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La progettazione formativa La progettazione formativa integrata degli interventi di integrata degli interventi di inclusione sociale dei inclusione sociale dei soggetti soggetti in esecuzione penale in esecuzione penale A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

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La progettazione formativa integrata degli interventi di inclusione sociale dei soggetti in esecuzione penale. A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli. La Progettazione Integrata. - PowerPoint PPT Presentation

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La progettazione formativa La progettazione formativa integrata degli interventi di integrata degli interventi di inclusione sociale dei soggetti inclusione sociale dei soggetti in esecuzione penalein esecuzione penale

A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

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La Progettazione IntegrataLa Progettazione Integrata

Il potenziamento del Partenariato e la diffusione della logica di “rete” nei servizi formativi e nelle misure complementari di politica attiva per l’inclusione sociale e l’occupabilità è fattore prioritario negli obiettivi regionali e provinciali di sviluppo territoriale.

Il che richiede l’adozione di una specifica e riconosciuta metodologia di concertazione e condivisione della progettazione integrata.

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La Progettazione Integrata: Priorità La Progettazione Integrata: Priorità

1^ priorità “Distrettualizzazione” dell’offerta formativa” per l’occupabilità, l’innovazione e lo sviluppo, valorizzando i partenariati aderenti ai “progetti integrati” e potenziando la strategia delle “reti dedicate” in ambiti sia settoriali (Partenariati “Settoriali”), che di riequilibrio territoriale (Partenariati “Geografici”) e perseguendo obiettivi ad hoc (occupabilità, adattabilità, inclusione sociale)

2^ priorità “Descolarizzazione” della formazione professionale e raccordo al mondo del lavoro: superando la erogazione formativa regolata sulla “logica della materie” e rafforzando le misure complementari (dimensione “multi attività”) di accompagnamento all’occupabilità

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Gli obiettivi specifici dell’intervento sonoGli obiettivi specifici dell’intervento sono

- Comprendere un processo di progettazione sociale nel settore della devianza e marginalità

- Seguire le fasi di preparazione e di realizzazione di un progetto sociale a livello regionale secondo i criteri e la metodologia social project management (gestione di un progetto sociale)

- Riconoscere e selezionare i possibili partner per il loro coinvolgimento nel progetto

- Conoscere le prassi della comunicazione istituzionale necessarie per la promozione di un progetto e il coinvolgimento della rete interistituzionale

- Imparare a lavorare in un contesto interculturale e all’interno di team

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L’esperto di progettazione sociale è un professionista che possiede una significativa padronanza delle metodologie di ricerca delle fonti di finanziamento (fondi strutturali, nazionali e regionali), delle modalità di costruzioni di reti di partner promotori ed attuatori di iniziative sperimentali, delle tecniche di progettazione nel settore delle politiche sociali e delle strategie di management degli interventi co-finanziati.

L’esperto in progettazione sociale ha, grazie alle competenze e conoscenze acquisite, un’elevata autonomia gestionale ma nel contempo possiede una spiccata capacità nel tessere processi di relazione e di integrazione tra organismi differenti operanti sia in ambito nazionale che internazionale.

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Contesto socio-economico in provincia di Contesto socio-economico in provincia di MateraMatera

Analisi del contesto socio economico Individuazione delle variazioni più recenti sull’andamento

demografico e occupazionale della Provincia di Matera, nelle dinamiche produttive e occupazionali, acutizzate dalla crisi

Individuazione delle criticità e delle potenzialità delle principali aree territoriali:

- Matera Capoluogo

- Collina Materana - Montagna Materana- Metapontino

Individuazione di nuovi bacini occupazionali e dei profili emergenti su cui far leva , nell’ottica della “distrettualizzazione dell’offerta formativa per l’occupabilità, innovazione e sviluppo”

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Analisi del contesto, individuazione delle criticità e delle potenzialità delle principali aree territoriali :

- Matera Capoluogo

- Collina Materana (9 comuni), Ferrandina, Montescaglioso, Irsina, Grassano, Pomarico, Grottole, Miglionico, Gorgoglione, Craco

- Montagna Materana (10 comuni), Tricarico, Stigliano, Salandra, San Mauro Forte, Accettura, Garaguso, Aliano, Calciano, Oliveto Lucano, Cirigliano

