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SETE diSETE di PAROLAPAROLA

dal 22 al 28 Marzo 2015

VANGELO delVANGELO del GIORNOGIORNO

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COMMENTOCOMMENTOPREGHIERAPREGHIERAIMPEGNOIMPEGNO

Domenica, 22 marzo 2015Liturgia della Parola

Ger 21,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

…È MEDITATAFilippo è contattato da alcuni greci che vogliono

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vedere Gesù. Si aspettavano di incontrare un grande filosofo saggio disposto a condividere con loro la sua dottrina. E, invece, trovano un uomo turbato e dubbioso, che vede in quell'interessamento da parte dei pagani una specie di segnale, un'intuizione della propria fine.  Tutto si sta compiendo, dunque, sta per suonare l'ultima campana. Non è bastato quanto detto, né i segni, né il volto svelato del Padre. Tutto inutile: l'uomo non sembra in grado di cambiare, preferisce tenersi un Dio severo e scostante, un Dio da servire con sfarzose cerimonie e da corrompere con sacrifici. Gesù si è incupito: le cose sono diverse, ora, impreviste. Sì, certo; alcuni lo hanno seguito, anzi sono entusiasti, ma durerà? E i suoi amici, quelli che ha scelto, che ha seguito, che ha istruito, che ha amato, saranno capaci? Gesù pensa a quei quaranta giorni passati nel deserto di Giuda, tre anni prima. Che fare,

ora? Arrendersi? Lasciar perdere, sparire? Abbandonare l'uomo al suo destino? Una scelta, l'ultima, assurda, paradossale, esiste: la sconfitta. Lasciarsi andare, consegnarsi, sparire... forse servirà a far capire che parlava sul serio. Forse. Come esserne certi? È in gioco la libertà degli uomini, non quella di Dio. Bisogna morire, come il chicco di frumento. Scommessa ardita, rischio inaudito, follia. Davanti ad un Dio morto e nudo, mostrato, osteso, l'uomo davvero capirà?

«Per sapere chi sia Dio devo solo inginocchiarmi ai piedi della Croce» (Karl Rahner). Dio entra nella morte perché là va ogni suo figlio. Ma dalla morte risorge come un germe di vita indistrutti-bile, e ci trascina fuori, in alto, con sé. Gesù è così: un chicco di grano, che si consuma e fiorisce; una croce, dove già respira la risurrezione. «La Croce non ci fu data per capirla ma perché ci aggrappassimo ad essa»(Bonhoeffer)

…È PREGATATi salutiamo, Croce di Cristo, legno che ha portato il suo corpo donato per noinuova arca della nuova ed eterna alleanza trono e altare dove

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Cristo, re e sacerdote regna per sempre.Ti salutiamo, Croce di Cristo, speranza di un'umanità nuova, liberata dal peccato, uomini e donne disposti a riconoscere come fratello e sorella per la potenza di chi, su di te inchiodato, ha donato la vita.…MI IMPEGNAVogliamo vedere Gesù significa volerlo conoscere attraverso la Parola di Dio con cui familiarizzare ogni giorno. Vogliamo vedere Gesù vuol dire assumerne l'energia spirituale attraverso i sacramenti. Voglio vedere Gesù vuol dire incontrarlo personalmente in chi vive con me e nel povero, nel migrante, nell'uomo senza lavoro e senza casa e sì, anche nell'ultimo degli ultimi.

Lunedì, 23 marzo 2015Liturgia della Parola

Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62; Sal 22; Gv 8,1-11LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

…È MEDITATAA Gesù viene intessuta una trappola straordinaria, ammettiamolo. Una donna è colta in flagrante adulterio.

È il Sinedrio che l'ha condannata a morte, quando la pena di morte è riservata ai romani. Gesù si

