A cura di A cura di Fausto Giovannardi · 2016. 1. 26. · Aires, e le conferenze di Bruno Zevi ed...

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  • I sI sI sI sombrillaombrillaombrillaombrillas di s di s di s di Amancio WilliamsAmancio WilliamsAmancio WilliamsAmancio Williams

    “…sul finire degli anni cinquanta,dopo il crollo del peronismo e prima che la serie di generali e dittatori degradasse il paese, Buenos Aires poteva davvero essere considerata una piccola (non tanto piccola) Parigi latinoamericana. Vivaci correnti artistiche (da nueva vision a Arte Madì)… in pieno fermento1.” La città era piena di europei fuggiti dalla guerra ed in attesa del rientro per la ricostruzione. Ricordiamo il Manifesto Blanco (1946) di Lucio Fontana, l’attività dell’Associación Arte Concreto-Invención con Tomas Maldonado:

    …“La era artística de la ficción representativa toca a su fin. La estética científica reemplazará a la milenaria estética especulativa e idealista [...] Por el júbilo inventivo. Contra la nefasta polilla existencialista o romántica [...] Contra todo arte de élites. Por un arte colectivo [...] El arte concreto habitúa al hombre a la relación directa con las cosas y no con las ficciones de las cosas [...] A una estética precisa, una técnica precisa. La función estética contra el ‘buen gusto’. La función blanca. NI BUSCAR NI ENCONTRAR: INVENTAR”.

    Il movimento artistico Madì – acronimo dei quattro concetti artistici base: Movimiento, Abstracción, Dimensión, Invención – promosso dall’artista e poeta ungherese Gyula Kosice,

    1 Gillo Dorfles: Victoria Ocampo. L’affascinante signora che controllò

    la cultura argentina.(9 agosto 2002) - Corriere della Sera. Pag.31

    naturalizzato argentino. Le opere dello scultore basco Jorge Oteiza, docente alla Scuola Nazionale di Ceramica di Buenos Aires, e le conferenze di Bruno Zevi ed il lavoro degli architetti italiani del gruppo costituitosi attorno alla rivista Metron, sull’architettura organica, Enrico Tedeschi e Cino Calcaprina (suo il monumento alle Fosse Ardeatine a Roma), arrivati da poco in Argentina. Contemporaneamente, Pier Luigi Nervi e Giulio Pizzetti con i loro riferimenti naturalistici, estendono il discorso alle questioni strutturali dell’architettura ed iniziano un dialogo, attraverso scritti, progetti e opere, con gli ingegneri Atilio Gallo e Josè Luis Delpini. Tra gli architetti coinvolti sicuramente Amancio Williams ed Eduardo Catalano. E’ in questo ambiente che si sviluppa la collaborazione tra Amancio Williams e Giulio (Julio) Pizzett i, attorno alla definizione dell’idea dell’architetto di una nuova ed originale forma di copertura ad ombrello (sombrilla), studiata per tre ospedali da costruire per conto del governo nella Provincia di Corrientes.

    Sul numero 5, anno 1954, della rivista Nv Nueva Visión, edita a Buenos Aires e diretta da

    Tomas Maldonado, viene pubblicato l’articolo: Una nueva unidad estructural , a firma dell’arquitecto Amancio Williams e dell’Ing. asesor Julio Pizzetti (Giulio Pizzetti)2. Willians e Pizzetti presentano la “bóveda cáscara ” come il risultato dell’evoluzione nell’uso del cemento armato, che apporta “nuevas soluciones constructivas y plastica a la arquitectura moderna.” La struttura presentata resiste per forma e utilizza“ … al maximo el valore

    2 Di G.Pizzetti vedi anche: “Los nuevos mundos de la arquitectura

    estructural”, in Nv Nueva Visión, 1951, N.1 (dicembre)

  • estructural que puede adquisir una lámina resistente con un disegno adecuato. El problema de la forma reviste asì una importancia fundamental en este tipo de estructuras, que se proyectan y ensayan experimentalmente con anterioridad al calculo teòrico, que es sólo de verificación.” Viene poi illustrato l’esempio della copertura per l’ospedale di Mburutuyà nella provincia di Corrientes (non realizzato), dove è stata prevista “una bóveda cuadrata de 13 metros de lado y 4 centimetros de espesor. Cada unidad resiste cargas extraordinarias y puede mantenerse en equilibrio por si misma sin necesidad de ningun punto de contacto con las otra bóvedas que forman la estructuras. Ofrece muy poca resistencia al viento y tiende a descargarse de peso por acción del mismo. La dilatación térmica, tanto en unidades aisladas como en una serie de ellas, resulta absorbida por la elasticidad que adquiere la bóveda en razón de su forma.” La bóveda è sorretta da un unico alto pilastro, di sezione circolare, vuoto all’interno per lo scarico delle acque, con un capitello finestrato, che “ sirve de vàlvula de seguridad de desagùe”.

