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DEGLI STUDI DI NAPOLI di Architettura A DELLO STUDENTE SECONDA ANNO ACCADEMICO 1979-1980 ORDINAMENTO DEGLI STUDI

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DEGLI STUDI DI NAPOLI

di Architettura

A DELLO STUDENTE SECONDA ANNO ACCADEMICO 1979-1980

ORDINAMENTO DEGLI STUDI

PARTE SECONDA

GUIDA DELLO STUDENTE

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOL

Facoltà di Architettura

GUIDA DELLO STUDENTE PARTE SECONDA ANNO ACCADEMICO 1979-198

ORDINAMENTO DEGLI STUDI

~---~------~---------------

COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI FACOLTA

Anno Accademico 1979-80

PROFESSORI DI RUOLO

l. SIOLA UBERTO

2. FILO $PEZIALE STEFANIA 3. ALISIO GIANCARLO 4. ALISON FILIPPO 5. ANGRISANI MARCELLO 6. BISOGNI SALVATORE 7. CAPOBIANCO MICHELE 8. CARDARELLI URBANO 9. CARPUTI UGO

lO. CASTELLANO GIOVANNI 11. D'AMBROSIO RAFFAELE_ 12~ D'ANGELO GUIDO 13. DE FUSCO RENATO 14. DELLA SALA FRANCESCO 15. DE SETA CESARE 16. DI STEFANO ROBERTO 17. FABBROCINO VINCENZO 18~ F ADINI ANGELO 19. FUSCO GIRARD LUIGI

20. GANGEMI VIRGINIA

21. MANGO ROBERTO

22. MUROLO CLAUDIO

23. NUNZIATA MASSIMILIANO 24. PAGLIARA NICOLA 25. RIGILLO ARTURO

Praf. straorci. di Composizione architetto-nica - Preside

Prai. f.t. di Composizione architettonica Prof. ord. di Storia dell'Architettura Prat. straorci. di Arredamento Prof. ord. di Composizione architettonica Praf. straorci. di Composiz. architettonica Prat. ord. di Composizione architettonica Prof. ord. di Urbanistica Prat. ord. di Tecnica delle Costruzioni Prat. ord. di Scienza delle Costruzioni Prat. ord. di Urbanistica Prat. ord. di Materie giuridiche Prat. ord. di Storia dell'Architettura Praf. straord. di Composiz. architettonica Praf. ord. di Storia dell'Architettura Prof. ord. di Restauro d~i monumenti Prof. ord, di Tecnica delle Costruzioni Prof. ord. di Complementi di matematica Prof. ord. di Estimo ed esercizio profes-

sionale Prof. straord. di Tecnologia ddl'Architet-

tura Prof. ord. di Progettazione artistica per

l'industria Praf. straord. di Unificazione e prefab-

bricazione edilizia Prof. straord. di Compasiz. architettonica Praf. straord., di Composiz. architettcnica Praf. ord. di Urbanistica

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26. ROSSI LORIS ALDO . 27. RUSSO ERMOLLI ENNIO

28. SAMONA' ALBERTO 29. VENDITTI ARNALDO 30. VITTORINI MARCELLO

Prof. straord. di Composiz. architettonica PraE. ord. di Materiali speciali ProE. ord. di Composizione architettonica PraE. ord. di Storia dell'Architettura Praf. ord. eli Urbanistica

PROFESSORI INCARICATI STABILIZZATI

31. AMBROSIO ROSANNA

32. BARATTA ALESSANDRO 33. BELLI ATTILIO 34. BELLI PAOLO 35. BOCCIA SERAFINO 36. BONELLI MARIA ELISA 37. BORRELLI GAETANO 38. CANTONE GAETANA 39. CASTALDO DOMENICO

40. CELLA CARMELA

41. CENNAMO MICHELE 42. COCCHIA FABRIZIO 43. COLETTA MARIO 44. DALISI RICCARDO 45. D'ARISTOTILE ANNA MARIA

46. DE ANGELIS ALMERICO 47. DE FELICE EZIO 48 DEFEZ ALBERTO

49. DE FRANCISCIS GIOVANNI 50. DE ROSA LUCIANA 51. DI SIMONE GIORGIO 52. DIVICCARO M. LUIGIA

53. FIENGO GIUSEPPE

54. FORTE FRANCESCO 55. GAMBARDELLA ALFONSO 56. GIUSTI BACULO ADRIANA 57. GUBITOSI CAMlLO 58. IZ20 ALBERTO . 59. JOSSA PAOLO 60. LANINI ROMANO 61. LIUNI AGOSTINO

6

di Analisi matematica e geometria aD!1-

litica di Scienza dele Costruzioni di Urbanistica di Statica di Geometria descrittiva di Statica di Composizione architettonica di Storia dell'Architettura di Analisi matematica e geometria ana­

litica di Analisi matematica e geometria ana-

litica di Illuminazione ed acustica nell'Edilizia di Arredamento di Storia dell'Urbainstica di Composizione architettonica di Analisi matematica e geometria ana-

litica di Scenografia di Allestimento t:' museografia di Consolidamento e adattamento degli

edifici di Composizione architettonica di" Composizione architettonica di Arte dei giardini di Analisi matematica e geometria ana­

litica di Caratteri stilistici e costruttivi dei mo-

numenti di Urbanistica di Storia dell'Architettura di Disegno e Rilievo di Disegno e Rilievo di Composizione architettonica di Tipologia strutturale di Pianificazione terr. urb. di Estimo ed Esercizio professionale

62. MAlSANO STEFANIA di Statica 63. MARTINI GIULIA di Analisi matematica e geometria ana·

litica 64. l\IIAZZOLENJ DONATELLA di Composizione architettonica 65. MORMONE RAFFAELE di Letteratura artistica 66 MORRICA LUCIO di Decorazione 67. NOTO ANTONIO di Pomi e grandi strutture 68. ORLACCHIO DOMENICO di Tecnologia dell'architettura 69. PACIELLO STEFANO di Composizione architettonica 70. PALERMO CALOGERO di Geometria descrittiva 71. PAPALE GIANTRISTANO di Plastica ornamentale 72. PICA CIAMARRA MASSIMO di Composizione architettonica 73. PIEMONTESE LUIGI di Pianificazione tetro urb. . 74. RAGUSA LIGUORI FORTUNATA .li Analisi matematica e geometna an8-

litica 75. RENNA AGOSTINO :li Analisi dei sistemi urbani 76. RIGILLO TRONCONE MARIA ii Igiene edilizia 77. ROSI MASSIMO di Disegno e rilievo 78. SANTORO LUCIO di Storia dell'architettura 79. SBRIZIOLO ALFREDO di Composizione architettonica 80. SCARANO ROLANDO di Composizione architettoOlca in. SCIVITTARO ANTONIO di Disegno e rilievo 82. SGROSSO FRANCESE ANNA di Disegno e rilievo 83. STARACE FRANCESCO SAVERIO di Storia dell'archirettura 84. TUCCI FRANCESCO' di Analisi matematica e geometria ana-

litica 85. VENTRE ALDO di Geometria descrittiva 86. VITALE AUGUSTO di Tecnologia dell'Architettura

RAPPRESENTANTI DEI PROFESSORI INCARICATI NON STABILIZZATI E DEGLI ASSISTENTI DI RUOLO

87. DAL PIAZ ALESSANDRO 88. LA CRETA ROSA

89. 90.

Ass di ruolo di Urbanistica Ass. di ruolo di Tecnologia dell'architet­

tura

RAPPRESENTANTI DEI CONTRATTISTI

91. DE MASI PASQUALE Contrattista presso la Cattedra di Com­posizione architettonica I

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RAPPRESENTANTI DEGLI ASSEGNISTI

92. CAJATI CLAUDIO Assegnista presso la Cattedra di Compo­sizione architettonica IV

RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI

93. AVETA DANIELA 94. GAGLIARDO ELVIRA 95. SABATINO GIOVANNI 96. VIDETTA ANDREA

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PREMESSA

Gli studenti hanno l'obbligo di conoscere le disposizioni le­gislative e regolamentari che disciplinano la carriera scolastica universitaria.

Tali disposizioni sono contenute nel Testo Unico delle leggi sull'istruzione superiore, approvato con R.D. 31-8-1933, n. 1592, e successive modificazioni e nel Regolamento degli Studenti ap­provato con R.D. 4-6-1938, n. 1269.

L'Università di Napoli, allo scopo di portare a conoscenza de­gli studenti le più importanti di tali disposizioni, predispone an­nualmente la stampa della « Guida dello studente».

Tutti gli studenti, in corso e fuori corso, in regola con l'iscri­zione e con il pagamento delle tasse prescritte per l'anno acca­demico 1979-80 hanno diritto di ritirare gratuitamente dalla Se­greteria di Facoltà la Guida dello studente dietro esibizione del libretto universitario sul quale, a cura della Segreteria";;tessa, verrà posta apposita stampigliatura per attestare l'avvenuta consegna.

Eventuali nuove disposizioni di legge e di regolamento, mo­dificatrici delle norme in vigore, nonché gli avvisi e le comu­nicazioni varie, vengono pubblicate di volta in volta unicamente nell'albo della Segreteria di Facoltà.

Tanto la Guida dello Studente che le notizie affisse negli albi della Segreteria h_anno tenore di notificazioni .ufficiali agli inte­ressati.

Lo studente è il solo responsabile della validità degli atti di carriera scolastica da lui compiuti. Pertanto, gli esami indebita­mente sostenuti e gli atti di carriera scolastica invalidamente posti in essere saranno annullati.

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L'Ufficio di Segreteria non è obbligato a dar corso a pratiche per corrispondenza.

Per quanto attiene alla possibilità da parte dello studente di ottenere l'assegno di studio, lo studente interessato è pregato di rivolgersi agli uffici dell'opera universitaria (Via De Gasperi n. 45).

Gli Uffici della Presidenza della Facoltà non sono competenti In merito.

lO

TITOLI DI AMMISSIONE AL CORSO DI LAUREA DELLA FACOLTA

In base alle vigenti disposizioni di legge, possono iscriversi (Legge 11-12-1969 n. 910, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 13-12-1969):

a) i diplomati degli Istituti di istruzione secondaria di se­condo grado di durata quinquennale, ivi compresi i licei lingui­stici riconosciuti per legge, e coloro che abbiano superato i corsi integrativi previsti dalla legge;

b) indipendentemente dal titolo di istruzione secondaria superiore posseduto, chiunque sia munito di altra laurea (ad ec­cezione dei diplomati dell'ISEF e in Vigilanza scolastica).

I laureati presso altre Facoltà, in base agli studi compiuti per il conseguimento dell'alta laurea, possono, con dettbera del Con­siglio di Facoltà, essere ammessi ad un anno successivo al primo, con eventuale dispensa da iscrizioni a corsi e da esami di materie comuni ed affini.

Il

TITOLI ACCADEMICI CONFERITI DALLA FACOLTA

La Facoltà di Architettura conferisce la laurea in Architettura.

La durata del corso degli studi è di cinque anni.

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TITOLI DI STUDI RICHIESTI PER L'ISCRIZIONE

- Maturità Classica

- Maturità Scientifica

- Maturità Tecnica

- Perito agrario - Ragioniere e perito commerciale ~ Ragioniere e perito commerciale e perito-

specializzato - Specializzato per il commercio con l'Estero - Geometra

t Dà adito a tutte le Facoltà

l Dà adito a tutte le Facoltà

- Aspirante al comando di navi mercantili _ Aspirante alla direzione di macchine di navi Dà adito ~tutte le Facoltà

mercantili - Aspirante alla professione di costruttore na­

vale - Perito aziendale e corrispondente in lingue

estere - Perito per il turismo - Perito industriale capotecnico - Maturità tecnica femminile

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_ Matuntà Professionale (conseguita non prima del­l'anno scolastico 1969-70) (Circolare Ministeriale n. 3214 del 24-12-1969) per: _ Tecnico della cinematografia e della Televi-

sione - Odontotecnico . - Tecnico delle industrie meccaniche - Tecnico delle industrie elettriche ed elettro-

niche "- Tecnico delle industrie chimiche - Segretario di amministdlzione \ _ Operatore commerciale Dà adito a tutte le Facoltà - Analista contabile _ Tecnico per le attività alberghiere - Operatore turistico _ Disegnatrice stilistica di moda _ Tecnico della grafica e della pubblicità - Assistente per comunità infantili _ Agrotecnico (dall'anno accademico 1972-73) - Tecnico delle lavorazioni ·ceramiche _ Tecnica di radiologia medica (Circolare Mini­

steriale n. 1220 del 4-2-1977)

_ Maturità Linguistica conseguita presso: Licei ri­conosciuti (consultare l'elenco a pag. 24 della Guida dello Studente parte prima anno acca­demico 1979-80)

- Maturità Magistrale

- Maturità artistica

I D' l a adito a tutte le Facoltà

ì Dà adito alla Facoltà di Magistero; completata dal

j corso annuale ir.tegrr.tivo dà adito a tutte le Facoltà

\ Dà adito alla Facoltà di

I Architettura; completata

j dal corso annuale integra­tivo dà adito a tutte le Facoltà.

- Maturità Arte Applicata (legge 24-9-1970, n. 9621 (D'adito a tutte le Facoltà e Cire. Min. n. 5921 del 29-12-1970). ! a

- Licenza Lic. Europea conseguita presso la scuola I D' a adito a tutte le Facoltà di Varese (Circolare Min. n. 3512 del 27-11-67) l

_ Diploma di maestra per l'Economia domestica (ri­lasciato dalle ex Scuole di Magistero professio­nale per la donna - Nota Min. P. L n. 4125 del 6-11-1971)

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I D' I a adito a tutte le Facoltà

MECCANIZZAZIONE DEI SERVIZI AMMINISTRATIVI

Si porta a conoscenza degli studenti della Facoltà di Archi­tettura che è stata attuata la meccanizzazione dei servizi ammi­nistrativi della Segreteria della Facoltà, a mezzo del Centro Elet­tronico Amministrativo.

Tale innovazione riguarda soltanto glì studenti immatricolati a decorrere dall'anno accademico 1968/69 in poi.

Pertanto gli studenti interessati, per ciascun atto di carriera scolastica, devono riempire appositi moduli per uso del servizio meccanizzato. Tali moduli, da ritirare presso gli sportelli della Se­greteria di Facoltà, devono essere riempiti con esattezza e chia­rezza, nell'interesse stesso dello studente.

Nei casi di mancata presentazione del modulo o di inesatta compilazione dello stesso, le richieste avanzate dalla- studente ri­marranno inevase o sospese.

Pertanto, per assicurare la piena riuscita del servizio di mecca­nizzazione, si raccomanda la completa collaborazione degli stu­denti.

Per le stesse esigenze del nuovo sistema, si ricorda che le tasse scolastiche devono essere pagate usufruendo esclusivamente di bollettini di c/c postale predisposti dall'Amministrazione uni­versitaria, che si ritirano gratuitamente presso la Segreteria di Facoltà.

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Mod. Sm/l modo Sm/2 modo Sm/3 modo Sm/5 modo Sm/6 modo Sm/7 modo Sm/8 modo Sm/9 modo Sm/10 modo L/l

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MODULI MECCANOGRAFICI

per l'immatricolazione per la richiesta dispensa tasse per la richiesta certificati per la richiesta di passaggio per la richiesta di trasferimento per trasferimento in arrivo per la domanda di esame per iscnzl0ne anni successivi al primo per l'immatricolazione dei laureati

- per la presentazione del piano di studio

ELENCO DEGLI INSEGNAMENTI ATTIVATI NELL'ANNO ACCADEMICO 1979-80

Insegnamenti fondamentali:

Analisi matematica e geometria anali­tica l° (Al

Analisi matematica e geometria anali­tica 1 () (B)

Analisi matematica e geometria anali­tica l° (C)

Analisi matematica e geometria anali­tica 1" (D)

Analisi matematica e geometria anali­tica 2" (A)

Analisi matematica e geometria anali­tica 2° (B)

Analisi matematica e geometria anali­tica 2') (C)

Analisi matematica e geometria anali-tica 2" (Dj

Arredamento (A) Arredamento (E) Composizione architettonica lo (A) Composizione anò.itettonÌca lo (E) Composizione architettonica l° (C) Composizione architettonica lO (D) Composizione architettonica lo (E) Composizione architettonica 2v (A) Composizione architettonica 2° (B) Composizione architettonica 2° (C) Composizione architettonica 2° (D) Composizione architettonica 30 (A) Composizione architettonica }O (B) Composizione architettonica }O (C) Composizione architettonica 4° (A)

Castaldo D.

Ragusa Liguori F.

Martini G.

Tucci F.

Cella C.

D'Aristotile A. M.

Diviccaro M. L.

Ambrosia R. Alison F. Cocchia F. De Franciscis G. Bottelli G. Paciello S. 1zzo A. Scarano R. Angrisani M Mazzoleni D. Nunziata M. De Rosa L. Bisogni S. Dalisi R. Siola U. Pagliara N.

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato Straordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Straordinario Stabilizzato Straordinario Stabilizzato Straordinario Straordinario

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Composizione architettonica 4° (B) Co .. ;nposizione architettonica 40 (C) Composizione architettonica 50 (A) Composizione architettonica 5° (B) Composizione architettonit:a 5° (C) Disegno e"" Rilievo (A) Disegno e' Rilievo (B) Disegno e Rilievo -(C) Disegno. e Rilievo (D) Disegno e Riliev.o (E) Estimo ed 'Ese.t.cizio Professionale (A)

. Esti~o ed Esercizio Professionale (B) Fisica (A) Fisica (B) Fisica tecnica ed impianti Geometria Descrittiva (A) GeometrJ:a Descrittiva (B) Geometria Descrittiva (C) Geometria Descrittiva (D) Igiene Edilizia (Al Igiene Edilizia (B) Scienze delle Costruzioni (A) Scienza delle Costruzioni (B) Restauro dei Monumenti Statica (A) Statica (B) Statica (C) Statica (D) Storia dell'Architettura lo (A) Storia dell'Architettura lo (B) Storia dell'Architettura lO (C) Storia dell'Architettur~ lo (D) Storia dell'Architettura lO (E) Storia dell'Architettura 2° (A) Storia dell'Architettura 2° (B) Storia dell'Architettura 2° (C) Storia dell'Architettura 2° (D) Tecnica delI Costruzioni (Al Tecnica delle Costruzioni (B) Tecnologia dell'Architettura l° (Al Tecnologia dell'Architettura II' rE) Tecnologia dell'Architettura l<l (C) Tecnologia dell'Architettura 2° (Al Tecnologia dell'Architettura 2° (B) Tecnologia dell'Architettura 2° (C) Urbanisti.ca In (Al Urbanistica 1 {) (B) Urbanistica l° (e)

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Samonà A. Sbriziolq A .. Capobianco M. Della Sala" E Pica Ciamarra M. Sgrosso A. Sc!vittaro A. Rosi M. Giusti Baculo A. Gubitosi C. Liuru A. Fusco Girard L. Cutolo M. Colantuoni G. Russo Spena A. Boccia S. Palermo C. UEsse Penta R. Ventre A. Rigillo Troncone M. Spirito F. Castellano G. Baratta A. Di Stefano R. Bonelli M" K Maisano S. Boscotrecase L. Belli p" Gambardella A. Santoro L. Starace F. Cantone G. Pane G. De Fusco R. De Seta C. Alisio G. Venditti A. Carputi U. Fabbrocino V. Orlacchio D. Caterina G. Vitale A. Gangemi V. Capasso A. La Creta R. Rigillo k Forte F. Belli A"

Ordinario Stabilizzato Ordinario Straordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Ordinario Incaricato Incaricato Incaricato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Ordinario Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Ordinario Straordinario Straordinario Ordinario Ordinario Straordinario Stabilizzato I nc~ricato Stabilizzato Straordinario Incaricato Incaricato Straordinarill Stabilizzato Stabilizzato

Urbanistica 2° (A} Urbli'nistica 2° (B) Urbanistica 2° (C)

Insegnamenti Complementari:

Allestimento e Museografia Analisi dei Sistemi urbani Arte dei Giardini Caratteri stilistici e costruttivi dei Mo­

numenti Complementi di matematica Consolidamento e adattamento degli

edifici Decorazione Illuminazione ed Acustica nell 'Edilizia Indirizzi dell'Architettura moderna Letteratura artistica Lingua inglese Materiali da costruzione speciali Materie giuridiche Pianificazione Territoriale Urb. (A) Pianificazione Territoriale Urb. (B) Plastica Ponti e Grandi Strutture Progettazione artistica per l'Industria Scenografia Storia dell'Urbanistica Tipologia Strutturale Unificazione e Prefabbricazione

D'Ambrosia R. Cardarelli U. Vittorini M.

De Felice· E. Renna A. Di Simone G.

Fiengo G. Fadini A.

Defez A. Morrica L. Cennamo M. De Fusco R. Mormone R. De Vivo Russo Ermolli D'Angelo G" Lanini R. Piemontese L Papale G. Noto A. Mango R. De Angelis A" Coletta M. Jossa P. Murolo C.

K

Ordinario Straordinario Ordinario

Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato

Stabilizzato Straordinario

Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Stabilizzato Incaricato Straordinario Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Straordinario

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La

CODIFICAZIONE DEGLI INSEGNAMENTI DELLA FACOLTA

Analisi matematica e geom. anal. I Analisi matematica e geom. anal. II Composizione architettonica I Composizione architettonica II Composizione architettonica III Composizione architettonica IV Composizione architettonica V Disegno e rilievo Geometria descrittiva Restauro dei monumenti Scienza delle costruzioni Statica Storia dell'Architettura I Storia dell'Architettura II Tecnica delle costruzioni Tecnologia dell'Architettura I Tecnologia dell'Architettura II Urbanistica I Urbanistica II Allestimento e Museografia Analisi dei sistemi urbani Arredamento Arte dei giardini Caratteri stilistici e costr. dei monumenti Complementi di matematica

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(25/04) (25/10) (25/28) (25/34) (25/67) (25/71) (25/72) (25/61) (25/60) (25/32) (25/25) (25/63 ) (25/62) (25/65) (25/69) (25/64) (25/66) (25/29) (25/35) (25/73) (25/74) (25/70) (25/50) (25/22) (25/75)

Consolidamento e adattamento degli edifici Decorazione Estimo ed esercizio professionale Fisica Fisica tecnica ed impianti Igiene .edilizia Illuminazione e acustica nell' edilizia Indirizzi dell' Architettura moderna Letteratura artistica Lingua Inglese Materie giuridiche Materiali da costruzione speciali Pianificazione territoriale urbanistica Plastica Ponti e grandi strutture Progettazione artistica per l'industria Scenografia Storia dell'urbanistica Tipologia strutturale Unificazione e prefabbricazione

(25/52) (25 / 5 3) (25/37) (25/13) (25/68) (25/26) (25/76) (25/77) (25/78) (25/41) (25/55) (25/79) (25/56 ) (25/43) (25/80) (25/57) (25/58) (25/81) (25/82) (25/84)

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LEZIONI E FREQUENZA

A proposito della frequenza alle lezioni, si rièorda che il R.D. 4-6-1938, n. 1269, sempre in vigore, dice testualmente:

« I professori ufficiali e i liberi docenti si accertano della fre­quenza e del profitto nel modo che credono più opportuno ».

_ Attualmente, per deliberazione del Consiglio di Facoltà, gli studenti sono esonerati dal presentare in Segreteria la firma di frequenza.

Si fa presente che data la particolare natura degli studi di Architettura è -indispensabile che gli studenti seguano con assi­duità le lezioni.

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PIANI DI STUDI DELLA FACOLTA

Gli studenti possono conseguire la laurea seguendo l'ordina­mento didattico consigliato dalla Facoltà (secondo il nuovo or­dinamento) Decr. Preso n. 995 del 31-10-1969) oppure scegliendo un piano di studio individuale.

Il piano di studio ufficiale è composto da un numero rigido di determinati insegnamenti (detti fondamentali e uguali per tutti gli stessi corsi di laurea delle Università italiane) e da un numero molto minore di insegnamenti (detti complementari), che vengono scelti in un vasto gruppo per lasciare maggiore libertà allo studente.

Il piano di studio ufficiale viene automaticamente scelto e seguito da quegli studenti che non presentano alcuna domanda per variarlo.

Anche per l'iscrizione ai corsi, lo studente viene iscritto di ufficio a tutti gli insegnamenti fondamentali e a tutti quelli com­plementari contenuti nell'elenco del corso di laurea.

Inoltre gli stUdenti, anziché seguire il piano di studio pre­disposto dal Consiglio di Facoltà, secondo il nuovo ordinamento didattico (piano di studio ufficiale), possono compilare un piano di studio diverso da esso (piano di studio individuale); in questo secondo caso il piano di studio dev'essere approvato dalla Facoltà.

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CONCETTI GENERALI SUI PIANI DI STUDIO INDIVIDUALI

La legge 11-12-1969, n. 910, art. 2 (G.U. del 31-12-1969 n. 314, p. 7621) dice testualmente: '

"Per l'~nno accademico 1969-70, lo studente può predisporre un plano dI stud, dIverso da quello previsto dall'ordinamento didattico in vigore, purché nell' ambito delle discipline effettiva­mente znsegnate e nel numero degli insegnamenti stabiliti. , «Il piano è sottoposto, non oltre il mese di gennaio, al­

I approvaZiOne del Consiglio di Facoltà, che decide, tenuto conto delle esigenze di formazione culturale e di preparazione profes­sionale dello srudepte ».

La legge 30-11-1970, n. 924, art. 4 (G.U. del 9-12-1970 n. 310, p. 8142) dice testualmente: '

« I! termine di presentazione da parte degli studenti di piani di d d stu io in ividuali, è fissato al 31 dicembre di ciascun anno accademico. Quello per le decisioni dei Consigli di Facoltà è fis­sato al 31 gennaio di ciascun anno accademico ».

. I! concetto informatore della legge è di lasciare la possibilità agh studenti di predisporre piani di studio razionali, logicamente strutturatI che tengano conto sia delle loro possibili inclinazioni sia della necessità di mantenere e possibilmente migliorare il li: vello della loro preparazione culturale e professionale.

Lo studente ha la possibilità di formulare un piano di studi c?mplementare a sua scelta. È chiaro che la Facoltà valuterà questi pIalli con partIcolare attenzione, essendo suo dovere tener conto « delle esigenze di formazione culturale e di preparazione profes-

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sionale dello studente ». Il Consiglio di Facoltà potrà anche spo· stare gli insegnamenti da un anno all'altro.

Dopo l'approvazione da parte della Facoltà, tutti gli esami degli insegnamenti indicati nel piano di studio presentato di­ventano obbligatori e quindi non possono essere né sostituiti né anticipati di anno. Potranno, invece, essere posticipati anche se ciò chiaramente influirà sull'eventuale diritto all'assegno di studio. E chiaro che il piano di studio presentato ha valore del!' anno ac­cademico per cui esso viene presentato (ad esempio, il piano presentato per l'anno accademico 1979-80 inizia ad avere validità dalla sessione estiva 1980, cioè dal maggio 1980); esso non può avere in nessun caso valore retroattivo, per cui fino alla sessione invernale (appello straordinario di febbraio) immediatamente suc­cessiva a quella della presentazione (nel caso dell'esempio per gli esami da sostenere fino a marzo 1980) avrà valore il piano di stu­dio approvato per l'anno precedente (anno accademico 1978-79).

Ove mai gli studenti sostenessero e superassero esami non inclusi nei piani di studio presentati ed approvati dalla Facoltà, detti esami saranno annullati e non risulteranno indicati in nessun tipo di certificato. Infatti la presentazione di un piano di studio da parte dello studente, ave approvato dalla Facoltà costituisce un'ef­fettiva sostituzione dell'ordinamento didattico tradizionale che lo studente è tenuto a rispettare. Nel caso che esso venga approvato con modifiche si convocherà lo studente affinché ne prenda vi­sione. Se lo studente non si presenta alla convocazione indicata, egli sarà tenuto a seguire il piano tradizionale o quello approvato l'anno precedente.

E opportuno sottolineare che per ogni anno accademico lo studente ha la facotà di presentare un nuovo piano di studio, che comunque inizia ad avere validità -" ave approvato - dall'anno accademico della sua presentazione. E da sottolineare, però, come ciò sia assolutamente sconsigliabile in quanto la scelta del piano dovrebbe essere fatta dopo profonda meditazione.

I! piano di studio deve essere formulato in maniera completa, cioè per tutti gli anni accademici di durata del corso di laurea. Per quanto attiene agli esami relativi agli anni precedenti a quello del-

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la presentazione del piano di studi lo studente deve riportare nel modulo, senza alcuna moaifica, l'indicazione degli esami superati includendoli negli anni di corso in cui ha frequentato (senza tI­

guardo a quando l'esame è stato effettivamente superato).

Pertanto, si ripete ancora che per l'anno accademico prece­dente a quello per cui è stato presentato il piano di studio, gli studenti sono tenuti a rispettare il piano di studio approvato per detto anno.

Si fa inoltre presente che un anno accademico può essere ritenuto valido solo quando sia comprensivo del numero minimo di insegnamenti, che non può essere inferiore a 3 per ciascun annO. È chiaro che questa disposizione è valida soltanto per gli studenti che presentano piani di studio alternativo.

Per quanto riguarda gli studenti che si trasferiscono da altra Università non potrà tenersi conto di piani di studio approvati in altra sede. Pertanto, lo studente è invitato a presentare un piano di studio secondo le norme indicate in questo opuscolo, a partire dall'anno accademico in cui egli risulterà trasferito a questa sede, sempreché. il trasferimento sia avvenuto entro il 31 dicembre. Lo studente comunque, non potrà conseguire la laurea presso questa sede senza che questa Facoltà abbia espresso il suo parere di vali­dità sul piano di studio complessivo seguito dallo studente.

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PIANO DI STUDIO CONSIGLIATO DALLA FACOLTA PER GLI STUDENTI CHE SEGUONO IL CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA IN BASE AL NUOVO ORDINAMENTO (Tab. XXX Decreto Presidente della Repubblica 31-10-1969, n. 995)

I Anno

Analisi matematica e geometria analitica (l" anno del corso) Geometria descrittiva. Disegno e rilievo. Composizione architettonica (primo anno del corso). Storia dell'architettura (primo anno del corso). Due insegnamenti complementari a scelta.

II Anno

Analisi matematica e geometria analitica (2' anno del corso) Statica. Tecnologia dell'architettura (primo anno del corso). Composizione architettonica (secondo anno del corso). Storia dell'architettura (secondo anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.

III Anno

Fisica. Scienza. delle costruzioni. Tecnologia dell'architettura (secondo anno del corso). Composizione architettonica (terzo anno del corso).

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Urbanistica (primo anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.

IV Anno

Fisica tecnica ed impianti. Tecnica delle costruzioni. Arredamento. Igiene edilizia. Composizione architettonica (quarto anno del corso). Urbanistica (secondo anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.

V Anno

Estimo ed esercizio professionale. Restauro dei monumenti. Composizione architettonica (quinto anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.

Insegnamenti complementari tra i quali lo studente dovrà sce­glierne sei distribuendoli: 2 allo anno ed 1 per ogni anno suc­cessivo:

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Allestimento e museografia (annuale). Analisi dei sistemi urbani (annuale). Arte dei giardini (Architettura del paesaggio) (annuale). Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti (annuale). Decorazione (annuale). Illuminazione e acustica nell'edilizia (annuale). Indirizzi dell'architettura moderna (annuale). Letteratura artistica (annuale). Lingua Inglese (annuale). Materiali da costruzione speciali (annuale). Materie giuridiche (annuale). Pianificazione territoriale urbanistica (annuale). Plastica ornamentale (annuale).

Ponti e grandi strutture (annuale). Progettazione artistica per l'industria (annuale). Scenografia (annuale). Storia dell'urbanistica (annuale). Tipologia strutturale (Morfologia strutturale) (annuale). Unificazione e prefabbricazione (annuale).

Gli insegnamenti a corso biennale e pluriennali comportano l'esame alla fine di ogni anno di corso.

Gli esami di profitto e quelli di laurea o diploma si danno, per ciascun anno accademico, in due sessioni ordinarie (estiva e autunnale) e nell'appello straordinario di febbraio (disciplinato quest'ultimo, dalle norme contenute nelle leggi 5-11-1955 n. 8 e 1"-2-1956 n. 34).

Nell'appello straordinario di febbraio, però, gli studenti in corso possono sostenere al massimo 2 esami.

In particolare si ricorda che nell'appello di febbraio non pos­sono essere ripetuti esami già sostenuti con esito negativo per due volte consecutive nelle sessioni ordinarie dell'anno accademico (estivo ed auturmale).

DELIMITAZIONI DELLE SESSIONI DI ESAMI

Il Senato Accademico nell'adunanza del 3-4-19-73 ha delibe­rato la ripartizione in sessioni degli appelli di esami come segue:

sesszone estiva:

sessione autunnale:

sesszone invernale:

maggio; giugno; luglio; ottobre;

novembre; dicembre; gennaio;

febbraio; marzo.

Circa la data degli appelli, gli studenti prenderanno accordi diretti con i singoli Professori ufficiali.

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PRECEDENZE DI ESAMI

Come da delibera del Consiglio di Facoltà del 5-1-1972 lo studente:

Non può essere ammesso a sostenere l'esame di:

Statica e Fisica tecnica e im­pianti

Scienza delle costruzioni Composizione architettonica, Analisi matematica e geome­tria analitica, Storia dell'archi­tettura, Tecnologia dell'archi­tettura, Urbanistica

Composizione architettonica V

Restauro

Tecnica delle costruzioni

Se non ha superato 1'esame di:

Analisi matematica e geome­tria analitica II

Statica Nella serie degli esami stabiliti dalla Facoltà per queste mate­rie non può essere sostenuto un esame senza che sia stato superato il precedente.

Scienza delle costruzioni

Storia dell'architettura II.

Scienza delle costruzioni.

CONVALIDA DEGLI ESAMI SOSTENUTI CON IL VECCHIO ORDINAMENTO PER GLI STUDENTI CHE OPTANO

PER IL NUOVO ORDINAMENTO

Gli studenti che con il vec­chio ordinamento hanno soste­nuto l'esame di:

Elementi di architettura e ri­lievo dei monumenti I

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Avranno convalidato con il nuovo ordinamento l'esame di:

Composizione architettonica I

Elementi di architettura e ri­lievo dei monumenti II

Geometria descrittiva ed ele­menti di proiettiva (con i pro­grammi degli anni accademici .1966-1967 e retro)

Geometria descrittiva ed ele­menti di proiettiva (con i pro­grammi degli anni accademici 1967-1968 e 1968-1969)

Disegno dal vero I ed Appli­cazione di geometria descrit­tiva

Disegno dal vero I

Disegno dal vero II

Fisica tecnica

Fisica tecnica ed Impianti tecnici

Scienza delle costruzioni II

Composizione architettonica I

Architettura degli interni, ar­redamento e decorazÌoni I e/o arredamento e decorazioni II

Composizione architettonica II

Geometria descrittiva

Geometria descrittiva (svol­gendo la parte integrativa di Applicazione di geometria de­scrittiva)

Disegno e rilievo

Disegno e rilievo (svolgendo la parte integrativa di Applica­zione di geometria descrittiva)

Disegno dal vero (insegnamen­to complementare)

Fisica tecnica ed ampianti (svolgendo la parte integrativa di Impianti tec"ici)

Fisica tecnica ed impianti

Tecnica delle costruzioni (svol­gendo la parte integrativa di Tecnologia dei materiali)

Composizione IV

Arredamento

architettonica

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Chimica generale ed applicata - Mineralogia e geologia

Elementi costruttivi

Chimica generale ed applicata

Mineralogia e geologia

Caratteri distributivi

Elementi di composizione

Caratteri distributivi ed Ele­menti di Composizione

Storia dell'arte e Storia e stili dell'architettura I

Analisi matematica e geome­tria analitica I

Storia dell' arte e Storia e stili del!' architettura II

Analisi matematica e geome­tria analitica II

Fisica (con i programmi degli anni accademici 1965-1966 e 1968-1969)

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Tecnologia dell'architettura I

Tecnologia dell'architettura II

Tecnologia dell'architettura I (svolgendo la parte integrativa di Mineralogia e geologia)

Tecnologia dell'architettura I (svolgendo la parte integrativa tiva di Chimica generale ed applicata) Composizione architettonica III

Composizione III

architettonica

Composizione architettonica III e IV (ma dovranno soste­nere l'esame di Composizione architettonica V obbligatoria­mente)

Storia dell'architettura I

Analisi matematica e geome­tria analitica I

Storia dell'architettura II

Analisi matematica e geome­tria analitica II

Statica

Fisica (con i programmi degli anni accademici 1964-1965 -retro)

Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti

Meccanica razionale estatica grafica (con i programmi degli anni accademici 1965-1966 1968-1969)

Meccanica razionale estatica grafica (con i programmi degli anni accademici 1964-1965 e retro)

Scienza delle costruzioni l

Igiene edilizia

Urbanistica I

Restauro dei monumenti

Topografia e costruzioni stra­dali

Urbanistica II

Estimo ed esercizio professio­nale

Tecnologia dei materiali e tec­nica delle costruzioni

Composizione architettonica II

Letteratura italiana

Lingua inglese

Fisica

Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti (insegnamento complementare)

Fisica

Statica

Scienza delle costruzioni

Igiene edilizia

Urbanisrica I

Restauro dei monumenti

Topografia (insegnamento com­plementare)

Urbanistica II

Estimo ed esercizio professio­nale

Tecnica delle costruzioni

Composizione architettonica V

Letteratura artistica

Lingua inglese

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Lingua tedesca

Plastica ornamentale

Decorazione

Arte dei giardini

Materie giuridiche

Scenografia

Complementi di matematica

Progettazione artistica dell'in­dustria

Caratteri dell'architettura mo­derna

Grandi strutture spaziali

Pianificazione territoriale del­l'Urbanistica

Consolidamento ed adattamen­to degli edifici

Applicazione di geometria de­scrittiva

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Lingua tedesca

Plastica ornamentale

Decorazione

Arte dei giardini

Materie giuridiche

Scenografia

Complementi di matematica

Progettazione artistica dell'in­dustria

Indirizzi dell'architettura mo· derna

Ponti e grandi strutture

Pianificazione territoriale del­l'Urbanistica

Consolidamento ed adattamen­to degli edifici

Applicazione di geometria de­scrittiva

NORME GENERALI

Gli insegnamenti sono svolti sotto forma di lezioni teoriche e di esercitazioni pratiche e possono essere integrati da visite a monumenti, edifici e cantieri che presentino particolare inte­resse ai fini dell'insegnamento. Gli insegnamenti comprtano l'esa­me alla fine di ogni anno o semestre di corso.

Per essere ammessa all'esame di laurea, lo studente deve aver seguito le.lezioni e le esercitazioni, e deve aver superato i relativi esami di tutti gli insegnamenti. fondamentali e dei sei corople­mentari da lui scelti fra quelli indicati dalla Facoltà.

E altresì ammesso all' esame di laurea lo studente che abbia seguito le lezioni e le esercitazioni, e che abbia superato i relativi esami di tutti gli insegnamenti del piano di studio da lui pre­disposto ai sensi dell'art. 2 della legge 11-12-1969, n. 910, pro­rogata con legge 30-11-1970 n. 924.

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NORME PER L'ESAME DI LAUREA

Lo studente almeno sei mesi prima della sessione di laurea dovrà concordare con il professore relatore l'assegnazione della tesi che dovrà svolgere.

Per essere ammesso all'esame di laurea, lo studente deve aver seguito i corsi e superato, almeno quindici giorni prima della seduta di laurea, gli esami di tutti gli insegnamenti fondamentali e complementari, previsti dal piano degli studi (sia eSl;O quello ufficiale ovvero individuale cioè prescelto daIlo studente ed ap­provato dal Consiglio di Facoltà).

Nel termine prescritto, lo studente deve presentare aIla Se­greteria della Facoltà apposita domanda di ammissione, corredata dalIa quietanza attestante il pagamento della sopratassa esame di laurea e dal nulla osta, rilasciato dal Relatore, per l'ammissione all'esame di laurea.

L'esame di laurea consiste: a) nella redazione di un progetto di architettura o di ur­

banistica o storiografia dell'architettura e dell'urbanistica. II pro­getto deve essere completo nei riguardi dell'arte e della tecnica, in modo da poter esser considerato esecutivo in ogni sua parte, e svolto dallo studente durante l'ultimo anno di corso;

b) in una discussione sullo svolgimento del progetto o della monografia.

Si ricorda, infine, che l'esame di laurea non dovrà identificarsi in alcun modo con il corso e l'esame di Composizione Archi­tettonica V, come del resto già da tempo stabilito dal Consiglio di Facoltà.

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BIBLIOTECA

La Biblioteca della Facoltà è aperta al pubblico dalle ore 9 alle ore 19 dei giorni feriali, escluso il sabato, in cui è aperta dalle ore 9 alle ore 13.

Sono ammessi alla consultazione gli studenti, i docenti uni­versitari, nonché i laureati e gli studiosi, relativamente ad opere non reperibili presso altre biblioteche, previa autorizzazione del Direttore.

La consultazione dei periodici termina alle ore 14. II prestito è concesso ai professori di ruolo ed ai professori

incaricati della Facoltà, nonché agli assistenti, con malleveria dei Direttori d'Istituto.

Le opere rare, quelle di frequente consultazione, i codici, le enciclopedie, i dizionari, i repertori bibliografici, gli atlanti, le raccolte di tavole ed i periodici sono tassativamente..esclusi dal prestito. .

Funziona un servizio di riproduzione fotomeccanica.

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SCUOLA DI PERFEZIONAMENTO IN RESTAURO DEI MONUMENTI

E istituita, presso la Facoltà di Architettura, la Scuola di per­fezionamento in Restauro dei monumenti, con lo scopo di in­crementare la preparazione storico-artistica e tecnica dei profes­sionisti, impegnati nella attività di restauro e di tutela dei mo­numenti e nella pianificazione urbanistica dei centri urbani.

In particolare, la scuola si propone anche di preparare gli architetti alle funzioni tecniche e scientifiche che vengono svolte presso le sopraintendenze ai monumenti.

La scuola svolge un corso di insegnamento della durata di due anni e rilascia un diploma di perfezionamento in restauro dei monumenti.

Sono ammessi alla scuola i laureati in architettura ed inge­gneria civile (sezione edile). Il numero massimo degli iscritti è di 50 per ogni anno di corso. .

Della accettazione delle domande giudica, anno per anno, il consiglio direttivo della scuola, su proposta del direttore.

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Gli insegnamenti della scuola sono i seguenti:

a) Fondamentali:

Teoria e storia del restauro dei monumenti; Urbanistica dei centri antichi; Consolidamento ed adattamento degli edifici; Restauro dei dipinti, affreschi e mosaici; Nozioni giuridiche ed amministrative.

b) Complementari:

Storia dell'architettura; Storia dell'arte; Cantieristica; Estimo e contabilità dei lavori.

Le lezioni relative agli insegnamenti suddetti saranno integrate da conferenze svolte da specialisti dei vari settori.

Il consiglio potrà anche istituire altri corsi non compresi nel suddetto elenco.

Ciascun insegnamento fondamentale comporta un unico esa­me alla fine del biennio; e tali esami sono ammessi gli allievi che abbiano frequentato almeno due terzi delle lezioni di ciascun corso. La frequenza viene attestata da ciascun docente.

Le commissioni giudicatrici sono composte da tre insegnanti della scuola e sono presiedute ciascuna dal docente della materia in esame.

Gli esami hanno luogo in due sessioni, estiva ed autunnale.

L'iscritto che ha superato tutti gli esami degli insegnamenti fondamentali e di almeno due complementari è ammesso all'esame di diploma.

L'allievo che non abbia sostenuto le prove di esame nel ter­mine prescritto, potrà ottenere l'iscrizione fuori .....corso soltanto per un anno.

L'esame di diploma si sostiene dinanzi al consiglio direttivo riunito in commissione, che in nessun caso dovrà essere costituita da meno di cinque professori.

Il candidato deve presentare una dissertazione scritta, accom­pagnaia da eventuali altri elaborati, su di un tema scelto dal­l'allievo, d'accordo con il docente della materia e deve discuterla davanti alla commissione, nell'ambito di un colloquio che dimstri la sua adegùata preparazione nella specializzazione.

I candidati non riconosciuti idonei potranno presentarsi al­l'esame di diploma dopo un altro anno di frequenza alla scuola. Nel caso che essi anche al secondo esaine di diploma non sIano

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riconosciuti idonei, saranno senz'altro esclusi da ogni ulteriore prova.

La scuola è retta da un consiglio direttivo, composto dai pro­fessori che insegnano nella scuola stessa, i quali eleggono tra loro il direttore che lo presiede per un triennio ed è rieleggibile. Il consiglio stabilisce l'ordinamento e l'indirizzo degli studi nonché il numero delle elezioni per ogni singolo insegnamento.

Gli incarichi di insegnamento sono conferiti su proposta del Consiglio della Facoltà di architettura, approvata dal Senato acca­demico e dal Consiglio di Amministrazione dell'Università di Na­poli. Gli insegnanti possono essere scelti tra i professori di ruolo e fuori ruolo, tra i liberi docenti e anche tra specialisti o stranieri, di chiara e riconosciuta competenza.

Gli iscritti alla scuola di perfezionamento sono tenuti a pagare le tasse, le sopratasse, la tassa di diploma, nonché tutti gli altri contributi stabiliti per gli studenti iscritti alla facoltà di Archi­tettura dell'Università di Napoli.

Essi sono tenuti, altresì, a pagare un contributo speciale nella misura che sarà determinata annualmente dal consiglio di am­ministrazione, su proposta del consiglio direttivo della scuola.

La tassa di diploma è fissata nella misura di L. 6.000, ai sensi della legge 18 dicembre 1951, n. 1551.

La presentazione delle domande di ammissione scade impro­rogabilmente il 5 novembre di ogni anno.

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PROGRAMMI

INSEGNAMENTI FONDAMENTALI

ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA I

(A) (B) (C) (D)

Prof. Francesco T ucci Prof. Domenico Castaldo Prof. A. Maria D'Aristotile Prof. Carmela Cella

Premessa comune ai quattro C01'si -

Quale breve premessa teorica e metodologica al programma didattico di Analisi matematica e Geometria analitica I che qui di seguito andiamo ad esporre per gli studenti del primo anno di corso, possiamo dire che è nostro intendimento fonda11lentale par­tire dal recupero delle conoscenze matematiche che i giovani han­no già acquisito nella Scuola secondaria superiore, cercando di colmare i dislivelli di preparazione causati dai diversi programmi svolti nelle diverse scuole di provenienza. In secondo luogo, aven­do presente che per i primi corsi di Matematica ed in particolare per l'Analisi matematica e Geometria analitica I, generalmente considerata la materia più ostica, è necessario un bagaglio di no­zioni molto modesto, passiamo ad introdurre i concetti di base cercando, per quanto possibile, di sviluppare le capacità critiche degli allievi, l'attenzione a ciò che è fondamentale, l'elaborazione autonoma e l'equilibrio fra la fantasia e la sistematicità.

Nel nostro insegnamento poi già da tempo facciamo il possi­bile per abbandonare le metodologie tradizionali delle lezioni ex-

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cattedra a studenti destinatari passivi di nozioni e teorie gla accu­ratamente confezionate, cercando invece di dare ai giovani con l'insegnamento matematico il mezzo necessario per sviluppare la astrazione e ciò non per significare distacco dal concreto bensl perché essa costituisca lo strumento più appropriato per domi­narlo.

Cosicché in un corretto apprendimento della matematica il giovane studente trovi il mezzo necessario per trattare i problemi concreti.

Per quanto riguarda il contenuto del corso, a differenza di quanto avviene per altre discipline in cui sono possibili delle di­versificazioni, per l'Analisi Matematica e Geometria Analitica I tutti i docenti sono generalmente soliti distribuire il programma nel modo che qui appresso viene indicato:

Programma

Simboli logici di uso corrente e nozioni fondamentali sugli insiemi - Insiemi numerici - Spazi euclidei ad n dimensioni - Con­cetto di funzione - Funzioni numeriche di una o più variabili -Elementi di algebra lineare - La nozione di limite di funzioni reali di una variabile reale e teoremi fondamentali per la ricerca del limite - La nozione di continuità e proprietà notevoli delle fun­zioni continue - Le funzioni numeriche elementari nel campo reale (funzione potenza, funzioni esponenziali- e logaritmiche, funzioni circolari e loro inverse, polinomi nel campo reale) - Infinitesimi ed infiniti - Derivate e differenziali delle funzioni reali di una varia­bile reale - Regole di derivazione - Derivazione deile funzioni ele­mentari - Applicazione del calcolo differenziale delle funzioni di una variabile reale - Elementi di geometria analitica del piano.

Bibliografia

Fiorenza, Introduzione al corso di Analisi Matematica, Adriatica Editrice, Bari.

Fiorenza, Lezioni di Analisi Matematica, p. I, Adriatice. Ed., Bari.

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ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA II

(A) (D)

Prof. Rosanna Ambrosia Prof. M. Luigia Diviccaro

Gli argomenti del corso di Analisi Matematica e Geometria Analitica II costituiscono il presupposto per la comprensione del­le questioni di carattere tecnico che si presentano nello studio del­le strutture architettoniche e dei procedimenti progettuali.

1. Applicazione del calcolo differenziale in una variabile -Formula di Taylor.

2. Integrazione delle funzioni di una variabile.

3. Lo spazio euclideo reale a R-dimensione - Elementi di cal­colo vettoriale.

4. Funzioni reali di più variabili reali - Funzioni vettoriali -Limiti e continuità.

5. Calcolo differenziale delle funzioni di più variabili. -6. Elementi di geometria differenziale delle curve.

7. Integrali curvilinei.

8. Integrazione delle funzioni reali di due variabili.

9. Equazioni differenziali.

Testo consigliato

Fiorenza - Greco, Lezioni di analisi matematica, voli. I e II.

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ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA II

(B) (C)

Prof. Fortunata Liguori Prof. G. Barbara Martini

Gli argomenti del corso di Analisi Matematica e Geometria Analitica II costituiscono il presupposto per la comprensione del­le questioni di carattere tecnico che si presentano nello studio delle strutture architettoniche e dei procedimenti progettuali.

1. Elementi di calcolo matriciale.

2. Applicazione del calcolo differenziale In una variabile -Formula di Taylor.

3. Integrazione delle funzioni di una variabile.

4. Lo spazio euclideo reale a R-dimensione - Elementi di calcolo vettoriale.

5. Funzioni reali di più variabili reali - Funzioni vettoriali Limiti e continuità.

6. Calcolo differenziale delle funzioni di più variabili.

7. Elementi di geometria differenziale delle curve.

8. Integrali curvilinei.

9. Integrazione delle funzioni reali di due variabili.

lO. Equazioni differenziali.

Testo consigliato

Fiorenza - Greco, Lezioni di Analisi Matematica, voli. I e II.

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ARREDAMENTO (A)

Prof. Filippo Alison

Significato della disciplina

L'arredamento, come collocazione nell'attuale ordinamento didattico, è quella disciplina che si occupa della progettazione e della organizzazione di 'sistemi' che concorrono alla configura­zione di un ' ambiente', sia esso urbano o collettivo sia privato che individuale, e dello studio delle «componenti» del sistema (dall'oggetto artigianale - non di serie - a quello ripetitivo in­dustrializzato, dal colore della tessitura, alla grana, ecc.) che sod­disfino l'istanza ambientale in esame.

La disciplina dell'Arredamento allora, e quindi l'operazione di Arredo, sia nelle sue esemplificazioni didattiche sia nella prassi professionale, si situa nel processo del progetto arch,[ettonico in quella fase, a volte Preliminare a volte conclusiva, che fornisce un , senso' ad una serie di oggetti comunque dati: è allora non lin

complemento, come il concetto sembrerebbe implicare, quanto il portare a compimento il processo di orgarùzzazione di liUO spazio e/o l'atto di formalizzazione di uno spazio ";( architettonico », CO~

me tale altrimenti assente.

Ruolo della disciplina

L'ideologia corrente della progettazione rende l'azione dell'ar­cbitetto lontana dall'essere autonoma; i condizionamenti sono molteplici per cui questa azione è di rado creatrice quanto piut­tosto riproduttrice. Raramente si riesce a sfuggire al feticismo dell'oggetto-merce per cui lo spazio interno o esterno e i suoi pa­raggi è con i suoi aggiustamenti cosmetici nient'altro che la « confezione» di un oggetto di consumo. È chiaro che l'azione del progettista si riduce a metà fra il «proporre problemi» e « inventare soluzioni »; e per questa via il suo ruolo diventa quel­lo di « elaboratore di logotecniche o linguaggi artificiali, cioè di

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organizzatore occulto del consenso al consumo degli oggetti» (Barthes): un'attività. che'è razionalizzatrice ma non razionale e che si adegua alla razionalità - nel senso illuministico deterio­re - del sistema sociale vigente: quello neo-capitalistico.

Inoltre, negli attuali sistemi organizzativi del nostro modello sociale, tra il prodotto e il produttore, tra il prodotto e l'utente, tra l'utente e il designer si stabiliscono distanze sempre più am­pie, intricate di intermediari e barriere: per questo diviene pas­sivo fruitore, e il designer tecnologico diviene anello di congiun­zione tra la produttività legata al profitto e i costruttori del con­senso, i modellatori di falsi bisogni.

Nel tentativo di evitare siiIatto pericolo, la disciplina dell' Ar­redamento - come teoria e come prassi, nelle formulazioni ideo­logiche e nella ricerca operativa - ha l'obbligo di non staccarsi dalle istanze più propriamente sociali: le tocca perseguire pro­getti che abbiano per fine non il consumatore, o l'oggetto, ma l'uomo: che insieme fruisca e crei, che godi libertà di interazione con il suo ambiente.

Il binomio Forma-funzione, così come inteso e cristallizzato dal « Movimento moderno », riduceva l'uomo a tipo attraverso il processo semplificativo dei suoi comportamenti, trascurandone ogni contraddizione o conflitto (vedi - cucina di Francoforte).

Oggi la progettazione non può più eludere il suo ruolo attivo nella collettività; non è più concepibile il comodo rifugiarsi nella mera arroganza dell'arte, la neutralità della tecnica, l'abbandono alla ricerca estetica-formale, né, tantomeno, il ristagno nella prati­ca professionale. Le corre il dovere - perché il suo risultato non sia di massa - di stimolare la partecipazione diretta dell'uomo, farlo utente e protagonista attivo affinché concorra alla conforma­zione delle caratteristiche del suo ambiente, che siano' individuali' e genuinamente ' popolari'.

Articolazione del corso

In un solo anno accademico è impossibile coprire, sia pure in forma conoscitiva, l'ampia problematica della disciplina.

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L'attuale ordinamento didattico non concede occasioni prope­deutiche atte ad informare gli studenti sul ruolo e sul significato specifico dell'Arredamento. L'arco di tempo disponibile,. sempre più limitato, riduce le osservazioni analitiche e pone limltl anche all'operazione progettuale ritenuta prevalente, sia per la sua col: locazione nel corso di studi sia per la sua istanza promottlce d1

responsabilità. In forma problematica, col tentativo di coprire le lacune più

emergenti, il corso affronta i temi delle attrezzature di arrdo per l'alloggio, per l'ambiente urbano e per i servizi sociali a carattere collettivo.

I compattamenti sociali, la condizione economica attuale, in connessione con la disciplina, pongono problemi quali: l'adegua­mento, la rivalutazione e la trasformazione delle attrezzature di arredo in rapporto con l'evolversi della produzione industriale e artigianale e con l'uso' di esse nelle atitvità produttive, nella casa e nelle organizzazioni comunitarie.

Nel quadro di assestamento e di riconversione delle attività agricole, artigianali e produttive in genere, e nell'ambito delle istanze di rivitalizzazione e di recupero sia funzionale che produt­tivo di ambienti urbani degradati, usando un metodo di media­zione tra pragmatismo e materialismo dialettico, la nostra ricerca, sia critica che progettuale, estrapola, dalle condizioni reali, am­bienti-campione ove emergono i problemi del settore- direttamente correlati alla funzione-alloggio.

Tema A - L'ambiente domestico privato e collettivo Tema B _ Servizi per la didattica e sociali con strutture aggre­

gative in un insediamento urbano Tema C - Strutture ambientali per attività collettive urbane

Ricerca storica

In una sincronia con lo svolgimento dei temi esposti, si affi­dano a gruppi di studenti, argomenti di ricerca tesi alla storiciz­

zazione della disciplina.

