A LA VACANZA NON SIA VUOTO EDUCATIVO «Avanti insieme» · le e dagli impegni scolastici. Un po’...

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LA VACANZA NON SIA VUOTO EDUCATIVO REMIGIO RUSSO «Avanti insieme» documento. Gli «Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia» approvati a larga maggioranza nell’ultima Assemblea dei vescovi e scuole sono finite, si riprenderà a settembre. Almeno per coloro che non sono impegnati con gli esami di maturità o di licenza media. Già i ragazzi stanno assaporando la libertà dalle rego- le e dagli impegni scolastici. Un po’ me- no le famiglie che ora si trovano ad avere un grosso problema, quello della gestio- ne dei figli per circa tre mesi. Se non si ha la fortuna di avere nonni in servizio continuativo il problema impel- lente è trovare una sistemazione tipo co- lonia dei vecchi tempi. Ecco, allora, che ba- sta avvicinarsi a una scuola in questi gior- ni e subito si viene sommersi dai volanti- ni di ogni genere di proposta: piscine, ma- re, ville e ludoteche e pure qualche par- rocchia sono pronte ad accogliere i bam- bini per fargli trascorrere una mezza gior- nata impegnati in varie attività. Per gli a- dolescenti c’è poco o niente in giro, ma tanto sono grandi e s’organizzeranno. Ma- gari con un lavoretto. Le situazioni di vita reale, si sa, non sono delle migliori e le famiglie non se la pas- sano tanto bene, spesso i primi pensieri so- no proprio per garantirsi una dignitosa sopravvivenza. Tuttavia, è necessario ri- spetto alle scelte sul “tempo libero–va- canza” dei ragazzi non farsi mai sfuggire la visione educativa di questi momenti trascorsi anche in spensieratezza. Il peri- colo della deresponsabilizzazione delle famiglie è sempre in agguato. «Il modo di vivere – specialmente nelle Nazioni più industrializzate – porta assai spesso le famiglie a scaricarsi delle loro re- sponsabilità educative, trovando nella fa- cilità di evasione (in casa rappresentata specialmente dalla televisione e da certe pubblicazioni) il modo di tener occupati tempo ed attività dei bambini e dei ra- gazzi. Nessuno può negare che v’è in ciò anche una certa giustificazione, dato che troppo spesso mancano strutture ed in- frastrutture sufficienti per potenziare e va- lorizzare il tempo libero dei ragazzi e in- dirizzarne le energie», queste le parole che Giovanni Paolo II pronunciava in un di- scorso del 1981 e che sono quanto mai at- tuali. Non serve fare mille teorie sull’uso del tempo libero, specie per una famiglia cristiana. Un’utile indicazione di massi- ma arriva dal Concilio Vaticano II: «Il tem- po libero sia impiegato per distendere lo spirito, per fortificare la salute dell’anima e del corpo; mediante attività e studi di li- bera scelta; mediante viaggi in altri paesi (turismo), con i quali si affina lo spirito dell’uomo, e gli uomini si arricchiscono con la reciproca conoscenza; anche me- diante esercizi e manifestazioni sportive, che giovano a mantenere l’equilibrio del- lo spirito, ed offrono un aiuto per stabili- re fraterne relazioni fra gli uomini di tut- te le condizioni, di nazioni o di razze di- verse» (Gs 61). Concetti che si possono fa- cilmente adattare alle singole situazioni. Discorso diverso è quello della carenza di idonee infrastrutture, anche se ci sono par- rocchie che si organizzano per un servizio tipo colonia oltre i campi estivi. Forse è ar- rivato il momento che il laicato cristiano prenda in mano questa responsabilità. L DI JOURDAN PINHEIRO a notizia dell’approvazione a lar- ga maggioranza degli «Orienta- menti per l’annuncio e la cate- chesi in Italia» nell’ultima assemblea generale dei vescovi, è stata accolta con grande gioia e entusiasmo. Frut- to di un lavoro prolungato, che ha coinvolto, oltre ai Vescovi e l’Ufficio Catechistico Nazionale con la sua Consulta, un gran numero di esper- ti e operatori pastorali direttamente impegnati in questo ambito, il do- cumento è stato preparato gradual- mente dopo una seria riflessione fat- ta anche nelle Regioni Ecclesiasti- che. Il suo titolo “Incontriamo Ge- sù” propone contemporaneamente «sia la dimensione del discepolato sia la dimensione della testimo- nianza ecclesiale»; è espressione di quella ricerca di «una pastorale che faccia perno sull’essenziale» e rive- lazione di quell’«Amarlo e farlo a- mare» di Santa Teresa di Gesù Bam- bino, richiamato da Papa Francesco nel discorso di apertura dell’assem- blea della Cei. Non si tratta, però, di un nuovo do- L cumento di base. Nella presentazio- ne per l’approvazione monsignor Marcello Semeraro, presidente della Commissione episcopale per la Dot- trina della Fede, l’Annuncio e la Ca- techesi, nonché Vescovo incaricato per la catechesi della nostra Regio- ne, ha ribadito che «si tratta di un te- sto orientativo che aiuti le nostre Chiese, oggi, a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, a quaranta- quattro anni dal Documento di Ba- se, nel tempo di una rinnovata e- vangelizzazione e dopo l’Esortazio- ne apostolica Evangelii gaudium, a rafforzare una comune azione pa- storale nell’ambito della catechesi ed uno slancio comune nell’annuncio del Vangelo». «Orientamenti», per- ciò, perché indicano una direzione, un orizzonte comune, tenendo con- to del cammino fatto, riconoscendo i “segni” propri di questo tempo e guardando in avanti “insieme” per un rinnovamento dell’evangelizza- zione e della catechesi. I segni di stanchezza e a volte di smar- rimento, e