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Istituzioni di linguistica a.a.2014-2015 Federica Da Milano

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Istituzioni di linguisticaa.a.2014-2015

Federica Da Milano

Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918

Il più formidabile corpus di testimonianze di appartenenti alle classi popolari sulla loro vita negli anni della prima guerra mondiale (Renzi)

La cultura orale fa un immenso sforzo collettivo per diventare cultura scritta (Isnenghi)

Interesse per lo studio delle classi popolari italiane, della loro mentalità, della storia della loro partecipazione alle vicende dello stato nazionale: interesse storico, dunque, al quale si congiunge l'interesse dei linguisti per il problema della loro identità linguistica, espresso dal rapporto spesso drammatico tra dialetto rustico, dialetto cittadino e italiano

Le lettere sono testimonianze di un'umanità contadina che sta, seppur lentamente, scomparendo, e del modo in cui questa ha vissuto un momento storico straordinario per la sua gravità, e anche per la sua assoluta novità

Dal 1915 al 1918 il filologo Spitzer era stato 'militarizzato' e comandato come direttore di gruppo di uno degli uffici della censura di Vienna, dove veniva letta la corrispondenza militare in italiano

Le lettere non sono di combattenti, ma di prigionieri

L'epistolografia popolare, che perlopiù non viene fatta oggetto di indagine scientifica, è in realtà è una specie di letteratura popolare permanente

La localizzazione esatta del dialetto è facilitata dall'indirizzo del destinatario

Scarsità di tempo, mancanza di esercizio nel fissare per iscritto ciò che si è udito pronunciare, senso di disagio nei confronti della censura, ma soprattutto disagio che gli uomini semplici provano di fronte al foglio di carta ancora bianco

Ben pochi di quelli che parlano normalmente in dialetto sono anche abituati a scrivere nel loro idioma naturale

Es. uso dell'infinito

Carissimi Genitori!

Mi trovo in un paese piccolo, piccolo a provare la vita, la vera vita. Voi pregare Gesù e Gesù mandare un angelo con i capelli biondi a riscaldare, raddolcire, fare vibrare di voluttà, d'ebbrezza, d'amore, la mia esistenza. Mamma! io...io benedire la mia prigionia!

Conservatemi il mio posto d'amore nel vostro cuore, ritornerò mamma! Ma ritornerò peccatore!

Li mie mani l'aspro lavoro indurire, incallire, il mio stomaco la fame, le sofferenze temprare a tutto; ma io sono felice, felice, felice...

Mamma, babbo, fratelli miei io baciare tutti, ma voi, pregate, pregate per me.

C.

La lettera popolare non dà tanto un'immagine del dialetto quanto piuttosto della lotta del dialetto con la lingua scritta

I linguisti conoscono già da tempo l'anarchia che regna nella grafia delle vocali in fine di parola nel napoletano e nei dialetti meridionali: poiché queste vocali sono diventate mute nella lingua parlata, ma d'altra parte l'esempio della lingua nazionale esercita un'influenza prepotente, ecco che nella scrittura appaiono tutte le vocali possibili e immaginabili

Ogni lettera ha, per così dire, il suo alfabeto proprio, le sue proprie norme ortografiche, e debba quindi essere interpretata in base a se stessa, come lo stesso suono sia scritto in modo completamente diverso persino nell'ambito di una stessa lettera

In generale una deficienza d'istruzione scolastica avrà per effetto una maggiore audacia nella riproduzione grafica della parlata orale. Solo chi non è mai stato toccato dalla cultura letteraria ha il coraggio di riprodurre francamente e liberamente i suoni che pronuncia

Nota linguistica (Vanelli)

La prima guerra mondiale ha rappresentato un momento cruciale nella storia linguistica italiana

Simultanea presenza al fronte di uomini provenienti da tutte le parti d'Italia e di tutte le classi sociali

Lettere in:

- italiano

- dialetto

- italiano popolare

Italiano popolare: il tipo di italiano imperfettamente acquisito da chi ha per madre lingua il dialetto (Cortelazzo)

È a livello sintattico che si fondano maggiormente le ipotesi sull'unitarietà dell'italiano popolare; sul piano sintattico le lettere mostrano una sostanziale uniformità

• 'Che' polivalente: elemento complementizzatore per eccellenza

Poi sono più rallegrato, nell sentire che e femmina che me dispiace che ci sono io uomo che si fossero cosi che si potessero cambiare mi cambierei...

• Formazione della frase relativa, il tratto più interessante dell'italiano popolare; frase relativa sempre introdotta dall'indicatore di subordinazione 'che'

Mandarmi... la scatola che gi mettevo il Tabacco...

• Uso dei pronomi: molto diffuso il fenomeno della duplicazione

Volle chiamarmi me

A me mi pare

Ti vorrei spiegarti

• Uso delle preposizioni: tendenza sia a usare una preposizione dopo verbi che in italiano non lo ammettono, sia a servirsi di preposizioni diverse da quelle dell'italiano davanti a verbi e nomi

Non posso Acapire

Spero da andare

Antonio Gibelli (2014), La Guerra Grande, Bari, Laterza

-Archivio ligure della scrittura popolare (ALSP) di Genova

-Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

-Archivio di scrittura popolare trentino