A DELLO STUDENTE - Presidenza Architettura STUDENTI/GUIDA... · Analisi matematica e geometria...
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DEGLI STUDI DI NAPOLI
di Architettura
A DELLO STUDENTE SECONDA ANNO ACCADEMICO 1979-1980
ORDINAMENTO DEGLI STUDI
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOL
Facoltà di Architettura
GUIDA DELLO STUDENTE PARTE SECONDA ANNO ACCADEMICO 1979-198
ORDINAMENTO DEGLI STUDI
~---~------~---------------
COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI FACOLTA
Anno Accademico 1979-80
PROFESSORI DI RUOLO
l. SIOLA UBERTO
2. FILO $PEZIALE STEFANIA 3. ALISIO GIANCARLO 4. ALISON FILIPPO 5. ANGRISANI MARCELLO 6. BISOGNI SALVATORE 7. CAPOBIANCO MICHELE 8. CARDARELLI URBANO 9. CARPUTI UGO
lO. CASTELLANO GIOVANNI 11. D'AMBROSIO RAFFAELE_ 12~ D'ANGELO GUIDO 13. DE FUSCO RENATO 14. DELLA SALA FRANCESCO 15. DE SETA CESARE 16. DI STEFANO ROBERTO 17. FABBROCINO VINCENZO 18~ F ADINI ANGELO 19. FUSCO GIRARD LUIGI
20. GANGEMI VIRGINIA
21. MANGO ROBERTO
22. MUROLO CLAUDIO
23. NUNZIATA MASSIMILIANO 24. PAGLIARA NICOLA 25. RIGILLO ARTURO
Praf. straorci. di Composizione architetto-nica - Preside
Prai. f.t. di Composizione architettonica Prof. ord. di Storia dell'Architettura Prat. straorci. di Arredamento Prof. ord. di Composizione architettonica Praf. straorci. di Composiz. architettonica Prat. ord. di Composizione architettonica Prof. ord. di Urbanistica Prat. ord. di Tecnica delle Costruzioni Prat. ord. di Scienza delle Costruzioni Prat. ord. di Urbanistica Prat. ord. di Materie giuridiche Prat. ord. di Storia dell'Architettura Praf. straord. di Composiz. architettonica Praf. ord. di Storia dell'Architettura Prof. ord. di Restauro d~i monumenti Prof. ord, di Tecnica delle Costruzioni Prof. ord. di Complementi di matematica Prof. ord. di Estimo ed esercizio profes-
sionale Prof. straord. di Tecnologia ddl'Architet-
tura Prof. ord. di Progettazione artistica per
l'industria Praf. straord. di Unificazione e prefab-
bricazione edilizia Prof. straord. di Compasiz. architettonica Praf. straord., di Composiz. architettcnica Praf. ord. di Urbanistica
5
26. ROSSI LORIS ALDO . 27. RUSSO ERMOLLI ENNIO
28. SAMONA' ALBERTO 29. VENDITTI ARNALDO 30. VITTORINI MARCELLO
Prof. straord. di Composiz. architettonica PraE. ord. di Materiali speciali ProE. ord. di Composizione architettonica PraE. ord. di Storia dell'Architettura Praf. ord. eli Urbanistica
PROFESSORI INCARICATI STABILIZZATI
31. AMBROSIO ROSANNA
32. BARATTA ALESSANDRO 33. BELLI ATTILIO 34. BELLI PAOLO 35. BOCCIA SERAFINO 36. BONELLI MARIA ELISA 37. BORRELLI GAETANO 38. CANTONE GAETANA 39. CASTALDO DOMENICO
40. CELLA CARMELA
41. CENNAMO MICHELE 42. COCCHIA FABRIZIO 43. COLETTA MARIO 44. DALISI RICCARDO 45. D'ARISTOTILE ANNA MARIA
46. DE ANGELIS ALMERICO 47. DE FELICE EZIO 48 DEFEZ ALBERTO
49. DE FRANCISCIS GIOVANNI 50. DE ROSA LUCIANA 51. DI SIMONE GIORGIO 52. DIVICCARO M. LUIGIA
53. FIENGO GIUSEPPE
54. FORTE FRANCESCO 55. GAMBARDELLA ALFONSO 56. GIUSTI BACULO ADRIANA 57. GUBITOSI CAMlLO 58. IZ20 ALBERTO . 59. JOSSA PAOLO 60. LANINI ROMANO 61. LIUNI AGOSTINO
6
di Analisi matematica e geometria aD!1-
litica di Scienza dele Costruzioni di Urbanistica di Statica di Geometria descrittiva di Statica di Composizione architettonica di Storia dell'Architettura di Analisi matematica e geometria ana
litica di Analisi matematica e geometria ana-
litica di Illuminazione ed acustica nell'Edilizia di Arredamento di Storia dell'Urbainstica di Composizione architettonica di Analisi matematica e geometria ana-
litica di Scenografia di Allestimento t:' museografia di Consolidamento e adattamento degli
edifici di Composizione architettonica di" Composizione architettonica di Arte dei giardini di Analisi matematica e geometria ana
litica di Caratteri stilistici e costruttivi dei mo-
numenti di Urbanistica di Storia dell'Architettura di Disegno e Rilievo di Disegno e Rilievo di Composizione architettonica di Tipologia strutturale di Pianificazione terr. urb. di Estimo ed Esercizio professionale
62. MAlSANO STEFANIA di Statica 63. MARTINI GIULIA di Analisi matematica e geometria ana·
litica 64. l\IIAZZOLENJ DONATELLA di Composizione architettonica 65. MORMONE RAFFAELE di Letteratura artistica 66 MORRICA LUCIO di Decorazione 67. NOTO ANTONIO di Pomi e grandi strutture 68. ORLACCHIO DOMENICO di Tecnologia dell'architettura 69. PACIELLO STEFANO di Composizione architettonica 70. PALERMO CALOGERO di Geometria descrittiva 71. PAPALE GIANTRISTANO di Plastica ornamentale 72. PICA CIAMARRA MASSIMO di Composizione architettonica 73. PIEMONTESE LUIGI di Pianificazione tetro urb. . 74. RAGUSA LIGUORI FORTUNATA .li Analisi matematica e geometna an8-
litica 75. RENNA AGOSTINO :li Analisi dei sistemi urbani 76. RIGILLO TRONCONE MARIA ii Igiene edilizia 77. ROSI MASSIMO di Disegno e rilievo 78. SANTORO LUCIO di Storia dell'architettura 79. SBRIZIOLO ALFREDO di Composizione architettonica 80. SCARANO ROLANDO di Composizione architettoOlca in. SCIVITTARO ANTONIO di Disegno e rilievo 82. SGROSSO FRANCESE ANNA di Disegno e rilievo 83. STARACE FRANCESCO SAVERIO di Storia dell'archirettura 84. TUCCI FRANCESCO' di Analisi matematica e geometria ana-
litica 85. VENTRE ALDO di Geometria descrittiva 86. VITALE AUGUSTO di Tecnologia dell'Architettura
RAPPRESENTANTI DEI PROFESSORI INCARICATI NON STABILIZZATI E DEGLI ASSISTENTI DI RUOLO
87. DAL PIAZ ALESSANDRO 88. LA CRETA ROSA
89. 90.
Ass di ruolo di Urbanistica Ass. di ruolo di Tecnologia dell'architet
tura
RAPPRESENTANTI DEI CONTRATTISTI
91. DE MASI PASQUALE Contrattista presso la Cattedra di Composizione architettonica I
7
RAPPRESENTANTI DEGLI ASSEGNISTI
92. CAJATI CLAUDIO Assegnista presso la Cattedra di Composizione architettonica IV
RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI
93. AVETA DANIELA 94. GAGLIARDO ELVIRA 95. SABATINO GIOVANNI 96. VIDETTA ANDREA
8
PREMESSA
Gli studenti hanno l'obbligo di conoscere le disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano la carriera scolastica universitaria.
Tali disposizioni sono contenute nel Testo Unico delle leggi sull'istruzione superiore, approvato con R.D. 31-8-1933, n. 1592, e successive modificazioni e nel Regolamento degli Studenti approvato con R.D. 4-6-1938, n. 1269.
L'Università di Napoli, allo scopo di portare a conoscenza degli studenti le più importanti di tali disposizioni, predispone annualmente la stampa della « Guida dello studente».
Tutti gli studenti, in corso e fuori corso, in regola con l'iscrizione e con il pagamento delle tasse prescritte per l'anno accademico 1979-80 hanno diritto di ritirare gratuitamente dalla Segreteria di Facoltà la Guida dello studente dietro esibizione del libretto universitario sul quale, a cura della Segreteria";;tessa, verrà posta apposita stampigliatura per attestare l'avvenuta consegna.
Eventuali nuove disposizioni di legge e di regolamento, modificatrici delle norme in vigore, nonché gli avvisi e le comunicazioni varie, vengono pubblicate di volta in volta unicamente nell'albo della Segreteria di Facoltà.
Tanto la Guida dello Studente che le notizie affisse negli albi della Segreteria h_anno tenore di notificazioni .ufficiali agli interessati.
Lo studente è il solo responsabile della validità degli atti di carriera scolastica da lui compiuti. Pertanto, gli esami indebitamente sostenuti e gli atti di carriera scolastica invalidamente posti in essere saranno annullati.
9
L'Ufficio di Segreteria non è obbligato a dar corso a pratiche per corrispondenza.
Per quanto attiene alla possibilità da parte dello studente di ottenere l'assegno di studio, lo studente interessato è pregato di rivolgersi agli uffici dell'opera universitaria (Via De Gasperi n. 45).
Gli Uffici della Presidenza della Facoltà non sono competenti In merito.
lO
TITOLI DI AMMISSIONE AL CORSO DI LAUREA DELLA FACOLTA
In base alle vigenti disposizioni di legge, possono iscriversi (Legge 11-12-1969 n. 910, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 13-12-1969):
a) i diplomati degli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale, ivi compresi i licei linguistici riconosciuti per legge, e coloro che abbiano superato i corsi integrativi previsti dalla legge;
b) indipendentemente dal titolo di istruzione secondaria superiore posseduto, chiunque sia munito di altra laurea (ad eccezione dei diplomati dell'ISEF e in Vigilanza scolastica).
I laureati presso altre Facoltà, in base agli studi compiuti per il conseguimento dell'alta laurea, possono, con dettbera del Consiglio di Facoltà, essere ammessi ad un anno successivo al primo, con eventuale dispensa da iscrizioni a corsi e da esami di materie comuni ed affini.
Il
TITOLI ACCADEMICI CONFERITI DALLA FACOLTA
La Facoltà di Architettura conferisce la laurea in Architettura.
La durata del corso degli studi è di cinque anni.
12
TITOLI DI STUDI RICHIESTI PER L'ISCRIZIONE
- Maturità Classica
- Maturità Scientifica
- Maturità Tecnica
- Perito agrario - Ragioniere e perito commerciale ~ Ragioniere e perito commerciale e perito-
specializzato - Specializzato per il commercio con l'Estero - Geometra
t Dà adito a tutte le Facoltà
l Dà adito a tutte le Facoltà
- Aspirante al comando di navi mercantili _ Aspirante alla direzione di macchine di navi Dà adito ~tutte le Facoltà
mercantili - Aspirante alla professione di costruttore na
vale - Perito aziendale e corrispondente in lingue
estere - Perito per il turismo - Perito industriale capotecnico - Maturità tecnica femminile
13
_ Matuntà Professionale (conseguita non prima dell'anno scolastico 1969-70) (Circolare Ministeriale n. 3214 del 24-12-1969) per: _ Tecnico della cinematografia e della Televi-
sione - Odontotecnico . - Tecnico delle industrie meccaniche - Tecnico delle industrie elettriche ed elettro-
niche "- Tecnico delle industrie chimiche - Segretario di amministdlzione \ _ Operatore commerciale Dà adito a tutte le Facoltà - Analista contabile _ Tecnico per le attività alberghiere - Operatore turistico _ Disegnatrice stilistica di moda _ Tecnico della grafica e della pubblicità - Assistente per comunità infantili _ Agrotecnico (dall'anno accademico 1972-73) - Tecnico delle lavorazioni ·ceramiche _ Tecnica di radiologia medica (Circolare Mini
steriale n. 1220 del 4-2-1977)
_ Maturità Linguistica conseguita presso: Licei riconosciuti (consultare l'elenco a pag. 24 della Guida dello Studente parte prima anno accademico 1979-80)
- Maturità Magistrale
- Maturità artistica
I D' l a adito a tutte le Facoltà
ì Dà adito alla Facoltà di Magistero; completata dal
j corso annuale ir.tegrr.tivo dà adito a tutte le Facoltà
\ Dà adito alla Facoltà di
I Architettura; completata
j dal corso annuale integrativo dà adito a tutte le Facoltà.
- Maturità Arte Applicata (legge 24-9-1970, n. 9621 (D'adito a tutte le Facoltà e Cire. Min. n. 5921 del 29-12-1970). ! a
- Licenza Lic. Europea conseguita presso la scuola I D' a adito a tutte le Facoltà di Varese (Circolare Min. n. 3512 del 27-11-67) l
_ Diploma di maestra per l'Economia domestica (rilasciato dalle ex Scuole di Magistero professionale per la donna - Nota Min. P. L n. 4125 del 6-11-1971)
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I D' I a adito a tutte le Facoltà
MECCANIZZAZIONE DEI SERVIZI AMMINISTRATIVI
Si porta a conoscenza degli studenti della Facoltà di Architettura che è stata attuata la meccanizzazione dei servizi amministrativi della Segreteria della Facoltà, a mezzo del Centro Elettronico Amministrativo.
Tale innovazione riguarda soltanto glì studenti immatricolati a decorrere dall'anno accademico 1968/69 in poi.
Pertanto gli studenti interessati, per ciascun atto di carriera scolastica, devono riempire appositi moduli per uso del servizio meccanizzato. Tali moduli, da ritirare presso gli sportelli della Segreteria di Facoltà, devono essere riempiti con esattezza e chiarezza, nell'interesse stesso dello studente.
Nei casi di mancata presentazione del modulo o di inesatta compilazione dello stesso, le richieste avanzate dalla- studente rimarranno inevase o sospese.
Pertanto, per assicurare la piena riuscita del servizio di meccanizzazione, si raccomanda la completa collaborazione degli studenti.
Per le stesse esigenze del nuovo sistema, si ricorda che le tasse scolastiche devono essere pagate usufruendo esclusivamente di bollettini di c/c postale predisposti dall'Amministrazione universitaria, che si ritirano gratuitamente presso la Segreteria di Facoltà.
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Mod. Sm/l modo Sm/2 modo Sm/3 modo Sm/5 modo Sm/6 modo Sm/7 modo Sm/8 modo Sm/9 modo Sm/10 modo L/l
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MODULI MECCANOGRAFICI
per l'immatricolazione per la richiesta dispensa tasse per la richiesta certificati per la richiesta di passaggio per la richiesta di trasferimento per trasferimento in arrivo per la domanda di esame per iscnzl0ne anni successivi al primo per l'immatricolazione dei laureati
- per la presentazione del piano di studio
ELENCO DEGLI INSEGNAMENTI ATTIVATI NELL'ANNO ACCADEMICO 1979-80
Insegnamenti fondamentali:
Analisi matematica e geometria analitica l° (Al
Analisi matematica e geometria analitica 1 () (B)
Analisi matematica e geometria analitica l° (C)
Analisi matematica e geometria analitica 1" (D)
Analisi matematica e geometria analitica 2" (A)
Analisi matematica e geometria analitica 2° (B)
Analisi matematica e geometria analitica 2') (C)
Analisi matematica e geometria anali-tica 2" (Dj
Arredamento (A) Arredamento (E) Composizione architettonica lo (A) Composizione anò.itettonÌca lo (E) Composizione architettonica l° (C) Composizione architettonica lO (D) Composizione architettonica lo (E) Composizione architettonica 2v (A) Composizione architettonica 2° (B) Composizione architettonica 2° (C) Composizione architettonica 2° (D) Composizione architettonica 30 (A) Composizione architettonica }O (B) Composizione architettonica }O (C) Composizione architettonica 4° (A)
Castaldo D.
Ragusa Liguori F.
Martini G.
Tucci F.
Cella C.
D'Aristotile A. M.
Diviccaro M. L.
Ambrosia R. Alison F. Cocchia F. De Franciscis G. Bottelli G. Paciello S. 1zzo A. Scarano R. Angrisani M Mazzoleni D. Nunziata M. De Rosa L. Bisogni S. Dalisi R. Siola U. Pagliara N.
Stabilizzato
Stabilizzato
Stabilizzato
Stabilizzato
Stabilizzato
Stabilizzato
Stabilizzato
Stabilizzato Straordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Straordinario Stabilizzato Straordinario Stabilizzato Straordinario Straordinario
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Composizione architettonica 4° (B) Co .. ;nposizione architettonica 40 (C) Composizione architettonica 50 (A) Composizione architettonica 5° (B) Composizione architettonit:a 5° (C) Disegno e"" Rilievo (A) Disegno e' Rilievo (B) Disegno e Rilievo -(C) Disegno. e Rilievo (D) Disegno e Riliev.o (E) Estimo ed 'Ese.t.cizio Professionale (A)
. Esti~o ed Esercizio Professionale (B) Fisica (A) Fisica (B) Fisica tecnica ed impianti Geometria Descrittiva (A) GeometrJ:a Descrittiva (B) Geometria Descrittiva (C) Geometria Descrittiva (D) Igiene Edilizia (Al Igiene Edilizia (B) Scienze delle Costruzioni (A) Scienza delle Costruzioni (B) Restauro dei Monumenti Statica (A) Statica (B) Statica (C) Statica (D) Storia dell'Architettura lo (A) Storia dell'Architettura lo (B) Storia dell'Architettura lO (C) Storia dell'Architettur~ lo (D) Storia dell'Architettura lO (E) Storia dell'Architettura 2° (A) Storia dell'Architettura 2° (B) Storia dell'Architettura 2° (C) Storia dell'Architettura 2° (D) Tecnica delI Costruzioni (Al Tecnica delle Costruzioni (B) Tecnologia dell'Architettura l° (Al Tecnologia dell'Architettura II' rE) Tecnologia dell'Architettura l<l (C) Tecnologia dell'Architettura 2° (Al Tecnologia dell'Architettura 2° (B) Tecnologia dell'Architettura 2° (C) Urbanisti.ca In (Al Urbanistica 1 {) (B) Urbanistica l° (e)
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Samonà A. Sbriziolq A .. Capobianco M. Della Sala" E Pica Ciamarra M. Sgrosso A. Sc!vittaro A. Rosi M. Giusti Baculo A. Gubitosi C. Liuru A. Fusco Girard L. Cutolo M. Colantuoni G. Russo Spena A. Boccia S. Palermo C. UEsse Penta R. Ventre A. Rigillo Troncone M. Spirito F. Castellano G. Baratta A. Di Stefano R. Bonelli M" K Maisano S. Boscotrecase L. Belli p" Gambardella A. Santoro L. Starace F. Cantone G. Pane G. De Fusco R. De Seta C. Alisio G. Venditti A. Carputi U. Fabbrocino V. Orlacchio D. Caterina G. Vitale A. Gangemi V. Capasso A. La Creta R. Rigillo k Forte F. Belli A"
Ordinario Stabilizzato Ordinario Straordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Ordinario Incaricato Incaricato Incaricato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Ordinario Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Ordinario Straordinario Straordinario Ordinario Ordinario Straordinario Stabilizzato I nc~ricato Stabilizzato Straordinario Incaricato Incaricato Straordinarill Stabilizzato Stabilizzato
Urbanistica 2° (A} Urbli'nistica 2° (B) Urbanistica 2° (C)
Insegnamenti Complementari:
Allestimento e Museografia Analisi dei Sistemi urbani Arte dei Giardini Caratteri stilistici e costruttivi dei Mo
numenti Complementi di matematica Consolidamento e adattamento degli
edifici Decorazione Illuminazione ed Acustica nell 'Edilizia Indirizzi dell'Architettura moderna Letteratura artistica Lingua inglese Materiali da costruzione speciali Materie giuridiche Pianificazione Territoriale Urb. (A) Pianificazione Territoriale Urb. (B) Plastica Ponti e Grandi Strutture Progettazione artistica per l'Industria Scenografia Storia dell'Urbanistica Tipologia Strutturale Unificazione e Prefabbricazione
D'Ambrosia R. Cardarelli U. Vittorini M.
De Felice· E. Renna A. Di Simone G.
Fiengo G. Fadini A.
Defez A. Morrica L. Cennamo M. De Fusco R. Mormone R. De Vivo Russo Ermolli D'Angelo G" Lanini R. Piemontese L Papale G. Noto A. Mango R. De Angelis A" Coletta M. Jossa P. Murolo C.
K
Ordinario Straordinario Ordinario
Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato
Stabilizzato Straordinario
Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Stabilizzato Incaricato Straordinario Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Straordinario
19
La
CODIFICAZIONE DEGLI INSEGNAMENTI DELLA FACOLTA
Analisi matematica e geom. anal. I Analisi matematica e geom. anal. II Composizione architettonica I Composizione architettonica II Composizione architettonica III Composizione architettonica IV Composizione architettonica V Disegno e rilievo Geometria descrittiva Restauro dei monumenti Scienza delle costruzioni Statica Storia dell'Architettura I Storia dell'Architettura II Tecnica delle costruzioni Tecnologia dell'Architettura I Tecnologia dell'Architettura II Urbanistica I Urbanistica II Allestimento e Museografia Analisi dei sistemi urbani Arredamento Arte dei giardini Caratteri stilistici e costr. dei monumenti Complementi di matematica
20
(25/04) (25/10) (25/28) (25/34) (25/67) (25/71) (25/72) (25/61) (25/60) (25/32) (25/25) (25/63 ) (25/62) (25/65) (25/69) (25/64) (25/66) (25/29) (25/35) (25/73) (25/74) (25/70) (25/50) (25/22) (25/75)
Consolidamento e adattamento degli edifici Decorazione Estimo ed esercizio professionale Fisica Fisica tecnica ed impianti Igiene .edilizia Illuminazione e acustica nell' edilizia Indirizzi dell' Architettura moderna Letteratura artistica Lingua Inglese Materie giuridiche Materiali da costruzione speciali Pianificazione territoriale urbanistica Plastica Ponti e grandi strutture Progettazione artistica per l'industria Scenografia Storia dell'urbanistica Tipologia strutturale Unificazione e prefabbricazione
(25/52) (25 / 5 3) (25/37) (25/13) (25/68) (25/26) (25/76) (25/77) (25/78) (25/41) (25/55) (25/79) (25/56 ) (25/43) (25/80) (25/57) (25/58) (25/81) (25/82) (25/84)
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LEZIONI E FREQUENZA
A proposito della frequenza alle lezioni, si rièorda che il R.D. 4-6-1938, n. 1269, sempre in vigore, dice testualmente:
« I professori ufficiali e i liberi docenti si accertano della frequenza e del profitto nel modo che credono più opportuno ».
_ Attualmente, per deliberazione del Consiglio di Facoltà, gli studenti sono esonerati dal presentare in Segreteria la firma di frequenza.
Si fa presente che data la particolare natura degli studi di Architettura è -indispensabile che gli studenti seguano con assiduità le lezioni.
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PIANI DI STUDI DELLA FACOLTA
Gli studenti possono conseguire la laurea seguendo l'ordinamento didattico consigliato dalla Facoltà (secondo il nuovo ordinamento) Decr. Preso n. 995 del 31-10-1969) oppure scegliendo un piano di studio individuale.
Il piano di studio ufficiale è composto da un numero rigido di determinati insegnamenti (detti fondamentali e uguali per tutti gli stessi corsi di laurea delle Università italiane) e da un numero molto minore di insegnamenti (detti complementari), che vengono scelti in un vasto gruppo per lasciare maggiore libertà allo studente.
Il piano di studio ufficiale viene automaticamente scelto e seguito da quegli studenti che non presentano alcuna domanda per variarlo.
Anche per l'iscrizione ai corsi, lo studente viene iscritto di ufficio a tutti gli insegnamenti fondamentali e a tutti quelli complementari contenuti nell'elenco del corso di laurea.
Inoltre gli stUdenti, anziché seguire il piano di studio predisposto dal Consiglio di Facoltà, secondo il nuovo ordinamento didattico (piano di studio ufficiale), possono compilare un piano di studio diverso da esso (piano di studio individuale); in questo secondo caso il piano di studio dev'essere approvato dalla Facoltà.
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CONCETTI GENERALI SUI PIANI DI STUDIO INDIVIDUALI
La legge 11-12-1969, n. 910, art. 2 (G.U. del 31-12-1969 n. 314, p. 7621) dice testualmente: '
"Per l'~nno accademico 1969-70, lo studente può predisporre un plano dI stud, dIverso da quello previsto dall'ordinamento didattico in vigore, purché nell' ambito delle discipline effettivamente znsegnate e nel numero degli insegnamenti stabiliti. , «Il piano è sottoposto, non oltre il mese di gennaio, al
I approvaZiOne del Consiglio di Facoltà, che decide, tenuto conto delle esigenze di formazione culturale e di preparazione professionale dello srudepte ».
La legge 30-11-1970, n. 924, art. 4 (G.U. del 9-12-1970 n. 310, p. 8142) dice testualmente: '
« I! termine di presentazione da parte degli studenti di piani di d d stu io in ividuali, è fissato al 31 dicembre di ciascun anno accademico. Quello per le decisioni dei Consigli di Facoltà è fissato al 31 gennaio di ciascun anno accademico ».
. I! concetto informatore della legge è di lasciare la possibilità agh studenti di predisporre piani di studio razionali, logicamente strutturatI che tengano conto sia delle loro possibili inclinazioni sia della necessità di mantenere e possibilmente migliorare il li: vello della loro preparazione culturale e professionale.
Lo studente ha la possibilità di formulare un piano di studi c?mplementare a sua scelta. È chiaro che la Facoltà valuterà questi pIalli con partIcolare attenzione, essendo suo dovere tener conto « delle esigenze di formazione culturale e di preparazione profes-
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sionale dello studente ». Il Consiglio di Facoltà potrà anche spo· stare gli insegnamenti da un anno all'altro.
Dopo l'approvazione da parte della Facoltà, tutti gli esami degli insegnamenti indicati nel piano di studio presentato diventano obbligatori e quindi non possono essere né sostituiti né anticipati di anno. Potranno, invece, essere posticipati anche se ciò chiaramente influirà sull'eventuale diritto all'assegno di studio. E chiaro che il piano di studio presentato ha valore del!' anno accademico per cui esso viene presentato (ad esempio, il piano presentato per l'anno accademico 1979-80 inizia ad avere validità dalla sessione estiva 1980, cioè dal maggio 1980); esso non può avere in nessun caso valore retroattivo, per cui fino alla sessione invernale (appello straordinario di febbraio) immediatamente successiva a quella della presentazione (nel caso dell'esempio per gli esami da sostenere fino a marzo 1980) avrà valore il piano di studio approvato per l'anno precedente (anno accademico 1978-79).
Ove mai gli studenti sostenessero e superassero esami non inclusi nei piani di studio presentati ed approvati dalla Facoltà, detti esami saranno annullati e non risulteranno indicati in nessun tipo di certificato. Infatti la presentazione di un piano di studio da parte dello studente, ave approvato dalla Facoltà costituisce un'effettiva sostituzione dell'ordinamento didattico tradizionale che lo studente è tenuto a rispettare. Nel caso che esso venga approvato con modifiche si convocherà lo studente affinché ne prenda visione. Se lo studente non si presenta alla convocazione indicata, egli sarà tenuto a seguire il piano tradizionale o quello approvato l'anno precedente.
E opportuno sottolineare che per ogni anno accademico lo studente ha la facotà di presentare un nuovo piano di studio, che comunque inizia ad avere validità -" ave approvato - dall'anno accademico della sua presentazione. E da sottolineare, però, come ciò sia assolutamente sconsigliabile in quanto la scelta del piano dovrebbe essere fatta dopo profonda meditazione.
I! piano di studio deve essere formulato in maniera completa, cioè per tutti gli anni accademici di durata del corso di laurea. Per quanto attiene agli esami relativi agli anni precedenti a quello del-
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la presentazione del piano di studi lo studente deve riportare nel modulo, senza alcuna moaifica, l'indicazione degli esami superati includendoli negli anni di corso in cui ha frequentato (senza tI
guardo a quando l'esame è stato effettivamente superato).
Pertanto, si ripete ancora che per l'anno accademico precedente a quello per cui è stato presentato il piano di studio, gli studenti sono tenuti a rispettare il piano di studio approvato per detto anno.
Si fa inoltre presente che un anno accademico può essere ritenuto valido solo quando sia comprensivo del numero minimo di insegnamenti, che non può essere inferiore a 3 per ciascun annO. È chiaro che questa disposizione è valida soltanto per gli studenti che presentano piani di studio alternativo.
Per quanto riguarda gli studenti che si trasferiscono da altra Università non potrà tenersi conto di piani di studio approvati in altra sede. Pertanto, lo studente è invitato a presentare un piano di studio secondo le norme indicate in questo opuscolo, a partire dall'anno accademico in cui egli risulterà trasferito a questa sede, sempreché. il trasferimento sia avvenuto entro il 31 dicembre. Lo studente comunque, non potrà conseguire la laurea presso questa sede senza che questa Facoltà abbia espresso il suo parere di validità sul piano di studio complessivo seguito dallo studente.
26
PIANO DI STUDIO CONSIGLIATO DALLA FACOLTA PER GLI STUDENTI CHE SEGUONO IL CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA IN BASE AL NUOVO ORDINAMENTO (Tab. XXX Decreto Presidente della Repubblica 31-10-1969, n. 995)
I Anno
Analisi matematica e geometria analitica (l" anno del corso) Geometria descrittiva. Disegno e rilievo. Composizione architettonica (primo anno del corso). Storia dell'architettura (primo anno del corso). Due insegnamenti complementari a scelta.
II Anno
Analisi matematica e geometria analitica (2' anno del corso) Statica. Tecnologia dell'architettura (primo anno del corso). Composizione architettonica (secondo anno del corso). Storia dell'architettura (secondo anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.
III Anno
Fisica. Scienza. delle costruzioni. Tecnologia dell'architettura (secondo anno del corso). Composizione architettonica (terzo anno del corso).
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Urbanistica (primo anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.
IV Anno
Fisica tecnica ed impianti. Tecnica delle costruzioni. Arredamento. Igiene edilizia. Composizione architettonica (quarto anno del corso). Urbanistica (secondo anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.
V Anno
Estimo ed esercizio professionale. Restauro dei monumenti. Composizione architettonica (quinto anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.
Insegnamenti complementari tra i quali lo studente dovrà sceglierne sei distribuendoli: 2 allo anno ed 1 per ogni anno successivo:
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Allestimento e museografia (annuale). Analisi dei sistemi urbani (annuale). Arte dei giardini (Architettura del paesaggio) (annuale). Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti (annuale). Decorazione (annuale). Illuminazione e acustica nell'edilizia (annuale). Indirizzi dell'architettura moderna (annuale). Letteratura artistica (annuale). Lingua Inglese (annuale). Materiali da costruzione speciali (annuale). Materie giuridiche (annuale). Pianificazione territoriale urbanistica (annuale). Plastica ornamentale (annuale).
Ponti e grandi strutture (annuale). Progettazione artistica per l'industria (annuale). Scenografia (annuale). Storia dell'urbanistica (annuale). Tipologia strutturale (Morfologia strutturale) (annuale). Unificazione e prefabbricazione (annuale).
Gli insegnamenti a corso biennale e pluriennali comportano l'esame alla fine di ogni anno di corso.
Gli esami di profitto e quelli di laurea o diploma si danno, per ciascun anno accademico, in due sessioni ordinarie (estiva e autunnale) e nell'appello straordinario di febbraio (disciplinato quest'ultimo, dalle norme contenute nelle leggi 5-11-1955 n. 8 e 1"-2-1956 n. 34).
Nell'appello straordinario di febbraio, però, gli studenti in corso possono sostenere al massimo 2 esami.
In particolare si ricorda che nell'appello di febbraio non possono essere ripetuti esami già sostenuti con esito negativo per due volte consecutive nelle sessioni ordinarie dell'anno accademico (estivo ed auturmale).
DELIMITAZIONI DELLE SESSIONI DI ESAMI
Il Senato Accademico nell'adunanza del 3-4-19-73 ha deliberato la ripartizione in sessioni degli appelli di esami come segue:
sesszone estiva:
sessione autunnale:
sesszone invernale:
maggio; giugno; luglio; ottobre;
novembre; dicembre; gennaio;
febbraio; marzo.
Circa la data degli appelli, gli studenti prenderanno accordi diretti con i singoli Professori ufficiali.
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PRECEDENZE DI ESAMI
Come da delibera del Consiglio di Facoltà del 5-1-1972 lo studente:
Non può essere ammesso a sostenere l'esame di:
Statica e Fisica tecnica e impianti
Scienza delle costruzioni Composizione architettonica, Analisi matematica e geometria analitica, Storia dell'architettura, Tecnologia dell'architettura, Urbanistica
Composizione architettonica V
Restauro
Tecnica delle costruzioni
Se non ha superato 1'esame di:
Analisi matematica e geometria analitica II
Statica Nella serie degli esami stabiliti dalla Facoltà per queste materie non può essere sostenuto un esame senza che sia stato superato il precedente.
Scienza delle costruzioni
Storia dell'architettura II.
Scienza delle costruzioni.
CONVALIDA DEGLI ESAMI SOSTENUTI CON IL VECCHIO ORDINAMENTO PER GLI STUDENTI CHE OPTANO
PER IL NUOVO ORDINAMENTO
Gli studenti che con il vecchio ordinamento hanno sostenuto l'esame di:
Elementi di architettura e rilievo dei monumenti I
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Avranno convalidato con il nuovo ordinamento l'esame di:
Composizione architettonica I
Elementi di architettura e rilievo dei monumenti II
Geometria descrittiva ed elementi di proiettiva (con i programmi degli anni accademici .1966-1967 e retro)
Geometria descrittiva ed elementi di proiettiva (con i programmi degli anni accademici 1967-1968 e 1968-1969)
Disegno dal vero I ed Applicazione di geometria descrittiva
Disegno dal vero I
Disegno dal vero II
Fisica tecnica
Fisica tecnica ed Impianti tecnici
Scienza delle costruzioni II
Composizione architettonica I
Architettura degli interni, arredamento e decorazÌoni I e/o arredamento e decorazioni II
Composizione architettonica II
Geometria descrittiva
Geometria descrittiva (svolgendo la parte integrativa di Applicazione di geometria descrittiva)
Disegno e rilievo
Disegno e rilievo (svolgendo la parte integrativa di Applicazione di geometria descrittiva)
Disegno dal vero (insegnamento complementare)
Fisica tecnica ed ampianti (svolgendo la parte integrativa di Impianti tec"ici)
Fisica tecnica ed impianti
Tecnica delle costruzioni (svolgendo la parte integrativa di Tecnologia dei materiali)
Composizione IV
Arredamento
architettonica
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Chimica generale ed applicata - Mineralogia e geologia
Elementi costruttivi
Chimica generale ed applicata
Mineralogia e geologia
Caratteri distributivi
Elementi di composizione
Caratteri distributivi ed Elementi di Composizione
Storia dell'arte e Storia e stili dell'architettura I
Analisi matematica e geometria analitica I
Storia dell' arte e Storia e stili del!' architettura II
Analisi matematica e geometria analitica II
Fisica (con i programmi degli anni accademici 1965-1966 e 1968-1969)
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Tecnologia dell'architettura I
Tecnologia dell'architettura II
Tecnologia dell'architettura I (svolgendo la parte integrativa di Mineralogia e geologia)
Tecnologia dell'architettura I (svolgendo la parte integrativa tiva di Chimica generale ed applicata) Composizione architettonica III
Composizione III
architettonica
Composizione architettonica III e IV (ma dovranno sostenere l'esame di Composizione architettonica V obbligatoriamente)
Storia dell'architettura I
Analisi matematica e geometria analitica I
Storia dell'architettura II
Analisi matematica e geometria analitica II
Statica
Fisica (con i programmi degli anni accademici 1964-1965 -retro)
Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti
Meccanica razionale estatica grafica (con i programmi degli anni accademici 1965-1966 1968-1969)
Meccanica razionale estatica grafica (con i programmi degli anni accademici 1964-1965 e retro)
Scienza delle costruzioni l
Igiene edilizia
Urbanistica I
Restauro dei monumenti
Topografia e costruzioni stradali
Urbanistica II
Estimo ed esercizio professionale
Tecnologia dei materiali e tecnica delle costruzioni
Composizione architettonica II
Letteratura italiana
Lingua inglese
Fisica
Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti (insegnamento complementare)
Fisica
Statica
Scienza delle costruzioni
Igiene edilizia
Urbanisrica I
Restauro dei monumenti
Topografia (insegnamento complementare)
Urbanistica II
Estimo ed esercizio professionale
Tecnica delle costruzioni
Composizione architettonica V
Letteratura artistica
Lingua inglese
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Lingua tedesca
Plastica ornamentale
Decorazione
Arte dei giardini
Materie giuridiche
Scenografia
Complementi di matematica
Progettazione artistica dell'industria
Caratteri dell'architettura moderna
Grandi strutture spaziali
Pianificazione territoriale dell'Urbanistica
Consolidamento ed adattamento degli edifici
Applicazione di geometria descrittiva
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Lingua tedesca
Plastica ornamentale
Decorazione
Arte dei giardini
Materie giuridiche
Scenografia
Complementi di matematica
Progettazione artistica dell'industria
Indirizzi dell'architettura mo· derna
Ponti e grandi strutture
Pianificazione territoriale dell'Urbanistica
Consolidamento ed adattamento degli edifici
Applicazione di geometria descrittiva
NORME GENERALI
Gli insegnamenti sono svolti sotto forma di lezioni teoriche e di esercitazioni pratiche e possono essere integrati da visite a monumenti, edifici e cantieri che presentino particolare interesse ai fini dell'insegnamento. Gli insegnamenti comprtano l'esame alla fine di ogni anno o semestre di corso.
Per essere ammessa all'esame di laurea, lo studente deve aver seguito le.lezioni e le esercitazioni, e deve aver superato i relativi esami di tutti gli insegnamenti. fondamentali e dei sei coroplementari da lui scelti fra quelli indicati dalla Facoltà.
E altresì ammesso all' esame di laurea lo studente che abbia seguito le lezioni e le esercitazioni, e che abbia superato i relativi esami di tutti gli insegnamenti del piano di studio da lui predisposto ai sensi dell'art. 2 della legge 11-12-1969, n. 910, prorogata con legge 30-11-1970 n. 924.
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NORME PER L'ESAME DI LAUREA
Lo studente almeno sei mesi prima della sessione di laurea dovrà concordare con il professore relatore l'assegnazione della tesi che dovrà svolgere.
Per essere ammesso all'esame di laurea, lo studente deve aver seguito i corsi e superato, almeno quindici giorni prima della seduta di laurea, gli esami di tutti gli insegnamenti fondamentali e complementari, previsti dal piano degli studi (sia eSl;O quello ufficiale ovvero individuale cioè prescelto daIlo studente ed approvato dal Consiglio di Facoltà).
Nel termine prescritto, lo studente deve presentare aIla Segreteria della Facoltà apposita domanda di ammissione, corredata dalIa quietanza attestante il pagamento della sopratassa esame di laurea e dal nulla osta, rilasciato dal Relatore, per l'ammissione all'esame di laurea.
L'esame di laurea consiste: a) nella redazione di un progetto di architettura o di ur
banistica o storiografia dell'architettura e dell'urbanistica. II progetto deve essere completo nei riguardi dell'arte e della tecnica, in modo da poter esser considerato esecutivo in ogni sua parte, e svolto dallo studente durante l'ultimo anno di corso;
b) in una discussione sullo svolgimento del progetto o della monografia.
Si ricorda, infine, che l'esame di laurea non dovrà identificarsi in alcun modo con il corso e l'esame di Composizione Architettonica V, come del resto già da tempo stabilito dal Consiglio di Facoltà.
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BIBLIOTECA
La Biblioteca della Facoltà è aperta al pubblico dalle ore 9 alle ore 19 dei giorni feriali, escluso il sabato, in cui è aperta dalle ore 9 alle ore 13.
Sono ammessi alla consultazione gli studenti, i docenti universitari, nonché i laureati e gli studiosi, relativamente ad opere non reperibili presso altre biblioteche, previa autorizzazione del Direttore.
La consultazione dei periodici termina alle ore 14. II prestito è concesso ai professori di ruolo ed ai professori
incaricati della Facoltà, nonché agli assistenti, con malleveria dei Direttori d'Istituto.
Le opere rare, quelle di frequente consultazione, i codici, le enciclopedie, i dizionari, i repertori bibliografici, gli atlanti, le raccolte di tavole ed i periodici sono tassativamente..esclusi dal prestito. .
Funziona un servizio di riproduzione fotomeccanica.
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SCUOLA DI PERFEZIONAMENTO IN RESTAURO DEI MONUMENTI
E istituita, presso la Facoltà di Architettura, la Scuola di perfezionamento in Restauro dei monumenti, con lo scopo di incrementare la preparazione storico-artistica e tecnica dei professionisti, impegnati nella attività di restauro e di tutela dei monumenti e nella pianificazione urbanistica dei centri urbani.
In particolare, la scuola si propone anche di preparare gli architetti alle funzioni tecniche e scientifiche che vengono svolte presso le sopraintendenze ai monumenti.
La scuola svolge un corso di insegnamento della durata di due anni e rilascia un diploma di perfezionamento in restauro dei monumenti.
Sono ammessi alla scuola i laureati in architettura ed ingegneria civile (sezione edile). Il numero massimo degli iscritti è di 50 per ogni anno di corso. .
Della accettazione delle domande giudica, anno per anno, il consiglio direttivo della scuola, su proposta del direttore.
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Gli insegnamenti della scuola sono i seguenti:
a) Fondamentali:
Teoria e storia del restauro dei monumenti; Urbanistica dei centri antichi; Consolidamento ed adattamento degli edifici; Restauro dei dipinti, affreschi e mosaici; Nozioni giuridiche ed amministrative.
b) Complementari:
Storia dell'architettura; Storia dell'arte; Cantieristica; Estimo e contabilità dei lavori.
Le lezioni relative agli insegnamenti suddetti saranno integrate da conferenze svolte da specialisti dei vari settori.
Il consiglio potrà anche istituire altri corsi non compresi nel suddetto elenco.
Ciascun insegnamento fondamentale comporta un unico esame alla fine del biennio; e tali esami sono ammessi gli allievi che abbiano frequentato almeno due terzi delle lezioni di ciascun corso. La frequenza viene attestata da ciascun docente.
Le commissioni giudicatrici sono composte da tre insegnanti della scuola e sono presiedute ciascuna dal docente della materia in esame.
Gli esami hanno luogo in due sessioni, estiva ed autunnale.
L'iscritto che ha superato tutti gli esami degli insegnamenti fondamentali e di almeno due complementari è ammesso all'esame di diploma.
L'allievo che non abbia sostenuto le prove di esame nel termine prescritto, potrà ottenere l'iscrizione fuori .....corso soltanto per un anno.
L'esame di diploma si sostiene dinanzi al consiglio direttivo riunito in commissione, che in nessun caso dovrà essere costituita da meno di cinque professori.
Il candidato deve presentare una dissertazione scritta, accompagnaia da eventuali altri elaborati, su di un tema scelto dall'allievo, d'accordo con il docente della materia e deve discuterla davanti alla commissione, nell'ambito di un colloquio che dimstri la sua adegùata preparazione nella specializzazione.
I candidati non riconosciuti idonei potranno presentarsi all'esame di diploma dopo un altro anno di frequenza alla scuola. Nel caso che essi anche al secondo esaine di diploma non sIano
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riconosciuti idonei, saranno senz'altro esclusi da ogni ulteriore prova.
La scuola è retta da un consiglio direttivo, composto dai professori che insegnano nella scuola stessa, i quali eleggono tra loro il direttore che lo presiede per un triennio ed è rieleggibile. Il consiglio stabilisce l'ordinamento e l'indirizzo degli studi nonché il numero delle elezioni per ogni singolo insegnamento.
Gli incarichi di insegnamento sono conferiti su proposta del Consiglio della Facoltà di architettura, approvata dal Senato accademico e dal Consiglio di Amministrazione dell'Università di Napoli. Gli insegnanti possono essere scelti tra i professori di ruolo e fuori ruolo, tra i liberi docenti e anche tra specialisti o stranieri, di chiara e riconosciuta competenza.
Gli iscritti alla scuola di perfezionamento sono tenuti a pagare le tasse, le sopratasse, la tassa di diploma, nonché tutti gli altri contributi stabiliti per gli studenti iscritti alla facoltà di Architettura dell'Università di Napoli.
Essi sono tenuti, altresì, a pagare un contributo speciale nella misura che sarà determinata annualmente dal consiglio di amministrazione, su proposta del consiglio direttivo della scuola.
La tassa di diploma è fissata nella misura di L. 6.000, ai sensi della legge 18 dicembre 1951, n. 1551.
La presentazione delle domande di ammissione scade improrogabilmente il 5 novembre di ogni anno.
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PROGRAMMI
ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA I
(A) (B) (C) (D)
Prof. Francesco T ucci Prof. Domenico Castaldo Prof. A. Maria D'Aristotile Prof. Carmela Cella
Premessa comune ai quattro C01'si -
Quale breve premessa teorica e metodologica al programma didattico di Analisi matematica e Geometria analitica I che qui di seguito andiamo ad esporre per gli studenti del primo anno di corso, possiamo dire che è nostro intendimento fonda11lentale partire dal recupero delle conoscenze matematiche che i giovani hanno già acquisito nella Scuola secondaria superiore, cercando di colmare i dislivelli di preparazione causati dai diversi programmi svolti nelle diverse scuole di provenienza. In secondo luogo, avendo presente che per i primi corsi di Matematica ed in particolare per l'Analisi matematica e Geometria analitica I, generalmente considerata la materia più ostica, è necessario un bagaglio di nozioni molto modesto, passiamo ad introdurre i concetti di base cercando, per quanto possibile, di sviluppare le capacità critiche degli allievi, l'attenzione a ciò che è fondamentale, l'elaborazione autonoma e l'equilibrio fra la fantasia e la sistematicità.
Nel nostro insegnamento poi già da tempo facciamo il possibile per abbandonare le metodologie tradizionali delle lezioni ex-
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cattedra a studenti destinatari passivi di nozioni e teorie gla accuratamente confezionate, cercando invece di dare ai giovani con l'insegnamento matematico il mezzo necessario per sviluppare la astrazione e ciò non per significare distacco dal concreto bensl perché essa costituisca lo strumento più appropriato per dominarlo.
Cosicché in un corretto apprendimento della matematica il giovane studente trovi il mezzo necessario per trattare i problemi concreti.
Per quanto riguarda il contenuto del corso, a differenza di quanto avviene per altre discipline in cui sono possibili delle diversificazioni, per l'Analisi Matematica e Geometria Analitica I tutti i docenti sono generalmente soliti distribuire il programma nel modo che qui appresso viene indicato:
Programma
Simboli logici di uso corrente e nozioni fondamentali sugli insiemi - Insiemi numerici - Spazi euclidei ad n dimensioni - Concetto di funzione - Funzioni numeriche di una o più variabili -Elementi di algebra lineare - La nozione di limite di funzioni reali di una variabile reale e teoremi fondamentali per la ricerca del limite - La nozione di continuità e proprietà notevoli delle funzioni continue - Le funzioni numeriche elementari nel campo reale (funzione potenza, funzioni esponenziali- e logaritmiche, funzioni circolari e loro inverse, polinomi nel campo reale) - Infinitesimi ed infiniti - Derivate e differenziali delle funzioni reali di una variabile reale - Regole di derivazione - Derivazione deile funzioni elementari - Applicazione del calcolo differenziale delle funzioni di una variabile reale - Elementi di geometria analitica del piano.
Bibliografia
Fiorenza, Introduzione al corso di Analisi Matematica, Adriatica Editrice, Bari.
Fiorenza, Lezioni di Analisi Matematica, p. I, Adriatice. Ed., Bari.
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ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA II
(A) (D)
Prof. Rosanna Ambrosia Prof. M. Luigia Diviccaro
Gli argomenti del corso di Analisi Matematica e Geometria Analitica II costituiscono il presupposto per la comprensione delle questioni di carattere tecnico che si presentano nello studio delle strutture architettoniche e dei procedimenti progettuali.
1. Applicazione del calcolo differenziale in una variabile -Formula di Taylor.
2. Integrazione delle funzioni di una variabile.
3. Lo spazio euclideo reale a R-dimensione - Elementi di calcolo vettoriale.
4. Funzioni reali di più variabili reali - Funzioni vettoriali -Limiti e continuità.
5. Calcolo differenziale delle funzioni di più variabili. -6. Elementi di geometria differenziale delle curve.
7. Integrali curvilinei.
8. Integrazione delle funzioni reali di due variabili.
9. Equazioni differenziali.
Testo consigliato
Fiorenza - Greco, Lezioni di analisi matematica, voli. I e II.
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ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA II
(B) (C)
Prof. Fortunata Liguori Prof. G. Barbara Martini
Gli argomenti del corso di Analisi Matematica e Geometria Analitica II costituiscono il presupposto per la comprensione delle questioni di carattere tecnico che si presentano nello studio delle strutture architettoniche e dei procedimenti progettuali.
1. Elementi di calcolo matriciale.
2. Applicazione del calcolo differenziale In una variabile -Formula di Taylor.
3. Integrazione delle funzioni di una variabile.
4. Lo spazio euclideo reale a R-dimensione - Elementi di calcolo vettoriale.
5. Funzioni reali di più variabili reali - Funzioni vettoriali Limiti e continuità.
6. Calcolo differenziale delle funzioni di più variabili.
7. Elementi di geometria differenziale delle curve.
8. Integrali curvilinei.
9. Integrazione delle funzioni reali di due variabili.
lO. Equazioni differenziali.
Testo consigliato
Fiorenza - Greco, Lezioni di Analisi Matematica, voli. I e II.
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ARREDAMENTO (A)
Prof. Filippo Alison
Significato della disciplina
L'arredamento, come collocazione nell'attuale ordinamento didattico, è quella disciplina che si occupa della progettazione e della organizzazione di 'sistemi' che concorrono alla configurazione di un ' ambiente', sia esso urbano o collettivo sia privato che individuale, e dello studio delle «componenti» del sistema (dall'oggetto artigianale - non di serie - a quello ripetitivo industrializzato, dal colore della tessitura, alla grana, ecc.) che soddisfino l'istanza ambientale in esame.
La disciplina dell'Arredamento allora, e quindi l'operazione di Arredo, sia nelle sue esemplificazioni didattiche sia nella prassi professionale, si situa nel processo del progetto arch,[ettonico in quella fase, a volte Preliminare a volte conclusiva, che fornisce un , senso' ad una serie di oggetti comunque dati: è allora non lin
complemento, come il concetto sembrerebbe implicare, quanto il portare a compimento il processo di orgarùzzazione di liUO spazio e/o l'atto di formalizzazione di uno spazio ";( architettonico », CO~
me tale altrimenti assente.
Ruolo della disciplina
L'ideologia corrente della progettazione rende l'azione dell'arcbitetto lontana dall'essere autonoma; i condizionamenti sono molteplici per cui questa azione è di rado creatrice quanto piuttosto riproduttrice. Raramente si riesce a sfuggire al feticismo dell'oggetto-merce per cui lo spazio interno o esterno e i suoi paraggi è con i suoi aggiustamenti cosmetici nient'altro che la « confezione» di un oggetto di consumo. È chiaro che l'azione del progettista si riduce a metà fra il «proporre problemi» e « inventare soluzioni »; e per questa via il suo ruolo diventa quello di « elaboratore di logotecniche o linguaggi artificiali, cioè di
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organizzatore occulto del consenso al consumo degli oggetti» (Barthes): un'attività. che'è razionalizzatrice ma non razionale e che si adegua alla razionalità - nel senso illuministico deteriore - del sistema sociale vigente: quello neo-capitalistico.
Inoltre, negli attuali sistemi organizzativi del nostro modello sociale, tra il prodotto e il produttore, tra il prodotto e l'utente, tra l'utente e il designer si stabiliscono distanze sempre più ampie, intricate di intermediari e barriere: per questo diviene passivo fruitore, e il designer tecnologico diviene anello di congiunzione tra la produttività legata al profitto e i costruttori del consenso, i modellatori di falsi bisogni.
Nel tentativo di evitare siiIatto pericolo, la disciplina dell' Arredamento - come teoria e come prassi, nelle formulazioni ideologiche e nella ricerca operativa - ha l'obbligo di non staccarsi dalle istanze più propriamente sociali: le tocca perseguire progetti che abbiano per fine non il consumatore, o l'oggetto, ma l'uomo: che insieme fruisca e crei, che godi libertà di interazione con il suo ambiente.
Il binomio Forma-funzione, così come inteso e cristallizzato dal « Movimento moderno », riduceva l'uomo a tipo attraverso il processo semplificativo dei suoi comportamenti, trascurandone ogni contraddizione o conflitto (vedi - cucina di Francoforte).
Oggi la progettazione non può più eludere il suo ruolo attivo nella collettività; non è più concepibile il comodo rifugiarsi nella mera arroganza dell'arte, la neutralità della tecnica, l'abbandono alla ricerca estetica-formale, né, tantomeno, il ristagno nella pratica professionale. Le corre il dovere - perché il suo risultato non sia di massa - di stimolare la partecipazione diretta dell'uomo, farlo utente e protagonista attivo affinché concorra alla conformazione delle caratteristiche del suo ambiente, che siano' individuali' e genuinamente ' popolari'.
Articolazione del corso
In un solo anno accademico è impossibile coprire, sia pure in forma conoscitiva, l'ampia problematica della disciplina.
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L'attuale ordinamento didattico non concede occasioni propedeutiche atte ad informare gli studenti sul ruolo e sul significato specifico dell'Arredamento. L'arco di tempo disponibile,. sempre più limitato, riduce le osservazioni analitiche e pone limltl anche all'operazione progettuale ritenuta prevalente, sia per la sua col: locazione nel corso di studi sia per la sua istanza promottlce d1
responsabilità. In forma problematica, col tentativo di coprire le lacune più
emergenti, il corso affronta i temi delle attrezzature di arrdo per l'alloggio, per l'ambiente urbano e per i servizi sociali a carattere collettivo.
I compattamenti sociali, la condizione economica attuale, in connessione con la disciplina, pongono problemi quali: l'adeguamento, la rivalutazione e la trasformazione delle attrezzature di arredo in rapporto con l'evolversi della produzione industriale e artigianale e con l'uso' di esse nelle atitvità produttive, nella casa e nelle organizzazioni comunitarie.
Nel quadro di assestamento e di riconversione delle attività agricole, artigianali e produttive in genere, e nell'ambito delle istanze di rivitalizzazione e di recupero sia funzionale che produttivo di ambienti urbani degradati, usando un metodo di mediazione tra pragmatismo e materialismo dialettico, la nostra ricerca, sia critica che progettuale, estrapola, dalle condizioni reali, ambienti-campione ove emergono i problemi del settore- direttamente correlati alla funzione-alloggio.