    L’anno seguente, in ottobre, presso la Facultad de Arquitectura y Urbanismo di Buenos Aires, nella mostra:

    Cinco proyectos del Arq. Amancio Williams, troviamo riferimenti più precisi ai sombrillas. Tres hospidales en la provincia de Corrientes … Su una vasta area, Williams ha concepito una copertura che collocasse l’ospedale al riparo dal vento, dalla pioggia e dal sole intenso del giorno e dal gelo della notte, permettendo liberamente la circolazione all'esterno o le riunioni con proiezioni di film educativi con fini di divulgazione scientifica. Inoltre, l'area coperta è stato pensata in modo da poter ospitare elicotteri e piccoli aerei che svolgono funzioni di ambulanza aerea. La difficoltà maggiore era nella necessità di collegare i diversi servizi, perché, data la necessità di ventilare e illuminare i locali lateralmente, era solo possibile raggrupparli a due a due, separati dalla circolazione, il che portava ad una dimensione planimetrica eccessiva. Da qui l’idea del tetto unico sopra gli ospedali che consente l'illuminazione ambientale e la ventilazione degli ambienti con la possibilità di raggrupparli in qualsiasi numero, risolvendo il problema della intercomunicazione. Sotto questo tetto costituito da volte a autoportanti si muove tutta una città in miniatura, con uffici, camere, garage, laboratori. Inoltre aerei o automobili, elicotteri o camions, tutti possono essere parcheggiati. Nei giardini sono condotte le visite ai pazienti, le loro passeggiate, il ritrovo del personale medico, infermieri e suore. Per determinare l'illuminazione naturale, necessario in ogni ambiente, sono stati effettuati studi specifici in collaborazione con tecnici nazionali ed olandesi, procedendo per aprire attraverso il tetto e nei punti risultanti da tali studi, una "finestra sul cielo", che è stata ottenuta sia rimuovendo gli angoli di due volte adiacenti o in altri casi eliminando un intero elemento dell’alta struttura. Per dare forma costruttiva alla struttura immaginata da Williams sono stati condotti studi approfonditi che sono arrivati a concepirla come un insieme di elementi autoportanti posti uno

  • accanto all'altro, costituenti nella loro totalità un tetto alto. Questi elementi autoportanti dovevano lavorare per forma per essere il più leggeri possibile e coprire grandi luci, con un numero ridotto di sostegni, per lasciare più libero lo spazio coperto. La forma di questo elemento è stato studiata prima con modelli in scala molto ridotta, arrivando a quella che per intuizione soddisfaceva meglio. Poi, è stato necessario esprimerla geometricamente, rifacendosi alle due sezioni principali del modello, tagliato al proposito. Determinate le altezze rispetto al piano orizzontale, si è constatato che i punti corrispondenti alla medesima circonferenza, avevano la stessa altezza per quelli vicino al centro e diversa allontanandosi da esso. Pertanto il guscio aveva una parte centrale che era di rivoluzione e l’altra che non lo era. Si fece l’ipotesi che nella lunghezza di dette circonferenze si sviluppassero sinusoidi di altezza uguale alla differenza tra i punti dell’una e altra sezione. Si potè quindi determinare l'altezza di un punto qualsiasi della volta, rispetto al un piano orizzontale. Determinata così, geometricamente, la volta, il professor ingegnere J. Pizzetti (Giulio Pizzetti) studiò le sezioni di calcestruzzo e la distribuzione delle armature che a suo parere era necessaria, in parte valutandola intuitivamente, perché non era una forma calcolabile analiticamente. Per arrivare ad una sezione corretta di calcestruzzo e distribuzione della armatura di rinforzo, furono fatte numerose prove presso l’Instituto de Ensayos de Materiales de la Municipalidad de Buenos Aires, con modelli in scala 1:10, avendo cura che sia i componenti granulometriche che le sezioni di armatura fossero utilizzati nella stessa scala. Dopo la presa sono stati caricati con sacchi di sabbia da 1, 1,5, 4 e 5 chili in posizione simmetrica e asimmetrica, misurando con flessimetri ed estensimetri, il lavoro nei punti più significativi. Dall'analisi di questi studi, fu deciso di vedere come lavorava la volta, cambiando la distribuzione delle armature e della forma, realizzando cinque modelli testati come il primo, che hanno dato la certezza che la progettazione, la sezione in calcestruzzo e la distribuzione delle armature lavoravano armoniosamente. Il carico, applicato in qualsiasi punto, era sopportato dalla collaborazione dell’intera volta. In un settimo modello, privo di armatura, modesti carichi equamente distribuiti, producevano fessurazioni le cui forme e direzioni

    permisero di determinare la deformazione elastica del campione. Con queste volte è stato progettato il tetto la cui parte inferiore è a 10,70 m. di altezza sopra l'elevazione del terreno e la parte superiore a 12,53 m. (altezza del sombrillo 1,83 m, 13 m di lato e 4 cm di spessore).