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schiererà con l'oppressore? O riconoscerà il giudizio illegittimo del Sinedrio? È Mosè che ha prescritto la condanna a morte: oserà contraddire una legge divina l'anarchico falegname? La condannerà, come dice Mosè, e il padre misericordioso si ritirerà in buon ordine per lasciar spazio al Dio giudice? Una trappola splendida, non c'è che dire. Gesù si china e riflette. Fa ciò che loro non vogliono fare, compie ciò che ogni legge, ogni giudizio (anche religioso) deve fare: chinarsi, cioè piegarsi nell'umiltà e riflettere. Scrive, ora, il Nazareno. Scrive sul selciato del Tempio, sulla pietra. La legge scritta nella pietra con le parole stesse di Dio,

incise a fuoco e consegnata a Mosè è stata tradita, svilita, asservita a costumi e tradizioni solo umane, piccine e meschine. Sì, questa donna ha tradito il marito. Ma il popolo di Israele ha tradito lo spirito autentico della Legge. Richiama all'essenziale, il figlio di Dio, riscrive sulla pietra la legge che gli uomini hanno adattato e stravolto.---------------------------------------------------Lasciamo la condotta del prossimo da parte, accontentiamoci di dire, come il santo re Davide: «Mio Dio, fammi la grazia di conoscermi così come sono, affinché io veda ciò che può dispiacerti, perché possa correggermi, pentirmi e ottenere il perdono». Giovanni Maria Vianney

…È PREGATASono davanti alle porte della tua chiesa, e non mi libero dai cattivi pensieri.Ma tu, o Cristo, che hai giustificato il pubblicano, che hai avuto compassione dell'adultera, e hai aperto al ladrone le porte del Paradiso, aprimi il tesoro della tua bontà e poiché mi avvicino e ti tocco, accoglimi come la peccatrice e l'inferma che hai guarito. …MI IMPEGNAGesù non giustifica, né condanna, invita ad alzare lo sguardo, ad andare oltre, a guardare col cuore la fragilità dell'altro e scoprirvi, riflessa, la propria. No, Dio non giudica. Ci giudicano la vita, la società, il datore di lavoro, noi stessi. Tutti ci giudicano, Dio no, Dio

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ama, e basta. E questa donna viene liberata. Salvata dalla lapidazione viene ora salvata dalla sua fragilità. "Non peccare più" ammonisce Gesù. Anche lei viene invitata a guardare oltre ciò che pensava essere la soluzione ai suoi problemi.

Martedì, 24 marzo 2015GIORNATA DI PREGHIERA E DI DIGIUNO IN MEMORIA DEI MISSIONARI MARTIRI

Liturgia della ParolaNn 21,4-9; Sal 101; Gv 8,21-30

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire?”». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

…È MEDITATAChi è veramente Gesù? Questa domanda è cresciuta nel tempo del ministero di Gesù, fino a raggiungere la consapevolezza, da parte dei contemporanei di Gesù della pretesa messianica di Gesù. La crescente tensione che Gesù subisce è ben documentata dal vangelo di Giovanni che stiamo

leggendo in questa fine di quaresima. Anche noi, come l'uditorio del Nazareno, ci chiediamo: chi è veramente quest'uomo? Nel brano di oggi Gesù vola alto, ci provoca, ci scuote: per diverse volte, riferito a se stesso, usa il nome di Dio "Io sono". Il solo pronunciare il nome di Dio era un

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gravissimo reato, un abominio, un orribile peccato! Era impensabile che qualcuno, sano di mente, si attribuisse questo nome! E Gesù, per provare la sua identità profonda, chiede a chi lo ascolta di guardare le sue opere, di individuare nel suo comportamento l'opera di Dio. In questi giorni di deserto anche noi vogliamo individuare le opere del Padre nella nostra vita, vedere la sua presenza

nascosta nelle pieghe della quotidianità. Se sapremo riconoscere in Gesù il vero rivelatore di Dio, con lui faremo esperienza della presenza del Padre.-------------------------------------------------------------La croce di Cristo è la sorgente di ogni benedizione e la causa di tutte le grazie. Il nostro intelletto, illuminato dallo Spirito di verità, deve accogliere con cuore libero e puro la gloria della Croce, che diffonde i suoi raggi sul cielo e sulla terra. San Leone Magno

…È PREGATASignore Gesù, dammi di poter dire insieme con te, al Padre: tu sei con me, sempre. Aiutami a vivere secondo la tua volontà.

…MI IMPEGNAGesù dice che il Padre è con lui perché egli compie sempre le cose che gli sono gradite. Ecco un’altra indicazione per il nostro cammino. Non bisogna andare a zig-zag, di continuo fuori carreggiata: nel disordine, nel caos esistenziale. Fare la volontà di Dio e farla con amore: è questo che concretamente ti tiene vicino a Dio, cioè permette che egli sia sempre con te.