non solo dei catechisti lai- ci, non sono stati sottovalutati dai nostri pastori, che hanno voluto da- re un segnale forte di vicinanza e so- stegno. Prima ancora della sua pub- blicazione, il documento sta già dan- do un rilevante contributo: aiutare a recuperare e accrescere il fervore, «la dolce e confortante gioia di evange- lizzare, anche quando occorre semi- nare nelle lacrime». È di capitale im- portanza non perdere questa occa- sione per costruire quello «spazio vi- tale di comunione a servizio dell’u- nità» tra le nostre Chiese locali, ri- mettendo la catechesi al centro del- la attenzione dell’intera comunità ec- clesiale e rinnovando la fiducia «in un compito assolutamente primor- diale della sua missione». Ora tocca a noi accogliere e approfondire i nuo- vi orientamenti, nella speranza che si consolidino la corresponsabilità e il desiderio ci «camminare insieme», che crescano gli sforzi per una rin- novata proposta formativa e si riac- cenda «una autentica passione per la catechesi » (Giovanni Paolo II, Cate- chesi Tradendae 63). Per dire con san Paolo guai a noi se non favorissimo e sostenessimo, come comunità ec- clesiali, le nuove condizioni perché il vangelo sia annunciato a tutti. Semeraro: «Una risposta ai cambiamenti» ichiamare tutti «alla responsabilità dell’educazione alla fede». Lo sottolinea monsignor Marcello Semeraro, presidente della Commissione Cei per la dot- trina della fede, l’annuncio e la catechesi, in questa intervista per spiegare il per- ché dei nuovi Orientamenti approvati dall’Assemblea della Cei. Perché la scelta di elaborare questo testo? Il Documento di Base continua ancora oggi a orientare l’impegno catechistico in Italia. Dopo oltre quarant’anni, tuttavia, è fortemente mutato il contesto socio– culturale e anche la sensibilità religiosa; anche le nostre Chiese in questi anni hanno camminato e anche sperimentato nuovi percorsi. Lo scopo principale di questi Orientamenti è richiamare tutti, all’interno di un decennio dedicato a E- ducare alla vita buona del Vangelo, alla responsabilità nell’educazione alla fede. Come operare perché siano accolti a livello diocesano e parrocchiale? Spero che nelle nostre Chiese particolari si individuino le forme migliori perché tutti gli operatori pastorali delle comunità parrocchiali facciano tesoro delle in- dicazioni riportate in questo testo. Ho fiducia nell’apporto degli Uffici Catechi- stici diocesani e regionali, perché il testo possa essere presentato e approfondi- to in tutte le sedi e utilizzarlo nella programmazione. R E gli studenti «cablano» l’Istituto Marconi Come unire lo studio e la pratica. Un principio applicato nell’Istituto d’Istruzio– ne Superiore “G. Marconi” di Latina, dove da pochi giorni l’edificio è cablato in fibra ottica e sistemi wi–fi. Lavoro svolto da circa 150 alunni e 18 docenti grazie a fondi della Provincia di Latina e del Ministero. Una lavoro, come spiegato dal dirigente scolastico Ester Scarabello, che «dopo lo studio teorico della fibra ottica ha portato alla costruzione della rete, 5 armadi e i 32 access point». (R.R.) SCUOLA . A RRIVA L ESTATE ISTRUZIONE ALBANO DOMANI AL VIA IL «LABORATORIO» a pagina 3 ANAGNI-ALATRI PELLEGRINI IN CAMMINO a pagina 4 C. CASTELLANA L’ASSEMBLEA DIOCESANA a pagina 5 CIVITAVECCHIA «COSTRETTI» ALLA SANTITÀ a pagina 6 FROSINONE «CELEBRARE E RICORDARE» a pagina 7 GAETA ESSERE PASTORE COME VUOLE DIO a pagina 8 LATINA «COMUNICARE, CIOÈ AMARE» a pagina 9 PALESTRINA PACE, REALTÀ POSSIBILE a pagina 10 PORTO-S.RUFINA ARTISTI IN ERBA A FIUMICINO a pagina 11 SORA CON IL SIGILLO DELLO SPIRITO a pagina 13 TIVOLI LA VISITA PASTORALE A CAMPOLIMPIDO a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI PER UNA CURA PIÙ UMANA a pagina 12 LAZIO SETTE icono che sia difficile parlare della Trinità. Dicono che siano cose di altri tempi. La modernità o la post modernità come dir si voglia ha altri bisogni, altri linguaggi da esplorare. Eppure i Papi ci hanno sempre invitato a non venir meno alla pienezza del linguaggio della fede . E papa Francesco quotidianamente traduce in immagini a volte ardite e inusuali l’antico insegnamento della Chiesa. Facciamo, allora, un piccolo esercizio con il mistero della Santissima Trinità per vedere se è proprio così difficile ritradurlo. La Trinità è anzitutto un’esperienza eterna di comunione, di totale e assoluta reciprocità. Non esiste l’Uno senza l’Altro. Non può esserci il Padre senza il Figlio – che Padre sarebbe? – né questi senza lo Spirito che li anima – come sarebbero una sola cosa? –. Ma, a pensarci bene, non è proprio questo quello che noi sogniamo? Un amore che senza annullarmi mi avvolge e mi definisce? Non aspirano a questo gli innamorati? Così la Trinità è ciò che il cuore dell’uomo desidera, il sogno proibito di una gioia assoluta e totale. E che però non è un utopia ma in Gesù esiste , è reale, è possibile! Chissà se non siamo irriverenti nell’annunciare la Trinità come il tabù estremo che il nostro animo neanche vuole immaginare: la delusione se non fosse reale sarebbe impossibile da sostenere! E noi cristiani folli come Gesù osiamo dar vita al proibito. Al “non potrà mai essere”. E lo chiamiamo Trinità. Francesco Guglietta D L’amore che tutti sogniamo Domenica, 8 giugno 2014 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 SOLIDARIETÀ UNA COLLETTA STRAORDINARIA a pagina 2 IL FATTO L’Assemblea generale della Cei con papa Francesco lo scorso 19 maggio