    Recentemente il progetto è stato sottoposto ad una attenta valutazione sull’efficacia della soluzione del tetto alto, ai fini dei moderni parametri di vivibilità, con esito molto positivo. … En el caso del Hospital “Mburucuyá”, provincia de Misiones, latitud 28º 01’, el proyecto responde correctamente a la condición climática de la región (Muy cálida). Las estrategias de sombreo y ventilación a partir de la utilización de un doble techo rigieron los lineamientos del proyecto cuidando los requerimientos funcionales de los espacios cerrados, así también como los abiertos. El proyecto asegura con su techo superior una protección solar generalizada minimizando las cargas térmicas propias (por su reducido espesor) y las del complejo hospitalario. Se asegura una iluminación indirecta en el complejo, con la inclusión de focos cenitales, y una iluminación directa en el período invernal en los sectores de internación, evidenciando la inclusión de los conceptos higienistas de la época. Su emplazamiento en función de los vientos predominantes y la disposición del doble techo con calados parciales permitieron una ventilación adecuada. Los ensayos visuales en el túnel de viento verifican significativas corrientes en el espacio conformado entre ambos techos con eventuales efectos de succión provocados por los calados generados en las bóvedas coincidentes con los espacios abiertos del complejo hospitalario. Elías Rosenfeld, Gustavo San Juan, Carlos Discoli, Luciano Dicroce, Bárbara Brea, Mariana Melchiori Edificios proto-bioclimaticos en la Argentina: tres ejemplos relevantes Ambiente Construído,Porto Alegre,v.7,n.3,p.7-21,jul./set. 2007. Nel 1966 Amancio Williams, progetta il Padiglione della Bunge Y Born, all’esposizione per il Centenario della Sociedad Rural Argentina, nel quartiere Palermo di Buenos Aires, dove vengono realizzati per la prima volta due “sombrillas”. I sombrillas crearono uno spazio al di sotto del quale vi erano strutture tutte resistenti per forma,

    senza colonne e travi. Le installazioni, promosse dal collezionista d’arte Ignacio Pirovano, prevedevano l’arte concreta di Lidi Praty, la musica sperimentale dell’ Instituto Di Tella e l’azione scenica di Marilú Marini, con nove proiettori ed un nastro magnetico. Costruito con una rapidità straordinaria, il padiglione raccoglieva tutta l’ideologia creativa di struttura e forma di Williams, che si oppose ferocemente alla sua

  • demolizione, avvenuta pochi mesi dopo. “ crear, inventar, descubrir, las funzione más nobles del hombre ”. I “sombrillas” furono concepiti molto tempo prima, nel 1948, quando fu incaricato dal Ministero della Salute Pubblica del governo Argentino, della progettazione di tre ospedali nell’arida ed assolata provincia di Corrientes, dove compaiono i primi sombrillas. La copertura di ambienti è infatti pensata da Amancio Williams a partire dal 1939 per la copertura di una fabbrica a Cordoba, ma definita in dettaglio ed utilizzata tra il 1948 ed il 1970 in una serie di almeno 12 progetti, alcuni dei quali anche costruiti. Sempre sono utilizzati come “tetto alto” per proteggere e rendere vivibile lo spazio sottostante. I progetti a cui facciamo riferimento sono: tre ospedali in Corrientes -Curuzú Cuatiá, Esquina, Mburucuyá- (1948-1953), Stazione di servizio a Avellaneda (1954-1955), Supermercato Textil a Bernal (1960), Scuola Industriale a Olavarria (1960), Casa a Punta del Este per l’industriale Di Tella (1961), Monumento omaggio a Alberto Williams (1963), Padiglione Bunge & Born all’esposizione per il centernario della Sociedad Rural a Palermo (1966), Santuario Nuestra Señora de Fátima a Pilar (1967-1968) , Country del Club Sirio Libanese di Pergamino (1968-1971) Case a Lomas de San Isidro (1969).

    Dopo la morte di Williams, due sombrillas sono stati realizzati come “Monumento Homenaje a Amancio Williams, con motivo del Fin del Milenio´ da un suo discepolo, l’arch. Claudio Vekstein, sul litorale di Buenos Aires in fondo a calle Mello. Ed a Santa Fe, è stato recuperato il vecchio Molino Franchino e trasformato in El Molino Fabbrica Cultural, sul modello del padiglione Bunge Y Born di Amancio Williams.

    Altri sombrilAltri sombrilAltri sombrilAltri sombrillaslaslaslas Non solo Williams, anche Clorindo Testa fa uso di sombrillas, che si richiamano però agli hypar di Félix Candela. Nel 1955, il concorso indetto dalla Sociedad Central de Arquitectos in Buenos Aires, per il nuovo centro civico di Santa Rosa, viene vinto da Clorindo Testa, Augusto Gaido e Francisco Rossi con un progetto che si richiama al lavoro di Le Corbusier a Chandigarh. La grande piazza d’ingresso al Palazzo del Governo ed il terminal della stazione dei bus sono coperti con grandi ombrelli sul tipo di quelli di Candela, con profilo a paraboloide iperbolico e pilastri a croce. I lavori sono completati nel 1963.