Tema A - L'ambiente domestico privato e collettivo Tema B _ Servizi per la didattica e sociali con strutture aggre
gative in un insediamento urbano Tema C - Strutture ambientali per attività collettive urbane
Ricerca storica
In una sincronia con lo svolgimento dei temi esposti, si affidano a gruppi di studenti, argomenti di ricerca tesi alla storiciz
zazione della disciplina.
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Tale ricerca, intesa come strumento metodologico si articola programmaticamente tra strutturismo e storicismo e si esplica con operazioni di analisi strutturali mediante la lettura sincronica e diacronica di un'opera prescelta - a volte con la sua ricostruzione - per un recupero alla storia attraverso la staricità del segno.
Gli obiettivi di questo lavoro possono così sintetizzarsi: a) decifrazione delle regole costitutive dell'opera in esame
c rinvenimento deila grammatica operativa;
b) risalire all'istanza progettuale di base, dal suo presupposto poetico alla sua estrinsecazione tecnico-costruttiva' ,
c) analisi dello statuto simbolico - in rapporto sincronico e ovviamente dilatabile - degli oggetti in esame.
Attraverso la verifica sui modelli al vero (oggetti ricostruiti) o in scala (ambienti), l'analisi assume valore concreto di sperimentazione, laddove attraverso la ri-storicizzazione del progetto si intende rinviare ad una ri-progettazione della storia.
ARREDAMENTO (B)
Prof. Fabrizio Cocchia
Premessa
Si tenterà, durante lo svolgimento del Corso, di effettuare una riconnessione degli spazi destinati alla didattica con la normativa in vigore che ne consente le realizzazioni.
La ricerca di cui gli studenti si occuperanno durante il Corso sarà finalizzata allo studio delle unità elementari e delle loro possibili aggregazioni al fine di formulare le più attendibili ipotesi di
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spazi didattici nelle nuove scuole che dovranno sorgere in funzione soprattutto della distrettualità scolastica.
Contenuti del corso
Lo studio dell'arredamento, e del modo di utilizzarlo, dovrà costituire la massima sollecitazione alla creazione formale dell'unità elementare ripetibile. Tutto ciò quindi, senza invadere il campo della problematica più propria della progettazione architettonica, ma anzi fornendo per questa la serie di ipotesi atta a determinare la variabilità degli spazi necessari. Le esperienze che il corso ha accumulato negli anni precedenti sul tema « la scuola d'obbligo », costituiranno inoltre il quadro di riferimento che sosterrà l'articolazione del corso per l'anno accademico 1979-80.
Articolazione
Un siffatto impegno verrà a controllare la congruenza tra obbiettivi e strumenti della ricerca, e si concreterà attraverso scadenze mensili che facciano contestualmente il punto della situa· zione e valgano come indirizzo per le fasi successive.
Il rapporto seminariale costituirà la linea didattico-operativa prescelta quale garanzia di posizioni dialettiche articolate e consapevoli a tutti i livelli.
A tal fine viene auspicata l'organizzazione degli studenti per gruppi costituiti da un numero massimo di 3 componenti, facendo comunque salva la posizione di quegli studenti che per scelta o per situazioni particolari parteciperanno a livello individuale.
Ogni partecipante dovrà, per conseguenza, rendersi gestore in prima persona della finalità del corso, e porre la propria adesione in termini di consapevolezza disciplinare, senza di conseguenza prescindere dalla assimilazione di adeguate cognizioni da assumere tramite l'estratto bibliografico di seguito allegato.
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Bibliografia
Argan Giulio Carlo, Progetto e Destino, Milano 1965. Barthes Roland, Saggi-Critici, Torino 1966. Dewey John, Scuola e Società, Firenze 1962. Gibbon Z., La pedagogia e l'architettura della scuola, XII Trien
naIe di Milano 1960. Godfrey J. A., Castle Cleary R.: School design and construction,
The Architectural Presse, Londra 1953. Hessen Sergio, Struttura e contenuto nella scuola moderna, Ro-
ma 1962. Isabella Ferdinando, L'edilizia Scolastica in Italia, Firenze 1966. Bertoni Iovine, La scuola italiana dal 1870 ad oggi. Min. of education, New primary school, Building Bulletin n. 1,
agosto 1955. Mumford Lewis, La città nella storia, Milano 1963. Scharoun Hans, Lo spazio e l'ambiente della scuola. Tutino Sansoni Novelli, Scuola e territorio, Bari 1966. Visalberghi Aldo, Scuola Aperta, Firenze 1960. AA. VV., Casabella, Continuità n. 245, novembre 1960, nume
ro speciale dedicato alla scuola. AA. VV., Quaderni del centro studi per l'edilizia scolastica, Ras
segna quadrimestrale a cura del Ministero della Pubblica Istruzione, Roma.
AA. VV., La nuova scuola media, Centro studi dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Bologna, Bologna 1963.
AA. VV., Bologna scuole: Progetti e Programmi edilizi del comune per l'istruzione elementare e media, febbraio 1971, a cura del Comune di Bologna.
Arnheim R., Arte e percezione visiva. AA. VV.,Abitare, ottobre 1974, numero speciale dedicato alla
scuola. Leschiutta F. E., Linee evolutive dell'edilizia scolastica, vicende
norme-tipi, 1949-1974, Roma 1975.
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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (A)
Prof. Marcello Angrisani
Premessa teorica e metodologica
La definizione che WiIliam Morris diede dell'architettura nel 1881, agli albori del Movimento Moderno " è importante e ancora attuale, non tanto perché conferisce una dimensione onnicomprensiva e pressoché illimitata ai fenomeni conseguenti all'intervento dell'uomo sull'ambiente, quanto perché, concettualmente, è in grado di assorbire molto della problematica su ciò che è e cio che non è architettura. Perdono infatti molto valore certe drastiche distinzioni o classificazioni quali ad esempio quella di una , edilizia' come 'letteratura' ed 'architettura' come 'poesia', che hanno procurato molti danni nel privilegiare un'interpretazione in chiave prevalentemente' artistica' del costruire.
Conseguenza di quel concetto è difatti che, come si potranno avere prodotti di differente impegno e complessità dal punto di vista ad esempio costruttivo e tecnologico (dando per scontata una loro 'proprietà' risolutiva corrispondente al tema) così vi potranno essere differenze di capacità nel comunicare dei significati in termini visivi, derivanti dalle forme e dagli spazi adottati, anche questi in rispondenza dei temi proposti. -
Ma sempre più si avverte l'esigenza che anziché fare ricorso ad aprioristiche scale di meriti preferenziali, che privilegino la , figura' astratta, sia questione di individuazione e risoluzione, nei modi appropriati, di problemi concreti:' di bisogni ed esigenze da soddisfare nei termini globali del rapporto uomo/ambiente attraverso ogni attività costruita, da relazionare, questo sì, alle risorse disponibili nell'ambito del rapporto uomo/società.
Nei « modi appropriati » rientra anche il confronto con la Sto-
1 «(L'architettura) ... rappresenta l'insieme delle modificazioni e delle alte~ razioni operate sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane, eccetto il puro deserto ».
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ria, per la disciplina costante di rifetimenti ad essa peculiare, e conseguente del resto alla definizione indicata.
L'accezione ambientale pure ne ridimensiona infatti le correnti diatribe e le esagerate convinzioni, quando non i deprimenti scoraggianti arretramenti. La linea da privilegiare è perciò quella che nel Movimento Moderno procede da Berlage ad Albini, nella quale cioè il senso e l'amore del passato non fa velo, ma favorisce l'innesto contemporaneo come acquisizione e creazione tecnologica e formale nelle «alterazioni e modificazioni », «in vista delle necessità umane ».
Contenuto del Corso
La città, come fondamentale costruzione ambientale, e punto di convergenza dell'intervento, alle varie scale, dell'uomo sul territorio, costituisce tuttora argomento centrale fra i problemi architettonici attuali. Su di essa si accentra l'attenzione del corso. Prescindendo da un coinvolgimento di più ampie problematiche territoriali (sul rapporto architettura/urbanistica vedi lo scritto « Un'architettura di concetti ») è possibile enucleare temi e problemi per un approccio più rigorosamente disciplinare. La residenza urbana e i servizi ad essa collegati, nella loro attuale consistenza e nelle ipotesi di elaborazione possono costituire allora oggetto di studio e di riflessione, nonché di orientamenti decisionali.
Nella nostra città la maglia urbana, da quella originaria ippodamea alle sue stratificazioni successive e le amplificazioni ulteriori, racchiude e comprende al riguardo, qualità eccezionali, che però' senza possibili interventi' al contorno' o più diretti, rischiano di pervenire al 'ptesepiale', non più al ' museale' (ma purtroppo non è qui questione di ' contemplazione '), per il sussistere di impellenti problemi di aggiornamento ed adeguamento alle , necessità' contemporanee; alla ricerca di una' qualità della vita' da recuperare.
L'attenzione sarà quindi rivolta in particolare allo studio analitico di alcuni comparti tra i più significativi se rapportati al tema delle residenze e dei servizi. In tal senso alcune preesistenze al
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limite della obsolescenza dal punto di vista funzionale ongmario, o sottoutilizzate all'interno di aree congestionate e prive di servizi collettivi si prestano ad una ragionata riconsiderazione della loro consistenza, identità architettonica e virtualità di riconversione per un recupero socializzato. Ma questo fa parte di una fase ulteriore di ipotesi progettuali, da far seguire ad altra, pure di analisi e studio, ma a carattere monografico, degli esiti offerti su questi stessi argomenti dell'architettura moderna.
Articolazione ed organizzazione del Corso (I anno, 1979-'80)
Nella sua prima parte annuale il Corso si occuperà di esaminare le situazioni esistenti di alcune parti del centro storico, in particolare quelle circostanti ad ' insule' conventuali.
Ad una serie di lezioni introduttive che affronteranno l'argomento attraverso la trattazione delle questioni riguardanti la struttura ippodamea ed i suoi elementi costitutivi (raffrontate ad altre geometrie urbane) si alternerà e seguirà il lavoro di elaborazione grafica, rivolto ad individuare la consistenza ed i caratteri delle preesistenze indagandone, oltre ai dati quantitativi e dimensionali della loro geometria architettonica, anche la relazione di questi
. alle funzioni d'uso, i rapporti tra spazi pubblici/privati, di esterno/interno; i loro caratteri tipologici e le soluzioni tecnologiche adottate da relazionare, oltre che agli aspetti funzi6bali distributivi e spaziali, anche alla proprietà dei materiali impiegati nella loro realizzazione, in rapporto alle funzioni richieste ai vari elementi; infine anche la loro durevolezza ed attitudine alla manutenzione. Le suddette operazioni verranno compiute, da parte degli studenti, con lavori sia individuali che di gruppo (non più di 4-5 elementi).
Le elaborazioni grafiche saranno accompagnate da testi scritti (anche 1 '0 più cartelle) questi preferebilmente individuali, poiché l'espressione del linguaggio architettonico - anche nell'articolazione sua propria - presuppone o esige, come utile se non indispensabile, l'esercizio del linguaggiO' dei concetti informatori, questi da esprimersi attraverso lo scritto.
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La seconda parte del Corso, da precisare nella sua articolazione per l'anno successivo, sarà dedicata, come detto, allo studio di soluzioni offerte dalla cultura architettonica, anche la più recente, ai problemi della residenza urbana. Ambedue le fasi verranno finalizzate alle ipotesi progettuali, da formulare successivamente.
p.s.: II corso è biennale, con l'inizio l'a.a. 1979/'80, accoglie stu-denti iscritti al primo anno, nonché alcuni gruppi - limi
tati - di studenti isctitti al 2'-3'-4', che stanno svolgendo temi afferenti ai programmi degli anni precedenti, analoghi o coincidenti con alcuni aspetti di quella presente.
Bibliografia
L. Mumford, La cultura della città. AA. VV.,Storia di Napoli (Parti dedicate alle questioni urbanisti-
che ed architettoniche). C. De Seta, Cartografia della città di Napoli. L. Benevolo, Storia dell' architettura moderna. L. Gambi, La città e l'organizzazione dello spazio in Italia. M. Angrisani, Un' architettura di concetti.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (B)
Prof. Donatella Mazzoleni
Premessa teorica e metodologica
L'insegnamento dell'architettura che si propone in questo corso è basato sui concreti processi di apprendimento del linguaggio spaziale. Intende cioè presentare l'esperienza dell'architettura come esperienza cosciente dello «spazio vissuto».
Questa proposizione si fonde su alcune scelte di base:
1) sul rifiuto delle definizioni dell'architettura che, consi-
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derando preminente il momento dell'autonomia disciplinare, riducono il tempo d'indagine a quello della dimensione puramente formale e visiva deIla città;
2) sul rifiuto delle definizioni dell'architettura che privilegiallo il momento dell'eteronomia disciplinare, e s'incentrano sullo studio dei condizionamenti « strutturali » (economici, politici, sociali) della « sovrastruttura » città;
3) sull'adesione a quel filone di ricerche che, nella considerazione dell'architettura come «linguaggio », puntano aII'indagine delle relazioni strutturali che legano i « segni» ai loro « significati >>: la « similarità strutturale» tra forma (struttura dello spazio) e contenuti (struttura dei comportamenti psichici e sociali) dell'architettura viene dunque assunta come oggetto specifico del lavoro didattico.
Rispetto all'attuale condizione dell'università e più in generale della scuola, il corso intende affermare, pur nella coscienza di una profonda drammaticità, la possibilità e la necessità di un progetto pedagogico. Nella convinzione che solo l'utopia di una « società educante » possa rendere legittimo il passaggio da una « cultura negativa» ad una « negazione della cultura », si ritiene ne~ cessario affrontare la coscienza di una crisi storica dell'utopia al confronto con la condizione concreta della società di.massa. Pertanto, si riafferma la volontà di recuperare un compito politico-pedagogico che resta, comunque, affidato alle istituzioni educative (università, e, in generale, la scuola). Si individua nella pedagogia della creatività un compito specifico del corso di progettazione: intendendo per creatività la campo-indipendenza, la riappropriazione del vissuto come « diritto alla città », lo sviluppo massimo delI'intenzionalità progettante.
Dal punto di vista metodologico, il lavoro di « analisi» viene inteso, nella sua essenza, come strettamente analogo a quello del « progetto ». Pur nella considerazione della necessaria gradualità dell'apprendimento, il corso si propone dunque, fin dai primi anni come corso di scienza della progettazione. Ma poiché non si crede
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né alla « neutralità» della scienza, né alla possibilità di una storia come « obiettivo racconto », il lavoro didattico intende fornire, accanto alle tecniche di apprendimento, anche le metodologie per l'autocoscienza critica dell'« intenzionalità progettante» sottesa al programma.
A questo scopo, il lavoro si articolerà continuamente tra i poli della teoria e della pratica vissuta dell'architettura. Ciò allo scopo di stimolare quella coincidenza tra il piano del politico e il piano dell'autocoscienza personale che riteniamo propria della cultura reale, e della volontà autentica di modificare la realtà.
Contenuti del corso
Oggeto del lavoro teorico-sperimentale è: «la metamorfosi urbana ». Su questa tematica generale si articolano i temi annuali di analisi-progetto. (vd. l'edizione integrale del programma ed i piani operativi presso l'Istituto di Analisi Architettonica).
Il lavoro teorico consisterà in lezioni, seminari e dibattiti su strutture problematche fondamentali illustrate attraverso riferimenti alla storia dell'architettura moderna; il lavoro pratico in una serie di esercizi ed esperimenti per sviluppare l'apprendimento del linguaggio spaziale attivo, e della facoltà riproduttiva, cioè rappresentativa e progettuale. Saranno coordinati in ogni fase di avanzamento nel modo seguente:
l'ANNO DEL CORSO: Nella fase preliminare, oggetto di studio saranno le facoltà elementari primarie dell'organizzazione spaziale. La necessità di questa fase sta nel fatto che, com'è noto, lo spazio percettivo si costruisce molto più rapidamente dello spazio rappresentativo. Si ritiene dunque necessario affrontare, prima di ogni definizione tecnico-disciplinare del progetto, il recupero di ;ma piena coscienza dello spazio esistenziale o sensomotorio.
Quali facoltà elementari primarie dei processi progettuali spaziali si prenderanno in esame la facoltà percettiva, attraverso l'apporto teorico della Gestaltpsychologie e degli studi di Piaget, e
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dei loro sviluppi, e la facoltà simbolizzante, attraverso gli apporti della semiologia, dell'iconologia, dello strutturalismo, e della fantastica trascendentale (Durand).
Il lavoro applicativo, in questa fase, sarà costituito da tre tipi di esercizi pre-progettuali: i primi due, tesi alla restituzione del « diritto alla creatività », tendono rispettivamente alla educazione della facoltà stereognostica (mediante l'analisi della struttura formale degli oggetti) e all'educazione della facoltà iconica (mediante l'analisi della struttura simbolica); il terzo, inteso a restituire la consapevolezza del « diritto alla città », tende all'educazione della pratica cosciente dell'urbano (mediante l'analisi dei livelli di appropriazione fisica e conoscitiva dello spazio).
2' ANNO DEL CORSO: In un secondo momento, si passerà dal livello sincronico dell'analisi strutturale al livello diacronico dell'analisi storico-strutturale, introducendo lo studio delle moderne teorie dell'architettura. In' questa fase, riteniamo specifico del corso di progettazione un taglio teorico che permetta di far emergere delle «strutture problematiche », o anche «vaste costellazioni di immagini ... strutturata da un certo isomorfismo dei simboli convergenti» (Durand) dallo studio della storia: nella convinzione che per storia sia da intendersi « la memoria selettiva del passato, la coscienza del presente, il progetto del futuro» (Argan). Il campo cronologico di ricognizione sarà essenzialmente costituito dal ciclo romantico borghese della cultura « occtdentale ».
In tale fase, si perverrà: a) all'elaborazione di un modello strutturale dell'oggetto architettonico, che sarà definito quale « oggetto intermediario» risultante dall'interferenza delle strutture funzionali, simboliche, formali, tecnologiche; b) alla definizione dell'itinerario progettuale, ai livelli della struttura topologica, proiettiva e metrico-euclidea dell'oggetto.
Articolazione ed organizzazione del corso
Il corso ha durata biennale ed è rivolto specificamente agli studenti del 1" e del 2" anno. Per il 1979-80 le iscrizioni saranno
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limitate a studenti del 2' anno che abbiano già sostenuto nel corso l'esame del 1'.
Coordinamento con altri corsi
Il taglio interdisciplinare del corso comporta un' ampia disponibilità al coordinamento orizzontale sulle problematiche seguenti: etologie ed antropologia dello spazio, sociologia urbana, psicologia dello spazio; semiologica dell'architettura, iconologia dell'architettura; storia dell'architettura e dell'urbanistica, indirizzi dell'architettura moderna; tipologie edilizie, tipologie strutturali, tipologie impiantistiche; metodologie e tecniche della rappresentazione. Un coordinamento verticale è attuato con il corso di Composizione IV A, che raccoglie iscrizioni al 3', 4' e 5" anno.
Bibliografia
D. Mazzoleni e AA. VV., Spazio e comportamento, 1974. D. Mazzoleni e AA. VV., Per una simbolica dell'ambiente, 1978. Ch. Norberg Schulz, Existence, Space, Architecturc, 1971. Ch. Norberg Schulz, Intentions in architecture, 1963. J. Piaget, B. Inhelder, La representation de l'espace chez l'enfant,
1947, 1972. G. Bachelard, La poétique de l'espace, 1975. G. Durand, Les structures anthropologiques de l'imaginaire, 1963.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (C)
Prof. Massimo Nunziata
Dal punto di vista teorico e metodologico si riterrebbe opportuno affrontare i cinque corsi di Composizione architettonica
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dall' al 5' anno partendo da una analisi del problema della progettazione nella sua globalità, da effettuarsi all' e al 2' anno, per giungere gradualmente, al 3", 4' e 5' anno, con un approfondimento sempre maggiore, che va dal generale al particolare, alla progettazione esecutiva di un edificio.
Ciò significa, in termini operativi, iniziare con indagini e rilevazioni della realtà e proseguire con proposte di recupero e di ristrutturazione dell'ambiente esistente fino alla progettazione di nuove realtà architettoniche, con un metodo che intende recuperare il valore della professionalità, intesa come risultato di una preparazione etica e culturale.
« Analisi e proposte di ristrutturazione del centro monumentale della città di Napoli» è il tema di studio concordato dal nostro gruppo e collegato, per il primo anno, con il corso di Disegno e rilievo tenuto dal Prof. arcb. Massimo Rosi.
Il corso, biennale, si propone di effettuare un'esperienza che può così sintetizzarsi:
1) Analisi del centro monumentale della città di Napoli, intendendo per esso, lo spazio compreso tra 'le piazze del Plebiscito, Trieste e Trento e del Municipio, con il Palazzo Reale, la chiesa di S. Francesco di Paola, il teatro S. Carlo, la chiesa di S. Ferdinando, la galleria Umberto I, il maschio Angioino, il palazzo S. Giacomo, il teatro Mercadante e gli altri edifici della piazza fino al molo;
2) progettazione di massima della migliore utilizzazione di tale spazio e dell'eventuale ristrutturazione funzionale degli edifici in esso compresi.
Il primo punto costituirà il lavoro da effettuare al primo anno del corso, si servirà prevalentemente di rilievi già effettuati che saranno integrati da osservazioni dirette, comprenderà una indagine storica, premessa indispensabile ad una seria conoscenza della situazione attuale, ed una analisi dell'ambiente dal punto di vista dei contenuti sociali e dal punto di vi,ta della forma.
Il secondo punto costituirà il lavoro da effettuare al secondo anno del corso partendo dai risultati conseguiti con la precedente analisi.
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Si tratterà di riorganizzare funzionalmente questo ambiente rappresentativo ed essenziale alla vita della città, prevedendo, nelle sue linee generali, la progettazione del nuovo ambiente che dovrà consentire tale riorganizzazione.
Sul piano operativo, si effettueranno, al primo anno del corso, analisi socio-economiche e storiche, rilevamenti grafici e fotografici, e si raccoglierà e si ordinerà il materiale in un numero di tavole sufficienti a evidenziarne i risultati.
Al secondo anno si dovrà giungere a proposte concrete di riutilizzazione e di migliore utilizzazione dell'ambiente oggetto dello studio. I gruppi di studenti, guidati dagli assistenti, procederanno alla progettazione vera e propria che potrà giungere a fasi diverse di maturazione e, comunque, dovrà essere rappresentata in grafici sufficienti ad illustrarne le intenzioni, grafici che rispetteranno formati e modi indicati, anche per consentirne una facile utilizzazione ai fini di una documentazione di archivio dei beni culturali.
Sarà fornita, all'inizio del corso, una cartografia essenziale ed un'altrettanto essenziale bibliografia, riferite entrambe all'ambito del quale ci si occuperà.
Come introduzione allo studio e stimolo ad un approfondimento culturale saranno svolte una trentina di lezioni, che si alterneranno alle esercitazioni, lezioni tenute dai docenti sulle origini della architettura e dell'urbanistica moderna, sulla rappresentazione grafica dello spazio architettonico e, in dettaglio, sul tema oggetto dello studio. Queste lezioni saranno integrate, nel momento opportuno, da interventi di altri docenti, esterni al corso, per fornire elementi di maggiore specializzazione sugli argomenti essenziali.
Agli esami, che si svolgeranno in diverse sessioni, saranno presentati gli elaborati grafici di cui si è già detto, corredati da relazioni illustrative, e su di essi si svolgerà un colloquio.
Sarà altresì richiesta una buona conoscenza dei testi suggeriti nella Hbliografia e si farà particolare riferimento agli argomenti oggetto delle lezioni.
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Bibliografia essenziale
Renato De Fusco, Storia del!' architettura contemporanea, editore Laterza, 1974.
Lewis Mumford, La città nella storia, editore Comunità, 1963. Gordon Cullen, Il paesaggio urbano, morfologia e progettazione,
editore Calderini, 1976. Massimo Nunziata, Introduzione ad una analisi del territorio, edi
tore Guida, 1972. ed, in particolare, per il tema oggetto di studio: Cesare De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Sette
cento, editore Laterza, 1973. Riccardo Filangieri, Castel Nuovo, editore Arte Tipografica, 1964. Roberto Pane, Architettura dell'età barocca in Napoli, editore
E.P.S.A., 1939. Arnaldo Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, editore E.S.I.,
1961.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (D)
Prof. Luciana De Rosa
Premessa
Il corso è biennale. Il programma si riferisce al primo anno e si prppone come « in
quadramento teorico ed introduzione alla progettazione architettonica ».
Assume come tesi di fondo che la scuola di architettura, escludendo la possibilità di insegnare soluzioni, ipotesi di forma o tecnologie - le quali sono caratterizzate da una sempre più rapida obsolescenza _. può solo proporre un «processo progettuale» dalla cui comprensione trarre parametri e criteri di valutazione e giudizio.
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Individua, pertanto del processo le fasi, gli obiettivi, gli strumenti; e tende a rintracciare possibili continuità e legami nelle esperienze che la Facoltà propone. ., .
L'atteggiamento culturale di riferimento si lega a mattlCI dI derivazione razionalista, espresse dai CIAM prima e poi nelle esperienze del Team X; riprese infine con evidente slancio in ava;rti nella Carta del Machu Picchu. Anche se appare eVIdente, nell articolazione del discorso, la volontà di accogliere una pluralità di contributi culturali, come le ipotesi di complessità e contraddizione di Robert Venturi o l'esaltazione dei significati quale emerge dalle tesi di Norberg Schultz; ed un costante riferimento ai concetti di storia e di tradizione da una parte e, dall' altra, un altrettanto costante confronto fra ideologia e scelte progettuali, che tende ad evidenziare i legami dell' architettura alle condizioni politiche, tecnologiche, sociali ed economiche del contesto.
I! corso intende architettura come una disciplina operativa il cui obiettivo è la modificazione dell' ambiente fisico in rapporto alle necessità dell'esistente.
Fare architettura è quindi un'attività sovrastrutturale che può richiedere, però, per attuarsi, una trasfonnazione delle strutture.
Tuttavia, il rapporto di dipendenza non è a senso unico: .il rinnovamento o trasformazione sovrastrutturale crea uno spaZIO potenziale per il rinnovamento delle strutture, determinando cosi un processo dialettico di rimando continuo che è alla base del processo di trasformazione del reale.
Ritiene che obiettivo di fondo della elaborazione culturale e della prassi progettuale sia - in architettura - l'individuazione di parametri di confronto che consentano il giudizio sull'archItettura in rapporto alla dinamica di trasformazione che essa. ind~c~; un giudizio sull'architettura, cioè, che, al di là del conflItto Irtlsolto fra coerenza ideologica ed autonomia del linguaggio, fra semplicità espressiva e complessità e contraddizione, fra autenti: cità del processo creativo e chiarezza dei significati, consenta dI comprendere se la realtà che noi oggi costruiamo :< avanzi o r~gredisca, produca possibilità o ingombri invece Inutilmente Il mondo ».
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Argomenti
I! corso si articola in tre sistemi di lezioni che riguardano:
1. Introduzione al discorso sull'architettura
1.1. definizione dei termini: architettura - progettazione 1.2. evoluzione dell'architettura contemporanea, dalla Carta
di Atene alla Carta del Machu Picchu
2. Gli obiettivi della progettazione
2.1. il concetto di continuità e il rapporto con le preesistenze 2.2. il concetto di spazio (dimensione, struttura, aggregazio
ne, identità) come organizzazione per un uso (funzioni, attività, partecipazione)
2.3. il ruolo dei percorsi nella organizzazione dello spazio 2.4. il ruolo- della tecnologia (rapporto con l'architettura) 2.5. l'« informazione energetica»
3. Gli strumenti della progettazione
3.1. il rapporto con la rappresentazione grafica e tridimensionale, in accordo con il corso di Disegno e Rilievo (corso A) e con il corso di Geometria (corso B)
3.2. il rapporto con l'analisi architettonica e con la struttura interdisciplinare
3.3. il rapporto con la storia, in accordo con il corso di Storia dell'Architettura II (corso A) e con il corso di Indirizzi dell'Architettura Moderna
3.4. il rapporto con la tecnologia 3.5. il rapporto con l'impiantistica.
Articolazione dell' attività didattica
Poiché il corso è rivolto sostanzialmente agli studenti del primo anno, ai quali non è possibile proporre una sperimentazione progettuale delle tesi illustrate, le lezioni saranno impostate sulla lettura di opere e progetti di architettura, dalla cui analisi far emergere le tesi proposte.
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Entro sessanta giorni dall'inizio del corso, ciascuno studente dovrà scegliere uno degli argomenti di cui ai punti 1 e 2, sul quale svolgerà (da solo o in gruppi che non potranno eccedere i tre studenti) una ricerca sulla base di testi che verranno consigliati al momento.
Durante l'anno verranno svolte tre esercitazioni grafiche su temi che, a meno delle inevitabili precisazioni che si renderanno possibili all'inizio della fase operativa, possono essere così sintetizzati:
l. individuazione e rappresentazione (con piante, sezioni, organigrammi e sezioni prospettiche) del sistema dei percorsi e dei suoi caratteri in un'area scelta all'interno del tema o dei temi proposti dal corso di Disegno e Rilievo;
2. analisi e disegno di un'opera di architettura moderna, scelta fra quelle illustrate nel corso delle lezioni teoriche: saranno richieste piante, sezioni, sezioni prospettiche e studio dei particolari nelle scale idonee alla dimensione dell'opera; nonché organigrammi, individuazione dei sistemi di percorsi, della struttura degli spazi e così via;
3. esercizio a carattere progettuale, con l'obiettivo di rintracciare, all'interno di un'area nota, le matrici progettuali per un intervento con dimensione e destinazione prefissate. Lo svolgimento delle tre esercitazioni è condizione necessaria
per il superamento dell'esame. In ogni fase, gli studenti avranno responsabilità individuale
sul lavoro e condurranno esperienze singole; l'esame sarà individuale anche se il corso tende a promuovere la formazione di gruppi per l'impostazione e lo sviluppo delle singole fasi del lavoro.
Riferimenti bibliografici
B. Zevi, Saper vedere l'architettura, Einaudi, 1956. N. Pevsner, I pionieri dell' architettura moderna, da Morris aGro·
pius, Calderini.
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V. Gregotti, Orientamenti nuovi nell'architettura italiana, Relecta, 1956.
Pica Ciamarra, de Rosa, Rocereto, Serpieri: Napoli - Per la riorganizzazione delle strutture universitarie nel centro antico, I.PA, 1976.
M. Pica Ciamarra,. Architettura e dimensione urbana, Coop. ed Econ. e Comm., Napoli, 1977.
R .. Banham, Ambiente e tecnica nell'architettura moderna, Laterza, 1978.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (E)
Prof. Rolando Scarano
Brevi accenni metodologici
La linea di pensiero, che più correttamente interpreta la situazione attuale della progettazione, evidenzia una condizione di crisi dell'oggetto dell'architettura. Condizione che, originatasi in un nuo'\ro e necessario rapporto con il sociale, si esplica come perdita di valore del prodotto e del processo di progettazioae rispetto a nuovi parametri. Conseguentemente si assiste alla richiesta di una rifondazione della disciplina architettonica, non per elaborare una teoria dell'architettura astratta dal suo impegno sociale, ma per la definizione di nuovi strumenti teorici di progettazione.
Si individuano così due momenti di riflessione sull' oggetto di questa crisi:
A) esigenza di controllo dei significati dell'azione progettuale per la modificazione dell'ambiente;
B) esigenza di un controllo del processo attraverso un metodo logico, analitico, scientifico, in alternativa a schemi intuitivi
ed incontrollabili.
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Tali istanze si riducono in effetti ad una sola: acqUIsIzIOne e controllo dell'oggetto teorico che definisce il processo di progettazione come entità reale e differenziata rispetto alle altre pratiche umane.
Quindi l'unico modo per recuperare la progettazione nella sua unità teorica ed operativa (scientifica) consiste nell'individuare in essa un processo concreto di conoscenza e trasformazione del reale.
La progettazione si precisa in tal modo come pratica scientifica all'interno della più vasta pratica sociale. Sono gli obiettivi di questa a definire l'ambito entro cui si sviluppa la pratica scientifica dell'architettura, e le diverse pratiche tecniche che volta per volta si immettono a definire l'articolazione del processo.
Gli attributi peculiari di questo processo diventano la logica e la controllabilità, al fine non solo di avere un quadro di riferimento rigoroso, ma soprattutto per poter attuare continuamente sul processo progettuale una verifica da parte della comunità. Si configura cosÌ un'organizzazione concettuale logica e controllabile, il metodo, che individua le fasi teoriche ed operative della pratica scientifica di progettazione.
Sinteticamente la metodologia di progettazione si articola in tre fasi operative:
1. analisi dei bisogni umani al fine di precisare un mo<l$:llo di comportamento spaziale da riferirsi alle particolari attività che debbono esplicarsi in un determinato contesto;
2. definizione teorica e concettuale delle procedure tramite cui manipolare le informazioni per la determinazione di Una orga-
nizzazione spaziale ottimale che risponda alle richieste della utenza; inoltre precisazione dei processi simulativi (modelli e sistemi) per poter, nell'evolversi del processo progettuale, controllare i prodotti parziali della progettazione per verificarne la congruenza con il sistema degli obiettivi sociali e politici;
3. individuazione del sistema tecnologico per trasformare le rappresentazioni organizzative metaprogettuali in rappresentazioni tridimensionali che possono determinare la trasformazione della realtà fisica.
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Contenuto ed organizzazione del corso
L'oggetto specifico di conoscenza e di didattica del corso si articola in due filoni reI azionabili fra loro:
il primo si. riferisce al riuso di preesistenze urbane, sia per abItaZIone SIa per strutture di servizio; si cercherà di individuare specifiche tipologie abitative definendo possibili orgalllzzazioni ottimali all'interno dei vincoli fisici ed ipotizzando serVIZI non soltanto direttamente legati alla residenza ma re-laZlOnati all'intera struttura urbana· ' il secondo affronta l'area problem~tica dell'insediamento universitario a Napoli, come progettazione di nuove strutture e come riorganizzazione spaziale e funzionale degli edifici indicatI dal Senato Accademico quali sede di facoltà e di servizi generali.
L'articolazione di questi due filoni progettuali si avvarrà di una bas.emetodologica comune, distribuita negli anni secondo i gradI dI complessità delle tecniche e del prodotto progettuale finale.
Si ipotizza una scansione biennale (1"-2"; 3"-4"; 5"-laurea) con approfondimenti successivi.
Eventuali coordinamenti
Per un possibile coordinamento con altri corsi si individuano 4 aree culturali:
l'ambito sociologico, con particolare riferimento all'analisi dei comportamento, alla psicologia sociale ed alle tecniche statistiche di elaborazione;
l'ambito storico come conoscenza delle trasformazioni spaziali operate sul tessuto urbano in diverse sezioni storiche' l'ambito matematico per quanto riguarda le teorie d/ rappresentaZIOne (grafi, matrici, ecc.), direzionate alla conoscenza successiva del calcolatore elettronico e delle tecniche di programmaZIOne;
l'ambito tecnologic~ come progettazione dei sistemi di componentI e come mdlvlduazIOne dei processi di assemblaggio.
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Bibliografia essenziale
R. Scarano, Introduzione alla pratica scientifica dell'architettura, edizioni SEN.
R. Scarano, Progettazione per ottimizzazione, Liguori editore. Angrisani - Scarano, Quaderni di Istituto (1, 2, 3, 4, 5, 6). M. Tafuri, Teorie e storia dell'architettura, Einaudi. H. Lefebvre, Spazio e politica, Moizzi editore. P. Spadolini, Tecnologia e design, edizioni Parma. C. Alexander, Note sulla sintesi della forma, Il Saggiatore. CNR, Programma di ricerca sull'industrializzazione dell'edilizia,
voli. 2-4, Adelphi. Durante l'anno verranno fornite ulteriori specificazioni biblio
grafiche riguardanti i differenti apporti disciplinari.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (A)
Prof. Giovanni De Franciscis
Premessa teorica e metodologica
Organizzare il Corso di Composizione Architettonica II, coordinato con altri Corsi, ha per scopo quello di fornire nn migliore servizio didattico e dare all'allievo una visione più ampia e complessiva dei problemi che si vanno ad affrontare, perché, assieme ad un'efficiente capacità tecnico-professionale, si vada sviluppando in essi una lucida capacità critica, una consapevolezza delle proprie possibilità d'intervento, ed il suo ambito di azione.
Contenuto del corso
Il Corso ha come oggetto di studio il « sistema residenziale integrato », argomento che rappresenta oggi certamente un punto
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f?cal~ della ricerca architettonica e della sperimentazione ai vari Iivell!. Rigua;dando al fenomeno nel suo complesso meccanismo soelO-economICO e tecnico-formale, si intende evidenziare come non sia più possibile considerare l'architettura come semplice fatto formale o aggregazione fnnzionale, ma invece sia necessario riconsiderarne i processi formadvi attraverso l'analisi dei complessi meccamsmI che ne sono alla base. Ciò vuoI dire considerare il « locus » architettonico non più come sola e manifesta volontà di forma, astratta da tutto un complesso di relazioni culturali economiche, politiche e sociali, ma coglierne, al di là dei dat;' stilistici e funzionali, l'organizzazione, la struttura, la logica generativa.
Articolazione del corso
Il Corso viene condotto attraverso lezioni teoriche ed esercitazioru e sarà articolato principalmente sui seguenti momenti di analisi:
- l'unità abitativa;
la residenza integrata (abitazione, attrezzature e servizi); - i modelli dell'habitat.
Esso richiederà inoltre una verifica sperimentale attraverso la elaborazione di un progetto e studi monografici. -
Raccordi e coordinamenti con altri corsi
. Mediant~ il coordinamento con gli altri Corsi di Composizione SI vuole real!zzare la continuità didattica attraverso:
1. l'individuazione di un tema generale che tutti i Corsi coordinati trattano: «Analisi, modelli, progettazione dell'habitat, recupero. dell'esistente, la residenza a funzioni integrate.». Lo svolgImento di tale tema viene di fatto realizzato e verificato attraverso incontri seminariali periodici, fra i Corsi coordinati, su aspetti particolarmente attuali del tema stesso' ,
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2. la costituzione di commissioni d'esame comprendenti, a rotazione tutti i docenti coordinati, nonché i professori ufficiali, per ~gni anno di Corso, come presidenti di Commissione. La costituzione di Commissioni siffatte sta a sottolineare !'importanza della presenza e della responsabilità dei docenti coordinati anche nel momento di consuntivo dell'esperienza;
3. la possibilità di dare a tale continuità tematica, quale sbocco naturale la scelta del tema di laurea come particolare approfondime~to di una problematica svolta durante vari anni di studio, ferma restando la possibilità che lo studente scelga altri temi di laurea. A tal scopo i docenti coordinati si costituiscono in gruppo di assistenza e consulenza al laureando. In questo gruppo lo studente sceglie un docente come relatore ufficiale ed usufruisce degli altri come correlatori, oltre a poter ovviamente utIlIzzare tutte le altre consulenze necessarie. In tal modo la tesi potrebbe costituire il coronamento di una esperienza condotta lungo il corso degli studi;
4. la documentazione della convergenza, dello scambio e della collaborazione fra i Corsi coordinati, attraverso una pubblicazione comune sui lavori svolti e sui temi di ricerca affrontati, in modo da fornire anche materiale utilizzabile a scopo didattico.
Bibliografia
C. Norberg Schulz, Genius loci: paesaggio, ambiente, architettura, 1979.
A. Mitscherlich, Il feticcio urbano, 19D8. C. Aymonino, Il significato della città, 1975. A. Laas, Parole nel vuoto, 1972. B. Taut, La dissoluzione delle città, 1976.
Altre indicazioni verranno fornite durante lo svolgimento del Corso.
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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (B)
Prof. Gaetano Borrelli
Il programma del corso è a disposizione degli allievi degli allievi presso l'Istituto di Analisi Architettonica.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (C)
Prof. Stefano Paciello
1.1. Questo corso biennale si propone d'introdurre lo studio della progettazione architettonica come disciplina per operare sulla forma del nostro ambiente abitabile, o di attuarne una prima esperienza.
1.2. Come ogni aspetto della realtà, anche tutto ciò che per forma possiamo intendere nasce dalla continua interazione tra le cose e noi stessi. Tale rapporto è notevolmente condizionato dalla cultura cui apparteniamo, vale a dire dal sistema sopraindividuale cui si affidano la diffusione e il tramandarsi del nostro sapere: per suo effetto talune immagini del mondo si istituiscono come principi intersoggettivi, che possono influenzare giudizi di valore e criteri di scelta in molti dei nostri comportamenti. Ma la validità di tali istituzioni è relativa e interpretabile, poiché esse non sono regole definitive; anzi, devono poter si modificare nel tempo adattandosi a nuovi flussi d'informazione, per la sopravvivenza della società che le ha prodotte. Il procedere dei mutamenti genera quindi inevitabili tensioni tra i modi costituiti del fare e le nostre aspirazioni più o meno consapevoli, tra queste e il nostro intero ambiente di vita. In altre parole, tra la nostra storia ed ogni attività progettante si svolge un continuo scambio dialettico, al quale in ogni caso non può sottrarsi l'architettura.
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1.3. Rientra nei nostri specifì.ci interessi e compiti disciplinari conoscere lo spazio che abitiamo nei modi e significati della sua formazione, allo scopo d'istruire metodi utilizzabili per la rappresentazione di esso e per il suo controllo formale.
Forma dell'ambiente e organizzazione del progetto per comunicare immagini architettoniche saranno i temi generali dello studio teorico e sperimentale da svolgere nei due anni di questo corso.
2.1. Nella sua prima parte ci proponiamo di studiare l'ambiente urbano in cui viviamo, esaminandone il processo formativo gli aspetti e i significati dal punto di vista prevalente della sua configurazione spaziale. L'indagine consisterà nell'individuare e ordinare le entità rappresentative di un suo contesto ambientale, interpretandone sinteticamente caratteri, relazioni reciproche, modi di organizzazione e mutamento. La selezione critica dei dati acquisiti e la riduzione in immagini delle situazioni esaminate come delle operazioni di analisi, misureranno l'efficacia della lettura, finalizzata da una nuova costruzione dell'immagine ambientale.
2.2. Nella seconda parte del corso gli studenti svilupperanno ipotesi per la definizione architettonica di specifiche parti dell'ambito preso in esame, a livello di progetto di massima. Ciò richiede necessariamente una prima conoscenza del linguaggio dell'architettura moderna e dei suoi principi teorici, e rimanda pertanto ai corsi di questa Facoltà che svolgono tali insegnamenti; nei limiti delle nostre possibilità tali temi saranno accostati attraverso l'esame di alcune opere rappresentative delle tendenze dell'architettura contemporanea.
2.3. Secondo quanto premesso, in nessun momento di questa esperienza biennale analisi e progetto potranno separarsi in operazioni autonome, essendo di fatto continuamente compresenti come in ogni naturale processo conoscitivo.
Peraltro ciascun momento dello studio potrà considerarsi concluso solo quando un comunicabile grado di conoscenza della situazione considerata avrà preso forma esauriente nel progetto.
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3.1. Campo operativo delle suddette linee di ricerca sarà l'ambito di Posillipo, come area di particolare valore ambientale per l'eventuale localizzazione di attrezzature collettive di servizio urbano.
, .. 5.2. Le necessarie indicazioni bibliografiche saranno date dopo l InIZIO del corso. Ad IntegrazIOne della cartografia esistente sarà disponibile il rilevamento aereo della zona di studio effettuato nell'agosto 1977. '
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (D)
ProE. Alberto Izzo
Premessa teorica e metodologica
Il Corso si propone come Corso ·di progettazione. Le analisi del II anno, riallaciandosi a quelle svolte nell'anno precedente sull'ambito di alcune piazze del centro antico di Napoli, prendono le mosse dal rapporto, storicamente stratificato, tra morfoloaia e tipologia urbana, fornendo le condizioni di contesto che più direttamente influiscono sulla progettazione, come valido presupposto e piattaforma necessaria ad ogni ipotesi d'intervemo.
Il tema di progetto, come riutilizzazione e ristrutturazione dell'esistente, fa riferimento al lavoro svolto nell'anno precedente sulla problematica dei centri storici.
Come introduzione al tema della residenza saranno tenute lezioni sul contributo del Movimento Moderno al problema della residenza e sui criteri d'intervento nei centri storici in Italia e all'estero.
Contenuto del corso
Il tema è quello di una progettazione, intesa come strumento per un'interpretazione e trasformazione della realtà e si impernia
Tì
sul tema deil'architettura italiana degli ultimi trent'anni: il rapporto tra nuovi edifici e tessuti edilizi esistenti.
I! corso prevede due ipotesi d'intervento, le cui definizioni e soluzioni, ricollegate alle esperienze acquisite nel primo anno di corso sono affidate la prima, come operazione di recupero e con-, . servazione, ad una nuova struttura capace di realizzare una continuità di tessuto e di funzioni nell'ambito della zona prescelta e la seconda ad un'ipotesi di intervento sostitutivo di un particolare brano del tessuto urbano.
Articolazione ed organzzzazzone
Il corso si articolerà nelle seguenti fasi:
1. Ricerche teoriche e sperimentali dei singoli gruppi di studio, sul contributo del Movimento Moderno al problema della residenza e di quella popolare in particolare;
2. Individuazione a scelta dell'intervento nell'ambito della zona presa in esame al primo anno;
3. Ipotesi di intervento come recupero di relazioni capaci di realizzare una continuità tra i vari complessi architettonici disomogenei o come intervento sostitutivo di un brano del tessuto preso in esame;
4. Esplicitazione tridimensionale attraverso un modello dei rappo;ti volumetrici, strutturali e morfologici dell'intervento.
Raccordi e coordinaménti con altri corSI
Mediante l'estensione dei corsi del II anno, proff. De Franciscis e lzzo, al terzo anno, per un'aliquota del 20% (max 50 studenti), e del corso del Vanno (Prof. Della Sala) al IV anno, per la stessa aliquota, si ottiene una continuità verticale dal II al V anno di progettazione.
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Ciò comporta:
dal lato della docenza, uno sforzo didattico comune di coordinamento di temi e di metodi di insegnamento;
per la qualità del servizio didattico, la possibilità per gli studenti di percorrere un iter di studi compositivi già pensato in una linea di continuità e di approfondimento, attraverso:
1. l'individuazione di un tema generale che tutti i corsi coordinati trattano: «Analisi, modelli e progettazione dell'hahitat. Recupero dell'esistente. La residenza a funzioni integrate ». Lo svolgimento di tale tema viene difatto realizzato e ve
. rificato attraverso incontri seminariali periodici, fra i corsi coordinati, su aspetti particolarmente attuali del tema stesso.
2. La costituzione di commissioni di esami comprendenti, a rotazione, tutti i docenti coordinati, nonché i professori ufficiali, per ogni anno di corso, come presidenti di commissione. La costituzione di commissioni siffatte sta a sottolineare l'importanza della presenza e della responsabilità dei do-
centi coordinati anche nel momento di consuntivo della esperienza.
3. La possibilità di dare a tale continuità tematica, quale sbocco naturale, la scelta del tema di laurea come particolare approfondimento di una problematica svolta durante vari anni di studi, fermo restante la libertà di scelta di altri temi da parte dello studente.
A tale scopo i docenti coordinati si costituiscono in gruppi di assistenza e consulenza al laureando. In questo gruppo lo studente sceglie un docente come relatore ufficiale ed usufruisce degli altri come correlatori, oltre a poter ovviamente utilizzare tutte le altre consulenze necessarie.
In tal modo la tesi costituisce il coronamento di una espe-
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rienza condotta lungo il corso degli studi e rappresenta un'occasione di verifica all'interno del seminario.
4. La documentazione della convergenza, dello scambio e della collaborazione tra i corsi coordinati, attraverso una pubblicazione comune sui lavori svolti e sui temi di ricèrca affrontati, in modo da fornire anche materiale utilizzabile a scopo didattico.
Bibliografia
B. Zevi, Il linguaggio moderno dell'architettura. C. Norberg Schultz, Esistenza, spazio e architettura. M. Tafuri, Teoria e storia dell'architettura. R. De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (A)
Prof. Salvatore Bisogni
Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Metodologia architettonica.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (B)
Prof. Riccardo Dalisi
I temi che si affronteranno: la residenza di quartiere ed una struttura scolastica primaria.
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L
.. 18 .•.•. ' ~t' Le nuove .tipologie dell'alloggio (167) e degli edifici residen
ziali; i nuovi standards.
I contenuti del corso sono: la «partecipazione », la «creatività » (Le strutture comunicative della fantasia) la dinamica di gruppo.
La progettazione come materializzazione di un processo «formativo ».
L'appropriazione di tecniche come bisogno di obiettivare i processi formativi e comunicativi.
Analisi e progetto con partecipazione a Montesanto e a Chiaia (Pa!' Veterani). Si sono individuati quattri livelli di elaborazione e di partecipazione.
Corso di Composizione III/B, sede della Sezione Avvocata del P.c.I. scuola elementare della zona e le persone del quartiere che si riuscirà a contattare.
Il lavoro ha l'obiettivo di impostare in varie fasi successive un progetto globale di· intervento nel quartiere e si prevedono tre anni di elaborazione.
a) Una prima fase conoscitiva, già avviata lo scorso anno; comprende: sopralluoghi, cartografia ed animazione, con prime ipotesi progettuali schematiche e parziali. - .
b) Una seconda fase prevede un confronto più diretto col quartiere tramite contatti con alcune sue strutture permanenti (scuola e sedi politiche); anche in questa fase sia gli schemi di progetto già avviati, sia le ulteriori elaborazioni saranno al centro del lavoro partecipativo.
c) Non viene elusa la disciplina che sarà oggetto di lezioni impostative ed esercitazioni, e lavoro sul metodo parallelamente ad ogni sua fase.
d) Uso del metodo animativo, interno, e lavoro di gruppo: dinamica della comprensione e dell'uso creativo della disciplina (contr. allegato marzo 77).
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e) Uso e supporto della so'ciolinguistica come prima base di verifica, del rapporto colle persone del quartiere: incontro colla cultura popolare (confr. allegato luglio 77).
Restauro, Urbanistica, Storia, Estimo ed Igiene, Contatti che verranno effettuati volta per volta e strettamente misurati sul bisogni di chiarimento interno alla ricerca.
L'altra ipotesi di collegamento preordinati a «monte» rischiano, come si è tentato di chiarire, di costituire un ulteriore appesantimento della didattica.
Data la situazione generale di difficoltà in cui sia lo studente sia i precari (e volontari) si vengono a trovare, si è scelta la via dell'impegno creativo, dalla «ricerca aperta» della dinamica di gruppo, della informazione su contenuti di interesse attuale allargato. Ciò risponde meglio a bisogni attuali (disoccupazione giovanile, nuova dinamica di articolazione del lavoro alternativo, nuova committenza).
N. B. - Sia i contatti col quartiere, sia i contatti con le altre discipline interne, sia i contatti con antropologia, sociologia, filosofia, linguistica, pedagogia, teatro, saranno effettuati portando a maggior concretezza i modi effettuati negli scorsi anni e reperibili nei risultati in numerosi articoli su Casabella 402, 414, 415, 416, Architettura d'Animazione, Espresso, Corriere della Sera, Paese Sera, Mattino, Cultura orale ed. De Donato, Estetica nel sociale ed. De Donato, Op. Cit., Art, Dimension, Cataloghi In Arch., In, Spazio Arte, Documenti Biennali, Data, ecc.
I collegamenti, le verifiche e l'utilizzazione dell'apporto di altre discipline va visto, a latere, al momento in cui se ne rende possibile ed utile la collaborazione, cioè ad elaborazione del corso già avviato od ultimato nelle sue fasi salienti. Il fulcro di tutta l'impostazione rimane l'apprendimento del metodo e della base informativa (dati funzionali e tecnici) e della prassi partecipativa. Al centro rimane l'aspetto metodologico con una escursione di tre anni massimo negandosi la validità dei cinque anni interi in un unICO corso.
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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (C)
Prof. Uberto Siola
Premessa
Il più recente dibattito sull'architettura, sul suo insegnamento e quindi sugli obiettivi e sull'articolazione organizzativa della facoltà, sembra aver rafforzato la coscienza della necessità di sviluppare l'insegnamento degli aspetti teorici e tecnici della disciplina.
Sembra esserci una domanda sempre più diffusa di ancorare l'insegnamento agli aspetti più concreti e certi dell'architettura, sviluppando, in termini più complessivi, l'ipotesi di un'architettura intesa come una chiave di lettura specifica della realtà urbana e territoriale, nonché come una vera e propria « tecnica di intervento» su di essa.
Questo significa sottintendere due considerazioni:
1) Svincolare il problema di un insegnamento «tecnico» dell'architettura da un rapporto univoco di dipendenza della questione drammatica degli sbocchi professionali, per cui la mancanza di sbocchi potrebbe giustificare una vanificazione dei contenuti della didattica; sviluppare invece, l'ipotesi di un insegnamento non fondato sulla creativit,à quanto sull'uso razionale degli elementi della conoscenza (regole, principi, materiali) significa andare al di là dell'obiettivo di minima di fornire una professionalità di base allo studente, per investire il campo di una preparazione politica e culturale che consenta di partecipare attivamente e coscientemente ai processi dialettici che investono nella realtà le questioni della città e del territorio.
2) .Dall'altra, respingere il catastrofismo emergente di chi sostiene lilmpossibilità di mantenere in vita l'istituzione universitaria. Purnei limiti di una situazione caratterizzata da una grande drammaticità, va riaffermato l'impegno a mantenere al più alto livello possibile l'insegnamento universitario.
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:ontenuto del corso
Questa breve premessa dovrebbe rendere più chiare le fin,,Iità del corso, impostato appunto sull'obiettivo di proporre allo studente una esperienza didattica sul tema della residenza a Napoli.
Sembra inutile sottolineare la drammaticità che assume oggi il tema della casa, a Napoli in particolare.
Anche partendo da questa realtà, il corso vuole offrire:
elementi per una conoscenza della produzione di progetti e proposte inerenti il tema dell' alloggio e della residenza in questi ultimi 50 anni: conoscenza condotta sul filo prevalente dei caratteri tipologici piuttosto che stilistici;
elementi per una conoscenza del ruolo svolto dai caratteri tipologici prevalenti della residen,za nella storia di Napoli come città sulla definizione dei suoi caratteri morfologici;
elementi per una conoscenza delle principali posizioni teoriche oggi ricorrenti nella produzione e nella ricerca architettonica, anche per fornire, un quadro di riferimento teorico alla linea di lavoro teorico che si propone;
elementi per una specificazione dei principali punti di riferimento dell'indirizzo teorico seguito dal corso, in primo luogo
, caratterizzato dall'approfondimento dei temi del rapporto fra caratteri dell'architettura e struttura morfologica della città;
una esercitazione progettuale sul tema della casa a Napoli.
Articolazione del corso
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Il corso è articolato in:'
lezioni teoriche
dibattiti di corso
dibattiti e riunioni con contributi esterni
esercitazione di progetto.