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LA VACANZA NON SIAVUOTO EDUCATIVO

REMIGIO RUSSO

«Avanti insieme»documento.Gli «Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia»approvati a larga maggioranza nell’ultima Assemblea dei vescovi

e scuole sono finite, si riprenderà asettembre. Almeno per coloro chenon sono impegnati con gli esami di

maturità o di licenza media. Già i ragazzistanno assaporando la libertà dalle rego-le e dagli impegni scolastici. Un po’ me-no le famiglie che ora si trovano ad avereun grosso problema, quello della gestio-ne dei figli per circa tre mesi.Se non si ha la fortuna di avere nonni inservizio continuativo il problema impel-lente è trovare una sistemazione tipo co-lonia dei vecchi tempi. Ecco, allora, che ba-sta avvicinarsi a una scuola in questi gior-ni e subito si viene sommersi dai volanti-ni di ogni genere di proposta: piscine, ma-re, ville e ludoteche e pure qualche par-rocchia sono pronte ad accogliere i bam-bini per fargli trascorrere una mezza gior-nata impegnati in varie attività. Per gli a-dolescenti c’è poco o niente in giro, matanto sono grandi e s’organizzeranno. Ma-gari con un lavoretto.Le situazioni di vita reale, si sa, non sonodelle migliori e le famiglie non se la pas-sano tanto bene, spesso i primi pensieri so-no proprio per garantirsi una dignitosasopravvivenza. Tuttavia, è necessario ri-spetto alle scelte sul “tempo libero–va-canza” dei ragazzi non farsi mai sfuggirela visione educativa di questi momentitrascorsi anche in spensieratezza. Il peri-colo della deresponsabilizzazione dellefamiglie è sempre in agguato.«Il modo di vivere – specialmente nelleNazioni più industrializzate – porta assaispesso le famiglie a scaricarsi delle loro re-sponsabilità educative, trovando nella fa-cilità di evasione (in casa rappresentataspecialmente dalla televisione e da certepubblicazioni) il modo di tener occupatitempo ed attività dei bambini e dei ra-gazzi. Nessuno può negare che v’è in ciòanche una certa giustificazione, dato chetroppo spesso mancano strutture ed in-frastrutture sufficienti per potenziare e va-lorizzare il tempo libero dei ragazzi e in-dirizzarne le energie», queste le parole cheGiovanni Paolo II pronunciava in un di-scorso del 1981 e che sono quanto mai at-tuali. Non serve fare mille teorie sull’usodel tempo libero, specie per una famigliacristiana. Un’utile indicazione di massi-ma arriva dal Concilio Vaticano II: «Il tem-po libero sia impiegato per distendere lospirito, per fortificare la salute dell’animae del corpo; mediante attività e studi di li-bera scelta; mediante viaggi in altri paesi(turismo), con i quali si affina lo spiritodell’uomo, e gli uomini si arricchisconocon la reciproca conoscenza; anche me-diante esercizi e manifestazioni sportive,che giovano a mantenere l’equilibrio del-lo spirito, ed offrono un aiuto per stabili-re fraterne relazioni fra gli uomini di tut-te le condizioni, di nazioni o di razze di-verse» (Gs 61). Concetti che si possono fa-cilmente adattare alle singole situazioni.Discorso diverso è quello della carenza diidonee infrastrutture, anche se ci sono par-rocchie che si organizzano per un serviziotipo colonia oltre i campi estivi. Forse è ar-rivato il momento che il laicato cristianoprenda in mano questa responsabilità.

L

DI JOURDAN PINHEIRO

a notizia dell’approvazione a lar-ga maggioranza degli «Orienta-menti per l’annuncio e la cate-

chesi in Italia» nell’ultima assembleagenerale dei vescovi, è stata accoltacon grande gioia e entusiasmo. Frut-to di un lavoro prolungato, che hacoinvolto, oltre ai Vescovi e l’UfficioCatechistico Nazionale con la suaConsulta, un gran numero di esper-ti e operatori pastorali direttamenteimpegnati in questo ambito, il do-cumento è stato preparato gradual-mente dopo una seria riflessione fat-ta anche nelle Regioni Ecclesiasti-che. Il suo titolo “Incontriamo Ge-sù” propone contemporaneamente«sia la dimensione del discepolatosia la dimensione della testimo-nianza ecclesiale»; è espressione diquella ricerca di «una pastorale chefaccia perno sull’essenziale» e rive-lazione di quell’«Amarlo e farlo a-mare» di Santa Teresa di Gesù Bam-bino, richiamato da Papa Francesconel discorso di apertura dell’assem-blea della Cei.Non si tratta, però, di un nuovo do-

Lcumento di base. Nella presentazio-ne per l’approvazione monsignorMarcello Semeraro, presidente dellaCommissione episcopale per la Dot-trina della Fede, l’Annuncio e la Ca-techesi, nonché Vescovo incaricatoper la catechesi della nostra Regio-ne, ha ribadito che «si tratta di un te-sto orientativo che aiuti le nostreChiese, oggi, a cinquant’anni dalConcilio Vaticano II, a quaranta-quattro anni dal Documento di Ba-se, nel tempo di una rinnovata e-vangelizzazione e dopo l’Esortazio-ne apostolica Evangelii gaudium, arafforzare una comune azione pa-storale nell’ambito della catechesi eduno slancio comune nell’annunciodel Vangelo». «Orientamenti», per-ciò, perché indicano una direzione,un orizzonte comune, tenendo con-to del cammino fatto, riconoscendoi “segni” propri di questo tempo eguardando in avanti “insieme” perun rinnovamento dell’evangelizza-zione e della catechesi.I segni di stanchezza e a volte di smar-rimento, e non solo dei catechisti lai-ci, non sono stati sottovalutati dainostri pastori, che hanno voluto da-

re un segnale forte di vicinanza e so-stegno. Prima ancora della sua pub-blicazione, il documento sta già dan-do un rilevante contributo: aiutare arecuperare e accrescere il fervore, «ladolce e confortante gioia di evange-lizzare, anche quando occorre semi-nare nelle lacrime». È di capitale im-portanza non perdere questa occa-sione per costruire quello «spazio vi-tale di comunione a servizio dell’u-nità» tra le nostre Chiese locali, ri-mettendo la catechesi al centro del-la attenzione dell’intera comunità ec-clesiale e rinnovando la fiducia «inun compito assolutamente primor-diale della sua missione». Ora toccaa noi accogliere e approfondire i nuo-vi orientamenti, nella speranza chesi consolidino la corresponsabilità eil desiderio ci «camminare insieme»,che crescano gli sforzi per una rin-novata proposta formativa e si riac-cenda «una autentica passione per lacatechesi » (Giovanni Paolo II, Cate-chesi Tradendae 63). Per dire con sanPaolo guai a noi se non favorissimoe sostenessimo, come comunità ec-clesiali, le nuove condizioni perchéil vangelo sia annunciato a tutti.

Semeraro: «Una risposta ai cambiamenti»ichiamare tutti «alla responsabilità dell’educazione alla fede». Lo sottolineamonsignor Marcello Semeraro, presidente della Commissione Cei per la dot-

trina della fede, l’annuncio e la catechesi, in questa intervista per spiegare il per-ché dei nuovi Orientamenti approvati dall’Assemblea della Cei.Perché la scelta di elaborare questo testo?Il Documento di Base continua ancora oggi a orientare l’impegno catechistico inItalia. Dopo oltre quarant’anni, tuttavia, è fortemente mutato il contesto socio–culturale e anche la sensibilità religiosa; anche le nostre Chiese in questi annihanno camminato e anche sperimentato nuovi percorsi. Lo scopo principale diquesti Orientamenti è richiamare tutti, all’interno di un decennio dedicato a E-ducare alla vita buona del Vangelo, alla responsabilità nell’educazione alla fede.Come operare perché siano accolti a livello diocesano e parrocchiale?Spero che nelle nostre Chiese particolari si individuino le forme migliori perchétutti gli operatori pastorali delle comunità parrocchiali facciano tesoro delle in-dicazioni riportate in questo testo. Ho fiducia nell’apporto degli Uffici Catechi-stici diocesani e regionali, perché il testo possa essere presentato e approfondi-to in tutte le sedi e utilizzarlo nella programmazione.

