99 - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Carri armati ...2011/04/28  · Milano. Sua sorella,...

7
Circa 30 carri armati dell’esercito siriano sono stati avvistati da testimoni oculari mentre sono in movimento sul raccordo anulare di Da- masco. Lo riferisce il sito “Rassd”. Testimoni e attivisti per i diritti umani riferiscono che l’eser- cito ha dispiegato i carri armati attorno a Douma, sobborgo di Damasco, e nella città costiera di Banias. Un residente di Douma riferisce che gli agenti di sicurezza stanno andando casa per casa, conducendo raid, con la lista delle persone ricer- cate, aggiungendo che se gli agenti non trovano le persone che stanno cercando, portano via in custodia i loro parenti. I governi di Italia, Fran- cia, Spagna, Germania e Gran Bretagna hanno deciso una convocazione coordinata degli am- basciatori della Siria accreditati nei loro rispettivi Paesi. Il Consiglio per i diritti umani delle Na- zioni unite (Unhrc) terrà una sessione speciale sulla Siria per cercare di fermare le violenze por- tate avanti dalle forze del presidente Bashar Assad sui civili. I rappresentati dei 47 Paesi membri si incontreranno domani a Ginevra. Sono oltre 400 le persone uccise in Siria da metà marzo, quando Assad ha lanciato una furiosa re- pressione sui dissidenti. Ieri l’Onu ha chiesto al presidente di ritirare le forze di sicurezza. Carri armati in strada a Damasco QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Giovedì 28 aprile 2011 Anno XVI n° 99 - € 0.50 Un quotidiano moderno nel segno della tradizione ORA A 50 CENTESIMI WWW.AVANTI.IT Un quotidiano moderno nel segno della tradizione ORA A 50 CENTESIMI WWW.AVANTI.IT L’onorevole Alberto Asor Rosa, ha accantonato (forse) la sua proposta che ha suscitato solo sdegno in coloro che credono nella libertà, nel diritto della maggioranza a governare, ma dalle colonne del “Manifesto” con- tinua la sua provocazione dicendo che “esiste in Italia una situazione di rischio mortale per la democra- zia”. Questa volta sono completa- mente d’accordo con lui: in Italia esiste questo pericolo che però viene solo dalla forza politica che l’onorevole Alberto Asor Rosa vor- rebbe si affermasse al più presto. Io credo veramente nella democrazia parlamentare, nella libertà della maggioranza democratica- mente eletta a governare e conseguentemente ogni azione di forza contro l’attuale maggioranza parlamentare è solo ille- gale e, conseguentemente, da combattere. La democrazia par- lamentare nel 1922 aveva un nemico: Benito Mussolini; oggi ne ha un altro: Alberto Asor Rosa. L’ALDO L’ALDO PARLANTE di Aldo Chiarle la vignetta la vignetta In Siria ormai è guerra civile, ma la comunità internazionale sembra non voler vedere. Domani a Ginevra si terrà una sessione speciale del Consiglio per i diritti umani dell’Onu, ma intanto i morti sono già più di quattrocento

Transcript of 99 - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Carri armati ...2011/04/28  · Milano. Sua sorella,...

Page 1: 99 - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Carri armati ...2011/04/28  · Milano. Sua sorella, invece, è a Parigi. Lui, con la mamma Ro-saria e il padre Giovanni, occupa un sedile

Circa 30 carri armati dell’esercito sirianosono stati avvistati da testimoni oculari mentresono in movimento sul raccordo anulare di Da-masco. Lo riferisce il sito “Rassd”. Testimoni eattivisti per i diritti umani riferiscono che l’eser-cito ha dispiegato i carri armati attorno a Douma,sobborgo di Damasco, e nella città costiera diBanias. Un residente di Douma riferisce che gliagenti di sicurezza stanno andando casa per casa,conducendo raid, con la lista delle persone ricer-cate, aggiungendo che se gli agenti non trovanole persone che stanno cercando, portano via incustodia i loro parenti. I governi di Italia, Fran-cia, Spagna, Germania e Gran Bretagna hannodeciso una convocazione coordinata degli am-basciatori della Siria accreditati nei loro rispettiviPaesi. Il Consiglio per i diritti umani delle Na-zioni unite (Unhrc) terrà una sessione specialesulla Siria per cercare di fermare le violenze por-tate avanti dalle forze del presidente BasharAssad sui civili. I rappresentati dei 47 Paesimembri si incontreranno domani a Ginevra.Sono oltre 400 le persone uccise in Siria da metàmarzo, quando Assad ha lanciato una furiosa re-pressione sui dissidenti. Ieri l’Onu ha chiesto alpresidente di ritirare le forze di sicurezza.

Carri armati in strada a DamascoQUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Giovedì 28 aprile 2011Anno XVI n° 99 - € 0.50

Un quotidiano modernonel segno della tradizioneORA A 50 CENTESIMI

WWW.AVANTI.IT

Un quotidiano modernonel segno della tradizioneORA A 50 CENTESIMI

WWW.AVANTI.IT

L’onorevole Alberto Asor Rosa, ha accantonato (forse) la suaproposta che ha suscitato solo sdegno in coloro che credononella libertà, nel diritto della maggioranza a governare, madalle colonne del “Manifesto” con-tinua la sua provocazione dicendoche “esiste in Italia una situazionedi rischio mortale per la democra-zia”. Questa volta sono completa-mente d’accordo con lui: in Italiaesiste questo pericolo che peròviene solo dalla forza politica chel’onorevole Alberto Asor Rosa vor-rebbe si affermasse al più presto. Iocredo veramente nella democraziaparlamentare, nella libertà della maggioranza democratica-mente eletta a governare e conseguentemente ogni azione diforza contro l’attuale maggioranza parlamentare è solo ille-gale e, conseguentemente, da combattere. La democrazia par-lamentare nel 1922 aveva un nemico: Benito Mussolini; oggine ha un altro: Alberto Asor Rosa.

L’ALDOL’ALDOPARLANTEdi Aldo Chiarle

la vignettala vignetta

In Siria ormai è guerra civile, ma la comunità internazionale sembra nonvoler vedere. Domani a Ginevra si terrà una sessione speciale del Consiglioper i diritti umani dell’Onu, ma intanto i morti sono già più di quattrocento

Page 2: 99 - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Carri armati ...2011/04/28  · Milano. Sua sorella, invece, è a Parigi. Lui, con la mamma Ro-saria e il padre Giovanni, occupa un sedile

Ordinanza di custodia cautelare in carcere all’ex capo di Cosa nostra per la strage del 1984 sul treno Napoli-Milano

Rapido 904: “Il mandante è Riina”

Giovedì28 aprile 2011 22

L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Napoli,Carlo Modestino, su richiesta del pm della Dda, Paolo Itri eSergio Amato, e del procuratore aggiunto Sandro Pennasilico,consegnata ieri mattina in carcere all’ex capo di Cosa nostra,Totò Riina, per la strage del Rapido 904, di cui viene ritenutoil mandante, segna una nuova svolta nelle indagini. A quasi 27anni da quel 23 dicembre del 1984, quando l’attentato dinami-tardo portò via la vita a 16 persone e la cambiò per sempre amolte altre: oltre 300 i feriti, tanti i morti a distanza di anni perle conseguenze del trauma.

Un decennio di processi per cinque pronunce dei tribunali.Due ergastoli e tante zone d’ombra. Particolari che rimangonoda chiarire, punti oscuri sui quali non si è voluto, o potuto, farluce. Almeno fino a quando le indagini hanno fatto emergereche l’esplosivo usato sul Rapido 904 sarebbe lo stesso utiliz-zato anche nella strage di via D’Amelio, nel 1992, in cui per-sero la vita Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta.

Tornando indietro con la memoria, occorre però ripercorrerequel maledetto giorno del 1984. È il 23 dicembre. Mancanodue giorni a Natale. È mezzogiorno in punto all’orologio dellastazione di Napoli. La voce dell’altoparlante annuncia: il trenoRapido 904 è in partenza dal binario 11. La folla si accalca alleporte dei vagoni. Le carrozze sono stracolme di gente. Tutti oc-cupati i sedili. Gli scompartimenti invasi, i corridoi sommersidalle valigie, fin quasi dentro i bagni. Non si riescono neppurea contare. Ci sono i sacchetti dei regali impacchettati. Ci sonoi bambini. Ci sono grandi scatole di cartone, salumi e panebuono del Sud. Quello fatto in casa. E c’è, soprattutto, l’ansiadi arrivare, di incontrare i parenti partiti, quelli che per lavoro,per fame, da Napoli sono andati a lavorare al Nord. Quelli chesi incontrano solo una volta l’anno.

Antonio Cercola ha 22 anni. Suo fratello, Francesco, vive aMilano. Sua sorella, invece, è a Parigi. Lui, con la mamma Ro-saria e il padre Giovanni, occupa un sedile nel vagone 10. Suidue sedili di fronte, i suoi genitori. Di strada ne hanno tanta dafare in pochi giorni. Per Natale a Milano, poi partiranno per laFrancia. È un viaggio che hanno in programma da tempo.

Quel convoglio pesante di gente, di vite, corre lungo la trattaNapoli-Milano. Chi legge, chi dorme, chi guarda fuori dai fi-nestrini appannati. Il Rapido 904 è carico come un mulo. Dichilometri ne ha macinati tanti prima di questa sera. Alla Sta-zione di Firenze qualcuno scende, altri salgono. Un uomo sullaquarantina ha in mano una grande valigia. Sale di fretta sul va-gone 10. La lascia lì. E va via. Nessuno lo nota, mentre sul va-gone 9 salgono Pierluigi Leoni e Valeria, la sua fidanzatina.Hanno appena 18 anni, stanno insieme da qualche tempo. Sonodiretti a Milano per le vacanze. Le prime da quando hanno fi-nito la scuola. Sono le 18.35 e il treno porta un lieve ritardo. Lodice il capoconvoglio al microfono. Una ventina di minuti, nondi più. Normale amministrazione, pensano i passeggeri. Peruna tratta così lunga, un piccolo intoppo è la routine.