- Metapontino (11 comuni), Pisticci, Policoro, Bernalda, Montalbano Jonico, Scanzano Jonico, Tursi, Nova Siri, Rotondella, Colobraro, San Giorgio Lucano, Valsinni

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Intesa interistituzionale e interventi demandati Intesa interistituzionale e interventi demandati alla Provincia di Materaalla Provincia di Matera

L’Intesa Interistituzionale tra Regione e Provincia, per il periodo 2011-2013, è finalizzata a sostenere e rendere più efficace il sistema territoriale di orientamento, di istruzione e formazione professionale e di politiche attive del lavoro, mediante un’azione programmatica condivisa, improntata alla collaborazione operativa per obiettivi interistituzionali d’interesse comune

L’Intesa Interistituzionale definisce il programma degli interventi demandati alla Provincia

La Provincia di Matera in coerenza con le linee direttrici triennali 2011-2013 del PIGI (Piano di Indirizzo Generale Integrato), individua le attività formative da realizzare nel proprio territorio, nel rispetto degli indicatori previsti per l’attuazione delle politiche condivise nell’Intesa Interistituzionale

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PIANO FORMATIVO 2011- 2013 PIANO FORMATIVO 2011- 2013 Quadro dei vincoli finanziari per Assi e Attività: Quadro dei vincoli finanziari per Assi e Attività:

Asse I - Adattabilità Linea di Attività:- Apprendistato (oltre eventuali risorse L.144/99)- Formazione Continua (oltre eventuali risorse L. 236/93 e L. 53/00)

Protezione Civile

- Asse III - Inclusione Sociale Linea di Attività: - Vale la pena di lavorare - Budget - COPES - Budget - Servizi Formativi Immigrati

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Asse Asse IV - Capitale Umano Linea di Attività:- Cittadinanza Scolastica - Qualificazione Didattica –

- Obbligo Formativo – IFP - Alternanza Scuola/Lavoro

Un Ponte per l’Occupazione Linea di Attività:

- Orientamento - Formazione di base

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4.Metodologie

didattiche

3.Strutture di

conoscenza e scelta dei contenuti

2. L’architettura del progetto e

gli obiettivi formativi

1. Analisi dei fabbisogni

professionali e formativi

Analisi dei bisogni

5.Valutazione

LE FASI DELLA LE FASI DELLA PROGETTAZIONE PROGETTAZIONE

FORMATIVAFORMATIVA

Le fasi dellaLe fasi dellaProgettazioneProgettazione

formativaformativa

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L’Analisi dei Fabbisogni ProfessionaliL’Analisi dei Fabbisogni Professionali coglie le dinamiche emergenti nel mercato del lavoro sul trend della domanda e dell’offerta di lavoro nei vari comparti economico-produttivi e individua le figure professionali richieste dalle imprese

L’Analisi dei Fabbisogni FormativiL’Analisi dei Fabbisogni Formativi è riferita a figure professionali già individuate, identifica le caratteristiche del profilo professionale (compiti/competenze e saperi corrispondenti ai processi lavorativi spettanti)I risultati costituiscono input per regolare le scelte di progettazione formativa, obiettivi di sapere (conoscenze), saper fare (abilità pratiche), saper essere (atteggiamenti facilitanti) ed orientamenti “competenze di base” , rispondenti ai processi produttivi spettanti allo specifico profilo e alla spendibilità delle competenze nel sistema produttivo di riferimento

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Analisi dei bisogni: qualiAnalisi dei bisogni: quali

Bisogni della committenzaBisogni dei soggetti Bisogni del territorio

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Metodi per la rilevazione dei fabbisogniMetodi per la rilevazione dei fabbisogni Individuazione del campione aziendale rappresentativo

dei settori produttivi nelle aree di riferimentoElaborazione degli strumenti di rilevazione sui fabbisogni

professionali e formativi settoriali, alla luce dei profili di riferimento

L’intervista semistrutturata, è rivolta alle principali funzioni aziendali (datore di lavoro,

l’eventuale responsabile del personale, il responsabile del processo corrispondente al profilo di riferimento)

Somministrazione del questionarioCatalogazione dei dati - raccolta, elaborazione,

sistematizzazioneReport finale - Diffusione

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Il rapporto finale conterrà il compendio dei risultati provenienti dall’analisi e dal confronto a vari livelli.