R

E gli studenti«cablano»l’Istituto MarconiCome unire lo studio ela pratica. Un principioapplicato nell’Istitutod’Istruzio–ne Superiore “G.Marconi” di Latina, doveda pochi giorni l’edificioè cablato in fibra otticae sistemi wi–fi. Lavorosvolto da circa 150alunni e 18 docentigrazie a fondi dellaProvincia di Latina e delMinistero. Una lavoro,come spiegato daldirigente scolasticoEster Scarabello, che«dopo lo studio teoricodella fibra ottica haportato alla costruzionedella rete, 5 armadi e i32 access point». (R.R.)

S C U O L A . A R R I V A L ’ E S T A T E

ISTRUZIONE

◆ ALBANODOMANI AL VIAIL «LABORATORIO»

a pagina 3

◆ ANAGNI-ALATRIPELLEGRINI IN CAMMINO

a pagina 4

◆ C. CASTELLANAL’ASSEMBLEADIOCESANA

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIA«COSTRETTI»ALLA SANTITÀ

a pagina 6

◆ FROSINONE«CELEBRAREE RICORDARE»

a pagina 7

◆ GAETAESSERE PASTORECOME VUOLE DIO

a pagina 8

◆ LATINA«COMUNICARE, CIOÈ AMARE»

a pagina 9

◆ PALESTRINAPACE, REALTÀPOSSIBILE

a pagina 10

◆ PORTO-S.RUFINAARTISTI IN ERBAA FIUMICINO

a pagina 11

◆ SORACON IL SIGILLODELLO SPIRITO

a pagina 13

◆ TIVOLILA VISITA PASTORALEA CAMPOLIMPIDO

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIPER UNA CURAPIÙ UMANA

a pagina 12

LAZIOSETTE

icono che sia difficile parlare della Trinità. Dicono chesiano cose di altri tempi. La modernità o la post

modernità come dir si voglia ha altri bisogni, altri linguaggi daesplorare. Eppure i Papi ci hanno sempre invitato a non venirmeno alla pienezza del linguaggio della fede . E papaFrancesco quotidianamente traduce in immagini a volte arditee inusuali l’antico insegnamento della Chiesa. Facciamo,allora, un piccolo esercizio con il mistero della SantissimaTrinità per vedere se è proprio così difficile ritradurlo. LaTrinità è anzitutto un’esperienza eterna di comunione, ditotale e assoluta reciprocità. Non esiste l’Uno senza l’Altro. Nonpuò esserci il Padre senza il Figlio – che Padre sarebbe? – néquesti senza lo Spirito che li anima – come sarebbero una solacosa? –. Ma, a pensarci bene, non è proprio questo quello chenoi sogniamo? Un amore che senza annullarmi mi avvolge emi definisce? Non aspirano a questo gli innamorati? Così laTrinità è ciò che il cuore dell’uomo desidera, il sogno proibitodi una gioia assoluta e totale. E che però non è un utopia main Gesù esiste , è reale, è possibile! Chissà se non siamoirriverenti nell’annunciare la Trinità come il tabù estremo cheil nostro animo neanche vuole immaginare: la delusione senon fosse reale sarebbe impossibile da sostenere! E noicristiani folli come Gesù osiamo dar vita al proibito. Al “nonpotrà mai essere”. E lo chiamiamo Trinità.

Francesco Guglietta

DL’amore che tutti sogniamo

Domenica, 8 giugno 2014

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

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DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ SOLIDARIETÀUNA COLLETTASTRAORDINARIA

a pagina 2

IL FATTO

L’Assemblea generale della Cei con papa Francesco lo scorso 19 maggio

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Solidarietà,siamo tuttichiamatia realizzarla

Sabato 14 edizione straordinariadella «Giornata Nazionaledella Colletta Alimentare»

DI MAURO MASALA

i svolgerà sabato prossimoun’edizione straordinaria dellapopolare «Giornata Nazionale della

Colletta Alimentare». L’iniziativa s’è resanecessaria per far fronte all’emergenzaalimentare che affligge il nostro Paese:sono infatti oltre 4 milioni le persone inItalia che vivono grazie a pacchialimentari o pasti gratuiti presso lemense, e di questi oltre 400 mila sonobambini che hanno meno di 5 anni. Duemilioni di persone povere nei prossimi 4mesi rischiano di non avere sufficientiaiuti alimentari. Infatti mentre le richiestedi aiuto sono in continuo aumento, neimagazzini della Rete Banco Alimentarediminuisce la disponibilità di cibo. Perquesto allora il 14 giugno, nei

Ssupermercati di tutta Italia che aderisconoall’iniziativa, sarà possibile acquistare edonare alimenti a lunga conservazione,che poi la Rete Banco Alimentaredistribuirà alle oltre 8.800 strutturecaritative convenzionate, che ogni giornoassistono circa due milioni di poveri.Il Banco Alimentare ha come obiettivo lavalorizzazione sociale delle eccedenzealimentari a scopo benefico.La funzione del Ba è cioè quello direcuperare (gratuitamente) le eccedenzealimentari ancora perfettamentecommestibili (liberando così le aziendeproduttrici e della distribuzione daiproblemi di distruzione) e ridistribuirle,gratuitamente, agli enti ed associazioniche operano nel settore dell’assistenzasocio–caritativa. Da anni è ancheinterlocutore dell’Agea, in quanto

distribuisce eccedenze agro–alimentariritirate da questa azienda pubblica. Nel1998 ha iniziato la collaborazione con ilMinistero degli Interni per il recupero e ladistribuzione dei prodotti ortofrutticoli.In pratica il Banco Alimentare individuale eccedenze alimentari, provvede al ritiroe allo stoccaggio presso il propriomagazzino delle stesse, per poidistribuirle gratuitamente a quelleorganizzazioni non profit, che svolgonoattività assistenziale, accreditate presso ilBanco. L’accreditamento diun’organizzazione prevede lapresentazione di adeguatadocumentazione che dimostri l’attivitàdell’ente, nonché visite periodiche dicontrollo al fine di migliorare l’utilizzo ditali prodotti ad uso esclusivo di personeindigenti.