Il tempo scorre lentamente, mentre il treno percorre gli ot-tanta chilometri tra Firenze e Bologna. Lascia la stazione diSanta Maria Novella, sfiora Prato con i capannoni del tessile.Taglia a metà le colline toscane. Verdi e buie. Fa freddo. E nefarà sempre di più ora che quel convoglio ha iniziato la sua sa-lita lungo le creste del tratto appenninico. È stanco, carico. Inalcuni scompartimenti le luci sono spente. Gli altri passeggeriprovano a tenere bassa la voce. Il sole è tramontato già da treore, e c’è chi vuole dormire, mentre i bambini piangono.

Il Rapido 904 continua a correre. Vuole recuperare il ritardo.Alle 18,55 imbocca la galleria tra Vernio e San Benedetto ValDi Sambro, diciotto chilometri, la più lunga d’Italia. Dentroquella gola lungo la montagna il buio è intermittente. Ogni 50metri le luci fotoelettriche abbagliano i visi dei passeggeri. Lagalleria sembra non finire mai, il rumore è assordante. AntonioCercola si alza a fumare una sigaretta. Guarda fuori dal fine-strino. Le 19,08. Un colpo sordo corre lungo tutto il convoglio.Un vento caldo, sempre più denso, rovente, investe i vagoni.Uno squarcio tra le lamiere ha aperto il ventre del treno. Esat-tamente a metà. Fumo, fuoco, ressa. E sangue. È il caos, lagente rompe i vetri dei finestrini. Topi in gabbia. Intorno è ilbuio assoluto, tagliato solo dalle alte vampate delle fiamme.Cercando una via d’uscita la folla impazzita travolge tuttoquello che gli finisce tra i piedi. Valigie, scatole, borse, per-sone. Inizia a correre lungo la galleria. Non sa neppure da cheparte andare, ma corre. Disperata. Non è importante dove.L’importante è che sia lontano da lì. Qualcuno riesce a usciredal tunnel e, in preda al panico, si inerpica su per la collinaalle porte di San Benedetto. Lì, almeno, c’è silenzio. Pianti di-sperati ovunque. Dentro il treno rimangono in quindici. Quin-dici corpi a pezzi. Irriconoscibili, arsi dalle fiamme.

Antonio è sommerso dal ferro caldo delle lamiere. La terragli è entrata in bocca, su dentro il naso. Non riesce a muoversi.

Non riesce a respirare. E rimane lì per molto tempo ancora,fino a quando i soccorritori non riescono a sgombrare la galle-ria, e arrivare al vagone esploso. Passa un’ora, forse di più. Lui,dice, non riesce a ricordare nulla. Non sa dove si trova quandoriapre gli occhi all’ospedale Maggiore di Bologna. Non sa chiè, e non lo sa nessuno. Al pronto soccorso è arrivato come “fe-rito numero 1”. Il primo di una lista che conta oltre 300 nomi.Ha il 65% del corpo ustionato. Ulcere su tutta la pelle. Ha unedema polmonare. È gravissimo. I medici non sanno se riusciràa farcela. Suo cognato, a Parigi, il giorno dopo la strage, com-pra un quotidiano. In prima pagina, su una barella, c’è il visosfigurato di Antonio. Sua sorella non sa ancora nulla. Il maritonasconde quelle pagine. Giovanni, il padre, morirà di lì a poco,per il trauma riportato. È anziano e non è riuscito a sopravvi-vere al colpo. Ma il nesso di causalità tra la sua morte e l’atten-tato, non è mai stato riconosciuto.

Non è il solo. Il giorno dopo la strage, un vigile del fuoco,che ha lavorato tutta la notte in quella galleria, non regge alloshock. Era stato a Bologna, alla strage della stazione, a por-tare via i cadaveri. A spegnere gli ultimi focolari. Dieci anniprima, in quella stessa galleria, aveva assistito all’eccidiodell’Italicus. Scriverà una lettera ai familiari, prima di farlafinita. Venti anni dopo, Antonio è ancora alle prese con leconseguenze dell’incidente.

Passa un anno intero da quella notte, per vedere il primo in-tervento della giustizia. È il 9 gennaio 1986, quando l’allorapubblico ministero, Pierluigi Vigna, firma una serie di ordini dicattura, contro il cassiere di Cosa nostra, Pippo Calò, ma anchecontro Giuseppe Misso, boss del rione Sanità di Napoli. Nel-l’ordinanza di rinvio a giudizio, i giudici di Firenze scrivonoche la strage sul Rapido 904 sarebbe stata suggerita “con loscopo pratico di distogliere l’attenzione degli apparati istitu-zionali dalla lotta alle centrali emergenti della criminalità orga-nizzata che in quel tempo subiva la decisiva offensiva di poliziae magistratura per rilanciare l’immagine del terrorismo comel’unico, reale nemico contro il quale occorreva accentrare ogniimpegno di lotta dello Stato”. L’iter giudiziario è complesso esi scontra con una serie di punti irrisolti, sui quali, a distanza dianni, non si riesce a fare chiarezza.

Nell’ultima sentenza, quella definitiva, che condanna all’er-gastolo Pippo Calò e il suo braccio destro, Guido Cercola, igiudici scrivono che c’è un’alleanza stretta tra settori di Cosanostra e della Camorra napoletana, alla base dell’eccidio sulRapido 904. Ma esistono ancora zone grigie e altre ancora piùbuie, quelle che portano ai mandanti della strage di Natale.Neppure cinque processi hanno saputo spiegare la motivazionereale e profonda di quell’eccidio. Perché un gruppo di criminalimafiosi decide di mettere una bomba su di un treno? Qual è illoro progetto? Perché la criminalità organizzata sceglie unastrada chiaramente eversiva? Una azione “anomala”, spieganole migliaia di pagine delle motivazioni delle sentenze.

Nel 1984 qualcosa si rompe nell’equilibrio tra mafia e poli-tica. I magistrati siciliani battono a tappeto il palermitano. Iniziala vera lotta alla mafia. I boss hanno le mani legate, non riesconoa muoversi con la libertà che gli era tacitamente riconosciutafino solo a qualche tempo prima. L’era degli attentati terroristiciè finita, pensano, e gli inquirenti possono concentrarsi nellaguerra alle associazioni malavitose. Ecco il movente, ricostruitonelle pagine della sentenza, “l’organizzazione mafiosa dovettecompiere un gesto clamoroso e gravissimo al fine di distoglieremomentaneamente da essa l’impegno repressivo ed investiga-tivo dello Stato”. Lo dice la pronuncia della Corte di Appello diFirenze del 14 marzo 1992 passata in giudicato. Cosa nostra,insomma, ha affidato a quella bomba un messaggio depistante,rivolto anche allo Stato. È come se dicesse: “La stagione degliattentati non è finita, non vi illudete che possiate tornare a pren-dervela con noi, allentate la tensione e vedrete che la situazionetornerà tranquilla”. Lo confermerà qualche anno dopo persinoTommaso Buscetta, il primo pentito che ha gettato luce su unmondo che fino ad allora era rimasto sommerso.

Dopo il sangue, il terrore, il vuoto, i familiari delle vittimehanno affrontato la vicenda processuale. In primo e in secondogrado la magistratura, in base alle risultanze raccolte dagli in-quirenti, condanna all’ergastolo Pippo Calò ed i suoi uominiper l’esecuzione materiale del reato di strage, mentre un’accer-tata fattiva collaborazione di elementi di spicco della camorraquali Giuseppe Misso, porta nei suoi confronti, ed in quelli deisuoi uomini, a pesanti condanne detentive, ma per reati diversi,che vanno dalla detenzione di esplosivo all’associazione ma-fiosa con l’aggravante dell’eversione.

La Cassazione ribalta queste decisioni ignorando tutto il ca-stello accusatorio sostenuto dalle prove raccolte dagli inquirentie per mano di Corrado Carnevale annulla la sentenza nei con-fronti di Calò e Misso rinviando il giudizio ad altra sezione dellaCorte di Assise di Appello di Firenze. È nel Tribunale fiorentinoche si riforma parzialmente la sentenza. I giudici condannanoper strage Calò, ma assolvono Misso condannandolo solo perdetenzione abusiva di esplosivo e riducendone la pena a soli treanni. Alla fine di questo giudizio di rinvio, due figure chiavedel processo, Galeota, braccio destro di Misso, e sua moglie,sono uccisi in un agguato. In un secondo giudizio di rinvio, a se-guito di stralcio, un deputato missino, Massimo Abbatangelo,già condannato in primo grado per strage alla pena dell’erga-stolo, viene assolto da tale accusa per non aver commesso ilfatto, e condannato per porto e detenzione abusiva di esplosivi.

La Corte di Cassazione rigetta, successivamente, i ricorsiproposti dai familiari delle vittime contro la sentenza di se-condo grado nei confronti di Abbatangelo, e li condanna, tra leproteste, al pagamento delle spese processuali. Ma sono altri ipunti oscuri della vicenda. E sono moltissimi. La Commissioneparlamentare Stragi, presieduta dal senatore Gualtieri, nel 1994evidenzia un “chiaro contesto in cui sono maturate le azioniterroristiche riportabili alla strategia della tensione, senza riu-scire in alcuni casi, come questo del Rapido 904, ad individuareun più ampio ambito di responsabilità, avvertendo che restanonon pienamente chiariti i contesti diversi e i più ampi disegnistrategici cui le stragi sono state funzionali”.

Il lavoro della Commissione parlamentare punta il dito sulladistrazione e sull’assenza dei servizi Sismi e Sisde, che avreb-bero dovuto cogliere e segnalare ogni attività di tipo terrori-stico; sottolinea la possibilità della “reiterazione di atti criminalialla scopo di turbare e condizionare lo svolgimento della vitademocratica del Paese”. Ma non scioglie i dubbi che vanno aformare le zone d’ombra di questa vicenda. Per esempio,l’esplosivo. Una impronta digitale sulla scena di un crimineper i tecnici della scientifica. Tritolo miscelato ad altre sostanze.Un mix che, nell’esplosione, provoca fiammate dalle tempera-ture elevatissime. Una sostanza penetrante, devastante, che uc-cide anche attraverso le inalazioni. “Lo stesso materiale, lastessa composizione delle bombe trovate nei misteriosi depositiattribuiti alla Gladio - dice il presidente dell’associazione vit-time della strage del treno 904, Antonio Calabrò - perché nes-suno ne ha mai fatto parola?”.

Il 31 dicembre 2004, a Sulmona venne trovato impiccatoGuido Cercola, 60 anni, che si era ucciso utilizzando i lacci dellescarpe. Nel novembre del 1992, Cercola era stato condannato al-l’ergastolo per l’attentato del 23 dicembre 1984 al Rapido 904.L’uomo era stato accusato di aver aiutato il presunto cassieredella mafia, Pippo Calò, ad organizzare l’eccidio.

