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NUMERO IV Anno scolastico 2016-2017 I.T. “G.C.FALCO” CAPUA e GRAZZANISE LA “VOCE” DEL FALCO Non “lasciatevi vivere” ma prendete nelle vostre mani la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro. (Papa Giovanni Paolo II)

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NUMERO IV

Anno scolastico 2016-2017

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Non “lasciatevi vivere” ma prendete nelle vostre mani

la vostra vita e vogliate decidere di farne

un autentico e personale capolavoro.

(Papa Giovanni Paolo II)

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INTERVISTA ALLA RESPONSABILE DELLA SEDE ASSOCIATA DEL FALCO

Visto che quest’anno ricorre il 30° anniversario

dell’insediamento nella nostra sede di Capua, ho pensato di intervistare la responsabile della sede

associata di Grazzanise, che è stata istituita una decina di anni fa.

Domanda: Prof.ssa Sferragatta, da quanto

tempo ricopre il ruolo di responsabile della

sede associata di Grazzanise?

Risposta: Da tre anni

Domanda: Quali sono i problemi maggiori

che ha dovuto affrontare in questo istituto?

Risposta: I problemi ci sono sia con i docenti

che con gli alunni. Quelli con i docenti sono

legati soprattutto al cambiamento del sistema scuola perché si è passati da una

lezione frontale ad una lezione condivisa con gli studenti con l’accertamento delle

competenze e non solo più delle conoscenze .Ciò ha creato difficoltà nello struttu-

rare una lezione diversa che presenta maggiori complessità e che avrebbe bisogno

di spazi diversi e di laboratori.

Domanda: Cosa pensa dei ragazzi?

Risposta: I ragazzi sono molto diversi tra di loro e ci vuole molta pazienza nel sa-

perli prendere e soprattutto molta responsabilità.

Domanda: Pensa che questo istituto possa crescere come presenza di alunni nel

futuro?

Risposta: Tutto dipende dall’iscrizione degli alunni. Per chi vuole c’è un futuro as-

sicurato perché questa è davvero una scuola che dà molte possibilità lavorative,

soprattutto nelle forze armate. Bisogna impegnarsi, però, lavorare e studiare mol-

to per ottenere ciò che si vuole. Ciò non vale solo per il nostro istituto ma per

qualsiasi scuola. Non si ottiene ciò che si vuole se non si lavora sodo.

Ludovica UCCIERO, 5ACM s.a. Grazzanise

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

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Intervista alla Rappresentante di istituto: Maria Barone

D. Ci sono poche ragazze all’interno dell’istituto: ti crea problemi questa cosa? Sei riuscita

ad integrarti in una scuola completamente maschile?

R. No, non mi crea nessun problema perché pur essendoci poche ragazze l’ambiente non è un am-

biente ostile o che non mi ha permesso di integrarmi.

D. Come mai hai deciso di candidarti al ruolo di rappresentante nel Consiglio di Istituto?

R. Sinceramente per uno sfizio personale perché mi è sempre piaciuto stare in mezzo ai ragazzi, di

organizzare cose quindi ho pensato potesse essere una buona idea.

D. Ti aspettavi di essere eletta come prima rappresentante d’istituto?

R. No perché c’erano persone molto più conosciute di me all’interno dell’istituto, c’erano dei ragazzi

con molte più conoscenze e sinceramente anche un po’ il fatto di essere l’unica ragazza non mi ha

fatto pensare da subito che sarei stata eletta.

D. Cosa hai fatto per migliorare la scuola?

R. Ci ho provato… ho provato a creare un dialogo fra i ragazzi e il preside, io e gli altri rappresen-

tanti abbiamo esposto i nostri problemi. Ho provato a risolvere il problema delle macchinette e pur-

troppo non ci sono riuscita, ma ci ho provato, ci abbiamo provato un po’ tutti.

D. Sei soddisfatta dei risultati ottenuti in questo ruolo?

R. Di alcuni risultati si, di altri un po’ meno.

D. Ti sei trovata bene con gli altri rappresentanti?

R. Benissimo anche perché erano tutte persone che già conoscevo e questo cammino insieme dicia-

mo che non ha fatto altro che rafforzare il nostro rapporto.

Vincenzo POZZUOLI, 4 AIN

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TRENTENNALE

DEL FALCO

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Il “Falco” …. vola sempre più in alto

L’alunno Giuseppe Zagaria della classe 4° ACA dell’I.T. “Giulio Cesare Falco” di Capua è il

vincitore della Gara Nazionale indetta dal MIUR per l’indirizzo Trasporti e Logistica, art.

Costruzione del mezzo opzione in Costruzioni Aeronautiche, per il corrente a. s. 2016/17.

Alla gara, svoltasi nei giorni 27 e 28 Aprile presso l’Istituto Tecnico “Giacomo Fauser” di

Novara, hanno partecipato alunni provenienti da scuole dislocate sul tutto il territorio na-

zionale.

I concorrenti si sono cimentati in due prove suddivise nelle due giornate, di cinque ore

ciascuna, nelle quali sono state messe alla prova le loro abilità nella progettazione, nel

calcolo e disegno di componenti aeronau-

tici.

E’ stata un’occasione che, oltre a consen-

tire la valorizzazione delle eccellenze, la

verifica delle competenze e dei livelli pro-

fessionali raggiunti, ha consentito soprat-

tutto lo scambio di esperienze tra istituti

scolastici provenienti da realtà socio-

culturali diverse.

Durante la gara, i docenti che hanno ac-

compagnato i concorrenti, si sono infatti

riuniti nell’annuale assemblea delle Rete

COA delle Scuole di Costruzioni Aeronautiche per discutere di tutte le problematiche ine-

rent i lo spec i f ico ind ir izzo e mig l iorarne l 'o f ferta d idatt ica.

Un grazie all’Istituto Fauser, impeccabile nell’ organizzazione dell’evento durante il quale

è stata prevista anche una visita guidata presso la base di Cameri dell’Aeronautica Milita-

re Italiana

Si tratta di un ennesimo successo

dell’Istituto Tecnico “G. C. Falco” di

Capua nel suo processo di ammo-

dernamento e riorganizzazione che

lo vede coinvolto con l’avvento del

preside Tutore.

Enorme la soddisfazione di proff.

Mascolo e Di Stasio nel vedere un

proprio alunno raggiugere livelli di

eccellenza nel settore.

Complimenti vivissimi vanno an-

che agli allievi secondo e terzo

classificati, rispettivamente Emanuele COZZI, dell’ I.S.I.S “A. Malignani” di Udine e

Leonardo RICCARDI, dell' I.T.T. “De Pinedo” di Roma.

Come vuole la prassi ormai consolidata, sarà proprio l’Istituto tecnico

capuano che avrà l’onore e l’onere di organizzare la prossima fase na-

zionale della manifestazione e allora … arrivederci al prossimo anno .

La redazione del Falco online

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GARA NAZIONALE DI ELETTRONICA 2017 – CONEGLIANO (TV) 3 e 4

MAGGIO

Quest’anno l’istituto ha par-

tecipato con l’alunno Di Monaco Fran-

cesco della IV AEL alla gara nazionale

di elettronica 2017 che si è svolta

presso l’Istituto tecnico G. Galilei di

Conegliano (TV). Come di norma la ga-

ra si è svolta in due giorni: il 3 ed il 4

maggio.

Il primo giorno, in 5 ore, gli alunni

hanno dovuto progettare un sistema (a

microcontrollore o a logica CMOS) che

il giorno dopo hanno dovuto realizzare

nei laboratori, sempre nelle fatidiche 5

ore. Ovviamente siamo nella terra del

vino prosecco e i giudici hanno voluto

legare questa caratteristica del territo-

rio alla gara: progettare un sistema automatico di imbottigliamento con tutti i vari con-

trolli di velocità di un nastro trasportatore delle bottiglie e verifica del livello di vino delle

medesime. I 32 istituti di tutta Italia si sono dati battaglia ma, a tavola, dove alla fine

della mattinata e della sera ci si incontrava e si mangiava insieme, i discorsi tecnici hanno

lasciato presto il posto al racconto di ognuno delle proprie realtà territoriali. Ma oltre alla

gara il Dirigente Scolastico

ing. Salvatore Amato ha volu-

to che i partecipanti cono-

scessero le realtà del territo-

rio: così ha organizzato una

visita alla mostra del pittore

“Giovanni Bellini e i belliniani”

nello storico palazzo Sarcinel-

li, quindi, con le guide, ha fat-

to visitare i luoghi più impor-

tanti della città di Giambatti-

sta Cima.

Importanti sono stati anche

gli incontri nella sala confe-

renza della scuola con piccole

imprese del territorio che

operano nel settore elettroni-

co, alcune costituite anche da

ex alunni dell’Istituto: ciò ha

permesso al Dirigente di sottolineare che più dell’80% degli studenti dell’IT di Conegliano

(elettronici e meccatronici) riescono a trovare lavoro entro tre mesi dal diploma. Agli in-

contri sono intervenuti anche il Sindaco e l’Assessore alla cultura del comune di Coneglia-

no che, nell’ultima sera, alla cena da loro offerta ai concorrenti, hanno consegnato le per-

gamene di partecipazione.

Da sottolineare che quest’anno l’Istituto di Conegliano ha organizzato sia la

gara nazionale di elettronica che la gara nazionale di meccanica poiché vinci-

tore con i propri allievi di ciascuna delle due gare dello scorso anno.

La redazione del Falco online

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SCUOLA VIVA: UNA GRANDE OPPORTUNITA' PER IL “FALCO”!

SCUOLA VIVA è il programma triennale, finanziato dalla Regione Campania mediante risor-

se del Fondo Sociale Europeo, con cui le scuole autorizzate hanno realizzato, a partire

dall'anno scolastico 2016-2017, una serie di interventi volti a potenziare l'offerta formativa del siste-

ma scolastico regionale, con l'obiettivo di innalzare il livello della qualità della scuola campana. Sono

circa 500 le scuole della Campania che hanno aperto nelle ore pomeridiane per offrire iniziative cul-

turali, tra queste c'è anche l’Istituto tecnico “G.C.Falco” di Capua.

I corsi che ci sono stati offerti sono quattro: Realtà virtuali e aumentate & ambienti immersivi 3D;

Coding & Scratch; Progettista in fibra ottica; WEB-TV.

Primo dei quattro corsi ad essere stato attivato è stato WEB TV, che ha avuto come scopo la realiz-

zazione di un filmato, da poter pubblicare su una web tv al fine di rendere noti a chiunque voglia

tutti i dettagli riguardanti il nostro territorio ed il nostro istituto.

A partecipare a questo corso sono stati gli studenti del triennio sia della sede di Capua che della se-

de di Grazzanise.

Durante il percorso, gli studenti hanno svolto sia lezioni multimediali in aula, durante le quali hanno

appreso tutte le tecniche ed i metodi di ripresa, le luci ed i suoni adatti alle riprese, come invogliare

gli utenti a guardare un filmato e come appassionarli; sia lezioni esterne, durante le quali hanno

raccolto informazioni ed hanno intervistato persone informate sulla storia sia del nostro territorio

che del nostro istituto, ed hanno effettuato delle riprese mettendo in pratica ciò che hanno appreso

durante le lezioni teoriche, ovviamente sotto la guida dei due esperti esterni.

Il risultato finale del progetto è stato un cortometraggio visionato per la prima volta proprio in occa-

sione del trentennale dell'istituto, "THE CAPYS ET FACTUS EST HAWK", basato sull’analogia tra la

vecchia Capua e la Capua attuale…tra la vecchia sede dell’istituto e la nuova sede!

È stata proprio un’esperienza entusiasmante! Maria BARONE, 4 AIN

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Programma SCUOLA VIVA: stampa e grafica 3D

Il programma formativo “Scuola viva” è stato bandito ed autoriz-

zato dalla regione Campania con il principale obiettivo di com-

battere la dispersione scolastica.

Questo ha richiesto un notevole sforzo da parte della Regione

che, dopo aver presentato l’idea alla Città della scienza di Napo-

li, ha coinvolto 454 istituti di primo e secondo grado e oltre 400

mila studenti offrendogli numerosi e appassionanti corsi pomeri-

diani che trattano argomenti di facile spendibilità nel mondo del

lavoro.

Nella nostra scuola, sono stati attivati 4 laboratori: stampa e

grafica 3D, coding & scratch , progettista fibra ottica e l Web TV.

Di questi 4 corsi andremo a parlare nelle specifiche della prima

attività enunciata: “Stampa e Grafica 3D”.

Suddivisa in 20 incontri pomeridiani di 3 ore l’uno, questo corso,

insegna a padroneggiare un programma di grafica “3D studio

Max”, utilizzato per la produzione di videogiochi contemporanei e

di film animati. Iniziando a muovere i primi passi sotto la guida

di un esperto esterno, gli studenti coinvolti, hanno progressiva-

mente imparato a gestire con efficacia tale programma, partendo

dalle più semplici azioni di movimento e modellazione per passare

all’animazione di solidi come ingranaggi e quant’altro.