L’iniziativa s’è resa necessaria per far fronte all’emergenza alimentare cheaffligge il nostro Paese: sono infatti oltre 4milioni, tra cui 400mila bambini, le persone che vivono grazie a pacchialimentari o pasti gratuiti presso le mense

n Italia il Banco Alimentare sorgealla fine del 1989, per iniziativa diun gruppo di persone che opera in

settori attinenti alla trasformazione edistribuzione alimentare,comunicazione e assistenza sociale.Danilo Fossati, Presidente della Star, eMonsignor Luigi Giussani, fondatoredel movimento di Comunione eLiberazione, dopo aver conosciutoun’analoga esperienza in Spagna,desiderano riproporla anche nel nostroPaese. La Fondazione BancoAlimentare Onlus nasce come un’operanon a fini di lucro ma condotta e

I gestita imprenditorialmente. Nel 1996è stata riconosciuta Ente morale conDecreto Ministeriale (e dal 1999 èanche Onlus): il conseguente nuovoassetto organizzativo posto in essere,tendente a garantire agli enti beneficiun servizio più capillare, ha assegnato,a partire dal ’97, a Comitati regionalitutta l’attività di gestione dei prodotti.Così, nel dicembre 1997, nasce ancheil Comitato del Lazio con sede a Roma,il quale nel novembre 2000 si ètrasformato in associazionedenominata Banco Alimentare delLazio Onlus. Tale Associazione, iscritta

all’Albo regionale del volontariato,opera nel territorio prevalentementelaziale in base ad un accordo siglatocon la Fondazione Banco Alimentare.Nel corso degli anni ha avuto lapossibilità di supportare lo sforzo dellequasi 9 mila strutture caritative cheraggiungono 2 milioni di persone indifficoltà alimentare promuovendo la«Giornata Nazionale della CollettaAlimentare», da sempre fissataall’ultimo sabato del mese dinovembre, giunta nel 2013 alladiciassettesima edizione.

M.M.

Presto il Fondo nazionalebreve anche il nostro governo dovrebbe dare il via al-l’attuazione del Fondo Nazionale, che andrà ad unir-

si al nuovo Fondo di aiuti agli indigenti finanziato dall’U-nione Europea. Ma, in attesa di tutto questo, resta l’emer-genza, ed è questa che ha spinto alla Colletta straordina-ria. «Mentre siamo certi – afferma il presidente del BancoAlimentare Andrea Giussani – che questa chiamata straor-dinaria, rivolta a tutti i cittadini, avrà una generosa e lietarisposta di piena solidarietà verso chi ha ancora meno, nonpossiamo che attenderci una sollecita presa di posizionedelle Istituzioni perché sappiano rendere immediatamen-te operative le azioni, già programmate e finanziate da Eu-ropa ed Italia, per un sostegno sociale sempre più neces-sario e rispettoso di programmi già deliberati».

A

mirata nella sua singolare bellezza». Le“Odi Minturnesi” costituiscono una ve-ra e propria guida turistica in versi: dalponte Real Ferdinando sul fiume Gari-gliano, «con le egizie colonne e la negraarmatura di ferro, coronata del sacroeucalipto», si entra nel Comprensorio diMinturnae di cui il poeta “fotografa” so-lo il teatro ed il foro poiché tutto il re-sto era ancora da scoprire.E poi ancora l’acquedotto e il tempiosacro della Dea Marica, dov’era «la livi-da palude ed il fragor dei canneti chenascose il rifugio di Mario fuggito da Sil-la». Numerosi versi sono dedicati allaTorre Pandolfo Capodiferro, sulla rivasinistra del Garigliano e al Museo che es-sa ha ospitato fino alla distruzione av-venuta nella II Guerra Mondiale. Min-turno, sua città natale, è romantica-mente venerata con puntuali enuncia-zioni circa le chiese di San Pietro e del-l’Annunziata, il castello e la festa delle

DI STEFANIA DE VITA

on Domenico Tambolleo (1884–1962) è stato un sacerdote min-

turnese, docente di patrologia, storia elettere nel seminario di Gaeta. Nel 1911partì missionario per la diocesi di Salta,nelle Ande argentine. Tornato in Italiapubblicò diverse opere con le quali haaccuratamente descritto il Golfo di Gae-ta, servendosi dell’arte, della poesia edell’archeologia per raccontare la storiadella sua terra.Il Ministro per la Pubblica Istruzione Pie-tro Fedele nel 1935 scriveva: «Noi a-scoltiamo e raccogliamo il suo canto cheè di una ispirazione cosa sincera eprofonda, con la certezza che esso riso-nerà oltre i brevi termini della nostraregione, e che la poesia del Tambolleo,sulla quale non si è ancora general-mente fermata l’attenzione della criti-ca, sarà giustamente apprezzata ed am-

DRegne, tradizione antichissima in cui siripete il rito di ringraziamento alla Ver-gine delle Grazie per il raccolto del gra-no. Suio è svelata da Tambolleo per mezzodella villa di Zeto, dove il filosofo Ploti-no trascorse gli ultimi giorni della suavita. Così descrive la residenza formia-na del generale Mamurra: «Ne la cellaottagona costellata, dorme l’eco delleleggende autoctone; scendono sino almare i criptoportici e il flutto morde iruderi dell’atrio». Infine Gaeta, custodedello stendardo issato sulla nave am-miraglia di Marcantonio II Colonna nel-la Battaglia di Lepanto.Nei versi di Tambolleo risuona un gri-do di speranza rivolto alle generazionifuture: «Preparate i mattoni pel sacrodomani, ammassate le pietre per le ge-nerazioni: uniteci a quei che verranno,Fornaci, trofeo della vita che scorre enon s’arresta».