Il resto è storia di ieri. L’ultima, si spera. Perché dopo venti-sette anni, scoprire i colpevoli, non è solo un diritto e un dovere,ma anche un obbligo verso le vittime e i familiari che da quasitre decenni vivono nel sofferenza senza sapere nemmeno concertezza chi l’ha provocata.

27 ANNI SENZA COLPEVOLI

Gli inquirenti della Dda di Napolihanno rilevato che l’esplosivo

utilizzato ventisette anni fa sembraessere lo stesso piazzato in via D’Amelioper uccidere Borsellino e la sua scorta

Un ordigno nascosto in una valigia esplose la sera del 23 dicembre uccidendo 16 persone e ferendone 300

Page 3: 99 - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Carri armati ...2011/04/28  · Milano. Sua sorella, invece, è a Parigi. Lui, con la mamma Ro-saria e il padre Giovanni, occupa un sedile

Un’Opa su Parmalat per creare un gruppocon un giro d’affari di 14 miliardi di euro. Consede, organizzazione e testa in Italia e quota-zione a Piazza Affari.

Questo il buongiorno di Lactalys alla riaper-tura dei mercati dopo le festività pasquali. Qual-che ora dopo il “via libera” da parte del premierSilvio Berlusconi sostenuto, come ovvio, dalpresidente Nicolas Sarkozy, a Roma per il ver-tice Italia-Francia. Senza mai nominare Parma-lat, Berlusconi ha rimarcato una suaconvinzione personale e cioè che l’economia“deve essere libera” e che gli Stati possono in-tervenire solo “se si tratta di settori che riguar-dano la sicurezza nazionale”. “In Franciaesistono grandi aziende mentre in Italia la forzaè nelle piccole e medie imprese che Oltralpeoperano in più di 1.800 - ha aggiunto - e l’ex-port italiano in Francia è superiore a quellofrancese in Italia. Sulla base di questa realtàdobbiamo guardare ai fenomeni che il mercatoci propone. Auspicio comune - ha concluso - èdi creare grandi gruppi internazionali franco-italiani che stiano bene in competizione glo-bale”.

Rispondendo poi a una domanda dei giorna-listi il presidente del Consiglio ha definito l’Opadi Lactalis “non ostile” - pur se è “singolare”che sia arrivata proprio oggi (martedì, ndr) - eha escluso “la consapevolezza del governofrancese”. “Ci auguriamo che le imprese ita-liane possano arrivare a una proposta - ha dettoancora il premier - per stabilire un accordo conuna partecipazione italiana insieme a Lactalys”.

La società della famiglia Besnier ha precisatoche l’offerta pubblica d’acquisto volontaria, a2,60 euro ad azione per un controvalore di3,375 miliardi, avviene “anche a seguito delmutato quadro normativo successivo all’acqui-sto della propria partecipazione del 28,969 percento in Parmalat” e per “realizzare un rilevanteprogetto industriale” perché “nel contesto com-petitivo attuale” è “importante” per il gruppo diCollecchio raggiungere dimensioni significa-

tive “tali da poter sviluppare brand globali”. Inquesta direzione Lactalys sta pensando di farconfluire in Parmalat le attività europee nel set-tore del latte confezionato, tra cui quelle dete-nute in Francia e in Spagna. Oltre a valorizzarel’ex gruppo di Calisto Tanzi a livello interna-zionale, Lactalis punta a un’espansione “neimercati in forte sviluppo quali Brasile, India,Cina”. Obiettivo: realizzare un giro d’affari proforma di circa 14 miliardi e diventare il primogruppo mondiale nei prodotti lattiero-caseari.Alla Consob la società bretone ha comunicatoche per l’acquisizione della quota rimanentesarà finanziata da quattro banche: Credit Agri-cole, Hsbc, Natixis e Société Générale.

Parole chiare che non lasciano adito a dubbisulle intenzioni “serie” del corteggiatore fran-cese e che arrivano - curiosa coincidenza – pro-prio nel giorno del vertice a Villa Madama. Esoprattutto parole - e azioni - che aggiungono fi-brillazione alla cordata italiana guidata da CassaDepositi e Prestiti e che vede schierate an-ch’essa quattro banche: Intesa Sanpaolo, Uni-Credit, Bnl e Mediobanca. Lo scoglio degliultimi giorni riguardava il partner industriale,ossia Granarolo che probabilmente sarebbe en-trato nella partita solo in un secondo momento.In questo modo si sarebbe salvata l’italianità diParmalat - come auspicato soprattutto da Cdp edunque dal ministro Giulio Tremonti - e anchegli interessi del gruppo bolognese e dei suoiazionisti - tra cui Ca’ de Sass che ne detiene il20 per cento. E comunque rimaneva un altroproblema essenziale: la quota in mano a Lacta-lys, valore 1,5 miliardi di euro, che i francesinon sembrano intenzionati a cedere. Ma sonotutti discorsi che a questo punto si scontranocon una situazione che nel giro di poche ore èassai mutata. E intanto Piazza Affari mostra digradire la mossa francese: subito dopo la diffu-sione del comunicato, poco dopo l’aperturadelle contrattazioni, il titolo ha guadagnato il10,73 per cento a 2,56 euro ad azione, portandocosì il valore vicino al prezzo dell’Opa.

Intervista al deputato del Pdl, Paolo Russo: “Basta improvvisazioni, mettiamoci al passo col nostro leader”

“Un partito vero al fianco di Berlusconi”“Sarebbe ora che aiutassimo di più ilnostro presidente. C’è un popolovero che cova sotto le ceneri dellepercentuali, delle sigle e siglette chetutt’ora permangono a distanza didue anni dalla fondazione del partito.Non si può improvvisare sempre,tanto più che spesso l’improvvisa-zione porta con sé molte controindi-cazioni”. Paolo Russo è un deputato Pdl diesperienza: presiede la CommissioneAgricoltura della Camera e da qual-che tempo riveste il ruolo di segreta-rio generale della fondazione“Cristoforo Colombo per le Libertà”.Presidente Russo, scusi sa, ma dicosa ha bisogno questo Pdl?“Partiamo subito con le domandefacili!? Beh, anzitutto ha bisogno dirisultare più aperto e al tempo stessodi radicarsi sul territorio”.Radicarsi, radicarsi… diconotutti così!“Già, e infatti nessuno lo mette inpratica. Voglio dire che un soggettopolitico è radicato sul territorioquando è capace di tradurre i biso-gni di una comunità in iniziativaparlamentare, ma è altresì radicato

quando svolge adeguatamente ilruolo di raccordo tra l’attività legi-slativa e il Paese reale. In concreto:quante buone cose vengono fatte daParlamento e governo che dovreb-bero essere spiegate agli italiani? Ètanto che non lo facciamo! Per nonparlare del compito che ha unaforza politica responsabile e di coe-sione nazionale come il Pdl - non unpartito ‘appenninico’ come il Pd -che può anche doversi fare carico dispiegare alla gente scelte di auste-rità economica compiute nell’inte-resse generale. Il nostro partito negliultimi tempi ha visto invece da unlato la grande spinta impressa daBerlusconi, che però è stata accom-pagnata da una frenata organizza-tiva, strutturale, che in ultima analisici ha indebolito. E noi invece pos-siamo fare di più”.Pdl, si può fare di più…“Voglio dire che dobbiamo esserecapaci di costruire, e anche rapida-mente, un partito all’altezza del no-stro leader. Per fare questo occorrestrutturarsi, con regole certe e chiareper tutti. Berlusconi ha fatto il passopiù grande: ha messo insieme tutti i

moderati e i riformisti che venivanoda storie diverse e che prima nonriuscivano a stare insieme”.Già, e adesso?“E adesso il nostro compito è fare ilpasso più piccolo. Crescere. Diven-tare grandi. La Fondazione Co-lombo si propone proprio - al di làdelle innumerevoli adesioni chestiamo registrando non solo in Par-lamento ma soprattutto nelle varieregioni - di recuperare quella ten-sione ideale che una volta c’era eche spingeva verso una grande ri-voluzione, pacifica s’intende, distampo liberale. Le siglette, le per-centualine, sono arrivate dopo. Noivorremmo semplicemente vedereun approccio più positivo, di questo

si è fatto promotore anche ClaudioScajola. Vorremmo che il partito fa-cesse il partito, secondo regolecompiute: mica possono esisterenicchie, nicchiette, quote di mercatoattribuite a prescindere, e così via…L’approccio positivo di cui parlopunta, si badi bene, all’unità e allacoesione dentro il Pdl. Con la fon-dazione intendiamo per questo es-sere propositivi sul pianoprogrammatico: dall’energia alMezzogiorno, fino all’immigra-zione. Abbiamo già iniziato con unariflessione sulla riforma degli in-centivi per diverse aree del nostroPaese. Poi abbiamo svolto un semi-nario online sulla riforma dell’arti-colo 41 della Costituzione. QuandoScajola guidava il ministero delloSviluppo economico fu fatto unbuon lavoro con il Piano Berlusconiper il Sud: occorre ripartire da lì,cercando di rispondere alle aspetta-tive della società meridionale”.Presidente Russo, ora però par-liamo di agricoltura. Qual è lostato di salute della nostra Italia?“L’agricoltura in generale sconta labalbuzie dell’Europa, fatta di poli-

tiche dell’Unione ormai datate espesso inadeguate. In questo qua-dro, però, l’Italia manifesta signifi-cativi spunti di vivacità ed èmaturata in generale la convinzioneche non sia necessario dopare ilmercato attraverso quote, limita-zioni o altri strumenti artificiosi,ma che, semmai, sia determinantepuntare a migliorare l’efficienzadelle nostre imprese, la loro inno-vazione e la qualità dei prodotti chemietono successi: nell’ultimo tri-mestre la mozzarella di bufala è an-data benissimo, segnando un+13%. Le pare poco?”.Non mi pare poco affatto! Equindi?“Dobbiamo puntare su tracciabilitàe qualità per garantire un’agricol-tura duale: buona sotto casa, grazieal piccolo agricoltore. Ma anche ca-pace di mostrarsi all’altezza a di-stanza di migliaia di chilometridalle nostre coste. Le premesse cisono tutte: basta guardare il grandesuccesso e i clamorosi schiaffi chevini e formaggi italiani stanno asse-stando ai nostri cugini francesi”.

