Web viewLei parla e mentre parla tu pensi al Mandolino del Capitano Corelli, ... Gli italiani, da...

9
AUTONOLEGGIO GATOULIS, KARPATHOS, DODECANNESO, GRECIA. AGOSTO 2016 “AMARA LA GUERRA DOLCE LA VITA” Per girare questa meraviglia ci vuole una macchina, perche’ c’è sempre tanto vento che tira tanto forte e rischia di buttarti giu’ se vai in motorino. Poi la strade sono erte, si inerpicano per tornanti secchi su montagne bruciate dal sole dove solo le capre sembrano trovarsi bene e per raggiungere l’altro versante devi fare su e giu’ e, davvero, il motorino non basta, ci vogliono quattro ruote e un tetto sul capo sotto cui stare protetti. Gatoulis e’ uno dei noleggiatori piu’ grandi, sul piazzale tante auto. La signora e’ seduta dietro una scrivania piena di carte, documenti, tante penne, una calcolatrice, un telefono, una bella faccia tonda simpatica, mediterranea, un viso familiare, occhi intensi, una bella catenina d’oro intarsiata al collo con la medaglia di qualche Santo. Dietro di lei una libreria, un libro in bella posta, e sul ripiano in alto tante foto ricordo. Una in particolare, ritrae una bella famiglia numerosa, bambini, una signora con i capelli neri corvini, un bell’uomo col cappotto coi 1

Transcript of Web viewLei parla e mentre parla tu pensi al Mandolino del Capitano Corelli, ... Gli italiani, da...

Page 1: Web viewLei parla e mentre parla tu pensi al Mandolino del Capitano Corelli, ... Gli italiani, da amici, diventano prima nemici e poi prigionieri. Sergio decide,

AUTONOLEGGIO GATOULIS, KARPATHOS, DODECANNESO, GRECIA.

AGOSTO 2016

“AMARA LA GUERRA DOLCE LA VITA”

Per girare questa meraviglia ci vuole una macchina, perche’ c’è sempre tanto vento che tira tanto

forte e rischia di buttarti giu’ se vai in motorino. Poi la strade sono erte, si inerpicano per tornanti

secchi su montagne bruciate dal sole dove solo le capre sembrano trovarsi bene e per raggiungere

l’altro versante devi fare su e giu’ e, davvero, il motorino non basta, ci vogliono quattro ruote e un

tetto sul capo sotto cui stare protetti.

Gatoulis e’ uno dei noleggiatori piu’ grandi, sul piazzale tante auto. La signora e’ seduta dietro una

scrivania piena di carte, documenti, tante penne, una calcolatrice, un telefono, una bella faccia tonda

simpatica, mediterranea, un viso familiare, occhi intensi, una bella catenina d’oro intarsiata al collo

con la medaglia di qualche Santo. Dietro di lei una libreria, un libro in bella posta, e sul ripiano in

alto tante foto ricordo. Una in particolare, ritrae una bella famiglia numerosa, bambini, una signora

con i capelli neri corvini, un bell’uomo col cappotto coi baffoni tirati a lucido, tutti in posa. Lui mi

ricorda un po’ Enrico Caruso, il tenore. Mi preparo a parlare riesumando un po’ di greco antico,

inglese e italiano, che qui parlano tutti. Io ci provo sempre col greco antico, ma e’ come se qui, in

Italia, parlassi in latino, non mi capirebbero. Appeno ci provo, col greco antico, guarda un po’, mi

rispondono in italiano. Dopo la guerra italo-turca del 1912 (chi se la ricorda?) tutte le isole di questa

parte dell’Egeo ridiventano italiane (per primi sono arrivati i Veneziani). Allora gli Italiani

ritornano con i loro modelli, le loro scuole, i maestri, i carabinieri, i dottori, i farmacisti, gli operai e

cosi’ via. Gli italiani portano, costruiscono, comandano, fanno, insegnano e trasferiscono la loro

cultura che poi’ e’ la cultura mediterranea di noi tutti, italiani greci una faccia una razza. Gli italiani

1

Page 2: Web viewLei parla e mentre parla tu pensi al Mandolino del Capitano Corelli, ... Gli italiani, da amici, diventano prima nemici e poi prigionieri. Sergio decide,

sono ben voluti in generale. Il marito di una sorella di mia nonna, Alceste, era Maresciallo dei

Carabinieri a Rodi e i suoi figli sono nati li’.