I giovani di Cave: «La pace ci piace»n inno alla gioia, alla pace e al confronto.Giunto alla terza edizione, l’evento è partedi un progetto di speranza pensato da al-

cuni giovani della parrocchia SS. Trinità di San Bar-tolomeo a Cave (RM), e sposato dalla Pastorale gio-vanile della diocesi di Palestrina. L’evento è pa-trocinato dal Presidente del consiglio della regio-ne Lazio, Daniele Leodori, e dalle città di Cave ePalestrina. Ciò è segno di un crescente coinvolgi-mento all’evento voluto dai giovani per i giovani,decisi ad essere «costruttori di pace» a partire dalquotidiano. L’edizione di quest’anno s’è articola-ta su tre giorni di incontri. Sono stati coinvolti al-lievi di istituti scolastici di Cave e diverse associa-zioni sportive e culturali che sosterranno il mes-saggio che il titolo dell’evento vuole trasmettere,perché la pace inizia dalla comune quotidianità.L’evento si conclude stasera alle 21 con la fiacco-lata della pace e la partecipazione del vescovo dio-cesano Domenico Sigalini, da sempre sostenitoredell’iniziativa. Durante il percorso si rifletterà suaspetti di violenza vicini al vissuto del territorio chehanno per oggetto le donne, il bullismo, le di-pendenze che nascono e alimentano il fenomeno.

Enrico Ottaviani

U

DI REMIGIO RUSSO

l sistema per il rilascio dei permessi disoggiorno agli extracomunitari rivela inprovincia di Latina il suo lato che si

presta all’illegalità. Almeno a dimostrazionedell’ultima operazione della SquadraMobile di Latina che nei giorni scorsi haarrestato cinque italianiresidenti in zona, tra cuiun avvocato, con l’accusa– a vario titolo tra loro –di favoreggiamentodell’immigrazioneclandestina e dellapermanenza sul territorionazionale di cittadiniextracomunitari irregolarie spendita di monetefalse. Per gli stessi reatideve essere arrestato

Ianche un cittadino indiano attualmenteirreperibile. L’inchiesta, coordinata dalSostituto Procuratore Daria Monsurrò, èstata avviata dopo la segnalazione delloSportello Unico per l’Immigrazione, attivopresso la Prefettura pontina, inviata loscorso anno alla Procura di Latina. Gliaddetti avevano notato un insolito aumento

di richieste di nulla ostaper l’ingresso in Italia dicittadini extracomunitariin base ai “flussi diingresso” riguardanti lamanodopera lavorativa atempo determinato. Gliinvestigatori della Mobile,guidata dal vicequestoreTommaso Niglio, sonoconvinti d’aver scoperto ilclassico gruppo di persone– ciascuno con un proprio

ruolo – che dietro la presentazione didocumenti falsi tentava di ottenere ipermessi di soggiorno a favore, in questocaso, di cittadini indiani da impiegare inagricoltura. Tuttavia il gruppo ha commessoun passo falso. Le varie richiestepresentavano una coincidenza tra la sedelegale dell’azienda richiedente, lamanodopera lavorativa e la sede lavorativadel cittadino extracomunitario, tutte ubicatenel centro cittadino di Latina, cioè inun’area impossibile per l’attività agricola.Questa ennesima inchiesta evidenzia quelloche ormai in molti iniziano a chiamare il«Sistema Latina», visto che dal 2010 ad oggi,in un paio di inchieste, sono già 34 lepersone per cui è stato richiesto il rinvio agiudizio. Poi, solo lo scorso anno in altreoperazioni sono state arrestate cinquepersone, cui si aggiungono quelle appenafinite in manette nei giorni scorsi.

Racket immigrati, nuovo colpo al «sistema Latina»

Permessi soggiorno falsi, con icinque arresti dei giorni scorsisalgono a trentaquattro le ri-chieste di rinvio a giudizio dal2010, in differenti filoni d’in-chiesta, e solo lo scorso annoin altre operazioni sono statearrestate cinque persone

La raccolta è a cura solo di volontari

Sono quasi novemila i Centri di assistenza riforniti dal Banco Alimentare

«Vuoi il permesso? Paga»

are i soldi sulla pelle deglialtri. Secondo gli inqui-renti, le “tariffe” andavano

da un minimo di 1000 euro,per sanare una posizione diclandestini, fino a 5/6.000, conpunte di 8000, per un per-messo per l’ingresso in Italia.

F

La guida turistica in versi di Domenico Tambolleo

la storia

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 8 giugno 2014

il futuroQuindici anni d’impegno per i poveri

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Page 3: A LA VACANZA NON SIA VUOTO EDUCATIVO «Avanti insieme» · le e dagli impegni scolastici. Un po’ me-no le famiglie che ora si trovano ad avere ... e sostenessimo, come comunità

Il contributo di molti per un territorio in crescitaDI GIANLUIGI SADDI *

orto–Santa Rufina racchiude nei suoiconfini le peculiarità di una diocesi diprovincia con l’impegno e le esigenze

della grande metropoli quale è Roma. Per u-na popolazione di circa 500.000 abitanti ilsuo territorio si estende su circa 2000 chi-lometri quadrati dal Grande Raccordo A-nulare di Roma a Civitavecchia e compren-de Fiumicino, Ladispoli, Cerveteri, Anguil-lara, Tolfa, Bracciano, Riano, Castelnuovodi Porto, Santa Marinella e i municipi XI, XII,XIII, XIV, XV di Roma. La trasformazione urbanistica, in atto ormaida qualche decennio si manifesta con l’e-sponenziale incremento della popolazioneche migra dalla grande città per trasferirsi inperiferia. A questo va inoltre sommato losviluppo edilizio dei diversi comuni che simostra con la nascita di numerose nuove a-ree urbane. Rilevante è anche il fenomeno

Pdei migranti da altri paesi, si calcolano ol-tre 80.000 presenze di immigranti stranie-ri, tuttavia il dato reale è difficilmente quan-tificabile vista l’alta percentuale di clande-stini. Per questo la risposta della diocesi inquesti anni è stata maggiormente indirizza-ta alla pastorale, al recupero e alla costru-zione di nuovi edifici di culto, necessità que-sta che diviene sempre più urgente. Le ri-chieste da parte delle nuove comunità e deiloro sacerdoti, sono sempre più numerose,basti pensare che nel territorio del comunedi Roma servirebbero circa venti nuovi com-plessi parrocchiali, altri venti servirebberonei Comuni di Fiumicino, Cerveteri, Ladi-spoli, Santa Marinella e Riano.L’ultimo decennio ha rappresentato per ladiocesi un motivo di intenso impegno nel-la dotazione di nuovi centri pastorali e nelrecupero di quelli esistenti: un investimen-to di risorse umane, professionali ed eco-nomiche sostenuto dalla scelta che molti,

credenti e non, fanno destinando l’8xmille al-la Chiesa cattolica. La costruzione di una nuo-va chiesa ha un rilevante impatto pastorale e so-ciale, è un gesto di carità che offre alla piccolafrazione o al grande quartiere la possibilità diavere spazi per cresere insieme. Le attività di iniziazione cristiana e gli oratoridelle parrocchie, rappresentano difatti una ri-sorsa per molte zone urbanizzate dove all’in-nalzamento di palazzi e quartieri interi non èseguita un’adeguata realizzazione di luoghi ag-greganti per la sana formazione della comu-nità. Ma una chiesa è anche punto di riferi-mento per i molti poveri che vivono nel terri-torio. La fitta rete delle Caritas parrocchiali met-te a disposizione l’accoglienza di generosi vo-lontari che non solo rispondono direttamenteai bisogni delle persone in difficoltà ma cerca-no di iniziare con chi chiede aiuto un accom-pagnamento finalizzato a promuoverne la di-gnità e l’autonomia.