Gli output dell’analisi, con riferimento ai profili professionali e alle “competenze-chiave” nei settori indagati, costituiranno utili input nella fase di progettazione esecutiva delle specifiche offerte formative, qualificando l’efficacia delle azioni in aderenza ai bisogni e alle competenze attese dalla realtà aziendale territoriale.

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Metodi per la rilevazione dei bisogniMetodi per la rilevazione dei bisogni

L’osservazione partecipativa L’intervista Il questionario Le storie di vita

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Ricognizione dei profili professionali nuovi e emergenti Ricognizione dei profili professionali nuovi e emergenti

Aree e sub-aree/settori occupazionali/professionali:

Area della produzione: - Edilizia e costruzioni - Artigianato e mestieri - Industria

metalmeccanica - Agricoltura/Zootecnia/Ambiente Area dei servizi:- Servizi alle persone - Servizi alle imprese - Commercio e

distribuzione - Turismo/Ospitalità/Ristorazione Area trasversale: - Segreteria, Amministrazione e Lavori d’Ufficio -

Informatica - Lingue

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Analisi del profilo professionale individuatoAnalisi del profilo professionale individuato

Analisi del contesto di riferimento e dei relativi processi

produttivi

Analisi dei compiti professionali che interessano la figura

da formare

Individuazione delle conoscenze e delle competenze

professionali

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Le competenze per lo svolgimento dei compitiLe competenze per lo svolgimento dei compiti

Competenze di base

Competenze trasversali

Competenze tecniche professionali

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Le attività indirette del progettoLe attività indirette del progetto

Preparazione dell’interventoPreparazione dell’intervento Analisi della situazione di partenzaAnalisi della situazione di partenza Ideazione e Progettazione degli interventiIdeazione e Progettazione degli interventi -- Generale e di dettaglioGenerale e di dettaglio

- Pianificazione - Pianificazione

- Concorso collaborativo dei soggetti esterni- Concorso collaborativo dei soggetti esterni (contenuti e modalità…)(contenuti e modalità…)

Analisi, Ricerca e Promozione Analisi, Ricerca e Promozione Reclutamento e selezione dei partecipantiReclutamento e selezione dei partecipanti Attività di monitoraggio e valutazioneAttività di monitoraggio e valutazione ((regolati su standard, regolati su standard,

indicatori e strumenti di controllo della efficienza/efficacia )indicatori e strumenti di controllo della efficienza/efficacia )

Controllo della qualità e verifica dei risultatiControllo della qualità e verifica dei risultati Elaborazione dei materiali informativiElaborazione dei materiali informativi

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Le attività dirette del progettoLe attività dirette del progetto

Attività di formazione orientativa e bilancio della Attività di formazione orientativa e bilancio della

competenzecompetenze

Attività di formazione professionaleAttività di formazione professionale

Attività di stageAttività di stage

Attività di laboratorio/project workAttività di laboratorio/project work

Tutoring/Follow-up e valorizzazione, Tutoring/Follow-up e valorizzazione, a conclusione a conclusione

dell’esperienza formativa, per il feed-back con i partecipanti, la verifica e il dell’esperienza formativa, per il feed-back con i partecipanti, la verifica e il

rinforzo degli apprendimenti. rinforzo degli apprendimenti.

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La figura professionale da formareLa figura professionale da formare

Denominazione della figura professionale da formareDenominazione della figura professionale da formare Tipologia della figura: Tipologia della figura: - operativa, operativa professionale, tecnico- specialistico, tecnico gestionale, gestionale- - operativa, operativa professionale, tecnico- specialistico, tecnico gestionale, gestionale-

manageriale manageriale Certificazione finale prevista (Certificazione finale prevista (Repertorio Regionale delle Attestazioni- Standard Repertorio Regionale delle Attestazioni- Standard

minimi DGR n. 6625 del 17 maggio 2012)minimi DGR n. 6625 del 17 maggio 2012): : - attestato di frequenza sempliceattestato di frequenza semplice (in assenza di valutazione pubblica degli apprendimenti (in assenza di valutazione pubblica degli apprendimenti

maturati)maturati)