Mercoledì, 25 marzo 2015ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

SolennitàLiturgia della Parola

Is 7,10-14; Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAAl sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in

una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia:

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il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

…È MEDITATASiamo nell'ora più solenne della storia: Dio, nella persona del Verbo, sta per fare irruzione in essa. Quale luogo sarà degno di ospitarlo? Roma estende ovunque il suo potere, Atene è un raffinato centro culturale, Gerusalemme è la città santa... E Dio posa lo sguardo su un'oscura borgata della Galilea: Nazaret. Due località che, all'epoca, se avevano una qualche risonanza era in negativo. Basta ricordare la sprezzante considerazione di Natanaele: "Da Nazaret può venire qualcosa di buono?", e la drastica conclusione dei farisei: "Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!". Galilea, Nazaret sono

dunque l'emblema non solo di ciò che non conta, ma di ciò che merita solo disprezzo. Il messaggero celeste poi si rivolge a una "vergine", titolo che oggi si ammanta di venerazione proprio per il suo riferimento alla madre di Gesù. Ma anche sotto questo termine l'indicazione di una situazione di povertà esistenziale: la donna contava nella misura in cui era feconda, cioè era madre! E l'insignificanza è rafforzata dal fatto che solo alla fine ne compare il nome: è una delle tante. Ancora un elemento sconcertante: Luca ha appena narrato l'annuncio rivolto a Zaccaria, di cui ha sottolineato il rango

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sacerdotale, in un contesto più che solenne. E qui tutto lascia supporre l'ordinarietà di un modesto quotidiano. Ma è proprio qui la stravolgente novità del rivelarsi di un volto inedito, impensabili di Dio: Egli è amore, cioè vicinanza. Egli vuole abitare la nostra storia, vuole farsi pellegrino con noi, vuole che impariamo a cercarlo e a trovarlo lì dove si snoda la nostra esistenza. Questi primi versetti, allora, ci

svelano una cosa grandiosa: in quel piccolo frammento di tempo che vivo, in quella sperduta località dove si svolge la mia esistenza, Dio mi raggiunge, oggi, con il suo annuncio. Sì, oggi, sono io quella vergine a cui Dio chiede di far spazio per tornare a incarnarsi. Io sono chiamato a dargli un volto.----------------------------------------------------Cristo è il ponte. L'unico ponte che va dalla terra al cielo. Fuori di lui è l'abisso.S . Caterina da Siena

…È PREGATAMio Dio, quanto amore per noi è espresso in questa festa! La giovane vergine diventa il luogo privilegiato dell'Incarnazione del tuo Figlio diletto! E tu prendi dimora in mezzo a noi, tu il nostro Creatore e Salvatore! Santissimo Spirito, fammi più degno di tanta grazia, di tanta felicità perché il Dio Vivente dimora in me!

…MI IMPEGNADio ha bisogno di me, oggi, della mia piccola vita per essere presente in questo mondo che langue.

Giovedì, 26 marzo 2015Liturgia della Parola

Gn 17,3-9; Sal 104; Gv 8,51-59LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, disse Gesù ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola non sperimenterà la morte in eterno’’. Sei tu più grande del nostro padre

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Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: ‘’È nostro Dio!’’, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.…È MEDITATALa misura è ormai colma, la sentenza di morte è scritta. Gesù si prende per Dio, attribuisce a se stesso l'impronunciabile nome scoperto da Mosè sull'Oreb. Se Dio è io sono colui che è, o meglio potremmo tradurre io sono colui che è presente, allora davvero Gesù è la manifestazione piena e definitiva di questa presenza misteriosa, il volto di Dio, Dio diventato uomo per raccontarsi. Il cammino di Quaresima ci porta fino a questo punto, fino all'essenziale della fede: Gesù pretende di essere il vero volto di Dio. Possiamo accogliere questa novità sconcertante, sapendo che la manifestazione definitiva di Gesù sarà la sua morte in croce, vera e propria ostensione del Padre, oppure prendere le pietre per lapidarlo, come ancora

molti fanno, oggi. Il Padre rivela la sua gloria nei gesti di tenerezza e di benevolenza del figlio, stupiamocene ancora, nella concretezza del quotidiano. Meditando la sua Parola, vedendo i segni della sua presenza nei fratelli che ci stanno intorno, camminando per strada e odorando la primavera, facendo memoria delle tante cose che abbiamo scoperto grazie al vangelo, diamo gloria al Padre per mezzo di Gesù...--------------------------------------------------Il Signore vuole donare agli uomini la vita piena, cioè la vita che non finisce con la morte, ma incontra resistenze e opposizioni. Essi preferiscono la vita abituale, sottomessa alla dura legge della morte, pur di non sconvolgere la loro tranquilla normalità. E' la stessa cecità con cui tanti uomini

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anche oggi guardano con diffidenza e ostilità all'offerta generosa che il Signore fa a ciascuno di una vita diversa, più

umana e piena di significato, se abbandonano il modo di pensare triste e scontato con cui sono abituati a vivere.