Andrea Camaiora

Giovedì28 aprile 2011 33PRIMO PIANO

L’offerta pubblica di acquisto di Lactalys non guasta il clima di collaborazione tra i due presidenti

Parmalat, Silvio e Sarkò salutano l’Opa

Quando la (non) candidatura scottaAntonio D’Amato, intervistato qualche giorno fa dal “Corriere della sera”, ha lanciato

violente bordate contro Gianni Lettieri, ex presidente dell’Assindustria di Napoli, attualecandidato del Pdl a successore della pessima sindaca, donna Rosetta Jervolino (Pd). Eha ricordato ai lettori la favola della volpe e l’uva, in versione partenopea. Insomma, ilpredecessore di Luca Cordero di Montezemolo al vertice di Confindustria ha reagito auna sconfitta politica, la sua mancata candidatura, da parte di Silvio Berlusconi, a sin-daco, sostenendo di non aver mai desiderato la vittoria. E disprezzando il rivale che haottenuto il sospirato “premio”. Suvvia, dottor D’Amato, un pizzico di maggior classe edi aplomb confindustriale non guasterebbe… Da Napoli a Milano. Sul “caso Lassini”,hanno ragione Giorgio Stracquadanio e Daniela Santanché e torto la signora Moratti,la cui posizione è apparsa, curiosamente, analoga a quella della sinistra giustizialistadelle Annefinocchiaro, delle Rosybindi e di Michele Sant’oro. Il quale, ad “Annozero”,ha processato, con Travaglio e l’immancabile Bocchino, senza contraddittorio, il Pdl eil Cavaliere sull’“affaire Ruby Rubacuori”, nascondendo ai telespettatori l’arresto diMassimo Ciancimino. L’avvocato Lassini è una brava persona, che ha pagato duramentela malagiustizia. Ha fatto un errore e lo ha riconosciuto. Ma se i suoi concittadini lo vo-teranno - come mi auguro facciano i tanti milanesi, che in passato furono elettori del Psie convinti garantisti -, merita di rappresentarli in Consiglio comunale.

Pietro Mancini

L’ELZEVIRO

Page 4: 99 - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Carri armati ...2011/04/28  · Milano. Sua sorella, invece, è a Parigi. Lui, con la mamma Ro-saria e il padre Giovanni, occupa un sedile

Progettata nel quadro delle celebrazioni per ilcentocinquantesimo anniversario dell’Unità na-zionale, la mostra promossa dalla Banca d’Italiae magistralmente curata da Sergio Cardarelli,responsabile dell’archivio storico della Bancacentrale, fa rivivere uno degli aspetti meno co-nosciuti del nostro processo di unificazione:come fu costruita la moneta dell’Italia unita.

L’adozione della lira, in sostituzione dellecentinaia di segni monetari in uso fino a quelmomento, fu il mezzo per avviare l’integra-zione economica della penisola, aprire la stradaalla partecipazione dell’Italia alle grandi trasfor-mazioni europee e mondiali, porre le basi per ilsuo sviluppo futuro: gli stessi obiettivi chehanno ispirato il processo di unificazione euro-pea e la nascita dell’euro. Attraverso installa-zioni multimediali ed elementi di archivio,grandi collezioni di monete e macchine indu-striali, oggetti d’uso comune e libri antichi, ban-conote moderne e forme di moneta primitiva levicende lontane legate all’unificazione mone-tarie sono lette con l’occhio rivolto alla nostraesperienza odierna. La mostra si articola inquattro grandi sale che ci introducono e ci tra-sportano in un viaggio affascinante, accompa-gnati da una stupenda ed originale musica disottofondo.

Dopo una rara raccolta di pezzi antichi, tracui si ricordano la moneta in electron, rara leganaturale di oro ed argento, del V secolo a.C., oancora il Rai, moneta in pietra di dimensionitali da renderne impossibile la circolazione, maalla base di un sistema fiduciario per gli scambicommerciali, la mostra entra nel vivo. Il rac-conto prende quindi le mosse dai provvedi-menti monetari assunti da Napoleone dopo lacampagna d’Italia del 1796, quando la lira ita-liana viene coniata per la prima volta come mo-neta d’argento del peso di 5 grammi. Continuapoi con gli eventi e i documenti originali deltriennio 1860-62, quando, con il decreto di con-guaglio del luglio 1861 prima, e con la leggedel 1862 di unificazione monetaria poi, le circa90 monete esistenti negli Stati preunitari sono

ricondotte ad una moneta unica. Per approdareinfine alla nascita della Banca d’Italia nel 1893.

L’unificazione monetaria dell’Italia unita fuun processo lungo, a differenza di quanto av-

venuto con il passaggio all’euro, concluso inpochi mesi. Basti dire che se nel centro-nordesso fu completato nell’arco di pochi anni, nelmezzogiorno andò avanti fino al 1890. Ciò av-

venne per una ragione molto semplice: l’ap-prezzamento dell’argento rispetto all’oro, chedisincentivava il cambio. Evidentemente a queltempo le monete avevano ancora un valore in-trinseco. Nel 1866, a seguito di un prestito di250 milioni di lire della Banca d’Italia allo Statopiemontese per finanziare la terza guerra d’in-dipendenza viene introdotto il corso forzoso,che porta alla progressiva sparizione delle mo-nete dalla circolazione e all’introduzione anchein Italia della circolazione fiduciaria. Inizia ilperiodo in cui sono stampate le banconote e, acausa della impossibilità della Banca d’Italia difar fronte alle necessità di emissione, nascono i“buoni di cassa”, precursori dei mini assegni incircolazione in Italia intorno al 1970. Durante ilpercorso ci si imbatte poi in veri e propri cimeli,come l’album di fotografia dei dipendenti dellaBanca d’Italia, uno dei pochissimi album foto-grafici ottocenteschi che sono giunti intatti finoai nostri giorni. Sfogliando l’album di resta stu-piti del fatto che i dipendenti dell’istituto, indi-pendentemente dalla localizzazione geografica,avevano un comune modo di vestire. O ancoranon si può restare indifferenti rispetto alle fedidi credito dei banchieri fiorentini del Quattro-cento, antesignane delle cambiali tratte, con cuisi agevolavano a quei tempi i traffici commer-ciali internazionali.

Un viaggio affascinante dunque, gratuito, edisponibile per chiunque lo voglia intrapren-dere fino al 3 luglio al Palazzo delle Esposizionia Roma. Oltre alla mostra, anche la possibilitàdi assistere a un ciclo di incontri settimanali conpersonalità di spicco per dibattere le ripercus-sioni della moneta unica sui vari aspetti socialied economici legati alla sua introduzione. Pro-prio ieri, con l’intervento di Giuliano Amato sisono potuti approfondire, per esempio, gli ef-fetti dell’uso della moneta sulla vita dei citta-dini. Appuntamento importante, poi, quello del4 maggio con Giovanni Vecchi, per ripercorrereinsieme i punti salienti delle conquiste del pro-gresso nei 150 anni di storia dell’Unità d’Italia.

Alfonso Siano

Giovedì28 aprile 2011 44ATTUALITÀ

La Lira contribuì in modo significativo ad accelerare il processo di sintesi degli Stati preunitari in una sola entità

L’Unità d’Italia passò anche dai portafogli

“Più governance per Schengen”Tajani alla presentazione del “Festival d’Europa” di Firenze

“Occorre più Europa, più politica, piùpolitica europea. È questa la nostragrande sfida per poter dare risposte ai cit-tadini”. È quanto ha dichiarato ieri il vicepresidente della Commissione europea,Antonio Tajani, intervenendo a Roma allaconferenza stampa di presentazione dellaprima edizione del “Festival d’Europa”che si svolgerà a Firenze dal 6 al 10 mag-gio. Tra gli intervenuti, Carlo Casini, pre-sidente della Commissione Affaricostituzionali del Parlamento europeo,Josep Borrell, presidente dell’Istituto uni-

versitario europeo, Lucio Battistotti, diret-tore della rappresentanza in Italia dellaCommissione europea, Cristina Gachi as-sessore alle Politiche giovanili dell’uni-versità e della ricerca di Firenze.“Mercoledì prossimo presenteremo alConsiglio e al Parlamento europeo unprogetto che riguarda la governance diSchengen - ha annunciato Tajani -. Dob-biamo lavorare per una governance piùforte dove, in alcuni casi si potrebbe pre-figurare una gestione, da parte comunita-ria dei problemi”.

Google doodle per i 150 del BelpaeseMolte volte consultando il sito di Google cisiamo accorti che la scritta era cambiata per fe-steggiare o segnalare un avvenimento, quello sichiama doodle, ovvero una variante artistica dellogo di Google. I doodle nascono da un’idea diDennis Hwang, un webmaster di Google che hainiziato a ricordare eventi e festività mondialicon i suoi doodle nel 2000. Ora Google, con ilpatrocinio del Ministero per i Beni e le Attivitàculturali e con la collaborazione del Ministerodell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e“Rai 150” ha deciso di lanciare una competi-zione artistica per i 150 anni dell’Unità d’Italia,nelle scuole primarie e secondarie di primo e se-condo grado. Attraverso la guida degli inse-gnanti gli studenti dovranno creare un doodle,esprimendo la loro visione sull’Italia dei pros-simi 150 anni che contribuiranno a costruire e ildoodle vincitore sarà pubblicato il 30 settembre2011 sull’homepage italiana di Google per 24ore. A tal proposito Mario Resca, direttore gene-rale per la Valorizzazione del Patrimonio Cultu-rale, ha affermato: “Sosteniamo con entusiasmoquesta iniziativa perché incontra due mondi,quello degli studenti e quello delle tecnologie,verso cui la mia Direzione Generale ha orien-tato molte delle sue attività, nella convinzioneche incentivare la fruizione del patrimonio sto-rico-artistico da parte dei giovani sia fondamen-tale per creare una coscienza culturale

condivisa, elemento cardine del nostro essereitaliani. E ciò è possibile solo coinvolgendolitramite il mondo della scuola, come in questoconcorso, e comunicando direttamente con lorograzie alle potenzialità offerte dai new media”.La competizione, iniziata il 21 aprile, termineràil 10 giugno, Google selezionerà i 90 doodle fi-nalisti, identificando le 30 migliori creazioni ar-tistiche per ciascuna delle 3 categoriescolastiche: scuole elementari, scuole medie in-feriori e scuole medie superiori. Successiva-mente, una giuria ufficiale si occuperà diselezionare i 30 loghi finalisti. Dopodiché dal 27giugno fino al 15 settembre, spetterà al pubblicodi Internet votare il vincitore assoluto e quelloper categoria, infine Il 30 settembre, il doodlevincitore assoluto verrà pubblicato per l’interagiornata sull’ homepage italiana di Google e lascuola che lo rappresenta riceverà computerportatili, desktop e schermi. Stefano Maruzzi,Country Director di Google Italy ha così com-mentato l’iniziativa: “Da anni ormai il logo diGoogle si presta a celebrazioni di persone edeventi che hanno segnato la storia attraverso lacreatività e l’innovazione”, ed ha proseguito.“Siamo felici che da oggi questo stesso logopossa rappresentare uno stimolo per molti stu-denti italiani a riflettere sul futuro del nostroPaese, ispirati dai luoghi e dalle persone che cihanno portati ad essere una sola nazione”.