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Tale ricerca, intesa come strumento metodologico si articola programmaticamente tra strutturismo e storicismo e si esplica con operazioni di analisi strutturali mediante la lettura sincronica e diacronica di un'opera prescelta - a volte con la sua ricostru­zione - per un recupero alla storia attraverso la staricità del segno.

Gli obiettivi di questo lavoro possono così sintetizzarsi: a) decifrazione delle regole costitutive dell'opera in esame

c rinvenimento deila grammatica operativa;

b) risalire all'istanza progettuale di base, dal suo presuppo­sto poetico alla sua estrinsecazione tecnico-costruttiva' ,

c) analisi dello statuto simbolico - in rapporto sincronico e ovviamente dilatabile - degli oggetti in esame.

Attraverso la verifica sui modelli al vero (oggetti ricostruiti) o in scala (ambienti), l'analisi assume valore concreto di sperimen­tazione, laddove attraverso la ri-storicizzazione del progetto si in­tende rinviare ad una ri-progettazione della storia.

ARREDAMENTO (B)

Prof. Fabrizio Cocchia

Premessa

Si tenterà, durante lo svolgimento del Corso, di effettuare una riconnessione degli spazi destinati alla didattica con la normativa in vigore che ne consente le realizzazioni.

La ricerca di cui gli studenti si occuperanno durante il Corso sarà finalizzata allo studio delle unità elementari e delle loro pos­sibili aggregazioni al fine di formulare le più attendibili ipotesi di

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spazi didattici nelle nuove scuole che dovranno sorgere in funzio­ne soprattutto della distrettualità scolastica.

Contenuti del corso

Lo studio dell'arredamento, e del modo di utilizzarlo, dovrà costituire la massima sollecitazione alla creazione formale del­l'unità elementare ripetibile. Tutto ciò quindi, senza invadere il campo della problematica più propria della progettazione archi­tettonica, ma anzi fornendo per questa la serie di ipotesi atta a determinare la variabilità degli spazi necessari. Le esperienze che il corso ha accumulato negli anni precedenti sul tema « la scuola d'obbligo », costituiranno inoltre il quadro di riferimento che so­sterrà l'articolazione del corso per l'anno accademico 1979-80.

Articolazione

Un siffatto impegno verrà a controllare la congruenza tra ob­biettivi e strumenti della ricerca, e si concreterà attraverso sca­denze mensili che facciano contestualmente il punto della situa· zione e valgano come indirizzo per le fasi successive.

Il rapporto seminariale costituirà la linea didattico-operativa prescelta quale garanzia di posizioni dialettiche articolate e consa­pevoli a tutti i livelli.

A tal fine viene auspicata l'organizzazione degli studenti per gruppi costituiti da un numero massimo di 3 componenti, facen­do comunque salva la posizione di quegli studenti che per scelta o per situazioni particolari parteciperanno a livello individuale.

Ogni partecipante dovrà, per conseguenza, rendersi gestore in prima persona della finalità del corso, e porre la propria adesione in termini di consapevolezza disciplinare, senza di conseguenza prescindere dalla assimilazione di adeguate cognizioni da assumere tramite l'estratto bibliografico di seguito allegato.

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Bibliografia

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naIe di Milano 1960. Godfrey J. A., Castle Cleary R.: School design and construction,

The Architectural Presse, Londra 1953. Hessen Sergio, Struttura e contenuto nella scuola moderna, Ro-

ma 1962. Isabella Ferdinando, L'edilizia Scolastica in Italia, Firenze 1966. Bertoni Iovine, La scuola italiana dal 1870 ad oggi. Min. of education, New primary school, Building Bulletin n. 1,

agosto 1955. Mumford Lewis, La città nella storia, Milano 1963. Scharoun Hans, Lo spazio e l'ambiente della scuola. Tutino Sansoni Novelli, Scuola e territorio, Bari 1966. Visalberghi Aldo, Scuola Aperta, Firenze 1960. AA. VV., Casabella, Continuità n. 245, novembre 1960, nume­

ro speciale dedicato alla scuola. AA. VV., Quaderni del centro studi per l'edilizia scolastica, Ras­

segna quadrimestrale a cura del Ministero della Pubblica Istru­zione, Roma.

AA. VV., La nuova scuola media, Centro studi dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Bologna, Bologna 1963.

AA. VV., Bologna scuole: Progetti e Programmi edilizi del comu­ne per l'istruzione elementare e media, febbraio 1971, a cura del Comune di Bologna.

Arnheim R., Arte e percezione visiva. AA. VV.,Abitare, ottobre 1974, numero speciale dedicato alla

scuola. Leschiutta F. E., Linee evolutive dell'edilizia scolastica, vicende­

norme-tipi, 1949-1974, Roma 1975.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (A)

Prof. Marcello Angrisani

Premessa teorica e metodologica

La definizione che WiIliam Morris diede dell'architettura nel 1881, agli albori del Movimento Moderno " è importante e an­cora attuale, non tanto perché conferisce una dimensione onni­comprensiva e pressoché illimitata ai fenomeni conseguenti all'in­tervento dell'uomo sull'ambiente, quanto perché, concettualmente, è in grado di assorbire molto della problematica su ciò che è e cio che non è architettura. Perdono infatti molto valore certe dra­stiche distinzioni o classificazioni quali ad esempio quella di una , edilizia' come 'letteratura' ed 'architettura' come 'poesia', che hanno procurato molti danni nel privilegiare un'interpretazio­ne in chiave prevalentemente' artistica' del costruire.

Conseguenza di quel concetto è difatti che, come si potranno avere prodotti di differente impegno e complessità dal punto di vista ad esempio costruttivo e tecnologico (dando per scontata una loro 'proprietà' risolutiva corrispondente al tema) così vi potranno essere differenze di capacità nel comunicare dei signi­ficati in termini visivi, derivanti dalle forme e dagli spazi adottati, anche questi in rispondenza dei temi proposti. -

Ma sempre più si avverte l'esigenza che anziché fare ricorso ad aprioristiche scale di meriti preferenziali, che privilegino la , figura' astratta, sia questione di individuazione e risoluzione, nei modi appropriati, di problemi concreti:' di bisogni ed esigenze da soddisfare nei termini globali del rapporto uomo/ambiente attra­verso ogni attività costruita, da relazionare, questo sì, alle ri­sorse disponibili nell'ambito del rapporto uomo/società.

Nei « modi appropriati » rientra anche il confronto con la Sto-

1 «(L'architettura) ... rappresenta l'insieme delle modificazioni e delle alte~ razioni operate sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane, eccetto il puro deserto ».

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ria, per la disciplina costante di rifetimenti ad essa peculiare, e conseguente del resto alla definizione indicata.

L'accezione ambientale pure ne ridimensiona infatti le correnti diatribe e le esagerate convinzioni, quando non i deprimenti scorag­gianti arretramenti. La linea da privilegiare è perciò quella che nel Movimento Moderno procede da Berlage ad Albini, nella quale cioè il senso e l'amore del passato non fa velo, ma favorisce l'innesto contemporaneo come acquisizione e creazione tecnologica e formale nelle «alterazioni e modificazioni », «in vista delle necessità umane ».

Contenuto del Corso

La città, come fondamentale costruzione ambientale, e punto di convergenza dell'intervento, alle varie scale, dell'uomo sul ter­ritorio, costituisce tuttora argomento centrale fra i problemi archi­tettonici attuali. Su di essa si accentra l'attenzione del corso. Pre­scindendo da un coinvolgimento di più ampie problematiche ter­ritoriali (sul rapporto architettura/urbanistica vedi lo scritto « Un'architettura di concetti ») è possibile enucleare temi e pro­blemi per un approccio più rigorosamente disciplinare. La resi­denza urbana e i servizi ad essa collegati, nella loro attuale consi­stenza e nelle ipotesi di elaborazione possono costituire allora og­getto di studio e di riflessione, nonché di orientamenti decisionali.

Nella nostra città la maglia urbana, da quella originaria ippo­damea alle sue stratificazioni successive e le amplificazioni ulte­riori, racchiude e comprende al riguardo, qualità eccezionali, che però' senza possibili interventi' al contorno' o più diretti, rischia­no di pervenire al 'ptesepiale', non più al ' museale' (ma pur­troppo non è qui questione di ' contemplazione '), per il sussistere di impellenti problemi di aggiornamento ed adeguamento alle , necessità' contemporanee; alla ricerca di una' qualità della vita' da recuperare.

L'attenzione sarà quindi rivolta in particolare allo studio ana­litico di alcuni comparti tra i più significativi se rapportati al tema delle residenze e dei servizi. In tal senso alcune preesistenze al

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limite della obsolescenza dal punto di vista funzionale ongmario, o sottoutilizzate all'interno di aree congestionate e prive di ser­vizi collettivi si prestano ad una ragionata riconsiderazione della loro consistenza, identità architettonica e virtualità di riconver­sione per un recupero socializzato. Ma questo fa parte di una fase ulteriore di ipotesi progettuali, da far seguire ad altra, pure di analisi e studio, ma a carattere monografico, degli esiti offerti su questi stessi argomenti dell'architettura moderna.

Articolazione ed organizzazione del Corso (I anno, 1979-'80)

Nella sua prima parte annuale il Corso si occuperà di esami­nare le situazioni esistenti di alcune parti del centro storico, in par­ticolare quelle circostanti ad ' insule' conventuali.

Ad una serie di lezioni introduttive che affronteranno l'argo­mento attraverso la trattazione delle questioni riguardanti la strut­tura ippodamea ed i suoi elementi costitutivi (raffrontate ad altre geometrie urbane) si alternerà e seguirà il lavoro di elaborazione grafica, rivolto ad individuare la consistenza ed i caratteri delle preesistenze indagandone, oltre ai dati quantitativi e dimensionali della loro geometria architettonica, anche la relazione di questi

. alle funzioni d'uso, i rapporti tra spazi pubblici/privati, di ester­no/interno; i loro caratteri tipologici e le soluzioni tecnologiche adottate da relazionare, oltre che agli aspetti funzi6bali distribu­tivi e spaziali, anche alla proprietà dei materiali impiegati nella loro realizzazione, in rapporto alle funzioni richieste ai vari ele­menti; infine anche la loro durevolezza ed attitudine alla manuten­zione. Le suddette operazioni verranno compiute, da parte degli studenti, con lavori sia individuali che di gruppo (non più di 4-5 elementi).

Le elaborazioni grafiche saranno accompagnate da testi scritti (anche 1 '0 più cartelle) questi preferebilmente individuali, poiché l'espressione del linguaggio architettonico - anche nell'articola­zione sua propria - presuppone o esige, come utile se non indi­spensabile, l'esercizio del linguaggiO' dei concetti informatori, que­sti da esprimersi attraverso lo scritto.

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La seconda parte del Corso, da precisare nella sua articola­zione per l'anno successivo, sarà dedicata, come detto, allo studio di soluzioni offerte dalla cultura architettonica, anche la più recen­te, ai problemi della residenza urbana. Ambedue le fasi verranno finalizzate alle ipotesi progettuali, da formulare successivamente.

p.s.: II corso è biennale, con l'inizio l'a.a. 1979/'80, accoglie stu-denti iscritti al primo anno, nonché alcuni gruppi - limi­

tati - di studenti isctitti al 2'-3'-4', che stanno svolgendo temi afferenti ai programmi degli anni precedenti, analoghi o coinci­denti con alcuni aspetti di quella presente.

Bibliografia

L. Mumford, La cultura della città. AA. VV.,Storia di Napoli (Parti dedicate alle questioni urbanisti-

che ed architettoniche). C. De Seta, Cartografia della città di Napoli. L. Benevolo, Storia dell' architettura moderna. L. Gambi, La città e l'organizzazione dello spazio in Italia. M. Angrisani, Un' architettura di concetti.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (B)

Prof. Donatella Mazzoleni

Premessa teorica e metodologica

L'insegnamento dell'architettura che si propone in questo corso è basato sui concreti processi di apprendimento del linguaggio spaziale. Intende cioè presentare l'esperienza dell'architettura co­me esperienza cosciente dello «spazio vissuto».

Questa proposizione si fonde su alcune scelte di base:

1) sul rifiuto delle definizioni dell'architettura che, consi-

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derando preminente il momento dell'autonomia disciplinare, ridu­cono il tempo d'indagine a quello della dimensione puramente for­male e visiva deIla città;

2) sul rifiuto delle definizioni dell'architettura che privile­giallo il momento dell'eteronomia disciplinare, e s'incentrano sullo studio dei condizionamenti « strutturali » (economici, politici, so­ciali) della « sovrastruttura » città;

3) sull'adesione a quel filone di ricerche che, nella conside­razione dell'architettura come «linguaggio », puntano aII'inda­gine delle relazioni strutturali che legano i « segni» ai loro « si­gnificati >>: la « similarità strutturale» tra forma (struttura dello spazio) e contenuti (struttura dei comportamenti psichici e so­ciali) dell'architettura viene dunque assunta come oggetto speci­fico del lavoro didattico.

Rispetto all'attuale condizione dell'università e più in gene­rale della scuola, il corso intende affermare, pur nella coscienza di una profonda drammaticità, la possibilità e la necessità di un pro­getto pedagogico. Nella convinzione che solo l'utopia di una « so­cietà educante » possa rendere legittimo il passaggio da una « cul­tura negativa» ad una « negazione della cultura », si ritiene ne~ cessario affrontare la coscienza di una crisi storica dell'utopia al confronto con la condizione concreta della società di.massa. Per­tanto, si riafferma la volontà di recuperare un compito politico-pe­dagogico che resta, comunque, affidato alle istituzioni educative (università, e, in generale, la scuola). Si individua nella pedagogia della creatività un compito specifico del corso di progettazione: intendendo per creatività la campo-indipendenza, la riappropria­zione del vissuto come « diritto alla città », lo sviluppo massimo delI'intenzionalità progettante.

Dal punto di vista metodologico, il lavoro di « analisi» viene inteso, nella sua essenza, come strettamente analogo a quello del « progetto ». Pur nella considerazione della necessaria gradualità dell'apprendimento, il corso si propone dunque, fin dai primi anni come corso di scienza della progettazione. Ma poiché non si crede

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né alla « neutralità» della scienza, né alla possibilità di una sto­ria come « obiettivo racconto », il lavoro didattico intende fornire, accanto alle tecniche di apprendimento, anche le metodologie per l'autocoscienza critica dell'« intenzionalità progettante» sottesa al programma.

A questo scopo, il lavoro si articolerà continuamente tra i poli della teoria e della pratica vissuta dell'architettura. Ciò allo scopo di stimolare quella coincidenza tra il piano del politico e il piano dell'autocoscienza personale che riteniamo propria della cultura reale, e della volontà autentica di modificare la realtà.

Contenuti del corso

Oggeto del lavoro teorico-sperimentale è: «la metamorfosi urbana ». Su questa tematica generale si articolano i temi annuali di analisi-progetto. (vd. l'edizione integrale del programma ed i piani operativi presso l'Istituto di Analisi Architettonica).

Il lavoro teorico consisterà in lezioni, seminari e dibattiti su strutture problematche fondamentali illustrate attraverso riferi­menti alla storia dell'architettura moderna; il lavoro pratico in una serie di esercizi ed esperimenti per sviluppare l'apprendimento del linguaggio spaziale attivo, e della facoltà riproduttiva, cioè rappresentativa e progettuale. Saranno coordinati in ogni fase di avanzamento nel modo seguente:

l'ANNO DEL CORSO: Nella fase preliminare, oggetto di studio saranno le facoltà elementari primarie dell'organizzazione spaziale. La necessità di questa fase sta nel fatto che, com'è noto, lo spazio percettivo si costruisce molto più rapidamente dello spa­zio rappresentativo. Si ritiene dunque necessario affrontare, pri­ma di ogni definizione tecnico-disciplinare del progetto, il recu­pero di ;ma piena coscienza dello spazio esistenziale o sensomo­torio.

Quali facoltà elementari primarie dei processi progettuali spa­ziali si prenderanno in esame la facoltà percettiva, attraverso l'ap­porto teorico della Gestaltpsychologie e degli studi di Piaget, e

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dei loro sviluppi, e la facoltà simbolizzante, attraverso gli apporti della semiologia, dell'iconologia, dello strutturalismo, e della fan­tastica trascendentale (Durand).

Il lavoro applicativo, in questa fase, sarà costituito da tre tipi di esercizi pre-progettuali: i primi due, tesi alla restituzione del « diritto alla creatività », tendono rispettivamente alla educazione della facoltà stereognostica (mediante l'analisi della struttura for­male degli oggetti) e all'educazione della facoltà iconica (mediante l'analisi della struttura simbolica); il terzo, inteso a restituire la consapevolezza del « diritto alla città », tende all'educazione della pratica cosciente dell'urbano (mediante l'analisi dei livelli di ap­propriazione fisica e conoscitiva dello spazio).

2' ANNO DEL CORSO: In un secondo momento, si passerà dal livello sincronico dell'analisi strutturale al livello diacronico dell'analisi storico-strutturale, introducendo lo studio delle mo­derne teorie dell'architettura. In' questa fase, riteniamo specifico del corso di progettazione un taglio teorico che permetta di far emergere delle «strutture problematiche », o anche «vaste co­stellazioni di immagini ... strutturata da un certo isomorfismo dei simboli convergenti» (Durand) dallo studio della storia: nella convinzione che per storia sia da intendersi « la memoria selettiva del passato, la coscienza del presente, il progetto del futuro» (Argan). Il campo cronologico di ricognizione sarà essenzialmente costituito dal ciclo romantico borghese della cultura « occtdentale ».

In tale fase, si perverrà: a) all'elaborazione di un modello strutturale dell'oggetto architettonico, che sarà definito quale « og­getto intermediario» risultante dall'interferenza delle strutture funzionali, simboliche, formali, tecnologiche; b) alla definizione dell'itinerario progettuale, ai livelli della struttura topologica, proiettiva e metrico-euclidea dell'oggetto.

Articolazione ed organizzazione del corso

Il corso ha durata biennale ed è rivolto specificamente agli studenti del 1" e del 2" anno. Per il 1979-80 le iscrizioni saranno

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limitate a studenti del 2' anno che abbiano già sostenuto nel corso l'esame del 1'.

Coordinamento con altri corsi

Il taglio interdisciplinare del corso comporta un' ampia dispo­nibilità al coordinamento orizzontale sulle problematiche seguenti: etologie ed antropologia dello spazio, sociologia urbana, psicolo­gia dello spazio; semiologica dell'architettura, iconologia dell'ar­chitettura; storia dell'architettura e dell'urbanistica, indirizzi del­l'architettura moderna; tipologie edilizie, tipologie strutturali, ti­pologie impiantistiche; metodologie e tecniche della rappresenta­zione. Un coordinamento verticale è attuato con il corso di Com­posizione IV A, che raccoglie iscrizioni al 3', 4' e 5" anno.

Bibliografia

D. Mazzoleni e AA. VV., Spazio e comportamento, 1974. D. Mazzoleni e AA. VV., Per una simbolica dell'ambiente, 1978. Ch. Norberg Schulz, Existence, Space, Architecturc, 1971. Ch. Norberg Schulz, Intentions in architecture, 1963. J. Piaget, B. Inhelder, La representation de l'espace chez l'enfant,

1947, 1972. G. Bachelard, La poétique de l'espace, 1975. G. Durand, Les structures anthropologiques de l'imaginaire, 1963.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (C)

Prof. Massimo Nunziata

Dal punto di vista teorico e metodologico si riterrebbe op­portuno affrontare i cinque corsi di Composizione architettonica

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dall' al 5' anno partendo da una analisi del problema della pro­gettazione nella sua globalità, da effettuarsi all' e al 2' anno, per giungere gradualmente, al 3", 4' e 5' anno, con un approfondi­mento sempre maggiore, che va dal generale al particolare, alla progettazione esecutiva di un edificio.

Ciò significa, in termini operativi, iniziare con indagini e rile­vazioni della realtà e proseguire con proposte di recupero e di ristrutturazione dell'ambiente esistente fino alla progettazione di nuove realtà architettoniche, con un metodo che intende recupe­rare il valore della professionalità, intesa come risultato di una preparazione etica e culturale.

« Analisi e proposte di ristrutturazione del centro monumen­tale della città di Napoli» è il tema di studio concordato dal no­stro gruppo e collegato, per il primo anno, con il corso di Disegno e rilievo tenuto dal Prof. arcb. Massimo Rosi.

Il corso, biennale, si propone di effettuare un'esperienza che può così sintetizzarsi:

1) Analisi del centro monumentale della città di Napoli, intendendo per esso, lo spazio compreso tra 'le piazze del Plebi­scito, Trieste e Trento e del Municipio, con il Palazzo Reale, la chiesa di S. Francesco di Paola, il teatro S. Carlo, la chiesa di S. Ferdinando, la galleria Umberto I, il maschio Angioino, il pa­lazzo S. Giacomo, il teatro Mercadante e gli altri edifici della piaz­za fino al molo;

2) progettazione di massima della migliore utilizzazione di tale spazio e dell'eventuale ristrutturazione funzionale degli edi­fici in esso compresi.

Il primo punto costituirà il lavoro da effettuare al primo anno del corso, si servirà prevalentemente di rilievi già effettuati che saranno integrati da osservazioni dirette, comprenderà una inda­gine storica, premessa indispensabile ad una seria conoscenza della situazione attuale, ed una analisi dell'ambiente dal punto di vista dei contenuti sociali e dal punto di vi,ta della forma.

Il secondo punto costituirà il lavoro da effettuare al secondo anno del corso partendo dai risultati conseguiti con la precedente analisi.

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Si tratterà di riorganizzare funzionalmente questo ambiente rappresentativo ed essenziale alla vita della città, prevedendo, nel­le sue linee generali, la progettazione del nuovo ambiente che do­vrà consentire tale riorganizzazione.

Sul piano operativo, si effettueranno, al primo anno del corso, analisi socio-economiche e storiche, rilevamenti grafici e fotogra­fici, e si raccoglierà e si ordinerà il materiale in un numero di ta­vole sufficienti a evidenziarne i risultati.

Al secondo anno si dovrà giungere a proposte concrete di riu­tilizzazione e di migliore utilizzazione dell'ambiente oggetto dello studio. I gruppi di studenti, guidati dagli assistenti, procederan­no alla progettazione vera e propria che potrà giungere a fasi di­verse di maturazione e, comunque, dovrà essere rappresentata in grafici sufficienti ad illustrarne le intenzioni, grafici che rispette­ranno formati e modi indicati, anche per consentirne una facile utilizzazione ai fini di una documentazione di archivio dei beni culturali.

Sarà fornita, all'inizio del corso, una cartografia essenziale ed un'altrettanto essenziale bibliografia, riferite entrambe all'ambito del quale ci si occuperà.

Come introduzione allo studio e stimolo ad un approfondi­mento culturale saranno svolte una trentina di lezioni, che si al­terneranno alle esercitazioni, lezioni tenute dai docenti sulle ori­gini della architettura e dell'urbanistica moderna, sulla rappresen­tazione grafica dello spazio architettonico e, in dettaglio, sul tema oggetto dello studio. Queste lezioni saranno integrate, nel momen­to opportuno, da interventi di altri docenti, esterni al corso, per fornire elementi di maggiore specializzazione sugli argomenti es­senziali.

Agli esami, che si svolgeranno in diverse sessioni, saranno pre­sentati gli elaborati grafici di cui si è già detto, corredati da re­lazioni illustrative, e su di essi si svolgerà un colloquio.

Sarà altresì richiesta una buona conoscenza dei testi suggeriti nella Hbliografia e si farà particolare riferimento agli argomenti oggetto delle lezioni.

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Bibliografia essenziale

Renato De Fusco, Storia del!' architettura contemporanea, editore Laterza, 1974.

Lewis Mumford, La città nella storia, editore Comunità, 1963. Gordon Cullen, Il paesaggio urbano, morfologia e progettazione,

editore Calderini, 1976. Massimo Nunziata, Introduzione ad una analisi del territorio, edi­

tore Guida, 1972. ed, in particolare, per il tema oggetto di studio: Cesare De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Sette­

cento, editore Laterza, 1973. Riccardo Filangieri, Castel Nuovo, editore Arte Tipografica, 1964. Roberto Pane, Architettura dell'età barocca in Napoli, editore

E.P.S.A., 1939. Arnaldo Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, editore E.S.I.,

1961.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (D)

Prof. Luciana De Rosa

Premessa

Il corso è biennale. Il programma si riferisce al primo anno e si prppone come « in­

quadramento teorico ed introduzione alla progettazione architet­tonica ».

Assume come tesi di fondo che la scuola di architettura, esclu­dendo la possibilità di insegnare soluzioni, ipotesi di forma o tec­nologie - le quali sono caratterizzate da una sempre più rapida obsolescenza _. può solo proporre un «processo progettuale» dalla cui comprensione trarre parametri e criteri di valutazione e giudizio.

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Individua, pertanto del processo le fasi, gli obiettivi, gli stru­menti; e tende a rintracciare possibili continuità e legami nelle esperienze che la Facoltà propone. ., .

L'atteggiamento culturale di riferimento si lega a mattlCI dI derivazione razionalista, espresse dai CIAM prima e poi nelle espe­rienze del Team X; riprese infine con evidente slancio in ava;rti nella Carta del Machu Picchu. Anche se appare eVIdente, nell ar­ticolazione del discorso, la volontà di accogliere una pluralità di contributi culturali, come le ipotesi di complessità e contraddizio­ne di Robert Venturi o l'esaltazione dei significati quale emerge dalle tesi di Norberg Schultz; ed un costante riferimento ai con­cetti di storia e di tradizione da una parte e, dall' altra, un altret­tanto costante confronto fra ideologia e scelte progettuali, che tende ad evidenziare i legami dell' architettura alle condizioni po­litiche, tecnologiche, sociali ed economiche del contesto.

I! corso intende architettura come una disciplina operativa il cui obiettivo è la modificazione dell' ambiente fisico in rapporto alle necessità dell'esistente.

Fare architettura è quindi un'attività sovrastrutturale che può richiedere, però, per attuarsi, una trasfonnazione delle strutture.

Tuttavia, il rapporto di dipendenza non è a senso unico: .il rinnovamento o trasformazione sovrastrutturale crea uno spaZIO potenziale per il rinnovamento delle strutture, determinando cosi un processo dialettico di rimando continuo che è alla base del pro­cesso di trasformazione del reale.

Ritiene che obiettivo di fondo della elaborazione culturale e della prassi progettuale sia - in architettura - l'individuazione di parametri di confronto che consentano il giudizio sull'archItet­tura in rapporto alla dinamica di trasformazione che essa. ind~c~; un giudizio sull'architettura, cioè, che, al di là del conflItto Irtl­solto fra coerenza ideologica ed autonomia del linguaggio, fra semplicità espressiva e complessità e contraddizione, fra autenti: cità del processo creativo e chiarezza dei significati, consenta dI comprendere se la realtà che noi oggi costruiamo :< avanzi o r~­gredisca, produca possibilità o ingombri invece Inutilmente Il mondo ».

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Argomenti

I! corso si articola in tre sistemi di lezioni che riguardano:

1. Introduzione al discorso sull'architettura

1.1. definizione dei termini: architettura - progettazione 1.2. evoluzione dell'architettura contemporanea, dalla Carta

di Atene alla Carta del Machu Picchu

2. Gli obiettivi della progettazione

2.1. il concetto di continuità e il rapporto con le preesistenze 2.2. il concetto di spazio (dimensione, struttura, aggregazio­

ne, identità) come organizzazione per un uso (funzioni, attività, partecipazione)

2.3. il ruolo dei percorsi nella organizzazione dello spazio 2.4. il ruolo- della tecnologia (rapporto con l'architettura) 2.5. l'« informazione energetica»

3. Gli strumenti della progettazione

3.1. il rapporto con la rappresentazione grafica e tridimensio­nale, in accordo con il corso di Disegno e Rilievo (cor­so A) e con il corso di Geometria (corso B)

3.2. il rapporto con l'analisi architettonica e con la struttura interdisciplinare

3.3. il rapporto con la storia, in accordo con il corso di Sto­ria dell'Architettura II (corso A) e con il corso di In­dirizzi dell'Architettura Moderna

3.4. il rapporto con la tecnologia 3.5. il rapporto con l'impiantistica.

Articolazione dell' attività didattica

Poiché il corso è rivolto sostanzialmente agli studenti del pri­mo anno, ai quali non è possibile proporre una sperimentazione progettuale delle tesi illustrate, le lezioni saranno impostate sulla lettura di opere e progetti di architettura, dalla cui analisi far emergere le tesi proposte.

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Entro sessanta giorni dall'inizio del corso, ciascuno studente dovrà scegliere uno degli argomenti di cui ai punti 1 e 2, sul quale svolgerà (da solo o in gruppi che non potranno eccedere i tre stu­denti) una ricerca sulla base di testi che verranno consigliati al momento.

Durante l'anno verranno svolte tre esercitazioni grafiche su temi che, a meno delle inevitabili precisazioni che si renderanno possibili all'inizio della fase operativa, possono essere così sin­tetizzati:

l. individuazione e rappresentazione (con piante, sezioni, orga­nigrammi e sezioni prospettiche) del sistema dei percorsi e dei suoi caratteri in un'area scelta all'interno del tema o dei temi proposti dal corso di Disegno e Rilievo;

2. analisi e disegno di un'opera di architettura moderna, scelta fra quelle illustrate nel corso delle lezioni teoriche: saranno richieste piante, sezioni, sezioni prospettiche e studio dei par­ticolari nelle scale idonee alla dimensione dell'opera; nonché organigrammi, individuazione dei sistemi di percorsi, della struttura degli spazi e così via;

3. esercizio a carattere progettuale, con l'obiettivo di rintracciare, all'interno di un'area nota, le matrici progettuali per un inter­vento con dimensione e destinazione prefissate. Lo svolgimento delle tre esercitazioni è condizione necessaria

per il superamento dell'esame. In ogni fase, gli studenti avranno responsabilità individuale

sul lavoro e condurranno esperienze singole; l'esame sarà indivi­duale anche se il corso tende a promuovere la formazione di grup­pi per l'impostazione e lo sviluppo delle singole fasi del lavoro.

Riferimenti bibliografici

B. Zevi, Saper vedere l'architettura, Einaudi, 1956. N. Pevsner, I pionieri dell' architettura moderna, da Morris aGro·

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V. Gregotti, Orientamenti nuovi nell'architettura italiana, Re­lecta, 1956.

Pica Ciamarra, de Rosa, Rocereto, Serpieri: Napoli - Per la rior­ganizzazione delle strutture universitarie nel centro antico, I.PA, 1976.

M. Pica Ciamarra,. Architettura e dimensione urbana, Coop. ed Econ. e Comm., Napoli, 1977.

R .. Banham, Ambiente e tecnica nell'architettura moderna, Later­za, 1978.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (E)

Prof. Rolando Scarano

Brevi accenni metodologici

La linea di pensiero, che più correttamente interpreta la si­tuazione attuale della progettazione, evidenzia una condizione di crisi dell'oggetto dell'architettura. Condizione che, originatasi in un nuo'\ro e necessario rapporto con il sociale, si esplica come per­dita di valore del prodotto e del processo di progettazioae rispetto a nuovi parametri. Conseguentemente si assiste alla richiesta di una rifondazione della disciplina architettonica, non per elaborare una teoria dell'architettura astratta dal suo impegno sociale, ma per la definizione di nuovi strumenti teorici di progettazione.

Si individuano così due momenti di riflessione sull' oggetto di questa crisi:

A) esigenza di controllo dei significati dell'azione progettuale per la modificazione dell'ambiente;

B) esigenza di un controllo del processo attraverso un metodo logico, analitico, scientifico, in alternativa a schemi intuitivi

ed incontrollabili.

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Tali istanze si riducono in effetti ad una sola: acqUIsIzIOne e controllo dell'oggetto teorico che definisce il processo di proget­tazione come entità reale e differenziata rispetto alle altre pratiche umane.

Quindi l'unico modo per recuperare la progettazione nella sua unità teorica ed operativa (scientifica) consiste nell'individuare in essa un processo concreto di conoscenza e trasformazione del reale.

La progettazione si precisa in tal modo come pratica scienti­fica all'interno della più vasta pratica sociale. Sono gli obiettivi di questa a definire l'ambito entro cui si sviluppa la pratica scien­tifica dell'architettura, e le diverse pratiche tecniche che volta per volta si immettono a definire l'articolazione del processo.

Gli attributi peculiari di questo processo diventano la logica e la controllabilità, al fine non solo di avere un quadro di riferi­mento rigoroso, ma soprattutto per poter attuare continuamente sul processo progettuale una verifica da parte della comunità. Si configura cosÌ un'organizzazione concettuale logica e controllabile, il metodo, che individua le fasi teoriche ed operative della pra­tica scientifica di progettazione.

Sinteticamente la metodologia di progettazione si articola in tre fasi operative:

1. analisi dei bisogni umani al fine di precisare un mo<l$:llo di comportamento spaziale da riferirsi alle particolari attività che debbono esplicarsi in un determinato contesto;

2. definizione teorica e concettuale delle procedure tramite cui manipolare le informazioni per la determinazione di Una orga-

nizzazione spaziale ottimale che risponda alle richieste della utenza; inoltre precisazione dei processi simulativi (modelli e sistemi) per poter, nell'evolversi del processo progettuale, controllare i prodotti parziali della progettazione per verificar­ne la congruenza con il sistema degli obiettivi sociali e politici;

3. individuazione del sistema tecnologico per trasformare le rap­presentazioni organizzative metaprogettuali in rappresentazio­ni tridimensionali che possono determinare la trasformazione della realtà fisica.

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Contenuto ed organizzazione del corso

L'oggetto specifico di conoscenza e di didattica del corso si articola in due filoni reI azionabili fra loro:

il primo si. riferisce al riuso di preesistenze urbane, sia per abItaZIone SIa per strutture di servizio; si cercherà di indivi­duare specifiche tipologie abitative definendo possibili orga­lllzzazioni ottimali all'interno dei vincoli fisici ed ipotizzando serVIZI non soltanto direttamente legati alla residenza ma re-laZlOnati all'intera struttura urbana· ' il secondo affronta l'area problem~tica dell'insediamento uni­versitario a Napoli, come progettazione di nuove strutture e come riorganizzazione spaziale e funzionale degli edifici indi­catI dal Senato Accademico quali sede di facoltà e di servizi generali.

L'articolazione di questi due filoni progettuali si avvarrà di una bas.emetodologica comune, distribuita negli anni secondo i gradI dI complessità delle tecniche e del prodotto progettuale finale.

Si ipotizza una scansione biennale (1"-2"; 3"-4"; 5"-laurea) con approfondimenti successivi.

Eventuali coordinamenti

Per un possibile coordinamento con altri corsi si individuano 4 aree culturali:

l'ambito sociologico, con particolare riferimento all'analisi dei comportamento, alla psicologia sociale ed alle tecniche stati­stiche di elaborazione;

l'ambito storico come conoscenza delle trasformazioni spaziali operate sul tessuto urbano in diverse sezioni storiche' l'ambito matematico per quanto riguarda le teorie d/ rappre­sentaZIOne (grafi, matrici, ecc.), direzionate alla conoscenza suc­cessiva del calcolatore elettronico e delle tecniche di program­maZIOne;

l'ambito tecnologic~ come progettazione dei sistemi di compo­nentI e come mdlvlduazIOne dei processi di assemblaggio.

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Bibliografia essenziale

R. Scarano, Introduzione alla pratica scientifica dell'architettura, edizioni SEN.

R. Scarano, Progettazione per ottimizzazione, Liguori editore. Angrisani - Scarano, Quaderni di Istituto (1, 2, 3, 4, 5, 6). M. Tafuri, Teorie e storia dell'architettura, Einaudi. H. Lefebvre, Spazio e politica, Moizzi editore. P. Spadolini, Tecnologia e design, edizioni Parma. C. Alexander, Note sulla sintesi della forma, Il Saggiatore. CNR, Programma di ricerca sull'industrializzazione dell'edilizia,

voli. 2-4, Adelphi. Durante l'anno verranno fornite ulteriori specificazioni biblio­

grafiche riguardanti i differenti apporti disciplinari.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (A)

Prof. Giovanni De Franciscis

Premessa teorica e metodologica

Organizzare il Corso di Composizione Architettonica II, coor­dinato con altri Corsi, ha per scopo quello di fornire nn migliore servizio didattico e dare all'allievo una visione più ampia e com­plessiva dei problemi che si vanno ad affrontare, perché, assieme ad un'efficiente capacità tecnico-professionale, si vada sviluppando in essi una lucida capacità critica, una consapevolezza delle pro­prie possibilità d'intervento, ed il suo ambito di azione.

Contenuto del corso

Il Corso ha come oggetto di studio il « sistema residenziale integrato », argomento che rappresenta oggi certamente un punto

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f?cal~ della ricerca architettonica e della sperimentazione ai vari Iivell!. Rigua;dando al fenomeno nel suo complesso meccanismo soelO-economICO e tecnico-formale, si intende evidenziare come non sia più possibile considerare l'architettura come semplice fatto formale o aggregazione fnnzionale, ma invece sia necessario ricon­siderarne i processi formadvi attraverso l'analisi dei complessi meccamsmI che ne sono alla base. Ciò vuoI dire considerare il « locus » architettonico non più come sola e manifesta volontà di forma, astratta da tutto un complesso di relazioni culturali eco­nomiche, politiche e sociali, ma coglierne, al di là dei dat;' stili­stici e funzionali, l'organizzazione, la struttura, la logica generativa.

Articolazione del corso

Il Corso viene condotto attraverso lezioni teoriche ed eserci­tazioru e sarà articolato principalmente sui seguenti momenti di analisi:

- l'unità abitativa;

la residenza integrata (abitazione, attrezzature e servizi); - i modelli dell'habitat.

Esso richiederà inoltre una verifica sperimentale attraverso la elaborazione di un progetto e studi monografici. -

Raccordi e coordinamenti con altri corsi

. Mediant~ il coordinamento con gli altri Corsi di Composizione SI vuole real!zzare la continuità didattica attraverso:

1. l'individuazione di un tema generale che tutti i Corsi coordi­nati trattano: «Analisi, modelli, progettazione dell'habitat, recupero. dell'esistente, la residenza a funzioni integrate.». Lo svolgImento di tale tema viene di fatto realizzato e verifi­cato attraverso incontri seminariali periodici, fra i Corsi coor­dinati, su aspetti particolarmente attuali del tema stesso' ,

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2. la costituzione di commissioni d'esame comprendenti, a rota­zione tutti i docenti coordinati, nonché i professori ufficiali, per ~gni anno di Corso, come presidenti di Commissione. La costituzione di Commissioni siffatte sta a sottolineare !'im­portanza della presenza e della responsabilità dei docenti coor­dinati anche nel momento di consuntivo dell'esperienza;

3. la possibilità di dare a tale continuità tematica, quale sbocco naturale la scelta del tema di laurea come particolare appro­fondime~to di una problematica svolta durante vari anni di studio, ferma restando la possibilità che lo studente scelga al­tri temi di laurea. A tal scopo i docenti coordinati si costituiscono in gruppo di assistenza e consulenza al laureando. In questo gruppo lo stu­dente sceglie un docente come relatore ufficiale ed usufruisce degli altri come correlatori, oltre a poter ovviamente utIlIz­zare tutte le altre consulenze necessarie. In tal modo la tesi potrebbe costituire il coronamento di una esperienza condotta lungo il corso degli studi;

4. la documentazione della convergenza, dello scambio e della collaborazione fra i Corsi coordinati, attraverso una pubblica­zione comune sui lavori svolti e sui temi di ricerca affrontati, in modo da fornire anche materiale utilizzabile a scopo di­dattico.

Bibliografia

C. Norberg Schulz, Genius loci: paesaggio, ambiente, architettura, 1979.

A. Mitscherlich, Il feticcio urbano, 19D8. C. Aymonino, Il significato della città, 1975. A. Laas, Parole nel vuoto, 1972. B. Taut, La dissoluzione delle città, 1976.

Altre indicazioni verranno fornite durante lo svolgimento del Corso.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (B)

Prof. Gaetano Borrelli

Il programma del corso è a disposizione degli allievi degli allievi presso l'Istituto di Analisi Architettonica.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (C)

Prof. Stefano Paciello

1.1. Questo corso biennale si propone d'introdurre lo stu­dio della progettazione architettonica come disciplina per operare sulla forma del nostro ambiente abitabile, o di attuarne una prima esperienza.

1.2. Come ogni aspetto della realtà, anche tutto ciò che per forma possiamo intendere nasce dalla continua interazione tra le cose e noi stessi. Tale rapporto è notevolmente condizionato dalla cultura cui apparteniamo, vale a dire dal sistema sopraindividuale cui si affidano la diffusione e il tramandarsi del nostro sapere: per suo effetto talune immagini del mondo si istituiscono come prin­cipi intersoggettivi, che possono influenzare giudizi di valore e cri­teri di scelta in molti dei nostri comportamenti. Ma la validità di tali istituzioni è relativa e interpretabile, poiché esse non sono re­gole definitive; anzi, devono poter si modificare nel tempo adattan­dosi a nuovi flussi d'informazione, per la sopravvivenza della so­cietà che le ha prodotte. Il procedere dei mutamenti genera quindi inevitabili tensioni tra i modi costituiti del fare e le nostre aspira­zioni più o meno consapevoli, tra queste e il nostro intero am­biente di vita. In altre parole, tra la nostra storia ed ogni attività progettante si svolge un continuo scambio dialettico, al quale in ogni caso non può sottrarsi l'architettura.

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1.3. Rientra nei nostri specifì.ci interessi e compiti disciplinari conoscere lo spazio che abitiamo nei modi e significati della sua formazione, allo scopo d'istruire metodi utilizzabili per la rappre­sentazione di esso e per il suo controllo formale.

Forma dell'ambiente e organizzazione del progetto per comu­nicare immagini architettoniche saranno i temi generali dello stu­dio teorico e sperimentale da svolgere nei due anni di questo corso.

2.1. Nella sua prima parte ci proponiamo di studiare l'am­biente urbano in cui viviamo, esaminandone il processo formativo gli aspetti e i significati dal punto di vista prevalente della sua con­figurazione spaziale. L'indagine consisterà nell'individuare e ordi­nare le entità rappresentative di un suo contesto ambientale, inter­pretandone sinteticamente caratteri, relazioni reciproche, modi di organizzazione e mutamento. La selezione critica dei dati acquisiti e la riduzione in immagini delle situazioni esaminate come delle operazioni di analisi, misureranno l'efficacia della lettura, finaliz­zata da una nuova costruzione dell'immagine ambientale.

2.2. Nella seconda parte del corso gli studenti svilupperanno ipotesi per la definizione architettonica di specifiche parti dell'am­bito preso in esame, a livello di progetto di massima. Ciò richiede necessariamente una prima conoscenza del linguaggio dell'architet­tura moderna e dei suoi principi teorici, e rimanda pertanto ai corsi di questa Facoltà che svolgono tali insegnamenti; nei limiti delle nostre possibilità tali temi saranno accostati attraverso l'esa­me di alcune opere rappresentative delle tendenze dell'architettura contemporanea.

2.3. Secondo quanto premesso, in nessun momento di que­sta esperienza biennale analisi e progetto potranno separarsi in operazioni autonome, essendo di fatto continuamente compresenti come in ogni naturale processo conoscitivo.

Peraltro ciascun momento dello studio potrà considerarsi con­cluso solo quando un comunicabile grado di conoscenza della si­tuazione considerata avrà preso forma esauriente nel progetto.

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3.1. Campo operativo delle suddette linee di ricerca sarà l'am­bito di Posillipo, come area di particolare valore ambientale per l'eventuale localizzazione di attrezzature collettive di servizio ur­bano.

, .. 5.2. Le necessarie indicazioni bibliografiche saranno date dopo l InIZIO del corso. Ad IntegrazIOne della cartografia esistente sarà disponibile il rilevamento aereo della zona di studio effettuato nell'agosto 1977. '

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (D)

ProE. Alberto Izzo

Premessa teorica e metodologica

Il Corso si propone come Corso ·di progettazione. Le analisi del II anno, riallaciandosi a quelle svolte nell'anno precedente sull'ambito di alcune piazze del centro antico di Napoli, prendono le mosse dal rapporto, storicamente stratificato, tra morfoloaia e tipologia urbana, fornendo le condizioni di contesto che più diret­tamente influiscono sulla progettazione, come valido presupposto e piattaforma necessaria ad ogni ipotesi d'intervemo.

Il tema di progetto, come riutilizzazione e ristrutturazione del­l'esistente, fa riferimento al lavoro svolto nell'anno precedente sulla problematica dei centri storici.

Come introduzione al tema della residenza saranno tenute le­zioni sul contributo del Movimento Moderno al problema della residenza e sui criteri d'intervento nei centri storici in Italia e all'estero.

Contenuto del corso

Il tema è quello di una progettazione, intesa come strumento per un'interpretazione e trasformazione della realtà e si impernia

sul tema deil'architettura italiana degli ultimi trent'anni: il rap­porto tra nuovi edifici e tessuti edilizi esistenti.

I! corso prevede due ipotesi d'intervento, le cui definizioni e soluzioni, ricollegate alle esperienze acquisite nel primo anno di corso sono affidate la prima, come operazione di recupero e con-, . servazione, ad una nuova struttura capace di realizzare una conti­nuità di tessuto e di funzioni nell'ambito della zona prescelta e la seconda ad un'ipotesi di intervento sostitutivo di un particolare brano del tessuto urbano.

Articolazione ed organzzzazzone

Il corso si articolerà nelle seguenti fasi:

1. Ricerche teoriche e sperimentali dei singoli gruppi di studio, sul contributo del Movimento Moderno al problema della re­sidenza e di quella popolare in particolare;

2. Individuazione a scelta dell'intervento nell'ambito della zona presa in esame al primo anno;

3. Ipotesi di intervento come recupero di relazioni capaci di rea­lizzare una continuità tra i vari complessi architettonici diso­mogenei o come intervento sostitutivo di un brano del tessuto preso in esame;

4. Esplicitazione tridimensionale attraverso un modello dei rap­po;ti volumetrici, strutturali e morfologici dell'intervento.

Raccordi e coordinaménti con altri corSI

Mediante l'estensione dei corsi del II anno, proff. De Franci­scis e lzzo, al terzo anno, per un'aliquota del 20% (max 50 stu­denti), e del corso del Vanno (Prof. Della Sala) al IV anno, per la stessa aliquota, si ottiene una continuità verticale dal II al V anno di progettazione.

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Ciò comporta:

dal lato della docenza, uno sforzo didattico comune di coordi­namento di temi e di metodi di insegnamento;

per la qualità del servizio didattico, la possibilità per gli stu­denti di percorrere un iter di studi compositivi già pensato in una linea di continuità e di approfondimento, attraverso:

1. l'individuazione di un tema generale che tutti i corsi coor­dinati trattano: «Analisi, modelli e progettazione dell'ha­hitat. Recupero dell'esistente. La residenza a funzioni in­tegrate ». Lo svolgimento di tale tema viene difatto realizzato e ve­

. rificato attraverso incontri seminariali periodici, fra i corsi coordinati, su aspetti particolarmente attuali del tema stesso.

2. La costituzione di commissioni di esami comprendenti, a rotazione, tutti i docenti coordinati, nonché i professori ufficiali, per ogni anno di corso, come presidenti di com­missione. La costituzione di commissioni siffatte sta a sottolineare l'importanza della presenza e della responsabilità dei do-

centi coordinati anche nel momento di consuntivo della esperienza.

3. La possibilità di dare a tale continuità tematica, quale sbocco naturale, la scelta del tema di laurea come partico­lare approfondimento di una problematica svolta durante vari anni di studi, fermo restante la libertà di scelta di altri temi da parte dello studente.

A tale scopo i docenti coordinati si costituiscono in gruppi di assistenza e consulenza al laureando. In questo gruppo lo studente sceglie un docente come relatore ufficiale ed usufruisce degli altri come correlatori, oltre a poter ovvia­mente utilizzare tutte le altre consulenze necessarie.

In tal modo la tesi costituisce il coronamento di una espe-

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rienza condotta lungo il corso degli studi e rappresenta un'occasione di verifica all'interno del seminario.

4. La documentazione della convergenza, dello scambio e della collaborazione tra i corsi coordinati, attraverso una pubblicazione comune sui lavori svolti e sui temi di ri­cèrca affrontati, in modo da fornire anche materiale uti­lizzabile a scopo didattico.

Bibliografia

B. Zevi, Il linguaggio moderno dell'architettura. C. Norberg Schultz, Esistenza, spazio e architettura. M. Tafuri, Teoria e storia dell'architettura. R. De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (A)

Prof. Salvatore Bisogni

Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Metodologia architettonica.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (B)

Prof. Riccardo Dalisi

I temi che si affronteranno: la residenza di quartiere ed una struttura scolastica primaria.

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L

.. 18 .•.•. ' ~t' Le nuove .tipologie dell'alloggio (167) e degli edifici residen­

ziali; i nuovi standards.

I contenuti del corso sono: la «partecipazione », la «crea­tività » (Le strutture comunicative della fantasia) la dinamica di gruppo.

La progettazione come materializzazione di un processo «for­mativo ».

L'appropriazione di tecniche come bisogno di obiettivare i pro­cessi formativi e comunicativi.

Analisi e progetto con partecipazione a Montesanto e a Chiaia (Pa!' Veterani). Si sono individuati quattri livelli di elaborazione e di partecipazione.

Corso di Composizione III/B, sede della Sezione Avvocata del P.c.I. scuola elementare della zona e le persone del quartiere che si riuscirà a contattare.

Il lavoro ha l'obiettivo di impostare in varie fasi successive un progetto globale di· intervento nel quartiere e si prevedono tre anni di elaborazione.

a) Una prima fase conoscitiva, già avviata lo scorso anno; com­prende: sopralluoghi, cartografia ed animazione, con prime ipotesi progettuali schematiche e parziali. - .

b) Una seconda fase prevede un confronto più diretto col quar­tiere tramite contatti con alcune sue strutture permanenti (scuola e sedi politiche); anche in questa fase sia gli schemi di progetto già avviati, sia le ulteriori elaborazioni saranno al centro del lavoro partecipativo.

c) Non viene elusa la disciplina che sarà oggetto di lezioni impostative ed esercitazioni, e lavoro sul metodo parallelamente ad ogni sua fase.

d) Uso del metodo animativo, interno, e lavoro di gruppo: dinamica della comprensione e dell'uso creativo della disciplina (contr. allegato marzo 77).

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e) Uso e supporto della so'ciolinguistica come prima base di verifica, del rapporto colle persone del quartiere: incontro colla cultura popolare (confr. allegato luglio 77).

Restauro, Urbanistica, Storia, Estimo ed Igiene, Contatti che verranno effettuati volta per volta e strettamente misurati sul bi­sogni di chiarimento interno alla ricerca.

L'altra ipotesi di collegamento preordinati a «monte» ri­schiano, come si è tentato di chiarire, di costituire un ulteriore appesantimento della didattica.

Data la situazione generale di difficoltà in cui sia lo studente sia i precari (e volontari) si vengono a trovare, si è scelta la via dell'impegno creativo, dalla «ricerca aperta» della dinamica di gruppo, della informazione su contenuti di interesse attuale allar­gato. Ciò risponde meglio a bisogni attuali (disoccupazione gio­vanile, nuova dinamica di articolazione del lavoro alternativo, nuova committenza).

N. B. - Sia i contatti col quartiere, sia i contatti con le altre discipline interne, sia i contatti con antropologia, sociologia, filo­sofia, linguistica, pedagogia, teatro, saranno effettuati portando a maggior concretezza i modi effettuati negli scorsi anni e reperibili nei risultati in numerosi articoli su Casabella 402, 414, 415, 416, Architettura d'Animazione, Espresso, Corriere della Sera, Paese Sera, Mattino, Cultura orale ed. De Donato, Estetica nel sociale ed. De Donato, Op. Cit., Art, Dimension, Cataloghi In Arch., In, Spazio Arte, Documenti Biennali, Data, ecc.

I collegamenti, le verifiche e l'utilizzazione dell'apporto di al­tre discipline va visto, a latere, al momento in cui se ne rende pos­sibile ed utile la collaborazione, cioè ad elaborazione del corso già avviato od ultimato nelle sue fasi salienti. Il fulcro di tutta l'im­postazione rimane l'apprendimento del metodo e della base infor­mativa (dati funzionali e tecnici) e della prassi partecipativa. Al centro rimane l'aspetto metodologico con una escursione di tre anni massimo negandosi la validità dei cinque anni interi in un unICO corso.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (C)

Prof. Uberto Siola

Premessa

Il più recente dibattito sull'architettura, sul suo insegna­mento e quindi sugli obiettivi e sull'articolazione organizzativa della facoltà, sembra aver rafforzato la coscienza della necessità di sviluppare l'insegnamento degli aspetti teorici e tecnici della di­sciplina.

Sembra esserci una domanda sempre più diffusa di ancorare l'insegnamento agli aspetti più concreti e certi dell'architettura, sviluppando, in termini più complessivi, l'ipotesi di un'architet­tura intesa come una chiave di lettura specifica della realtà urbana e territoriale, nonché come una vera e propria « tecnica di inter­vento» su di essa.

Questo significa sottintendere due considerazioni:

1) Svincolare il problema di un insegnamento «tecnico» dell'architettura da un rapporto univoco di dipendenza della que­stione drammatica degli sbocchi professionali, per cui la mancanza di sbocchi potrebbe giustificare una vanificazione dei contenuti del­la didattica; sviluppare invece, l'ipotesi di un insegnamento non fondato sulla creativit,à quanto sull'uso razionale degli elementi della conoscenza (regole, principi, materiali) significa andare al di là dell'obiettivo di minima di fornire una professionalità di base allo studente, per investire il campo di una preparazione politica e culturale che consenta di partecipare attivamente e cosciente­mente ai processi dialettici che investono nella realtà le questioni della città e del territorio.

2) .Dall'altra, respingere il catastrofismo emergente di chi sostiene lilmpossibilità di mantenere in vita l'istituzione universi­taria. Purnei limiti di una situazione caratterizzata da una grande drammaticità, va riaffermato l'impegno a mantenere al più alto li­vello possibile l'insegnamento universitario.

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:ontenuto del corso

Questa breve premessa dovrebbe rendere più chiare le fin,,­Iità del corso, impostato appunto sull'obiettivo di proporre allo studente una esperienza didattica sul tema della residenza a Napoli.

Sembra inutile sottolineare la drammaticità che assume oggi il tema della casa, a Napoli in particolare.

Anche partendo da questa realtà, il corso vuole offrire:

elementi per una conoscenza della produzione di progetti e proposte inerenti il tema dell' alloggio e della residenza in que­sti ultimi 50 anni: conoscenza condotta sul filo prevalente dei caratteri tipologici piuttosto che stilistici;

elementi per una conoscenza del ruolo svolto dai caratteri ti­pologici prevalenti della residen,za nella storia di Napoli come città sulla definizione dei suoi caratteri morfologici;

elementi per una conoscenza delle principali posizioni teoriche oggi ricorrenti nella produzione e nella ricerca architettonica, anche per fornire, un quadro di riferimento teorico alla linea di lavoro teorico che si propone;

elementi per una specificazione dei principali punti di riferi­mento dell'indirizzo teorico seguito dal corso, in primo luogo

, caratterizzato dall'approfondimento dei temi del rapporto fra caratteri dell'architettura e struttura morfologica della città;

una esercitazione progettuale sul tema della casa a Napoli.

Articolazione del corso

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Il corso è articolato in:'

lezioni teoriche

dibattiti di corso

dibattiti e riunioni con contributi esterni

esercitazione di progetto.

Le lezioni teoriche riguarderanno i seguenti gruppi di argo­menti:

1. Le questioni connesse al ruolo ed al lavoro degli architetti

2. I termini del dibattito attuale e la linea di lavoro

3. I caratteri degli edifici per la residenza

4. Napoli come città: tipologia e caratteri morfologici

5. I punti te0rici della nostra linea di lavoro:

- L'architettura come tecnico d'intervento

- Il progetto architettonico come momento di una tecnica

Gli strumenti del progetto: - il rapporto con la storia

- l'analisi urbana

la rappresentazione grafica

- tecnica e tecnologia.