Le lezioni teoriche riguarderanno i seguenti gruppi di argomenti:
1. Le questioni connesse al ruolo ed al lavoro degli architetti
2. I termini del dibattito attuale e la linea di lavoro
3. I caratteri degli edifici per la residenza
4. Napoli come città: tipologia e caratteri morfologici
5. I punti te0rici della nostra linea di lavoro:
- L'architettura come tecnico d'intervento
- Il progetto architettonico come momento di una tecnica
Gli strumenti del progetto: - il rapporto con la storia
- l'analisi urbana
la rappresentazione grafica
- tecnica e tecnologia.
Ogni lezione sarà seguita da un dibattito. Ciascun gruppo di argomenti vedrà un momento di confronto con docenti della facoltà o di altre facoltà.
Per l'esercitazione di progetto gli studenti potranno scegliere fra gruppi che faranno capo ciascuno ad uno degli assistenti del corso che presenteranno delle loro autonome proposte di lavoro: tali gruppi di esercitazione si baseranno sulla discussione e sul confronto collegiale, mentre gli elaborati grafici di progetto saranno individuali.
Il corso è aperto a studenti di tutti gli anni. Eventuali coordinamenti, che restano un obiettivo centrale di questa offerta didattica, verranno stabiliti e concordati con altri corsi dopo il dibattito generale sui programmi.
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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (A)
Prof. Aldo Loris Rossi
Premessa
L'adozione delle tecniche di industrializzazione nel settore edilizio è atualmente fondata, nella generalità dei casi, su alcuni assiomi a catene logiche giudicate incontrovertibili.
L'obiettivo primario della progettazione e produzione seriale, presupponendo un'immagine urbana determinata da un reticolo geometrico cubizzante si precisa in sostanza come individuazione di:
1. moduli geometrici organizzatori dello spazio;
2. elementi strutturali quali unità minime staticamente determinate: generalmente di natura lineare o bidimensior;ale come pilastri, travi, lastre-pareti, piastt~-solai, ecc.;
3. «componenting» più elaborati: quali infissi, pareti attrezzate, blocchi impiantistici, ecc. La combinazione tridimensionale di tali elementi dà luogo:
4. all'insieme scatolare della cellula abitativa intesa quale minimum tipologico-funzionale;
5. la moltiplicazione e giustapposizione di tali unità scatolari genera l'edificio singolo;
6. quest'ultimo con'Oesso a sua volta con altre unità determina finalmente l'insediamento urbano ipotizzato.
Ogni elemento sottende gli altri e viceversa. In tale circuito la qualifica funzionale, tecnologica e formale
del prodotto « città è iperdeterminata sia negli aspetti positivi che negativi dal metodo e dal processo adottati. Se da un lato vengono abbassati i costi di produzione, dan'altro il prodotto n011 sfugge alle accuse, generalmente rivolto ad esso, di uniformità, monotonia, assenza di qualità spaziali, alienazione meccanicistica.
In realtà lo standard non è in grado di tradursi in polivalenza
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formale, pluralismo linguistico, «varietas» spaziale, e, anche se imposte da ragioni strettamente economiche, sarà sempre scarsamente accettato nel settore edilizio. Evidentemente è da rivedere criticamente l'intero meccanismo conseguenziale che lego. l) la ricerca dei moduli geometrici all'individuazione degli elementi strutturali, 2) lo studio dei «componentings» alle cellule abitative, 3) i metodi di aggregazione seriale di queste in un singolo edificio all'articolazione di edifici in un insieme quale frammento di città.
Il quesito al quale bisogna trovare una urgente risposta è il seguente; è possibile, utilizzando le tecnologie dello standard, rispettare determinate qualità architettoniche con una riduzione dei' costi, ovvero, incrementare la qualità a parità di costo?
Contenuto del corso
L'obiettivo che si propone il corso è lo studio di «Prototipi di unità urbana a sviluppo verticale autosufficienti dal punto di vista dei servizi e dell' energia ».
Tali unità urbane possono essere fondate sul alcuni principi quali:
l. l'integrazione delle funzioni nel piano verticale;
2. la possibilità di una crescita controllata dell'organJ6mo-città per segmenti verticali.
In altri termini invece di produrre cellule standard da giustapporre per formare l'edifiicio e il quartiere nel piano orizzontale, si pro gettano edifici-città quali insiemi di « grandezza conforme» alle esigenze, ma flessibili ed ampliabili nel tempo.
Lo studio è incentrato dunque sulla progettazione di griglie strutturali in cemento e in acciaio o in materiali plastici:
Le caratteristiche spazio-strutturali del continuum possono essere definite mediante l'uso di un reticolato « cristallcgraf-~co » in cui, dal punto di vista geometrico sia possibile riconoscere l'interferenza di figure semplici come il cubo, il tetraedo, l'ottaedro.
Dal punto di vista tecnologico è lecito parlare di « continuum»
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pur adottando in realtà una struttura discreta se si introduce nel calcolo il concetto di « materiale ideale» secondo l'ipotesi di Le Ricolais.
Dal punto di vista urbanistico il reticolo tridimensionale studiato sarà dunque una vera e propria materia prima per le funzioni del vivere e dell'abitare.
Esso in funzione delle caratteristiche tecnologiche precisate, permette una grande flessibilità di utilizzazioni-configurazioni. Poiché mediante opera"ioni semplicissime di montaggio e smontaggio possono facilmente aggiungersi ·0 togliersi gli elementi mcdulari, tale reticolo spazi.ale può essere « scavato» (basta ripristinare le condizioni al contorno) là dove vi siano nuove necessità formalifunzionali, compatibili ovviamente con le sue leggi strutturali.
Possono individuarsi inoltre almeno due sistemi infrasll'Utturali che interferiscono organicamente con la suddetta struttura port::mte.
L'insieme della struttura primaria e delle infrastrutture secondarie determina dei veri e propri spazi attrezzati, disponibili per i diversi usi tipologici e funzionali.
Particolare importanza assumerà lo studio del sistema di automontaggio. Se si tiene conto che oggi una portaerei è in grado di alloggiare anche 5.000 abitanti, una vera e propria città galleggiante prodotta in serie, i prototipi di unità urbana che si intende studiare, in quanto organiche città· strutture, possono essere dimensionati per 1.000,2.000, 3.000, 5.000, 10.000 ... abitanti; ed insieme contenere delle potenzialità di sviluppo controllato, nella misura in cui tale crescita avviene per sezioni verticali integrate.
In conclusione dal nunto di vista teorico, si tratta di superare , , limiti tradizionali del taylorismo applicato all'urbanistica.
Significa cioè conciliare l'uniformità isotropica del campo con la variabilità delle immagini spaziali, il rigore della maglia ordinaIrice ed il pluralismo linguistico, la certezza della regola (standard) e la imprevedibilità individuale del caso (unicum).
Spezzando in tal modo il «continuum» di funzione-formastruttura, considerato da sempre uno dei tabù dell'ortodossia del M.M. e postulando lo scheletro strutturale come « campo », aper-
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to ad uso pluralistico, sia sintattico che funzionale si apre una prospettiva di ricerca sicuramente stimolante.
Solo se articolate all'interno di tale quadro teorico, anticipato esplicitamente da quelle ricerche di Le Corbusier che vanno dal progetto dello « chassis Domino» (1914) al Piano « Obus» per Algeri (1931), si può dare un senso· pregnante, legittimo, alle istanze avanzate dalle correnti « Post-Moderniste ».
Articolazione e organizzazione
Il corso si articola in lezioni teoriche} seminari) esercitazioni progettuali, visite ai cantieri e ad impianti speciali.
Ciascun gruppo di studenti svolge una ricerca di carattere teorico ed un progetto che tende a precisarsi come esecutivo.
Alla fine di ogni anno accademico tutti i risultati relativi alle ricerche ed ai progetti vengono raccolti in volumi, unitamente ai testi teorici ed alle comunicazioni ciclostilate elaborate durante il corso e distribuite agli stessi studenti.
II corso è aperto all'iscrizione degli studenti del III, IV e Vanno.
Eventuali raccordi con altri corsi
Si ritengono di più stretta pertinenza al corso le seguenti discipline:
a) Settore storico criticOG
1. Storia dell'architettura 2. Storia dell'urbanistica 3. Indirizzo dell'architettura moderna
b) Settore strutturale-costruttivo:
4. Scienza delle costruzioni 5. Tecnica delle costruzioni
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6. Materiali da costruzioni speciali 7. Tipologia strutturale
c) Settore scienze ambientali e normativa-gestionale:
8. Analisi dei sistemi urbani 9. Pianificazione territoriale urbanistica
10. Materie giuridiche.
Il corso poliennale è coordinato verticalmente con Comp. Arch. I e IIb.
Bibliografie ragionate sono clistribuite durante il corso.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (B)
Prof. Alberto Samonà
Premessa
Il corso, è un corso di «progettazione architettonica »; si basa, cioè, sullo svolgimento di temi progettuali che costituiscono il corpo, in certo senso, principale del lavoro dei docenti e degli studenti.
E convinzione del docente che la progettazione architettonica debba essere, nella scuola, accompagnata da una serie di approfondimenti di studio essenziali ad assicurare la trasmissibilità di una attività pratica - come, appunto, la progettazione architettonica - e l'apprendimento delle tecniche e dell'uso degli strumenti necessari a esprimere in disegno le proposte (architettoniche).
Questi due aspetti - quello del disegno di progetti e quello dello studio di fondamenti, idee, teorie sull'architettura, sono pertanto compresenti all'interno del Corso, formano materia d'esa-
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me; l'uno integrandosi nell'altro, come parti di uno stesso insieme disciplinare.
Organizzato a partire da questa impostazione il corso si basa su una serie di lezioni e comunicazioni elaborate a cura del docente che doc.umentano criticamente il modo della progettazione, oggI, nel SUOI rapporti con i contesti entro cui è chiamata ad operare.
Contenuto del corso
Il tema generale del corso riguarda: «La residenza ovvero: il rapporto tra la casa e i servizi nella città e nel terri;orio ". esso è svolto secondo i seguenti argomenti: '
a) la questione del rapporto tra casa e servizi in relazione alla progettazione architettonica;
b) il ruolo della progettazione architettonica rispetto alla società in cui opera; sue tecniche e suoi strumenti· ,
c) la « composizione architettonica" come strumento di progettazione;
d) la funzione della progettazione architettonica, in un quadro professionale rinnovato, rispetto agli interventi sulla città esistente e alla progettazione del nuovo.
Questi argomenti si sviluppano secondo l'atteggiamento del docente che origina dalla convinzione che l'attuale carattere deduttivo della disciplina architettonica, basato sulla classificazione aprioristica di dati ricavati da medie dei bisogni di vita, non risponda più sufficientemente alle esigenze di rinnovamento largamente presenti nella attuale società, le quali richiedono una professionalità specifica in grado di intervenire per « differenze" indotte dalle diverse realtà localizzate dalla stanzialità, sulla cui base impostare l'acquisizione di dati necessari alla elaborazione progettuale. Gli argomenti sono trattati nelle lezioni del docente nelle comunicazioni di giovani architetti, con le documentazioni di esperienze progettuali diverse.
Per quanto riguarda le esercitazioni progettuali, esse riguarda-
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no la progettazione di un insieme di case e relativi servizi (anche a scala più estesa), con riferimento particolare alla composizione degli spazi di vita collettivi e comuni; gli esercizi progettuali sono localizzati secondo le condizioni più adatte al loro svolgimento, nel senso che non è fornita un'area determinata, in un luogo esistente, D1a sono indicate una serie di vincoli e di candizioni <:~ tipo ».
Articolazione del corso
Il corso si articola con gruppi di studenti (possibilmente 2 o 3 elementi al massimo), per quanto concerne le esercitazioni progettuali, la cui resa finale è organizzata su tavole standardizzate (mt. 1,00 x mt. 0,70 o multipli relativi) in numero di cinque per ogni gruppo.
Le revisioni durante l'anno sono affidate al docente responsabile del corso e i gruppi non sono suddivisi tra gli assistenti ma, al contrario, ogni assistente è responsabile di un determinato argomento relativo a!la progettazione e collabora, p"rtanto, con tutti i gruppi per quanto gli concerne. Sono organizzate tre revisioni collettive durante l'anno.
L'esame si svolge come confronto tra i diversi risultati progettuali e come approfondimento degli argomenti trattati durante l'anno, ciò anche a verifica del livello di preparazione culturale specific~ di ogni studente.
Il corso si rivolge agli studenti della F aèoltà senza differenza di anno di iscrizione, dal I al V.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (C)
Prof. Alfredo Sbriziolo
Il tema della ricerca - la residenza - vuole porre l'attenzione su un problema che, quale che sia la sua definiziane e deli-
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mitazione, rispecchia in positivo - o in negativo - le situazioni emergenti dalla società e gli orientamenti della cultura architettonica del tempo.
Al progressivo logoramento delle tipologie abitative derivate - nel secondo dopoguerra - dai modelli storici del Movimento Moderno di architettura, fa riscontro - a partire dagli anni cinquanta - un ripensamento complessivo sul tema dell'abitazione .
. La messa in. questione dei modelli convenzionali e la ricognizione di un filone di ipotesi alternative e innovatrici, costituiscono il punto. di avvio di una ricerca sulla praticabilità di metodologie basate sulla assunzione di nuovi parametri e su più ampie po;sibilità di articolazione, flessibilità e variabilità dello spazio abitabile.
In questo quadro l'indagine si estende alle strutture di aggregazione e mira a!l'individuazione di unità urbane complesse, come passaggio di grado dalla funzione residenza alla funzione integrata-associativa.
L'ottica nella quale si intende svolgere la ricerca progettua!c muove dal presupposto che essa:
- debba svilupparsi in posizione analitica nei confronti dei caratteri specifici dell'area a cui si riferisce, e cioè con un aggancio esplicito alla realtà e alle preesistenze di un dato ambiente;
- debba porsi criticamente nei confronti di s.:hematizzazioni tipologiche bloccate e ripetitive, ed orientarsi verso «sistemi» abitativi fondati su programmi in relazione e reciproca dipendenza di elementi strutturali e di spazi componibili, determinati analiticamente, moltiplicabili in tessuti aggregativi articolati e varianti;
. - debba proporsi di introdurre, nella tematica della progettaZIOne dell'alloggio, lo studio dei modi abitativi come situazione dinamica, ed il problema del ruolo e del coinvolgimento dell'utente nella configurazione del proprio spazio abitabile, in funzione di valori dipendenti dall'individualità dell'uomo.
I! passaggio dalla unità minima (alloBgio) ad una unità inse-
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diativa « primaria », comprendente alloggi e attrezzature complementari collettive, il passaggio cioè ad una aggregazione di dimensioni ottimali - controllabili architettonicamente - determinante un ambito omogeneo di strutture e spazi «integrati» -intesa come tessera di un contesto più ampio di cui è parte organica, è considerato parte integrante dell'ipotesi di ricerca.
L'elaborazione, guidata dai docenti e condotta per piccoli gruppi, partirà da sintetici modelli di approccio e si svilupperà progressivamente attraverso l'analisi sistematica dei problemi posti dal tema, e la precisazione delle tecniche progettuali congruenti con le soluzioni specifiche.
La documentazione conclusiva sarà costituita da:
planimetria dei luoghi e di progetto (1/500)
profili di insieme (1/500)
modello volumetrico (1/500)
schedature di studio, riferimenti bibliografici, note esplicative
schemi planimetrici delle infrastrutture (1/500 - 1/200)
schemi edilizi della residenza (1/200)
_ progetto dell'alloggio: piante, prospetti, seZlOm (1/50)
schemi tecnici (impianti - strutture)
particolari, vedute prospettiche.
Bibliografia di base
A. Aalto, Opera completa. Le Corbusier, Opera completa. Diotallevi e Marescotti, Ordine e destino della casa popolare. Griffini, Costruzione razionale della casa, voI!. I, II. Chenut, Ipotesi per un habitat contemporaneo. L. Benevolo e altri, I modelli di progettazione della città moderna. INA-CASA, I quattordici anni del piano INA-CASA.
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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (A)
Prof. Michele Capobianco
Premessa di metodo
Finalità del corso è quella di definire le condizioni strutturali ed organizzative di un sistema di habitat, specificandone le qualità urbane attraverso le soluzioni architettoniche, spaziali, formali e tecnologiche.
Il corso tende a svolgersi secondo termini di scientificità che, in un processo di metodo progettuale, operanti attraverso le scelte di parametri e categorie proprie dello specifico disciplinare, così come si è evoluto storicamente (tipi, forme, strutture, ecc.), pongono l'ipotesi di intervento architettonico. Tali ipotesi, assumendo valori di mediazione e/o alternativi, nella non realtà del territorio, risultano idonee a verificare il ruolo degli organismi progettati in un possibile disegno di città, accertando la funzionalità del metodo stesso.
Si tratta quindi di intervenire attraverso ipotesi di sistemi che, ponendosi criticamente nei confronti della frammentarietà e della indifferenziazione della città, pervengano alla definizione di spazi urbani, tali da registrare con maggiore pienezza la dialettica di sociale e collettivo propria delle aree metropolitane.
Il corso intende, pertanto, recuperare la natura critica dei processi di progettazione, dove l'operazione critica è condotta attraverso gli strumenti dello specifico architettonico, nella individuazione del nucleo critico proprio dell'architettura relativo alle relazioni che istituisce con le dimensioni della realtà da cui parte ed in cui .può indurre modifìcazioni.
Contenuti del corso
La ricerca è orientata alla organizzazione dei sistemi di habitat:
1. nelle zone all'interno della città;
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2. nell zone di interdipendenza e che appartengono al continuum urbanizzato;
3. nelle zone marginali o del territorio.
La ricerca progettuale si propone lo studio di quelle forme di intervento che, inerendo ai più generali problemi del «rinnovo urbano », ne rilevano la capacità di recuperare l'originario significato di appropriazione della città: in questo senso l'esigenza di porre una tematica innovatrice (conseguenza della risposta architettonica alla domanda sociale) trova il suo spazio di verifica all'interno di un terreno storicamente dato, dove l'assunzione di partenza è che l'architettura sia una disciplina storicamente determinata attraverso la evoluzione del proprio corpus storico.
Per gli interventi legati al 30 punto le ipotesi di sistemi di nuovi habitat sono formulati in rapporto con la realtà del territorio, valutando anche le indicazioni programmatiche espresse ai vari livelli della pianificazione.
Nei differenti casi il tema operativo si pone come scelta possibile di fronte ad una realtà di segno negativo: la condizione di degrado urbano che investe, sia pure riconducibile a ragioni ed a connotazioni diverse, tanto la banlieu quanto le aree interne, dove l'obsolescenza delle strutture fa riemergere il volto della non città in immediata prossimità o all'interno della stessa città.
Articolazione dell' attività didattica
Il corso si articola in tre livelli di generalizzazione:
a) Metodologia: attraverso trattazioni teoriche si definisce una linea di metodo operativo circa i problemi relativi alla progettazione di un sistema globale di spazi, fondato sul principio della integrazione funzionale sulla scorta di esempi di interventi sul corpo della città, in cui sia individuabile una tale problematica.
b) Informazioni: il discorso è volto a tracciare un quadro di posizioni relative ai problemi dell'architettura così come sono emersi nella storia più recente, attraverso la trattazione di argo-
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men:i mo~ografici sui momenti e sulle personalità del dibattito archltettomco dI questi ultimi anni. Questo tipo di lettura è orientato a collegare Il dIscorso sulla specificità della d' ']" q II Il'' d"d" lSClp ma con
ulle o su. In lVI uazlOne del referenti sociali, che si manifestano ne a pratIca progettuale.
c) Sperimentazione: le esercitazioni attraverso lavori di gr:,ppo ed elaborazioni individuali, verificano progressivamente glI assuntI t~orm attraverso la definizione di ipotesi spaziali nelle vane ,defimzlOm funzionali, formali, tecnologiche, ecc.
L elaboraZIOne progettuale delle ipotesi fa riferimento a:
a) significati e obiettivi:
- esposti in relazioni scritte ed in elabo.rati grafici;
b) organizzazione generale:
- che illustri le diverse componenti emergenti nella struttura dell'Intervento, e cioè: - percorsi
- localizzazione di attività specifiche e definizione tipolo-glca delle aree che le accolgono
- campi funzionali;
c) elementi che ~ompongono il modello di habitat:
- definizione delle modalità di associazione di taTi elementi m una formalizzazione architettonica.
Le ipotesi progettuali possono essere dirette sia allo studio di un sl.stema .complessivo che a quello di uno o più elementi particolan del SIstema complessivo che a quello dI' uno o p" l . . l' . !li e ementI partlco an del sIstema stesso (unità residenziale e/o attrezzature ecc.) e alla valutazione del loro ruolo nel sistema complessivo cui appartengono.
Raccordi e coordinamento con altri corsi
~.'elab~razione dei progetti, sia di quelli svolti durante il corso sIa 1 que II oggetto di tesi di laurea, dovendo rappresentare la
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E
sintesi degli studi degli allievi, nell'arco dei cinque anni previsti dalla Facoltà, non può non tener conto delle esperienze svolte negli anni precedenti o in altri Istituti. In particolare il progetto può anche costituire elemento di verifica spazi aIe per eventuali altre ipotesi e ricerche (urbanistiche, storiche, strutturali, tecnologiche) sulle quali l'a:~:evo più specificamente intende applicarsi.
In altri termini le opportune forme di coordinamento con le altre discipline risultano strettamente legate al tema di studio prescelto: i tempi e i modi di tale coordinamento verranno perciò valutati insieme con gli studenti in fase di programmazione della ricerca progettuale.
Risultano nella impostazione generale del corso privilegiati i coordinamenti con le discipline:
Urbanistica e pianificazione territoriale
Storia e Indirizzi dell'architettura e Storia dell'urbanistica
Tecnica delle costruzioni e Materiali speciali.
Tecnologia dell'architettura.
La bibliografia essenziale è a disposizione degli studenti presso l'Istituto di Progettazione.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (B)
Prof. Nicola Pagliara
Le ragioni
I frammenti della scienza della progettazione, cocci multicolori sparsi fra le teorie più apprezzate dell'attuale firmamento culturale, tendono per loro natura, come un'implosione cosmica, a riconnettere le parti di un sistema un tempo unito e regolato da
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leggi ferree. Il «big-bang» di intuizione einsteinIana SI e prodotto per la nostra scienza in tempi recenti dando luogo ad un'autentica galassia di « qualità » nella quale ogni intuizione personale sembra avere risvolti probabili e segni esclusivi. Da qui al vuoto cosmico dei contenuti, il passo è breve: l'interazione svuota si sa le parti dei loro significati, ne elabora una rappresentazion~ aset: tica, la giustifica sul piano socio-economico, insomma svincola e riduce se stessa dalle regole della disciplina. Il risultato è che non un eccletismo, ma più teorie giustificano la libertà di interpretazione dell'attuale briccolage progettuale. Il «non sense » che ne deriva è il nostro panorama urbano, pattumiera improbabile delle più acute sperimentazioni.
Le ragioni di questa condizione sarà più facile analizzarle alla distanza, quando il tempo trascorso consentirà di leggere divise le parti componenti il prodotto del gioco delle parti, e forse solo allora troveranno giustificazione le tendenze collettive al massacro della disciplina. Noi per ora siamo qui solo a considerare, e tenteremo una rapida conversione (con i suoi rischi), per riprendere non « la direzione », ma per raccattare i cocci dispersi. Già molti ricercatori sono al lavoro, anche in territori del sapere lontani dai nostri, ma tutto ciò ci indica un metodo a noi quasi sconosciuto. I racconti dei modi di pensare fino ai Maestri sono come fascinose storie di alambicchi, simili alle magie di Nostradamus, lontane dalla lucida scienza di Newton. Tuttavia è sempre a quel modo che torna la nostra speranza di conoscere i più intimi segreti del progettare, dissolti intorno agli anni '20, quasi che le esplosioni della grande B.erta si fossero portati via, con le farfalle del fronte occidentale anche i draghi del misterioso bosco della Maginol.
Che sia solo questo il compito della nostra generazione, mi pare ben pagato alla via concessa, solo che il tempo stringe, e già nuovi slogan appaiono nel firmamento della post-cultura: non si fa in tempo a riflettere, che il secondo canale TV, istituzionalizza con un flash d'agenzia la crisalide tenera della nostra mutazione. E allora, per restare nel vago, diremo soltanto che cerchiamo il « mistero », come ci insegna Einstein, cioè il sentimento fondamentale che ci consente di porci domande, di vivere accanto alla
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scienza e soprattutto di sentire in ogni scoperta dell'armonia UnI
versale, un riflesso della nostra sorda, infinita meraviglia.
I mezzi
In questi anni ho cercato di mettere a punto uno schema dei pochi elementi fissi dell'architettura, e negli studi che ho sviluppato mi sembra si possano estrapolare tre punti indispensabili e ricorrenti, le cui caratteristiche se pure ancora poco controllabili, sono però certamente presenti in tutti i fenomeni architettonici. Questi elementi sono nell'ordine: la tettonica, l'iconologia, la simmetria. Di questi tre elementi il secondo ed il terzo sono quasi completamente scomparsi subito dopo le analisi sulle simmetrie neoplastiche di Mondrian e le iconologie metafisiche di Magritte.
Si sono ancora individuati due parametri variabili: la funzione e la tecnologia. La prima esaltata dagli anni '20 in poi, ha raggiunto ogni carattere di esclusiva speculazione,. economica, moneta di scambio o di ricatto per la fattibilità di un progetto, perdendo la sua caratteristica storica di ragione essenziale del pluriuso dello spazio; la seconda, finita nei laboratori Montedison o nelle rapide soluzioni di montaggio, associa industria e patronato sperando che con l'ausilio del designer possa divenire appetibile ed essenziale una scatola di montaggio: troppi passaggi a nostro avviso per costruite il mini~cottage, pluriuso, accessoriato, con caratteristiche da ferrodastiro, da potersi adagiare indifferentemente (o da gonfiarsi) su spiagge a piacere o boschi o laghi o città ...
Questi cinque punti saranno gli argomenti delle !lastre lezioni, cercando di analizzare quali furono nel tempo le loro caratteristiche, i significati e soprattutto quale fu la loro quantità d'uso all'interno dei diversi tipi di progetto. Ancora sarà sviluppato un piccolo tema durante rintero corso, verificato sistematicamente attraverso cinque punti: prima in modo parziale (funzione, tecnologia), poi con un'ottica più ampia (tettonica; simmetria), ed infine il progetto darà spiegazioni attraverso l'espressione dei suoi significati (iconologia). L'elaborato al termine dovrà comprendere i cinque elementi in una assoluta contemporaneità di lettura, aven-
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do sfiorato così il complesso meccanismo della sintesi dei momenti formativi l'immagine. L'esercitazione sarà singola e si svolgerà in classe attraverso correzioni e pubbliche discussioni; l'elaborazione potrà essere sviluppata all'esterno (la mancanza di spazi privati lo impone) ma le verifiche saranno sistematiche e settimanali, un giorno in più rispetto all'orario ufficiale e prodotte dai contratti. sti co," l'Ollsilio della presenza del docente.
Le ccnsiderazioni
Bre"i possono essere le considerazioni, se' così sperimentale si ptesenta il quadro della ricerca del corso, ed il rischio (controllato) in cui si spinge. È un nostro dovere crediamo ridare scientificità ad una malintesa interpretazione della «Composizione ». Proprio oggi in cui per tutti tutto è composizione sentiamo con urgenza la necessità di restituire i ruoli. Accadde anche tanto tempo fa e si fu alla soglia di un lungo rinascimento, quando fu chiaro. che fra i mastri muratori e gli scienziati dell'architettura il passo del piede fiorentino si era smisuratamente allungato. Non è un male tutto ciò se isolando la competenza tecnica, gli architetti ricercano un nuovo modo umanistico, diventando a mio avviso allora sÌ indispensabili nello sviluppo del sociale non come mezzo, ma come motore e produttore delle immagini del proprio tempo. Noi vagliamo da anni un ruolo, fin qui resi quasi inutili ed affiancati al divertito e compiacente mondo degli ingegneri. Perso il bandolo, si sa, anche Teseo avrebbe avuto grosse difficoltà nella scoperta di se stesso e noi tentiamo di riammagliare la grande tela della meraviglia.
Arida ci sembra fin qui l'immagine di quanto ci circonda, e se pure logici marxisti ci consigliano di stemperare le nostre fantasie nel mare profondo della socialità, noi chiediamo un ruolo di produttori, come il teatro e la TV, di tutto quell'indispensabile inutile che forma, rallegra, arricchisce ma soprattutto tiene sveglie le buone come le cattive coscienze.
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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (C)
Prof. Massimo Pica Ciamarra
Premessa
Sotto il profilo teorico il corso assume come riferimento nel dibattito internazionale sull'architettura la Carta del Machu Picchu (1977) e le tesi che si sono andate sviluppando partendo dalle proposte e dalle esperienze del Team X.
Le lotte per la rivendicazione di una nuova qualità della vita rendono urgente ed attuale la riprogettazione o la reinvenzione delle città esistenti, per immettervi «nodi» o «legami» inso· spettati ed alternativi, capaci di potenziarne ed attualizzarne le qualità, o di sovvertirne le regole originarie troppo spesso basate sulla separazione e la dispersione.
La città come sistema continuo degli spazi pubblici, finalizzata alla partecipazione, all'informazione, si oppone alla città dell'iso· lamento materializzata in unità contrapposte: prevalenza delle relazioni, dei legami; attività come frammenti di funzioni istituzionalizzate; edifici come frammenti di un continuo urbano.
. Il corso promuove quindi esperienze di progettazione che, nell'affrontare temi tratti dalla condizione reale, manifestino il controllo del proprio significato nel processo di trasformazione e crescita della città.
Lo sviluppo di questi temi è inteso come occasione per accedere a quella che è stata definita come una nuova dimensione dell'urbano, propria della fine del XX secolo, la dimensione Iudica: nella città alienata ed alienante occorre immettere germi di una " nuova dimensione », e l'esame dei problemi delle «aree di condensazione sociale » costituisce un utile punto di p~rtenza.
La ricerca si incentra sul rapporto fra " architettura e dimensione urbana », ed esamina il problema della riorganizzazione dello spazio urbano e della sua riconquista a fini collettivi.
Il tema della" continuità» è un riferimento di fondo: con l'obiettivo di determinare elementi di unione e di legame fra le
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parti dello spazio costruito; di procedere nella costruzione della for~a architettonica. affermando metodologicamente la prevalenza dI lTIteresse SUI VUotI, Intesi quali immagini collettive e di relazion.e fra le parl!, e non sugli oggetti urbani; di pervenire alla distruzIOne della forma pura, dissolvendola in percorribilità continue fortemente ancorate ai contes,ti in cui si collocano.
Come. è stato affermato di recente, il pragmatismo è una parola scredita;". lTI ItalIa, quasI Il contrario di " profondo » o " mo~ale ». Esso e Invece un metodo razionale, una disciplina, un'etica: Il corso annette una grande importanza alla prassi progettuale intesa come strumento essenziale di conoscenza e di ricerca. '
Argomenti
il Il corso si articola su tre livelli, che riguardano gli obiettivi (3) . metodo (2), e gli strumenti (1) della progettazione architetto~
mca; . e SVIluppa. ti rapporto fra i tre livelli sopradetti rintracciandol! lTI esercItaZIOni progettuali.
E opp~rtuno che gli studenti che intendono seguire il corso abbIano gla svolto, lTI anm precedenti, esperienze di progettazione archllettomca.
Continuità e . contraddizioni nell'architettura contemporanea: dal mllo lTIternazlOnale alle realtà reaionali
" 3. Progettazione architettonica e progettazione integrale:
intersezioni e contrapposizioni nella realtà dei processi progettuali
L'organizzazione funzionale:
dall'idea di funzione a quella di attività lo spazio come ~istema di luoghi criteri tipologici e caratteri topologici le barnere architettoniche
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Architettura e logica delle tecnologie:
I riunificazione dell'ingegneria strutturale con l'arc~it~ttura e~oluzione dell'idea di progetto nell'edilizia industrIalIzzata
e per componenti
Il controllo del microclima nei sistemi edilizi:
l'informazione energetica gli impianti tecnologici nell'architettura.
2. Il ~ principio insediativo » ovvero « l'armatura della forma >>:
compresenza di scale dimensionali diverse complessità e contraddizioni in archllettura
L'uso delle geometrie nella definizione dello spazio:
reticoli ordinatori e struttura organizzativa
I percorsi pedonali nella struttura dei nuovi tipi urbani:
usi del sottosuolo e delle coperture .' intersezioni funzionali / continuità spazlall
Ruolo degli utenti nel processo progettuale . La storia come metodologia del fare archllettonlco.
1. Le attrezzature collettive nella città:
dall'idea di standard alla ipotesi di « aree di condensazione
sociale»
Ruolo della mobilità nel disegno urbano: .
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i nodi dei trasporti collettivi come luogbi di riferimento per le « aree di condensazione sociale»
Il rapporto con lepreesistenze:
l'intervento architettonico come frammento e come elemento di legame la reinvenzione delle strutture fisiche, delle funzioni, delle attività e dei modi d'uso
La dimensione Iudica nella città.
Articolazione dell' attività didattica
Parallelamente alla trattazione degli argomenti sopraindicati, verranno istruite le « esercitazioni », con il compito di verificate progressivamente gli assunti teorici attraverso la definizione di elaborati progettuali.
Le proposte di progetto, inserite nella tematica del corso, sono riferite alla finalità generale di reinvenzione nell'ambito urbano in cui si collocano. In rapporto a tale finalità i programmi particolari definiranno gli obiettivi specifici del singolo intervento inteso, verso l'esterno, quale momento di ricucitura dell'ambito urbano in cui è collocato; e, verso l'interno, come momento di fotte aggregazione spaziale fra funzioni ed attività diverse. Il rapporto con la realtà deve considerarsi come caratterizzante e significativo nel-lo sviluppo dei temi. _
Il corso tende a sviluppare raccordi interdisciplinari e ne inserirà la problematica nelle esercitazioni.
I programmi di lavoro delle esercitazioni, predisposti all'inizio del corso ed aggiornabili al completamento di ogni fase, saranno articolati nei tempi e nelle modalità grafiche.
La discussione dei temi, affidati alla guida di singoli assistenti, avviene in senso collettivo nell'ambito del corso.
Le lezioni si accompagnano ad analisi di esempi tratti da esperienze dirette e si innestano sui lavori svolti dagli studenti.
Riferimenti bibliografici
M. Pica Ciamarra, Architettura e dimensione urbana, Coop. ed. Econ. e Comm., Napoli 1977.
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G. Cullen, Il paesaggio urbano, Calderini ed.,. Bologna 1976. R. Venturi, Complexity and contraddiction In. ~rchztect~re, Mu
seum of Modern Art, New York 1965 (edlZl0ne !tahana De-dalo disponibile dal dicembre 1979). . .
M. Pica Ciamarra, L. de Rosa, A. Rocereto, M. V. Serplen, Napoli - Per la riorganizzazione delle strutture unlVersztarze nel centro antico, I.P.A., 1976.
R. Banham, Ambiente e tecnica nell'architettura moderna, Laterza
ed., Bari 1978. ,. ,. AA. VV., Team lO + 20, l'Architecture d aUlourd hm, n. 177. AA. VV., Costruire ed abitare, Credito Fondlar1O, Roma 1973,
1975, Parigi, voI. I, pago 271/320. . .. u. Carputi, Le strutture, le nuove tecnologie, i nuovz .matertalz e
l'industrializzazione nell'evoluzione del processo edzlzzzo, voI. II,
pago 1/350. . ,. d . l . E. Frateili, C. Guenzi, G. Turchini, Problemz dell In ustrza zzzazzone
edilizia.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (D)
Prof. Francesco Della Sala
Premessa teorica e metodologica
Dare la possibilità ad ogni studente, continuamente assistito dalla docenza, di contribuire allo sviluppo ~ella sua Idea progettuale, in merito al tema ed all'attuale realra SOCiale, con un ap: porto originale, sia nel caso che proceda da solleCltaz1OnI ln1Z1ah sia che queste intervengano successivamente come correZlOne, In-
tegrazione o rafforzamento dell'idea. , . . . Quindi, attività creativa mlZlale che parte dall asslml1az1On~
di tutto il background di espenenze dirette e. mdlrette, e. alr~r nanza dell'attività creativa con momentl di venfica e sollecltaz1O-
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ne costituiti dall'informazione, dalle consulenze, dagli incontri seminariali ecc.
La bibliografia che segue è limitata a libri di sollecitazione in generale, ma non definitivi per l'approfondimento del tema. Lo studente la integrerà, di volta in volta, sulla base dello sviluppo del suo specifico lavoro.
Robert W. Marks, The dimaxion world of Buckminster Fuller.
Rerman Kahn e Anthony S. Wiener, L'anno 2000. La scienza di oggi presenta il mondo di domani.
Reyner Banham, The architecture of the well-tempered envzronment.
Alvin Toffler, Lo choc del futuro.
AA. VV., I limiti dello sviluppo.
Marshall Mc Luhan, Gli alloggi. Nuovi aspetti e nuova prospettiva, in Gli strumenti del comunicare.
Jan Tinbergen, Progetto RIO· per la rifondazione dell'ordine internazionale.
Contenuto del corso
Il tema riguarda la flessibilità e la contrazione dell'alloggio a favore dell'estensione dei servizi sia sociali che funzionali, per un rapporto umano più intenso nella dimensione collettiva per una maggiore efficienza dell'abitazione e per una economia impiantistica.
La scelta di tale tema, già trattato nei precedenti Corsi di Progettazione, è motivata dalla grave insufficienza quantitativa e qualitativa di alloggi.
In questo senso il progetto va studiato tenendo in vista l'obbiettivo della prefabbricazione e dell'industrializzazione, e quindi criteri di producibilità, di trasportabilità, di montahilità, di economia e facilità di manutenzione.
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Articolazione e organizzazione
Il corso presenta tre linee di continuità:
. f d' to dell'esperienza nel corso. 1. continuità di appro on
f imen. d' rogetti già svolti o in corso
Gli studenti saranno m ormati 'dei
p . potranno quindi avvandi completamento. Le nuove i ee SI taggiare di tali precedenti espenenze,
2. ~o;~:;:! ~ti~~~~::~:no di incontri interdisciplina~~l~~e~;~~~~ mente rispetto ai criten statlCi. ed impiantistici e
per il loro impiego sul terntono;
. ità verticale con altri corsi di Compos1Zlone. 3. connnu d l V corso, adatto anche a studenti
Il presente programma e . l ente con i corsi tenuti dai del IV anno, è coordmato vertlca m
P tI Giovanni De FrancisCls e Alberto Izzo. ro .
DISEGNO E RILIEVO CA)
Pref. Anna Francese Sgrosso
Premesse metodologiche . .' mediante un consa-
I! corso A di Disegno e nlIevo Si proP~fe~onseguimento della le uso del mezzo grafico-espre~slvo,
pevo l . dell'architettura. conoscenza fenomeno ogica. . o più propriamente
. mezzo espressIvO, I! disegno mteso come dall a lin uistica, come 'veicolo
secondo una termmologla tratta duo nqu! come tutti i linguaggi . " r a aggiO ViSiVO e segmco , e un m~u . s:abilendo con essi un rapporto re-deve esprimere dei contenut;,. OL t ' Se tuttavia attribuiamo
d· , . . fi nte' e signlllca o . Il ciproco i sigm ca d' . d l proaetto piuttosto che a a
l . nte al ivemre e b "fi d' un ruo o premme afi un preciso sigm cato i cl il zzo gr co assume .
forma con usa, me 'd l' Al disegno allora viene attri-ordine non formale ma i eo ogiCO.
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buito un ruolo altrettanto complesso ma assai più pregnante, precisamente quello di ' pianificare il procedere " stabilire o proporre in anticipo regole e comportamenti futuri, m una parola 'progettare' .
Noi assumiamo il termine in entrambe le accezioni, essendo evidente come il disegno architettonico rivesta la duplice funzione di strumento per la ricerca espressiva e di mezzo tecnico per la realizzazione dell'opera, stabilendosi inoltre un legame concettuale tra il segno-architettura e il segno-immagine in quanto ad entrambi spetta il ruolo di esprimere simbolicamente la funzione e di suggerite determinate ipotesi interpretative.
Il soddisfacimento di tali esigenze richiede la conoscenza della problematica relativa alla percezione e alla comunicazione visiva: poiché infatti l'ambito operativo è lo spazio fisico tridimensionale, all'interno del quale si instaura un rapporto di fruizione tra lo spazio costruito e l'elemento umano, ne consegue l'intimo legame di natura geometrica e di natura psicologica tra la struttura oggettiva e l'immagine percepita, vale a dire tra spazio fisico e spazio percettivo.
La costruzione dell'immagine rappresentativa, come la forma-zione sulla rètina dell'immagine visiva viene mediata da procedimenti geometrico-proiettivi atti a tradurre su una superficie bidimensionale la realtà oggettiva tridimensionale. Ma il processo percettivo-visivo non si limita alla pura registrazione dell'immagine retinica, cosÌ l'operazione grafica nòn può ridursi alla fredda e neutrale riproduzione della realtà: al segno-immagine compete infatti il ruolo di esprimere con immediatezza e pregnanza i contenuti e i significati dell'opera.
Ancora una funzione del disegno, che potremmo definire autonoma rispetto al progetto ma nOn estranea, precisamente la funzione di documento dell'esistente, è quella che spetta al disegno di rilievo. Ma anche il termine' rilievo' ha un significato polivalente, quello di osservazione, risalto, tipo di scultura, 'in architettura, « ... determinazione degli elementi necessari a rappresentare graficamente un'opera già costruita» (Devoto-Oli, Dizionario della lingua italiana, voce Rilievo). Assumendo dunque il termine
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in un'accezione globale è necessario cogliere per suo tramite tutte le componenti dell'architettura: da quelle metriche e dimensionali a quelle relazionali, da quelle figurative a quelle geometrico-strutturali, per finire con le proprietà topologiche dello spazio vissuto.
Programma operativo
Sulla base di una recente sperimentazione didattica coordinata con il corso D di Composizione I e II e parzialmente conclusa, proponiamo ancora il frazionamento del corso di Disegno e rilievo in due semestri: rispetto agli impegni programmati risulta infatti inadeguata l'attuale concentrazione dèl corso in un solo anno accademico, richiedendosi un più graduale approccio e tempi più lunghi di acquisizione; in tal modo risulta inoltre possibile soddisfare l'esigenza di un costante scambio interdisciplinare, che dovrà coagularsi nel momento conclusivo della sintesi progettuale.
Ritenendo fondamentale un reciproco scambio anche con altre discipline proponiamo un coordinamento verticale con il corso B di Tecnologia dell'architettura I sul tema' Gli insediamenti civili e rurali della Penisola Sorrentina " per una ricerca finalizzata alla salvaguardia dei valori ambientali e al recupero dei modi costruttivi e delle risorse locali.
Analisi morfologica dello spazio-ambiente (nov. 1979 - apro 1980): i temi delle lezioni saranno:
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l'evoluzione del concetto di spazio con particolare riferimento alle nuove teorie geometriche; -
i processi geometrici della rappresentazione grafica e della restituzione prospettica.
Le esercitazioni saranno volte:
alla conoscenza metodologica e strumentale del processo con
formativo dello spazio-ambiente mediante schizzi rilievo sia tradizionale che fotogrammetrico;
all'individuazione e rappresentazione assonometrica della matrice strutturale degli spazi in esame.
Sintesi rappresentativa e inventiva (apr. 1980 -Iugl. 1980): i temi delle lezioni:
- il problema della rappresentazione; sintesi storica e metodi moderni;
la teoria delle ombre come mezzo di ricerca figurativa e come studio del soleggiamento.
Le esercitazioni:
rappresentazione prospettica della struttura individuata in rapporto a nuove destinazioni d'uso;
rielaborazione della struttura e determinazione delle ombre proprie e portate.
Bibliografia
Per le componenti percettive e psicologiche:
Arneim R., Arte e percezione visiva, Feltrinelli, Milano. Piaget J. - Inhelder B., La rappresentazione dello spazio nel bam
bino, Giunti Barbera, Firenze.
Per l'analisi storico-critica:
Jammer M., Storia del concetto di spazio da Democrito alla ;elatività, Feltrinelli, Milano.
Panofsky E., La prospettiva come forma simbolica, Feltrinelli, Milano.
Sgrosso A., Il problema della rappresentazione dello spazio, IEM, Napoli.
Per lo studio geometrico:
AA. VV.,Architettura: disegno e geometria, Massimo, Napoli.
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March L. - Steadman P., La geometria dell'ambiente, Mazzo'tta, Milano.
Per la documentazione ambientale:
Imperatore G., Amalfi nella natura, nella storia, nell'arte, Amalfi 1956.
Esistono, inoltre, appunti delle lezioni a cura dell'Istituto di Analisi Architettonica.
DISEGNO E RILIEVO (B)
ProE. Antonio Scivittaro
Significato del corso
Il crescente interesse che lega la Didattica alla Ricerca ci pone l'obiettivo di caratterizzare operazioni diverse. Queste, partendo dalla lettura ed elaborazione stimolano altri interessi che fecondano la capacità di rappresentarE. Il momento della rappresentazione dei fenomeni plastico-spaziali dell'Architettura parte così dal recupero di significati e valori della città come del territorio aprendoci nuove prospettive metodologiche relative alle possibilità linguistiche e strutturali tra la città antica e la città moderna.
Naturalmente, è proprio in questa Disciplina, fondamentale alla formazione dell'architetto, che l'area di ricerca estendendosi oltre le scienze e le tecniche legate alla percezione sensoriale, tocca motivazioni più profonde, ideali e formali al tempo stesso. Fondamenti e strumenti relativi alla rappresentazione virtuale dello spazio-tempo. Le modalità della rappresentazione (dal bozzetto al progetto e clal Rilievo al Modello) altro non è se non la materializzazione in Forma visiva e fruibile dell'immagine contestuale.
Immagine e configurazione del rapporto mutevole tra città e
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territorio. Pertanto, le divisioni ideologiche tra Architettura e Arte sono puramente riduttive e strumentali ma non sostanziali. Natura e artefatto (città-territorio) diventano inseparabili come la Cultura del Lavoro.
Specificità della disciplina
Il passaggio dall'informazione sensoriale alla riflessione logica e semantica sul contesto sottende una serie di operazioni che vanno dall'analisi alla sintesi. dell'immagine rappresentata (operazioni linguistiche-strutturali) .
Il segno architettonico (l'opera-messaggio) diventa così oggetto di scomposizione e reinvenzione linguistica, ponendo in evidenza i caratteri legati al continuum spazio-tempo.
Particolare attenzione sarà posta al Processo di COSTITUZIONE DELL'IMMAGINE circostanziata all'ambiente storico, naturale e ai mutamenti che coinvolgono struttura e forma conte· stuali (es. Castelnuovo di Napoli).
L'obiettivo specifico consiste, a livello della Didattica, nel continuo sforzo di liberare consapevolmente il potenziale fantastico-inventivo negli allievi, affinché le analisi condotte non precludano, riduttivamente impoverendole, possibili aperture metodologiche (Analisi storico-critica delle esperienze visjye e sui modelli spaziali).
Programma del corso
Analisi del segno architettonico nel contesto urbano:
a) La scala umana e i rapporti proporzionali.
b) Relazione tra oggetto architettonico e ambiente storico e socio-economico (Analisi storica e critica della forma)_
c) La forma come effetto fruibile del processo di configurazione dell'immagine (dalla Gestaltheoria alle attuali ricerche storiografìche e critiche dell'Architetture.).
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d) Implicazioni geometriche, psicologiche, fisiche e storichc nell'Analisi della rappresentazione di Rilievo.
e) Processo interno esplicativo della rappresentazione bidimensionale e tridimensionale (Rilievo'a vista e geometrico in scala come sintesi della forma).
/) Forma e contesto - con particolare riferimento allo studio del mutamento delle forze operanti nel contesto (scala umana e scala tecnologica).
g) Metodologia della forma e tecniche di rappresentazione (Elaborati di sintesi - il contesto esaminato e rappresentato nelle sue singolarità, anomalie ed emergenze).
h) Poetiche dell'Architettura antica e moderna. Mutamento delle indicazioni e del segno. Esemplificazioni segni che tratte da tests antichi e contemporanei.
i) Nelle prove individuali come nelle esperienze di gruppo (elaborazioni di gruppo) la metodologia seguita dovrà porre in evidenza i contenuti delle lezioni teoricbe e delle esercitazioni alla lavagna (indicazioni storiografiche, critiche e geometriche del. lo spazio architettonico).
i) Lezioni circostanziate alla verifica del modello didattico individuato. Esercitazioni in aula intervallate da sopralluoghi nel centro storico di Napoli pilotate dai rispettivi Assistenti alle esercitazioni e coordinate con il corso di Composizione Architettonica I B diretto dal Prof. Gaetano Borrelli.
Opere consigliate
B. Zevi, Architettura in nuce, Venezia, B. ZEVI, Il linguaggio Moderno dell'Architettura, Torino, R. De l':usco, L'idea di Architettura, Napoli, A. Scivittaro - F. Titontetto· P, De Masi, Struttura del segno ar
chitettonico, CN,R., Napoli.
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A. Scivittaro - F, Tintoretto - C. Di Crosta, Il Centro storico, CN,R., Napoli,
A, Scivittaro - F, Tintoretto - M. R, Imbrioscia - P. Virgilio - M, Monti, Struttura e forma dell'Architettura, C.N.R" Napoli,
F. Tintoretto, Contributo alla linguistica architettonica - Parlare e fare architettura, Riv. L'Architettura, n, 236, Roma,
G, De CatIo, Urbino - Storia - evoluzione e ristrutturazione urbanistica, Padova.
F. Tintoretto, La Crisi e l'Arte, Riv. Trivella, 16-17, Avellino.
DISEGNO E RILIEVO (C)
ProE. Massimo Rosi
L'obiettivo didattico del Corso C di Dis~gno e Rilievo, è quello di individuare nel contesto urbano e sociale, quindi dell'« environment », o ambiente totale, le emergenze architettoniche - che possono diventare temi comuni con i Corsi di Storia dell'Architettura e di Composizione Architettonica - per portare su di esse l'attenzione analitica della lettura diretta e ciOè del rilievo, in uno con le possibili indagini storiche e tecnologiche,
E inoltre importante includere nell'esperienza generale la sperimentazione del modello, oggetto indispensabile di conoscenza del duplice aspetto: quello dell'invaso interno e quello della forma plastica, dello specifico architettonico: lo spazio, inteso come luogo significante e d'uso,
- Lezioni teoriche, nelle quali saranno trattati, dal punto di vista storico e da quello metodologico, i seguenti argomenti:
L La rappresentazione grafica dell'architettura, Il disegno d'architettura, di cui è parte integrante quello di rilievo, è anche strumento d'espressione e va inteso come contatto con la realtà
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e quindi interpretazione di questa e non come disegno d'imitazione - Connessione con la realtà, rappresentazione bidimensionale di una realtà tridimensionale sia reale che di fantasia - Rappresentazione antica e relazione con scoperte (Prospettiva) - Evoluzione della rappresentazione. Il disegno d'architettura nell'opera dei Maestri.
2. Teoria e storia del rilievo - Analisi delle rilevazioni effettuate da grandi architetti e studiosi d'architettura sulle grandi emergenze dell'antichità - Approccio metodologico e operativo.
3. Sintesi storico-scientifica dell'evoluzione nei metodi di rappresentazione geometrica • Proiezioni ortogonali per l'identificazione delle caratteristiche metriche dell'oggetto da rappresentare - Il rilievo con l'ausilio della moderna tecnologia - Gli strumenti, la fotogrammeria, la fotografia aerea.
L'aspetto metodologico per affrontare il lavoro di conoscenza di un'architettura determina quelle questioni tese a riportare ad unità di interessi le varie discipline archiettoniche.
L'approccio con il tema di architettura deve ricondurre allo specifico architettonico, lo spazio e non soltanto lo spazio, in quanto tale caratterizzazione può apparire al momento in parte limitativa.
a) Ricerca storica, come collaborazione dell'architettura studiata e come documentazione delle vicende della stratificazione storica. Bibliografia, regesto, confronto di planimetrie.
h) Ricerca oggettiva: Rilievo
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Elaborati fondamentali: piante, prospetti, sezioni particolari: Disegno e sue caratteristiche in funzione della scala adottata:
1. Sintetico, scala 1/200, 1/100 rapporti generali, quote.
2. Descrittivo, scala 1/50 definizione architettonica, quote.
3. Analitico, scala 1/25, 1/10 particolari decorativi, strutturali, costruttivi.
c) Spaccati assonometrici come mezzo individuale di lettura e comprensione dello spazio architettonico, della complessa fenomenologia della percezione architettonica e come mezzo di indagine strutturale.
d) Lettura fotografica intesa come fattore integrativo, quindi connesso alle singole fasi di lavoro. Ausilio della fotografia nel rilievo. Mezzo di interpretazione e lettura percettiva dell'architettura, unica possibilità di documentare la complessità dello spazio di un' architettura. Collegato per i temi di studio con il corso di Composizione
Architettonica l' e 2" tenuto dal Prof. Arch. Massimo Nunziata.
Testo indicato
M. Rosi, Il Disegno d'Architettura, ed. della Libreria, 1977.
DISEGNO E RILIEVO (D)
Prof. Adriana Baculo Giusti
Finalità e contenuto del corso
Tutto il lavoro di analisi e rilievo del patrimonio edilizio esistente svolto in questo e nei precedenti anni accademici da me e dal gruppo di collaboratori nell'ambito del Corso di Disegno e Rilievo alla Facoltà di Architettura di Napoli, si pone un obiettivo prioritario: quello di spostare la tradizionale valutazione del "Centro storico» come bene di carattere filologico-culturale, in un'ottica diversa, di carattere economico e sociale.
In termini economici, infatti, i vecchi centri rappresentano in
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Italia gran parte del patrimonio edilizio sottoutilizzato e pertanto assumono un ruolo di grande peso nella economia nazionale in relazione alle dimensioni del capitale nsso in essi investito in beni reali, in termini di abitazioni, infrastrutture e servizi. Di essi quindi vatenuto conto nella elaborazione di una politica della casa alternativa a quella di speculazione che privilegia esclusivamente le nuove costruzioni equivocando le reali esigenze presenti nella domanda di alloggi. Esigenze cioè legate ad un equilibrato rapporto casa-lavoro, casa-infrastrutture, casa-servizi, per rispondere alle quali è indispensabile connettere il problema della casa alla più generale politica di uso del territorio.
In termini economici si pone anche la storia del costruirsi - e la morfologia e la tipologia edilizia - dei « centri storici » che si sono configurati in stretta connessione con le risorse del proprio territorio e con le tecniche di trasformazione di quelle risorse nei vari settori produttivi: agricoltura, piccola industria, artigianato e commercio condizionano inequivocabilmente nelle diverse zone le qualità dell'aggregato edilizio sia che questo sia inserito in un grosso sia che sia inserito in un piccolo centro urbano.
E analogamente in termini sociali va considerato il patrimonio edilizio dei « centri storici » che rappresentano un patrimonio collettivo insostituibile non solo perché questi sono la forma più concreta della cultura delle comunità, ma perché in misura maggiore o minore sono pur sempre luogo di aggregazione sociale e per l'uso continuato nel tempo degli spazi, e per la presenza di servizi collettivi e anche perché in essi sussiste la piccola proprietà privata della casa di abitazione.