Tecnos di Giampiero Rossi

I pantaloni di SusannaDONNE, Avanti! di Ylenia Berardi

Manca meno di un mese alle elezioni amministrative e l’attenzione è alta sullarappresentanza femminile negli enti locali. Per l’occasione il ministro MaraCarfagna e Anci promuovono una “Campagna a favore della democrazia pari-taria nei comuni italiani” per chiedere ai candidati sindaci di impegnarsi pub-blicamente a “includere nei propri programmi elettorali un’assunzione diresponsabilità concreta verso le esigenze della popolazione femminile, a partireda una equa rappresentanza di genere nella composizione delle giunte”. L’ini-ziativa anticipa, come ha ricordato il ministro Carfagna, i contenuti di un dise-gno di legge che intende concedere agli elettori la possibilità di esprimere duepreferenze alle elezioni comunali, a patto che si tratti di preferenze di genere di-verso. Non quote rosa, ma quasi. A proposito di quote, ancora fresco è il successodella proposta di legge bipartisan a firma Lella Golfo e Alessia Mosca, che in-troduce la presenza obbligatoria delle donne nei Cda delle società quotate inborsa. Tutte misure che sembrano necessarie a fronte del grave ritardo che il no-stro Paese sconta rispetto al resto d’Europa nel sostenere una selezione e unapromozione della classe dirigente che siano rispettose del principio di equa rap-presentanza. Politica ed economia non sono gli unici contesti, sebbene i più invista, a essere afflitti dalla mancanza di una presenza femminile massiccia, equesta volta non è solo un limite italiano. L’altra sera, intanto, al Teatro allaScala, ha debuttato un’opera di Luca Francesconi, “Quartett”, dall’omonimapièce teatrale di Heiner Müller e liberamente tratta da “Le relazioni pericolose”di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Lacos. Non sarà comunque questala “prima” che passerà alla storia: come non ricordare Susanna Mälkki, primadonna a dirigere un’opera alla Scala? La musicista finlandese, classe 1969, èl’esempio che le quote rosa non servono. Il direttore di un’opera non viene elettodal popolo, né viene nominato da un ristretto numero di persone, ma è comun-que un ruolo di potere e come tale è difficilmente accessibile al genere femmi-nile. Forse anche per questo che la Mälkki ha deciso di accedere alla buca delPiermarini in pantaloni, preferendoli all’abito da sera.

Page 5: 99 - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Carri armati ...2011/04/28  · Milano. Sua sorella, invece, è a Parigi. Lui, con la mamma Ro-saria e il padre Giovanni, occupa un sedile

Giovedì28 aprile 2011 55EMERGENZA NORD AFRICA

Il leader del Carroccio non accetta le nuove regole d’ingaggio dell’Italia e il Cdm slitta alla prossima settimana

Anche se il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, insistenel sottolineare che il dissenso della Lega sui raid dei nostriaerei in Libia non potrà avere ripercussioni sulla compattezzadella maggioranza, le esternazioni degli ultimi giorni di Um-berto Bossi hanno indotto il premier a trattare la questione conla dovuta cautela.

Il leader leghista – scrive Il Velino – ha infatti rincarato ladose parlando alla “Padania”, con la quale si è sfogato affer-mando che l’Italia è diventata “una colonia francese”. “Averceduto alle richieste di Parigi - ha aggiunto Bossi - avrà conse-guenze gravissime, a partire dall’arrivo massiccio di profughi.Non è dicendo sempre sì - ha concluso il Senatùr - che si acqui-sisce peso internazionale”. Il tutto corredato daun titolo (“Berlusconi si inginocchia davanti aParigi”) che la dice lunga. E così, secondo levoci che circolavano ieri, il Consiglio dei mini-stri previsto per questa settimana è slittato allaprossima settimana, a causa della verosimileesigenza di portare il Carroccio a più miti con-sigli, dal momento che martedì il ministro dellaSemplificazione, Roberto Calderoli, aveva fattoricorso a una nota ufficiale per far sapere che ilsuo partito avrebbe portato il proprio “no” aibombardamenti alla riunione dell’Esecutivo.

Da parte sua l’opposizione, pur ammettendoche l’evoluzione dell’impegno italiano in que-sto senso era contemplata dall’adesione alla ri-soluzione Onu sulla Libia, non manca disottolineare le divisioni in senso alla maggio-ranza e reclama una verifica parlamentare. Il se-gretario del Pd, Pierluigi Bersani, infatti, haosservato che “davanti a contingenze così rile-vanti non abbiamo una maggioranza, né un go-verno che tiene la barra, pertanto bisogneràriverificare in Parlamento lo stato delle cose. Sefossi io presidente del Consiglio - ha proseguitoBersani - di fronte a una situazione come quella

in Libia, prima di tutto verificherei di avere una maggioranza,perché non si fanno delle scelte senza una maggioranza di go-verno. Dopodiché - ha aggiunto - mi sarei strettamente attenutoa scelte riferibili a decisioni dell’Onu, che sono rivolte a usaremezzi militari per fermare possibili massacri di Gheddafi suiribelli”. Con ogni probabilità, il Partito democratico si farà pro-motore di un’iniziativa parlamentare (ad esempio la presenta-zione di una mozione) per esaltare le spaccature dellamaggioranza. Eppure la decisione del governo di armare i no-stri aerei aveva incassato quasi immediatamente il massimoavallo istituzionale, con l’assenso del capo dello Stato, GiorgioNapolitano, e quello del presidente francese, Nicolas Sarkozy,

che al termine del vertice che si è tenuto martedì scorso a VillaMadama si era detto “rallegrato” della nostra decisione.

Poi i malumori della Lega, culminati nel comunicato di Cal-deroli e nelle affermazioni di Bossi, che arrivava a definire il no-stro Paese “una colonia francese”. “La Lega Nord - si leggevanel comunicato di Calderoli - è contraria alla guerra, e soprat-tutto a quelle che coinvolgono dei poveretti, che poi inevitabil-mente si riverseranno nel nostro Paese. Avevamo chiesto diaiutarli a casa loro, ma gli aiuti ad una popolazione oppressanon si danno con bombe o missili, a torto definiti intelligenti,che non distinguono tra buoni e cattivi. La Lega Nord non con-divide la nuova evoluzione della nostra partecipazione alla mis-

sione libica - ha aggiunto Calderoli - che porteràa nuovi rilevanti oneri e, conseguentemente, adun aumento delle tasse o delle accise sulla ben-zina, rincari che andranno a colpire i tanti citta-dini che non condividono questa guerra. Lagente ha altri problemi: i Paesi che vogliono leguerre se le facciano da soli. Questa - ha con-cluso - è la posizione che porteremo con Um-berto Bossi al prossimo Consiglio dei ministri”.

Di fronte a ciò, Berlusconi, in conferenzastampa, si era detto fiducioso sulla possibilitàdi far rientrare il malcontento dei leghisti, os-servando che si è trattato di una decisione “nonfacile” e assicurando che della questioneavrebbe parlato col gruppo dirigente del Car-roccio. Poi, nel tardo pomeriggio di martedì, ilpresidente del Consiglio, incalzato dai giornali-sti nel centro di Roma si era sbilanciato, affer-mando che con Bossi “è tutto a posto”. Ma ieri,sia la telefonata di un Bossi su tutte le furie aNapolitano, sia il tam tam delle agenzie pertutto il giorno, non hanno confermato che è tuttoa posto. Allo stesso modo, però, non è detto chela questione si risolva per il meglio, comespesso – e volentieri – è accaduto.

Libia, Bossi non fa retromarcia

Il ministro della Difesa La Russa spiega quali sono i nostri nuovi compiti

“Colpiremo obiettivi a terra”“Colpiremo gli obiettivi a terra, ma finora

non siamo stati a guardare e abbiamo parteci-pato alla missione con l’obiettivo di colpire iradar libici per consentire la massima sicu-rezza agli aerei. Adesso la necessità che ci èstata segnalata, e a cui non abbiamo voluto opotuto dire di no, è cambiata: non solo i radar,ma obiettivi selezionati”.

Sono questi, in sintesi, i nuovi impegni as-sunti dall’Italia, spiegati dal ministro della Di-fesa, Ignazio La Russa, il quale ha ancheaggiunto che, per non far correre i rischi ai civili,“utilizzeremo tutti gli assetti che abbiamo, chesono di altissima precisione come missili” chepossono “colpire in maniera chirurgica un tank,una base militare, un obiettivo che mette a ri-schio l’incolumità dei civili libici. Lo abbiamodovuto fare - ha sottolineato La Russa - perchéè di nuovo evidente il rischio enorme che stanno

correndo i cittadini diBengasi e Misurata disubire una vera e pro-pria carneficina”. Sulrischio di colpire obiet-tivi civili, visto che letruppe di Gheddafi inalcuni casi si confon-dono con la gente co-mune, La Russa hasottolineato che si po-tranno usare gli assetti“solo con obiettivichiaramente identifica-bili come i militari”,anche se, ha ammesso,“questo rischio co-munque c’era già”. In-somma, ha chiarito ilministro con un para-

gone calcistico, “cambiamo ruolo, ma conti-nuiamo a giocare nella stessa squadra”. Il cam-bio di atteggiamento da parte dell’Italia di frontealla vicenda libica, ha aggiunto ancora La Russa“non è dovuto a pressioni internazionali. Il fattoche fino ad adesso non avessimo messo a dispo-sizione questi assetti non è dipeso da un fattoreetico. Avevo concordato che potessimo usarealtri assetti fintanto che non c’era necessità e nonce l’hanno chiesto insistentemente tutti”. Nelmomento in cui questo è avvenuto, ha detto LaRussa “non possiamo dire di no. Diventa im-possibile tirarsi indietro se l’Italia vuole svolgereil lavoro che ha chiesto il Parlamento”.

