo ultimo manoscritto.

La loro figlia, Ada, era morta

nel 1974 all'età di soli

trentotto anni.

Page 38: A-Mendola

Opere[modifica | modifica

wikitesto]

La democrazia nel

Mezzogiorno, Roma, Editori

Riuniti, 1957.

Lotta di classe e sviluppo

economico, Roma, Editori

Riuniti, 1962.

Classe operaia e

programmazione

democratica, Roma, Editori

Riuniti, 1966.

Page 39: A-Mendola

Comunismo antifascismo e

Resistenza, Roma, Editori

Riuniti, 1967.

La classe operaia italiana,

Roma, Editori Riuniti, 1968.

Anselmo Marabini e Imola

rossa, Imola, Galeati 1969.

La crisi italiana, Roma,

Editori Riuniti, 1971.

I comunisti e l'Europa, Roma,

Editori Riuniti, 1971.

Page 40: A-Mendola

Lettere a Milano. Ricordi e

documenti, 1939-1945,

Roma, Editori Riuniti, 1973.

Fascismo e Mezzogiorno,

Roma, Editori Riuniti, 1973.

Fascismo e movimento

operaio, Roma, Editori

Riuniti, 1975.

Intervista sull'antifascismo,

Bari, Laterza, 1976.

Gli anni della Repubblica,

Roma, Editori Riuniti, 1976.

Page 41: A-Mendola

Una scelta di vita, Milano,

Rizzoli, 1976.

Antonio Gramsci nella vita

culturale e politica italiana,

Napoli, Guida, 1978.

Il rinnovamento del PCI,

Roma, Editori Riuniti, 1978.

Storia del Partito comunista

italiano. 1921-1943, Roma,

Editori Riuniti, 1978.

I comunisti e le elezioni

europee, Roma, Editori

Riuniti, 1979.

Page 42: A-Mendola

Un'isola, Milano, Rizzoli,

1980. Cover

Tra passioni e religione.

Discorsi a Milano del 1957 al

1977, Milano, Rizzoli, 1982.

Polemiche fuori tempo,

Roma, Editori Riuniti, 1982.

Riflessioni su gli anni '70

nelle lezioni di Amendola alle

Frattochie, Roma, C. Salemi,

1983.

Discorsi parlamentari, Roma,

Camera dei deputati, 2000.

Page 43: A-Mendola

Giorgio Amendola nella storia

d'Italia, Torino, Cerabona,

2007.

Giorgio Amendola, La

Basilicata e la via italiana al

socialismo, a cura di

Giovanni Caserta, Torino,

Cerabona, 2008

Giorgio Amendola: Gli anni

della Repubblica

(1945-1980), di Giovanni

Cerchia, Torino, Cerabona,

2009

Page 44: A-Mendola

Interviste con Giorgio

Amendola[modifica |

modifica wikitesto]

Gennaio 1974 da Oriana

Fallaci, in Intervista con la

storia, p. 312-342, nuova

edizione ampliata e riveduta,

Biblioteca Universale Rizzoli,

giugno 1977

« V'era in quell'omaccione

burbero, sanguigno, sassoso,

una delicatezza quasi

femminile. »

Page 45: A-Mendola

Oriana Fallaci (p. 314)

« E volevo combattere il

fascismo. Soprattutto dopo la

morte di mio padre, non

sapevo che farmene delle

parole e basta. Ma quasi tutti

i vecchi liberali erano

emigrati all'estero, e quelli

rimasti in Italia non volevano

affrontare l'attività

illegale.[....] I comunisti

erano i soli a combattere.

[.....]

Page 46: A-Mendola

La mia fu una decisione

travagliata. Ci pensai su

quasi due anni. Perché in

fondo il mio gruppo era

costituito dagli antesignani di

Giustizia e libertà. Ero amico

di Ernesto Rossi e, se non

fossi diventato comunista,

sarei diventato uno di

Giustizia e Libertà. Ma

quando Ernesto Rossi venne

a cercarmi perché

organizzassi a Napoli

Giustizia e Libertà, io m'ero

Page 47: A-Mendola

ormai deciso a iscrivermi al

PC. Infatti mi ci iscrissi dieci

giorni dopo, il 7 novembre

1929. »

Giorgio Amendola

nell'intervista con la Fallaci,

(pp. 325–326)

Note[modifica | modifica

wikitesto]

^ Giorgio Amendola,

Fascismo e movimento

Page 48: A-Mendola

operaio, Editori riuniti, 1975,

p. 232

^ Sentenza n. 161 del

18.11.1931 contro Giorgio

Amendola e altri

("Organizzazione comunista

napoletana attiva nel

1930-1931, soprattutto negli

stabilimenti industriali.