Kalimera, faccio io

Kalimera, fa lei

Boulomai autokineto

Volete una macchina, vero, fa lei. Nessun problema, siete nel posto giusto!

Ma come fa a parlare cosi’ bene l’italiano, signora?

Francesca, mi chiamo Francesca Gattulli, mio papa’ era italiano, di Ruvo di Puglia…..

Ci sediamo, il noleggio della macchina passa in ultimo piano, e’ un piccolo dettaglio, invece mi

interessa la storia, voglio sapere, cosi’ lei si gira e prende quel libro alle sue spalle, lo sfoglia come

per avere un incitamento per ricordare e poi racconta, con piacere, questa storia che sa di film di

Salvatores, di Mediterraneo, di avventura, di guerra e soprattutto di amore e di scelte. Lei parla e

mentre parla tu pensi al Mandolino del Capitano Corelli, pensi agli ulivi di questa isola, gia’

cosi’carichi di frutti da spezzare i rami, alle melanzane che quegli ex soldati, traditi dalle false

promesse, sbucciano sul terrazzo di casa che da’ sul al porto, agli odori della Grecia, alla salvia

selvatica, al finocchietto, al timo, al sale, al mare…

…”Quando ci fu sentore di guerra imminente, Mussolini comincio’ a fortificare Karpathos e invio’

i soldati. Tra i primi ad arrivare, nel 1939, ci fu anche Sergio Gattulli. Leggo di sfuggita il suo

foglio matricolare: eta’ 25, di professione meccanico, cosi’ a Karpathos divento’ subito utile, lo

misero nell’officina del reparto. Comincio’ col ferrare i cavalli e i muli, poi lo misero alla

manutenzione del “Frigorifero”, una grande cella refrigerante dove veniva mantenuta la carne

dell’isola che veniva dalla Turchia. Sergio era responsabile del funzionamento dei motori, ma se

c’era bisogno, riparava anche le automobili. Insieme ad altri suoi compagni aveva anche un orto

che gli ricordava tanto casa sua e che coltivava con passione. Nelle foto dell’epoca compare Sergio

che o aggiusta motori o coltiva l’orto. Ha un animo buono Sergio, non e’ un conquistatore e questa

2

Page 3: Web viewLei parla e mentre parla tu pensi al Mandolino del Capitano Corelli, ... Gli italiani, da amici, diventano prima nemici e poi prigionieri. Sergio decide,

sua indole lo porta a familiarizzare con i greci locali tanto che i sentimenti di amicizia sono

ricambiati. Si tratta in fondo di povera gente che condivide gioventu’, ottimismo, poverta’ e che

subisce la guerra. Sergio e’ ben voluto dai locali greci.

Spesso quando i soldati marciano, cantano anche canzoni d’amore, non solo Faccetta Nera o altre

canzoni guerriere: un giorno del 1940, Sergio e altri soldati si trovano a passare davanti alla fontana

del paese, dove un gruppo di ragazze aspetta di riempire le brocche. Sergio nota una ragazza, piu’

timida delle altre, la guarda con insistenza e discrezione e, quando i loro sguardi si incontrano, lei

abbassa gli occhi.

Lei e’ Zoì.

Passano i giorni, siamo alla vigilia di Capodanno del 1941, Sergio lavora al frigorifero, Zoì scende

dal paese per andare alla fonte e lavare le verdure, Sergio la vede e prova a parlarle. Un’amica di

Zoi le dice che l’italiano la mangia con gli occhi!

Nei giorni successivi i due ragazzi si incrociano, sia avvicinano, si allontanano e si riavvicinano

fino a quando Sergio, comincia a “girare” piu’ deciso intorno alla casa della ragazza; oggi porta un

barattolo di petrolio per illuminare le lampade, un altro giorno porta un po’ di olio, un altro ancora

una scatoletta e poi un po’ di carne. L’iniziale ritrosia verso lo straniero cede il passo di fronte alla

gentilezza dell’italiano, alla sua moralita’ e al buon carattere, ai suoi modi e al suo affetto per la

gente del posto. I regali vengono accettati. I ragazzi si innamorano e i genitori di lei acconsentono.