Tali lezioni non si sono svolte soltanto in ambito scolastico ma, le ultime lezioni, si si sono tenute an-

che nell’azienda specializzata nell’utilizzo di questo programma per riuscire a vedere in prima perso-

na la creazione della magia 3D e portare a casa un’esperienza unica, utile anche in futuro nel mondo

del lavoro!

Alessandro CUCARANO, 4 AMM

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Venti di Guerra: il mostro della Guerra, il coraggio della Pace

“Terrorismo” è oramai un termine molto utilizzato oggi in ambito socio-politico, termine spesso as-

sociato alla tematica della guerra, molti Stati hanno infatti dichiarato guerra al terrorismo.

Gli atti di terrorismo vengono compiuti da gruppi estremisti o da singoli soggetti emarginati dalla

società o mentalmente instabili, con il solo scopo di fare vittime e incutere terrore, oggi sentiamo

spesso parlare dell’Isis, ovvero un autoproclamato Stato islamico che ha ottenuto il controllo su al-

cune zone dell’Iraq e della Siria, Paesi già devastati dalla guerra.

I frequenti attentati terroristici negli anni hanno sconvolto l’Europa, atti compiuti da cittadini europei

reclutati con il web con false promesse.

Il più noto attentato terroristico nella storia moderna è quello dell’11 settembre 2001, negli Stati

Uniti d’America, caratterizzato dal dirottamento di quattro aerei che si schiantarono contro le Torri

Gemelle, l’attacco causò 2974 vittime tra cui 10 connazionali, questo tragico evento ha cambiato il

mondo, dando all’uomo una diversa percezione della vita.

Il più recente attentato terroristico in Europa è avvenuto a Parigi, da parte di un componente dell’I-

sis, con una sparatoria sugli Champs Elysees nel corso del quale un poliziotto è rimasto ucciso e altri

2 sono stati feriti, per fermare l’attentatore la polizia è stata costretta ad ucciderlo.

Un altro recente attentato è avvenuto a Londra il 22 marzo, attacco iniziato sul ponte di Westmin-

ster e proseguito al palazzo di Westminster, l’attentatore ha travolto i pedoni sul ponte con un’auto

ed ha proseguito verso il palazzo dove sceso dalla vettura ha accoltellato quattro persone.

Sono davvero innumerevoli gli atti terroristici in Europa e non solo che hanno sconvolto la vita quo-

tidiana!

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L’11 aprile 2002 a Djerba in Tunisia, l’esplosione di un camion bomba causò la morte di 21 perso-

ne.

Il 12 ottobre 2002 esplosero delle bombe sui turisti di Bali in Indonesia causando 202 vittime, nello

stesso luogo nel 2005 si fecero esplodere 3 kamikaze causando 26 morti. Nel 2003 l’esplosione di

10 kamikaze a Casablanca in Marocco causò 41 vittime, lo stesso anno il 12 novembre a Nassirya

in Afghanistan esplose un camion carico di esplosivi causando 28 morti di cui 19 soldati italiani in

missione.

Sempre nel 2003 Instabul, città della Turchia è protagonista di due attentati, uno il 15 novembre

con un camion bomba che causò 23 morti ed un altro il 20 novembre con 27 vittime.

Il 3 settembre 2004 vi fu un massacro nella scuola di Belsan in Russia con un bilancio di 385 vitti-

me di cui 186 bambini.

L’11 marzo 2004 in Spagna a Madrid un attacco terroristico provocò 191 morti, nello stesso anno

altri due attentati, il 30 maggio in Arabia Saudita a Al Kahibar, 23 morti, 7 ottobre a Tabe in Egitto,

34 morti.

Altri due atti di terrorismo nel 2005, 7 luglio a Londra un esplosione di 4 kamikaze provocò 56 vitti-

me, il 23 luglio in Egitto attacco ai turisti con 60 vittime.

Nel 2008 l’India è messa in ginocchio da ben dieci attentati con un bilancio finale di 195 morti, il 21

settembre 2013 in Kenya, centro commerciale Nurabi attaccato da dieci uomini armati, 71 vittime,

24 maggio 2014, in Belgio, attacco al museo ebraico di Bruxelles con un bilancio di 4 morti.

Il gennaio 2015 due attacchi terroristici a Parigi, il 7 gennaio alla redazione della rivista satirica

Charlie Hebdo con l’uccisione di 12 giornalisti e due agenti di polizia, tre giorni dopo assalto al su-

permercato con 4 vittime.

Ancora a Parigi il 17 novembre del 2015 sette attacchi a catena da parte dello Stato Islamico con

un bilancio di 130 morti.

Il 18 marzo 2015 a Tunisi in Tunisia, un attacco al museo del Bardo con 24 morti, a Nairobi in Ke-

nya, il 2 aprile una strage di studenti in un campus, 149 vittime, 26 giugni a Swisse in Tunisia, at-

tacco alla spiaggia con 39 morti, il 10 ottobre ad Ankara, capitale della Turchia, esplosione di 2 ka-

mikaze dell’Isis, 103 vittime e 245 feriti, 20 novembre a Bamako in Mali attacco ad un hotel, 27

vittime.

Anche l’anno 2016 è stato un anno di terrore per l’Europa, il 22 marzo a Bruxelles in Belgio attacco

all’aeroporto con 34 vittime, 14 luglio a Nizza in Francia un camion travolge la folla uccidendo 84

persone, il 22 luglio a Monaco in Germania, attacco al centro commerciale con 9 vittime, 19 dicem-

bre a Berlino un autoarticolato viene dirottato sul mercatino natalizio causando 12 vittime.

Il terrore è divenuto parte della vita quotidiana nel mondo, il terrorismo esiste perché l’uomo non

ha mai dato il giusto valore alla propria vita.

Antonio SEPOLVERE, 3 AMM

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Attentato a Manchester

Terrore tra i giovani al concerto di Ariana Grande, il 23 maggio 2017. Tra le vittime, ci so-

no anche dei bambini.

Un kamikaze si fa esplodere al concerto di Ariana Grande pochi giorni fa. Confermati ventitré morti

e centoventidue feriti.

L’autore dell’attentato è il ventiduenne Salman Abedi, arrestato a Charlton. L’ISIS rivendica la re-

sponsabilità dell’attentato.

E’ proprio vero, questa scia di sangue che insanguina l’Europa non si esaurirà mai, siamo costante-

mente sotto attacco da parte di persone che hanno definitivamente rinunciato ad essere razionali.

Come si possono definire “crociati”, questo il temine usato nella successiva rivendicazione, dei bam-

bini che volevano passare qualche ora di divertimento ascoltando la loro cantante preferita, bambini

innocenti e del tutto ignari di cosa siano state veramente le Crociate. Gli uomini sono sempre stati

cattivi, ogni popolo ha avuto modo di dimostrarlo in occasione di guerre, dominazioni, eccidi di mas-

sa. Ma la storia va avanti , essa non può essere solo un perpetrarsi della vendetta, ma è crescita,

sviluppo, evoluzione, è vita.

Se scopo dell’attentato era distruggere la felicità degli adolescenti presenti al concerto e lasciare un

segno indelebile, un flashback che ritornerà quando riascolteranno una canzone di Ariana Grande,

esso è stato raggiunto, ma niente e nessuno potrà impedire che altri giovani esultino alle note della

canzone cantata dal loro beniamino nel corso di un concerto. Mai la cultura della morte avrà la me-

glio sulla gioia di vivere che è dentro ciascuno di noi. Giuseppe PERUGINO, 5AEL

Terrore a Manchester

Com’è possibile andare avanti se la mente delle persone malate prende il sopravvento? Un’ulteriore

tragedia si è verificata a Manchester al momento della conclusione del concerto di Ariana Grande:22

morti e circa 120 feriti tutti adolescenti. Al termine del concerto l’orrore piomba nel palazzetto di

Manchester dove una brutale esplosione spegne i sorrisi carichi di adrenalina per quel concerto appe-

na terminato. È un orrore: 22 ragazzini perdono la vita e tanti altri vengono feriti. L’Islam o meglio

l’ennesima mano malata e pazza di un militante dell’Isis insanguina l’Europa con un terribile attacco

terroristico poco dopo le 22:30 mettendo vicino all’area d’ingresso un ordigno rudimentale pieno di

chiodi e bulloni che hanno reso ancora più forte e più aggressiva l’esplosione. È impossibile credere

che l’Isis possa decidere volontariamente di prendere nel proprio mirino ragazzini indifesi, tutti con

un’unica cosa da fare ancora “VIVERE”, addirittura in questo attentato hanno perso la vita anche di-

versi bambini, tra cui la più piccola aveva solo 8 anni Saffie Rose.

In conclusione gli attacchi terroristici sono dei veri e propri atti di guerra, una guerra viscida che si

pratica per il semplice disprezzo per l’esistenza altrui. È proprio per questo che bisogna impegnarsi a

garantire il rispetto della diversità e l’incontro tra culture, religioni e opinioni diverse. Può essere una

piccolissima goccia nell’oceano ma soltanto provandoci si può sconfiggere questo marciume della so-

cietà.

Giuseppe IZZO, 5 BEL

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ORGOGLIO PER LE SCUOLE DI CAPUA

Il 18 maggio 2017 la scuola primaria di via Roma ha vinto il premio nazionale del Capo-

retto. Sono stati premiati dalla senatrice Teresa Armato, in rappresentanza del Ministero

della Difesa, nella Sala delle Bandiere, al Vittoriano.

Questo concorso consiste nel premiare il tema che meglio esprime il -Significato, valore, lezione di una sconfitta: quando una Caporetto diventa occasione di rinascita”. La traccia proposta voleva essere un’occasione per approfondire, nel centenario della ricor-

renza, gli eventi della Prima Guerra Mondiale legati alla battaglia di Caporetto. L’analisi sto-rica dovrà costituire lo spunto per una riflessione più generale sulla capacità di imparare a

vivere anche una sconfitta come una sfida dinanzi alle difficoltà e un’occasione per reagire positivamente. A tale concorso potevano partecipare scuole di ogni ordine e grado e quindi maggiore orgo-

glio per noi capuani questa vittoria. I nostri bambini hanno meglio di tutti saputo esprimere come si può e si deve imparare da una sconfitta, qualunque essa sia.

Ci hanno fatto capire che anche perdendo si impara.

Pietro Antonio GIORDANO, 3ACA

I RADIOAMATORI DIFFONDONO LA CULTURA

Bellissima iniziativa svolta domenica 21 Maggio, presso il Parco delle Fortificazioni, insieme alla visita guidata presso i Cunicoli e Fossati di Capua, l’associazione Nazionale

Amateur Radio Society, con l’ausilio di un gruppo di radioamatori capuani e non, hanno annunciato tramite le radiotrasmittenti l’esistenza del Castello Normanno e la Chiesa di San Rufo e Carponio (risalente all’XI secolo). Questa attività servirà a far conoscere e a

dare maggiore valore al patrimonio storico ed architettonico del nostro paese.

Pietro Antonio GIORDANO, 3ACA

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Inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, tra disoccupazione e “fuga di cervelli”

I giovani inesperti, spesso non sanno come prendere le decisioni fondamentali per il loro

“futuro”.

L’ Italia presenta un alto tasso di disoccupazione e risulta difficile essere ottimisti circa l’avvenire.

Ogni anno, nel nostro paese, i giovani sono sempre meno, perché decidono di studiare o lavorare all’e-

stero dal momento che in Italia c’è poco lavoro o le condizioni di lavoro sono peggiori che negli altri

paesi europei. Per questo motivo assistiamo ad un fenomeno che assume dimensioni sempre più rilevan-

ti, si parla di “fuga di cervelli” per designare lo spostamento di giovani istruiti in altri Paesi. In questo

modo il nostro paese perde ogni anno la sua risorsa più preziosa, i giovani su cui lo Stato italiano ha in-

vestito tanto, ma che poi non è in grado di tutelare .

L’alternanza scuola lavoro è un’ iniziativa volta a dare agli studenti l’opportunità di conoscere il mondo

del lavoro, creando una continuità tra lo studio inteso come teoria e la pratica cioè il lavoro vero e pro-

prio. I progetti scolastici sono fondamentali per spingere i ragazzi ad essere più creativi ed interessarsi

ad attività istruttive.