Ogni lezione sarà seguita da un dibattito. Ciascun gruppo di argomenti vedrà un momento di confronto con docenti della fa­coltà o di altre facoltà.

Per l'esercitazione di progetto gli studenti potranno scegliere fra gruppi che faranno capo ciascuno ad uno degli assistenti del corso che presenteranno delle loro autonome proposte di lavoro: tali gruppi di esercitazione si baseranno sulla discussione e sul con­fronto collegiale, mentre gli elaborati grafici di progetto saranno individuali.

Il corso è aperto a studenti di tutti gli anni. Eventuali coor­dinamenti, che restano un obiettivo centrale di questa offerta di­dattica, verranno stabiliti e concordati con altri corsi dopo il dibat­tito generale sui programmi.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (A)

Prof. Aldo Loris Rossi

Premessa

L'adozione delle tecniche di industrializzazione nel settore edi­lizio è atualmente fondata, nella generalità dei casi, su alcuni as­siomi a catene logiche giudicate incontrovertibili.

L'obiettivo primario della progettazione e produzione seriale, presupponendo un'immagine urbana determinata da un reticolo geometrico cubizzante si precisa in sostanza come individuazione di:

1. moduli geometrici organizzatori dello spazio;

2. elementi strutturali quali unità minime staticamente determi­nate: generalmente di natura lineare o bidimensior;ale come pilastri, travi, lastre-pareti, piastt~-solai, ecc.;

3. «componenting» più elaborati: quali infissi, pareti attrezza­te, blocchi impiantistici, ecc. La combinazione tridimensionale di tali elementi dà luogo:

4. all'insieme scatolare della cellula abitativa intesa quale mini­mum tipologico-funzionale;

5. la moltiplicazione e giustapposizione di tali unità scatolari ge­nera l'edificio singolo;

6. quest'ultimo con'Oesso a sua volta con altre unità determina finalmente l'insediamento urbano ipotizzato.

Ogni elemento sottende gli altri e viceversa. In tale circuito la qualifica funzionale, tecnologica e formale

del prodotto « città è iperdeterminata sia negli aspetti positivi che negativi dal metodo e dal processo adottati. Se da un lato vengo­no abbassati i costi di produzione, dan'altro il prodotto n011 sfugge alle accuse, generalmente rivolto ad esso, di uniformità, monoto­nia, assenza di qualità spaziali, alienazione meccanicistica.

In realtà lo standard non è in grado di tradursi in polivalenza

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formale, pluralismo linguistico, «varietas» spaziale, e, anche se imposte da ragioni strettamente economiche, sarà sempre scarsa­mente accettato nel settore edilizio. Evidentemente è da rivedere criticamente l'intero meccanismo conseguenziale che lego. l) la ri­cerca dei moduli geometrici all'individuazione degli elementi strut­turali, 2) lo studio dei «componentings» alle cellule abitative, 3) i metodi di aggregazione seriale di queste in un singolo edifi­cio all'articolazione di edifici in un insieme quale frammento di città.

Il quesito al quale bisogna trovare una urgente risposta è il seguente; è possibile, utilizzando le tecnologie dello standard, ri­spettare determinate qualità architettoniche con una riduzione dei' costi, ovvero, incrementare la qualità a parità di costo?

Contenuto del corso

L'obiettivo che si propone il corso è lo studio di «Prototipi di unità urbana a sviluppo verticale autosufficienti dal punto di vista dei servizi e dell' energia ».

Tali unità urbane possono essere fondate sul alcuni principi quali:

l. l'integrazione delle funzioni nel piano verticale;

2. la possibilità di una crescita controllata dell'organJ6mo-città per segmenti verticali.

In altri termini invece di produrre cellule standard da giustap­porre per formare l'edifiicio e il quartiere nel piano orizzontale, si pro gettano edifici-città quali insiemi di « grandezza conforme» alle esigenze, ma flessibili ed ampliabili nel tempo.

Lo studio è incentrato dunque sulla progettazione di griglie strutturali in cemento e in acciaio o in materiali plastici:

Le caratteristiche spazio-strutturali del continuum possono es­sere definite mediante l'uso di un reticolato « cristallcgraf-~co » in cui, dal punto di vista geometrico sia possibile riconoscere l'inter­ferenza di figure semplici come il cubo, il tetraedo, l'ottaedro.

Dal punto di vista tecnologico è lecito parlare di « continuum»

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pur adottando in realtà una struttura discreta se si introduce nel calcolo il concetto di « materiale ideale» secondo l'ipotesi di Le Ricolais.

Dal punto di vista urbanistico il reticolo tridimensionale stu­diato sarà dunque una vera e propria materia prima per le fun­zioni del vivere e dell'abitare.

Esso in funzione delle caratteristiche tecnologiche precisate, permette una grande flessibilità di utilizzazioni-configurazioni. Poi­ché mediante opera"ioni semplicissime di montaggio e smontaggio possono facilmente aggiungersi ·0 togliersi gli elementi mcdulari, tale reticolo spazi.ale può essere « scavato» (basta ripristinare le condizioni al contorno) là dove vi siano nuove necessità formali­funzionali, compatibili ovviamente con le sue leggi strutturali.

Possono individuarsi inoltre almeno due sistemi infrasll'Uttu­rali che interferiscono organicamente con la suddetta struttura port::mte.

L'insieme della struttura primaria e delle infrastrutture secon­darie determina dei veri e propri spazi attrezzati, disponibili per i diversi usi tipologici e funzionali.

Particolare importanza assumerà lo studio del sistema di auto­montaggio. Se si tiene conto che oggi una portaerei è in grado di alloggiare anche 5.000 abitanti, una vera e propria città galleg­giante prodotta in serie, i prototipi di unità urbana che si intende studiare, in quanto organiche città· strutture, possono essere di­mensionati per 1.000,2.000, 3.000, 5.000, 10.000 ... abitanti; ed insieme contenere delle potenzialità di sviluppo controllato, nella misura in cui tale crescita avviene per sezioni verticali integrate.

In conclusione dal nunto di vista teorico, si tratta di superare , , limiti tradizionali del taylorismo applicato all'urbanistica.

Significa cioè conciliare l'uniformità isotropica del campo con la variabilità delle immagini spaziali, il rigore della maglia ordina­Irice ed il pluralismo linguistico, la certezza della regola (stan­dard) e la imprevedibilità individuale del caso (unicum).

Spezzando in tal modo il «continuum» di funzione-forma­struttura, considerato da sempre uno dei tabù dell'ortodossia del M.M. e postulando lo scheletro strutturale come « campo », aper-

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to ad uso pluralistico, sia sintattico che funzionale si apre una pro­spettiva di ricerca sicuramente stimolante.

Solo se articolate all'interno di tale quadro teorico, anticipato esplicitamente da quelle ricerche di Le Corbusier che vanno dal progetto dello « chassis Domino» (1914) al Piano « Obus» per Algeri (1931), si può dare un senso· pregnante, legittimo, alle istanze avanzate dalle correnti « Post-Moderniste ».

Articolazione e organizzazione

Il corso si articola in lezioni teoriche} seminari) esercitazioni progettuali, visite ai cantieri e ad impianti speciali.

Ciascun gruppo di studenti svolge una ricerca di carattere teorico ed un progetto che tende a precisarsi come esecutivo.

Alla fine di ogni anno accademico tutti i risultati relativi alle ricerche ed ai progetti vengono raccolti in volumi, unitamente ai testi teorici ed alle comunicazioni ciclostilate elaborate durante il corso e distribuite agli stessi studenti.

II corso è aperto all'iscrizione degli studenti del III, IV e Vanno.

Eventuali raccordi con altri corsi

Si ritengono di più stretta pertinenza al corso le seguenti di­scipline:

a) Settore storico criticOG

1. Storia dell'architettura 2. Storia dell'urbanistica 3. Indirizzo dell'architettura moderna

b) Settore strutturale-costruttivo:

4. Scienza delle costruzioni 5. Tecnica delle costruzioni

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6. Materiali da costruzioni speciali 7. Tipologia strutturale

c) Settore scienze ambientali e normativa-gestionale:

8. Analisi dei sistemi urbani 9. Pianificazione territoriale urbanistica

10. Materie giuridiche.

Il corso poliennale è coordinato verticalmente con Comp. Arch. I e IIb.

Bibliografie ragionate sono clistribuite durante il corso.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (B)

Prof. Alberto Samonà

Premessa

Il corso, è un corso di «progettazione architettonica »; si basa, cioè, sullo svolgimento di temi progettuali che costituiscono il corpo, in certo senso, principale del lavoro dei docenti e degli studenti.

E convinzione del docente che la progettazione architettonica debba essere, nella scuola, accompagnata da una serie di appro­fondimenti di studio essenziali ad assicurare la trasmissibilità di una attività pratica - come, appunto, la progettazione architet­tonica - e l'apprendimento delle tecniche e dell'uso degli stru­menti necessari a esprimere in disegno le proposte (architetto­niche).

Questi due aspetti - quello del disegno di progetti e quello dello studio di fondamenti, idee, teorie sull'architettura, sono per­tanto compresenti all'interno del Corso, formano materia d'esa-

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me; l'uno integrandosi nell'altro, come parti di uno stesso insieme disciplinare.

Organizzato a partire da questa impostazione il corso si basa su una serie di lezioni e comunicazioni elaborate a cura del do­cente che doc.umentano criticamente il modo della progettazione, oggI, nel SUOI rapporti con i contesti entro cui è chiamata ad operare.

Contenuto del corso

Il tema generale del corso riguarda: «La residenza ovve­ro: il rapporto tra la casa e i servizi nella città e nel terri;orio ". esso è svolto secondo i seguenti argomenti: '

a) la questione del rapporto tra casa e servizi in relazione alla progettazione architettonica;

b) il ruolo della progettazione architettonica rispetto alla società in cui opera; sue tecniche e suoi strumenti· ,

c) la « composizione architettonica" come strumento di pro­gettazione;

d) la funzione della progettazione architettonica, in un qua­dro professionale rinnovato, rispetto agli interventi sulla città esi­stente e alla progettazione del nuovo.

Questi argomenti si sviluppano secondo l'atteggiamento del docente che origina dalla convinzione che l'attuale carattere de­duttivo della disciplina architettonica, basato sulla classificazione aprioristica di dati ricavati da medie dei bisogni di vita, non ri­sponda più sufficientemente alle esigenze di rinnovamento larga­mente presenti nella attuale società, le quali richiedono una pro­fessionalità specifica in grado di intervenire per « differenze" in­dotte dalle diverse realtà localizzate dalla stanzialità, sulla cui base impostare l'acquisizione di dati necessari alla elaborazione proget­tuale. Gli argomenti sono trattati nelle lezioni del docente nelle comunicazioni di giovani architetti, con le documentazioni di espe­rienze progettuali diverse.

Per quanto riguarda le esercitazioni progettuali, esse riguarda-

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no la progettazione di un insieme di case e relativi servizi (anche a scala più estesa), con riferimento particolare alla composizione degli spazi di vita collettivi e comuni; gli esercizi progettuali sono localizzati secondo le condizioni più adatte al loro svolgimento, nel senso che non è fornita un'area determinata, in un luogo esi­stente, D1a sono indicate una serie di vincoli e di candizioni <:~ tipo ».

Articolazione del corso

Il corso si articola con gruppi di studenti (possibilmente 2 o 3 elementi al massimo), per quanto concerne le esercitazioni progettuali, la cui resa finale è organizzata su tavole standardiz­zate (mt. 1,00 x mt. 0,70 o multipli relativi) in numero di cinque per ogni gruppo.

Le revisioni durante l'anno sono affidate al docente respon­sabile del corso e i gruppi non sono suddivisi tra gli assistenti ma, al contrario, ogni assistente è responsabile di un determinato argo­mento relativo a!la progettazione e collabora, p"rtanto, con tutti i gruppi per quanto gli concerne. Sono organizzate tre revisioni collettive durante l'anno.

L'esame si svolge come confronto tra i diversi risultati pro­gettuali e come approfondimento degli argomenti trattati durante l'anno, ciò anche a verifica del livello di preparazione culturale specific~ di ogni studente.

Il corso si rivolge agli studenti della F aèoltà senza diffe­renza di anno di iscrizione, dal I al V.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (C)

Prof. Alfredo Sbriziolo

Il tema della ricerca - la residenza - vuole porre l'atten­zione su un problema che, quale che sia la sua definiziane e deli-

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mitazione, rispecchia in positivo - o in negativo - le situazioni emergenti dalla società e gli orientamenti della cultura architetto­nica del tempo.

Al progressivo logoramento delle tipologie abitative derivate - nel secondo dopoguerra - dai modelli storici del Movimento Moderno di architettura, fa riscontro - a partire dagli anni cin­quanta - un ripensamento complessivo sul tema dell'abitazione .

. La messa in. questione dei modelli convenzionali e la ricognizione di un filone di ipotesi alternative e innovatrici, costituiscono il punto. di avvio di una ricerca sulla praticabilità di metodologie basate sulla assunzione di nuovi parametri e su più ampie po;si­bilità di articolazione, flessibilità e variabilità dello spazio abitabile.

In questo quadro l'indagine si estende alle strutture di ag­gregazione e mira a!l'individuazione di unità urbane complesse, come passaggio di grado dalla funzione residenza alla funzione in­tegrata-associativa.

L'ottica nella quale si intende svolgere la ricerca progettua!c muove dal presupposto che essa:

- debba svilupparsi in posizione analitica nei confronti dei caratteri specifici dell'area a cui si riferisce, e cioè con un aggancio esplicito alla realtà e alle preesistenze di un dato ambiente;

- debba porsi criticamente nei confronti di s.:hematizzazioni tipologiche bloccate e ripetitive, ed orientarsi verso «sistemi» abitativi fondati su programmi in relazione e reciproca dipen­denza di elementi strutturali e di spazi componibili, determinati analiticamente, moltiplicabili in tessuti aggregativi articolati e varianti;

. - debba proporsi di introdurre, nella tematica della proget­taZIOne dell'alloggio, lo studio dei modi abitativi come situazione dinamica, ed il problema del ruolo e del coinvolgimento dell'utente nella configurazione del proprio spazio abitabile, in funzione di valori dipendenti dall'individualità dell'uomo.

I! passaggio dalla unità minima (alloBgio) ad una unità inse-

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diativa « primaria », comprendente alloggi e attrezzature comple­mentari collettive, il passaggio cioè ad una aggregazione di dimen­sioni ottimali - controllabili architettonicamente - determi­nante un ambito omogeneo di strutture e spazi «integrati» -intesa come tessera di un contesto più ampio di cui è parte orga­nica, è considerato parte integrante dell'ipotesi di ricerca.

L'elaborazione, guidata dai docenti e condotta per piccoli gruppi, partirà da sintetici modelli di approccio e si svilupperà progressivamente attraverso l'analisi sistematica dei problemi po­sti dal tema, e la precisazione delle tecniche progettuali congruenti con le soluzioni specifiche.

La documentazione conclusiva sarà costituita da:

planimetria dei luoghi e di progetto (1/500)

profili di insieme (1/500)

modello volumetrico (1/500)

schedature di studio, riferimenti bibliografici, note esplicative

schemi planimetrici delle infrastrutture (1/500 - 1/200)

schemi edilizi della residenza (1/200)

_ progetto dell'alloggio: piante, prospetti, seZlOm (1/50)

schemi tecnici (impianti - strutture)

particolari, vedute prospettiche.

Bibliografia di base

A. Aalto, Opera completa. Le Corbusier, Opera completa. Diotallevi e Marescotti, Ordine e destino della casa popolare. Griffini, Costruzione razionale della casa, voI!. I, II. Chenut, Ipotesi per un habitat contemporaneo. L. Benevolo e altri, I modelli di progettazione della città moderna. INA-CASA, I quattordici anni del piano INA-CASA.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (A)

Prof. Michele Capobianco

Premessa di metodo

Finalità del corso è quella di definire le condizioni strutturali ed organizzative di un sistema di habitat, specificandone le qualità urbane attraverso le soluzioni architettoniche, spaziali, formali e tecnologiche.

Il corso tende a svolgersi secondo termini di scientificità che, in un processo di metodo progettuale, operanti attraverso le scelte di parametri e categorie proprie dello specifico disciplinare, così come si è evoluto storicamente (tipi, forme, strutture, ecc.), pon­gono l'ipotesi di intervento architettonico. Tali ipotesi, assumen­do valori di mediazione e/o alternativi, nella non realtà del ter­ritorio, risultano idonee a verificare il ruolo degli organismi pro­gettati in un possibile disegno di città, accertando la funzionalità del metodo stesso.

Si tratta quindi di intervenire attraverso ipotesi di sistemi che, ponendosi criticamente nei confronti della frammentarietà e della indifferenziazione della città, pervengano alla definizione di spazi urbani, tali da registrare con maggiore pienezza la dialettica di sociale e collettivo propria delle aree metropolitane.

Il corso intende, pertanto, recuperare la natura critica dei pro­cessi di progettazione, dove l'operazione critica è condotta attra­verso gli strumenti dello specifico architettonico, nella individua­zione del nucleo critico proprio dell'architettura relativo alle re­lazioni che istituisce con le dimensioni della realtà da cui parte ed in cui .può indurre modifìcazioni.

Contenuti del corso

La ricerca è orientata alla organizzazione dei sistemi di habitat:

1. nelle zone all'interno della città;

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2. nell zone di interdipendenza e che appartengono al continuum urbanizzato;

3. nelle zone marginali o del territorio.

La ricerca progettuale si propone lo studio di quelle forme di intervento che, inerendo ai più generali problemi del «rinnovo urbano », ne rilevano la capacità di recuperare l'originario signi­ficato di appropriazione della città: in questo senso l'esigenza di porre una tematica innovatrice (conseguenza della risposta archi­tettonica alla domanda sociale) trova il suo spazio di verifica al­l'interno di un terreno storicamente dato, dove l'assunzione di partenza è che l'architettura sia una disciplina storicamente deter­minata attraverso la evoluzione del proprio corpus storico.

Per gli interventi legati al 30 punto le ipotesi di sistemi di nuovi habitat sono formulati in rapporto con la realtà del terri­torio, valutando anche le indicazioni programmatiche espresse ai vari livelli della pianificazione.

Nei differenti casi il tema operativo si pone come scelta pos­sibile di fronte ad una realtà di segno negativo: la condizione di degrado urbano che investe, sia pure riconducibile a ragioni ed a connotazioni diverse, tanto la banlieu quanto le aree interne, dove l'obsolescenza delle strutture fa riemergere il volto della non città in immediata prossimità o all'interno della stessa città.

Articolazione dell' attività didattica

Il corso si articola in tre livelli di generalizzazione:

a) Metodologia: attraverso trattazioni teoriche si definisce una linea di metodo operativo circa i problemi relativi alla pro­gettazione di un sistema globale di spazi, fondato sul principio della integrazione funzionale sulla scorta di esempi di interventi sul corpo della città, in cui sia individuabile una tale problematica.

b) Informazioni: il discorso è volto a tracciare un quadro di posizioni relative ai problemi dell'architettura così come sono emersi nella storia più recente, attraverso la trattazione di argo-

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men:i mo~ografici sui momenti e sulle personalità del dibattito archltettomco dI questi ultimi anni. Questo tipo di lettura è orien­tato a collegare Il dIscorso sulla specificità della d' ']" q II Il'' d"d" lSClp ma con

ulle o su. In lVI uazlOne del referenti sociali, che si manifestano ne a pratIca progettuale.

c) Sperimentazione: le esercitazioni attraverso lavori di gr:,ppo ed elaborazioni individuali, verificano progressivamente glI assuntI t~orm attraverso la definizione di ipotesi spaziali nelle vane ,defimzlOm funzionali, formali, tecnologiche, ecc.

L elaboraZIOne progettuale delle ipotesi fa riferimento a:

a) significati e obiettivi:

- esposti in relazioni scritte ed in elabo.rati grafici;

b) organizzazione generale:

- che illustri le diverse componenti emergenti nella struttura dell'Intervento, e cioè: - percorsi

- localizzazione di attività specifiche e definizione tipolo-glca delle aree che le accolgono

- campi funzionali;

c) elementi che ~ompongono il modello di habitat:

- definizione delle modalità di associazione di taTi elementi m una formalizzazione architettonica.

Le ipotesi progettuali possono essere dirette sia allo studio di un sl.stema .complessivo che a quello di uno o più elementi parti­colan del SIstema complessivo che a quello dI' uno o p" l . . l' . !li e ementI partlco an del sIstema stesso (unità residenziale e/o attrezzature ecc.) e alla valutazione del loro ruolo nel sistema complessivo cui appartengono.

Raccordi e coordinamento con altri corsi

~.'elab~razione dei progetti, sia di quelli svolti durante il corso sIa 1 que II oggetto di tesi di laurea, dovendo rappresentare la

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E

sintesi degli studi degli allievi, nell'arco dei cinque anni previ­sti dalla Facoltà, non può non tener conto delle esperienze svolte negli anni precedenti o in altri Istituti. In particolare il progetto può anche costituire elemento di verifica spazi aIe per eventuali altre ipotesi e ricerche (urbanistiche, storiche, strutturali, tecno­logiche) sulle quali l'a:~:evo più specificamente intende applicarsi.

In altri termini le opportune forme di coordinamento con le altre discipline risultano strettamente legate al tema di studio pre­scelto: i tempi e i modi di tale coordinamento verranno perciò valutati insieme con gli studenti in fase di programmazione della ricerca progettuale.

Risultano nella impostazione generale del corso privilegiati i coordinamenti con le discipline:

Urbanistica e pianificazione territoriale

Storia e Indirizzi dell'architettura e Storia dell'urbanistica

Tecnica delle costruzioni e Materiali speciali.

Tecnologia dell'architettura.

La bibliografia essenziale è a disposizione degli studenti presso l'Istituto di Progettazione.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (B)

Prof. Nicola Pagliara

Le ragioni

I frammenti della scienza della progettazione, cocci multico­lori sparsi fra le teorie più apprezzate dell'attuale firmamento cul­turale, tendono per loro natura, come un'implosione cosmica, a riconnettere le parti di un sistema un tempo unito e regolato da

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leggi ferree. Il «big-bang» di intuizione einsteinIana SI e pro­dotto per la nostra scienza in tempi recenti dando luogo ad un'au­tentica galassia di « qualità » nella quale ogni intuizione personale sembra avere risvolti probabili e segni esclusivi. Da qui al vuoto cosmico dei contenuti, il passo è breve: l'interazione svuota si sa le parti dei loro significati, ne elabora una rappresentazion~ aset: tica, la giustifica sul piano socio-economico, insomma svincola e riduce se stessa dalle regole della disciplina. Il risultato è che non un eccletismo, ma più teorie giustificano la libertà di interpreta­zione dell'attuale briccolage progettuale. Il «non sense » che ne deriva è il nostro panorama urbano, pattumiera improbabile delle più acute sperimentazioni.

Le ragioni di questa condizione sarà più facile analizzarle alla distanza, quando il tempo trascorso consentirà di leggere divise le parti componenti il prodotto del gioco delle parti, e forse solo allora troveranno giustificazione le tendenze collettive al massacro della disciplina. Noi per ora siamo qui solo a considerare, e tente­remo una rapida conversione (con i suoi rischi), per riprendere non « la direzione », ma per raccattare i cocci dispersi. Già molti ricercatori sono al lavoro, anche in territori del sapere lontani dai nostri, ma tutto ciò ci indica un metodo a noi quasi sconosciuto. I racconti dei modi di pensare fino ai Maestri sono come fascinose storie di alambicchi, simili alle magie di Nostradamus, lontane dalla lucida scienza di Newton. Tuttavia è sempre a quel modo che torna la nostra speranza di conoscere i più intimi segreti del pro­gettare, dissolti intorno agli anni '20, quasi che le esplosioni della grande B.erta si fossero portati via, con le farfalle del fronte occi­dentale anche i draghi del misterioso bosco della Maginol.

Che sia solo questo il compito della nostra generazione, mi pare ben pagato alla via concessa, solo che il tempo stringe, e già nuovi slogan appaiono nel firmamento della post-cultura: non si fa in tempo a riflettere, che il secondo canale TV, istituzionalizza con un flash d'agenzia la crisalide tenera della nostra mutazione. E allora, per restare nel vago, diremo soltanto che cerchiamo il « mistero », come ci insegna Einstein, cioè il sentimento fonda­mentale che ci consente di porci domande, di vivere accanto alla

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scienza e soprattutto di sentire in ogni scoperta dell'armonia UnI­

versale, un riflesso della nostra sorda, infinita meraviglia.

I mezzi

In questi anni ho cercato di mettere a punto uno schema dei pochi elementi fissi dell'architettura, e negli studi che ho svilup­pato mi sembra si possano estrapolare tre punti indispensabili e ricorrenti, le cui caratteristiche se pure ancora poco controllabili, sono però certamente presenti in tutti i fenomeni architettonici. Questi elementi sono nell'ordine: la tettonica, l'iconologia, la sim­metria. Di questi tre elementi il secondo ed il terzo sono quasi completamente scomparsi subito dopo le analisi sulle simmetrie neoplastiche di Mondrian e le iconologie metafisiche di Magritte.

Si sono ancora individuati due parametri variabili: la funzione e la tecnologia. La prima esaltata dagli anni '20 in poi, ha rag­giunto ogni carattere di esclusiva speculazione,. economica, mo­neta di scambio o di ricatto per la fattibilità di un progetto, per­dendo la sua caratteristica storica di ragione essenziale del plu­riuso dello spazio; la seconda, finita nei laboratori Montedison o nelle rapide soluzioni di montaggio, associa industria e patronato sperando che con l'ausilio del designer possa divenire appetibile ed essenziale una scatola di montaggio: troppi passaggi a nostro avviso per costruite il mini~cottage, pluriuso, accessoriato, con ca­ratteristiche da ferrodastiro, da potersi adagiare indifferentemente (o da gonfiarsi) su spiagge a piacere o boschi o laghi o città ...

Questi cinque punti saranno gli argomenti delle !lastre lezio­ni, cercando di analizzare quali furono nel tempo le loro caratteri­stiche, i significati e soprattutto quale fu la loro quantità d'uso all'interno dei diversi tipi di progetto. Ancora sarà sviluppato un piccolo tema durante rintero corso, verificato sistematicamente attraverso cinque punti: prima in modo parziale (funzione, tecno­logia), poi con un'ottica più ampia (tettonica; simmetria), ed in­fine il progetto darà spiegazioni attraverso l'espressione dei suoi significati (iconologia). L'elaborato al termine dovrà comprendere i cinque elementi in una assoluta contemporaneità di lettura, aven-

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do sfiorato così il complesso meccanismo della sintesi dei momenti formativi l'immagine. L'esercitazione sarà singola e si svolgerà in classe attraverso correzioni e pubbliche discussioni; l'elaborazione potrà essere sviluppata all'esterno (la mancanza di spazi privati lo impone) ma le verifiche saranno sistematiche e settimanali, un giorno in più rispetto all'orario ufficiale e prodotte dai contratti. sti co," l'Ollsilio della presenza del docente.

Le ccnsiderazioni

Bre"i possono essere le considerazioni, se' così sperimentale si ptesenta il quadro della ricerca del corso, ed il rischio (control­lato) in cui si spinge. È un nostro dovere crediamo ridare scienti­ficità ad una malintesa interpretazione della «Composizione ». Proprio oggi in cui per tutti tutto è composizione sentiamo con urgenza la necessità di restituire i ruoli. Accadde anche tanto tem­po fa e si fu alla soglia di un lungo rinascimento, quando fu chiaro. che fra i mastri muratori e gli scienziati dell'architettura il passo del piede fiorentino si era smisuratamente allungato. Non è un male tutto ciò se isolando la competenza tecnica, gli architetti ri­cercano un nuovo modo umanistico, diventando a mio avviso allora sÌ indispensabili nello sviluppo del sociale non come mezzo, ma come motore e produttore delle immagini del proprio tempo. Noi vagliamo da anni un ruolo, fin qui resi quasi inutili ed affian­cati al divertito e compiacente mondo degli ingegneri. Perso il bandolo, si sa, anche Teseo avrebbe avuto grosse difficoltà nella scoperta di se stesso e noi tentiamo di riammagliare la grande tela della meraviglia.

Arida ci sembra fin qui l'immagine di quanto ci circonda, e se pure logici marxisti ci consigliano di stemperare le nostre fantasie nel mare profondo della socialità, noi chiediamo un ruolo di pro­duttori, come il teatro e la TV, di tutto quell'indispensabile inu­tile che forma, rallegra, arricchisce ma soprattutto tiene sveglie le buone come le cattive coscienze.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (C)

Prof. Massimo Pica Ciamarra

Premessa

Sotto il profilo teorico il corso assume come riferimento nel dibattito internazionale sull'architettura la Carta del Machu Pic­chu (1977) e le tesi che si sono andate sviluppando partendo dalle proposte e dalle esperienze del Team X.

Le lotte per la rivendicazione di una nuova qualità della vita rendono urgente ed attuale la riprogettazione o la reinvenzione delle città esistenti, per immettervi «nodi» o «legami» inso· spettati ed alternativi, capaci di potenziarne ed attualizzarne le qualità, o di sovvertirne le regole originarie troppo spesso basate sulla separazione e la dispersione.

La città come sistema continuo degli spazi pubblici, finalizzata alla partecipazione, all'informazione, si oppone alla città dell'iso· lamento materializzata in unità contrapposte: prevalenza delle re­lazioni, dei legami; attività come frammenti di funzioni istituzio­nalizzate; edifici come frammenti di un continuo urbano.

. Il corso promuove quindi esperienze di progettazione che, nel­l'affrontare temi tratti dalla condizione reale, manifestino il con­trollo del proprio significato nel processo di trasformazione e cre­scita della città.

Lo sviluppo di questi temi è inteso come occasione per acce­dere a quella che è stata definita come una nuova dimensione del­l'urbano, propria della fine del XX secolo, la dimensione Iudica: nella città alienata ed alienante occorre immettere germi di una " nuova dimensione », e l'esame dei problemi delle «aree di con­densazione sociale » costituisce un utile punto di p~rtenza.

La ricerca si incentra sul rapporto fra " architettura e dimen­sione urbana », ed esamina il problema della riorganizzazione del­lo spazio urbano e della sua riconquista a fini collettivi.

Il tema della" continuità» è un riferimento di fondo: con l'obiettivo di determinare elementi di unione e di legame fra le

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parti dello spazio costruito; di procedere nella costruzione della for~a architettonica. affermando metodologicamente la prevalenza dI lTIteresse SUI VUotI, Intesi quali immagini collettive e di relazio­n.e fra le parl!, e non sugli oggetti urbani; di pervenire alla distru­zIOne della forma pura, dissolvendola in percorribilità continue fortemente ancorate ai contes,ti in cui si collocano.

Come. è stato affermato di recente, il pragmatismo è una pa­rola scredita;". lTI ItalIa, quasI Il contrario di " profondo » o " mo­~ale ». Esso e Invece un metodo razionale, una disciplina, un'etica: Il corso annette una grande importanza alla prassi progettuale in­tesa come strumento essenziale di conoscenza e di ricerca. '

Argomenti

il Il corso si articola su tre livelli, che riguardano gli obiettivi (3) . metodo (2), e gli strumenti (1) della progettazione architetto~

mca; . e SVIluppa. ti rapporto fra i tre livelli sopradetti rintraccian­dol! lTI esercItaZIOni progettuali.

E opp~rtuno che gli studenti che intendono seguire il corso abbIano gla svolto, lTI anm precedenti, esperienze di progettazione archllettomca.

Continuità e . contraddizioni nell'architettura contemporanea: dal mllo lTIternazlOnale alle realtà reaionali

" 3. Progettazione architettonica e progettazione integrale:

intersezioni e contrapposizioni nella realtà dei processi progettuali

L'organizzazione funzionale:

dall'idea di funzione a quella di attività lo spazio come ~istema di luoghi criteri tipologici e caratteri topologici le barnere architettoniche

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Architettura e logica delle tecnologie:

I riunificazione dell'ingegneria strutturale con l'arc~it~ttura e~oluzione dell'idea di progetto nell'edilizia industrIalIzzata

e per componenti

Il controllo del microclima nei sistemi edilizi:

l'informazione energetica gli impianti tecnologici nell'architettura.

2. Il ~ principio insediativo » ovvero « l'armatura della forma >>:

compresenza di scale dimensionali diverse complessità e contraddizioni in archllettura

L'uso delle geometrie nella definizione dello spazio:

reticoli ordinatori e struttura organizzativa

I percorsi pedonali nella struttura dei nuovi tipi urbani:

usi del sottosuolo e delle coperture .' intersezioni funzionali / continuità spazlall

Ruolo degli utenti nel processo progettuale . La storia come metodologia del fare archllettonlco.

1. Le attrezzature collettive nella città:

dall'idea di standard alla ipotesi di « aree di condensazione

sociale»

Ruolo della mobilità nel disegno urbano: .

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i nodi dei trasporti collettivi come luogbi di riferimento per le « aree di condensazione sociale»

Il rapporto con lepreesistenze:

l'intervento architettonico come frammento e come ele­mento di legame la reinvenzione delle strutture fisiche, delle funzioni, delle attività e dei modi d'uso

La dimensione Iudica nella città.

Articolazione dell' attività didattica

Parallelamente alla trattazione degli argomenti sopraindicati, verranno istruite le « esercitazioni », con il compito di verificate progressivamente gli assunti teorici attraverso la definizione di elaborati progettuali.

Le proposte di progetto, inserite nella tematica del corso, sono riferite alla finalità generale di reinvenzione nell'ambito urbano in cui si collocano. In rapporto a tale finalità i programmi partico­lari definiranno gli obiettivi specifici del singolo intervento inteso, verso l'esterno, quale momento di ricucitura dell'ambito urbano in cui è collocato; e, verso l'interno, come momento di fotte aggre­gazione spaziale fra funzioni ed attività diverse. Il rapporto con la realtà deve considerarsi come caratterizzante e significativo nel-lo sviluppo dei temi. _

Il corso tende a sviluppare raccordi interdisciplinari e ne in­serirà la problematica nelle esercitazioni.

I programmi di lavoro delle esercitazioni, predisposti all'ini­zio del corso ed aggiornabili al completamento di ogni fase, saran­no articolati nei tempi e nelle modalità grafiche.

La discussione dei temi, affidati alla guida di singoli assistenti, avviene in senso collettivo nell'ambito del corso.

Le lezioni si accompagnano ad analisi di esempi tratti da espe­rienze dirette e si innestano sui lavori svolti dagli studenti.

Riferimenti bibliografici

M. Pica Ciamarra, Architettura e dimensione urbana, Coop. ed. Econ. e Comm., Napoli 1977.

105

G. Cullen, Il paesaggio urbano, Calderini ed.,. Bologna 1976. R. Venturi, Complexity and contraddiction In. ~rchztect~re, Mu­

seum of Modern Art, New York 1965 (edlZl0ne !tahana De-dalo disponibile dal dicembre 1979). . .

M. Pica Ciamarra, L. de Rosa, A. Rocereto, M. V. Serplen, Na­poli - Per la riorganizzazione delle strutture unlVersztarze nel centro antico, I.P.A., 1976.

R. Banham, Ambiente e tecnica nell'architettura moderna, Laterza

ed., Bari 1978. ,. ,. AA. VV., Team lO + 20, l'Architecture d aUlourd hm, n. 177. AA. VV., Costruire ed abitare, Credito Fondlar1O, Roma 1973,

1975, Parigi, voI. I, pago 271/320. . .. u. Carputi, Le strutture, le nuove tecnologie, i nuovz .matertalz e

l'industrializzazione nell'evoluzione del processo edzlzzzo, voI. II,

pago 1/350. . ,. d . l . E. Frateili, C. Guenzi, G. Turchini, Problemz dell In ustrza zzzazzone

edilizia.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (D)

Prof. Francesco Della Sala

Premessa teorica e metodologica

Dare la possibilità ad ogni studente, continuamente assistito dalla docenza, di contribuire allo sviluppo ~ella sua Idea proget­tuale, in merito al tema ed all'attuale realra SOCiale, con un ap: porto originale, sia nel caso che proceda da solleCltaz1OnI ln1Z1ah sia che queste intervengano successivamente come correZlOne, In-

tegrazione o rafforzamento dell'idea. , . . . Quindi, attività creativa mlZlale che parte dall asslml1az1On~

di tutto il background di espenenze dirette e. mdlrette, e. alr~r nanza dell'attività creativa con momentl di venfica e sollecltaz1O-

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ne costituiti dall'informazione, dalle consulenze, dagli incontri se­minariali ecc.

La bibliografia che segue è limitata a libri di sollecitazione in generale, ma non definitivi per l'approfondimento del tema. Lo studente la integrerà, di volta in volta, sulla base dello sviluppo del suo specifico lavoro.

Robert W. Marks, The dimaxion world of Buckminster Ful­ler.

Rerman Kahn e Anthony S. Wiener, L'anno 2000. La scien­za di oggi presenta il mondo di domani.

Reyner Banham, The architecture of the well-tempered envz­ronment.

Alvin Toffler, Lo choc del futuro.

AA. VV., I limiti dello sviluppo.

Marshall Mc Luhan, Gli alloggi. Nuovi aspetti e nuova pro­spettiva, in Gli strumenti del comunicare.

Jan Tinbergen, Progetto RIO· per la rifondazione dell'ordine internazionale.

Contenuto del corso

Il tema riguarda la flessibilità e la contrazione dell'alloggio a favore dell'estensione dei servizi sia sociali che funzionali, per un rapporto umano più intenso nella dimensione collettiva per una maggiore efficienza dell'abitazione e per una economia impianti­stica.

La scelta di tale tema, già trattato nei precedenti Corsi di Pro­gettazione, è motivata dalla grave insufficienza quantitativa e qua­litativa di alloggi.

In questo senso il progetto va studiato tenendo in vista l'ob­biettivo della prefabbricazione e dell'industrializzazione, e quindi criteri di producibilità, di trasportabilità, di montahilità, di econo­mia e facilità di manutenzione.

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---------- -

Articolazione e organizzazione

Il corso presenta tre linee di continuità:

. f d' to dell'esperienza nel corso. 1. continuità di appro on

f imen. d' rogetti già svolti o in corso

Gli studenti saranno m ormati 'dei

p . potranno quindi avvan­di completamento. Le nuove i ee SI taggiare di tali precedenti espenenze,

2. ~o;~:;:! ~ti~~~~::~:no di incontri interdisciplina~~l~~e~;~~~~ mente rispetto ai criten statlCi. ed impiantistici e

per il loro impiego sul terntono;

. ità verticale con altri corsi di Compos1Zlone. 3. connnu d l V corso, adatto anche a studenti

Il presente programma e . l ente con i corsi tenuti dai del IV anno, è coordmato vertlca m

P tI Giovanni De FrancisCls e Alberto Izzo. ro .

DISEGNO E RILIEVO CA)

Pref. Anna Francese Sgrosso

Premesse metodologiche . .' mediante un consa-

I! corso A di Disegno e nlIevo Si proP~fe~onseguimento della le uso del mezzo grafico-espre~slvo,

pevo l . dell'architettura. conoscenza fenomeno ogica. . o più propriamente

. mezzo espressIvO, I! disegno mteso come dall a lin uistica, come 'veicolo

secondo una termmologla tratta duo nqu! come tutti i linguaggi . " r a aggiO ViSiVO e segmco , e un m~u . s:abilendo con essi un rapporto re-deve esprimere dei contenut;,. OL t ' Se tuttavia attribuiamo

d· , . . fi nte' e signlllca o . Il ciproco i sigm ca d' . d l proaetto piuttosto che a a

l . nte al ivemre e b "fi d' un ruo o premme afi un preciso sigm cato i cl il zzo gr co assume .

forma con usa, me 'd l' Al disegno allora viene attri-ordine non formale ma i eo ogiCO.

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buito un ruolo altrettanto complesso ma assai più pregnante, pre­cisamente quello di ' pianificare il procedere " stabilire o proporre in anticipo regole e comportamenti futuri, m una parola 'pro­gettare' .

Noi assumiamo il termine in entrambe le accezioni, essendo evidente come il disegno architettonico rivesta la duplice funzione di strumento per la ricerca espressiva e di mezzo tecnico per la realizzazione dell'opera, stabilendosi inoltre un legame concettuale tra il segno-architettura e il segno-immagine in quanto ad entram­bi spetta il ruolo di esprimere simbolicamente la funzione e di suggerite determinate ipotesi interpretative.

Il soddisfacimento di tali esigenze richiede la conoscenza della problematica relativa alla percezione e alla comunicazione visiva: poiché infatti l'ambito operativo è lo spazio fisico tridimensionale, all'interno del quale si instaura un rapporto di fruizione tra lo spazio costruito e l'elemento umano, ne consegue l'intimo legame di natura geometrica e di natura psicologica tra la struttura og­gettiva e l'immagine percepita, vale a dire tra spazio fisico e spa­zio percettivo.

La costruzione dell'immagine rappresentativa, come la forma-­zione sulla rètina dell'immagine visiva viene mediata da procedi­menti geometrico-proiettivi atti a tradurre su una superficie bidi­mensionale la realtà oggettiva tridimensionale. Ma il processo per­cettivo-visivo non si limita alla pura registrazione dell'immagine retinica, cosÌ l'operazione grafica nòn può ridursi alla fredda e neutrale riproduzione della realtà: al segno-immagine compete in­fatti il ruolo di esprimere con immediatezza e pregnanza i conte­nuti e i significati dell'opera.

Ancora una funzione del disegno, che potremmo definire auto­noma rispetto al progetto ma nOn estranea, precisamente la fun­zione di documento dell'esistente, è quella che spetta al disegno di rilievo. Ma anche il termine' rilievo' ha un significato poliva­lente, quello di osservazione, risalto, tipo di scultura, 'in archi­tettura, « ... determinazione degli elementi necessari a rappresen­tare graficamente un'opera già costruita» (Devoto-Oli, Dizionario della lingua italiana, voce Rilievo). Assumendo dunque il termine

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in un'accezione globale è necessario cogliere per suo tramite tutte le componenti dell'architettura: da quelle metriche e dimensionali a quelle relazionali, da quelle figurative a quelle geometrico-strut­turali, per finire con le proprietà topologiche dello spazio vissuto.

Programma operativo

Sulla base di una recente sperimentazione didattica coordinata con il corso D di Composizione I e II e parzialmente conclusa, proponiamo ancora il frazionamento del corso di Disegno e rilievo in due semestri: rispetto agli impegni programmati risulta infatti inadeguata l'attuale concentrazione dèl corso in un solo anno acca­demico, richiedendosi un più graduale approccio e tempi più lun­ghi di acquisizione; in tal modo risulta inoltre possibile soddi­sfare l'esigenza di un costante scambio interdisciplinare, che do­vrà coagularsi nel momento conclusivo della sintesi progettuale.

Ritenendo fondamentale un reciproco scambio anche con altre discipline proponiamo un coordinamento verticale con il corso B di Tecnologia dell'architettura I sul tema' Gli insediamenti civili e rurali della Penisola Sorrentina " per una ricerca finalizzata alla salvaguardia dei valori ambientali e al recupero dei modi costrut­tivi e delle risorse locali.

Analisi morfologica dello spazio-ambiente (nov. 1979 - apro 1980): i temi delle lezioni saranno:

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l'evoluzione del concetto di spazio con particolare riferimento alle nuove teorie geometriche; -

i processi geometrici della rappresentazione grafica e della re­stituzione prospettica.

Le esercitazioni saranno volte:

alla conoscenza metodologica e strumentale del processo con­

formativo dello spazio-ambiente mediante schizzi rilievo sia tradizionale che fotogrammetrico;

all'individuazione e rappresentazione assonometrica della ma­trice strutturale degli spazi in esame.

Sintesi rappresentativa e inventiva (apr. 1980 -Iugl. 1980): i temi delle lezioni:

- il problema della rappresentazione; sintesi storica e metodi moderni;

la teoria delle ombre come mezzo di ricerca figurativa e come studio del soleggiamento.

Le esercitazioni:

rappresentazione prospettica della struttura individuata in rap­porto a nuove destinazioni d'uso;

rielaborazione della struttura e determinazione delle ombre proprie e portate.

Bibliografia

Per le componenti percettive e psicologiche:

Arneim R., Arte e percezione visiva, Feltrinelli, Milano. Piaget J. - Inhelder B., La rappresentazione dello spazio nel bam­

bino, Giunti Barbera, Firenze.

Per l'analisi storico-critica:

Jammer M., Storia del concetto di spazio da Democrito alla ;ela­tività, Feltrinelli, Milano.

Panofsky E., La prospettiva come forma simbolica, Feltrinelli, Milano.

Sgrosso A., Il problema della rappresentazione dello spazio, IEM, Napoli.

Per lo studio geometrico:

AA. VV.,Architettura: disegno e geometria, Massimo, Napoli.

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March L. - Steadman P., La geometria dell'ambiente, Mazzo'tta, Milano.

Per la documentazione ambientale:

Imperatore G., Amalfi nella natura, nella storia, nell'arte, Amalfi 1956.

Esistono, inoltre, appunti delle lezioni a cura dell'Istituto di Analisi Architettonica.

DISEGNO E RILIEVO (B)

ProE. Antonio Scivittaro

Significato del corso

Il crescente interesse che lega la Didattica alla Ricerca ci pone l'obiettivo di caratterizzare operazioni diverse. Queste, partendo dalla lettura ed elaborazione stimolano altri interessi che fecon­dano la capacità di rappresentarE. Il momento della rappresenta­zione dei fenomeni plastico-spaziali dell'Architettura parte così dal recupero di significati e valori della città come del territorio aprendoci nuove prospettive metodologiche relative alle possibi­lità linguistiche e strutturali tra la città antica e la città moderna.

Naturalmente, è proprio in questa Disciplina, fondamentale alla formazione dell'architetto, che l'area di ricerca estendendosi oltre le scienze e le tecniche legate alla percezione sensoriale, tocca motivazioni più profonde, ideali e formali al tempo stesso. Fonda­menti e strumenti relativi alla rappresentazione virtuale dello spa­zio-tempo. Le modalità della rappresentazione (dal bozzetto al pro­getto e clal Rilievo al Modello) altro non è se non la materializza­zione in Forma visiva e fruibile dell'immagine contestuale.

Immagine e configurazione del rapporto mutevole tra città e

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territorio. Pertanto, le divisioni ideologiche tra Architettura e Arte sono puramente riduttive e strumentali ma non sostanziali. Natura e artefatto (città-territorio) diventano inseparabili come la Cultura del Lavoro.

Specificità della disciplina

Il passaggio dall'informazione sensoriale alla riflessione logica e semantica sul contesto sottende una serie di operazioni che van­no dall'analisi alla sintesi. dell'immagine rappresentata (operazioni linguistiche-strutturali) .

Il segno architettonico (l'opera-messaggio) diventa così ogget­to di scomposizione e reinvenzione linguistica, ponendo in eviden­za i caratteri legati al continuum spazio-tempo.

Particolare attenzione sarà posta al Processo di COSTITU­ZIONE DELL'IMMAGINE circostanziata all'ambiente storico, naturale e ai mutamenti che coinvolgono struttura e forma conte· stuali (es. Castelnuovo di Napoli).

L'obiettivo specifico consiste, a livello della Didattica, nel continuo sforzo di liberare consapevolmente il potenziale fanta­stico-inventivo negli allievi, affinché le analisi condotte non pre­cludano, riduttivamente impoverendole, possibili aperture meto­dologiche (Analisi storico-critica delle esperienze visjye e sui mo­delli spaziali).

Programma del corso

Analisi del segno architettonico nel contesto urbano:

a) La scala umana e i rapporti proporzionali.

b) Relazione tra oggetto architettonico e ambiente storico e socio-economico (Analisi storica e critica della forma)_

c) La forma come effetto fruibile del processo di configu­razione dell'immagine (dalla Gestaltheoria alle attuali ricerche sto­riografìche e critiche dell'Architetture.).

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d) Implicazioni geometriche, psicologiche, fisiche e storichc nell'Analisi della rappresentazione di Rilievo.

e) Processo interno esplicativo della rappresentazione bidi­mensionale e tridimensionale (Rilievo'a vista e geometrico in scala come sintesi della forma).

/) Forma e contesto - con particolare riferimento allo stu­dio del mutamento delle forze operanti nel contesto (scala umana e scala tecnologica).

g) Metodologia della forma e tecniche di rappresentazione (Elaborati di sintesi - il contesto esaminato e rappresentato nelle sue singolarità, anomalie ed emergenze).

h) Poetiche dell'Architettura antica e moderna. Mutamento delle indicazioni e del segno. Esemplificazioni segni che tratte da tests antichi e contemporanei.

i) Nelle prove individuali come nelle esperienze di gruppo (elaborazioni di gruppo) la metodologia seguita dovrà porre in evidenza i contenuti delle lezioni teoricbe e delle esercitazioni alla lavagna (indicazioni storiografiche, critiche e geometriche del. lo spazio architettonico).

i) Lezioni circostanziate alla verifica del modello didattico individuato. Esercitazioni in aula intervallate da sopralluoghi nel centro storico di Napoli pilotate dai rispettivi Assistenti alle eser­citazioni e coordinate con il corso di Composizione Architettonica I B diretto dal Prof. Gaetano Borrelli.

Opere consigliate

B. Zevi, Architettura in nuce, Venezia, B. ZEVI, Il linguaggio Moderno dell'Architettura, Torino, R. De l':usco, L'idea di Architettura, Napoli, A. Scivittaro - F. Titontetto· P, De Masi, Struttura del segno ar­

chitettonico, CN,R., Napoli.

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A. Scivittaro - F, Tintoretto - C. Di Crosta, Il Centro storico, CN,R., Napoli,

A, Scivittaro - F, Tintoretto - M. R, Imbrioscia - P. Virgilio - M, Monti, Struttura e forma dell'Architettura, C.N.R" Napoli,

F. Tintoretto, Contributo alla linguistica architettonica - Parlare e fare architettura, Riv. L'Architettura, n, 236, Roma,

G, De CatIo, Urbino - Storia - evoluzione e ristrutturazione urba­nistica, Padova.

F. Tintoretto, La Crisi e l'Arte, Riv. Trivella, 16-17, Avellino.

DISEGNO E RILIEVO (C)

ProE. Massimo Rosi

L'obiettivo didattico del Corso C di Dis~gno e Rilievo, è quello di individuare nel contesto urbano e sociale, quindi del­l'« environment », o ambiente totale, le emergenze architettoniche - che possono diventare temi comuni con i Corsi di Storia del­l'Architettura e di Composizione Architettonica - per portare su di esse l'attenzione analitica della lettura diretta e ciOè del rilievo, in uno con le possibili indagini storiche e tecnologiche,

E inoltre importante includere nell'esperienza generale la spe­rimentazione del modello, oggetto indispensabile di conoscenza del duplice aspetto: quello dell'invaso interno e quello della for­ma plastica, dello specifico architettonico: lo spazio, inteso come luogo significante e d'uso,

- Lezioni teoriche, nelle quali saranno trattati, dal punto di vista storico e da quello metodologico, i seguenti argomenti:

L La rappresentazione grafica dell'architettura, Il disegno d'architettura, di cui è parte integrante quello di rilievo, è anche strumento d'espressione e va inteso come contatto con la realtà

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e quindi interpretazione di questa e non come disegno d'imita­zione - Connessione con la realtà, rappresentazione bidimensionale di una realtà tridimensionale sia reale che di fantasia - Rappresen­tazione antica e relazione con scoperte (Prospettiva) - Evoluzione della rappresentazione. Il disegno d'architettura nell'opera dei Maestri.

2. Teoria e storia del rilievo - Analisi delle rilevazioni effet­tuate da grandi architetti e studiosi d'architettura sulle grandi emergenze dell'antichità - Approccio metodologico e operativo.

3. Sintesi storico-scientifica dell'evoluzione nei metodi di rappresentazione geometrica • Proiezioni ortogonali per l'identi­ficazione delle caratteristiche metriche dell'oggetto da rappresen­tare - Il rilievo con l'ausilio della moderna tecnologia - Gli stru­menti, la fotogrammeria, la fotografia aerea.

L'aspetto metodologico per affrontare il lavoro di conoscenza di un'architettura determina quelle questioni tese a riportare ad unità di interessi le varie discipline archiettoniche.

L'approccio con il tema di architettura deve ricondurre allo specifico architettonico, lo spazio e non soltanto lo spazio, in quan­to tale caratterizzazione può apparire al momento in parte limi­tativa.

a) Ricerca storica, come collaborazione dell'architettura studiata e come documentazione delle vicende della stratificazione sto­rica. Bibliografia, regesto, confronto di planimetrie.

h) Ricerca oggettiva: Rilievo

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Elaborati fondamentali: piante, prospetti, sezioni particolari: Disegno e sue caratteristiche in funzione della scala adottata:

1. Sintetico, scala 1/200, 1/100 rapporti generali, quote.

2. Descrittivo, scala 1/50 definizione architettonica, quote.

3. Analitico, scala 1/25, 1/10 particolari decorativi, strutturali, costruttivi.

c) Spaccati assonometrici come mezzo individuale di lettura e comprensione dello spazio architettonico, della complessa fe­nomenologia della percezione architettonica e come mezzo di indagine strutturale.

d) Lettura fotografica intesa come fattore integrativo, quindi con­nesso alle singole fasi di lavoro. Ausilio della fotografia nel rilievo. Mezzo di interpretazione e lettura percettiva dell'ar­chitettura, unica possibilità di documentare la complessità del­lo spazio di un' architettura. Collegato per i temi di studio con il corso di Composizione

Architettonica l' e 2" tenuto dal Prof. Arch. Massimo Nunziata.

Testo indicato

M. Rosi, Il Disegno d'Architettura, ed. della Libreria, 1977.

DISEGNO E RILIEVO (D)

Prof. Adriana Baculo Giusti

Finalità e contenuto del corso

Tutto il lavoro di analisi e rilievo del patrimonio edilizio esistente svolto in questo e nei precedenti anni accademici da me e dal gruppo di collaboratori nell'ambito del Corso di Disegno e Rilievo alla Facoltà di Architettura di Napoli, si pone un obiettivo prioritario: quello di spostare la tradizionale valutazione del "Centro storico» come bene di carattere filologico-culturale, in un'ottica diversa, di carattere economico e sociale.

In termini economici, infatti, i vecchi centri rappresentano in

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Italia gran parte del patrimonio edilizio sottoutilizzato e pertanto assumono un ruolo di grande peso nella economia nazionale in relazione alle dimensioni del capitale nsso in essi investito in beni reali, in termini di abitazioni, infrastrutture e servizi. Di essi quindi vatenuto conto nella elaborazione di una politica della casa alternativa a quella di speculazione che privilegia esclusivamente le nuove costruzioni equivocando le reali esigenze presenti nella domanda di alloggi. Esigenze cioè legate ad un equilibrato rap­porto casa-lavoro, casa-infrastrutture, casa-servizi, per rispondere alle quali è indispensabile connettere il problema della casa alla più generale politica di uso del territorio.

In termini economici si pone anche la storia del costruirsi - e la morfologia e la tipologia edilizia - dei « centri storici » che si sono configurati in stretta connessione con le risorse del proprio territorio e con le tecniche di trasformazione di quelle risorse nei vari settori produttivi: agricoltura, piccola industria, artigianato e commercio condizionano inequivocabilmente nelle diverse zone le qualità dell'aggregato edilizio sia che questo sia inserito in un grosso sia che sia inserito in un piccolo centro urbano.

E analogamente in termini sociali va considerato il patrimonio edilizio dei « centri storici » che rappresentano un patrimonio col­lettivo insostituibile non solo perché questi sono la forma più concreta della cultura delle comunità, ma perché in misura mag­giore o minore sono pur sempre luogo di aggregazione sociale e per l'uso continuato nel tempo degli spazi, e per la presenza di servizi collettivi e anche perché in essi sussiste la piccola proprietà privata della casa di abitazione.

Da quanto detto risulta evidente che i cosidetti «centri sto­rici » in quanto beni culturali rientrano nella più generale proble­matica del recupero del patrimonio edilizio esistente, quale bene economico e sociale. Al problema del rilancio della produzione e della occupazione - prioritario nella attuale situazione econo­mica italiana - si affianca quello di un programma articolato di intervento complessivo sul territorio che insieme al posto di la­voro garantisca anche - mediante una equilibrata maglia di in­frastrutture e di servizi - quella qualità di vita capace di man-

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tenere ed incidere posHIvamente sulla produzione e su tutta la struttura economica del paese.