    Ed anche nella sperduta provincia fiorisco gli ombrelli. La riviera nord est del lago di Epecuén fu risistemata nel 1967, dopo una alluvione, sulla base di un progetto dell’architetto Horacio Scabuzzo con gli ingegneri Luis Sensini e Rubén Rábano. Nel balneario, come copertura dei bagni e ristoro, sono stati usati degli ombrelli rovesciati a paraboloide iperbolico in calcestruzzo armato curati nei più piccoli dettagli. Questi sombrillas hanno costituito senza dubbio il segno distintivo del luogo. Un totale di 42 ombrelli, ognuno di 25 metri quadrati e 5 cm di spessore, che, nell’intenzione del progettista, "hanno costituito un elemento estetico fondamentale per imitare gli alberi che non possono svilupparsi nella zona."

  • Williams, Amancio (1913Williams, Amancio (1913Williams, Amancio (1913Williams, Amancio (1913----1989).1989).1989).1989). Architetto argentino nato nel 1913 a Buenos Aires. Studia prima presso la Facoltà di Ingegneria di Buenos Aires (1931-1934) ma poi3 passa ad Architettura e si laurea nel 1941. Nel frattempo (1934-38) si dedica intensamente all’aviazione appassionandosi ai nuovi materiali ed al loro utilizzo in condizioni di sforzo limite e percorrendo in aereo tutto il paese. Sposa la compagna di studi ed architetta, Delfina Gálvez Bunge, ed avranno 8 figli. La sua formazione avviene durante la seconda guerra mondiale, un periodo in cui l'Argentina è scollegata dai principali centri culturali del tempo. Questo accentua in lui un profondo senso di responsabilità per il pericolo che l'umanità corre trovandosi sull'orlo della distruzione e lo indirizza verso le grandi questioni della modernità, nel campo che conosceva. Il suo lavoro privilegia opere di natura sociale, con grande attenzione alla dignità della vita umana. Da subito fa parte del gruppo di architetti riunito attorno alla Organizacion de la Vivienda Integral en la República Argentina (OVRA) costituita nel 1942 da Ernesto Santamaría ed Antonio Bonet, lavorando attorno all’intervento di quartiere “Casa Amarilla”, nella zona sud di Buenos Aires.

    3 Si dice dopo avere ascoltato una lezione di Le Corbusier

    Progetta e realizza4 per suo padre, il compositore Alberto, la “Casa del Puente ” a Mathew y Funes (Mar del Plata), ispirata dalla villa Savoye (1928-30) di Le Corbusier e dal ponte di Schwanbach (1933) di Robert Maillart. Per lui la conoscenza storica dell’architettura è una fonte inesauribile di ispirazione. Le Corbusier è uno dei pionieri di questa metodologia e la Casa sobre el Arroyo, ne è un esempio straordinario unendo gli stilemi della villa individuale con il ponte.

    Un altro dei suoi primi progetti, las vivienda en el espacio , prevista nella periferia sud di Buenos Aires; una casa collettiva a scalinata, in cui riesce a dare ad ogni appartamento un giardino, sul tetto dell’appartamento sottostante , … la soluzion plastica està basata en la tecnica, único camino para no caer en el capricho…”. Progetta (1948-49) due navi per svolgere azione e prevenzione sanitaria nel delta del Paraña e nella zona costiera del rio Uruguay e de La Plata. Nell’aprile del 1949, con la collaborazione di Tomas Maldonado, organizza presso la galleria Kraft la mostra Arquitectura y Urbanismo de Nuestro Tiempo, che presenta per la prima volta a Buenos Aires le opere di Le Corbusier, Beaudouin, Lods, C. Entwistle e Paul Nelson. Crear nuestra época en orden al bien, implica en cuanto a la forma: la invención y el descubrimiento en correcta relación con la materia y la técnica; en cuanto al fin: la dirección hacia lo permanente y la perfección. Época nueva- formas nuevas. Formas nuevas- formas nunca vistas, gracias a la inmensa riqueza de materiales nuevos, de técnicas nuevas, de conocimientos nuevos.”5.

    4 Con la moglie Delfina Gálvez

    5 Estratto dalla introduzione al catalogo della mostra di A. Williams

  • Numerosi sono i progetti (non realizzati) che lo portano all’attenzione internazionale: la Sala de Espectàculos Plàsticos y del Sonido en el Espacio, che gli fece vincere la medaglia d’oro

    all’Expo di Bruxelles del 1958, in cui si avvertono risposte ad aspetti fondamentali dell'architettura moderna, come il riferimento tra l’edificio ed il terreno. Si tratta di un volume quasi sospeso con un anello saturniano che ospita il foyer della sala ed i servizi complementari per il pubblico, con la natura che rimane intatta sotto queste forme. Ed il rapporto tra forma e funzione imposta da un solido di rivoluzione, dal profilo acustico ideale dove il guscio in cemento armato guscio è l'espressione architettonica della soluzione acustica. Una soluzione tecnologica, in cui forma, funzione e struttura giocano un ruolo unificato e unificante.