In ogni caso oggi il lavoro occorre crearlo, mettendosi in condizione di esprimersi e di trovare i mezzi

necessari per far valere le proprie capacità. Sia la scuola che la famiglia svolgono una funzione impor-

tante per la formazione dei giovani, le future classi dirigenti. La scuola dovrebbe predisporre i ragazzi ad

una crescita umana e culturale, la famiglia dovrebbe dare peso alle difficoltà e alle preoccupazioni dei

ragazzi, incentivandoli allo studio per evitare che il nostro Paese diventi sempre meno competitivo, ma

soprattutto incoraggiandoli nei momenti di difficoltà o in caso di insuccesso. Giuseppe PERUGINO, 5 AEL

Disoccupazione in viaggio

Oggi il tasso di disoccupazione è molto elevato in Italia, e supera il 50% rispetto alla media euro-

pea. I concorsi pubblici in Italia sono come una riserva di caccia per i giovani, soprattutto quelli del

sud. I meridionali sperano nell' emanazione di un concorso al nord, studiano per superarli e ci rie-

scono non solo perché sono bravi, ma perché al Nord nessuno spera di diventare postino, cancel-

liere o altro. Hanno ben altro di cui campare. Hanno aziende private che danno occupazione. I con-

corsi pubblici hanno messo in crisi l'Istituzione della Famiglia a causa dei numerosi trasferimenti

inseguendo il "posto fisso". Cosa succede ai giovani quindi? Vincono il concorso, si va al Nord con

la speranza di starci qualche annetto, nel frattempo si sposano e vivono separati per lavorare, na-

scono figli, e i nonni sono costretti ad aiutarli facendo da baby sitter. Così la situazione dei giovani

si riduce a pendolari che passano giornate in treno e a coppie che si rivedono solo durante le feste

comandate. A lungo andare questi ritmi possono far male alla salute psico-fisica dei giovani che

possono mollare e decidere di trasferirsi all'estero per avere una vita piú regolare. Ci si lamenta

per la fuga di cervelli! Ma cosa si fa per trattenerli in Italia?

Antonio TERRIBILE, 5AMM

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Le carte di mercatore

Tutte le mappe, e soprattutto i grandi planisferi sono basati sul compromesso

e, in un certa misura, ingannano l’osservatore. Dall’antichità ai giorni nostri, schiere di

cartografi hanno dedicato la loro vita ad un’impresa impossibile: rappresentare fedelmente

la Terra con le loro carte geografiche. In realtà si tratta solo di un obiettivo ideale che, non

importa quanto progredirà la tecnologia nel prossimo futuro, non potrà mai essere rag-

giunto pienamente. Innanzitutto una carta geografica per quanto sia dettagliata, non potrà

che offrire una rappresentazione approssimati-

va della superficie che si vuole raffigurare. Una

mappa che raffigurasse con perfetto dettaglio

ogni elemento di un territorio sarebbe non solo

impossibile ma anche inutile. Ma i cartografi

devono anche fare i conti con un paradosso

geometrico e matematico ancora più insor-

montabile: è impossibile rappresentare con as-

soluta fedeltà una superficie sostanzialmente

sferica, come quella della terra, su una piana,

come quella di una carta geografica, sia essa

disegnata su un foglio di carta o proiettata sullo schermo di un computer. Per ovviare a

questo problema i geografi si sono dovuti accontentare di utilizzare metodi geometrici ap-

prossimativi. Una delle prime proiezioni cartografiche e una delle più usate ancora oggi, è

la proiezione di Mercatore, ideata dal geografo fiammingo Gerardo Mercatore nel 1569. La

proiezione di Mercatore è conforme, una proprietà molto importante per i navigatori che

devono calcolare la giusta rotta tra un punto e l’altro della Terra, e per questo è stata am-

piamente usata nelle carte nautiche e in molti atlanti. Ma ha il difetto di non essere equi-

valente e le terre rappresentate nei planisferi di Mercatore, appaiono progressivamente

molto più grandi di quello che sono in realtà man mano che ci si allontana dall’Equatore

verso i Poli.

Ma oggi, dopo un periodo di oscurità, la proiezione di Mercatore è tornata sulla cresta

dell’onda da quando è stata adottata da Google Maps e successivamente da tutte le piat-

taforme di mappe online. Luisa MORGERA, 5 ACM s.a. Grazzanise

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

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Il brevetto di paracadutismo

Nei numeri scorsi abbiamo spiegato un po’ l'utilizzo dei brevetti, la loro storia, come

averli e il loro valore in ambito scolastico. Oggi parleremo di uno dei brevetti più richiesti nel

mondo nei giovani e non solo: il Brevetto di Pa-

racadutismo. Il paracadutismo, come specialità

dell'arma di fanteria, è strettamente legato all'e-

voluzione dell'aviazione militare. L'Unione Sovie-

tica fu la prima nazione a costituire reparti da

impiegare con aviolancio nel 1930. Nel corso del-

la seconda guerra mondiale furono compiute dai

paracadutisti una serie di notevoli operazioni: si

ricordano i lanci tedeschi su Oslo e sulle opere

fortificate del Belgio e su Creta , così come sono

noti i lanci alleati durante lo sbarco in Sicilia e in Normandia. Nel 1941 in Italia si formarono, gra-

zie all'impiego di alcuni paracadutisti italiani nel 1938 sul Gebel Cirenaico, le due divisioni di para-

cadutisti più importanti in patria, la Folgore e Nembo. Sia in campo militare che in campo sporti-

vo, per quanto riguarda il paracadutismo si è sempre trovata una certa compatibilità, fin dagli

anni Quaranta, dove la Federazione Aeronautica Internazionale decise di incorporare il paracadu-

tismo creando un apposito sottocomitato. Per poter praticare il paracadutismo si possono conse-

guire quattro tipi di brevetti: brevetto nazionale A per un lancio con apertura automatica; brevet-

to nazionale B per cinque lanci eseguiti in un anno di cui almeno uno con apertura comandata;

brevetto nazionale C per quindici lanci in tre anni di cui almeno cinque con apertura comandata e

due con apertura ritardata di almeno 8 secondi; brevetto internazionale per trenta lanci di cui al-

meno dieci con apertura comandata e cinque con apertura ritardata di almeno 8 secondi. L'Asso-

ciazione Nazionale Paracadutisti cura lo svolgimento di tali corsi fornendo istruttori per l'addestra-

mento, i lanci e le gare. Le gare sono disputate a punteggio ma le prove dei paracadutisti vengo-

no registrate anche in modo tale da permettere un confronto indiretto per l'eventuale consegui-

mento di un primato. Le gare di paracadutismo, nelle quali attualmente sono utilizzati paracadute

a vela, comprendono tre specialità: lancio di precisione da 600 a 800 m con l'intento di atterrare

su un bersaglio; lancio con esecuzione di figure in aria prima dell'apertura del paracadute; prova

a squadra con esecuzione durante la caduta libera di figure più o meno complesse. Oltre alle due

forme di paracadutismo acrobatico appena citate, recentemente si è diffuso anche lo skysurf, che

utilizza tavole simili a quelle del surf per eseguire figure in volo libero. Infine, ma non per minore

importanza, visto che i ragazzi di oggi cercano molto informazioni di questo tipo, per quanto ri-

guarda i punti di credito che questo brevetto può avere in ambito scolastico, esso ne dà diritto a

2 che nei brevetti più comuni è un numero molto importante.

Alessandro SEMENTINI, 5ACM s.a. Grazzanise

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

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La legalità: questa sconosciuta

Parlare di legalità oggi, con tutti gli scandali che quotidianamente avvengono nella pubblica am-

ministrazione e soprattutto nelle nostre zone è qualcosa di più mitologico che reale. Il concetto di

legalità viene spesso confuso con il semplice “prestar fede alle leggi”, ma la legalità, almeno a mio

parere, è altro. Per esempio il semplice bene comune, tutti lo sottovalutiamo, ma ce ne occupassi-

mo almeno un minimo vivremmo molto più dignitosamente; la verità è che siamo un popolo di

egoisti, a partire da noi adolescenti.

Ho deciso di chiedere ad una decina dei miei amici di età compresa tra i 15 e 22 anni, cosa per

loro significasse il termine legalità, il 30% di loro si è semplicemente espresso dicendo che la le-

galità per loro era qualcosa di conforme alle leggi, il 20% mi ha risposto che occorre legalizzare

ciò che oggi è vietato, mentre il 50% ha dato una risposta molto interessante, poiché ha afferma-

to: la legalità non esiste.

Ho cercato di approfondire quest’ultimo dato e ho scoperto che per la maggior parte di loro la le-

galità non esisteva per ragioni territoriali, mi hanno esposto che la corruzione era una delle cause

principali della rovina dell’Italia, mentre una più ristretta minoranza ritiene che finché esisteranno

guerre al mondo non potrà mai esistere la legalità.

Personalmente il mio pensiero è molto affine a quest’ultimo, noi esseri umani, siamo in grado di

creare un concetto senza neanche avere le capacità di perseguirlo, e credo anch’io che non esiste-

rà mai quel qualcosa chiamato “legalità” finché tutti gli uomini continueranno ad essere così sfac-

ciatamente e ignorantemente egoisti. Eugenia SUMMA, 5ACM s.a. Grazzanise

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

A proposito di difesa personale…

Nelle scorse settimane è stato approvato dalla Camera dei deputati un progetto di legge che am-

plia il concetto di difesa personale e che riconosce come legittimo il ricorso all’uso delle armi come

reazione in caso di rapina o di violenza . Il testo ora passa al Senato, ma le polemiche suscitate so-

no numerose. In particolare sono molti coloro che ritengono la norma inadeguata e insufficiente, a

questi si oppongono coloro che considerano la legge pericolosa per l’abuso che potrebbe esserne

fatto da parte di qualcuno.

Il giudizio su questo disegno di legge non è certamente facile, perché se non è ammissibile che

qualcuno violi la nostra proprietà, è anche assurdo difendersi da quest’abuso ricorrendo all’uso delle

armi contro persone che spesso non sono armate, che devono essere assicurate alla giustizia, ma il

valore della cui vita è sacrosanto.

Sono un appassionato di arti marziali e sono convinto dell’ utilità di esse nelle situazioni di pericolo

che la vita di ogni giorno ci pone davanti agli occhi con sempre maggiore frequenza. Perché non si è

mai pensato di ricorrere a questo genere di difesa ? forse per incentivare il commercio delle armi con

tutte le conseguenze che ne derivano? valga per tutti l’esempio degli USA……

Il WING CHUN è sicuramente il più efficace sistema di difesa personale presente nel panorama delle

arti marziali. Non è per pochi, esso consente a tutti di poter fronteggiare un’aggressione sia a ma-

ni nude che da persona armata. Infatti alle aggressioni non si reagisce con la forza, ma si sfrutta

quella del proprio aggressore ritorcendogliela contro.

Il WING CHUN si impara velocemente, si presta per essere usato dalle forze dell’ordine ed è un si-

stema d’arte marziale completo.

Mi sembra che potrebbe servire al nostro scopo……..; le armi lasciamole a chi è abilitato ad usar-

le. Gaetano D’AMICO, 5 AEL

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Pagina 21 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Emancipazione femminile: le tappe

Fra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento si sviluppò nel mondo un pro-

cesso di rivendicazione femminile al fine di ottenere la parificazione giuridica fra uo-

mini e donne. Infatti le donne non avevano pieni diritti civili, non potevano accedere

a tutti i lavori e non avevano il diritto al voto. Il movimento femminista fu duramente combat-

tuto sulla base della vecchia cultura che sosteneva la naturale differenza fra i due sessi, persi-

no in Inghilterra, allora una delle nazioni più sviluppate. In Italia le donne erano molto discrimi-

nate e si scontravano con la mentalità di una società ancora prettamente agricola, che conside-

rava la donna subordinata al padre o al marito capofamiglia.

Secondo il codice del 1865, che aveva come modello il codice napoleonico del 1804 , infatti la

donna sposata era soggetta alla “autorizzazione maritale” dell’uomo, “capo della famiglia”, per

compiere gli atti di gestione del proprio patrimonio come donare, acquistare o alienare immobi-

li, costituire una ipoteca su essi, cedere o riscuotere capitali, costituire società, costituirsi in giudizio o fare una

transazione. Nel 1874 l’accesso ai licei e a tutte le facoltà universitarie venne esteso alle donne, ma alle laurea-

te non era consentito l’esercizio delle professioni.

Solo nel 1887 venne abrogato il divieto per le donne di testimoniare nei processi o in atti pubblici. I ragazzi e le

donne che lavoravano nell’industria, erano sfruttate al massimo. Non diversa era la situazione nelle campagne.

. La prima vera legge di tutela del lavoro femminile e minorile è quella del 19 giugno 1902, n. 242, sostenuta

dai movimenti femminili, dai socialisti e dai sindacati, nata per iniziativa del partito socialista e sostenuta dai

sindacati, stabilisce per le donne il divieto al lavoro nelle cave e nelle miniere, il divieto ai lavori notturni e insa-

lubri per le lavoratrici sotto i 21 anni, la giornata di lavoro di 12 ore e il congedo di quattro settimane dopo il

parto, obbligatorio ma non pagato, equivalente, in sostanza, ad un licenziamento. Il limite di età per il lavoro

minorile è fissato a 12 anni e sono vietati ai minori di anni 15 i lavori ritenuti pericolosi e insalubri. Nel 1907 il

divieto di lavoro notturno venne esteso alle donne di qualsiasi età, anche se con diverse eccezioni.