Si decide per il matrimonio, da fare quando la guerra finira’.

Arriva l’8 settembre e con esso pure i tedeschi, che intimano alla guarnigione italiana la resa. Gli

italiani, da amici, diventano prima nemici e poi prigionieri. Sergio decide, prende lo zaino, lo

riempie con poche cose, passa dal Colonnello Comandante, gli comunica la decisione di

nascondersi e scappa sulle montagne, in direzione di quel paese dove oramai c’e’ la sua gente e la

sua nuova famiglia. A mezzanotte di un 14 novembre, Sergio bussa alla porta di casa di Zoì.

…”quella sera nessuno dormi’. Al primo momento di smarrimento per la presenza di Sergio,

subentro’ l’angoscia per la sua sorte e per quella della famiglia intera. Non avevano illusioni:

3

Page 4: Web viewLei parla e mentre parla tu pensi al Mandolino del Capitano Corelli, ... Gli italiani, da amici, diventano prima nemici e poi prigionieri. Sergio decide,

sapevano, che proteggendolo, rischiavano tutto. Ma neppure per un istante passo’ dalla loro mente

l’idea che avrebbero potuto fare diversamente. Sergio, oltre al fatto che era diventato uno di loro,

era anche uno straniero, un supplicante che, secondo la tradizione greca, era ritenuto una persona

sacra e inviolabile…”

Sergio fu posto al sicuro per la notte e l’indomani il suo rifugio divento’ il tronco cavo di un ulivo

secolare che per entrarci si doveva strisciare a pancia sotto e acciambellarsi come un cane. Questo

fu il rifugio di Sergio per cinque mesi.

Nei giorni e mesi successivi vennero prima i tedeschi, ma non trovarono Sergio. Vennero poi i

Carabinieri, ma non lo trovarono neppure loro, pure sapendo della relazione con Zoì e la sua

famiglia. Sergio rimase nascosto fino a quando poi qualcuno non tradi’, cosi’ fu catturato e

trasferito a Rodi. Non ci furono rappresaglie verso la famiglia, per fortuna.

Dopo 48 giorni Sergio, con la complicita’ di un tedesco amico, riusci’ a evadere e a tornare in barca

a Karpathos. Si rinascose sulle montagne fino a quando i tedeschi lasciarono l’isola e la

popolazione insorse. Sergio ritorno’ libero nell’ottobre del 1944.

Arrivarono gli inglesi che non fecero prigioniero Sergio, perche’ seppero che si era opposto

all’occupazione tedesca e perche’ aveva una esperienza come meccanico: lo presero al loro servizio.

Alla fine della guerra Sergio decise di restare sull’isola, dove oramai c’era la sua gente e di non

rimpatriare. I ragazzi si sposarono. Non torno’ in Italia se non nel 1962, poco prima che morisse sua

madre.

Prese in affitto una officina meccanica che divento’per molti anni il suo posto di lavoro. Il Comune

costrui’ una centrale elettrica e diede a Sergio il compito di gestirne il funzionamento. Alcuni anni

dopo costrui’ una bella officina tutta sua che ancora esiste. Con il turismo inizio’ anche l’attivita’ di

autonoleggio.

Dal matrimonio con Zoì sono nati sette figli, la signora Francesca e’ l’ultima. Nell’autonoleggio ho

conosciuto anche Michele, il penultimo, un omone coi baffoni. Ci sono 14 nipoti. I figli e i nipoti

sono tutti sistemati, chi in Grecia, chi in America, chi in Australia.

4

Page 5: Web viewLei parla e mentre parla tu pensi al Mandolino del Capitano Corelli, ... Gli italiani, da amici, diventano prima nemici e poi prigionieri. Sergio decide,

Sergio muore nel 1991 circondato dall’affetto di tutti….”

5

Page 6: Web viewLei parla e mentre parla tu pensi al Mandolino del Capitano Corelli, ... Gli italiani, da amici, diventano prima nemici e poi prigionieri. Sergio decide,

6