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LO NA TO 48 a Fiera Regionale agricola gastronomica commerciale artigianale di MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI REGIONE LOMBARDIA ASSESSORATO ALL’AGRICOLTURA PROVINCIA DI BRESCIA ASSESSORATI AGRICOLTURA ZOOTECNIA E AGRITURISMO CACCIA E PESCA CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI BRESCIA ENTE REGIONALE PER I SERVIZI ALL’AGRICOLTURA E ALLE FORESTE 13-14-15 GENNAIO 2006 Supplemento a “Lonato in Casa” - Notiziario dell’Amministrazione Comunale - Anno IX n. 36 - Dicembre 2005 PROMODIS ITALIAEDITRICE - Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Brescia

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LONATO

48a Fiera Regionaleagricola gastronomica commerciale artigianale

di

MINISTERO DELLEPOLITICHE AGRICOLEE FORESTALI

REGIONE LOMBARDIAASSESSORATOALL’AGRICOLTURA

PROVINCIA DI BRESCIAASSESSORATIAGRICOLTURAZOOTECNIA E AGRITURISMOCACCIA E PESCA

CAMERA DI COMMERCIOINDUSTRIA ARTIGIANATOE AGRICOLTURADI BRESCIA

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13-14-15 GENNAIO 2006

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LONATO

48ª Fiera Regionaleagricola gastronomica commerciale artigianale

di

s o m m a r i o3 Quale futuro per la Fiera di Lonato?5 Saluto del Presidente della 48ª edizione7 Saluto del Comitato Fiera8 È tornata a risplendere la Sala Consiliare9 L’attività commerciale a Lonato

fra passato e prospettive future11 Programma delle manifestazioni16 In nome di Antonio19 Camillo Tarello e Sforza Pallavicino

generalissimo della Repubblica Veneta23 Lonato a Parigi?30 Tesori nascosti, i pozzi antichi33 Il concorso cibi e ricette

della tradizione popolare locale41 Proverbi e detti bresciani42 Emozioni in musica43 Centro Sportivo del Garda,

un progetto per i giovani44 Istituto d’Istruzione Superiore “V. Dandolo”46 Importante convenzione del Comune

per il mondo agricolo47 Vacanze terapeutiche:

i bambini bielorussi cercano ospitalità48 Il Coro “Arcangelo da Lonato”

quasi vent’anni di amore per il canto49 A lume di candela e di torcia, l’illuminazione

nelle abitazioni del medioevo53 Le invenzioni medievali. I mulini

58 Artistica Aquile Lonato59 Si amplia l’offerta dell’Istituto

“Paola di Rosa”. Apre il Liceo Scientifico60 Iniziative energetiche

del Consorzio di Bonifica Medio Chiese65 Lettera aperta ai cittadini lonatesi

dal Presidente A.C.A.T.67 Registro Italiano Giulia a Lonato68 Associazioni e Centri Sportivi a Lonato71 A tutto porcello.

Rassegna gastronomica a base di maialedal 7 gennaio al 5 febbraio 2006

78 Il sociale a Lonato80 Ringraziamenti del presidente del Comitato Fiera

Supplemento aLONATO IN CASA - Notiziario dell’Amministrazione Comunale

Anno IX - N. 36 - Dicembre 2005

Direttore responsabile: Mario Bocchio

Autorizzazione Tribunale di Brescia n. 5 del 18-2-1997

Editore: Promodis Italia, Brescia - Via Zara 66, tel. 030.220261 - Fax 030.225868

Foto: Archivio Comune di Lonato, Archivio Promodis, Mauro Pezzotta

Pubblicità: Promodis Italia, tel. 030.220261 - Stampa: Medigraf, Brescia

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LONATO

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Siamo giunti alla 48ªedizione della fiera dellanostra città ed il leone diSan Marco della piazza havisto passare sotto il suovigile sguardo una societàin continua evoluzione:un’evoluzione che haassunto un ritmo freneticonel corso degli ultimidecenni non solo nel cam-

po scientifico e tecnologico, ma anche in quello deivalori di riferimento, delle abitudini di vita, dellacultura.

Anche la fiera di Sant’Antonio ha subìto pesante-mente gli effetti della corsa del tempo: era la primafiera dell’anno, importante per l’esposizione ed ilcommercio degli animali, poi per quello delle mac-chine agricole. Negli ultimi anni, per una serie dicause, non è riuscita a tenere il passo con le fiere diVerona e Montichiari. Dobbiamo unire le nostre for-ze (cittadinanza, maggioranza ed opposizione, for-ze sociali, imprenditori e commercianti) per avviareun profondo dibattito volto a rilanciare la nostra fie-ra, cercando uno sbocco in quegli indirizzi ed in

quelle nicchie di mercato che offrono tante possibi-lità di sviluppo.

Dobbiamo rivitalizzare la nostra fiera per colma-re anche quei profondi deficit che hanno caratteriz-zato le gestioni degli ultimi anni e che non sono piùsopportabili dal bilancio comunale, onde destinarenuove risorse a priorità urgenti.

Ci conforta, tuttavia, la grande affluenza di pub-blico richiamato dalla fiera di Lonato a testimonian-za dell’interesse e dell’affetto non solo dei Lonatesi,ma anche degli abitanti del vasto territorio circo-stante.

L’impegno dell’Amministrazione comunale per iprossimi anni sarà pertanto quello di adoperarsi perridare smalto e futuro alla fiera di Sant’Antonio, tro-vando nuove strade più adatte al nostro secolo cherichiede innovazione e fantasia, per venire cosìincontro a quello che è il desiderio di tutti i Lonate-si. Per ora godiamoci questi quattro giorni di festanon dimenticando Sant’Antonio Abate, protettoredegli animali e sperando nella clemenza del tempo.

dott. MARIO BOCCHIOSindaco di Lonato

QUALE FUTURO PER LA FIERA DI LONATO?

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È con orgoglio e piacere che, anche quest’anno, qualcuno ha la possibilità di scrivere diquanto si sia organizzato per la nostra storica fiera di Lonato che ha ormai raggiunto la48° edizione.Ricorderete, come il compito di organizzare la manifestazione, è affidato, d’anno in anno,ad un comitato fiera nominato dall’amministrazione comunale in carica.Chi scrive oggi è il nuovo presidente della fiera, Germano Sigurtà, che con il comitato haavuto l’onore e l’onere di organizzare la nuova edizione.Da commerciante lonatese ed espositore nella nostra fiera da ormai sedici anni, ho potutovivere in prima persona, d’edizione in edizione, i molti cambiamenti e le varie

vicissitudini subite dalla manifestazione, maturando la speranza di poterle dare una soluzione definitiva.Devo riconoscere al mio predecessore, come in questi ultimi anni, con molto impegno e dedizionesia riuscito a rianimare una manifestazione ormai da qualche anno sofferente e con scarsi contenuti.Vorrei tranquillizzare tutti, confermando il mio impegno nel continuare l’opera di chi mi ha preceduto in modoproficuo e positivo mantenendo il livello d’importanza, con alcuni cambiamenti mirati a caratterizzare lamanifestazione e nel limite del possibile a ridurre i costi di gestione complessivi.In tal senso ci siamo posti alcuni obiettivi da raggiungere: incrementando il numero degli espositori e dei visitatori,cercando di trovare quelle “attrazioni” che siano più attinenti con la nostra fiera.Raggiungendo i risultati prefissati, tutto quello che si andrà ad organizzare collateralmente alla fiera, potrà esseremantenuto ed eventualmente incrementato negli anni futuri.Quest’anno avremo il Mercantico della domenica, le frazioni, i produttori lonatesi uniti in un consorzio battezzato“Terre di Lonato”, spettacoli ippici, convegni, concerti, esposizioni agricole, gare gastronomiche.Il nostro intento ultimo è quello di rendere i cittadini Lonatesi fieri dell’unica manifestazione che per alcuni giorni faemergere la nostra splendida Città, divertendoci e unendoci per le vie di Lonato.

Germano Sigurtà

SALUTO DEL PRESIDENTEDELLA 48ª EDIZIONE DELLA FIERA DI LONATO

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LONATO

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Siamo giunti alla 48° Edizione della Fiera Regionale di Lonato.“Valorizzare le ricchezze locali…” è questo il leiv motiv dell’edizione2006.Il comitato organizzatore si è dedicato con passione ed energiaall’organizzazione della manifestazione più importante di Lonato: lo sabene chi, in passato, ha contribuito ad organizzare la “Fiera”: il tempo èsempre poco e le cose da fare e gli impegni da affrontare molti. Valorizzare le ricchezze locali quindi, ed in particolare riscoprire i valoriagricoli, commerciali e produttivi di Lonato e delle zone confinanti,senza però dimenticare quelle importanti realtà extra lonatesi che pertanti anni, sono state la colonna portante della manifestazione.Ma la connotazione tipica della nostra Fiera è sempre stata ed è giustoche resti, quella di una vetrina delle attività agricole, produttive edartigianali locali e delle zone limitrofe.Quindi spazio agli espositori di macchinari agricoli, agli espositori di

automobili, agli spazi espositivi all’interno del Palasport, agli esterni non agricoli all’interno della cittadella scolastica.Tante le iniziative di contorno: spettacoli folkloristici, manifestazioni in campo fiera, Treno Storico del gusto ed altro.Tante manifestazioni per far vivere il paese, per cercare di soddisfare i visitatori e per accontentare i lonatesi, che dasempre sono, giustamente, gli osservatori più esigenti.Sperando, come al solito, che il Generale Inverno e Giove Pluvio, abbiano impegni altrove, il Comitato Fiera si augura imigliori successi per la manifestazione organizzata, ringraziando inoltre tutti coloro, e sonotanti, che hanno contribuito alla realizzazione della stessa.

Il Comitato Fiera

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I COMPONENTIDEL COMITATO FIERA

Germano SigurtàDavide Bollani

Nicola CherubiniWilma Gheda

Lino LagoGiuseppe LomurnoGabriele Malagnini

Mario PaceGuido RamazzottiGiovanni TurriniGuerrino Uggeri

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LONATO

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La Sala Consiliare del cinquecentesco Palazzo Municipale ha riacquistato ilsuo pieno splendore.Dopo l’accurato lavoro di restauro, è stata “inaugurata” dal Consigliocomunale svoltosi il 23 novembre scorso.Al certosino lavoro di restauro del soffitto e dell’importante pala del Celesti“La peste” (voluto dalla ex giunta Perini), si è sommato anche il restaurodelle pareti, voluto dall’assessore ai Lavori Pubblici Monica Zilioli.Nel 2006 proseguirà l’opera di restauro del municipio con la messa a nuovodella rampa di scale che accedono al primo piano del municipio.“Se la nostra priorità è una serie di opere pubbliche indispensabili allacomunità, abbiamo comunque a cuore la rivalorizzazione del patrimonioartistico lonatese, a cominciare dal luogo simbolo del governo del territorio:il cinquecentesco Palazzo del Comune”.

È TORNATA A RISPLENDERELA SALA CONSILIARE

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Anche se Lonato non èmai stato un territorio conuna specifica caratterizza-zione commerciale, puòvantare – secondo dati cheda circa un decennio sonostabili e che negli anni ’80 e’90 hanno avuto un consi-stente sviluppo – circa 400imprese con 1.000 addetti,pari al 40% delle unità

locali ed al 20% degli occupati: il settore commer-ciale non può quindi che essere un patrimonio datutelare e valorizzare, in particolare in una situazio-ne quale quella attuale di crisi generalizzata deiconsumi e di famiglie che necessariamente si vedo-no costrette a spendere meno, specialmente neigeneri di largo consumo.

Fra le realtà territoriali ben radicate nel nostroComune, ma al tempo stesso più esposte alle pro-blematiche territoriali e della concorrenza, si collocasicuramente il commercio al dettaglio, in rapportodiretto con il consumatore finale. Si tratta di un set-tore in crescita: basti pensare che gli uffici comunalihanno censito a fine 2004 ben 196 attività, di cui 25del settore alimentare. Sono 15 attività in più rispet-to al 2000 e 35 in più rispetto a 10 anni fa.

Certo c’è stata una forte diversificazione: i nego-zi alimentari sono passati dai 60 degli anni ’90 agliattuali 35, anche l’abbigliamento ha registrato unacontrazione, mentre sono apparse nuove tipologie.Ma questa evoluzione segue l’orientamento deiconsumi che hanno ormai visto ridurre l’incidenzadell’alimentare a meno del 20% della spesa fami-gliare e l’abbigliamento al 6/7%, contro valori mol-to più alti dieci anni fa.

È cambiata anche la localizzazione delle attività,con la nascita di nuovi ambienti commerciali e l’uti-lizzo di edifici misti nella zona produttiva. Quantoalle attività di somministrazione di alimenti ebevande, anch’esse sono in crescita, con una con-centrazione prevalente nel centro storico: gli eserci-zi di questo settore hanno superato le 90 unità, concirca 300 addetti.

Nel quadro appena descritto di un commerciotendenzialmente tradizionale, si inserirà ben prestola nuova realizzazione del centro commerciale:ancora in fase di realizzazione, l’apertura dovràavvenire entro gennaio 2007.

Se l’impatto sulla rete commerciale del nostroComune è indubbio, la localizzazione e la funzionedi questa struttura lasciano presagire che ad esserecolpiti maggiormente saranno i centri commercialipiù forti dell’area quali – ad esempio – Desenzano,Castiglione, Montichiari: analizzando altre situazio-ni locali, anche della provincia di Brescia, si verificainfatti che non è tanto la struttura distributiva delterritorio di insediamento ad essere interessataall’impatto, quanto quella delle località e dei centridi forte attrazione sovracomunale.

Infatti, se tendenzialmente una buona percen-tuale della spesa delle famiglie di Lonato è indiriz-zata verso altri Comuni, è probabile che questanuova struttura agirà soprattutto su questa quota diconsumi.

L’Amministrazione Comunale si impegneràaffinché l’impatto con la nuova realtà commercialepossa avvenire avvantaggiando i lonatesi, masoprattutto cercando di attutire il più possibile glieffetti negativi sul commercio locale.

Come? Si cercherà in primo luogo di garantireche nella galleria commerciale del nuovo centropossano trovare spazio i commercianti di Lonato.

Sarà inoltre cura dell’Amministrazione trovareforme di sinergia con la nuova realtà commercialepromuovendo e sensibilizzando iniziative volte adavere ricadute positive verso il centro storico diLonato, anche attraverso l’organizzazione di mani-festazioni, iniziative, promozioni che coinvolgano ilcommercio tradizionale e specializzato.

È pertanto mia intenzione dare vita ad un comi-tato comune tra Amministrazione Comunale, Cen-tro Commerciale e Commercianti di Lonato, perindividuare, progettare, finanziare e realizzare que-sto programma di valorizzazione comune del siste-ma commerciale lonatese.

Tale comitato avrà anche una funzione di moni-toraggio dell’evoluzione del commercio a seguito diquesto nuovo insediamento e di valutazione delleeventuali misure di mitigazione e di supporto alleimprese tradizionali.

Il percorso non è facile, ma con uno sforzo comu-ne, qualche risultato si potrà sicuramente ottenere.

VALENTINO LEONARDIAssessore al Commercio

L’ATTIVITÀ COMMERCIALE A LONATOFRA PASSATO E PROSPETTIVE FUTURE

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Sabato 7 gennaio8.00 Apertura iscrizioni per le gare di gimkane con

trattori e le gare gastronomiche “El mè salam lèpo’ bù del tò”, valutazione del salame più buo-no e “El chisöl de la mè nöna”, valutazione del-la migliore torta.

20.30 Apertura della manifestazione gastronomica “ATutto Porcello”.

Giovedì 12 gennaio21.00 Gran Galà di apertura della 48° Fiera regionale

di Lonato presso la discoteca Dehor (ex Genux),presentazione del Programma e del numeroUnico della Fiera, sfilata di moda, stage di balloLatino Americano della scuola lonatese LatinWork (corso baby). La serata verrà allietata dalla

cabarettista vincitrice di “La sai l’ultima“ Valen-tina Persia.

Venerdì 13 gennaio9.00 Apertura stands della 48° edizione della Fiera

Regionale di Lonato

20.00 Convegno sui tappeti erbosi “Gestione primave-rile del tappeto erboso e scelte varietali”, relato-re Dott. Antonio Scopazzo, presso l’Aula Magnadelle Scuole Medie.

20.30 Conferenza: “Energia da fonti rinnovabili inAgricoltura”, introdurrà l’ing. Giuseppe Negri-nelli, Direttore del Consorzio Medio Chiese. Laconferenza si terrà presso l’Aula Celesti sede delConsiglio Comunale, piazza Martiri della Libertà.

22.00 Chiusura Stands.

PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI

Valentina Persiaattrice - cabarettista

Vincitrice di“La sai l’ultima”.Ospite in numerosiprogrammi televisivi.Applaudita per lastraordinaria simpatiae vena artistica.

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Sabato 14 gennaio9.00 Apertura Stands.9.00 Convegno, “La Riforma della PAC un anno dopo:

quali opportunità per le imprese agricole?”.Relatore dott. Luciano Floraino (Direttore colti-vatori diretti di Brescia) e dott. Gualtiero Bigotti(responsabile di zona dei Coltivatori diretti) pres-so l’Aula Celesti sede del Consiglio Comunalepiazza Martiri della Libertà.

9.30 Raduno “Alfa Romeo Storiche” presso il CentroCommerciale “La Rocca”.

10.00 Partenza per la sfilata “Alfa Romeo Storiche”con il seguente percorso: Via C. Battisti, ViaRepubblica, Via Trento, Via Trieste, Via DeGasperi, Via S. Zeno. Il corteo passerà anche perla frazione di Sedena. Ritorno per Via Montebel-lo, Via Borgo Clio e C.so Garibaldi. A seguiremostra statica in C.so Garibaldi.

10.00 Apertura manifestazione in C.so Garibaldi. Par-tecipano tra gli altri i comitati delle frazioni, leaziende agricole lonatesi, l’Exodus. Apertura delmercatino enogastronomico con vendita edegustazione in Piazza Martiri della Libertà.

10.00 Apertura manifestazioni ippiche in Via S. Gio-vanni (di fronte al Centro Commerciale “La Roc-ca”): salto e monta western.

10.00 Inizio prove in campo di macchinari agricoli,movimento a terra. Dimostrazione pratica di Biotriturazione e produzione compost.

10.00 Inizio gare gastronomiche, “El mè salam lè po’bù del tò” (valutazione del miglior salame) e “Elchisöl de la mè nöna”(valutazione del migliorchisöl) presso lo Stand ANGA, Piazzale delleScuole Madie.

10.00 Spettacolo di acrobazie canine lungo un traccia-to ad ostacoli, l’evento si terrà nel Piazzale anti-stante le scuole elementari di Via Marchesino.

10.30 Inaugurazione Ufficiale con le Autorità del-la 48° Fiera Regionale della Città di Lonatopresso l’ingresso di Viale Roma.

10.30 Rievocazione storica della mietitura con macchi-nari d’epoca.

11.00 Intervento itinerante della Banda Musicale“Città di Lonato” presso il campo fiera.

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14.30 Manifestazioni ippiche in Via S. Giovanni (difronte al Centro Commerciale “La Rocca”): musi-ca country con dimostrazione di monta western.

14.30 Spettacolo di acrobazie canine lungo un traccia-to ad ostacoli, l’evento si terrà nel Piazzale anti-stante le scuole elementari di Via Marchesino.

15.00 Convegno Ornitologico, “Allevamento e ripro-duzione uccelli da richiamo”, relatore GuarneriFederico. Presso l’aula magna delle scuolemedie.

15.00 Concerto Rock Live presso il Palazzetto delloSport.

20.30 Concerto di musica classica con quartetto di chi-tarre della scuola musicale “Paolo Chimeri” pres-so l’Aula dei Celesti Piazza Martiri della Libertà.

22.00 Chiusura stands.

Domenica 15 gennaio8.00 Apertura manifestazione e partenza gara

“Quater Pass a Lunà”. Corsa competitiva e nondi km 11/4/1.5. Punto di ritrovo presso il CentroSportivo Lonato 2.

8.00 Convegno della Confederazione Italiana Agri-coltori. “Legge 626, prevenzione infortunisticain Agricoltura”. Presso l’Aula Magna delle scuo-le Medie.

9.00 Apertura stands.9.00 Apertura manifestazioni C.so Garibaldi e Via

Tarello; tradizionale Mercantico di Lonato-Ed. St.Antonio. Apertura manifestazioni ippiche in Viacesare battisti di fronte al Centro Commerciale“La Rocca”.

9.23 1ª Corsa Treno Storico del Gusto (3ª edizione).Viaggio in carrozze d’epoca con locomotiva avapore e degustazione di prodotti tipici locali.Partenza dalla stazione FF.SS di Lonato, arrivo aPeschiera alle ore 10.40.

10.00 Apertura manifestazioni ippiche in Via S. Gio-vanni (di fronte al Centro Commerciale “La Roc-ca”): salto e monta western.

10.30 Rievocazione storica della mietitura con macchi-nari d’epoca.

11.00 Partenza della gara campestre organizzata da“Atletica Lonato Lem Italia”, il percorso si snodaattorno alla Rocca di Lonato.

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DOMENICA 15 GENNAIO 2006STAZIONE FF.SS. - LONATO

Viaggio in carrozze d’epoca conlocomotiva a vapore e degustazione

di prodotti tipici locali

Lonato - Peschiera del Garda A/R

1° Corsa: ore 10.00 - Arrivo 11.182° Corsa: ore 12.00 - Arrivo 13.183° Corsa: ore 15.00 - Arrivo 16.184° Corsa: ore 17.00 - Arrivo 18.18

Biglietto unico con degustazione: 15,00 €Biglietto con spuntino: 8,00 €

Bambini sotto i 6 anni gratis, senza diritto al posto

Informazioni e vendita biglietti:OCEAN VIAGGI - LONATO Tel. 030.9131461

Servizio Cateringsul treno:

LINUS LONATOin collaborazione

con

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10.00 Convegno “Basilea 2” presentato dall’Assessora-to alle attività produttive, i relatori sarannoMaurizio Poli (ADM Italia, Associazione DirettoriMarketing), Roberto Vornoli (Hypo Alpe AdriaBank), Claudia Pellegrino (Pellegrino consulting-Service Srl). Il moderatore sarà il giornalista Mat-teo Asti della redazione Economica di Bresciaog-gi. Il convegno si terrà presso la sala Celesti, inpiazza Martiri della Libertà.

11.23 Partenza 2ª Corsa del Treno Storico del Gusto,arrivo a Peschiera alle ore 12.40.

14.00 Inizio Gara di Gimkana con trattori presso il piaz-zale antistante la ex acciaieria Busi in Via Mon-tebello.

14.23 Partenza 3ª Corsa del Treno Storico del Gusto,arrivo a Peschiera alle ore 15.40.

14.30 Manifestazioni ippiche in Via S. Giovanni (difronte al Centro Commerciale “La Rocca”): musi-ca country con dimostrazione di monta western.

15.00 Concerto Rock Live presso il Palazzetto delloSport.

16.23 Partenza 4ª Corsa del Treno Storico del Gusto,arrivo a Peschiera alle ore 17.40.

16.30 Premiazione della gara di gimkana con trattoripresso il campo gara in Via Montebello.

17.30 Premiazione delle Gare Gastronomiche “El mèsalam lè po’ bù del tò“ e “El chisöl de la mènöna”. La premiazione avverrà nel Piazzale del-le Scuole Medie.

Martedì 17 gennaio9.00 S. Messa presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate,

Patrono della Fiera celebrata da Don Giovanni,parroco di Lonato.