Nel 1910 vennero istituite le casse di maternità per erogare un’indennità, fissata in una determinata cifra e non

collegata al salario riscosso, alle lavoratrici madri durante il periodo di astensione obbligatoria. In Italia non solo

alle donne non era riconosciuto il diritto al voto, ma nel 1888 Crispi respinse in Senato persino la concessione

del diritto di voto amministrativo.

Verso la fine dell’Ottocento anche in Italia erano sorte delle associazioni femminili per promuovere l’assistenza e

l’emancipazione della donna : nel 1893 a Milano venne fondata la Lega per la tutela degli interessi femminili, di

ispirazione socialista, altre leghe simili sorgeranno successivamente in altre città italiane , a Torino, nel 1894; a

Venezia, Roma, Napoli e Palermo, nel 1895. Tutte queste leghe nel 1896 fondarono la rivista “Vita Femminile.

Trimestrale delle leghe Femminili”. Ma dopo i moti del 1898 le leghe femminili furono sciolte dal governo.

Le due più importanti associazioni femminili sono: il “Movimento Femminile socialista” fondato nel 1897;

“L’Unione Femminile”, fondata a Milano nel 1899 espressione della borghesia milanese laica, liberale e progres-

sista, che nel 1905 assunse il nome di “ Unione Femminile Nazionale”. Vi erano anche diversi movimenti cattoli-

ci femminili. Nel 1901 a Milano vennero fondati il “Fascio Femminile democratico cristiano” e la “Lega cattolica

femminile”, che però furono disconosciuti dalla Chiesa durante la lotta al modernismo. Con Pio X° il mondo

dell’associazionismo femminile cattolico venne inquadrato nell’ambito dell’Azione Cattolica. Nel 1909 venne co-

stituita l’Unione Donne di Azione Cattolica, in polemica con le altre associazioni femminili, che nel primo Con-

gresso Nazionale delle donne italiane a Roma, svoltosi nel 1908, si erano espresse contro l’insegnamento reli-

gioso nelle scuole.

Il diritto al voto in Europa venne concesso per la prima volta alle donne finlandesi nel 1907. Nello stesso anno le

donne inglesi ottennero il diritto di voto, ma solo per le elezioni comunali. Nel 1908 anche le donne danesi furo-

no ammesse solo al voto amministrativo. Nel 1910 lo stato di Washington ammise le donne al voto. In Italia nel

1912, durante la discussione parlamentare per l’approvazione della nuova legge sul suffragio universale maschi-

le, venne presentato un emendamento per attribuire il diritto al voto anche alle donne, ma esso venne respinto

nella seduta della Camera del 15 maggio 1912 ( con 209 voti, solo 48 onorevoli votarono a favore delle donne)

per evitare “un salto al buio”, come disse Giolitti.

Nel 1913 le donne ricevono il diritto al voto in Norvegia e nel 1914 in Islanda. Sono eccezioni perché in quasi

tutti gli Stati Europei le donne non hanno un pieno diritto al voto.

Lo scoppio della Grande Guerra nel 1914 divise anche i movimento femminili fra interventisti e neutralisti per-

ché molte femministe vedevano la guerra come occasione da non perdere per dimostrare alla società del tempo

che le donne erano in grado di sostituirsi egregiamente all’uomo nel mondo del lavoro agricolo, industriale e dei

servizi, pur continuando ad occuparsi della famiglia.

Così sarebbe stata dimostrata in concreto l’assoluta infondatezza della diversità naturale dei generi, che sino ad

allora aveva giustificato il non accoglimento delle richieste di emancipazione femminile.

Giorgio BOVENZI, 5 BEL

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Pagina 22 NUMERO I - Anno scolastico 2016-2017

S.O.S. cervello

Ogni giorno ci svegliamo e pensiamo alla

nostra giornata: sarà bella, sarà brutta?

Continuando a pensare a tuto ciò che ci accade fino

alla fine della giornata, la maggior parte delle persone

si addormenta per svegliarsi e rivivere tutto. Ma se

pensassimo a cosa stiamo ignorando? C’è un potere

in noi che la maggior parte delle persone non vede.

Inventiamo qualsiasi cosa pur di andare avanti, appa-

recchi tecnologici, sempre più innovativi, cose alle

quale siamo attaccati ogni secondo, cellulari televisio-

ni, computer, quando poi abbiamo un qualcosa di

grandioso dentro di noi da sempre. Il nostro cervello

viene sottovalutato ogni giorno, chiunque ha il potere

di pensare, chiunque vive e non si rende conto di co-

sa sta facendo realmente, di che cosa fantastica sia il

pensare. C’è chi pensa ai propri problemi giornalieri, chi al proprio lavoro, chi a cose banali, ed io a

volte mi chiedo: “C’è qualcuno che si ferma e pensa? Come è possibile pensare?” Come è possibile

che con il nostro cervello possiamo fare l’impossibile e non lo facciamo, perché non lo sfruttiamo al

100% delle sue possibilità. Anche durante la notte il nostro cervello è attivo, anche se il nostro corpo

è spento. E sognare è un’attività del nostro cervello, noi non ce ne accorgiamo e non ricordiamo ma

la notte facciamo sogni fantastici. Ma a cosa serve sognare? Abbiamo tantissime facoltà e non sap-

piamo di averle. Sarebbe meraviglioso se andassimo in fondo a queste domande se riuscissimo a

sfruttare tutte le capacità del nostro cervello. Potremmo capire il mondo che ci circonda, i fenomeni

che accadono, scoprire nuove cose. Invece molti persone vivono per vivere, si accontentano di una

vita banale. E questo vale anche per noi ragazzi che non studiando come si deve non aiutiamo il no-

stro cervello a svilupparsi correttamente.

Sarah FUMO, 4 ACM s.a. Grazzanise

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Pagina 23 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Butto ma bello Mamma mia, quanto è brutto quello! A chi non è capitato di dirlo,

almeno una volta?

Ciò che per qualcuno è brutto, per altri può essere bello e vicever-sa. Come si spiega? La bruttezza è un concetto complesso, in cui entrano in gioco anche la cultura, la filosofia e i pregiudizi, oltre all’estetica. Nell’antichi-tà, e ancora oggi, brutto era essenzialmente il “diverso”, ciò che si opponeva al “nostro” mondo e non appariva riconducibile al sistema culturale vigente: erano quindi brutti gli stranieri, ma anche coloro che non potevano essere buoni guerrieri o buoni cittadini e quelli che non rispettavano l’ordine socia-

le. Tutto questo ha portato la nostra razza a volere la massima esclusione dalla società di questi cosiddetti "brutti". A Chicago, nel 1881, un’ordinanza stabiliva che “nessuna persona malata, sfregiata, mutilata o deformata in modo da apparire sgradevole o disgustosa poteva esporsi in pubbli-co, pena una multa”. Leggi come questa, che venne abrogata solo nel 1974, erano diffuse più di quanto si

pensi: anche in Europa. Ma quindi, come possiamo valorizzare queste persone? In primis eliminando tutte le forme di bullismo, in

adulti e soprattutto negli adolescenti, che in questa età, si trovano ad affrontare lunghe lotte davanti allo specchio per gestire e “addobbare” un corpo improvvisamente nuovo. E che si tratti di leggins, jeans di marca o berretti, il rapporto contrastato col proprio corpo è una costante che attraversa i ragazzini di tutte le genera-zioni. Eppure oggi, in una società dove corporeità e bellezza sono esaltate allo sfinimento, finisce che la paura più grande diventi quella di non sentirsi abbastanza belli. La maggior parte delle volte, proprio la paura di es-sere brutti porta a fare cose impensabili, come un nuovo fenomeno chiamato hikikomori, che porta i giovani a rinchiudersi nelle proprie camere, a lasciare la scuola e a comunicare solo attraverso il computer. Un fenome-

no nato in Giappone e che si diffonde sempre più anche in Italia. Quindi mi pongo queste domande: Questa classificazione tra belli e brutti potrà mai avere una fine? Perché qualcuno deve considerarsi più bello dell' al-tro? Perché un ragazzo deve essere scartato da tutti solo per via del suo aspetto? Oltre a me, tutti, ogni giorno tutti dovrebbero porsi queste domande, e magari trovare anche una soluzione. Cerchiamo di far sentire tutti

uguali, cerchiamo tutti di vivere nel migliore dei modi senza classificazioni, e cerchiamo una volta per tutte di sentirci sempre belli indipendentemente da quale sia il nostro aspetto, perché nessuno è in grado di classifi-carci, ognuno di noi è unico e perfetto com'è.

Alessandro SEMENTINI, 5ACM s.a. Grazzanise

L’adolescenza

L’adolescenza senz’altro è uno dei periodi più difficili della vita. In questa fase della

sua crescita l’adolescente deve affrontare molti problemi e molte responsabilità. Se

fosse in grado di superare le prove di questa età, potrebbe diventare una persona

adulta, ma capita frequentemente che l’adolescente non riesca ad affrontare con suc-

cesso le preoccupazioni. Pertanto in lui nascono situazioni di disagio che egli non riesce

sempre ad esprimere. La famiglia, così, non può aiutarlo a superare quei momenti,

anche se certe volte i genitori, distratti dal lavoro o da altre preoccupazioni, non colgono i messaggi impliciti dei

figli. Allora il ragazzo cerca aiuto nei coetanei, ma non sempre trova chi può capire il suo disagio interiore. Tal-

volta accade che l’amico più caro lo tradisca, magari andando a raccontare un segreto che gli era stato confidato

proprio a colui che non doveva conoscerlo. Questo può causare forti depressioni, da cui è difficile uscire senza

l’aiuto di qualcun’altro, che spesso viene respinto per paura di subire un’altra delusione. Altri problemi dipendono

dalla difficile accettazione della propria persona. Infatti i cambiamenti di un adolescente sono anzitutto fisici.

Spesso il corpo cresce non proprio come si vuole, oppure non rispecchia i modelli che gli amici, la società e tal-

volta anche i genitori impongono. Questi sembrano solo problemi soprattutto femminili, ma risulta che oggi an-

che i maschi ne soffrono molto più di un tempo. Anche l’ambito scolastico è spesso fonte di insoddisfazione.

L’adolescente ha la volontà di affrontare lo studio per raggiungere gli obiettivi prefissati, ma poi la mancanza di

interesse per materie scolastiche che egli vede sempre più lontane dalla sua sensibilità e dal mondo in cui vive lo

porta a risultati insoddisfacenti. Come si può vedere, le preoccupazioni degli adolescenti sono parecchie, a di-

spetto di chi pensa a quest’età come spensierata e serena. Forse risolvere queste preoccupazioni del tutto non è

sempre facile, ma almeno si può cercare di evitare che giungano ad un punto critico. Anzitutto bisogna far capire

all’adolescente che la diversità, rispetto a un modello mutuato dalla tv o dal “gruppo”, non è un difetto, ma un

valore. Bisogna provare ad accontentarsi di quello che si è, senza dare troppa importanza all’aspetto esteriore,

ma potenziando gli elementi positivi.

Ogni persona ha le sue carte da giocare nella società per quello che è, non necessariamente per il ruolo che rico-

pre o per la maschera che indossa. Un’altra strada per affrontare bene quest’età è quella di selezionare le amici-

zie e gli adulti di riferimento, in modo da privilegiare il rapporto con le persone che davvero dimostrano di voler

bene alla persona nella sua integrità. In questo modo il ragazzo acquisterà maggiore fiducia nelle proprie poten-

zialità e scoprirà una passione cui dedicarsi con impegno e costanza. Forse, senza neanche che se ne accorga, a

quel punto avrà già imboccato e iniziato a percorrere la strada per un’effettiva maturità!

Daniele CANTIELLO, 5 BEL

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Pagina 24 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

BLU WHALE, il gioco della morte

Pochi giorni fa sono venuto a conoscenza di un gioco psicologicamente perverso grazie ad

un servizio della trasmissione televisiva delle Iene che spiegava appunto la dinamica di tale

gioco che sta avendo una straordinaria diffusione in rete. Il termine “blu whale” significa balena blu e

viene usato perché a volte questi esemplari si suicidano arenandosi sulla spiaggia. Questo gioco è for-

mato da 50 regole, le regole vanno rispettate una al giorno e vengono dettate da un curatore, ossia

colui che manipola il gioco: giorno dopo giorno grazie a molti video horror e tanta musica psichedelica

il curatore costringe le vittime a procurarsi dolo-

re lasciandosi andare nel baratro della sofferen-

za. Li obbliga a non parlare con nessuno facendo

in modo che nessuno possa aiutarli e alla fine

riesce a far pensare alle sue vittime che l’unico

modo per scampare a tutto questo è il suicidio.