Sul rapporto con Lega, La Russa ha affer-mato che si tratta di un “problema che affron-terà il presidente del Consiglio. Ricordo - haaggiunto - che non bisogna drammatizzare: laLega non ha mai fatto mancare il suo voto. Adifferenza del governo Prodi, il nostro Esecu-tivo non ha mai avuto contrasti di voto suaspetti di politica internazionale. Se poi non èconsentito nemmeno aprire un dibattito e di-scuterlo con le diverse sensibilità mi sembraeccessivo. Avrei preferito anch’io che non cifossero diversità di opinione, ma quello checonterà alla fine sarà la capacità del governo dirimanere unito e coeso. L’opposizione non po-tendo dire nulla sta puntando solo su un’even-tuale frattura che non ci sarà”.

Infine, alla domanda sul passaggio parlamen-tare della missione in Libia, “l’informazione èassolutamente necessaria - ha concluso LaRussa -. Siamo autorizzati dal Parlamento e dalConsiglio dei ministri a partecipare nei modopiù adeguato a svolgere la missione, ma poi seci chiedesse di votare un Ordine del giorno nonpotremo esimerci. Ma la necessità è solo del-l’informazione, il resto è un’eventualità”.

“Ciò che sta avvenendo in Libia non può che provocare enorme sofferenza. Mi au-guro che la recente decisione del governo italiano di prendere parte attivamente allamissione in Nord Africa, come richiesto dalla Nato, possa trovare la giusta unità nelPaese”. Lo afferma Giovanna Ortu, presidente dell’Associazione italiani rimpatriatidalla Libia. Che aggiunge: “La mia speranza è che si possa agire con concordia nel-l’affrontare questo momento drammatico, allo scopo di aiutare gli insorti (che sonocerta saranno degli autentici democratici) a realizzare questo desiderio di libertà”. Ortusottolinea “la necessità e l’importanza dell’unità perché, all’epoca della loro espulsione,gli italiani residenti in Libia furono penalizzati dalla crisi di governo che c’era in Italianel 1970. Non avrei mai pensato che i libici potessero trovare tanto coraggio per ribel-larsi: quando li ho visti partire per la guerra ho provato per loro un’enorme solidarietàe anche tanta partecipazione”. Tornando con il pensiero ai fatti del 1970, quando dopola rivoluzione libica gli oltre ventimila italiani residenti nel Paese furono espulsi su-bendo la confisca di tutti i beni, il presidente dell’Ail ha evidenziato come “il tempo ela-bora ogni lutto, ma il cuore è rimasto nel Paese africano, tanto che l’associazione, dopo40 anni, è ancora unita nel sodalizio. Prevale in me il ricordo della solidarietà dei singoliamici libici, che fecero di tutto per aiutarci”.

“Essere uniti adesso è indispensabile”L’auspicio di Giovanna Ortu, presidente dell’Associazione italiani rimpatriati dalla Libia

COMUNE DI GRAZZANISEP.tta Montevergine

81046 GRAZZANISE (CE)Tel 0823/1760952Fax: 0823/991854AVVISO DI GARA

CIG 210438409D CUP C43B09000020002Questo Ente indice gara, medianteprocedura aperta con aggiudica-zione a favore dell'offerta econo-micamente più vantaggiosa perl'affidamento dei lavori di realizza-zione del collettore emissario diGrazzanise. Termine esecuzionelavori: gg. 730. Importo comples-sivo dell'appalto € 3.450.125,82.Termine ricezione offerte:30.05.2011 ore 14.00. Apertura:il giorno di apertura delle offertesarà deciso all'insediamento dellacommissione giudicatrice e saràpubblicato sul sito del Comune diGrazzanise e comunicato a mezzofax a tutti gli offerenti. Documen-tazione integrale disponibile suwww.grazzanise.gov.itIl Responsabile dell’Area Tecnica

geom. Pietro Montone

Page 6: 99 - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Carri armati ...2011/04/28  · Milano. Sua sorella, invece, è a Parigi. Lui, con la mamma Ro-saria e il padre Giovanni, occupa un sedile

Giovedì28 aprile 2011 66CULTURA SPETTACOLI

A colloquio con Marco Roveda, fondatore di LifeGate, tra i maggiori player italiani della sostenibilità ambientale

Quando il profit fa bene all’ambiente

“Sogno d’autunno”, la vibrante commedia di Jon Fosse, è andatafelicemente in scena alla Sala Giancarlo Nanni del Teatro Vascello,diretto con competente e appassionato impegno da Manuela Kuster-mann. Il lavoro tradotto da Fulvio Ferrari ha avuto ad interpreti:Sergio Romano, Viola Graziosi, Daniela Piperno, Massimo Lello edElisa Amore. Progetto e regia Alessandro Machìa. Scene di Dome-nico Canino; costumi Fabrizia Migliarotti; light designer GiovannaBellini; sound designer Michele Marsili; aiuto regia Elena Fuganti.Produzione Zerkalo Teatro con il sostegno della Reale Ambasciatadi Norvegia e dell’assessorato alle Politiche culturali del Comune diRoma. Va qui detto che Zerkalo è una compagnia teatrale professio-nale che si inserisce in quel segmento, in Italia piuttosto trascurato,posto tra il teatro di parola propriamente inteso e la ricerca estrema.Un’attenzione particolare è rivolta alla drammaturgia contempora-nea con una certa connotazione civile, al recupero della parola comeluogo privilegiato di creazione del senso, agita però secondo una pra-

tica teatrale che ricorre spesso all’impiego della multimedialità e allacommistione con altri linguaggi, senza però abbandonare la scritturadrammaturgica.

Dalla produzione La Fabbrica dell’Attore e Associazione Cultu-rale Controchiave, è stato inserito intanto, sempre al Vascello, unappuntamento con “Doppio assoluto”: la voce intorno al suono. Perl’occasione Alessandro Preziosi legge “La Divina Mimesis” di PierPaolo Pasolini, accompagnato dal percussionista Michele Rabbia. Ilrecital riflette, nel tema della rassegna (doppio assoluto), il rapportometalinguistico tra Pasolini e Dante, come nel dialogo in scena traparola e musica. Al tempo stesso indica un commento al testo dan-tesco, che per Pasolini è in effetti mimesi (o imitazione) della realtàe dei linguaggi che si adottano per rappresentare la vita. Così che itesti circolano di continuo, aprendosi su orizzonti dell’opera imitatae dell’opera nuova che da quella scaturisce.

Re. Ri.

Una vibrante commedia civile

Promuovere uno stile di vita e un modelloeconomico “People, Planet e Profit” dove lepersone, il pianeta e il profitto vivono in armo-nia. Questo l’obiettivo primario di LifeGate,network media e advisor per lo sviluppo soste-nibile che, grazie all’ampia e innovativagamma di iniziative e strumenti di comunica-zione, ad oggi si colloca tra i maggiori playeritaliani nel campo della sostenibilità ambien-tale.

LifeGate è una radio, un magazine, un por-tale web e un advisor per le aziende. Il suo stileè semplice, immediato e capace di raggiungeree coinvolgere un target diversificato, a partiredai singoli cittadini fino alle istituzioni pubbli-che e private che operano in svariati settori. Lachiave di accesso è a 360 gradi: musica di altaqualità on air, corredata da messaggi e consiglietici, un iMagazine per iPod per leggere intempo reale tutte le news sulle tematiche dellasostenibilità, una piattaforma di sharing per ca-ricare immagini e video sul web, un portale in-ternet che offre agli utenti la possibilità dicommentare le singole notizie e condividere icontenuti con i propri amici e ancora, per leaziende, la possibilità di ridurre il proprio im-patto sull’ambiente acquistando energia rinno-vabile e compensando le emissioni di CO2 conprogetti di riforestazione.

Ne scopriamo i profili su Facebook, Twitter,YouTube ma non solo. LifeGate è di per sé unasorta di “social network dell’informazione tec-nologica” che coinvolge i propri utenti; non piùsolo lettori, ma parte attiva delle notizie e delleiniziative.

Per saperne di più su questo network, cheogni giorno accresce il numero dei propri follo-wers e detta nuove tendenze tra i giovani, ab-biamo intervistato il suo fondatore, MarcoRoveda.

Lei ha fatto del “bio” e dell’“eco” la mis-sione della sua vita, fondando prima la Fat-toria Scaldasole e poi LifeGate. Risiedono,dunque, nella natura i segreti del suo suc-cesso?

“Sì, è affascinante pensare che la forza gene-ratrice della natura si incanali nelle mie impreseper fiorire in modi diversi. Con Fattoria Scalda-sole avevamo dimostrato che si può fare busi-ness rispettando l’uomo e l’ambiente, chel’ecologia poteva creare profitto. Avevamocreato la prima industria People, Planet e Profit.Con LifeGate abbiamo creato un’impresa chenasce per diffondere consapevolezza, valori,progresso sostenibile: un nuovo stile di vita eun nuovo modello economico”.

Alla base delle iniziative di LifeGate le tre“P”: People, Planet, Profit. Come riuscite aconiugare questi tre aspetti?

“‘People, Planet, Profit’ sono tre anelli dellastessa catena. ‘People’, la gente, è il soggettosenza il quale non saremmo qui neppure a farequesto ragionamento: la gente non è il mezzoma il fine, e la soddisfazione dei bisogni dellagente, il rispetto dei singoli esseri umani, l’at-tenzione alla qualità dell’esistenza devono es-sere il fulcro di qualsiasi iniziativa. ‘Planet’, ilpianeta, è la terra su cui camminiamo e abi-tiamo, è l’aria che respiriamo, è il cibo chemangiamo, è l’acqua vitale; non possiamo piùvivere alle spalle dell’ecosistema, dobbiamoriequilibrarlo. ‘Profit’, il profitto, è quanto per-mette di soddisfare i bisogni primari legati allasopravvivenza, è indispensabile per vivere nellasocietà contemporanea; ma è arrivato il mo-mento di renderci conto che il profitto da solonon basta e che, senza le altre due P, senza pren-dere in considerazione sia la gente che il pia-neta, non c’è armonia di vita e non c’è neanchevita”.