10.00 Benedizione dei trattori presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate e successiva sfilata attraverso leVie del Paese.

15.00 Tradizionale Benedizione degli animali presso ilsagrato della Chiesa di Sant’Antonio e premia-zioni presso il quartiere Cittadella.

Il programma potrà subire delle modifiche dell’ultimominuto, ce ne scusiamo e ci impegnamo a darne immediatae visibile comunicazione.

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Dunque siamo arrivati al significativo traguardo dei quaran-totto anni. Una tappa importante. Compleanno non indifferenteper una rassegna espositiva che è riuscita a navigare in tempicertamente non sempre facili. Con problemi sempre nuovi. Lanecessità di utilizzare ancora degli edifici scolastici, la crisi eco-nomica, le crescenti specializzazioni fieristiche, i nuovi indirizzidel comparto agricoltura, i conti da far quadrare. Tanto per cita-re alcuni elementi del variegato puzzle-fiera. Ma non vogliamooccuparci di analisi o di previsioni (doverose e necessariecomunque per l’interca classe politica) ma piuttosto di sfogliareun aspetto che lega da sempre la gente alla sagra.

Insomma un simpatico costume. Parliamo della benedizione

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IN NOME DI ANTONIOdi ROBERTO DARRA

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non esisteva il fuoco e i paesani, l’inverno avevanoun gran freddo.

Un giorno alcuni uomini decisero di andare neldeserto egizio da S. Antonio, per pregarlo di risol-

vere quel problema. Il santoallora, accompagnato dal-l’inseparabile maialino, andòa bussare direttamente allaporta dell’inferno, dove si sail fuoco abbonda. I diavoliperò agguantarono subito ilmaialino e sbatterono la por-ta in faccia al cristiano. Ma ilmaialino, una volta all'infer-no, cominciò a combinare unsacco di guai.

Finché esasperò la giàscarsa disponibilità dei dia-voli, che persero definitiva-mente la pazienza.

S. Antonio fu richiamatoallora in tutta fretta, perchévenisse a riprenderselo. Ilfurbissimo eremita, che ave-va studiato il piano moltostrategicamente, si ripre-sentò all'inferno con il suobastone di canna e approfit-tando di un momento di con-

fusione riuscì a infilarvi qualche bracia ardente.Una volta in superficie, Antonio, applicò le braci aduna catasta di legna facendo felici i sardi e il mondointero. Solo il buon porcello non ne fu entusiasta,anzi, sicuramente si sentì tradito dal suo protettore.Perché gli uomini con l’uso del fuoco scoprironoanche il gusto dell’arrosto. Povero maiale!!!

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degli animali. Una processione, un rito molto forteche unisce natura e religione. Un connubio moltosentito nelle campagne. Dunque cani, gatti, cavalli,conigli, pappagalli e tanti altri animali domestici il17 gennaio saranno benedettie passeranno così sotto laprotezione di Sant’Antonioper tutto il 2006. Ma chi eraquesto Sant’Antonio?

Diciamo subito che nullaha in comune con il S. Anto-nio di Padova. Nacque nel251 presso Eracleopoli nelmedio Egitto e morì nel suoeremo a centocinque anni.Antonio è famoso per averecombattuto le mille tentazio-ni del Diavolo e per il suostraordinario amore agli ani-mali. Tutto iniziò con unmaialetto, suo inseparabilecompagno nell’immaginemedioevale, e oggi, nelleimmaginette popolari. In unprimo momento, però, si vol-le raffigurare il santo con ilsuino per significare la vitto-ria dell’ascetismo cristianosulla lussuria e su tutti i vizi.Secondo questa interpretazione, il porco, che comeun’ombra segue S. Antonio, era insomma una delleincarnazioni di Satana.

Poi, piano piano, quel rapporto cambiò natura.Cioè, diventò amichevole e protettivo, e la benedi-zione del santo si estese a tutti gli animali domesti-ci. Anche perché, sebbene Antonio non avesse maiscritto una vera e propria regola, nel frattempo eranato l’ordine degli Antoniani, i quali avevano il par-ticolare privilegio di allevare maiali in convento.Era loro diritto lasciarli liberi per i borghi delle città,perché, riconosciuti dalla tipica campanella al collo,venissero rispettati. I confratelli di S. Antonio vesti-vano un saio nero con una croce azzurra sul pettoed erano monaci ospedalieri.

Con i prosciutti dei loro suini sfamavano i soffe-renti di quella terribile malattia, allora epidemica,chiamata fuoco sacro o di S. Antonio. Il furto o lasoppressione dei maiali destinati ad essere sacrifica-ti e distribuiti negli ospedali dal 17 gennaio, eraconsiderato addirittura un sacrilegio e puniti diconseguenza con la condanna all’inferno. Cioè alfuoco eterno.

Tutto fa pensare alla leggenda di S. Antonio, l’e-remita. Leggenda ambientata a Mamoiada, in pro-vincia di Nuoro. Si racconta che un tempo al mondo

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Segnare con una crocetta la gara a cui si vuo-le partecipare: � preparazione del salame � preparazione del chisol � gimkana trattoristica.

Nome .....................................................................................................

Cognome ...........................................................................................

Età: ................................................................... Sesso:

Indirizzo: ..............................................................................................

N°di telefono: .................................................................................

Nome dell’azienda: ...................................................................

.......................................................................................................................

M F

Il modulo compilato dovrà essere consegnatopresso l’ufficio Fiera del comune di Lonato opresso l’Istituto d’Istruzione Superiore «Dan-dolo» di San Tomaso di Lonato.

PREMI OFFERTI

Gara Gimkane: Attrezzature agricole ed utensileria.

Gara Salame: 1° 300 €; 2° 150 €; 3° 100 €

Gara Chisöl:Utensili da cucina di pregio

GIMKANA E PROVA DI ABILITA’� Data di svolgimento: Domenica 15 gen-

naio 2006. Ore: 14.00-16.00� Luogo: Piazzale antistante ex Ferriera Busi

via Montebello

� Tipo di prova:GIMKANAAD OSTACOLI

� Luogo e tempi d’iscrizione: presso l’Istituto d’Istruzione Su-periore «Dandolo» di Lonato in località San To-maso - Tel. 030 9130440 entro il 14-1-06 dallunedì al venerdì ore 8.00-13 e presso l’Uffi-cio Fiera dal 13 al 15 gennaio dalle ore 10 al-le ore 12. - Tel. 030 9131456

� Costo d’iscrizione: 10 Euro� Premi: Utensileria e attrezzature agricole of-

ferte dai commercianti lonatesi� Data e luogo di premiazione: ore 16,30

presso Campo Gara.

GARA GASTRONOMICA� Data di svolgimento:

sabato 14 gennaio 2006 - Ore: 10.00-12.30� Luogo della prova: stand ANGA davanti al

palazzetto dello Sport.� Tipo di gara:

Gara 1: «El mè salam lè po’ bù del tò»(valutazione del salame più buono);

Gara 2:«El chisöl de la mè nöna»(valutazione del miglior chisöl)

� Luogo e tempi d’iscrizione: presso l’istitutod’Istruzione Superiore «Dandolo» di Lonato in lo-calità San Tomaso entro il 13/01/06 dal lunedì alvenerdì ore 8.00-13.00 e presso l’Ufficio Fiera dal13 al 15 gennaio dalle 10 ore alle ore 12.

� Luogo e tempi di consegna dei prodotti ingara: venerdì 14/01/’06 dalle ore 9.00 alle ore13.00 presso la sede dell’Istituto d’Istruzione Su-periore «Dandolo» di Lonato in località San Toma-so e presso l’Ufficio Fiera dalle 10 ore alle ore 12.

Caratteristiche e modalità di consegna dei prodotti:

SALAME� Peso minimo: 800 gr.;

� Stagionatura minima di:45 giorni.

� Tipo di confezionamento: sacchetto di cartacon allegato gli ingredienti utilizzati, nome, cogno-me ed indirizzo del concorrente.

� Data e luogo premiazione: Domenica alle ore17.30 nel piazzale delle Scuole Medie.

� Premi: 1° 300 €; 2° 150 €; 3° 100 €

CHISÖL� Peso minimo: 1/2 kg.

� Tipo di confezionamento: scatola dicartone per torte con allegato: gli ingredienti utiliz-zati, nome, cognome ed indirizzo del concorrente

� Data e luogo premiazione: Martedì 17 gen-naio - ore 17 presso il Comune di Lonato

� Costo di iscrizione: gratuito

� Premi: Utensili da cucina di pregio

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Avete voglia di passare una giornataall’insegna del divertimento?... BENE!!!Siete tutti invitati alla Fiera Agricola diSant’Antonio che si terrà a Lonato.Avete passione per la gastronomia el’agricoltura?... sarete contenti disapere che si terranno gare con ricchipremi.L’attività relativa al settore agricolo è la«Gimkana dei Trattori». L’obiettivo èquello di percorrere un tragitto aostacoli impiegando il minor tempopossibile (con difficoltà a sorpresa).Chi è interessato al settoregastronomico e delle tradizioni ruralipotrà partecipare alle seguenti gare:«El me salam lè po’ bù del tò» ed«El chisöl de la mè nöna».Il salame ed il chisöl sono due alimentitradizionali della provincia di Brescia.Due giurie, poi, saluteranno quale saràil chisöl ed il salame più buono,attribuendo ai vincitori bellissimi premi.

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Fino a qualche anno fa, l’unicanotizia certa che si aveva di Camil-lo Tarello era la sua cittadinanzalonatese che egli dichiarava nell’e-sordio al “Ricordo d’Agricoltura”.

Per questo motivo tutti gli stu-diosi, dal senatore Da Como aldott. Ulisse Papa, dal Cenedella alPasqualingo, cercarono solo inLonato e non altrove documenti enotizie della sua vita, senza giungere ad alcun risul-tato positivo.

Solo recentemente, nel 1975, Marino Berengo hapubblicato, nella Piccola Biblioteca Einaudi, unabreve ma seriamente documentata biografia del

grande agronomo lonatese, sullabase di atti conservati nell’archiviodel comune di Gavardo e negliarchivi di Stato di Brescia e diVenezia.

Il Tarello lasciò Lonato abba-stanza presto per dedicarsi alla col-tura del fondo della Marcina diGavardo, dove risulta ininterrotta-mente registrato tra i forestieri dal

Gennaio del 1539 al 1573, anno della sua morte ecioè per ben 34 anni. Ma egli considerò e dichiaròsempre Lonato la sua patria d’origine, con una pun-tigliosità che appare come l’indicazione voluta diun punto di riferimento della sua vita.

CAMILLO TARELLO E SFORZA PALLAVICINO,GENERALISSIMO DELLA REPUBBLICA VENETA

Notizie inedite sulla personalità del grande agronomo lonatese

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di LINO LUCCHINIScritti tratti dal Convegno “Camillo Tarello e Sforza Pallavicini” tenuto nel 1979 presso la Fondazione “Ugo da Como”

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Certamente a Gavardo, oltre alla conduzione delfondo della Marcina, non ebbe altri interessi e lega-mi che lo trattenevano. La sua “invenzione” dellaquale era certo “come due e due fanno quattro”(così solennemente afferma nell’esordio al “Ricor-do”) aveva bisogno del supporto culturale che soloi frequenti contatti con il “Cenacolo di umanisti” diLonato poteva fornirgli.

A Lonato ed a Desenzano chiaramente lo attira-vano molte e sincere amicizie, che gli furono digrande conforto e sostegno per il raggiungimentodello scopo principale della sua vita: il pubblicoriconoscimento e la divulgazione della sua genialeintuizione.

Probabilmente a Lonato conservò una casa dovesi portò con assiduità. Il Cenedella ritiene che essafosse l’antico albergo “Corona” di Borgo Corlo. IlPasqualigo riporta una tradizione che lo vuole ori-ginario di Sedena.

Narra il Cenedella (Libro XVIII) che un suoritratto esisteva nel palazzo comunale fino al 18marzo 1797 quando, dichiarata decaduta la Repub-blica veneta, il popolino lo dette alle fiamme insie-me ai quadri raffiguranti i Provveditori ed i Podestàdei secoli precedenti.

La notizia, riportata dal Facchini, secondo laquale la tradizione locale voleva che la sua tomba sitrovasse nella Chiesa del Corlo, è assolutamentepriva di fondamento, perché la lapide, che nel testoviene trascritta integralmente, è quella di certoAntonio Martarello, morto nel 1625.

A Lonato, il suo paese natale, inspiegabilmentesfuggito alle ricerche degli studiosi, esiste un picco-lo documento che merita di essere portato allaattenzione dei suoi concittadini e contribuisce a far-ci conoscere, a mio modesto parere, qualche cosa dinuovo e di interessante sulla vita del Tarello.

È nel primo registro dei Battezzati, conservato in

ottimo stato presso l’archivio parrocchiale, che sipuò leggere una annotazione che mette in luce alcu-ni aspetti inediti della personalità del Tarello: unuomo consapevole della importanza della sua sco-perta tanto da paragonarsi a Cristoforo Colombo;dai trascorsi non sempre tranquilli, come si potreb-be presumere dovessero essere quelli di un sempli-ce uomo di campagna; schivo e, nello stesso tempo,fiero e sdegnoso; che aveva bisogno di evadere dal-lo stretto fondo della Marcina; che aveva necessitàdi avere appoggi e protezioni indispensabili per fartrionfare le sue idee a Venezia, quella Venezia chebrulicava di avvocati, curatori, confidenti e tutori edove non vi era la possibilità di “entrature” per chinon aveva potenti appoggi presso la lenta e cautaburocrazia del Governo Veneto.

Il testo della nota è il seguente:

1549MDXLVIIII

“DIE PRIMO JANNUARIJ.FULGENTIUS FILIUS CAPITANIJ SFORTIAE EX DOMINA

HELISABETH SUSCEPTUS, BAPTIZATUS FUIT ODIE PRIMO

ANNI 1549. PATRINI FUERUNT: DOMINUS CAMILLUS

TARELLUS, DOMINUS JO.BAPTISTA SEGALA, DOMINUS

BERNARDINUS SEGALA, MESSER JO. JACOBUS DA CONIS

AROMATARIUS IN LONATO ET JO.JACOBUS SALVOLDA;OBSTETRIX DOMINA MARIA FRANCISCHINA”.

Il vecchio adagio: “Dimmi con chi vai e ti dirò chisei” può essere assunto come chiave di volta per lainterpretazione dell’evento che il Registro dei Bat-tezzati ha consegnato alla storia.

Camillo Tarello è il primo nell’elenco dei padrinichiamati al fonte Battesimale dal Capitano Sforza,in occasione della nascita del figlio Fulgenzio e que-sta chiamata non può essere ritenuta né casuale néimprovvisata. Fra i due esistevano senz’altro rap-porti di calorosa amicizia. Chi era il capitano Sforzache il documento accomuna a Tarello?

Si trattava di uno dei più famosi e potenti uomi-ni del suo tempo.

Comandante Supremo di tutte le forze di terradella Serenissima, marchese di Cortemaggiore,discendente diretto del ramo dei Pallavicini di Par-ma. Aveva sposato Giulia, figlia di Bosio Sforza,conte di Santa Fiora e di Costanza Farnese, perciònipote di Paolo III, che a Sforza Pallavicino avevaaccordato speciale protezione.

Il Brunati, nel notissimo ”Dizionarietto degliUomini illustri della Riviera di Salò” gli dedicaapposita voce. Ammiratore del Garda e qui richia-mato da affetti ed interessi, decise di costruirsi una

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dimora degna della sua dignità e del suo rango.Scrive il Brunati: “Nella contrada (di Salò detta Bar-barano), alla riva del lago, l’illustrissimo ed eccel-lentissimo signor Marchese Sforza Pallavicino,Governator General della milizia e delle armi diquesto serenissimo dominio, fece per sua abitazioneuna fabbrica grande e sontuosa con porto e giardi-no”.

Si tratta della villa oggi conosciuta come”Terzi-Martinengo”, una delle più belle della Riviera Bre-sciana.

Il palazzo Pallavicino-Martinengo-Terzi vennecostruito, infatti,nel 1558. Ampie notizie sono statepubblicate da Fausto Lechi nel volume V dell’operapreziosissima ”Le dimore bresciane”, pagine 254-256.

Nella villa sul Garda il Condottiero morì nel1585. La salma fu trasportata a Cortemaggiore esepolta nella chiesa dei Francescani. Un manoscrit-to dell’archivio del Convento conserva la interes-sante cronaca dei grandiosi funerali, riportata dalCavalli:”In domenica, dopo l’Ave Maria, furonocompiute le esequie dell’illustrissimo signor Sforza.Vi partecipano la compagnia dei battuti, i preti diMonticelli, Busseto, Fiorenzuola con quelli del con-tado Frati cinquanta. Vi erano sei trombettieri acavallo con tamburi, un cocchiere a cavallo con lacorona in mano, sei cavalli da sella coperti di gual-drappe, sei alfieri con gli stendardi tirati per terra,uno con la lancia enorme tirata anch’essa per terra,uno con uno scudo e l’elmo tirati per terra, un altroancora con il corsaletto e dietro un cocchio a cavallocol bastone del generalato del serenissimo dominioveneto e dietro ancora l’alfiere con lo stendardo deldetto generalato, dodici alabardieri si tiravano die-tro le alabarde. Ecc.”.

Lo Sforza Pallavicino morì senza lasciare figli. Ilfeudo di Cortemaggiore e la villa di Barbarano pas-sarono ad Alessandro Farnese dei Marchesi diZibello.

Del figlio Fulgenzio e di Donna Elisabetta (unalonatese?) che vengono nominati nel Registro Par-rocchiale, non si hanno notizie.

Degli altri personaggi che il primo gennaio 1549si portarono in Duomo a Lonato è stato possibilestabilire alcune piccole indicazioni.

Bernardo e Giovan Battista Segala apparteneva-no al ramo dei Segala di Desenzano, non a quello diLonato, come si potrebbe supporre.

Bernardo appare negli elenchi dei 505 capi difamiglia di Desenzano del 1566.

Un Girolamo Segala da Salò, dottore ”in ambe leleggi” fu, nel 1577, nominato dallo Sforza Pallavici-no “auditore e giudice in civile ed in criminale perle contese che insorger potessero frà soldati e fami-gliari suoi”.

Merita di essere evidenziata, inoltre, la presenzadell’ ”aromatarius” de Conis da Lonato. L’aromata-rio commerciava e preparava aromi e spezie, stavafra il droghiere ed il farmacista, funzione, a queitempi, di alto rilievo sociale e di prestigio.

Il Comune di Lonato aveva attivato, il 5 luglio1512, la “spezieria” pubblica che aveva sede nel pia-nerottolo del Palazzo del Provveditore (l’attualeIstituto Magistrale delle Ancelle della Carità). L’am-ministrazione della spezieria era affidata a ben 12deputati. Il primo speziale fu certo dottor Gio. Gia-como Salodino, al quale successe il dottor fisicoFrancesco Papa di Lonato.

Due anni prima della morte e precisamente il 31luglio 1583, il Generalissimo Sforza Pallavicino visi-tava la fortezza di Lonato per compiere una missio-ne di poca rilevanza: scartare i fucili delle cernidenon più utilizzabili, che il Comune vendeva allaRepubblica Veneta.

La figura del Tarello, a mio parere, assume unadimensione nuova se viene collocata accanto a quel-la dello Sforza Pallavicino, dei Segala, del Conis edel Savolda (ora Savoldi).

Egli, di origini umili, certo non nobili, con tra-

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scorsi burrascosi, tanto che nel 1542 fu persino ban-dito dalla città di Brescia e suo territorio per diecianni, un caratteraccio duro, ruscì a raggiungere unacondizione civile rispettabile ed una certa agiatezzaeconomica, quest’ultima probabilmente grazieanche alla dote ricevuta dalla moglie Barbara.

Si diede, inoltre, una discreta formazione cultu-rale, sia in funzione della necessità di dare una vestepiù credibile e dotta alla sua invenzione, ma anchein funzione delle amicizie che, fuori dalla tenutadella Marcina, amava coltivare recandosi a Lonato,Maguzzano e Salò.

Un uomo che conduceva, sotto un certo aspetto,una doppia vita: rissosa, inquieta e distaccata aGavardo, dove rimase sempre un ”Forestiero”,nutrita di interessi ed amicizie a Lonato ed in Rivie-ra; sempre però accompagnato dalla sua segretainvenzione, dalla quale pensava di avere quellesoddisfazioni che riteneva di meritare.

È evidente che se il generalissimo Sforza lochiamò quale primo dei padrini del figlio Fulgenziolo riteneva il più importante ed il più caro dei suoiamici di Lonato, dove ebbe questo figlio illegittimo

sì ma pubblicamente riconosciuto e portato conogni solennità al fonte battesimale.

Non è certo possibile stabilire quale fu il contribu-to che tanto potente amico procurò al Tarello in occa-sione del privilegio da parte del Senato Veneto ed alriconoscimento dei diritti discendenti dalla pubblica-zione del “Ricordo”, ma possiamo fondatamenteritenere che sia stato determinante , anche se fu por-tato avanti in forma molto riservata e non ufficiale .

Un’ ultima piccola notizia .Nel primo Registro dei Morti della Parrocchia di

Lonato, che inizia nel 1577, in data 12 Agosto 1582viene annotata la morte di “Barbara, vedova diCamillo Tarello” (scritto con una “elle” sola ).

Il Berengo riferisce che, quattro mesi dopo lamorte del marito, Barbara vendette il fondo dellaMercina e si ritirò a Brescia.

Anch’essa originaria di Lonato, desiderò chiude-re qui la sua vicenda terrena, concedendo così aiposteri di leggere, in un documento ufficiale dellasua patria, per l’ultima volta, il nome illustre diCamillo Tarello.22

Supermercati

BRESCIA• Bedizzole Via Benaco, 2

• Palazzolo S/O. Via S. Pancrazio, 14

• Palazzolo S/O. Via Romana, 5

• Capriolo Via Palazzolo, 130

• Chiari Via Cologne, 1/a

• Iseo Via Roma, 82/a

• Pisogne Via De Gasperi, 14

• Lumezzane Via Monte Grappa, 84

• Concesio Via Europa, 110/e

BERGAMO• Grumello D/M. Via Roma, 94• Trescore B. Via Nazionale, 41• Sarnico Via Suardo, 16

CREMONA• Castellone Via S. Giovanni Bosco, 7• Soresina Via Caldare, 50/g

PAVIA• S. Martino S. Via Piemonte, 18/20

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Così recitano alcune righe dell’Historique du 11°Bataillon de Chasseur Alpins “relativamente alla avve-nuta spedizione militare in Italia nel novembre 1917 nel-la quale si racconta la cronaca giornaliera della presenzadegli Alpini francesi a Lonato...”.

E continua il documento (che fa parte de “Il Novecen-to - Memorie Lonatesi 1899-2003”) evidenziando la com-mossa sensibilità dei militari francesi nel sentirsi in armiproprio in quei luoghi dove avevano combattuto i loroantenati: località entrate nella storia di Francia e da tutticonosciute.

E proprio questa “notorietà” è stata una delle ragioniper le quali sul finire dell’estate scorsa mi sono portato aParigi onde verificare se almeno fra i nomi scolpiti sullestrutture dell’Arco di Trionfo risultasse iscritto il nostroLonato: nulla!

Il visitatore, il turista, che si immerge nella imponen-za monumentale della “Ville Lumière”, si ritrova a per-correre alcune strade del centro artistico, storico, archi-tettonico di Parigi intitolate anche con nomi di paesi anoi circonvicini quali, appunto, Rivoli, Castiglione, Sol-ferino, ecc.. Strade che sono riconducibili ai classici per-corsi turistici animati da milioni di visitatori, e dedicatealle suddette località che credo non possano vantare, aParigi, una maggiore rilevanza storica nei confronti conla nostra cittadina.