Infatti la cinquantesima regola, quella dell’ulti-

mo giorno, prevede di recarsi sul tetto dell’edifi-

cio più alto della città e di lanciarsi giù, liberan-

do così la vittima da ogni sua sofferenza. Il gio-

co nasce in Russia, alcuni psichiatri e psicologi

hanno studiato il metodo per indurre, tramite la

psicologia una persona a farsi del male. Ho visto

le madri di alcune ragazzine che descrivevano le loro figlie allegre e che amavano la vita ed è assurdo

e spaventoso pensare che per uno stupido gioco queste ragazze si sono tolte la vita, che quei 50 gior-

ni sono stati gli ultimi. Le migliori prede per queste persone malate sono gli adolescenti ed i bambini

perché sono più vulnerabili e indifesi e per questo più manipolabili. In effetti queste persone, i curato-

ri, sfruttano la debolezza degli adolescenti al solo scopo di far del male a qualcuno. Questo gioco si sta

diffondendo anche in Italia in cui sono già morti due ragazzi: in un’intervista un amico di un giocatore

della blu whale dichiara che il suo caro amico il giorno prima di completare il gioco aveva intenzione di

studiare latino per prepararsi per il compito, ma quel compito non è mai stato svolto perché il giorno

dopo, quell’innocente ragazzino si è buttato giù da un edificio di 9 piani.

Ho deciso di scrivere questo articolo per mettere in guardia tutti gli adolescenti che per un motivo o

l’altro non si sentono apprezzarti o soddisfatti della propria vita. Il messaggio che ho per loro è che la

vita è buffa e a volte si prende gioco di noi, ma non bisogna mai essere tristi perché altrimenti finiamo

per essere facilmente manipolabili non solo da questi pazzi, ma da chiunque voglia farci del male.

Inoltre è giusto chiedere aiuto se ci troviamo in difficoltà perché chi non chiede aiuto finirà solo per

procurarsi ancora più dolore e sofferenza, basta un semplice saluto, un “come stai?” per lasciarsi alle

spalle il mondo della solitudine, perché tutti abbiamo dei problemi, c’è chi ne ha di grandi e chi di pic-

coli, ma con il dialogo essi diventano più leggeri. Luca PARISI, 4 ACM s.a. Grazzanise

COSA È IL BLUE WHALE?

Il termine BLUE WHALE indica una presunta moda di origine rus-

sa, in cui gli adolescenti si suiciderebbero per una sorta di gioco.

In Italia, è diventata d’improvvisa attualità nel maggio del 2017.

Il presunto gioco consisterebbe nel contattare, tramite profili falsi

o anonimi di social network, gli adolescenti proponendo loro una

sfida. Sfida che si articola attraverso 50 prove, di pericolosità cre-

scente, se la persona ha accettato di partecipare vuole ritirarsi è

minacciato di ritorsioni contro i suoi familiari.

Le istruzioni sono date da un cosiddetto “curatore” e consistono

in : Atti di lesionismo. Procurarsi dolori. Modificare le ore di sonno

per guardare film horror.

Nel 50° giorno in cui avviene l’ ultima prova, la fatale, il giovane deve salire sul palazzo più alto della

città, per poi lanciarsi nel vuoto e registrare il tutto che poi dovrà essere mandato al cosiddetto cura-

tore “secondo quanto afferma che si è ripreso la vita”.

Bruno AFFINITO, 3 ACA

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Pagina 25 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

I PRIMATI BORBONICI

Il 20 marzo 1861 cessa di esistere il Regno delle due Sicilie

ma un censimento effettuato dal neonato Regno d’Italia di-

mostrò che il Regno delle due Sicilie era lo Stato preunitario

più industrializzato in assoluto, essendo infatti circa

1.600.000 gli addetti su circa 3.130.000 complessivi di abi-

tanti per un totale del 51% di lavoratori industrializzati. Il

regno borbonico poteva vantare anche grandi stabilimenti

industriali che furono voluti da Ferdinando I, nei quali nac-

quero i primi treni a vapore. in particolar modo Napoli e Ca-

stellamare avevano inoltre a disposizione la maggior indu-

stria navalmeccanica d’Italia.

Altri primati ancora: prima flotta mercantile d’Italia e seconda in Europa solo dopo

quella inglese; prima nave a vapore dell’Europa continentale, la Ferdinando I ; pri-

mo transatlantico a vapore d’Italia, la Sicilia, realizzata nel 1854; prima Compagnia

di navigazione del Mediterraneo; primo Codice Marittimo Italiano, il Codice de Jorio,

redatto nel 1781 per il Regio Governo da Michele De Jorio, giurista di Procida; terza

flotta militare d’Europa dopo quelle britannica e francese. Nel 1819, su rielaborazio-

ne del codice Francese venne costituito Il Codice per lo Regno delle due Sicilie, che

mise il regno in risalto anche da un punto di vista giudiziario e civile.

Ai Borbone, in particolare al Re Ferdinando va attribuita la realizzazione del primo

statuto socialista, quello realizzato a San Leucio. Tutti dovevano essere uguali din-

nanzi alla legge e allo Stato e perciò non c’erano differenze fra maschi e femmine

e fra classi sociali. Questa piccola realtà istituzionale riusciva concretamente a far

vivere degli ideali socialisti anacronistici e ritenuti ancora oggi utopici.

Nel febbraio del 1828 Francesco I di Borbone incaricò l’ingegnere di Stato Luigi Giu-

ra di provvedere alla costruzione di un ponte sospeso in ferro sul Garigliano, anche

questo primo in Italia, nonostante lo scetticismo, tra gli altri, degli Inglesi, i quali

furono i primi a costruirne uno ma che videro cedere dopo poco tempo: per la sua

inaugurazione il sovrano si pose al centro della campata e ordinò che sul ponte

passassero due squadroni di lancieri al trotto e ben sedici traini d’artiglieria, dimo-

strando così la solidità della costruzione.

Numerosissime le opere pubbliche: il primo telegrafo elettrico d’Italia, la prima rete

di fari con sistema lenticolare, la prima ferrovia e prima stazione d’Italia, la Napoli

– Portici, istituita nel 1839. Nacquero poi i primi Monti di pegno e frumentari , i

quali prestavano denaro ad interessi bassissimi. Al giorno d’oggi molte creazioni

borboniche sono ancora vive: Accademie militari come La Nunziatella, il teatro San

Carlo che detiene il primato di teatro funzionante più antico d’Europa e ultimo ma

non per importanza l’Osservatorio vesuviano. A testimonianza dell’immortalità del

regno borbonico e delle innovazioni pensate per la pace e la stabilità del popolo! Umberto DE GENNARO, 5 BEL

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IL TESORO BORBONICO IN ROVINA

Dopo l’unità d’Italia, nonostante la disfatta del regno

borbonico numerose sono le testimonianze lasciateci

in eredità a testimonianza dell’imponenza del meri-

dione borbonico. Molte di queste, tuttavia, sono in

alcuni casi quasi nell’abbandono più totale.

Nel centro di Napoli, precisamente in piazza Carlo

terzo, vi è il maestoso palazzo Fuga, passato alla

storia come l’albergo dei poveri. E’ una delle costru-

zioni settecentesche più grandi d’Europa. Tutt’oggi ne è rimasta solo un’immensa ma vuo-

ta ed inutilizzata costruzione, che ha ricevuto negli ultimi 30 anni solo un intervento di ri-

tinteggiatura , quando invece essa è seriamente danneggiata già dal terremoto del 1980.

Oggi all’interno dell’ala più agibile vivono circa 70 famiglie .

Stessa sorte è toccata alla casina vanvitelliana a Bacoli. Questo sito è uno dei complessi di

caccia borbonici , Quest’edificazione risale a fine settecento e oramai giace nell’abbandono.

Nonostante infatti i lavori ovviamente eseguiti male, sovvenzionati da fondi europei, non è

stata data alcuna risposta da parte delle istituzione circa le attuali condizioni del sito. At-

tualmente però il complesso viene sorvegliato e aperto al pubblico da volontari .

Villa d’Elboeuf è stata edificata nel 1711 per volontà del principe austriaco D’Elboeuf che

fu inviato a Napoli. La villa fu costruita utilizzando dei materiali pregiati trafugati dai resti

degli scavi di Ercolano ed acquistata successivamente dai Borbone come residenza marina.

La villa oggi è in un completo stato di abbandono e degrado infatti non vi è mai stata effet-

tuata una restaurazione ed inoltre la villa è ormai vuota poiché tutte le opere antiche con-

teneva sono state depredate. L’interno è oramai impercorribile per la caduta dei solai, uno

di questi crolli bloccò la linea ferro viaria che percorre adiacentemente alla villa.

Umberto DE GENNARO, 5 BEL

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Pagina 27 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Lo scoutismo

Lo scautismo, o scoutismo, è un movimento di caratte-

re nazionale, internazionale e universale che ha come

fine ultimo la formazione fisica, morale e spirituale della

gioventù mondiale. Esso non si propone di sostituirsi

alla famiglia, alla scuola, alle istituzioni religiose o so-

ciali, ma è concepito come un completamento alle ca-

ratteristiche educative di tali istituzioni.

Lo scoutismo attraverso la fantasia, il gioco, l’avventu-

ra, la vita all’aria aperta, l’esperienza comunitaria, la

progressiva ricerca del senso della vita e lo sviluppo

della dimensione sociale e spirituale, risponde alle tante

e autentiche domande dei giovani sulla vita e sulla so-

cietà.

Lo Scautismo si rivolge a ragazzi dai 7-8 anni fino ai 20-21, articolandosi in tre

fasce di età (o “branche”): da 7-8 a 11 anni i bambini e le bambine vivono nel

“branco” o nel “cerchio” come lupetti o coccinelle; dagli 11-12 ai 16 anni ragazzi

e ragazze sono nel “reparto” come esploratori e guide; dai 16-17 ai 20-21 i gio-

vani, uomini e donne, sono nel “clan” come rovers e scolte. Esiste anche un mot-

to che è diverso a seconda dell’età, in una sola parola sintetizza il positivo atteg-

giamento verso la vita e gli altri: “Eccomi” e “Del nostro meglio” per i lupetti e le

coccinelle; “Siate pronti” per gli esploratori e le guide; “Servire” per i rovers e le

scolte. Coloro che ne fanno parte sono chiamati scout. La parola scout significa,

in inglese, esploratore, scelta da Baden-Powell.. Le più grandi organizzazioni

scout a livello mondiale sono l'Associazione mondiale guide ed esploratrici

(WAGGGS o AMGE), e l'Organizzazione mondiale del movimento scout (WOSM o

OMMS). In Italia la più numerosa e diffusa sul territorio nazionale è l'AGESCI

(Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) con oltre 177.000 associati, seguita

dalla FSE (Associazione Italiana Guide

e Scout d'Europa Cattolici), apparte-

nente all'UIGSE-FSE, con oltre 19.000

iscritti e dal CNGEI (Corpo Nazionale

Giovani Esploratori ed Esploratrici Ita-

liani) con più di 11.000 soci. L'AGE-

SCI ed il CNGEI sono confederati nel-

la FIS (Federazione Italiana dello

Scautismo), che aderisce ai movi-

menti mondiali WOSM e WAGGGS.

Lo scoutismo, insomma, può portare

benefici a se stessi e agli altri!

Christian GALLO, 5 BEL

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Pagina 28 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Nel 2024 i primi uomini su Marte

L’imprenditore statunitense Elon Musk

ha sempre detto di voler rendere il ge-

nere umano una “specie multiplaneta-

ria”: dare la possibilità, a chi lo deside-

ra, di lasciare la Terra e stabilirsi su un

altro pianeta per colonizzarlo. Musk –

che è la persona vivente più simile a To-

ny Stark e tra molte altre cose è CEO di

Space è salito sul palco del 67esimo In-

ternational Astronautical Congress a

Guadalajara, in Messico, per tenere una

presentazione che a molti ha ricordato

gli eventi organizzati dalle grandi aziende tecnologiche per mostrare i loro nuovi prodotti. Invece

di annunciare uno smartphone o un computer di ultima generazione, però, Musk ha presentato al

mondo un nuovo veicolo di trasporto spaziale alto più di 100 metri e il suo piano per colonizzare il

nostro Sistema solare, iniziando con la costruzione di una colonia su Marte entro i prossimi 40-

100 anni.

Tra tutti i pianeti del Sistema solare, Marte è quello con più caratteristiche in comune con la Ter-

ra. Proprio per le sue caratteristiche che lo rendono simile alla Terra, le principali agenzie spaziali,

come la statunitense NASA e l’europea ESA, negli ultimi decenni hanno dedicato grandi attenzioni

a Marte con l’invio di sonde e robot automatici per esplorarne i dintorni e la superficie, grazie ai

quali abbiamo imparato molte cose sul pianeta e fatto ipotesi sulla sua storia passata. La NASA

progetta da tempo una missione con esseri umani su Marte, ma gli scarsi fondi e la pericolosità di

un viaggio spaziale così lungo finora non hanno portato a grandi risultati.