Una radio, un sito web e un iMagazine periPad: LifeGate coinvolge i propri utenti a360 gradi. Ma qual è il canale che oggi “tira”di più?

“Oggi direi tutto ciò che presuppone l’intera-

zione e la socialità. Internet e i social networkoffrono una ricchezza di possibilità di comuni-cazione e di contenuti: mentre i vecchi mediaerano ‘luoghi/insieme di pratiche’ finalizzatealla ‘comunicazione’, quelli nuovi sono finaliz-zati alla ‘conversazione’. LifeGate si è tuffata inquesta nuova dimensione con entusiasmo, in-coraggiando ogni persona a divenire protago-nista del cambiamento”.

Tra i vostri progetti Impatto Zero®, solu-zione con la quale le aziende possono com-pensare le proprie emissioni di CO2 con lacreazione di nuove foreste. Come nasce que-st’idea?

“Impatto Zero® è il primo progetto italiano,nato nel 2001, che concretizza gli intenti del pro-tocollo di Kyoto, ovvero il primo grande ac-cordo mondiale per ridurre le emissioni dannoseper il clima. Ogni azione, evento, prodotto ge-nera delle emissioni di CO2. Impatto Zero® lecalcola, riduce e compensa le emissioni con lacreazione e tutela di foreste in crescita, il cui

ruolo di ‘carbon sink’ - la capacità di assorbire laCO2 - è riconosciuto dall’Onu e da ricerchescientifiche indipendenti. Ad oggi oltre 800aziende, organizzazioni, enti pubblici e privatihanno aderito al progetto compensando le emis-sioni derivate da attività, consumi energetici edeventi e i prodotti già sul mercato con il marchiosono più di 350 milioni. Il vero intento di Im-patto Zero® è culturale, cioè vuole suggerireche è più corretto internalizzare i costi ambien-tali e che è possibile ridurli, facendo sì che que-sta operazione si traduca in un vantaggio”.

Quali sono i presupposti che un’aziendadeve possedere per poter collaborare convoi?

“Le aziende che collaborano con noi vo-gliono proporre al mercato qualcosa di diverso.Sono aziende che vogliono sostenere e incorag-giare un cambiamento, che sanno che anche at-traverso un prodotto si può diffondere cultura econsapevolezza”.

Se potesse consegnare il Premio 2011 per

“l’azienda italiana meno impattante”, lo da-rebbe a ...? Perché?

“Sono molte, anche in Italia, le aziende chehanno intrapreso percorsi di sostenibilità, maprima di dar loro un premio devono impegnarsiancora moltissimo. Come ha scritto NazimHikmet ‘il più bello di tutti i mari è quello chenon navigammo’”.

Di recente l’espansione al non profit conl’istituzione di LifeGate Planet Onlus. Qualè l’obiettivo primario dell’associazione?

“LifeGate Planet Onlus è una rete di attivitàe iniziative che vuole promuovere la consape-volezza e l’attenzione all’ambiente, sensibiliz-zando rispetto al nuovo bisogno primariodell’uomo, cioè equilibrare l’ecosistema. Lo fa-remo con una varietà di iniziative a sfondo cul-turale, coinvolgendo grandi protagonisti,pensatori e testimoni della nostra epoca”.

Lo scorso 22 aprile abbiamo festeggiatol’Earth Day. Come possono contribuire i no-stri lettori alla salvaguardia del Pianeta?

“Tutti noi, abitanti della Terra, ci dobbiamorendere conto che oggi abbiamo un nuovo biso-gno primario: riequilibrare l’ecosistema. Se nonvogliamo estinguerci dobbiamo farlo, è quindiindispensabile che le persone acquisiscano con-sapevolezza”.

E proprio in occasione della Giornata mon-diale della terra, LifeGate di iniziative ne hapreparate veramente tante, a cominciare dalconcerto a Impatto Zero®, organizzato da EarthDay Italia lo scorso 20 aprile a Roma, che havisto sul palco due protagoniste della scena mu-sicale italiana e internazionale come Patti Smithe Carmen Consoli, fino ad arrivare agli accordicon Walt Disney e Bauli per la resa a ImpattoZero®, rispettivamente di un numero del setti-manale Topolino e della uova di Pasqua Kocci-bella (da 150 grammi) e Kucciolotti Family (da210 grammi). Ampio spazio è stato riservato,inoltre, alla parte di comunicazione con Life-Gate Radio che ha dedicato la programmazioneall’Earth Day e il portale LifeGate.it, che hamesso in primo piano numerosi articoli di ap-profondimento sulla ricorrenza.

Anna [email protected]

Al Teatro Vascello di Roma è andato in scena il “Sogno d’autunno” di Jon Fosse

Registrazione Tribunale di Roman. 599 del 29/11/1996

REDAZIONE DI ROMA

Via del Corso, 117 - 00186 RomaTelefono: 06/6790038 - Fax 06/69782296

www.avanti.it e-mail: [email protected]

CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ

Poster pubblicità & Pubbliche relazioni S.r.l.Roma - Tel. 06/68896911

EDITRICE

International Press soc. coop.Via del Corso, 117 - 00186 Roma

Per abbonamenti: c/c postale 23673809 o presso la nostra sedeIscritta al Registro Nazionale della Stampa al n. 4988 del 20/XI/96

“Impresa beneficiaria, per questa testata, dei contributidi cui alla legge n. 250/90 e successive modifiche ed integrazioni”

edizione chiusa alle ore 23,45

STAMPA

I.I.G.F. S.r.l.Piazza IV Novembre, 4 - 20124 Milano

c/o New Poligraf Rome

Via della Mola Saracena, snc - 00065 Fiano Romano

DISTRIBUZIONE

S.E.R. SRL Via Domenico De Roberto, 44 - 80143 Napoli

DIRETTORE RESPONSABILE

VALTER LAVITOLA

Page 7: 99 - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Carri armati ...2011/04/28  · Milano. Sua sorella, invece, è a Parigi. Lui, con la mamma Ro-saria e il padre Giovanni, occupa un sedile

Giovedì28 aprile 2011 77CULTURA SPETTACOLI

Napoli, “Immaterial Spaces” in mostra dall’11 maggio nella Villa Di Donato

Il fenomeno dell’“arte fredda”, che azzera lamanualità e lo stesso rapporto dell’artista con lamateria, ha determinato una frattura nella storiadell’arte, finora percepita come un continuumche coinvolge passato, presente e futuro. Eppuremolti artisti continuano a scolpire, a dipingere,a modellare con il calore delle proprie mani, rin-novando la sapienza dei maestri antichi alla lucedi una sensibilità attuale. La mostra “ImmaterialSpaces” - dall’11 maggio in Villa Di Donato aNapoli - vuole appunto dimostrare, attraversopindariche connessioni tra opere d’arte modernae contemporanea, che il filo della continuità re-siste ancora. L’arte contemporanea è rappresen-tata dagli americani Lita Albuquerque, AndyMoses e Laddie John Dill, mentre l’arte dei se-coli scorsi è rappresentata dai napoletani Ca-millo De Vito, Edoardo Monteforte e LucaGiordano.

A Lita Albuquerque è associata una gouachedi Camillo De Vito (attivo a Napoli tra fine Set-tecento e metà Ottocento), raffigurante il Golfodi Napoli col Vesuvio eruttante. Nella vedutanotturna si individuano gli elementi propri dellagouache napoletana di ascendenza hackertiana:quel fare disteso, analitico, che tende alla rap-presentazione classica del paesaggio, eppure,nella sagace modulazione dei colori, riesce adesprimere una poetica sensibilità. La stessa eru-zione del Vesuvio non suscita terrore, ma affa-scina i pescatori, che continuano a operare nellaquiete, senza concitazione, in un’atmosferaidealizzante che annulla lo sforzo fisico e la lottaper la sopravvivenza. Al contempo, la visionedel magma incandescente offre lo spunto peruna meditazione sul sublime, quale viene perce-pito nella cultura europea del Settecento. Il su-blime neoclassico non è quello romantico dellecatastrofi ossianesche, che suscitano angoscia eorrore, ma è piuttosto “il passo sicuro di Apolloche scende tremendo e sereno”, come tremendae serena appare l’eruzione del Vesuvio.

Nell’opera di Lita Albuquerque, invece, l’eru-zione è l’energia che vivifica il mondo, lafiamma che arde in ognuno di noi. E la nostramemoria corre alla serie Vesuvius di Andy War-hol, in cui la violenza eruttiva non è più veicolodi morte, ma eccitata rappresentazione del-l’energia e degli umori del popolo napoletano.

Ad Andy Moses è associato un olio di Edo-ardo Monteforte (Polla 1849-Napoli 1933), raf-figurante un Paesaggio agreste. Questa telapresenta una sobria composizione dalle tintebrune o rossastre, che da un lato denuncia l’in-teresse verista per il mondo rurale, comune al-l’arte e alla letteratura del XIX secolo, e da unaltro esprime quel lirismo bucolico che a Napolisi era già manifestato nella pittura di FedericoRossano o dei fratelli Palizzi. A loro volta, questipittori avevano soggiornato a Parigi, cono-scendo dal vivo la tecnica innovativa di Courbete della Scuola di Barbizon, che infondevano nelcolore, indagato in tutte le variazioni tonali, unsentimento poetico della natura.

La composizione della tela di Monteforte èsostanzialmente classica: una masseria con gliannessi fabbricati rurali si pone come linea didemarcazione tra la distesa dei campi, che oc-cupa la metà inferiore, e lo specchio celeste, cheoccupa la metà superiore.

Nell’opera di Andy Moses, invece, la perce-zione del paesaggio viene interiorizzata, mesco-lando i colori, diluendo le forme, azzerando ipiani prospettici. Del paesaggio naturale non ri-mane che una vaga sensazione, alimentata daicolori bruni e terrosi che si lasciano permearedalla luce.

A Laddie John Dill, infine, è associata laMorte di Adone di Luca Giordano (Napoli

1634-1705), affrescata nella galleria di PalazzoMedici Riccardi a Firenze. Il pittore napoletanoambienta la scena in un bosco rigoglioso, dovetre ninfe ritrovano il corpo di Adone, mentreDiana indica il cinghiale che l’ha ucciso. Il temamitologico, che allude all’età dell’imprudenzae dell’amore, fa parte di un complesso pro-gramma iconografico, elaborato dall’accade-mico della Crusca Alessandro Segni, cherappresenta l’apoteosi della vita umana.

