(a) (b) (c)deriamo un sistema termodinamico, per esempio n moli di gas racchiuse in un reci-piente....
Transcript of (a) (b) (c)deriamo un sistema termodinamico, per esempio n moli di gas racchiuse in un reci-piente....
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B
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Lo stato termodinamico di un sistema è completamente de�nito quando si assegna-
no i valori delle sue variabili di stato: la pressione, il volume e la temperatura. Consi-
deriamo un sistema termodinamico, per esempio n moli di gas racchiuse in un reci-
piente. Se il gas è in equilibrio la conoscenza dei valori di V, p e T caratterizza
completamente il suo stato �sico.
Si chiama macrostato lo stato �sico di un sistema termodinamico de�-
nito da una terna di valori p, V, T.
Consideriamo ora il gas da un punto di vista microscopico, lo stato dinamico del si-
stema è de�nito dalle posizioni e dalle velocità delle sue molecole. La teoria cinetica
dei gas ha messo in evidenza che la temperatura assoluta T è in relazione con l’ener-
gia cinetica media delle molecole del gas, cioè che la temperatura di un sistema ma-
teriale dipende dallo stato dinamico delle sue molecole.
Vediamo quale relazione sussiste tra lo stato dinamico delle molecole e il macrosta-
to di un determinato sistema materiale.
Immaginiamo di gon�are con elio tre palloncini di gomma in modo che il gas sia
caratterizzato dalla stessa terna di valori p, V, T. Da un punto di vista macroscopico
i palloncini sono perfettamente identici: stessa forma e stesso gas, stesso valore di
pressione, volume e temperatura.
Immaginiamo di avere un dispositivo in grado di fotografare la posizione e la veloci-
tà vettoriale di ogni molecola di gas. Ogni situazione fotografata rappresenta uno
stato microscopico, o microstato, del gas.
Si chiama microstato lo stato dinamico delle molecole di un sistema
che corrisponde a un determinato macrostato.
Supponiamo, in maniera estremamente sempli�cata, che il gas sia formato da quat-
tro molecole.
1
3
2
4
(a)
1
2
4
(b)
32
4
(c)
31
I vettori della �gura 31 rappresentano la velocità di ogni molecola: nei disegni (a) e
(b) le velocità delle molecole contrassegnate con 1 e con 3 sono state scambiate, in
un caso anche in verso; nei disegni (a) e (c) tutte e quattro le velocità delle molecole
sono state scambiate cioè la 1 con la 3 e la 2 con la 4.
Scambiando le velocità, il calcolo dell’energia cinetica media delle molecole fornisce
lo stesso valore; infatti se la velocità quadratica media delle molecole non è cambia-
ta, non lo è neanche la temperatura del gas.
Figura 31 Microstati relativi a
quattro molecole di gas.
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L’esempio, molto sempli�cato, mostra che si può avere lo stesso valore di energia ci-
netica media, quindi di temperatura, con molteplici stati dinamici microscopici: in
questo caso allo stesso macrostato corrispondono tre microstati diversi.
La molteplicità di un macrostato A, che si indica con il simbolo W(A),
è il numero di microstati con cui è possibile realizzarlo.
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Se estendiamo il ragionamento a un sistema reale, costituito da un numero N molto
grande di molecole (ordine di grandezza 1023, cioè 1 mol di sostanza), dobbiamo af-
frontare il problema: qual è il numero di microstati che corrisponde a un determina-
to macrostato in equilibrio alla temperatura T?
Per rispondere alla domanda ci serviamo di un modello. Supponiamo di avere un
contenitore a due scomparti e un numero N di molecole che rappresentiamo con
sferette tutte uguali.
Calcoliamo in quanti modi diversi è possibile disporre le molecole nei due scomparti.
Le �gure di seguito mostrano le possibili distribuzioni delle molecole nel caso in cui
N = 2 (�g. 32) ed N = 4 (�g. 33).
Se N = 2 ci sono solo 4 (= 22) possibili diverse disposizioni: le molecole sono en-
trambe in un settore oppure sono una nell’uno e l’altra nell’altro.
Al crescere del numero delle molecole succedono due cose:
a) aumenta il numero delle possibili disposizioni (cioè aumenta il numero dei mi-
crostati);
b) microstati in cui le molecole sono equamente distribuite nel settore di destra e in
quello di sinistra sono in numero maggiore.
Esaminiamo ora il caso in cui N = 4 (�g. 33).