Da quanto detto risulta evidente che i cosidetti «centri storici » in quanto beni culturali rientrano nella più generale problematica del recupero del patrimonio edilizio esistente, quale bene economico e sociale. Al problema del rilancio della produzione e della occupazione - prioritario nella attuale situazione economica italiana - si affianca quello di un programma articolato di intervento complessivo sul territorio che insieme al posto di lavoro garantisca anche - mediante una equilibrata maglia di infrastrutture e di servizi - quella qualità di vita capace di man-
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tenere ed incidere posHIvamente sulla produzione e su tutta la struttura economica del paese.
In tal senso questo corso di Disegno e Rilievo - ponendosi in un rapporto reale con la città ed il territorio e proponendo una collaborazione attiva per un assetto ed un uso democratico di essi - individua l'obiettivo del rilievo e dell'analisi di vecchie strutture urbane di produrre un materiale di conoscenza da utilizzarsi come base di confronto e stimolo nei programmi di intervento degli enti locali e degli organismi che gestiscono il territorio.
Il Rilievo diventa quindi lo strumento necessario per la conoscenza della realtà non solo come restituzione quantitativa di essa, ma anche in senso più ampio utilizzato per evidenziarne i processi ed i fenomeni contraddittori che l'hanno configurata fino ad oggi. Per altro la trascrizione del rilievo nel Disegno è essa stessa il passaggio critico dalla realtà alla valutazione di essa. Momento sul quale necessariamente occorre stimolare un dibattito con forze culturali e sociali esterne alla Facoltà di Architettura e per il quale, d'altra parte, l'uso dei sistemi di rappresentazione grafica codificati (proiezioni ortogonali, assonometria e prospettiva, ed il disegno convenzionato alle varie scale di progetto di massima, di progetto esecutivo, di piano di fabbricazione, di piano regolatore, ecc.) assume significato in rapporto alle necessità di chiarezza e di incisività che si richiede all'architetto qU.2le tecnico operatore della realtà.
Organizzazione del corso
Scelta dell'area di lavoro: illustrazione e sopralluoghi.
già A conclusione dell' anno accademico si prevede - come
negli anni precedenti - una Mostra Dibattito nella quale verranno esposti ed illustrati i lavori elaborati dal corso ed alla quale parteciperanno docenti di altre discipline, ammiministratori e rappresentanti delle forze politiche e sindacali interessate.
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Lezioni centrate sui diversi temi:
Il rilievo ed il disegno del patrimonio edilizio alle varie scale: metodi ed elaborati di indagine.
Sistemi di rappresentazione geometrica: proiezioni ortogonali, assonometriche e prospettiche.
Tecniche base per il rilievo metrico.
Rappresentazione del rilievo e disegno convenzionato.
DISEGNO E RILIEVO (E)
Prof. Camillo Gubitosi
Il programma per il corso di « Disegno e Rilievo » si propone di avv; Ire una ricerca sperimentale per la lettura, analisi e rappresen'lzione bi/tridimensionale dello spazio architettonico e urbane,.
Con tale finalità il programma propone quindi di avviare una ricerca, da parte degli allievi, tendente ad individuare ed ordinare le caratteristiche della composizione spaziale di diversi insiemi edificati, attraverso l'analisi dell'ambiente urbano, dei segni architettonici, individuandone le emergenze intorno alle quali vanno definite sperimentazioni dirette di analisi dell'ambiente, di rilievo e trasposizione grafica.
Il metodo di rappresentazione grafica di cui è parte integrante il rilievo, inteso come strumento di indagine conoscitiva, dovrà definire la possibilità di visualizzare ampiamente le connotazioni spaziali, oltre i limiti stabiliti dai codici bidimensionali del disegno.
La ricerca, che accoglie anche le connotazioni dei più recenti studi di semiologia urbana, vuoI tentare una verifica spazio-visiva
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nello studio di un campo dei fenomeni complessi, com'è quello architettonico ed urbano.
Si tenterà in altri termini, di rendere evidenti, all'interno della realtà spazio-visiva, i fattori primari riconoscibili, cioè le emergenze per recuperarne l'intendimento ed eventualmente riproporne un uso migliore.
L'analisi attraverso il solo mezzo grafico della realtà urbana e degli organismi architettonici, tende quindi « al modo» di inda .. gare l'oggetto architettonico, che implica ovviamente anche un'analisi critica ed un inquadramento storico, al fine di facilitare e rendere comprensibile l'articolazione didattica dei due momenti d'analisi e di sintesi, fondamentali nella ricerca progettuale e che fanno parte dei programmi dei corsi di composizione.
Il disegno, come mezzo grafico d'indagine, più che come fine a se stesso, diviene mezzo d'illdagine della realtà ed assume nella fase conclusiva dell'analisi le caratteristiche di linguaggio.
La scelta dunque di un metodo conoscitivo dello spazio, è fondamentale per la completa comprensione degli organismi architettonici e delle loro articolazioni strutturali e funzionali.
Il programma del corso si propone quindi di avviare la ricerca, partento dalla dimensione urbana, per concludersi con l'analisi di insiemi architettonici complessi di cui si dovranno esaminare tutte le componenti spazio-visive, sia attraverso il rilievo cne con il mezzo grafico e fotografico. Con criteri che saranno identificati nella prima parte del corso, gli allievi dovranno indagare sul processo di formazione e formalizzazione dello spazio urbano ed architettonico attraverso concettualizzazioni. Cioè scomponendo le complesse realtà spazio-architettoniche nei componenti primari, approfondendo e chiarendo attraverso il rilievo tridimensionale le interrelazioni che presiedono lo spazio urbano e la determinazione delle forme architettoniche.
L'area di studio, che rignarderà una zona del centro antico, dovrà essere esaminata secondo' le linee di sviluppo storico-urbanistico quindi si passerà ad analizzare la struttura formale e strutturale degli organismi architettonici, sia con il mezzo grafico, come sup-
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porto del rilievo, ma principalmente con l'analisi spazio-visiva degli edifici o complessi di edifici.
Lo studio tridimensionale delle forme appare come qu~lcosa che possiede caratteri propri diretti ed esterni, indipendenti dalla storia e dalle associazioni.
Riprendendo tematiche già sperimentate, il programma dovrebbe tendere dall'analisi di elementi visivi della forma per comprendere il processo della sintesi formale, attraverso anche la comprensione della qualità visiva della materia, delle linee, del colore. Il lavoro di indagine degli allievi si dovrebbe accompagnare all' esame dei fenomeni fisici: luce e colore, intesi come parametri collaterali ed inalienabili nella problematica conoscitiva della forma architettonica. In particolare l'esame del colore, i suoi rapporti quantitativi e modificatori a livello della percezione visiva sono elementi su cui si dovrà indagare. Allo stesso livello i problemi connessi con la luce richiedono una trattazione ed un'analisi sperimentale, con l'apporto della fotografia.
In breve va sottolineato che i procedimenti didattici a cui si è accennato, presuppongono che sia possibile isolare alcuni elementi, riconoscibili ovunque, nel mondo fisico, che con le loro interrelazioni definiscono nello spazio la forma. Sarà interessante esaminare inoltre, come sperimentazione complementare ed introduttiva, le principali opere moderne in cui è fondamentale l'esame della struttura spaziale, interna-esterna della forma in rapporto all'ambiente, alla luce ed ai colori, nonché il valore del mezzo grafico inteso come tramite tra l'idea e l'opera da realizzare. A tal fine nella prima parte del corso, saranno proiettate e commentate indagini riferentisi ad opere di architettura moderna; durante l'anno accademico saranno organizzate alcune mostre di architettura moderna.
Bibliografia generale
R. Arnheim, L'arte e la percezione viszva, Milano 1962. G. Cullen, Town-scape, London 1965.
. L. Murnford, La citta nella storia, Milano 1963.
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A. Rossi, L'architettura della città, Padova 1966. B. Zevi, L'architettura in nuce, Venezia-Roma 1960. B. Zevi, Saper vedere l'architettura. G. K. Koenig, Il linguaggio dell'architettura moderna. K. Lynch, L'immagine della città. C. De Seta, Cartografia della città di Napoli. C. Norberg Schulz, Esistenza, spazio e architettura, OH. Ed.
ESTIMO ED ESERCIZIO PROFESSIONALE (Al
Prof. Agostino Liuni
L'Estimo, che notoriamente costituisce un momento dell'Economia, ha bisogno per essere studiato e compreso, dell'acquisizione di alcuni principi generali di Economia e di Matematica finanziaria.
La prima parte del corso è dedicata a queste due discipline propedeutiche dell'Estimo per mettere in condizione il futuro Architetto di risolvere agevolmente e razionalmente i tanti problemi che dovrà a!frontare nell'esercizio della sua professione: dalle scelte ottimali nell'intervento sul territorio alla quantificazione c'i danni prodotti da eventi straordinari, dalla convenienza alla ri. strutturazione di un manufatto alla quantificazione della indennità alla luce di norma legislativa, dalla stima dell'avviamento di una azienda alla quantificazione dell'utilizzo ottimale di un determinato capitale fisso sociale, dalla determinazione del valore di un lastrico solare alla determinazione del costo di idoneizzazione di un comparto edilizio interessato dalla edilizia di tipo popolare, ecc.
Per mettere in condizione gli allievi di essere direttamente interessati allo svolgimento del corso, si svolgeranno seminari su argomenti preferibilmente suggeriti dagli stessi allievi e si cerche-
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rà, all'occorrenza, di seguire e verificare alcuni fenomeni economici facendo riferimento diretto alla realtà di mercato accedendo suoi luoghi da tanto interessati.
Si svolgeranno, inoltre, d'intesa con docenti di altre discipline oggetto d'insegnamento presso la stessa facoltà di Architettura, seminari su argomenti comuni alle stesse per far rendere conto agli allievi del nesso di complementarietà esistente tra le varie discipline nella soluzione dei tanti problemi del futuro professionista.
Le esercitazioni, infine, saranno svolte con riferimento ad episodi reali anche per mettere in condizione il laureando di poter agevolmente impostare e risolvere, non solo con parole, i futuri problemi che sarà chiamato a risolvere nell'interesse di privati o della Collettività, adempiendo in tal maniera alla sua funzione sociale alla quale sarà chiamato in conseguenza del possesso del titolo al quale egli aspira.
Principi di Economia
Bisogni - Beni - Utilità - La produzione ed i suoi fattori - La produttività - I costi di produzione - Le rendite - Le quasi rendite - Il mercato e le diverse sue forme - L'investimento - La scelta degli investimenti.
Cenni di matematica finanziaria
Saggio d'interesse e tasso di capitalizzazione - Interesse - Interesse semplice e composto - Annualità anticipate e posticipate iniziali e finali - Sconto - Cenni sulle periodicità - Tavole di sopravvivenza - Usufrutto - Vitalizio - Nuda proprietà - Riparto.
La teoria estimativa
Evoluzione dell'Estimo nel tempo - I principi generali dell'Estimo - Il principio della dipendenza del valore dall'aspetto economico - La previsione nel giudizio di estimo - I possibili aspetti economici - La teoria dell'ordinarietà.
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Metodologia estimativa
Metodologie sintetiche - Metodologie analitiche - Metodologie semianalitiche.
Metodi diretti ed indiretti.
Stima dei danni
Concetto di danno - Determinazione dell'ammontare del danno relativo ad un manufatto.
Stima di miglioramenti
Giudizio di convenienza nella realizzazione di miglioramento o di trasformazioni - Determinazione dell'ammontare della convenienza in trasformazione urbana.
Estimo Civile
Stime inerenti a fabbricati civili - Stime di aree edificabili -Stima del costo di idoneizzazione - Stima di fabbricato suscettibile di sopraedificazione - Stima di manufatto urbano senza mercato - Stima di danni per inquinamento - Convenienza all'intervento su immobile ricadente in un centro storico - Verwca di mercato ad intervento nel centro storico da parte di privato o di Ente pubblico.
Estimo industriale (cenni)
Stima relativa a fabbricati industriali - Stima delle aziende industriali - Stima dell'avviamento di una azienda.
Estimo convenzionale
Generalità - Legge fondamentale 25-6-1865 n. 2359 - Legge 15-1-1895 n. 2892 per il risanamento della città di Napoli - Legge
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18-4-1962 n. 162 per l'edilizia economico-popolare - Legge 22-10-1971 n. 865 (legge per la casa) - Legge 28-1-1976 n. lO (legge Bucalossi) - Legge sull'equo canone.
L'architetto come progettista e direttore dei lavori
La progettazione e la direzione dei lavori nell' esercizio della libera professione - Gli elaborati tecnici relativi alla progettazione - Il collaudo delle opere private e pubbliche - Cenni sulle tariffe professionali e sul Catasto edilizio urbano.
Testi consigliati
C. Forte e B. De Rossi, Principi di Economia ed Estimo, Etas Kompass, Milano 1974.
Nino Famularo, Teoria e pratica delle stime, UTET, Torino 1969. Luigi Fusco Girard, L'evoluzione della logica estimativa, Facoltà
di Architettura, Napoli 1974. I. Micheli, Estimo, Edagricole, Bologna 1975. Agostino Liuni, Esercizi elementari di Estimo, Edizioni Teorema,
Firenze.
ESTIMO ED ESERCIZIO PROFESSIONALE (B)
Prof. Luigi Fusco Girard
Il corso intende illustrare gli aspetti economici della progettazione architettonica, urbanistica e della conservazione del patrimonio edilizio.
Gli argomenti sono i seguenti:
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A) Elementi di micro e macroeconomia
La scienza economica, l'evoluzione storica del pensiero economico; lo spazio nel pensiero economico; bisogni, utilità e beni economici; la produzione; il mercato e le sue forme; l'investimento privato; l'investimento pubblico, la programmazione economica; cenni di economia dei beni pubblici e di finanza degli enti locali.
B) La Teoria e la Metodologia estimativa: l'evoluzione della « moderna» Disciplina estimativa da Arrigo Serpieri a Carlo Forte
L'estimo come momento dell'economia; il valore; il principio di dipendenza del valore dallo scopo della stima; gli aspetti economici dei beni ed i corrispondenti valori di mercato, di costo, di trasformazione, di surrogazione e complementare; la teona dell'ordinarietà; l'oggettività del giudizio estimativo; i procedimenti di stima sintetici ed analitici.
C) Estimo Urbano
Cl L'analisi del settore edilizio
La produzione edilizia ed insediativa; l'evoluzione <ielle caratteristiche del mercato immobiliare in Italia alla luce della normativa vincolistica e della legge 392/78; la stima del valore di mercato del prodotto edilizio; il saggio di rendimento dell'investimento immobiliare urbano; la stima del valore di mercato dei fattori della produzione edilizia; la rendita; il recupero alla collettività delle plusvalenze fondiarie con la legge 10/77.
C2 Il costo della nuova produzione edilizia.
La stima dei costi di costruzione nelle diverse fasi di elaborazione e progettuale; la cast analysis e la cost planning; la cast in use; il Metodo A.R.e.; l'analisi di valore; i diversi indici di adeguamento nel tempo del costo di costruZione.
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C3 Il costo del recupero del patrimonio edilizio.
Procedimenti di stima del costo di manutenzione, del risanamento conservativo, della ristrutturazione, del restauro; l'esame economico degli interventi sul patrimonio edilizio esistente nelle esperienze italiane e straniere.
C4 Il valore complementare.
C5 Il valore di surrogazione e di trasformazione.
D) Estimo territoriale
La stima dei costi insediativi nelle aree di nuova urbanizzazione e nelle aree storiche; il costo degli standard urbanistici; il valore di costo di produzione di aleuni servizi pubblici urbani; le diverse tecniche di valutazione nella pianincazione urbana: l'analisi costi-benenci; la Planning Balance Scheet; l'analisi di soglia; la matrice degli obiettivi.
E) Estimo generale ed Esercizio professionale
L'indennità di espropriazione nella normativa vigente; il Nuovo Catasto Edilizio Urbano; la direzione dei lavori ed il collaudo.
Articolazione del Corso
Durante lo svolgimento del corso (che è già stato coordinato nell'a.a. 78/79 con quello di Urbanistica I A e di Igiene edilizia A) sono previsti incontri seminariali su specinche tematiche, nonché momenti applicativi relativi in particolare all'analisi della realtà urbana di Napoli, in via di coordinamento ulteriore con altre Discipline.
Bibliografia essenziale
Carlo Forte e Baldo De Rossi, Principi di Economia ed Estimo, Milano 1979.
Carlo Forte, Elementi di Estimo Urbano, Milano 1973. Carlo Forte, I costi di Urbanizzazione, Milano 1970.
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FISICA (A)
Prof. Mario Cutolo
Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Costruzioni.
FISICA (B)
Prof. Gelsomina Colantuoni
Coordinate generalizzate Spazio delle conngurazioni Rappresentazione geometrica dello spazio Energia cinetica e Geometria di Riemann Sistemi olonomi e anolonomi Funzione lavoro e forze generalizzate Sistemi sderonomi e reonomi. La legge di conservazione del-
l'energia Caleolo delle variazioni Valore stazionario di una funzione Variazione seconda Valore stazionario verso un valore estremq Condizioni ausiliarie non olonome Valore stazionario di un integrale definito I procedimenti fondamentali del calcolo delle variazioni La proprietà commutativa del processo Il valore stazionario di un integrale dennito trattato con il cal-
colo delle variazioni L_e ~q~azioni differenziali di Eulero-Lagrange per n gradi di libertà VanazlOne con condizioni ausiliarie Condizioni non-olonome
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Condizioni isoperimetriche Il principio dei lavori virtuali Interpretazione fisica del metodo dei moltiplicatori di Lagrange
La ineguaglianza di Fourier Il Principio di D'Alembert . . La Legge di conservazione dell' energia come conseguenza del Prm-
cipio di D'Alembert Le forze apparenti di un sistema di riferimento accelerato. Ipo-
tesi di equivalenza di Einstein Il Principio di Hamilton . . . Le equazioni del moto di Lagrange e la loro mvananza nspetto
alle trasformazioni di punto Il teorema dell' energia come conseguenza del principio di Ha-
milton.
FISICA TECNICA ED IMPIANTI
Prof. Andrea Russo Spena
IDROSTATICA - Caratteristiche generali dei liquidi e loro proprietà fisiche: statica dei liquidi pesanti, misura della pressio: ne, spinta di un liquido su una parete plana o curva, centro d!
spinta.
Moto lineare dei liquidi perfetti: teorema di Bernoulli, equazione della continuità: deduzione, applicazione; principali tipi di luci a battente e a stramazzo.
Correnti uniformi: caratteri generali e ;:v,mule pratiche per lo studio di problemi relativi a correnti uniformi a pelo libero o entro condotti circolari; perdite di carico localizzate.
Impianti elevatori: prevalenza geometrice., mon0metrica, po~
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tenza di un impianto di sollevamento; tipi diversi di pompe per acque potabili o per acque reflue e per valori diversi della portata e della prevalenza manometrica.
Approvvigionamenti di acqua potabile: fonti principali di approvvigionamento, per abitazioni isolate o per centri abitati, piano generale degli acquedotti; consumi medi e massimi, sistemi diversi di somministrazione a contatore~ a luce tassata.
Reti di distribuzione interna di acque potabili: reti a gravità oppure servite da impianto elevatorio completo di riserva idrica a serbatoio o di riserva idrica ad autoclave; reti di distribuzione per edifici molto alti; per edifici di uso collettivo; reti per estinzione incendi. Materiali per reti di distribuzione di acqua potabile.
Scarichi: condotte per lo smaltimento delle acque usate e di acque pluviali a gravità o mediante gruppo di sollevamento. Colonna di ventilazione. Materiali per condotte di scarico.
Chiarificazione, epurazione e disinfezione delle acque di rifiuto: per edifici isolati, per centri di modesta entità, per grandi centri, destinazione finale delle acque tra-ttate. Dispositivi per il controllo delle portate e dei volumi.
Apparecchi igienici: impianti speciali per produzione e distribuzione di acque calde in ospedali, case di cura, alberghi, caserme, case per abitazione. -
Impianti a servizio di complessi sportivi di particolare importanza: piscine, campi di gioco, palestre.
Le trasformazioni termodinamiche: I principio della termodinamica, II principio della termodinamica; gas perfetti, gas reali, vapori; miscugli di gas e vapori; aria atmosferica; igrometria.
Riscaldamento: trasmissione del calore attraverso i corpi; calcolo della dispersione di calore negli ambienti abitati, nei grandi ambienti non frequentati continuamente. Riscaldamento ad acqua calda: calcolo della superficie della caldaia, perdita di calore nelle tubazioni. Riscaldamento ad acqua calda a bassa pressione con cir-
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colzione a gravità o mediante pompe, impianti autonomi per appartamenti. Riscaldamento ad aria.
Condizionamento: effetti fisiologici del condizionamento; il diagramma dell'aria umida. Trattamento dell'aria, dispositivo di filtrazione e umidificazione. Condotta e distribuzione dell'aria in ambienti isolati, in grandi ambienti, teatri e cinematografi, apparecchi di regolazione automatica.
Rete interna di distribuzione di gas di città: impianti elettrici, telefonici e di collegamento tra antenna e apparecchi,di televisione.
/
Bibliografia
GaIlizio, Impianti sanitari, Hoepli. Rumor Riscaldamento - ventilazione - condizionamento, Hoepli. De M:rtino G., Impianti tecnici, dattiloscritto, Istituto di Idrau-
lica, Napoli.
Programma
GEOMETRIA DESCRITTIVA (A)
Prof. Serafino Boccia
A) Cenno storico La rappresentazione - Configurazioni spaziali - Corrispondenze tra figure geometriche - Prospettiva tra piani - Nozioni di spazio proiettivo - Nozione di piano proiettivo -Cenni sulle omografie tra piani proiettivi reali - L'omologia di ribaltamento - Omologia piana.
B) Elementi di geometria analitica - Operazione nell'insieme dei segmenti orientati nello spazio ::ii di un piano IX, di una. retta l' -
Riferimento su di una retta e sua equazione - Nume!! duetto!! e
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coseni direttori di una retta - Intersezioni di due rette - Condizione di parallelismo e di ortogonalità di due rette - Equazioni della circonferenza, coniche - Polarità determinata da una conica non degenere - Diametri di una conica - Centro diametri coniugati -Assi - Vertici - Riferimento cartesiano nello spazio - Equazione della retta e del piano - Numeri direttori e coseni direttori di una retta - Parallelismo e perpendicolarità fra retta e retta, fra piano e piano, fra retta e piano - La rappresentazione analitica delle superfici - Quadricbe - Equazioni canoniche delle quadri che - Quadriche degeneri - Coni e cilindri - Natura dei punti di una quadrica - Polarità determinata da una quadrica non degenere.
C) Geometria descrittiva.
a) Metodo delle proiezioni centrali - La rappresentazione della retta - La rappresentazione di un punto - La rappresentazione del piano - Condizione di appartenenza e di complanarità -Condizione di parallelismo - Problemi grafici relativi - Retta comune a due piani - Punto comune a una retta e un piano - Punto comune a tre piani - Retta per un punto, parallela a una retta data - Piano per un punto parallelo a un piano dato - Piano individuato da un punto ed una retta - Piano per una retta parallela ad un'altra retta - Retta per un punto e che si appoggia a due rette sghembe - Retta congiungente due punti - Condizioni di orto gonalità, problemi relativi alla ortogonalità - Il ribaltament5 - Angolo di due rette o di due piani - Distanza di due piani paralleli -Minima distanza di due rette sghembe -' Rappresentazione di un quadrato, di un cerchio - Trasformazione omologiche delle coniche.
b) Metodo di Monge - Rappresentazione del punto, della retta, del piano - Condizioni di appartenenza - Problemi grafici: intersezioni - Retta comune a due piani - Punto comune a una retta e a un piano - Condizioni di parallelismo e di complanarità -Problemi grafici fondamentali relativi - Condizioni di ortogonaIità - Problemi grafici relativi - Ribaltamento di un piano proiettante - Distanza di due punti e di due piani paralleli - Minima distanza di due rette sghembe - Ribaltamento di un piano generico -
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Angolo di due rette e di due piani - Distanza di un punto da una retta - Rappresentazione di un poligono regolare - Rappresentazione del cerchSo.
Bibliografia
M. Miglio, Geometria analitica. M. Miglio, Geometria descrittiva. A. Sgrosso, A. Ventre, Elementi di Geometria proiettiva e di Geo
metria descrittiva, ed. Massimo, Napoli.
Premessa
GEOMETRIA DESCRITTIVA (B)
Prof. Calogero Palermo
Per' geometria descrittiva' va oggi inteso tutto quel complesso di strumenti metodologico-culturali, scientifici, tecnici, applicativi atti alla impostazione-esecuzione della ' descrizione' della ' geometria ' di un ' oggetto': in particolare, nel caso di un corso di ' geometria descrittiva' per la Facoltà di Architettura, di ' oggetti' propri e delle scienze urbane e di pianificazione, e delle scienze compositive e delle scienze storiche,
Nell'ambito delle' descrizioni geometriche' oggi in uso, facendo, come è naturale, riferimento all'ambito del patrimonio scientifico e di ricerca della disciplina' geometria', troviamo oggi una' molteplicità ' di metodi di ' rappresentazione geometrica di descrizione'. Questa' molteplicità' è riconducibile, tanto sul piano della metodologia e della' fondazione' matematica, quanto sul piano del modo applicativo di intendere (e' vedere ') l' , oggetto' da rappresentare, a una specifica unità: così il corso tenderà, innanzi tutto, ad una visione unitaria delle tecniche-teorie poi esposte.
I! corso ha come suo obiettivo primario quello di condurre gli
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studenti alla acqU1S!ZlOne non solo della capacità di uso concreto, esecutivo, di tipi di ' rappresentazione delle geometrie' degli' oggetti' di pertinenza professionale, ma anche ad una capacità di , impostare' comunque letture descrittive: così lo studente sarà messo in grado anche nel futuro di cogliere e comprendere le nuove tecniche di ' rappresentazione' che del resto si vanno già oggi prefigurando (si pensi a tutte le probabili prossime applicazioni in campo di rappresentazione di procedure automatiche mediante calcolatore elettronico).
Punto tematico centrale del corso diventa allora, in riferimento ai modi di lettura stessi propri anche delle procedure ' professionali' dell'architetto/urhanista/pianificatore/storico, oltre che in riferimento alle più moderne impostazioni della scienza matematica, è costituito dal concetto di ' sistema' (cioè di oggetto, di quaisiasi natura, letto come ' organizzato' al suo interno da legami e leggi). Il ,"Illcetto centrale di sistema, esposto nel corso con i suoi conèreti riferimenti alle applicazioni in altri corsi disciplinari, finisce col condurre poi al tema ' modelli matematici, loro applicazioni, loro metodi di rappresentazione geometrica come lettura della sua forma globale'.
Argomenti
Tenuto conto di tutto ciò e sulla base di un'esposizione da un lato unitaria e dall'altro proposta sempre in riferimento ad espressioni applicative, gli argomenti (dunque le specifiche' tecniche di rappresentazione') possono pensarsi divisi in due gruppi fondamentali:
a) rappresentazioni nel continuo
1. 'geometria delle proiez~oni ': prospettività e proiettività; assonometria ed omologia; metodi di Monge e della' proiezione centrale'; invarianti;
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2) 'geometria delle superfici': concetti di ( curvatura', ... ;
, ., 1· a ed omeomorfismi; trasformazioni contInue: topo ogl invarianti;
b) rappresentazioni nel' discreto'
1. 'teoria dei grafi ' :
2. 'geometrie finite'.
nota: ciascuna specifica tecnica-teoria di ' descrizione' verrà fatta scaturire da problematiche applicative così da s?ttolineare e l'utilità di esse stesse (ed i loro limiti e le loro nsp?ndenze a specifici scopi) e la necessità/utilità del loro Stu~lO. sotto il profilo astratto-matematico, come nspondente ali ,esIgenza di ' previsione' delle risposte che un d.a:o metodo e capace di dare a specifiche domande di descnzlOne.
Organizzazione didattica
Il corso, articolato in lezioni ed esercitazioni, cerc~erà, nei limiti del praticabile, di arricchirsi di attività seminariah-apphc~tlve a base interdisciplinare (conoscenza delle procedure automatlch~, mostre di ' modelli' elaborati dalla scienza archltettomco-urbam-
stica, ... ). .. d· . il E prevista la possibilità (per gli studenti) I unpostare corso
in termini di ' ricerca'. Eventuahnente, se possibile, anche co,;"e momento di collegamento disciplinare e fiscale con altn corSI I cui docenti si dichiarino a ciò disponibili.
GEOMETRIA DESCRITTIVA (C)
Prof. Rosa Ulisse Penta
Il corso C di Geometria Descrittiva si propone lo scopo di significare il ruolo ed il contributo della Geometria nei confronti
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del pensiero arcmtettonico, attraverso una metodologia che, evidenziando il complesso ed articolato ambito in cui il pensiero geometrico si muove, consenta di verificare l'esistenza di una partecipazione attiva della Geometria alla promozione di sintesi spaziali (architettoniche o non) e d'altra parte renda consapevoli di poter cogliere da essa Geometria non le determinazioni specifiche ma piuttosto il metodo di indagine e di definizione delle qualità intrinseche dello spazio configurato.
Recepita essa partecipazione come stimolo alla creatività, la Geometria assume, in relazione al suo valore formativo, oltre al ruolo di contributo alla rappresentazione grafica attraverso l'uso di metodi specifici (Metodo delle Proiezioni centrali, metodo di Monge, nonché di argomenti di Geometria Proiettiva) anche quello di forza preminente nella chiarezza dei concetti spaziali e nella consapevolezza di quelle relazioni che un processo· di configurazione spaziale sottende.
I! corso, quindi, si propone il duplice scopo di agire sia a livello formativo, stimolando sintesi che qualificano una struttura di pensiero, sia a livello operativo promuovendo un processo critico nella scelta di essenzialità geometriche che definiscono una struttura spaziale (architettonica o non) nel senso più ampio del termine.
Nell'analisi specifica da condurre su spazi o struttJ.tre reali saranno evidenziati caratteri geometrico-proiettivi, descrittivi nonché geometrico-analitici di figure o forme fondamentali che qualificano la struttura in esame (con particolare riferimento alle coniche ed alle quadriche).
GEOMETRIA DESCRITTIVA (D)
Prof. Aldo F. Saverio Ventre
1. Elementi di teoria degli insiemi - Gli spazi vettoriali dei vettori ordinari liberi e dei vettori applicati - Criterio di compla-
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narità di quattro punti - Dipendenza lineare di un vettore libero o più vettori liberi - Criterio di allineamento dI tre
punti - Dimensione. .' Coordinate cartesiane del piano - Coord111ate cartesIane dello spazio _ Equazioni parametriche della retta - Equazioni parametriche del piano - La rappresentazIOne della retta 111 un rIferimento cartesiano del piano mediante un'equazione lineare· nelle due incognite coordinate - La rappresentazione del piano in un riferimento cartesiano dello spazio mediante un'equazione lineare nelle tre incognite coordinate - Rappresentazione della retta comune a due piani non paralleli - Fascio di rette - Fascio di piani. Questioni in riferimenti ortogonali monometrici. . Equazione della circonferenza - Equazione della sfera - I punti complessi _ Rette immaginarie - Punti im~ropri - Coord111ate cartesiane omogenee - COniche - Generaltta - Interserzlone dI una retta e una conica - Classificazione aflìne - Polarità rispetto
a una conica.
BIBLIOGRAFIA: Appunti dalle lezioni.
2. Nozioni di ropologia: insiemi di punti, applicazioni, omeomorfismi _ Teoria dei grafi: definizioni - Matrice d'incidenza -Cicli _ Alberi - Grafi planari e grafi piani - Grafi duali - La formula di Eulero - Problemi di adiacenze e applicazioni a
problemi di progettazione.
BIBLIOGRAFIA: Appunti dalle lezioni.
3. Prospettività tra piani - Nozioni di spazio proiettivo - ICI enni sulle omoarafie tra piani proiettivi reali - L'omologia - metodo dell: proiezioni centrali - Il metodo di Monge (o delle
proiezioni ortogonali).
Testo consigliato
A. Sgrosso _ A. Ventre, Elementi di geometria proiettiva e di geo
metria descrittiva.
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IGIENE EDILIZIA (A)
Prof. Maria Rigillo Troncone
Premessa teorica e metodologica
La problematica dell'igiene ambientale ha subito in questi ultimi anni (che potrebbero definirsi gli « anni dell' ecologia») una tale rapida evoluzione che non è più pensa bile articolarla in quei concetti e quelle idee che, pur valide agli inizi degli anni '70, nel momento attuale risultano anacronistiche e superate.
Lo squilibrio ecologico, il distorto rapporto tra Società ed Ambiente, le condizioni di vita e di lavoro, nella misura in cui costituiscono elementi di aggressione allo stato fisico, mentale e sociale, rappresentano i presupposti della nuova problematica ecologica.
Se la salute è seriamente minacciata nell' ambiente di lavoro dove più alti sono i tassi d'inquinamento, più radicale la trasformazione dell'ambiente tradizionale, maggiore l'influenza dei fattori psicologici, essa lo è in misura altrettanto preponderante anche in ogni spazio organizzato quale la residenza, i trasporti, i servizi e le attrezzature.
Esiste pertanto una stretta rispondenza tra nocività -interna ed esterna all'ambiente di lavoro ed in questo contesto sembra chiaro come divengano di fondamentale importanza la realtà storica e fisica del territorio e gli ambiti territoriali, la prima per la comprensione dello stato igienico-sociale di una popolazione, ed i secondi per poter definire gli interventi sanitari e sociali.
Nocività interna ed esterna, condizioni di vita e di lavoro, lo stato igienico e sanitario, rappresentano aspetti differenti, ma tutti derivanti ugualmente da un distorto rapporto tra uomo e società.
L'insegnamento del corso di Igiene Edilizia A tende infatti ad evidenziare e definire i rapporti di equilibrio tra le strutture architettoniche e l'ambiente nel quale esse svolgono la loro funzione. A questo tema dà valore la considerazione che l'opera dell'architetto, nel dar luogo a sempre nuovi ambienti di vita e di
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lavoro, è rivolta essenzialmente a trasformare continuamente l'amM
biente preesistente. Questo riciclaggio dell'ambiente - e quindi della natura -
se da una parte costituisce una condizione di sopravvivenza per l'uomo, dall'altra rappresenta anche il limite della sua evoluzione.
Il corso tende a ricercare fattori equilibranti questa contraddizione.
L'esperienza infatti ha dimostrato che, se da una parte la tecnolOGia più avanzata ha altamente qualificato le componenti strutturali che la Società utilizza, dall'altra ha evidenziato la necessità di istituire tra queste componenti un preciso rapporto di interdipendenza che rappresenti il comune denominatore all'equilibrio ambientale.
In questa problematica si iscrivono numerosi questioni sempre aperte come quelle del rapporto città-campagna, del rapporto risorse-consumi e di quello prodotti-rifiuti o scorie.
Da questa impostazione generale la didattica e la ricerca si articolano nei processi di analisi del rapporto struttura-ambiente, fino a trovare la giusta integrazione tra l'architettura, la natura e l'uomo.
In coerenza con quanto sopra accennato, per l'a. acc. 1979/80 !'interesse del corso sarà principalmente accentrato' sui temi del risanamento ambientale della periferia occidentale di Napoli e della zona dei Campi Flegrei.
Contenuto del corso
La struttura del corso è basata essenzialmente su quei criteri ai quali va improntata l'azione di prevenzione e di controllo dell'ambiente. Le nozioni fondamentali di ecologia dalle quali il corso prende l'avvio, consentono di stabilire un'identità di linguaggi~ ed una base di conoscenze comuni con l'ecologo che, da speCIalIsta, studia le diverse matrici dell'ambiente nella loro. dinamica e nelle alterazioni degli ecosistemi. Una volta dall'ecologo quantizzato il degrado ambientale ed indicate le misure necessarie ad eliminare, o quanto meno ridurre tali alterazioni, l'architetto deve
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essere P?sto in grado di suggerire soluzioni progettuali in equili .. bno fuzlOnale con l'ambiente stesso. . In questo c~rttesto si inquadra lo studio della gestione delle
rISorse nnnov~bIlI (al~eri di una foresta, atmosfera, un lago) e non nnnovablh (depositI dI carbone o di ferro, di rame, di petroho). Lo studIO conSIdera da una parte i problemi delle risorse Idrl:he, sIa sotto il profilo dell'approvvigionamento, che della processlsllca delle tecnologie di potabilizzazione e di depurazione delle acq~e usate, nonché del recupero e riutilizzo di queste stesse, e, dall altra parte, I problemi relativi ai fenomeni di inquinamento del suolo, dell'acqua, dell'aria e le corrispondenti tecnologie di dISInqUinamento.
Organizzazione del corso
L'organizzazione didattic~ è articolata in lezioni che specifica .. no glI argomenll teonCl cOslltuenti il supporto della disciplina, in esercitazIOnI svolte mediante illustrazione e discussione di interventi di risanamento ambientale, in visite tecniche agli impianti e strutture dI nlIevo ed ;n seminari sugli aspetti specifici della diSCIplIna. Un gIOrno alla settimana è dedicato alle correzioni degli elaborati dell'anno.
.' Il prodotto de! corso consiste in un intervento progettuale di IlSa?amemo ambIentale che prende l'avvio da indagini ed analisi dell a~blente conSIderandone le componenti territoriali e la loro dmamlca trasformativa, seguite da proposte progettuali di riequihbno e dI nsanamento complessivo.
Coordinamento con altri corsi
Già nell'a. acc. 1978/79 è stato sperimentato un tentativo di coordinamento con i corsi di insegnamento di Urbanistica I A ed EstImo ed Esercizio Professionale B. Gli allievi attraverso il confronto e l'integrazione dei contenuti dei corsi a~sociati hanno potuto. meglio verificare le relazioni esistenti tra essi e le rispettive finahtà didattiche e di ricerca.
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Indicazioni bibliografiche
E. Odum, Principi di ecologia. R. Daioe, Manuale di ecologia. R. L. Smith, The Ecology of mano Goldsmith e AlIen, La morte ecologica. B. Commoner, Il cerchio da chiudere. U. Leone, L'Italia inquinata. M. Nicholson, La rivoluzione ambientale. A. Cederna, La distruzione della natura in Italia. R. A. Carson, Primavera silenziosa. Le Scienze, L'uomo e l'ambiente.
Premessa
IGIENE EDILIZIA (B)
Prof. Fabrizio Spirito
" L'architettura moderna ... ricoprirà finalmente la faccia della terra di case, come quella greca l'aveva ricoperta di tempi» (E. Vittorini 1935).
La questione delle abitazioni e le sue specificazioni discipli·· nari (rapporto quantità/qualità; residenza/servizio; problemi tecnici/ soluzioni formali) costituiscono le più generali premesse teoriche e metodologiche che il corso propone per lo STUDIO DELL 'ARCHITETTURA.
Contenuto
La costruzione di un " progetto didattico» è lo strumento per tale studio che individua come carattere peculiare dell'architettura dei nostri tempi il rapporto ANALISI-PROGETTO.
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Articolazione e organizzazione
L'approfondimento del rapporto analisi-progetto si articola attraverso le seguenti operazioni:
1. SCELTA DI UNA ARCHITETTURA: «La weissenhofsiedlung» Stoccarda 1927 (Behrenz, Bourgerois, Diicker, Frank, Gropius, Hilberseimer, Le Corbusier Mies Oud Poelzia Ra-
J , , /::)J
ding, Scharoun, Schneck, Stam, B. Taut, M. Taut). Documentazione dell'esempio come base comune di conoscenza attraverso la costruzione di una MOSTRA DIDATTICA (gennaio).
2.1. ANALISI DI UNA ARCHITETTURA: Si propongono tre specificazioni diverse del rapporto analisi-progetto rispetto:
a) al planivolumetrico elaborato da Mies nel '26 (unità/ molt);
b) ad un « testo »: glossario degli elementi di architettura contenuti in: osservazioni sul costruire - Tessenow· Parole nel vuoto - Laas; Verso una architettura - Le C~rbusier; L'architettura funzionale - Behme· ,
c) ad un riferimento normativa (la questione degl~standards).
2.2. GLI ELEMENTI DEL PROGETTO
a) il suolo come servizio - il progetto di una misura e la superficie utile di solaio - la scelta di un tema;
b) scelta e ridisegno di elementi o parti dell'esempio in grado di illustrare le definizioni del glossario;
c) vincoli e relazioni normative a confronto con la realtà di un luogo e l'analisi dell'esempio.
3. IL PROGETTO DEGLI ELEMENTI
a) la C9struzione dell'elenco, il dato metrico o geometrico e l'unità di grandezza conforme;
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b) tavole comparative (grafiche e bibliografiche) sugli elementi scelti;
e) il valore del sito - dimensionamento della parte rispetto al dato normativa - ridisegno degli elementi di relazione: ragioni delle forma e delle differenze.
Queste quattro fasi saranno illustrate da materiale didattico fornito dal corso e accompagnate da comunicazioni su altre esperienze dell'architettura moderna per esemplificarne le questioni teoriche. Seminari conclusivi per ciascuna fase permetteranno la verifica e il confronto dei lavori dei singoli gruppi di ncerca.
Offerta didattica e coordinamenti
La parte a) dei punti 2 e 3 è proposta come ipotesi di lavoro centrale per il III anno di corso, le parti b) e c) possono costituire i contributi di gruppi di anni di corso rispettivamente precedenti e seguenti.
Per il coordinamento occorre farne il programma fissando i modi e i tempi e l'occasione concreta per poterlo praticare: è la più reale esigenza di sperimentazione didattica e può diventare anche un'occasione di presenza e di dibattito rispetto" all'esterno" (rapporto istituzionale culturale/amministrazione pubblica) se si costruisce a partire da un tema-problema concreto e documentato della città di Napoli.
La parte c) dei punti 2 e 3 è predisposta e finalizzata al coordinamento con quei corsi disponibili a verificare attraverso un tema intervento concreto e localizzato il rapporto tra studio dell'architettura e produzione edilizia.
RESTAURO DEI MONUMENTI
Prof. Roberto Di Stefano Premessa
Il "Restauro dei monumenti» è la disciplina che individua la legittimazione e le modalità dell'intervento di conservazione sui
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beni culturali architettonici ed ambientali, cntlcamente riconosciuti, nell'intento di assicurarne l'integrità in quanto testimonianze irrinunciabili, risorse collettive e patrimonio della comunità.
Per realizzare il suo fine, il "Restauro dei monumenti» si avvale di appropriate tecniche di conservazione, che fanno capo, tra l'altro, agli apporti di varie discipline, da quelle storico-critiche, innanzi tutto, alle altre discipline dei campi fisico-matematici, costruttivi e sperimentali, nonché alla conoscenza dei procedimenti tecnici, antichi e moderni. Inoltre, esso, inteso in senso ambientale e rivolto alla conservazione integrata, affronta - collaborando con ulteriori campi disciplinari (ecologia, pianificazione, urbanistica, ecc.) - i problemi inerenti l'incontro tra antico e nuovo nei centri storici.
Pertanto, il corso si articola in due parti. Una prima che illustra i criteri generali della moderna tutela e, quindi, dopo un breve esame storico del comportamento delle varie società rispetto ai monumenti del passato, passa allo studio delle teorie del Restauro fino ad affrontare la trattazione della attuali problematiche. La seconda parte, poi, è dedicata all'esame dei problemi tecnici nei diversi settori, architettonico, archeologico ed urbanistico, per ciascuno dei quali si indica la metodologia operativa. Vengono studiati, quindi, i criteri per la diagnosi dei dissesti _statici ed i conseguenti interventi di consolidamento.
Tenendo presente l'esigenza di pervenire alla preparazione necessaria e sufficiente per tutti gli architetti, stante il limitato tempo disponibile, si svolgono i temi ed i problemi disciplinari, in modo specifico, ma non specialistico. L'ulteriore possibilità di approfondire e verificare operativamente i contenuti del corso è fornita dalla Scuola di Perfezionamento in Restauro dei Monumenti.
Comunque, il corso è programmato presupponendo come già acquisite dagli allievHe indispensabili conoscenze impartiie - oltre che in Scienza e Tecnica delle costruzioni, Composizione e Urbanistica - in Storia dell'architettura, Letteratura artistica e Storia dell'urbanistica. Inoltre, il programma è strettamente coordi-
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nato con quelli di Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti e di Consolidamento e adattamento degli edifici.
Programma delle lezioni
Introduzione al «Restauro dei monumenti» come «conservazione dei beni architettonici ed ambientali ». Esigenze culturali e realtà operative. I beni culturali e la loro tutela nel contesto della vita associata. Tutela attiva e conservazione integrata. Evoluzione del concetto di conservazione.
Parte prima
1. La tutela dei beni culturali 1.1. La cooperazione internazionale per la tutela del patrimonio
culturale. Le linee direttrici della tutela: la Carta di Atene (1931), la Carta di Venezia (1964). Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (1972). Principi della conservazione integrata: la Carta europea del patrimonio architettonico, la Dichiarazione di Amsterdam (1975).
1.2. La tutela dei beni culturali nei vari Paesi del mondo: considerazioni generali in rapporto ai sistemi socio-politici, alle aree geografico-culturali, ecc.; notizie relative all'organizzazione esistente in alcune nazioni dell'Europa occidentale, dei Paesi socialisti, dell'America del nord e del sud, dell'Asia etc.
1.3. La tutela dei beni culturali nelle leggi vigenti.
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-' Leggi per la tutela delle cose di interesse storico-artistico e del paesaggio (1 giugno 1939 n. 1089; 29 giugno 1939 n. 1497) e regolamenti di attuazione (della n. 1089 e 1947).
L'amministrazione statale per la tutela: Decreto del Presidente della Repubblica 13 dicembre 1975 n. 805. Organizzazione del Ministero per i Beni culturali e ambientali.
Norme di carattere urbanistico (leggi n. 1150/1942; n. 765/1967; n. 1187/1968; n. 10/1977).
Programmi e norme per l'edilizia residenziale (leggi numero 865/1971; n. 457/1978).
Rapporto tra Stato e Regione nel settore dei beni culturali. La legge 382/1975 e il D.P.R. n. 616/1977 (art. 82).
2. Breve storia del restauro
2.1. Il restauro nell'antichità: Pompei ed Ercolano.
Adattamenti e distruzioni in età paleocristiana e medievale.
Il rinascimento e i monumenti dell'antichità. La lettera di Raffaello a Leone X.
Modificazioni del tessuto urbano e trasformazioni degli edifici religiosi in conseguenza della Controriforma (S. Marcellino, S. Gregorio Armeno in Napoli).
Restauri e trasformazioni nell'età barocca (Interventi di architetti romani. Trasformazioni in S. Chiara e S. Restituta in Napoli).
2.2. Le origini del restauro moderno. I pareri per il restauro della cupola di S. Pietro in Vaticano e l'opera di Giovanni Poleni e di Luigi Vanvitelli. Gli interventi di Stern e di Valadier per l'Arco di Tito e per il Colosseo.
- Le origini del concetto di tutela. Avvenimenti durante la Rivoluzione francese; Quatremère de Quincy, Merimée, Vitet e la nascita del Servizio per i monumenti storici in Francia.
Il sorgere della società industriale in Inghilterra, durante l'età vittoriana.
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3. Teorie del restauro
il pensiero e l'opera di Eugene E. Viollet le Duc.
I! pensiero e l'opera di John Ruskin.
William Morris e la S.P.A.B.
Il Restauro italiano nell'Ottocento.
Problematica italiana del restauro: C. Boito, L. Beltrami, . Annoni, Giovannoni.
4. Problematica attuale della conservazione e del restauro.
Sviluppo del concetto di conservazione dei beni culturali: definizioni dei termini; evoluzione dei caratteri della conservazione; legittimità della conservazione.
Istanza storica e istanza estetica.
La valutazione critica come guida e determinazione del restauro.
Restauro come recupero dei valori. Individuazione dei beni culturali. Problemi di inventario di protezione e di catalogazione.
Il rinnovamento dei siti urbani: la ricostruzione urbana; la ristrutturazione urbanistica. Tendenze attuali del rinnovamento.
Criteri di intervento nei centri antichi: centro storico e nucleo antico; restauro urbanistico e restauro monumentale. Funzioni per il centro antico. Rapporto tra restauro e urbanistica. Incontro tra antico e nuovo.
Parte seconda
5. Progettazione del restauro
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Metodologia della progettazione del restauro architettonico. Problemi tecnici.
Metodologia della progettazione del restauro archeologico. Rapporto tra restauro archeologico e pianificazione urbanistica. L'intervento tecnico; problemi di consolidamento dei reperti immobili; l'anastilosi; il restauro degli edifici allo stato di rudere.
Metodologia della progettazione del restauro urbanistico: analisi, schema progettuale, verifiche e progetto.
6. Tecnica del restauro
Gli schemi statici. Confronto fra le strutture della Cupola di S. Maria del Fiore e di S. Pietro in Vaticano.
-I dissesti statici: studio delle lesioni; la diagnosi dei dissesti (traslazioni e rotazioni); l'analisitensionale;
Cedimenti delle fondazioni e dei terreni di fondazione;
Cedimenti delle strutture fuori terra;
Opere provvisionali (puntellature, barbacani, ecc.) e tecnica del cantiere.
Consolidamento: dei terreni, delle strutture murarie verticali (entro e fuori terra), delle coperture (solai, volte, cupole, tetti). Tecniche operative: il metodo dei cantieri alternati; le iniziezioni di cemento; ancoraggi e cuciture; impiego dell'acciaio, dei calcestruzzi, ecc., la gunite, processi elettrolitici.
Esercitazioni
I temi trattati nelle lezioni verranno approfonditi - oltre che attraverso le visite tecniche sopra dette - con la lettura ed il commento dei documenti di particolare rilievo (le leggi di tutela, la Carta di Venezia, la Dichiarazione di Amsterdam, ecc.), nonché attraverso l'esame di specifici esempi di interventi realizzati, illustrati con diapositive. Tra gli altri verranno studiati i seguenti casi:
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A) Restauri del secondo dopoguerra:
Il palazzo dei Trecento a Treviso; la chiesa di S. Stefano a Vienna; la chiesa di S. Anna a Varsavia; il chiostro dei SS. Apostoli a Roma; la chiesa trecentesca di Donnaregina in Napoli; il Ponte Vecchio a Firenze; il campanile della chiesa di S. Martino a Burana; il portale maggiore della cittadella monastica di S. Chiara a Napoli; la Cattedrale di Napoli; l'ex convento di S. Pietro Martire in Napoli.
Bi Rilievo di zone archeologiche: il caso di Pompei; restauro di edifici allo stato di rudere.
C) Esperienze di restauro urbanistico. in Gran Bretagna e in GermanIa.
Esperienze di restauro urbanistico in Francia; i settori di salvaguardia del Marais (Parigi), Chartres, Sarlat, Senlis.
Esperienze di restauro urbanistico nei paesi dell'Est europeo: il caso di Budapest.
Metodologia della progettazione del restauro urbanistico: il caso del centro antico di Napoli.
Esperienze di restauro urbanistico compiute in Italia: il caso di Bologna.
Inoltre, prima di dare inizio allo studio della tecnica del restauro, verranno richiamate le conoscenze - già note agli allievi - relative alle strutture murarie verticali (entro e fuori ter·· ra), agli archi, volte, cupole, solai, coperture a tetto.
Infine, per fornire chiarimenti e sviluppare la discussione sugli argomenti in programma, gli assistenti ed i collaboratori al corso, incontreranno gli allievi in orari prestabiliti, in aggiunta a quelli delle lezioni.
Bibliografia
Indicazioni bibliografiche utili per facilitare lo studio generale e l'approfondimento degli argomenti trattati saranno fornite,
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durante lo svolgi.mento del corso, ad integrazione e chiarimento del seguente elenco di testi:
Parte prima
1. La tutela dei beni culturali.
1.1. La cooperazione culturale internazionale e la partecipazione italiana, di R. Di Stefano, in «Restauro », n. 3, 1972.
Norme ed orientamenti per la tutela dei beni culturali in Italia, I, di R. Di Stefano - G. Fiengo, in «Restauro », n. 40, 1978.
1.2. R. Di Stefano - G. Fiengo, La moderna tutela dei monumenti· nel mondo, Napoli 1972.
1.3. Norme ed orientamenti per la tutela dei beni culturali in Italia I-II, di R. Di Stefano - G. Fiengo, in « Restauro », n. 40/1978, n. 41/1979.
R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979.
2. Breve storia del restauto
2.1. A. Maiuri, L'ultima fase edilizia di Pompei, Napoli 1942. Tutti gli scritti di Raffaello (Ediz. B.V.R.). S. Valtieri, Sanzio Sovrintendente, in« Architetmra », n. 193,
nov. 1971. R. Di Stefano, La cattedrale di Napoli, ivi 1975.
2.2. R. Di Stefano, La cupola di S. Pietro, Napoli 1969. S. Casiello - G. Fiengo, La tutela dei monumenti nella prima
metà dell'800, in «Restauro », n. 5, 1972. M. Di Macco, Il Colosseo, Roma 1971, pp. 98-102 (Restauri
e proposte nell'Ottocento).
3. Teorie del Restauro
R. Dr STEFANO, f. Ruskin, Napoli 1969. f. Ruskin e W. Morris, di G. Rocchi e F. La Regina, in « Re
stauro », nn. 13/14, 1974.
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C. PerogalIi, Monumenti e metodi di valorizzazione, Mila-no 1954.
C. Ceschi, Teoria e storia del restauro, Roma 1970. C. Brandi, Teoria del restauro, PBE, Torino 1977. R. Pane, Attualità dell'ambiente antico, Firenze 1967. R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979.
Parte seconda
5. Progettazione del restauro
R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979. AA. VV., Il centro antico di Napoli, ivi 1971. T uteZa e conservazione di edifici allo stato di rudere di L.
Santoro - S. Casiello, in « Restauro », n. 12, 1974.
6. Tecnica del restauro (ed esempi di intervento)
Diagnosi dei dissesti e consolidamento degli edifici, a cura di G. Fiengo, Napoli 1978.
Esperienze di restauro urbanistico in Gran Bretagna, di R. Worskett, in «Restauro », n. 9, 1973.
I settori di salvaguardia in Francia: restauro-urbanistico e piani di intervento, di R. Di Stefano - G. Fiengo - S. Casiello, in « Restauro », n. 11, 1974.
Aspetti metod'llogici del restauro urbanistico: i casi di Bologna e di Napoli, di A. Aveta, in « Restauro », n. 30, 1977.
Vari altri contributi nella rivista « Restauro ».
SCIENZA DELLE COSTRUZIONI (A)
Prof. Giovanni Castellano
La prima parte del corso ha come oggetto la trattazione della Meccanica dei Solidi con particolare riferimento al moto ed all'equilibrio di un corpo deformabile.
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Utilizzando il calcolo differenziale assoluto (calcolo tensoriale) si sviluppano le analisi degli stati di deformazione e di tensione relativi ad un « continuo» tridimensionale; definiti i legami tensione-deformazione nell'ipotesi di materiale « stabile », si discute il problema analitico dell'equilibrio elastico. In particolare si analizza la soluzione del problema nel caso del solido di De SaintVenant.
Nella seconda parte del corso si svolge la trattazione della Meccanica delle Strutture: teoria tecnica della trave, teoria dei sistemi formati da travi (telai); l'analisi dei telai viene condotta utilizzando il calcolo matriciale, particolarmente adatto a predisporre algoritmi orientati alla elaborazione automatica dei dati.