* economato diocesano

Gli interventi realizzati negli ultimi cinque anni

Cerveteri. S. Maria Maggio-re, 2011, euro 425.000. SS.Trinità, 2011, euro4.820.000. S. Martino, 2013,euro 350.000. Fiumicino.SS. Ippolito e Lucia, 2011,euro 330.000. S. Giorgio,2013, euro 216.000. S. Be-nedetto Abate, Parco Leo-nardo, 2010, euro 160.000.Ladispoli. SS. Annunziata,2013, euro 430.000. Roma.Sacri Cuori di Gesù e Maria,2012, euro 840.000. S. Roc-co, 2010, euro 745.000. S.Maria di Nazareth, in corso,euro 3.600.000. SS. Pietro ePaolo, in corso, euro3.600.000.

Quei veri artisti in erbaFiumicino.All’istituto comprensivo Colombogli alunni raccontano un anno ricco di passioniDI SIMONE CIAMPANELLA

accontare un anno di vita ascuola non è cosa facile inmeno di una mattinata,

invece gli alunni dell’Istitutocomprensivo Cristoforo Colombodi Fiumicino, l’hanno fatto e purebene. In occasione dellapremiazione degli alunni dellescuole di Fiumicino vincitori delconcorso Artisti in erba tra cui gliistituti Grassi, Lido del faro, PortoRomano e Segrè, gli studentihanno dato prova di saperraccontare i loro numerosi talenti.L’evento, patrocinatodall’assessorato ai servizi sociali,salute, scuola, sport einfanzia, si è aperto inmaniera inaspettata, conl’inno della scuolascritto dall’insegnante emusicista Attilio Berni, edall’insegnanteBraidotti, cosa tantoinsolita quantoentusiasmante per laqualità artistica delbrano, resa pienamentedal coro della scuola.Alla bella sigla inizialeha fatto seguito il saluto deldirigente scolastico, Maria PiaSorce, al vescovo Gino Reali, cheaveva accolto con felicità l’invitoalla manifestazione, e alle autoritàcomunali presenti. Sorce haillustrato l’importanza di offrirestimoli ai giovani per trasmettereil fascino del sapere, favorendoanche la nascita di passionidifferenti, elementi essenziali perla formazione di persone oneste esensibili. Invitato a parlare,monsignor Reali ha espressol’apprezzamento el’incoraggiamento per l’iniziativae, rivolgendosi ai ragazzi, li hainvitati a coltivare l’amore per lostudio e per le altre offerteformative, perché uscendo dallascuola possano «portare via unpatrimonio grande, la passioneper la vita, l’apertura verso gli altri

Re la capacità di costruirequalcosa di bello pertutti». Scorrono poisullo schermo leimmagini cheraccolgono i varipercorsi seguiti daglialunni, tra cui una visitanei luoghi della mafia,una serie di incontrisull’usura, mostrandonela soluzione in unarivoluzione culturale.Infine è stato presentatoun interessante softwareCompiti 1.0, scritto daFilippo Fatiga,l’insegnante che ha

coordinato la mattinata.Il programma permetteuna seria gestione deicompiti, che facilità einnova i tempi e iluoghi dellosvolgimento attraverso inuovi media.Le attività curricularihanno raccontato laprofessionalitàdell’istituto e l’evidentevocazioneall’educazione, ma anche lacapacità di saper dialogare con ilterritorio e di essere centroprivilegiato per la crescita dellenuove generazioni.Franco Osvaldo Faietta, autoredell’opera Isola Sacra. L’isola deisogni, ha condiviso con i ragazzi e iloro genitori il suo interesse distorico del territorio, per la

precisione di una delimitata areadi Fiumicino, riuscendo acatturare l’attenzione dell’uditorio. Poi è stato il momento dellapremiazione. Le poesie dei ragazzierano davvero tutte belle e nonbanali, diversi scritti esprimevanola capacità dei loro giovanissimiautori di sapersi rapportare con

importanti aspetti dell’esistenza.Colpiva infatti nella scelta deglispazi, dei versi, di alcune parole, lapadronanza seppur ancora acerbadi saper pensare con rigore e dievidenziare un ricco senso criticoin crescita: «Vivere non è aspettareil sole ma imparare a camminaresotto la pioggia».

L’augurio del vescovo Realiper «prendere» dalla scuolaun patrimonio grande,la passione per la vita,l’apertura verso gli altrie la capacità di costruirequalcosa di bello per tutti

evangelizzazione

i è concluso domenica scorsa, il ciclo dei quattro incontri per la Missio ad Gentes at-traverso cui il Cammino Neocatecumenale con oltre 200 fratelli ha voluto sostene-

re la nuova evangelizzazione del 2014. Contemporaneamente l’evangelizzazione si èsvolta in 100 piazze a Roma e in 10.000 città, in tutto il mondo. Con molta semplicitàe passione adulti, giovani e bambini, hanno testimoniato la loro esperienza di fede, in-vitando la gente che passava all’ascolto della parola di Dio. Al centro di questa presen-za tra la gente l’annuncio del kerigma: «Dio ha tanto amato il mondo da offrire il pro-prio unico Figlio per me e per te, affinché tutti possiamo essere salvati». Lo stile di que-sta forma di evangelizzazione trova ispirazione nell’invito di papa Francesco di usciredalle chiese, per incontrare sulla strada le persone disorientate del nostro tempo, of-frendo una risposta alle difficoltà di oggi: la solitudine, l’angoscia, la confusione. Due iluoghi del territorio diocesano interessati dall’iniziativa: a Marina di San Nicola, doveerano impegnate le comunità di Furbara, Ladispoli, Casalotti e Riano, e a Fiumicino, do-ve ad animare la liturgia sono state le comunità locali e quelle di Castelnuovo di Porto.