Nessun uomo è mai stato su Mar-

te per molti motivi, e il primo è

l’enorme costo che avrebbe una

missione di questo tipo. Secondo

le stime di Musk con i metodi at-

tuali un viaggio verso Marte non

costerebbe meno di 10 miliardi di

dollari a persona, una spesa inso-

stenibile praticamente per chiun-

que. Il primo obiettivo deve esse-

re quindi creare un sistema per

viaggiare nello Spazio molto più

economico L’industria spaziale

sostiene tuttora costi enormi perché i sistemi che utilizza per andare in orbita sono quasi tutti usa

e getta: è come se una compagnia aerea buttasse ogni suo aeroplano dopo un viaggio. Space X,

che esiste da poco meno di 15 anni, ha sperimentato un approccio diverso sviluppando razzi che

hanno la capacità di trasportare il loro carico in orbita e di tornare sulla Terra, con un atterraggio

controllato che permette di preservare buona parte del lanciatore e di riutilizzarlo per altre missio-

ni. Space X ha ottenuto importanti successi con questo sistema, facendo tornare indietro integri

diversi razzi Falcon 9. Musk confida di applicare lo stesso schema, su una scala molto più grande,

per i viaggi verso Marte. L’idea è impiegare sistemi di trasporto riutilizzabili, ottimizzare il consu-

mo di risorse al lancio rifornendo le astronavi in orbita, usare un’alimentazione per i razzi più effi-

ciente e produrre il propellente non solo sulla Terra, ma anche su Marte per i viaggi di ritorno.

Luisa MORGERA, 5 ACM s.a. Grazzanise

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Le celle fotovoltaiche e i pannelli fotovoltaici

Una cella fotovoltaica può essere paragonata ad un fotodiodo, in quanto è costituita da

una giunzione P-N sensibile alle radiazioni luminose provenienti dall’esterno.

È così detta, perché quando è colpita da una rea-

zione luminosa, si innesca il fenomeno naturale

della conduzione elettrica, come nel fotodiodo e

quindi ne deriva una tensione elettrica in uscita.

Le celle fotovoltaiche sono dispositivi di grande

attualità, perché, sono in grado di produrre ener-

gia elettrica alternativa sotto forma di pannelli

fotovoltaici.

Ciascuna cella elementare è in grado di produrre

una corrente elettrica di circa 0.25 A. Se un nu-

mero opportuno di celle fotovoltaiche viene di-

sposto in un supporto piano e opportunamente

collegate fra di loro, ne deriva un pannello foto-

voltaico in grado di produrre energia elettrica al-

ternativa, tale da poter soddisfare i bisogni di

una singola unità abitativa. Siccome l’energia elettrica prodotta in esubero può essere ceduta ad

Enel Distribuzioni, gli impianti fotovoltaici possono rappresentare un positivo investimento come

fonte di energia elettrica alternativa e di risparmio energetico. In virtù delle vigenti disposizioni di

leggi in materia di risparmio energetico, il costo iniziale dell’impianto può essere interamente recu-

perato in un certo numero di anni sotto forma di deduzioni fiscali. Gli impianti fotovoltaici sono

principalmente suddivisi in 2 grandi famiglie:

impianti "ad isola" : non sono connessi ad alcuna rete di distribuzione, per cui sfruttano diretta-

mente sul posto l'energia elettrica prodotta e accumulata in un accumulatore di energia

(batterie);

impianti "connessi in rete": sono impianti connessi ad una rete elettrica di distribuzione esistente e

gestita da terzi e spesso anche all'impianto elettrico privato da servire.

Un caso particolare di impianto ad isola, detto "ibrido", resta connesso alla rete elettrica di distribu-

zione, ma utilizza principalmente le sue fonti, una sola, o può avere una combinazione, ad esempio,

fotovoltaico, eolico, gruppo elettrogeno, anche con l'aiuto di un accumulatore.

Qualora nessuna delle fonti sia disponibile o l'accumulatore sia scarico, un circuito collega l'impianto

alla rete elettrica per la continuità della fornitura.

Daniele CANTIELLO, 5 BEL

Electronic systems

The term system describes any collection of parts which, together, performsome useful func-

tion.Any system must have one or more of each of the input, process and outuput section.The actu-

al inputs and outputs of a system are almost always physical quantities, like heat, light, sound, or

force.The electronic system can only process electrical signals (voltages or currents).When we want

to trasform a kind of energy into another we use the trasducers. Transducers are devices which

converto ne sort of quantity ( sound, light, heat) into another. Input transducers convert an input

quantity into an electrical signal, while output transducers convert an electrical signal into an output

quantity. To design a system, follow five basic steps:

1. Describe how a system functions

2. State what outputs are required

3. Decide what inputs will be required

4. Work out what processes have to adopted in order to convert

the inputs to outputs

5. Draw the system diagram

Daniele CANTIELLO, 5 BEL

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LE RUOTE DENTATE

Sin dalla prima rivoluzione industriale, con l'invenzione delle macchine è stato possibile

rendere automatici o semiautomatici quasi tutti i lavori che fino ad allora erano svolti

dall'uomo. In alcuni macchinari però, si necessitava della trasmissione del moto rotatorio dall'al-

bero motore ad un altro punto specifico della macchina stessa, ed è qui che entrano in gioco le

ruote dentate. Sostanzialmente, una ruota dentata è un organo meccanico di forma cilindrica che,

grazie ai denti posti intorno alla sua circonferenza che si incastrano con i denti di un'altra ruota,

può trasmettere il moto in altre zone in cui esso è necessario.

Ci sono 3 tipi principali di ruote dentate: ruote cilindriche dritte, elicoidali e coniche; ognuna di

esse ha un suo specifico funzionamento.

Un esempio pratico di ruota dentata possiamo trovarlo nel cambio di una bicicletta, dove la circon-

ferenza cambia a seconda della velocità da raggiungere. Ad oggi, migliaia di macchinari e attrez-

zature fanno uso dei sistemi con ruote dentate, diventati ormai indispensabili per i moderni mac-

chinari e attrezzature.

Andrea D’ONOFRIO, 5 AMM

Esempio di ruota cilindrica dritta Esempio di ruota elicoidale Esempio di ruota conica

Esempio di funzionamento di due ruote dentate

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

CICLO OTTO

Il ciclo Otto fu sviluppato dall’ingegnere tedesco Nikolaus August Otto nel lontano 1876 per i motori a combu-

stione interna a quattro tempi, in particolare per quelli a benzina. Si tratta sostanzialmente di un grafico rap-

presentante i punti raggiunti dalle quattro fasi compiute dal motore in un ciclo completo.

Punto 0-1 Aspirazione a pressione ambiente. Punto 1-2 Compressione adiabatica da P.M.I. a P.M.S. Punto 2-3 Combustione che si innesca con la scintilla della candela. Punto 3-4 Espansione adiabatica da P.M.S. a P.M.I. Punto 4-5 Scarico libero iniziale a volume costante. Punto 5-0 Scarico forzato a volume costante che riporta il ciclo alla posizione di partenza.

Ma oltre al ciclo otto ideale rappresentato sopra, abbiamo il ciclo Otto reale in cui sono rappresentate le forze realmente coinvolte da un ciclo completo del motore.

Andrea D’ONOFRIO, 5 AMM

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Pagina 31 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

IL PIANO DI VOLO

Il piano di volo è un documento compilato dal pilota o dal flight dispatcher e presentato

agli ATS con lo scopo di rendere note agli stessi le informazioni riguardo ad un volo che si

vuole effettuare.

La presentazione di un piano di volo all’ente

ATS può risultare facoltativa o obbligatoria; i

diversi casi sono stati stabiliti internazionalmen-

te dall’ICAO nell’annesso 2, mentre in Italia so-

no state apportate delle varianti descritte

nell’AIP Italia. L’ICAO stabilisce che la presenta-

zione di un piano di volo è obbligatoria per

qualsiasi volo, o sua parte, che usufruisce del

servizio di controllo; qualsiasi volo IFR condotto

entro spazi aerei a servizio consultivo; qualsiasi

volo entro aree o lungo rotte designate di allar-

me, ricerca, soccorso e per interventi di inter-

cettazione; qualsiasi volo che attraversi i confini

di Stato. Il piano di volo deve essere presentato almeno 3 ore prima dell’EBOT (Estimated Off

Block Time) per i voli IFR e misti; almeno 30 minuti prima dell’EBOT per i voli VFR e VFR notturni;

senza limiti di tempo per i voli soggetti ad atti illeciti, di ricerca e soccorso, sanitari e di capi di

Stato.

Il piano di volo deve essere presentato all’ARO in uno dei seguenti modi: per iscritto (compilando

l’apposito modello); per telefax (utilizzando l’apposito modello); per telefono (purché la comuni-

cazione sia registrata presso l’ARO). La compilazione del piano di volo, si suddivide in tre sezioni

essenziali: la prima a cura dell’ente ATS, la seconda che contiene tutte le informazioni supple-

mentari finalizzate al servizio SAR. Ogni piano di volo che viene attivato con l’inizio di un volo de-

ve essere chiuso all’arrivo dell’aeromobile a destinazione. La mancata chiusura del piano di volo

porta all’intervento del servizio di ricerca e soccorso (SAR) e comporta il risarcimento dell’inter-

vento, nonché sanzioni amministrative e penali per procurato allarme.

E’ consentita la presentazione di un piano di volo abbreviato per alcuni voli VFR, anche in radiote-

lefonia. Il contenuto del piano di volo abbreviato è il seguente: identificazione dell’aeromobile;

tipo dell’aeromobile; punto e livello di entrata; punto e livello di uscita; eventuale punto e livello

di uscita dallo spazio controllato a valle di quello impegnato; numero persone a bordo. Il preavvi-

so per la presentazione del piano di volo abbreviato è anch’esso ridotto, inoltre per la presentazio-

ne e la chiusura viene utilizzata la seguente fraseologia: “richiediamo apertura piano di volo ab-

breviato”; (posizione) “chiudiamo piano di volo abbreviato”. Il piano di volo abbreviato è conside-

rato chiuso all’uscita dallo spazio aereo controllato. Oltre tale punto non viene più fornito il servi-

zio di allarme.

Ilaria DELLA CIOPPA , 4ACM s.a. Grazzanise

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Lo Scramble

Lo Scramble ovvero decollo immediato, per intercet-

tare o identificare qualunque traccia sospetta rilevata

dalla capillare rete di sensori data e senza soluzione

di continuità vigila sull’inviolabilità dello spazio aereo

nazionale 24 h su 24. E’ un articolato sistema di dife-

sa aerea che protegge il territorio nazionale da una

minaccia, che come dimostrano gli attentati dell’11

settembre 2001 può assumere qualsiasi forma. Un

dispositivo in grado di reagire con prontezza ad una

svariata tipologia di emergenze e che dal dicembre

2005 si avvale di un caccia di ultima generazione.

Ogni qualvolta si verifiche la situazione anomala, co-

me una variazione inaspettata rispetto alla rotta pre-

pianificata, l’assenza prolungata di contatti radio con

il controllo del traffico aereo, la mancata autorizzazione diplomatica all’attraversamento del terri-

torio nazionale o la segnalazione della presenza a bordo di un congegno pericoloso viene ordinato

il decollo su SCRAMBLE di una coppia di intercettori in turno da allarme. Assistiti dai controllori

della difesa aerea di guida caccia, in una manciata di minuti i due Typoon decollati su Scramble

raggiungono il velivolo sospetto lo affiancano e lo identificano. Nel caso in cui si renda necessaria

un’ ispezione a bordo del velivolo gli intercettori in una tipica missione di polizia aerea segnalano

al pilota del velivolo sospetto la necessità di eseguire l’atterraggio precauzionale all’aeroporto

presso il quale verranno eseguite ulteriori indagini. Cessata l’emergenza il velivolo viene autoriz-

zato a proseguire il volo per l’aeroporto di destinazione mentre i Typoon rientrati a Grosseto ven-

gono approntati per una nuova missione di difesa dello spazio aereo italiano.

Annamaria CANTIELLO, 4 ACM s.a. Grazzanise

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

L’ENAV

L’Enav, ente nazionale assistenza volo, è la società

italiana per i servizi della navigazione aerea che ha

il compito di consentire che tutte le operazioni ine-

renti al volo, da quando un aeromobile si muove

dall’area di parcheggio dell’aeroporto di partenza

fino a quando giunge al parcheggio dell’ aeroporto

di arrivo, si svolgano entro i limiti di massima sicu-

rezza.