I! corso si conclude con la trattazione dei problemi riguardanti i criteri di resistenza e la stabilità dell'equilibrio elastico.
Bibliografia
Appunti sul corso.
R. Baldacci, Scienza delle costruzioni. A. E. H. Love, A treatise on the mathematical theory of elasticity. Y. C. Fung, Fundations of solid mechanics.
SCIENZA DELLE COSTRUZIONI (B)
Prof. Alessandro Baratta
Premessa
Obiettivo della « Scienza delle Costruzioni » nel campo delle costruzioni civili è istituire i presupposti scientifici fondamentali per lo studio di una qualsiasi realizzazione strutturale, intesa come insieme di elementi materiali atto a resistere alla azione, prolungata nel tempo, dell'ambiente nel quale esso esplica la sua funzione.
I! corso, che va inteso come un preliminare al vero e proprio
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tema della progettazione strutturale, si propone perciò di trattare i fondamenti della Statica e della Cinematica dei corpi deformabili, in particolare dei solidi elastici, come necessaria premessa, da un lato, allo studio (Problema del De Saint Venant) di un' elemento di larga diffusione nella pratica tecnica, e cioè la trave, e dall'altro lato alla comprensione di più complesse tipologie strutturali (quali piastre, volte, ecc.) che l'allievo affronterà nei corsi strutturali degli anni successivi.
Utilizzando i risultati acquisiti per le travi, che saranno in parte anticipati sotto forma di teoria tecnica delle travi, si tratterà la teoria delle strutture monodimensionali, intendendo per tali quelle che risultano costituite dall'assembleaggio di più travi. Acquisite tali cognizioni, si mostrerà poi come eseguire la verifica di resistenza del materiale costituente la struttura, in base ai risultati dell'analisi ed al criterio della Normativa tecnica vigente.
Si introdurrà infine il problema della stabilità dell'equilibrio elastico, illustrandolo con esempi relativi, ad aste snelle caricate di punta ed a sistemi elasto-rigidi, ed evidenziandone i riflessi nella tecnica costruttiva.
Argomenti trattati , I
Il mezzo continuo
Analisi della deformazione di un corpo continuo - Analisi dello stato tensionale - Pril1cipio dei lavori virtuali per i corpi deformabili.
La Teoria dell'Elasticità
Leggi costitutive dei materiali elastici isotropi - Il problema dell'equilibrio elastico - La resistenza dei materiali.
Il problema del De Saint Venant
Impostazione del problema - Sforzo normale centrato - Flessione retta - Flessione deviata - Sforzo normale eccentrico - Torsione - Flessione e Taglio - Il caso generale di sollecitazione composta - Estensione dei risultati del De Saint Venant.
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Le travi in(lesse
Geometria delle masse - Teoria tecnica delle travi inflesse -Applicazioni - Strutture composte da travi.
Stabilità dell' equilibrio
Applicazione dell'algebra matriciale alla teoria delle strutture.
Testi consigliati
V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, ed. Uguori, Napoli, volI. I - II - III.
V. Franciosi, Problemi di Scienza delle Costruzioni, ed. Liguori, voli. I - II.
M. Capurso, Lezioni di Scienza delle Costruzioni, ed. Pitag->ra, Bologna.
O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, ed. Zanichelli, Bologna, va!. I.
E. Giangreco, Esercizi di Scienza delle Costruzioni, ed. Liguori, Napoli, val!. I - II - III.
A. Baratta, Appunti dalle lezioni.
STATI CA (A) (B)
Prof. Maria Elisa Bonelli Prof. Stefania Maisano
Premessa teorica e metodologica
Nella sostanza il corso di Statica si riduce a trattare due soli argomenti: equilibrio e congruenza di un corpo rigido (o di un insieme di corpi rigidi comunque assemblati tra loro). Gli altri argomenti (lavori virtuali e stabilità) sono implicazioni di questi due concetti fondamentali.
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Con l'equilibrio si ricavano le condizioni perché un corpo, inizialmente in quiete, resti in quiete anche dopo l'imposizione di un sistema di forze; con la congruenza si ricavano le condizioni cui resta vincolato il movimento iniziale del sistema. Questi due concetti, strettamente associati tra loro, costituiscono i cardini di tutta la teoria delle costruzioni: nella Statica sono applicati ad un modello ideale, quale è quello del corpo rigido; nei corsi successivi gli stessi strumenti di indagine sono estesi al continuo deformabile.
Questo taglio particolare ha una precisa motivazione: co.ncentrare l'attenzione dello studente su un numero molto limitato di strumenti logici di analisi e consentirgli la completa padronanza di tali strumenti, cioè renderlo attore di un' analisi critica, sempre nuova, e non soggetto passivo catechizzato.
La semplicità del modello su cui si opera - corpo rigido _. facilita l'approccio iniziale all'indagine scientifica, senza peraltro slegarlo dall'aspetto concreto; infatti quasi tutti i risultati così acquisiti vengono poi sfruttati nei corsi successivi di Scienza edi Tecnica.
Contenuto del corso
1. Calcolo vettoriale: Definizione di vettore - Operazioni sUl vettori - Sistemi di vettori equivalenti.
2. Statica: Principi fondamentali della meccanica - Equilibrio di un punto materiale libero o vincolato - Equilibrio di un corpo rigido o vincolato - Equilibrio di un sistema meccanico - Principio di sovrapposizione degli effetti per le forze - Caratteristiche di sollecitazione interna.
3. Cinematica: Traiettorie di un punto materiale e di un corpo rigido liberi o vincolati - Sistemi meccanici - Spazio delle configurazioni - Spostamenti finiti ed infinitesimi - Principio di sovrapposizione degli effetti per gli spostamenti infinitesimi - Catene cinematiche - Distorsioni.
4. Principio dei lavori virtuali: Lavoro - Spostamenti virtuali
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Principio dei lavori virtuali - Applicazioni del princlplO dei lavori virtuali a sistemi meccanici labili, isostatici e iperstatici - Linee di influenza.
5. Stabilità dell'equilibrio: Analisi della qualità dell'equilibrio tramite il principio dei lavori virtuali o la funzione energia potenziale.
Bibliografia essenziale
Bonelli, Fino, Maisano, Statica. Bonelli, Maisano, Il calcolo matriciale applicato all' analisi dei SI
stemi rigidi. AA. VV., Esercizi di Statica. AA. VV., Sulla stabilità dell'equilibrio nei sistemi rigidi.
Articolazione ed organizzazione
Il corso si articola in lezioni teoriche ed esercitazioni, consistenti, queste ultime, nell'analisi statico-cinematica di schemi estratti, quando possibile, da strutture di particolare interesse. Di tali strutture sono messi in evidenza, pur nelle limitazioni imposte dal modello teorico assunto, i fattori che ne hanno condizionato la geometria e le modalità di vincolo; la soluzione del problema statico-cinematico relativo allo schema in esa!].e viene poi affrontata direttamente dagli allievi che possono fruire, in tale fase, della collaborazione di tutto il personale docente afferente al corso.
A conclusione del corso viene esaminato un sistema strutturale spaziale costituito dall'assembleaggio di un elevato numero di elementi, per il quale si rende necessario l'uso dell'elaboratore elettronico.
Raccordi e coordinamenti con altri corsi
La impostazione teorica e le applicazioni previste richiedono, oltre all'acquisizione di strumenti matematici fondamentali, la co-
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noscenza approfondita del calcolo matriciale con particolare riferimento aIIa impostazione e soluzione di sistemi di equazioni lineari. Questi ultimi argomenti sono specificamente affrontati nei corsi di Analisi matematica e Geometria Analitica tenuti rispettivamente dai Proff. D'Aristotile e Cella (I Anno), Uguori e Martini (II Anno).
Data la contemporaneità e la propedeuticità dei corsi di Analisi matematica e Geometria Analitica II e quelli di Statica, si propone, in accordo con i docenti di Analisi Matematica e Geometria Analitica II, di compattare i corsi matematici - semestrali -nel I semestre dell'anno acc., consentendo il regolare svolgimento degli esami al termine dei corsi.
STATICA (C)
Prof. Luciano Boscotrecase
Premessa
La « Statica » viene intesa come una disciplina che dalla Meccanica Razipnale prende e sviluppa gli argomenti che costituiscono la necessaria premessa allo studio dei problemi statici della « Scienza e Tecnica delle.Costruzioni ».
Gli argomenti del corso, integrati con una prima parte di premessa matematiche, sono tuttavia presentati in modo tale da poter essere eseguiti da allievi che non abbiano una preparazione specifica di Meccanica Razionale. Seguendo questa visione, che vede la Statica come disciplina autonoma e non come caso particolare della Dinamica, sarebbe opportuno dare a questo corso il titolo di ~, Sta· tica applicata alle costruzioni », per ribadire che esso è finalizzato a fornire i primi elementi della « Teoria delle strutture ».
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. Accanto alla usuale formulazione dei problemi, SIa stalici che cmematici, sarà presentata anche una formulazione con notazione r;oatriciale. L'a~ozione di tale algoritmo è sembrata utile per abituare I alhevo fin dal pnml approccI con i problemi di teoria delle strutture ad un linguaggio che va oggi sempre più diffondendosi per l'utilità che ne deriva nei casi più complessi da risolvere mediante gli elaboratori elettronici.
Altro indubbio vantaggio della formulazione matriciale è che, trattandosi di un linguaggio estremamente sintetico, mette in evidenza la struttura matematica dei problemi fisici e ne COnsente pertanto una VISiOne unitarIa. In altri termini si dà risalto cosÌ non tanto al singolo «esercizio» quanto a tutta una classe di problemi.
Sebbene sia dato un certo spazio anche alla trattazione grafica, essa VIene tuttavia utilizzata soprattutto quando consente una « rappresentazione » visiva di un problema fisico e non quando si riduce a « calcolo» grafico.
La parte di «cinematica dei piccoli spostamenti» sviluppata durante Il corso, acquista rilievo sia per la dualità con la Statica che per l'utilità che ne deriva nell'applicazione del Principio dei Lavori Virtuali.
Inoltre l'interesse per l'analisi cinematica appare oggi giustifi. cato per l'applicazione che si ritrovano ne « calcolo a rottura» delle strutture.
Programma
1. Teoria dei vettori liberi
Grandezze scalari e vettoriali. Rappresentazione delle grandezze vettorial!. Le componenti di un vettore. Operazioni sui vettori liberi. Rappresentazione cartesiana dei vettori. Operazioni sui vettori in componenti' cartesiane. Questioni varie relative ai vettori.
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2. Algebra delle matrici
Operazioni algebriche. La matrice inversa di una matrice quadrata. Matrici colonna e vettori algebrici in uno spazio ad n dimensioni Richiami di algebra lineare.
3. Teoria dei vettori applicati
Operazioni sui vettori applicati. Momento di un vettore e di un sistema di vettori. Sistemi di vettori a risultante nullo. Sistemi di vettori a risultante non nullo. Sistemi equivalenti di vettori. Sistemi di vettori equilibranti di un sistema dato. Sistemi piani di vettori. Studio grafico dei sistemi di vettori.
Parte seconda: Meccanica del corpo rigido
Cinematica del corpo rigido. Il principio dei lavori virtuali. Statica del corpo rigido. Arialisi statico-cinematica del corpo rigido vincolato.
Parte terza: Le strutture
Il problema strutturale. Lo schema strutturale. Le azioni esterne.
Parte quarta: Analisi strutturale
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Analisi cinematica delle travi e dei sistemi di travi. Analisi statica delle travi e dei sistemi di travi. Analisi statico-cinematica delle strutture reticolari. Le linee d'influenza.
Articolazione ed organizzazione
Il corso è articolato in lezioni ed esercitazioni secondo un orario che verrà comunicato in un secondo tempo.
Nel corso delle lezioni si tratta l'impostazione teorica dei problemi e si presentano pochi esempi semplici.
Nel corso delle esercitazioni vengono presentati esempi ed applicazioni gradualmente più complessi.
In tal modo l'allievo ha la possibilità di seguire, durante le lezioni, un filo logico di ragionamento, senza disperdersi in problemi particolari.
Al contrario, durante le esercitazioni, ha la possibilità di acquisire una progressiva maturità nella risoluzione dei problemi applicativi.
STATICA (D)
Prof. Paolo Belli
Gli argomenti del corso, più sotto elencati, sono -scelti con l'intento di svolgere, in vista dei programmi dei corsi collaterali e successivi, una prima precisa indagine sul comportamento statico delle strutture.
A questo scopo, senza tralasciare gli aspetti meccanici del calcolo, il corso si propone di stimolare il senso critico-razionalistico degli allievi, evidenziando l'aspetto fisicò dei problemi.
In questa luce sono stati introdotti, a conclusione del corso, i due argomenti, tanto fondamentali quanto attuali, sulla «Analisi limite », sia pure limitatamente al «Limit design », e sulla Stabilità dell'equilibrio ».
Ovviamente il corso inizia con qualche richiamo di algebra, anche vettoriale, come indispensabile strumento per la trattazione
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degli argomenti succeSSIVI e va completato con numerose e svariate applicazioni.
Indice degli argomenti
Teoria dei Vettori: Scalari e vettori. Algebra dei vettori. Versori. Versori fondamentali. Rappresentazione cartesiana dei vettori. Campi vettoriali. Prodotto scalare e Prodotto vertoriale. Pro, dotti tripli. Momento di un vettore applicato rispetto ad un punto. Momento di un vettore applicato rispetto ad un asse. Momento risultante di un sistema di vettori applicati. Modo di variare del momento al variare del centro di riduzione. Sistemi equivalenti e sistemi equilibrati. Coppie. Equivalenza di ogni sistema di vettori applicati ad un vettore e ad una coppia e ad un unico vettore o ad una unica coppia. Poligoni funicolari piani. Teorema fondamentale sui poligoni funicolari. Riduzioni di un sistema piano di vettori ad un unico vettore o ad un'unica coppia. Poligono dei successivi risultanti. Calcolo grafico del momento risultante di un sistema piano di vettori.
Elementi di Cinematica dei Sistemi Rigidi: Gradi di libertà di un sistema. Moti di rotazione e di traslazione. Vincoli. Moti piani dei sistemi rigidi. I vincoli negli elementi monodimensionali piani. Condizioni di isostaticità, labilità e iperstaticità delle strutture. Determinazione delle labilità di una struttura (le catene cinematiche). Le distorsioni e gli spostamenti da distorsioni nelle strutture isostatiche.
Statica delle Strutture: Condizioni di equilibrio di un punto materiale. Postulati fondamentali della statica dei sistemi rigidi. Condizioni di equilibrio dei sistemi rigidi. L'equazioni cardinali della statica. Il principio di sezionamento. Il principio statico di azione e reazione. I vincoli e le reazioni vincolari. La ricerca delle reazioni vincolari attraverso le equazioni cardinali della. statica. Le caratteristiche della sollecitazione interna. Il principio dei Lavori Virtuali nei sistemi olonomi. Il principio di Lagrange. Le applicazioni del principio dei lavori virtuali (ricerca di reazoni vin-
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colari, ricerca delle caratteristiche della sollecitazione interna, le linee di influenza). La ricerca grafica delle reazioni vincolati. Le relazioni tra le caratteristiche della sollecitazione e le forze applicate. I diagrammi delle sollecitazioni. I diagrammi delle sollecitazioni nelle travi isostatiche a più campate (le travi Gerber). Determinazione analitica delle caratteristiche della sollecitazione nelle travi ad una campata. La determinazione degli sforzi nelle aste delle travature reticolari isostatiche. I sistemi simmetrici ed antisimmetrici. I sistemi spaziali.
Elementi di Analisi limite delle Strutture: Analisi del comportamento dei materiali oltre il limite elastico. La ridistribuzione degli sforzi interni in fase elasto-plastica. Le travature reticolari. Le strutture inflesse. I teoremi di Prager-Grenberg e Bleich.
Considerazioni sull'Equilibrio: Qualità dell'equilibrio. Energia potenziale delle forze. L'energia potenziale totale. Le condizioni di equilibrio nei sistemi rigido-elastici. Le condizioni di stabilità dell'equilibro.
Testi consigliati
Teoria dei Vettori:
Levi-Civita e Amaldi, Meccanica razionale, ed. ZanicheIli, Bologna. Boscotrecase e Di Tommaso, Statica Applicata alle Costruzioni,
ed. Pitagora, Bologna.
Cinematica e Statica delle Strutture:
V. Franciosi, Fondamenti di Scienza delle Costruzioni, val. 3, Liguori, Napoli.
Boscotrecase e Di Tommaso, op. cito
Analisi Limite:
V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, val. 4, Liguori, Napoli.
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Massonet-Save, Calcolo a rottura delle strutture, Zanichelli, Bo lagna.
Stabilità dell'Equilibrio:
V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, val. 5, ed. Liguori, Napoli. A. Raithel, L'Equilibrio Elastico, ed. Liguori, Napoli.
Per tutti gli argomenti sono a disposizione gli appunti delle lezioni svolte.
STORIA DELL'ARCHITETTURA I (A)
Prof. Alfonso Gambardella
I! programma del corso di Storia dell'architettura I A nasce dall'esigenza di fornire a studenti provenienti da indirizzi diversi, alcuni dei quali con un curriculum di studi che non contempla materie di tipo .speculativo e di storia delle arti, un bagaglio di conoscenze quanto più approfondito possibile e l'acquisizione di strumenti critici, atti a far cogliere i significati dei processi storici. I! corso è stato suddiviso in due parti; la prima si articola attraverso un programma di tipo istituzionale, che dopo aver premesso alcune note sul mondo e sul linguaggio classico si sofferma su temi di architettura dal Rinascimento alla prima metà del Settecento.
Poiché sarebbe impossibile, nel ristretto spazio temporale di un anno accademico, coprire tutte le ampie problematiche di un periodo storico cosÌ dilatato, si è scelto come tema fondamentale di riferimento il rapporto tra « linguaggio classico ed anticlassico », letto non soltanto dal punto di vista formale ed espressivo, ma anche e soprattutto attraverso le molteplici vicende socio-politiche, culturali, religiose ed economiche che hanno determinato le diver-
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se configurazioni spaziali e linguistiche della città, dell'ambiente costruito e delle emergenze.
La seconda parte del corso, a struttura seminariale, approfondisce lo studio della complessa stratificazione di alcune aree individuate nel Centro Storico di Napoli. Si è data la preferenza ad alcuni itinerari operando la scelta degli ambienti in rapporto con la trattazione dei temi del corso istituzionale. Visite guidate consentono l'approfondimento e la verifica dei temi trattati attraverso un contatto diretto con la realtà urbana e la sua stratificazione; l'esistenza di un testo di riferimento permette allo studente una preparazione di base fornendogli la possibilità di una partecipazione attiva al lavoro seminariale.
PROGRAMMA: PARTE PRIMA
A) PROBLEMI DI METODO
Estetica, poetica, critica; la pOSlZ1One metafisica, problematicistica e fenomenologica. La lettura dell'opera architettonica; iconografia ed iconologia; l'architettura come linguaggio.
B) PROBLEMI DI STORIOGRAFIA ARCHITETTONICA
1. Classicismo ed anticlassicismo
Il linguaggio classico dell'architettura.
2. Vita culturale e realtà socio-economica dell'Italia del '400 e '500
Firenze città ideale di Leonardo Bruni. La città ideale (Filarete, Francesco di Giorgio, Leonardo). Il ritorno all'antico, il recupero della classicità. La posizione sociale dell'architetto nel Rinascimento. Scolastica e neoplatonismo. La prospettiva ed il controllo geometrico dello spazio. Il problema della pianta centrale.
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3. F. Brunelleschi tra Umanesimo e Rinascimento
L'ambiente culturale fiorentino; la tradizione gotica. Piazza dell'Annunziata e la' nuova configurazione urbana. S. Lorenzo, S. Spirito, La cupola di S. Maria del Fiore, Ospedale degli Inno-centi, palazzo Pitti. .
4. L. B. Alberti: architetto e trattatista
Il « de re edificatoria» e la teoria dell'architettura. Il Classicismo come linguaggio. S. Francesco a Rimini, S. Maria Novella, palazzo Rucellai, S. Andrea e S. Sebastiano a Mantova.
5. D. Bramante tra Rinascimento e Manierismo
Lo formazione urbinate. L'influenza dell'ambiente culturale milanese sulle prime opere: S. Maria presso S. Satira, S. Maria delle Grazie. La produzione romana: S. Pietro in Montorio, il chiostro di S. Maria della Pace, il cortile e la scala del Belvedere, la fabbrica di S. Pietro.
6. Michelangelo architetto
Il linguaggio michelangiolesco. L'unità delle arti figurative; l'architettura della Cappella Sistina; la plasticità dello spazio michelangiolesco. La Cappella Medicea, la biblioteca Laurenziana; il Campidoglio, il palazzo Farnese, S. Pietro.
7. Manierismo
La crisi della «chiarezza» rinascimentale. La riforma Iuterana ed il sacco di Roma. La nuova visione cosmologica. La Controriforma. Il policentrismo manierista. La pianta ovale.
8. Sfortuna critica del barocco
Analisi del termine barocco, sua sfortuna crmca e successiva rivalutazione artistica; il barocco come categoria meta storica.
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9. Le motivazioni socio-culturali del barocco
. Il Concilio di Trento e la sua influenza sulle arti figurative tra manierismo e barocco; l'arte barocca come arte di « propaganda}); la « rettorica » del barocco. La ricerca scientifica del Seicento; lo spetimentalismo galileiano. La componente popolare del barocco: il « verismo ».
lO. Le caratteristiche fondamentali dell'architettura barocca
L'architettura barocca come linguaggio anticlassico. L'architettura dell'infinito; la percezione ottica; la luce come elemento scenografico; la pianta ellittica; la prospettiva nello spazio barocco.
11. L'ambiente culturale romano e l'architettura barocca
La politica urbanistica dei papi.
12. Bernini
L'architetto ufficiale della corte dei papi; il «classicismo» di Bernini; la ricerca illusionistica; la componente scenografica; l'uso della prospettiva. Il gran teatro. Le opere più significative: S. Andrea al Quirinale; l'intervento in ·S. Pietro: l'interno, la facciata, la piazza, la scala regia.
13. Borromini
L'architetto degli anni minori; lo spazio fluido di Borromini; lo sperimentalismo di Borromini; la componente simbolica; il recupero della medioevalità. Le opere più significative: S. Carlino alle quattro Fontane. L'oratorio e la casa dei Filiopini. S. Ivo alla Sapienza.
14. Pietro da Cortona
Rapporto tra spazio interno e spazio esterno; la geometria come controllo progettuale dello spazio; SS. Leca e Martine, S. Maria in via Lata, S. Maria della Pace.
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15. L'architettura a Roma tra Seicento e Settecento
Il ruolo di G. P. Bellori nella Roma della seconda metà del Seicento. L'Accademia degli Investiganti a Napoli. L'Accademia di esercitazioni pratiche e letterarie della regina M. Cristina di Svezia. L'Arcadia ed il ritorno al classicismo. La politica urbanistica di Innocenzo XI, Giuseppe Renato Imperiali, committente di architetture, Lione Pascoli e la ripresa economica negli anni trenta del Settecento. La grande crisi economica dello Stato Pone tificio.
Testi consigliati
M. Tafuri, L'architettura dell'umanesimo, Bari 1972. P. Murray, L'architettura del Rinascimento italiano, Bari 1977. P. Portoghesi, Roma barocca, voI. 1, Bari 1975. A. Gambardella, Architettura e committenze nello Stato Pontifi
ciò tra barocco e rococò. Un amministratore illuminato: Giuseppe Renato Imperiali, Napoli 1979.
Bibliografia per approfondimenti
A. Simoncini, Storia dei movimenti estetici nella cultura italiana, Firenze 1968.
B. Zevi, Saper vedere l'achitettura, Torino 1964. G. C. Argan, Storia dell'arte, in «Storia dell'arte », 1-2, 1969. A. Blunt, Le teorie artistiche in Italia dal rinascimento al manie
rismo, Torino 1966. J. Summerson, Il linguaggio classico dell'architettura, Torino 1970. R. Wittkover, Principi architettonici nell'età dell'umanesimo, To-
rino 1964. J. S. Achermann, L'architettura di Michelangelo, Torino 1968. E. Garin, Scienza· e vita civile nel rinascimento italiano, Bari 1975. G. C. Argan, L'architettura barocca, Milano 1957. C. Norberg Schulz, L'architettura barocca, Milano 1971; L'archi
tettura tardo-barocca, Venezia 1972.
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PARTE SECONDA: SEMINARIO
Lettura del Centro Storico di Napoli. Sopralluoghi e visite.
Storia urbanistica di Napoli. Le fonti storiche ed iconografiche. La struttura della città attraverso i secoli.
Problemi dell'architettura paleocristiana, bizantina, altomedioevale e romanica. Le superstiti strutture medioevali napoletane.
Il gotico francese e la cultura architettonica napoletana in età angioina e durazzesca.
Il concetto di Rinascimento e le sue fasi storiche. Incontro tra maestri catalani e toscani a Napoli. Il Cinquecento napoletano. Il concetto di Barocco. La produzione del Seicento napoletano in rapporto al barocco romano.
Il rococò napoletano. Le scale aperte settecentesche e l'edilizia civile. Macchine da feste ed architettura. Paesaggio, maioliche e giardini. Il sincretismo negli interni settecenteschi.
Testo di riferimen"o
Note su architettura ed ambiente nel centro storico di Napoli, a cura di A. Gambardella, con i contributi di G. AmiJ;ante, E. Di Domenico, F. Divenuto, M. R. Dòria, A .. Litta, Napoli 1979.
STORIA DELL'ARCHITETTURA I (B)
P rof. Lucio San toro
Premessa
La metodologia del corso è fondata sull'analisi spaziale intesa quale elemento determinante per la comprensione del valore formale degli organismi architettonici articolati nel contesto della
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struttura urbana. Tale analisi viene integrata, per una visione globale del giudizio critico, dallo studio dei fattori sociali, politico-economici, filosofici e tecnici che hanno condizionato lo sviluppo dell'architettura e dell'urbanistica e dall'esame delle interpretazioni proposte dalla critica storiografica dei diversi periodi. A tal fin~ viene centrata l'attenzione non su singoli monumenti a sé stantI bensì sull'osservazione di contesti urbani, proprio per la stretta relazione esistente tra architettura ed urbanistica e tenendo presente che, anche nel campo del restauro e della tutela, si è ormai superato il concetto di monumento singolo per pervenire, prima, a quello dell'ambiente, e, oggi, alla visione globale dell'intero insediamento urbano.
Programma
Per lo studio storiCO-CtltlCO dell' architettura è necessaria una chiara analisi dei problemi metodologici: Definizione del concetto di storia. Definizione di architettura. Problemi di estetica. Triade vitruviana. Problemi dello spazio. Considerazioni urbanistiche (lettura del tessuto urbano: condizionamento urbanistico della visione architettonica, monumento e ambiente - poesia e prosa in architettura). Tipologia architettonica. Interpretazione sociologica della storia dell'Architettura.
La verifica dell'impostazione metodologica avviene attraverso l'analisi di tre antichi nuclei urbani, due dei quali costituiscono il centro antico di città ancora vive (Napoli e Spalato) mentre l'altro è un esempio unico di città antica pervenutaci senza alterazioni (Pompei).
NAPOLI. - L'analisi del centro antico di Napoli richiede la conoscenza dei seguenti argomenti:
a) Area culturale ellena con riferimento alla colonizzazione ed agli schemi urbani: lo sviluppo delle civiltà nel bacino mediterraneo. Nascita dell'unità cult1,lrale greca e differenza delle tre aree di sviluppo della civiltà ellena (Grecia, Colonie Occidentali - Magna Grecia e Sicilia, Colonie Orientali - Asia minore
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e isole). Il fenomeno della colonizzazione verso est ed ovest. Le nuove città-stato, riferite all'origine e sviluppo della polis, con particolare attenzione agli insediamenti con impianto urbanistico cosiddetto « ippodameo ». Le città greche della Campania (Cuma, Napoli, Paestum, Velia) ed il loro significato nel mondo contemporaneo.
b) Aspetti caratterizzanti la cultura ellena nel campo dell'architettura: La componente religiosa nell'interpretazione dell'architettura greca. Rapporti con il mondo preellenico. Processo di formazione del tempio (templi arcaici, sistema trilitico e relativi problemi costrutivi, pietrificazione del tempio, significato degli ordini, canone e correzioni ottiche nell'architettura dorica) e del teatro (origine ed evoluzione in rapporto alle funzioni). Ricerca spaziale nelle aree culturali dorica, jonica ed attica. Significato politico-religioso dei santuari panellenici (Olimpia e Delfi). Mutate concezioni politiche ed eventi storici determinanti lo sviluppo della concezione ellenistica della vita associata. Aspetti e problemi del mondo ellenistico; nuoVa struttura socio-politica. Il nuovo concetto di spazio urbanistico; le stoà, le agorà, le sale di riunione.
POMPEI. - Per lo studio di Pompei è necessaria l'analisi delle attrezzature urbane tipiche di una città romana: foro, terme, teatri ed anfiteatri, per cui si analizzano in dettaglio i seguenti problemi per comprendere meglio l'origine, lo sviluppo, gli aspetti ed il significato di tali attrezzature nel mondo romano.
a) Il foro romano quale derivazione dall'agorà greca: analogie e differenze. Il tempio romano in rapporto a quelli greco ed etrusco. Influssi ellenistici. Il foro repubblicano di Roma ed i fori imperiali in rapporto alla struttura urbana della città. Le condizioni socio-politiche e topografiche originarie ed i rapporti con la civiltà etrusca.
b) Le terme: significato socio-politico. Origine degli impianti termali in Campania. Le terme di Pompei e di Ercolano. Le terme imperiali di Roma e di Baia.
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cl I teatri e gli anfiteatri. Significato architettonico della sovrapposizione degli ordini. Il teatro romano in rapporto a quello greco. Evoluzione dell'anfiteatro (da Pompei ai tre grandi anfiteatri di Roma, Pozzuoli e Capua) in rapporto al contesto sociale dell' epoca. L'analisi di tali attrezzature urbane viene condotta secondo
tre direttrici:
l. Lo spazio interno quale fattore determinante nella lettura degli organismi architettonici romani. La smaterializzazione delle pareti ed il senso illusionistico. Il senso spaziale romano: spazio statico e spazio dilatato (es. Maison Carrée e tempo di Diana a Nimes, il tempio di Venere e Roma, il Pantheon, Minerva Medica, Santa Costanza, le grandi sale delle terme imperiali, la basilica di Massenzio).
2. I sistemi costruttivi dell'architettura voltata romana: problemi e soluzioni (es. Pantheon, Minerva Medica, Santa Costanza, basilica di Massenzio, Colosseo).
3. Lo stato romano, gli aspetti sociali dell'architettura romana, l'organizzazione del lavoro. La fruizione diretta degli spazi (con visite a Pompei ed Erco
lano) facilita la comprensione delle citate attrezzature in tali centri urbani e, ancor più attraverso il contatto diretto con i problemi inerenti la residenza, l'analisi tra la forma urbana e la tipologia edilizia.
SPALATO. - Il ceneo antico della città dalmata è costituito dal palazzo di Diocleziano nel quale si sintetizza il discor;o conclusivo dell'urbanistica e dell'architettura tomana attraverso i suoi elementi peculiari: peristilio, mausoleo e tempietto, porta d'oro.
Per l'impostazione urbanistica è necessaria la conoscenza degli impianti delle città di fondazione romana influenzate dal modello etrusco e organizzate secondo il tipo del « castrum », nonché della evoluzione dovuta all'influenza ellenistica.
'172
Bibliografia essenziale
Per la metodologia:
B. Zevi, Architectura in nuce, Venezia Roma 1960. E. H. Carr, Sei lezioni sulla storia, Torino 1966. Voci Estetica e Storiografia, in Dizionario enciclopedico di archi
tettura e di urbaniJtica, Roma 1968, voli. II e VI.
Per Napoli, Pompei e Spalato:
H. Serve - G. Gruben - M. Hirmer, I templi greci, Firenze 1962. L. Mumford, La città nella storia, Vicenza 1964. A. Giuliano, Urbanistica delle città greche, Milano 1966. A. J. Toynbee, Il mondo ellenico, Torino 1967. S. Bettini, Lo spazio architettonico da Roma a Bisanzio, Bari 1978. P. Grimal, La civiltà romana, Firenze 1961. Voce Romana architettura ed urbanistica, in Dizionario ... sopra
cit., val. V.
Una bibliografia più dettagliata (sia per la parte metodologica sia per le parti applicative riferite alle tre città suddette) è a disposizione degli allievi presso l'Istituto.
STORIA DELL'ARCHITETTURA I (Cl
Prof. Francesco' Starace
Qualunque fabbrica o progetto si studi, occorre conoscere almeno due linguaggi visuali: il linguaggio proprio dell'architettura e quello tipico dell'opera, della singola fabbrica. Mentre questo è costituito dall'insieme delle intenzioni dichiarate e degli elementi che l'architetto adotta nel loro valore di spazio, nonché dal modo particolare in cui li impiega e li connette, in vista di una totalità
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significativa, il linguaggio dell'architettura è rappresentato da immagini ed idee più generali espresse insieme da quelli e da altri elementi ideali e di forma e dal loro legame, nonché da trattati e testimonianze scritte che riferiscono giudizi e regole istituzionalizzate. La distinzione fra i due linguaggi ha il vantaggio di includere in ognuno di essi, quindi di unificare, la poetica indivduale e l'estetca o teoria generale, la deroga e la norma o codice; consente, forse in modo più chiaro, di studiare ogni opera come sintesi di momenti individuali e di apporti generali; offre inoltre un quadro di riferimento opportuno alle antinomie concettuali stabilite fra linguaggio classico e linguaggio moderno dell'architettura, fra linguaggio internazionale, linguaggi nazionali e linguaggi locali. Se questo è vero, conviene premettere un'altra specificazione, valida per ambedue i linguaggi: come le parole di una lingua sono un sistema di convenzioni verbali, immagini ed idee (gli anglosassoni parlano di imagery) dell'architettura sono un sistema di convenzioni simboliche dotato di caratteri peculiari.
Le mitologie, le religioni, le filosofie e gli altri sistemi simbolici, sono presentati in genere come dottrine metafisiche; invece il simbolismo architettonico va inteso come un duplice linguaggio concreto perché, a causa della presenza fisica dell'opera, riguarda insieme il contenuto dottrinale ed il modo pubblico di percepirlo, le tesi espresse nelle fabbriche ed i modi in cui opera la comunicazione collettiva di tali tesi. Anche per questa duplice valenza, gli autori antichi, scegliendo fra il sapere ed il vedere, scrivono di alcune fabbriche di eccezione definendole talvolta « opera» e tal'altra « spettacolo »; considerano quindi l'architet~ tura un prodotto estetico finito, concluso, secondo la visuale aristotelica, oppure una specie di processo mutevole, ed è l'interpretazione psicologica evidente nel trattato Del Sublime attribuito a Longino. È certo però che proprio per la presenza visiva di alcune opere o di una loro immagine e per le diverse letture possibili nel tempo, il duplice linguaggio del simbolismo architettonico non rappresenta alcuna verità assoluta, ma solo una verità relativa, mutevole, in trasformazione continua. Da tale punto di vista, come colui che insegna la lingua è un grammatico, il cri-
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t~co di archit;ttura ha la funzione di essere un grammatico dell zmagery, un mterprete della gramm'atica simbolica, insieme costante e mutevole, con il compito di suggerire possibili significati dei sistemi simbolici e rituali della politica, della religione, della filosofia e delle scienze, in termini di linguaggio architettonico. La storia dell'architettura può allora vedersi come storia dell'imagery, dI un complesso dI immagini-simbolo che si perpetuano nei secoli, queste si rifaranno a modelli archetipi e più in generale ad un~ « filosofia », a principi mentali. Già Cicerone (Academicae Quaest., lIbro I) aveva sostenuto che «l'arte esser non può senza la filosofia », senza la scienza delle cognizioni intellettuali. E l'archetipo, o tema ricorrente dell'espressione architettonica va visto come un simbolo od un gruppo di simboli adottati attr~verso tutta la storia dell'architettura e divenuti perciò convenzionali, tipici. Allora l'architetto quando opera fa i conti con due orizzonti ideali distinti e sempre presenti: la fedeltà all'esperienza, al lavoro,' alla unicità e credibilità della fabbrica (ciò produce le principali inibIZlO111) e, dall'altro lato, l'identità con le strutture immaginative paragonabili ad un ambiente più o meno unitario e coerente ~ da considerare il disegno globale. Si può allora parlare di intreccio, stona, empIrIa, metodo, contrapposti a tema, teoria, natura o sistema.
Bibliografia
G.c. ARGAN, La storia dell'arte, in «Storia dell'arte », nn. 1-2, 1969.
R. DE Fusco, Segni, storia e progetto dell'architettllra, Bari 1973. F. STARACE, L'architettura dell'Oriente antico e del Mediterrane().
Uno studio sulla storia delle fabbriche meravigliose. Napoli 1973.
F. STARACE, Linguaggio classico e linguaggio moderno dell'architettura: le tesi di Summerson e Zevi, in «Bollettino dell'Ordine degli architetti della Campania », nn. 1-2, 197~.
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STORIA DELL'ARCHITETTURA I (D)
Prof. Gaetana Cantone
Una storia dell'architettura che ambisca a superare l'ambito (sia pure correttissimo, ma insufficiente) dell'interpretazione dei fatti storici deve convertirsi nelle immediate condizioni della propria affermazione di conoscenza storica rispetto al mondo dell'architettura nella sua interezza; con l'obiettivo, se non di interve~ nire, almeno di indirizzare le scel,e inerenti il processo di trasformazione delle strutture architettoniche, urbane, territoriali.
Vale a dire che si guarda alle vicende architettoniche del passato in quanto materializzazione oggettiva della storia degli uomini ne conseguono: la necessità di assumere la prevalenza estetica come uno solo degli elementi di analisi; l'esigenza di « leggere» i fenomeni architettonici sotto il pl'ofilo delle Joro connessioni con la vita associativa di ieri e di oggi e di giungere ad una conoscenza globale, in quanto partecipe di tutte le componenti che hanno concorso alla loro definizione estetica, senza gerarchie e senza separatezze, ma avendo costantemente presente la più vasta trama di momenti e unità collettive.
Di qui, ancora, la scelta di un indirizzo interpl'etativo che accosti all'indagine storico-filologica contributi di tipo storicosociale.
La scelta del tema centrale del corso fonda sull'intenzione di evidenziare l'eterna vicenda del recupero dell'antico indirizzato ad una trasformazione nrbana fondata su presupposti di potere politico e territoriale. Accanto a questo saranno trattate le opere, di architetti «militanti» e di architetti «storici », tendenti ad illustrarne il ruolo sostenu'.o nella trasformazione da un antico sistema di valori alla rifondazione del nuovo codice.
Poiché il fine di assicurare - nell'ambito di un corso di storia dell'architettura - completezza e formatività di argomenti non può prescindere dalla presa di coscienza dei problemi della progettazione e del restauro, come del resto già fatto gli anni
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scorsi, sono parte integrante del corso argomenti inerenti il rapporto storia/architettura, gli indirizzi interpretativi, il classicismo in architettura.
Pertanto in via del tutto indicativa, perché suscettibili di essere variamente articolati, gli argomenti vanno cosÌ suddivisi:
Problemi di storiografia architettonica
teoria e storia dell'architettura; storia dell'architettura e restauro.
gli indirizzi interpretativi: la linea storico filologica e la linea storico-sociale.
il linguaggio classico nell'architettura; il recupero delle antichità; iI classicismo in architettura.
architettura e storiografia: teorie dell'architettura, revivals, tendenze.
La trasformazione della Città e l'Architettura del Rinascimento Italiano
Aspetti, temi e problemi.
il concetto di Rinascimento; il Rinascimento in architettura.
l'influenza di Vitruvio nella letteratura architettonica.
F. Brunelleschi e L. B. Alberti.
l'opera di F. Brunelleschi e gli esiti brunelleschiani.
L. B. Alberti: storia dell'architettura, teoria dell'architettura, restauro urbano.
L. B. Alberti: le opere.
Pienza ed Urbino.
Filarete, Leonardo e Bramante a Milano.
D. Bramante a Roma e la vicenda di San Pietto.
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i Sangallo: le opere e le ricerche; il rapporto con le opere di Brunelleschi.
Leonardo da Vinci: il risanamento delle grandi città.
Raffaello: il rapporto su Roma antica; le opere architettoniche.
la ricerca architettonica di B. Peruzzi.
Michelangelo architetto.
S. Serlio: l'obbligo del restauro.
il rinnovamento urbano come riforma sociale: gli utopisti.
Per quanto riguarda l'articolazione, di minima e compatibile con le forze didattiche disponibili (un contratti sta, arch. Luciana Di Lerna, un addetto, architetto B. Maria de Sio Cesari) e provvisoria (in attesa di eventuali coordinamenti) posso dire che le lezioni (una, due o più, su ciascuno dei temi elencati) saranno integrate da esercitazioni sull'architettura rinascimentale a Napoli - in rapporto ai modelli di riferimento di importanza nazionale -; da lezioni di supporto, come sempre, per chi studiando il recupero dell'antico non abbia nelle scuole superiori (?) studiato l'architettura antica.
Per ogni argomento di lezione saranno distribuite le schede bibliografiche.
STORIA DELL'ARCHITETTURA I (E)
Prof. Giulio Pane
L'orientamento del corso risponde ad alcune premesse considerate fondamentali: che lo studio e la conoscenza dell'architettura non possono essere affrontati che secondo il metodo storico-
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critico; che l'architettura va considerata sempre in relazione al suo ambiente; che la stratificazione è fenomeno specifico dell'architettura, ancorché non esclusivo; che il giudizio storico-critico deve orientare l'attività dell' architetto.
Tali concetti vengono illustrati ed esemplificati nella loro interrelazione nel corso delle lezioni, sia come definizione di principio, sia attraverso lo studio di monumenti ed ambienti urbani, con particolare riferimento al patrimonio culturale campano.
La problematica storico-critica
Architettura: significato e storia del termine. Definizioni dell'architettura secondo i suoi fini, le sue tecniche, le sue poetiche. Architettura, edilizia, ambiente. Architettura ed urbanistica.
Storia e storia dell'archittettura. Problemi e metodi della sto· riografia generale, della storiografia artistica, della storiografia architettonica.
La storiografia architettonica: le sue fonti e le sue problematiche. Il rapporto committente-archi tetto-costruttore nella storia dell'architettura. Pregiudizi tipologici, stilistici e tecnologici.
La storiografia architettonica nella sua influenza operativa. L'attività architettonica come oggetto e come soggetto storicocritico. Contenuti critici dell'opera architettonica. La.critica come atto espressivo. Il restauro come « laboratorio» della storiografia architettonica.
La conoscenza dell' ambiente architettonico ed urbanistico
Architettura ed ambiente antico. Cenni sulla cultura architettonica preromana: Egitto e Grecia; principali testimonianze architettoniche ed ambientali.
La casa a Pompei ed Ercolano, il suo sviluppo architettonico, dall'atrio italico al peristilio ellenistico, negli esempi più significativi.
Architettura ed urbanistica in età romana. I grandi impianti
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pubblici e l'investimento del territorio geografico. Sistemi costruttivi: dal sistema trilitico alle volte concrezionali.
Napoli greco-romana; cenni sulla antica struttura urbana e sua stratificazione morfologica. Centro antico e centro storico.
Rinascenza e Rinascimento; storia dei termini e concetti generali. Il risveglio dell'antichità e Firenze. L'architettura napoletana tra tardogotico e Rinascimento.
Cenni sullo sviluppo urbanistico di Napoli dalle origini all'età contemporanea.
Nota. - Le indicazioni bibliografiche verranno fornite agli studenti, insieme ad un programma più dettagliato, durante lo svolgimento del corso stesso.
STORIA DELL'ARCHITETTURA II (A)
Prof. Renato De Fusco'
Il corso si basa su quattro premesse. La prima considera l'architettura come linguaggio. La seconda privilegia il momento metodologico, semiotico-strutturale, rispetto a quello operativo e puramente storicistico. La terza muove dall'assunto che si vuole più insegnare un metodo per la conoscenza della storia dell'architettura che non la storia come evoluzione di monumenti. La quarta, tenendo conto dei limiti di tempo e del numero scarso di lezioni, riduce la parte applicativa del corso all'analisi di poche e paradigmatiche opere, tentando di riportare ad esse la più ampia storicità del tempo loro.
In particolare, il corso, basato su due testi, si compone di due parti. La prima illustra il metodo semiotico-strutturale relazionato alla storiografia architettonica e analizza le seguenti opere paradigmatiche: il tempio greco, la basilica romana, la chiesa S. Michele a Pavia, la cattedrale di Chartres, la cappella Pazzi, la villa
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Capra, il tempietto di S. Pietro in Montorio, S. I vo alla Sapienza, la Maison du Peuple, l'Unità di abitazione di Marsiglia. La seconda parte applica le metodiche suddette alle vicende dell'architettura contemporanea e analizza le opere paradigmatiche appartenenti ai seguenti codici-stili: l'eclettismo storicistico, l'An Nouveau, il protorazionalismo, il razionalismo, il movimento' organico, il « codice virtuale» (dizione usata per comprendere i fenomeni più attuali e le ricerche in atto più vicine ai temi della progettazione architettonica).
Bibliografia
R. De Fusco, Segni, storia e progetto dell' architettura, Laterza, Bari, 1973.
R. De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea, Laterza, Bari, 1974.
STORIA DELL'ARCHITETTURA II (B)
Prof. Cesare de Seta
Dal modernismo al postmodernismo
Il corso vuole indagare le ragioni della nascita del linguaggio del Movimento moderno, della sua crisi e allo stesso tempo della sua vitalità. Data l'ampiezza dell'argomento che abbraccia un arco di tempo che va dagli esordi del secolo ai nostri giorni si privilegerannoalcuni momenti di particolare rilievo.
Gropius et il Bauhaus dalla Germania all' America. Le Corbusier dal Purismo a Ronchamp. Continuità e discontinuità nella cultura italiana. La generazione del dopoguerra: Stirling, R. Venturi e Rauch, I Five.
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Per tale corso si considera indispensabile una lettura di un manuale. Si consiglia: L. Benevolo, Storia dell' architettura moderna.
Libri consigliati
C. De Seta, La cultura architettonica in Italia tra le due guerre, Laterza, Roma-Bari, 1977;
G. Pagano, Architettura e città durante il fascismo, a cura di C. De Seta, Laterza, Roma-Bari, 1976.
C. De Seta, Origini ed ecclisse del movimento moderno, Laterza, Roma-Bari, 1979. Per l'opera di Gropius, Le Corbusier e la generazione del do
poguerra verranno fornite bibliografie particolareggiate nello svolgimento del corso.
STORIA DELL'ARCHITETTURA II (C)
Prof. Giancarlo Alisio
Tema del corso: Napoli e la cultura Europea dall'Illuminismo al Liberty.
Premessa
II tema del corso trae ongme sia dal desiderio di fare verificare agli allievi con immediata evidenza il rapporto tra il contenuto delle lezioni e la realtà che li circonda sia dalla necessità di fornire una più approfondita conoscenz~ del nucleo. urbano napoletano su cui si sviluppa la didattica della maggior parte dei corsi di architettura.
Si è preferenziato il periodo compreso tra gli inizi del '700 e i primi anni del '900 dato che in ques!' arco di tempo si definiscono quella serie di fattori urbanistici, architettonici, politici
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e sociali che hanno poi determinata l'attuale realtà napoletana. Ovviamente durante lo svolgimento delle lezioni saranno costanti i riferimenti a tutti gli analoghi e contemporanei aspetti della cultura architettonica ed urbanistica europea.
Numerosi sopralluoghi integrano le lezioni.
Argomenti
La cultura illuminista in Europa. I problemi socio-politici ed economici all'inizio del nuovo regno. L'anticlericalismo ed i rapporti fra Stato e Chiesa.
La trasformazione della struttura urbana nel '700. II rapporto fra città e territorio. Le residenze per la corte (palazzi reali di Napoli, Portici, Capodimonte).
L'attività napoletana di Luigi Vanvitelli e di Ferdinando Fuga. Gli architetti operanti nella 2" metà del '700: C. Vanvitelli, F. Collecini, F. Sicuro.
II significato della pianta del duca di Noja e la nuova idea di città nel saggio di V. Rutto.
Origini e fonti della cultura neoclassica in Europa. II contesto politico ed i problemi socio-economici a Napoli all'inizio del XIX secolo.
Urbanistica a Napoli durante il decennio francese. L'opera di A. Niccolini. Gli interventi nelia città fra il 1816 ed il 1860.
L'opera di E. Alvino ed i revivals.
Aspetti e problemi dopo l'Unità d'Italia. Gli interventi sulla struttura della città dopo il 1860: il quartiere del Museo e la galleria Principe di Napoli; via Duomo; il quartiere orientale e l'otterta Gabrielli; il quartiere occidentale; la sistemazione del lungorrrtlre.
La bonifica dei fondaci; il piano regolatore del 1872; il colera del 1884 ed i lavori per il risanamento e l'ampliamento di Napoli. La città borghese.
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- Lamont Y oung. Il progetto di metropolitana e la ristrurturazione della città. L'attività edilizia.
Gli sviluppi urbanistici in Inghilterra, in Francia e in Austria ne! corsq dell'Ottocento. Gli esempi di Londra, Parigi e Vienna.
Le trasformazioni urbanistiche di Roma capitale.
L'architettura in ferro in Francia ed Inghilterra: le esposizioni internazionali; il risanamento de! quartiere S. Brigida e la galleria Umberto 1.
L'edilizia liberty ed il piano de Simone (1914).
Bibliografia di base
R. Pane, F. Fuga, Napoli 1956. A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi 1961. G. Bruno - R. De Fusco, Errico Alvino architetto e urbanista na
poletano dell' 800, Napoli 1961. F. Venturi, Settecento riformatore, Torino 1969, voI. 1. G. C. Alisio, Sviluppo urbano e struttura della città in « Storia di
Napoli », voI. VIII, Napoli 1971. P. Sica, Storia dell'urbanistica: L'Ottocento, Bari 1977, voI. 1. G. C. Alisio, Lamont Y oung, Utopia e Realtà nell'Urbanistica na
poletana dell' 800, Roma 1978.
STORIA DELL'ARLCHITETTURA II (D)
Proi. Arnaldo Venditti
Premessa teorica e metodologica
In considerazione del carattere fondamentale dell'insegnamento, presente in tutti i piani di studio della Facoltà, in luogo di uno svolgimento monografico (forse più interessante sotto il
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profilo dell'approfondimento scientifico), si privilegia il concetto di corso istituzionale di storia dell' arcbitettura, al fine di fornire una sintetica conoscenza delle diverse fasi storiche dell'architettura dall'età medioe\(ale a quella moderna. L'allievo architetto, attraverso la rassegna critica della produzione architettonica dei diversi secoli, potrà raggiungere quella preparazione storica di base che gli consentirà di affrontare la lettura delle fabbriche antiche, nella loro complessa stratificazione, nonché quella dei tessuti storici della città: e qui va appena rilevato che tra le finalità del corso c'è quella di essere propedeutico al restauro dei monumenti e, in senso più generale, alla tutela e conservazione dei beni architettonici ed ambientali, discipline che presuppongono la acquisizione del giudizio critico e la conoscenza storica del patrimonio architettonico del passato.
L'impegno ad una costante verifica degli eventi storici e delle interpretazioni critiche dei fenomeni nelle presenze architettoniche ha indotto a scegliere l'ambiente napoletano come campo di applicazione della metodologia individuata: in considerazione della premessa che ogni storia è storia contemporanea e che l'esperienza del presente è tornata ad essere la norma per giudicare il passato, il corso si prefigge dunque l'esame dei principali nodi critici della storiografia architettonica, che viene condotta attraverso una rassegna dell'arcbitettura napoletana dal Medioevo all'età moderna al fine di ~ogliere la processualità dello svolgimento storico e di verificare le tesi critiche mediante la lettura diretta delle fabbriche nel loro ambiente urbano, riferendo costantemente i fenomeni al quadro italiano ed europeo.
Contenuto del corso
Problemi metodologici
Storia dell'Architettura. Storia e storiografia, caratteri dell'oggetto e della conoscenza storica.
Le definizioni di architettura. Gli equivoci concernenti la storia dell'arcbitettura.
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Problemi della storiografia architettonica: monumenti e ambIente: il problema della paternità architettonica; teoria dell'architettura e personalità creatrice.
L'analisi dell'opera architettonica attraverso la confluenza dei principi fondamentali dell'estetica, della rassegna della storiografia artistica sull'opera, della ricerca filologico-critica, della indagine sulla società e sulla personalità artistica. I! giudizio critico come ricostruzione del processo creativo.
Urbanistica e architettura a Napoli
Storia urbanistica di Napoli. Le fonti storiche e iconografiche. La struttura della città attraverso i secoli.
Problemi dell'architettura paleocristiana, bizantina, alto-medioevale e romanica. Le superstiti strutture medioevali napoletane.
I! gotico francese e la cultura architettonica napoletana in età angioina e durazzesca.
Il concetto di Rinascimento e le sue fasi storiche. Incontro tra maestri catalani e toscani a Napoli.
Il Cinquecento napoletano tra classicismo (i Malvito e i Mormando) e manierismo (Dosio e Valeriano). L'opera napoletana di Domenico Fontana.
Il concetto di barocco. La produzione del Seicento napoletano in rapporto al barocco romano. La figura di Cosimo Fanzago ed i temi architettonici della Napoli barocca.
I! rococò napoletano e l'opera di Sanfelice e Vaccaro. L'edilizia civile ed il nuovo volto della metropoli settecentesca. I! sincretismo negli interni .settecenteschi.
Il secondo Settecento e l'eredità romana nell'opera di Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga e Mario Gioffredo a Napoli.
Il neoclassicismo napoletano. La figura e l'opera di Antonio Niccolini.
Entico Alvino e l'Eclettismo storicistico a Napoli.
Architettura e Urbanistica nel XX secolo. Dall'Unità d'Italia ai problemi attuali dell'area metropolitana.
Articolazione e organizzazione
I! corso sarà articolato secondo lezioni in aula, visite guidate a monumenti ed ambienti urbani (lezioni sopralluogo), ed incontri seminariali, collocati - quest'ultimi - a conclusione dei periodi storico-artistici trattati, allo scopo di costituire un utile momento di sintesi didattica e di possibile confronto con posizioni metodologiche esterne.
Bibliografia
La bibliografia relativa ai singoli argomenti verrà fornita agli studenti durante le lezioni; tuttavia si richiamano qui alcune voci bibliografiche essenziali:
G. Galasso, Dal Comune medioevale all'Unità, Bari, 1959; R. Pane, Attualità dell'ambiente antico, Napoli 1967; Id., Napoli imprevista, ivi, 1949; Id., Architettura del Rinascimento in Napoli, ivi, 1939; Id., Il monastero di S. Gregorio Armeno, Napoli, 1957; Id., Ferdinando Fuga, Napoli, 1956; Id., Il Rinascimento nell'Italia meridionale, Milano 1975. AA.VV., Il Centro antico di Napoli, ivi, 1971; G. Pane, Napoli seicentesca nella veduta di A. Baratta, in « Na
poli nobilissima », IX, 1970, p. 118 sgg.; XII, 1973, pago 45 sgg.;
A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi 1961; Id., Architettura bizantina nell'Italia meridionale Napoli 1968' Id., Voce Bizantina, in «Diz. Arch. e Urb. », R~ma, 1968, I, 'p.