    Un nuovo aeroporto per Buenos Aires ,(1944) collocato nel mezzo del Rio de la Plata. “… Yo sostenía que había que hacerlo con estructuras ultramodernas. Mi proyecto lo consulte con Nervi, tuvimos algunas reuniones y el estuvo de acuerdo con su factibilidad. Actualmente se podría construir fácilmente."6 Un edificio sospeso per uffici alto 115 metri, per l’impresa Hileret, (che sarà riproposto nel 1968 nel concorso per l’edificio della Unión Industrial Argentina, alto 80 metri)7 che risolve efficientemente il tema dell’architettura per uffici a grande scala. En un edificio de oficinas se necesitan espacios amplios bien iluminados y ventilados y también grandes planos horizontales libres de obstáculos. Hasta hoy son 6 A. Williams in Crisis N. 39 luglio 1976.

    7 Un edificio sospeso per uffici è la Torre Pirelli in Plaza San Martín .

    Alto 82 m è stato costruito nel 1975 su progetto dell’arch. Mario

    Bigongiari e degli ingg. Lavallaz e Yentel

    obstáculos las columnas portantes que impiden la subdivisión de las oficinas en forma elástica y dificultan la iluminación. Esto se agrava en los edificios altos a causa de las grandes secciones horizontales de las columnas como se ve claramente en los rascacielos norteamericanos. La solución aquí propuesta permite obtener un volumen de obra extraordinariamente liviano, colgante de una estructura portante de hormigón armado por medio de tensores de acero.

    Lavora anche nel design e progetta la sedia Safari , composta da 19 parti che si possono unire senza necessità di attrezzi o pezzi speciali (1943). Continuerà ad occuparsi di disegno e produzione industriale, con il “envase di cerveza ” del 1961, che produrrà con la Amancio Williams vidrio. Nel suo studio lavorano anche César Jannello e sua moglie Colette Boccara, che nel 1949 si trasferiranno a Mendoza, nella università Nazionale di Cuyo per crearvi la cattedra di Disegno Industriale.

  • Partecipa a numerose mostre di architettura, tra cui la Mostra Internazionale di Architettura di Parigi (1947) - alla cui organizzazione contribuisce lo studio di Le Corbusier - "Arquitectura de América Latina" presso il Museum of Modern Art di New York (1955-1956), l’Esposizione internazionale a Mosca (1958) e alla Biennale di Sao Paulo (1961). Nel 1947 conosce e frequenta a Parigi Le Corbusier8, divenendone il referente argentino e collaborando alla realizzazione della casa del dottor Curutchet a La Plata (1949-53). Partecipa, su designazione di le Corbusier, come rappresentante dell’Argentina. al VII Congresso CIAM a Bergamo, del 24-29 luglio1949. Nel 1951 in occasione di una mostra dei suoi lavori presso l’Università di Harvard conosce Walter Gropius ed inizia una relazione che li porterà nel 1968 al progetto dell’Ambasciata Tedesca in Argentina in Plaza Alemania a Buenos Aires, che non sarà realizzato per problemi con i terreni e per la morte di Gropius (5/7/1969). Nel 1958 la rivista tedesca “Bauen+Wohnen” pubblica un articolo sopra la sua opera e nel 1964 viene incaricato dal CELAM di un monumento in omaggio alla ricostruzione di Berlino.

    8 Le Corbusier si riferisce a lui in vari articoli sulla rivista L’Homme et

    L’architecture (nn.15 e 16 1947)

    Mies Van de Rohe gli offre il posto di decano all’Illinois Institute of Technology. Progetta l’altare per il Congresso Mariano Interamericano a Buenos Aires del 1960 e successivamente la Grande Croce nel Rio de la Plata (1978-1980), non realizzata. Tutto è iniziato con l'altare progettato da Amancio Williams per il primo americano Congresso Mariano nel 1960. Una piramide in acrilico e una croce (40 metri) in tubo di acciaio. A congresso terminato l’opera doveva essere spostata all’ingresso del porto di Buenos Aires, ma Il cambio di governo ha fatto si che sia rimasta sepolta in qualche capannone ed abbandonata. Fino al 1980 quando l'architetto ha di nuovo progettato, su richiesta della Municipalità di Buenos Aires, una grande croce, questa volta di quasi 200 metri di altezza. 5 volte superiore rispetto alla precedente, e della stessa altezza della Torre Espacial nel parco di Villa Soldati, inaugurata nel 1985, e che si può vedere fino ad una distanza di 80 km. La croce doveva andare nello stesso luogo del vecchio progetto: sul Rio de la Plata, all'ingresso del porto di Buenos Aires. Prevista interamente in cemento armato, cava all'interno per consentire il funzionamento degli ascensori, con alla base una cappella, un auditorium, bar, ristorante, e piattaforme di osservazione a diversi livelli. La Grande Croce sarebbe diventato una forte presenza simbolica e di attrazione turistica. Come urbanista realizza (1947-58) il piano per il Delta de Panamá y la región de Buenos Aires, nel 1948 il plan regional y de ciudad para Corrientes); nel 1957-1958 il plan regional y de unidad para El Tigre (Argentina). Numerosi i premi : medaglia d’oro all’Expo di Bruxelles (1958), premio del Laurel de Plata, del Ateneo Roariano di Buenos Aires (1971); il Premio d’onore biennale della Sociedad Central de Arquitectos de Argentina (1972) ed il Premio Konex (1982): membro onorario di varie istituzioni American Institute of Architects (1962) ed accademico della Academia Nacional de Bellas Artes (1959) e Dottore Honoris Causa della Universidad Federico Villarreal (Perú, 1980), e della Universidad Nacional de Buenos Aires (1989), poco prima di morire.