Enav è la società che gestisce il traffico aereo civile

in Italia, garantendo a circa 1,8 milioni di voli l’anno

sicurezza e puntualità 24 ore su 24, dalle Torri di

controllo di 44 aeroporti e dai 4 Centri di Controllo

d’Area. Con circa 4200 dipendenti, l’Azienda forni-

sce i servizi alla navigazione aerea e alle compa-

gnie aeree che volano in Italia.

I servizi svolti dall’Enav sono i servizi del traffico aereo, cioè i servizi di controllo del traffico aereo;

servizi informazione volo; servizi allarme; servizi di meteorologia aeronautica, servizi di comunica-

zione, navigazione e sorveglianza. L’Enav è presente nell’aeroporto di Capodichino con la propria

struttura denominata CAAV, centro aeroportuale assistenza volo.

Da anni Enav è impegnata anche a sostegno dell’ambiente grazie alla costante ottimizzazione delle

rotte per ridurre i consumi degli aerei e all’utilizzo di fonti alternative che migliorano l’efficienza del-

le proprie infrastrutture. Sarah FUMO, 4ACM s.a. Grazzanise

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Alternanza scuola-lavoro: 3 BIN

La 3 BIN, durante le ore di alternanza scuola-lavoro, ha effettuato delle attività in clas-

se di ricerca sulla storia locale della Capua Antica con le insegnanti d' italiano, prof.ssa

Angela Nespoli e d'inglese, prof.ssa Arianna Merola . Questa attività è piaciuta molto

alla classe , perché' ha consentito agli alunni un confronto sia storico che linguistico.

Infatti , ricercare e approfondire informazioni su Capua antica è stata un' attività di ricerca-azione

molto avvincente e motivante così come tradurre insieme alle nostre prof. in inglese le notizie

raccolte sui monumenti è stato motivo di interesse generale della classe, che ha ricevuto stimoli

educativi molto positivi da questa attività.' Capua, infatti, oggi indicata con il nome di Capua Anti-

ca o arcaica , è una città sorta nel nono secolo A.C. sul luogo dell' attuale comune campano di

S.M.C.V. La città era considerata una delle più grandi dell' Italia antica dopo Roma . fondata dagli

Etruschi nel primo quarto del quinto secolo A.C. Si trovava sulla via Appia ed era la più importan-

te città della zona .

Con una storia di oltre 28 secoli è stata città osca , etrusca, sannita e romana divenendo , nel

periodo di massimo splendore , una delle città più grandi del mondo . Dopo la distruzione e il sac-

cheggio da parte dei Saraceni nel nono secolo , la popolazione si è trasferita a Casilinum fondan-

do la Capua moderna.

Per gli alunni della 3BIN , poter approfondire questi aspetti della Capua antica è stato fondamen-

tale per poter ampliare il proprio bagaglio culturale e per utilizzare i contenuti appresi pratica-

mente , perché' il fine è la creazione di un' audio-guida, ovviamente in Italiano ed Inglese .

Ad arricchire le conoscenze teoriche ci sono state delle visite guidate ai vari siti archeologici ca-

puani effettuati dalla classe accompagnata dai suoi docenti dall' inizio dell' anno scolastico fino

ad oggi Oreste NATALE, 3 BIN

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

RACCONTO LA MIA ALTERNANZA!

Il giorno 05/04/2016 la mia classe, 3AMM, è andata a fare alternanza scuola/lavoro a Teano,

presso l’officina Ventriglia.

Ci siamo avviati alle 08:30 da scuola e siamo arrivati a Teano alle 09:30, muniti di camice, scarpe

antinfortunistiche e guanti da lavoro. Il sig. Ventriglia, ci ha fatto visitare l’officina per poi iniziare

la nostra lezione in azienda.

Essendo il primo giorno di pratica in azienda ci ha fatto vedere solo un paio di cose elementari del

campo, ad esempio la centralina della macchina, il dispositivo che permette di far attivare ogni

funzione che la macchina possiede.

Abbiamo collegato la centralina al computer, che tramite un programma ci faceva vedere le fun-

zioni della macchina a cui dava errore.

Dopo due ore abbiamo fatto una pausa, e poi abbiamo ripreso le nostre attività in officina e ab-

biamo risolto i problemi (errori) che dava il computer con l’aiuto del meccanico.

Alle 12:00 siamo saliti sul pullman e ci siamo messi in cammino da Teano per arrivare a Capua

alle 13:00. Per me e la mia classe è stata un’esperienza unica perché tutti gli argomenti che ab-

biamo studiato in classe, li abbiamo applicati nell’alternanza con successo.

Antonio SEPOLVERE, 3 AMM

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VISITA AL 22° GR.A.M. DI LICOLA

Con l'istituzione della riforma della "buona scuola",

noi studenti della sede associata dell'istituto Giulio Cesare Falco Capua, abbiamo partecipato a diverse attività svolte al di fuori della scuola in modo da approfondire e mettere in

pratica ciò che ogni giorno studiamo in classe: tra le attività svolte una spiccata importanza va attribuita alla visita al 22°

Gr.A.M. di Licola (Gruppo Aeronautica Militare).

Il 22° Gr.A.M. è un ente CRC (Control Reporting Centre) ed ha il compito istituzionale di sorvegliare e difendere lo spazio

aereo NATO e nazionale. In entrambi i contesti, il 22° Gr.A.M. opera con funzioni di scoperta di qualsiasi vettore che attra-

versa lo spazio aereo di competenza e, nel contempo, di ge-stione dei velivoli intercettori pilotati e non, eventualmente chiamati ad intervenire in caso

di violazioni dello Spazio Aereo o di mancata identificazione.

Lo spazio aereo nazionale è inteso come lo spazio aereo sovrastante il territorio nazionale più dodici miglia marine dalla costa, mentre i confini dello spazio aereo NATO sono dettati

dalla NATO stessa e variano a seconda delle competenze tecniche del Paese.

Nel giorno della visita, dopo esserci recati alla base aeronautica, ci è stato fatto un breve

briefing delle attività che venivano svolte al suo interno: oltre alle operazioni di rIcognizio-ne, sorveglianza e soccorso, vengono svolte anche attività di simulazione militare aerea, ad esempio simulando lo scrumble, che è la situazione generata da un aereo che si ritrovi

a navigare senza alcuna autorizzazione nello Spazio Aereo italiano.

Completato il briefing ci è stato concesso di accedere alla sala operativa, che nel frattempo

svolgeva una vera simulazione di attacco e difesa aerea, alla sala radar e ad una sala dove

i controllori svolgevano le simulazione computerizzate.

Mentre nella sala operativa e nella sala radar abbiamo ascoltato ciò che ci veniva detto ri-

guardo le procedure e le manovre che i piloti dovevano compiere nei casi sopraelencati, nella sala di simulazione computerizzata abbiamo assunto il ruolo di controllori: ci siamo

divisi per postazione e quando il comandante che ci accompagnava chiamava la postazione e l'aereo da intercettare noi dovevamo svolgere praticamente ed in maniera più semplifica-

ta il lavoro che stavano svolgeno i controllori nella sala operativa.

E' stata una giornata molto particolare ed interessante in quanto ci siamo sentiti parte del Gruppo simulando anche il loro lavoro e vedendo praticamente tutto ciò che dapprima del-

la visita avevamo letto sui libri, o guardato dai file multimediali.

Luca PARISI, 4 BCM s.a. Grazzanise

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Pagina 35 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Niku Hayde : anche per lui un destino assurdo

Nicky Hayden non ce l'ha fatta. Il pilota statunitense della Superbike, investito da

un'auto mercoledì scorso mentre era in bicicletta a Misano Adriatico nel Riminese, è

morto oggi pomeriggio all'ospedale di Cesena

Al momento del ricovero, le condizioni del pilota campione del mondo della Moto Gp nel 2006,

erano apparse gravissime. Hayden ha subito un “politrauma” con gravissime conseguenze cere-

brali.

Intanto è al vaglio della Procura di Rimini un video che mostra la dinamica dell’incidente, da

esso emergerebbe che Hayden, percorrendo insella alla bici una strada secondaria, arrivato all'in-

crocio, non si sarebbe fermato allo stop. Proprio in quel momento è avvenuto lo scontro violento

con la vettura. La Procura di Rimini ha disposto una consulenza tecnica per accertare la velocità

dell'auto e per capire se il guidatore abbia o meno rispettato i limiti previsti dal codice della stra-

da.

Un altro grande campione ci lascia a seguito di un incidente avvenuto fuori dalla pista, un inciden-

te per certi versi banale, se pensiamo ai rischi che abitualmente corre un pilota nel corso di una

gara: velocità elevatissime, condizioni delle piste non sempre perfette, guasti meccanici improvvi-

si mettono a dura prova la vita dei concorrenti. Eppure il destino fa strani scherzi e colpisce sub-

dolamente questi campioni in situazioni “quotidiane”, “normali” e talvolta banali è, noto il filo che

unisce il destino di Hayden a quello di Schumacher, campione di formula uno, che in seguito ad

una caduta sugli sci ha riportato danni gravissimi e di Scarponi, campione di ciclismo , morto in

un incidente nel corso di un allenamento .

Angelo D'ANGELO, 5 AEL

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LA PISCINA PiU’ PROFONDA DEL MONDO

Se avete una passione per i tuffi, non potete di certo perdervene uno all’interno della piscina più profonda

del mondo, che si trova a Montegrotto, in Veneto. Il suo nome è Y40 ed è composta da varie strutture multi-

funzionali che permettono diversi usi e diverse funzioni. La temperatura dell’acqua viene stabilizzata a 32/34

gradi attraverso dei sistemi di filtraggio senza cloro. Tra le funzioni ricoperte da questa meravigliosa inven-

zione, abbiamo quella di luogo di addestramento per i sub, che tramite questa piscina possono, per via di di-

versi corridoi sommersi, allenare il loro senso dell’orientamento durante un immersione, oltre ad abituarsi ad

essere immersi ad una certa profondità. Un’ulteriore utilizzo è quello di set per le riprese cinematografiche,

che vengono rese più semplici proprio perchè ci si ritrova all’interno di un ambiente controllato e in più le ri-

prese in questa piscina sono anche poco costose. L’opera è stata creata dall’architetto Emanuele Boaretto e si

trova nel parco dell’Hotel Millepini e contiene tutti i servizi possibili, oltre alle vetrate che consentono la vi-

sione di ciò che succede all’interno della vasca. La piscina è fornita anche di un tunnel subacqueo trasparente

dove si possono osservare diversi spettacoli di intrattenimento che vengono organizzati ogni giorno. All’interno

della piscina possono essere praticate diverse attività acquatiche che comprendono aree dedicate al relax e

aree dedicate a diversi sport, tra cui: scubagym, gymnuoto, attività natatoria preparto, immersioni neonata-

li, discover scuba, baby scuba, corsi open, corsi subacquei ai vari livelli e corsi di apnea.

Angelo DIGLIO, 3ACA

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Pagina 37 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Lo sport è vita

L’Italia con la sua tradizione sportiva vanta anni di successi in

ogni tipo di sport sia individuale che di squadra. Inoltre tutti

hanno ormai capito che praticare sport apporta benefici alla

salute proteggendola. È doveroso affermare che non è consi-

gliabile fare sport ma è necessario, perché previene l’insorgere

di moltissime malattie soprattutto cardiovascolari. Si può affer-

mare con estrema certezza che lo sport è un’attività che ri-

guarda almeno quattro importanti aspetti: la salute, l’educa-

zione, perché lo sport insegna a rispettare i propri avversari, a

vincere con onestà ma anche a perdere con fierezza, la sociali-

tà, perché lo sport insegna a fare squadra e a supportarsi per

raggiungere gli obiettivi prefissati e la qualità della vita perché migliora nettamente la condizione

fisica e mentale. Il mondo dovrebbe basarsi su una politica che sostiene l’affermazione “Sport per

tutti”, contrario sull’ individuo e non sulla prestazione; uno sport che sia di tutti e per tutti. Lo sport

è dunque un linguaggio universale in grado di colmare gli abissi che ci sono tra le nazioni e mante-

nere una pace duratura.

Giuseppe IZZO, 5 BEL

Beach volley : terzo posto Nicolai - Lupo al World Tour a Rio

Paolo Nicolai e Daniele Lupo sono due atleti della nazionale beach volley italiana. Dopo

l’argento delle olimpiadi esattamente nove mesi dopo il team italiano resta sul podio al

World Tour di Rio vincendo il team americano Petterson-Bronner concludendo il torneo con l’ama-

rezza di una sola sconfitta, quella contro i polacchi Losiak-kator impedendo cosi la finale contro i

brasiliani Bruno-Alison.

È partita forte la coppia azzurra, mettendo da subito sotto pressione i 2 americani Petterson-

Bronner. Il primo set è terminato con un punteggio devastante da parte degli azzurri (21-15) del

tutto meritato, nel secondo set la situazione si è ribaltata perché una serie di scambi eccezionali

hanno riacceso la partita così il secondo set è terminato con un punteggio di 24-26.