In tal senso questo corso di Disegno e Rilievo - ponendosi in un rapporto reale con la città ed il territorio e proponendo una collaborazione attiva per un assetto ed un uso democratico di essi - individua l'obiettivo del rilievo e dell'analisi di vecchie strutture urbane di produrre un materiale di conoscenza da utiliz­zarsi come base di confronto e stimolo nei programmi di inter­vento degli enti locali e degli organismi che gestiscono il territorio.

Il Rilievo diventa quindi lo strumento necessario per la co­noscenza della realtà non solo come restituzione quantitativa di essa, ma anche in senso più ampio utilizzato per evidenziarne i processi ed i fenomeni contraddittori che l'hanno configurata fino ad oggi. Per altro la trascrizione del rilievo nel Disegno è essa stessa il passaggio critico dalla realtà alla valutazione di essa. Mo­mento sul quale necessariamente occorre stimolare un dibattito con forze culturali e sociali esterne alla Facoltà di Architettura e per il quale, d'altra parte, l'uso dei sistemi di rappresentazione grafica codificati (proiezioni ortogonali, assonometria e prospetti­va, ed il disegno convenzionato alle varie scale di progetto di mas­sima, di progetto esecutivo, di piano di fabbricazione, di piano re­golatore, ecc.) assume significato in rapporto alle necessità di chia­rezza e di incisività che si richiede all'architetto qU.2le tecnico ope­ratore della realtà.

Organizzazione del corso

Scelta dell'area di lavoro: illustrazione e sopralluoghi.

già A conclusione dell' anno accademico si prevede - come

negli anni precedenti - una Mostra Dibattito nella quale verranno esposti ed illustrati i lavori elaborati dal corso ed alla quale parteciperanno docenti di altre discipline, ammi­ministratori e rappresentanti delle forze politiche e sindacali interessate.

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Lezioni centrate sui diversi temi:

Il rilievo ed il disegno del patrimonio edilizio alle varie scale: metodi ed elaborati di indagine.

Sistemi di rappresentazione geometrica: proiezioni ortogonali, assonometriche e prospettiche.

Tecniche base per il rilievo metrico.

Rappresentazione del rilievo e disegno convenzionato.

DISEGNO E RILIEVO (E)

Prof. Camillo Gubitosi

Il programma per il corso di « Disegno e Rilievo » si propone di avv; Ire una ricerca sperimentale per la lettura, analisi e rap­presen'lzione bi/tridimensionale dello spazio architettonico e urbane,.

Con tale finalità il programma propone quindi di avviare una ricerca, da parte degli allievi, tendente ad individuare ed ordinare le caratteristiche della composizione spaziale di diversi insiemi edificati, attraverso l'analisi dell'ambiente urbano, dei segni ar­chitettonici, individuandone le emergenze intorno alle quali vanno definite sperimentazioni dirette di analisi dell'ambiente, di rilievo e trasposizione grafica.

Il metodo di rappresentazione grafica di cui è parte integrante il rilievo, inteso come strumento di indagine conoscitiva, dovrà definire la possibilità di visualizzare ampiamente le connotazioni spaziali, oltre i limiti stabiliti dai codici bidimensionali del disegno.

La ricerca, che accoglie anche le connotazioni dei più recenti studi di semiologia urbana, vuoI tentare una verifica spazio-visiva

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nello studio di un campo dei fenomeni complessi, com'è quello ar­chitettonico ed urbano.

Si tenterà in altri termini, di rendere evidenti, all'interno della realtà spazio-visiva, i fattori primari riconoscibili, cioè le emergenze per recuperarne l'intendimento ed eventualmente riproporne un uso migliore.

L'analisi attraverso il solo mezzo grafico della realtà urbana e degli organismi architettonici, tende quindi « al modo» di inda .. gare l'oggetto architettonico, che implica ovviamente anche un'ana­lisi critica ed un inquadramento storico, al fine di facilitare e ren­dere comprensibile l'articolazione didattica dei due momenti d'ana­lisi e di sintesi, fondamentali nella ricerca progettuale e che fanno parte dei programmi dei corsi di composizione.

Il disegno, come mezzo grafico d'indagine, più che come fine a se stesso, diviene mezzo d'illdagine della realtà ed assume nella fase conclusiva dell'analisi le caratteristiche di linguaggio.

La scelta dunque di un metodo conoscitivo dello spazio, è fon­damentale per la completa comprensione degli organismi architet­tonici e delle loro articolazioni strutturali e funzionali.

Il programma del corso si propone quindi di avviare la ricerca, partento dalla dimensione urbana, per concludersi con l'analisi di insiemi architettonici complessi di cui si dovranno esaminare tutte le componenti spazio-visive, sia attraverso il rilievo cne con il mez­zo grafico e fotografico. Con criteri che saranno identificati nella prima parte del corso, gli allievi dovranno indagare sul processo di formazione e formalizzazione dello spazio urbano ed architettonico attraverso concettualizzazioni. Cioè scomponendo le complesse realtà spazio-architettoniche nei componenti primari, approfonden­do e chiarendo attraverso il rilievo tridimensionale le interrelazioni che presiedono lo spazio urbano e la determinazione delle forme architettoniche.

L'area di studio, che rignarderà una zona del centro antico, do­vrà essere esaminata secondo' le linee di sviluppo storico-urbanistico quindi si passerà ad analizzare la struttura formale e strutturale de­gli organismi architettonici, sia con il mezzo grafico, come sup-

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porto del rilievo, ma principalmente con l'analisi spazio-visiva degli edifici o complessi di edifici.

Lo studio tridimensionale delle forme appare come qu~lcosa che possiede caratteri propri diretti ed esterni, indipendenti dalla storia e dalle associazioni.

Riprendendo tematiche già sperimentate, il programma dovreb­be tendere dall'analisi di elementi visivi della forma per compren­dere il processo della sintesi formale, attraverso anche la compren­sione della qualità visiva della materia, delle linee, del colore. Il lavoro di indagine degli allievi si dovrebbe accompagnare all' esame dei fenomeni fisici: luce e colore, intesi come parametri collaterali ed inalienabili nella problematica conoscitiva della forma architet­tonica. In particolare l'esame del colore, i suoi rapporti quantitativi e modificatori a livello della percezione visiva sono elementi su cui si dovrà indagare. Allo stesso livello i problemi connessi con la luce richiedono una trattazione ed un'analisi sperimentale, con l'ap­porto della fotografia.

In breve va sottolineato che i procedimenti didattici a cui si è accennato, presuppongono che sia possibile isolare alcuni elementi, riconoscibili ovunque, nel mondo fisico, che con le loro interre­lazioni definiscono nello spazio la forma. Sarà interessante esami­nare inoltre, come sperimentazione complementare ed introdutti­va, le principali opere moderne in cui è fondamentale l'esame della struttura spaziale, interna-esterna della forma in rapporto all'am­biente, alla luce ed ai colori, nonché il valore del mezzo grafico inteso come tramite tra l'idea e l'opera da realizzare. A tal fine nella prima parte del corso, saranno proiettate e commentate in­dagini riferentisi ad opere di architettura moderna; durante l'anno accademico saranno organizzate alcune mostre di architettura moderna.

Bibliografia generale

R. Arnheim, L'arte e la percezione viszva, Milano 1962. G. Cullen, Town-scape, London 1965.

. L. Murnford, La citta nella storia, Milano 1963.

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A. Rossi, L'architettura della città, Padova 1966. B. Zevi, L'architettura in nuce, Venezia-Roma 1960. B. Zevi, Saper vedere l'architettura. G. K. Koenig, Il linguaggio dell'architettura moderna. K. Lynch, L'immagine della città. C. De Seta, Cartografia della città di Napoli. C. Norberg Schulz, Esistenza, spazio e architettura, OH. Ed.

ESTIMO ED ESERCIZIO PROFESSIONALE (Al

Prof. Agostino Liuni

L'Estimo, che notoriamente costituisce un momento dell'Eco­nomia, ha bisogno per essere studiato e compreso, dell'acquisi­zione di alcuni principi generali di Economia e di Matematica fi­nanziaria.

La prima parte del corso è dedicata a queste due discipline propedeutiche dell'Estimo per mettere in condizione il futuro Ar­chitetto di risolvere agevolmente e razionalmente i tanti problemi che dovrà a!frontare nell'esercizio della sua professione: dalle scelte ottimali nell'intervento sul territorio alla quantificazione c'i danni prodotti da eventi straordinari, dalla convenienza alla ri. strutturazione di un manufatto alla quantificazione della indennità alla luce di norma legislativa, dalla stima dell'avviamento di una azienda alla quantificazione dell'utilizzo ottimale di un determi­nato capitale fisso sociale, dalla determinazione del valore di un lastrico solare alla determinazione del costo di idoneizzazione di un comparto edilizio interessato dalla edilizia di tipo popolare, ecc.

Per mettere in condizione gli allievi di essere direttamente interessati allo svolgimento del corso, si svolgeranno seminari su argomenti preferibilmente suggeriti dagli stessi allievi e si cerche-

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rà, all'occorrenza, di seguire e verificare alcuni fenomeni econo­mici facendo riferimento diretto alla realtà di mercato accedendo suoi luoghi da tanto interessati.

Si svolgeranno, inoltre, d'intesa con docenti di altre discipline oggetto d'insegnamento presso la stessa facoltà di Architettura, se­minari su argomenti comuni alle stesse per far rendere conto agli allievi del nesso di complementarietà esistente tra le varie discipline nella soluzione dei tanti problemi del futuro professionista.

Le esercitazioni, infine, saranno svolte con riferimento ad epi­sodi reali anche per mettere in condizione il laureando di poter agevolmente impostare e risolvere, non solo con parole, i futuri problemi che sarà chiamato a risolvere nell'interesse di privati o della Collettività, adempiendo in tal maniera alla sua funzione so­ciale alla quale sarà chiamato in conseguenza del possesso del ti­tolo al quale egli aspira.

Principi di Economia

Bisogni - Beni - Utilità - La produzione ed i suoi fattori - La produttività - I costi di produzione - Le rendite - Le quasi ren­dite - Il mercato e le diverse sue forme - L'investimento - La scelta degli investimenti.

Cenni di matematica finanziaria

Saggio d'interesse e tasso di capitalizzazione - Interesse - In­teresse semplice e composto - Annualità anticipate e posticipate iniziali e finali - Sconto - Cenni sulle periodicità - Tavole di so­pravvivenza - Usufrutto - Vitalizio - Nuda proprietà - Riparto.

La teoria estimativa

Evoluzione dell'Estimo nel tempo - I principi generali del­l'Estimo - Il principio della dipendenza del valore dall'aspetto eco­nomico - La previsione nel giudizio di estimo - I possibili aspetti economici - La teoria dell'ordinarietà.

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Metodologia estimativa

Metodologie sintetiche - Metodologie analitiche - Metodologie semianalitiche.

Metodi diretti ed indiretti.

Stima dei danni

Concetto di danno - Determinazione dell'ammontare del dan­no relativo ad un manufatto.

Stima di miglioramenti

Giudizio di convenienza nella realizzazione di miglioramento o di trasformazioni - Determinazione dell'ammontare della conve­nienza in trasformazione urbana.

Estimo Civile

Stime inerenti a fabbricati civili - Stime di aree edificabili -Stima del costo di idoneizzazione - Stima di fabbricato suscetti­bile di sopraedificazione - Stima di manufatto urbano senza mer­cato - Stima di danni per inquinamento - Convenienza all'inter­vento su immobile ricadente in un centro storico - Verwca di mercato ad intervento nel centro storico da parte di privato o di Ente pubblico.

Estimo industriale (cenni)

Stima relativa a fabbricati industriali - Stima delle aziende in­dustriali - Stima dell'avviamento di una azienda.

Estimo convenzionale

Generalità - Legge fondamentale 25-6-1865 n. 2359 - Legge 15-1-1895 n. 2892 per il risanamento della città di Napoli - Legge

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18-4-1962 n. 162 per l'edilizia economico-popolare - Legge 22-10-1971 n. 865 (legge per la casa) - Legge 28-1-1976 n. lO (legge Bucalossi) - Legge sull'equo canone.

L'architetto come progettista e direttore dei lavori

La progettazione e la direzione dei lavori nell' esercizio della libera professione - Gli elaborati tecnici relativi alla progettazione - Il collaudo delle opere private e pubbliche - Cenni sulle tariffe professionali e sul Catasto edilizio urbano.

Testi consigliati

C. Forte e B. De Rossi, Principi di Economia ed Estimo, Etas Kompass, Milano 1974.

Nino Famularo, Teoria e pratica delle stime, UTET, Torino 1969. Luigi Fusco Girard, L'evoluzione della logica estimativa, Facoltà

di Architettura, Napoli 1974. I. Micheli, Estimo, Edagricole, Bologna 1975. Agostino Liuni, Esercizi elementari di Estimo, Edizioni Teorema,

Firenze.

ESTIMO ED ESERCIZIO PROFESSIONALE (B)

Prof. Luigi Fusco Girard

Il corso intende illustrare gli aspetti economici della proget­tazione architettonica, urbanistica e della conservazione del pa­trimonio edilizio.

Gli argomenti sono i seguenti:

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A) Elementi di micro e macroeconomia

La scienza economica, l'evoluzione storica del pensiero econo­mico; lo spazio nel pensiero economico; bisogni, utilità e beni economici; la produzione; il mercato e le sue forme; l'investi­mento privato; l'investimento pubblico, la programmazione eco­nomica; cenni di economia dei beni pubblici e di finanza degli enti locali.

B) La Teoria e la Metodologia estimativa: l'evoluzione della « moderna» Disciplina estimativa da Arrigo Serpieri a Carlo Forte

L'estimo come momento dell'economia; il valore; il principio di dipendenza del valore dallo scopo della stima; gli aspetti eco­nomici dei beni ed i corrispondenti valori di mercato, di costo, di trasformazione, di surrogazione e complementare; la teona del­l'ordinarietà; l'oggettività del giudizio estimativo; i procedimenti di stima sintetici ed analitici.

C) Estimo Urbano

Cl L'analisi del settore edilizio

La produzione edilizia ed insediativa; l'evoluzione <ielle ca­ratteristiche del mercato immobiliare in Italia alla luce della nor­mativa vincolistica e della legge 392/78; la stima del valore di mercato del prodotto edilizio; il saggio di rendimento dell'inve­stimento immobiliare urbano; la stima del valore di mercato dei fattori della produzione edilizia; la rendita; il recupero alla col­lettività delle plusvalenze fondiarie con la legge 10/77.

C2 Il costo della nuova produzione edilizia.

La stima dei costi di costruzione nelle diverse fasi di elabora­zione e progettuale; la cast analysis e la cost planning; la cast in use; il Metodo A.R.e.; l'analisi di valore; i diversi indici di ade­guamento nel tempo del costo di costruZione.

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C3 Il costo del recupero del patrimonio edilizio.

Procedimenti di stima del costo di manutenzione, del risana­mento conservativo, della ristrutturazione, del restauro; l'esame economico degli interventi sul patrimonio edilizio esistente nelle esperienze italiane e straniere.

C4 Il valore complementare.

C5 Il valore di surrogazione e di trasformazione.

D) Estimo territoriale

La stima dei costi insediativi nelle aree di nuova urbanizzazio­ne e nelle aree storiche; il costo degli standard urbanistici; il va­lore di costo di produzione di aleuni servizi pubblici urbani; le diverse tecniche di valutazione nella pianincazione urbana: l'ana­lisi costi-benenci; la Planning Balance Scheet; l'analisi di soglia; la matrice degli obiettivi.

E) Estimo generale ed Esercizio professionale

L'indennità di espropriazione nella normativa vigente; il Nuo­vo Catasto Edilizio Urbano; la direzione dei lavori ed il collaudo.

Articolazione del Corso

Durante lo svolgimento del corso (che è già stato coordinato nell'a.a. 78/79 con quello di Urbanistica I A e di Igiene edili­zia A) sono previsti incontri seminariali su specinche tematiche, nonché momenti applicativi relativi in particolare all'analisi della realtà urbana di Napoli, in via di coordinamento ulteriore con altre Discipline.

Bibliografia essenziale

Carlo Forte e Baldo De Rossi, Principi di Economia ed Estimo, Milano 1979.

Carlo Forte, Elementi di Estimo Urbano, Milano 1973. Carlo Forte, I costi di Urbanizzazione, Milano 1970.

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FISICA (A)

Prof. Mario Cutolo

Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Costruzioni.

FISICA (B)

Prof. Gelsomina Colantuoni

Coordinate generalizzate Spazio delle conngurazioni Rappresentazione geometrica dello spazio Energia cinetica e Geometria di Riemann Sistemi olonomi e anolonomi Funzione lavoro e forze generalizzate Sistemi sderonomi e reonomi. La legge di conservazione del-

l'energia Caleolo delle variazioni Valore stazionario di una funzione Variazione seconda Valore stazionario verso un valore estremq Condizioni ausiliarie non olonome Valore stazionario di un integrale definito I procedimenti fondamentali del calcolo delle variazioni La proprietà commutativa del processo Il valore stazionario di un integrale dennito trattato con il cal-

colo delle variazioni L_e ~q~azioni differenziali di Eulero-Lagrange per n gradi di libertà VanazlOne con condizioni ausiliarie Condizioni non-olonome

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Condizioni isoperimetriche Il principio dei lavori virtuali Interpretazione fisica del metodo dei moltiplicatori di Lagrange

La ineguaglianza di Fourier Il Principio di D'Alembert . . La Legge di conservazione dell' energia come conseguenza del Prm-

cipio di D'Alembert Le forze apparenti di un sistema di riferimento accelerato. Ipo-

tesi di equivalenza di Einstein Il Principio di Hamilton . . . Le equazioni del moto di Lagrange e la loro mvananza nspetto

alle trasformazioni di punto Il teorema dell' energia come conseguenza del principio di Ha-

milton.

FISICA TECNICA ED IMPIANTI

Prof. Andrea Russo Spena

IDROSTATICA - Caratteristiche generali dei liquidi e loro proprietà fisiche: statica dei liquidi pesanti, misura della pressio: ne, spinta di un liquido su una parete plana o curva, centro d!

spinta.

Moto lineare dei liquidi perfetti: teorema di Bernoulli, equa­zione della continuità: deduzione, applicazione; principali tipi di luci a battente e a stramazzo.

Correnti uniformi: caratteri generali e ;:v,mule pratiche per lo studio di problemi relativi a correnti uniformi a pelo libero o entro condotti circolari; perdite di carico localizzate.

Impianti elevatori: prevalenza geometrice., mon0metrica, po~

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tenza di un impianto di sollevamento; tipi diversi di pompe per acque potabili o per acque reflue e per valori diversi della portata e della prevalenza manometrica.

Approvvigionamenti di acqua potabile: fonti principali di ap­provvigionamento, per abitazioni isolate o per centri abitati, pia­no generale degli acquedotti; consumi medi e massimi, sistemi di­versi di somministrazione a contatore~ a luce tassata.

Reti di distribuzione interna di acque potabili: reti a gravità oppure servite da impianto elevatorio completo di riserva idrica a serbatoio o di riserva idrica ad autoclave; reti di distribuzione per edifici molto alti; per edifici di uso collettivo; reti per estin­zione incendi. Materiali per reti di distribuzione di acqua potabile.

Scarichi: condotte per lo smaltimento delle acque usate e di acque pluviali a gravità o mediante gruppo di sollevamento. Co­lonna di ventilazione. Materiali per condotte di scarico.

Chiarificazione, epurazione e disinfezione delle acque di rifiuto: per edifici isolati, per centri di modesta entità, per grandi centri, destinazione finale delle acque tra-ttate. Dispositivi per il con­trollo delle portate e dei volumi.

Apparecchi igienici: impianti speciali per produzione e distri­buzione di acque calde in ospedali, case di cura, alberghi, caserme, case per abitazione. -

Impianti a servizio di complessi sportivi di particolare impor­tanza: piscine, campi di gioco, palestre.

Le trasformazioni termodinamiche: I principio della termodi­namica, II principio della termodinamica; gas perfetti, gas reali, vapori; miscugli di gas e vapori; aria atmosferica; igrometria.

Riscaldamento: trasmissione del calore attraverso i corpi; cal­colo della dispersione di calore negli ambienti abitati, nei grandi ambienti non frequentati continuamente. Riscaldamento ad acqua calda: calcolo della superficie della caldaia, perdita di calore nelle tubazioni. Riscaldamento ad acqua calda a bassa pressione con cir-

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colzione a gravità o mediante pompe, impianti autonomi per ap­partamenti. Riscaldamento ad aria.

Condizionamento: effetti fisiologici del condizionamento; il diagramma dell'aria umida. Trattamento dell'aria, dispositivo di filtrazione e umidificazione. Condotta e distribuzione dell'aria in ambienti isolati, in grandi ambienti, teatri e cinematografi, appa­recchi di regolazione automatica.

Rete interna di distribuzione di gas di città: impianti elettrici, telefonici e di collegamento tra antenna e apparecchi,di televisione.

/

Bibliografia

GaIlizio, Impianti sanitari, Hoepli. Rumor Riscaldamento - ventilazione - condizionamento, Hoepli. De M:rtino G., Impianti tecnici, dattiloscritto, Istituto di Idrau-

lica, Napoli.

Programma

GEOMETRIA DESCRITTIVA (A)

Prof. Serafino Boccia

A) Cenno storico La rappresentazione - Configurazioni spa­ziali - Corrispondenze tra figure geometriche - Prospettiva tra pia­ni - Nozioni di spazio proiettivo - Nozione di piano proiettivo -Cenni sulle omografie tra piani proiettivi reali - L'omologia di ri­baltamento - Omologia piana.

B) Elementi di geometria analitica - Operazione nell'insieme dei segmenti orientati nello spazio ::ii di un piano IX, di una. retta l' -

Riferimento su di una retta e sua equazione - Nume!! duetto!! e

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coseni direttori di una retta - Intersezioni di due rette - Condizio­ne di parallelismo e di ortogonalità di due rette - Equazioni della circonferenza, coniche - Polarità determinata da una conica non degenere - Diametri di una conica - Centro diametri coniugati -Assi - Vertici - Riferimento cartesiano nello spazio - Equazione della retta e del piano - Numeri direttori e coseni direttori di una retta - Parallelismo e perpendicolarità fra retta e retta, fra piano e piano, fra retta e piano - La rappresentazione analitica delle su­perfici - Quadricbe - Equazioni canoniche delle quadri che - Qua­driche degeneri - Coni e cilindri - Natura dei punti di una qua­drica - Polarità determinata da una quadrica non degenere.

C) Geometria descrittiva.

a) Metodo delle proiezioni centrali - La rappresentazione della retta - La rappresentazione di un punto - La rappresentazio­ne del piano - Condizione di appartenenza e di complanarità -Condizione di parallelismo - Problemi grafici relativi - Retta co­mune a due piani - Punto comune a una retta e un piano - Punto comune a tre piani - Retta per un punto, parallela a una retta data - Piano per un punto parallelo a un piano dato - Piano indi­viduato da un punto ed una retta - Piano per una retta parallela ad un'altra retta - Retta per un punto e che si appoggia a due rette sghembe - Retta congiungente due punti - Condizioni di orto go­nalità, problemi relativi alla ortogonalità - Il ribaltament5 - An­golo di due rette o di due piani - Distanza di due piani paralleli -Minima distanza di due rette sghembe -' Rappresentazione di un quadrato, di un cerchio - Trasformazione omologiche delle coniche.

b) Metodo di Monge - Rappresentazione del punto, della retta, del piano - Condizioni di appartenenza - Problemi grafici: intersezioni - Retta comune a due piani - Punto comune a una retta e a un piano - Condizioni di parallelismo e di complanarità -Problemi grafici fondamentali relativi - Condizioni di ortogona­Iità - Problemi grafici relativi - Ribaltamento di un piano proiet­tante - Distanza di due punti e di due piani paralleli - Minima di­stanza di due rette sghembe - Ribaltamento di un piano generico -

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Angolo di due rette e di due piani - Distanza di un punto da una retta - Rappresentazione di un poligono regolare - Rappresentazio­ne del cerchSo.

Bibliografia

M. Miglio, Geometria analitica. M. Miglio, Geometria descrittiva. A. Sgrosso, A. Ventre, Elementi di Geometria proiettiva e di Geo­

metria descrittiva, ed. Massimo, Napoli.

Premessa

GEOMETRIA DESCRITTIVA (B)

Prof. Calogero Palermo

Per' geometria descrittiva' va oggi inteso tutto quel complesso di strumenti metodologico-culturali, scientifici, tecnici, applicativi atti alla impostazione-esecuzione della ' descrizione' della ' geome­tria ' di un ' oggetto': in particolare, nel caso di un corso di ' geo­metria descrittiva' per la Facoltà di Architettura, di ' oggetti' pro­pri e delle scienze urbane e di pianificazione, e delle scienze com­positive e delle scienze storiche,

Nell'ambito delle' descrizioni geometriche' oggi in uso, facendo, come è naturale, riferimento all'ambito del patrimonio scientifico e di ricerca della disciplina' geometria', troviamo oggi una' mol­teplicità ' di metodi di ' rappresentazione geometrica di descrizione'. Questa' molteplicità' è riconducibile, tanto sul piano della meto­dologia e della' fondazione' matematica, quanto sul piano del modo applicativo di intendere (e' vedere ') l' , oggetto' da rappresentare, a una specifica unità: così il corso tenderà, innanzi tutto, ad una vi­sione unitaria delle tecniche-teorie poi esposte.

I! corso ha come suo obiettivo primario quello di condurre gli

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studenti alla acqU1S!ZlOne non solo della capacità di uso concreto, esecutivo, di tipi di ' rappresentazione delle geometrie' degli' og­getti' di pertinenza professionale, ma anche ad una capacità di , impostare' comunque letture descrittive: così lo studente sarà messo in grado anche nel futuro di cogliere e comprendere le nuove tecniche di ' rappresentazione' che del resto si vanno già oggi pre­figurando (si pensi a tutte le probabili prossime applicazioni in campo di rappresentazione di procedure automatiche mediante cal­colatore elettronico).

Punto tematico centrale del corso diventa allora, in riferimento ai modi di lettura stessi propri anche delle procedure ' professio­nali' dell'architetto/urhanista/pianificatore/storico, oltre che in ri­ferimento alle più moderne impostazioni della scienza matematica, è costituito dal concetto di ' sistema' (cioè di oggetto, di quai­siasi natura, letto come ' organizzato' al suo interno da legami e leggi). Il ,"Illcetto centrale di sistema, esposto nel corso con i suoi conèreti riferimenti alle applicazioni in altri corsi disciplinari, fi­nisce col condurre poi al tema ' modelli matematici, loro applica­zioni, loro metodi di rappresentazione geometrica come lettura della sua forma globale'.

Argomenti

Tenuto conto di tutto ciò e sulla base di un'esposizione da un lato unitaria e dall'altro proposta sempre in riferimento ad espressioni applicative, gli argomenti (dunque le specifiche' tecni­che di rappresentazione') possono pensarsi divisi in due gruppi fondamentali:

a) rappresentazioni nel continuo

1. 'geometria delle proiez~oni ': prospettività e proiettività; assonometria ed omologia; metodi di Monge e della' proiezione centrale'; invarianti;

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2) 'geometria delle superfici': concetti di ( curvatura', ... ;

, ., 1· a ed omeomorfismi; trasformazioni contInue: topo ogl invarianti;

b) rappresentazioni nel' discreto'

1. 'teoria dei grafi ' :

2. 'geometrie finite'.

nota: ciascuna specifica tecnica-teoria di ' descrizione' verrà fatta scaturire da problematiche applicative così da s?ttolineare e l'utilità di esse stesse (ed i loro limiti e le loro nsp?ndenze a specifici scopi) e la necessità/utilità del loro Stu~lO. sotto il profilo astratto-matematico, come nspondente ali ,esIgenza di ' previsione' delle risposte che un d.a:o metodo e capace di dare a specifiche domande di descnzlOne.

Organizzazione didattica

Il corso, articolato in lezioni ed esercitazioni, cerc~erà, nei li­miti del praticabile, di arricchirsi di attività seminariah-apphc~tlve a base interdisciplinare (conoscenza delle procedure automatlch~, mostre di ' modelli' elaborati dalla scienza archltettomco-urbam-

stica, ... ). .. d· . il E prevista la possibilità (per gli studenti) I unpostare corso

in termini di ' ricerca'. Eventuahnente, se possibile, anche co,;"e momento di collegamento disciplinare e fiscale con altn corSI I cui docenti si dichiarino a ciò disponibili.

GEOMETRIA DESCRITTIVA (C)

Prof. Rosa Ulisse Penta

Il corso C di Geometria Descrittiva si propone lo scopo di significare il ruolo ed il contributo della Geometria nei confronti

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del pensiero arcmtettonico, attraverso una metodologia che, evi­denziando il complesso ed articolato ambito in cui il pensiero geo­metrico si muove, consenta di verificare l'esistenza di una parte­cipazione attiva della Geometria alla promozione di sintesi spa­ziali (architettoniche o non) e d'altra parte renda consapevoli di poter cogliere da essa Geometria non le determinazioni specifiche ma piuttosto il metodo di indagine e di definizione delle qualità intrinseche dello spazio configurato.

Recepita essa partecipazione come stimolo alla creatività, la Geometria assume, in relazione al suo valore formativo, oltre al ruolo di contributo alla rappresentazione grafica attraverso l'uso di metodi specifici (Metodo delle Proiezioni centrali, metodo di Monge, nonché di argomenti di Geometria Proiettiva) anche quel­lo di forza preminente nella chiarezza dei concetti spaziali e nella consapevolezza di quelle relazioni che un processo· di configura­zione spaziale sottende.

I! corso, quindi, si propone il duplice scopo di agire sia a livello formativo, stimolando sintesi che qualificano una struttura di pensiero, sia a livello operativo promuovendo un processo cri­tico nella scelta di essenzialità geometriche che definiscono una struttura spaziale (architettonica o non) nel senso più ampio del termine.

Nell'analisi specifica da condurre su spazi o struttJ.tre reali sa­ranno evidenziati caratteri geometrico-proiettivi, descrittivi non­ché geometrico-analitici di figure o forme fondamentali che quali­ficano la struttura in esame (con particolare riferimento alle coni­che ed alle quadriche).

GEOMETRIA DESCRITTIVA (D)

Prof. Aldo F. Saverio Ventre

1. Elementi di teoria degli insiemi - Gli spazi vettoriali dei vet­tori ordinari liberi e dei vettori applicati - Criterio di compla-

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narità di quattro punti - Dipendenza lineare di un vettore libero o più vettori liberi - Criterio di allineamento dI tre

punti - Dimensione. .' Coordinate cartesiane del piano - Coord111ate cartesIane dello spazio _ Equazioni parametriche della retta - Equazioni para­metriche del piano - La rappresentazIOne della retta 111 un rI­ferimento cartesiano del piano mediante un'equazione lineare· nelle due incognite coordinate - La rappresentazione del piano in un riferimento cartesiano dello spazio mediante un'equa­zione lineare nelle tre incognite coordinate - Rappresentazio­ne della retta comune a due piani non paralleli - Fascio di rette - Fascio di piani. Questioni in riferimenti ortogonali monometrici. . Equazione della circonferenza - Equazione della sfera - I punti complessi _ Rette immaginarie - Punti im~ropri - Coord111ate cartesiane omogenee - COniche - Generaltta - Interserzlone dI una retta e una conica - Classificazione aflìne - Polarità rispetto

a una conica.

BIBLIOGRAFIA: Appunti dalle lezioni.

2. Nozioni di ropologia: insiemi di punti, applicazioni, omeo­morfismi _ Teoria dei grafi: definizioni - Matrice d'incidenza -Cicli _ Alberi - Grafi planari e grafi piani - Grafi duali - La formula di Eulero - Problemi di adiacenze e applicazioni a

problemi di progettazione.

BIBLIOGRAFIA: Appunti dalle lezioni.

3. Prospettività tra piani - Nozioni di spazio proiettivo - ICI enni sulle omoarafie tra piani proiettivi reali - L'omologia - me­todo dell: proiezioni centrali - Il metodo di Monge (o delle

proiezioni ortogonali).

Testo consigliato

A. Sgrosso _ A. Ventre, Elementi di geometria proiettiva e di geo­

metria descrittiva.

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IGIENE EDILIZIA (A)

Prof. Maria Rigillo Troncone

Premessa teorica e metodologica

La problematica dell'igiene ambientale ha subito in questi ul­timi anni (che potrebbero definirsi gli « anni dell' ecologia») una tale rapida evoluzione che non è più pensa bile articolarla in quei concetti e quelle idee che, pur valide agli inizi degli anni '70, nel momento attuale risultano anacronistiche e superate.

Lo squilibrio ecologico, il distorto rapporto tra Società ed Ambiente, le condizioni di vita e di lavoro, nella misura in cui co­stituiscono elementi di aggressione allo stato fisico, mentale e so­ciale, rappresentano i presupposti della nuova problematica eco­logica.

Se la salute è seriamente minacciata nell' ambiente di lavoro dove più alti sono i tassi d'inquinamento, più radicale la trasfor­mazione dell'ambiente tradizionale, maggiore l'influenza dei fat­tori psicologici, essa lo è in misura altrettanto preponderante an­che in ogni spazio organizzato quale la residenza, i trasporti, i servizi e le attrezzature.

Esiste pertanto una stretta rispondenza tra nocività -interna ed esterna all'ambiente di lavoro ed in questo contesto sembra chiaro come divengano di fondamentale importanza la realtà sto­rica e fisica del territorio e gli ambiti territoriali, la prima per la comprensione dello stato igienico-sociale di una popolazione, ed i secondi per poter definire gli interventi sanitari e sociali.

Nocività interna ed esterna, condizioni di vita e di lavoro, lo stato igienico e sanitario, rappresentano aspetti differenti, ma tutti derivanti ugualmente da un distorto rapporto tra uomo e società.

L'insegnamento del corso di Igiene Edilizia A tende infatti ad evidenziare e definire i rapporti di equilibrio tra le strutture architettoniche e l'ambiente nel quale esse svolgono la loro fun­zione. A questo tema dà valore la considerazione che l'opera del­l'architetto, nel dar luogo a sempre nuovi ambienti di vita e di

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lavoro, è rivolta essenzialmente a trasformare continuamente l'amM

biente preesistente. Questo riciclaggio dell'ambiente - e quindi della natura -

se da una parte costituisce una condizione di sopravvivenza per l'uomo, dall'altra rappresenta anche il limite della sua evoluzione.

Il corso tende a ricercare fattori equilibranti questa contrad­dizione.

L'esperienza infatti ha dimostrato che, se da una parte la tec­nolOGia più avanzata ha altamente qualificato le componenti strut­turali che la Società utilizza, dall'altra ha evidenziato la necessità di istituire tra queste componenti un preciso rapporto di interdi­pendenza che rappresenti il comune denominatore all'equilibrio ambientale.

In questa problematica si iscrivono numerosi questioni sem­pre aperte come quelle del rapporto città-campagna, del rapporto risorse-consumi e di quello prodotti-rifiuti o scorie.

Da questa impostazione generale la didattica e la ricerca si articolano nei processi di analisi del rapporto struttura-ambiente, fino a trovare la giusta integrazione tra l'architettura, la natura e l'uomo.

In coerenza con quanto sopra accennato, per l'a. acc. 1979/80 !'interesse del corso sarà principalmente accentrato' sui temi del risanamento ambientale della periferia occidentale di Napoli e della zona dei Campi Flegrei.

Contenuto del corso

La struttura del corso è basata essenzialmente su quei criteri ai quali va improntata l'azione di prevenzione e di controllo del­l'ambiente. Le nozioni fondamentali di ecologia dalle quali il corso prende l'avvio, consentono di stabilire un'identità di linguaggi~ ed una base di conoscenze comuni con l'ecologo che, da speCIalI­sta, studia le diverse matrici dell'ambiente nella loro. dinamica e nelle alterazioni degli ecosistemi. Una volta dall'ecologo quantiz­zato il degrado ambientale ed indicate le misure necessarie ad eli­minare, o quanto meno ridurre tali alterazioni, l'architetto deve

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essere P?sto in grado di suggerire soluzioni progettuali in equili .. bno fuzlOnale con l'ambiente stesso. . In questo c~rttesto si inquadra lo studio della gestione delle

rISorse nnnov~bIlI (al~eri di una foresta, atmosfera, un lago) e non nnnovablh (depositI dI carbone o di ferro, di rame, di petro­ho). Lo studIO conSIdera da una parte i problemi delle risorse Idrl:he, sIa sotto il profilo dell'approvvigionamento, che della pro­cesslsllca delle tecnologie di potabilizzazione e di depurazione del­le acq~e usate, nonché del recupero e riutilizzo di queste stesse, e, dall altra parte, I problemi relativi ai fenomeni di inquinamento del suolo, dell'acqua, dell'aria e le corrispondenti tecnologie di dISInqUinamento.

Organizzazione del corso

L'organizzazione didattic~ è articolata in lezioni che specifica .. no glI argomenll teonCl cOslltuenti il supporto della disciplina, in esercitazIOnI svolte mediante illustrazione e discussione di inter­venti di risanamento ambientale, in visite tecniche agli impianti e strutture dI nlIevo ed ;n seminari sugli aspetti specifici della di­SCIplIna. Un gIOrno alla settimana è dedicato alle correzioni degli elaborati dell'anno.

.' Il prodotto de! corso consiste in un intervento progettuale di IlSa?amemo ambIentale che prende l'avvio da indagini ed analisi dell a~blente conSIderandone le componenti territoriali e la loro dmamlca trasformativa, seguite da proposte progettuali di riequi­hbno e dI nsanamento complessivo.

Coordinamento con altri corsi

Già nell'a. acc. 1978/79 è stato sperimentato un tentativo di coordinamento con i corsi di insegnamento di Urbanistica I A ed EstImo ed Esercizio Professionale B. Gli allievi attraverso il con­fronto e l'integrazione dei contenuti dei corsi a~sociati hanno po­tuto. meglio verificare le relazioni esistenti tra essi e le rispettive finahtà didattiche e di ricerca.

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Indicazioni bibliografiche

E. Odum, Principi di ecologia. R. Daioe, Manuale di ecologia. R. L. Smith, The Ecology of mano Goldsmith e AlIen, La morte ecologica. B. Commoner, Il cerchio da chiudere. U. Leone, L'Italia inquinata. M. Nicholson, La rivoluzione ambientale. A. Cederna, La distruzione della natura in Italia. R. A. Carson, Primavera silenziosa. Le Scienze, L'uomo e l'ambiente.

Premessa

IGIENE EDILIZIA (B)

Prof. Fabrizio Spirito

" L'architettura moderna ... ricoprirà finalmente la faccia del­la terra di case, come quella greca l'aveva ricoperta di tempi» (E. Vittorini 1935).

La questione delle abitazioni e le sue specificazioni discipli·· nari (rapporto quantità/qualità; residenza/servizio; problemi tec­nici/ soluzioni formali) costituiscono le più generali premesse teo­riche e metodologiche che il corso propone per lo STUDIO DEL­L 'ARCHITETTURA.

Contenuto

La costruzione di un " progetto didattico» è lo strumento per tale studio che individua come carattere peculiare dell'architettura dei nostri tempi il rapporto ANALISI-PROGETTO.

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Articolazione e organizzazione

L'approfondimento del rapporto analisi-progetto si articola attraverso le seguenti operazioni:

1. SCELTA DI UNA ARCHITETTURA: «La weissenhofsiedlung» Stoccarda 1927 (Behrenz, Bourgerois, Diicker, Frank, Gro­pius, Hilberseimer, Le Corbusier Mies Oud Poelzia Ra-

J , , /::)J

ding, Scharoun, Schneck, Stam, B. Taut, M. Taut). Documentazione dell'esempio come base comune di cono­scenza attraverso la costruzione di una MOSTRA DIDATTICA (gennaio).

2.1. ANALISI DI UNA ARCHITETTURA: Si propongono tre specifi­cazioni diverse del rapporto analisi-progetto rispetto:

a) al planivolumetrico elaborato da Mies nel '26 (unità/ molt);

b) ad un « testo »: glossario degli elementi di architettura contenuti in: osservazioni sul costruire - Tessenow· Pa­role nel vuoto - Laas; Verso una architettura - Le C~rbu­sier; L'architettura funzionale - Behme· ,

c) ad un riferimento normativa (la questione degl~standards).

2.2. GLI ELEMENTI DEL PROGETTO

a) il suolo come servizio - il progetto di una misura e la su­perficie utile di solaio - la scelta di un tema;

b) scelta e ridisegno di elementi o parti dell'esempio in grado di illustrare le definizioni del glossario;

c) vincoli e relazioni normative a confronto con la realtà di un luogo e l'analisi dell'esempio.

3. IL PROGETTO DEGLI ELEMENTI

a) la C9struzione dell'elenco, il dato metrico o geometrico e l'unità di grandezza conforme;

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b) tavole comparative (grafiche e bibliografiche) sugli ele­menti scelti;

e) il valore del sito - dimensionamento della parte rispetto al dato normativa - ridisegno degli elementi di relazio­ne: ragioni delle forma e delle differenze.

Queste quattro fasi saranno illustrate da materiale didattico fornito dal corso e accompagnate da comunicazioni su altre espe­rienze dell'architettura moderna per esemplificarne le questioni teoriche. Seminari conclusivi per ciascuna fase permetteranno la verifica e il confronto dei lavori dei singoli gruppi di ncerca.

Offerta didattica e coordinamenti

La parte a) dei punti 2 e 3 è proposta come ipotesi di lavoro centrale per il III anno di corso, le parti b) e c) possono costi­tuire i contributi di gruppi di anni di corso rispettivamente pre­cedenti e seguenti.

Per il coordinamento occorre farne il programma fissando i modi e i tempi e l'occasione concreta per poterlo praticare: è la più reale esigenza di sperimentazione didattica e può diventare anche un'occasione di presenza e di dibattito rispetto" all'ester­no" (rapporto istituzionale culturale/amministrazione pubblica) se si costruisce a partire da un tema-problema concreto e docu­mentato della città di Napoli.

La parte c) dei punti 2 e 3 è predisposta e finalizzata al coor­dinamento con quei corsi disponibili a verificare attraverso un tema intervento concreto e localizzato il rapporto tra studio del­l'architettura e produzione edilizia.

RESTAURO DEI MONUMENTI

Prof. Roberto Di Stefano Premessa

Il "Restauro dei monumenti» è la disciplina che individua la legittimazione e le modalità dell'intervento di conservazione sui

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beni culturali architettonici ed ambientali, cntlcamente ricono­sciuti, nell'intento di assicurarne l'integrità in quanto testimo­nianze irrinunciabili, risorse collettive e patrimonio della co­munità.

Per realizzare il suo fine, il "Restauro dei monumenti» si avvale di appropriate tecniche di conservazione, che fanno capo, tra l'altro, agli apporti di varie discipline, da quelle storico-criti­che, innanzi tutto, alle altre discipline dei campi fisico-matematici, costruttivi e sperimentali, nonché alla conoscenza dei procedi­menti tecnici, antichi e moderni. Inoltre, esso, inteso in senso am­bientale e rivolto alla conservazione integrata, affronta - colla­borando con ulteriori campi disciplinari (ecologia, pianificazione, urbanistica, ecc.) - i problemi inerenti l'incontro tra antico e nuovo nei centri storici.

Pertanto, il corso si articola in due parti. Una prima che illu­stra i criteri generali della moderna tutela e, quindi, dopo un breve esame storico del comportamento delle varie società rispetto ai monumenti del passato, passa allo studio delle teorie del Re­stauro fino ad affrontare la trattazione della attuali problematiche. La seconda parte, poi, è dedicata all'esame dei problemi tecnici nei diversi settori, architettonico, archeologico ed urbanistico, per ciascuno dei quali si indica la metodologia operativa. Vengono studiati, quindi, i criteri per la diagnosi dei dissesti _statici ed i conseguenti interventi di consolidamento.

Tenendo presente l'esigenza di pervenire alla preparazione ne­cessaria e sufficiente per tutti gli architetti, stante il limitato tem­po disponibile, si svolgono i temi ed i problemi disciplinari, in modo specifico, ma non specialistico. L'ulteriore possibilità di approfondire e verificare operativamente i contenuti del corso è fornita dalla Scuola di Perfezionamento in Restauro dei Monu­menti.

Comunque, il corso è programmato presupponendo come già acquisite dagli allievHe indispensabili conoscenze impartiie - ol­tre che in Scienza e Tecnica delle costruzioni, Composizione e Ur­banistica - in Storia dell'architettura, Letteratura artistica e Sto­ria dell'urbanistica. Inoltre, il programma è strettamente coordi-

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nato con quelli di Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti e di Consolidamento e adattamento degli edifici.

Programma delle lezioni

Introduzione al «Restauro dei monumenti» come «conser­vazione dei beni architettonici ed ambientali ». Esigenze culturali e realtà operative. I beni culturali e la loro tutela nel contesto del­la vita associata. Tutela attiva e conservazione integrata. Evoluzio­ne del concetto di conservazione.

Parte prima

1. La tutela dei beni culturali 1.1. La cooperazione internazionale per la tutela del patrimonio

culturale. Le linee direttrici della tutela: la Carta di Atene (1931), la Carta di Venezia (1964). Convenzione sulla pro­tezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (1972). Principi della conservazione integrata: la Carta europea del patrimonio architettonico, la Dichiarazione di Amsterdam (1975).

1.2. La tutela dei beni culturali nei vari Paesi del mondo: consi­derazioni generali in rapporto ai sistemi socio-politici, alle aree geografico-culturali, ecc.; notizie relative all'organizza­zione esistente in alcune nazioni dell'Europa occidentale, dei Paesi socialisti, dell'America del nord e del sud, dell'Asia etc.

1.3. La tutela dei beni culturali nelle leggi vigenti.

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-' Leggi per la tutela delle cose di interesse storico-artistico e del paesaggio (1 giugno 1939 n. 1089; 29 giugno 1939 n. 1497) e regolamenti di attuazione (della n. 1089 e 1947).

L'amministrazione statale per la tutela: Decreto del Pre­sidente della Repubblica 13 dicembre 1975 n. 805. Or­ganizzazione del Ministero per i Beni culturali e am­bientali.

Norme di carattere urbanistico (leggi n. 1150/1942; n. 765/1967; n. 1187/1968; n. 10/1977).

Programmi e norme per l'edilizia residenziale (leggi nu­mero 865/1971; n. 457/1978).

Rapporto tra Stato e Regione nel settore dei beni cultu­rali. La legge 382/1975 e il D.P.R. n. 616/1977 (art. 82).

2. Breve storia del restauro

2.1. Il restauro nell'antichità: Pompei ed Ercolano.

Adattamenti e distruzioni in età paleocristiana e medievale.

Il rinascimento e i monumenti dell'antichità. La lettera di Raffaello a Leone X.

Modificazioni del tessuto urbano e trasformazioni degli edi­fici religiosi in conseguenza della Controriforma (S. Marcel­lino, S. Gregorio Armeno in Napoli).

Restauri e trasformazioni nell'età barocca (Interventi di ar­chitetti romani. Trasformazioni in S. Chiara e S. Restituta in Napoli).

2.2. Le origini del restauro moderno. I pareri per il restauro della cupola di S. Pietro in Vaticano e l'opera di Giovanni Poleni e di Luigi Vanvitelli. Gli interventi di Stern e di Valadier per l'Arco di Tito e per il Colosseo.

- Le origini del concetto di tutela. Avvenimenti durante la Rivoluzione francese; Quatremère de Quincy, Merimée, Vi­tet e la nascita del Servizio per i monumenti storici in Francia.

Il sorgere della società industriale in Inghilterra, durante l'età vittoriana.

147

3. Teorie del restauro

il pensiero e l'opera di Eugene E. Viollet le Duc.

I! pensiero e l'opera di John Ruskin.

William Morris e la S.P.A.B.

Il Restauro italiano nell'Ottocento.

Problematica italiana del restauro: C. Boito, L. Beltrami, . Annoni, Giovannoni.

4. Problematica attuale della conservazione e del restauro.

Sviluppo del concetto di conservazione dei beni culturali: definizioni dei termini; evoluzione dei caratteri della con­servazione; legittimità della conservazione.

Istanza storica e istanza estetica.

La valutazione critica come guida e determinazione del re­stauro.

Restauro come recupero dei valori. Individuazione dei beni culturali. Problemi di inventario di protezione e di catalo­gazione.

Il rinnovamento dei siti urbani: la ricostruzione urbana; la ristrutturazione urbanistica. Tendenze attuali del rinnova­mento.

Criteri di intervento nei centri antichi: centro storico e nu­cleo antico; restauro urbanistico e restauro monumentale. Funzioni per il centro antico. Rapporto tra restauro e urba­nistica. Incontro tra antico e nuovo.

Parte seconda

5. Progettazione del restauro

148

Metodologia della progettazione del restauro architettoni­co. Problemi tecnici.

Metodologia della progettazione del restauro archeologico. Rapporto tra restauro archeologico e pianificazione urbani­stica. L'intervento tecnico; problemi di consolidamento dei reperti immobili; l'anastilosi; il restauro degli edifici allo stato di rudere.

Metodologia della progettazione del restauro urbanistico: analisi, schema progettuale, verifiche e progetto.

6. Tecnica del restauro

Gli schemi statici. Confronto fra le strutture della Cupola di S. Maria del Fiore e di S. Pietro in Vaticano.

-I dissesti statici: studio delle lesioni; la diagnosi dei dissesti (traslazioni e rotazioni); l'analisitensionale;

Cedimenti delle fondazioni e dei terreni di fondazione;

Cedimenti delle strutture fuori terra;

Opere provvisionali (puntellature, barbacani, ecc.) e tecnica del cantiere.

Consolidamento: dei terreni, delle strutture murarie ver­ticali (entro e fuori terra), delle coperture (solai, volte, cu­pole, tetti). Tecniche operative: il metodo dei cantieri alter­nati; le iniziezioni di cemento; ancoraggi e cuciture; impie­go dell'acciaio, dei calcestruzzi, ecc., la gunite, processi elet­trolitici.

Esercitazioni

I temi trattati nelle lezioni verranno approfonditi - oltre che attraverso le visite tecniche sopra dette - con la lettura ed il com­mento dei documenti di particolare rilievo (le leggi di tutela, la Carta di Venezia, la Dichiarazione di Amsterdam, ecc.), nonché attraverso l'esame di specifici esempi di interventi realizzati, illustrati con dia­positive. Tra gli altri verranno studiati i seguenti casi:

149

A) Restauri del secondo dopoguerra:

Il palazzo dei Trecento a Treviso; la chiesa di S. Stefano a Vien­na; la chiesa di S. Anna a Varsavia; il chiostro dei SS. Apostoli a Roma; la chiesa trecentesca di Donnaregina in Napoli; il Ponte Vecchio a Firenze; il campanile della chiesa di S. Martino a Bu­rana; il portale maggiore della cittadella monastica di S. Chiara a Napoli; la Cattedrale di Napoli; l'ex convento di S. Pietro Mar­tire in Napoli.

Bi Rilievo di zone archeologiche: il caso di Pompei; restauro di edi­fici allo stato di rudere.

C) Esperienze di restauro urbanistico. in Gran Bretagna e in Ger­manIa.

Esperienze di restauro urbanistico in Francia; i settori di salvaguardia del Marais (Parigi), Chartres, Sarlat, Senlis.

Esperienze di restauro urbanistico nei paesi dell'Est euro­peo: il caso di Budapest.

Metodologia della progettazione del restauro urbanistico: il caso del centro antico di Napoli.

Esperienze di restauro urbanistico compiute in Italia: il caso di Bologna.

Inoltre, prima di dare inizio allo studio della tecnica del re­stauro, verranno richiamate le conoscenze - già note agli al­lievi - relative alle strutture murarie verticali (entro e fuori ter·· ra), agli archi, volte, cupole, solai, coperture a tetto.

Infine, per fornire chiarimenti e sviluppare la discussione su­gli argomenti in programma, gli assistenti ed i collaboratori al corso, incontreranno gli allievi in orari prestabiliti, in aggiunta a quelli delle lezioni.

Bibliografia

Indicazioni bibliografiche utili per facilitare lo studio gene­rale e l'approfondimento degli argomenti trattati saranno fornite,

150

durante lo svolgi.mento del corso, ad integrazione e chiarimento del seguente elenco di testi:

Parte prima

1. La tutela dei beni culturali.

1.1. La cooperazione culturale internazionale e la partecipazione italiana, di R. Di Stefano, in «Restauro », n. 3, 1972.

Norme ed orientamenti per la tutela dei beni culturali in Ita­lia, I, di R. Di Stefano - G. Fiengo, in «Restauro », n. 40, 1978.

1.2. R. Di Stefano - G. Fiengo, La moderna tutela dei monumenti· nel mondo, Napoli 1972.

1.3. Norme ed orientamenti per la tutela dei beni culturali in Italia I-II, di R. Di Stefano - G. Fiengo, in « Restauro », n. 40/1978, n. 41/1979.

R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979.

2. Breve storia del restauto

2.1. A. Maiuri, L'ultima fase edilizia di Pompei, Napoli 1942. Tutti gli scritti di Raffaello (Ediz. B.V.R.). S. Valtieri, Sanzio Sovrintendente, in« Architetmra », n. 193,

nov. 1971. R. Di Stefano, La cattedrale di Napoli, ivi 1975.

2.2. R. Di Stefano, La cupola di S. Pietro, Napoli 1969. S. Casiello - G. Fiengo, La tutela dei monumenti nella prima

metà dell'800, in «Restauro », n. 5, 1972. M. Di Macco, Il Colosseo, Roma 1971, pp. 98-102 (Restauri

e proposte nell'Ottocento).

3. Teorie del Restauro

R. Dr STEFANO, f. Ruskin, Napoli 1969. f. Ruskin e W. Morris, di G. Rocchi e F. La Regina, in « Re­

stauro », nn. 13/14, 1974.

151

C. PerogalIi, Monumenti e metodi di valorizzazione, Mila-no 1954.

C. Ceschi, Teoria e storia del restauro, Roma 1970. C. Brandi, Teoria del restauro, PBE, Torino 1977. R. Pane, Attualità dell'ambiente antico, Firenze 1967. R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979.

Parte seconda

5. Progettazione del restauro

R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979. AA. VV., Il centro antico di Napoli, ivi 1971. T uteZa e conservazione di edifici allo stato di rudere di L.

Santoro - S. Casiello, in « Restauro », n. 12, 1974.

6. Tecnica del restauro (ed esempi di intervento)

Diagnosi dei dissesti e consolidamento degli edifici, a cura di G. Fiengo, Napoli 1978.

Esperienze di restauro urbanistico in Gran Bretagna, di R. Worskett, in «Restauro », n. 9, 1973.

I settori di salvaguardia in Francia: restauro-urbanistico e piani di intervento, di R. Di Stefano - G. Fiengo - S. Ca­siello, in « Restauro », n. 11, 1974.

Aspetti metod'llogici del restauro urbanistico: i casi di Bo­logna e di Napoli, di A. Aveta, in « Restauro », n. 30, 1977.

Vari altri contributi nella rivista « Restauro ».

SCIENZA DELLE COSTRUZIONI (A)

Prof. Giovanni Castellano

La prima parte del corso ha come oggetto la trattazione della Meccanica dei Solidi con particolare riferimento al moto ed all'equi­librio di un corpo deformabile.

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Utilizzando il calcolo differenziale assoluto (calcolo tensoriale) si sviluppano le analisi degli stati di deformazione e di tensione relativi ad un « continuo» tridimensionale; definiti i legami ten­sione-deformazione nell'ipotesi di materiale « stabile », si discute il problema analitico dell'equilibrio elastico. In particolare si ana­lizza la soluzione del problema nel caso del solido di De Saint­Venant.

Nella seconda parte del corso si svolge la trattazione della Mec­canica delle Strutture: teoria tecnica della trave, teoria dei sistemi formati da travi (telai); l'analisi dei telai viene condotta utilizzando il calcolo matriciale, particolarmente adatto a predisporre algoritmi orientati alla elaborazione automatica dei dati.

I! corso si conclude con la trattazione dei problemi riguardanti i criteri di resistenza e la stabilità dell'equilibrio elastico.