- attestato di apprendimenti non formali e informaliattestato di apprendimenti non formali e informali (in assenza di valutazione pubblica (in assenza di valutazione pubblica degli apprendimenti maturati)degli apprendimenti maturati)

- attestato di frequenza con profittoattestato di frequenza con profitto ( a seguito di valutazione pubblica degli ( a seguito di valutazione pubblica degli apprendimenti maturati)apprendimenti maturati)

- attestato di competenzaattestato di competenza (a seguito di valutazione pubblica, svolta sulla base di uno (a seguito di valutazione pubblica, svolta sulla base di uno specifico standard di certificazione) specifico standard di certificazione)

- attestato di qualifica professionaleattestato di qualifica professionale (a seguito di valutazione pubblica, svolta sulla base (a seguito di valutazione pubblica, svolta sulla base di uno specifico standard di certificazione) di uno specifico standard di certificazione)

- attestato di specializzazione professionaleattestato di specializzazione professionale (a seguito di valutazione pubblica, svolta (a seguito di valutazione pubblica, svolta sulla base di uno specifico standard di certificazione) sulla base di uno specifico standard di certificazione)

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Destinatari dell’interventoDestinatari dell’intervento

Numero…Numero…

Titolo di studio richiesto ed indirizzo di studiTitolo di studio richiesto ed indirizzo di studi

TipologieTipologie::- Portatori di handicap fisico e/o mentalePortatori di handicap fisico e/o mentale - Immigrati extra-comunitariImmigrati extra-comunitari - Tossicodipendenti ed ex-tossicodipendentiTossicodipendenti ed ex-tossicodipendenti - Detenuti ed ex-detenutiDetenuti ed ex-detenuti - Altri soggetti in condizione di disagioAltri soggetti in condizione di disagio

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Cronogramma di sviluppoCronogramma di sviluppo

Durata dell’interventoDurata dell’intervento

Tempistica di sviluppo delle attività indirette e dirette Tempistica di sviluppo delle attività indirette e dirette

del progetto del progetto

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La Formazione dei formatoriLa Formazione dei formatori

Formazione del personale interno attraverso attività Formazione del personale interno attraverso attività

corsuale finalizzata a colmare specifici debiti di corsuale finalizzata a colmare specifici debiti di

competenzecompetenze

Partecipazione delle figure esterne coinvolte Partecipazione delle figure esterne coinvolte

nell’attuazione del progetto nell’attuazione del progetto

(tutor aziendali, educatori, operatori di servizi sociali(tutor aziendali, educatori, operatori di servizi sociali …) …)

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Architettura del progettoArchitettura del progetto

Articolazione del percorso formativoArticolazione del percorso formativo

Rappresentazione grafica dell’interventoRappresentazione grafica dell’intervento

Risultati finali dell’attività di formazione professionaleRisultati finali dell’attività di formazione professionale

I moduli formativi: obiettivi, criteri di valutazione, soglia di I moduli formativi: obiettivi, criteri di valutazione, soglia di

accettabilità, contenuti, metodologie, attrezzature e accettabilità, contenuti, metodologie, attrezzature e

tecnologie didattiche, supporti didattici, unità didattichetecnologie didattiche, supporti didattici, unità didattiche

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Definizione degli obiettiviDefinizione degli obiettivi

Obiettivi generali o formativi - nuove forme di pensiero, stili di apprendimento,

tipologie comunicativo-relazionali, modelli di socializzazione, atteggiamenti relazionali

- non riguardano necessariamente le conoscenze e le competenze che gli utenti sono in grado di padroneggiare, bensì le trasformazioni che l’atto formativo ha generato in loro

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Obiettivi specifici o didattici

- sono legati ai processi di apprendimento, ovvero alle conoscenze e alle competenze che gli utenti riescono ad acquisire in relazione alla strutturazione dell’offerta formativa.

- si riferiscono ai saperi delle discipline, i quali vengono a formare una sorta di “mix” con i saperi informali, i saperi del senso comune, che tutti i portano con sé e che vengono ad integrarsi con saperi di grado superiore, «disciplinati» appunto, poiché dotati di maggiore coerenza logica, rigore scientifico e epistemologico.