343 sgg.;
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Id., Architettura dell'Alto Medioevo e Urbanistica e Architettura angioina, in « Storia di Napoli », ivi, 1969, II, p. 775 sgg.; III, p. 665 sgg.;
Id., L'opera napoletana di Luigi Vanvitelli, in AA. VV., « Luigi Vanvitelli », Napoli, 1973;
Id., Presenze e influenze catalane nell' architettura napoletana del regno d'Aragona, in «Nap. nob. », XIII, 1974, p. 3 sgg.
Si ricordano altresì numerosi articoli in « Napoli Nobilissima », il volume collettivo «Napoli dopo un secolo» oltre che i saggi contenuti nella « Storia di Napoli ».
Premessa
TECNICA DELLE COSTRUZIONI (A)
Prof. U go Carputi
Nel corso di Tecnica delle Costruzioni ci proponiamo di portare alla conoscenza dei giovani lo studio della progettazione delle opere architettoniche, in particolare lo studio dell'organismo strutturale, che è anch'esso opera architettonica.
Intendiamo in questo corso studiare sistematicamente le forme strutturali dal punto di vista del loro concetto statico, al fine di favorire la formazione di quella «sensibilità statica» - se così si può dire - segnalata ed auspicata anche dal riordinamento delle Facoltà di Architettura, sensibilità statica che deve essere rivolta a stimolare, ad ideare forme architettoniche di valida e chiara possibilità costruttiva.
Approfondiremo la conoscenza di due materiali da costruzione, maggiori protagonisti del fatto costruttivo, cioè dell'acciaio e del calcestruzzo armato, la loro tecnologia, sulla base delle nozioni di elasticità già acquisite nel corso di Scienza delle Costruzioni.
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Ci proponiamo infine di date una visione ampia ed aggiornata dei particoli procedimenti costruttivi e delle nuove forme, strutturali, mostrandone le attuali tendenze verso ulteriori sviluppi e verso nuove possibilità costruttive.
I materiali strutturali - Proprietà essenziali dei materiali strutturali - Costanti fisiche e coefficienti di sicurezza dei materiali. I carichi delle strutture - Carichi permanenti - Carichi accidentali. Strutture a molte iperstatiche - I telai pianti e metodi di calcolo (Gehler - Cross). Analisi matriciale. Piastre: Le ipotesi fondamentali - L'equazione differenziale della superficie elastica - L'integrazione dell'equazione - Il calcolo mediante le differenze finite - Metodi approssimati. Nuovi orientamenti nel calcolo delle strutture in relazione agli stati limite.
Testi consigliati
A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni. O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.
Costruzioni metalliche - Proprietà generali e tecn.Qlogiche degli acciai - Prove regolamentari sui materiali metallici - Comportamento dei materiali metallici da costruzione - Elementi strutturali in acciaio - Collegamenti - Travature reticolari -Capriate - Travi a parete piena - Solai - Coperture in genere -Intelaiature semplici e multiple - Archi.
Testi consigliati
A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni. O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli. L. F. Donato, Lezioni di Costruzioni, II, Costruzioni Metalliche,
Colombo, Cursi. U. Carputi - M. Locatelli, Collegamenti chiodati e bulloni.
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Pubblicazioni della Società I talsider. Norme tecniche (D. M. 30-5-1972).
Costruzioni in cemento armato - Proprietà generali e tecnologiche del calcesetruzzo cementizio - Elementi costituenti e loro influenza - Comportamento meccanico dei calcestruzzi -Prove regolamentari - Teoria statica del calcestruzzo armato e precompresso - Elementi strutturali in c.a. - Solai - Piastre -Solai a Fungo - Cassettonati - Travi Vierendeel - Strutture ad arco - Volte travi.
Testi consigliati
O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli. E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, Ed. Liguori. L. Santarella, Il Cemento Armato, I, II, Hoepli. M. Pagano, Progetti di strutture in cemento armato, Liguori, Na
poli. Norme tecniche (D. M. 30-5-1972).
Cenni di statica delle fondazioni - Comportamento dei terreni e classifica di essi - Elementi della meccanica dei terreni -Tecnica delle fondazioni - Fondazioni dirette - Plinti e travi rovesce - Fondazioni indirette - Pali di fondazione.
Testi consigliati
A. 'Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, San soni. O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli. L. Santarella, Il Cemento Armato, I, II, Hoepli, Milano.
Nello svolgimento del corso saranno proiettati, a cura della CISIA e dell' AITEC film documentari.
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TECNICA DELLE COSTRUZIONI (B)
Prof. Vincenzo Fabbrocino
l. I materiali strutturali e loro caratteristiche meccaniche _
Forze esterne e relativa regolamentazione - I coellicienti di sicurezza.
2. Calcestruzzo rmato e precompresso. (Teoria Statica - Regolamenti)
3. Teoria dei telai piani e metodi di calcolo. (Gehler, Cross, Grinter, Pozzati)
4. Piastre (Trattazione generale - Il calcolo mediante le differenze finite - Metodi approssimativi).
5. Strutture in acciaio (Tipologie strutturali e criteri generali di progettazione - Generalità sul calcolo e sull'esecuzione dei collegamenti).
6. Teoria degli archi.
7. Nozione sulle volte-travi.
8. Ponti (Generalità e classificazione - Schemi '-tatici).
9. Fondazioni (Tecnica delle fondazioni e metodi di calcolo).
lO. Fondamenti delle teorie della plasticità - Applicazioni alle strutture: calcolo a rottura.
11. Tensostrutture e sistemi reticolari spaziali (classificazione e caratteristiche strutturali).
Testi consigliati
O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni.
C. Cestelli Guidi, Meccanica dei terreni e stabilità delle fondazioni.
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E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, I, II. Volumi della Collana Tecnico scientifica Italsider. Appunti di Costruzioni in acciaio a cura dell'ing. Alberto Bal~amo.
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA
(CORSI COORDINATI)
Premessa
Un'ipotesi tecnologica finalizzata all'architettura, che rifiuta l'idea di una « tecnica » risolutrice dei singoli problemi a distinti livelli di intervento, per tendere a configurarsi come processo unitario e globale volto ai fini non solo quantitativi ma anche qualitativi dell'intervento architettonico, comporta:
)' approfondimento dei modi di costruire intesi, oltre che come interpretazione di tradizioni tecniche e di realizzazione di manufatti) come organizzazione di tutte le opere naturali e artificiali qualificanti l'ambiente nel suo insieme;
la conoscenza di esperienze costruttive recuperate dalle diverse culture nell'edificazione dell'habitat;
- l'individuazione dei parametri di cambiamento delle condizio" ni tecniche acquisite. In tal senso ed in relazione alle precedenti esperienze cii coor
dinamento attuate sin dal 1972, i corsi facenti capo all'Istituto di Tecnologia dell'Architettura hanno incentrato i propri programmi intorno a due tematiche preminenti:
a) le relazioni che passano tra i modi di costruire e la trasformazione dell' ar;::biente, tenendo conto di un uso della tecnica rivolto al recupero delle risorse locali e della conseguente urit"·
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rietà dei processi fabbrili con i processi innovativi di costruzione, connessi all'uso di fonti energetiche rinnovabili;
b) le relazioni che passano tra produzione industriale e formazione dello spazio costruito, tenendo conto delle attuali dimensioni operative e della conseguente necessità di qualificare i processi quantitativi di produzione della società industriale.
Queste tematiche saranno svolte nei corsi da gruppi di lavoro, secondo la seguente articolazione:
Per le relazioni tra i modi di costruire e la trasformazione dell'ambiente
Il clima e la tradizione costruttiva del Mezzogiorno (prof. G. Caterina, corso di Tecnologia dell'Architettura I B);
Innovazioni tecnologiche e rivitalizzazione dei processi artigianali (prof. V. Gangemi, corso di Tecnologia dell'Architettura II A);
Componenti bioclimatici nella costruzione dell' habitat (prof. M. Cennamo, corso di Illuminazione ed acustica nell'edilizia).
Per le relazioni tra produzione industriale e formazione del-lo spazio costruito
Le tecnologie dell'architettura industrializzata (prof. D. Orlacchio, corso di Tecnologia dell' Architettura I A);
Il lessico costruttivo dei sistemi architettura (prof. A. Vitale, corso di Tecnologia dell'Architettura I C);
Tecnologie appropriate e adattabilità degli spa1.i abitati (prof. R. La Creta, corso di Tecnologia dell'Architettura II B);
Tecnologie leggere e preesistenze ambientali (prof. A. Capasso, corso di Tecnologia dell'Architettura II C);
Produzione architettonica per componenti (prof. C. Murolo, corso di Unificazione e prefabbricazione).
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Integrativi di entrambe le tematiche, sono gli approfondi-menti delle metodologie progettuali relativi a:
Cultura materiale e produzione (prof. R. Mango, corso di Progettazione per l'industria);
Tutela dell'ambiente: controlli e tecniche di depurazione (prof. A. Russo Spena, corso di Fisica tecnica ed impianti).
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (A)
Prof. Domenico Orlacchio
Le tecnologie dell'architettura industrializzata
Finalità
Il programma propone lo studio delle tecnologie che caratterizzano l'habitat, nel quadro della revisione critica dei rapporti esistenti tra scienza, tecnica e tecnologie, con particolare riferimento all'industrializzazione dell' architettura.
Il campo di ricerca è rivolto all' approfondimento delle metodologie adottate nei processi della costruzione dell'architettura negli interventi per il rinnovamento urbano e nei nuovi insediamenti abitativi, secondo un'analisi di progressivo approccio progettuale e contestuale intervento tecnologico che ne consegue dalla trasformazione alla produzione degli elementi che caratterizzano il costruito.
I termini «costruttivi-tecnologici », intesi come nuovi mezzi espressivi, saranno trattati e ripropasti in stretta connessione con l'organizzazione dello spazio, secondo un'ottica di superamento del dualismo tra architettura e tecnologia, alla ricerca di un risultato di equilibrio ed integrazione del processo progettuale completo, mediante uno studio sistematico delle realizzazioni e delle
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sperimentazioni dei progetti rivolti all'uso dell'edilizia industrializzata.
Particolare attenzione sarà dedicata alla promozione del coordinamento con i corsi affini riconoscendo sperimentazioni in parallelo e seguendo gli indirizzi che si daranno le aree omogenee di ricerca presenti in facoltà; nella salvaguardia dell'autonomia del corso, agli allievi sarà offerta una pluralità di informazioni con riferimento ad esperienze idonee alla propria formazione scientifica.
Contenuti
Il corpo disciplinare prevede l'esame dei rapporti esistenti tra spazi organizzati ed il contesto urbano, in relazione all'uso dell'industrializzazione delle tecnologie ed alla sua analisi conoscitiva nell'intervento a livello territoriale, urbano, di habitat e nelle funzioni organizzative nei tre campi d'interesse:
a) progettuale;
b) fisico morfologico;
c) produttivo.
Lo studio è indirizzato poi alla conoscenza specifica dei campi indicati secondo il seguente ordine:
1) tipologie strutturali nell'evoluzione storica e tecnica;
2) sistemi costruttivi in riferimento al riflessi progettuali ed economici;
3) materiali da costruzione semplici e composti e tecniche industriali; progetto, produzione ed uso;
4) tecniche esecutive nei programmi di sviluppo dell'edilizia, con particolare riferimento agli aspetti sociali ed alla programmazione del lavoro.
Le tecnologie così distinte, nei processi costruttivi dell'architettura, contribuiranno alla formazione degli allievi che si accin-
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gono a conoscere i principi che intervengono nella formazione del blocco elementare o complesso (edificio), nella sua costruzione e nel controllo dello spazio che ne deriva, secondo i principi delle tre componenti vitruviane, in funzione delle strutture del tipo tradizionale, continue, anelastiche ed elastiche, quali il cemento armato e l'acciaio, per le quali saranno fornite ampie documentazioni conoscitive. (Tecnologie per parti).
Con un gruppo di lezioni saranno affrontate poi le tematiche dell'importanza delle conoscenze tecnologiche, del significato e del ruolo che assumono nell'epoca contemporanea e dell'evoluzione alla quale sono soggette. (Tecnologie moderne).
Articolazione
La conoscenza della tecnologia dell'architettura viene proposta come esperimentazione diretta con il coinvolgimento degli allievi nella ricerca orientata mediante lo studio monografico e la rappresentazione grafica convenzionale, con i metodi della trasposizione critica, di opere di architetti del Movimento Moderno.
Gli studenti, sulla scorta di un primo gruppo di lezioni finalizzate, individueranno, nelle opere esaminate, livelli e fasi tecnologiche applicando una metodologia di confronto attraverso quattro momenti: quello formativo induttivo, quello di riferimento alla realtà e successivamente quelli operativi e di verifica.
In questo quadro saranno trattate le implicazioni progettuali derivanti dall'industrializzazione intesa come produzione del bene edilizio in una logica che va dalla progettazione integrale alla produzione ed all'utenza.
Il programma prevede una progressiva informazione degli studenti sugli aspetti formativi della conoscenza delle tecnologie per parti e degli organismi costruttivi adoperati nel passato fino ai giorni nostri con particolare riferimento alle emergenze architettoniche che hanno maggiormente influenzato gli architetti per mettere a confronto i processi industriali parziali o totali adottati dall'ideazione alla realizzazione dell'opera.
Saranno esaminati infine i metodi della progettazione integrale,
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i riflessi della coordinazione modulare, la progettazione per componenti, per modelli e per programmi e le conseguenti modificazioni tecnologiche che ne derivano con indicazione delle teorie e dei riscontri operativi.
Bibliografia
Tòmas Maldonado, La speranza progettuale, Einaudi editore, Torino 1973.
K. Wachsmann, Una svolta nelle costruzioni, Il Saggiatore, Milano 1960.
B. Zevi, Il linguaggio moderno nell' architettura, Einaudi editore, Torino 1973.
G. Boaga, Tecnologia dell'architettura. Metodo e progetto, Officina edizioni 1975.
L. Quaroni, Progettare un edificio, Mazzotta editore 1977. P. A. Cetica e B. Giromella, Il momento tecnico nell'architettura,
Libreria editrice fiorentina 1978.
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (B)
Prof. Gabriella Caterina
Il clima e la tradizione costruttiva del Mezzogiorno
Premesse metodologiche
La relazione tecnologia-ambiente intesa come possibilità di intervento della collettività che, trasformando l'insieme delle risorse naturali, modella una situazione spaziale in divenire, impone una valutazione critica dei mezzi tecnici oggi disponibili in un rapporto più consapevole con le leggi che regolano l'equilibrio globale dell'ambiente.
Relazionare in particolare i modi di costruire con le risorse naturali, significa approfondire i nessi che legano, nel suo farsi
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l'habitat costruito con il complesso dei fattori ambientali, come leggi fisiche, struttura del territorio, forme di energia, materiali, civiltà umane. Tali relazioni consentono di intendere le ragioni della rete di legami che l'uomo costruttore, nel realizzare i suoi insediamenti, tesse nell'ambiente naturale, trasformandolo via via con le sue innovazioni, fino a costituirlo come prodotto di cultura.
Contenuti del corso
La valutazione del possibile uso di tecnoogie diverse in edilizia comporta l'esigenza di leggere l'edificio come sistema di utilizzazione di risorse e come sistema di controllo ambientale, piuttosto che come rigida o astratta nomenclatura di elementi costruttivi-architettonici. Una attenta analisi, secondo questa ottica, della tradizione costruttiva del Mezzogiorno, rivela una stretta collaborazione tra costruttori, artigiani e ambiente. In generale la costruzione non costituisce una risposta individuale, ma una risposta di gruppo rappresentativa di una cultura, di patticolari condizioni ambientali (clima, microclima, orografia del suolo, topografia, ecc.) e di possibilità di utilizzazione di risorse reperibili in loco (materiali, capacità costruttive, forme di energia, ecc.).
In particolare, in relazione all'obiettivo di raggiungere e mantenere condizioni di comfort, la funzione di «protezione dalle condizioni climatiche avverse » diventa la funzione prevalente dell'abitazione e costituisce un bagaglio di informazioni che mette in relazione l'ambiente costruito con le condizioni climatiche esterne.
In generale nell'architettura del Mezzogiorno, come nella maggior parte dell'architettura occidentale, alla richiesta della società di rendere stabile il riparo, la risposta è stata di renderlo «massiccio ». Questo tipo di costruzione ha portato notevoli vantaggi ambientali, garantendo sia l'isolamento acustico, sia l'isolamento termico, sia la capacità termica. La costruzione del paesaggio dell'Italia meridionale è, infatti, strettamente legata all'uso di quei materiali di cui la Zona 'è ricca: pietre, argilla e sabbia; e le ri· sposte della costruzione - intesa come sistema che sfrutta le
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condizioni climatiche per ottenere il massimo confort ambientale con il minimo dispendio energetico sia in fase di costruzione che, soprattutto in fase di gestione -, si presentano notevolmente differenziate, nel Mezzogiorno, in relazione alle diverse situazioni climatiche.
Nonostante tali differenze la costruzione tradizionale del Mezzogiorno, però, ha sempre operato nei confronti dell'ambiente un controllo che potremmo definire di tipo «conservativo », secondo la classificazione formulata da R. Eanham. A tale modello, in condizioni climatiche e geografiche tendenti al limite, si è assoeiato i'uso del -modello di tipo « selettivo », anche se in pratica i due modelli non venivano distinti in maniera netta. In sintesi, cioè, la tradizione costruttiva del Mezzogiorno mette in evidenza da una parte l'invenzione di processi costruttivi che sfruttano le risorse locali per progettare uno spazio abitabile che, oltre a rispondere a delle esigenze di vita, garantisce anche un notevole grado di comfort ambientale, e dall'altra un bagaglio di conoscenze dei fattori climatici, delle condizioni geografiche e dei principi fisici che costituisce il parametro rispetto a cui vengono dimensionate, quantificate e verificate le 'configurazioni geometriche, le tipologie e i sistemi costruttivi.
Articolazione del corso
In particolare nella fase applicativa si approfondirà lo studio della tradizione costruttiva del Mezzogiorno in due aree campione, la costiera amalfitana e i «casali» alla periferia di Napoli, aree rappresentative di due realtà ambientali differenti che testimoniano due modi diversi di un uso appropriato della natura. Le strutture, l tipi e le conformazioni edilizie saranno analizzati sia in relazione all'orientamento, all'orografia e all'utilizzazione dello spazio, sia in relazione alle\forze fisiche del clima e a quelle meccaniche, che regolano la statica dell; costruzione.
Coordinamento con altri corsi
La tematica affrontata si sviluppa in stretto collegamento con il corso di Disegno e rilievo (corso A prof. arch. Anna Sgrosso)
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e con il corso di Tecnologia dell'Architettura II (corso A prof. arch. Virginia Gangemi).
Nel corso di Disegno e rilievo vengono analizzati i rapporti che si instaurano tra la configurazione geometrica dello spazio costruito e i dati caratteristici del sito (orientamento, orografia e modi di utilizzare l'ambiente).
Nel corso di Tecnologia dell'Architettura II, la ricerca, partendo dalla individuazione dei processi artigianali e dei sistemi costruttivi propri della tradizione del Mezzogiorno, verifica la possibilità di recuperare questo patrimonio, alla scala della piccola industria del settore edile. La ricerca di nuovi metodi di lavorazione e di montaggio può essere proposta non solo come utiliz- / zazione delle energie rinnovabili esistenti nel!' ambiente, ma anche al fine di sperimentare nuove forme linguistiche per l'architettura.
Testi del corso
R. Banham, Ambiente e tecnica nell'architettura moderna, Laterza, Bari 1978.
Amirante, Caterina, Leone, Costruzione della casa e risparmio ener·getico nel Mezzogiorno, ESI, Napoli 1979.
N. Davey, Storia del materiale da costruzione, Il Saggiatore, Milano 1965.
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (C)
Prof. Augusto Vitale
Il lessico costruttivo dei sistemi di architettura
Secondo una corrente interpretazione, la tecnologia costituisce, insieme all'ambiente naturale ed al contesto sociale, uno dei
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tre « ambienti» che circondano l'individuo nella società. La crescente complessità dei processi tecnologici, le loro delicate implicazioni con gli equilibri del mondo fisico e le loro relazioni con la crescita civile ed economica della società, oltre ad attestare la nostra irreversibile dipendenza da essi, stimolano un processo di attenta valutazione del ruolo che la tecnologia svolge nel contesto umano.
D'altra parte, la definizione di tecnologia come «scienza dei processi o delle trasformazioni» estende alla prassi architettonica il suo dominio applicativo e problematico ed investe, come ambito di studio e di applicazione, l'intero ambiente costruito, che è l'oggetto delle trasformazioni operate dall'uomo nel suo processo di annessione del territorio.
La rivoluzione industriale, che è stata caratterizzata dalla rapida crescita dell'innovazione tecnologica, ha sancito, in tempi relativamente recenti, la separazione tra progetto e costruzione e tra esecutore e prodotto. Ciò ha comportato, tra l'altro, l'esclusione degli utenti e dell'intera collettività dai processi di edificazione del loro habitat, a cui invece per secoli avevano costantemente preso parte, in un contesto tecnologico più povero ed elementare, ma non per ciò meno ricco in termini di civiltà, di requisiti funzionali ed invenzioni formali.
Il corso si propone perciò di esaminare i problern.i connessi con i rapporti tra tecnologia e ambiente fisico, tra società e processi di costruzione e tra risorse e cicli di trasformazione, nell'intento di sollecitate un approccio corretto alla dimensione tecnologica dei fenomeni secondo cui si articolano le relazioni tra l'uomo e lo spazio costruito, tenendo presente che:
a) la rivoluzione industriale è un processo irreversibile ancora in corso, dotato al suo interno di fattori potenzialmente distruttivi ma anche di quella carica civile che le ha permesso di riscattare gran parte del mondo dell'arretratezza e dal sottosviluppo economICO;
b) è in atto un processo di recupero della partecipazione
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della collettività al destino ed all'organizzazione del ZIO abitato;
proprio spa-
c) è ugualmente in corso la rivalutazione di processi di costruzione e di sistemi costruttivi semplici, economici, reversibili, realizzabili e gestibili alla piccola scala, in luogo dei modelli massificanti, costosi e distruttivi proposti dal sistema economico-industriale opulento, che si sono per tanto tempo presunti validi per ogni realtà.
I! corso è suddiviso in comunicazioni ed esercitazioni. Le prime vertono sull'esame dei termini di uso più corrente nell'ambito progettuale e costruttivo dell'architettura industrializzata, confrontati con i temi problematici prima delineati.
Le esercitazioni sono suddivise in tre parti, che si occupano rispettivamente de:
1. i materiali costruttivi naturali e artificiali, esaminati nella loro origine, struttura, prestazioni, processi di trasformazione e impieghi;
2. i processi costruttivi, suddivisi secondo modalità di: sovrapposizl0ne, aggregazione, congiunzione, tessitura e modellaZlOne;
le parti della costruzione, con particolare riguardo alle loro relazioni reciproche, alla loro sistematicità organizzativa ed ai concetti di sistema e di struttura.
I! tema specifico di applicazione e verifica, in armonia con quanto esposto precedentemente, è costituito dagli usi architettol~ici del materiale acciaio, che viene esaminato dettagliatamente nelle sue strategie di uso, nei suoi processi di trasformazione e di lavorazione e nei suoi impieghi nei sistemi leggeri di architettura, per i quali le sue caratteristiche permettono di configurare vaste c flessibili gamme di prestazioni ottimali.
Nella parte applicativa del corso, i gruppi di studio analizzeranno progetti o realizzazioni di edifici in acciaio, opportunamente selezionati in base alla loro congruenza con gli obiettivi del corso,
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che .verranno esaminati nelle loro logiche di aggregazione e postI nel loro componenti e connessioni.
Bibliografia
SCOID-
E. Torroja, La concezione strutturale, UTET, Torino 1966. A. e M. Negri, L'archeologia industriale, D'Anna, Messina e Fi
renze 1978.
B. Roy e N. Cross, La tecnologia e i suoi effetti sull'economia e sui rapporti sociali, Mondadori, Open University, Milano 1979.
A. Petrignani, Tecnologie dell'Architettura, Gorlich, Milano 1978, Archztettura acciaio: edifici civili, Italsider, Genova 1979.
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (A)
Prof. Virginia Gangemi
Premessa
Alla base del programma proposto SI individu';;'o:
L'esigenza di contrastare la tendenza che si manifesta nei proceSSI dI trasformazione contemporanei, al disuso, .all'abbandono o allo sperpero dissennato delle risorse ambientali locali.
La necessità di riproporre stretti legami fra caratteristiche primarie del luogo (clima, morfologia, materiali disponibili, forza-lavoro, tradizioni costruttive) e processi di costruzione.
La opportunità di valutare appieno ·la vasta gamma delle risors,e ambientali disponibili per la trasformazione tecnologica dell amb,ente (nsorse ambientali - tessuti edilizi preesistentI - clIma, morfologia, materiali, mano d'opera, esperienze e tradizioni costruttive, ecc.).
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La necessità di ricercare nuovi modi di configurazione tecnologica, fondati anche sulla revisione delle tecnologie tradizionali, che corrispondano a sistemi di produzione alternativi alle attuali proposte di industrializzazione edilizia, per una riconversione dell'artigianato locale in piccola industria.
Contenuti del corso
Il corso si propone di:
1. fornire un bagaglio di conoscenze tecnìche per la progettazione di un repertorio di componenti edilizi producibili dalla piccole. industria locale;
2. analizzare l'attuale produzione artigianale di componenti edilizi di uso comune !TI Campania per proporne la revisione e la reinterpretazione;
3. stimolare alla ricerca di sistemi innovativi che propongano l'uso delle risorse ambientali locali e alla individuazione di sistemi tecnologici facilmente realizzabili dalla mano d'opera locale:
4. sensibilizzare alla conoscenza dei problemi di produzione dei componenti edilizi progettati, valutando il grado ed il livello degli apparati produttivi industriali, e la possibilità di riconversione dell'artigianato locale (ore lavorative, processi industriali, ecc.). In relazione a tale programma saranno effettuati, mediante le
zioni ex-cathedra, incontri seminariali, dibattiti ed esercitazioni di gruppo, approfondimenti specifici:
Per il punto 1.-
Analisi e valutazione delle soluzioni tecniche proposte dalla manualistica per le categorie primarie di componenti edilizi: diafrJmmi o separatoti, elementi di connessione (aperture, scal~,
ecc.). Tale illustrazione verrà effettuata al fine di comprendere 11
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rapporto esistente fra problema tecnologico, costante, e soluzione tecnica, che può essere, superando la visione manualistica, molteplice e varia.
Per il punto 2.-
Analisi critica delle soluzioni tecnologiche di uso comune nella produzione edilizia artigianale locale contemporanea, con particolare riferimento all'uso dei materiali locali e delle risorse ambientali locali, effettuata anche mediante sopralluoghi.
Per il punto 3.-
Comprensione delle possibilità di innovazione del repertorio tipologico manualistico e delle soluzioni adottate nell'ambito della produzione locale: illustrazione di componenti edilizi con caratteristiche innovative, rispetto alla tradizione, proposte dagli architetti del movimento moderno in relazione alle istanze di industrializzazione edilizia.
Per- il punto 4.-
Visite e sopralluoghi a piccole industrie locali, interventi al corso, dibattiti con esperti dei settori specifici.
Metodologia
II corso si propone di stimolare alla analisi crmca delle soluzioni tecnologiche di comune impiego, attraverso la ricerca di nuove soluzioni, rifiutando l'apprendimento nozionistico, passivo, acritico e decontestualizzato. Si richiedono elaborati grafici nel formato 45 x 35, che comprendano tutte le indicazioni che possono illustrare appieno i motivi delle scelte delle soluzioni tecniche proposte, in relazione agli obiettivi programmatici proposti dal corso. La documentazione che l'allievo dovrà e1abonire deve esprimere appieno tutta la ricchezza e la problematicità della esperienza progettllale di matrice tecnologica.
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Articolazione e organizzazione
Il corso sarà costituito da una serie di lezioni che si riferiscono ai punti 1,2,3, 4, indicati quali contenuti del corso, e da una serie di esercitazioni collegiali di gruppo in cui verranno ripresi gli argomenti affrontati nelle lezioni teoriche, per svilupparli in relazione alle specifiche tematiche progettuali che i singoli gruppi di lavoro affrontano. I gruppi di lavoro, ciascuno guidato da un assistente al corso, periodicamente illustreranno lo stato di avanzamento delle proposte progettuali, in incontri la cui periodicità andrà definita con gli stessi allievi.
Sono previsti inoltre seminari comuni ai due livelli di corso che affrontano la stessa tematica, con la partecipazione di docenti di discipline di altre facoltà, con i quali è già in atto un coordinamento a livello sia didattico che di ricerca. In particolare, nel piano di studio proposto con l'area di ricerca di Tecnologia e Design, sono indicate le discipline di Politica dell'Ambiente e di Geologia applicata, che affrontano, da specifiche angolazioni, la vasta problematica dell'uso corretto delle risorse ambientali.
Indicazioni bibliografiche
Per il punto 1: Manuale dell'architetto a cuta del C.N.R., USIS, 1946.
Per il punto 2:
AA. VV., L'habitat agricolo del Basso Volturno, I.T.D., Napoli 1979.
Per il punto 3:
Virginia Cangemi, Componenti tecnologiche del linguaggio lecorbusieriano, in «Costruire» n. 111-112, 1979.
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TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (B)
Prof. Rosalba La Creta
Tecnologie appropriate e adattabilità degli spazi abitati
Premessa
L'orga.nizzazione di spazi abitabili rispondenti alle aspirazioni e alle reah eSIgenze umane continuamente mutevoli, comporta non solo la revisione dei tradizionali metodi costruttivi, ma anche il nbaltamento degli attuali criteri di valutazione della tecnologia. Occorre relazionarsi con la formazione dell'ambiente in modo da non distruggerne le risorse e da evitare ogni forma di violenza sia sull'uomo che sulla natura. La tecnologia, cioè, piuttosto che ess~~e finalizzata alla massimizzazione della produttività, della quantlta e della dimensione di scala, deve tendere a ridurre la fatica dell'uomo. nella sua ?pera di umanizzazione del paesaggio, in modo « appropnato » al sIstema economico e sociale in cui va applicata, tenendo conto. sia dei cambiamenti che si verificano nei rapporti' tra nsorse, capltale e lavoro, sia della mutevole domanda delle prestazioni richieste agli spazi costruiti.
Ciò significa, da un lato, considerare l'intervento architettonico éome parte del processo di costruzione dell' ambiente in cui il territorio è valutato nella sua globalità di struttura produttiva e fonte pnmaria di risorse; dall'altro, mirare all'acquisizione di mezzI tecnici idonei ad un'architettuta capace di recepire i cambIamentI che comportamenti e funzioni in essa contenuti subi-scono nel tempo. '
Contenuti del corso
Int~.ndendo il processo di costruzione come attuazione pratica dell Idea progettuale che, rivolta ad una conformazione dinamica degli spazi abitabili, comporta la riappropriazione della creatività, del controllo e della partecipazione da parte della collettività il corso tende a: '
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~~~~~~- - -- ------
1. chiarire il rapporto tra sistema abitat,ivo e tessuto edi· ficato secondo una logica in cui la costruzione dell'ambiente esprime le preferenze e le attitudini sociali e culturali distintive della civiltà che la realizza;
2. inclividuare sistemi di architettura in cui l'assembleaggio organico di elementi seriali e la potenzialità aggregativa di unità modulari prefigurano pcssibilitè. di crescita e di modificabilità degli spazi;
3. verificare la compatibilità degli elementi del sistema con una produzione da parte di piccole e medie industrie operanti nel Mezzogiorno, anche se non nello specifico campo dell'edilizia.
In tale ottica saranno approfonditi:
per il punto 1: le connessioni tra uomo, organizzazione sociale, uso delle risorse disponibili, tecniche .costruttive e conformazic!lt: degli spazi costruiti;
per il pumo 2: gli dementi base del costruire, i legami tra gli elementi e le parti della costruzione, le logiche aggregative delle unità di spazio, i requisiti per la climatizzazione degli ambienti;
per il punto 3: le esigenze della produzione di serie, le prestazioni degli elementi seriali, i processi produttivi compatibili con l'organizzazione di piccole e medie industrie presenti in Campania, prestazioni e tecniche di lavorazione di materiali economicamente disponibili.
Articolazione e organizzazione
Il corso si articolerà in gruppi di lavoro liberamente formati dagli allievi e coordinati dalla docenza. Gli argomenti di carattere generale, trattati in lezioni ex-cathedra, dibattiti e seminari, impegneranno tutti i partecipanti al corso.
Specifiche ricerche operative saranno proposte agli allievi in maniera non vincolante, ma come sollecitazione ad approfondire
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una problematica particolare scelta nell'ambito della trattazione generale. I singoli gruppi di lavoro svolgeranno le ricerche operative - secondo un processo di acquisizione conoscitiva tendente alla comprensione dei valori tecnlogici presenti nella costruzione e dei nessi logici esistenti tra le parti - passando alternativamente dall'analisi critica di dati sistemi di architettura e di potenzialità produttive locali di elementi seriali, allo studio propositivo di utilizzazione di materiali e processi costruttivi per unità di spazio flessibili e modiflcabili.
Riferimenti bibliografici
1. Amirantè - R. La Creta, Cupole per abitare, Quaderni dell'Istituto di Tecnologia dell'Architettura, ,Napoli 1978.
G. Bo - 1. Daddi - M. Vicentini, Tecnologia delle costruzioni, Tamburini, 1973-1974.
J. Borrego, Space grid structures, M,LT. Press, Cambridge, Mass. 1968.
G. Lanzavecchia, Tecnologie appropriate e disoccupazione, in Sapere, luglio-agosto 1978.
T. Maldonado, Il disegno industriale: un riesame, Feltrinelli, Milano 1976.
K. Wachsmann, Una svolta nelle costruzioni, Il Saggiatore, Milano 1960.
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (C)
Prof. Aldo Capasso
Produzione industriale e formazione dello spazio costruito: Tecnologia leggera e preesistenze ambientali
Premessa
La tecnologia dell' architettura non è intesa come supporto o elaborazione degli aspetti tecnici del manufatto architettonico, cioè
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come esecutività costruttiva per una forma predeterminata. La tecnologia dell'architettura è intesa come processo edifica
torio in cui l'intervento tecnico è successione di elaborazioni critiche e sperimentali, quindi non come vincolo da superare o aggirare.
Con questi presupposti si definiscono, poi, i sistemi architettonici e i relativi processi costruttivi.
I sistemi architettonici, definiti da queste premesse, e inoltre disponibili ad un processo di trasformazione partecipativo tendono a conformare più luoghi che oggetti, spazi aperti e adattabili, più che forme definite e immutabili.
L'uso delle t~cnologie leggere ricopre un ruolo determinante in questi sistemi di architettura; elementi componenti elaborati da esperienze locali, processi industriali e nuove sperimentazioni. Processi costruttivi che di conseguenza impiegano materiali correnti, geometrie semplici o controllabili, connessioni, legami e sequenze operative controllabili e verificabili.
Questi aspetti verranno sviluppati in fase teorica attraverso il· nesso tra:
architettura-tecnologia e la trasformazione dell'ambiente fisico;
l'edificare e le risorse naturali e artificiali, il lavoro e il progetto;
il progetto e la dimensione dello spazio abitabile.
Contenuti del corso e articolazione
Il corso, pertanto, si propone di offrire a livello didattico la conoscenza di sistemi architettonici flessibili, adattabili e aggregabili tali da intervenire nel contesto abitato in modo quanto più disponibile possibile in relazione alle mutevoli esigenze sociali. Quindi sistemi attivi e in divenire sensibli alle trasformazioni del territorio.
Lo studio di questi organismi diventa sostanzialmente un momento di verifica e di conoscenza dell'iter metodologico e del processo di costruzione: esperienza concreta e dettagliata nella sua
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elaborazione, ma senza la pretesa di essere l'unica possibile e del tutto esaustiva, in quanto la componente sperimentale e adattabile caratterizza questo «fare ». Infatti il processo costruttivo è riferito a sistemi innovativi e sperimentali connessi sempre alla ricerca di un uso alternativo delle risorse disponibili, a tecnologie semplici e ad una operatività locale.
In fase di sperimentazione didattica si procederà all'analisi e al progetto di organismi che, impegnando strutture reticolari e a membrana, rispondano agli obiettivi posti. La lettura del sistema sarà in relazione sia al contesto ambientale, sia alle parti del sistema stesso, in un processo iterativo dal generale al particolare, dal piccolo al grande. Saranno rilevate tutte le caratteristiche, gli aspetti, i riferimenti, le analogie e i significati che emergono nell'opera studiata.
In questa fase si terrà presente l'esperienza didattica del I corso di Tecnologia dell'Architettura.
Il tema specifico della progettazione scaturisce dall'attuale necessità di riqualificare ed attrezzare le aree urbane e periferiche degradate e carenti di servizi. L'uso delle tecnologie leggere pu.ò soddisfare efficacemente queste urgenti esigenze proprio per la disponibilità alla reversibilità. Quindi si elaboreranno organismi architettonici che possono conformare unità scolastiche, sale d'incontro, impianti sportivi, mercatini, ecc.
In questa fase progettuale l'allievo, nello studiare il suo progetto all'interno del preesistente, avrà l'opportunità di analizzare anche i processi costruttivi usati nel tessuto edificato tradizionale, cogliendo i nessi e le logiche di tali « tecniche ».
Il corso' sarà articolato in una serie di lezioni sugli aspetti teorici ed operativi indicati nel programma, nonché di esercitazioni che ~vilupperanno più specificamente le analisi e il progetto dei sistemi architettonici proposti.
Agli allievi sarà fornito un elenco di opere tra cui scegliere quelle da analizzare prima di procedere alla fase di progettazione dei temi proposti. Sarà inoltre indicata o concordata l'area o ·il nucleo urbano su cui verificare il progetto preso in esame.
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Bibliografia
R. Banham, Ambiente e tecnica nell'architettura moderna, Laterza, Bari 1978.
]. Borrego, Space grid structures, M.LT. Press, Cambridge, Mass. 1968.
M. Bottero, Ricerca tecnologica e architettura, in Zodiac 21, 1972. P. Matildi - C. Foti - A. Sollazzo, Tensostrutture e sistemi retico
lari spaziali, Italsider, Genova 1971. F. Otto - F. K. Schlejer, Tensostrutture, val. II, UISAA, Milano
1972. E. Vittoria, Argomenti per un corso di Tecnologia dell'Archiìet
tura, Roma 1977. K. Wachsmann, Una svolta nelle costruzioni, Il Saggiatore, Mi
lano 1960.
URBANISTICA I (A)
Prof. Arturo Rigillo
Programma del corso biennale
Premessa teorica e metodologica
Il corso è fondato su di un'idea di Urbanistica maturata in una sostanziale evoluzione, compiutasi in circa un secolo, nella quale si è depurata dalle improprie vesti di arte urbana o dalla ancor più dannosa identificazione con la normativa edilizia e l'ingegneria stradale. L'Urbanistica si configura oggi con campi di ricerca ed attività applicative sostanzialmente autonomi e con un proprio specifico oggetto culturale e scientifico hen individuato. Non più, quindi, come poteva intendersi negli anni cinquanta o sessanta, un'attività applicativa alquanto estemporanea facente capo ad una
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sommatoria di conoscenze e di tecniche, ma moderna scienza proprio con il valore epistemologico che oggi diamo a tale termine ed autonoma dalle altre discipline nei limiti in cui una singola scienza può esserlo nel nostro mondo che deve ricercare sempre più l'equilibrio fra trasformazione e conservazione dei valori ed i mezzi per difendere e diffondere la qualità della vita al più vasto ambito della comunità. Essa è la scienza che studia i fenomeni urbani e territoriali che si verificano in connessione con una reale struttura economica e sociale, in un determinato ambito territoriale ed urbano e che ha come obiettivi la promozione, a mezzo di piani, della migliore organizzazione dello spazio insediativo e produttivo ed il concorso allo sviluppo equilibrato delle strutture economiche e sociali.
Contenuti del corso
Il corso si propone di fornire gli elementi indispensabili alla comprensione, valutazione ed interpretazione della condizione presente della cultura urbanistica, dell'attuale assetto territoriale e delle possibilità di razionalizzarlo o di trasformarlo.
Gli argomenti sono raggruppabili nei seguenti punti:
1. La cultura urbanistica nel momento attuale. I nuovi obiettivi dell'Urbanistica. La socializzazione della discipl,ip.a . .La città della comunità.
2. L'Urbanistica come disciplina autonoma ed il suo oggetto interdisciplinare: Caratteri dell'attività urbanistica.
3. Il rapporto tra l'Urbanistica e l'Architettura. I rapporti con altre discipline. Definizione a grande scala di parametri di civiltà.
4. Urbanistica razionalizzatrice e Urbanistica trasformatrice. Caratteri dell'organizzazione sociale; presupposti e necessità dell'evoluzione comunitaria. Una filosofia per la costruzione o la trasformazione dell' ambiente di vita dell'uomo nello spazio urbano e territoriale. Rapporto tra comunità, città e territorio.
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5. Le origini dell'urbanistica moderna. L'approccio illuministico ai problemi urbani. Il pensiero urbanistico dell'Ottocento come reazione alle conseguenze dell'abnorme processo di .concentrazione.
6. Storia recente della Pianificazione urbanistica. Il rapporto tra Urbanistica ed Economia. Istituti politici e istituti amministrativi in rapporto alla pianificazione.
7. L'idea di piano e la sua evoluzione. La volontà e le esigenz,e della comunità come presupposti fondamentali del piano. Valenze democratiche dell'urbanistica. Teoria dei piani. Dimensioni spaziali, comunitarie ed economiche dei piani urbanistici.
8. Gli apporti interdisciplinari coordinabili in una concezione sociale delle scienze applicate. L'interdisciplinarietà come carattere della cultura moderna. Necessità di ristrutturazione degli organismi consultivi e gestionali. Il riordino delle autonomie locali.
9. La città e il territorio. I sistemi urbani gerarchici. Gli studi sull'armatura urbana. Il rapporto storico tra città e campagna e sua involuzione. Implosione, esplosione, diffusione urbana. Il territorio pianificato. Il territorio impedito.
lO. Il rapporto tra le dimensioni del piano e le dimensioni operative e gestionali. Piani globali e piani di settore. Interventi legislativi generali. Interventi operativi di settore.
Il. Nascita ed immanenza dell'idea di comprensorio. Le unità territoriali intermedie. Omogeneità, integrazione, dipendenza da un centro funzionale. Esempi recenti nella legislazione delle regioni italiane.
12. L'analisi strutturale di un'area comprensoriale: la struttura geofisica-geografica, la struttura insediativa, la struttura demo-sociale, la struttura economica, la struttura istituzionaleamministrativa.
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13. La realtà urbana. Significato e limiti della coesione urbana. Valori della città in rapporto al mondo esterno. L'accumulazione dei processi produttivi nella città. Lo sviluppo dell'attività terziaria e delle sue specializzazioni. Le attività quaternarie.
Articolazione del corso
A conclusione dello studio analitico ciascun gruppo di lavoro perviene all'individuazione di un quadro di disponibilità e riproducibilità delle risorse, distribuite in tre settori:
l. L'ambiente naturale, nel quale vanno comprese, oltre lo spazio coltivabile, le risorse di energia, di materie prime, il quadro del patrimonio idrico e delle nuove fonti di energia e soprattutto i sottili limiti dell'equilibrio ecologico intaccato dalla crescita indifferenziata.
2. Il patrimonio dei manufatti, residenze, infrastrutture, fabbriche, reti di comunicazione, servizi a rete, servizi sociali esistenti o realizzabili a breve termine.
3. Le tecnologie disponibili ed i loro prevedibili sviluppi in relazione a caratteristiche ambientali precipue. I punti l e 2 dell' analisi costituiscono il quadro dei vincoli posti alla .comunità locale dalla necessità di tutelare le risorst esistenti.
Al compimento di tali analisi viene graficizzata una sintesi dei vincoli posti dalla geografia umana e sociale dell'area al raggiungimento degli obiettivi dedotti dalla domanda sociale.
I risultati dell'analisi al punto 3 evidenziano il quadro sociale ed il modello di produzione, consumo, lavoro e di ripartizione del reddito complessivo, il modello di uso del territorio, nonché il modello di risposte sociali.
L'organizzazione del corso oltre ad una serie di lezioni ex-cathedra comporta numerose esercitazioni nonché lo svolgimento di seminari. Questi ultimi si distinguono in seminari sulle letture fondamentali consigliate (per il primo anno di corso), in seminari
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dibattito su specifici temi di studio ed infine In seminari generali didattici sulle esercitazioni.
Raccordi e coordinamenti con altri corsi
Per tale punto si rimanda alle pagg. da 23 a 31 del fascicolo a stampa contenente il programma dettagliato del corso. Sono lì riportati i documenti scaturiti dalle riunioni di lavoro per il coordinamento svolti con i professori Mario Coletta per la Storia dell'Urbanistica, Guido D'Angelo per il Diritto Urbanistico, Luigi Fusco Girard per Estimo ed esercizio professionale, Romano Lanini per la Pianificazione territoriale urbanistica e Maria Rigillo Troncane per l'Igiene edilizia.
Già nell'anno accademico 1978-79 è stato positivamente sperimentato il coordinamento éon alcuni dei corsi suddetti.
Bibliografia essenziale
F. Choay, La città, utopie e realtà, Torino 1973. L. Dodi, Città e territorio, Milano 1972. A. Rigillo, Società e piani, Napoli 1967. A. Rigillo, Il territorio della pianificazione, Napoli 1974. A. Rigillo (a cura di), Verso l'urbanistica, Napoli 1970. U. Toschi, La città, Torino 1966. D. Barvey, Giustizia sociale e città, Milano, 1978. AA. VV.; Ambiente e sviluppo nel Mezzogiorno, Napoli 1974.
URBANISTICA I (B)
Prof. Francesco Forte
Programma del corso biennale
La disciplina urbanistica esprime una intenzionalità progettuale, avente quale oggetto la organizzazione delle attività e dei
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manufatti sul territorio, elab.)rata sulla base di principi di valore concernenti la organizzazione sociale. Ne consegue che il corso biennale è volto all' approfondimento di concetti, quali progetto e razionalità; dei principi cui è possibile rapportare la distribuzione e relazione delle attività sul territorio, con rilevanza attribuita alle teorie urbane, alle tecniche di decodificazione delle potenzialità, ai modelli di struttura insediativa proposti nella storia della disciolina; infine agli aspetti normativi che sovrintendono la organizzazione spaziale.
L'approfondimento suddetto si attua attraverso elaborazioni di carattere metodologico ed elaborazioni progettuali, riferite alla pianificazione regionale, ed alla progettazione urbanistica comprensoriale e locale; le elaborazioni progettuali configurano quindi due sezioni operative attraverso le quali il corso si struttura.
Nella prima sezione, concernente la programmazione e la pianificazione regionale, l'ambito di riferimento è costituito da regioni del Mezzogiorno continentale. Si procederà secondo le seguenti ipotesi: a) lettura dei documenti di piano e di programma, in rapporto alle politiche nazionali (straordinarie e ordinarie); b) lettura delle tendenze nello ~viluppo sodo,economico avvalendosi di indicatori demografici ed occupazionali; c) lettura delle risorse fisiche (suolo, capitale fisso sociale); d) lettura dei livelli e settori di governo; e) formulazione di modelli funzionali.
Si procederà quindi (II anno) all'approfondimento di ipotesi progettuali operando o per regioni o per ambiti territoriali significativi. Sarà possibile nell'ambiro della sezione svolgere lavori monografici su aspetti significativi della politica regionale attuata per il Mezzogiorno nel trentennio trascorso.
Testi base da leggere prima della configurazione operativa della sezione: F. Forte, Stato e regioni nella politica regionale per l'Italia Meridionale v.b.; P. Caputi, F. Forte (a cura), La pianificazione territoriale nelle regioni del Mezzogiorno v.b.; F. Forte (a cura), Dalla regione al comprensorio, introduzione, cap. I, cap. II.
Nella seconda posizione, concernente la pianificazione urbanistica comprensoriale e locale, l'ambito di riferimento è costituito prioritariamente dall'area napoletana. Si procederà anche in tale ela-
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borazione: a) alla lettura delle risorse fisiche e dei loro usi (lettura dei fattori statici); b) alla lettura dei processi secondo indici dinamici; c) alla lettura dei documenti di piano; d) alla costruzione di modelli di struttura.
Particolare rilevanza verrà data alla metodologia di soglia e alla relallva cartografia tematica. Nell'ambito della sezione sarà possibile approfondire le problematiche poste dall'attuazione di strumenti urbanistici (p.r.g. e programmi poliennali, piani particolareggiati, piani di zona, piani per settori produttivi, piani di recupero, ecc.). .
Testi base da leggere prima della configurazione operativ~ della sezione: F. Forte (a cura), Progettazione urbanistica e territoriale attraverso l'analisi della soglia, v.b.; F. Forte, Il contributo della metodologia di soglia al perseguimento di obiettivi generali e di settore, v.b.
Ciascun anno di corso si articola in fasi di svolgimento. Nell'ambito del primo corso, la prima fase si articola in lezioni sull'insegnamento dell'urbanistica nell'attuale condizione storica e seminari sul ruolo del territorio nelle politiche di sviluppo; la' seconda fase in lezioni concernenti le teorie per il piano (rapporto spazio.-attività), e seminari concernenti il dibattito sulle scelte ter-. ritoriali nel Mezzogiorno e nella regione Campania; la terza fase si articola in lezioni sulla teoria del piano, e sulla metodologia di progettazIOne.
Nell'ambito del secondo corso la elaborazione metodologica attuata nella prima fase ha pe~ oggetto i soggetti e gli strumenti per la progettazione e gestione urbanistica; quella attuata nella seconda fase le politiche regionali, con particolare ma non esclusivo riferimento all'Italia meridionale.
L'ulteriore approfondimento delle elaborazioni progettuali attuate nel primo corso costituisce verifica di quanto acquisito con la elaborazione metodologica.
Bibliografia
F. Forte, Una ipotesi di definizione dell'urbanistica, in F. Forte
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(a cura), Metodologia urbanistica, ricerca operativa, modellistica urbana, Guida, Napoli.
P. Caputi, F. Forte (a cura), La pianificazione territoriale nelle regioni del Mezzogiorno, Angeli, Milano 1977.
C. Forte, Analisi storica della rendita urbana, ESI, Napoli 1970. W. Cristaller, Il sistema delle località centrali, in G. Martinotti
(a cura) Città e analisi sociologica, Marsilio, Padova 1968. F. Forte, Sviluppo urbano: teorie ed esperienze, Marsilio, Pado
va 1969. F. Forte (a cura), Progettazione urbanistica e territoriale attraver
so l'analisi della soglia, Angeli, 1976-78. F. Forte, Stato e regioni nella politica regionale per l'Italia meri
dionale, Guida, 1979. F. Forte (a cura), Dalla regione al comprensorio, Angeli, 1978.
URBANISTICA I (C)
Prof. Attilio Belli
Programma del corso biennale
Nelle analisi sui rapporti di potere nella società contemporanea il ruolo svolto dal territorio tende ad acquisire una rilevanza nuova e crescente. Emerge cioè una sollecitazione a riflettere sui fondamenti teorici del concetto di territorio che impegna in maniera nuova i tradizionali depositari del sapere in materia.
Pertanto le discipline che, partendo dagli aspetti fisici, per prime hanno a!frontato i problemi della città e del territorio, vengono a confrontarsi con quelle che, con obiettivi più generali, conducono l'esplorazione sull'organizzazione del potere, del politico, dello Stato.
Vien fuori così un'ulteriore motivazione alla ricerca di definizione e la sestione del territorio hanno nelle dinamiche con-
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flittuali interne alle diverse fasi attraversate dalle società (sviluppo, stagnazione e crisi) e specifiche delle varie situazioni regionali.
In questo quadro acquista particolare interesse l'esame di alcuni contributi teorici sul potere nella società contemporanea che hanno fornito indicazioni molto valide anche nel campo della ricerca territoriale. Con questa attenzione saranno esaminate le ricerche di Foucault, di Lefehvre e di Poulantzas.
L'interesse per questi contributi non sta evidentemente, per un corso di urbanistica, nel mettere in risalto la diversità, la radice della polemica tra questi studiosi in merito alla natu,ra e alle forme del potere nei mutamenti della società contemporanea, quanto nel condurre un confronto sistematico tra approcci che definiscono schemi teorici diversi sul ruolo dello spazio e del territorio.
Confronto sistematico volto a definire un impianto teorico utile per condurre adeguatamente un'indagine sulla realtà concreta delle città del Mezzogiorno d'Italia.
Complessivamente quindi l'esperienza che il corso condurrà può essere intesa come incentrata sui rapporti tra organizzazione del potere e strutturazione del territorio nelle città meridionali.
Con questo obiettivo l'articolazione del corso sarà la se-' guente.
Analisi critica dei contributi di Foucault, Lefebvre e Poulantzas sul rapporto potere-territorio. Questa analisi sarà condotta in parallelo con la ricognizione del rapporto in questione nel Mezzogiorno d'Italia e a Napoli in due fasi storiche particolari di questo dopoguarra: la Ricostruzione e gli anni settanta.
Al fine di consentire la più idonea e rapida partecipazione degli studenti allo svolgimento di indagini specifiche sulle realtà urbane del Mezzogiorno la docenza proporrà uno schema teoricometodologico la cui specificazione e articolazione consentirà lo svolgimento di un autonomo lavoro di analisi.
Per gli eventuali raccordi e coordinamenti con altri corsi 'si ritiene opportuno attendere i risultati del Consiglio di Facoltà pubblico previsto a tale SC8pO.
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Bibliografia
A) Teoria del rapporto potere-territorio. M. Foucauh, Precisazioni sul potere. Risposta ad alcuni critici,
«Aut Aut », n. 167-168, sert.-ott. 1978. M. Foucault, La volontà di sapere, Feltrinelli, Milano 1978, m
part. pp. 69-91. M. Foucault, Microfisica del potere, Einaudi, Torino 1978, in
parto pp. 3-28 e 147-161; H. Lefebvre, Lo Stato, val. 4, Le contraddizioni dello stato mo
derno, Dedalo, Bari 1978, in part. pp. 171-214; A. Belli, Per una teoria dell'urbano. Note critiche sul contributo
di Henri Lefebvre, Corso di Urbanistica, Fac. di Arch. di Napoli, 1979, cicl.
N. Poulantzas, Il potere nella società contemporanea, Editori Riuniti, Roma 1979, in parto pp. 42-59 e 122-143.
B) Potere e territorio nel Mezzogiorno d'Italia. A. Belli, Potere e territorio. Il Mezzogiorno d'Italia nella Rico
struzione (1943-1950), F. Angeli, Milano 1979. AA. VV., Politiche territoriali e città meridionale, a cura di A.