A Lonato, infat-ti, gli avvenimentiche ci legano allaFrancia inizianocon particolaresignificato fin dal-l’arrivo di Napo-leone.

Dopo due bat-taglie combattute aLonato, nel 1796 sisviluppò l’assaltodi Castiglione che,in realtà, preseavvio dalle collinepiù meridionalidel nostro territo-rio.

E pure nel 1859Lonato si è trovatocoinvolto, e pesan-temente, nellevicende bellicheche vedevanofronteggiarsi l’Im-pero Austro-Unga-rico, da una parte,

LONATO... A PARIGI? di OSVALDO PIPPA

“...trojs jours d’un vojage splendid

à travers la France de l’Est...

ont mené nos Chasseurs en pleine

Lombardie...

Ils debarquent à Lonato

le 7 Novembre 1917...

...Des hauteurs dominant la nappe

d’azur et d’argent que déroule

le lac de Garde, on aperçoit de tous

cotés des villages aux noms

illustres entre tuos:

Rivoli, LONATO, Castiglione,

Solferino, ecc...".

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LONATO

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e l’Impero Francese, dall’altra, alleato con il Regno diPiemonte. Fu proprio sul tenere di Lonato che siaccesero le ostilità (alla “Madonna della Scoperta”)che poi si sono estese a tutto il fronte dello scontro: aSolferino sulla destra; a S. Martino sulla sinistra. Ed ipiani di quella che fu la più sanguinosa battaglia del-l’Ottocento furono accordati proprio a Lonato tral’Imperatore dei Francesi ed il Re di Piemonte pocheore prima che si sparassero le prime cannonate.

È stato giusto marcare a Parigi il nome di Solferi-no, ma era ragionevole ricordare anche Lonato che inquelle circostanze subì una devastazione da partedegli Austriaci, prima dello scontro, e successiva-mente fu preziosa base logistica con il suo scalo fer-

roviario utilizzato anche dai Francesi.Ci sono poi le vicende della “Grande Guerra”, di

cui in apertura ho riportato un episodio, quando nel1917 i soldati francesi giunsero ancora una volta sul-le rive del Lago di Garda; ed anche in quella occasio-ne Lonato fece la sua parte come base per accantona-menti di retrovia prima che i reparti venissero avan-zati sulle zone del fronte.

Ed ancora – nel 1918 – Lonato è coinvolto in avve-

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“1796-1996 Bataille de Lonato -Defense du fontainone 19 Julliet 1996”.

(Fotografia dell’autore)

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LONATO

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nimenti che riguardano la Francia perché il nostropaese è stato scelto come luogo di concentramento ebase di partenza , questa volta verso il fronte france-se, di una spedizione militare i cui convogli uscironodallo scalo di Lonato giungendo a ridosso delle trin-cee della Marna. E là sono tuttora raccolte le spogliedi cinquemila Caduti che riposano sulla collina diBligny.

Perché non ricordarli con un simulacro marmoreoche richiami tutti insieme i diversificati e bellicosilegami che hanno collegato Lonato alla Francia?

C’è in Italia città più meritevole di essere menzio-nata fra le strade della Capitale Francese?

In verità a Parigi qualcosa c’è di Lonato: si tratta diuna lapide collocata, probabilmente fin dal 1840, sot-to la cupola dell’imponente “Hotel des Invalides”dove è stato posto il gigantesco sarcofago in marmorosso che contiene le ceneri di Napoleone; lapide sul-la quale è inciso il nome di Lonato fra quelli di altriluoghi che videro le sfolgoranti vittorie napoleonichedurante la prima Campagna d’Italia (foto sul NumeroUnico della Fiera 1990).

Ma il nostro paese, particolarmente “segnato” inquegli anni, non poteva avere maggiore rilevanzacon la dedica di una strada, o di una piccola piazzet-ta, o di un giardino lungo il percorso parigino dellaSenna, o lungo i Campi Elisi?

Forse questa mancanza fu dovuta ad ingenuità odinsensibilità dei Lonatesi allorquando fosse stato uti-le “farsi valere e sentire”. E l’occasione non è manca-ta!

Nel luglio del 1896, nel centenario della battagliache si combattè fra Lonato, Castiglione e Montichia-ri, il Console francese ed alcuni membri della Colo-nia francese rappresentante l’Ente Morale “Le Sou-venir Français” – con sede a Parigi – fecero domandaal Comune di Montichiari di ripristinare il monu-mento, a suo tempo innalzato dall’Armata d’Italia, icui resti giacevano abbandonati in un locale annessoal Teatro.

Il Comune di Montichiari approvò, e delle proce-

dure esecutive venne incaricato l’ing. Cosimo Cano-vetti il quale, il 21 Luglio 1896, presentò analogarichiesta al Comune di Lonato coll’intento di farapporre una lapide, da fissare sotto il portico delMunicipio, e dandone le dimensioni e le fattezze,nonché raccomandando la presenza di quattro bor-chie in bronzo raffiguranti la “N” di Napoleone.

Ed il 7 agosto 1896 anche il Comune di Lonatoaderì alla domanda dell’ing. Canovetti (che agiva per

Parigi - La cupola dorata dell’Hotel des Invalides(Tomba di Napoleone).

(Fotografia dell’autore)

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LONATO

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re per suggerire che anche il nome di Lonato venissericordato fra le strade di Parigi! (Ma non è mai trop-po tardi).

E mentre a Montichiari veniva riassemblato ilmonumento, che fa tuttora mostra di sè innanzi al-l’edificio del Vecchio Ospedale, nulla è dato sapere(per ora) circa la mancata collocazione a Lonato dellalapide offerta dai Francesi.

Bisogna segnalare, comunque, che a Lonato inquei mesi c’erano ben diverse preoccupazioni edaffanni. In marzo si era combattuta una tremendabattaglia ad Adua, ai confini tra l’Etiopia e l’Eritrea,dove metà dei diecimila soldati italiani, che parteci-pavano alla spedizione coloniale, furono uccisi o cat-turati da centomila Abissini coalizzati sotto la guidadi Re Menelik e della Regina Taitù (nomi che, perdileggio, diverrano famosi nella Prima Metà delNovecento).

Inoltre il Governo Italiano, con alcuni Comitati disoccorso, stava trattando con Menelik per il riscattodi molti prigionieri. E a Lonato erano alcune decine imilitari dei quali, da troppo tempo, si aspettavanonotizie dall’Africa (erano del Capoluogo, ed anchedei Barcuzzi, di Montesemo, del Trivellino, ecc.).

Uno dei sopravvissuti già rimpatriati dal MarRosso fu Cipriani Valentino, di Malocco, (classe 1873)che a 21 anni era caporal trombettiere del 59° Fante-ria e che, durante il ripiegamento della sua colonnaverso Massaua, fu colpito alla schiena da una lanciadei Dervisci e fu salvato a stento dai compagni pres-so gli avamposti italiani (prefazione 1859-1898 a “ IlNovecento-Memorie Lonatesi di...”).

Successivamente a Lonato scoppiò una polemicamolto accesa “all’ombra della Cattedrale” in seguitoall’avvenuto furto di due statuette dalla Chiesa di S.Martino.

Il dissidio – chiamato “Guerra dei preti” – vedevacontrapposti il corrispondente locale del giornale“La Provincia” contro il nuovo Parroco, don SilvioOgheri, definito “L’Esotico Monsignore con i suoiesotici Satelliti”. Quest’ultimo, a sua volta, ribatteva

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Montichiari - Monumento eretto nel 1896 nel centenariodella battaglia di Castiglione.

(Fotografia dell’autore)

conto del Consolato Francese) “per dar vita alpatriottico pensiero...” come prescrive la deliberaconsiliare.

E questa avrebbe potuto essere l’occasione miglio-

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LONATO

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le asserzioni della “Provincia” scrivendo sulle paginedel “Cittadino” – e qualificando il giornalista “difen-sore dei Don Rodrighi Lonatesi”. Contrasti che,anche con appigli di cultura, finirono in minacciatequerele e che, rivisitati ai nostri giorni, sono ripetuti egustosi episodi della contesa fra “clericali” e “libera-li” – fieri e baldanzosi, quest’ultimi, ad ogni rinno-varsi dei festeggiamenti patriottici del “XX Settem-bre”.

Ma da allora tanta acqua è passata sotto i ponti , edei propositi reminescenziali francesi si è persamemoria. Non così per l’eco delle battaglie napoleo-niche delle quali, nel secondo Dopoguerra, scriveprima (brevemente) Carlo Ughi, e successivamenteAlberto Piazzi e Lino Lucchini con Giuliana Robazzi.

In verità, si può affermare che allo scadere delsecondo centenario della Battaglia di Castiglione, ilComune di Lonato ha riparato agli equivoci del 1896,sia organizzando un convegno sull’argomento – conedizione di un pregevole volumetto di Lucchini eRobazzi – e sia riproponendo con spettacolare e mol-to apprezzata scenografia, una finta battaglia conl’ausilio di numerosi figuranti e con fragorose canno-nate.

Inoltre è stata inaugurata una lapide collocata invia Fontanella sui muri dell’edificio nel quale si rac-conta che: “Qui Napoleone dettava a quattro scritto-ri i piani della battaglia di Castiglione”.

È stato il 21 Luglio 1996.Ma il “passato” è passato, ed ora è opportuno

pensare al presente ed al futuro nell’ottica di una pre-stigiosa rivisitazione – a sanatoria dello sbiadito 1896– del progetto “Lonato a Parigi” tenendo conto cheLonato ha già fatto il “primo passo”.

Se la proposta, che può sembrare una bizzarrafantasia, verrà esaminata e valutata – senza pregiudi-zi – negli ambienti scolastici e culturali, e poi daglioperatori economici e dai Responsabili Istituzionalilonatesi, non resterebbe che scegliere quale forma di“rilievo” si volesse suggerire al Sindaco di Parigi perinserire (e con validi titoli storici e monumentali!)

anche Lonato nei circuiti culturali e turistici dellaCapitale Francese alla quale la nostra cittadina risul-ta legata da tante affinità.

Chi, per esempio, non vorrebbe essere presenteall’inaugurazione di un cimelio, o di una colonna, difoggia vagamente simile alla nostra Torre, che abbiasui quattro lati della base lo stemma di Lonato, e poile date 1796-97; 1859; 1917-18; oltre ai nomi dei bene-fattori (che oggigiorno si chiamano “sponsor ”)?

Cimelio da collocarsi nei parchi delle “Tuileries”tra il Museo del Louvre e “Place de la Concorde”;oppure nei giardinetti di “Place d’Italie”; o in millealtri luoghi tra i quali anche gli spazi che circondanola Tomba di Napoleone.

Ciò fatto, il successivo e derivante traguardo delprogetto potrebbe essere l’ideazione e l’utilizzo di un“logo” (parigino) che sia di prestigio per l’IstitutoMunicipale, e contemporaneamente diventi un utilesupporto promozionale a disposizione delle nostreattività imprenditoriali che si misurano ogni giornocon l’Europa.

Per questo è necessario crederci, da subito, e sti-molare la volontà e l’entusiasmo di qualche concitta-dino capace di affrontare i necessari passaggi buro-cratici con decisione e convinzione.

È ovvio, tuttavia, che nel giorno in cui il ConsoleFrancese dovesse eseguire una preventiva visita aLonato, sarebbe auspicabile che i vergognosi esempidi indolenza civica e di degrado ambientale, che datroppo tempo si affacciano su via Gerardi e via Tarel-lo, fossero finalmente eliminati, al fine di conformareun percorso decoroso ed ingentilito per entrare nellanostra bella Piazza e per accedere alla pregevolezona monumentale del centro storico lonatese.

Infatti, a nessuno sfugge che le strade di Lonato,in questa fredda domenica 4 dicembre 2005, hannobisogno di una ragionata azione di bonifica e diriqualificazione, da decenni vagheggiata, semprepromessa, e solo parzialmente affrontata.

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ari lettori, oggi cercheremo didare risposte ad un argomento un

po’ bistrattato in questi ultimi anni:oggi parleremo approfonditamente di come giudi-care la nostra spesa di carni in termini di qualità,igiene e tracciabilità, e di che cosa è cambiato inquesti ultimi anni a favore del consumatore finale. Fare la spesa oggi è veramente un dilemma: lenozioni che abbiamo ricevuto dai principali organid’informazione parlano di problemi sanitari ine-renti al settore alimentare, senza però dar seguitoa quelle che sono le soluzioni dei problemi. Ledomande che i consumatori si pongono spessosono “ma è stato fattoqualcosa per rimediare?”ma soprattutto “comefaccio a capire se la spesache sto facendo è sanaper la mia famiglia?”Vi rispondo approfondi-tamente in questo scrit-to, spero non troppo tec-nico e ricco di risposte,alcune delle quali, Vi assi-curo, sono una vera sor-presa.Premessa storica: la carnebovina ha vissuto undecennio molto difficilecon forti contrazioni di consumo motivate parzial-mente dal modificarsi delle abitudini alimentari, masoprattutto dalle vicende BSE, partita con alcuni casicertificati prima del 1996 ma poi evolutasi con innu-merevoli segnalazioni nel gennaio del 2001.Il fenomeno, che poi è andato allargandosi capillar-mente in tutta Europa, ha avuto come conseguen-za una riduzione ai minimi storici del consumo del-la carne rossa, mandando così al collasso tutti gliallevamenti bovini e tutto il comparto agroalimen-tare nazionale con conseguenze parzialmente irre-parabili.Per risalire questa difficilissima situazione, servivadare garanzie e certificare il bovino da carne inmodo da poter offrire di nuovo fiducia al consuma-tore e rilanciare il consumo di un bene primario per

la nostra equilibrata alimentazione. A questo pun-to toccava a noi addetti ai lavori, fare qualcosa: macome? E in che modo?Aiutati dal Patrocinio della Coldiretti di Brescia, unprimo gruppo di allevatori pionieri iniziarono alavorare per concretizzare burocraticamente tuttele fasi di produzione: grazie ad un primo e verodisciplinare ed uno statuto, il 19 giugno 2001 nasceil CONSORZIO CARNI BOVINE SCELTE con l’obietti-vo di promuovere ed informare i consumatori sullacertificazione, etichettatura e qualità delle carniproposte. Dai 7 allevamenti iniziali aderenti al pro-getto, il CdA del consorzio conta ad oggi ( ultimi

dati forniteci il 17dicembre 2005) tra isuoi associati 191allevamenti sparsisul territorio brescia-no con partecipazio-ne anche nel vicinobergamasco, cremo-nese e nel milanesecon un parco bovinodi 26.000 capi alleva-ti stimati in 8500.000quintali circa di car-ne controllata e cer-tificata all’anno.Perché questo suc-

cesso? La crescita esponenziale è data dalla lineapolitica del Consorzio, molto semplice ed efficace:le carni arrivano sulle nostre tavole partendo dauna filiera che è composta dai produttori ( alleva-menti associati), si evolve alla vendita nelle macel-lerie consorziate fino ad arrivare alla grande distri-buzione anch’essa associata al consorzio.Chiarezza, promozione ed informazione attraversocanali concretamente coordinati e dedicati allatutela del prodotto e dei consumatori.Ora parliamo dei centri collegati al Consorzio chegarantiscono ancor più qualità.Il Consorzio è il capofila di un sistema di Enti chelavorano in sinergia mettendo in atto una serie dicontrolli incrociati: dalla produzione fino al bancovendita per garantire la tracciabilità del prodotto.

AIUTA LA TUA SALUTEMANGIANDO SANO!!!

C

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1 - Il Centro miglioramento della carne bovina IZPFdi Brescia ha l’azione di consulenza e controllonegli allevamenti di bovini, controllando la sanitàdegli alimenti che sono esclusivamente di originevegetale come mais, soja, orzo, crusca, barbabieto-le e loro derivati per tutto il ciclo fino alla macella-zione, nel rispetto del disciplinare di produzioneapprovato dal ministero delle politiche agricole il21 settembre 2001.

2 - AIA associazione nazionale diallevatori che fornisce il programmadi etichettatura ETIAIA riconosciutodal ministero delle politiche agrico-le il 16 giugno 2002 dove vengonoconvogliati tutti i dati dei bovini inallevamento consorziato, dalla raz-za, sesso, data di nascita, alimenta-zione e l’allevamento da cui provie-ne , tutti dati aggiuntivi che dannogaranzie e tracciabiltà e riportate inetichetta al momento dell’acquistodel pezzo di carne.

3 - Agroqualità e PAI enti di control-lo esterno che certificano tutto l’o-perato del Consorzio, dall’alleva-mento fino al banco vendita convol-gendo l’intera filiera.

Negli allevamenti associati al Con-sorzio sono allevate diverse razze dibovini: dalla Frisona nazionale(ovvero vitelli nati e allevati inazienda e ingrassati), alle ben noterazze francesi Limousine, Charolaisee i suoi incroci, ristallati dai pascoliin 2 linee (animali dai 9/12 mesi o davitelli di 30 giorni svezzati e ingras-sati fino ai 16/19 mesi).

Ma com’è la situazione nazionaleoggi?

Attualmente è in vigore un sistemadi etichettatura nazionale obbliga-toria per la carne bovina che forni-sce lo stato di nascita, di allevamen-to, stato di macellazione e impiantodi sezionamento e lotto di partitadel singolo pezzo di carne; troppopochi per dare una corretta infor-mazione, visto che la produzioneitaliana è autosufficiente solo per lametà della carne che viene consu-mata quotidianamente sulle nostretavole.La Coldiretti di Brescia con il proget-to nazionale Campagna Amica e il

Consorzio carni bovine scelte hanno l’obiettivo dipromuovere, informare e sensibilizzare l’opinionepubblica e di arrivare in quei punti critici dove ilconsumo della carne bovina è carente e non da legaranzie corrette; ad esempio nelle mense scolasti-che, nella ristorazione e anche nelle macelleriedove spesso un anonimo cartoncino conscritto”nostrano” non dà le necessarie garanzie ditracciabiltà.È importante sapere che il Consorzio mette a dispo-sizione delle macellerie aderenti o che voglionoaderire al progetto di filiera, tutto il materialeadatto all’etichettatura della carne, unitamentealle bilance ed al sistema informatizzato, abilitatiad etichettare con informazioni complete e mar-chio di riconoscimento il prodotto finale.Concludo citando che, recentemente, il Presidentedella Repubblica Ciampi, in occasione di un suointervento pubblico, promuoveva il consumo delMADE in ITALY, che oltre ad essere di qualità e sino-nimo di garanzia è indispensabile per dare un rilan-cio alla nostra economia nazionale: così facendol’agricoltura, in questo caso bresciana, può ridiven-tare motore di traino e non un peso sociale, conl’eccezionale beneficio di tutti quegli elementi col-legati alla catena alimentare, compreso chi ne è acapo, l’uomo, padrone e consumatore.Per rimanere sempre informati visitate il nuovo sitointernet del consorzio: www.cbs.bs.it, dove trovere-te tante novità legate al nostro impegno e alleaziende associate.

INNOCENZO MENAPACEpresidente

Consorzio Carni Bovine Scelte

Consorzio Carni Bovine Scelte Via San Zeno, 6925124 BresciaTel. 030.2457599

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LONATO

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Gli alunni della classe 3ª C della scuola media statale “C. Tarello”, nello scorso anno scolastico sono andatialla ricerca dei più antichi e caratteristici pozzi di Lonato, e con l’aiuto della signora Marì Viola, esperta distoria lonatese, della professoressa Marina Cesari e di coloro che hanno cortesemente aperto le loro case,hanno preparato questo breve ma interessante catalogo.

Il sottosuolo di Lonato, ricco di abbondanti e salubri acque, ne ha permesso fin dall’antichità un generosoutilizzo, mediante l’escavazione di numerosi pozzi dei quali esistono tuttora interessanti testimonianze.

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TESORI NASCOSTI, I POZZI ANTICHIprof. A.F. STRANIERI

Pozzo situato nella parte alta dellaRocca denominata Rocchetta. Sipresume essere il più antico pozzodi Lonato. La sua datazione infattipuò risalire all’epoca delle sue pri-me fortificazioni, elevate a difesadelle invasioni barbariche, attornoall’anno mille.

Notevole la patera in pietra cherappresenta due cani che si fron-teggiano in atteggiamento aggres-sivo.

Bellissimo pozzo-cisterna posto nel vastoprato della parte alta della Rocca. Reca lostemma del leone alato di S. Marco, atestimoniare il dominio veneto su questocastello.

Questo pozzo sitrova sul latodestro del cancel-lo all’ingressoalla casa delPodestà, ma pro-viene dalla Piaz-zetta della Citta-della, dove servi-va come pozzopubblico del pri-mo nucleo abita-to del paese.

Mappa che ripor-ta la posizione (aln. 8) del pozzo diCittadella.

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Pozzo e muro, situato sulconfine di due proprietà, perl’utilizzo dell’acqua, in con-temporanea, da parte delledue famiglie confinanti.

Pozzo a “muro”come il prece-dente, dove èancora visibilela duplice aper-tura che venivachiusa da ognilato da massicceante a battentee chiavistello.

Questo romantico pozzo è situato in un ombroso e ripa-rato giardino, protetto da alte mura di cinta. Si presumedatare, come la stessa casa a cui appartiene, al secoloXVII.

Ricco di fascino misterioso, questo pozzo situatonelle tenebrose ed oscure cantine di palazzo Carpe-neda ( sec. XVII ) è ancora ricco di abbondanteacqua.

Leva che regola l’afflusso d’acqua al pozzo dipalazzo Carpeneda.

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Rimasto ancora auten-ticamente intatto,questo pozzo di pub-blico servizio sito inVicolo del Pozzo eraprobabilmente l’unicoapprovvigionamentod’acqua delle zoneovest del paese.

”Pozzo comunale”, cosìdice la scritta posta sullatavoletta di pietrasopra l’apertura delpozzo ora murato. Sitrovava in prossimitàdella Porta Cremoneseo Porta Stoppa.

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LONATO

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Lo scorso anno il Comitato Fiera ha lanciato unconcorso rivolto agli alunni della scuola primaria esecondaria inferiore.

Il tema dellagara era: “Cibi ericette della tra-dizione popolarelocale: esperien-ze, esperimenti,personaggi, rac-conti”. L’obbiet-tivo del concor-so, oltre a coin-volgere i ragazzinegli eventi fieri-stici, era di farconoscere le tra-dizioni culinariematurate neitempi passatiriscoprendo ev a l o r i z z a n d oprodotti e cibiche, non sostenu-ti da pubblicitàluccicanti e milionarie, ci possono sembrare talvoltasuperati e troppo modesti, a volte addirittura impre-sentabili.

Al concorso hanno partecipato alunni singoli,gruppi e classi intere dell’Istituto scolastico com-prensivo statale e dell’Istituto “Paola di Rosa” diLonato. L’invito in realtà ha toccato bambini, ragaz-zi e famiglie che insieme hanno riscoperto moltipiatti e sapori che danno grande gioia, non solo per-ché sono buoni, fatti con cibi sani e, spesso, nostrani,ma anche perché ci fanno sentire in sintonia con lanostra terra e con il nostro passato, con radici solidee profonde nella nostra cultura.

Bisogna ricordare, infatti, che tra le mille educa-zioni cui è oggi chiamata la scuola, non ultima è arri-vata anche l’educazione alimentare. Gli insegnantihanno, quindi, il compito di sostenere lotte imparicon il potente mezzo televisivo che passando tutto eil contrario di tutto, spesso, in questo campo predicabene (vedi trasmissioni di cucina sana e naturale)ma razzola male (vedi seducenti pubblicità di cibigià pronti e supersfiziosi fatti per essere consumatiin quantità e spesso in barba a qualunque ragione-vole regola alimentare).