    Ha avuto relazioni con i più importanti architetti ed artisti della sua epoca: Le Corbusier, Walter Gropius, Mies Van der Rohe, Reginald Malcomson, Jerzy Soltan, Fernando Belaúnde Terry, Mario Paysee Reyes, Sergio Larrain, Roberto Burle Marx, Max Bill, Constantin Brancusi, Fernand Leger, Emilio Pettoruti, Tomás Maldonado. Una delle grandi aspirazioni utopiche è sempre stata quella di mantenere il contatto con la natura. Le grandi città moderne sono sempre più separate dalle zone rurali. Amancio Williams ha sempre ritenuto che il rapporto dell’uomo con la

  • natura deve essere mantenuto il più possibile. Questo obiettivo è stato una costante nel suo lavoro a partire dalle viviendas en el espacio (1942), poi sviluppato nel Conjunto de blocs (1943-1980), in cui realizza le abitazioni in un ambiente naturale adeguato, ricercando un equilibrio tra le esigenze urbane della ottimizzazione degli spazi e la circolazione. Il suo desiderio di preservare le aree naturali lo ha portato a proporre un'architettura compatta ed in elevazione, che occupa una superficie minima di suolo e mantiene l’ambito rurale molto vicino alla città. Questo è rappresentato in modo esemplare nel suo progetto La ciudad que necesita la humanidad (1974-89), che mostra anche la sua profonda umanità e la sua costante preoccupazione che l’architettura, non sia fine a se stessa ma utile al suo principale beneficiario: l'umanità nel suo insieme. La sua città ha sviluppo lineare e comincia a 30 metri dal suolo ed è divisa verso l’alto in tre settori: aditazioni – circolazione – lavoro.

    Analogo impegno lo troviamo nello studio per la primera città in Antártida , elaborato tra il 1980 e ’83, su commissione delle autorità Argentine, su una superficie di 6,5 ettari di cui 2 per giardini, con strutture in materiale leggero ed inossidabile, in elementi di piccole dimensioni facili da trasportare e montare in condizioni estreme, come quelle

    della penisola Antartide. A fronte di una vasta produzione progettuale si riscontrano poche realizzazioni, tanto da essere qualificato come “ el arquitecto sin obra ”. Williams privilegiò sempre un approccio fondamentalmente teorico alla professione,

    spaziando anche in altre aree come il design, la scrittura, la musica etc. Il suo studio era un laboratorio aperto ai giovani di buona volontà.

    OpereOpereOpereOpere pr pr pr principaliincipaliincipaliincipali 1935 Studio per la casa del fratello Mario 1939 Studio per copertura di fabbrica a Cordoba 1942 - Viviendas en el espacio, Estudio para viviendas en Casa Amarilla (con Bonet, Caminos, Rivas, Sacriste y Zalba), Sala de conciertos; 1942/46 - La Casa del Puente - Mar del Plata, la sua opera più famosa; 1943 - Sala para el espectáculo plástico y el sonido en el espacio, Planeamiento de la Patagonia, Chalet nel Parque Pereyra Iraola Mar del Plata per il fratello Mario, Diseño de un sillón, versión moderna de un mueble popular 1945 - Propuesta para el aeropuerto de Buenos Aires, Planeamiento de la Ciudad de Buenos Aires en relación al país y al continente; 1946 - Proyecto del Edificio suspendido de oficinas; 1947 - Planeamiento Nacional para la Organización de la Salud Pública en Argentina; 1948 - Planeamiento de la Ciudad de Corrientes y su región, Tres hospitales en Corrientes; 1949/55 - collaborazione alla costruzione, su progetto di Le Corbusier della Casa Curutchet a La Plata; 1954 - Estación de servicio en Avellaneda; 1957 - Plan para el Partido y la Ciudad de Tigre, Departamento en la calle Parera, Monumento del Primer Congreso Mariano Interamericano; 1961 - Casa Di Tella (Punta del Este, Uruguay), diseño de envase de cerveza; 1963 - Fábrica IGGAM, local de ventas en avenida Alvear; 1964 - Monumento en Berlín; 1965 - Laboratorio en calle Juncal; 1966 - Pabellón de exposiciones en Palermo; 1966 - Santuario de la Virgen de Fátima en Pilar; 1968 - Embajada de Alemania en Buenos Aires (con Walter Gropius y TAC), Concurso para la Unión Industrial Argentina, diseño de un caballete/soporte de aluminio para cuadros; 1969 - Vivienda en las Lomas de San Isidro, casa en el Boating Club de San Isidro; 1970 - Estación de frecuencia modulada en Mar del Plata; 1972 - Monumento junto al Teatro Colón; 1974/89 - La ciudad que necesitaba la humanidad; 1977 - diseño de libro en acordeón; 1978 - edificio en Belgrano ; 1978/80 - Cruz en el Río de la Plata; 1980 - la primera Ciudad en la Antártida; 1981 - Concurso anfiteatro Parque Centenario (con MSGSSV, Antonio Díaz y Asoc), 1982 - Concurso Internacional Parc de la Villette a Parigi. Amancio Williams è morto il 14 ottobre del 1989. “La arquitectura es una de las formas más completas en que una época puede manifestarse, porque es la resultante de dos grandes fuerzas: el espíritu de la época y los recursos con que ella cuenta”