Bibliografia

Appunti sul corso.

R. Baldacci, Scienza delle costruzioni. A. E. H. Love, A treatise on the mathematical theory of elasticity. Y. C. Fung, Fundations of solid mechanics.

SCIENZA DELLE COSTRUZIONI (B)

Prof. Alessandro Baratta

Premessa

Obiettivo della « Scienza delle Costruzioni » nel campo delle costruzioni civili è istituire i presupposti scientifici fondamentali per lo studio di una qualsiasi realizzazione strutturale, intesa come insieme di elementi materiali atto a resistere alla azione, prolun­gata nel tempo, dell'ambiente nel quale esso esplica la sua funzione.

I! corso, che va inteso come un preliminare al vero e proprio

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tema della progettazione strutturale, si propone perciò di trattare i fondamenti della Statica e della Cinematica dei corpi deformabili, in particolare dei solidi elastici, come necessaria premessa, da un lato, allo studio (Problema del De Saint Venant) di un' elemento di larga diffusione nella pratica tecnica, e cioè la trave, e dall'altro lato alla comprensione di più complesse tipologie strutturali (quali piastre, volte, ecc.) che l'allievo affronterà nei corsi strutturali de­gli anni successivi.

Utilizzando i risultati acquisiti per le travi, che saranno in parte anticipati sotto forma di teoria tecnica delle travi, si tratterà la teoria delle strutture monodimensionali, intendendo per tali quelle che risultano costituite dall'assembleaggio di più travi. Acquisite tali cognizioni, si mostrerà poi come eseguire la verifica di resistenza del materiale costituente la struttura, in base ai risul­tati dell'analisi ed al criterio della Normativa tecnica vigente.

Si introdurrà infine il problema della stabilità dell'equilibrio elastico, illustrandolo con esempi relativi, ad aste snelle caricate di punta ed a sistemi elasto-rigidi, ed evidenziandone i riflessi nel­la tecnica costruttiva.

Argomenti trattati , I

Il mezzo continuo

Analisi della deformazione di un corpo continuo - Analisi dello stato tensionale - Pril1cipio dei lavori virtuali per i corpi defor­mabili.

La Teoria dell'Elasticità

Leggi costitutive dei materiali elastici isotropi - Il problema dell'equilibrio elastico - La resistenza dei materiali.

Il problema del De Saint Venant

Impostazione del problema - Sforzo normale centrato - Fles­sione retta - Flessione deviata - Sforzo normale eccentrico - Tor­sione - Flessione e Taglio - Il caso generale di sollecitazione com­posta - Estensione dei risultati del De Saint Venant.

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Le travi in(lesse

Geometria delle masse - Teoria tecnica delle travi inflesse -Applicazioni - Strutture composte da travi.

Stabilità dell' equilibrio

Applicazione dell'algebra matriciale alla teoria delle strutture.

Testi consigliati

V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, ed. Uguori, Napoli, volI. I - II - III.

V. Franciosi, Problemi di Scienza delle Costruzioni, ed. Liguori, voli. I - II.

M. Capurso, Lezioni di Scienza delle Costruzioni, ed. Pitag->ra, Bologna.

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, ed. Zanichelli, Bologna, va!. I.

E. Giangreco, Esercizi di Scienza delle Costruzioni, ed. Liguori, Napoli, val!. I - II - III.

A. Baratta, Appunti dalle lezioni.

STATI CA (A) (B)

Prof. Maria Elisa Bonelli Prof. Stefania Maisano

Premessa teorica e metodologica

Nella sostanza il corso di Statica si riduce a trattare due soli argomenti: equilibrio e congruenza di un corpo rigido (o di un insieme di corpi rigidi comunque assemblati tra loro). Gli altri argomenti (lavori virtuali e stabilità) sono implicazioni di questi due concetti fondamentali.

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Con l'equilibrio si ricavano le condizioni perché un corpo, inizialmente in quiete, resti in quiete anche dopo l'imposizione di un sistema di forze; con la congruenza si ricavano le condizioni cui resta vincolato il movimento iniziale del sistema. Questi due concetti, strettamente associati tra loro, costituiscono i cardini di tutta la teoria delle costruzioni: nella Statica sono applicati ad un modello ideale, quale è quello del corpo rigido; nei corsi succes­sivi gli stessi strumenti di indagine sono estesi al continuo defor­mabile.

Questo taglio particolare ha una precisa motivazione: co.ncen­trare l'attenzione dello studente su un numero molto limitato di strumenti logici di analisi e consentirgli la completa padronanza di tali strumenti, cioè renderlo attore di un' analisi critica, sempre nuova, e non soggetto passivo catechizzato.

La semplicità del modello su cui si opera - corpo rigido _. facilita l'approccio iniziale all'indagine scientifica, senza peraltro slegarlo dall'aspetto concreto; infatti quasi tutti i risultati così acquisiti vengono poi sfruttati nei corsi successivi di Scienza edi Tecnica.

Contenuto del corso

1. Calcolo vettoriale: Definizione di vettore - Operazioni sUl vettori - Sistemi di vettori equivalenti.

2. Statica: Principi fondamentali della meccanica - Equilibrio di un punto materiale libero o vincolato - Equilibrio di un corpo rigido o vincolato - Equilibrio di un sistema meccanico - Principio di sovrapposizione degli effetti per le forze - Caratteristiche di sol­lecitazione interna.

3. Cinematica: Traiettorie di un punto materiale e di un corpo rigido liberi o vincolati - Sistemi meccanici - Spazio delle configurazioni - Spostamenti finiti ed infinitesimi - Principio di sovrapposizione degli effetti per gli spostamenti infinitesimi - Ca­tene cinematiche - Distorsioni.

4. Principio dei lavori virtuali: Lavoro - Spostamenti virtuali

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Principio dei lavori virtuali - Applicazioni del princlplO dei la­vori virtuali a sistemi meccanici labili, isostatici e iperstatici - Li­nee di influenza.

5. Stabilità dell'equilibrio: Analisi della qualità dell'equili­brio tramite il principio dei lavori virtuali o la funzione energia potenziale.

Bibliografia essenziale

Bonelli, Fino, Maisano, Statica. Bonelli, Maisano, Il calcolo matriciale applicato all' analisi dei SI­

stemi rigidi. AA. VV., Esercizi di Statica. AA. VV., Sulla stabilità dell'equilibrio nei sistemi rigidi.

Articolazione ed organizzazione

Il corso si articola in lezioni teoriche ed esercitazioni, consi­stenti, queste ultime, nell'analisi statico-cinematica di schemi estratti, quando possibile, da strutture di particolare interesse. Di tali strutture sono messi in evidenza, pur nelle limitazioni impo­ste dal modello teorico assunto, i fattori che ne hanno condizio­nato la geometria e le modalità di vincolo; la soluzione del pro­blema statico-cinematico relativo allo schema in esa!].e viene poi affrontata direttamente dagli allievi che possono fruire, in tale fase, della collaborazione di tutto il personale docente afferente al corso.

A conclusione del corso viene esaminato un sistema struttu­rale spaziale costituito dall'assembleaggio di un elevato numero di elementi, per il quale si rende necessario l'uso dell'elaboratore elettronico.

Raccordi e coordinamenti con altri corsi

La impostazione teorica e le applicazioni previste richiedono, oltre all'acquisizione di strumenti matematici fondamentali, la co-

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noscenza approfondita del calcolo matriciale con particolare rife­rimento aIIa impostazione e soluzione di sistemi di equazioni li­neari. Questi ultimi argomenti sono specificamente affrontati nei corsi di Analisi matematica e Geometria Analitica tenuti rispetti­vamente dai Proff. D'Aristotile e Cella (I Anno), Uguori e Mar­tini (II Anno).

Data la contemporaneità e la propedeuticità dei corsi di Ana­lisi matematica e Geometria Analitica II e quelli di Statica, si pro­pone, in accordo con i docenti di Analisi Matematica e Geometria Analitica II, di compattare i corsi matematici - semestrali -nel I semestre dell'anno acc., consentendo il regolare svolgimento degli esami al termine dei corsi.

STATICA (C)

Prof. Luciano Boscotrecase

Premessa

La « Statica » viene intesa come una disciplina che dalla Mec­canica Razipnale prende e sviluppa gli argomenti che costituiscono la necessaria premessa allo studio dei problemi statici della « Scienza e Tecnica delle.Costruzioni ».

Gli argomenti del corso, integrati con una prima parte di pre­messa matematiche, sono tuttavia presentati in modo tale da poter essere eseguiti da allievi che non abbiano una preparazione speci­fica di Meccanica Razionale. Seguendo questa visione, che vede la Statica come disciplina autonoma e non come caso particolare della Dinamica, sarebbe opportuno dare a questo corso il titolo di ~, Sta· tica applicata alle costruzioni », per ribadire che esso è finalizzato a fornire i primi elementi della « Teoria delle strutture ».

158

. Accanto alla usuale formulazione dei problemi, SIa stalici che cmematici, sarà presentata anche una formulazione con notazione r;oatriciale. L'a~ozione di tale algoritmo è sembrata utile per abituare I alhevo fin dal pnml approccI con i problemi di teoria delle strut­ture ad un linguaggio che va oggi sempre più diffondendosi per l'utilità che ne deriva nei casi più complessi da risolvere mediante gli elaboratori elettronici.

Altro indubbio vantaggio della formulazione matriciale è che, trattandosi di un linguaggio estremamente sintetico, mette in evi­denza la struttura matematica dei problemi fisici e ne COnsente per­tanto una VISiOne unitarIa. In altri termini si dà risalto cosÌ non tanto al singolo «esercizio» quanto a tutta una classe di pro­blemi.

Sebbene sia dato un certo spazio anche alla trattazione grafica, essa VIene tuttavia utilizzata soprattutto quando consente una « rap­presentazione » visiva di un problema fisico e non quando si riduce a « calcolo» grafico.

La parte di «cinematica dei piccoli spostamenti» sviluppata durante Il corso, acquista rilievo sia per la dualità con la Statica che per l'utilità che ne deriva nell'applicazione del Principio dei Lavori Virtuali.

Inoltre l'interesse per l'analisi cinematica appare oggi giustifi. cato per l'applicazione che si ritrovano ne « calcolo a rottura» delle strutture.

Programma

1. Teoria dei vettori liberi

Grandezze scalari e vettoriali. Rappresentazione delle grandezze vettorial!. Le componenti di un vettore. Operazioni sui vettori liberi. Rappresentazione cartesiana dei vettori. Operazioni sui vettori in componenti' cartesiane. Questioni varie relative ai vettori.

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2. Algebra delle matrici

Operazioni algebriche. La matrice inversa di una matrice quadrata. Matrici colonna e vettori algebrici in uno spazio ad n dimensioni Richiami di algebra lineare.

3. Teoria dei vettori applicati

Operazioni sui vettori applicati. Momento di un vettore e di un sistema di vettori. Sistemi di vettori a risultante nullo. Sistemi di vettori a risultante non nullo. Sistemi equivalenti di vettori. Sistemi di vettori equilibranti di un sistema dato. Sistemi piani di vettori. Studio grafico dei sistemi di vettori.

Parte seconda: Meccanica del corpo rigido

Cinematica del corpo rigido. Il principio dei lavori virtuali. Statica del corpo rigido. Arialisi statico-cinematica del corpo rigido vincolato.

Parte terza: Le strutture

Il problema strutturale. Lo schema strutturale. Le azioni esterne.

Parte quarta: Analisi strutturale

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Analisi cinematica delle travi e dei sistemi di travi. Analisi statica delle travi e dei sistemi di travi. Analisi statico-cinematica delle strutture reticolari. Le linee d'influenza.

Articolazione ed organizzazione

Il corso è articolato in lezioni ed esercitazioni secondo un ora­rio che verrà comunicato in un secondo tempo.

Nel corso delle lezioni si tratta l'impostazione teorica dei pro­blemi e si presentano pochi esempi semplici.

Nel corso delle esercitazioni vengono presentati esempi ed ap­plicazioni gradualmente più complessi.

In tal modo l'allievo ha la possibilità di seguire, durante le lezioni, un filo logico di ragionamento, senza disperdersi in pro­blemi particolari.

Al contrario, durante le esercitazioni, ha la possibilità di acqui­sire una progressiva maturità nella risoluzione dei problemi appli­cativi.

STATICA (D)

Prof. Paolo Belli

Gli argomenti del corso, più sotto elencati, sono -scelti con l'intento di svolgere, in vista dei programmi dei corsi collaterali e successivi, una prima precisa indagine sul comportamento sta­tico delle strutture.

A questo scopo, senza tralasciare gli aspetti meccanici del calcolo, il corso si propone di stimolare il senso critico-razionali­stico degli allievi, evidenziando l'aspetto fisicò dei problemi.

In questa luce sono stati introdotti, a conclusione del corso, i due argomenti, tanto fondamentali quanto attuali, sulla «Ana­lisi limite », sia pure limitatamente al «Limit design », e sulla Stabilità dell'equilibrio ».

Ovviamente il corso inizia con qualche richiamo di algebra, anche vettoriale, come indispensabile strumento per la trattazione

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degli argomenti succeSSIVI e va completato con numerose e sva­riate applicazioni.

Indice degli argomenti

Teoria dei Vettori: Scalari e vettori. Algebra dei vettori. Ver­sori. Versori fondamentali. Rappresentazione cartesiana dei vet­tori. Campi vettoriali. Prodotto scalare e Prodotto vertoriale. Pro, dotti tripli. Momento di un vettore applicato rispetto ad un punto. Momento di un vettore applicato rispetto ad un asse. Momento risultante di un sistema di vettori applicati. Modo di variare del momento al variare del centro di riduzione. Sistemi equivalenti e sistemi equilibrati. Coppie. Equivalenza di ogni sistema di vettori applicati ad un vettore e ad una coppia e ad un unico vettore o ad una unica coppia. Poligoni funicolari piani. Teorema fondamen­tale sui poligoni funicolari. Riduzioni di un sistema piano di vet­tori ad un unico vettore o ad un'unica coppia. Poligono dei suc­cessivi risultanti. Calcolo grafico del momento risultante di un si­stema piano di vettori.

Elementi di Cinematica dei Sistemi Rigidi: Gradi di libertà di un sistema. Moti di rotazione e di traslazione. Vincoli. Moti piani dei sistemi rigidi. I vincoli negli elementi monodimensionali piani. Condizioni di isostaticità, labilità e iperstaticità delle strutture. Determinazione delle labilità di una struttura (le catene cine­matiche). Le distorsioni e gli spostamenti da distorsioni nelle strutture isostatiche.

Statica delle Strutture: Condizioni di equilibrio di un punto materiale. Postulati fondamentali della statica dei sistemi rigidi. Condizioni di equilibrio dei sistemi rigidi. L'equazioni cardinali della statica. Il principio di sezionamento. Il principio statico di azione e reazione. I vincoli e le reazioni vincolari. La ricerca delle reazioni vincolari attraverso le equazioni cardinali della. statica. Le caratteristiche della sollecitazione interna. Il principio dei Lavori Virtuali nei sistemi olonomi. Il principio di Lagrange. Le appli­cazioni del principio dei lavori virtuali (ricerca di reazoni vin-

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colari, ricerca delle caratteristiche della sollecitazione interna, le linee di influenza). La ricerca grafica delle reazioni vincolati. Le relazioni tra le caratteristiche della sollecitazione e le forze ap­plicate. I diagrammi delle sollecitazioni. I diagrammi delle sol­lecitazioni nelle travi isostatiche a più campate (le travi Gerber). Determinazione analitica delle caratteristiche della sollecitazione nelle travi ad una campata. La determinazione degli sforzi nelle aste delle travature reticolari isostatiche. I sistemi simmetrici ed antisimmetrici. I sistemi spaziali.

Elementi di Analisi limite delle Strutture: Analisi del com­portamento dei materiali oltre il limite elastico. La ridistribuzione degli sforzi interni in fase elasto-plastica. Le travature reticolari. Le strutture inflesse. I teoremi di Prager-Grenberg e Bleich.

Considerazioni sull'Equilibrio: Qualità dell'equilibrio. Ener­gia potenziale delle forze. L'energia potenziale totale. Le condizio­ni di equilibrio nei sistemi rigido-elastici. Le condizioni di sta­bilità dell'equilibro.

Testi consigliati

Teoria dei Vettori:

Levi-Civita e Amaldi, Meccanica razionale, ed. ZanicheIli, Bologna. Boscotrecase e Di Tommaso, Statica Applicata alle Costruzioni,

ed. Pitagora, Bologna.

Cinematica e Statica delle Strutture:

V. Franciosi, Fondamenti di Scienza delle Costruzioni, val. 3, Li­guori, Napoli.

Boscotrecase e Di Tommaso, op. cito

Analisi Limite:

V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, val. 4, Liguori, Napoli.

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Massonet-Save, Calcolo a rottura delle strutture, Zanichelli, Bo lagna.

Stabilità dell'Equilibrio:

V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, val. 5, ed. Liguori, Napoli. A. Raithel, L'Equilibrio Elastico, ed. Liguori, Napoli.

Per tutti gli argomenti sono a disposizione gli appunti delle lezioni svolte.

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (A)

Prof. Alfonso Gambardella

I! programma del corso di Storia dell'architettura I A nasce dall'esigenza di fornire a studenti provenienti da indirizzi diversi, alcuni dei quali con un curriculum di studi che non contempla materie di tipo .speculativo e di storia delle arti, un bagaglio di conoscenze quanto più approfondito possibile e l'acquisizione di strumenti critici, atti a far cogliere i significati dei processi storici. I! corso è stato suddiviso in due parti; la prima si articola attra­verso un programma di tipo istituzionale, che dopo aver premesso alcune note sul mondo e sul linguaggio classico si sofferma su temi di architettura dal Rinascimento alla prima metà del Set­tecento.

Poiché sarebbe impossibile, nel ristretto spazio temporale di un anno accademico, coprire tutte le ampie problematiche di un periodo storico cosÌ dilatato, si è scelto come tema fondamentale di riferimento il rapporto tra « linguaggio classico ed anticlassico », letto non soltanto dal punto di vista formale ed espressivo, ma an­che e soprattutto attraverso le molteplici vicende socio-politiche, culturali, religiose ed economiche che hanno determinato le diver-

164

se configurazioni spaziali e linguistiche della città, dell'ambiente costruito e delle emergenze.

La seconda parte del corso, a struttura seminariale, appro­fondisce lo studio della complessa stratificazione di alcune aree individuate nel Centro Storico di Napoli. Si è data la preferenza ad alcuni itinerari operando la scelta degli ambienti in rapporto con la trattazione dei temi del corso istituzionale. Visite guidate consentono l'approfondimento e la verifica dei temi trattati attra­verso un contatto diretto con la realtà urbana e la sua stratifica­zione; l'esistenza di un testo di riferimento permette allo studente una preparazione di base fornendogli la possibilità di una parteci­pazione attiva al lavoro seminariale.

PROGRAMMA: PARTE PRIMA

A) PROBLEMI DI METODO

Estetica, poetica, critica; la pOSlZ1One metafisica, problemati­cistica e fenomenologica. La lettura dell'opera architettonica; ico­nografia ed iconologia; l'architettura come linguaggio.

B) PROBLEMI DI STORIOGRAFIA ARCHITETTONICA

1. Classicismo ed anticlassicismo

Il linguaggio classico dell'architettura.

2. Vita culturale e realtà socio-economica dell'Italia del '400 e '500

Firenze città ideale di Leonardo Bruni. La città ideale (Fila­rete, Francesco di Giorgio, Leonardo). Il ritorno all'antico, il re­cupero della classicità. La posizione sociale dell'architetto nel Ri­nascimento. Scolastica e neoplatonismo. La prospettiva ed il con­trollo geometrico dello spazio. Il problema della pianta centrale.

16.5

3. F. Brunelleschi tra Umanesimo e Rinascimento

L'ambiente culturale fiorentino; la tradizione gotica. Piazza dell'Annunziata e la' nuova configurazione urbana. S. Lorenzo, S. Spirito, La cupola di S. Maria del Fiore, Ospedale degli Inno-centi, palazzo Pitti. .

4. L. B. Alberti: architetto e trattatista

Il « de re edificatoria» e la teoria dell'architettura. Il Classici­smo come linguaggio. S. Francesco a Rimini, S. Maria Novella, palazzo Rucellai, S. Andrea e S. Sebastiano a Mantova.

5. D. Bramante tra Rinascimento e Manierismo

Lo formazione urbinate. L'influenza dell'ambiente culturale milanese sulle prime opere: S. Maria presso S. Satira, S. Maria delle Grazie. La produzione romana: S. Pietro in Montorio, il chiostro di S. Maria della Pace, il cortile e la scala del Belvedere, la fabbrica di S. Pietro.

6. Michelangelo architetto

Il linguaggio michelangiolesco. L'unità delle arti figurative; l'architettura della Cappella Sistina; la plasticità dello spazio mi­chelangiolesco. La Cappella Medicea, la biblioteca Laurenziana; il Campidoglio, il palazzo Farnese, S. Pietro.

7. Manierismo

La crisi della «chiarezza» rinascimentale. La riforma Iute­rana ed il sacco di Roma. La nuova visione cosmologica. La Con­troriforma. Il policentrismo manierista. La pianta ovale.

8. Sfortuna critica del barocco

Analisi del termine barocco, sua sfortuna crmca e successiva rivalutazione artistica; il barocco come categoria meta storica.

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9. Le motivazioni socio-culturali del barocco

. Il Concilio di Trento e la sua influenza sulle arti figurative tra manierismo e barocco; l'arte barocca come arte di « propaganda}); la « rettorica » del barocco. La ricerca scientifica del Seicento; lo spetimentalismo galileiano. La componente popolare del barocco: il « verismo ».

lO. Le caratteristiche fondamentali dell'architettura barocca

L'architettura barocca come linguaggio anticlassico. L'archi­tettura dell'infinito; la percezione ottica; la luce come elemento scenografico; la pianta ellittica; la prospettiva nello spazio ba­rocco.

11. L'ambiente culturale romano e l'architettura barocca

La politica urbanistica dei papi.

12. Bernini

L'architetto ufficiale della corte dei papi; il «classicismo» di Bernini; la ricerca illusionistica; la componente scenografica; l'uso della prospettiva. Il gran teatro. Le opere più significative: S. An­drea al Quirinale; l'intervento in ·S. Pietro: l'interno, la facciata, la piazza, la scala regia.

13. Borromini

L'architetto degli anni minori; lo spazio fluido di Borromini; lo sperimentalismo di Borromini; la componente simbolica; il re­cupero della medioevalità. Le opere più significative: S. Carlino alle quattro Fontane. L'oratorio e la casa dei Filiopini. S. Ivo alla Sapienza.

14. Pietro da Cortona

Rapporto tra spazio interno e spazio esterno; la geometria co­me controllo progettuale dello spazio; SS. Leca e Martine, S. Ma­ria in via Lata, S. Maria della Pace.

167

15. L'architettura a Roma tra Seicento e Settecento

Il ruolo di G. P. Bellori nella Roma della seconda metà del Seicento. L'Accademia degli Investiganti a Napoli. L'Accademia di esercitazioni pratiche e letterarie della regina M. Cristina di Svezia. L'Arcadia ed il ritorno al classicismo. La politica urbani­stica di Innocenzo XI, Giuseppe Renato Imperiali, committente di architetture, Lione Pascoli e la ripresa economica negli anni trenta del Settecento. La grande crisi economica dello Stato Pone tificio.

Testi consigliati

M. Tafuri, L'architettura dell'umanesimo, Bari 1972. P. Murray, L'architettura del Rinascimento italiano, Bari 1977. P. Portoghesi, Roma barocca, voI. 1, Bari 1975. A. Gambardella, Architettura e committenze nello Stato Pontifi­

ciò tra barocco e rococò. Un amministratore illuminato: Giu­seppe Renato Imperiali, Napoli 1979.

Bibliografia per approfondimenti

A. Simoncini, Storia dei movimenti estetici nella cultura italiana, Firenze 1968.

B. Zevi, Saper vedere l'achitettura, Torino 1964. G. C. Argan, Storia dell'arte, in «Storia dell'arte », 1-2, 1969. A. Blunt, Le teorie artistiche in Italia dal rinascimento al manie­

rismo, Torino 1966. J. Summerson, Il linguaggio classico dell'architettura, Torino 1970. R. Wittkover, Principi architettonici nell'età dell'umanesimo, To-

rino 1964. J. S. Achermann, L'architettura di Michelangelo, Torino 1968. E. Garin, Scienza· e vita civile nel rinascimento italiano, Bari 1975. G. C. Argan, L'architettura barocca, Milano 1957. C. Norberg Schulz, L'architettura barocca, Milano 1971; L'archi­

tettura tardo-barocca, Venezia 1972.

168

PARTE SECONDA: SEMINARIO

Lettura del Centro Storico di Napoli. Sopralluoghi e visite.

Storia urbanistica di Napoli. Le fonti storiche ed iconografi­che. La struttura della città attraverso i secoli.

Problemi dell'architettura paleocristiana, bizantina, altomedio­evale e romanica. Le superstiti strutture medioevali napoletane.

Il gotico francese e la cultura architettonica napoletana in età angioina e durazzesca.

Il concetto di Rinascimento e le sue fasi storiche. Incontro tra maestri catalani e toscani a Napoli. Il Cinquecento napo­letano. Il concetto di Barocco. La produzione del Seicento na­poletano in rapporto al barocco romano.

Il rococò napoletano. Le scale aperte settecentesche e l'edili­zia civile. Macchine da feste ed architettura. Paesaggio, maio­liche e giardini. Il sincretismo negli interni settecenteschi.

Testo di riferimen"o

Note su architettura ed ambiente nel centro storico di Napoli, a cura di A. Gambardella, con i contributi di G. AmiJ;ante, E. Di Domenico, F. Divenuto, M. R. Dòria, A .. Litta, Napoli 1979.

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (B)

P rof. Lucio San toro

Premessa

La metodologia del corso è fondata sull'analisi spaziale intesa quale elemento determinante per la comprensione del valore for­male degli organismi architettonici articolati nel contesto della

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struttura urbana. Tale analisi viene integrata, per una visione glo­bale del giudizio critico, dallo studio dei fattori sociali, politico-eco­nomici, filosofici e tecnici che hanno condizionato lo sviluppo del­l'architettura e dell'urbanistica e dall'esame delle interpretazioni proposte dalla critica storiografica dei diversi periodi. A tal fin~ viene centrata l'attenzione non su singoli monumenti a sé stantI bensì sull'osservazione di contesti urbani, proprio per la stretta relazione esistente tra architettura ed urbanistica e tenendo pre­sente che, anche nel campo del restauro e della tutela, si è ormai superato il concetto di monumento singolo per pervenire, prima, a quello dell'ambiente, e, oggi, alla visione globale dell'intero in­sediamento urbano.

Programma

Per lo studio storiCO-CtltlCO dell' architettura è necessaria una chiara analisi dei problemi metodologici: Definizione del concetto di storia. Definizione di architettura. Problemi di estetica. Triade vitruviana. Problemi dello spazio. Considerazioni urbanistiche (let­tura del tessuto urbano: condizionamento urbanistico della visio­ne architettonica, monumento e ambiente - poesia e prosa in ar­chitettura). Tipologia architettonica. Interpretazione sociologica della storia dell'Architettura.

La verifica dell'impostazione metodologica avviene attraverso l'analisi di tre antichi nuclei urbani, due dei quali costituiscono il centro antico di città ancora vive (Napoli e Spalato) mentre l'al­tro è un esempio unico di città antica pervenutaci senza altera­zioni (Pompei).

NAPOLI. - L'analisi del centro antico di Napoli richiede la conoscenza dei seguenti argomenti:

a) Area culturale ellena con riferimento alla colonizzazione ed agli schemi urbani: lo sviluppo delle civiltà nel bacino mediterra­neo. Nascita dell'unità cult1,lrale greca e differenza delle tre aree di sviluppo della civiltà ellena (Grecia, Colonie Occiden­tali - Magna Grecia e Sicilia, Colonie Orientali - Asia minore

170

e isole). Il fenomeno della colonizzazione verso est ed ovest. Le nuove città-stato, riferite all'origine e sviluppo della polis, con particolare attenzione agli insediamenti con impianto ur­banistico cosiddetto « ippodameo ». Le città greche della Cam­pania (Cuma, Napoli, Paestum, Velia) ed il loro significato nel mondo contemporaneo.

b) Aspetti caratterizzanti la cultura ellena nel campo dell'archi­tettura: La componente religiosa nell'interpretazione dell'ar­chitettura greca. Rapporti con il mondo preellenico. Processo di formazione del tempio (templi arcaici, sistema trilitico e relativi problemi costrutivi, pietrificazione del tempio, signi­ficato degli ordini, canone e correzioni ottiche nell'architettu­ra dorica) e del teatro (origine ed evoluzione in rapporto alle funzioni). Ricerca spaziale nelle aree culturali dorica, jonica ed attica. Significato politico-religioso dei santuari panellenici (Olimpia e Delfi). Mutate concezioni politiche ed eventi sto­rici determinanti lo sviluppo della concezione ellenistica della vita associata. Aspetti e problemi del mondo ellenistico; nuo­Va struttura socio-politica. Il nuovo concetto di spazio urba­nistico; le stoà, le agorà, le sale di riunione.

POMPEI. - Per lo studio di Pompei è necessaria l'analisi delle attrezzature urbane tipiche di una città romana: foro, terme, teatri ed anfiteatri, per cui si analizzano in dettaglio i seguenti problemi per comprendere meglio l'origine, lo sviluppo, gli aspetti ed il si­gnificato di tali attrezzature nel mondo romano.

a) Il foro romano quale derivazione dall'agorà greca: analogie e differenze. Il tempio romano in rapporto a quelli greco ed etrusco. Influssi ellenistici. Il foro repubblicano di Roma ed i fori imperiali in rapporto alla struttura urbana della città. Le condizioni socio-politiche e topografiche originarie ed i rapporti con la civiltà etrusca.

b) Le terme: significato socio-politico. Origine degli impianti ter­mali in Campania. Le terme di Pompei e di Ercolano. Le terme imperiali di Roma e di Baia.

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cl I teatri e gli anfiteatri. Significato architettonico della sovrap­posizione degli ordini. Il teatro romano in rapporto a quello greco. Evoluzione dell'anfiteatro (da Pompei ai tre grandi an­fiteatri di Roma, Pozzuoli e Capua) in rapporto al contesto sociale dell' epoca. L'analisi di tali attrezzature urbane viene condotta secondo

tre direttrici:

l. Lo spazio interno quale fattore determinante nella lettura de­gli organismi architettonici romani. La smaterializzazione del­le pareti ed il senso illusionistico. Il senso spaziale romano: spazio statico e spazio dilatato (es. Maison Carrée e tempo di Diana a Nimes, il tempio di Venere e Roma, il Pantheon, Mi­nerva Medica, Santa Costanza, le grandi sale delle terme im­periali, la basilica di Massenzio).

2. I sistemi costruttivi dell'architettura voltata romana: proble­mi e soluzioni (es. Pantheon, Minerva Medica, Santa Costan­za, basilica di Massenzio, Colosseo).

3. Lo stato romano, gli aspetti sociali dell'architettura romana, l'organizzazione del lavoro. La fruizione diretta degli spazi (con visite a Pompei ed Erco­

lano) facilita la comprensione delle citate attrezzature in tali cen­tri urbani e, ancor più attraverso il contatto diretto con i problemi inerenti la residenza, l'analisi tra la forma urbana e la tipologia edilizia.

SPALATO. - Il ceneo antico della città dalmata è costituito dal palazzo di Diocleziano nel quale si sintetizza il discor;o con­clusivo dell'urbanistica e dell'architettura tomana attraverso i suoi elementi peculiari: peristilio, mausoleo e tempietto, porta d'oro.

Per l'impostazione urbanistica è necessaria la conoscenza degli impianti delle città di fondazione romana influenzate dal modello etrusco e organizzate secondo il tipo del « castrum », nonché della evoluzione dovuta all'influenza ellenistica.

'172

Bibliografia essenziale

Per la metodologia:

B. Zevi, Architectura in nuce, Venezia Roma 1960. E. H. Carr, Sei lezioni sulla storia, Torino 1966. Voci Estetica e Storiografia, in Dizionario enciclopedico di archi­

tettura e di urbaniJtica, Roma 1968, voli. II e VI.

Per Napoli, Pompei e Spalato:

H. Serve - G. Gruben - M. Hirmer, I templi greci, Firenze 1962. L. Mumford, La città nella storia, Vicenza 1964. A. Giuliano, Urbanistica delle città greche, Milano 1966. A. J. Toynbee, Il mondo ellenico, Torino 1967. S. Bettini, Lo spazio architettonico da Roma a Bisanzio, Bari 1978. P. Grimal, La civiltà romana, Firenze 1961. Voce Romana architettura ed urbanistica, in Dizionario ... sopra

cit., val. V.

Una bibliografia più dettagliata (sia per la parte metodologica sia per le parti applicative riferite alle tre città suddette) è a di­sposizione degli allievi presso l'Istituto.

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (Cl

Prof. Francesco' Starace

Qualunque fabbrica o progetto si studi, occorre conoscere al­meno due linguaggi visuali: il linguaggio proprio dell'architettura e quello tipico dell'opera, della singola fabbrica. Mentre questo è costituito dall'insieme delle intenzioni dichiarate e degli elementi che l'architetto adotta nel loro valore di spazio, nonché dal modo particolare in cui li impiega e li connette, in vista di una totalità

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significativa, il linguaggio dell'architettura è rappresentato da im­magini ed idee più generali espresse insieme da quelli e da altri elementi ideali e di forma e dal loro legame, nonché da trattati e testimonianze scritte che riferiscono giudizi e regole istituzionaliz­zate. La distinzione fra i due linguaggi ha il vantaggio di includere in ognuno di essi, quindi di unificare, la poetica indivduale e l'este­tca o teoria generale, la deroga e la norma o codice; consente, forse in modo più chiaro, di studiare ogni opera come sintesi di momenti individuali e di apporti generali; offre inoltre un quadro di riferimento opportuno alle antinomie concettuali stabilite fra linguaggio classico e linguaggio moderno dell'architettura, fra lin­guaggio internazionale, linguaggi nazionali e linguaggi locali. Se questo è vero, conviene premettere un'altra specificazione, valida per ambedue i linguaggi: come le parole di una lingua sono un sistema di convenzioni verbali, immagini ed idee (gli anglosassoni parlano di imagery) dell'architettura sono un sistema di conven­zioni simboliche dotato di caratteri peculiari.

Le mitologie, le religioni, le filosofie e gli altri sistemi sim­bolici, sono presentati in genere come dottrine metafisiche; in­vece il simbolismo architettonico va inteso come un duplice linguaggio concreto perché, a causa della presenza fisica dell'opera, riguarda insieme il contenuto dottrinale ed il modo pubblico di percepirlo, le tesi espresse nelle fabbriche ed i modi in cui opera la comunicazione collettiva di tali tesi. Anche per questa duplice valenza, gli autori antichi, scegliendo fra il sapere ed il vedere, scrivono di alcune fabbriche di eccezione definendole talvolta « opera» e tal'altra « spettacolo »; considerano quindi l'architet~ tura un prodotto estetico finito, concluso, secondo la visuale ari­stotelica, oppure una specie di processo mutevole, ed è l'inter­pretazione psicologica evidente nel trattato Del Sublime attribuito a Longino. È certo però che proprio per la presenza visiva di al­cune opere o di una loro immagine e per le diverse letture pos­sibili nel tempo, il duplice linguaggio del simbolismo architetto­nico non rappresenta alcuna verità assoluta, ma solo una verità relativa, mutevole, in trasformazione continua. Da tale punto di vista, come colui che insegna la lingua è un grammatico, il cri-

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t~co di archit;ttura ha la funzione di essere un grammatico del­l zmagery, un mterprete della gramm'atica simbolica, insieme co­stante e mutevole, con il compito di suggerire possibili significati dei sistemi simbolici e rituali della politica, della religione, della filosofia e delle scienze, in termini di linguaggio architettonico. La storia dell'architettura può allora vedersi come storia dell'imagery, dI un complesso dI immagini-simbolo che si perpetuano nei secoli, queste si rifaranno a modelli archetipi e più in generale ad un~ « filosofia », a principi mentali. Già Cicerone (Academicae Quaest., lIbro I) aveva sostenuto che «l'arte esser non può senza la filo­sofia », senza la scienza delle cognizioni intellettuali. E l'archetipo, o tema ricorrente dell'espressione architettonica va visto come un simbolo od un gruppo di simboli adottati attr~verso tutta la sto­ria dell'architettura e divenuti perciò convenzionali, tipici. Allora l'architetto quando opera fa i conti con due orizzonti ideali di­stinti e sempre presenti: la fedeltà all'esperienza, al lavoro,' alla unicità e credibilità della fabbrica (ciò produce le principali ini­bIZlO111) e, dall'altro lato, l'identità con le strutture immaginative paragonabili ad un ambiente più o meno unitario e coerente ~ da considerare il disegno globale. Si può allora parlare di intreccio, stona, empIrIa, metodo, contrapposti a tema, teoria, natura o sistema.

Bibliografia

G.c. ARGAN, La storia dell'arte, in «Storia dell'arte », nn. 1-2, 1969.

R. DE Fusco, Segni, storia e progetto dell'architettllra, Bari 1973. F. STARACE, L'architettura dell'Oriente antico e del Mediterrane().

Uno studio sulla storia delle fabbriche meravigliose. Napoli 1973.

F. STARACE, Linguaggio classico e linguaggio moderno dell'archi­tettura: le tesi di Summerson e Zevi, in «Bollettino dell'Or­dine degli architetti della Campania », nn. 1-2, 197~.

175

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (D)

Prof. Gaetana Cantone

Una storia dell'architettura che ambisca a superare l'ambito (sia pure correttissimo, ma insufficiente) dell'interpretazione dei fatti storici deve convertirsi nelle immediate condizioni della pro­pria affermazione di conoscenza storica rispetto al mondo dell'ar­chitettura nella sua interezza; con l'obiettivo, se non di interve~ nire, almeno di indirizzare le scel,e inerenti il processo di tra­sformazione delle strutture architettoniche, urbane, territoriali.

Vale a dire che si guarda alle vicende architettoniche del pas­sato in quanto materializzazione oggettiva della storia degli uo­mini ne conseguono: la necessità di assumere la prevalenza este­tica come uno solo degli elementi di analisi; l'esigenza di « leg­gere» i fenomeni architettonici sotto il pl'ofilo delle Joro con­nessioni con la vita associativa di ieri e di oggi e di giungere ad una conoscenza globale, in quanto partecipe di tutte le componenti che hanno concorso alla loro definizione estetica, senza gerarchie e senza separatezze, ma avendo costantemente presente la più va­sta trama di momenti e unità collettive.

Di qui, ancora, la scelta di un indirizzo interpl'etativo che accosti all'indagine storico-filologica contributi di tipo storico­sociale.

La scelta del tema centrale del corso fonda sull'intenzione di evidenziare l'eterna vicenda del recupero dell'antico indirizzato ad una trasformazione nrbana fondata su presupposti di potere politico e territoriale. Accanto a questo saranno trattate le opere, di architetti «militanti» e di architetti «storici », tendenti ad illustrarne il ruolo sostenu'.o nella trasformazione da un antico sistema di valori alla rifondazione del nuovo codice.

Poiché il fine di assicurare - nell'ambito di un corso di storia dell'architettura - completezza e formatività di argomenti non può prescindere dalla presa di coscienza dei problemi della progettazione e del restauro, come del resto già fatto gli anni

176

scorsi, sono parte integrante del corso argomenti inerenti il rap­porto storia/architettura, gli indirizzi interpretativi, il classicismo in architettura.

Pertanto in via del tutto indicativa, perché suscettibili di essere variamente articolati, gli argomenti vanno cosÌ suddivisi:

Problemi di storiografia architettonica

teoria e storia dell'architettura; storia dell'architettura e re­stauro.

gli indirizzi interpretativi: la linea storico filologica e la linea storico-sociale.

il linguaggio classico nell'architettura; il recupero delle anti­chità; iI classicismo in architettura.

architettura e storiografia: teorie dell'architettura, revivals, tendenze.

La trasformazione della Città e l'Architettura del Rinascimento Italiano

Aspetti, temi e problemi.

il concetto di Rinascimento; il Rinascimento in architettura.

l'influenza di Vitruvio nella letteratura architettonica.

F. Brunelleschi e L. B. Alberti.

l'opera di F. Brunelleschi e gli esiti brunelleschiani.

L. B. Alberti: storia dell'architettura, teoria dell'architettura, restauro urbano.

L. B. Alberti: le opere.

Pienza ed Urbino.

Filarete, Leonardo e Bramante a Milano.

D. Bramante a Roma e la vicenda di San Pietto.

177

i Sangallo: le opere e le ricerche; il rapporto con le opere di Brunelleschi.

Leonardo da Vinci: il risanamento delle grandi città.

Raffaello: il rapporto su Roma antica; le opere architetto­niche.

la ricerca architettonica di B. Peruzzi.

Michelangelo architetto.

S. Serlio: l'obbligo del restauro.

il rinnovamento urbano come riforma sociale: gli utopisti.

Per quanto riguarda l'articolazione, di minima e compatibile con le forze didattiche disponibili (un contratti sta, arch. Luciana Di Lerna, un addetto, architetto B. Maria de Sio Cesari) e prov­visoria (in attesa di eventuali coordinamenti) posso dire che le lezioni (una, due o più, su ciascuno dei temi elencati) saranno in­tegrate da esercitazioni sull'architettura rinascimentale a Napoli - in rapporto ai modelli di riferimento di importanza naziona­le -; da lezioni di supporto, come sempre, per chi studiando il recupero dell'antico non abbia nelle scuole superiori (?) studiato l'architettura antica.

Per ogni argomento di lezione saranno distribuite le schede bibliografiche.

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (E)

Prof. Giulio Pane

L'orientamento del corso risponde ad alcune premesse con­siderate fondamentali: che lo studio e la conoscenza dell'archi­tettura non possono essere affrontati che secondo il metodo storico-

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critico; che l'architettura va considerata sempre in relazione al suo ambiente; che la stratificazione è fenomeno specifico dell'archi­tettura, ancorché non esclusivo; che il giudizio storico-critico deve orientare l'attività dell' architetto.

Tali concetti vengono illustrati ed esemplificati nella loro in­terrelazione nel corso delle lezioni, sia come definizione di prin­cipio, sia attraverso lo studio di monumenti ed ambienti urbani, con particolare riferimento al patrimonio culturale campano.

La problematica storico-critica

Architettura: significato e storia del termine. Definizioni del­l'architettura secondo i suoi fini, le sue tecniche, le sue poetiche. Architettura, edilizia, ambiente. Architettura ed urbanistica.

Storia e storia dell'archittettura. Problemi e metodi della sto· riografia generale, della storiografia artistica, della storiografia architettonica.

La storiografia architettonica: le sue fonti e le sue problema­tiche. Il rapporto committente-archi tetto-costruttore nella storia dell'architettura. Pregiudizi tipologici, stilistici e tecnologici.

La storiografia architettonica nella sua influenza operativa. L'attività architettonica come oggetto e come soggetto storico­critico. Contenuti critici dell'opera architettonica. La.critica come atto espressivo. Il restauro come « laboratorio» della storiografia architettonica.

La conoscenza dell' ambiente architettonico ed urbanistico

Architettura ed ambiente antico. Cenni sulla cultura architet­tonica preromana: Egitto e Grecia; principali testimonianze ar­chitettoniche ed ambientali.

La casa a Pompei ed Ercolano, il suo sviluppo architettonico, dall'atrio italico al peristilio ellenistico, negli esempi più signifi­cativi.

Architettura ed urbanistica in età romana. I grandi impianti

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pubblici e l'investimento del territorio geografico. Sistemi costrut­tivi: dal sistema trilitico alle volte concrezionali.

Napoli greco-romana; cenni sulla antica struttura urbana e sua stratificazione morfologica. Centro antico e centro storico.

Rinascenza e Rinascimento; storia dei termini e concetti ge­nerali. Il risveglio dell'antichità e Firenze. L'architettura napole­tana tra tardogotico e Rinascimento.

Cenni sullo sviluppo urbanistico di Napoli dalle origini all'età contemporanea.

Nota. - Le indicazioni bibliografiche verranno fornite agli studenti, insieme ad un programma più dettagliato, durante lo svolgimento del corso stesso.

STORIA DELL'ARCHITETTURA II (A)

Prof. Renato De Fusco'

Il corso si basa su quattro premesse. La prima considera l'ar­chitettura come linguaggio. La seconda privilegia il momento metodologico, semiotico-strutturale, rispetto a quello operativo e puramente storicistico. La terza muove dall'assunto che si vuole più insegnare un metodo per la conoscenza della storia dell'archi­tettura che non la storia come evoluzione di monumenti. La quarta, tenendo conto dei limiti di tempo e del numero scarso di lezioni, riduce la parte applicativa del corso all'analisi di poche e pa­radigmatiche opere, tentando di riportare ad esse la più ampia storicità del tempo loro.

In particolare, il corso, basato su due testi, si compone di due parti. La prima illustra il metodo semiotico-strutturale relazionato alla storiografia architettonica e analizza le seguenti opere para­digmatiche: il tempio greco, la basilica romana, la chiesa S. Mi­chele a Pavia, la cattedrale di Chartres, la cappella Pazzi, la villa

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Capra, il tempietto di S. Pietro in Montorio, S. I vo alla Sapienza, la Maison du Peuple, l'Unità di abitazione di Marsiglia. La seconda parte applica le metodiche suddette alle vicende dell'architettura contemporanea e analizza le opere paradigmatiche appartenenti ai seguenti codici-stili: l'eclettismo storicistico, l'An Nouveau, il pro­torazionalismo, il razionalismo, il movimento' organico, il « codice virtuale» (dizione usata per comprendere i fenomeni più attuali e le ricerche in atto più vicine ai temi della progettazione archi­tettonica).

Bibliografia

R. De Fusco, Segni, storia e progetto dell' architettura, Laterza, Bari, 1973.

R. De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea, Laterza, Bari, 1974.

STORIA DELL'ARCHITETTURA II (B)

Prof. Cesare de Seta

Dal modernismo al postmodernismo

Il corso vuole indagare le ragioni della nascita del linguaggio del Movimento moderno, della sua crisi e allo stesso tempo della sua vitalità. Data l'ampiezza dell'argomento che abbraccia un arco di tempo che va dagli esordi del secolo ai nostri giorni si privi­legerannoalcuni momenti di particolare rilievo.

Gropius et il Bauhaus dalla Germania all' America. Le Corbusier dal Purismo a Ronchamp. Continuità e discontinuità nella cultura italiana. La generazione del dopoguerra: Stirling, R. Venturi e Rauch, I Five.

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Per tale corso si considera indispensabile una lettura di un manuale. Si consiglia: L. Benevolo, Storia dell' architettura moderna.

Libri consigliati

C. De Seta, La cultura architettonica in Italia tra le due guerre, Laterza, Roma-Bari, 1977;

G. Pagano, Architettura e città durante il fascismo, a cura di C. De Seta, Laterza, Roma-Bari, 1976.

C. De Seta, Origini ed ecclisse del movimento moderno, Laterza, Roma-Bari, 1979. Per l'opera di Gropius, Le Corbusier e la generazione del do­

poguerra verranno fornite bibliografie particolareggiate nello svol­gimento del corso.

STORIA DELL'ARCHITETTURA II (C)

Prof. Giancarlo Alisio

Tema del corso: Napoli e la cultura Europea dall'Illuminismo al Liberty.

Premessa

II tema del corso trae ongme sia dal desiderio di fare veri­ficare agli allievi con immediata evidenza il rapporto tra il con­tenuto delle lezioni e la realtà che li circonda sia dalla necessità di fornire una più approfondita conoscenz~ del nucleo. urbano napoletano su cui si sviluppa la didattica della maggior parte dei corsi di architettura.

Si è preferenziato il periodo compreso tra gli inizi del '700 e i primi anni del '900 dato che in ques!' arco di tempo si defi­niscono quella serie di fattori urbanistici, architettonici, politici

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e sociali che hanno poi determinata l'attuale realtà napoletana. Ovviamente durante lo svolgimento delle lezioni saranno costanti i riferimenti a tutti gli analoghi e contemporanei aspetti della cul­tura architettonica ed urbanistica europea.

Numerosi sopralluoghi integrano le lezioni.

Argomenti

La cultura illuminista in Europa. I problemi socio-politici ed economici all'inizio del nuovo regno. L'anticlericalismo ed i rapporti fra Stato e Chiesa.

La trasformazione della struttura urbana nel '700. II rapporto fra città e territorio. Le residenze per la corte (palazzi reali di Napoli, Portici, Capodimonte).

L'attività napoletana di Luigi Vanvitelli e di Ferdinando Fuga. Gli architetti operanti nella 2" metà del '700: C. Vanvitelli, F. Collecini, F. Sicuro.

II significato della pianta del duca di Noja e la nuova idea di città nel saggio di V. Rutto.

Origini e fonti della cultura neoclassica in Europa. II contesto politico ed i problemi socio-economici a Napoli all'inizio del XIX secolo.

Urbanistica a Napoli durante il decennio francese. L'opera di A. Niccolini. Gli interventi nelia città fra il 1816 ed il 1860.

L'opera di E. Alvino ed i revivals.

Aspetti e problemi dopo l'Unità d'Italia. Gli interventi sulla struttura della città dopo il 1860: il quartiere del Museo e la galleria Principe di Napoli; via Duomo; il quartiere orien­tale e l'otterta Gabrielli; il quartiere occidentale; la sistema­zione del lungorrrtlre.

La bonifica dei fondaci; il piano regolatore del 1872; il co­lera del 1884 ed i lavori per il risanamento e l'ampliamento di Napoli. La città borghese.

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- Lamont Y oung. Il progetto di metropolitana e la ristrurtura­zione della città. L'attività edilizia.

Gli sviluppi urbanistici in Inghilterra, in Francia e in Austria ne! corsq dell'Ottocento. Gli esempi di Londra, Parigi e Vienna.

Le trasformazioni urbanistiche di Roma capitale.

L'architettura in ferro in Francia ed Inghilterra: le esposi­zioni internazionali; il risanamento de! quartiere S. Brigida e la galleria Umberto 1.

L'edilizia liberty ed il piano de Simone (1914).

Bibliografia di base

R. Pane, F. Fuga, Napoli 1956. A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi 1961. G. Bruno - R. De Fusco, Errico Alvino architetto e urbanista na­

poletano dell' 800, Napoli 1961. F. Venturi, Settecento riformatore, Torino 1969, voI. 1. G. C. Alisio, Sviluppo urbano e struttura della città in « Storia di

Napoli », voI. VIII, Napoli 1971. P. Sica, Storia dell'urbanistica: L'Ottocento, Bari 1977, voI. 1. G. C. Alisio, Lamont Y oung, Utopia e Realtà nell'Urbanistica na­

poletana dell' 800, Roma 1978.

STORIA DELL'ARLCHITETTURA II (D)

Proi. Arnaldo Venditti

Premessa teorica e metodologica

In considerazione del carattere fondamentale dell'insegna­mento, presente in tutti i piani di studio della Facoltà, in luogo di uno svolgimento monografico (forse più interessante sotto il

184

profilo dell'approfondimento scientifico), si privilegia il concetto di corso istituzionale di storia dell' arcbitettura, al fine di fornire una sintetica conoscenza delle diverse fasi storiche dell'architet­tura dall'età medioe\(ale a quella moderna. L'allievo architetto, at­traverso la rassegna critica della produzione architettonica dei di­versi secoli, potrà raggiungere quella preparazione storica di base che gli consentirà di affrontare la lettura delle fabbriche antiche, nella loro complessa stratificazione, nonché quella dei tessuti sto­rici della città: e qui va appena rilevato che tra le finalità del corso c'è quella di essere propedeutico al restauro dei monumenti e, in senso più generale, alla tutela e conservazione dei beni ar­chitettonici ed ambientali, discipline che presuppongono la acqui­sizione del giudizio critico e la conoscenza storica del patrimonio architettonico del passato.

L'impegno ad una costante verifica degli eventi storici e delle interpretazioni critiche dei fenomeni nelle presenze architettoniche ha indotto a scegliere l'ambiente napoletano come campo di appli­cazione della metodologia individuata: in considerazione della pre­messa che ogni storia è storia contemporanea e che l'esperienza del presente è tornata ad essere la norma per giudicare il passato, il corso si prefigge dunque l'esame dei principali nodi critici della storiografia architettonica, che viene condotta attraverso una ras­segna dell'arcbitettura napoletana dal Medioevo all'età moderna al fine di ~ogliere la processualità dello svolgimento storico e di verificare le tesi critiche mediante la lettura diretta delle fabbriche nel loro ambiente urbano, riferendo costantemente i fenomeni al quadro italiano ed europeo.

Contenuto del corso

Problemi metodologici

Storia dell'Architettura. Storia e storiografia, caratteri dell'og­getto e della conoscenza storica.

Le definizioni di architettura. Gli equivoci concernenti la sto­ria dell'arcbitettura.

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Problemi della storiografia architettonica: monumenti e am­bIente: il problema della paternità architettonica; teoria del­l'architettura e personalità creatrice.

L'analisi dell'opera architettonica attraverso la confluenza dei principi fondamentali dell'estetica, della rassegna della storio­grafia artistica sull'opera, della ricerca filologico-critica, della in­dagine sulla società e sulla personalità artistica. I! giudizio cri­tico come ricostruzione del processo creativo.

Urbanistica e architettura a Napoli

Storia urbanistica di Napoli. Le fonti storiche e iconografiche. La struttura della città attraverso i secoli.

Problemi dell'architettura paleocristiana, bizantina, alto-medio­evale e romanica. Le superstiti strutture medioevali napole­tane.

I! gotico francese e la cultura architettonica napoletana in età angioina e durazzesca.

Il concetto di Rinascimento e le sue fasi storiche. Incontro tra maestri catalani e toscani a Napoli.

Il Cinquecento napoletano tra classicismo (i Malvito e i Mor­mando) e manierismo (Dosio e Valeriano). L'opera napoleta­na di Domenico Fontana.

Il concetto di barocco. La produzione del Seicento napole­tano in rapporto al barocco romano. La figura di Cosimo Fan­zago ed i temi architettonici della Napoli barocca.

I! rococò napoletano e l'opera di Sanfelice e Vaccaro. L'edilizia civile ed il nuovo volto della metropoli settecentesca. I! sincre­tismo negli interni .settecenteschi.

Il secondo Settecento e l'eredità romana nell'opera di Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga e Mario Gioffredo a Napoli.

Il neoclassicismo napoletano. La figura e l'opera di Antonio Niccolini.

Entico Alvino e l'Eclettismo storicistico a Napoli.

Architettura e Urbanistica nel XX secolo. Dall'Unità d'Italia ai problemi attuali dell'area metropolitana.

Articolazione e organizzazione

I! corso sarà articolato secondo lezioni in aula, visite guidate a monumenti ed ambienti urbani (lezioni sopralluogo), ed incontri seminariali, collocati - quest'ultimi - a conclusione dei periodi storico-artistici trattati, allo scopo di costituire un utile momento di sintesi didattica e di possibile confronto con posizioni metodo­logiche esterne.

Bibliografia

La bibliografia relativa ai singoli argomenti verrà fornita agli studenti durante le lezioni; tuttavia si richiamano qui alcune voci bibliografiche essenziali:

G. Galasso, Dal Comune medioevale all'Unità, Bari, 1959; R. Pane, Attualità dell'ambiente antico, Napoli 1967; Id., Napoli imprevista, ivi, 1949; Id., Architettura del Rinascimento in Napoli, ivi, 1939; Id., Il monastero di S. Gregorio Armeno, Napoli, 1957; Id., Ferdinando Fuga, Napoli, 1956; Id., Il Rinascimento nell'Italia meridionale, Milano 1975. AA.VV., Il Centro antico di Napoli, ivi, 1971; G. Pane, Napoli seicentesca nella veduta di A. Baratta, in « Na­

poli nobilissima », IX, 1970, p. 118 sgg.; XII, 1973, pago 45 sgg.;

A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi 1961; Id., Architettura bizantina nell'Italia meridionale Napoli 1968' Id., Voce Bizantina, in «Diz. Arch. e Urb. », R~ma, 1968, I, 'p.