Nell’affresco di Giordano si riscontrano i ca-ratteri tipici della pittura barocca: la luce, il mo-vimento, l’enfasi, la teatralità, la tendenza adilatare lo spazio fino all’infinito. La freschezzadei colori, intrisi di una luce mediterranea, af-fonda le sue radici nella pittura veneta del Cin-quecento, in particolare nelle brillanticomposizioni di Tiziano e Veronese, che Gior-dano poté ammirare durante il suo viaggio a Ve-nezia nel 1667.

Anche Laddie John Dill intreccia superficicangianti e fasci di luce, generando un vivosenso di movimento. L’artista, memore delle in-venzioni cubiste e cubo-futuriste, riduce la mol-teplicità del reale ad un mosaico di scheggeluminose, tenute insieme da una forza centri-peta. Se cerchiamo il vero, l’essenza, il signifi-cante, troviamo che esso non risiede nella cosain sé, ma nel movimento che vi è sotteso.

Marco di Mauro

Il 3 maggio prossimo alle 19 sarà presentato “Come posso”, il docu-mentario su Cecilia Capuano per la regia di Giulia Merenda, presso laLibreria Fandango Incontro, in via dei Prefetti 22 (Roma). Introdurrà l’in-contro con il pubblico Giancarlo De Cataldo. E saranno presenti la stessaCecilia Capuana e Giulia Merenda. Negli anni '70, nei fumetti, che è unmestiere da maschi entrò di prepotenza Cecilia Capuana, disse Bernar-dino Zapponi. Cecilia Capuana, una siciliana a Roma e poi un’italiana aParigi. Le sue tavole a fumetti attraversano gli anni Settanta e Ottanta af-frontando le urgenze dell’epoca, recuperano il disegno classico dal rina-scimento al simbolismo di Blake e De Chirico, e approdano nelle paginedi Metàl Hurlant, la rivoluzionaria rivista francese che pubblicò dei grandifumettisti italiani solamente lei.

Un fumetto imparentato con il cinema per le citazioni di cui si nutre,perché Cecilia fa da ponte fra Moebius e Fellini, per la stretta collabora-zione con Zapponi che sceneggiava i sogni in celluloide dello stesso Fel-lini. E della sua contiguità con quel mondo è testimone Mario Monicelliche con Cecilia intreccia un lungo dialogo rievocando un’amicizia e ine-vitabilmente raccontando di sé in una delle sue ultime apparizioni.

I fumetti della Capuana danno vita con grande ironia a un immaginario,ricco, di rottura, che né il cinema né la letteratura in Italia hanno evocatocon tanta potenza. Un fenomeno di cultura bassa e splendente che haespresso al meglio la complessità contemporanea. Cecilia Capuana comefigura di donna esemplare che ha vissuto in prima persona le istanze delfemminismo, libera di dissacrarlo come nella rivista francese “Ah!Nana”e in “Alter Linus”, alla ricerca di una sessualità non confezionata e di unamaternità anche artistica. Con l’energia di una eterna ragazza che oggi fal’artista e riflette, nel suo piccolo, per le strade di Roma e Parigi, come igrandi del passato. “Come Posso” è il ritratto di un’artista che fa ritratti,Cecilia Capuana. Una donna che si scopre attraverso le sue tavole a fu-metti, i suoi dipinti, i luoghi, gli incontri della sua vita. Il documentario è

nello stesso tempo un viaggio nell’epoca d’oro del fumetto italiano, cometestimonia la voce di Tanino Liberatore, celebre disegnatore di Ranxerox,tra i protagonisti di quegli anni, e anche lui ora a Parigi. E poi il capitolosul fumetto francese, con Jean Pierre Dionnet, sceneggiatore di bandesdesinèes, direttore ed editore nel 1975 della rivista di Moebius, la mitica“Mètal Hurlant”, di cui racconta la straordinaria vicenda come se fosseappena ieri, a suggellare il ricordo di un momento irripetibile di fermentoe cultura. Senza ricorrere alla comoda etichetta editoriale della graphicnovel, i fumetti di Cecilia colpiscono ancora per la spiccata autorialità,espressione di un immaginario iconoclasta e irrequieto che rappresenta ecritica la sessualità, i segni del potere, il femminile, il disvelamento. Tragli altri, i critici e giornalisti Marco Giovannini, Oscar Cosulich ripercor-rono la carriera di Cecilia, interrotta nel 1985, e le assegnano un postod’onore nella storia del fumetto, nella speranza che ritorni presto a in-cantarci con il suo segno unico al mondo.

Cecilia è nata in Sicilia in un piccolo paese ai piedi dell’Etna ma moltogiovane va ad abitare a Roma. Dopo una formazione all’Accademia delleBelle Arti, con Ziveri, Maccari e Guttuso, debutta nel fumetto in Francianegli anni Ottanta ed entra in contatto con “Ah!Nana” e “Mètal Hurlant”dove pubblica molte storie. Più tardi viene pubblicata in Italia. (AlterLinus, Comic Art, Totem, Vampirella), in Spagna (El Vibora e Totem) eanche negli Usa (Women’s Comics). Per i suoi fumetti ha collaboratocon diversi scrittori,tra i quali Bernardino Zapponi, lo sceneggiatore diFellini. Con lo stesso Fellini, appassionato di fumetti, ha avuto una lungacomplicità. Cecilia ha realizzato illustrazioni per riviste italiane(L’Espresso, la Repubblica, il Manifesto, Overview), e libri per bambinie ha lavorato anche nella pubblicità per la televisione. Poi il ritorno allapittura, dove si fondono la lingua dell’avanguardia europea (da Boklin aKlinger a De Chirico) alla tradizione italiana. Diventa ritrattista rinomatae realizza più di 300 ritratti.

“Come posso”, omaggio a Cecilia Capuano

Il 9 maggio al Teatro Regio di Torino primaesecuzione assoluta di Urban Pictures di JamesHartway e di Point of View di Carlo Boccadoro,con l’Orchestra Filarmonica 900 diretta da Da-mian Iorio e il DTUJP quartet, (Emanuele Cisie Chriss Collins, sax tenori, Furio Di Castri,basso e Sean Dobbins, batteria). Si coronanocosì, con questo primo appuntamento sinfonico,gli sforzi di Emanuele Cisi e di quanti assiemea lui hanno pensato che la musica potesse “farsimotore” di un progetto di sviluppo sociale, oltreche culturale, volto ad accrescere il senso di“fratellanza” tra due città, Torino e Detroit, ac-comunate da un passato da capitali dell’auto(con tutto ciò che l’accelerazione dell’industria-lizzazione cittadina e nazionale ha comportato,nel bene e nel male, al tessuto sociale dellecittà), e da un futuro in continua evoluzione.

Nato nel 2006 dall’incontro a New York diEmanuele Cisi con il sassofonista jazz ameri-cano Chris Collins (direttore del dipartimentoStudi Jazz presso la Wayne State University aDetroit) e finanziato dalla Wayne State Uni-versity, il Detroit Torino Urban Jazz Project(DTUJP) si è sviluppato una serie di concertie performance nelle due città tra i quali, findalla loro partecipazione nel 2006 al presti-gioso Detroit International Festival, con unconcerto di composizioni originali firmate daidue sassofonisti.

Raddoppiati i finanziamenti della WayneState University per il 2010/2011, dato il suc-cesso della prima fase del progetto, sono statecommissionate le due composizioni che debut-teranno al Regio mentre, nel frattempo, il cir-colo virtuoso di sforzi economici e di scambistudenteschi e didattici innescato da soggettipubblici (il Conservatorio G. Verdi, in cui Cisiè docente, il Teatro Regio di Torino e la Fonda-zione del Festival Jazz di Detroit) e privati (diDetroit), ha continuato a dare i suoi frutti: altritre concerti di ensemble composti da studentidella WSU e del Conservatorio Verdi sono statiprogrammati in concomitanza alla data torinesedi maggio, un’esibizione del DTUJP quartet conla partecipazione di alcuni dei migliori studentidel Conservatorio Verdi è programmata a metàmaggio al prestigioso Dirty Dog club di Detroite, a chiusura del progetto, il 4 e 5 settembre2011, sono previsti concerti nell’ambito del De-troit Jazz Festival, in cui si esibiranno, riuniti inuna big band, i migliori studenti della WSU edel Conservatorio Verdi assieme ad ospiti illu-stri, oltre a un’esecuzione della versione sinfo-nica-multimediale del DTUJ con la DetroitSymphony Orchestra diretta da Leonard Slat-kin. Sul versante italiano, è infine previsto unconcerto di questa stessa compagine sinfonicaal festival MITO a Torino, il 15 settembre 2011.

La fotografia, oltre alla musica, ha avuto unruolo fondamentale nel decretare il successo ar-tistico del progetto. Le fotografie di Pier PaoloOttaviano e Geoff George che hanno reso mul-timediali le esecuzioni dal vivo attraverso laproiezione d’immagini scattate in entrambe lecittà, saranno al centro di una mostra alle Offi-cine Grandi Riparazioni di Torino, nell’ambitodi Esperienza Italia, a partire dal 10 maggio. “Ilrapporto tra le città di Torino e Detroit - ha rac-contato Cisi - non può che continuare a evol-vere, alla luce del recente accordo industrialeFiat-Chrysler, nella direzione di una comunanzadi destini. Tra i coraggiosi progetti di recuperourbano di ‘Motor City’ e la vocazione allo statusdi laboratorio culturale di Torino, le due città po-tranno trovare nel DTUJP, aperto a collabora-zioni con istituzioni ed enti privati, un comunee stimolante modello d’azione, un riuscito pro-getto di scambio e costruzione di comuni valoriestetici e sociali, al di là di ogni idiosincrasia lo-calistica”.

Non a caso quindi, nel corso di una sua re-cente visita a Torino, il sindaco Dave Bing di De-troit ha avuto modo di apprezzare una esibizionedel DTUJP, rimanendone affascinato, ed indi-candolo come uno dei più positivi e interessantiesempi di scambio culturale tra le due città.

La musica sbarca al Teatro Regio di TorinoPindariche connessioni artistiche