…È PREGATASignore Gesù, nell'avvicinarsi della Santa Settimana che celebra solennemente i santi misteri della tua morte e resurrezione, fa' che in essi io m'immerga fin d'ora con fede e speranza esultanti. Sono certo che anche la mia morte, se vivo il tuo vangelo, sarà una porta che si spalanca sulla vita della gioia che non tramonta.…MI IMPEGNASpogliaci, Signore, di ogni ombra di arroganza. Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza. Donaci un futuro gravido di grazia, di luce e di incontenibile amore per la vita. Aiutaci a spendere per Te tutto quello che abbiamo e che siamo. E la Vergine tua Madre c'intenerisca il cuore. Fino alle lacrime.

Venerdì, 27 marzo 2015Astinenza

Liturgia della ParolaGer 20,10-13; Sal 17; Gv 10,31-42

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Egli disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che

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Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

…È MEDITATAGesù ci parla di Dio non con i ragionamenti dei filosofi, né col romanticismo o il realismo rassegnato dei nostri pensieri. Gesù parla di Dio con la sua stessa vita. E' un linguaggio che parla a tutti, non ha bisogno di cultura né di un ruolo sociale per essere compreso. Basta lasciarsi toccare, restare vulnerabili alle "molte opere buone del Padre mio" che il Signore ci mostra. Sono queste che ci danno il potere di diventare simili a Dio, sciocchezza per i pagani e bestemmia per i giudei, ma salvezza per tutti quelli che si fidano del bene che vedono realizzarsi davanti ai loro occhi. Di nuovo Gesù sfugge alle mani di quelli che vogliono catturarlo. Il Vangelo non lo si possiede, lo si vive; la

Parola di Dio non la si conosce già, la si scopre, ogni volta nuova e più densa ancora di significato per la nostra vita.----------------------------------------------------Gesù, ch'io non sia facile a parlar bene di te, senza impegnarmi con la vita. Fa' che io gridi il tuo vangelo non tanto a parole, ma con le mie scelte, dentro il mio quotidiano.

Dobbiamo essere un lievito nella pasta, mescolato ad essa così intimamente da fare un tutt'uno e da essere incorporate semplicissimamente... con il sorriso, con l'unico scopo di testimoniare l'amore. Un'anima che irradia è sufficiente per accendere un braciere

Magdaleine di Gesù

…È PREGATAPotessimo contemplare a faccia scoperta la gloria del Signore per essere anche noi trasformati di gloria in gloria, per grazia del Signore nostro Gesù Cristo al quale sia gloria e forza nei secoli dei secoli. Amen.

…MI IMPEGNALa grande settimana è ormai alle porte: che il Signore ci accordi un cuore che sappia intenerirsi davanti a questo tempo che è il cuore

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della storia, l'inizio della nostra fede, il nutrimento della nostra speranza... 

Sabato, 28 marzo 2015Liturgia della Parola

Ez 37,21-28; (Salmo) Ger 31,10;11-12ab;13; Gv 11,45-56LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista della risurrezione di Lazzaro credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione, e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove rimase con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

…È MEDITATAÈ interessante che, attraverso il filo d'oro della Provvidenza, sia proprio Caifa: un sommo sacerdote, a profetizzare inconsapevolmente una verità radiosa e consolantissima. Nella ristretta logica di Caifa è meglio che un uomo soltanto, nella persona del

nazareno Gesù, sia sacrificato in modo che - secondo la sua ottica - tutto sia pace a Gerusalemme e i Romani non distruggano tutto Israele.  Ecco: un uomo solo: proprio quello che, essendo Figlio di Dio, si consegnò liberamente ai suoi uccisori per cancellare, col suo olocausto, tutti i