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Strutture di conoscenza e scelta dei contenuti

Prospettiva oggettivista

- La conoscenza come “prodotto”- La conoscenza si acquisisce per via trasmissiva- Centralità dell’insegnamento

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Prospettiva costruttivista

- La conoscenza viene attivamente costruita dal soggetto

- La conoscenza si costruisce a partire dall’esperienza del

soggetto e dai percorsi di indagine che egli promuove

- La conoscenza è un “processo” diffuso e situato che

nasce dall’integrazione di saperi formali, non formali,

informali

- Centralità dei bisogni formativi e dell’apprendimento

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Scelta dei contenutiScelta dei contenuti

Saperi disciplinari

Conoscenze e abilità

Valore strumentale delle conoscenze

Formare alle competenze

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LE METODOLOGIE DIDATTICHELE METODOLOGIE DIDATTICHE

Lezioni

Comunicazione dialogica e confronto

Discussione

Lavoro di gruppo

Esercitazioni e casi

Simulazioni

Role-play

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LE LEZIONILE LEZIONI

La lezione deduttiva:

L’insegnante procede con l’esposizione dei principi generali inerenti l’argomento che si intende affrontare, per esaminare poi i singoli punti entrando nel dettaglio della tematica prescelta, fino all’applicazione dei principi e dei concetti affrontati a casi o attività pratiche.

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La lezione induttiva

si apre con l’analisi di casi ritenuti

significativi, proposti dal formatore o

individuati dagli stessi partecipanti, sui quali

viene impostata un’attività di riflessione al

fine di indagare in profondità gli elementi

costitutivi dell’oggetto di studio, le eventuali

connessioni, le conseguenze, ecc.

Successivamente vengono formalizzati i

concetti (o punti-chiave) emersi dalle

riflessioni effettuate, per poi applicarli

nuovamente allo studio di nuovi casi o

esperienze concrete.

Page 35: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

La lezione «per problemi»

parte dalla formulazione di una serie di domande

valutate come interessanti e stimolanti per gli utenti.

Viene poi illustrato lo scopo dell’intervento, precisando

quali contributi teorici e applicazioni pratiche si vogliono

proporre, per passare subito dopo alla trattazione di

ciascuna delle domande individuate, attraverso la

selezione dei concetti che meglio si prestano alla

trattazione e/o risoluzione di argomenti/problemi.

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La lezione storico-temporale

si focalizza sulla ricostruzione delle tappe «storiche» di un

argomento, di un contenuto, di un evento, di una

situazione data, ecc.

Si procede successivamente all’analisi delle singole fasi

per poi passare alla ricostruzione dei vari momenti; si

arriva così ad ottenere una visione d’insieme del

fenomeno preso in esame.

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ESERCITAZIONI E CASIESERCITAZIONI E CASI Le esercitazioni nozionistiche

sono funzionali soprattutto ad «equalizzare» i livelli di

apprendimento e a colmare eventuali lacune fra gli

alunni del gruppo-classe.

Attraverso la predisposizione di questionari, test a

risposta aperta, chiusa o a scelta multipla si procede

alla verifica delle conoscenze acquisite in modo da

omogeneizzare le differenze di apprendimento presenti

fra gli utenti

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Le esercitazioni addestrative

batterie di esercizi finalizzati all’acquisizione di abilità operative legate all’esecuzione di un’attività manuale o intellettuale. La caratteristica di fondo di questo tipo di esercitazione è rappresentata dalla possibilità di scomporre un’azione in procedure pre-definite, tese a ordinare e organizzare gerarchicamente una serie di comportamenti, detti «chiusi», in quanto definiti a priori. In questo caso ciò che viene valutato non è tanto l’originalità del lavoro o la creatività dell’esecutore, quanto la vicinanza alla consegna data e la qualità finale della performance.

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Le esercitazioni «problem solving»

Si parte dall’individuazione di un problema la cui

risoluzione viene affidata ad un piccolo gruppo di alunni

(meglio se non superiore alle 5 o 6 unità)

Il problem solving determina forti cambiamenti

concettuali, sviluppa processi di ragionamento e di

metacognizione funzionali sia all’esplorazione dei dati

disponibili sia alla valutazione delle ipotesi prodotte

rispetto alla risoluzione di una situazione problematica

Page 40: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

Le fasi previste da questa tecnica didattica sono:

a) analisi del problemab) suddivisione del lavoro di raccolta delle informazioni

fra i vari membri del gruppo c) condivisione delle informazioni con il gruppod) formulazione e condivisione delle ipotesi di interventoe) verifica esperienziale delle ipotesi f) valutazione dei risultatig) eventuale formulazione di un nuovo problema

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I casi

Ad un gruppo di utenti viene affidato il racconto di una

situazione problematica, successivamente gli utenti si

confrontano su come poterla risolvere. Ciò che

differenzia un’esercitazione problem solving da un caso

vero e proprio è che il primo prevede un’unica soluzione

corretta, mentre ciò non è possibile per i casi.