Per stimolare la partecipazione al concorso, e aiu-tare poi i partecipanti, è stato pubblicato un opusco-lo riportante materiale vario: una piccola raccolta di

ricette da risco-prire, vecchimenù, elenchi diricette bresciane,con cibi, sapori ericordi dellacucina povera diuna civiltà in cuiera più difficilemettere insiemeil pranzo con lacena che digerir-li.

La rispostadelle scuoleinterpellate è sta-ta positiva anchedal punto divista qualitativo.L’obbiettivo difar incontrare igiovani con le

persone portatrici di esperienza e conoscenze inquesto campo ha avuto pieno successo: vedi alcunidei testi riportati in seguito. Insieme agli insegnantie alle famiglie crediamo di aver contribuito a farincontrare questa particolare cucina ai bambini;incontro fondamentale perché solo nell’infanzia sipuò dare l’imprinting della cucina tradizionale, pro-porre l’incontro con sapori speciali che poi divente-ranno i sapori di quando ero bambino.

I premi, suddivisi nelle sezioni elementari emedie, consistevano in buoni acquisto spendibili inmateriale didattico e libri per un valore complessivodi 1.320 euro.

Sono risultati vincenti per la sezione“ALUNNI DELLA SCUOLA PRIMARIA”

1° classificato: Intervista alla nonna - euro 100Giada Bettini - Classe 5ª - Istituto “Paola di Rosa”Insegnante di riferimento: Ambra Ripamonti

Elaborato in forma di dialogo-intervista con quattrononne; raccoglie interessanti testimonianze sulla cuci-na di un tempo e riflessioni sui contrasti stridenti trale abitudini alimentari di un tempo e quelle di oggi.

IL CONCORSO CIBI E RICETTEDELLA TRADIZIONE POPOLARE LOCALE

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2° classificato: Il quaderno di zia Rina - euro 250Classe 4ª D - Scuola primaria “don Milani”Insegnante di riferimento: Lucia Mor

Lavoro collettivo ben curato nella presentazione grafi-ca e “di atmosfera” per presentare in forma originaledue ricette interessanti e gustose.

3° classificato: Natale al castello - euro 150Classe 4ª B - Scuola primaria “don Milani”Insegnante di riferimento: Daniela Carassai

Originale rielaborazione in chiave giornalistica e fan-tasiosa del materiale presentato sul libretto di suppor-to al concorso.

Segnalato: El saltarelMattia Plebani - Classe 4ª E - Scuola primaria “donMilani”Insegnante di riferimento: Annamaria Salaorni

Ricerca ricca di interessanti notizie, documentataanche con fotografie sui primi anni della Fiera lonate-se. Purtroppo mancante di sufficienti riferimenti allacucina popolare che era il tema del concorso.

Vincitori per la sezione“ALUNNI SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO”

1° classificato: Tradizioni e ricette - euro 80 a testaMarco Agosti, Enrico Baccoli, Gianluca Martinelli,Gioele Orizio - 2ª D - Istituto comprensivoInsegnante di riferimento: Annamaria Rossi

Buon lavoro che unisce una raccolta di interessantemateriale scritto e grafico rielaborato con notizie sulletradizioni legate alla norcineria e alle ricette del maia-le sperimentate personalmente.

2° classificato: El mangià cativ - euro 60Nicolò Biligotti - 3ª A - Istituto “Paola di Rosa”Insegnante di riferimento: Elena Merigo

Elaborato che raccoglie una ricerca di materiale scritto

e orale, ricette, considerazioni e detti interessanti;espresso in forma cruda, in certi passaggi, ma compiu-ta.

3° classificato: Lo spiedo - euro 40Giulia Tomasi - 1ª C - Istituto “Paola di Rosa”Insegnante di riferimento: Elena Merigo

Lavoro che racconta in buona forma e con accuratezzail complesso rito dello spiedo, riportando anche tradi-zioni orali e consuetudini di famiglia che personalizza-no il tutto.

Segnalati per la sezione“ALUNNI SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO”

“La folaga selvatica con olive”Maria Rizzonelli - 3ª A - Istituto “Paola di Rosa”Insegnante di riferimento: Elena Merigo

Una ricetta presentata in modo personale, in buonaforma e sperimentata con la nonna.

Premio speciale ad un lavoro consideratomolto meritevole per la qualità degli argomentiesposti ma non rispondente al requisitolunghezza massima di 3 pagine:

“Vita in cascina” - euro 80Classe 2ª C - Istituto comprensivoInsegnante di riferimento: Federica Stranieri

Lunghezza massima superata: non è stato ammessoalla gara. Ma la giuria riconoscendo il valore dellaricerca accurata, ricca di interessante materiale scrittoe fotografico ha ritenuto di riconoscere il valore dellavoro con un premio fuori concorso.

Di seguito pubblichiamo alcuni dei lavori pre-miati o segnalati scusandoci se non è stato possibilepubblicarli tutti.

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RICHMOND DENIMD&G - RICHMOND X

CLASS CAVALLIFRANKIE MORELLO

ANDREW MACKENZIEDIRK BIKKEMBERGS

Piazza Savoldi, 1 - 25017 Lonato (BS) - Tel. 030.9919710Via G. Falcone, 24 - San Benedetto di Lugana - Tel. 045.6401599

REDIGHIERICOMPENSATIREDIGHIERICOMPENSATI

di PANEGALLI GIANCARLO

LEGNAMI COMPENSATI

E PRODOTTI AFFINI

LONATO

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Sezione “Alunni della scuola primaria”

INTERVISTAALLA NONNA

Dalle interviste cheabbiamo fatto allenostre nonne abbiamoricevuto delle rispostecuriose, divertenti mache ci hanno anche fattoriflettere su come eradiversa la vita di untempo. Ogni cosa eradavvero preziosa, nullaveniva sprecato odisprezzato e noi abbia-mo iniziato a riflettere...

Ecco alcune doman-de e risposte delle inter-viste rivolte alle nostrenonne.

Quando hai impara-to a cucinare e chi ti hainsegnato?

Nonna Giuseppina.Ho imparato a cucinarea 9 -10 anni e mi hainsegnato la mamma.Per le ragazze era moltoimportante saper cuci-nare. Come dice un det-to: pa e nus, majà dè spus,nus e pa, majà dè ca.

Pane e noci cibo dasposi, noci e pane ciboda cane, cioè le giovanispose che non hannoancora imparato a cuci-nare devono farlo per-ché all’inizio il maritoinnamorato mangiapane e noci, ma allalunga si stanca.

Com’era la cucina dicasa tua quando eripiccola e cosa si man-giava di solito?

Nonna Angiola. Lacucina era molto gran-de, con un bel fuoco euna stufa a legna sullaquale si cucinava. Inmezzo c’era un lungotavolo con tante sedie einvece del frigorifero

una cantina. Per le provviste c’era una dispensa.Nonna Rosa. Di solito si mangiava polenta, lardo e

uova.Nonna Giuseppina. Tutti i giorni si mangiava la

pasta fatta in casa e al mattino, per colazione, beve-vo il latte appena munto della mucca che avevamoin stalla.

Hai mai fatto i capricci per qualcosa che non tipiaceva? Se si, come si comportava la tua mamma oil tuo papà?

Nonna Angiola. Sì, non mi piaceva il brodo d’ana-tra che faceva mia mamma, perché secondo me puz-zava di pollo.

Nonna Rosa. Sì, ogni tanto facevo qualche capric-cio e i miei genitori mi sgridavano perché non c’eranessun altra cosa da mangiare.

Nonna Giuseppina. Qualche volta sì, ma il miopapà mi diceva che se non volevo mangiare facevo ameno, perché c’era solo quello.

Nonna Maddalena. No, non ho mai fatto capricciperché c’era poco da mangiare. Quando si ha fame ètutto buono.

C’è il ricordo di un episodio particolare, o diun’abitudine andata perduta, legati alla vita incucina dell’epoca?

Nonna Rosa. A Natale c’era l’abitudine di fare itortelli con la zucca, mi piacciono molto. In invernosi uccidevano i maiali e si cucinava il sanguinaccio.

Nonna Giuseppina. Una volta ho bruciato lo spie-do... che guaio!!!

C’è una ricetta della tradizione popolare checucini ancora oggi, anche se magari un po’ modifica-ta?

Nonna Rosa. Anche oggi cucino il chisol cotto nel-le braci.

Nonna Angiola. La ricetta è ancora come quellache faceva la mia mamma una volta per prepararegli gnocchi dei poveri. Occorre pane raffermo, fari-na, un uovo, un pizzico di sale e poi dopo aver for-mato un impasto cremoso si mettevano nell’acquabollente a cuocere.

Sezione “Alunni scuola secondaria di 1° grado”

TRADIZIONI E RICETTELEGATE AL MAIALEIn questi giorni ci siamo riuniti per mettere insiemericordi dei nostri nonni e di altre persone che abbia-mo intervistato sulle usanze contadine di tanti annifa. Un tempo l’economia (di Lonato e dell’Italia ingenerale) era basata soprattutto sull’agricoltura esull’allevamento del bestiame.

Non c’era famiglia che non allevasse galline,conigli e maiali.

L’uccisione e la macellazione del maiale, che

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avveniva di solito inautunno inoltrato, erauna festa per tutti. Delmaiale si utilizzavatutto: carne, grasso,ossa, piedi e coda. Inparticolare, a Lonato ,la vendita dei maialiavveniva a gennaio inoccasione della fiera diS. Antonio.

Per festeggiare l’e-vento, con il sanguedel maiale, si prepara-va la torta di sangue. A mezzogiorno si mangiavapolenta, fegato, braciole e verze cotte.

Alla sera si invitavano tutti coloro che avevanocollaborato alla lavorazione e trasformazione dellecarne, si faceva il “risotto con il puntel” le palline disalame e le braciole venivano arrostite; quello cheavanzava si metteva in cantina. Il giorno dopo veni-vano preparati i “ciccioli” col grasso, i cibi si cuoce-vano al fuoco e il salame veniva appeso al baldac-chino vicino al camino. Alcune ricette con la carne dimaiale ci sono anche oggi e noi abbiamo provato adeseguirne alcune. Ad esempio, per preparare lecostine di maiale alle verze si usano i seguenti ingre-dienti: un chilo di costine di maiale, una verza, quat-tro cipolle, cinque cucchiai di olio di oliva, sale epepe. Verso le due del pomeriggio abbiamo affettatole quattro cipolle e, dopo averle messe in una pento-la con dell’olio, abbiamo aggiunto le costine di maia-le mescolate insieme alle verze, tagliate a fettine sot-tili, poi abbiamo aggiunto un po’ di brodo con delsale e del pepe. Successivamente abbiamo lasciatocuocere il tutto per due ore, mescolando ogni tanto.

Per preparare il risotto della sera del maialeabbiamo utilizzato il risotto, il cuore del maiale, il

brodo e le ossa.Abbiamo fatto sof-

friggere il cuore delmaiale macinato, poil’abbiamo fatto bollirecon il brodo preparatocon le ossa del maialeper circa tre ore; suc-cessivamente abbiamoaggiunto il riso.

Dopo alcuni giornici siamo ritrovati perpreparare gli ingre-dienti della torta di

sangue: un litro di sangue di maiale, pinoli, uva pas-sa, zucchero, formaggio e pane grattugiato. Questaricetta si può fare in un altro modo: raccogliendo ilsangue, cuocendolo, pestandolo e amalgamandolocon del latte, mescolandolo e lasciandolo raffredda-re.

Per le salsicce di maiale alla cacciatora la ricettanon è stata eseguita da noi, ma abbiamo trascritto gliingredienti e la preparazione dai libri di cucina. Civogliono 400 g di salsicce fresche, 200 g di funghiporcini, olio di oliva, mezza cipolla, polpa di pomo-doro, sale e pepe. Punzecchiare la salsiccia e metter-la al fuoco lento, cuocere piano per dieci minuti, poisgocciolare e metterla in un piatto.

Nel tegame di cottura far rosolare la cipolla e lospicchio d’aglio, aggiungere la polpa di pomodoro, ifunghi affettati, sale, pepe e cuocere per circa ventiminuti. A questo punto rimettere la salsiccia neltegame e continuare la cottura per circa quindiciminuti. Servirla con purè.

È in onore della festa di S. Antonio che abbiamopreparato e scritto queste ricette, sperando, cosìfacendo, di contribuire a continuare le tradizioni diuna volta.

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Sezione “Alunni scuola secondaria di 1° grado”

“EL MANGIÀ CATIV”Era quello delle campagne, del sudore, dei calli

dei contadini. Spesso viene ricordato dai nostri non-ni insieme alla nostalgia dei sapori genuini, dellegrandi tavolate, della feste comandate, accompa-gnato dal detto: “Sà Sstaà mei quando sa staà pes”.Andando alla ricerca di questo “peggio si ritrovanomodi molto poveri e scomparsi d’intendere la tavolache restano comunque alla base della nostra tradi-zione culinaria, sebbene questa sia stata arricchitanel corso degli anni con ingredienti che un tempoerano considerati veri e propri lussi. Molte ricette diallora sono oggi irriproducibili o forse improponibi-li. Chiamerò quindi le ricette cheproporrò di seguito “Pietanze perstomaci forti”.

Per risalire all’origine di que-ste ricette bisogna tornare allatradizione e cercare di capirel’importanza dell’evento dell’uc-cisione del maiale. Ricorrerò perquesto alla citazione di un branodi Giambattista Muzzi, ritrovatosul testo: “Sapori e storie dellaCucina Bresciana”, che ci aiuteràad andare a ritroso nel tempofimo ad imbatterci nel “rito” concui si dava sfogo all’attesa di unanno; era una festa che iniziavacosì:

“Nelle buie e fredde mattina-te di fine novembre di qualchedecennio fa, e pare il Medioevo,l’aria delle nostre campagne el’acqua dei laghi e l’eco delle valli venivano lacerateda acutissimi urli di porci, colpiti al cuore dall’infal-libile stiletto del ‘masadùr’: cori melodiosi per leorecchie dure degli affamati contadini che riponeva-no in quelle carni grasse e succulente la speranza delfuturo. Non c’era lotta tra la bestia ed il norcino, nonera una sfida e nemmeno una corrida; era un ritovecchio come la fame, attraverso il quale si immola-va la vittima sacrificale. E poi si mangiava”.

Siccome non si buttava via nulla l’uccisione delmaiale era subito seguita dalla raccolta del sangueche colava copioso e caldo e veniva immediatamen-te raccolto e mescolato ad altri ingredienti in mododa poter essere consumato.

E via al detto... “Quando i porsei i crida, el padrù elrit”.

“La torta di sangue” (da non confondere con ilsanguinaccio)

È una ricetta della Vallecamonica per la quale siponeva una padella piuttosto alta sul treppiede e si

facevano rosolare porri e cipolle tagliati fini. Siaggiungevano sangue di maiale e sapori, guancialetagliato a dadini e latte. Si copriva quindi la padellacon un coperchio (el tèst) dal cui centro partiva unmanico verticale che permetteva di manovrarlo. Sulcoperchio i contadini distribuivano uno strato dibrace (la burnìs) e lasciavano cuocere il tutto fra duefuochi. L’impasto lievitava come una vera torta dalrisultato sorprendente con le calorie necessarie peraffrontare una giornata di duro lavoro.

Dopo tanta fatica, alla sera, finalmente si mangia-va un gustoso piatto di riso in brodo condito abbon-dantemente con l’impasto del salame: “El ris sporc”.

Si rosolava nel burro la cipolla tritata, si aggiun-gevano avanzi di carne della lavorazione del maiale

e frattaglie, per cuocere il tuttodolcemente. Si bagnava quindicon del vino bianco secco e silasciava evaporare per poiaggiungere del brodo sufficienteper fare una minestra. Alla fine siuniva il riso e si cuoceva perquindici minuti.

Queste pietanze non si consu-mavano in trattorie o ristoranti,ma all’interno di case private neicui cortili, o porcili, si allevavanomaiali all’aperto.

Il risultato della fatica di ungiorno intero che impegnava piùpersone alla lavorazione dellecarni del maiale era un “baldac-chino” di salami che veniva con-siderato come un “tesoro”, bendifeso dai malintenzionati espesso custodito, come mi hanno

raccontato i miei nonni, anche nelle camere da letto.Del resto rappresentava una grande risorsa, da con-sumarsi con parsimonia lungo un anno intero,facendo così onore ad un animale tanto bistrattato,le cui carni però hanno notevoli proprietà nutritive:un etto di carne suina fornisce un terzo del fabbiso-gno giornaliero di vitamine e ferro, un terzo di vita-mine B6 e B 12, metà del fabbisogno proteico , laquasi totalità dei minerali. Questo i nostri nonni disicuro non lo sapevano, ma certamente... l’avevanointuito.

Sezione “Alunni scuola secondaria di 1° grado”

LA FOLAGA SELVATICA CON OLIVEOggi sono sempre più diffusi alimenti precotti,

tramezzini, patatine fritte ed hamburger e il ciboviene sprecato con troppa facilità. Si sono persi i con-cetti di genuinità e semplicità, sostituiti da quelli dicomodità e rapidità. Certamente non è semplice fare

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a meno di que-sti ultimi, consi-derata la frene-sia della vitamoderna, matentare di ritro-vare la tranquil-lità anche soloin qualche pic-colo aspettodella quotidia-nità, gioverebbe

senz’altro a tutti. Un tempo le cose erano ben diver-se da oggi: malgrado le numerose difficoltà, la gentegodeva di armonia. In cucina, ad esempio, ogni piat-to veniva preparato con cura e parsimonia e non ci sipoteva permettere di sprecare. Oltre che saggia, lamaggior parte della gente era anche povera. Secon-do mia nonna Anita è molto importante che io siaconsapevole di questa differenza con il passato; così,per farmi assaggiare concretamente i sapori dei“suoi tempi”, ha deciso di cucinarne un piatto tipicoinsieme a me: la folaga selvatica con olive.

Dopo che mia nonna ha spennato e privato l’ana-tra delle interiora e delle zampe, l’abbiamo lavata,fatta sgocciolare e frollare (esposta all’aria) per ungiorno. Preparata una pentola di acqua bollente, poi,ve l’abbiamo immersa, cambiato l’acqua e aggiuntoqualche cucchiaiata di aceto per togliere l’odore dipesce di cui il selvatico si è nutrito. Poi, mentre lanonna tagliava a pezzi l’anatra cotta per alcuniminuti, io ho tritato un gambo di sedano, una carota,uno spicchio d’aglio ed una cipolla. Per preparare 50grammi di lardo “pestàt” c’è stato bisogno dellamano esperta della nonna, che lo ha velocementesminuzzato con il coltello. Il compito di preparare ilsoffritto con tutti i suddetti ingredienti ed un po’d’olio è invece spettato a me. Poi abbiamo aggiuntoal soffritto ed alla carne una foglia d’alloro ed unpizzico di timo per aromatizzarli e li abbiamo fattirosolare per un po’. Abbiamo eliminato il grassoprodotto dalla carne e dal lardo per poi versare nel-la pentola due bicchieri di vino rosso; la cottura èdurata fino alla completa evaporazione del vino.Durante questa operazione, piuttosto lunga, ci sia-mo un po’ riposate sul divano della cucina, chiac-chierando del più e del meno. Dopodiché, salato epepato lo spezzatino, ho sciolto in acqua calda uncucchiaio di conserva di pomodoro e l’ho utilizzataper ricoprire la carne. La cottura è proseguita a fuo-co lento per circa due ore e, poco prima del termine,ho aggiunto una manciata di olive.

E’ sorprendente per me vedere come gli adulti esoprattutto gli anziani, abituati, in questo caso, acucinare, sappiano dosare il cibo senza la bilancia:mia nonna parla di pugni, cucchiai, pacchetti, “idei-

ne”, mentre io, senza il peso preciso, non mi soorientare.

Tornando alla nostra ricetta, comunque, l’abbia-mo servita a pranzo e devo dire che anch’io, che nonsono una grande amante della carne, ho apprezzatomolto la folaga. Ho dunque dovuto dare ragione amia nonna, secondo la quale i piatti di una volta,oltre ad essere parte integrante della cultura brescia-na, sono davvero molto gustosi anche oggi, se pre-parati “come Anita comanda”. Ella ritiene infattiche, oltre a molta cura ed attenzione durante la pre-parazione, siano necessari anche ingredienti di qua-lità, quali possono essere solamente quelli dell’orto edel pollaio, cui la nonna tiene molto.

Ovviamente la folaga non era e non è tuttora unpiatto quotidiano, ma veniva riservato per i giorniimportanti, come la domenica o particolari festivitàe cucinato nella tipica pentola per carni in umidodetta “bronsalì” .

Ciò che èlegato allatradizione èdunque pre-gnante diricordi, signi-ficato, saporie passioni, alcontrario diciò che ci pro-pina ognigiorno lamodernità.

Premio speciale

VITA IN CASCINARacconta la nonna di Andrea che quando era

bambina viveva nella cascina “Il Tirale”, nella zonadel Cominello. Abitavano insieme tre famiglie equando ci si sedeva a tavola tutti insieme, si eraaddirittura in venticinque. Si occupavano di prepa-rare il pranzo e la cena, a turno, tutte le donne dellafamiglia; nella settimana che toccava a una di loro,doveva rifare i letti, spazzare i pavimenti e occupar-si di tutto ciò che riguardava la casa. Solo il bucatoveniva fatto da tutte le donne insieme, perché eraun’operazione molto lunga e faticosa. La cascina incui si trovava nonna Lucia era quasi autosufficiente,perché nei campi che la circondavano coltivavanoun po’ di tutto: frumento, mais, viti e alberi da frut-ta; c’era anche la “melonera” per la gioia dei bambi-ni e degli adulti. Naturalmente si tagliava anche l’er-ba per gli animali e, una volta seccata, la si conser-vava nel fienile. Ai più giovani toccava invece ilcompito di raccogliere l’insalata, gli spinaci, i pomo-dori e anche le foglie di gelso che servivano a nutri-

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re i bachi da seta; spesso, poi, si arrampicavanosugli alberi da frutta per cogliere fichi, cachi, cilie-gie, mandorle, noci e, soprattutto, le giuggiole, conle quali qualche nonna era capace di fare, con unaricetta segreta un ottimo brodo.

In autunno, durante la vendemmia, a fine giorna-ta si faceva volentieri festa mangiando cotechino epolenta, poi una parte dell’uva brunesca veniva ste-sa su dei graticci di legno per conservarla; era diver-tente anche la raccolta delle castagne, che venivanomangiate o abbrustolite sulla brace o lessate, oppure,senza buccia, cotte nel latte. Sempre in autunno, sot-to il portico, al fresco del tardo pomeriggio, si span-nocchiava il grano turco. Infine alla sera, soprattuttoin inverno, ci si rifugiava nella stalla, insieme aglianimali a raccontare storie e a lavorare a maglia o aricamare. Nelle stalle della cascina si allevavanomucche, buoi, cavalli, mentre le galline scorrazzava-no libere per il cortile, cosicché le uova bisognavaandarle a cercare un po’ ovunque: una specie didivertente caccia al tesoro. Le uova depositate dallegalline il Venerdì Santo, venivano conservate perberle crude il giorno di Pasqua perché allontanasse-ro qualunque malattia. A Pasqua, poi, i ragazziindossavano i vestiti nuovi, mentre a Pasquetta siandava in collina a mangiare uova, salame o i restidel pranzo di Pasqua. Per le cascine passavano imugnai a raccogliere i sacchi di grano che converti-vano in farina e i pesciaioli, che fornivano sardine ebaccalà. Nei giorni di bucato, lunghi e faticosi, ledonne mettevano sul fuoco una minestra che cuo-cesse lentamente senza bisogno del loro intervento.