343 sgg.;

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Id., Architettura dell'Alto Medioevo e Urbanistica e Architettura angioina, in « Storia di Napoli », ivi, 1969, II, p. 775 sgg.; III, p. 665 sgg.;

Id., L'opera napoletana di Luigi Vanvitelli, in AA. VV., « Luigi Vanvitelli », Napoli, 1973;

Id., Presenze e influenze catalane nell' architettura napoletana del regno d'Aragona, in «Nap. nob. », XIII, 1974, p. 3 sgg.

Si ricordano altresì numerosi articoli in « Napoli Nobilissima », il volume collettivo «Napoli dopo un secolo» oltre che i saggi contenuti nella « Storia di Napoli ».

Premessa

TECNICA DELLE COSTRUZIONI (A)

Prof. U go Carputi

Nel corso di Tecnica delle Costruzioni ci proponiamo di por­tare alla conoscenza dei giovani lo studio della progettazione delle opere architettoniche, in particolare lo studio dell'organismo strut­turale, che è anch'esso opera architettonica.

Intendiamo in questo corso studiare sistematicamente le for­me strutturali dal punto di vista del loro concetto statico, al fine di favorire la formazione di quella «sensibilità statica» - se così si può dire - segnalata ed auspicata anche dal riordinamento delle Facoltà di Architettura, sensibilità statica che deve essere rivolta a stimolare, ad ideare forme architettoniche di valida e chiara possibilità costruttiva.

Approfondiremo la conoscenza di due materiali da costruzio­ne, maggiori protagonisti del fatto costruttivo, cioè dell'acciaio e del calcestruzzo armato, la loro tecnologia, sulla base delle nozioni di elasticità già acquisite nel corso di Scienza delle Costruzioni.

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Ci proponiamo infine di date una visione ampia ed aggiornata dei particoli procedimenti costruttivi e delle nuove forme, strut­turali, mostrandone le attuali tendenze verso ulteriori sviluppi e verso nuove possibilità costruttive.

I materiali strutturali - Proprietà essenziali dei materiali strut­turali - Costanti fisiche e coefficienti di sicurezza dei ma­teriali. I carichi delle strutture - Carichi permanenti - Carichi acci­dentali. Strutture a molte iperstatiche - I telai pianti e metodi di calcolo (Gehler - Cross). Analisi matriciale. Piastre: Le ipotesi fondamentali - L'equazione differenziale della superficie elastica - L'integrazione dell'equazione - Il calcolo mediante le differenze finite - Metodi approssimati. Nuovi orientamenti nel calcolo delle strutture in relazione agli stati limite.

Testi consigliati

A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni. O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.

Costruzioni metalliche - Proprietà generali e tecn.Qlogiche de­gli acciai - Prove regolamentari sui materiali metallici - Com­portamento dei materiali metallici da costruzione - Elementi strutturali in acciaio - Collegamenti - Travature reticolari -Capriate - Travi a parete piena - Solai - Coperture in genere -Intelaiature semplici e multiple - Archi.

Testi consigliati

A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni. O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli. L. F. Donato, Lezioni di Costruzioni, II, Costruzioni Metalliche,

Colombo, Cursi. U. Carputi - M. Locatelli, Collegamenti chiodati e bulloni.

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Pubblicazioni della Società I talsider. Norme tecniche (D. M. 30-5-1972).

Costruzioni in cemento armato - Proprietà generali e tecno­logiche del calcesetruzzo cementizio - Elementi costituenti e loro influenza - Comportamento meccanico dei calcestruzzi -Prove regolamentari - Teoria statica del calcestruzzo armato e precompresso - Elementi strutturali in c.a. - Solai - Piastre -Solai a Fungo - Cassettonati - Travi Vierendeel - Strutture ad arco - Volte travi.

Testi consigliati

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli. E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, Ed. Liguori. L. Santarella, Il Cemento Armato, I, II, Hoepli. M. Pagano, Progetti di strutture in cemento armato, Liguori, Na­

poli. Norme tecniche (D. M. 30-5-1972).

Cenni di statica delle fondazioni - Comportamento dei ter­reni e classifica di essi - Elementi della meccanica dei terreni -Tecnica delle fondazioni - Fondazioni dirette - Plinti e travi rovesce - Fondazioni indirette - Pali di fondazione.

Testi consigliati

A. 'Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, San soni. O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli. L. Santarella, Il Cemento Armato, I, II, Hoepli, Milano.

Nello svolgimento del corso saranno proiettati, a cura della CISIA e dell' AITEC film documentari.

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TECNICA DELLE COSTRUZIONI (B)

Prof. Vincenzo Fabbrocino

l. I materiali strutturali e loro caratteristiche meccaniche _

Forze esterne e relativa regolamentazione - I coellicienti di sicurezza.

2. Calcestruzzo rmato e precompresso. (Teoria Statica - Regolamenti)

3. Teoria dei telai piani e metodi di calcolo. (Gehler, Cross, Grinter, Pozzati)

4. Piastre (Trattazione generale - Il calcolo mediante le diffe­renze finite - Metodi approssimativi).

5. Strutture in acciaio (Tipologie strutturali e criteri generali di progettazione - Generalità sul calcolo e sull'esecuzione dei collegamenti).

6. Teoria degli archi.

7. Nozione sulle volte-travi.

8. Ponti (Generalità e classificazione - Schemi '-tatici).

9. Fondazioni (Tecnica delle fondazioni e metodi di calcolo).

lO. Fondamenti delle teorie della plasticità - Applicazioni alle strutture: calcolo a rottura.

11. Tensostrutture e sistemi reticolari spaziali (classificazione e caratteristiche strutturali).

Testi consigliati

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni.

C. Cestelli Guidi, Meccanica dei terreni e stabilità delle fon­dazioni.

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E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, I, II. Volumi della Collana Tecnico scientifica Italsider. Appunti di Costruzioni in acciaio a cura dell'ing. Alberto Bal­~amo.

TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA

(CORSI COORDINATI)

Premessa

Un'ipotesi tecnologica finalizzata all'architettura, che rifiuta l'idea di una « tecnica » risolutrice dei singoli problemi a distinti livelli di intervento, per tendere a configurarsi come processo uni­tario e globale volto ai fini non solo quantitativi ma anche qua­litativi dell'intervento architettonico, comporta:

)' approfondimento dei modi di costruire intesi, oltre che co­me interpretazione di tradizioni tecniche e di realizzazione di manufatti) come organizzazione di tutte le opere naturali e artificiali qualificanti l'ambiente nel suo insieme;

la conoscenza di esperienze costruttive recuperate dalle di­verse culture nell'edificazione dell'habitat;

- l'individuazione dei parametri di cambiamento delle condizio" ni tecniche acquisite. In tal senso ed in relazione alle precedenti esperienze cii coor­

dinamento attuate sin dal 1972, i corsi facenti capo all'Istituto di Tecnologia dell'Architettura hanno incentrato i propri programmi intorno a due tematiche preminenti:

a) le relazioni che passano tra i modi di costruire e la tra­sformazione dell' ar;::biente, tenendo conto di un uso della tecnica rivolto al recupero delle risorse locali e della conseguente urit"·

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rietà dei processi fabbrili con i processi innovativi di costruzione, connessi all'uso di fonti energetiche rinnovabili;

b) le relazioni che passano tra produzione industriale e for­mazione dello spazio costruito, tenendo conto delle attuali dimen­sioni operative e della conseguente necessità di qualificare i pro­cessi quantitativi di produzione della società industriale.

Queste tematiche saranno svolte nei corsi da gruppi di la­voro, secondo la seguente articolazione:

Per le relazioni tra i modi di costruire e la trasformazione dell'ambiente

Il clima e la tradizione costruttiva del Mezzogiorno (prof. G. Caterina, corso di Tecnologia dell'Architettura I B);

Innovazioni tecnologiche e rivitalizzazione dei processi artigia­nali (prof. V. Gangemi, corso di Tecnologia dell'Architettu­ra II A);

Componenti bioclimatici nella costruzione dell' habitat (prof. M. Cennamo, corso di Illuminazione ed acustica nell'edilizia).

Per le relazioni tra produzione industriale e formazione del-lo spazio costruito

Le tecnologie dell'architettura industrializzata (prof. D. Orlac­chio, corso di Tecnologia dell' Architettura I A);

Il lessico costruttivo dei sistemi architettura (prof. A. Vitale, corso di Tecnologia dell'Architettura I C);

Tecnologie appropriate e adattabilità degli spa1.i abitati (prof. R. La Creta, corso di Tecnologia dell'Architettura II B);

Tecnologie leggere e preesistenze ambientali (prof. A. Capasso, corso di Tecnologia dell'Architettura II C);

Produzione architettonica per componenti (prof. C. Murolo, corso di Unificazione e prefabbricazione).

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Integrativi di entrambe le tematiche, sono gli approfondi-menti delle metodologie progettuali relativi a:

Cultura materiale e produzione (prof. R. Mango, corso di Pro­gettazione per l'industria);

Tutela dell'ambiente: controlli e tecniche di depurazione (prof. A. Russo Spena, corso di Fisica tecnica ed impianti).

TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (A)

Prof. Domenico Orlacchio

Le tecnologie dell'architettura industrializzata

Finalità

Il programma propone lo studio delle tecnologie che caratte­rizzano l'habitat, nel quadro della revisione critica dei rapporti esistenti tra scienza, tecnica e tecnologie, con particolare riferi­mento all'industrializzazione dell' architettura.

Il campo di ricerca è rivolto all' approfondimento delle meto­dologie adottate nei processi della costruzione dell'architettura ne­gli interventi per il rinnovamento urbano e nei nuovi insedia­menti abitativi, secondo un'analisi di progressivo approccio proget­tuale e contestuale intervento tecnologico che ne consegue dalla trasformazione alla produzione degli elementi che caratterizzano il costruito.

I termini «costruttivi-tecnologici », intesi come nuovi mezzi espressivi, saranno trattati e ripropasti in stretta connessione con l'organizzazione dello spazio, secondo un'ottica di superamento del dualismo tra architettura e tecnologia, alla ricerca di un risul­tato di equilibrio ed integrazione del processo progettuale com­pleto, mediante uno studio sistematico delle realizzazioni e delle

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sperimentazioni dei progetti rivolti all'uso dell'edilizia industria­lizzata.

Particolare attenzione sarà dedicata alla promozione del coor­dinamento con i corsi affini riconoscendo sperimentazioni in pa­rallelo e seguendo gli indirizzi che si daranno le aree omogenee di ricerca presenti in facoltà; nella salvaguardia dell'autonomia del corso, agli allievi sarà offerta una pluralità di informazioni con riferimento ad esperienze idonee alla propria formazione scien­tifica.

Contenuti

Il corpo disciplinare prevede l'esame dei rapporti esistenti tra spazi organizzati ed il contesto urbano, in relazione all'uso dell'in­dustrializzazione delle tecnologie ed alla sua analisi conoscitiva nel­l'intervento a livello territoriale, urbano, di habitat e nelle fun­zioni organizzative nei tre campi d'interesse:

a) progettuale;

b) fisico morfologico;

c) produttivo.

Lo studio è indirizzato poi alla conoscenza specifica dei campi indicati secondo il seguente ordine:

1) tipologie strutturali nell'evoluzione storica e tecnica;

2) sistemi costruttivi in riferimento al riflessi progettuali ed economici;

3) materiali da costruzione semplici e composti e tecniche industriali; progetto, produzione ed uso;

4) tecniche esecutive nei programmi di sviluppo dell'edi­lizia, con particolare riferimento agli aspetti sociali ed alla pro­grammazione del lavoro.

Le tecnologie così distinte, nei processi costruttivi dell'archi­tettura, contribuiranno alla formazione degli allievi che si accin-

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gono a conoscere i principi che intervengono nella formazione del blocco elementare o complesso (edificio), nella sua costruzione e nel controllo dello spazio che ne deriva, secondo i principi delle tre componenti vitruviane, in funzione delle strutture del tipo tra­dizionale, continue, anelastiche ed elastiche, quali il cemento ar­mato e l'acciaio, per le quali saranno fornite ampie documenta­zioni conoscitive. (Tecnologie per parti).

Con un gruppo di lezioni saranno affrontate poi le tematiche dell'importanza delle conoscenze tecnologiche, del significato e del ruolo che assumono nell'epoca contemporanea e dell'evolu­zione alla quale sono soggette. (Tecnologie moderne).

Articolazione

La conoscenza della tecnologia dell'architettura viene proposta come esperimentazione diretta con il coinvolgimento degli allievi nella ricerca orientata mediante lo studio monografico e la rappre­sentazione grafica convenzionale, con i metodi della trasposizione critica, di opere di architetti del Movimento Moderno.

Gli studenti, sulla scorta di un primo gruppo di lezioni fina­lizzate, individueranno, nelle opere esaminate, livelli e fasi tecnolo­giche applicando una metodologia di confronto attraverso quattro momenti: quello formativo induttivo, quello di riferimento alla realtà e successivamente quelli operativi e di verifica.

In questo quadro saranno trattate le implicazioni progettuali derivanti dall'industrializzazione intesa come produzione del bene edilizio in una logica che va dalla progettazione integrale alla pro­duzione ed all'utenza.

Il programma prevede una progressiva informazione degli stu­denti sugli aspetti formativi della conoscenza delle tecnologie per parti e degli organismi costruttivi adoperati nel passato fino ai giorni nostri con particolare riferimento alle emergenze architet­toniche che hanno maggiormente influenzato gli architetti per mettere a confronto i processi industriali parziali o totali adottati dall'ideazione alla realizzazione dell'opera.

Saranno esaminati infine i metodi della progettazione integrale,

196

i riflessi della coordinazione modulare, la progettazione per com­ponenti, per modelli e per programmi e le conseguenti modifica­zioni tecnologiche che ne derivano con indicazione delle teorie e dei riscontri operativi.

Bibliografia

Tòmas Maldonado, La speranza progettuale, Einaudi editore, To­rino 1973.

K. Wachsmann, Una svolta nelle costruzioni, Il Saggiatore, Mi­lano 1960.

B. Zevi, Il linguaggio moderno nell' architettura, Einaudi editore, Torino 1973.

G. Boaga, Tecnologia dell'architettura. Metodo e progetto, Offi­cina edizioni 1975.

L. Quaroni, Progettare un edificio, Mazzotta editore 1977. P. A. Cetica e B. Giromella, Il momento tecnico nell'architettura,

Libreria editrice fiorentina 1978.

TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (B)

Prof. Gabriella Caterina

Il clima e la tradizione costruttiva del Mezzogiorno

Premesse metodologiche

La relazione tecnologia-ambiente intesa come possibilità di intervento della collettività che, trasformando l'insieme delle ri­sorse naturali, modella una situazione spaziale in divenire, impone una valutazione critica dei mezzi tecnici oggi disponibili in un rapporto più consapevole con le leggi che regolano l'equilibrio globale dell'ambiente.

Relazionare in particolare i modi di costruire con le risorse naturali, significa approfondire i nessi che legano, nel suo farsi

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l'habitat costruito con il complesso dei fattori ambientali, come leggi fisiche, struttura del territorio, forme di energia, materiali, civiltà umane. Tali relazioni consentono di intendere le ragioni della rete di legami che l'uomo costruttore, nel realizzare i suoi insediamenti, tesse nell'ambiente naturale, trasformandolo via via con le sue innovazioni, fino a costituirlo come prodotto di cultura.

Contenuti del corso

La valutazione del possibile uso di tecnoogie diverse in edilizia comporta l'esigenza di leggere l'edificio come sistema di utiliz­zazione di risorse e come sistema di controllo ambientale, piut­tosto che come rigida o astratta nomenclatura di elementi costrut­tivi-architettonici. Una attenta analisi, secondo questa ottica, della tradizione costruttiva del Mezzogiorno, rivela una stretta collabo­razione tra costruttori, artigiani e ambiente. In generale la costru­zione non costituisce una risposta individuale, ma una risposta di gruppo rappresentativa di una cultura, di patticolari condizioni ambientali (clima, microclima, orografia del suolo, topografia, ecc.) e di possibilità di utilizzazione di risorse reperibili in loco (materiali, capacità costruttive, forme di energia, ecc.).

In particolare, in relazione all'obiettivo di raggiungere e man­tenere condizioni di comfort, la funzione di «protezione dalle condizioni climatiche avverse » diventa la funzione prevalente del­l'abitazione e costituisce un bagaglio di informazioni che mette in relazione l'ambiente costruito con le condizioni climatiche esterne.

In generale nell'architettura del Mezzogiorno, come nella mag­gior parte dell'architettura occidentale, alla richiesta della società di rendere stabile il riparo, la risposta è stata di renderlo «mas­siccio ». Questo tipo di costruzione ha portato notevoli vantaggi ambientali, garantendo sia l'isolamento acustico, sia l'isolamento termico, sia la capacità termica. La costruzione del paesaggio del­l'Italia meridionale è, infatti, strettamente legata all'uso di quei materiali di cui la Zona 'è ricca: pietre, argilla e sabbia; e le ri· sposte della costruzione - intesa come sistema che sfrutta le

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condizioni climatiche per ottenere il massimo confort ambientale con il minimo dispendio energetico sia in fase di costruzione che, soprattutto in fase di gestione -, si presentano notevolmente differenziate, nel Mezzogiorno, in relazione alle diverse situazioni climatiche.

Nonostante tali differenze la costruzione tradizionale del Mez­zogiorno, però, ha sempre operato nei confronti dell'ambiente un controllo che potremmo definire di tipo «conservativo », secon­do la classificazione formulata da R. Eanham. A tale modello, in condizioni climatiche e geografiche tendenti al limite, si è asso­eiato i'uso del -modello di tipo « selettivo », anche se in pratica i due modelli non venivano distinti in maniera netta. In sintesi, cioè, la tradizione costruttiva del Mezzogiorno mette in evidenza da una parte l'invenzione di processi costruttivi che sfruttano le risorse locali per progettare uno spazio abitabile che, oltre a ri­spondere a delle esigenze di vita, garantisce anche un notevole grado di comfort ambientale, e dall'altra un bagaglio di conoscenze dei fattori climatici, delle condizioni geografiche e dei principi fisici che costituisce il parametro rispetto a cui vengono dimen­sionate, quantificate e verificate le 'configurazioni geometriche, le tipologie e i sistemi costruttivi.

Articolazione del corso

In particolare nella fase applicativa si approfondirà lo studio della tradizione costruttiva del Mezzogiorno in due aree campio­ne, la costiera amalfitana e i «casali» alla periferia di Napoli, aree rappresentative di due realtà ambientali differenti che testi­moniano due modi diversi di un uso appropriato della natura. Le strutture, l tipi e le conformazioni edilizie saranno analizzati sia in relazione all'orientamento, all'orografia e all'utilizzazione dello spazio, sia in relazione alle\forze fisiche del clima e a quelle meccaniche, che regolano la statica dell; costruzione.

Coordinamento con altri corsi

La tematica affrontata si sviluppa in stretto collegamento con il corso di Disegno e rilievo (corso A prof. arch. Anna Sgrosso)

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e con il corso di Tecnologia dell'Architettura II (corso A prof. arch. Virginia Gangemi).

Nel corso di Disegno e rilievo vengono analizzati i rapporti che si instaurano tra la configurazione geometrica dello spazio costruito e i dati caratteristici del sito (orientamento, orografia e modi di utilizzare l'ambiente).

Nel corso di Tecnologia dell'Architettura II, la ricerca, par­tendo dalla individuazione dei processi artigianali e dei sistemi costruttivi propri della tradizione del Mezzogiorno, verifica la possibilità di recuperare questo patrimonio, alla scala della piccola industria del settore edile. La ricerca di nuovi metodi di lavora­zione e di montaggio può essere proposta non solo come utiliz- / zazione delle energie rinnovabili esistenti nel!' ambiente, ma an­che al fine di sperimentare nuove forme linguistiche per l'archi­tettura.

Testi del corso

R. Banham, Ambiente e tecnica nell'architettura moderna, Later­za, Bari 1978.

Amirante, Caterina, Leone, Costruzione della casa e risparmio ener·­getico nel Mezzogiorno, ESI, Napoli 1979.

N. Davey, Storia del materiale da costruzione, Il Saggiatore, Mi­lano 1965.

TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (C)

Prof. Augusto Vitale

Il lessico costruttivo dei sistemi di architettura

Secondo una corrente interpretazione, la tecnologia costitui­sce, insieme all'ambiente naturale ed al contesto sociale, uno dei

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tre « ambienti» che circondano l'individuo nella società. La cre­scente complessità dei processi tecnologici, le loro delicate impli­cazioni con gli equilibri del mondo fisico e le loro relazioni con la crescita civile ed economica della società, oltre ad attestare la no­stra irreversibile dipendenza da essi, stimolano un processo di attenta valutazione del ruolo che la tecnologia svolge nel contesto umano.

D'altra parte, la definizione di tecnologia come «scienza dei processi o delle trasformazioni» estende alla prassi architettonica il suo dominio applicativo e problematico ed investe, come am­bito di studio e di applicazione, l'intero ambiente costruito, che è l'oggetto delle trasformazioni operate dall'uomo nel suo processo di annessione del territorio.

La rivoluzione industriale, che è stata caratterizzata dalla ra­pida crescita dell'innovazione tecnologica, ha sancito, in tempi relativamente recenti, la separazione tra progetto e costruzione e tra esecutore e prodotto. Ciò ha comportato, tra l'altro, l'esclu­sione degli utenti e dell'intera collettività dai processi di edifica­zione del loro habitat, a cui invece per secoli avevano costante­mente preso parte, in un contesto tecnologico più povero ed ele­mentare, ma non per ciò meno ricco in termini di civiltà, di requi­siti funzionali ed invenzioni formali.

Il corso si propone perciò di esaminare i problern.i connessi con i rapporti tra tecnologia e ambiente fisico, tra società e pro­cessi di costruzione e tra risorse e cicli di trasformazione, nell'in­tento di sollecitate un approccio corretto alla dimensione tecnolo­gica dei fenomeni secondo cui si articolano le relazioni tra l'uomo e lo spazio costruito, tenendo presente che:

a) la rivoluzione industriale è un processo irreversibile an­cora in corso, dotato al suo interno di fattori potenzialmente di­struttivi ma anche di quella carica civile che le ha permesso di ri­scattare gran parte del mondo dell'arretratezza e dal sottosviluppo economICO;

b) è in atto un processo di recupero della partecipazione

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della collettività al destino ed all'organizzazione del ZIO abitato;

proprio spa-

c) è ugualmente in corso la rivalutazione di processi di co­struzione e di sistemi costruttivi semplici, economici, reversibili, realizzabili e gestibili alla piccola scala, in luogo dei modelli mas­sificanti, costosi e distruttivi proposti dal sistema economico-in­dustriale opulento, che si sono per tanto tempo presunti validi per ogni realtà.

I! corso è suddiviso in comunicazioni ed esercitazioni. Le pri­me vertono sull'esame dei termini di uso più corrente nell'ambito progettuale e costruttivo dell'architettura industrializzata, con­frontati con i temi problematici prima delineati.

Le esercitazioni sono suddivise in tre parti, che si occupano rispettivamente de:

1. i materiali costruttivi naturali e artificiali, esaminati nel­la loro origine, struttura, prestazioni, processi di trasformazione e impieghi;

2. i processi costruttivi, suddivisi secondo modalità di: so­vrapposizl0ne, aggregazione, congiunzione, tessitura e modella­ZlOne;

le parti della costruzione, con particolare riguardo alle loro relazioni reciproche, alla loro sistematicità organizzativa ed ai con­cetti di sistema e di struttura.

I! tema specifico di applicazione e verifica, in armonia con quanto esposto precedentemente, è costituito dagli usi architetto­l~ici del materiale acciaio, che viene esaminato dettagliatamente nelle sue strategie di uso, nei suoi processi di trasformazione e di lavorazione e nei suoi impieghi nei sistemi leggeri di architettura, per i quali le sue caratteristiche permettono di configurare vaste c flessibili gamme di prestazioni ottimali.

Nella parte applicativa del corso, i gruppi di studio analizze­ranno progetti o realizzazioni di edifici in acciaio, opportunamente selezionati in base alla loro congruenza con gli obiettivi del corso,

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che .verranno esaminati nelle loro logiche di aggregazione e postI nel loro componenti e connessioni.

Bibliografia

SCOID-

E. Torroja, La concezione strutturale, UTET, Torino 1966. A. e M. Negri, L'archeologia industriale, D'Anna, Messina e Fi­

renze 1978.

B. Roy e N. Cross, La tecnologia e i suoi effetti sull'economia e sui rapporti sociali, Mondadori, Open University, Milano 1979.

A. Petrignani, Tecnologie dell'Architettura, Gorlich, Milano 1978, Archztettura acciaio: edifici civili, Italsider, Genova 1979.

TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (A)

Prof. Virginia Gangemi

Premessa

Alla base del programma proposto SI individu';;'o:

L'esigenza di contrastare la tendenza che si manifesta nei pro­ceSSI dI trasformazione contemporanei, al disuso, .all'abban­dono o allo sperpero dissennato delle risorse ambientali locali.

La necessità di riproporre stretti legami fra caratteristiche pri­marie del luogo (clima, morfologia, materiali disponibili, for­za-lavoro, tradizioni costruttive) e processi di costruzione.

La opportunità di valutare appieno ·la vasta gamma delle ri­sors,e ambientali disponibili per la trasformazione tecnologica dell amb,ente (nsorse ambientali - tessuti edilizi preesisten­tI - clIma, morfologia, materiali, mano d'opera, esperienze e tradizioni costruttive, ecc.).

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La necessità di ricercare nuovi modi di configurazione tecno­logica, fondati anche sulla revisione delle tecnologie tradizio­nali, che corrispondano a sistemi di produzione alternativi alle attuali proposte di industrializzazione edilizia, per una ricon­versione dell'artigianato locale in piccola industria.

Contenuti del corso

Il corso si propone di:

1. fornire un bagaglio di conoscenze tecnìche per la progettazione di un repertorio di componenti edilizi producibili dalla pic­cole. industria locale;

2. analizzare l'attuale produzione artigianale di componenti edi­lizi di uso comune !TI Campania per proporne la revisione e la reinterpretazione;

3. stimolare alla ricerca di sistemi innovativi che propongano l'uso delle risorse ambientali locali e alla individuazione di si­stemi tecnologici facilmente realizzabili dalla mano d'opera locale:

4. sensibilizzare alla conoscenza dei problemi di produzione dei componenti edilizi progettati, valutando il grado ed il livello degli apparati produttivi industriali, e la possibilità di ricon­versione dell'artigianato locale (ore lavorative, processi indu­striali, ecc.). In relazione a tale programma saranno effettuati, mediante le­

zioni ex-cathedra, incontri seminariali, dibattiti ed esercitazioni di gruppo, approfondimenti specifici:

Per il punto 1.-

Analisi e valutazione delle soluzioni tecniche proposte dalla manualistica per le categorie primarie di componenti edilizi: dia­frJmmi o separatoti, elementi di connessione (aperture, scal~,

ecc.). Tale illustrazione verrà effettuata al fine di comprendere 11

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rapporto esistente fra problema tecnologico, costante, e soluzione tecnica, che può essere, superando la visione manualistica, molte­plice e varia.

Per il punto 2.-

Analisi critica delle soluzioni tecnologiche di uso comune nel­la produzione edilizia artigianale locale contemporanea, con parti­colare riferimento all'uso dei materiali locali e delle risorse am­bientali locali, effettuata anche mediante sopralluoghi.

Per il punto 3.-

Comprensione delle possibilità di innovazione del repertorio tipologico manualistico e delle soluzioni adottate nell'ambito del­la produzione locale: illustrazione di componenti edilizi con ca­ratteristiche innovative, rispetto alla tradizione, proposte dagli ar­chitetti del movimento moderno in relazione alle istanze di indu­strializzazione edilizia.

Per- il punto 4.-

Visite e sopralluoghi a piccole industrie locali, interventi al corso, dibattiti con esperti dei settori specifici.

Metodologia

II corso si propone di stimolare alla analisi crmca delle solu­zioni tecnologiche di comune impiego, attraverso la ricerca di nuo­ve soluzioni, rifiutando l'apprendimento nozionistico, passivo, acri­tico e decontestualizzato. Si richiedono elaborati grafici nel for­mato 45 x 35, che comprendano tutte le indicazioni che possono illustrare appieno i motivi delle scelte delle soluzioni tecniche pro­poste, in relazione agli obiettivi programmatici proposti dal corso. La documentazione che l'allievo dovrà e1abonire deve esprimere appieno tutta la ricchezza e la problematicità della esperienza pro­gettllale di matrice tecnologica.

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Articolazione e organizzazione

Il corso sarà costituito da una serie di lezioni che si riferiscono ai punti 1,2,3, 4, indicati quali contenuti del corso, e da una se­rie di esercitazioni collegiali di gruppo in cui verranno ripresi gli argomenti affrontati nelle lezioni teoriche, per svilupparli in rela­zione alle specifiche tematiche progettuali che i singoli gruppi di lavoro affrontano. I gruppi di lavoro, ciascuno guidato da un assi­stente al corso, periodicamente illustreranno lo stato di avanza­mento delle proposte progettuali, in incontri la cui periodicità an­drà definita con gli stessi allievi.

Sono previsti inoltre seminari comuni ai due livelli di corso che affrontano la stessa tematica, con la partecipazione di docenti di discipline di altre facoltà, con i quali è già in atto un coordina­mento a livello sia didattico che di ricerca. In particolare, nel pia­no di studio proposto con l'area di ricerca di Tecnologia e De­sign, sono indicate le discipline di Politica dell'Ambiente e di Geologia applicata, che affrontano, da specifiche angolazioni, la vasta problematica dell'uso corretto delle risorse ambientali.

Indicazioni bibliografiche

Per il punto 1: Manuale dell'architetto a cuta del C.N.R., USIS, 1946.

Per il punto 2:

AA. VV., L'habitat agricolo del Basso Volturno, I.T.D., Napoli 1979.

Per il punto 3:

Virginia Cangemi, Componenti tecnologiche del linguaggio lecor­busieriano, in «Costruire» n. 111-112, 1979.

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TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (B)

Prof. Rosalba La Creta

Tecnologie appropriate e adattabilità degli spazi abitati

Premessa

L'orga.nizzazione di spazi abitabili rispondenti alle aspirazioni e alle reah eSIgenze umane continuamente mutevoli, comporta non solo la revisione dei tradizionali metodi costruttivi, ma anche il nbaltamento degli attuali criteri di valutazione della tecnologia. Occorre relazionarsi con la formazione dell'ambiente in modo da non distruggerne le risorse e da evitare ogni forma di violenza sia sull'uomo che sulla natura. La tecnologia, cioè, piuttosto che es­s~~e finalizzata alla massimizzazione della produttività, della quan­tlta e della dimensione di scala, deve tendere a ridurre la fatica dell'uomo. nella sua ?pera di umanizzazione del paesaggio, in modo « appropnato » al sIstema economico e sociale in cui va applicata, tenendo conto. sia dei cambiamenti che si verificano nei rapporti' tra nsorse, capltale e lavoro, sia della mutevole domanda delle pre­stazioni richieste agli spazi costruiti.

Ciò significa, da un lato, considerare l'intervento architetto­nico éome parte del processo di costruzione dell' ambiente in cui il territorio è valutato nella sua globalità di struttura produttiva e fonte pnmaria di risorse; dall'altro, mirare all'acquisizione di mezzI tecnici idonei ad un'architettuta capace di recepire i cam­bIamentI che comportamenti e funzioni in essa contenuti subi-scono nel tempo. '

Contenuti del corso

Int~.ndendo il processo di costruzione come attuazione prati­ca dell Idea progettuale che, rivolta ad una conformazione dina­mica degli spazi abitabili, comporta la riappropriazione della crea­tività, del controllo e della partecipazione da parte della collettività il corso tende a: '

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~~~~~~- - -- ------

1. chiarire il rapporto tra sistema abitat,ivo e tessuto edi· ficato secondo una logica in cui la costruzione dell'ambiente espri­me le preferenze e le attitudini sociali e culturali distintive della civiltà che la realizza;

2. inclividuare sistemi di architettura in cui l'assembleag­gio organico di elementi seriali e la potenzialità aggregativa di unità modulari prefigurano pcssibilitè. di crescita e di modificabi­lità degli spazi;

3. verificare la compatibilità degli elementi del sistema con una produzione da parte di piccole e medie industrie operanti nel Mezzogiorno, anche se non nello specifico campo dell'edilizia.

In tale ottica saranno approfonditi:

per il punto 1: le connessioni tra uomo, organizzazione so­ciale, uso delle risorse disponibili, tecniche .costruttive e confor­mazic!lt: degli spazi costruiti;

per il pumo 2: gli dementi base del costruire, i legami tra gli elementi e le parti della costruzione, le logiche aggregative del­le unità di spazio, i requisiti per la climatizzazione degli ambienti;

per il punto 3: le esigenze della produzione di serie, le pre­stazioni degli elementi seriali, i processi produttivi compatibili con l'organizzazione di piccole e medie industrie presenti in Cam­pania, prestazioni e tecniche di lavorazione di materiali economi­camente disponibili.

Articolazione e organizzazione

Il corso si articolerà in gruppi di lavoro liberamente formati dagli allievi e coordinati dalla docenza. Gli argomenti di carattere generale, trattati in lezioni ex-cathedra, dibattiti e seminari, im­pegneranno tutti i partecipanti al corso.

Specifiche ricerche operative saranno proposte agli allievi in maniera non vincolante, ma come sollecitazione ad approfondire

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una problematica particolare scelta nell'ambito della trattazione generale. I singoli gruppi di lavoro svolgeranno le ricerche opera­tive - secondo un processo di acquisizione conoscitiva tendente alla comprensione dei valori tecnlogici presenti nella costruzione e dei nessi logici esistenti tra le parti - passando alternativa­mente dall'analisi critica di dati sistemi di architettura e di poten­zialità produttive locali di elementi seriali, allo studio propositivo di utilizzazione di materiali e processi costruttivi per unità di spa­zio flessibili e modiflcabili.

Riferimenti bibliografici

1. Amirantè - R. La Creta, Cupole per abitare, Quaderni dell'Isti­tuto di Tecnologia dell'Architettura, ,Napoli 1978.

G. Bo - 1. Daddi - M. Vicentini, Tecnologia delle costruzioni, Tam­burini, 1973-1974.

J. Borrego, Space grid structures, M,LT. Press, Cambridge, Mass. 1968.

G. Lanzavecchia, Tecnologie appropriate e disoccupazione, in Sa­pere, luglio-agosto 1978.

T. Maldonado, Il disegno industriale: un riesame, Feltrinelli, Mi­lano 1976.

K. Wachsmann, Una svolta nelle costruzioni, Il Saggiatore, Mi­lano 1960.

TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (C)

Prof. Aldo Capasso

Produzione industriale e formazione dello spazio costruito: Tecnologia leggera e preesistenze ambientali

Premessa

La tecnologia dell' architettura non è intesa come supporto o elaborazione degli aspetti tecnici del manufatto architettonico, cioè

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come esecutività costruttiva per una forma predeterminata. La tecnologia dell'architettura è intesa come processo edifica­

torio in cui l'intervento tecnico è successione di elaborazioni cri­tiche e sperimentali, quindi non come vincolo da superare o ag­girare.

Con questi presupposti si definiscono, poi, i sistemi architet­tonici e i relativi processi costruttivi.

I sistemi architettonici, definiti da queste premesse, e inoltre disponibili ad un processo di trasformazione partecipativo tendo­no a conformare più luoghi che oggetti, spazi aperti e adattabili, più che forme definite e immutabili.

L'uso delle t~cnologie leggere ricopre un ruolo determinante in questi sistemi di architettura; elementi componenti elaborati da esperienze locali, processi industriali e nuove sperimentazioni. Processi costruttivi che di conseguenza impiegano materiali cor­renti, geometrie semplici o controllabili, connessioni, legami e se­quenze operative controllabili e verificabili.

Questi aspetti verranno sviluppati in fase teorica attraverso il· nesso tra:

architettura-tecnologia e la trasformazione dell'ambiente fisico;

l'edificare e le risorse naturali e artificiali, il lavoro e il pro­getto;

il progetto e la dimensione dello spazio abitabile.

Contenuti del corso e articolazione

Il corso, pertanto, si propone di offrire a livello didattico la conoscenza di sistemi architettonici flessibili, adattabili e aggrega­bili tali da intervenire nel contesto abitato in modo quanto più disponibile possibile in relazione alle mutevoli esigenze sociali. Quindi sistemi attivi e in divenire sensibli alle trasformazioni del territorio.

Lo studio di questi organismi diventa sostanzialmente un mo­mento di verifica e di conoscenza dell'iter metodologico e del pro­cesso di costruzione: esperienza concreta e dettagliata nella sua

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elaborazione, ma senza la pretesa di essere l'unica possibile e del tutto esaustiva, in quanto la componente sperimentale e adattabile caratterizza questo «fare ». Infatti il processo costruttivo è rife­rito a sistemi innovativi e sperimentali connessi sempre alla ri­cerca di un uso alternativo delle risorse disponibili, a tecnologie semplici e ad una operatività locale.

In fase di sperimentazione didattica si procederà all'analisi e al progetto di organismi che, impegnando strutture reticolari e a membrana, rispondano agli obiettivi posti. La lettura del sistema sarà in relazione sia al contesto ambientale, sia alle parti del siste­ma stesso, in un processo iterativo dal generale al particolare, dal piccolo al grande. Saranno rilevate tutte le caratteristiche, gli aspetti, i riferimenti, le analogie e i significati che emergono nel­l'opera studiata.

In questa fase si terrà presente l'esperienza didattica del I cor­so di Tecnologia dell'Architettura.

Il tema specifico della progettazione scaturisce dall'attuale ne­cessità di riqualificare ed attrezzare le aree urbane e periferiche degradate e carenti di servizi. L'uso delle tecnologie leggere pu.ò soddisfare efficacemente queste urgenti esigenze proprio per la di­sponibilità alla reversibilità. Quindi si elaboreranno organismi ar­chitettonici che possono conformare unità scolastiche, sale d'in­contro, impianti sportivi, mercatini, ecc.

In questa fase progettuale l'allievo, nello studiare il suo pro­getto all'interno del preesistente, avrà l'opportunità di analizzare anche i processi costruttivi usati nel tessuto edificato tradizionale, cogliendo i nessi e le logiche di tali « tecniche ».

Il corso' sarà articolato in una serie di lezioni sugli aspetti teo­rici ed operativi indicati nel programma, nonché di esercitazioni che ~vilupperanno più specificamente le analisi e il progetto dei sistemi architettonici proposti.

Agli allievi sarà fornito un elenco di opere tra cui scegliere quelle da analizzare prima di procedere alla fase di progettazione dei temi proposti. Sarà inoltre indicata o concordata l'area o ·il nucleo urbano su cui verificare il progetto preso in esame.

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Bibliografia

R. Banham, Ambiente e tecnica nell'architettura moderna, Later­za, Bari 1978.

]. Borrego, Space grid structures, M.LT. Press, Cambridge, Mass. 1968.

M. Bottero, Ricerca tecnologica e architettura, in Zodiac 21, 1972. P. Matildi - C. Foti - A. Sollazzo, Tensostrutture e sistemi retico­

lari spaziali, Italsider, Genova 1971. F. Otto - F. K. Schlejer, Tensostrutture, val. II, UISAA, Milano

1972. E. Vittoria, Argomenti per un corso di Tecnologia dell'Archiìet­

tura, Roma 1977. K. Wachsmann, Una svolta nelle costruzioni, Il Saggiatore, Mi­

lano 1960.

URBANISTICA I (A)

Prof. Arturo Rigillo

Programma del corso biennale

Premessa teorica e metodologica

Il corso è fondato su di un'idea di Urbanistica maturata in una sostanziale evoluzione, compiutasi in circa un secolo, nella quale si è depurata dalle improprie vesti di arte urbana o dalla ancor più dannosa identificazione con la normativa edilizia e l'ingegneria stradale. L'Urbanistica si configura oggi con campi di ricerca ed attività applicative sostanzialmente autonomi e con un proprio spe­cifico oggetto culturale e scientifico hen individuato. Non più, quindi, come poteva intendersi negli anni cinquanta o sessanta, un'attività applicativa alquanto estemporanea facente capo ad una

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sommatoria di conoscenze e di tecniche, ma moderna scienza pro­prio con il valore epistemologico che oggi diamo a tale termine ed autonoma dalle altre discipline nei limiti in cui una singola scien­za può esserlo nel nostro mondo che deve ricercare sempre più l'equilibrio fra trasformazione e conservazione dei valori ed i mezzi per difendere e diffondere la qualità della vita al più vasto ambito della comunità. Essa è la scienza che studia i fenomeni ur­bani e territoriali che si verificano in connessione con una reale struttura economica e sociale, in un determinato ambito territo­riale ed urbano e che ha come obiettivi la promozione, a mezzo di piani, della migliore organizzazione dello spazio insediativo e pro­duttivo ed il concorso allo sviluppo equilibrato delle strutture eco­nomiche e sociali.

Contenuti del corso

Il corso si propone di fornire gli elementi indispensabili alla comprensione, valutazione ed interpretazione della condizione pre­sente della cultura urbanistica, dell'attuale assetto territoriale e delle possibilità di razionalizzarlo o di trasformarlo.

Gli argomenti sono raggruppabili nei seguenti punti:

1. La cultura urbanistica nel momento attuale. I nuovi obiettivi dell'Urbanistica. La socializzazione della discipl,ip.a . .La città della comunità.

2. L'Urbanistica come disciplina autonoma ed il suo oggetto in­terdisciplinare: Caratteri dell'attività urbanistica.

3. Il rapporto tra l'Urbanistica e l'Architettura. I rapporti con altre discipline. Definizione a grande scala di parametri di civiltà.

4. Urbanistica razionalizzatrice e Urbanistica trasformatrice. Ca­ratteri dell'organizzazione sociale; presupposti e necessità del­l'evoluzione comunitaria. Una filosofia per la costruzione o la trasformazione dell' ambiente di vita dell'uomo nello spa­zio urbano e territoriale. Rapporto tra comunità, città e ter­ritorio.

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5. Le origini dell'urbanistica moderna. L'approccio illuministico ai problemi urbani. Il pensiero urbanistico dell'Ottocento come reazione alle conseguenze dell'abnorme processo di .con­centrazione.

6. Storia recente della Pianificazione urbanistica. Il rapporto tra Urbanistica ed Economia. Istituti politici e istituti am­ministrativi in rapporto alla pianificazione.

7. L'idea di piano e la sua evoluzione. La volontà e le esigenz,e della comunità come presupposti fondamentali del piano. Va­lenze democratiche dell'urbanistica. Teoria dei piani. Dimen­sioni spaziali, comunitarie ed economiche dei piani urbani­stici.

8. Gli apporti interdisciplinari coordinabili in una concezione sociale delle scienze applicate. L'interdisciplinarietà come ca­rattere della cultura moderna. Necessità di ristrutturazione degli organismi consultivi e gestionali. Il riordino delle auto­nomie locali.

9. La città e il territorio. I sistemi urbani gerarchici. Gli studi sull'armatura urbana. Il rapporto storico tra città e campa­gna e sua involuzione. Implosione, esplosione, diffusione ur­bana. Il territorio pianificato. Il territorio impedito.

lO. Il rapporto tra le dimensioni del piano e le dimensioni opera­tive e gestionali. Piani globali e piani di settore. Interventi legislativi generali. Interventi operativi di settore.

Il. Nascita ed immanenza dell'idea di comprensorio. Le unità territoriali intermedie. Omogeneità, integrazione, dipendenza da un centro funzionale. Esempi recenti nella legislazione del­le regioni italiane.

12. L'analisi strutturale di un'area comprensoriale: la struttura geofisica-geografica, la struttura insediativa, la struttura de­mo-sociale, la struttura economica, la struttura istituzionale­amministrativa.

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13. La realtà urbana. Significato e limiti della coesione urbana. Valori della città in rapporto al mondo esterno. L'accumula­zione dei processi produttivi nella città. Lo sviluppo dell'at­tività terziaria e delle sue specializzazioni. Le attività qua­ternarie.

Articolazione del corso

A conclusione dello studio analitico ciascun gruppo di lavoro perviene all'individuazione di un quadro di disponibilità e ripro­ducibilità delle risorse, distribuite in tre settori:

l. L'ambiente naturale, nel quale vanno comprese, oltre lo spa­zio coltivabile, le risorse di energia, di materie prime, il qua­dro del patrimonio idrico e delle nuove fonti di energia e so­prattutto i sottili limiti dell'equilibrio ecologico intaccato dal­la crescita indifferenziata.

2. Il patrimonio dei manufatti, residenze, infrastrutture, fabbri­che, reti di comunicazione, servizi a rete, servizi sociali esi­stenti o realizzabili a breve termine.

3. Le tecnologie disponibili ed i loro prevedibili sviluppi in re­lazione a caratteristiche ambientali precipue. I punti l e 2 dell' analisi costituiscono il quadro dei vincoli posti alla .comu­nità locale dalla necessità di tutelare le risorst esistenti.

Al compimento di tali analisi viene graficizzata una sintesi dei vincoli posti dalla geografia umana e sociale dell'area al raggiungi­mento degli obiettivi dedotti dalla domanda sociale.

I risultati dell'analisi al punto 3 evidenziano il quadro sociale ed il modello di produzione, consumo, lavoro e di ripartizione del reddito complessivo, il modello di uso del territorio, nonché il modello di risposte sociali.

L'organizzazione del corso oltre ad una serie di lezioni ex-ca­thedra comporta numerose esercitazioni nonché lo svolgimento di seminari. Questi ultimi si distinguono in seminari sulle letture fondamentali consigliate (per il primo anno di corso), in seminari

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dibattito su specifici temi di studio ed infine In seminari generali didattici sulle esercitazioni.

Raccordi e coordinamenti con altri corsi

Per tale punto si rimanda alle pagg. da 23 a 31 del fascicolo a stampa contenente il programma dettagliato del corso. Sono lì riportati i documenti scaturiti dalle riunioni di lavoro per il coor­dinamento svolti con i professori Mario Coletta per la Storia del­l'Urbanistica, Guido D'Angelo per il Diritto Urbanistico, Luigi Fusco Girard per Estimo ed esercizio professionale, Romano La­nini per la Pianificazione territoriale urbanistica e Maria Rigillo Troncane per l'Igiene edilizia.

Già nell'anno accademico 1978-79 è stato positivamente spe­rimentato il coordinamento éon alcuni dei corsi suddetti.

Bibliografia essenziale

F. Choay, La città, utopie e realtà, Torino 1973. L. Dodi, Città e territorio, Milano 1972. A. Rigillo, Società e piani, Napoli 1967. A. Rigillo, Il territorio della pianificazione, Napoli 1974. A. Rigillo (a cura di), Verso l'urbanistica, Napoli 1970. U. Toschi, La città, Torino 1966. D. Barvey, Giustizia sociale e città, Milano, 1978. AA. VV.; Ambiente e sviluppo nel Mezzogiorno, Napoli 1974.

URBANISTICA I (B)

Prof. Francesco Forte

Programma del corso biennale

La disciplina urbanistica esprime una intenzionalità proget­tuale, avente quale oggetto la organizzazione delle attività e dei

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manufatti sul territorio, elab.)rata sulla base di principi di valore concernenti la organizzazione sociale. Ne consegue che il corso biennale è volto all' approfondimento di concetti, quali progetto e razionalità; dei principi cui è possibile rapportare la distribuzione e relazione delle attività sul territorio, con rilevanza attribuita alle teorie urbane, alle tecniche di decodificazione delle potenzialità, ai modelli di struttura insediativa proposti nella storia della di­sciolina; infine agli aspetti normativi che sovrintendono la orga­nizzazione spaziale.

L'approfondimento suddetto si attua attraverso elaborazioni di carattere metodologico ed elaborazioni progettuali, riferite alla pianificazione regionale, ed alla progettazione urbanistica com­prensoriale e locale; le elaborazioni progettuali configurano quindi due sezioni operative attraverso le quali il corso si struttura.

Nella prima sezione, concernente la programmazione e la pia­nificazione regionale, l'ambito di riferimento è costituito da re­gioni del Mezzogiorno continentale. Si procederà secondo le se­guenti ipotesi: a) lettura dei documenti di piano e di programma, in rapporto alle politiche nazionali (straordinarie e ordinarie); b) lettura delle tendenze nello ~viluppo sodo,economico avvalen­dosi di indicatori demografici ed occupazionali; c) lettura delle ri­sorse fisiche (suolo, capitale fisso sociale); d) lettura dei livelli e settori di governo; e) formulazione di modelli funzionali.

Si procederà quindi (II anno) all'approfondimento di ipotesi progettuali operando o per regioni o per ambiti territoriali signi­ficativi. Sarà possibile nell'ambiro della sezione svolgere lavori monografici su aspetti significativi della politica regionale attuata per il Mezzogiorno nel trentennio trascorso.

Testi base da leggere prima della configurazione operativa della sezione: F. Forte, Stato e regioni nella politica regionale per l'Italia Meridionale v.b.; P. Caputi, F. Forte (a cura), La piani­ficazione territoriale nelle regioni del Mezzogiorno v.b.; F. Forte (a cura), Dalla regione al comprensorio, introduzione, cap. I, cap. II.

Nella seconda posizione, concernente la pianificazione urbani­stica comprensoriale e locale, l'ambito di riferimento è costituito prioritariamente dall'area napoletana. Si procederà anche in tale ela-

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borazione: a) alla lettura delle risorse fisiche e dei loro usi (let­tura dei fattori statici); b) alla lettura dei processi secondo indici dinamici; c) alla lettura dei documenti di piano; d) alla costruzio­ne di modelli di struttura.

Particolare rilevanza verrà data alla metodologia di soglia e alla relallva cartografia tematica. Nell'ambito della sezione sarà possibile approfondire le problematiche poste dall'attuazione di strumenti urbanistici (p.r.g. e programmi poliennali, piani parti­colareggiati, piani di zona, piani per settori produttivi, piani di recupero, ecc.). .

Testi base da leggere prima della configurazione operativ~ del­la sezione: F. Forte (a cura), Progettazione urbanistica e territo­riale attraverso l'analisi della soglia, v.b.; F. Forte, Il contributo della metodologia di soglia al perseguimento di obiettivi generali e di settore, v.b.

Ciascun anno di corso si articola in fasi di svolgimento. Nel­l'ambito del primo corso, la prima fase si articola in lezioni sul­l'insegnamento dell'urbanistica nell'attuale condizione storica e seminari sul ruolo del territorio nelle politiche di sviluppo; la' se­conda fase in lezioni concernenti le teorie per il piano (rapporto spazio.-attività), e seminari concernenti il dibattito sulle scelte ter-. ritoriali nel Mezzogiorno e nella regione Campania; la terza fase si articola in lezioni sulla teoria del piano, e sulla metodologia di progettazIOne.

Nell'ambito del secondo corso la elaborazione metodologica attuata nella prima fase ha pe~ oggetto i soggetti e gli strumenti per la progettazione e gestione urbanistica; quella attuata nella seconda fase le politiche regionali, con particolare ma non esclu­sivo riferimento all'Italia meridionale.

L'ulteriore approfondimento delle elaborazioni progettuali at­tuate nel primo corso costituisce verifica di quanto acquisito con la elaborazione metodologica.

Bibliografia

F. Forte, Una ipotesi di definizione dell'urbanistica, in F. Forte

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(a cura), Metodologia urbanistica, ricerca operativa, modellisti­ca urbana, Guida, Napoli.

P. Caputi, F. Forte (a cura), La pianificazione territoriale nelle re­gioni del Mezzogiorno, Angeli, Milano 1977.

C. Forte, Analisi storica della rendita urbana, ESI, Napoli 1970. W. Cristaller, Il sistema delle località centrali, in G. Martinotti

(a cura) Città e analisi sociologica, Marsilio, Padova 1968. F. Forte, Sviluppo urbano: teorie ed esperienze, Marsilio, Pado­

va 1969. F. Forte (a cura), Progettazione urbanistica e territoriale attraver­

so l'analisi della soglia, Angeli, 1976-78. F. Forte, Stato e regioni nella politica regionale per l'Italia meri­

dionale, Guida, 1979. F. Forte (a cura), Dalla regione al comprensorio, Angeli, 1978.

URBANISTICA I (C)

Prof. Attilio Belli

Programma del corso biennale

Nelle analisi sui rapporti di potere nella società contempora­nea il ruolo svolto dal territorio tende ad acquisire una rilevanza nuova e crescente. Emerge cioè una sollecitazione a riflettere sui fondamenti teorici del concetto di territorio che impegna in ma­niera nuova i tradizionali depositari del sapere in materia.

Pertanto le discipline che, partendo dagli aspetti fisici, per prime hanno a!frontato i problemi della città e del territorio, vengono a confrontarsi con quelle che, con obiettivi più generali, conducono l'esplorazione sull'organizzazione del potere, del poli­tico, dello Stato.

Vien fuori così un'ulteriore motivazione alla ricerca di defi­nizione e la sestione del territorio hanno nelle dinamiche con-

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flittuali interne alle diverse fasi attraversate dalle società (svi­luppo, stagnazione e crisi) e specifiche delle varie situazioni regionali.

In questo quadro acquista particolare interesse l'esame di alcuni contributi teorici sul potere nella società contemporanea che hanno fornito indicazioni molto valide anche nel campo della ricerca territoriale. Con questa attenzione saranno esaminate le ricerche di Foucault, di Lefehvre e di Poulantzas.

L'interesse per questi contributi non sta evidentemente, per un corso di urbanistica, nel mettere in risalto la diversità, la radice della polemica tra questi studiosi in merito alla natu,ra e alle forme del potere nei mutamenti della società contemporanea, quanto nel condurre un confronto sistematico tra approcci che definiscono schemi teorici diversi sul ruolo dello spazio e del territorio.

Confronto sistematico volto a definire un impianto teorico utile per condurre adeguatamente un'indagine sulla realtà con­creta delle città del Mezzogiorno d'Italia.

Complessivamente quindi l'esperienza che il corso condurrà può essere intesa come incentrata sui rapporti tra organizzazione del potere e strutturazione del territorio nelle città meridionali.

Con questo obiettivo l'articolazione del corso sarà la se-' guente.

Analisi critica dei contributi di Foucault, Lefebvre e Pou­lantzas sul rapporto potere-territorio. Questa analisi sarà con­dotta in parallelo con la ricognizione del rapporto in questione nel Mezzogiorno d'Italia e a Napoli in due fasi storiche partico­lari di questo dopoguarra: la Ricostruzione e gli anni settanta.

Al fine di consentire la più idonea e rapida partecipazione degli studenti allo svolgimento di indagini specifiche sulle realtà urbane del Mezzogiorno la docenza proporrà uno schema teorico­metodologico la cui specificazione e articolazione consentirà lo svolgimento di un autonomo lavoro di analisi.

Per gli eventuali raccordi e coordinamenti con altri corsi 'si ritiene opportuno attendere i risultati del Consiglio di Facoltà pubblico previsto a tale SC8pO.

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Bibliografia

A) Teoria del rapporto potere-territorio. M. Foucauh, Precisazioni sul potere. Risposta ad alcuni critici,

«Aut Aut », n. 167-168, sert.-ott. 1978. M. Foucault, La volontà di sapere, Feltrinelli, Milano 1978, m

part. pp. 69-91. M. Foucault, Microfisica del potere, Einaudi, Torino 1978, in

parto pp. 3-28 e 147-161; H. Lefebvre, Lo Stato, val. 4, Le contraddizioni dello stato mo­

derno, Dedalo, Bari 1978, in part. pp. 171-214; A. Belli, Per una teoria dell'urbano. Note critiche sul contributo

di Henri Lefebvre, Corso di Urbanistica, Fac. di Arch. di Na­poli, 1979, cicl.

N. Poulantzas, Il potere nella società contemporanea, Editori Riu­niti, Roma 1979, in parto pp. 42-59 e 122-143.

B) Potere e territorio nel Mezzogiorno d'Italia. A. Belli, Potere e territorio. Il Mezzogiorno d'Italia nella Rico­

struzione (1943-1950), F. Angeli, Milano 1979. AA. VV., Politiche territoriali e città meridionale, a cura di A.

Belli, F. Angeli, Milano 1979.