Nei casi quello che conta è la coerenza interna del processo

logico mediante il quale i partecipanti arrivano a

prospettare la loro soluzione del problema, che comunque

rimane sempre una fra molte possibili e ugualmente valide.

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LE SIMULAZIONILE SIMULAZIONI

Le simulazioni addestrative

- sono riproduzioni di comportamenti interpersonali specifici, sia in termini di contenuto che di contesto rispetto all’evento da simulare. L’obiettivo di questa tecnica didattica è ben chiaro: incrementare le capacità dei bambini nella messa in opera di una determinata procedura che richiede un’interazione fra più persone. Una delle condizioni necessarie per la buona riuscita delle simulazioni addestrative è costituita da una chiara assegnazione delle parti sia rispetto al ruolo da svolgere che al contesto situazionale in cui il comportamento viene agito

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Il role-play

è probabilmente la pratica didattica legata alla simulazione più usata. Prendendo spunto dalle rappresentazioni di tipo teatrale, il role-play parte dalla lettura di un «copione», o meglio di un caso scritto, redatto dall’insegnante, che deve essere «messo in scena». Contestualmente alla «recita» del caso scelto dall’insegnante, i non-attori, muniti di un’apposita griglia, osservano criticamente lo svolgersi della simulazione che sarà poi oggetto di discussione in plenaria. Compito di quest’ultima fase della processo di simulazione affidato al role-play è analizzare quanto accaduto, chiarire eventuali malintesi, interrogare gli attori e i non-attori rispetto al loro stato emotivo, valutare l’efficacia della simulazione, riportare quanto avvenuto durante l’attività simulata a casi reali legati alla propria esperienza, rileggere l’esito di esperienze personali sulla base della riflessione conseguente il role-play.

Page 44: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

I MOMENTI DELLA VALUTAZIONEI MOMENTI DELLA VALUTAZIONE

La valutazione ex ante

La valutazione in itinere

La valutazione ex post

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LA VALUTAZIONE EX ANTELA VALUTAZIONE EX ANTE

La valutazione ex ante viene realizzata prima dell’attuazione di un intervento formativo ed è finalizzata a verificarne in primo luogo la fattibilità e la pertinenza. Per questa ragione essa è strettamente legata all’analisi dei bisogni dei soggetti, del contesto e della committenza.

Durante questo primo momento valutativo si procede ad una raccolta di informazioni relative ai destinatari dell’azione formativa e alle «peculiarità di contesto» rilevate a livello territoriale e/o internamente in formazione.

Page 46: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

Questi dati vengono poi messi in relazione con l’ipotesi di intervento educativo che si intende realizzare, valutando in che misura essa è in grado di:

- rispondere ai bisogni e alle problematiche individuate- apportare un effettivo miglioramento sia per i

soggetti che per il contesto- quanto l’investimento in risorse è congruo con i

benefici ipotizzati- qual è il livello di innovazione e di trasferibilità della

proposta educativa

Page 47: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

LA VALUTAZIONE IN ITINERELA VALUTAZIONE IN ITINERE

La valutazione in itinere prende in esame sia lo stato

di avanzamento dell’intervento formativo e

educativo, verificando la corrispondenza fra i risultati

di percorso raggiunti e gli obiettivi intermedi

individuati, sia i livelli di apprendimento dei soggetti

rispetto alle conoscenze e alle competenze acquisite

Page 48: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

La valutazione in itinere può articolarsi in diverse «forme» valutative:

a) la valutazione iniziale-collettiva (o valutazione in ingresso o diagnostica) avente lo scopo condiviso di effettuare una ricognizione delle conoscenze e delle competenze (cognitive, affettive, sociali) che l’utente possiede all’inizio di un iter di formazione

b) la valutazione dei prerequisiti, più specifica della precedente, rimanda al possesso di capacità strumentali e operative, abilità, conoscenze ritenute necessarie a un inserimento positivo del soggetto in un percorso di formazione

Page 49: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

c) la valutazione formativa (o intermedia) dovrebbe servire da feed-back in itinere non solo per il soggetto in formazione ma anche per coloro che gestiscono e progettano l’offerta.