Il numero totale dei microstati è 16 (= 24) e la molteplicità maggiore (6) è ottenuta
con le molecole ripartire due a destra e due a sinistra.
Figura 32 Distribuzione di
N = 2 molecole in un contenitore
a due scomparti. Per maggior
chiarezza ogni molecola è
indicata con un diverso colore.
Figura 33
microstati corrispondentimacrostato molteplicità
W[A(4,0)] = 1
W[A(2,2)] = 6
W[A(1,3)] = 4
W[A(0,4)] = 1
W[A(3,1)] = 4
A (4,0)
A (2,2)
A (1,3)
A (0,4)
A (3,1)
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B
In generale, se le molecole sono N, il numero dei microstati corrispondenti a un de-
terminato macrostato è 2N.
Grazie al calcolo combinatorio è possibile calcolare il numero di modi in cui N mole-
cole possono essere disposte nei due settori (a e b) in modo tale che Na molecole
stiano da una parte e Nb dall’altra con la formula:
N! _____
Na!N
b! dove il simbolo N!, che si
legge “enne fattoriale”, è il fattoriale di un numero ed è così de�nito:
N! = N · (N − 1) · (N − 2) · … · 1
Per esempio, la molteplicità della distribuzione di quattro molecole, due a destra e
due a sinistra è:
N! _____
Na!N
b! =
4! _____
2! · 2! =
4 · 3 · 2 · 1 _________
2 · 1 · 2 · 1 = 6
Fissato N la molteplicità è tanto maggiore quanto minore è la differenza tra Na ed N
b.
Mettiamo in relazione il numero di tutti i microstati possibili con la probabilità che
si veri�chino. La probabilità che si veri�chi l’evento E è uguale al rapporto tra il nu-
mero di casi favorevoli e quello dei casi possibili, ed è sempre un numero compreso
fra 0 e 1.
La probabilità che un sistema si trovi nello stato termodinamico A è
uguale al rapporto tra la molteplicità di A (casi favorevoli) e il numero
di tutti i possibili microstati.
Per esempio (�g. 33), la probabilità del macrostato A con tutte e quattro le molecole
in un solo scomparto è P(A) = W(A)
_____ 2N
= 2 __
16 =
1 __
8 , mentre la probabilità che le molecole
siano distribuite in modo uniforme, due a destra e due a sinistra, è P(A) = W(A)
_____ 2N
=
= 6 __
16 =
3 __
8 maggiore rispetto al primo caso.
La probabilità di un macrostato è tanto maggiore quanto maggiore è il numero dei
corrispondenti microstati.
La probabilità P(A) di un macrostato A è una grandezza proporzionale al numero
degli stati microscopici.
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Il �sico austriaco Ludwig Boltzmann (1844-1906) ha proposto una nuova interpreta-
zione della funzione entropia in termini probabilistici e ha reso possibile una com-
prensione più profonda del secondo principio.
In precedenza abbiamo visto come i sistemi termodinamici tendono spontaneamen-
te a stati di equilibrio caratterizzati da massima entropia.
Boltzmann ha dimostrato che entropia e probabilità termodinamica sono correlate
tra loro dall’equazione, nota come equazione di Boltzmann: SA = k
B ln W(A)
dove
kB è la costante di Boltzmann (1,38 · 10−23 J/K) e W(A) è la molteplicità del macrosta-
to indicato con A, “ln” è il simbolo del logaritmo naturale.
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L’equazione di Boltzmann mette in relazione la funzione entropia con la molteplici-
tà del macrostato.
L’entropia di un sistema termodinamico nello stato A è tanto maggiore
quanto è maggiore la molteplicità di quello stato, cioè quanto più quel-
lo stato è probabile.
Siccome gli stati più probabili sono anche quelli più disordinati l’entropia di un siste-
ma misura il suo grado di disordine.
Consideriamo ancora la �gura 33, la situazione con le molecole disposte tutte in un
unico settore (cioè più localizzate) è più ordinata della situazione in cui le molecole
sono equamente ripartite tra i due settori (le molecole sono meno localizzate, ma
più disperse), ma la situazione più ordinata, come abbiamo visto, è anche quella
meno probabile in uno stato di equilibrio.
Determiniamo l’entropia di un sistema composto da due sottosistemi, A e B e siano
W(A) e W(B) le molteplicità dei due sottosistemi.