Belli, F. Angeli, Milano 1979.
Programma
URBANISTICA II (A)
Prof. Raffaele D'Ambrosia
Il corso m1Z1a con una disanima degli attuali problemi concernenti la disciplina urbanistica, presentando la necessità di in-. tradurre metodologie più aderenti alla natura polivalente della materia.
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Si parte dalla costatazione che la complessità dei fenomeni inerenti i processi di formazione degli aspetti territoriali, le situazioni di squilibrio territoriale e di svluppo (in uno con situazioni di congestione nelle regioni più fortemente urbanizzate dovute soprattutto alla concentrazione spaziale delle attività produttive e di servizio), nonché la divisione geografica del lavoro e un non controllato gioco di mercato, hanno generato una insoddisfazione per gli insufficienti effetti degli strumenti urbanistici tradizionali se non una vera e propria crisi di credibilità da un lato, circa la possibilità di pianificare lo sviluppo del territorio, e da un altro lato, circa la possibilità di recupero o adattamento dello spazio urbano.
Riscontrati, dunque, i limiti e le insufficienze di un approccio di tipo tradizionale alla pianificaz:one urbanistica, si pone l'esigenza di superare questa posizione in favore di un approccio più razionale, quale può essere quello della scienza territoriale, nel caso del territorio, o di una politica socio-economica partecipativa per l'assetto urbano restando ambedue gli aspetti, considerati mediante la teroria dei sistemi.
Questo approccio consisterà in analisi di tipo interdisciplinare, all'interno delle scienze sociali che vi collaborano (geografia, economia, sociologia, ecc.) e tecniche proprie della progettazione urbanistica.
Esso, pertanto, trae profitto dalle teorie e dai risultati di queste materie e tecniche ed ha per oggetto di studio i fenomeni che portano alla distribuzione spaziale degli insediamenti prciduttivi e residenziali ed alla formazione degli assetti territoriali.
Verranno, quindi, identificati ed analizzati i seguienti prin. cipali sistemi:
a) sistema economico
b) sis tema sociale
c) sistema istituzionale e normativo
d) sistema fisico
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e, successivamente, verranno indicati i principali momenti attraverso cni si esplica il processo di formazione dei piani:
a) momento conoscitivo
b) momento della formulazione degli obiettivi
c) momento della simulazione mediante modello preVl sionale
d) momento delle scelte fra ipotesi alternative
e) momento del controllo dell'attuazione e della verifica delle ipotesi.
Quadro sintetico degli argomenti successivi:
a) Teoria della pianificazione
1. Concetto di fenomeno e di campo fenomenico - 2. problema della misurazione nelle scienze sociali - 3. concetti di relazioni, struttura, modello, sistema, teoria generale dei sistemi ed analisi dei sistemi - teoria dei modelli - 4. individuazione, analisi e descrizione di un sistema urbano o territoriale - individuazione degli elementi fondamentali per la descrizione del sistema - individuazione dei rapporti fra il sistema e gli ambienti in cui è incluso - omogeneizzazione degli elementi individUati, misurazione, ricerche delle relazioni (analisi input - output) - ricorso alla costruzione di modelli - 5. metodi di analisi urbana e regionale.
b) Teoria della simulazione
1. Il sistema reale e l'individuazione delle sue. variabili - 2. variabili endogene ed esogene - 3. variabili controllabili - 4. situazione dei modelli di simulazione statici e dinamici - 5. operazione di programmazione - 6. scelta degli obiettivi e valutazione delle alternative come supporto alle decisioni politiche - 7. il piano come politica di sviluppo - 8. relazione tra politica, economia, urbanistica.
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c) Legislazione
1. L'azione politica e il quadro normativo - 2. poteri decentrati: Regioni, Comprensori (comunità montane), Comuni e compiti istituzionali di pianificazione, legislazione urbanistica e formazione dei piani - 3. evoluzione negli ultimi dieci anni e prospettive future - 4. comparazione con gli orientamenti legislativi europei -5. competenze delle Regioni, dei Comuni, degli Enti Comprensoriali (comunità montane), livelli operativi - 6. istituti regionali -uffici di piano.
Gli aspetti operativi del corso
Nel primo anno, l'esame consisterà in una prova orale sugli argomenti svolti durante il corso e richiederà la presentazione di un programma di ricerca da svolgersi individualmente o in gruppo per il secondo anno del corso biennale.
Nel secondo anno, organizzato seminarialmente, verranno attuate le ricercbe'e presentate nel primo corso mediante proposte di intervento, nelle aree prescelte.
Libri e letture consigliati
Quaderni e comunicazioni di Istituto. I. B. McLoghlin, La pianificazione regionale, Padova 1973. B. Secchi, Analisi delle strutture territoriali, Milano 1965. R. D'Ambrosio" A. Piemontese - L. Piemontese - R. Scarano, Si
stemi e modelli nell' analisi territoriale, Bologna 1974. L. Piemontese, Pianificazione territoriale - Sistemi e modelli, ed.
Liguori, Napoli 1979. R. Lanini, Note tra analisi e Pianificazione territoriale, ed. Libreria,
. Napoli 1979. S. Luollgo, 551, un silnulatore di Sistema economico, ed. Collana
Ricerche e Studi FORMEZ - n. 21. Boleslaw Malisz, Economia dello sviluppo urbano, ed. Marsilio. Colin Lee, I modelli nella pianificazione, ed. Marsilio.
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Programma
URBANISTICA II (B)
ProE. Urbano Cardarelli
Analisi, progetto e gestione deìlo spaziO urbano, nelle sue componenti, storica, morfologjca, semiologica, antroposociologica, economica, tecnologica, ecologica. Progettazione interdisciplinare e rulo dell' Architetto.
Elementi di téoria generale dei sistemi. Il territorio come sistema. Dimensionamento e disegno del piano urbanistico. La gestione finanziaria, amministrativa, politica e culturale del piano.
Esperienze applicative su campioni di tetritorio scelti nel contesto del Mezzogiorno d'Italia.
Testi consigliati
U. Cardarelli, Urbanistica fra Storia e Teoria, Napoli 1973 (in corso di ristampa).
U. Cardarelli (a cura di), Studi di Urbanistica, voli. 1, 2, 3, edizioni Dedalo, Bari 1978.
U. Cardarelli, Lezioni di Urbanistica (in (preparazione). Più ampia bibliografia su problemi specifici e locali viene for
nita durante IO svolgimento del corso.
Premessa
URBANISTICA II (C)
Prof. Marcello Vittorini
Gli effetti della CtlSl economica in atto si manifestano essenzialmente sul territorio, inteso non come fatto fisico ma come sede delle collettività in sediate, della loro storia, della loro capacità associativa.e parteci!)ativa, delle loro tensioni sociali. Governo del
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territorio e governo dell'economia non costituiscono, pertanto, campi d'iniziativa diversi, bensì due distinti aspetti di un'unica azione politico-amministrativa tesa alla corretta gestione pubblica delle risorse disponibili, la cui coerenza è, quindi, più che mai urgente garantire per ridurre ed eliminare gli sprechi ed i privilegi che hanno caratterizzato il distorto sviluppo capitalistico dell'ultimo trentennio.
Gli strumenti di pianificazione urbanistica, considerati tanto nei loro aspetti analitici che in quelli progettuali, non possono perciò considerarsi come fine in se stessi o come astratta manife~ stazione ,di elucubrazione intellettuale; essi vanno compiutamente considerati come mezzi tecnico-politici di eilicace gestione della città e del territorio da parte degli organismi elettivi delle autonomie locali.
L'insegnamento dell'Urbanistica, quindi, dovrà necessariamente basarsi su un approccio pluridisciplinare, che consideri in pal'ticolare il quadro istituzionale, il quadro legislativo, gli strumenti di governo dell'economia ed i loro limiti con riferimento alle esperienze degli ultimi anni.
Verranno costantemente sottolineati i caratteri fondamentali degli strumenti urbanistici, cioè eilicacia giuridica ed operatività, concentrando quindi l'attenzione sugli aspetti progettuali. Ciò, evidentemente, non significa trascurare l'analisi, ma voler evitare la confusione, non infrequente, fra pianificazione e mera rilevazione di ,esigenze, o generica « denuncia ».
L'ipotesi di lavoro
Sono ormai noti i limiti della struttura amml!llstrativa italiana, soprattutto in relazione all'esistenza di miriadi di comuni piccoli e piccolissimi, assolutamente non in grado di gestire efficacemente il territorio e di garantire ai cittadini la soddisfazione della domanda sociale di base.
Lo stesso dibattito sull'ente territoriale intermedio, tuttora aperto, testimonia le difficoltà del problema, che non può tuttavia comportare la paralisi e la rassegnata rinuncia ad esercitare le
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competenze comunali e regionali in materia di pianificazione e gestione del territorio, in particolare per quanto concerne la formazione e l'attuazione di piani territoriali e piani regolatori generali. Ciò significa, in primo luogo, promuovere l'aggregazione dei Comuni minori in forme associative relative ad « aree sovracomunali di gestione », di dimensione adeguata alla realizzazione di tutti i servizi sociali, nelle quali siano ricondotte ad unità le delimitazioni già definite o in corso di definizione (distretti scolastici, unità socio-sanitarie locali, comprensori per lo smaltimento dei rifiuti, comprensori per l'edilizia sovvenzionata etc.). La legge 833 del 1978 ha pienamente recepito tale esigenza fissando i termini entro i quali le Regioni devono delimitare tali aree sovracomunali. Si tratta, in sostanza, di giungere alla formazione di Unità Locali dei Servizi nelle quali si articoli il territorio regionale: una prima proposta, che verrà assunta come ipotesi di lavoro del corso, è rappresentata dalla delimitazione delle unità socio-sanitarie iocali nel quadro del Piano socio-sanitario regionale all'esame del Consiglio Regionale.
Articolazione del corso
Il corso si articolerà in lezioni teoriche e ricerche specifiche, sviluppandosi sull'arco di un biennio. .
Le lezioni saranno svolte per gruppi di argòmentC alcuni dei quali potranno trovare un approfondimento di tipo seminariak. I temi trattati (tutti con particolare specifiCazione in riferimento al Mezzogiorno e alla Campania) possono sintetkamente denc",:si . nel modo seguente (per il primo anno di corsb): .
crisi economica e gestione del territorio;
analisi critica degli strumenti di piano finora utilizzati;
la dimensione regionale, i compiti della Regione in materia .. di pianificazione/gestione del territorio;
le leggi di intervento straordinario nel Mezzogiorno, i progetti' speciali;
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r
il Piano Territoriale e i suoi rapporti con il Piano comunale;
l'Ente territoriale intermedio e le Unità Locali dei Servizi;
l'operatività dei piani ai vari livelli; problemi di progettazione urbanistica.
Le ricerche specifiche, condotte da gruppi di studenti con In guida degli assistènti, saranno finalizzate alla adeguata definizione operativa dei piani territoriali ed urbanistici relativamente ad alcune Unità Locali dei Servizi scelte nella Campania in rapporto al· l'accentuata dinamica delle trasformazioni territoriali in atto nel loro territorio.
Tali Unità Locali dei Servizi sono le seguenti:
n. 35 (Campi Flegrei);
n. 36 (Giuglianese);
n. 40 (Pomiglianese);
n. 41 (Nolano);
n. 24 (Sarnese).
Bibliografia essenziale
AA. VV.,Dallo spreco edilizio alla politica di recupero dell'esistente, Guida, Napoli 1979.
M. Vittorini, Il Mezzogiorno ancora all'opposizione, Guida, Na· poli 1979.
V. Erba, Amministrare l'urbanistica, Lega delle autonomie locali, 1979.
F. Forte, Pianificazione e Mezzogiorno, F. Angeli, Milano 1977. Rivista Urbanistica, n. 65.
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INSEGNAMENTI COMPLEMENTARI
1
ALLESTIMENTO E MUSEOGRAFIA (MUSEOLOGIA)
Prof. Ezio Bruno De Felice
Premessa
Il corso propone di studiare una nuova vlSlone progettlstlca delle strutture museali in una organizzazione strettamente correlata al contesto sociale ed urbano del territorio; postula pertanto' un coordinamento interdisclplinare allo scopo di ovviare ai pericoli tipici della specializzazione che potrebbe limitare l'evolversi delle stesse attività tecnico-artistiche.
Contenuti del corso
Partendo dall'analisi delle manifestazioni del passato, nel corso si perverrà allo st'ldio della più moderna evoluzione del Cf'ncetto museale: museo-contenitore, museo-attività artistica, museoambiente, museo-città, museo-natura, ave lo stesso termine « museo » perde il suo aspetto espositivo tradizionale fine a se stesso per assumere un nuovo significato che possa coinvolgere nuovi strati sociali in un rapporto più spontaneo e genuino.
Verrà svolta, in questa ottica, una storia dell'organizzazione museale e dell'architettura relativa quali espressioni della cultura rinascimentale, barocca, ottocentesca in tutta la loro involuzione fino alle manifestazioni borghesi attuali.
Verrà proposta una anaisi delle architetture tecniche museali non adatte a modificare in meglio il vivere attuale, derivanti da concezioni superate che ancora considerano il museo quale « Tem-
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pio dell'Arte» in un'organizzazione che, per sua natura, emargina ampi strati sociali dai fatti di cultura ed arte.
Verrà parallelamente svolta una critica dei concetti esposltlv! legati al binomio quadro-parete, sala-scultura, sala-vetrina, ecc. dal passato fino alle realizzazioni contemporanee in cui il ruolo domInante è assunto dall'allestimento che, spesso, relega le stesse opere d'arte esposte in una funzione secondaria di contorno decorativo.
Verrà anche studiato il fenomeno del mercato dell'Arte in relazione al presente diffuso consumismo ed al consumo linguistico sia in architettura che in arte in genere.
Saranno oggetto di analisi le cause che nella progettazione espositiva in edifici preesistenti o nuovi (gallerie d'arte contemporanea, gallerie d'arte sperimentale, ecc.) portano ad ignorare quel' le esigenze di ambienti, di spazi, di luce, conformabili flessibilmente alla espressione degli operatori d'arte contemporanea.
Si approfondirà la problematica dell'ordinamento e dell'allestimento dal passato ad oggi, derivanti dal rapporto didattico esistente tra il critico d'arte, quale allestitore, con l'analisi dei relativi convincimenti disciplinari, oggi in crisi.
Articolazione e coordinamento con altri corsi
I! corso si articolerà in lezioni in aula, ed in frequenti sopralluoghi a musei o ambienti museali campani e, se possibile, anche nazionali.
Le lezioni saranno aperte al contributo degli studenti che riterranno di voler approfondire argomenti di loro interesse, In
modo tale da poterle trasformare in seminari di studio. I sopralluoghi sono importantissimi per i fini che il corso in
tende raggiungere e saranno eseguiti, oltre che nei musei, anche nei cantieri-museali, in modo da ampliare le conoscenze degli studenti con continue verifiche di car,attere tecnico.
I! corso di allestimento e museo grafia deve essere inteso come un corso di perfezionamento specialistico, pertanto esso richiede gia una buona conoscenza di base di alcune discipline insegnatè in Facoltà, quali Composizione, Storia dell'architettura, Storia del-
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l'arte, Restauro, Arredamento, Tecnica delle costruzioni, Illuminotecnica, e quindi propone frequenti raccordi e coordinamenti con esse.
ANALISI DEI SISTEMI URBANI
ProE. Agostino Renna
Le complesse trasformazioni che investono le realtà urbane e territoriali nella società moderna sono l'oggetto del corso.
Ad ognuno è presente, sia pure in modo intuitivo, quanti aspetti e ripercussioni, diversi e contraddittori, devono essere affrontati per giungere ad una conoscenza, non completa ma neppure superficiale, dei fenomeni urbani. In questo il corso di Analisi dei Sistemi Urbani è un avvicinamento, quanto più possibile ricco e problematico, ad aspetti fondamentali di tali questioni. L'oggetto del nostro studio è indagare e chiarire i motivi e i modi per cui la realtà fisica della città, le case, le strade ecc. vengono edificate e trasformate, considerando la città come condizionata dalle più generali trasformazioni strutturali, e tuttavia-con una sua definita specificità e contraddittorietà.
Oltre a ciò il corso approfondisce il rappotto dialettico che esiste tra tali trasformazioni che interessano la società civile nel suo complesso e i temi e le battaglie che la cultura architettonica, a partire dagli inizi del secolo, ha affrontato in riferimento, spesso in contraddizione, a tali mutamenti.
Trasformazioni fisiche della città e cultura architettonica: in questa dialettica sono anche i temi dell'impegno politico che caratterizza, come una lunga battaglia, a volte mistificata, più spesso autentica, un aspetto secondario ma importante della necessità più generale di una società rinnovata.
I! corso vuole essere dunque un momento di approfondimento
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dei temi più vivi e attuali della complessa problematica relativa alla città' moderna: ai processi reali di trasformazione, agli interessi e alle lotte che la investono, alle ricerche culturali che la studiano e ne discutono.
Il corso vuole essere anche un'occasione per una discussione approfondita sui libri e contributi più significativi che su queste questioni sono stati dati in particolare negli anni più recenti, invitando a partecipare, dove possibile, gli stessi autori di tali studi e ricerche; l'obiettivo è di costruire, a mano a mano che il corso si sviluppa, lo schema ragionato di una bibliografia essenziale sull'argomento, che ne sia parte e non appendice, in genere disattenta.
Le lezioni e le comunicazioni svilupperanno tre tematiche tra loro interrelate che saranno sviluppate in modo alternato.
1. La città moderna - i modi di formazione e sviluppo i temi del Movimento Moderno.
2. Il rapporto architettura-città regolamenti. edilizi.
normativa architettonica e
3. I temi del dibattito attuale sui problemi urbani: la ctltlca ideologica, l'analisi urbana, i movimenti e le lotte per la trasformazione delle strutture civili.
Il corso consiste nella sua gran parte in comunicazioni e dibattiti su questi temi. Il riferimento per ogni comunicazione è un testo di particolare rilievo, teorico e analitico, tale da permettere agli studenti un riferimento verificabile nello svolgimento delle discussioni collettive. Sono escluse pertanto in linea generale esercitazioni analitiche perché, condotte molto spesso al di fuori di un interesse metodico consolidato, si logorano in risultati modesti e disordinati. Non si escude tuttavia, per quegli studenti o gruppi che più manifestano un interesse analitico rispetto ai temi del corso, che possano essere impostate alcune semplici ricerche su realtà urbane determinate, sia italiane che europee.
Il corso si concluderà con un Seminario della durata di alcuni giorni sui rapporti tra analisi e progetto e architettura e città.
La bibliografia di riferimento viene costruita a mano a mano
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che il corso si sviluppa, tuttavia si ritiene utile indicare quei testi che si considerano indispensabili per intendere e partecipare alle tematiche che il corso intende discutere.
A) La formazione della città moderna:
C. Aymonino, Origini e sviluppo della città moderna, Padova, Marsilio. G. Piccinato, La costruzione dell'urbanistica, Roma, Officina.
B) Il problema della città nel Movimento Moderno:
G. Grassi, Das neue Frankfurt, 1926-31, Bati, Dedalo. A. Kopp, Città e rivoluzione, Milano, Feltrinelli. AA. VV., La costruzione della città sovietica 1929-31, Padova, Marsilio.
C) L'utopia della metropoli:
L. Hilberseimer, Un'idea di Piano, Padova, Marsilio. Le Corbusier, Maniera di pensare l'urbanistica, Bari, Laterza.
D) L'ideologia nella cultura atchitettonica:
M. Fabbri, Le ideologie degli urbanisti dal dopoguerra ad oggi, De Donato, Bari. M. Tafuri, Progetto ed utopia, Bari, Laterza.
E) L'analisi della città come architettura:
A. Rossi, L'architettura della città, Padova, Marsilio. AA. VV., La città di Padova, Roma, Officina.
F) L'analisi politica delle trasformazioni urbane:
AA. VV., La città fabbrica, Milano, Clup. M. Castells, Lotte urbane, Padova, Matsilio. M. Folin, La città del capitale, Bari, De Donato.
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ARTE DEI GIARDINI (ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO)
ProE. Giorgio Di Simone
Problematica dell' architettura del paesaggio
Come tutti gli impegni di ricerca che hanno anche un prevalente carattere didattico, e quindi specifiche esigenze metodologiche, quelli riferiti all'Architettura del Paesaggio devono prima di tutto rifarsi alla precisa problematica dell'oggetto in discussione, con accenni ai vari tagli visuali, propri della cultura contemporanea che lo riguarda.
Ora, per quanto concerne il nostro tema, esso è stato quasi « dimenticato» dalla cultura del nostro paese, ed anche non volendo operare astratte linee di demarcazione tra cultura e cultura, bisogna riconoscere che in alcuni altri paesi non vi è tale lacuna, ma vi è invece un costante interesse culturale e quindi operativo per questo fondamentale aspetto della nostra realtà umana e sociale.
Attualmente dobbiamo dire che finalmente qualcosa si muove anche in Italia, nei confronti di una presa di coscienza critica del grosso problema del paesaggio e della sua più o meno articolata integrazione nell'opera dell'uomo e del gruppo sociale, nel raggio delle loro più elevate fruizioni.
Ma i punti di vista, in tal senso, sono molteplici e rispecchiano almeno in parte, ovviamente, gli interessi culturali (o addirittura professionali, in senso lato) degli studiosi, architetti e non.
Esistono quindi varie ottiche, tramite le quali si tenta di inquadrare il problema; da quella riferibile ad una visione allargata, ma unilaterale, del paesaggio come pianificazione delle 1'iS01'se naturali (e, più generalmente, « ambienti»), fruibili in termini che non rientrano nella normale pianificazione- territoriale, a quella che, prescindendo da alcuni importanti fattori, si rifà ad un concetto puramente estetico-filosofico del paesaggio stesso.
Una diversa interpretazione è quella che considera di maggior
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peso (quasi esclusivamente) il valore socio-politico dell'ambiente, rimandandone ad un futuro più o meno lontano l'approfondimento formale e psico-percettivo. Per converso, alcuni studiosi (soprattutto stranieri) preferiscono fermarsi soltanto a tale componente psico-sensoriale, lasciando ad altri il compito di allargare la definizione del tema, ad altre sfere di interesse.
Un ultimo tipo di approccio (ultimo in senso generale) è quello che fa perno su di esso tema, interpretandolo come estensione_logica e culturalmente valida della disciplina architettonica, assunta come un insieme strutturale che sia in grado di applicare i suoi parametri anche alla strutturazione o ristrulturazione dell'ambietlte (naturale ed antropizzato, cioè «totale»), quando esso rischia di non reggere in modo equilibrato in rapporto all'uomo ed al gruppo sociale (nella estraniazione progressiva, nell'inquinamento, etc ... ).
Oltre le esigenze didattiche che ci impegnano in uno studio parallelo delle suddette componenti dell'indagine generale su l paesaggio come elemento da correlare costantemente all'attivit~ umana (pragmatica, ideologica, fruitiva), riteniamo di poter fare nostra - come taglio di fondo del Corso - l'ultima interpre' tazione data, ritenendola la più coerente agli interessi culturaii ed operativi dell'architetto (e dell'uomo in genere), e giustamente inquadrabile nell'ambito di una disciplina dell'architettura che comprenda tutto ciò che ricade in una organizzazione--dello spazio finalizzata all'uomo, nella sua accezione più dinamica, soprattutto in senso sociale, collettivo, oltre che fruitivo-funzionale a livello del. singolo individuo.
Ed è proprio perché l'asse dell'architettura si è nettamente spostato iil avanti, avocando alla propria strutturazione ideale anche le componenti spazio-funzionali riferibili alla problematica socio-politica e socio-economica, che riteniamo in un certo modo coerente e completa là scelta fatta (includendo naturalmente in essa anche quella dello studio degli aspetti minori, ma non superflui, dell'intera problematica ambientale).
Si è detto che riconoscere l'autonomia dell'architettura del paesaggio rispetto a discipline come la statistica, la sociologia, la
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psicologia, ecc .. , è un tentativo di rifondare il corpo disciplinare specifico della stessa architettura del paesaggio. Perché pensiamo si debba parlare solo di una disciplina, cioè l'architettura, e quindi caricare di nuovi « contenuti» il termine «paesaggio », ed allargarlo in senso lato, sino ad abbracciare le diverse «scale» di lettura della città, e di progettazione di essa o di parti di essa. Siamo sostanzialmente d'accordo su queste riflessioni, purché tale « autonomia» funzionale non rinunci al coordinamento culturale ed operativo con le discipline anzidette e con tutte quelle che siano in grado di completare il quadro conoscitivo ed operativo dell'architettura del paesaggio stesso.
Il criterio di oggettività
Malgrado l'estrema difficoltà del compito di tentare di giungere - nella ristrutturazione o progettazione del paesaggio - a formulare leggi generali che siano in grado di definire in modo sufficientemente oggettivo la « lettura» dell'ambiente e lo stesso criterio di progettazione o di ristrutturazione, la ricerca afferente al corso di Architettura delPaesaggio,_ tende proprio verso tale finalità. Di qui la necessità di strumentalizzare rispetto ad essa altre discipline quali la Psicologia Umana e le sue specializzazioni: la psicologia della perceziqne (come approccio ad una psicologia dell'arte) e le ultime derivazioni della psicologia della forma (Gestalt), come prima sistematizzazione di una ricerca delle leggi suddette, applicate genericamente all'idea di «forma ambientale »; applicate cioè in prima approssimazione, ovviamente incompleta, al paesaggio visto soltanto come fatto da percepire e fruire in senso visuale e psichico.
Per quanto riguarda questo aspetto teorico del problema, si sono assunti come base (anche se provvisoria e in attesa di più avanzate e sicure definizioni della prassi da seguire) gli studi di Rudolph Arnheim e di altri studiosi della psicologia della forma, oltre ai « pragmatisti » dell'ambiente (Lynch).
L'importanza di giungere ad una qualche definizione di una chiave che sia in grado di interpretare con una accettabile percen-
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tuale di oggettività, il codice che probabilmente sottende i valori strumentali, formali e percettivi costituenti il paesaggio (e l'ambiente in genere, nella sua più ampia accezione), tale importanza - dicevamo - non risiede soltanto nel fatto di poter rendere certamente più agevole l'ambito operativo (nel senso di « lettura » - prima - e quindi di strutturazione adeguata di un ambiente naturale a grande scala, o di ristrutturazione di ambienti urbani degradati: centri storici, periferie, etc.; o di correlazioni tra l'uno e gli altri), ma soprattutto nella possibilità che si avrebbe di dare a tali interventi sull'ambiente quel carattere oggettivo indispensabile per costringere i poteri decisionali a teneme conto, uscendo dal vago e dal relativo, attuali comodi alibi per ogni inerzia legislativa ed operativa a grande scala. E ciò senza parlare della decisiva importanza che tali chiarimenti avrebbero sul piano della cultura pura.
. Articolazione del corso
Il corso di Architettura del Paesaggio si svolge secondo due fasi fondamentali che possono essere indicate come segue:
r Fase di studio teorico:
a) introduzione globale, con indicazione dei lini da perseguire secondo una certa metodologia;
b) rapida illustrazione critica della idea di paesaggio presso i principali sistemi culturali (e socio-politici), secondo le successive tappe storiche, e nell'attllalità;
c) alcune lezioni teoriche sull'approccio percettivo (Arnheim);
d) analisi ml1ca di esempi di progettazioni dell'ambiente (incluse quelle di corso degli anni precedenti).
2' Fase di approccio progettuale: che si articola in gruppi di lavoro formati da studenti che operano su temi-pilota proposti dal
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corso e che sviluppano prevalentemente una problematica progettuale centrata sull'ambiente della periferia urbana, con particolare nfenmento al recupero della «qualità ambientale» esaminata ad ogni livello (incluso quindi quello socio-economico, oltre che for-male). .
3" Fase, di coordinamento: fase che può essere intermedia e che può prendere in considerazione (a livello di dibattito seminariale) varie ipotesi di coordinamento e di integrazione con tutte q~elle discipline (sia dell'Istituto, che dell'intera Facoltà) che abbIano per tema centrale quello riferito ad uno dei diversi aspetti problematici dell'architettura-città, considerata come un tutto articolato e funzionante, anche e soprattutto a livello di valori ambien~ali e, s.ocio-!igurativi: In tale sede, l'architettura del paesaggl~ e C?SI In grado dI dImostrare « materialmente» l'importanza del SUOI studI e del suo contributo per una più completa definizIOne dello «spazio antropizzato », oggetto proprio dell'architettura, vista però secondo un'accezione restrittiva e riduttiva rispetto alla globlaità dei valori in gioco di cui 1'« ambiente » è comunque e sempre il luogo di manifestaziqne e di sollecitazione dinamzca.
. . Per ulteriori noti;àe e chiarimenti sugli aspetti teorico-operativi del Corso, 51 rrmanda al Programma del Corso completo, incluse le citazioni da vari autori e la bibliografia specifica.
CARATTERI STILISTICI E COSTRUTTIVI DEI MONUMENTI
Prof. Giuseppe Fiengo
Architettura, edilizia e urbanistica a Napoli nel Settecento
Premessa
Mediante un'esemplificazione riguardante prevalentemente la città di Napoli nell'età dell'illuminismo e facendo ricorso a nume-
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rosi sopraliuoghi, il corso si propone di accrescere la capacità degli studenti alla lettura diretta - intesa come valutazione critica -dei beni culturali immobiliari di notevole interesse storico-artistico, nel contesto del loro ambiente urbanistico, da una parte, e dell'ambiente stesso, indipendentemente dalla presenza di esso in episodi di eccezione, dall'altra. Pertanto, rinunciando ad una rappresehtazione interamente rivolta alle opere monClmcntali ed estendendo il campo della riflessione all'edilizia, sarà riservato empio spazio a quei documenti di diffusa civiltà, rappresentati dalle espressioni corali.
Inoltre, il corso tenderà a sottolineare l'importanza dell'esperienza storica e critica come premessa al pratico operare;- in particolare, collocandosi nell'area di interessi relativa alla conservazione integrata del patrimonio architettonico, offrirà agli studenti la opportunità di effettuare, in vista delle moderne e complesse esigenze della tutela, un ulteriore approfondimento di storia dell'architettura.
In considerazione dei menzionati obiettivi e dei risultati conseguiti negli ultimi anni accademici, sarà ampliato il coordinamento esistente con il corso di Restauro dei monumenti; coordinamento che si concretizzerà nella trattazione di temi concordati, finalizzati e svolti anche mediante esercitazioni e sopralluoghi collegiali. Gli i~critti al corso, infine, saranno chiamati a sviluppare la loro conoscenza di singole fabbriche e di insiemi seuecenteschi, attraverso l'elaborazione di rilievi grafici e fotografici, di indagini bibliografiche e di atchivio, di esami statici, etc., da intendersi come premesse al progetto di restauro. -
Programma delle lezioni
Dopo un'indispensabile tesi di inquadramento della storia architettonica e urbanistica della città dalle origini all'età barocca, il programma contiene esclusivamente temi inerenti alla civiltà artistica napoletana del Settecento, considerata in riferimento alla realtà europea. L'articolazione prevista è la seguente:
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1. Sviluppo e struttura della città
La città greco-romana: problemi di topografia e archeologia. Le v1cende urbanistiche dall'età tardo·romana a quella durazzesca: fabbriche religiose angioine e superstiti strutture medioevali. Gli ampliamenti di età aragonese: maestri catalani e toscani. Edilizia e urbanistica dal '500 al '700:/ D. Pedro di Toledo vicerè urbanista; prammatiche sanzioni e loro irifluenza sull'assetto della città, trasformazioni degli edifici religiòsi in confm'mità dei dettami del Concilio di Trento. Le prime vedute urbane.
2. L'ambiente urbano del primo Settecento
Dal viceregno spagnolo a quello austriaco (1707-1734). L'anticlericalismo e i rapporti tra Stato e Chiesa. Il pensiero di Pietro Giannone. Lo sblocco dell'edilizia civile (1718).
Le maioliche, i giardini, le scale aperte e l'edilizia civile urbana e suburbana. L'opera di Ferdinando Sanfelice e Domenico Antonio Vaccaro.
3. La città capitale
I problemi economici, politici e sociali all'inizio del regno di Carlo di Borbone. Il blocco dell'edilizia ecclesiastica (1740) e il Trattato di Accomodamento tra la Santa Sede e il Regno borbonico. La Napoli di Antonio Genovesi e le idee dei riformatori illuministi.
Le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei e l'interesse per l'achitettura antica. Le opere pubbliche nei primi anni di Carlo III e la trasformazione del vecchio patrimonio edilizio. Le residenze per la corte (Napoli, Portici, Capodimonte) e l'attivitù di G. A. Medrano. Le ville patrizie lungo la costa vesuviana (Orsini.-Gravina, Campolieto, etc.).
4. Crescita e trasformazione urbana
L'assolutismo illuminato e gli sviluppi dell'urbanistica nei paee si europei (Francia, Inghilterra, Russia, Germania, Italia, etc.). La polemica razionali sta e l'opera degli architetti illuministi.
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La nuova dimensione della città nella pianta topografica del duca di Noja e i problemi dell'« abbellimento» urbano nel saggio di V. Ruffo. L'attività napoletana di Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga, Mario Gioffredo, Carlo Vanvitelli, Francesco Collecini, Francesco Sicuro, etc.
5. Organizzazione del!' edilizia
L'amministrazione civica e le opere pubbliche. Le Deputazioni della Fortificazione, dell'Acqua e Mattonata, della Portolania. Le corporazioni. Gli ingègneri camerali e i tavolari.
La disciplina edilizia .nell'editto di Ferdinando IV (3 ottobre 1781) e nell'iniziativa della Gran Corte della Vicaria di introdurre nel Regno la Costituzione di Zenone (1791).
L'impresa edile. Gare di appalto. Materiali da costruzione. Tecniche costruttive e tipologie edilizie. Metodi di organizzazione del lavoro. I cantieri edili.
I problemi del sottosuolo e delle case puntellate. Distribuzione delle cavità rispetto al territorio urbano. La costituzione geologica del sottosuolo.
6. Formazione ed esercizio professionale
La formazione dei tecnici: l'Accademia del disegno (1752), degli ingegneri (1754), di architettura (1762), militare (1769), la Facoltà di matematica (1777) e le cattedre di meccanica, architettura e geometria pratica.
La diffusione della letteratura tecnica e la fortuna dei trattati di B. F. de Belidor su «La science des ingenieurs» (1729) e «Dell'Architettura» di Mario Gioffredo (1768).
Le figure del progettista e del direttore dei lavori. Le parcelle professionali. La disputa Gioffredo-Vanvitelli e «l'officio» dell'architetto nella testimonianza di tavolari e regi ingegneri napoletani del secondo Settecento.
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Sopralluoghi
Illustrazione di ambienti e di singoli monumenti del centro antico (piazza S. Domenico, piazza del Gesù, largo S. Gaetano, via AntIcagha, pIazza E. De Nicola, largo Donnaregina), del centro stOrICO (pIazza Mercato, piazza Dante, via Toledo, via Vergini, pIazza del Muacoh, Quartieri spagnoli, piazza dei Martiri) e della costa vesuviana (Portici ed Ercolano).
Bibliografia
R. Pane, Napoli imprevista, Napoli 1949. R. Pane, Il monastero napoletano di S. Gregorio Armeno, Na
poli, 1957.
A. Venditti, Urbanistica e architettura angioina, in « Storia di Napoli », val. III, 1969.
R. Di Stefano, Lineamenti di storia urbanistica, in « Il centro antico di Napoli» di AA. VV., val. I, Napoli 1971.
C. De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Settecento Roma 1973. '
R. Pane, Il Rinascimento nell'Italia meridionale, val. I (1975), voI. II (1977).
R. Pane, Architettura dell'età barocca a Napoli, ivi 1939. AA. VV., Ville vesuviane del Settecento, Napoli 1959. R. Mormone, Architettura a Napoli 1650-1734, in « Storia di Na
poli, val. VI, tomo II, 1970. F. Venturi, Settecento riformatore, Milano 1969. R. De Fusco, L'architettura della seconda metà del Settecento in
«Storia di Napoli », val. VIII, 1971. ' G. Fiengo, Vanvitelli e Gioffredo nella villa Campolieto di Erco
lano, Napoli 1973. G. Fiengo, Contributo alla storia dell'architettura e dell'urbani
stica napoletana del Settecento, Napoli 1977. G. Fiengo, L'architetto Ignazio Cuomo e la villa di Giuseppe Ma
rta dz Lecce a Portici, in « Storia dell'Arte », n. 35, 1979. R. Pane, Ferdinando Fuga, Napoli 1956. A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi 1961.
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E. Kaufmann, L'architettura dell'Illuminismo, Torino 1966. G. C. Alisio, Sviluppo urbano e struttura della città di Napoli, in
« Storia di Napoli », val. VIII, 1971. R. Di Stefano, Luigi Vanvitelli ingegnere e restauratore, in « Luigi
Vanvitelli» di AA. VV., Napoli 1973. A. Venditti, L'opera napoletana di Luigi Vanvitelli, in «Luigi
Vanvitelli » di AA. VV., Napoli 1973. A. Rigillo, Nuova società e nuove capitali del '700, Napoli 1974. P. Sica, Storia dell'urbanistica: il Settecento, Bari 1976. G. C. Alisio, Siti reali dei Borboni, Roma 1976. R. Di Stefano, Organizzazione e tradizione dell' edilizia napoleta
na, in «Napoli dopo un secolo» di AA. VV., Napoli 1967. R. Di Stefano, Distribuzione delle cavità rispetto al territorio ur
bano, in« Il sottosuolo di Napoli» di AA. VV., Napoli 1967. P. Nicotera - P. Lucini, La costituzione geologica, in « Il sottosuolo
di Napoli» dì AA. VV., Napoli 1967. F. Strazzullo, Edilizia e urbanistica a Napoli dal '500 al '700,
Napoli, 1968. G. Fiengo, Gioffredo e Vanvitelli nei palazzi dei Casacalenda, Na
poli 1976.
COMPLEMENTI DI MATEMATICA
Prof. Angelo Fadini
I - Elementi di logica
Cenni di calcolo delle proposizioni - Connettivi logici - Operatori - Quantificatori - Implicazioni - Cenni sull'analisi delle preposizioni - La logica delle funzioni enunciative - Cenni di analisi del ragionamento: analisi di ragionamento deduttivo - Analisi del ragionamento induttivo.
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II - Insiemi cantoriani e insiemi nebulosi
Richiami sulla teoria classica degli insiemi - Alcune antinomie della teoria degli insiemi - Insiemi nebulosi (fluos e fuzzy) - Applicazioni degli insiemi nebulosi alle tipologie ed alla teoria· della progettazione.
III - Teoria dei grafi
Generalità sui grafi - Grafi finiti, vettori, matrici - Operazioni sui grafi - Connessione - Problemi della teoria dei grafi riguardanti questioni che interessano gli studi di architettura.
IV - Modelli matematici di pianificazione territoriale urbanistica
Il concetto di modello. - Vari tipi di modelli - I modelli nelle scienze umane - Tipologie - Teorie - Modelli matematici: problemi di calibrazione - Operatori - Metodi iterativi per la risoluzione numerica di equazioni e di sistemi: generalità ed alcuni esempi.
libri consigliati
Parte I
Angelo Fadini, Introduzione alla teoria degli insiemi ed alla logica matematica, LE.M., Napoli 1969.
Alberto Pasquinelli, Introduzione alla logica simbolica, Einaudi, Torino 1957.
Parte II
Angelo Fadini, Introduzione alla teoria degli insiemi ed alla logica matematica, LE.M., Napoli 1969.
A. Kaufmann, Introduction a la theorie des sous-ensembles fluos Masson et Cie, Parigi 1793, tradotto in inglese: Theory of fuzzy subsets, voI. I, Accademie Press, Londra 1975.
Tullio Viola, Introduzione alla teoria degli insiemi, Boringhieri, Torino 1%5.
246
Angelo Fadini, Introduzione alla teoria degli insiemi sfocati, Liguori editore, 1979.
Parte III
Angelo Fadini, Elementi della teoria dei grafi, Glaux, Napoli 1976. L. March - P. Steadman, La geometria dell'ambiente, Marotta, Mi-
lano 1974. L. Muracchini, Introduzione alla teoria dei grafi, Boringhieri, To
rino 1967.
CONSOLIDAMENTO E ADATTAMENTO DEGLI EDIFICI
Prof. Alberto Defez
La denominazione della materia si compone di due parti che rappresentano due operazioni di intervento su edifici, operazioni che nella generalità dei casi sono interrelate.
Il corso prende spunto dalla quantità di sicurezza che un edificio deve possedere in ragione della sua destinazione per esporre la moderna filosofia della sicurezza e quindi i criteri di resistenza.
L'indagine sugli edifici in muratura è indirizzata all'aquisizione del maggior numero di informazioni che un edificio può fornire e che costituiscono la base di una razionale operazione di consolidamento. Si passa quindi dall'indagine dei materiali costituenti le murature e i terreni di fondazione, alla verifica statica degli elementi costruttivi componenti un edificio in muratura per pervenire all'analisi dell'edificio nel suo insieme. Vengono quindi esaminati i vari tipi di dissesti e le ragioni che li hanno provocati. per pervenire ai metodi più adeguati di interventi consolidativi.
Si esamina in particolare il problema dell'adattamento degli edifici onde adeguarli a nuove destinazioni o a diverse condizioni
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ambientali per le modifiche che può subire il tessuto urbano o il territorio in cui l'edificio trovasi inserito. Il corso di integra con l'illustrazione di vari casi emblematici di consolidamento e di adattamento degli edifici oltre che con visite a cantieri.
I - Criteri generali
Definizione della materia. Diagnosi. Filosofia della sicurezza. Criteri generali di indagine. Prove di laboratorio sui materiali. Criteri di resistenza. Prelievo di campioni. Interpretazione delle prove di laboratorio. Determinazione della resistenza caratteristica. I catichi nelle costruzioni. Le vibrazio;}i.
H - Analisi delle costruzioni in muratura
Muratura. Caratteristiche fisiche e meccaniche delie murature. Regolamento inglese. Verifica delle murature. Struttur'è, murarie. Verifiche di stabilità di archi, volte e architravi. Considerazioni sugli archi. Cupole. Fondazioni. Muri di sostegno. Legno: generalità e caratteristiche fisico-meccaniche. Calcolo delle travi in legno. Tecnologia delle strutture in legno. Opere provvisionali in legno e in acciaio. Solai in legno. Copertura a tetto e relativo calcolo. Travi composte in legno.
III - Edifici in muratura
Determinazione dello schema strutturale. Metodi di calcolo degli edifici nel loro insieme. Comportamento di strutture snelle: campanili e torri.
IV - Analisi dei dissesti e criteri di interventi
Metodologia di analisi delle costruzioni. Diagnosi dei diesest i .
Metodi di controllo delle lesioni. Opere di consolidamento delle murature. Opere di consolidamento delle fondazioni. Tecnologia della precompressione e relativa applicazione I!el consolidamento.
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Il problema dell'umidità. Progetto di adattamento degli edifici mecfiante traslazione.
V - Principali esempi di interventi
I templi di Abu-Simbel. Il tempio di Amada nella Nubia. I! Duomo di Napoli. La porta di S. Chiara a Napoli. La Farnesma a Roma. I! Monastero Y ork. La torre di Pisa. I! problema di Venezia. I! palazzo di Giustizia di Roma.
Bibliografia essenziale
A. Defez, Appunti delle lezioni. Manuale dell'architetto. C. Cestelli Guidi, Meccanica del terreno, fondazioni e opere in
terra, Milano 1957. O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, Bologna 1963. V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, Napoli 1972. L. Stabilini, Tecnica delle Costruzioni, Milano 1947. Salvadori - Heller, Le strutture in architettura, Milano 1964. C. Siegel, Forme e strutture nella moderna architettura, Bologna
1968. E. Torroja, La concezione strutturale, Torino 1966. G. Massari, Risanamento igienico dei locali umidi, Milan~. Di Stefano - Cundari, Restauro dei Monumenti - Notazioni tecni
che, voI. III, Napoli 1968. Ricerche e studi sulla Torre pendente di Pisa, Atti della Com
missione del Ministero LL. PP. (voll. I-H-Hl), Firenze 1971. Interventi di consolidamento e restauro dei monumenti dalla rivi
sta « Restauro ».
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DECORAZIONE
ELEMENTI QUALITATIVI DELL'ESECUTIVO ARCHITETTONICO
Prof. Lucio Motrica
Premessa
Durante lo sviluppo del pensiero critico sull'architettura, il significato ed il ruolo della decorazione hanno assunto varie e disparate identificazioni, in quanto si sono venuti adattando a temi ed esigenze diverse derivanti dal tipo di cultura che rappresentavano.
Unica costante, la decorazione non è mai stata considerata, in particolare nel Movimento Moderno, distinta dall'esperienza spaziale, nel senso che il suo intervento e .Ie sue specifiche indicazioni figurative sono parte intrinseca del linguaggio architettonico.
Ciò che è cambiato, nell'architettura moderna, è il diverso atteggiamento verso l'oggetto architettonico: l'elemento decorativo, anziché sovrapporsi, spesso si identifica con l'architettura stessa, con l'oggetto funzionale nella sua interezza. Molte volte, anzi, è la stessa tipizzazione strutturale a costituire un fattore decorativo, come nell'architettura di Mies, ave l'elemento qualificante dell'immagine è lo stesso carattere geometrico e tecnologico derivante dalla scansione strutturale degli elementi di acciaio e vetro.
Né d'altra parte, è possibile discernere, nell'architettura, un tempo preciso d'intervento della D.: infatti non sempre è possibile distinguere un momento " decorativo» e "conformativo» degli spazi, da uno più prettamente "costruttivo» e "tecnologico », laddove il concorso sinergico di tutti gli elementi architettonici determina, spesso, la caratterizzazione decorativa.
Una forma estremamente funzionale perde qualità per il solo fattore di rappresentare sé stessa. Allora le viene sovrapposta ~un'immagine spuria, non pertinente, che ne modifica, ne altera ed a volte ne complica forma e funzionamento.
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Assai spesso col termine" decorazione» ci si intende riferire, ad una disciplina autonoma rispetto al processo architettonico.
Per l'architettura, il principio basilare con cui la questione va affrontata, è quello della « scala» di intervento progettuale. Naturalmente, al di là della scala del design, in cui si determinano le dimensioni, la disposizione del prodotto di un definito contesto fisico e la struttura generale degli spazi, esiste un campo della ricerca, cioè una scala, ancora architettonica, ma comunque « figurativa» e quindi decorativa (vedi. Diz. Arch. Urb).
Gli ambiti di ricerca, quindi, vanno dalla esplorazione sulla « grana» dei materiali usati, ai loro valori cromatici, alle loro intrinseche possibilità tecnologiche e insieme espressive. .
Per quanto riguarda il rapporto esistente tra il portato tecnologico e la tettonica dell'immagine, da una parte si può dire che il primo fa da supporto tecnico strumentale per l'attuazione della seconda; dove quest'ultima è individuata dal concorso d, alcuni elementi puri, quali il moto, lo spazio, il colore, i piani: vere e proprie categorie, che, mediante la loro conflittualità, determinano qualitativamente e quantitativamente il prodotto ultimo dell'immagine, la percezione sensibile del fruitore.
All'interno di questa logica, le relazioni che stanno alla base del processo formativo qualificante degli spazi, e che cioè individuano la sfera decorativa, sono quelle tra funzion<;., struttura e forma. Esse costituiscono le strutture essenziali che configurano visivamente le molteplici scelte, di ordine socio-culturale, psicologico, ecc. che si compongono in aspetti figurativi.
L'immagine, così, diviene il prodotto delle sue nature interiori, della sua ragion d'essere, della sua significazione culturale, carica di significanti spirituali e comportamentistici.
Comunque, un'operazione di definizione tecnica dell'espressione decorativa dell'architettura, non ha senso se non si tien conto di un altro fattore importante, quello che si potrebbe definire «scala ambientale >>: e CIOe il rapporto col tipo di ambiente o di ambito fisico, a cui si riferisce il «fatto» architettonico.
In altri tetroir:i, un oggetto si pone come «decorativo », non
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di per sé, ma rispetto ad un ambiente, o ad un ambito fisico, con cui interagisce.
Programma
Da tali premesse scaruriscono alcuni temi di ncerca quali per esempIO:
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l'uso della luce (naturale o artificiale) come mezzo di espressiane e rappresentazione spaziale;
analisi dei « ritmi », ovvero la ripetizione, la moltiplicazione o estensione di singoli « elementi »;
la qualità plastica e chiaroscurale degli «oggetti» architettonici (vede ad es. la ricerca espressionista di Mendelsohn);
l'agitazione a scala ravvicinata di rapporti spaziali t"idimensionali (vedi le esperienze di F. L. Wright);
la spiegazione e definizione del «grado di materialità» dello spazio costruito (vedi ricerca dell'Art Nouveau, e in particolare Van der Velde, Horta);
il metodo conoscitivo e costruttivo dello spazio secondo le esperienze della corrente neo-plastica. Theo van Doesburg e G. Rietveld;
il valore comunicativo ed ideologico nel portato tecnologico, esaminando in particolare l'influenza del materiale sulla forma ed il potenziale espressivo dato dalle possibilità di lavorazione;
la « tettonica» della ricerca dei costruttivisti sovietici Tatlin, El. Lisitskij ecc.;
la compromissione della struttura spaziale con strutture figurative desunte da ambiti figurativi diversi;
la Decorazione urbana nella sua ampia problematica (materiali,
monumenti, arredo urbano, la grafica, la pubblicità, la decorazione spontanea ecc.);
il degrado urbano.
II corso sarà articolato in due' parti:
la prima dedicata all'analisi storica avrà come riferimento di fondo il rapporto tra architettura e decorazione. In tale ottica il corso tenderà ad analizzare sistematicamente alcune opere di architettura moderna.
La seconda fase, operativa, tenderà a verificare, a livello progettuale, le esperienze desunte dalla prima parte di corso attraverso esercitazioni a scaÌa ravvicinata ave verrà particolarmente approfondito il rapporto tra qualità dell'esecutivo architettonico e risultato spaziale. L'approccio progettuale, in questo caso, farà riferimento al solo spazio architettonico ed al suo immediato intorno, utilizzando scale di progettazione o meglio di percezione ravvicinate comunque piccole.
Nota
La disciplina, in quanto parte integrante dell'intero processo progettuale, è subordinata alla Progettazione Architettonica, di cui rappresenta il momento conclusivo o meglio l'aspetto della definizione qualitativa degli spazi.
Tale aspetto, concernente la qualità dell'immagine spaziale, va risolto criticamente, analizzando il rapporto esistente tra forma, tecnologia e contenuto. .
In questo quadro appare indispensabile l'approfondimento, a livello interdisciplinare, delle scelte relative ai « materiali » con i quali va a concretkzarsi otticamente la forma.
Da ciò inoltre deriva una seconda finalità: colmare, almeno in parte, il profondo divario esistente tra tecnolop;ial progett22ione e momento esecutivo.
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Bibliografia
Alla disciplina corrisponde un'ampia bibliografia; in particolare si ritiene indispensabile considerare autori come: Le Corbusier, Loos, De Micheli, Brandi, Cocchia, Maldonado, Gregoretti, Tintori, De Carlo, Munari, Pye, Sica, Quaroni, Schild, Itten, ecc.
La bibliografia dettagliata sarà fornita all'inizio del corso stesso.
ILLUMINAZIONE ED ACUSTICA NELL'EDILIZIA
ProE. Michele Cennamo
Componenti bio-climatici dell' ambiente costruito
Il programma parte da tre considerazioni di fondo:
A) L'attuale crisi energetica pone in discussione il modello di sviluppo economico dei Paesi industrializzati fondato quasi esclusivamente su scelte ad alto potenziale tecnologico che hanno determinato gli attuali squilibri ecologici ed esistenziali e che, coinvolgendo la ricerca architettonica, hanno interessato la città (crescita disordinata, declassamento dei centri storici, inquinamento ecc.) e la campagna (abbandono delle attività agricole, trasformazione arbitraria dell'ambiente naturale ecc.) in un processo di degrado delle attività quotidiane, creative e spontanee dell'uomo.
B) Il controllo bio-climatico dell'ambiente costruito rappresenta oggi il mezzo più efEcace di analisi e progettazione tecnologica, partendo dal principio che la luce solare, i suoni, i colori sono materiali da costruzione che si prestano al massimo sfruttamento di molte potenzialità che la natura può offrire e la correttezza dell'impostazione progettuale rispetto ad essi ha il duplice significato di integrazione ambientale e di risparmio energetico.
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C) Il rapporto inscindibile tra ricerca tecnologica e ricerca urbana privilegia il significato di città come sistema tecnologico inteso come accumulo di sistemi passivi dai quali è possibile ricavarne informazioni per l'ottimizzazione bio-climatica del tessuto preesistente, in ordine sia al riequilibrio tra caratteristiche dell'ambiente naturale e ambiente costruito; sia al recupero di processi costruttivi propri della tradizione e della storia della tecnologia dej]' architettura.
Contenuti del corso
Il corso intende fornire nuovi mezzi di lettura tecnologica del tessuto urbano, in direzione di un più organico equilibrio del rapporto tra tipologia edilizia e morfologia urbana, immettendo nuove categorie conoscitive - la luce naturale, i colori, i suoni -utili alla ricerca di tipologie residenziali a basso costo e a basso consumo energetico.
In questa direzione il corso si propone di leggere opere paradigmatiche del movimento .moderno - con particolare riferimento alla produzione italiana degli anni tra le due guerre - per ticavarne le connotazioni tecnologiche primarie in ordine all'uso razionale della luce naturale, dei colori e dei suoni nella organizzazine spaziale (Le Corbusier, Loos, Gropius, Mies, Klein, Aalto, Figini, Pollini, Terragni, Libera, Ridolfi ed altri).
In relazione al programma esposto sono previste lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche sui seguenti temi:
1. Elioarchitettura e elio urbanistica.
Orientamenti eliotermici degli edifici e costruzione equisolari delle città; Tipologie edilizie e morfologie urbane bio-climatiche; Sistemi passivi e sistemi attivi in funzione della progettazione a basso costo e a basso consumo energetico. .
2. Il colore come componente per l'analisi e la costruzione dell'ambiente in quanto materiale integrativo della ricerca sulla ottimizzazione bioclimatica.
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La cromodinamica, la cromopsicologia e la calorimetria lo studio cioè delle relazioni tra i vari colori, delle reazioni umane verso i colori ambientali e della misura dei colori; Relazioni tra colore e movimento moderno.
3. L'acustica architettonica e ambientale intesa non come insie~ me di operazioni correttive tese ad eliminare sensazioni sonore fastidiose derivanti da configurazioni spaziali errate ma come componente progettuale primaria per la ricerca degli spazi e dei sistemi costruttivi.
Lo spazio acustico nella storia dell'architettura e nella storia della tecnologia dell'architettura con particolare riferimento al movimento moderno; la percezione uditiva; l'analisi di materiali tradizionali e di materiali disponibili nell'ambiente naturale condizionante il progetto finale.
Bibliografia essenziale
Per il punto 1:
G. Vinaccia, Il corso del sole in urbanistica e architettura, Hoepli, Milano 1939 (selezione di capitoli a cura del corso).