I CIBI

La colazioneRacconta nonna Lucia che ai pasti tutta fa fami-

glia si ritrovava insieme ed erano momenti a alle-gria e magari anche di un po’ di confusione. Al mat-tino si beveva una scodella di latte con del pane,oppure delle croste di polenta nel latte (come inostri cereali di oggi).

Il pranzoDurante la settimana spesso era la polenta il piat-

to principale, ma al venerdì veniva invece prepara-ta in casa la pasta, perché bisognava mangiare dimagro e si continuava col baccalà, mentre un belsecchio di frutta chiudeva il pranzo. Si mangiavanovolentieri anche gli gnocchi di polenta, di farina o dipatate che venivano fatti in casa; infatti le mammepreparavano da sole molti cibi che oggi siamo abi-tuati ad acquistare, come il burro e lo stracchino.

Gli uomini, invece, dopo aver ucciso il maialepreparavano gustosi salami ed appetitosi cotechini;anche i “ciccioli” piacevano molto a tutti (grepole).

Alla domenica, invece, le cose cambiavano unpo’ e in tavola arrivava una minestra dì fegatini epollo ripieno. Solo nelle feste si mangiava il dolce: aPasqua veniva preparata una soffice torta margheri-ta, cotta in una speciale pentola col buco che venivamessa sulle braci; a carnevale, invece, come ai gior-ni nostri, si facevano scorpacciate di lattughe e frit-telle. Alla festa di Sant’Antonio si gustavano il “chi-sol” o la torta “macada”, così chiamata perché veni-

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va schiacciata (ammaccata)con le dita. Da ricordare èanche una bella usanza del-le nostre famiglie di untempo: nella credenza d’o-gni casa contadina c’erauna ciotola bella e ben tenu-ta, che nessuno della fami-glia doveva toccare, perchéera riservata all’accoglienzadei poveri che passavano.Venivano accolti con gran-de cortesia i poveri, li sitrattava con simpatia e sidava loro buon cibo, non gliscarti. Li si faceva sedere atavola, addirittura al postod’onore, poi a fine pranzo,vicino al fuoco, il padronedi casa li intratteneva con-versando. La padrona dicasa, invece, lavava e ram-mendava i loro abiti, sosti-tuendoli, quando era necessario, con altri in miglioricondizioni. Ogni famiglia aveva i suoi, poveri, cheregolarmente ritornavano dopo un lungo giro neipaesi vicini. Il povero veniva trattato bene perchérappresentava Gesù stesso.

Nonna Lucia racconta che anche il postino facevain modo di arrivare alla cascina per l’ora di pranzo espesso si autoinvitava.

Una cosa da non dimenticare è il pranzo di nozze,che si svolgeva in casa della sposa e proseguiva finoa notte; si cominciava con un antipasto di salumi,poi c’era una minestra di tagliolini fatta col brododel bollito, quindi seguiva un arrosto, di solito dipollo. Per riposarsi, ad un certo punto, gli sposi siallontanavano per una lunga passeggiata nei campi.Nei mesi successivi venivano invitati a pranzo, ogni

domenica, dai convitatiper ricambiare.

La merendaA metà pomeriggio, ai

bambini sempre affamati,venivano dati degli spun-tini; un uovo fresco digiornata, un caco appenaraccolto, un buon budinodi mosto preparato dallanonna o, se avanzava,qualche fetta di polenta;la si mangiava cosparsadi zucchero.

La cenaAlla sera non manca-

va mai una saporitaminestra accompagnatada un buon bicchiere divino rosso. Solo alla vigi-lia di Natale si prepara-vano ravioli con ripieno

di pollo, lumache con gli spinaci, mostarda, torronee frutta secca. Al primo dell’anno si mangiava l’uvache si era conservata e, invece, nelle sere più fredde,si beveva volentieri del vin brulè.

Lo spiedo, com’è natoSecondo una nostra ipotesi, l’uso dello “spiedo”

ha lontane origini nelle abitudini dei soldati che,durante i bivacchi notturni, cucinavano la carne infi-lata nei loro spiedi, affilate e lunghe armi. Abbiamoanche chiesto al signor Fausto Masina, che fin daragazzo si dedica occasionalmente alla preparazionedello spiedo, come è nata in lui questa passione e ciha raccontato che ha imparato a cucinare lo spiedoosservando i suoi genitori. Si ricorda che una voltalo si faceva davanti al fuoco, facendo girare l’asta

d’acciaio con undispositivo a mollache bisognava conti-nuamente ricaricare.Le braci venivanoprese dal fuoco e mes-se sotto la carne per-ché cuocesse moltolentamente. Lo spiedosolitamente viene pre-parato nel periodoinvernale, perché c’èpiù selvaggina; infattisi utilizzano carni diconiglio, di pollo, cop-pa e uccelli (anche sesono proibiti).

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La fam l’è la mèi pietansa.La fame è la miglior pietanza.

Quant se g’ha fam, la polenta la par salam.Quando si ha fame la polenta sembra salame.

Gràsa cusìna màgher testament.Se si sperpera in cucina resta poco per il testamento.

Sach vöt no ‘l stà ‘n pé.Sacco vuoto non sta in piedi.

La boca no l’è straca se no la sènt de àca.La bocca non è stanca se non sente il sapore di vacca (formaggio).

So del parèr de Galilei: la polenta uta la va so mèi.Sono del parere di Galilei: la polenta unta va giù meglio.

A pansa piena se ragiuna mèi.A pancia piena si ragiona meglio.

Laà la caren, d’acquà ‘l vì, batesà ‘n paesà:l’è töta acqua sbatida vià.Lavare la carne, annacquare il vino, battezzare un paesano:è tutta acqua buttata via.

Pégher a majà pégher a laurà.Chi è lento a mangiare è lento a lavorare.

Pansa piena no pensa a chèla öda.La pancia piena non pensa a quella vuota.

O de pàja o de fé, el stomech el ghe öl pié.O di paglia o di fieno lo stomaco ci vuole pieno.

El cafè l’è bu broènt, sedènt e che ‘l coste niènt.Il caffè va gustato bollente, seduti e offerto gentilmente.

Pà, vì e söche, se ’l völ fiocà ch’el fioche.Pane vino e zucche, se vuol nevicare che nevichi(sono cibi che garantiscono dalla fame).

Pà e nus mangià de spus, nus e pà mangià de cà.Pane e noci cibo da pranzo di nozze, noci e pane cibo da cani

Chi mangia prest mör tarde.Chi mangia presto muore tardi.

Chi tira de mira, chi suna la lira, chi pesca col lam,i crepa de fam.Chi caccia di fino, chi vive suonando, chi pesca con l’amo,crepa di fame.

El pà dei alter el gà set croste.Il pane degli altri ha sette croste (sembra sfami di più).

Attraverso i nostri nonni, bisnonni, genitori e parenti,abbiamo raccolto alcuni proverbi che ci parlano di un tem-po in cui trovare un pasto completo non era una condizionescontata come oggi...

La mèi pietanza che ghè sia l’è ‘n bèl contorno dè alegrìa.La miglior pietanza che ci sia è un bel contorno di allegria,ovvero possono bastare cibi poveri e allegria per passareuna gradevole serata in compagnia.

Potòst che ròba ànse, cripì pànse.Piuttosto che il cibo avanzi, crepate o pance. Nulla va sprecato,all’opposto di quanto succede troppo spesso oggi!

Polènta noa, osèi dè passata, vì de bòssa, che gran paciada!Polenta nuova, uccelli di passata, vino di bottiglia,che gran mangiata!

Galine e capù, bucù dè padrù.Galline e capponi, bocconi da padroni.

Èl ris èl nàs né l’acqua, ma ’l mor ontéra nèl vì.Il riso nasce nell’ acqua, ma muore volentieri nel vino.

Se tè ot passà l’inverno ’n pas, vì, farina,legna e porsèl gras.Se vuoi trascorrere l’inverno in pace, vino, farina,legna e maiale grasso.

ÈI vì l’è el lat dei vèci.Il vino è il latte dei vecchi.

Lòng come la fam.Lungo come la fame L’ora del pasto è lunga ad arrivare per chi hamolta fame.

A beèr l’acqua canta le rane ’n pansa.A bere l’acqua crescono le rane in pancia

Caristia preìsta l’è za mèza pruista.Carestia prevista è mezza provvista. Era saggezza popolare preve-dere tempi di carestia e correre ai ripari.

Per finire una raccolta di Proverbi e detti Brescianiriguardanti il piacere e i problemi della tavola.

Il primo gruppo era pubblicato sull’opuscolo distribuito per lanciare il concorso,il secondo è il lavoro della classe 5ª - Scuola primaria dell’Istituto “Paola di Rosa”

LONATO

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Le luci si abbassano, la platea tace... il sipario siapre ed i musicisti – intonato il proprio strumento –attendono “l’attacco” dato dalla bacchetta del mae-stro Carlo Righetti... Le vibrazioni sonore invadonol’aria e, piano piano, proiettano gli ascoltatori nellepiù diverse atmosfere: i “vecchi” strumentisti sicompiacciono dell’esecuzione, mentre le “nuoveleve” vivono con eccitazione l’emozione dell’esor-dio. I brani si susseguono, introdotti dalla semprepresente signora Margherita Tonesi Polato, preziosapresentatrice “ufficiale”... un altro concerto si con-clude e già si pensa al prossimo! Altri mesi di “pro-ve” bisettimanali, altri spartiti da “leggere”, altreore di dedizione ad uno strumento musicale che,per chi è agli inizi, chiede tanto senza dare troppo incambio! Ma ciò che anima il musicista è la passioneper la musica, la soddisfazione di eseguire la pro-pria “parte” per dare voce ad un gruppo coordinatoed intonato, la consapevolezza di esprimersi nell’u-nico linguaggio veramente “globale”. Si tratta, infondo, della metafora del vivere sociale: l’unione dipiù forze verso uno scopo comune. Ed è in ciò cherisiede un importante compito educativo che labanda “Città di Lonato” assolve da anni con succes-

so, anche attraverso la Scuola di Musica ed i corsi di“avviamento” agli strumenti musicali.

Il corpo bandistico lonatese ha intrapreso, annifa, un percorso teso alla ricerca della qualità dell’e-secuzione, attraverso una maggiore attenzione allesonorità e un ampliamento dei generi musicali pro-posti.

La “varietà” è un punto di forza della banda“Città di Lonato”. Il repertorio, molto vasto, spaziadai ritmi sudamericani alla musica ed all’operetta,dai componimenti liturgici e sacri alla musica leg-gera, dalle colonne sonore dei grandi films allamusica per banda ed alle “marce”.

A dimostrazione dell’ottimo livello di prepara-zione raggiunto, la banda ha realizzato, nel corsodel 2005, un CD contenente esecuzioni brillanti,ottenendo i consensi degli ascoltatori.

Si spera di “bissare” presto, magari con un CD “atema” (musiche natalizie, classica, soundtracks, ecc.,ecc.) così come aleggia l’idea di concerti “mirati”agli ever-green latino-americani.

La risposta del pubblico lonatese è sempre pron-ta ed entusiastica ed i bandisti faranno di tutto pernon deludere le aspettative!

EMOZIONI IN MUSICAdi OSVALDO BADINELLI

Presidente della Banda “Città di Lonato”

LONATO

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Il Centro Sportivo del Garda di Via Rassica aLonato, ha le sue origini nel desiderio di fornire agiovani e non, la possibilità di poter trascorrerequalche ora all’insegna dello sport e della sana com-petizione, in un ambiente confortevole.

Il Centro nasce cinque anni fa, ma la mia avventu-ra risale a questa primavera, quando mi si è presen-tata la possibilità di fare qualcosa di concreto e utileper il mio comune d’origine partendo con questanuova sfida.

Abbiamo apportato migliorie alla struttura, cer-cando per quanto possibile di mantenere l’organicodella precedente gestione; possiamo vantare ancheper questo primo periodo un buon numero di iscrit-ti, circa 500. Proprio grazie alla fiducia accordataci,abbiamo in progetto di realizzare una struttura piùcompleta per i mesi estivi.

Attualmente il Centro dispone di due campi dacalcio a 5 e due da squash, sport che si sta afferman-do sempre di più nella nostra provincia, e di unazona ricreativa dove i nostri ragazzi possono risto-rarsi e conversare.

L’ambiente riscaldato e pulito offre un’importantepraticità nel cambio dei campi.

Nel Centro vengono anche organizzati tornei, conpremi e classifiche.

Il sano entusiasmo di chi frequenta, non solo icampi da calcio, ma anche da coloro che vengono adallenarsi o a giocare a squash, ci gratifica e ci spronaa migliorare continuamente.

Lo squash è uno sport che ha origine intorno al1800. Nasce nelle prigioni inglesi come deterrente

per far scaricare le tensione ai detenuti, che giocanofino allo sfinimento. Poi emigra in tutte le colonieinglesi ed in breve tempo fa il giro del mondo toc-cando l’America, l’Oceania e anche nazioni comeEgitto e Pakistan.

In Italia il n° 1 è bresciano e si chiama Davide Bian-chetti. Brescia è anche il tarmpolino di lancio di tutti imigliori giocatori italiani che poi si trasferiscono aLondra, capitale europea dello squash. Qual è ilsegreto del successo di questo sport? La sua sempli-cità! È in assoluto uno degli sport più divertenti, mabisogna provare per credere, stare fuori dal camponon rende appieno l’idea.

Presso il Centro Sportivo del Garda ci sono duecampi e tre bravissimi istruttori: Fulvio Marai, FabioMilazzotto e Andrea Taglietti e con loro è possibile siafare il corso collettivo mirato a far apprendere le sem-plicissime regole base che fare anche lezioni indivi-duali. Inoltre c’è un calendario A.S.S.I. - AssociazioneSquash Italia con un ampia programmazione di Tor-nei.

Per la prima volta, da quest’anno offriamo, nelleore pomeridiane, la possibilità ai più piccoli di avvi-cinarsi al tennis, grazie alla competenza dei nostriistruttori che organizzano corsi appositi ed anchelezioni per chi piccolo non lo è più!

Siamo aperti dal lunedì al sabato; per contattarcitelefonate allo 030/9919712, oppure consultare il sitowww.csdelgarda.it.

CENTRO SPORTIVO DEL GARDA,UN PROGETTO PER I GIOVANI

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LONATO

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a cura del Presidente

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Sapete chi siamo?Lo scopo principale della nostra scuola è forma-

re delle persone, prima di formare dei tecnici esper-ti di agricoltura e ambiente; quante scuole si preoc-cupano di questo e, soprattutto, quante scuole rie-scono a raggiungere veramente almeno il secondoobiettivo?

Non è molto consueto presentarsi con unadomanda, ma come genitoridovrebbe essere la prima daporsi quando dobbiamo indi-rizzare i nostri figli in una scel-ta così importante per la lorovita, quale la scuola.

Noi offriamo un ambientefamiliare dove i ragazzi impa-rano ad imparare, perché in unmondo in continuo cambia-mento è l’unico strumento peradattarsi alle nuove necessità.

È interessante venircia trovare perché...

Siamo una scuola in crescitache realizza anche progetti rea-lizzati con i nostri studenti eche ha a disposizione struttureper realizzarne di nuovi, in col-laborazione con altre scuole,ma anche con altri enti o azien-de private.

Sarebbe infatti inutile dirviche svolgiamo attività pratichese non fossimo in grado didimostrare i risultati reali ditali attività, con le quali talvol-ta riusciamo anche a finanziare alcune spese dellanostra scuola.

Sarebbe inutile dirvi che svolgiamo attività prati-che se non potessimo mostrarvi il nostro vigneto, ilnostro frutteto, le nostre serre, ecc..

Siamo felici di mostrarvi alcune fotografie edalcune indicazioni sui vari progetti realizzati o infase di svolgimento come: • la realizzazione di un Orto biologico, di aiuole di

piante officinali, e di aiuole di piccoli frutti pressola Scuola Materna “Bianchi” di Calcinato;

• pratiche colturali sulle piante orticole, ornamenta-

li,da frutto e officinali, allevate nella Scuola Ele-mentare di San Vito di Bedizzole;

• piantumazione di piante officinali e da fiore,semina e piantumazione di piante orticole pressola Scuola Media G.B. Alberti di Montichiari;

• organizzazione della Gara del “Chisöl” e del“Salam”e di una gimcana trattoristica che si svol-geranno durante la Fiera Agricola di Lonato agennaio 2006;

• realizzazione di un giardinobotanico, con essenze arboreeed arbustive delle collinemoreniche presso la scuolaMedia di Bedizzole... e moltialtri ancora.

Come lavoriamoA titolo di esempio vi pre-

sentiamo due lavori in fase disviluppo.

La realizzazione dell’ortobotanico, dell’aiuola di pianteofficinali e di piccoli frutti con-sisterà nelle seguenti attività:– suddivisione dell’orto e delleaiuole in parcelle attraverso ilposizionamento di erbablok;– lavorazione del terreno;– piantumazione di piante offi-cinali, di piante orticole, di pic-coli frutti (ribes, more, lampo-ni, ecc);– riconoscimento delle pianteorticole, officinali e piccoli frut-ti (con posizionamento di car-tellini).

Gli obiettivi che ci prefiggiamo sono:

RELAZIONALI• Insegnare ai ragazzi a saper lavorare in gruppo.• Insegnare ai ragazzi a sapersi relazionare con

ragazzi più giovani (per l’IPAA) o con studentipiù grandi (per la Scuola Materna).

• Saper collaborare con adulti (docenti e non )anche non appartenenti alla propria scuola.

EDUCATIVI • Apprendere le difficoltà derivanti da lavori

manuali.

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ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE”V. DANDOLO”

La nostra scuolaVia S.Tommaso25017 Lonato

Brescia

Telefono:030.9130440

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LONATO

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• Imparare ad amare e rispettare la natura.• Imparare a riconoscere le piante orticole, i piccoli

frutti, le piante officinali (menta, lavanda, limon-cello, ruta, melissa).

DIDATTICI• Imparare ad eseguire alcuni

lavori attraverso la cono-scenza e l’utilizzo di attrezzispecifici ( vanga, rastrello,badile, zappa, trapiantatoi).

• Imparare ad effettuare misu-razione quali distanza tra lepiante, profondità di piantu-mazione, ecc..

ProgettoZone Umidedi Lonato

Gli stagni, i laghetti artifi-ciali, i canneti e in generale tut-te le realtà con una forte pre-senza dell’elemento acqua (diqui la denominazione “zonaumida”) costituiscono aree digrande rilevanza dal punto divista faunistico e floristico:rappresentano luoghi di tran-sizione-connessione molto fra-gili e complessi.

Questi particolari ecosistemi sono aree a rischio,soggette a forti impatti ambientali, provocati dallapressione antropica (infrastrutture, inquinamentoetc.). Con la Convenzione di Ramsar (1977) è statoper la prima volta riconosciuto il problema dellatutela delle cosiddette ”zone umide”: le aree umi-de, infatti, sono state spesso considerate dallapopolazione solo come terreni improduttivi, fontedi malattia, si pensi alla malaria.

Il territorio del Comune di Lonato, nella splen-dida cornice morenica, offre un ambiente ricco ditali aree che ben si presta ad uno studio approfon-dito.

Il progetto affrontato da alcune classi del nostroIstituto mira anche a riconsiderare la zona umidanella sua complessità di ecosistema: non come“occasione mancata” di sviluppo economico, macome possibile momento di incontro e di conoscen-za di un fragile equilibrio uomo-ambiente. Un pro-getto quindi che rientra appieno nella missione delnostro Istituto: un’occasione di conoscenza ed ana-lisi critica del territorio.

Basandosi su un lavoro realizzato dai Prof. G.Zola, Prof.ssa L. Brambilla denominato “Censimen-

to delle zone umide del Comune di Lonato”, nell’a.s. 2001-2002, quest’anno la classe 1ªM staapprofondendo lo studio già svolto: i ragazzi sono

organizzati per gruppi (carto-grafi, fotografi, rilevatori divegetazione e gruppo prelievoacqua), che durante le usciteraccolgono e catalogano dili-gentemente i dati riscontratisul campo (aspetti vegetazio-nali, pressione antropica, pre-lievo di campioni d’acqua). Diparticolare interesse operativorisulterà la fase di analisi delleacque: i campioni prelevatidurante le campagne verrannoanalizzati dai ragazzi nel labo-ratorio dell’Istituto , che prov-vederanno poi a redigere unarelazione sulla qualità dell’ac-qua delle zone umide del terri-torio di Lonato.

La nostra propostaagli operatoridel settore

La scuola non può e nondeve restare fuori dal territorio

e dal contesto economico-sociale in cui opera.Permetteteci di collaborare con Voi che operate

nel settore ambientale ed agricolo e potremo assi-curarvi operatori nuovi, in grado di entrare nelmondo del lavoro direttamente, senza ulteriorespreco di Vostre risorse per la formazione del per-sonale.

Investite ora sui vostri futuri collaboratori, uti-lizzando le risorse disponibili.

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L’aforisma preferito

dai nostri studenti:

“Possiamo sapere

quanti semici sono

in una mela,ma non quante mele

ci sonoin un seme”.

LONATO

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È stata sottoscritta in questi giorni la convenzio-ne tra il Comune di Lonato e E.P.A.C.A. - Ente diPatrocinio e Assistenza per i Cittadini e l’Agricoltura,riconosciuto dallo Stato, soggetto alla vigilanza del-la Pubblica Amministrazione secondo le disposizio-ni della legge 30-03-2001, n. 152. Il PatronatoEPACA, promosso dalla Confederazione NazionaleColdiretti, svolge istituzionalmente la sua attività diassistenza gratuita per la tutela dei diritti previden-ziali, assistenziali, infortunistici e sociali in genere,le pratiche relative al conseguimento di prestazioniin materia di previdenza e quiescenza obbligatorienonché di prestazioni di carattere socio assistenzia-le e di tutela infortunistica. A titolo esemplificativo:pratiche pensionistiche, verifica posizioni contribu-tive, riscatti e ricongiunzioni, assegno al nucleofamiliare, indennità di disoccupazione, indennità dimaternità, contributi lavoratori parasubordinati,contributi volontari, riconoscimento infortuni sullavoro, valutazione di postumi invalidanti, tutelamedico-legale, prestazioni sociali agevolate, ecc..

Ha la propria sede Provinciale a Brescia in via S.

Zeno, 69 - tel. 030.2457834, è presente sul territorioprovinciale con 13 uffici periferici. L’ufficio compe-tente per il Comune di Lonato è sito in via C. Batti-sti, 37 - tel. 030.2457858 e, a partire dal 1-1-2006, delpersonale specializzato sarà inoltre presente pressol’ Assessorato ai Servizi Sociali del Comune diLonato ogni mercoledì pomeriggio dalle 14.30 alle17.30.

È stata stipulata analoga convenzione tra ilComune di Lonato e il CafColdiretti, che svolge iservizi di assistenza fiscale con le modalità ed i ter-mini di cui al decreto legislativo 28 dicembre 1998 n.49 ed in conformità agli indirizzi forniti dal Mini-stero delle Finanze.

La raccolta delle dichiarazioni (modelli 730 e730/1) è effettuata dal CafColdiretti che, contestual-mente, rilascia al dipendente/pensionato assistitoricevuta dell’avvenuta consegna.

Tale raccolta può avvenire, presso la sede delCafColdiretti, in Via Cesare Battisti 37, ovvero pres-so gli uffici dell’Assessorato Servizi Sociali ognimercoledì pomeriggio dalle 14,30 alle 17,30.