Diffusione dei giornali

"Operaio bolscevico",

"Scintilla", "Falce e martello";

Costituzione del PCd'I,

propaganda sovversiva"). In:

Page 49: A-Mendola

Adriano Dal Pont, Simonetta

Carolini, L'Italia dissidente e

antifascista. Le ordinanze, le

Sentenze istruttorie e le

Sentenze in Camera di

consiglio emesse dal

Tribunale speciale fascista

contro gli imputati di

antifascismo dall'anno 1927

al 1943, Milano 1980

(ANPPIA/La Pietra), vol. I, p.

546

^ Commissione di Roma,

ordinanza del 25.3.1933

Page 50: A-Mendola

contro Giorgio Amendola

("Stralciato dal processo

all'organizzazione napoletana

celebrato nel gennaio 1932

perché latitante, arrestato al

rientro in Italia nel giugno

1932, amnistiati i reati che

ne avrebbero determinato la

condanna, viene confinato."):

In: Adriano Dal Pont,

Simonetta Carolini, L'Italia al

confino 1926-1943. Le

ordinanze di assegnazione al

confino emesse dalle

Page 51: A-Mendola

Commissioni provinciali dal

novembre 1926 al luglio

1943, Milano 1983

(ANPPIA/La Pietra), vol. IV,

p. 1380

^ Luigi Longo, "I centri

dirigenti del PCI nella

Resistenza", Editori Riuniti,

Roma, 1973, p. 38.

^ Lettera di Giorgio

Amendola a Leone Cattani

sulle vicende di via Rasella,

pubblicata sul sito

dell'Associazione Italiana

Page 52: A-Mendola

Autori Scrittori Artisti

"L'ARCHIVIO".

^ Alessandro Portelli,

L'ordine è già stato eseguito.

Roma, le Fosse Ardeatine, la

memoria, Roma, Donzelli

Editore, 1999, ISBN

88-7989-457-9. URL

consultato il 21 marzo 2009.

p. 188.

^ Aurelio Lepre, Via Rasella.

Leggenda e realtà della

Resistenza a Roma, Bari,

Page 53: A-Mendola

Laterza, 1996, ISBN

88-420-5026-1. pp. 27-28.

^ Dalla Lettera di Giorgio

Amendola a Leone Cattani

sulle vicende di via Rasella,

riassumendo la linea del suo

intervento.

^ Lepre, p. 49

^ L'URSS aveva riconosciuto

il governo monarchico

Badoglio pochi giorni prima,

il 14 marzo 1944.

Page 54: A-Mendola

^ Franco Catalano, L'Italia

dalla dittatura alla

democrazia - 1919-1948,

Feltrinelli, Milano, 1975, vol.

2, p. 59

^ Idem, p. 64

^ Idem, p. 41

^ Lepre, p. 49. Portelli, p.

226

^ Enzo Forcella, La storia di

via Rasella. Partigiani e

penne rosse, in Corriere della

Page 55: A-Mendola

Sera, 10 aprile 1998. URL

consultato il 20 aprile 2010.

^ Portelli, p. 225.

^ Gianni Bisiach, Pertini

racconta, Milano, Mondadori,

1983. p. 130.

^ Alberto Benzoni, Elisa

Benzoni, Attentato e

rappresaglia. Il PCI e via

Rasella, Venezia, Marsilio,

1999, ISBN 88-317-7169-8.

p. 25.

Page 56: A-Mendola

^ Arturo Colombo, Su via

Rasella, in Corriere della

Sera, 31 luglio 1997. URL

consultato il 23 marzo 2009.

^ Nel 16º e ultimo scrutinio i

voti del PCI confluirono su

Pertini, che venne eletto.

^ Vedi tutte le sue opere

segnalate dal «Sistema

Bibliotecario Nazionale»

^

((http://www.quirinale.it/ele

Page 57: A-Mendola

menti/Continua.aspx?tipo=Di

scorso&key=1662))

^ Occorre "spazzare gli

equivoci e sapere chi vuole

combattere per la salvezza

della democrazia ed è pronto

a tutti i sacrifici, e chi sta

dall'altra parte". L'Unità, 12

giugno 1977.