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peccati. Secondo la tradizione, nel tempio si sacrificavano animali con l'intento di espiare i peccati compiuti dagli Ebrei. Qui c'è un salto enorme di qualità. La vittima non è più un animale, ma il Cristo, il Messia. E i destinatari non sono solo gli Ebrei ma "tutti i figli di Dio" che appartengono a tutti i popoli, razze, nazioni.  È qui che ci soffermiamo in

stupita contemplazione. Davvero la misericordia di Dio ha così grandi braccia che nessuno esclude di chi voglia abbandonarsi ad essa, fidandosi di Gesù redentore.-------------------------------------------------------------Vedendo la bellissima collana, come in un sogno ammirai, soprattutto, il filo che univa le pietre e si immolava anonimo, perché tutte formassero una unità. Hèlder Camara

…È PREGATAMetti nel mio cuore, Signore, la tua stessa passione per l'unità. Sul tuo esempio, che anch'io sia pronto anche a pagare di persona perché essa si realizzi.Dov’è odio che io porti Amore; dov’è tristezza che io porti la gioia; dov’è divisione che io porti l’unione. Signore, fammi strumento di pace e di unità.

…MI IMPEGNAFormate un solo coro, prendendo tutti la nota da Dio. Tendendo alla piena unità concertate nella più stretta concordia per inneggiare con una voce sola al Padre per mezzo di Gesù Cristo. Egli vi ascolterà e, dalle vostre opere, riconoscerà che siete voi il canto del suo Figlio. Anche se dovete soffrire restate nell'unità più indiscussa; così sarete sempre uniti a Dio.Ignazio di Antiochia (II secolo)

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PAPA FRANCESCOUDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro Mercoledì, 11 marzo 2015La Famiglia - I Nonni (II)

Nella catechesi di oggi proseguiamo la riflessione sui nonni, considerando il valore e l’importanza del loro ruolo nella famiglia. Lo faccio immedesimandomi in queste persone, perché anch’io appartengo a questa fascia di età.

Quando sono stato nelle Filippine, il popolo filippino mi salutava dicendo: “Lolo Kiko” – cioè nonno Francesco - “Lolo Kiko”, dicevano! Una prima cosa è importante sottolineare: è vero che la società tende a scartarci, ma di certo non il Signore. Il Signore non ci scarta mai. Lui ci chiama a seguirlo in ogni età della vita, e anche l’anzianità contiene una grazia e una missione, una veravocazione del Signore. L’anzianità è una vocazione. Non è ancora il momento di “tirare i remi in barca”. Questo periodo della vita è diverso dai precedenti, non c’è dubbio; dobbiamo anche un po’ “inventarcelo”, perché le nostre società non sono pronte, spiritualmente e moralmente, a dare ad esso, a questo momento della vita, il suo pieno valore. Una volta, in effetti, non era così normale avere tempo a disposizione; oggi lo è molto di più. E anche la spiritualità cristiana è stata colta un po’ di sorpresa, e si tratta di delineare una spiritualità delle persone anziane. Ma grazie a Dio non mancano le testimonianze di santi e sante anziani!

Sono stato molto colpito dalla “Giornata per gli anziani” che abbiamo fatto qui in Piazza San Pietro lo scorso anno, la piazza era piena. Ho ascoltato storie di anziani che si spendono per gli altri, e anche storie di coppie di sposi, che dicevano: “Facciamo il 50.mo di matrimonio, facciamo il 60.mo di matrimonio”. È importante farlo vedere ai

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giovani che si stancano presto; è importante la testimonianza degli anziani nella fedeltà. E in questa piazza erano tanti quel giorno. E’ una riflessione da continuare, in ambito sia ecclesiale che civile. Il Vangelo ci viene incontro con un’immagine molto bella commovente e incoraggiante. E’ l’immagine di Simeone e di Anna, dei quali ci parla il vangelo dell’infanzia di Gesù composto da san Luca. Erano certamente anziani, il “vecchio” Simeone e la “profetessa” Anna che aveva 84 anni. Non nascondeva l’età questa donna. Il Vangelo dice che aspettavano la venuta di Dio ogni giorno, con grande fedeltà, da lunghi anni. Volevano proprio vederlo quel giorno, coglierne i segni, intuirne l’inizio. Forse erano anche un po’ rassegnati, ormai, a morire prima: quella lunga attesa continuava però a occupare tutta la loro vita, non avevano impegni più importanti di questo: aspettare il Signore e pregare. Ebbene, quando Maria e Giuseppe giunsero al tempio per adempiere le disposizioni della Legge, Simeone e Anna si mossero di slancio, animati dallo Spirito Santo (cfr Lc 2,27). Il peso dell’età e dell’attesa sparì in un momento. Essi riconobbero il Bambino, e scoprirono una nuova forza, per un nuovo compito: rendere grazie e rendere testimonianza per questo Segno di Dio. Simeone improvvisò un bellissimo inno di giubilo (cfr Lc 2,29-32) – è stato un poeta in quel momento - e Anna divenne la prima predicatrice di Gesù: «parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme» (Lc 2,38).