La probabilità composta, cioè la probabilità che il sottosistema A abbia molteplicità
W(A) e contemporaneamente, il sottosistema B abbia molteplicità W(B) è uguale al
prodotto delle probabilità. Perciò:
S = kB ln [W(A) · W(B)] = k
B lnW(A) + k
B lnW(B)
Ritroviamo così che l’entropia è una funzione additiva.
Calcolo della variazione di entropia
n moli di gas perfetto alla temperatura T sono contenute nella parte sini-
stra di un recipiente suddiviso in due settori, di uguale volume, che comu-
nicano mediante un rubinetto R. Inizialmente tutto il gas si trova nel set-
tore di sinistra e il rubinetto è chiuso. Nel settore di destra, invece, è stato
fatto il vuoto. Il recipiente ha un’ottima tenuta ed è adiabatico (�g. 34).
Aprendo il rubinetto il gas si espande raddoppiando il proprio volume. La
trasformazione è irreversibile, adiabatica (il contenitore è isolato termica-
mente) e isoterma.
Un gas che si espande nel vuoto non compie lavoro e perciò dal primo principio della termodinamica si ricava che
Q = ∆U. Ma Q = 0 perché il sistema è isolato e perciò l’energia interna del gas è costante, cioè la temperatura del
gas è costante. La variazione di entropia del gas che compie l’espansione libera è uguale a quella di n moli di gas
che si espandono isotermicamente alla temperatura T in maniera reversibile dal volume V1 al volume V
2 e perciò
si calcola:
∆S = nR ln ( V2 __
V1
) = nR ln ( 2V1 ___
V1
) = nR ln(2)
Calcoliamo la variazione di entropia del gas con questa formula e con l’equazione di Boltzmann e confrontiamo i
risultati. In relazione alle capacità di calcolo di un pc siamo costretti a scegliere un gas estremamente rarefatto,
cioè composto da un numero di molecole inferiore a 200, per esempio 170 molecole. Calcoliamo a quante moli di
gas corrispondono e valutiamo la variazione di entropia durante l’espansione libera:
∆S = nR ln(2) = 170 _____________
6,023 · 1023 mol−1 · 8,314 J · mol−1 · K−1 · 0,693 = 1,63 · 10−21 J · K−1
Rgas
Figura 34
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, / � 6 ( & 2 1 ' 2 � 3 5 , 1 & , 3 , 2 � ' ( / / $ � 7 ( 5 0 2 ' , 1 $ 0 , & $ � ( � / · ( 1 7 5 2 3 , $
favorito da un aumento di entropia, cioè da un aumento di disordine. In termini di
entropia perciò è maggiormente favorito il processo di evaporazione di un liquido
rispetto a quello di condensazione.
L’evoluzione �nale del sistema, dipende dalla temperatura.
Consideriamo un esperimento in cui un gas chiuso in un contenitore è posto su un
termostato (�g. 36). Se la temperatura del gas è suf�cientemente elevata le molecole
del gas riempiono in modo uniforme il recipiente. Siamo in presenza di una struttu-
ra altamente disordinata. Il valore dell’entropia è elevato così pure quello dell’ener-
gia del sistema. Manovriamo il termostato e diminuiamo la temperatura del gas: i
movimenti delle molecole diventano più lenti ed esse, per la forza di gravità, si ad-
densano nella parte bassa del recipiente. Supponiamo che nella base del recipiente
siano stati praticati dei piccoli avvallamenti disposti in posizioni regolari. Dimi-
nuendo ulteriormente la temperatura le molecole si addensano negli avvalamenti:
ora l’energia ha raggiunto il valore minimo. Questa situazione è altamente ordinata
e ha portato a una diminuzione di entropia.
temperatura in diminuzione
Per portare le molecole nelle buche il termostato ha dovuto sottrarre calore al gas e
riversarlo nell’ambiente, perciò l’entropia dell’ambiente è aumentata. Il fenomeno,
che localmente mostra una diminuzione di entropia, globalmente conferma che
l’entropia non può mai diminuire.
• L’entropia permette di riformulare il secondo principio della termodinamica con un enunciato equivalente a quello di Clausius? Giusti�ca la risposta.
• Un sistema evolve spontaneamente da un macrostato a un altro che presenta un numero maggiore o minore di microstati?
• Quale relazione sussiste tra la variazione di entropia e l’ordine di un sistema chiuso e isolato?
Figura 36 Modello
di gas al diminuire
della temperatura.
I vettori blu
rappresentano la
velocità media
delle molecole.