  • “Estamos frente al nacimiento de la ciudad nueva, muy diferente de la actual que se desarrolla sobre la superficie del suelo aplastándolo y anulando la calidad de la naturaleza. Y esa nueva ciudad con sus enormes posibilidades, va a engendrar una nueva arquitectura que ya no será de museos en palacios antiguos, ni modernos, ni el estallido del Pompidou.”

    “no tiene demasiada importancia el que yo no vea concretados todos mis proyectos lo único que cuenta es que mis estudios me sobrevivirán y podrán ser realizados por otros”

    Amancio Williams Probabili influenzeProbabili influenzeProbabili influenzeProbabili influenze dell’opera dell’opera dell’opera dell’opera di di di di Amancio Amancio Amancio Amancio WilliamsWilliamsWilliamsWilliams ? ? ? ? Aeroporto di Buenos Aires 1945 Renzo Piano Aereoporto kansai, Osaka, 1988-94 Sala para el espectáculo plástico y el sonido en el espacio 1942-53 Oscar Niemeyer Sede del Congresso (sal de los dipudados) Brasilia 1958 Edificio di uffici sospesi 1948 Norman Foster Nuova sede banco di Hong Kong 1979-86 Estación de servicio en Avellaneda (1954); Norman Foster Stazioni Repsol 1998 Ospedali nella provincia di Corrientes (1948) Norman Foster Banco Ciudad- Buenos Aires 2010-2013 Personaggi coinvoltiPersonaggi coinvoltiPersonaggi coinvoltiPersonaggi coinvolti Tomás Maldonado (Buenos Aires, 25 aprile 1922)

    Da quasi mezzo secolo in Italia, Tomás Maldonado non ha perso la cadenza della sua terra argentina, le inconfondibili "esse" e la parlata velocissima di un porteño di Buenos Aires. Elegante e flessuoso, sembra incarnare "la canna pensante" di Pascal, uomo dai molteplici interessi che spaziano dall' architettura alla tecnica, dalla sociologia al design, dall'

    arte alla semiotica e alla filosofia… Artista. Scienziato. Designer. Epistemologo. Ambientalista. Fondatore di scuole. Ex direttore di Casabella. Viaggiatore. Grand gourmand. Nella vita Maldonado ha fatto molte cose, e soprattutto le ha fatte prima degli altri. In Argentina è stato protagonista dell' arte astratta, introducendo il

    design nell' America Latina. In Germania, alla Hochschule für Gestaltung di Ulm, ha insegnato - primo al mondo - la Semiotica. È stato l' inventore, nell' università italiana, della cattedra di "Progettazione ambientale" e - insieme a Zanuso e Castiglioni - della laurea in Design. Perché ha scelto di essere italiano? «Cominciai a viverci nel 1967, quando c' era ancora un grande fermento di idee. (poi ha conosciuto Inge Feltrinelli e da quarant’anni sta con lei NDR). E’molto critico nei confronti della "deriva scultorea" dell' architettura. «Oggi prevale la tendenza a concepire gli edifici come opera di pura sperimentazione artistica, indipendentemente dalla funzione. Sculture che peraltro mi lasciano perplesso, come quelle che evocano mercati ortofrutticoli, stegosauri con vistose placche sul dorso, o pareti oblique dove non si può appendere neppure un quadro». Estratto da una intervista di Simonetta Fiori La Repubblica 25 Aprile 2012 ClorindoTestaClorindoTestaClorindoTestaClorindoTesta Napoli, 10/12/1923 Buenos-Aires, 11/04/ 2013 Architetto, pittore e scultore italiano, nato a Napoli ma giunto in Argentina ancora bambino. Dopo essersi iscritto ad Ingegneria Navale si laurea in architettura alla UBA nel 1947. E’ stato uno dei più importanti architetti della seconda metà del XX secolo, realizzando opere significative, come la Biblioteca Nazionale Argentina e la Banca di Londra a Buenos Aires, il miglior esempio del movimento brutalista in Sud America. Nel 1997 è dichiarato cittadino illustre di Ceppaloni e nel 2002 dottore honoris causa dalla Sapienza di Roma. César Jannello César Jannello César Jannello César Jannello Buenos Aires 1918-1985 Designer e docente, considerato uno dei principali maestri di morfologia del paese, con una enorme quantità di discepoli. Laureato nella FAU nel 1945, lavora con la sua sposa Colette Boccara, presso lo studio di Amalio Williams, in particolare collabora alla casa sul ponte, mentre progetta la famosa sedia W il cui prototipo su costruito con il ferro della costruzione. Tra il 1949 ed il ’56 si trasferisce a Mendoza all’Università Nazionale di Cuyo dove crea la cattedra di Disegno Industriale. A Mendoza organizza tra il gennaio e l’aprile del 1954, con l’industriale Iván Bacsinszky, con l’arch. Gerardo Clusellas, e con la collaborazione di Tomás Maldonado e del musicista Mauricio Kagel la Féria de América nel parco General san Martìn tra gennaio ed aprile del 1954. Si tratta di un evento di grande importanza e significato essendo la prima esposizione industriale di carattere continentale tenutasi in Argentina.