Cari nonni, cari anziani, mettiamoci nella scia di questi vecchi straordinari! Diventiamo anche noi un po’ poeti della preghiera: prendiamo gusto a cercare parole nostre, riappropriamoci di quelle che ci insegna la Parola di Dio. E’ un grande dono per la Chiesa, la preghiera dei nonni e degli anziani! La preghiera degli anziani e dei nonni è un dono per la Chiesa, è una ricchezza! Una grande iniezione di saggezza anche per l’intera società umana: soprattutto per quella che è troppo indaffarata, troppo presa, troppo distratta. Qualcuno deve pur cantare, anche per loro, cantare i segni di Dio, proclamare i segni di Dio, pregare per loro! Guardiamo a Benedetto XVI, che ha scelto di passare nella preghiera e nell’ascolto di Dio l’ultimo tratto della sua vita! E’ bello questo! Un grande credente del secolo scorso, di tradizione ortodossa, Olivier Clément, diceva: “Una civiltà dove non si prega più è una civiltà dove la vecchiaia non ha più senso. E questo è terrificante, noi abbiamo bisogno prima di tutto di anziani che pregano, perché la vecchiaia ci è data per questo”. Abbiamo bisogno di anziani che preghino perché la vecchiaia ci è data proprio per questo. E’ una cosa bella la preghiera degli anziani. Noi possiamo ringraziare il Signore per i benefici ricevuti, e riempire il vuoto dell’ingratitudine che lo circonda. Possiamo intercedereper le attese delle nuove generazioni e dare dignità alla memoria e ai sacrifici di quelle passate. Noi possiamo ricordare ai giovani ambiziosi che una vita senza amore è una vita arida. Possiamo dire ai giovani paurosi che l’angoscia del futuro può essere vinta. Possiamo insegnare ai giovani troppo innamorati di sé stessi che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. I nonni e le nonne formano la “corale” permanente di un grande santuario spirituale, dove la preghiera di supplica e il canto di lode sostengono la comunità che lavora e lotta nel campo della vita. La preghiera, infine, purifica incessantemente il

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cuore. La lode e la supplica a Dio prevengono l’indurimento del cuore nel risentimento e nell’egoismo. Com’è brutto il cinismo di un anziano che ha perso il senso della sua testimonianza, disprezza i giovani e non comunica una sapienza di vita! Invece com’è bello l’incoraggiamento che l’anziano riesce a trasmettere al giovane in cerca del senso della fede e della vita! E’ veramente la missione dei nonni, la vocazione degli anziani. Le parole dei nonni hanno qualcosa di speciale, per i giovani. E loro lo sanno. Le parole che la mia nonna mi consegnò per iscritto il giorno della mia ordinazione sacerdotale, le porto ancora con me, sempre nel breviario e le leggo spesso e mi fa bene.

Come vorrei una Chiesa che sfida la cultura dello scarto con la gioia traboccante di un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani! E questo è quello che oggi chiedo al Signore, questo abbraccio!

Ti chiediamo, Signore Gesù,di guidarci in questo cammino

verso Gerusalemme e verso la Pasqua.Ciascuno di noi intuisce che tu,

andando in questo modo a Gerusalemme,porti in te un grande mistero,

che svela il senso della nostra vita,delle nostre fatiche e della nostra morte,

ma insieme il senso della nostra gioiae il significato del nostro cammino umano.

Donaci di verificare sui tuoi passii nostri passi di ogni giorno.

Concedici di capire, in questa settimana che stiamo iniziando,come tu ci hai accolto con amore,

fino a morire per noi,e come l'ulivo vuole ricordarci

che la redenzione e la pace da te donatehanno un caro prezzo,quello della tua morte.

Solo allora potremo vivere nel tuo misterodi morte e di risurrezione,

mistero che ci consente di andareper le strade del mondonon più come viandanti

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senza luce e senza speranza,ma come uomini e donne

liberati della libertà dei figli di Dio.

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