M. Cennamo, Elioarchitettura (Contributi di N. Franciosa, R. A. Genovese, F. Marino, A. Napoletano, C. Truppi), C.N.R., Istituto di Tecnol. dell'Arch., Napoli 1976.
M. Cennamo, Luci, colori e suoni - matei·iali da costruzione per l'Architettura, Costruire n. 97/1976.
M. Cennamo, Tecnologie solari nella costruzione delle città mesoamericane, Costruire n. 102-103/1979.
Iler il punto 2:
H. Frieling - X. Auer, Il colore, l'uomo e l'ambiente, Milano 1962. Centro Montefibre (a cura di), Il colore, Casabella, 410/1976.
Per il punto 3:
C. Marchesi - Cappai, Acustica nell'architettura, Hoepli, 1939.
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N. Napoletano - N. Franciosa, Illuminazione ed acustica nell' edilizia, Liguoti, 1974.
Per la scelta di opere del Movimento moderno in Italia:
M. Cennamo, Materiali per l'analisi dell'architettura moderna .. La Prima Esposizione italiana di Architettura razionale, Fiorentino, 1973.
M. Cennamo, Materiali per l'analisi dell'architettura moderna. Il MIAR, SEN, 1976.
INDIRIZZI DELL'ARCHITETTURA MODERNA
Prof. Renato De Fusco
Il corso, oltre a fornire una illustrazione crltlca della storia dell'architettura degli ultimi cento anni, mira soprattutto ad essere una storia. delle idee, delle teorie, delle poetiche che hanno accompagnato il processo architettonico corrispondente ",l suddetto periodo.
In particolare, èsso tratterà i seguenti temi: Viollet-le-Duc e Ruskin, la cultura dell'Einfiihlung e la critica architettonica, l'idea di architettura nella pura visibilità, le poetiche figurative e l'architettura, la critica sociologica, la critica dell'architettura in Italia.
Bibliografia
R. De Fusco, L'idea di architettura, storia della critica da Violletle-Due a Persico, Etas Kompass, Milano 1968.
R. De Fusco, Storia dell' architettura contemporanea, Laterza, Bari 1974.
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LETTERATURA ARTISTICA
hof. Raffaele Mormone
Premessa
La disciplina, che si rifà al fondamentale studio dello Schlosser, mira all'esame critico degli scritti attinenti ai problemi artistici, sia nella dimensione meramente teoretica o filosofica, sia in ordine alle diverse componenti sociali e culturali della civiltà di cui sono testimonianza. L'impegno didattico precipuo si esplica nel valutare le molteplici posizioni assunte dalla riflessione sull'arte, gli sviluppi della metodologia critica, le istanze dei movimenti artistici, il portato delle innovazioni tecnologiche e le composite valenze del rapporto arte-società.
Data la necessità di integrare ed allargare le acquisizioni culturali conseguite finora dallo studente - a cui la scuola liceale fornisce scarsi e labili agganci con la cultura contemporanea -il corso tende ad evidenziare puntualmente il vario snodarsi della problematica storico-artistica nel çorso degli ultimi tempi. Ciò al di là di ogni intonazione encomiastica o apocalittica, semmai implicando le componenti sociali che vi hanno concorso e verificando in concreto le desunzioni concettuali sulle singole opere, alla cui lettura viene riservato ampio spazio.
Al fine precipuo di una disamina articolata della situazione odierna, lo studio dei suddetti problemi viene correlato, in particolare, alla svolta della nostra civiltà, a partire dal secolo scorso. La necessità di verificare l'apparato teoretico comporta continui richiami ai movimenti di avanguardia succedutisi in ordine di tempo, con speciale riferimento ai «movimenti» riportabili al!'Impressionismo.
Tale limitazione cronologica tende ad impostare lo studio in medias res, al fine di evitare il sistematico e schematico metodo espositivo per quanto attiene ai secoli precedenti. Di volta in volta, richiami, confronti ed espliciti riferimenti a situazioni pratico~operative, come a scelte teoriche, maturate nel passato assicu-
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rano gli indispensabili reFuperi deli'esperienza storica già compiuta. E opportuno precisare che l'allegato programma analitico non
verrà svolto per sezioni staccate, bensì accostando continuamente fra loro i movimenti artistici e gli indirizzi critici secondo le logiche contiguità e le delimitazioni cronologiche rispettive. Attraverso letture da testi e da scritti programmatici e mediante presentazioni, a guisa di rapide recensioni, degli studi odierni più qualificati e di diversa metodologia, si tenderà ad individuare i nodi ed i contrasti di fondo fra i vari atteggiamenti, non tanto per cogliere i risultati concreti quanto per indagare le ragioni profonde e il complesso fermento di idee che hanno condotto a quei risultati .
Programma
Presupposti metodologici della critica contemporanea:
1. L'età del Positivismo; La Pura Visibilità; La Scuola viennese; Esistenzialismo e arte d'avanguardia; Strutturalismo; Semantica e Semiologia. Testo consigliato: R. Mormone, Critica e arti figurative dal Positivismo alla Semiologia, S.E.N., Napoli 1975 (a singoli capitoli). I riferimenti ai movimenti artistici contemporanei contenuti nel testo vanno approfonditi consultando, -,in appendice (pagine 271-321), l'antologia di scritti relativi alle avanguardie.
2. Problemi della pittura del secolo XIX:
a) Delacroix: il movimento romantico in alternativa al neoclassicismo e come premessa alle poetiche del realismo.
b) L'impressionismo, nuova sintesi luce-colore fondata su un linguaggio purovisibilistico.
cl Neo-impressionismo, espressione ottico-retlmca improntata alla mutevole consistenza della percezione «optical ».
Testo consigliato: C. Signac, Da Delacroix al neo-impressionismo, S.E.N., Napoli 1979.
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Lo studente può preparare i suddetti argomenti su qualunque altro testo purché le eventuali proposte siano concordate, con largo anticipo rispetto alla data dell'esame, mediante incontri da fissare di volta in volta su richiesta dell'interessato.
LINGUA INGLESE
Prof. Francesco Paolo De Vivo
Premessa teorica e metodologica
Nell'attuale momento in cui la conoscenza delle lingue straniere, per molteplici ragioni, va acquistando un'importanza sempre maggiore nella società contemporanea, l'inglese, come prima lingua di comunicazione in qualsiasi paese, si afferma come indispensabile mezzo conoscitivo per aprire nuovi e più vasti orizzonti di lavoro e di cultura.
Rinunciare, oggi, a questa «finestra sul mondo », significa porre, nel campo dell'architettura, un'eventuale limitazione aUa propria visuale tecnico-artistica. Molte opere straniere, infatti, rimangono non tradotte in italiano, e anche quelle di cui esiste versione nella nostra lingua, riportano, in media, come statisticamente dimostrato, solo 1'80 % dei concetti originali, considerata l'enorme difficoltà esistente nella realizzazione di una profonda compenetrazione intellettuale.
In coerenza con la motivazione di studio di cui innanzi, l'obiettivo fondamentale del corso sarà quello di promuovere nello studente il possesso della lingua inglese come:
a) strumento di comunicazione
b) strumento di lettura.
In altri termini gli studenti saranno avviati all' acquisizione dell'abilità prioritaria nell'apprendimento di una lingua, quella di
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« capire » e « farsi capire », sia pure nell'ambito di strutture gramo maticali e lessicali di base, e, di pari passo, al raggiungimento di un'altra abilità fondamentale per questa Facoltà: la lettura·com· prensione dei testi, con particolare riguardo alle opere e riviste di contenuto specialistico nel campo dell'architettura classica e contemporanea.
Logicamente il carattere di attualità degli obiettivi culturali precedentemente indicati, non può prescindere dalla utilizzazione didattica dei criteri scientifici suggeriti dalla linguistica applicata all'insegnamento delle lingue.
La metodologia del corso, pertanto, seguendo i più moderni criteri di glottologia antica e di psicolinguistica, partirà dall'uso della lingua, descritta come « patterns » o strutture-modello, dialogate e trasformate nelle varie dimensioni «< pattern drills ») per giungere alla conoscenza della lingua non con ma attraverso l'osservazione e la riflessione dei fatti linguistici.
In particolare, dopo una prima conoscenza globale e pratica o sincresi, gli studenti saranno condotti alla sintesi o visione chiarificata del tutto attraverso l'analisi realizzata generalmente con procedimenti euristico-induttivi; il lessico di base, compreso quello specialistico, sarà ricavato da contesti strutturali; la lettura-comprensione dei testi sarà realizzata avvalendosi principalmente del contributo interpretativo degli studenti. Il criterio sincropico, riferito all'attualità idiomatica, caratterizzerà ogni scelta linguistica; l'analisi diacronica sarà riservata unicamente allo studio dei vocaboli architettonici, per meglio fissarne la comprensione e il ricordo.
Contenuti del corso
a) Strutture grammaticali, le più frequenti e funzionali;
b) strutture lessicali di base;
c) introduzione allo studio del lessico architettonico;
d) strutture tecniche e critiche nel campo dell'architettura.
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Articolazione e organizzazione del corso
Tenuto presente che gli studenti, in gran parte, hanno seguito, negli istituti secondari di provenienza, corsi di lingua inglese e di conseguenza presentano differenti livelli di conoscenza iniziale, l'insegnamento sarà articolato in due sezioni:
A) Sezione «Beginners » o principianti: per gli studenti che per la prima volta iniziano l'apprendimento della lingua inglese o presentano un'esigua conoscenza della stessa;
B) Sezione" Intermediate » o intermedia: per gli studenti che hanno studiato la lingua inglese nel quinquennio degli istituti secondari superiori oppure posseggono discrete cognizioni di base della materia.
Tutt~via tale articolazione è soltanto indicativa, poiché gli stu~ denti possono liberamente scegliere la frequenza della sezione più idonea al loro grado di conoscenza della lingua.
L'insegnamento, impostato sul dialogo con gli studenti, comprenderà:
a) lezioni di grammatica strutturale e di lessico di base (da novembre 1979 a luglio 1980);
b) lezioni di lessico architettonico (da gennaio a maggio 1980);
c) letture di testi tecnici e critici nel campo dell'architettura (da gennaio a luglio 1980);
d) esercitazioni pratiche sugli argomenti delle lezioni e delle letture.
L'esame annuale consisterà in un'unica prova orale nel corso della quale lo studente dovrà dimostrare di possedere:
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a) le capacità d'uso delle strutture grammaticali e lessicali, necessarie alla comprensione e alla riproduzione della lingua inglese, con particolare riguardo al lessico tecnico, sIa pure, quest'ultimo, a livello d'introduzione nella materia;
b) di sapersi servire della lingua come strumento di lettura-comprensione di opere e riviste a carattere professionale.
Raccordi e coordinamento con altri corsi
Non ci sono particolari raccordi e coordinamenti (almeno per quest'anno accademico) con determinati corsi della Facoltà, poiché l'insegnamento della lingua inglese, per le considerazioni esposte nella premessa, fiancheggia tutte le materie di studio, delle quali costituisce valido supporto operativo di ricerca culturale.
Libri di testo consigliati
E. Chinol, Grammatica dell'Inglese moderno, Liguori Napoli; (<< pattern» ed esercizi strutturali con relativo lessico dal I al XXVII cap.). .
F. P. De Vivo, Technical Terms 01 Classical and Contemporary Architecture, appunti delle lezioni.
Anatrella, Recent Trends in American Architecture (in corso di stampa).
Bibliografia generale
]. Hornby, Guide to Patterns and Usage in English, Second Edition, Oxford, University Press, England.
F1eming, H. Honour, N. Pevsner, The Penguin Dictionary 01 Architecture, Penguin Books, England.
Schwicher, International Dictionary 01 Building Construction (English, French, German, Italian) , U. Hoepli, Milano.
N. Pevsner, An Outline 01 European Architecture, Penguin Books, England.
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MATERIALI DA COSTRUZIONE SPECIALI
Prof. Ennio Russo Ermolli
Obiettivo primario del corso è la trattazione dei problemi relativi all'impegno di nuovi materiali destinati sia a soddisfare esigenze specifiche, sia a sostituirsi, nell'ambito del costruire, ai materiali tradizionali. Le richieste legate ai bisogni della società e delle sue tecnologie, e per i settori tradizionali d'impiego, e per quelli d'avanguardia, hanno spiI)to sempre più gli studiosi a creare nuovi materiali competitivi; è indispensabile pertanto che gli utilizzatori pervengano ad un'approfondita conoscenza di tali nuovi materiali al fine di controllarne criticamente l'impiego e di indirizzarne l'utilizzazione in modo scientificamente corretto.
La materia del corso d'insegnamento, legato a un settore in progressiva evoluzione, richiede un continuo aggiornamento dei contenuti per adeguarli ai continui progressi della tecnologia dei nuovi materiali. Data la vastità degli argomenti si è previsto, per l'anno accademico 1979/80, di articolare il corso secondo due indirizzi.
Il primo, di carattere più generale, è rivolto principalmente alle applicazioni nel settore edilizio e tratta quei materiali che, allo stato attuale, sono in fase di continua evoluzione ed offrono interessanti prospettive nella ipotesi di una sempre crescente industrializzazine. Di tali materiali i più importanti sono i calcestruzzi leggeri e le materie plastiche. Il loro studio si articolerà sui seguenti argomenti:
- caratteristiche chimico-fisiche;
comportamento di elementi strutturali;
sperimentazione;
tecnologie specifiche;
problemi connessi all'isolamento termo-acustico.
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Il secondo indirizzo tratta più approfonditamente il settore delle materia plastiche, con particolare riguardo alla:
interdipendenza fra le caratteristiche fisiche e la struttura chimica;
specifiche possibilità di applicazione;
tecnologia di trasformazione;
progettazione, calcolo e' sperimentazione di elementi in materia. plastica.
Il contenuto del corso offre la possibiltà di coordinamenti con i corsi di Tecnica della Costruzione, di Tecnologia dell'Architettura, di Progettazione artistica dell'Industria.
Premessa
MATERIE GIURIDICHE
Prof. Guido D'Angelo
Il corso è svolto in vista della soddisfazione delle-due seguenti fondamentali esigenze: 1. che l'insegnamento - riguardante prevalentemente la materia della disciplina dell'attività edilizia ed urbanistica - abbia un carattere formativo e, soprattutto, consenta allo studente una partecipazione critica nella valutazione della normativa vigente e delle esigenze di riforma; 2. che lo studente riceva la formazione giuridica necessaria per l'esercizio della professione di architetto, con un costante adeguamento all'evoluzione dell'attività professionale nel settore.
Il corso è svolto anzitutto attraverso lezioni sugli argomenti del medesimo, con la partecipazione attiva degli studenti mediante interventi, obiezioni o richieste di chiarimenti.
Saranno anche trattati argomenti specifici con riferimento alla
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realtà ammInistrativa comunale e regionale, anche mediante incontri con docenti e studenti di altri corsi interessati ai medesimi problemi.
Argomenti del corso
Costituzione e proprietà privata. - La costituzione della Repubblica Italiana del 1947 - Costituzione rigida - I princìpi costituzionali in materia di rapporti economici.
I vincoli urbanistici e le sentenze della Corte Costituzionale. La legge 28-1-1977 n. 10 sul regime dei suoli.
I! quantum dell'indennità di esproprio - Minimo garantito -Vari" criteri di determinazione dell'indennità - Critica della normativa vigente.
La legislazione urbanistica. - L'evoluzione legislativa dal 1865 al 1942 - I livelli della pianificazione urbanistica - Le competenze in materia delle Regioni a statuto ordinario.
I piani di coordinamento - I piani delle aree di sviluppo industriale. I progetti speciali e la legge sul Mezzogiorno.
Interventi pubblici (ordinari e straordinari) sul territorio. I primi passi del comprensorio ed i piani di sviluppo delle
comunità montane. La legge ponte e gli standards urbanistici (L. 765 del 1967) -
Limitazioni all'edificazione nei Comuni sprovvisti di piano o in mancanza di piano regolatore particolareggiato e di lottizzazione convenzionata - Parcheggi e distanza dalle strade - Le misure di salvaguardia.
I! piano intercomunale - Il piano generale - I! programma di fabbricazione - I! piano regolatore particolareggiato.
I programmi pluriennali di attuazione. La legge per la casa n. 865 del 1971. Piani di zona per la edi
lizia economica e popolare - I piani degli insediamenti produttivi - Lottizzazione edilizia e comparti edificatori.
La legge sul piano decennale per l'edilizia residenziale - Zone di recupero e piani di recupero.
La «concessione a costruire»: casi in cui è necessaria; le
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competenze e la procedura per il rilascio - La funzione della Com missione edilizia comunale. I contributi per il rilascio della con· cessione - L'edilizia convenzionata.
Validità delle concessioni a costruire e limitazioni per il rila· scio di «licenze in deroga ». Varianti; concessioni in sanatoria; voltura. La revoca o l'annullamento della concessione. Le costruzioni delle amministrazioni statali.
Repressione degli abusi edilizi. Le diverse sanzioni penali. Le sanzioni amministrative. I poteri spettanti all'autorità regionale La decadenza dai benefici fiscali.
La responsabilità del progettista e del direttore dei lavori.
Tutela del paesaggio e dei centri antichi. _. La legge del 1939 sulla tutela delle bellezze naturali - I! vincolo generico ed il piano paesistico - Le sanzioni - I! trasferimento delle competenze alle Regioni.
Gli strumenti giuridici esistenti per la tutela dei centri antichi. I progetti di riforma della legislazione sui beni culturali.
Distanze fra le costruzioni: luci e vedute. - Problemi giu-ridici per la progettazione edilizia. .
I principi per l'applicazione delle norme sulle distanze tra le costruzioni. Criteri per la misurazione 'delle distanze tra le costruzioni.
Luci e vedute. La nozione di « veduta» - Jl edute dirette, laterali, oblique.
Le luci regolari ed irregolari. Le distanze delle costruzioni dalle vedute.
Segnai azioni bibliografiche
D'Angelo G., Legislazione urbanistica (appunti dalle lezioni del corso), ed. Libreria Fausto Fiorentino, Napoli 1978.
Predieri e altri, La legge 28-1-1977 n. 10 sull'edificabilità dei suoli, Milano 1977.
Salvia-Teresi, Lineamenti di diritto urbanistico, Cedam, Padova, ESI, 1971.
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Poggi, Rassegna di giurisprudenza sull'Urbanistica, Giuffrè, Milano. D'Angelo G. - Bonaccorsi P., Il recupero del patrimonio edilizio
nella legge 457 del 1978, Riv. giuro edilizia, 1979, fase. 1-2.
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE URBANISTICA (A)
Prof. Romano Lanini
Premessa teorica e metodologica
Il corso « A» di Pianificazione Territoriale Urbanistica identifica le sue basi teoriche nelle più recenti ipotesi formulate in merito ad aternative concettuali alle metodologie deìla pianificazione urbanistica.
La crisi delle condizioni della stanzialità umana, tanto a scala urbana quanto a quella territoriale, mette in evidenza come i presupposti teorici e gli strumenti operativi, sia a livello analitico, sia sintetico e progettuale finalizzati alla trasformazione, uso e/o ri-uso, organizzazione delle strutture stanziali siano aspetti d'una crisi, assai più generale, che investe la pianificazione urbanistica incapace d'operare - con i presupposti teorici e le tecniche operative vigenti - quella sintesi armonica, organica, non solo funzionale, delle spazialità che da ottico-tattili sono giunte oggi ad assumere dimensioni non solo tridimensionali perché arricchita appunto da altri spazi - come quelli deH'economia e/o dell'informatica - che sembrano esser divenuti prevalenti sugli altri.
. Il mutare qualitativo e quantitativo del rapporto città-territorio, la crescita dimensionale - non solo in termini geografici e/o demici - di alcuni centri ed il conseguente realizzarsi di nuove gerarchie spaziali commisurate da ruoli non più definibili con i parametri d'un tempo, rendono necessario operare da un lato frammentazioni spaziali e/o amministrative delle grandi concentrazioni demiche, dall'altro, invece, ricomporre stmtture stanziali trop-
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po piccole per rispondere cosl alle necessità di una organizzazione spaziale anche solo funzionale.
In questo quadro vanno esaminate le problematiche connesse all'istituzione dei comprensori, delle Comunità montane, purché le si intenda non come travestimento linguistico della painificazione urbanistica a scala intercomunale, ma far sl che figurino, invece, qualcosa che di per sé cambia, dal di dentro, sostanza e forma.
Perché questo possa avvenire, è opportuno - tanto nella fase analitica, quanto in quella sintetico-progettuale - passare da una metodologia urbanistica di tipo deduttivo (dal generale al particolare) ad una metodologia induttiva con la quale, partendo dal particolare, si risalga via via, con connessioni a catena, alle trasformazioni più generali della realtà urbana e/o territoriale non dimenticando - è una premessa essenziale! - che la plurispazialità è in realtà una entità categoriale spazio-temporale.
Per questi motivi il Comprensorio - ed in parte le Comunità montane - rappresentano la dimensione spaziale di riferimento del corso di P.T.U., dimensione che è da intendersi non esclusivamente in modo geografico e/o amministrativo, ma come spazialità, la più idonea, per una pianificazione urbanistica organica, antropologica.
Contenuto del corso
Il contenuto de corso consiste, appunto, nel tentativo di far conoscere: le origini e lo sviluppo della pianificazione territoriale urbanistica, i suoi aspetti scientifici e polemici, i concetti e le caratteristiche - teoriche ed operative - della fase analitica di una tale pianificazione, intesa come premessa al piano (urbanistico), esaminando in questa fase i criteri di delimitazione e determinazione dell'ambito d'analisi, i metodi d'analisi più idonei, significati e modi d'operare previsioni e/o proiezioni per il piano, ed il valore che essi hanno assunto, oggi, nella prassi della pianificazione urbanistica.
Una parte delle lezioni saràderucata all'approfondimento critico delle metodologie di pianificazione, partendo dalla situazione attuale d'antinomia tra una pianificazione territoriale intesa quale dilatazione scalare delle strutture ottico-tattili ed una
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pianificazione territoriale che mira a privilegiare gli aspetti descrittivi e prescrittivo-normativi delle strutture socio-economiche per proporre - invece - una metodologia di pianificazione in cui, tenendo conto della dinamicità (anche formale) del reale -- tanto ottico-tattile quanto logico-astratto - si possa, con la scorta di ipotesi concettuali e tecniche operative diverse, cogliere il senso dell'azione pianificatrice e determinare così un processo che non elimini o impoverisca nessuna delle strutture che compongono il « territorio ».
Articolazione del corso
Il corso sarà articolato essenzialmente su due livelli. Il primo, costituito dalle lezioni del docente che inizieranno dopo l'esposizione degli obiettivi e dei contenuti del corso, avrà per oggetto sei gruppi d'argomenti e precisamente: origini ed evoluzione del concetto di pianificazione territoriale (urbanistica), aspetti scientifici ed aspetti polemici della P.T.U., la fase analitica della P.T.U., la sintesi della fase analitica come premessa al piano territoriale urbnistico, le metodologie della pianificazione territoriale urbanistica, aspetti innovativi nel rapporto Stato centrale-Entità territoriali intermedie con riferimenti al ruolo assunto dalla partecipazione e dai nuovi strumenti oggi disponibili per la sua espansione. Un sommario degli argomenti trattati nei sei gruppi di cui sopra verrà fornito, in ciclostile, agli studenti.
Il corso si propone - sempre per questo primo livello di articolazione - di realizzare, come nel passato, Seminari su alcuni degli argomenti nodali con la partecipazione di altri docenti della Facoltà o di altre Università.
La seconda fase del corso è quella costituita dalla esperienza progettuale ed avrà come oggetto la definizione, determinazione di una Entità territoriale intermedia (Comprensorio e/o Comunità montana) su cui operare analiticamente e sinteticamente per configurare un quadro indicativo delle opzioni a quelia scala d'intervento.
La prova d'esame consisterà nella illustrazione e discussione
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dell'esperienza progettuale ed in una prova orale, individuale, che avrà per oggetto gli argomenti trattati nelle lezioni.
L'organizzazione del corso sarà definita dopo la pubblicazione dell' orario ufficiale e sulla base del numero degli studenti che vi si saranno iscritti entro e non oltre il 31 ottobre.
Raccordi e coordinamenti con altri corsi
I raccordi ed il coordinamento con altri corsi sono sempre avvenuti, stimolati sopratutto da caratteri di omogeneità, integrabilità e/o complementarietà culturale ed operativa tra il corso « A » di P.T.U. ed alcuni tra i corsi di Urbanistica attivati in Facoltà con alcuni dei quali, a suo tempo, furono ipotizzate e realizzate forme di coordinamento organico sia a livello di lezioni comuni ai due corsi, sia a livello di parte applicativa mirante cioè a rendere la esperienza progettuale più ampia, condotta con linee didattiche diverse ma parimenti interessanti e quindi più organica, tenendo anche ben in vista le necessità - diverse - di studenti che in altre Facoltà hanno nei loro piani di studio le discipline urbanistiche.
Pertanto, se saranno verificate e realizzate le condizioni essenziali ed irrinunciabili per una attuazione non mistificata - ma for-mativa e corretta - della seconda parte del punto precedente (numero sufficiente di docenti collaboratori) sarà possibile proseguire la linea sinora attuata in merito ai raccordi e coordinamenti con altri Corsi.
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE URBANISTICA (B)
Prof. Luigi Piemontese
Premessa
II corso tende ad inserire lo studente nell'ampia problematica concemente la pianificazione del territorio ed i suoi rapporti con la programmazione economica e, in particolare, a fomirgli una
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serie di strumentazioni tecniche di base, strettamente occorrenti a chi volesse operare in questo campo.
Partendo dalla constatazione che, in assenza di un preciso rapporto interdisciplinare fra le scienze sociali, non è. possibile una corretta impostazione dei prohlemi del territorio né la sua pianificazione, si tende a ricercare, nell'analisi dei sistemi e nella modellistica urbana e regionale, una base metodologica comune, all'interno della quale possono confluire i singoli contributi disciplinari per l'analisi dei problemi territoriali e per la ricerca dei modi e dei mezzi atti a risolverli.
Più in generale quello che si ricerca è la definizione di un approccio interdisciplinare che sia in grado di affrontare i problemi della programmazione economica e della pianificazione territoriale, laddove è evidente che, come non è più possibile, nella elaborazione di un programma di sviluppo economico, ignorare la componente spaziale nei fenomeni che si intendono orientare al raggiungimento di determinati obiettivi, così non è più possibile supporre, come soluzione dei problemi del territorio, la formulazione di un piano territoriale urbanistico astratto dalla componente processuale e dinamica e determinato "a priori» in un disegno rigido e atemporale.
Si pocederà, pertanto, ad una ridefinizione in chiave sistemica della pianificazione territoriale urbanistica, intesa come sistema aperto che interagisce con l'oggetto del suo lavoro, ovvero il sistema territoriale, al fine di orientame i fenomeni verso il raggiungimento di un determinato quadro obiettivo: il piano.
In particolare, il corso si articolerà h.mgo tre direttrici:
a) l'analisi sistematica e la modellistica,
b) le teorie, e i modelli previsionali e di pianificazione,
c) le tecniche matematiche e di programmazione,
senza disgiungere i contenuti, al fine di utilizzare un metodo globale di insegnamento, per l'acquisizione dei concetti e delle tecniche che si intendono fornire.
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Contenuto del corso
Più in dettaglio gli argomenti trattati nel corso saranno l seguenti:
a.l. Limiti dell:attuale pianificazione, ricerca di un corretto rapporto interdisciplinare fra le scienze sociali che vi concorrono e di una loro metodologia comune.
a.l.l. Possibilità di impiego del linguaggio matematico nelle scienze sociali.
0.2. Il concetto di sistema e la teoria dei sistemi.
a.2.1. L'uso dell'analisi dei sistemi per lo studio dei sistemi territoriali e l'organizzazione sistemica della realtà sociale.
a.2.2. Ipotesi di pianificazione sistcmica e strutturazione de! planning sistemico.
a.3. Il concetto di modello.
a.3.1. Modelli aperti e chiusi, statici e dinamici, descrit-tivi, previsionali e di pianificazione.
a.3.2. I modelli urbani e regionali.
b.l. Il reddito regionale.
b.l.I. La teoria della base di esportazioni e mMello di red-dito regionale
b.1.2. Modello statico e dinamico di reddito interregionale.
b.2. Modelli previsivi della crescita urbana e regionale.
b.2.1. Modello statico occupazionale desunto dalla teoria della base economica.
b.2.2. Modello Czamanski statico e dinamico per l'analisi e la previsione dello sviluppo economico e della crescita urbana.
b.3. Le relazioni interindustriali e intersettoriali.
b.3.1. Gli schemi marxiani e l'input-output analysis.
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b.4. La localizzazione delle attività economiche.
b.4.l. Modelli per la localizzazione ottimale delle attività economiche industriali e di servizio e delle residenze.
pirici.
b.5. I modelli gravitazionali.
b.6. Il modello Lowry.
b.6.1. Contributi teorici al modello Lowry e lavori em-
b.7. La regione come unità di pianificazione.
b.7.1. La definizione delle funzioni obiettivo.
b.7.2. Le politiche.
b.7.3. L'uso dei modelli per la sperimentazione degli effetti di politiche alternative nella formazione e trasformazione degli assetti territoriali - l'uso dei modelli nella razionalizzazione e nella ottimizzazione di particolari funzioni territoriali.
b.7.4. La definizione del piano come quadro obiettivo ed insieme delle politiche atte a conseguirlo - la Pianificazione come processo continuo.
c.l. Tecniche matematiche di programmazione.
c.l.l. Cenni all'algebra degli schemi a blocchi di sistemi.
c.1.2. Cenni di statistica descrittiva - Analisi di regressione e correlazione lineare, parabolica, logaritmica, multipla.
c.1.3. La programmazione lineare: Problemi di trasporto, metodo del complesso.
c.1.4. Cenni sull'elaborazione elettronica.
Bibliografia
L. Piemontese, Pianificazione Territoriale - Sistemi e modelli, Liguori editore, Napoli 1977.
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L. Piemontese, Un Modello del Sistema Territoriale Napoletano, Liguori editore, Napoli 1979.
R. d'Ambrosio - L. Piemontese, I Modelli nella Scienza Regionale - Un'applicazione al sistema regionale campano, Napoli 1971.
R. d'Ambrosio - A. Piemontese - L. Piemontese - R. Scarano, Sistemi e modelli nell'analisi territoriale, Cappelli editore, Bologna 1974.
L. Piemontese, Prospettive d'impiego della ricerca operativa nella Pianificazione territoriale inquadrate nell'ambito della divisione del lavoro intellettuale, Napoli 1972.
P. H. Derycke, Economia urbana, Bologna 1972. H. W. Richardson, Economia regionale, Bologna 1971. L S. Lowry, Modello di una metropoli, Napoli 1972.
PLASTICA
Prof. Giantristano Papalè
Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Analisi architettonica.
PONTI E GRANDI STRUTTURE
Prof. Antonio Noto
La diffusione degli elaboratori elettronici, e la conseguente possibilità di un sistematico ricorso all'algebra lineare, forniscono a tutt' oggi la più semplice ed efficace risposta alle intrinseche difficoltà dell'analisi dei continui. I processi di discretizzazione,
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difatti, si sono in tempi recenti largamente affermati, ed attualmente rappresentano, soprattutto nella fascia delle concrete applicazioni, un utilissimo strumento nello studio di svariati organismi strutturali_
Collocandosi in naturale posizione di complementarietà nell'iter disciplinare dell'Istituto di Costruzioni, laddove sono acquisiti i fondamenti allo studio del comportamento statico delle strutture e si è completata, o è in atto, la familiarizzazione coi più comuni modelli analitici di elementi strutturali, il corso propone per quanto detto il completamento dell'iter mediante un programma di applicazioni, ai modelli mono e bidimensionali, delle tecniche di analisi automatica che si fondano sull'algebra matriciale e sul metodo degli elementi finiti_
Al corso si ailiancano esercitazioni pratiche sull'elaboratore, e lo studio dettagliato di qualche organismo strutturale eventualmente collegato con l'esperienza progettuale degli allievi, ed al quale siano applicabili i modelli teorici analizzati.
Premessa
PROGETTAZIONE PER L'INDUSTRIA (DESIGN)
Prof. Roberto Mango
Nella accezione più generale la Progettazione per l'industria IDesign si pone come attività progettante connessa ad una particolare modalità di produzione, quella industriale appunto, di cui è chiamata a regolare i processi di trasformazione della materia e di produzione di artefatti che in maniera sempre più determinante concorrono all'artefazione dell'ambiente, alla conformazione dell'habitat_
Per questa stretta connessione la disciplina non può trovare
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plausibile criterio di limitazione ad un particolare campo di applicazione per la semplice considerazione che ogni « oggetto » la cui produzione implica il ricorso a procedure e a meccanismi industriali la presuppone, così come la presuppone ogni questione di architettura connessa ai problemi della qualità dell'operare umano in sé elo in rapporto alle macchine_
Sul piano meramente ideale quindi sono da ritenersi prive di fondamento le diverse e correnti distinzioni (industrial design, product design, ect. ect_) le quali possono tuttavia essere considerate di una certa utilità ai fini didattici e di orientamento verso sbocchi professionali specialistici.
La Progettazione per l'Industria trova i fondamenti delle sue connotazioni qualificative sul piano culturale e metodologico proprio in rapporto ai vincoli relativi ai procedimenti produttivi che impongono, in primo luogo, la cura di ricercare nella dinamica progettuale il massimo grado di integrazione e coerenza tra il momento strategico della « costruibilità» (o della inventio) e quello prevalentemente tattico-operativo della «costruttività» (o del farsi)_ Ciò vale ad introdurre nel processo progettuale un elevato interesse alla sperimentazione e alla speculazione circa l'uso più « economico» ed appropriato dei materiali e delle tecniche di produzione_
In senso più generale tutto ciò significa operare progettualmente nella consapevolezza di un impiego utile_delle risorse all'interno di un rapporto creativo tecnologia/linguaggio da arricchire con l'avanzamento della ricerca scientifica ed applicata e da animare in rapporto ai fenomeni culturali più autentici.
Contenuti
Le considerazioni svolte in premessa non consentono di privilegiare un indirizzo tematico rispetto ad altri_ Ciò non toglie tuttavia che in termini di «offerta didattica» e ai fini di una praticabilile accessibilità si possono individuare delle « aree-problema » caratterizzate da spesifici contenuti di ricerca e di applicazione didattica. Queste « aree-problema» sono:
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1. Cultura materiale e produzione.
- I fondamenti culturali del Design
- L'Archeologia industriale e lineamenti di una filologia del Design.
2. Tecnologie e linguaggi dell'habitat.
L'« Architectural design» e l'oggetto edilizio
L'Architettura industrializzata.
3. L'" Intorno ambientale» / Spazi di vita, di lavoro e sistemi di attrezzature.
L'« intorno» privato
L'« intorno» pubblico e comunitario.
4. Euristica del Design.
- Modelli teorici e procedure metodologiche sperimentali.
Articolazione didattica
L'attività didattica si articola in tre momenti fondamentali, di cui il primo consiste nella registrazione critica delle proposizioni e delle esperienze progettuali che configurano l'area disciplinare in quanto significative del suo stesso sviluppo storico, non tralasciando di illustrare quelle connessioni ed aperture della disciplina stessa ai fenomeni cuTturali di « frontiera ».
L'articolazione successiva è rappresentata da una analisi progettuale non limitata alla « immagine» ma sviluppata come indagine conoscitiva tesa ad approfondire, nonostante la persistente scarsezza di documentazione, con scavi filologicamente rigorosi, le relazioni tra ideologia e metodologia, tecnologie e linguaggio e ogni altra individuabile nella complessa e concreta realtà di una produzione.
Attraverso questo momento didattico viene sottolineato l'im-
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portanza della operatività alla scala del reale, intesa non solo come misura disciplinare, ma assunta nel suo valore etico di tensione risolutrice delle scelte progettuali.
L'ulteriore avanzamento didattico consiste in un «esercizio progettuale ». Non potendo fondare, infatti, su di una esperienza esaustiva quale quella di una progettazione integrale, che implicando complessi interventi interdisciplinari, potrebbe tradursi in termini velleitari, il momento conclusivo dell'esperienza didattica si sofferma sugli aspetti fondanti la metodologia di progettazione e sulle motivazioni che possono orientarla in maniera credibile e consistente.
Coordinamento con altri corsi
In relazione alle possibilità di raccordo con altri corsi, la Progettazione per l'Industria trova un suo primo coordinamento con i corsi dell'Istituto di Tecnologia dell'Architettura, ampliando in tal modo le possibilità di più articolate relazioni con altri corsi e Istituti universitari.
Materiale bibliografico
Testi essenziali su argomenti fondativi: S. Tentori, Cultura del Design, Tamburini, 1964. M. Read, Arte e Industria, Lerici, 1959. G. C. Argan, Progetto e destino, Il Saggiatore, 19.65. P. Tedeschi, Disegno industriale, Calderini, 1965. R. Mango, Design e arredo urbano, Napoli 1965. S. Giedion, L'era della meccanizzazione, Feltrinelli, 1967. E. Frateili, Design e civiltà della macchina, Editalia, 1968. N. Pevsner, L'architettura moderna e il design, Einaudi, 1969. R. Mango, E. D. Environmental Design, Napoli 1969. R. Banham, Architettura della prima età della macchina, Calderini,
1970. R. Mango, L'esperienza ambientale - Ricerche di Arredo urbano,
Napoli 1972.
279
G. Dorfles, Introduzione al disegno industriale, Einaudi, '1972. E. Frateili, Una autodisciplina per l'architettura, Dedalo, 1973. V. Papanek, Progettare per il mondo reale, I! Saggiatore, 1973. G. Bonsiepe, Teoria e pratica del disegno industriale, Feltrinelli,
1975. T. Maldonado, Disegno industriale, un riesame, Feltrinelli, 1977. R. Mango, Archeologia industriale e Design, in «Quaderni del
l'Istituto di Restauto dei Monumenti », F.d.A., Napoli 1978.
SCENOGRAFIA
PROGETTAZIONE DELL'AMBIENTE
Prof. Almerico de Angelis
Premessa
Questo quarto corso di progettazione dell' ambiente ha come premessa una duplice consapevolezza. La prima, l'influenza -sempre più pressante - che l'ambiente artefatto' determina nella vita associata; la seconda, l'inadeguatezza delle metodologie di progettazione attualmente praticate - tutte rivolte ad un risultato statico (definito) - incapaci di tener conto delle continue trasformazioni cui l'ambiente stesso viene sottopost~, provocate dalle pratiche d'uso.
Obiettivo del corso è individuare i processi formativi dell'immagine ambientale (fisica e mentale) nelle sue dimensioni culturali, storiche, operative.
Ipotesi di lavoro (che possiamo solo proporre): arrivare a definire una metodologia di progettazione ambientale.
Campo d'interesse operativo: l'ambiente urbano. La ricerca opererà su tre livelli: quello interno ai processi di
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progettazione, quello di analisi ambientale, quello relativo ai SI
stemi percettivi e ai modelli d'uso. Coerentemente con queste premesse il corso si articolerà in
tre fasi: una teorica e due operative - analisi e intervento.
Articolazione del corso
I! corso è articolato in tre periodi (Dicembre-Gennaio/Febbraio-Marzo/ Aprile-Giugno) cui corrispondono i tre momenti uno di analisi teorica, uno di ricerca, uno di sperimentazione.
Il primo periodo (Dicembre/Gennaio) tende a esaurire in un seminario intensivo, articolato su basi interdisciplinari, i contenuti teorici del corso come premessa inderogabile alle successive fasi di analisi e di intervento. Anche in base a quest'ultima considerazione la partecipazione al seminario teorico è condizione indispensabile per poter sostenere l'esame a giugno.
I! seminario che impegnerà tutti i tre giorni settimanali messi a disposizione dal calendario scolastico, si avvarrà di apporti esterni di docenti appartenenti anche ad altre discipline, con l'obiettivo di arrivare ad una definizione la più ampia e articolata possibile del concetto di ambiente anche nelle sue implicazioni storico··filosofiche.
I docenti invitati a prendere parte al seminario per l'anno acc. 1979-80 sono: Filippo Alison, Marcello AngriSani, Urbano Cardarelli, Germano Celant, Riccardo Dalisi, Stefano Levialdi, Aldo Masullo, Filiberto Menna, Massimo Nunziata, Susan Schwartz, Augusto Vitale, Marcello Vittorini.
I! secondo periodo (Febbraio-Marzo) prevede l'aggregazione di gruppi di ricerca di 6-10 persone con l'intento di procedere,. ad un'analisi delle strutture che concorrono alla formazlOne dell immagine ambientale.
Scopo di questa ricerca e di individuare i luoghi isotropi all'interno della maglia ambientale. I risultati di queste tlcerche, nelle varie fasi di avanzamento, verranno periodicamente sottoposti all'analisi collettiva dell'intero corso formando materiale di dibattito.
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Il terzo periodo (Aprile-Giugno l corrisponde al momento operativo.
In questa fase si affronterà il tema della progettazione ambientale intervenendo su un'area urbana - da definirsi nel corso di svolgimento dell'anno accademico, anche avvalendosi dei risultati della ricerca - comune a tutto il corso con l'obiettivo di ottenere attraverso l'intervento di progettazione un aumento della « qualità urbana » senza ricorrere all'azzeramento dell'esistente (e della storiaì.
In questa fase verranno sperimentate tecniche di rappresentazione tendenti a documentare l'immagine ambientale nella sua fase d'uso con particolare attenzione rivolta ai fenomeni percettivi.
A causa della mancata sistematizzazione della disciplina, le bibliografie verranno indicate durante lo svolgimento del corso con lo scopo di finalizzarle ad interessi di ricerca definiti.
STORIA DELL'URBANISTICA
Prof. Mario Coletta
Premessa
La storia dell'Urbanistica è intesa come storia del territorio insediato, e pertanto studia sia il processo formativo dello stesso che la sua organizzazione sociale ed economica.
Per storia dell'urbanistica si intende altresì storia delle istituzioni che ne hanno presieduto la gestione promuovendone la evoluzione o la involuzione e quindi storia politica e culturale dell'ambiente.
Articolazione del corso
Il corso si articola in due cicli di lezioni integrate da una fase sperimentale consistente in una lettura sistematica di alcuni ambiti territoriali agevolmente raggiungibili.
Il primo ciclo investe la problematica disciplinare nella sua
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globalità e complessività, nelle sue relazioni con i contorni eterodisciplinari e stabilisce i punti fissi di una metodologia di lettura del territorio, nelle sue risorse urbanistiche e dei criteri gestionali che ne presiedano l'amministrazione.
Il secondo ciclo analizza la processualità insediativa dalla protostoria ad oggi, stabilendo un costante parallelismo tra le componenti ambientali, paesaggistiche e territoriali, esemplificate attraverso la rilettura di una somma di episodi scelti tra quelli che più significativamente esprimono il diversificarsi delle evoluzioni urbanistiche, delle culture e delle civiltà in Europa e più specificamente nel nostro Paese.
La fase sperimentale accoglie una sistematica lettura operata da docente e discenti su un ambito territoriale del Mezzogiorno, sulla base di quanto già avviato per la lettura del territorio interregionale della Valle del Volturno.
Le letture si svilupperanno a tre livelli: al ad ambito di centro urbano per città superiori ai 50.000 abitanti; hl livello urbano, riferito ai centri abitati con popolazione superiore ai 10.000 abitanti; cl a livello subcomprel)soriale e comprensoriale per nuclei a soglie demografiche inferiori.
Contenuto del corso
Argomenti fondamentali interessanti i due cicli di tezioni: Questioni di storiografia urbanistica. La ricerca storico-ur
banistica, rassegna delle interpretazioni metodologiche. Il metodo storiografico dell'approccio alla città ed al territorio. Le relazioni interdisciplinari. La storia dell'Urbanistica come storia delle decisioni e cioè del potere.
Le origini dell'insediamento umano. Le prime aggregazioni insediative umane ed urbane. La città ed il territorio nell'evoluzione della cultura urbanistica. La città di colonia e gli aggregati spontanei. I fattori della crescita insediativa urbana. L'ambiente, il paesaggio ed il territorio nella storiografia urbanistica europea.
Analisi delle tipologie insediative nei diversi contesti storici. La città e la cultura urbanistica in età preromana, romana, me-
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dioevale, rinascimentale, barocca, moderna e montemporanea. Linee di storiografia urbanistica del Mezzogiorno d'Italia.
Lettura delle stratificazioni urbanistiche delle principali città europee e dei centri più significativi del Mezzogiorno d'Italia.
La città come bene culturale. La problematica dei centri storici. Il centro e la periferia. Gli interventi nei centri storici. Le carte del restauro e la legislazione urbanistica. I centri storici minori.
Bibliografia
M. Coletta, Il territorio storico dell'Urbanistica, Napoli 1977. M. Coletta, Campania, territorio e politica di piano, Napoli 1979. M. Coletta, L'indagine storica a livello subcomprensoriale: La val-
le del Volturno, Padova (in corso di stampa). A. Rigillo, Contributo alla metodologia della Storia dell'Urbanistica, Napoli 1971. F. Brunetti, Profilo storico dell'Urbanistica, Padova 1978. M. Morini, Atlante di Storia dell'Urbanistica, Torino 1979 (ristam
pa) da consultare essenzialmente per la documentazione grafica e fotografica.
G. Simoncini, Note di storia del territorio, antichità e medio evo, Firenze 1975.
M. Coletta, Articoli sulle problematiche dei centri storici minori, pubblicati nella rivista « Proposta».
TIPOLOGIA STRUTTURALE
Prof. Paolo Jossa
Il corso in oggetto, la cui collocazione naturale è al quartoquinto anno di studi nella Facoltà, intende sviluppare, con riferimento ai problemi strutturali, due aspetti centrali che caratterizzano, dal punto di vista del metodo di studio, le proposte progettuali.
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Proposte, da un lato, quasi definite nel modello, in particolare nel materiale e nella geometria, e nel comportamento, per le quali è prevalente l'analisi deduttiva ed, in concreto, la quantizzazione dimensionale. Proposte, dall'altro lato, per le quali l'a5senza di precise codificazioni richiede di privilegiare lo studio del loro comportamento globale.
Nella specificità dei problemi strutturali tale ipotesi di classificazione può forse correlarsi, con qualche elasticità, a due classici metodi di analisi. L'analisi dello schema, come tale, individuato in genere nella sua specificità da un numero contabile di gradi di libertà ai nodi, per il quale il calcolo si sviluppa con procedimenti rigorosamente definiti fino alla verifica locale.
L'analisi dello schema condotta attraverso opportune trasformazioni di equivalenza in continui semplici, per i quali sono particolarmente utili nello studio del comportamento globale soluzioni deboli dell'equilibrio.
1. Elementi di calcolo matriciale delle strutture - Le matrici di rigidezza - Schemi reticolari ed a telaio - Cenni sulla estensione del procedimento allo studio di lastre e piastre.
2. Elementi di programmazione in FORTRAN. Illustrazione di programmi per l'analisi automatica di stutture reticolari ed intelaiate, piane e spaziali. Applicazioni.
3. Elementi di teoria dell'equivalenza - Esplicitazione per le strutture « snelle» (edifici alti) - Soluzioni con formazioni « deboli » dell'equilibrio - Applicazioni.
UNIFICAZIONE E PREFABBRICAZIONE
ProE. Claudio L. Murolo
Produzione architettonica per componenti
Con riferimento al dominio della produzione architettonica e della tecnologia intesa come insieme dei procedimenti tecnici ed
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orgarnzzativi relativi .al fare architettonico, la prefabbricazione, nella sua accezione più generale, va intesa come « processo tecnologico che consente la realizzazione di un organismo architettonico mediante l'impiego di parti preprodotte ».
Il processo si articola nelle due fasi successive ma correlate di produzione .dei componenti ed assembleaggio degli stessi, fasi che, passando per l'opèrazione intermedia del trasporto, prevedono due luoghi di attuazione diversi: lo o gli stabilimenti di produzione per la prima; il. cantiere, nel quale si svolgono solo operazioni di sollevamento, posizionamento e fissaggio, per la seconda.
Limitatamente alla sola vasta tematica della prefabbricazione a ciclo aperto, il corso orienterà la propria attività prioritariamente all'analisi dei problemi a questa connessi, centrando il lavoro sull'analisi dei due termini del rapporto vincoli-libertà espressiva e cioè ponendo da una parte i componenti con le loro caratteristiche strutturali; e dall'altra la libertà compositiva, condizionata dalle possibilità combinatorie atte a determinare una serie di situazioni funzionali.
Pur tuttavia si ritiene di non dover rinunciare ad una attenta analisi storico-tecnica, certamente non positiva, dei sistemi a ciclo chiuso e ciò a scopo informativo, in un primo momento della attività didattica, durante la quale saranno pure esaminati tutti quegli strumenti logici e strategie. (normazione e coordinazione modulare, unificazione, industrializzazione del cantiere) che costituiscono elementi fondamentali ed indispensabili del processo costruttivo industrializzato.
Coscienti altresì, che il momento attuale vede il manifestarsi, proprio in seno a quei paesi che furono all' avanguardia della industrializzazione edilizia, di ripensamenti e perplessità nei confronti di quelle « tecniche più efficaci ed avanzate», tali da far ritIettere qualche illustre esponente della cultura architettonica su un auspicabile ritorno a tecniche artigianali, che suona quasi un esasperato invito alla «retroguardia» tecnologica; e convinti che, in effetti, sia comunque da rifiutare l'eccessivo fervore dei «mistici della industrializzazione »; ·nel corso sarà privilegiata l'analisi di quel procedimenti costruttivi industrializzati che si collocano,
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quantitativamente e qualitativamente, in posizione mediana tra due estremismi.
Argomenti del corso
1. Attività didattica
a) Fase informativa:
origini della prefabbricazione ( .. .i laterizi sagomati della Basilica nel Foro di Pompei)
l'inizio della prefabbricazione nel dopoguerra (1946-47, le prime esperienze europee)
la prefabbricazione a ciclo chiuso (i sistemi Francesi, Inglesi, Tedeschi ed Italiani più significativi)
la industrializzazione dei getti (i sistemi a tunnel, bIanche table ecc.)
la statica dei sistemi prefabbricati (i sistemi a pannelli, i sistemi trave-pilastro ecc.).
la coordinazione modulare
- la normativa tecnica italiana (l'Ente Nazionale It"Hano di Unificazione.
b) Fase applicativa:
« Il processo del costruire e l'evoluzione tecnologica nell'opera di Angelo Mangiarotti»
analisi dell'opera sul piano metodologico e dei contenuti;
la progettazione «per componenti» e la «progettazione del componente» nella scala dell'architettura;
il confronto tra le opere «irripetibili» e quelle «aperte ». (L'edificio a pianta « aperta »).
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II. Attività di ricerca
Si propone l'argomento: ," il nodo nelle strutture prefabbri-cate tridimensionali» articolato nei due aspetti:
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per i sistemi asta-nodo: ricerca di possibili soluzioni generatrici di forme geometriche spaziali concretizzabili in grigliati reticolari;
per i sistemi di prefabbricazione trave-pilastro: ricerca di so: luzioni tecnologiche in acciaio (nodi rigidi) che garantiscono l'indeformabilità geometrica globale del sistema e consentano una vasta gamma di soluzioni spaziali,
INDICE
Composizione del Consiglio di Facoltà
Premessa
Titoli di Ammissione Titoli Accademici conferiti dalla Facoltà Prospetto riassuntivo dei titoli di studi medi richiesti per la
5
9
11 12
iscrizione 13 Meccanizzazione dei Servizi amministrativi 15 Moduli meccanografici 16 Elenco degli insegnamenti attivati nell'anno accademico 1979-
1980 17 Codificazione degli insegnamenti 20 Lezioni e frequenza 22 :Piani di Studi della Facoltà 23 Concetti generali sui piani di studio individuali 24 Piano di Studio consigliato dalla Facoltà (nuovo ordinamento) 27 Delimitazioni delle sessioni di esami 29 Precedenze di esami 30 Convalida degli esami 30 Norme generali 35 Norme per l'esame di Laurea 36 Biblioteca 37 Scuola di perfezionamento in Rest_Ul'o dei Monumenti 38
PROGRAMMI
Insegnamenti fondamentali
Analisi matematica e Geometria analitica I (A, B, C, D) Analisi matematica e Geometria analitica II (A, D)
45 47
291
Analisi matematica e Geometria analitica n (B, C) Arredamento (A) Arredamento (B) Composizione architettonica I (A) Composizione architettonica I (B) Composizione arc"hitettonica I (C) Composizione architettonica I (D) Composizione architettonica I (E) Composizione architettonica II (A) Composizione architettonica n (B) Composizione architettonica II (C) Composizione architettonica n (D) Composizione architettonica III (A) Composizione architettonica III (B) Composizione architettonica III (C) Composizione architettonica IV (A) Composizione architettonica IV (B) Composizione architettonica IV (C) Composizione architettonica V (A) Composizione architettonica V (B) Composizione architettonica V (C) Composizione architettonica V (D) Disegno e Rilievo (A) Disegno e Rilievo (B) Disegno e Rilievo (C) Disegno e Rilievo (D) Disegno e Rilievo (E) Estimo ed esercizio professionale (A) Estimo ed esercizio professionale (B) Fisica (A) Fisica (B) Fisica tecnica ed impianti Geometria descrittiva (A)
. Geometria descrittiva (B) Geometria descrittiva (C) Geometria descrittiva (D)
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48 49 52 55 58 62 65 69 72 75 75 77 80 80 83 86 90 92 95 98
102 106 108 112 115 117 120 123 126 129 129 130 132 134 136 137
Igiene edilizia (A) Igiene edilizia (B) Restauro dei Monumenti Scienza delle costruzioni (A) Scienza delle costruzioni (B) Statica (A) (B) Statica (C) Statica (D) Storia dell' Architettura I (A) Storia dell'Architettura I (B) Storia dell'Architettura I (C) Storia dell'Architettura I (D) Storia dell'Architettura I (E) Storia dell'Architettura n (A) Storia dell'Architettura n (B) Storia dell'Architettura n (C) Storia dell'Architettura II (D) Tecnica delle costruzioni (A) Tecnica delle costruzioni (B) Tecnologia dell'Architettura I-n (A) (B) (C) Urbanistica I (A) Urbanistica I (B) Urbanistica I (C) Urbanistica II (A) Urbanistica II (B) Urbanistica II (C)
Insegnamenti complementari
Allestimento e Museografia Analisi dei sistemi urbani Arte dei giardini Caratteri stilistici e costruttivi dei Monumenti Complementi di Matematica Consolidamento e adattamento degli edifici Decorazione
139 142 144 152 153 155 158 161 164 169 173 176 178 180 181 182 184 188 191 192 212 216 219 221 225 225
231 233 236 240 245 247 250
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Illuminazione ed Acustica nell'Edilizia Indirizzi dell'Architettura moderna Letteratura artistica Lingua inglese Materiali da costruzione speciali Materie giuridiche Pianificazione territoriale urbanistica (A) Pianificazione territoriale urbanistica (B) Plastica Ponti e grandi strutture Progettazione per l'industria Scenografla Storia dell'Urbanistica Tipologia strutturale Unifìcazione e prefabbricazione
294
254 257 258 260 264 265 268 271 275 275 276 280 282 284 285
Tipolito «La Buona Stampa}) Napoli, dicembre 1979