Programma

URBANISTICA II (A)

Prof. Raffaele D'Ambrosia

Il corso m1Z1a con una disanima degli attuali problemi con­cernenti la disciplina urbanistica, presentando la necessità di in-. tradurre metodologie più aderenti alla natura polivalente della materia.

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Si parte dalla costatazione che la complessità dei fenomeni inerenti i processi di formazione degli aspetti territoriali, le si­tuazioni di squilibrio territoriale e di svluppo (in uno con situa­zioni di congestione nelle regioni più fortemente urbanizzate do­vute soprattutto alla concentrazione spaziale delle attività pro­duttive e di servizio), nonché la divisione geografica del lavoro e un non controllato gioco di mercato, hanno generato una insod­disfazione per gli insufficienti effetti degli strumenti urbanistici tradizionali se non una vera e propria crisi di credibilità da un lato, circa la possibilità di pianificare lo sviluppo del territorio, e da un altro lato, circa la possibilità di recupero o adattamento dello spazio urbano.

Riscontrati, dunque, i limiti e le insufficienze di un approccio di tipo tradizionale alla pianificaz:one urbanistica, si pone l'esi­genza di superare questa posizione in favore di un approccio più razionale, quale può essere quello della scienza territoriale, nel caso del territorio, o di una politica socio-economica partecipativa per l'assetto urbano restando ambedue gli aspetti, considerati mediante la teroria dei sistemi.

Questo approccio consisterà in analisi di tipo interdisciplinare, all'interno delle scienze sociali che vi collaborano (geografia, economia, sociologia, ecc.) e tecniche proprie della progettazione urbanistica.

Esso, pertanto, trae profitto dalle teorie e dai risultati di queste materie e tecniche ed ha per oggetto di studio i fenomeni che portano alla distribuzione spaziale degli insediamenti prci­duttivi e residenziali ed alla formazione degli assetti territoriali.

Verranno, quindi, identificati ed analizzati i seguienti prin. cipali sistemi:

a) sistema economico

b) sis tema sociale

c) sistema istituzionale e normativo

d) sistema fisico

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e, successivamente, verranno indicati i principali momenti attra­verso cni si esplica il processo di formazione dei piani:

a) momento conoscitivo

b) momento della formulazione degli obiettivi

c) momento della simulazione mediante modello preVl sionale

d) momento delle scelte fra ipotesi alternative

e) momento del controllo dell'attuazione e della verifica delle ipotesi.

Quadro sintetico degli argomenti successivi:

a) Teoria della pianificazione

1. Concetto di fenomeno e di campo fenomenico - 2. pro­blema della misurazione nelle scienze sociali - 3. concetti di re­lazioni, struttura, modello, sistema, teoria generale dei sistemi ed analisi dei sistemi - teoria dei modelli - 4. individuazione, analisi e descrizione di un sistema urbano o territoriale - individuazione degli elementi fondamentali per la descrizione del sistema - indi­viduazione dei rapporti fra il sistema e gli ambienti in cui è incluso - omogeneizzazione degli elementi individUati, misura­zione, ricerche delle relazioni (analisi input - output) - ricorso alla costruzione di modelli - 5. metodi di analisi urbana e regionale.

b) Teoria della simulazione

1. Il sistema reale e l'individuazione delle sue. variabili - 2. variabili endogene ed esogene - 3. variabili controllabili - 4. si­tuazione dei modelli di simulazione statici e dinamici - 5. ope­razione di programmazione - 6. scelta degli obiettivi e valutazione delle alternative come supporto alle decisioni politiche - 7. il piano come politica di sviluppo - 8. relazione tra politica, econo­mia, urbanistica.

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c) Legislazione

1. L'azione politica e il quadro normativo - 2. poteri decen­trati: Regioni, Comprensori (comunità montane), Comuni e com­piti istituzionali di pianificazione, legislazione urbanistica e forma­zione dei piani - 3. evoluzione negli ultimi dieci anni e prospettive future - 4. comparazione con gli orientamenti legislativi europei -5. competenze delle Regioni, dei Comuni, degli Enti Comprenso­riali (comunità montane), livelli operativi - 6. istituti regionali -uffici di piano.

Gli aspetti operativi del corso

Nel primo anno, l'esame consisterà in una prova orale sugli ar­gomenti svolti durante il corso e richiederà la presentazione di un programma di ricerca da svolgersi individualmente o in gruppo per il secondo anno del corso biennale.

Nel secondo anno, organizzato seminarialmente, verranno at­tuate le ricercbe'e presentate nel primo corso mediante proposte di intervento, nelle aree prescelte.

Libri e letture consigliati

Quaderni e comunicazioni di Istituto. I. B. McLoghlin, La pianificazione regionale, Padova 1973. B. Secchi, Analisi delle strutture territoriali, Milano 1965. R. D'Ambrosio" A. Piemontese - L. Piemontese - R. Scarano, Si­

stemi e modelli nell' analisi territoriale, Bologna 1974. L. Piemontese, Pianificazione territoriale - Sistemi e modelli, ed.

Liguori, Napoli 1979. R. Lanini, Note tra analisi e Pianificazione territoriale, ed. Libreria,

. Napoli 1979. S. Luollgo, 551, un silnulatore di Sistema economico, ed. Collana

Ricerche e Studi FORMEZ - n. 21. Boleslaw Malisz, Economia dello sviluppo urbano, ed. Marsilio. Colin Lee, I modelli nella pianificazione, ed. Marsilio.

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Programma

URBANISTICA II (B)

ProE. Urbano Cardarelli

Analisi, progetto e gestione deìlo spaziO urbano, nelle sue componenti, storica, morfologjca, semiologica, antroposociologica, economica, tecnologica, ecologica. Progettazione interdisciplinare e rulo dell' Architetto.

Elementi di téoria generale dei sistemi. Il territorio come si­stema. Dimensionamento e disegno del piano urbanistico. La ge­stione finanziaria, amministrativa, politica e culturale del piano.

Esperienze applicative su campioni di tetritorio scelti nel con­testo del Mezzogiorno d'Italia.

Testi consigliati

U. Cardarelli, Urbanistica fra Storia e Teoria, Napoli 1973 (in corso di ristampa).

U. Cardarelli (a cura di), Studi di Urbanistica, voli. 1, 2, 3, edi­zioni Dedalo, Bari 1978.

U. Cardarelli, Lezioni di Urbanistica (in (preparazione). Più ampia bibliografia su problemi specifici e locali viene for­

nita durante IO svolgimento del corso.

Premessa

URBANISTICA II (C)

Prof. Marcello Vittorini

Gli effetti della CtlSl economica in atto si manifestano essen­zialmente sul territorio, inteso non come fatto fisico ma come sede delle collettività in sediate, della loro storia, della loro capacità associativa.e parteci!)ativa, delle loro tensioni sociali. Governo del

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territorio e governo dell'economia non costituiscono, pertanto, campi d'iniziativa diversi, bensì due distinti aspetti di un'unica azione politico-amministrativa tesa alla corretta gestione pubblica delle risorse disponibili, la cui coerenza è, quindi, più che mai ur­gente garantire per ridurre ed eliminare gli sprechi ed i privilegi che hanno caratterizzato il distorto sviluppo capitalistico dell'ul­timo trentennio.

Gli strumenti di pianificazione urbanistica, considerati tanto nei loro aspetti analitici che in quelli progettuali, non possono perciò considerarsi come fine in se stessi o come astratta manife~ stazione ,di elucubrazione intellettuale; essi vanno compiutamente considerati come mezzi tecnico-politici di eilicace gestione della città e del territorio da parte degli organismi elettivi delle auto­nomie locali.

L'insegnamento dell'Urbanistica, quindi, dovrà necessariamen­te basarsi su un approccio pluridisciplinare, che consideri in pal'­ticolare il quadro istituzionale, il quadro legislativo, gli strumenti di governo dell'economia ed i loro limiti con riferimento alle espe­rienze degli ultimi anni.

Verranno costantemente sottolineati i caratteri fondamentali degli strumenti urbanistici, cioè eilicacia giuridica ed operatività, concentrando quindi l'attenzione sugli aspetti progettuali. Ciò, evidentemente, non significa trascurare l'analisi, ma voler evitare la confusione, non infrequente, fra pianificazione e mera rileva­zione di ,esigenze, o generica « denuncia ».

L'ipotesi di lavoro

Sono ormai noti i limiti della struttura amml!llstrativa italia­na, soprattutto in relazione all'esistenza di miriadi di comuni pic­coli e piccolissimi, assolutamente non in grado di gestire efficace­mente il territorio e di garantire ai cittadini la soddisfazione della domanda sociale di base.

Lo stesso dibattito sull'ente territoriale intermedio, tuttora aperto, testimonia le difficoltà del problema, che non può tutta­via comportare la paralisi e la rassegnata rinuncia ad esercitare le

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competenze comunali e regionali in materia di pianificazione e ge­stione del territorio, in particolare per quanto concerne la forma­zione e l'attuazione di piani territoriali e piani regolatori generali. Ciò significa, in primo luogo, promuovere l'aggregazione dei Co­muni minori in forme associative relative ad « aree sovracomunali di gestione », di dimensione adeguata alla realizzazione di tutti i servizi sociali, nelle quali siano ricondotte ad unità le delimita­zioni già definite o in corso di definizione (distretti scolastici, unità socio-sanitarie locali, comprensori per lo smaltimento dei rifiuti, comprensori per l'edilizia sovvenzionata etc.). La legge 833 del 1978 ha pienamente recepito tale esigenza fissando i termini en­tro i quali le Regioni devono delimitare tali aree sovracomunali. Si tratta, in sostanza, di giungere alla formazione di Unità Locali dei Servizi nelle quali si articoli il territorio regionale: una prima proposta, che verrà assunta come ipotesi di lavoro del corso, è rappresentata dalla delimitazione delle unità socio-sanitarie iocali nel quadro del Piano socio-sanitario regionale all'esame del Consi­glio Regionale.

Articolazione del corso

Il corso si articolerà in lezioni teoriche e ricerche specifiche, sviluppandosi sull'arco di un biennio. .

Le lezioni saranno svolte per gruppi di argòmentC alcuni dei quali potranno trovare un approfondimento di tipo seminariak. I temi trattati (tutti con particolare specifiCazione in riferimento al Mezzogiorno e alla Campania) possono sintetkamente denc",:si . nel modo seguente (per il primo anno di corsb): .

crisi economica e gestione del territorio;

analisi critica degli strumenti di piano finora utilizzati;

la dimensione regionale, i compiti della Regione in materia .. di pianificazione/gestione del territorio;

le leggi di intervento straordinario nel Mezzogiorno, i progetti' speciali;

227

r

il Piano Territoriale e i suoi rapporti con il Piano comunale;

l'Ente territoriale intermedio e le Unità Locali dei Servizi;

l'operatività dei piani ai vari livelli; problemi di progettazio­ne urbanistica.

Le ricerche specifiche, condotte da gruppi di studenti con In guida degli assistènti, saranno finalizzate alla adeguata definizione operativa dei piani territoriali ed urbanistici relativamente ad al­cune Unità Locali dei Servizi scelte nella Campania in rapporto al· l'accentuata dinamica delle trasformazioni territoriali in atto nel loro territorio.

Tali Unità Locali dei Servizi sono le seguenti:

n. 35 (Campi Flegrei);

n. 36 (Giuglianese);

n. 40 (Pomiglianese);

n. 41 (Nolano);

n. 24 (Sarnese).

Bibliografia essenziale

AA. VV.,Dallo spreco edilizio alla politica di recupero dell'esi­stente, Guida, Napoli 1979.

M. Vittorini, Il Mezzogiorno ancora all'opposizione, Guida, Na· poli 1979.

V. Erba, Amministrare l'urbanistica, Lega delle autonomie locali, 1979.

F. Forte, Pianificazione e Mezzogiorno, F. Angeli, Milano 1977. Rivista Urbanistica, n. 65.

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INSEGNAMENTI COMPLEMENTARI

1

ALLESTIMENTO E MUSEOGRAFIA (MUSEOLOGIA)

Prof. Ezio Bruno De Felice

Premessa

Il corso propone di studiare una nuova vlSlone progettlstlca delle strutture museali in una organizzazione strettamente corre­lata al contesto sociale ed urbano del territorio; postula per­tanto' un coordinamento interdisclplinare allo scopo di ovviare ai pericoli tipici della specializzazione che potrebbe limitare l'evol­versi delle stesse attività tecnico-artistiche.

Contenuti del corso

Partendo dall'analisi delle manifestazioni del passato, nel corso si perverrà allo st'ldio della più moderna evoluzione del Cf'n­cetto museale: museo-contenitore, museo-attività artistica, museo­ambiente, museo-città, museo-natura, ave lo stesso termine « mu­seo » perde il suo aspetto espositivo tradizionale fine a se stesso per assumere un nuovo significato che possa coinvolgere nuovi strati sociali in un rapporto più spontaneo e genuino.

Verrà svolta, in questa ottica, una storia dell'organizzazione museale e dell'architettura relativa quali espressioni della cultura rinascimentale, barocca, ottocentesca in tutta la loro involuzione fino alle manifestazioni borghesi attuali.

Verrà proposta una anaisi delle architetture tecniche museali non adatte a modificare in meglio il vivere attuale, derivanti da concezioni superate che ancora considerano il museo quale « Tem-

231

pio dell'Arte» in un'organizzazione che, per sua natura, emargina ampi strati sociali dai fatti di cultura ed arte.

Verrà parallelamente svolta una critica dei concetti esposltlv! legati al binomio quadro-parete, sala-scultura, sala-vetrina, ecc. dal passato fino alle realizzazioni contemporanee in cui il ruolo domI­nante è assunto dall'allestimento che, spesso, relega le stesse opere d'arte esposte in una funzione secondaria di contorno decorativo.

Verrà anche studiato il fenomeno del mercato dell'Arte in relazione al presente diffuso consumismo ed al consumo linguisti­co sia in architettura che in arte in genere.

Saranno oggetto di analisi le cause che nella progettazione espositiva in edifici preesistenti o nuovi (gallerie d'arte contempo­ranea, gallerie d'arte sperimentale, ecc.) portano ad ignorare quel' le esigenze di ambienti, di spazi, di luce, conformabili flessibil­mente alla espressione degli operatori d'arte contemporanea.

Si approfondirà la problematica dell'ordinamento e dell'alle­stimento dal passato ad oggi, derivanti dal rapporto didattico esi­stente tra il critico d'arte, quale allestitore, con l'analisi dei rela­tivi convincimenti disciplinari, oggi in crisi.

Articolazione e coordinamento con altri corsi

I! corso si articolerà in lezioni in aula, ed in frequenti sopral­luoghi a musei o ambienti museali campani e, se possibile, anche nazionali.

Le lezioni saranno aperte al contributo degli studenti che ri­terranno di voler approfondire argomenti di loro interesse, In

modo tale da poterle trasformare in seminari di studio. I sopralluoghi sono importantissimi per i fini che il corso in­

tende raggiungere e saranno eseguiti, oltre che nei musei, anche nei cantieri-museali, in modo da ampliare le conoscenze degli stu­denti con continue verifiche di car,attere tecnico.

I! corso di allestimento e museo grafia deve essere inteso come un corso di perfezionamento specialistico, pertanto esso richiede gia una buona conoscenza di base di alcune discipline insegnatè in Facoltà, quali Composizione, Storia dell'architettura, Storia del-

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l'arte, Restauro, Arredamento, Tecnica delle costruzioni, Illumino­tecnica, e quindi propone frequenti raccordi e coordinamenti con esse.

ANALISI DEI SISTEMI URBANI

ProE. Agostino Renna

Le complesse trasformazioni che investono le realtà urbane e territoriali nella società moderna sono l'oggetto del corso.

Ad ognuno è presente, sia pure in modo intuitivo, quanti aspetti e ripercussioni, diversi e contraddittori, devono essere affrontati per giungere ad una conoscenza, non completa ma nep­pure superficiale, dei fenomeni urbani. In questo il corso di Ana­lisi dei Sistemi Urbani è un avvicinamento, quanto più possibile ricco e problematico, ad aspetti fondamentali di tali questioni. L'oggetto del nostro studio è indagare e chiarire i motivi e i modi per cui la realtà fisica della città, le case, le strade ecc. vengono edificate e trasformate, considerando la città come condizionata dalle più generali trasformazioni strutturali, e tuttavia-con una sua definita specificità e contraddittorietà.

Oltre a ciò il corso approfondisce il rappotto dialettico che esiste tra tali trasformazioni che interessano la società civile nel suo complesso e i temi e le battaglie che la cultura architettonica, a partire dagli inizi del secolo, ha affrontato in riferimento, spesso in contraddizione, a tali mutamenti.

Trasformazioni fisiche della città e cultura architettonica: in questa dialettica sono anche i temi dell'impegno politico che ca­ratterizza, come una lunga battaglia, a volte mistificata, più spesso autentica, un aspetto secondario ma importante della necessità più generale di una società rinnovata.

I! corso vuole essere dunque un momento di approfondimento

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dei temi più vivi e attuali della complessa problematica relativa alla città' moderna: ai processi reali di trasformazione, agli inte­ressi e alle lotte che la investono, alle ricerche culturali che la stu­diano e ne discutono.

Il corso vuole essere anche un'occasione per una discussione approfondita sui libri e contributi più significativi che su queste questioni sono stati dati in particolare negli anni più recenti, invitando a partecipare, dove possibile, gli stessi autori di tali stu­di e ricerche; l'obiettivo è di costruire, a mano a mano che il corso si sviluppa, lo schema ragionato di una bibliografia essenziale sul­l'argomento, che ne sia parte e non appendice, in genere disattenta.

Le lezioni e le comunicazioni svilupperanno tre tematiche tra loro interrelate che saranno sviluppate in modo alternato.

1. La città moderna - i modi di formazione e sviluppo i temi del Movimento Moderno.

2. Il rapporto architettura-città regolamenti. edilizi.

normativa architettonica e

3. I temi del dibattito attuale sui problemi urbani: la ctltlca ideologica, l'analisi urbana, i movimenti e le lotte per la tra­sformazione delle strutture civili.

Il corso consiste nella sua gran parte in comunicazioni e di­battiti su questi temi. Il riferimento per ogni comunicazione è un testo di particolare rilievo, teorico e analitico, tale da permettere agli studenti un riferimento verificabile nello svolgimento delle discussioni collettive. Sono escluse pertanto in linea generale eser­citazioni analitiche perché, condotte molto spesso al di fuori di un interesse metodico consolidato, si logorano in risultati modesti e disordinati. Non si escude tuttavia, per quegli studenti o gruppi che più manifestano un interesse analitico rispetto ai temi del corso, che possano essere impostate alcune semplici ricerche su realtà urbane determinate, sia italiane che europee.

Il corso si concluderà con un Seminario della durata di alcuni giorni sui rapporti tra analisi e progetto e architettura e città.

La bibliografia di riferimento viene costruita a mano a mano

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che il corso si sviluppa, tuttavia si ritiene utile indicare quei testi che si considerano indispensabili per intendere e partecipare alle tematiche che il corso intende discutere.

A) La formazione della città moderna:

C. Aymonino, Origini e sviluppo della città moderna, Padova, Marsilio. G. Piccinato, La costruzione dell'urbanistica, Roma, Officina.

B) Il problema della città nel Movimento Moderno:

G. Grassi, Das neue Frankfurt, 1926-31, Bati, Dedalo. A. Kopp, Città e rivoluzione, Milano, Feltrinelli. AA. VV., La costruzione della città sovietica 1929-31, Pado­va, Marsilio.

C) L'utopia della metropoli:

L. Hilberseimer, Un'idea di Piano, Padova, Marsilio. Le Corbusier, Maniera di pensare l'urbanistica, Bari, Laterza.

D) L'ideologia nella cultura atchitettonica:

M. Fabbri, Le ideologie degli urbanisti dal dopoguerra ad oggi, De Donato, Bari. M. Tafuri, Progetto ed utopia, Bari, Laterza.

E) L'analisi della città come architettura:

A. Rossi, L'architettura della città, Padova, Marsilio. AA. VV., La città di Padova, Roma, Officina.

F) L'analisi politica delle trasformazioni urbane:

AA. VV., La città fabbrica, Milano, Clup. M. Castells, Lotte urbane, Padova, Matsilio. M. Folin, La città del capitale, Bari, De Donato.

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ARTE DEI GIARDINI (ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO)

ProE. Giorgio Di Simone

Problematica dell' architettura del paesaggio

Come tutti gli impegni di ricerca che hanno anche un preva­lente carattere didattico, e quindi specifiche esigenze metodologi­che, quelli riferiti all'Architettura del Paesaggio devono prima di tutto rifarsi alla precisa problematica dell'oggetto in discussione, con accenni ai vari tagli visuali, propri della cultura contempora­nea che lo riguarda.

Ora, per quanto concerne il nostro tema, esso è stato quasi « dimenticato» dalla cultura del nostro paese, ed anche non vo­lendo operare astratte linee di demarcazione tra cultura e cultura, bisogna riconoscere che in alcuni altri paesi non vi è tale lacuna, ma vi è invece un costante interesse culturale e quindi operativo per questo fondamentale aspetto della nostra realtà umana e sociale.

Attualmente dobbiamo dire che finalmente qualcosa si muove anche in Italia, nei confronti di una presa di coscienza critica del grosso problema del paesaggio e della sua più o meno articolata integrazione nell'opera dell'uomo e del gruppo sociale, nel raggio delle loro più elevate fruizioni.

Ma i punti di vista, in tal senso, sono molteplici e rispecchiano almeno in parte, ovviamente, gli interessi culturali (o addirittura professionali, in senso lato) degli studiosi, architetti e non.

Esistono quindi varie ottiche, tramite le quali si tenta di inquadrare il problema; da quella riferibile ad una visione allar­gata, ma unilaterale, del paesaggio come pianificazione delle 1'i­S01'se naturali (e, più generalmente, « ambienti»), fruibili in ter­mini che non rientrano nella normale pianificazione- territoriale, a quella che, prescindendo da alcuni importanti fattori, si rifà ad un concetto puramente estetico-filosofico del paesaggio stesso.

Una diversa interpretazione è quella che considera di maggior

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peso (quasi esclusivamente) il valore socio-politico dell'ambiente, rimandandone ad un futuro più o meno lontano l'approfondimento formale e psico-percettivo. Per converso, alcuni studiosi (soprat­tutto stranieri) preferiscono fermarsi soltanto a tale componente psico-sensoriale, lasciando ad altri il compito di allargare la de­finizione del tema, ad altre sfere di interesse.

Un ultimo tipo di approccio (ultimo in senso generale) è quello che fa perno su di esso tema, interpretandolo come esten­sione_logica e culturalmente valida della disciplina architettonica, assunta come un insieme strutturale che sia in grado di applicare i suoi parametri anche alla strutturazione o ristrulturazione del­l'ambietlte (naturale ed antropizzato, cioè «totale»), quando esso rischia di non reggere in modo equilibrato in rapporto al­l'uomo ed al gruppo sociale (nella estraniazione progressiva, nel­l'inquinamento, etc ... ).

Oltre le esigenze didattiche che ci impegnano in uno studio parallelo delle suddette componenti dell'indagine generale su l paesaggio come elemento da correlare costantemente all'attivit~ umana (pragmatica, ideologica, fruitiva), riteniamo di poter fare nostra - come taglio di fondo del Corso - l'ultima interpre' tazione data, ritenendola la più coerente agli interessi culturaii ed operativi dell'architetto (e dell'uomo in genere), e giustamente inquadrabile nell'ambito di una disciplina dell'architettura che comprenda tutto ciò che ricade in una organizzazione--dello spazio finalizzata all'uomo, nella sua accezione più dinamica, soprattutto in senso sociale, collettivo, oltre che fruitivo-funzionale a livello del. singolo individuo.

Ed è proprio perché l'asse dell'architettura si è nettamente spostato iil avanti, avocando alla propria strutturazione ideale anche le componenti spazio-funzionali riferibili alla problematica socio-politica e socio-economica, che riteniamo in un certo modo coerente e completa là scelta fatta (includendo naturalmente in essa anche quella dello studio degli aspetti minori, ma non su­perflui, dell'intera problematica ambientale).

Si è detto che riconoscere l'autonomia dell'architettura del paesaggio rispetto a discipline come la statistica, la sociologia, la

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psicologia, ecc .. , è un tentativo di rifondare il corpo disciplinare specifico della stessa architettura del paesaggio. Perché pensiamo si debba parlare solo di una disciplina, cioè l'architettura, e quindi caricare di nuovi « contenuti» il termine «paesaggio », ed allar­garlo in senso lato, sino ad abbracciare le diverse «scale» di lettura della città, e di progettazione di essa o di parti di essa. Siamo sostanzialmente d'accordo su queste riflessioni, purché tale « autonomia» funzionale non rinunci al coordinamento cultu­rale ed operativo con le discipline anzidette e con tutte quelle che siano in grado di completare il quadro conoscitivo ed opera­tivo dell'architettura del paesaggio stesso.

Il criterio di oggettività

Malgrado l'estrema difficoltà del compito di tentare di giun­gere - nella ristrutturazione o progettazione del paesaggio - a formulare leggi generali che siano in grado di definire in modo sufficientemente oggettivo la « lettura» dell'ambiente e lo stesso criterio di progettazione o di ristrutturazione, la ricerca afferente al corso di Architettura delPaesaggio,_ tende proprio verso tale finalità. Di qui la necessità di strumentalizzare rispetto ad essa altre discipline quali la Psicologia Umana e le sue specializzazioni: la psicologia della perceziqne (come approccio ad una psicologia dell'arte) e le ultime derivazioni della psicologia della forma (Ge­stalt), come prima sistematizzazione di una ricerca delle leggi sud­dette, applicate genericamente all'idea di «forma ambientale »; applicate cioè in prima approssimazione, ovviamente incompleta, al paesaggio visto soltanto come fatto da percepire e fruire in sen­so visuale e psichico.

Per quanto riguarda questo aspetto teorico del problema, si sono assunti come base (anche se provvisoria e in attesa di più avanzate e sicure definizioni della prassi da seguire) gli studi di Rudolph Arnheim e di altri studiosi della psicologia della forma, oltre ai « pragmatisti » dell'ambiente (Lynch).

L'importanza di giungere ad una qualche definizione di una chiave che sia in grado di interpretare con una accettabile percen-

238

tuale di oggettività, il codice che probabilmente sottende i valori strumentali, formali e percettivi costituenti il paesaggio (e l'am­biente in genere, nella sua più ampia accezione), tale importanza - dicevamo - non risiede soltanto nel fatto di poter rendere certamente più agevole l'ambito operativo (nel senso di « lettura » - prima - e quindi di strutturazione adeguata di un ambiente naturale a grande scala, o di ristrutturazione di ambienti urbani degradati: centri storici, periferie, etc.; o di correlazioni tra l'uno e gli altri), ma soprattutto nella possibilità che si avrebbe di dare a tali interventi sull'ambiente quel carattere oggettivo indispensa­bile per costringere i poteri decisionali a teneme conto, uscendo dal vago e dal relativo, attuali comodi alibi per ogni inerzia legi­slativa ed operativa a grande scala. E ciò senza parlare della de­cisiva importanza che tali chiarimenti avrebbero sul piano della cultura pura.

. Articolazione del corso

Il corso di Architettura del Paesaggio si svolge secondo due fasi fondamentali che possono essere indicate come segue:

r Fase di studio teorico:

a) introduzione globale, con indicazione dei lini da perse­guire secondo una certa metodologia;

b) rapida illustrazione critica della idea di paesaggio presso i principali sistemi culturali (e socio-politici), secondo le succes­sive tappe storiche, e nell'attllalità;

c) alcune lezioni teoriche sull'approccio percettivo (Arn­heim);

d) analisi ml1ca di esempi di progettazioni dell'ambiente (incluse quelle di corso degli anni precedenti).

2' Fase di approccio progettuale: che si articola in gruppi di lavoro formati da studenti che operano su temi-pilota proposti dal

2.39

corso e che sviluppano prevalentemente una problematica proget­tuale centrata sull'ambiente della periferia urbana, con particolare nfenmento al recupero della «qualità ambientale» esaminata ad ogni livello (incluso quindi quello socio-economico, oltre che for-male). .

3" Fase, di coordinamento: fase che può essere intermedia e che può prendere in considerazione (a livello di dibattito semina­riale) varie ipotesi di coordinamento e di integrazione con tutte q~elle discipline (sia dell'Istituto, che dell'intera Facoltà) che ab­bIano per tema centrale quello riferito ad uno dei diversi aspetti problematici dell'architettura-città, considerata come un tutto ar­ticolato e funzionante, anche e soprattutto a livello di valori am­bien~ali e, s.ocio-!igurativi: In tale sede, l'architettura del paesag­gl~ e C?SI In grado dI dImostrare « materialmente» l'importanza del SUOI studI e del suo contributo per una più completa defini­zIOne dello «spazio antropizzato », oggetto proprio dell'architet­tura, vista però secondo un'accezione restrittiva e riduttiva rispet­to alla globlaità dei valori in gioco di cui 1'« ambiente » è comun­que e sempre il luogo di manifestaziqne e di sollecitazione di­namzca.

. . Per ulteriori noti;àe e chiarimenti sugli aspetti teorico-operativi del Corso, 51 rrmanda al Programma del Corso completo, incluse le citazioni da vari autori e la bibliografia specifica.

CARATTERI STILISTICI E COSTRUTTIVI DEI MONUMENTI

Prof. Giuseppe Fiengo

Architettura, edilizia e urbanistica a Napoli nel Settecento

Premessa

Mediante un'esemplificazione riguardante prevalentemente la città di Napoli nell'età dell'illuminismo e facendo ricorso a nume-

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rosi sopraliuoghi, il corso si propone di accrescere la capacità degli studenti alla lettura diretta - intesa come valutazione critica -dei beni culturali immobiliari di notevole interesse storico-artisti­co, nel contesto del loro ambiente urbanistico, da una parte, e del­l'ambiente stesso, indipendentemente dalla presenza di esso in epi­sodi di eccezione, dall'altra. Pertanto, rinunciando ad una rappre­sehtazione interamente rivolta alle opere monClmcntali ed esten­dendo il campo della riflessione all'edilizia, sarà riservato empio spazio a quei documenti di diffusa civiltà, rappresentati dalle espressioni corali.

Inoltre, il corso tenderà a sottolineare l'importanza dell'espe­rienza storica e critica come premessa al pratico operare;- in parti­colare, collocandosi nell'area di interessi relativa alla conservazio­ne integrata del patrimonio architettonico, offrirà agli studenti la opportunità di effettuare, in vista delle moderne e complesse esi­genze della tutela, un ulteriore approfondimento di storia del­l'architettura.

In considerazione dei menzionati obiettivi e dei risultati con­seguiti negli ultimi anni accademici, sarà ampliato il coordina­mento esistente con il corso di Restauro dei monumenti; coordi­namento che si concretizzerà nella trattazione di temi concordati, finalizzati e svolti anche mediante esercitazioni e sopralluoghi col­legiali. Gli i~critti al corso, infine, saranno chiamati a sviluppare la loro conoscenza di singole fabbriche e di insiemi seuecenteschi, attraverso l'elaborazione di rilievi grafici e fotografici, di indagini bibliografiche e di atchivio, di esami statici, etc., da intendersi come premesse al progetto di restauro. -

Programma delle lezioni

Dopo un'indispensabile tesi di inquadramento della storia ar­chitettonica e urbanistica della città dalle origini all'età barocca, il programma contiene esclusivamente temi inerenti alla civiltà ar­tistica napoletana del Settecento, considerata in riferimento alla realtà europea. L'articolazione prevista è la seguente:

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1. Sviluppo e struttura della città

La città greco-romana: problemi di topografia e archeologia. Le v1cende urbanistiche dall'età tardo·romana a quella durazzesca: fabbriche religiose angioine e superstiti strutture medioevali. Gli ampliamenti di età aragonese: maestri catalani e toscani. Edilizia e urbanistica dal '500 al '700:/ D. Pedro di Toledo vicerè urbani­sta; prammatiche sanzioni e loro irifluenza sull'assetto della città, trasformazioni degli edifici religiòsi in confm'mità dei dettami del Concilio di Trento. Le prime vedute urbane.

2. L'ambiente urbano del primo Settecento

Dal viceregno spagnolo a quello austriaco (1707-1734). L'an­ticlericalismo e i rapporti tra Stato e Chiesa. Il pensiero di Pietro Giannone. Lo sblocco dell'edilizia civile (1718).

Le maioliche, i giardini, le scale aperte e l'edilizia civile urba­na e suburbana. L'opera di Ferdinando Sanfelice e Domenico An­tonio Vaccaro.

3. La città capitale

I problemi economici, politici e sociali all'inizio del regno di Carlo di Borbone. Il blocco dell'edilizia ecclesiastica (1740) e il Trattato di Accomodamento tra la Santa Sede e il Regno borbo­nico. La Napoli di Antonio Genovesi e le idee dei riformatori illu­ministi.

Le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei e l'interesse per l'achitettura antica. Le opere pubbliche nei primi anni di Carlo III e la trasformazione del vecchio patrimonio edilizio. Le residenze per la corte (Napoli, Portici, Capodimonte) e l'attivitù di G. A. Medrano. Le ville patrizie lungo la costa vesuviana (Or­sini.-Gravina, Campolieto, etc.).

4. Crescita e trasformazione urbana

L'assolutismo illuminato e gli sviluppi dell'urbanistica nei paee si europei (Francia, Inghilterra, Russia, Germania, Italia, etc.). La polemica razionali sta e l'opera degli architetti illuministi.

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La nuova dimensione della città nella pianta topografica del duca di Noja e i problemi dell'« abbellimento» urbano nel sag­gio di V. Ruffo. L'attività napoletana di Luigi Vanvitelli, Ferdi­nando Fuga, Mario Gioffredo, Carlo Vanvitelli, Francesco Colle­cini, Francesco Sicuro, etc.

5. Organizzazione del!' edilizia

L'amministrazione civica e le opere pubbliche. Le Deputazio­ni della Fortificazione, dell'Acqua e Mattonata, della Portolania. Le corporazioni. Gli ingègneri camerali e i tavolari.

La disciplina edilizia .nell'editto di Ferdinando IV (3 ottobre 1781) e nell'iniziativa della Gran Corte della Vicaria di introdurre nel Regno la Costituzione di Zenone (1791).

L'impresa edile. Gare di appalto. Materiali da costruzione. Tecniche costruttive e tipologie edilizie. Metodi di organizzazione del lavoro. I cantieri edili.

I problemi del sottosuolo e delle case puntellate. Distribuzio­ne delle cavità rispetto al territorio urbano. La costituzione geolo­gica del sottosuolo.

6. Formazione ed esercizio professionale

La formazione dei tecnici: l'Accademia del disegno (1752), de­gli ingegneri (1754), di architettura (1762), militare (1769), la Facoltà di matematica (1777) e le cattedre di meccanica, architet­tura e geometria pratica.

La diffusione della letteratura tecnica e la fortuna dei trattati di B. F. de Belidor su «La science des ingenieurs» (1729) e «Dell'Architettura» di Mario Gioffredo (1768).

Le figure del progettista e del direttore dei lavori. Le parcelle professionali. La disputa Gioffredo-Vanvitelli e «l'officio» del­l'architetto nella testimonianza di tavolari e regi ingegneri napo­letani del secondo Settecento.

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Sopralluoghi

Illustrazione di ambienti e di singoli monumenti del centro antico (piazza S. Domenico, piazza del Gesù, largo S. Gaetano, via AntIcagha, pIazza E. De Nicola, largo Donnaregina), del centro stOrICO (pIazza Mercato, piazza Dante, via Toledo, via Vergini, pIazza del Muacoh, Quartieri spagnoli, piazza dei Martiri) e della costa vesuviana (Portici ed Ercolano).

Bibliografia

R. Pane, Napoli imprevista, Napoli 1949. R. Pane, Il monastero napoletano di S. Gregorio Armeno, Na­

poli, 1957.

A. Venditti, Urbanistica e architettura angioina, in « Storia di Na­poli », val. III, 1969.

R. Di Stefano, Lineamenti di storia urbanistica, in « Il centro an­tico di Napoli» di AA. VV., val. I, Napoli 1971.

C. De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Settecento Roma 1973. '

R. Pane, Il Rinascimento nell'Italia meridionale, val. I (1975), voI. II (1977).

R. Pane, Architettura dell'età barocca a Napoli, ivi 1939. AA. VV., Ville vesuviane del Settecento, Napoli 1959. R. Mormone, Architettura a Napoli 1650-1734, in « Storia di Na­

poli, val. VI, tomo II, 1970. F. Venturi, Settecento riformatore, Milano 1969. R. De Fusco, L'architettura della seconda metà del Settecento in

«Storia di Napoli », val. VIII, 1971. ' G. Fiengo, Vanvitelli e Gioffredo nella villa Campolieto di Erco­

lano, Napoli 1973. G. Fiengo, Contributo alla storia dell'architettura e dell'urbani­

stica napoletana del Settecento, Napoli 1977. G. Fiengo, L'architetto Ignazio Cuomo e la villa di Giuseppe Ma­

rta dz Lecce a Portici, in « Storia dell'Arte », n. 35, 1979. R. Pane, Ferdinando Fuga, Napoli 1956. A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi 1961.

244

E. Kaufmann, L'architettura dell'Illuminismo, Torino 1966. G. C. Alisio, Sviluppo urbano e struttura della città di Napoli, in

« Storia di Napoli », val. VIII, 1971. R. Di Stefano, Luigi Vanvitelli ingegnere e restauratore, in « Luigi

Vanvitelli» di AA. VV., Napoli 1973. A. Venditti, L'opera napoletana di Luigi Vanvitelli, in «Luigi

Vanvitelli » di AA. VV., Napoli 1973. A. Rigillo, Nuova società e nuove capitali del '700, Napoli 1974. P. Sica, Storia dell'urbanistica: il Settecento, Bari 1976. G. C. Alisio, Siti reali dei Borboni, Roma 1976. R. Di Stefano, Organizzazione e tradizione dell' edilizia napoleta­

na, in «Napoli dopo un secolo» di AA. VV., Napoli 1967. R. Di Stefano, Distribuzione delle cavità rispetto al territorio ur­

bano, in« Il sottosuolo di Napoli» di AA. VV., Napoli 1967. P. Nicotera - P. Lucini, La costituzione geologica, in « Il sottosuolo

di Napoli» dì AA. VV., Napoli 1967. F. Strazzullo, Edilizia e urbanistica a Napoli dal '500 al '700,

Napoli, 1968. G. Fiengo, Gioffredo e Vanvitelli nei palazzi dei Casacalenda, Na­

poli 1976.

COMPLEMENTI DI MATEMATICA

Prof. Angelo Fadini

I - Elementi di logica

Cenni di calcolo delle proposizioni - Connettivi logici - Ope­ratori - Quantificatori - Implicazioni - Cenni sull'analisi delle pre­posizioni - La logica delle funzioni enunciative - Cenni di analisi del ragionamento: analisi di ragionamento deduttivo - Analisi del ragionamento induttivo.

245

II - Insiemi cantoriani e insiemi nebulosi

Richiami sulla teoria classica degli insiemi - Alcune antinomie della teoria degli insiemi - Insiemi nebulosi (fluos e fuzzy) - Ap­plicazioni degli insiemi nebulosi alle tipologie ed alla teoria· della progettazione.

III - Teoria dei grafi

Generalità sui grafi - Grafi finiti, vettori, matrici - Operazioni sui grafi - Connessione - Problemi della teoria dei grafi riguardanti questioni che interessano gli studi di architettura.

IV - Modelli matematici di pianificazione territoriale urbanistica

Il concetto di modello. - Vari tipi di modelli - I modelli nelle scienze umane - Tipologie - Teorie - Modelli matematici: problemi di calibrazione - Operatori - Metodi iterativi per la risoluzione nu­merica di equazioni e di sistemi: generalità ed alcuni esempi.

libri consigliati

Parte I

Angelo Fadini, Introduzione alla teoria degli insiemi ed alla logi­ca matematica, LE.M., Napoli 1969.

Alberto Pasquinelli, Introduzione alla logica simbolica, Einaudi, Torino 1957.

Parte II

Angelo Fadini, Introduzione alla teoria degli insiemi ed alla logica matematica, LE.M., Napoli 1969.

A. Kaufmann, Introduction a la theorie des sous-ensembles fluos Masson et Cie, Parigi 1793, tradotto in inglese: Theory of fuzzy subsets, voI. I, Accademie Press, Londra 1975.

Tullio Viola, Introduzione alla teoria degli insiemi, Boringhieri, Torino 1%5.

246

Angelo Fadini, Introduzione alla teoria degli insiemi sfocati, Li­guori editore, 1979.

Parte III

Angelo Fadini, Elementi della teoria dei grafi, Glaux, Napoli 1976. L. March - P. Steadman, La geometria dell'ambiente, Marotta, Mi-

lano 1974. L. Muracchini, Introduzione alla teoria dei grafi, Boringhieri, To­

rino 1967.

CONSOLIDAMENTO E ADATTAMENTO DEGLI EDIFICI

Prof. Alberto Defez

La denominazione della materia si compone di due parti che rappresentano due operazioni di intervento su edifici, operazioni che nella generalità dei casi sono interrelate.

Il corso prende spunto dalla quantità di sicurezza che un edificio deve possedere in ragione della sua destinazione per esporre la moderna filosofia della sicurezza e quindi i criteri di resistenza.

L'indagine sugli edifici in muratura è indirizzata all'aquisi­zione del maggior numero di informazioni che un edificio può fornire e che costituiscono la base di una razionale operazione di consolidamento. Si passa quindi dall'indagine dei materiali co­stituenti le murature e i terreni di fondazione, alla verifica statica degli elementi costruttivi componenti un edificio in muratura per pervenire all'analisi dell'edificio nel suo insieme. Vengono quindi esaminati i vari tipi di dissesti e le ragioni che li hanno provocati. per pervenire ai metodi più adeguati di interventi consolidativi.

Si esamina in particolare il problema dell'adattamento degli edifici onde adeguarli a nuove destinazioni o a diverse condizioni

247

ambientali per le modifiche che può subire il tessuto urbano o il territorio in cui l'edificio trovasi inserito. Il corso di integra con l'illustrazione di vari casi emblematici di consolidamento e di adattamento degli edifici oltre che con visite a cantieri.

I - Criteri generali

Definizione della materia. Diagnosi. Filosofia della sicurezza. Criteri generali di indagine. Prove di laboratorio sui materiali. Criteri di resistenza. Prelievo di campioni. Interpretazione delle prove di laboratorio. Determinazione della resistenza caratteri­stica. I catichi nelle costruzioni. Le vibrazio;}i.

H - Analisi delle costruzioni in muratura

Muratura. Caratteristiche fisiche e meccaniche delie mura­ture. Regolamento inglese. Verifica delle murature. Struttur'è, murarie. Verifiche di stabilità di archi, volte e architravi. Con­siderazioni sugli archi. Cupole. Fondazioni. Muri di sostegno. Legno: generalità e caratteristiche fisico-meccaniche. Calcolo delle travi in legno. Tecnologia delle strutture in legno. Opere provvi­sionali in legno e in acciaio. Solai in legno. Copertura a tetto e relativo calcolo. Travi composte in legno.

III - Edifici in muratura

Determinazione dello schema strutturale. Metodi di calcolo degli edifici nel loro insieme. Comportamento di strutture snelle: campanili e torri.

IV - Analisi dei dissesti e criteri di interventi

Metodologia di analisi delle costruzioni. Diagnosi dei diesest i .

Metodi di controllo delle lesioni. Opere di consolidamento delle murature. Opere di consolidamento delle fondazioni. Tecnologia della precompressione e relativa applicazione I!el consolidamento.

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Il problema dell'umidità. Progetto di adattamento degli edifici mecfiante traslazione.

V - Principali esempi di interventi

I templi di Abu-Simbel. Il tempio di Amada nella Nubia. I! Duomo di Napoli. La porta di S. Chiara a Napoli. La Farnesma a Roma. I! Monastero Y ork. La torre di Pisa. I! problema di Venezia. I! palazzo di Giustizia di Roma.

Bibliografia essenziale

A. Defez, Appunti delle lezioni. Manuale dell'architetto. C. Cestelli Guidi, Meccanica del terreno, fondazioni e opere in

terra, Milano 1957. O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, Bologna 1963. V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, Napoli 1972. L. Stabilini, Tecnica delle Costruzioni, Milano 1947. Salvadori - Heller, Le strutture in architettura, Milano 1964. C. Siegel, Forme e strutture nella moderna architettura, Bologna

1968. E. Torroja, La concezione strutturale, Torino 1966. G. Massari, Risanamento igienico dei locali umidi, Milan~. Di Stefano - Cundari, Restauro dei Monumenti - Notazioni tecni­

che, voI. III, Napoli 1968. Ricerche e studi sulla Torre pendente di Pisa, Atti della Com­

missione del Ministero LL. PP. (voll. I-H-Hl), Firenze 1971. Interventi di consolidamento e restauro dei monumenti dalla rivi­

sta « Restauro ».

249

DECORAZIONE

ELEMENTI QUALITATIVI DELL'ESECUTIVO ARCHITETTONICO

Prof. Lucio Motrica

Premessa

Durante lo sviluppo del pensiero critico sull'architettura, il significato ed il ruolo della decorazione hanno assunto varie e disparate identificazioni, in quanto si sono venuti adattando a temi ed esigenze diverse derivanti dal tipo di cultura che rap­presentavano.

Unica costante, la decorazione non è mai stata considerata, in particolare nel Movimento Moderno, distinta dall'esperienza spa­ziale, nel senso che il suo intervento e .Ie sue specifiche indicazioni figurative sono parte intrinseca del linguaggio architettonico.

Ciò che è cambiato, nell'architettura moderna, è il diverso atteggiamento verso l'oggetto architettonico: l'elemento decora­tivo, anziché sovrapporsi, spesso si identifica con l'architettura stessa, con l'oggetto funzionale nella sua interezza. Molte volte, anzi, è la stessa tipizzazione strutturale a costituire un fattore decorativo, come nell'architettura di Mies, ave l'elemento qua­lificante dell'immagine è lo stesso carattere geometrico e tecno­logico derivante dalla scansione strutturale degli elementi di ac­ciaio e vetro.

Né d'altra parte, è possibile discernere, nell'architettura, un tempo preciso d'intervento della D.: infatti non sempre è pos­sibile distinguere un momento " decorativo» e "conformativo» degli spazi, da uno più prettamente "costruttivo» e "tecnolo­gico », laddove il concorso sinergico di tutti gli elementi architet­tonici determina, spesso, la caratterizzazione decorativa.

Una forma estremamente funzionale perde qualità per il solo fattore di rappresentare sé stessa. Allora le viene sovrapposta ~un'immagine spuria, non pertinente, che ne modifica, ne altera ed a volte ne complica forma e funzionamento.

250

Assai spesso col termine" decorazione» ci si intende riferire, ad una disciplina autonoma rispetto al processo architettonico.

Per l'architettura, il principio basilare con cui la questione va affrontata, è quello della « scala» di intervento progettuale. Na­turalmente, al di là della scala del design, in cui si determinano le dimensioni, la disposizione del prodotto di un definito con­testo fisico e la struttura generale degli spazi, esiste un campo della ricerca, cioè una scala, ancora architettonica, ma comunque « figurativa» e quindi decorativa (vedi. Diz. Arch. Urb).

Gli ambiti di ricerca, quindi, vanno dalla esplorazione sulla « grana» dei materiali usati, ai loro valori cromatici, alle loro intrinseche possibilità tecnologiche e insieme espressive. .

Per quanto riguarda il rapporto esistente tra il portato tec­nologico e la tettonica dell'immagine, da una parte si può dire che il primo fa da supporto tecnico strumentale per l'attuazione della seconda; dove quest'ultima è individuata dal concorso d, alcuni elementi puri, quali il moto, lo spazio, il colore, i piani: vere e proprie categorie, che, mediante la loro conflittualità, determinano qualitativamente e quantitativamente il prodotto ul­timo dell'immagine, la percezione sensibile del fruitore.

All'interno di questa logica, le relazioni che stanno alla base del processo formativo qualificante degli spazi, e che cioè indi­viduano la sfera decorativa, sono quelle tra funzion<;., struttura e forma. Esse costituiscono le strutture essenziali che configurano visivamente le molteplici scelte, di ordine socio-culturale, psico­logico, ecc. che si compongono in aspetti figurativi.

L'immagine, così, diviene il prodotto delle sue nature inte­riori, della sua ragion d'essere, della sua significazione culturale, carica di significanti spirituali e comportamentistici.

Comunque, un'operazione di definizione tecnica dell'espres­sione decorativa dell'architettura, non ha senso se non si tien conto di un altro fattore importante, quello che si potrebbe definire «scala ambientale >>: e CIOe il rapporto col tipo di am­biente o di ambito fisico, a cui si riferisce il «fatto» archi­tettonico.

In altri tetroir:i, un oggetto si pone come «decorativo », non

251

di per sé, ma rispetto ad un ambiente, o ad un ambito fisico, con cui interagisce.

Programma

Da tali premesse scaruriscono alcuni temi di ncerca quali per esempIO:

252

l'uso della luce (naturale o artificiale) come mezzo di espres­siane e rappresentazione spaziale;

analisi dei « ritmi », ovvero la ripetizione, la moltiplicazione o estensione di singoli « elementi »;

la qualità plastica e chiaroscurale degli «oggetti» architet­tonici (vede ad es. la ricerca espressionista di Mendelsohn);

l'agitazione a scala ravvicinata di rapporti spaziali t"idimen­sionali (vedi le esperienze di F. L. Wright);

la spiegazione e definizione del «grado di materialità» dello spazio costruito (vedi ricerca dell'Art Nouveau, e in partico­lare Van der Velde, Horta);

il metodo conoscitivo e costruttivo dello spazio secondo le esperienze della corrente neo-plastica. Theo van Doesburg e G. Rietveld;

il valore comunicativo ed ideologico nel portato tecnologico, esaminando in particolare l'influenza del materiale sulla for­ma ed il potenziale espressivo dato dalle possibilità di lavo­razione;

la « tettonica» della ricerca dei costruttivisti sovietici Tatlin, El. Lisitskij ecc.;

la compromissione della struttura spaziale con strutture figu­rative desunte da ambiti figurativi diversi;

la Decorazione urbana nella sua ampia problematica (materiali,

monumenti, arredo urbano, la grafica, la pubblicità, la decora­zione spontanea ecc.);

il degrado urbano.

II corso sarà articolato in due' parti:

la prima dedicata all'analisi storica avrà come riferimento di fondo il rapporto tra architettura e decorazione. In tale ottica il corso tenderà ad analizzare sistematicamente alcune opere di architettura moderna.

La seconda fase, operativa, tenderà a verificare, a livello pro­gettuale, le esperienze desunte dalla prima parte di corso attra­verso esercitazioni a scaÌa ravvicinata ave verrà particolarmente approfondito il rapporto tra qualità dell'esecutivo architetto­nico e risultato spaziale. L'approccio progettuale, in questo caso, farà riferimento al solo spazio architettonico ed al suo immediato intorno, uti­lizzando scale di progettazione o meglio di percezione ravvi­cinate comunque piccole.

Nota

La disciplina, in quanto parte integrante dell'intero processo progettuale, è subordinata alla Progettazione Architettonica, di cui rappresenta il momento conclusivo o meglio l'aspetto della defi­nizione qualitativa degli spazi.

Tale aspetto, concernente la qualità dell'immagine spaziale, va risolto criticamente, analizzando il rapporto esistente tra forma, tecnologia e contenuto. .

In questo quadro appare indispensabile l'approfondimento, a livello interdisciplinare, delle scelte relative ai « materiali » con i quali va a concretkzarsi otticamente la forma.

Da ciò inoltre deriva una seconda finalità: colmare, almeno in parte, il profondo divario esistente tra tecnolop;ial progett22ione e momento esecutivo.

253

Bibliografia

Alla disciplina corrisponde un'ampia bibliografia; in particolare si ritiene indispensabile considerare autori come: Le Corbusier, Loos, De Micheli, Brandi, Cocchia, Maldonado, Gregoretti, Tintori, De Carlo, Munari, Pye, Sica, Quaroni, Schild, Itten, ecc.

La bibliografia dettagliata sarà fornita all'inizio del corso stesso.

ILLUMINAZIONE ED ACUSTICA NELL'EDILIZIA

ProE. Michele Cennamo

Componenti bio-climatici dell' ambiente costruito

Il programma parte da tre considerazioni di fondo:

A) L'attuale crisi energetica pone in discussione il modello di sviluppo economico dei Paesi industrializzati fondato quasi esclu­sivamente su scelte ad alto potenziale tecnologico che hanno de­terminato gli attuali squilibri ecologici ed esistenziali e che, coin­volgendo la ricerca architettonica, hanno interessato la città (cre­scita disordinata, declassamento dei centri storici, inquinamento ecc.) e la campagna (abbandono delle attività agricole, trasforma­zione arbitraria dell'ambiente naturale ecc.) in un processo di de­grado delle attività quotidiane, creative e spontanee dell'uomo.

B) Il controllo bio-climatico dell'ambiente costruito rappre­senta oggi il mezzo più efEcace di analisi e progettazione tecnolo­gica, partendo dal principio che la luce solare, i suoni, i colori sono materiali da costruzione che si prestano al massimo sfruttamento di molte potenzialità che la natura può offrire e la correttezza del­l'impostazione progettuale rispetto ad essi ha il duplice significato di integrazione ambientale e di risparmio energetico.

254

C) Il rapporto inscindibile tra ricerca tecnologica e ricerca urbana privilegia il significato di città come sistema tecnologico inteso come accumulo di sistemi passivi dai quali è possibile rica­varne informazioni per l'ottimizzazione bio-climatica del tessuto preesistente, in ordine sia al riequilibrio tra caratteristiche dell'am­biente naturale e ambiente costruito; sia al recupero di processi costruttivi propri della tradizione e della storia della tecnologia dej]' architettura.

Contenuti del corso

Il corso intende fornire nuovi mezzi di lettura tecnologica del tessuto urbano, in direzione di un più organico equilibrio del rap­porto tra tipologia edilizia e morfologia urbana, immettendo nuo­ve categorie conoscitive - la luce naturale, i colori, i suoni -utili alla ricerca di tipologie residenziali a basso costo e a basso consumo energetico.

In questa direzione il corso si propone di leggere opere para­digmatiche del movimento .moderno - con particolare riferimento alla produzione italiana degli anni tra le due guerre - per tica­varne le connotazioni tecnologiche primarie in ordine all'uso ra­zionale della luce naturale, dei colori e dei suoni nella organizza­zine spaziale (Le Corbusier, Loos, Gropius, Mies, Klein, Aalto, Figini, Pollini, Terragni, Libera, Ridolfi ed altri).

In relazione al programma esposto sono previste lezioni teori­che ed esercitazioni pratiche sui seguenti temi:

1. Elioarchitettura e elio urbanistica.

Orientamenti eliotermici degli edifici e costruzione equisolari delle città; Tipologie edilizie e morfologie urbane bio-climatiche; Sistemi passivi e sistemi attivi in funzione della progettazione a basso costo e a basso consumo energetico. .

2. Il colore come componente per l'analisi e la costruzione del­l'ambiente in quanto materiale integrativo della ricerca sulla ottimizzazione bioclimatica.

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La cromodinamica, la cromopsicologia e la calorimetria lo stu­dio cioè delle relazioni tra i vari colori, delle reazioni umane verso i colori ambientali e della misura dei colori; Relazioni tra colore e movimento moderno.

3. L'acustica architettonica e ambientale intesa non come insie~ me di operazioni correttive tese ad eliminare sensazioni sono­re fastidiose derivanti da configurazioni spaziali errate ma come componente progettuale primaria per la ricerca degli spa­zi e dei sistemi costruttivi.

Lo spazio acustico nella storia dell'architettura e nella storia della tecnologia dell'architettura con particolare riferimento al movimento moderno; la percezione uditiva; l'analisi di materiali tradizionali e di materiali disponibili nell'ambiente naturale con­dizionante il progetto finale.

Bibliografia essenziale

Per il punto 1:

G. Vinaccia, Il corso del sole in urbanistica e architettura, Hoepli, Milano 1939 (selezione di capitoli a cura del corso).

M. Cennamo, Elioarchitettura (Contributi di N. Franciosa, R. A. Genovese, F. Marino, A. Napoletano, C. Truppi), C.N.R., Istituto di Tecnol. dell'Arch., Napoli 1976.