A fronte delle prestazioni effettuate dal CafCol-diretti il dipendente/pensionato corrisponderà alCafColdiretti l’importo di euro 36,00 iva compresaper ciascuna posizione fiscale assistita; nessun costoè invece previsto per il dipendente/pensionato cheusufruirà solo dell’elaborazione della dichiarazione730/02, producendo al CafColdiretti il modello 730base debitamente compilato unitamente alla bustasigillata contenente la destinazione dell’8per mille.

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IMPORTANTE CONVENZIONE DEL COMUNEPER IL MONDO AGRICOLO

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STUDIO DI PROGETTAZIONEDott. Arch. Sira Savoldi - Geom. Renato SavoldiVia Corobbiolo 7 – 25017 Lonato Bs - tel..fax. 030 9130073 - 328 0778176Via Garibaldi 33a – 25015 Desenzano d/G. - tel. 030 9121111 – 328 0778175 email: [email protected] architettonica - design d’interni - progetto del verderilievi - pratiche catastali - sicurezza cantieri e legge termicaconsulenza e compravendita

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LONATO

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L’associazione umanitaria “IN VOLO PERLONATO”, ha iniziato la sua attività nel 1997 eaccoglie ogni estate un gruppo di bambini bielorus-si a scopo terapeutico. I bambini contaminati dall’e-splosione della centrale nucleare di Cernobyl,costretti a mangiare cibi fortemente radioattivi pre-sentano un abbassamento delle difese immunitariedel loro organismo. Nutrendosi con cibi sani i bam-bini perdono fino il 50% del cesio 13 (il radionuclidepiù diffuso) presente nel loro organismo. Anchequest’anno diciotto bambini bielorussi sono statiaccolti in alcune famiglie lonatesi nei mesi di luglioe agosto; con gioia ed entusiasmo i giovani ospitihanno vissuto questa esperienza; vederli ripartirepimpanti, ben vestiti ma soprattutto sapendo cheavranno meno cesio nel loro organismo è stata unagrande gioia, che ripaga sicuramente i sacrifici del-le famiglie che li hanno accolti.

Il comitato lonatese spera che il prossimo anno lasolidarietà e la disponibilità possa ulteriormente

crescere; l’obiettivo è quello di accogliere un nume-ro sempre maggiore di bambini; tutto ciò è possibi-le con il sostegno e la collaborazione delle famiglielonatesi.

Un notevole sostegno all’associazione “In voloper Lonato” viene dall’amministrazione comunale,sensibile al problema; il supporto organizzativo vie-ne invece assicurato dall’associazione “Garda Soli-dale” di Desenzano, che organizza i viaggi da e perla Bielorussia.

Le famiglie interessate ad ospitare per un mese odue (luglio, agosto o nel periodo natalizio) un bam-bino bielorusso possono rivolgersi per informazioni:

– sig. Benamati Francotel. 030.9130960

– sig. Lisioli Mariotel. 030.9132632

– sig. Marini Luigitel. 030.9132403.

VACANZE TERAPEUTICHE:I BAMBINI BIELORUSSI CERCANO OSPITALITÀ

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L’associazione amici della musica “Coro Arcan-gelo da Lonato” è presente nella comunità lonateseda una ventina di anni.

L’associazione, per scelta statutaria, è libera,apartitica e senza fini di lucro.

Ha assunto questa denominazione per ricordareed onorare un musicista di origine lonatese, mona-co benedettino cassinese, del sedicesimo secolo,compositore e direttore di cori conosciuto appuntocon il nome di Arcangelo da Lonato.

L’associazione ha come scopo statutario la con-servazione e la diffusione della cultura musicale ingenere e organizza il coro, diviso in quattro voci,bassi, tenori, contralti e soprani.

Nel corso degli anni, con la variazione dell’orga-nico corale ed il succedersi dei direttori, si è modifi-cata anche l’impostazione e la natura del repertorio.

Con il primo direttore, e socio fondatore, ilsoprano lonatese Donatella Gallerini, che ha svoltoper diversi anni con passione e competenza questoruolo, era stato privilegiato il repertorio lirico, uni-tamente ad un adeguato repertorio sacro e liturgico,per animare le celebrazioni religiose.

In seguito, pur non abbandonando totalmente ibrani lirici, il coro si è indirizzato verso la musicapopolare e folkloristica, con la riscoperta e la ripre-sa di brani legati alla cultura popolare delle nostreterre, conservando ed aggiornando il repertorio

liturgico per la solennizzazione delle Sante Messe.Nella direzione artistica dell’associazione e nel-

la direzione corale si sono succeduti il prof. Giusep-pe Gandini, noto esponente della cultura lonatese,la prof.ssa Anna Brandolini, musicista e docente inconservatorio, il prof. Luciano Fregoni, musicista ecompositore, la cui prematura scomparsa ha lascia-to tutti i coristi nella costernazione e la signoraMonica Morales, insegnante di musica e direttricedi cori, di origine argentina.

A tutti loro va la sincera riconoscenza e la grati-tudine dei componenti dell’associazione per lacompetenza e la dedizione con cui hanno svoltol’importante incarico.

Attualmente la direzione è affidata a MargheritaFregoni, figlia del compianto Luciano Fregoni, checon coraggio e grande impegno ha voluto continua-re l’opera del padre.

L’associazione, che ha sede in Piazza Corlo, aLonato, presso l’antica e bellissima chiesa della Bea-ta Vergine del Corlo in Lonato, nel secentesco salo-ne di riunione della Confraternita dei Disciplini,ringrazia sentitamente l’amministrazione dellaCasa di Riposo di Lonato che le permette l’uso delprestigioso locale. Ringrazia inoltre il gruppo divolontari “Amici del Corlo” che stanno profonden-do da anni impegno e energie per la conservazionee il restauro di questo straordinario complessoarchitettonico.

L’associazione, reduce da una ventennale atti-vità, quasi un record per un sodalizio che non haalle spalle alcun ente od istituzione, ma che trae lin-fa e sostentamento dall’amore che i soci hanno per ilcanto e per l’espressione musicale corale, vorrebbearricchire l’organico corale con nuove voci, maschi-li e femminili.

Con un poco di impegno, e tanto amore per lamusica, ognuno può cantare in un coro, non occor-re, per questo, nessuna preparazione specifica.

A chi decidesse di accettare l’amichevole invitogarantiamo un’accoglienza fraterna e la possibilitàdi trascorrere insieme ore serene, che possono aiu-tare a superare i tanti piccoli, e grandi, problemidella vita quotidiana ed a curare lo stress che questicausano. Provare per credere!

IL CORO “ARCANGELO DA LONATO”QUASI VENT’ANNI DI AMORE PER IL CANTO

di ERNESTO CENEDELLA - Presidente dell’Associazione

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Un giorno mi sono chiesto come eranoilluminate le abitazioni dei nostri avi.Così è nata una interessante storia di usie di costume dove l’uomo, alla ricercacontinua di perpetuare il giornoe la propria attività, contendevaalle tenebrei favori della luce.

Un tempo, nella antichità, dopo il tramonto, ilsole cedeva il passo unicamente al fuoco che ardevanei bracieri in una eterna staffetta che si ripetevaogni giornata, in cui la luce era il “testimone” del-l’evolversi della vita e della civiltà.

Il fuoco concedeva il suo dono prezioso con par-simonia determinando una percezione visiva diffe-rente degli interni e degli oggetti che vi erano con-tenuti e ben diversa da quella che noi abbiamo oggi,dove le stanze sono completamente illuminate.

Il primo prototipo di “candela” nasce con la cul-tura Etrusca e Romana.

Infatti Vitruvio, architetto romano del I sec. d.C.,autore di manuali su materiali e tecniche di costru-zione, descrisse in un suo trattato le candele di quel-l’epoca come mezzo d’illuminazione, le quali eranocomposte di cera d’api ed avevano uno stoppinorigido in giunco.

Questo tipo di candela, usato raramente daentrambe le popolazioni, era utilizzato in alcune

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festività per onorare gli dei del Pantheon, o per lasolennità della commemorazione dei propri avi,Lari, spiriti degli antenati venerati come protettoridella casa e della famiglia.

Tale usanza venne riproposta dai cristiani del IVsecolo con l’abitudine diporre le candele ai lati diimmagine sacre, di Cibori oper la commerazione deidefunti.

La candela diventerà inquel momento il testimonedello scorrere della vitaquotidiana e della storiaumana.

Il termine candela pro-viene dalla parola in tardolatino dei secoli III e IVdopo cristo “candeo - can-dere” che significa rifulgen-te, essere splendente, incan-descente.

Per le popolazioni delMedioevo l’illuminazioneserale di qualsiasi abitazio-ne dipendeva solo dallaluce prodotta dalle candelee dalle lucerne.

Il materiale di composi-zione delle candele medie-vali non era dissimile daquello del periodo antico.

Questo tipo di materiale proveniva quasi esclusi-vamente dalla combustione di grassi animali comeil sego/sevo (grasso di equini, ovini ma special-mente di bovini) o di vegetali come l’olio di oliva enella quasi totalità olio di sansa.

Queste sostanze erano contenute, se liquide, in

lucerne mentre, se solide, costituivano ceri di variedimensioni e lunghezza. Rare volte, per il prezzoesorbitante e per la mancanza di materiale, le can-dele erano prodotte con la cera d’api e queste veni-vano esclusivamente utilizzate in particolari ceri-

monie liturgiche.Sia nelle Lucerne che

nelle Candele vi era postoun Lucignolo; tale termine“Licinium” proviene ancheesso da tardo latino e signi-fica “Filaccia - Filo”. Essoera composto da un insie-me di fibre vegetali ritorte epurificate dalle impuritàprovenienti dalle piante diLino e Canapa.

Molte volte le candelevenivano confezionate nel-lo stesso ambito domestico,soprattutto se riferito agrosse comunità residen-ziali quali conventi, abba-zie, castelli o le grandiaziende agricole, le “Cur-tis”.

Generalmente, però, era-no gli Speziali a curarne laconfezione e la vendita.

Un inventario stilato nel1437 dallo Speziale/ Far-macista “Apothecarius”

friulano Cristoforo Facio ci illustra il procedimentodi fabbricazione di una candela:

• La cera d’api o il grasso di sego veniva lique-fatto in una caldaia e privato di eventuali impuritàusando mestoli forati o dei setacci a trama media,fine e finissima.

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• Poi il tutto si colava in apposite forme entro lequali vi era disteso il lucignolo di lana, lino o cana-pa lasciato fuoriuscire ad una estremità con lun-ghezza variabile.

• Appena solidificate le nuove candele venivanoripulite da possibili colature con piccole spatole equindi appese annodando il lungo lucignolo che almomento dell’uso veniva tagliato nella dimensioneidonea.

Rispetto alla cera d’api, quelle create con il sevoanimale erano molto eco-nomiche, ma avevano losvantaggio di una com-bustione spesso maleo-dorante e fumosa.

La candela potevaessere utilizzata comesegna tempo, infatti lun-go l’asta delle candele aintervalli regolari eranolegati dei cerchietti dispago con appeso unapiccola sfera di pietra odi metallo la quale, unavolta consumata la can-dela, cadeva sul piedi-stallo del candeliere, costituito di metallo o di pietra, facendo rumore ed indicando ap-prossimativa-mente il passaggio di un periodo di tempo preciso.

Spesso nelle abitazioni di aristocratici, di alti pre-lati o dei mercanti della metà del Cinquecento erafacile vedere posta nelle vicinanze del candelabro unoggetto particolare: la pinza smoccolatrice. Questaoriginale pinza serviva per tagliare lo stoppino e perraccogliere le colature della cera non consumata.

Le candele erano poste su Candelieri o Candela-bri, che in epoca romana erano di forma molto sem-

plice. Essi erano formati da un lungo stelo sul cuifusto poggiava un rilievo cavo e traforato nel qualeriporre la candela e sostenuto da zampe leonine chefungevano da piedistallo.

In età Romanica (X- XII sec d.C.) compare nellecelebrazioni liturgiche il Candelabro monumentale.Esso veniva usato in occasione delle cerimonie del-la Settimana Santa per contenervi il cero pasqualeed era riccamente decorato come quello che si trovatutt’oggi presso la Cappella Palatina a Roma o quel-

lo presso il bel Duomo diGaeta.

Durante il XIII sec. sidiffonde il candelabronordico, a foggia di albe-ro sostenuto da un basa-mento a forma di drago edecorato da figure uma-ne, simile a quello che sipuò ammirare nel Duo-mo di Milano attribuito aN. di Verdun. Alla finedello stesso secolo questomodello verrà sostituitoda un modello a colonnatortile cioè a spirale.

Tuttavia i candelieri manterranno una formamolto semplice, pratica e lineare e saranno collocatioltre che sui mobili anche entro nicchie del muro.

I ceri potevano essere contenuti all’interno dilanterne di forma cilindrica o parallepipeda protet-te da vetri per evitare lo spegnimento.

Spesso i lumi venivano utilizzati per particolaricerimonie come quella della Settimana Santa primadella Pasqua o come in Francia per la festa di Sant’Antonio Abate il 17 gennaio. In quella particolarefestività i contadini francesi durante il giorno, acce-

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devano dei lumicini nelle stalle per chiedere al Santola protezione del bestiame da malattie e pestilenze.

È sorprendente leggere che a metà del Medioevovi era “la tassa della Candela”; tale tassa era richie-sta dal giudice o dall’avvocato come rimborso dellaspesa in candele consumate per studiare o redigerele varie pratiche non presso i tribunali ma fra le pro-prie mura domestiche. Essa era inpratica una sorta d’onere per pre-stato servizio.

Oltre le candele, ad illuminarele abitazioni, vi erano le Lucerne;la parola proviene dal latino“Lucernam” che significa splen-dente.

L’uso delle lucerne era moltodiffuso nell’antichità quanto nel-l’alto medioevo; le troviamo addi-rittura citate nella parabola delleVergini sagge e stolte detta daGesù e riportata nel Vangelo diMatteo (25 , 1-13).

Le lucerne per uso domesticoerano realizzate in ceramica o in metallo (di solito inbronzo o in ferro) e possedevano un profilo tondeg-giante, o triangolare o a mandorla.

Il beccuccio era proceduto da una linguetta atta atenere sollevato lo stoppino per permettere unamigliore aerazione della fiamma e quindi unamiglior combustione.

Lo stoppino era costituito da fibre vegetaliintrecciate e della stessa natura del lucignolo.

Le lucerne metalliche erano dotate sulla partesommatale di una asticciola che terminava a gancioe che permetteva di appenderle ad anelli infissi allepareti o al soffitto o in appositi lucernai. Ve ne erano

altre che finivano con arpione e si potevano inserirein travi lignee.

In palazzi nobiliari, di confraternite religiose opresso le abitazioni di ricchi mercanti le lucerne e lecandele erano fissate a veri e propri lampadari osostituiti da semplici cerchi sospesi tramite corde ocatene al soffitto.

In alcuni casi in sostituzionedelle candele venivano utilizzatipezzi o radici di legno resinoso chesi appoggiavano a sostegni dimetallo o di argilla a forma di can-deliere.

Per l’uso esterno venivano uti-lizzate delle comuni torce. Questeerano composte da grosse trecce difibra vegetale o pezzi di legnoavvolti di stracci imbevuti disostanza infiammabile come peceo resina.

L’estremità superiore della tor-cia era tagliata da una fendituraatta a trattenere gli stracci delle

fiamma e la sua resistenza alla pioggia e alle folatedi vento. La parte inferiore era a punta per potersiadattare agli anelli di sostegno in cui veniva inseri-ta o alla fenditura in cui veniva collocata.

Certamente la vita del Medioevo era cadenzataessenzialmente dalla luce del sole che ne regolavaampiamente il comportamento e di cui la candela ela lucerna era solo un prolungamento utile e van-taggioso anche se a volte molto costoso.

Le candele di oggi, pur nella forma simile a quel-le dell’antichità, sono di natura completamentediversa. Il materiale che le costituisce è un sotto pro-dotto del petrolio: paraffina.

Le candele fanno ancora parte del nostro stile divita e le utilizziamo per i più svariati motivi fra iquali: la ricorrenza della commemorazione deidefunti come nell’antichità, o davanti agli altari deisanti come atto devozionale, per testimoniare lapropria presenza in cortei o pellegrinaggi o percreare un certo tipo di atmosfera romantica in casa.

Invece le lucerne, in alcune nazioni come la Spa-gna, sono divenute bei sopramobili testimonianzadi un illustre passato.

Un illustre passato, quello di candele e lucerne,pieno di speranze per un mondo migliore di cui laluce è divenuta il simbolo più concreto. L’afferma-zione dell’uomo sulla natura è immagine di una tec-nologia sempre in avanzamento e la candela è lamuta testimone dell’evolversi del tempo e dellaciviltà dell’uomo.

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L’uomo ha cercato di piegare a suo favoregli elementi della natura o di porli al suoservizio in modo da ottenere un vantaggioeconomico per se stesso e per la suacomunità. Certamente lo sfruttamento dielementi fra i più presenti in natura qualiacqua e vento ha portato alla creazione distrumenti di lavoro importantissimi come“I Mulini” e tuttora, con la costruzione dicentrali idroelettriche e di centrali eoliche,rappresentano una base per un prossimofuturo energetico.

I Mulini sia adacqua che a ventofurono dei congegniche rivoluzionaronola storia, l’economia eil paesaggio dell’Eu-ropa a partire dall’al-to Medioevo fino aiprimi anni del XXsecolo.

La parola Molino oMulino è di originetardo latina (fine delII sec. d.C.) e derivadalla parola “Molere”che significa macina-re/frantumare. Imulini fecero la loroprima comparsa in

Cina nella parte settentrionale della Turchia, mentrein Europa in Danimarca a partire dal I secolo dopoCristo; ma solo dal VIII sec. iniziò una lenta e ineso-rabile diffusione in tutta Europa Occidentale.

I Romani del periodo della fine dell’impero, cioèfra il III e il IV secolo, conoscevano l’utilizzo delmulino ad acqua, ma lo sfruttarono poco; infatti lapresenza abbondante di schiavi rendeva in quelmomento superfluo il suo utilizzo.

Gli schiavi non provenivano dalle razzie effettua-te durante le campagne militari o come bottino diguerra ovverosia soldati vinti, ma spesso in quelperiodo la schiavitù era costituita da persone indebi-

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tate o insolventi che pagavano il loro debito con lavo-ri manuali.

È stato calcolato che due schiavi con un mulino abraccia producevano in un ora fra gli 8 e i 12 chilo-grammi di farina, mentre un mulino ad acqua pro-duceva nel medesimo tempo circa 150 chilogrammi.

Nel Medioevo la diffusione dei mulini di entram-bi i tipi, sia quello ad acqua che quello a vento, diven-nero una costante in Italia e in Europa. A partire dalXI secolo, con il considerevole aumento demografi-co, vennero a cambiare le esigenze alimentari con unconsumo imperniato sempre maggiormente suicereali che non trovava riscontro nei quattro secoli

precedenti. Grano, segala, orzo, avena e farro entra-rono nel sistema alimentare dell’uomo medievaleattraverso pane, minestre e birre come elementi prin-cipali dell’alimentazione.

Nell’alto Medioevo la popolazione falcidiata dafrequenti pestilenze, da guerre e scorribande di bri-ganti e da frequenti eventi calamitosi come inonda-zioni, periodi freddi molto prolungati, alternati aperiodi di aridità e siccità, aveva imperniato la suaalimentazione su prodotti della pastorizia accompa-gnata da prodotti spontanei che si trovavano nellegrandi foreste europee integrati da modeste quantitàdi alimentari coltivati e di produzioni cerealicole.

Durante il X secolo, ildisboscamento progressivodella Pianura padana e del-le aree pedemontane e colli-nari, che in bresciano e ber-gamasco vengono definiteRonchi, comportò l’incre-mento della produzione dicereali e la diffusione deimulini ad acqua.

Dal IX fino al XIII secoload opera dei frati Benedetti-ni vi fu un incrementocapillare dei mulini in tuttaEuropa.

Una stima indicativa cisuggerisce che verso la finedel XII secolo nell’interaEuropa vi fossero circa 300mila mulini ad acqua, i qua-li venivano utilizzati permolteplici scopi.

Intorno all’anno 1000 inmolte zone della Francia ilmulino veniva utilizzatoper la produzione del maltoper la birra e nella follaturadei panni e di piccolematasse di lana; in Italia perla preparazione del mosto.

Attraverso l’opera deimulini il follatoio respinge-va verso il fondo le vinacceimpedendo al vino di inaci-dirsi.

In epoche successive inSvezia veniva utilizzato perla lavorazione del ferro, inGermania e Italia per lamacinatura di stracci dicanapa e lino e per la pro-duzione di carta di stracci.

Nel XVI- XVII secolo la

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forza motrice dell’acqua fu utilizzata per muoverecomplicati mulini da seta che consentirono all’Italiadi raggiungere il primato nella produzione serica.

Se si può affermare che il mulino ad acqua fu unprodotto essenzialmente europeo, ben diversa è laprovenienza del mulino a vento.

In un testo del VII secoloil Califfo Omar I conquista-tore della Persia nel 636/642ordinò ad un persiano lacostruzione di questa mac-china che era sconosciuta inepoca greco-romana. Nel950 due dotti persiani forni-rono una descrizione parti-colareggiata e completa diquesti congegni che dal quelmomento verranno definiti“Mulini Persiani”.

I primi congegni eranomolto semplici: la ruota apale non si trovava in posi-zione verticale sull’edificioma era posta in posizioneorizzontale sul tetto dell’e-dificio; la ruota azionava unlungo palo verticale che tra-smetteva direttamente ilmoto circolare alla macinamessa all’interno dell’edifi-cio. La prima attestazione diquesta tipologia di mulini siha nel 1154 nel “Libro del re Ruggero” del geografoAl-Idrisi dove si legge che in Sicilia, nelle vicinanzedi Erice, vi era una cava in cui si tagliavano pietre permulini ad acqua e mulini del tipo “persiano”.

Negli anni successivi si ha testimonianza di muli-ni a vento in Normandia, in Inghilterra e in Francia

ad Arles. Questi meccanismi ebbero un ruolo di pri-mo piano nelle pianure dell’Europa settentrionalecaratterizzate da venti regolari e da pochi rilievi col-linari di modesta altezza, o dove vi era scarso appor-to idrico.

Si ha notizia di presenza di mulini a vento nonsolo in Olanda con variefunzioni, ma anche in Porto-gallo, in Spagna (vengonocitati da Cervantes nel DonChisciotte) e negli statutisenesi dove, per la scarsitàd’acqua, si fece ricorso allosviluppo di mulini a vento.

Il mulino europeo con ilpassare del tempo, si perfe-zionò. All’inizio era comple-tamente in legno e concepitoin modo da poter ruotare suse stesso per posizionare lepale nella direzione del ven-to. A partire dalla fine delXIII secolo verranno costrui-ti i mulini in pietra definiti a“Torrione”: una struttura inpietra dove all’interno vierano gli strumenti e unapiccola abitazione mentre laparte superiore, dove eranocollocate le pale, risultavamobile in modo da poterruotare su se stessa e per-

mettere alle medesime pale d’essere in accordo con ladirezione del vento permettendo di sfruttare almeglio l’energia eolica.

La ruota del mulino era spesso abbinata al concet-to di ruota della fortuna e all’idea di prosperità.