Essa pertanto aiuta a individuare soluzioni concrete per un’adeguata regolazione del percorso formativo

attività di recupero e potenziamento

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LA VALUTAZIONE EX POSTLA VALUTAZIONE EX POST

La valutazione ex post è successiva all’intero intervento formativo e può essere a sua volta articolata in valutazione interna (o sommativa o finale) e valutazione esterna.

Nel primo caso (valutazione interna) l’atto valutativo è finalizzato a verificare la conformità dei risultati di apprendimento raggiunti dai soggetti in relazione agli obiettivi finali prefissati

Risultati finali che devono essere dichiarati mediante la certificazione delle competenze

La valutazione esterna, invece, tiene conto della congruità tra i risultati ottenuti e i bisogni del territorio o dell’organizzazione cui era riferito l’intervento educativo.

Page 51: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

Offerta formativa - P.F. Provincia di MateraOfferta formativa - P.F. Provincia di Matera

Linea di attività per l’inclusione sociale e lavorativa dei

soggetti adulti e minori sottoposti a provvedimenti

dell’Autorità Giudiziaria nella regione Basilicata:

- VALE LA PENA LAVORARE

Page 52: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

ATTIVITÀ CORSUALI REALIZZATETECNICHE DI SISTEMAZIONE E MANUTENZIONE DELLE AREE VERDI

-P.F. 2008 – durata 300 ore ACQUISIZIONE DI COMPETENZE NELLA VIVAISTICA

-P.F. 2009 (Fondi Aggiuntivi) - durata 300 oreACQUISIZIONE DI COMPETENZE NELLA MANUTENZIONE EDILE

-P.F. 2011 - durata 300 oreACQUISIZIONE DI COMPETENZE NEL RICICLO E RIUTILIZZO DI MATERIALE

DI SCARICO -P.F. 2011 - durata 150 ore

TECNICHE DI MANUTENZIONE AREE VERDI -P.F. 2011- durata 300 ore

TECNICHE PER LA REALIZZAZIONE DI PITTURE E DECORAZIONI MURALI-P.F. 2011 – durata 150 ore

TIROCINI FORMATIVI / LAVORATIVI – C.C . L’UEPE E L’USSM - P.F. 2011 – durata 300 ore

 

Page 53: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

ATTIVITÀ CORSUALI DA REALIZZARE- IN FASE DI PROGRAMMAZIONE - ANNUALITÀ 2012- ATTIVITÀ

2013

Presso C.C. di Matera- Percorsi formativi: - manutenzione edile, durata 300 ore;- riparazione e restauro di arredo e manufatti lignei,

durata 300 ore; - manutenzione idraulica, durata 150 ore; - lavorazione di riciclo e riutilizzo di materiale di scarto,

durata 150 ore; - informatica di base, durata 150 ore; - lavorazione e applicazione di cartongesso, durata 150

oreCon UEPE - USSM- Tirocini formativo-lavorativi

Page 54: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

Il modulo di orientamentoIl modulo di orientamento

Obiettivi generali - L’attività di Orientamento, adotta una metodologia

centrata sull’accoglienza, l’ascolto e il counseling (empowerment)

- si propone di facilitare l’ingresso, nel percorso proposto, dei soggetti in difficoltà, predisponendo motivazioni e maggiore fiducia in se, regolando (“patto”) consapevolezza e aspettative realistiche, verso le opportunità professionali e di job-creation

Page 55: A cura della dottoressa Anna Maria Spinelli

- L’accoglienza orientativa incoraggia le rappresentazioni

personalizzate, la valorizzazione delle risorse individuali e

le relazioni interpersonali, liberando emozioni e

decondizionando i vissuti negativi (paura, delusione,

rabbia…) dei partecipanti

- L’attività di orientamento, contribuisce, a dotare i

partecipanti di una bussola per accedere al percorso

formativo e per intraprendere un percorso sociale e

lavorativo