Marino Lidi

SAnnunciare Dio tra la gente

DI GIOVANNI DI MICHELE *

li auguri a Suor Lauretta lifacciamo tutti noi, dellacomunità diocesana di Porto–

Santa Rufina. Ma papa Francesco, che ciha anticipati tutti, glieli ha fatti già dipersona, salutandola e incoraggiandolapersonalmente, mercoledì scorso, inpiazza San Pietro. Chi sono le SuoreMinistre degli infermi di san Camillo dicui suor Lauretta Gianesin è ora MadreGenerale, dopo il mandato di MadreJuliana Fracasso? La loro fondatrice èMaria Domenica Brun Barbantini,testimone autentica di un amoreevangelico, fatto di gesti di attenzione,di cristiana consolazione, di generosadedizione e di instancabile vicinanza

agli ammalati e ai sofferenti. Una vitasingolare la sua. Nasce a Lucca nel1789. Si sposa all’età di 22 anni.Rimane vedova dopo solo 5 mesi dimatrimonio, mentre attendeva un figlioil quale muore all’età di 8 anni. Da unmatrimonio infranto e da una maternitàspezzata, Maria Domenica seppeelevarsi ad una maternità spirituale eduniversale. Le sue figlie sono sparse inundici paesi del mondo: Italia, TaiwanBrasile, Thailandia, Kenia, Filippine,Cile, Albania, Haiti, India, Vietnam. Sulsuo esempio le religiose curano i malatinel corpo, nel cuore e nello spirito.Sono presenti in varie strutturesanitarie: ospedali, case di riposo,residenze sanitarie assistite, dispensari,ambulatori poli–specialistici, riservando

particolare attenzione all’assistenzasanitaria domiciliare, oggiparticolarmente necessaria. Impegnatedovunque nella umanizzazione dellamorte, sono animatrici della pastoraledella salute nelle parrocchie e nellediocesi, occupandosi della formazionesanitaria di base per le famigliedisagiate e per i bambini di strada. Lacasa generalizia si trova nel territoriodiocesano a La Giustiniana dove si stasvolgendo il 34° Capitolo Generale. Alei, al nuovo consiglio e a tutte lereligiose auguriamo un proficuo lavoronel loro delicato campo di azione. Diqueste presenze e testimonianze ilnostro cristianesimo ha oggi struggentebisogno.

* delegato per la vita consacrata

G

Gianesin, generale delle camillianeasìlide, insieme ai compa-gni Trìpode e Màndalo,

subì martirio nel 275, sotto Au-relio Imperatore, e fu sepoltoal XII miglio della via Aurelia,nei pressi di Lorium, fra l’at-tuale casale della Bottaccia eCastel di Guido. Dei martiri nonsi conosce molto, perché le trepassiones che raccontano la lo-ro vita, essendo tardive, sonostate giudicate prive di valoreda alcuni studiosi. Il martiro-logio romano ricorda i tre san-ti anche nella data del 10 giu-gno, insieme con altri ventimartiri. È più probabile peròla data del 12 giugno, perché

confermata dal Capitulare E-vangeliorum di Würzburg cherisale al VII secolo e dagli altriCapitolari romani. Nel Me-dioevo esistevano due basili-che dedicate al martire, oggiscomparse. L’una, costruita se-condo la tradizione sul luogodel martirio, lungo la Via Au-relia, ricordata anche dall’Iti-nerarium Malmesburiense; laseconda, costruita sulla via La-bicana. Le reliquie dei martirisi trovano nella chiesa di San-ta Maria in Traspontina, sottoun altare laterale dedicato aiSanti Apostoli Pietro e Paolo.

Roberto Leoni

B

Suor Lauretta Gianesin

Basilide, Trìpode, Màndalotra i santi martiri portuensi

Il vescovo Gino Reali e il dirigente scolastico Maria Pia Sorce

La chiesa della Santissima Trinità a Cerveteri

Ecco le date da ricordare10 giugno Giornata sacerdotale,Santuario mariano di Ceri, ore 9.30– 14.3012 giugno Memoria dei SantiBasilide, Tripode e Màndalo,martiri.Riunione del Consiglio presbiteriale,Curia vescovile, ore 9.3014 giugno Pellegrinaggio deireligiosi e religiose della diocesi alSantuario di Ceri, ore 16

11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected]

Domenica, 8 giugno 2014

www.diocesiportosantarufina.itagenda

Ladispoli

Conoscere le proprie originiper mostrarne la ricchezza

DI ENZO CRIALESI *

artedì scorso la professores-sa Angela Nicoara, a nomedel ministero della Pubblica

Istruzione Romeno, ha consegnatoil diploma ai bambini e ai ragazziche hanno frequentato il settimo cor-so di cultura, di civiltà e lingua ro-mena, alla presenza del sindaco diLadispoli, Crescenzo Paliotta, di al-tre autorità comunali, di padre LivioBaciu, della parrocchia ortodossa diSant’Andrea Apostolo e del direttoredell’Ufficio Migrantres diocesano. Acondurre la cerimonia due ragazziche in italiano e in romeno presen-tavano i vari momenti dell’iniziativa.Il dirigente dell’istituto Melone, Ric-cardo Agresti, ha rivolto ai giovanil’incoraggiamento per continuare acoltivare la loro cultura «che vi fa cre-scere nella conoscenza della vostra i-dentità e delle vostre radici, voi ra-gazzi siete la cosa più bella». Questicorsi, iniziati nel 2007 con la spon-sorizzazione del ministero della Pub-

blica Istruzione della Romania, rap-presentato da Lavinio Eni dell’am-basciata romena in Italia, sono statiideati per dare la possibilità ai giovaninati in Italia di conoscere la cultura,la storia e la lingua della Romania.L’iniziativa ben si colloca nell’atten-zione all’incontro emerso nella re-cente preghiera ecumenica in cui ivescovi Gino Reali e Siluan Span,hanno ribadito che la fedeltà all’u-nico Signore si alimenta proprio at-traverso un dialogo fatto di cono-scenza reciproca e di vera riscopertadell’altro. Il sindaco Paliotta ha rile-vato la bontà dell’iniziativa, che sipone come gesto concreto verso l’in-tegrazione e la riscoperta dell’appar-tenenza a una storia comune, quelladell’Europa, che dopo aver dram-maticamente vissuto sulla sua pellela guerra fratricida consumatasi 70anni fa, vuole continuare ad ali-mentare la pace con l’amicizia e l’in-contro dei popoli che l’hanno resagrande.

* Ufficio Migrantes

M

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