Tale riferimento lo troviamo citato in un prover-

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bio veronese con il concetto di “Portare l’acqua alproprio mulino” da parte del novelliere veroneseSacchetti. Il poeta fa riferimento ad un epoca storicaben precisa quella in cui Mastino della Scala, Signoredi Verona e di molti territori posti intorno al lago diGarda, portò all’apice il potere della famiglia scalige-ra fra il 1329 e il 1351.

L’interessantissimo brano in volgare afferma“Quando Messer Mastino era al colmo della rota nel-la città di Verona, facendo una sua festa, tutti i buffo-ni d’Italia, come sempre interviene, corsono a quellaper guadagnare e recar acqua al proprio mulino”.

Il concetto di massimo potere politico e militarequanto quello di prosperità e splendore è raffiguratonel brano dal “colmo della ruota del mulino” mentreil concetto di proprio tornaconto viene rappresentato“dal portare acqua al mulino”.

Certamente chi possedeva un mulino pur facendoun lavoro faticoso, viveva in una situazione relativa-mente agiata.

Con il passare del tempo e il raffinarsi della tecni-ca il molino divenne una struttura solida nelle cuiadiacenze vi erano magazzini di deposito, stanze dipesatura, ma anche abitazioni dove risiedeva ilpadrone o l’affittuale e coloro che vi lavoravano, stal-le per cavalli e buoi per il trasporto dei sacchi di fari-na.

Anche nel territorio di Lonato erano presentimulini ad acqua; fra i più antichi che si ricordano vi èquello che viene riportato su un documento notarilein lingua volgare del 1158 che concede alle suorecistercensi del convento di Santa Maria della FontanaCoperta (oggi Madonna della Scoperta) di costruireun mulino a due ruote azionato dall’acqua del tor-rente il “Vorabioso”, ovverosia il torrente Redone (ilquale aveva una portata d’acqua costante e superio-re a quella attuale), con annessi magazzini.

Il mulino diveniva luogo d’incontro come quello

in località Maccarona presso Maguzzano (MulinoReciago); infatti in tale località si trovava il mulinoche prende nome dal circolo letterario a cui apparte-neva Teofilo Folengo soprannominato Merlin Cocai(Mantova 1491/Bassano del Grappa 1544), frate eru-dito benedettino, scrittore in quel dell’ Abbazia diMaguzzano di una delle opere letterarie satiriche piùimportanti del XVI secolo: Il Baldus scritto in latinomaccheronico.

Anche al limitare del paese di Lonato vi erano deimulini (tre erano i mulini nelle vicinanze del paese)quello chiamato Corlo situato nella contrada Molini,quello situato nella contrada Filatoio, il mulino Leva-dore, mentre sulla strada verso Castiglione ve ne erauno chiamato Folo.

Documenti del 1794 accertano che tutti questi era-no a tre ruote e di proprietà del comune di Lonato,che li riteneva come nel Consiglio generale del 21Luglio 1794, “materia si importante, com’è di primanecessità alla vita umana”.

Tutti questi mulini erano azionati dall’acqua cor-rente della roggia lonata ad eccezione di quello delMulino Levadore che era azionato da una cascatad’acqua.

Oltre a questi vi erano anche altri mulini ad unasola ruota: uno sulla strada di Castiglione delle Sti-viere con annessa segheria ed uno detto “Burnata”nel territorio di Maguzzano.

La vita di chi lavorava nel mulino era dedicatacompletamente al mulino che non poteva essereabbandonato. Vi doveva essere sempre qualcuno atutela della struttura , altrimenti chi lasciava il muli-no incustodito incorreva in sanzioni pecuniarie mol-to salate.

Sempre da documentazione datata 1794 veniamoa conoscenza che l’affittuario “Abbocatore” dovevapagare ogni mese l’affitto all’esattore, da versare allamunicipalità oltre una certa quantità di polvere da

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sparo – 8 kg – che veniva consegnata 5 giorni primadella festa del Corpus Domini e 5 giorni prima dellafesta di San Giovanni Battista “Precursore e protetto-re di questa fortezza in Lonato”.

Oltre a ciò vi era una regalia che il Molinaro offri-va al Podestà veneto per le feste Natalizie che consi-steva in due capponi.

Una serie di leggi ordinava all’affittuario delMulino di dare un salario al Molinaro e a i suoi assi-stenti detti Menasacchi.

Il lavoro dei “menasacchi” ovverosia garzoni dibottega era quello di assistere il mugnaio nel suolavoro ma anche quello di recarsi presso i proprietariper caricare i covoni o fascine di grano, pesarle, con-durle al molino e dopo aver macinato e suddiviso lacrusca dalla farina, pesare i sacchi davanti ai proprie-tari.

Il molinaro o mugnaio era il responsabile dellaqualità della macinatura e delle pietre per la macina ,le quali dovevano essere sempre in buono stato esenza crepe o screpolature che potessero in qualchemodo rovinare la macinatura; per tale motivo spessole doveva sostituire con nuove ruote. Sanzioni pecu-niarie e penali colpivano chi non adempiva all’effi-cienza di tutto il sistema meccanico e strutturale delmulino.

L’affittuario aveva la responsabilità dello statodell’edificio, dei depositi annessi, delle bilance cheservivano per la pesa dei sacchi, dei setacci e di tuttigli arnesi utilizzati nel mulino i quali dovevano esse-re sempre in ordine essendo un bene per la Comu-nità.

Negli statuti del luglio 1797 si viene a conoscenzache esisteva una procedura di macina dove per pri-ma venivano macinati i cereali e legumi per i poverie per le associazioni caritatevoli poi quelli dellacomunità lonatese e poi i cereali provenienti da altrelocalità viciniore.

Indubbiamente il mulino fu uno strumento d’evo-luzione della civiltà verso un progresso comune. Èquindi è doveroso recuperare dove sia possibile que-sto antico strumento che fu un passo determinanteper lo sviluppo delle civiltà contadine e cittadineeuropee fino a non molto tempo fa.

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D o m e n i c a13 novembre leginnaste dellasezione “Arti-stica AquileLonato” hannochiuso il pro-prio anno spor-tivo partecipan-do alla terzatappa di “GymSeries 2005 -Trofeo Kiwi”organizzato nelsempre impec-cabile CentroSportivo di Cal-visano.

Tra le squadre partecipanti le associazioni sporti-ve: A.N.P.A. Calvisano, Libellule di Rudiano, Palaz-zolo sull’Oglio, Polisportiva Caprino, Rocesi Caprio-lo e Terno, per un totale di 90 ragazze.

Le nostre atlete hanno conquistato sette medaglie:2 d’oro, 2 d’argento (al volteggio, alle parallele, allatrave e al suolo) da Alessia Gallina; 1 oro (alla trave)da Jennifer Bonatti; 1 oro (al volteggio) da PaolaPedrotti e 1 bronzo (alle parallele) da Lucia Weinhol.

È un risultato impensabile dopo la lunga pausaestiva, ma rappresenta la giusta ricompensa all’im-pegno ed al sacrificio sopportato, tanto durante gliallenamenti che nel regime di vita con l’intento diraggiungere sempre più alti livelli.

Per la primavolta nella sto-ria della “Gin-nanstica Artisti-ca Aquile diLonato”, lenostre atletesono salite sulpodio bendodici volte nel2005 (4 ori, 4argenti e 4bronzi). Talep r e s t i g i o s orisultato ci con-sente di guar-dare con fidu-cia al futuro,

anche se, quasi tutte le ragazze il prossimo annodovranno passare alla categoria superiore.

Non è ancora finito, invece, l’anno sportivo per idue nuovi giudici regionali: Stefania Klunpnerova eBarbara Stromczynska (Aquile Lonato) convocatedall’Uisp Lombardia per arbitrare le gare regionali di1ª e 2ª categoria.

A loro il nostro “in bocca al lupo”.Ai nostri tifosi e ai nostri sponsor (Impresa Edile

Goffi Giovanni, Euforia Intimo e Mare, Event srl ForContest e Banca Valsabbina - sede di Lonato), assicu-riamo il massimo impegno per poter ottenere sempremaggiori soddisfazioni e successi nel prossimo annosportivo.

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L’attività educativa dell’Istituto Paola Di Rosa aLonato, gestita dalle Congregazione delle Ancelledella Carità, comincia nel lontano 1852, quando lascuola comprendeva solamente un orfanotrofiofemminile.

Nel corso della sua lunga storia (ormai più di 150anni) la scuola ha ampliato i suoi ambiti di insegna-mento e ha continuamente aggiornato le sue propo-ste, divenendo oggi Istituto Paritario comprensivodi Micro-Nido, Scuola dell’Infanzia, Scuola Prima-ria, Scuola Secondaria di primo grado e Liceo Speri-mentale a tre indirizzi: Pedagogico, Linguistico eScientifico.

Quest’ultimo sarà attivato a partire dall’annoscolastico 2006/2007, aggiungendosi, come nuovaproposta, agli indirizzi liceali già consolidati, natinel 1988 da un progetto sperimentale autonomo,che intendeva coniugare una tradizione educativo-culturale perfezionata nel tempo con un’aperturaintelligente alle richieste della società odierna.

Il Liceo scientifico accoglie in sé le novità propo-ste per la riforma della Scuola Secondaria Superioreoffrendo un percorso di studi rinnovato e attentoalle esigenze dell’università e del mondo del lavoro,agile nel percorso, ma sostenuto nei contenuti. Ilcorso garantisce infatti una preparazione globaleampia, flessibile e critica, grazie alla valenza cultu-rale delle discipline dell’area scientifica integrate dauna solida formazione umanistico-filosofica. Nontrascurabile neppure la conoscenza di due linguestraniere.

I tre indirizzi liceali si articolano su 30 ore setti-manali suddivise in cinque giorni (sabato libero).

Nel corso degli anni l’Istituto Paola Di Rosa si èmosso verso la ricerca di una sempre più profonda

sintonia collaborativa con le famiglie, mettendo alcentro del proprio operare l’attenzione alla personadell’alunno accolto nella sua peculiare individua-lità, accompagnato nel suo percorso di crescitaumana e culturale, guidato alla scoperta delle pro-prie capacità.

Alle molteplici attività infra ed extra-scolasticheproposte dall’Istituto durante l’anno (viaggi d’istru-zione in Italia e all’estero, visite a mostre, rappre-sentazioni teatrali, vacanze studio estive) si èaggiunta nel tempo un’apertura sempre più moti-vata al territorio, che ha permesso la partecipazionedegli studenti a stages formativi e la realizzazionedi progetti interdisciplinari svolti in collaborazionecon Enti e Associazioni.

A questo proposito non è possibile dimenticarela produzione del Lunario lonatese, calendario arti-stico a tema, realizzato dalla Scuola e stampato gra-zie al sostegno economico di Aziende locali e del-l’Amministrazione Comunale di Lonato.

SI AMPLIA L’OFFERTA DELL’ISTITUTO PAOLA DI ROSA:

APRE IL LICEO SCIENTIFICOdi STEFANIA POZZI

Lunario Lonatese 2006.Paesaggi da fiaba

Si è rinnovata anche quest’anno la tradizione,ormai più che decennale, del Lunario Lonateserealizzato dalla classe IV Liceo degli indirizziPedagogico e Linguistico dell’Istituto Paola Di Rosa,con il supporto degli insegnanti di storia dell’arte e dilettere, M. Gioia Casagrande e Stefania Pozzi.

Il tema conduttore è quella della fiaba, da cui tuttisiamo stati affascinati quando eravamo bambini; maun po’ di fantasia non guasta neppure nell’età adulta.

Così è nato il calendario. Mese dopo mese i disegnisuggestivi degli studenti ci accompagnano in unviaggio singolare attraverso il territorio di Lonato edintorni trasformatosi in un mondo fantastico,popolato via via di boschi misteriosi, castelli incantati,personaggi straordinari, quali maghi o babau.

Lì sono state ambientate favole antiche e raccontimoderni, tutti nati dallo stesso bisogno dell’uomo diliberare la sua fantasia, inventando una realtàimmaginifica in cui proiettare le sue speranze,sconfiggere le sue paure, superare ansie epreoccupazioni. Perché, come dice Calvino, “le fiabesono vere. Sono, nella loro sempre ripetuta e semprevaria casistica di vicende umane una spiegazionegenerale della vita…; sono il catalogo dei destini chepossono darsi a un uomo e a una donna”.

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Per contenere i costi di gestione del servizio irri-guo, il Consorzio di Bonifica Medio Chiese ha, datempo, predisposto un piano di sviluppo dell’atti-vità idroelettrica per la produzione di energia dautilizzare principalmente per i propri impianti disollevamento consortili, onde conseguire risparmisui costi energetici e sui costi di gestione dei canaliprincipali di derivazione.

Dal 1989 e dal 1990 sono in funzione due centra-li idroelettriche, una con produzione media annua-le di Kwh. 2.000.000, di proprietà della SocietàIdroelettrica M.C.L. situata in Calcinato, l’altra conproduzione media annuale di Kwh. 4.000.000, situa-ta in Comune di Bedizzole in comproprietà tra ilConsorzio di Bonifica Medio Chiese ed il Comunedi Bedizzole.

Oltre a tali centrali idroelettriche è stata realizza-ta nel 2002 la Centrale Idroelettrica di Esenta di pro-prietà del Consorzio di Bonifica Alta e Media Pia-nura Mantovana e del Consorzio di Bonifica MedioChiese.

Il Consorzio ha, di recente, avviato l’iter necessa-rio per la realizzazione di altre due centrali idroelet-triche: l’impianto idroelettrico in Comune di Lonatodenominato “Centrale del Maglio” e l’impiantoidroelettrico sul canale Naviglio Grande in Comunedi Prevalle, per un investimento presunto comples-sivo di circa 4.000.000 di euro ed una produzioneprevista annua di circa 5.650.000 Kwh.

Sia le iniziative energetiche che il Consorzio haintrapreso che quelle che lo stesso intende sviluppa-re vedono come soggetto operativo la Società Idroe-lettrica M.C.L. s.c.r.l..

La suddetta Società che opera nel settore energe-tico da circa 17 anni è costituita dal Consorzio diBonifica Medio Chiese, dal Consorzio Idroelettricodi Salago, dalla Società Lago d’Idro e dai Comuni diCalcinato, Montichiari, Bedizzole, Borgosatollo,Castenedolo, Mazzano e Rezzato, con varie parteci-pazioni.

I principali indirizzi verso cui è orientata l’atti-vità della Idroelettrica MCL sono la costruzione e

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INIZIATIVE ENERGETICHEDEL CONSORZIO DI BONIFICA MEDIO CHIESE

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Veduta aerea della centrale idroelettrica di Calcinato.

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gestione delle centraline idroelettriche proprie odegli associati, lo studio e realizzazione di nuoviimpianti di produzione di energia mediante l’uti-lizzo di altre fonti rinnovabili, la distribuzione del-l’energia elettrica per consentire agli associati eco-nomie sui costi energetici e di usufruire di altri ser-vizi.

In relazione alla disponibilità della risorsa idrica

Analogamente per lacentrale idroelettrica diSalago di Bedizzole, entra-ta in esercizio nel 1989,con una potenza installatadi Kw. 650, ha avuto unaproduzione media annuanel triennio 2002/2004 diKwh. 4.091.723

L’energia prodotta, perla quota parte del Consor-zio è stata utilizzata finoall’anno 1999 in regime discambio con l’ENEL dallenostre cabine di solleva-mento dei Distretti Lonata,Calcinata, Montichiara eBedizzole, consentendoparticolari vantaggi all’u-tenza irrigua distrettualedel comparto pluvirriguo.Purtroppo le modifichenormative che regolano gliscambi di energia, dall’an-no 2000 non hanno piùconsentito questo tipo di

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Centrale idroelettrica di Salago.

derivata dal fiume Chiese mediante i canali consor-tili, la centrale di Calcinato nel triennio 2002/2004ha avuto una produzione media annua di Kwh.2.065.062.

L’andamento della produzione di energia elettri-ca negli anni di riferimento viene illustrata nel gra-fico seguente:

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utilizzo particolarmente vantaggioso per la nostrautenza agricola e pertanto l’energia prodotta è statatotalmente ceduta.

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Nel maggio 2002 è stata inaugurata la nuova cen-trale idroelettrica di Esenta che sfrutta il salto idrau-lico di metri 23,50 sul canale Arnò in località Esentadi Lonato.

Il Consorzio Idroelettrico di Esenta è partecipatoin ragione del 60% dal Consorzio di Bonifica Alta eMedia Pianura Mantovana e per la restante partedal Consorzio Medio Chiese.

La centrale di Esenta nel triennio 2002/2004 haavuto una produzione media annua di Kwh.2.918.602, particolarmente condizionata dalla limi-tata disponibilità della risorsa idrica e dal necessa-rio transitorio avviamento della centrale. E’ di par-ticolare rilevanza l’attenzione posta affinché le

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Il seguente grafico mette in evidenza l’andamen-to di produzione di energia elettrica nello scorsotriennio.

infrastrutture della nuova centralina idroelettrica,situate in una zona di rilevante interesse ambienta-le e poste all’interno del centro abitato della frazio-ne Esenta di Lonato, minimizzassero l’impatto sul-l’insediato circostante.

Gli sviluppi futuri, in relazione ai disciplinari diconcessione dell’utilizzo delle acque irrigue ad usoidroelettrico del canale Naviglio e Roggia Lonatarelativamente ai due futuri impianti citati in pre-messa, vedono l’avvio dei lavori entro il prossimoanno 2006. La realizzazione dei nuovi impiantiverrà effettuata in collaborazione con la Idroelettri-ca M.C.L. che si occuperà anche dell’avviamento edella gestione delle stesse.

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Seppur trattasi di produ-zioni limitate, nello scenariodel consumo energetico na-zionale che secondo stimerecenti ammonta a circa 280miliardi di Kwh, suddivisi inuna produzione del 60-70%proveniente dal termoelettri-co, per il 15% circa dall’idro-logico e geologico e per un15-20% proveniente dall’este-ro, appare comunque strate-gico perseguire la realizzazio-ne di questi piccoli impiantidi produzione, se poniamol’attenzione al fatto che buo-na parte dell’energia impor-tata proviene da impiantinucleari posti immediata-mente al di là del confine del-l’Italia in Francia e Svizzera, eil 60% dei combustibili fossiliutilizzati negli impianti na-zionali provengono princi-palmente da paesi extra co-munitari.

Va inoltre sottolineato chegli impegni assunti dall’Italianel noto protocollo di Kyotoprevedono la riduzione diemissioni di “CO2 equiva-lente” (gas che provocanol’effetto serra e conseguenticambiamenti climatici) del6,5% entro il 2010 (con riferi-mento al 1990).

Poiché l’utilizzo di com-

Veduta d’insieme della centrale idroelettrica di Esenta.

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bustibili tradizionali non consente la riduzione del-l’emissione di tali inquinanti, si rende necessario edinderogabile per migliorare lo stato dell’ambiente erispettare gli impegni assunti, ridurre le emissionidi tali particelle, indirizzando la produzione dienergia verso fonti pulite e rinnovabili di cui i miniimpianti illustrati sono sicuramente un ottimoesempio. Basti solo pensare che, con la produzionedi energia dei tre piccoli impianti illustrati degliultimi tre anni, pari complessivamente a circa 9milioni di Kwh è stato possibile risparmiare l’emis-sione in ambiente di 9.075 tonnellate di anidridecarbonica (CO2), 12.705 chili di anidride solforosa(SO2) e 18.150 chili di ossido di azoto (NO2), tuttigas che sono responsabili dell’effetto serra, dellemodifiche climatiche in atto e degli ulteriori varifenomeni deleteri.

Seppur limitata, l’autoproduzione di energiamediante fonti rinnovabili ed alternative va certa-mente nel segno di risolvere o lenire le gravi proble-matiche evidenziate anche se purtroppo non certa-

mente risolutive della problematica complessiva.Ecco come queste iniziative assunte rientrano

nelle finalità istituzionali del Consorzio che vedonooltre all’attività destinata al sostegno del compartoagricolo anche la tutela del territorio e la salvaguar-dia dell’ambiente in aggiunta all’obiettivo che ilConsorzio persegue da anni, con l’attivazione dinuove iniziative in campo energetico, per il conteni-mento dei costi del servizio irriguo con un rispar-mio sui costi di energia elettrica per il funziona-mento degli impianti di sollevamento e pompaggioconsortili.

Grazie allo sviluppo di tali iniziative in futuro sipotrà quindi contare su una maggiore produzionedi energia derivante dalle nuove centrali idroelettri-che in fase di realizzazione, con sicuro beneficio afavore degli utenti irrigui del Consorzio gravati dauna situazione economica che ha ormai raggiunto,in alcune zone, soglie di difficile sopportabilità edulteriori miglioramenti dell’ambiente nel qualeviviamo.64

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Martedì 8.30 - 12.00 14.00 - 18.30Mercoledì 8.30 16.00Giovedì 8.30 - 12.00 14.00 - 18.30Venerdì 8.30 18.30Sabato 8.00 18.30

Ricerca di personale qualificato

Extension senza utilizzo di resineSolarium trifacciale e docciaSi esegue la ricostruzione Joico

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Cari cittadini,l’associazione Gardesana alcolisti in trattamento, si occupa della prevenzionee del sostegno a persone con problemi alcool-correlati, e grazie al Comunedi Lonato, simo riusciti ad aprire una sede anche a Lonato in Via Girelli 3.L’associazione esercita già da tempo in vari comuni della Gardesana, a Vestone,Salò, Gardone Riviera, Vobarno, Gargnano, Bedizzole e Prevalle.Intendiamo aiutare tutti coloro che abusano di alcool, piaga socialeche coinvolge, senza distinzione sociale, uomini-donne, giovani e meno giovani.L’argomento che trattiamo è complesso e difficile; chi ha questo problema,molto spesso si chiude in se stesso, rifiuta di farsi aiutare negando il problema.I nostri collaboratori, sono dotati di una profonda umanità e con capacitàe pazienza spesso ottengono buoni risultati.Mi rivolgo a tutti coloro che hanno questo problema, alle loro famiglieod ai loro conoscenti, affinché si rivolgano presso la nostra sede ogniprimo giovedì del mese, oppure telefonicamente al numero: 338.1490001.

L’ALCOOL FA MALE, FATTI AIUTARE.Cordiali saluti.

Il presidente dell’A.C.A.T GardesanaGianni Cappuccini

LETTERA APERTA AI CITTADINI LONATESIDAL PRESIDENTE A.C.A.T.

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A seguito dell’inte-resse suscitato dallascorsa edizione, anchenel 2006 il Registro Ita-liano Giulia sarà pre-sente a Lonato in occa-sione del primo radunodella stagione.

Il freddo pungenteed intenso che haaccompagnato la scorsa manifestazione non ha pernulla intimorito gli organizzatori, né il loro proposi-to di dare vita ad una giornata più ricca di vetture edi partecipazione da parte dei soci e di tutti quanti sitroveranno ad assistere alla festa di S. Antonio Aba-te, che si svolgerà il prossimo 14 gennaio a Lonato.

La passata edizione del raduno, la prima orga-nizzata in questa località dal sodalizio milanese, havisto partecipi oltre quindici vetture Giulia, contor-nate da altri affascinanti e significativi modelli dellaproduzione Alfa Romeo presenti per l’occasione.

Il registro Italiano Giulia continua quindi a por-tare in giro con successo le sue vetture, le Giulia chechiunque riconosce e ricorda con interesse e nostal-gia.

Durante i raduni, le sfilate o le manifestazioniche anno dopo anno muovono per il nord Italia,sono tanti i commenti compiaciuti della gente che sitrova al cospetto delle impeccabili vetture che ilRegistro è sempre orgoglioso di presentare.