La situazione è tornata al punto di partenza , si sta giocando il terzo posto la World Tour, il terzo

set è il più carico di adrenalina, bisogna conquistare solo 15 punti.

Il set è iniziato con un ottimo equilibrio che però è stato spezzato dalla difesa-punto di Lupo e il

muro italiano di Nicolai.

L’Italia porta ha conquistato, così, un vantaggio di quattro punti sugli americani, che l’ha portato

alla vittoria del terzo set e alla conquista del terzo posto sul podio.

Dopo la premiazione gli atleti sono ritornati a casa con la gioia di un terzo posto glorioso e la carica

per il prossimo evento.

Domenico DI CAPRIO, 5 BEL

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ADDIO CHRIS

Ancora una volta il mondo della musica è costretto a

piangere per la scomparsa di un altro importante ed in-

fluente artista che con il suo gruppo, i Soundgarden ,

ha caratterizzato gli interi anni 90 insiemi ad altri rile-

vanti gruppi come i Nirvana, gli Alice in Chains ed i

Pearl Jam.

Si sta parlando di Chris Cornell, leader dei Soundgar-

den, scomparso il 18 maggio all’età di cinquantadue

anni a Detroit suicidandosi nella sua camera d’albergo

dopo un concerto. Si può parlare quasi di una maledizio-

ne che affligge i leader dei gruppi Grunge (genere suo-

nato dall’artista), dato che i frontmen degli stessi Nirva-

na e Alice in Chains, Kurt Cobain e Layne Staley, si

sono suicidati. Chris Cornell ha pubblicato sei album con

i Soundgarden con i quali ha composto canzoni di grande

successo come Black Hole Sun e Spoonman. Inoltre ha pubblicato cinque album da solista e tre

album con gli Audioslave altro suo gruppo. I suoi fun non dimenticheranno mai la sua voce e la

bellezza dei suoi testi e lo ricorderanno per la sua grandezza artistica.

Pasquale ZIBELLA, 5 BEL

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

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Pagina 39 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

"SPORT E

INCLUSIONE"

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Pagina 42 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

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Pagina 43 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Restituzione dei risultati dei questionari alunni sommini-

strati nell’ambito del progetto “Ricerca ed intervento sulla pre-

venzione del fenomeno dipendenza”

23 maggio

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"PLACITO

CAPUANO"

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Pagina 45 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

I L “ F A L C O ” … V O L A A LT I S S I M O

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Pagina 46 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

La III AMM al Placito Capuano

In data 27 maggio 2017, a Capua, si è celebra-

to per il terzo anno consecutivo il Placito Capua-

no.

Stavolta, ci sono state delle grosse novità cultu-

rali: la partecipazione del prof Francesco Sabati-

ni, presidente onorario dell’ Accademia della Cru-

sca e la creazione di un piccolo monumento che

rinnova il ricordo della nascita della lingua italia-

na a Capua nel marzo del 960.

La 3^ AMM ha effettuato un percorso didattico

durato tutto l’ anno scolastico, programmato ed

approvato nei consigli di classe e gradito agli

alunni e alle loro famiglie.

E’ stato accattivante lo studio della letteratura

italiana effettuata in questo modo, per noi, nuo-

vo!’ ha affermato Antonio Sepolvere, un alunno

della 3^ AMM , che ha imparato i versi in volga-

re del Placito a memoria e li ha recitati nella

chiesa longobarda di S. Salvatore a Corte, in

presenza dell’ archeologa Marianna Apuleo…

Sì, perché’ gli studenti della 3^ AMM hanno partecipato a tutti gli incontri organizzati dal

Touring Club di Capua, guidati dalla prof.ssa di italiano, Angela Nespoli coadiuvata dagli

esperti del settore: archeologi, docenti etc.

Il primo contatto con il Placito, o meglio, con la sua unica copia, in curia arcivescovile, è

avvenuto per la suddetta classe, il 4 ottobre scorso, con la presenza dell’ espertissimo prof.

Franco Ciociola e di seguito ci sono state: la visita guidata alle chiese ad curtim con la

prof.ssa archeologa Apuleo; gli incontri a S. Salvatore con il prof Pelagalli e la console An-

namaria Troili.

Dunque, gli studenti sono arrivati alla conoscenza della storia locale di quel periodo, gra-

dualmente, assaporando il gusto del sapere e dell’ apprendere senza fatica, senza la noia

che sovente accompagna lo studio delle materie umanistiche quando non è opportunamen-

te e sapientemente dosato e trasmesso ai discenti.

Sono arrivati al traguardo finale: rappresentare la loro scuola nel momento finale, tutta la

classe unita, in divisa come militari, con la loro prof.ssa di italiano, distribuendo la brochu-

re creata da loro, solo da loro, frutto di sacrificio, sudore e tanta soddisfazione per i com-

plimenti ricevuti da tutti i presenti, in primis dal prof Sabatini alla vista del pieghevole rea-

lizzato dai ragazzi della 3^AMM.

Siamo tutti orgogliosi di voi e del lavoro svolto, non c’è soddisfazione più grande che riusci-

re a vedere i giovani apprendere con gioia, orgoglio e motivazione!!!

Bravi, ai ragazzi e alla prof.ssa Angela Nespoli. Oreste NATALE, 3 BIN

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"RACCOLTA

POETICA"

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Pagina 52 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

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Pagina 53 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

26 MAGGIO

“FORUM “A GRAZZANISE

I L “ F A L C O ” … V O L A A LT I S S I M O

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Pagina 54 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

I L “ F A L C O ” … V O L A A LT I S S I M O

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Pagina 55 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

30 maggio

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Pagina 56 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Marco Marsullo all’Istituto tecnico G.C. Falco di Capua

Lo scrittore Marco Marsullo autore del libro“ I miei ge-

nitori non hanno figli”, ha incontrato il 30 maggio

2017 gli alunni delle classi V AEL , V ACA, V AMM e IV

CIN, accompagnati dalle docenti: Carmela Ienco e

Angela C. Mastroianni, referenti del progetto “Incontro

con l’autore, Teresa Fratta e Augusta Giacobone.

“I miei genitori non hanno figli”, edito da Einaudi , è il

titolo provocatorio del romanzo che Marco Marsullo

ha commentato con gli alunni del Falco di Capua.

Protagonisti un figlio diciottenne, una madre, un pa-

dre, prototipi, o archetipi, come direbbe Jung, di tutti

i figli di separati. L’atmosfera che regna in queste fa-

miglie è la solitudine, l’incomprensione causata,

spesso, dal non sapersi ascoltare, dal non mettersi in

gioco. E’ come se un colpo di spugna ansiogeno e schi-

zofrenico di questa società dello spettacolo, della su-

perficialità, delle insulsaggini mielose e patinate, avesse cancellato il contenzioso, la

dialettica, il dialogo.

“Fare il genitore, si dice, è un mestiere difficile, ma essere figlio non è una passeggia-

ta”; questa la considerazione l’incipit, il sentiero narrativo, di Marco Marsullo, napole-

tano, classe 1985 che ha una condivisibile passione per i viaggi, per i cantautori, citati

nel romanzo, ovvero Vecchioni e De Gregori e non solo!

La redazione del Falco online

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Pagina 57 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Chi è Marco Marsullo? Marco Marsullo nasce a Napoli nel 1985. Pubblica la prima antologia di racconti per la Noubs Edi-

zioni intitolata “ Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo”.

Il suo primo romanzo è del 2013 e porta il titolo “Atletico Minaccia Football Club” per Einaudi-Stile

libero, che ha vinto il premio Geiger opera prima ed è stato tradotto in Olanda. Grazie a questo

libro è stato ospite fisso a “Quelli che il calcio” su Rai Due. Il secondo romanzo “L’audace colpo

dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle “Miserabili Monache”, è pubblicato con lo stesso edi-

tore nel giugno del 2014. Nello stesso anno ha scritto insieme a Paolo Piccirillo “Dio si è fermato a

Buenos Aires2.

Con il romanzo “I miei genitori non hanno figli” del 2015 è stato ospite da Fabio Fazio e Luciana

Littizzetto a “Che tempo che fa”. Il romanzo ha fatto sei ristampe e ha ottenuto una menzione

speciale al Premio Molinello, poi finalista al Premio Città di Rieti, al Premio Zocca Giovani ed al

Premio Badia. Nel 2016 è stato pubblicato “Il tassista di Maradona” e per settembre 2017 è in

preparazione un altro romanzo.

Dal 2013 Marco Marsullo scrive come editorialista sulla Gazzetta dello Sport e prima ancora sul

Corriere del Mezzogiorno dove non si occupa solo di calcio ma di argomenti vari.

Qualche curiosità:

in una intervista in cui gli si chiede qual è il suo ristorante preferito risponde: “La spelunca” di

Santa Maria Capua Vetere. Nella stessa intervista dice di preferire la carne al pesce e che se fosse

un dolce sarebbe una cassata siciliana. Tra i vini preferisce il Rosso Montepulciano. Beve il latte

freddo di notte, non gli piace la Nutella e nemmeno i “friarielli”, ama il sushi ma tralasciamo dove

lo mangerebbe. Ama i videogiochi e la X-box. Se fosse un personaggio mitologico sarebbe Ettore.

Il suo sogno più grande è continuare a fare lo scrittore. La cosa che gli dicono più spesso è che

una testa di… BIIIIIP. La sua filosofia di vita è racchiusa nella frase: “Certe volte si vince, certe

volte si perde” del maestro Zeman.

La redazione del Falco online

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Pagina 58 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

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L'ANGOLO

DEI DISEGNI

Pagina 59

Eugenia SUMMA

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Francesco ENTROTTI

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L'ANGOLO

DEI DISEGNI

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Firas KAIS

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

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Pagina 61 NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

Pagina 61

Giovanni PIANTADOSI 4 AIN

NUMERO III - Anno scolastico 2016-2017

Riuscimmo 1

Noi restammo, fermi ...

immobili nel vento, tra le nubi in cielo.

Eravamo spenti,

accesi dall’amore cieco.

Infame paranoia, nell’animo spento.

Riuscimmo ad uscirne senza vita.

Senza vento, i sogni cadono.

Senza amore.

Riuscimmo, spenti a vivere senza di esso.

Era quello che volevamo, forse era il niente,

quello che ci appassionava.

Riuscimmo a morire, forse era il

niente

a farci male.

Riuscimmo

Futuro 1

E se il nostro futuro

fosse più presente di quanto pensassimo.

E se la speranza fosse solo il vento

della foglia che cade al suolo.

E se i nostri occhi guardano il cielo

E se le stelle muoiono.

E fa paura

Fa paura sentirsi dire

che non ci puoi riuscire

Sentire le urla di un futuro che non aiuta.

E se il nostro futuro arrivasse domani

Noi saremmo pronti?

1 con questa poesia Giovanni ha partecipato al

Concorso di Poesia “Calliope 3”. III edizione.

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NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

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Giornalisti:

Bruno AFFINITO 3 ACA

Angelo DIGLIO 3 ACA

Pietro Antonio GIORDANO 3 ACA

Gaetano RUCCO 3 ACA

Antonio SEPOLVERE 3 AMM

Oreste NATALE 3 BIN

Maria BARONE 4 AIN

Giovanni PIANTADOSI 4 AIN

Vincenzo POZZUOLI 4 AIN

Alessandro CUCARANO 4 AMM

Francesco ENTROTTI 4 AMM

Antonio TERRIBILE 5 AMM

Gaetano D’AMICO 5 AEL

Angelo D’ANGELO 5AEL

Giuseppe PERUGINO 5 AEL

Giorgio BOVENZI 5 BEL

Domenico DI CAPRIO 5 BEL

Daniele CANTIELLO 5 BEL

Umberto DE GENNARO 5 BEL

Christian GALLO 5 BEL

Giuseppe IZZO 5 BEL

Pasquale ZIBELLA 5 BEL

LA REDAZIONE

Referenti articoli :

Docenti di Materie letterarie dell’Istituto

Grafico/Impaginatore

Giorgio BOVENZI 5 BEL

Coordinatori e Responsabili:

Prof.ssa Angelina SGUEGLIA

Prof.ssa Antonella POZZUOLI

NUMERO IV - Anno scolastico 2016-2017

SEDE DI GRAZZANISE:

Annamaria CANTIELLO 4 ACM GRAZZANISE

Ilaria DELLA CIOPPA 4 ACM GRAZZANISE

Sarah FUMO 4 ACM GRAZZANISE

Kais FIRAS 5 ACM GRAZZANISE

Luisa MORGERA 5 ACM GRAZZANISE

Luca PARISI 4 BCM GRAZZANISE

Alessandro SEMENTINI 5 ACM GRAZZANISE

Eugenia SUMMA 5 ACM GRAZZANISE

Ludovica UCCIERO 5 ACM GRAZZANISE