M. Cennamo, Luci, colori e suoni - matei·iali da costruzione per l'Architettura, Costruire n. 97/1976.

M. Cennamo, Tecnologie solari nella costruzione delle città meso­americane, Costruire n. 102-103/1979.

Iler il punto 2:

H. Frieling - X. Auer, Il colore, l'uomo e l'ambiente, Milano 1962. Centro Montefibre (a cura di), Il colore, Casabella, 410/1976.

Per il punto 3:

C. Marchesi - Cappai, Acustica nell'architettura, Hoepli, 1939.

256

N. Napoletano - N. Franciosa, Illuminazione ed acustica nell' edi­lizia, Liguoti, 1974.

Per la scelta di opere del Movimento moderno in Italia:

M. Cennamo, Materiali per l'analisi dell'architettura moderna .. La Prima Esposizione italiana di Architettura razionale, Fioren­tino, 1973.

M. Cennamo, Materiali per l'analisi dell'architettura moderna. Il MIAR, SEN, 1976.

INDIRIZZI DELL'ARCHITETTURA MODERNA

Prof. Renato De Fusco

Il corso, oltre a fornire una illustrazione crltlca della storia dell'architettura degli ultimi cento anni, mira soprattutto ad essere una storia. delle idee, delle teorie, delle poetiche che hanno ac­compagnato il processo architettonico corrispondente ",l suddetto periodo.

In particolare, èsso tratterà i seguenti temi: Viollet-le-Duc e Ruskin, la cultura dell'Einfiihlung e la critica architettonica, l'idea di architettura nella pura visibilità, le poetiche figurative e l'architettura, la critica sociologica, la critica dell'architettura in Italia.

Bibliografia

R. De Fusco, L'idea di architettura, storia della critica da Viollet­le-Due a Persico, Etas Kompass, Milano 1968.

R. De Fusco, Storia dell' architettura contemporanea, Laterza, Bari 1974.

257

LETTERATURA ARTISTICA

hof. Raffaele Mormone

Premessa

La disciplina, che si rifà al fondamentale studio dello Schlosser, mira all'esame critico degli scritti attinenti ai problemi artistici, sia nella dimensione meramente teoretica o filosofica, sia in ordi­ne alle diverse componenti sociali e culturali della civiltà di cui sono testimonianza. L'impegno didattico precipuo si esplica nel valutare le molteplici posizioni assunte dalla riflessione sull'arte, gli sviluppi della metodologia critica, le istanze dei movimenti ar­tistici, il portato delle innovazioni tecnologiche e le composite valenze del rapporto arte-società.

Data la necessità di integrare ed allargare le acquisizioni cul­turali conseguite finora dallo studente - a cui la scuola liceale fornisce scarsi e labili agganci con la cultura contemporanea -il corso tende ad evidenziare puntualmente il vario snodarsi della problematica storico-artistica nel çorso degli ultimi tempi. Ciò al di là di ogni intonazione encomiastica o apocalittica, semmai im­plicando le componenti sociali che vi hanno concorso e verifican­do in concreto le desunzioni concettuali sulle singole opere, alla cui lettura viene riservato ampio spazio.

Al fine precipuo di una disamina articolata della situazione odierna, lo studio dei suddetti problemi viene correlato, in par­ticolare, alla svolta della nostra civiltà, a partire dal secolo scorso. La necessità di verificare l'apparato teoretico comporta continui richiami ai movimenti di avanguardia succedutisi in ordine di tempo, con speciale riferimento ai «movimenti» riportabili al­!'Impressionismo.

Tale limitazione cronologica tende ad impostare lo studio in medias res, al fine di evitare il sistematico e schematico metodo espositivo per quanto attiene ai secoli precedenti. Di volta in vol­ta, richiami, confronti ed espliciti riferimenti a situazioni prati­co~operative, come a scelte teoriche, maturate nel passato assicu-

258

rano gli indispensabili reFuperi deli'esperienza storica già compiuta. E opportuno precisare che l'allegato programma analitico non

verrà svolto per sezioni staccate, bensì accostando continuamente fra loro i movimenti artistici e gli indirizzi critici secondo le logi­che contiguità e le delimitazioni cronologiche rispettive. Attra­verso letture da testi e da scritti programmatici e mediante pre­sentazioni, a guisa di rapide recensioni, degli studi odierni più qualificati e di diversa metodologia, si tenderà ad individuare i nodi ed i contrasti di fondo fra i vari atteggiamenti, non tanto per cogliere i risultati concreti quanto per indagare le ragioni pro­fonde e il complesso fermento di idee che hanno condotto a quei risultati .

Programma

Presupposti metodologici della critica contemporanea:

1. L'età del Positivismo; La Pura Visibilità; La Scuola viennese; Esistenzialismo e arte d'avanguardia; Strutturalismo; Seman­tica e Semiologia. Testo consigliato: R. Mormone, Critica e arti figurative dal Positivismo alla Semiologia, S.E.N., Napoli 1975 (a singoli capitoli). I riferimenti ai movimenti artistici contemporanei contenuti nel testo vanno approfonditi consultando, -,in appendice (pa­gine 271-321), l'antologia di scritti relativi alle avanguardie.

2. Problemi della pittura del secolo XIX:

a) Delacroix: il movimento romantico in alternativa al neo­classicismo e come premessa alle poetiche del realismo.

b) L'impressionismo, nuova sintesi luce-colore fondata su un linguaggio purovisibilistico.

cl Neo-impressionismo, espressione ottico-retlmca impronta­ta alla mutevole consistenza della percezione «optical ».

Testo consigliato: C. Signac, Da Delacroix al neo-impressio­nismo, S.E.N., Napoli 1979.

259

Lo studente può preparare i suddetti argomenti su qualunque altro testo purché le eventuali proposte siano concordate, con largo anticipo rispetto alla data dell'esame, mediante incontri da fissare di volta in volta su richiesta dell'interessato.

LINGUA INGLESE

Prof. Francesco Paolo De Vivo

Premessa teorica e metodologica

Nell'attuale momento in cui la conoscenza delle lingue stra­niere, per molteplici ragioni, va acquistando un'importanza sem­pre maggiore nella società contemporanea, l'inglese, come prima lingua di comunicazione in qualsiasi paese, si afferma come indi­spensabile mezzo conoscitivo per aprire nuovi e più vasti orizzonti di lavoro e di cultura.

Rinunciare, oggi, a questa «finestra sul mondo », significa porre, nel campo dell'architettura, un'eventuale limitazione aUa propria visuale tecnico-artistica. Molte opere straniere, infatti, ri­mangono non tradotte in italiano, e anche quelle di cui esiste ver­sione nella nostra lingua, riportano, in media, come statistica­mente dimostrato, solo 1'80 % dei concetti originali, considerata l'enorme difficoltà esistente nella realizzazione di una profonda compenetrazione intellettuale.

In coerenza con la motivazione di studio di cui innanzi, l'obiet­tivo fondamentale del corso sarà quello di promuovere nello stu­dente il possesso della lingua inglese come:

a) strumento di comunicazione

b) strumento di lettura.

In altri termini gli studenti saranno avviati all' acquisizione dell'abilità prioritaria nell'apprendimento di una lingua, quella di

260

« capire » e « farsi capire », sia pure nell'ambito di strutture gramo maticali e lessicali di base, e, di pari passo, al raggiungimento di un'altra abilità fondamentale per questa Facoltà: la lettura·com· prensione dei testi, con particolare riguardo alle opere e riviste di contenuto specialistico nel campo dell'architettura classica e contemporanea.

Logicamente il carattere di attualità degli obiettivi culturali precedentemente indicati, non può prescindere dalla utilizzazione didattica dei criteri scientifici suggeriti dalla linguistica applicata all'insegnamento delle lingue.

La metodologia del corso, pertanto, seguendo i più moderni criteri di glottologia antica e di psicolinguistica, partirà dall'uso della lingua, descritta come « patterns » o strutture-modello, dia­logate e trasformate nelle varie dimensioni «< pattern drills ») per giungere alla conoscenza della lingua non con ma attraverso l'os­servazione e la riflessione dei fatti linguistici.

In particolare, dopo una prima conoscenza globale e pratica o sincresi, gli studenti saranno condotti alla sintesi o visione chiari­ficata del tutto attraverso l'analisi realizzata generalmente con pro­cedimenti euristico-induttivi; il lessico di base, compreso quello spe­cialistico, sarà ricavato da contesti strutturali; la lettura-compren­sione dei testi sarà realizzata avvalendosi principalmente del con­tributo interpretativo degli studenti. Il criterio sincropico, riferito all'attualità idiomatica, caratterizzerà ogni scelta linguistica; l'ana­lisi diacronica sarà riservata unicamente allo studio dei vocaboli architettonici, per meglio fissarne la comprensione e il ricordo.

Contenuti del corso

a) Strutture grammaticali, le più frequenti e funzionali;

b) strutture lessicali di base;

c) introduzione allo studio del lessico architettonico;

d) strutture tecniche e critiche nel campo dell'architettura.

261

Articolazione e organizzazione del corso

Tenuto presente che gli studenti, in gran parte, hanno seguito, negli istituti secondari di provenienza, corsi di lingua inglese e di conseguenza presentano differenti livelli di conoscenza iniziale, l'in­segnamento sarà articolato in due sezioni:

A) Sezione «Beginners » o principianti: per gli studenti che per la prima volta iniziano l'apprendimento della lingua inglese o presentano un'esigua conoscenza della stessa;

B) Sezione" Intermediate » o intermedia: per gli studenti che hanno studiato la lingua inglese nel quinquennio degli istituti secondari superiori oppure posseggono discrete cognizioni di base della materia.

Tutt~via tale articolazione è soltanto indicativa, poiché gli stu~ denti possono liberamente scegliere la frequenza della sezione più idonea al loro grado di conoscenza della lingua.

L'insegnamento, impostato sul dialogo con gli studenti, com­prenderà:

a) lezioni di grammatica strutturale e di lessico di base (da novembre 1979 a luglio 1980);

b) lezioni di lessico architettonico (da gennaio a maggio 1980);

c) letture di testi tecnici e critici nel campo dell'architet­tura (da gennaio a luglio 1980);

d) esercitazioni pratiche sugli argomenti delle lezioni e delle letture.

L'esame annuale consisterà in un'unica prova orale nel corso della quale lo studente dovrà dimostrare di possedere:

262

a) le capacità d'uso delle strutture grammaticali e lessicali, necessarie alla comprensione e alla riproduzione della lingua inglese, con particolare riguardo al lessico tecni­co, sIa pure, quest'ultimo, a livello d'introduzione nella materia;

b) di sapersi servire della lingua come strumento di let­tura-comprensione di opere e riviste a carattere profes­sionale.

Raccordi e coordinamento con altri corsi

Non ci sono particolari raccordi e coordinamenti (almeno per quest'anno accademico) con determinati corsi della Facoltà, poi­ché l'insegnamento della lingua inglese, per le considerazioni espo­ste nella premessa, fiancheggia tutte le materie di studio, delle quali costituisce valido supporto operativo di ricerca culturale.

Libri di testo consigliati

E. Chinol, Grammatica dell'Inglese moderno, Liguori Napoli; (<< pattern» ed esercizi strutturali con relativo lessico dal I al XXVII cap.). .

F. P. De Vivo, Technical Terms 01 Classical and Contemporary Architecture, appunti delle lezioni.

Anatrella, Recent Trends in American Architecture (in corso di stampa).

Bibliografia generale

]. Hornby, Guide to Patterns and Usage in English, Second Edi­tion, Oxford, University Press, England.

F1eming, H. Honour, N. Pevsner, The Penguin Dictionary 01 Ar­chitecture, Penguin Books, England.

Schwicher, International Dictionary 01 Building Construction (En­glish, French, German, Italian) , U. Hoepli, Milano.

N. Pevsner, An Outline 01 European Architecture, Penguin Books, England.

263

MATERIALI DA COSTRUZIONE SPECIALI

Prof. Ennio Russo Ermolli

Obiettivo primario del corso è la trattazione dei problemi relativi all'impegno di nuovi materiali destinati sia a soddisfare esigenze specifiche, sia a sostituirsi, nell'ambito del costruire, ai materiali tradizionali. Le richieste legate ai bisogni della società e delle sue tecnologie, e per i settori tradizionali d'impiego, e per quelli d'avanguardia, hanno spiI)to sempre più gli studiosi a creare nuovi materiali competitivi; è indispensabile pertanto che gli utilizzatori pervengano ad un'approfondita conoscenza di tali nuovi materiali al fine di controllarne criticamente l'impiego e di indirizzarne l'utilizzazione in modo scientificamente corretto.

La materia del corso d'insegnamento, legato a un settore in progressiva evoluzione, richiede un continuo aggiornamento dei contenuti per adeguarli ai continui progressi della tecnologia dei nuovi materiali. Data la vastità degli argomenti si è previsto, per l'anno accademico 1979/80, di articolare il corso secondo due indirizzi.

Il primo, di carattere più generale, è rivolto principalmente alle applicazioni nel settore edilizio e tratta quei materiali che, allo stato attuale, sono in fase di continua evoluzione ed offrono interessanti prospettive nella ipotesi di una sempre crescente in­dustrializzazine. Di tali materiali i più importanti sono i calce­struzzi leggeri e le materie plastiche. Il loro studio si articolerà sui seguenti argomenti:

- caratteristiche chimico-fisiche;

comportamento di elementi strutturali;

sperimentazione;

tecnologie specifiche;

problemi connessi all'isolamento termo-acustico.

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Il secondo indirizzo tratta più approfonditamente il settore delle materia plastiche, con particolare riguardo alla:

interdipendenza fra le caratteristiche fisiche e la struttura chimica;

specifiche possibilità di applicazione;

tecnologia di trasformazione;

progettazione, calcolo e' sperimentazione di elementi in materia. plastica.

Il contenuto del corso offre la possibiltà di coordinamenti con i corsi di Tecnica della Costruzione, di Tecnologia dell'Ar­chitettura, di Progettazione artistica dell'Industria.

Premessa

MATERIE GIURIDICHE

Prof. Guido D'Angelo

Il corso è svolto in vista della soddisfazione delle-due seguenti fondamentali esigenze: 1. che l'insegnamento - riguardante pre­valentemente la materia della disciplina dell'attività edilizia ed ur­banistica - abbia un carattere formativo e, soprattutto, consenta allo studente una partecipazione critica nella valutazione della nor­mativa vigente e delle esigenze di riforma; 2. che lo studente rice­va la formazione giuridica necessaria per l'esercizio della profes­sione di architetto, con un costante adeguamento all'evoluzione dell'attività professionale nel settore.

Il corso è svolto anzitutto attraverso lezioni sugli argomenti del medesimo, con la partecipazione attiva degli studenti me­diante interventi, obiezioni o richieste di chiarimenti.

Saranno anche trattati argomenti specifici con riferimento alla

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realtà ammInistrativa comunale e regionale, anche mediante in­contri con docenti e studenti di altri corsi interessati ai medesimi problemi.

Argomenti del corso

Costituzione e proprietà privata. - La costituzione della Re­pubblica Italiana del 1947 - Costituzione rigida - I princìpi co­stituzionali in materia di rapporti economici.

I vincoli urbanistici e le sentenze della Corte Costituzionale. La legge 28-1-1977 n. 10 sul regime dei suoli.

I! quantum dell'indennità di esproprio - Minimo garantito -Vari" criteri di determinazione dell'indennità - Critica della norma­tiva vigente.

La legislazione urbanistica. - L'evoluzione legislativa dal 1865 al 1942 - I livelli della pianificazione urbanistica - Le competenze in materia delle Regioni a statuto ordinario.

I piani di coordinamento - I piani delle aree di sviluppo indu­striale. I progetti speciali e la legge sul Mezzogiorno.

Interventi pubblici (ordinari e straordinari) sul territorio. I primi passi del comprensorio ed i piani di sviluppo delle

comunità montane. La legge ponte e gli standards urbanistici (L. 765 del 1967) -

Limitazioni all'edificazione nei Comuni sprovvisti di piano o in mancanza di piano regolatore particolareggiato e di lottizzazione convenzionata - Parcheggi e distanza dalle strade - Le misure di salvaguardia.

I! piano intercomunale - Il piano generale - I! programma di fabbricazione - I! piano regolatore particolareggiato.

I programmi pluriennali di attuazione. La legge per la casa n. 865 del 1971. Piani di zona per la edi­

lizia economica e popolare - I piani degli insediamenti produttivi - Lottizzazione edilizia e comparti edificatori.

La legge sul piano decennale per l'edilizia residenziale - Zone di recupero e piani di recupero.

La «concessione a costruire»: casi in cui è necessaria; le

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competenze e la procedura per il rilascio - La funzione della Com missione edilizia comunale. I contributi per il rilascio della con· cessione - L'edilizia convenzionata.

Validità delle concessioni a costruire e limitazioni per il rila· scio di «licenze in deroga ». Varianti; concessioni in sanatoria; voltura. La revoca o l'annullamento della concessione. Le costru­zioni delle amministrazioni statali.

Repressione degli abusi edilizi. Le diverse sanzioni penali. Le sanzioni amministrative. I poteri spettanti all'autorità regionale La decadenza dai benefici fiscali.

La responsabilità del progettista e del direttore dei lavori.

Tutela del paesaggio e dei centri antichi. _. La legge del 1939 sulla tutela delle bellezze naturali - I! vincolo generico ed il piano paesistico - Le sanzioni - I! trasferimento delle competenze alle Regioni.

Gli strumenti giuridici esistenti per la tutela dei centri anti­chi. I progetti di riforma della legislazione sui beni culturali.

Distanze fra le costruzioni: luci e vedute. - Problemi giu-ridici per la progettazione edilizia. .

I principi per l'applicazione delle norme sulle distanze tra le costruzioni. Criteri per la misurazione 'delle distanze tra le co­struzioni.

Luci e vedute. La nozione di « veduta» - Jl edute dirette, late­rali, oblique.

Le luci regolari ed irregolari. Le distanze delle costruzioni dalle vedute.

Segnai azioni bibliografiche

D'Angelo G., Legislazione urbanistica (appunti dalle lezioni del corso), ed. Libreria Fausto Fiorentino, Napoli 1978.

Predieri e altri, La legge 28-1-1977 n. 10 sull'edificabilità dei suoli, Milano 1977.

Salvia-Teresi, Lineamenti di diritto urbanistico, Cedam, Padova, ESI, 1971.

267

Poggi, Rassegna di giurisprudenza sull'Urbanistica, Giuffrè, Milano. D'Angelo G. - Bonaccorsi P., Il recupero del patrimonio edilizio

nella legge 457 del 1978, Riv. giuro edilizia, 1979, fase. 1-2.

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE URBANISTICA (A)

Prof. Romano Lanini

Premessa teorica e metodologica

Il corso « A» di Pianificazione Territoriale Urbanistica iden­tifica le sue basi teoriche nelle più recenti ipotesi formulate in me­rito ad aternative concettuali alle metodologie deìla pianificazione urbanistica.

La crisi delle condizioni della stanzialità umana, tanto a scala urbana quanto a quella territoriale, mette in evidenza come i pre­supposti teorici e gli strumenti operativi, sia a livello analitico, sia sintetico e progettuale finalizzati alla trasformazione, uso e/o ri-uso, organizzazione delle strutture stanziali siano aspetti d'una crisi, assai più generale, che investe la pianificazione urbanistica incapace d'operare - con i presupposti teorici e le tecniche ope­rative vigenti - quella sintesi armonica, organica, non solo fun­zionale, delle spazialità che da ottico-tattili sono giunte oggi ad assumere dimensioni non solo tridimensionali perché arricchita appunto da altri spazi - come quelli deH'economia e/o dell'in­formatica - che sembrano esser divenuti prevalenti sugli altri.

. Il mutare qualitativo e quantitativo del rapporto città-territo­rio, la crescita dimensionale - non solo in termini geografici e/o demici - di alcuni centri ed il conseguente realizzarsi di nuove gerarchie spaziali commisurate da ruoli non più definibili con i parametri d'un tempo, rendono necessario operare da un lato fram­mentazioni spaziali e/o amministrative delle grandi concentrazio­ni demiche, dall'altro, invece, ricomporre stmtture stanziali trop-

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po piccole per rispondere cosl alle necessità di una organizzazione spaziale anche solo funzionale.

In questo quadro vanno esaminate le problematiche connesse all'istituzione dei comprensori, delle Comunità montane, purché le si intenda non come travestimento linguistico della painificazione urbanistica a scala intercomunale, ma far sl che figurino, invece, qualcosa che di per sé cambia, dal di dentro, sostanza e forma.

Perché questo possa avvenire, è opportuno - tanto nella fase analitica, quanto in quella sintetico-progettuale - passare da una metodologia urbanistica di tipo deduttivo (dal generale al partico­lare) ad una metodologia induttiva con la quale, partendo dal par­ticolare, si risalga via via, con connessioni a catena, alle trasforma­zioni più generali della realtà urbana e/o territoriale non dimenti­cando - è una premessa essenziale! - che la plurispazialità è in realtà una entità categoriale spazio-temporale.

Per questi motivi il Comprensorio - ed in parte le Comunità montane - rappresentano la dimensione spaziale di riferimento del corso di P.T.U., dimensione che è da intendersi non esclusivamente in modo geografico e/o amministrativo, ma come spazialità, la più idonea, per una pianificazione urbanistica organica, antropologica.

Contenuto del corso

Il contenuto de corso consiste, appunto, nel tentativo di far conoscere: le origini e lo sviluppo della pianificazione territoriale urbanistica, i suoi aspetti scientifici e polemici, i concetti e le carat­teristiche - teoriche ed operative - della fase analitica di una tale pianificazione, intesa come premessa al piano (urbanistico), esa­minando in questa fase i criteri di delimitazione e determinazione dell'ambito d'analisi, i metodi d'analisi più idonei, significati e modi d'operare previsioni e/o proiezioni per il piano, ed il valore che essi hanno assunto, oggi, nella prassi della pianificazione urbanistica.

Una parte delle lezioni saràderucata all'approfondimento critico delle metodologie di pianificazione, partendo dalla situa­zione attuale d'antinomia tra una pianificazione territoriale in­tesa quale dilatazione scalare delle strutture ottico-tattili ed una

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pianificazione territoriale che mira a privilegiare gli aspetti de­scrittivi e prescrittivo-normativi delle strutture socio-economiche per proporre - invece - una metodologia di pianificazione in cui, tenendo conto della dinamicità (anche formale) del reale -- tanto ottico-tattile quanto logico-astratto - si possa, con la scorta di ipotesi concettuali e tecniche operative diverse, cogliere il senso dell'azione pianificatrice e determinare così un processo che non elimini o impoverisca nessuna delle strutture che com­pongono il « territorio ».

Articolazione del corso

Il corso sarà articolato essenzialmente su due livelli. Il primo, costituito dalle lezioni del docente che inizieranno dopo l'esposi­zione degli obiettivi e dei contenuti del corso, avrà per oggetto sei gruppi d'argomenti e precisamente: origini ed evoluzione del concetto di pianificazione territoriale (urbanistica), aspetti scienti­fici ed aspetti polemici della P.T.U., la fase analitica della P.T.U., la sintesi della fase analitica come premessa al piano territoriale urbnistico, le metodologie della pianificazione territoriale urbani­stica, aspetti innovativi nel rapporto Stato centrale-Entità territo­riali intermedie con riferimenti al ruolo assunto dalla partecipa­zione e dai nuovi strumenti oggi disponibili per la sua espansione. Un sommario degli argomenti trattati nei sei gruppi di cui sopra verrà fornito, in ciclostile, agli studenti.

Il corso si propone - sempre per questo primo livello di arti­colazione - di realizzare, come nel passato, Seminari su alcuni degli argomenti nodali con la partecipazione di altri docenti della Facoltà o di altre Università.

La seconda fase del corso è quella costituita dalla esperienza progettuale ed avrà come oggetto la definizione, determinazione di una Entità territoriale intermedia (Comprensorio e/o Comunità montana) su cui operare analiticamente e sinteticamente per con­figurare un quadro indicativo delle opzioni a quelia scala d'inter­vento.

La prova d'esame consisterà nella illustrazione e discussione

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dell'esperienza progettuale ed in una prova orale, individuale, che avrà per oggetto gli argomenti trattati nelle lezioni.

L'organizzazione del corso sarà definita dopo la pubblicazione dell' orario ufficiale e sulla base del numero degli studenti che vi si saranno iscritti entro e non oltre il 31 ottobre.

Raccordi e coordinamenti con altri corsi

I raccordi ed il coordinamento con altri corsi sono sempre av­venuti, stimolati sopratutto da caratteri di omogeneità, integrabi­lità e/o complementarietà culturale ed operativa tra il corso « A » di P.T.U. ed alcuni tra i corsi di Urbanistica attivati in Facoltà con alcuni dei quali, a suo tempo, furono ipotizzate e realizzate forme di coordinamento organico sia a livello di lezioni comuni ai due corsi, sia a livello di parte applicativa mirante cioè a rendere la esperienza progettuale più ampia, condotta con linee didattiche di­verse ma parimenti interessanti e quindi più organica, tenendo an­che ben in vista le necessità - diverse - di studenti che in altre Facoltà hanno nei loro piani di studio le discipline urbanistiche.

Pertanto, se saranno verificate e realizzate le condizioni essen­ziali ed irrinunciabili per una attuazione non mistificata - ma for-­mativa e corretta - della seconda parte del punto precedente (nu­mero sufficiente di docenti collaboratori) sarà possibile proseguire la linea sinora attuata in merito ai raccordi e coordinamenti con altri Corsi.

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE URBANISTICA (B)

Prof. Luigi Piemontese

Premessa

II corso tende ad inserire lo studente nell'ampia problema­tica concemente la pianificazione del territorio ed i suoi rapporti con la programmazione economica e, in particolare, a fomirgli una

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serie di strumentazioni tecniche di base, strettamente occorrenti a chi volesse operare in questo campo.

Partendo dalla constatazione che, in assenza di un preciso rap­porto interdisciplinare fra le scienze sociali, non è. possibile una corretta impostazione dei prohlemi del territorio né la sua pia­nificazione, si tende a ricercare, nell'analisi dei sistemi e nella mo­dellistica urbana e regionale, una base metodologica comune, al­l'interno della quale possono confluire i singoli contributi disci­plinari per l'analisi dei problemi territoriali e per la ricerca dei modi e dei mezzi atti a risolverli.

Più in generale quello che si ricerca è la definizione di un ap­proccio interdisciplinare che sia in grado di affrontare i problemi della programmazione economica e della pianificazione territoria­le, laddove è evidente che, come non è più possibile, nella elabo­razione di un programma di sviluppo economico, ignorare la com­ponente spaziale nei fenomeni che si intendono orientare al rag­giungimento di determinati obiettivi, così non è più possibile sup­porre, come soluzione dei problemi del territorio, la formulazio­ne di un piano territoriale urbanistico astratto dalla componente processuale e dinamica e determinato "a priori» in un disegno rigido e atemporale.

Si pocederà, pertanto, ad una ridefinizione in chiave siste­mica della pianificazione territoriale urbanistica, intesa come siste­ma aperto che interagisce con l'oggetto del suo lavoro, ovvero il sistema territoriale, al fine di orientame i fenomeni verso il rag­giungimento di un determinato quadro obiettivo: il piano.

In particolare, il corso si articolerà h.mgo tre direttrici:

a) l'analisi sistematica e la modellistica,

b) le teorie, e i modelli previsionali e di pianificazione,

c) le tecniche matematiche e di programmazione,

senza disgiungere i contenuti, al fine di utilizzare un metodo glo­bale di insegnamento, per l'acquisizione dei concetti e delle tecni­che che si intendono fornire.

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Contenuto del corso

Più in dettaglio gli argomenti trattati nel corso saranno l se­guenti:

a.l. Limiti dell:attuale pianificazione, ricerca di un corretto rapporto interdisciplinare fra le scienze sociali che vi concorrono e di una loro metodologia comune.

a.l.l. Possibilità di impiego del linguaggio matematico nel­le scienze sociali.

0.2. Il concetto di sistema e la teoria dei sistemi.

a.2.1. L'uso dell'analisi dei sistemi per lo studio dei siste­mi territoriali e l'organizzazione sistemica della realtà sociale.

a.2.2. Ipotesi di pianificazione sistcmica e strutturazione de! planning sistemico.

a.3. Il concetto di modello.

a.3.1. Modelli aperti e chiusi, statici e dinamici, descrit-tivi, previsionali e di pianificazione.

a.3.2. I modelli urbani e regionali.

b.l. Il reddito regionale.

b.l.I. La teoria della base di esportazioni e mMello di red-dito regionale

b.1.2. Modello statico e dinamico di reddito interregionale.

b.2. Modelli previsivi della crescita urbana e regionale.

b.2.1. Modello statico occupazionale desunto dalla teoria della base economica.

b.2.2. Modello Czamanski statico e dinamico per l'analisi e la previsione dello sviluppo economico e della crescita urbana.

b.3. Le relazioni interindustriali e intersettoriali.

b.3.1. Gli schemi marxiani e l'input-output analysis.

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b.4. La localizzazione delle attività economiche.

b.4.l. Modelli per la localizzazione ottimale delle attività economiche industriali e di servizio e delle residenze.

pirici.

b.5. I modelli gravitazionali.

b.6. Il modello Lowry.

b.6.1. Contributi teorici al modello Lowry e lavori em-

b.7. La regione come unità di pianificazione.

b.7.1. La definizione delle funzioni obiettivo.

b.7.2. Le politiche.

b.7.3. L'uso dei modelli per la sperimentazione degli effetti di politiche alternative nella formazione e trasformazione degli as­setti territoriali - l'uso dei modelli nella razionalizzazione e nella ottimizzazione di particolari funzioni territoriali.

b.7.4. La definizione del piano come quadro obiettivo ed insieme delle politiche atte a conseguirlo - la Pianificazione come processo continuo.

c.l. Tecniche matematiche di programmazione.

c.l.l. Cenni all'algebra degli schemi a blocchi di sistemi.

c.1.2. Cenni di statistica descrittiva - Analisi di regressione e correlazione lineare, parabolica, logaritmica, multipla.

c.1.3. La programmazione lineare: Problemi di trasporto, metodo del complesso.

c.1.4. Cenni sull'elaborazione elettronica.

Bibliografia

L. Piemontese, Pianificazione Territoriale - Sistemi e modelli, Li­guori editore, Napoli 1977.

274

L. Piemontese, Un Modello del Sistema Territoriale Napoletano, Liguori editore, Napoli 1979.

R. d'Ambrosio - L. Piemontese, I Modelli nella Scienza Regiona­le - Un'applicazione al sistema regionale campano, Napoli 1971.

R. d'Ambrosio - A. Piemontese - L. Piemontese - R. Scarano, Si­stemi e modelli nell'analisi territoriale, Cappelli editore, Bolo­gna 1974.

L. Piemontese, Prospettive d'impiego della ricerca operativa nella Pianificazione territoriale inquadrate nell'ambito della divisio­ne del lavoro intellettuale, Napoli 1972.

P. H. Derycke, Economia urbana, Bologna 1972. H. W. Richardson, Economia regionale, Bologna 1971. L S. Lowry, Modello di una metropoli, Napoli 1972.

PLASTICA

Prof. Giantristano Papalè

Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Analisi architettonica.

PONTI E GRANDI STRUTTURE

Prof. Antonio Noto

La diffusione degli elaboratori elettronici, e la conseguente possibilità di un sistematico ricorso all'algebra lineare, fornisco­no a tutt' oggi la più semplice ed efficace risposta alle intrinseche difficoltà dell'analisi dei continui. I processi di discretizzazione,

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difatti, si sono in tempi recenti largamente affermati, ed attual­mente rappresentano, soprattutto nella fascia delle concrete ap­plicazioni, un utilissimo strumento nello studio di svariati orga­nismi strutturali_

Collocandosi in naturale posizione di complementarietà nel­l'iter disciplinare dell'Istituto di Costruzioni, laddove sono acqui­siti i fondamenti allo studio del comportamento statico delle strut­ture e si è completata, o è in atto, la familiarizzazione coi più co­muni modelli analitici di elementi strutturali, il corso propone per quanto detto il completamento dell'iter mediante un programma di applicazioni, ai modelli mono e bidimensionali, delle tecniche di analisi automatica che si fondano sull'algebra matriciale e sul metodo degli elementi finiti_

Al corso si ailiancano esercitazioni pratiche sull'elaboratore, e lo studio dettagliato di qualche organismo strutturale eventual­mente collegato con l'esperienza progettuale degli allievi, ed al quale siano applicabili i modelli teorici analizzati.

Premessa

PROGETTAZIONE PER L'INDUSTRIA (DESIGN)

Prof. Roberto Mango

Nella accezione più generale la Progettazione per l'industria IDesign si pone come attività progettante connessa ad una parti­colare modalità di produzione, quella industriale appunto, di cui è chiamata a regolare i processi di trasformazione della materia e di produzione di artefatti che in maniera sempre più determinante concorrono all'artefazione dell'ambiente, alla conformazione del­l'habitat_

Per questa stretta connessione la disciplina non può trovare

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plausibile criterio di limitazione ad un particolare campo di appli­cazione per la semplice considerazione che ogni « oggetto » la cui produzione implica il ricorso a procedure e a meccanismi indu­striali la presuppone, così come la presuppone ogni questione di architettura connessa ai problemi della qualità dell'operare uma­no in sé elo in rapporto alle macchine_

Sul piano meramente ideale quindi sono da ritenersi prive di fondamento le diverse e correnti distinzioni (industrial design, product design, ect. ect_) le quali possono tuttavia essere conside­rate di una certa utilità ai fini didattici e di orientamento verso sbocchi professionali specialistici.

La Progettazione per l'Industria trova i fondamenti delle sue connotazioni qualificative sul piano culturale e metodologico pro­prio in rapporto ai vincoli relativi ai procedimenti produttivi che impongono, in primo luogo, la cura di ricercare nella dinamica progettuale il massimo grado di integrazione e coerenza tra il mo­mento strategico della « costruibilità» (o della inventio) e quello prevalentemente tattico-operativo della «costruttività» (o del farsi)_ Ciò vale ad introdurre nel processo progettuale un elevato interesse alla sperimentazione e alla speculazione circa l'uso più « economico» ed appropriato dei materiali e delle tecniche di produzione_

In senso più generale tutto ciò significa operare progettual­mente nella consapevolezza di un impiego utile_delle risorse al­l'interno di un rapporto creativo tecnologia/linguaggio da arric­chire con l'avanzamento della ricerca scientifica ed applicata e da animare in rapporto ai fenomeni culturali più autentici.

Contenuti

Le considerazioni svolte in premessa non consentono di privi­legiare un indirizzo tematico rispetto ad altri_ Ciò non toglie tut­tavia che in termini di «offerta didattica» e ai fini di una prati­cabilile accessibilità si possono individuare delle « aree-problema » caratterizzate da spesifici contenuti di ricerca e di applicazione di­dattica. Queste « aree-problema» sono:

277

1. Cultura materiale e produzione.

- I fondamenti culturali del Design

- L'Archeologia industriale e lineamenti di una filologia del Design.

2. Tecnologie e linguaggi dell'habitat.

L'« Architectural design» e l'oggetto edilizio

L'Architettura industrializzata.

3. L'" Intorno ambientale» / Spazi di vita, di lavoro e sistemi di attrezzature.

L'« intorno» privato

L'« intorno» pubblico e comunitario.

4. Euristica del Design.

- Modelli teorici e procedure metodologiche sperimentali.

Articolazione didattica

L'attività didattica si articola in tre momenti fondamentali, di cui il primo consiste nella registrazione critica delle proposizioni e delle esperienze progettuali che configurano l'area disciplinare in quanto significative del suo stesso sviluppo storico, non trala­sciando di illustrare quelle connessioni ed aperture della disciplina stessa ai fenomeni cuTturali di « frontiera ».

L'articolazione successiva è rappresentata da una analisi pro­gettuale non limitata alla « immagine» ma sviluppata come inda­gine conoscitiva tesa ad approfondire, nonostante la persistente scarsezza di documentazione, con scavi filologicamente rigorosi, le relazioni tra ideologia e metodologia, tecnologie e linguaggio e ogni altra individuabile nella complessa e concreta realtà di una produzione.

Attraverso questo momento didattico viene sottolineato l'im-

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portanza della operatività alla scala del reale, intesa non solo come misura disciplinare, ma assunta nel suo valore etico di tensione risolutrice delle scelte progettuali.

L'ulteriore avanzamento didattico consiste in un «esercizio progettuale ». Non potendo fondare, infatti, su di una esperienza esaustiva quale quella di una progettazione integrale, che impli­cando complessi interventi interdisciplinari, potrebbe tradursi in termini velleitari, il momento conclusivo dell'esperienza didattica si sofferma sugli aspetti fondanti la metodologia di progettazione e sulle motivazioni che possono orientarla in maniera credibile e consistente.

Coordinamento con altri corsi

In relazione alle possibilità di raccordo con altri corsi, la Pro­gettazione per l'Industria trova un suo primo coordinamento con i corsi dell'Istituto di Tecnologia dell'Architettura, ampliando in tal modo le possibilità di più articolate relazioni con altri corsi e Istituti universitari.

Materiale bibliografico

Testi essenziali su argomenti fondativi: S. Tentori, Cultura del Design, Tamburini, 1964. M. Read, Arte e Industria, Lerici, 1959. G. C. Argan, Progetto e destino, Il Saggiatore, 19.65. P. Tedeschi, Disegno industriale, Calderini, 1965. R. Mango, Design e arredo urbano, Napoli 1965. S. Giedion, L'era della meccanizzazione, Feltrinelli, 1967. E. Frateili, Design e civiltà della macchina, Editalia, 1968. N. Pevsner, L'architettura moderna e il design, Einaudi, 1969. R. Mango, E. D. Environmental Design, Napoli 1969. R. Banham, Architettura della prima età della macchina, Calderini,

1970. R. Mango, L'esperienza ambientale - Ricerche di Arredo urbano,

Napoli 1972.

279

G. Dorfles, Introduzione al disegno industriale, Einaudi, '1972. E. Frateili, Una autodisciplina per l'architettura, Dedalo, 1973. V. Papanek, Progettare per il mondo reale, I! Saggiatore, 1973. G. Bonsiepe, Teoria e pratica del disegno industriale, Feltrinelli,

1975. T. Maldonado, Disegno industriale, un riesame, Feltrinelli, 1977. R. Mango, Archeologia industriale e Design, in «Quaderni del­

l'Istituto di Restauto dei Monumenti », F.d.A., Napoli 1978.

SCENOGRAFIA

PROGETTAZIONE DELL'AMBIENTE

Prof. Almerico de Angelis

Premessa

Questo quarto corso di progettazione dell' ambiente ha come premessa una duplice consapevolezza. La prima, l'influenza -­sempre più pressante - che l'ambiente artefatto' determina nella vita associata; la seconda, l'inadeguatezza delle metodologie di pro­gettazione attualmente praticate - tutte rivolte ad un risultato statico (definito) - incapaci di tener conto delle continue trasfor­mazioni cui l'ambiente stesso viene sottopost~, provocate dalle pratiche d'uso.

Obiettivo del corso è individuare i processi formativi dell'im­magine ambientale (fisica e mentale) nelle sue dimensioni culturali, storiche, operative.

Ipotesi di lavoro (che possiamo solo proporre): arrivare a defi­nire una metodologia di progettazione ambientale.

Campo d'interesse operativo: l'ambiente urbano. La ricerca opererà su tre livelli: quello interno ai processi di

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progettazione, quello di analisi ambientale, quello relativo ai SI­

stemi percettivi e ai modelli d'uso. Coerentemente con queste premesse il corso si articolerà in

tre fasi: una teorica e due operative - analisi e intervento.

Articolazione del corso

I! corso è articolato in tre periodi (Dicembre-Gennaio/Feb­braio-Marzo/ Aprile-Giugno) cui corrispondono i tre momenti uno di analisi teorica, uno di ricerca, uno di sperimentazione.

Il primo periodo (Dicembre/Gennaio) tende a esaurire in un seminario intensivo, articolato su basi interdisciplinari, i conte­nuti teorici del corso come premessa inderogabile alle successive fasi di analisi e di intervento. Anche in base a quest'ultima consi­derazione la partecipazione al seminario teorico è condizione indi­spensabile per poter sostenere l'esame a giugno.

I! seminario che impegnerà tutti i tre giorni settimanali messi a disposizione dal calendario scolastico, si avvarrà di apporti ester­ni di docenti appartenenti anche ad altre discipline, con l'obietti­vo di arrivare ad una definizione la più ampia e articolata possibile del concetto di ambiente anche nelle sue implicazioni storico··filo­sofiche.

I docenti invitati a prendere parte al seminario per l'anno acc. 1979-80 sono: Filippo Alison, Marcello AngriSani, Urbano Cardarelli, Germano Celant, Riccardo Dalisi, Stefano Levialdi, Al­do Masullo, Filiberto Menna, Massimo Nunziata, Susan Schwartz, Augusto Vitale, Marcello Vittorini.

I! secondo periodo (Febbraio-Marzo) prevede l'aggregazione di gruppi di ricerca di 6-10 persone con l'intento di procedere,. ad un'analisi delle strutture che concorrono alla formazlOne dell im­magine ambientale.

Scopo di questa ricerca e di individuare i luoghi isotropi al­l'interno della maglia ambientale. I risultati di queste tlcerche, nelle varie fasi di avanzamento, verranno periodicamente sottopo­sti all'analisi collettiva dell'intero corso formando materiale di dibattito.

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Il terzo periodo (Aprile-Giugno l corrisponde al momento ope­rativo.

In questa fase si affronterà il tema della progettazione ambien­tale intervenendo su un'area urbana - da definirsi nel corso di svolgimento dell'anno accademico, anche avvalendosi dei risultati della ricerca - comune a tutto il corso con l'obiettivo di ottenere attraverso l'intervento di progettazione un aumento della « qua­lità urbana » senza ricorrere all'azzeramento dell'esistente (e del­la storiaì.

In questa fase verranno sperimentate tecniche di rappresenta­zione tendenti a documentare l'immagine ambientale nella sua fase d'uso con particolare attenzione rivolta ai fenomeni percettivi.

A causa della mancata sistematizzazione della disciplina, le bi­bliografie verranno indicate durante lo svolgimento del corso con lo scopo di finalizzarle ad interessi di ricerca definiti.

STORIA DELL'URBANISTICA

Prof. Mario Coletta

Premessa

La storia dell'Urbanistica è intesa come storia del territorio insediato, e pertanto studia sia il processo formativo dello stesso che la sua organizzazione sociale ed economica.

Per storia dell'urbanistica si intende altresì storia delle istitu­zioni che ne hanno presieduto la gestione promuovendone la evo­luzione o la involuzione e quindi storia politica e culturale del­l'ambiente.

Articolazione del corso

Il corso si articola in due cicli di lezioni integrate da una fase sperimentale consistente in una lettura sistematica di alcuni ambiti territoriali agevolmente raggiungibili.

Il primo ciclo investe la problematica disciplinare nella sua

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globalità e complessività, nelle sue relazioni con i contorni etero­disciplinari e stabilisce i punti fissi di una metodologia di lettura del territorio, nelle sue risorse urbanistiche e dei criteri gestio­nali che ne presiedano l'amministrazione.

Il secondo ciclo analizza la processualità insediativa dalla pro­tostoria ad oggi, stabilendo un costante parallelismo tra le com­ponenti ambientali, paesaggistiche e territoriali, esemplificate at­traverso la rilettura di una somma di episodi scelti tra quelli che più significativamente esprimono il diversificarsi delle evoluzioni urbanistiche, delle culture e delle civiltà in Europa e più speci­ficamente nel nostro Paese.

La fase sperimentale accoglie una sistematica lettura operata da docente e discenti su un ambito territoriale del Mezzogiorno, sulla base di quanto già avviato per la lettura del territorio inter­regionale della Valle del Volturno.

Le letture si svilupperanno a tre livelli: al ad ambito di cen­tro urbano per città superiori ai 50.000 abitanti; hl livello urbano, riferito ai centri abitati con popolazione superiore ai 10.000 abi­tanti; cl a livello subcomprel)soriale e comprensoriale per nuclei a soglie demografiche inferiori.

Contenuto del corso

Argomenti fondamentali interessanti i due cicli di tezioni: Questioni di storiografia urbanistica. La ricerca storico-ur­

banistica, rassegna delle interpretazioni metodologiche. Il metodo storiografico dell'approccio alla città ed al territorio. Le relazioni interdisciplinari. La storia dell'Urbanistica come storia delle de­cisioni e cioè del potere.

Le origini dell'insediamento umano. Le prime aggregazioni insediative umane ed urbane. La città ed il territorio nell'evolu­zione della cultura urbanistica. La città di colonia e gli aggregati spontanei. I fattori della crescita insediativa urbana. L'ambiente, il paesaggio ed il territorio nella storiografia urbanistica europea.

Analisi delle tipologie insediative nei diversi contesti storici. La città e la cultura urbanistica in età preromana, romana, me-

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dioevale, rinascimentale, barocca, moderna e montemporanea. Li­nee di storiografia urbanistica del Mezzogiorno d'Italia.

Lettura delle stratificazioni urbanistiche delle principali cit­tà europee e dei centri più significativi del Mezzogiorno d'Italia.

La città come bene culturale. La problematica dei centri sto­rici. Il centro e la periferia. Gli interventi nei centri storici. Le carte del restauro e la legislazione urbanistica. I centri storici minori.

Bibliografia

M. Coletta, Il territorio storico dell'Urbanistica, Napoli 1977. M. Coletta, Campania, territorio e politica di piano, Napoli 1979. M. Coletta, L'indagine storica a livello subcomprensoriale: La val-

le del Volturno, Padova (in corso di stampa). A. Rigillo, Contributo alla metodologia della Storia dell'Urbanisti­ca, Napoli 1971. F. Brunetti, Profilo storico dell'Urbanistica, Padova 1978. M. Morini, Atlante di Storia dell'Urbanistica, Torino 1979 (ristam­

pa) da consultare essenzialmente per la documentazione grafica e fotografica.

G. Simoncini, Note di storia del territorio, antichità e medio evo, Firenze 1975.

M. Coletta, Articoli sulle problematiche dei centri storici minori, pubblicati nella rivista « Proposta».

TIPOLOGIA STRUTTURALE

Prof. Paolo Jossa

Il corso in oggetto, la cui collocazione naturale è al quarto­quinto anno di studi nella Facoltà, intende sviluppare, con riferi­mento ai problemi strutturali, due aspetti centrali che caratteriz­zano, dal punto di vista del metodo di studio, le proposte proget­tuali.

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Proposte, da un lato, quasi definite nel modello, in particolare nel materiale e nella geometria, e nel comportamento, per le quali è prevalente l'analisi deduttiva ed, in concreto, la quantizzazione dimensionale. Proposte, dall'altro lato, per le quali l'a5senza di pre­cise codificazioni richiede di privilegiare lo studio del loro compor­tamento globale.

Nella specificità dei problemi strutturali tale ipotesi di classifi­cazione può forse correlarsi, con qualche elasticità, a due classici metodi di analisi. L'analisi dello schema, come tale, individuato in genere nella sua specificità da un numero contabile di gradi di li­bertà ai nodi, per il quale il calcolo si sviluppa con procedimenti rigorosamente definiti fino alla verifica locale.

L'analisi dello schema condotta attraverso opportune trasfor­mazioni di equivalenza in continui semplici, per i quali sono parti­colarmente utili nello studio del comportamento globale soluzioni deboli dell'equilibrio.

1. Elementi di calcolo matriciale delle strutture - Le matrici di ri­gidezza - Schemi reticolari ed a telaio - Cenni sulla estensione del procedimento allo studio di lastre e piastre.

2. Elementi di programmazione in FORTRAN. Illustrazione di programmi per l'analisi automatica di stutture reticolari ed intelaiate, piane e spaziali. Applicazioni.

3. Elementi di teoria dell'equivalenza - Esplicitazione per le strut­ture « snelle» (edifici alti) - Soluzioni con formazioni « debo­li » dell'equilibrio - Applicazioni.

UNIFICAZIONE E PREFABBRICAZIONE

ProE. Claudio L. Murolo

Produzione architettonica per componenti

Con riferimento al dominio della produzione architettonica e della tecnologia intesa come insieme dei procedimenti tecnici ed

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orgarnzzativi relativi .al fare architettonico, la prefabbricazione, nella sua accezione più generale, va intesa come « processo tecno­logico che consente la realizzazione di un organismo architettonico mediante l'impiego di parti preprodotte ».

Il processo si articola nelle due fasi successive ma correlate di produzione .dei componenti ed assembleaggio degli stessi, fasi che, passando per l'opèrazione intermedia del trasporto, prevedono due luoghi di attuazione diversi: lo o gli stabilimenti di produ­zione per la prima; il. cantiere, nel quale si svolgono solo opera­zioni di sollevamento, posizionamento e fissaggio, per la seconda.

Limitatamente alla sola vasta tematica della prefabbricazione a ciclo aperto, il corso orienterà la propria attività prioritaria­mente all'analisi dei problemi a questa connessi, centrando il la­voro sull'analisi dei due termini del rapporto vincoli-libertà espres­siva e cioè ponendo da una parte i componenti con le loro carat­teristiche strutturali; e dall'altra la libertà compositiva, condizio­nata dalle possibilità combinatorie atte a determinare una serie di situazioni funzionali.

Pur tuttavia si ritiene di non dover rinunciare ad una attenta analisi storico-tecnica, certamente non positiva, dei sistemi a ciclo chiuso e ciò a scopo informativo, in un primo momento della atti­vità didattica, durante la quale saranno pure esaminati tutti quegli strumenti logici e strategie. (normazione e coordinazione modu­lare, unificazione, industrializzazione del cantiere) che costituisco­no elementi fondamentali ed indispensabili del processo costrutti­vo industrializzato.

Coscienti altresì, che il momento attuale vede il manifestarsi, proprio in seno a quei paesi che furono all' avanguardia della indu­strializzazione edilizia, di ripensamenti e perplessità nei confronti di quelle « tecniche più efficaci ed avanzate», tali da far ritIettere qualche illustre esponente della cultura architettonica su un au­spicabile ritorno a tecniche artigianali, che suona quasi un esaspe­rato invito alla «retroguardia» tecnologica; e convinti che, in effetti, sia comunque da rifiutare l'eccessivo fervore dei «mistici della industrializzazione »; ·nel corso sarà privilegiata l'analisi di quel procedimenti costruttivi industrializzati che si collocano,

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quantitativamente e qualitativamente, in posizione mediana tra due estremismi.

Argomenti del corso

1. Attività didattica

a) Fase informativa:

origini della prefabbricazione ( .. .i laterizi sagomati della Basi­lica nel Foro di Pompei)

l'inizio della prefabbricazione nel dopoguerra (1946-47, le pri­me esperienze europee)

la prefabbricazione a ciclo chiuso (i sistemi Francesi, Inglesi, Tedeschi ed Italiani più significativi)

la industrializzazione dei getti (i sistemi a tunnel, bIanche ta­ble ecc.)

la statica dei sistemi prefabbricati (i sistemi a pannelli, i si­stemi trave-pilastro ecc.).

la coordinazione modulare

- la normativa tecnica italiana (l'Ente Nazionale It"Hano di Uni­ficazione.

b) Fase applicativa:

« Il processo del costruire e l'evoluzione tecnologica nell'opera di Angelo Mangiarotti»

analisi dell'opera sul piano metodologico e dei contenuti;

la progettazione «per componenti» e la «progettazione del componente» nella scala dell'architettura;

il confronto tra le opere «irripetibili» e quelle «aperte ». (L'edificio a pianta « aperta »).

287

II. Attività di ricerca

Si propone l'argomento: ," il nodo nelle strutture prefabbri-cate tridimensionali» articolato nei due aspetti:

288

per i sistemi asta-nodo: ricerca di possibili soluzioni genera­trici di forme geometriche spaziali concretizzabili in grigliati reticolari;

per i sistemi di prefabbricazione trave-pilastro: ricerca di so: luzioni tecnologiche in acciaio (nodi rigidi) che garantiscono l'indeformabilità geometrica globale del sistema e consentano una vasta gamma di soluzioni spaziali,

INDICE

Composizione del Consiglio di Facoltà

Premessa

Titoli di Ammissione Titoli Accademici conferiti dalla Facoltà Prospetto riassuntivo dei titoli di studi medi richiesti per la

5

9

11 12

iscrizione 13 Meccanizzazione dei Servizi amministrativi 15 Moduli meccanografici 16 Elenco degli insegnamenti attivati nell'anno accademico 1979-

1980 17 Codificazione degli insegnamenti 20 Lezioni e frequenza 22 :Piani di Studi della Facoltà 23 Concetti generali sui piani di studio individuali 24 Piano di Studio consigliato dalla Facoltà (nuovo ordinamento) 27 Delimitazioni delle sessioni di esami 29 Precedenze di esami 30 Convalida degli esami 30 Norme generali 35 Norme per l'esame di Laurea 36 Biblioteca 37 Scuola di perfezionamento in Rest_Ul'o dei Monumenti 38

PROGRAMMI

Insegnamenti fondamentali

Analisi matematica e Geometria analitica I (A, B, C, D) Analisi matematica e Geometria analitica II (A, D)

45 47

291

Analisi matematica e Geometria analitica n (B, C) Arredamento (A) Arredamento (B) Composizione architettonica I (A) Composizione architettonica I (B) Composizione arc"hitettonica I (C) Composizione architettonica I (D) Composizione architettonica I (E) Composizione architettonica II (A) Composizione architettonica n (B) Composizione architettonica II (C) Composizione architettonica n (D) Composizione architettonica III (A) Composizione architettonica III (B) Composizione architettonica III (C) Composizione architettonica IV (A) Composizione architettonica IV (B) Composizione architettonica IV (C) Composizione architettonica V (A) Composizione architettonica V (B) Composizione architettonica V (C) Composizione architettonica V (D) Disegno e Rilievo (A) Disegno e Rilievo (B) Disegno e Rilievo (C) Disegno e Rilievo (D) Disegno e Rilievo (E) Estimo ed esercizio professionale (A) Estimo ed esercizio professionale (B) Fisica (A) Fisica (B) Fisica tecnica ed impianti Geometria descrittiva (A)

. Geometria descrittiva (B) Geometria descrittiva (C) Geometria descrittiva (D)

292

48 49 52 55 58 62 65 69 72 75 75 77 80 80 83 86 90 92 95 98

102 106 108 112 115 117 120 123 126 129 129 130 132 134 136 137

Igiene edilizia (A) Igiene edilizia (B) Restauro dei Monumenti Scienza delle costruzioni (A) Scienza delle costruzioni (B) Statica (A) (B) Statica (C) Statica (D) Storia dell' Architettura I (A) Storia dell'Architettura I (B) Storia dell'Architettura I (C) Storia dell'Architettura I (D) Storia dell'Architettura I (E) Storia dell'Architettura n (A) Storia dell'Architettura n (B) Storia dell'Architettura n (C) Storia dell'Architettura II (D) Tecnica delle costruzioni (A) Tecnica delle costruzioni (B) Tecnologia dell'Architettura I-n (A) (B) (C) Urbanistica I (A) Urbanistica I (B) Urbanistica I (C) Urbanistica II (A) Urbanistica II (B) Urbanistica II (C)

Insegnamenti complementari

Allestimento e Museografia Analisi dei sistemi urbani Arte dei giardini Caratteri stilistici e costruttivi dei Monumenti Complementi di Matematica Consolidamento e adattamento degli edifici Decorazione

139 142 144 152 153 155 158 161 164 169 173 176 178 180 181 182 184 188 191 192 212 216 219 221 225 225

231 233 236 240 245 247 250

293

Illuminazione ed Acustica nell'Edilizia Indirizzi dell'Architettura moderna Letteratura artistica Lingua inglese Materiali da costruzione speciali Materie giuridiche Pianificazione territoriale urbanistica (A) Pianificazione territoriale urbanistica (B) Plastica Ponti e grandi strutture Progettazione per l'industria Scenografla Storia dell'Urbanistica Tipologia strutturale Unifìcazione e prefabbricazione

294

254 257 258 260 264 265 268 271 275 275 276 280 282 284 285

Tipolito «La Buona Stampa}) Napoli, dicembre 1979