C’è chi le ricorda come immagine storica della

Polizia e dei Carabinie-ri, viste come protago-niste indiscusse di tantifilm, durante i quali laGiulia era spesso, percontro, la macchina pre-ferita dei malviventi.

Incontrare una Giu-lia fa sempre un certoeffetto, perché è come

trovarsi di fronte una sorta di “personaggio”, unqualcosa che è appartenuto ad un glorioso passato eche si può ancora e sempre più spesso rincontrarenel presente, quel presente fatto di automobiliuguali le une alle altre che faticano sempre più aconquistarsi un’identità ben definita.

A Lonato il Registro Italiano Giulia sa di potercontare su una calorosa accoglienza, già ad essoriservata durante la scorsa edizione, da parte del-l’Amministrazione locale che ha messo volentieri adisposizione del club un’intera via del centro stori-co, nel cuore delle celebrazioni della festa cittadina.

Le vetture quindi, anche quest’anno costituiran-no un’ideale cornice alla già ricca manifestazioneorganizzata dal Comune, durante la quale le interes-santi iniziative poste in essere dagli organizzatoricittadini contrasteranno efficacemente il freddo chenon mancherà di accompagnare la giornata, con ilcalore proprio di tutte le diverse e suggestive oppor-tunità di svago che anche questa volta la tranquilla eaffascinante cittadina di Lonato saprà offrire.

REGISTRO ITALIANO GIULIA A LONATOdi GIULIO RE

Registro Italiano Giulia

LONATO

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REGISTRO ITALIANO GIULIAGIÀ OSPITE A LONATONEL 2005

Il 16 gennaio dello scorso anno, allaprima uscita stagionale, siamo statigraditi ospiti della 47ª edizione dellaFiera Regionale di Lonato.Dopo un interessante percorso nellecampagne circostanti la città, abbiamoraggiunto il centrale Corso Garibaldidove, le nostre vetture, sono stateammirate da un folto pubblico diappassionati e non.

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LONATO

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La diffusione delle pratichesportive in quasi tutte le societàdel mondo contemporaneo è ilsegno evidente dell’importanza chelo sport ha assunto in quelle realtà daun punto di vista sociale, economico epolitico. Ma già nell’antica Grecia, la culladella nostra civiltà, filosofi come Socrateed Aristotele erano a conoscenzadell’inestimabile importanza che lo sportrappresenta per l’educazione ericonobbero che lo sport era salutare nonsolo per il benessere fisico, bensì ancheper quello mentale.La Commissione Europea nel Trattato diMaastricht del 1998, ha riconosciuto unaparticolare rilevanza allo sport,attribuendogli cinque funzioni: educativa, sanitaria, sociale, culturale e ludica.Nella convinzione che le attività sportivepossano e debbano contribuirepositivamente allo sviluppo generale dellepersone, alle capacità sociali, come pureal rafforzamento della disponibilità alleprestazioni ed alla crescita personale diognuno, auspico che lo sport siapraticato e vissuto come “palestra di vita”,con lealtà, amicizia e divertimento.

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ASSOCIAZIONI E CENTRI SPORTIVIA LONATO

Atletica LemAtletica leggeraVia V. Veneto, 2 - 25017 LonatoTel. 030.9131581

Basket AquilePallacanestroGinnastica artisticaVia Cenedella, 3 - 25017 LonatoTel. 030.9913962 / 335.1027444

Centro Volley LonatoPallavoloVia Repubblica, 25 - 25017 LonatoTel. 030.9131700

Gruppo Ciclistico FeralpiCiclismoVia Dugazze, 33 - 25017 LonatoTel. 338.4443092

Gruppo Podistico di LonatoAtletica leggeraVia Tarello, 7 - 25017 LonatoTel. 030.9131137 / 339.5617060

Gruppo Sportivo CampagnaCalcioPallacanestroCiclismoVia Campagna Sotto, 24 - 25017 LonatoTel. 030.9130741Via Trivellino - 25017 LonatoTel. 030.9131221

Gruppo Sportivo CentenaroCalcioCorsi di ginnasticaKarateVia Lavagnone, 9 - 25017 LonatoTel. 030.9103478

Gruppo Sportivo EsentaCalcioPallavoloVia Lamarmora, 3 - 25017 LonatoTel. 030.9105115

Gruppo Sportivo Lonato 2CalcioGioco delle boccePing-pong e freccetteVia Cerebotani, 4 - 25017 LonatoTel. 030.9131962 / 030.9132713

ASSOCIAZIONI

Goju Karate LonatoKarate / Ju-JitsuVia Ariosto, 15 - 25017 LonatoTel. 030.9131508 / 334.1504970Viale Italia, 2 - 25017 LonatoTel. 348.8090887

Associazione Calcio FeralpiCalcioViale Roma, 43 - 25017 LonatoTel. 030.9130035

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Ballet StudioDanza classica e modernaVia Antiche Mura, 14 - 25017 LonatoTel. 349.2584414

Il Drago che nuotaThai chi chuan e Qi gongCorsi presso Palestra della Scuola MediaTel. 347.5383915

Kick Boxing & Ju-jitsuEsibizioni di Kick Boxing e Ju-JitsuPalazzetto dello SportTel. 030.9103403 / 328.7220363

Associazione A.S.P.R.A.Pattinaggio e basket a favore di soggettidiversamente abiliCorsi presso Palestra della Scuola MediaTel. 328.2866540 / 328.5650599

Gruppo Sportivo SedenaGinnastica dolceVia Capri, 3 - 25017 LonatoTel. 030.9132432 / 338.5460791

La Fenice PallavoloPallavoloVia Campagnola Sopra, 2/a - PozzolengoTel. 030.9918740 / 348.3316881

Pattinaggio Artistico GardalagoPattinaggio artisticoVia Zini, 10 - 25017 LonatoTel. 030.9103331 / 338.8720900

Scuola Calcio Centro GiovanileCalcioVia Antiche Mura, 14 - 25017 LonatoTel. 030.9132882 / 338.9004271

CENTRI SPORTIVI ➬

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1 Campi Calcio Basket BocceV.le Roma

2 Palazzetto dello SportVia Regia Antica, 51

3 Palestra Nevy SportCorsi FitnessVia Lazzaretto, 30 - Tel. 030 9133135

4 Palestra Oratorio Paolo VIVia Antiche Mura - Tel. 030 9131479

5 Centro Sportivo Tempo LiberoCorsi fitness - danza e balliVia Rassica, 27 - Tel. 030 9131934

6 Centro ippico Spia d’ItaliaCorsi di equitazioneVia M. Cerutti, 61 - Tel. 030 9130233

7 Palestra Operazione FitnessCorsi fitness - danza e balli - yoga -spin bikeZona Artigianale LonatoTel. 030 9131757

8 Centro Sportivo La FornasettaTennis - Calcetto - Beach Volley

Via Fornasetta, 21 - Tel. 030 9103501

9 Parco con piscine La CavallinaVia S. Tomaso, 24 - Tel. 030 9130329

10 Scuderia Mi EsperanzaCorsi di equitazione

Via Stoppini - Tel. 333 3803025

11 KartodromoSouth Garda KartingPista di karting

Loc. Campagnoli - Tel. 030 9919958

12 Trap ConcaverdeTiro a volo

Via Slossaroli - Tel. 030 9990200

13 Parco Aquatico La QuieteVia Fenil Vecchio, 18 - Tel. 030 9103171

14 Centro Sportivo del GardaVia Rassica - Tel. 030 9919712

CENTRI SPORTIVI

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LONATO

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A TUTTO PORCELLORassegna gastronomica a base di maiale

dal 7 gennaio al 5 febbraio 2006

da Eziodei F. lli Rodella

Pizzeria

Trattoria

Via Corrobbiolo, 6

Lonato (BS)

Tel. 030.9131778

Chiuso il mercoledì

Affettati misti della casa con Focaccia,Polenta e Guanciale

Tagliatelle fresche con ragù di MaialeBraciole di maiale alla griglia eEmpiom di maiale alla griglia

Contorni di stagioneChisol

1/4 di Vino Rosso Scolari del Garda, Acqua, Caffè

18 euroSolo su prenotazione con due giorni di anticipo

in sostituzione dei secondi Maialino da Latte al Forno

23 euro

PIZZERIA TRATTORIA

“DA EZIO”dei F.lli Rodella

Via Corobbiolo, 6LONATO (Brescia)Tel. 030.9131778

Chiuso il Mercoledì

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Ristorante

AL CONVENTO

di Battaglia Giovanni

25011 Calcinato (BS) - Via Colomberino (strada per Esenta)

Tel. e Fax 030.9131086 - Cell. 329.8523203

[email protected]

“fattoria la regina” di Tosoni S.S.Via Battaglie, 21/b - Castelvenzago di Lonato (BS)

Tel. 030.9919992www.fattorialaregina.com - [email protected]

AllevamentoMacellazione

Vendita Ingrosso/Dettagliodi carni bovine, suine

e salami di produzionepropria

S.S. Lonato - MontichiariVia Trivellino, 6

25017 Lonato (BS)Tel. 030.9133230

[email protected]

Pasticceria

La StazioneVia Montegrappa

25017 - Lonato (BS)

Cascina “Spia d’Italia”Via Ceruti Marziale, 61

25017 - Lonato (BS) - Tel. 030.9130233

CALVINOGusto supremo

di Stefano Beretta

Via Calvino, 4 - Padenghe sul Garda (BS)Tel. e Fax 030.9900451

www.calvingusto.it - [email protected]

AZIENDA AGRICOLA F.LLI LISIOLIVia Fossa, 30 - LONATO (Brescia) - Tel. 030.9913788

Via Statale per Desenzano25017 - Lonato (BS)

Tel. 030.9132046

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Crustù col LardCodeghì nostrà e salsa verde

Frìtadina coi Articioc e PansetaImpiom coi Fasoi e Polenta

Risot col “Tastasal”Pursilì de Lat arost e Polenta

Patate noele rostide col SigolotTurta Sabiusa co la crema al Zabaiù

Dalla cantina:Vin Ross de chel bùn

Moscat duls

RISTORANTE

“IL RUSTICHELLO”Famiglia Zaniboni dal 1980

Viale Roma, 92LONATO (Brescia)

Per prenotazioni e info 030.9130107

25 euro

Coppa, Pancetta, Lardo di Colonnata,Fagioli con le cotiche,

Quadratini di Polenta con Salamele,Fagottini di Verdure, Sott’olio

Gnocchetti Sardi al sugo di Maiale e finocchiettoRisotto col radicchio rosso e guanciale

Lonza al Latte, Stinco, Cosciotto PorchettatoVerdure al CarrelloDolce della casa

Vino Rosso Rubino, AcquaCaffè con pasticcini assortiti

TRATTORIA

“DA ACHILLE”

Via Parolino, 2LONATO (Brescia)Tel. 030.9130558

23 euro

LONATO

48a Fiera Regionale

AZIENDA AGRICOLA VIVAIO PIANTE

Cherubini Egidio

& Figli s.n.c.

Progettazione - Realizzazione

manutenzione verde pubblico

e privato

impianti di irrigazione

e arredo urbano

Sede: 25017 LONATO (BS)Via Fornaci dei Gorghi, 4Tel. 030.9919963

Esposizione:25015 DESENZANO DEL GARDA (BS)Via Vò, 7 - Tel. e Fax 030.9120083

[email protected]

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Il GRUPPO FERALPI ha sviluppato negli anni la propria attività principalmente nellasiderurgia al servizio dell’edilizia, diversificandola in seguito in altri settori quali l’ambien-te, l’ecologia, la finanza e l’ittica.Nell’ambito siderurgico, lo sviluppo programmato ha portato nel tempo all’acquisizione diimportanti società sia in Italia che nel resto dell’Europa. Il Gruppo si presenta oggi con acapo Feralpi Holding S.p.A., e, per quanto riguarda le società a “core business” siderurgi-co, troviamo: Feralpi Siderurgica S.p.A., Acciaierie di Calvisano S.p.A. e Dieffe S.r.l. inItalia; ESF Elbe-Stahlwerke Feralpi GmbH, EDF Elbe-Drahtwerke Feralpi GmbH e FeralpiStahlhandel GmbH in Germania; Feralpi Praha S.r.o. nella Repubblica Ceca; FeralpiHungaria K.f.t. in Ungheria; Ductil Steel S.A. e Beta S.A. in Romania. Con oltre 2.700addetti ed una produzione di 4,5 Mio di tonn./anno tra acciaio e prodotti finiti (tondo percemento armato in barre e rotoli, vergella, rete elettrosaldata e altri derivati), il Grupposi colloca oggi fra i maggiori e più qualificati produttori europei del settore.

GRUPPO FERALPISede legale - Via Aurelio Saffi, 15 - 25122 BRESCIA - ITALIA

Sede amministrativa e stabilimento - Via Carlo Nicola Pasini, 11 - 25017 Lonato (BS) ITALIATel. 0039 030 9996.1 r.a. Fax 0039 030 9132786-9996265 www.feralpi.it e-mail:[email protected]

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FORNERIAStuani Giordano

Pane da agricoltura Biologica

Via Bagnole, 7 - 25017 Lonato (BS)Tel. 030.9130384

• pane integrale di grano duro• pane integrale di grano tenero• pane integrale senza sale• pane integrale di segale• pane bianco BIO• pane integrale al farro• pane cassetta• pane azzimo• pane sesamino

• grissini• pizza• focaccia• focaccia olive• focaccia cipolle• focaccia primavera• focaccia pomodoro• pane all’uva

ISTITUTOMEDITERRANEO DI

CERTIFICAZIONE

TRATTORIA

“BETTOLA”

Menù disponibileSABATO e DOMENICA.

Gli altri giorni su prenotazioneTel. 030.9130237

22 euro

Salame nostrano con Polenta,

Prosciutto Crudo,

Speck e Sott’Olio

Risotto con Pesteum,

Crespelle alla Valdostana

Filetto di Maiale alle Mele,

Lonza al forno con Patate

Dolce della Casa

Caffè

Vino e Acqua

TRATTORIA

“NUOVO LONATINO”

Via Piave, 4LONATO

Tel. 030.9919761Prenotazione consigliata

24 euro

Lardo all’erbette fini con Crostini e Polentina

Affettati misti con Verdure in Agrodolce

Luganega e Fagioli in umido con polentina

Pendette con Funghi e Salsiccia

Carrè di Maiale al forno affumicato

Verdure di Stagione

Dolce

Caffè

Acqua e Vino della Casa

LONATO

48a Fiera Regionale

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Studio Tecnico

Geom. Roberto Abate

Progetti civili ed industrialiArredamentiConsulenze

Via A. Campagna Franceschini - 25017 Lonato (BS)Tel. e Fax 030.9913877 - Cell. 333.3331743

[email protected]

CAMPIONE CAMPIONEDEL MONDO D’ITALIA1992 1991-1992-1994

sede: 25017 Lonato (Brescia) - Via C. Battisti, 19Tel. 030 9130076 - Fax 030 9913448

Titolare Armeriapresso campo tiro TRAP CONCA VERDELocalità Basia - 25017 Lonato (Brescia)

Antipasto di Salumi Nostrani, Sottaceti Misti,Insalata Russa

Maccheroni con l’ImpiomTagliolini con lo Speck

Braciole, Costine e Salamele alla GrigliaCotechino con Polenta

Cotiche con FagioliInsalata Mista

Dolce della CasaAcqua, Vino Bianco Rosso

TRATTORIA

LE BAGNOLE DA NADIA

Via Bagnole25017 LONATO (Brescia)

Tel. 030.9132844

20 euro

RISTORANTE

“ANTICO CORLO”

Via Repubblica, 74LONATO

Tel. 030.9132323

23 euro

Affettato misto Nostrano, Polenta e Lardo,

Involtino di Mortadella, Frittatine,

Melanzane, Zucchine Grigliate

Maccheroncini alla Rustica

Tortelli al Prosciutto

Salame Agher, Costine e Salamina,

Mumbulì Arost e Polenta

Contorni di Stagione

Dolce della Casa

1/4 Vino, Acqua, Caffè

Prosciutto di Parma, Salame,Spumone al Porcellino Rosa

Risotto con Radicchio e salsicciaStinco di Maiale in Umido,Misto di Carne alla Griglia

Insalata MistaDolce della Casa

CaffèVino Rosso da Tavola “Cantine Pietro Zerbio”

Acqua Minerale

LONATO

48a Fiera Regionale

OSTERIA

MADONNA DELLA SCOPERTAdi Tosoni Luigi

Via Madonna della Scoperta, 1/3Centenaro di Lonato (Brescia)

Tel. 030.9103303

22 euro

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Progettazione - Creazione - Manutenzione

Giardini, Terrazze - Vivaio Piante

25015 DESENZANO DEL GARDAVia Vallio di sopra, 1 (str. per Maguzzano)

Tel. e Fax 030.9121801

[email protected]

AZIENDA AGRICOLA AGRITURISTICA

“IL ROVERE”

Via S. CiprianoTel. 030.9120057

22 euro

Speck, Pancetta, Salame,

Verdura in agrodolce,

Frittata con Salsiccia e Cipolla,

Polenta Erbette e Lardo

Torcetti alla rustica

Tagliatella pattona

(con vellutata di patate e salciccia)

Grigliata mista:

Salamella, Costine,

Coppa alla Brace con Polenta

Cotiche con fagioli

Contorni Misti di Stagione

Sbrisolona con liquore alle prugne,

oppure torta di mele calde con pinoli e cannella

Caffè

Acqua

Vino d.o.c di produzione “Il Rovere”

Digestivo

LONATO

48a Fiera Regionale

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Il Progetto Exodus era una delle Opere dellaCongregazione dei Poveri Servi della Divina Prov-videnza fondata nel 1907 da don Calabria, un gio-vane prete veronese, che accolse nella sua abitazio-ne alcuni giovani bisognosi. Il 9 dicembre del 1949l”Arcivescovo di Milano, Cardinale Shuster, si recòa Verona per incontrare don Calabria e chiedergliuna “casa” a Milano. Gli venne così offerto di utiliz-zare un’ampia area in Via Pusiano ai margini delParco Lambro.

Alla fine degli anni ’70, don Antonio Mazzi giun-geva a Milano, direttore dell’Opera don Calabria diVia Pusiano, proveniente da varie esperienze pasto-rali nell’emarginazione e devianza giovanili. Pro-prio a Milano, a ridosso del Parco Lambro, nel 1984,don Antonio Mazzi, insieme ad alcuni collaboratori,fece nascere il Progetto Exodus che il 6 agosto 199678

IL SOCIALE A LONATO

LONATO

48a Fiera Regionale

Via Valsorda, 425017 LONATO (Brescia)Tel. e Fax 030.9130276

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STUDIO TECNICO e GEOLOGICO

SCALVINIGeom.

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• Agenzia Principale di DESENZANO

Via Dal Molih 14/d - 25015 DESENZANO

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LONATO

48a Fiera Regionale

si trasforma in un ente autonomo e prende il nomedi Fondazione Exodus.

Questo nuovo stato giuridico, ha garantito mag-gior autonomia e velocità decisionale permettendo,in questi anni, non solo di consolidare l’esperienzaacquisita, ma di aprire nuovi progetti di lavoro sul-la spinta delle diverse esigenze espresse da unasocietà in continuo mutamento.

È così che nasce, nel 2002, lacooperativa Pegasus, ossia unacooperativa sociale di tipo B, cheoffre ai ragazzi della sede di Sede-na di Lonato (della FondazioneExodus Onlus di don Mazzi) lapossibilità di avere uno sboccolavorativo e di essere seguiti nelreinserimento sociale, ultima fasedi un percorso comunitario voluto

idealmente dividere in quattro fasi (ossia accoglien-za, cammino, rimotivazione e responsabilità ed infi-ne inserimento).

Per questo motivo la cooperativa ha stipulato unprotocollo d’intesa con la Fondazione Exodus, perrendere la collaborazione ancora più efficace ed effi-ciente.

Tra i tanti obiettivi, uno dei più importanti èquello di reinserire soggetti socialmente svantag-giati, attraverso il lavoro che nel caso specifico sisviluppa nella cura e manutenzione delle aree ver-di, siano esse pubbliche o private.

Altro obiettivo è quello, attraverso collaborazio-ni con Enti e società di settore, di sviluppare proget-ti di Fondazione che permettono a queste personedi imparare un mestiere ed arrivare quindi prepara-ti nel mondo del lavoro.

Inoltre la sede Exodus di Sedena, da qualcheanno sta portando avanti un’attività equestre gra-tuita con ragazzi diversamente abili, l’obiettivo è diproporre qualcosa di diverso nel loro tempo libero,e questo è possibile anche grazie al lavoro deivolontari del nostro paese e dei ragazzi ospiti dellacomunità.

Infine, la sede Exodus di Lonato, in rappresen-tanza della Fondazione stessa, in collaborazionecon la Fondazione argentina Lanna stanno portan-do avanti un progetto denominato “Despertar enPatagonia” (Risveglio in Patagonia), che si sviluppain tre fasi salienti, e che ha come obiettivo quello diaccompagnare i bambini di strada in un percorso diprevenzione.

LOCATELLIS.r.l.

U T E N S I L E R I AU T E N S I L E R I AA R T I C O L I T E C N I C IA R T I C O L I T E C N I C I

P E N U M A T I C AP E N U M A T I C AO L E O D I N A M I C AO L E O D I N A M I C AT R A S M I S S I O N IT R A S M I S S I O N I

B U L L O N E R I AB U L L O N E R I AT U B I I N G O M M AT U B I I N G O M M A

U T E N S I L I E L E T T R I C IU T E N S I L I E L E T T R I C I

Lonato - Via Cenedella, 2Tel. 030.9130022 - Fax 030.9130400e-mail: [email protected]

MEGADYNE

“PEGASUS”soc. coop.ONLUS

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LONATO

48a Fiera Regionaleagricola gastronomica commerciale artigianale

di

Cosciente dell’impegno e dello sforzo lavorativo svolto dal Comitato Fierae dai vari settori dell’amministrazione comunale,

sento il dovere di ringraziare sentitamente tutti coloro i qualihanno collaborato ad organizzare la nostra Fiera,

giunta ormai alla 48ª edizione.

Devo, altresì, dare giusto rilievo all’operato dell’ufficio commercioed in particolar modo al dott. Erminio Forzanini

per l’impegno, la perseveranza e per l’ottimismo palpabileda noi sentito nei mesi di lavoro trascorsi assieme;

alla sig.na Camilla Vanaria che, da futura giornalista,ha coordinato e raccolto materiale per la realizzazione

del “48° numero unico” pubblicato ogni anno in occasione della Fiera.

Devo anche ringraziare per la collaborazione l’ufficio tecnicoed in modo particolare l’arch. Mara Bonomelli,la geom. Laura Sottini e l’ing. Giorgio Sguazzi.

Un grazie particolare all’assessore al commercio Valentino Leonardi,che con la sua costante presenza, lucidità ed obbiettività ha contribuito,

passo dopo passo ed in modo profiquo, all’organizzazione della manifestazione.

E infine, ma non per ultimi,ringrazio tutti gli espositori che, con la loro partecipazione,

fanno della nostra Fiera una tra le manifestazioni regionali più apprezzate.

Cordiali saluti.

Il presidente del Comitato fiera

Germano Sigurtà

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PRONTO, ASMPreventivi, attivazioni, subentri, cessazioni, variazioni ?Segnalazione dei consumi? Informazioni su bollette e servizi ?

Numero verde 800-011639dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20il sabato dalle 8 alle 15

Poiché le chiamatesi concentrano prevalentementedal lunedì al venerdìdalle 10 alle 12,si consiglia di chiamarenelle altre fasce orarie o il sabato.

800-011639

Per le segnalazioni dei guastiil numero è attivo 24 ore su 24

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