    Rientra a Buenos Aires nel 1956, insegna all’università cittadina ed a quella de La Plata. Nel 1960 è nominato direttore della pianificazione ed architettura della Esposizione Nazionale per il 160 della Revolution de

  • Mayo, dove realizza il ponte, con Silvio Gricheren e l’ing. Atilio Gallo, sulla Av. Figueroa Alcorta, recentemente demolito e fortunosamente ricostruito uguale. Nel 1965 è nominato direttore del Centro di Studi Superiori di Arte della UBa e dal 1968 direttore dell’Istituto di Architettura. Giulio PizzettiGiulio PizzettiGiulio PizzettiGiulio Pizzetti (1915-1990), formatosi a Torino con Albenga e Colonnetti. Ingegnere progettista ha insegnato Scienza e Tecnica delle Costruzioni al Politecnico di Torino ed alla facoltà d’Architettura di Venezia, in Argentina, ad Ulm ed al MIT negli Stati Uniti d’America. Per informazioni sulla sua presenza in Argentina è valido aiuto la presentazione al suo scritto "La lección permanente de la naturaleza" pubblicato sulla rivista "CANON" de la Facultad de Arquitectura, Diseño y Urbanismo (UBA). Año 1 N° 1 - diciembre de 1950 “El ingeniero Julio Pizzetti es un jóven profesional italiano, residente en Buenos Aires desde 1948, que se ha formado junto a grandes maestros, entre ellos, el profesor Colonnetti. Destacado especialista estructural, profundizó el estudio de los estados de coacción artificiales y los efectos de las deformaciones plásticas en el hormigón armado. Cursó en su país una rápida carrera universitaria y profesional hasta que en 1945 fue designado miembro del Consiglio Nazionale de la Ricerche, máximo instituto de asesoramiento técnico en Italia. En la Argentina, comenzó su labor como asesor técnico de esta Facultad, desempeñándose luego y hasta la fecha, en la Cátedra de Construcciones Especializadas y en los Cursos de Aplicación. Dictó también en la Universidad de Cuyo, la asignatura de Mecánica de las Construcciones. El ingeniero Pizzetti es autor de numerosas publicaciones, entre las cuales debe citarse la de "Nuovi orientamenti di scienza della costruzioni", en colaboración con el ingeniero Franco Levi. Su último trabajo, sobre "La viscosidad y sus efectos estáticos" ha sido editado por la Facultad de Arquitectura y Urbanismo." FontiFontiFontiFonti Müller , Luis Poética y técnica en los proyectos de Amancio Williams: hospitales para el sistema de salud pública Palapa, vol. V, núm. II, julio-diciembre, 2010, Universidad de Colima, Colima, México Deambrosis Federico, Martínez-González Javier Rayuelas: fragmentos para una reconstrucción de la editorial especializada de arquitectura en lengua castellana durante los años cincuenta y sesenta Atti del congresso internazionale Miradas cruzadas, intercambios entre Latinoamérica y España en la Arquitectura española del siglo XX Pamplona 13 - 14 marzo 2008 Escuela Técnica Superior de Arquitectura de la Universidad de Navarra Piantá Costa Cabral Cláudia A modern ensemble at the Argentina Pampa: Clorindo Testa’s Civic Center in Santa Rosa 15th International Planning History Society Conference Sanchez Saravia Carlos

    Entre la búsqueda y el desafío. LMD Arquitectura N.7 2007 Domus Editora S.R.L. Buenos Aires Conenna Claudio El solo de Amancio Williams (1913-1989) Facultad de Arquitectura y Urbanismo Universidad Nacional de La Plata Blanco Ricardo Diseño Industrial Argentino Ediciones Franz Viegener, 2011 Quiroga Wustavo Féria de América Vanguardia invisible Fundacion del Interior, Mendoza 2012

    RingraziamentiRingraziamentiRingraziamentiRingraziamenti Arq. Adriana Guisasola

    FAU - Università di Mendoza (AR) Arq. Renè Longoni

    FAU - Universidad Nacional de La Plata (AR)

    Edizione 2013.09. 30

    I sombrillas di Amancio Williams

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