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233 Figura 165 Matteo Fraschini, Stefano Melgrati, Tesi di laurea; concorso universitario Cocheras de Metro de Quatro caminos – Mardid machina a layer e contesto multiscala. L’intera area di progetto è stata pensata come un suolo stratificato capace di creare nuove relazioni con situazioni vicine e lontane attraverso un confronto dialettico tra underground e suolo costruito. 9.1.3 lettura critica dei valori del paesaggio; Figura 166 la vista della cattedrale di Segovia da “las Lastras”(foto Lorenzo Mussi) Quanto sopra esposto in qualche modo implica una molteplicità nei modi di percezione dell’ambiente. Questo varia a seconda dell’atteggiamento di chi lo guarda, delle sue motivazioni, intenzionalità

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Figura 165 Matteo Fraschini, Stefano Melgrati, Tesi di laurea; concorso universitario

Cocheras de Metro de Quatro caminos – Mardid machina a layer e contesto

multiscala. L’intera area di progetto è stata pensata come un suolo stratificato

capace di creare nuove relazioni con situazioni vicine e lontane attraverso un

confronto dialettico tra underground e suolo costruito.

9.1.3 lettura critica dei valori del paesaggio;

Figura 166 la vista della cattedrale di Segovia da “las Lastras”(foto Lorenzo Mussi)

Quanto sopra esposto in qualche modo implica una molteplicità nei

modi di percezione dell’ambiente. Questo varia a seconda

dell’atteggiamento di chi lo guarda, delle sue motivazioni, intenzionalità

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e patrimoni culturali antropologici e sociali. In questo contesto però, si

annota un progressivo distaccamento del paesaggio che diviene

sempre più esperienza visiva, sfondo dell’agire umano. Esso perciò

appare nella sua totalità, non come continuo, bensì come sommatoria

di quinte sceniche organizzate secondo riferimenti a grande scala. I

Landmark in questo senso definiscono un fuoco nell’orizzonte visivo e ad

un tempo possono essere intesi come elementi autonomi di paesaggi

interni, terminali di flussi di persone. Questa trama di grandi contenitori

viene innestata in una realtà più minuta generando nuove possibilità,

nuovi possibili scenari.

Quanto detto a proposito del landmark nei confronti del paesaggio

però, deve essere inquadrato in un discorso che cerchi di chiamare in

causa un sistema di valori che si riferisca ad una dimensione anche

locale. I quattro modi di cui sopra si è parlato inducono differenti modi

di percezione e modi di controllo della dimensione geografica; ma non

si vuole attribuire come unico valore quello della percezione dettata dai

differenti sistemi di trasporto; appare importante fare riferimento alla

molteplicità di significati che un punto “notevole” nel territorio possa

rappresentare. Il borgo rurale, la cascina come il paesaggio industriale

debbono essere intesi anche come luogo di riconoscimento di una

cultura, certo trascorsa ma che conteneva al suo interno un sistema di

valori e rituali che acquisiscono nuovi e molteplici significati se visti e

fruiti in uno scenario contemporaneo.

Lo spazio fisicamente costruito resta, ed è la base dell’organizzazione dl

territorio. È il risultato di stratificazioni successive, direttamente dipendenti

dal logiche insediative differenti e legate a differenti modi d’uso e

fruizione del territorio.

Se da un lato, perciò rimane, e resta pienamente riconoscibile, una

struttura cittadina regolata secondo stratificazione storica, (ordinata

perciò secondo una parcellizzazione del territorio derivata

dall’organizzazione dei campi a cui si aggiungono elementi e strutture

dipendenti dall’era industriale e dal conseguente inurbamento), a

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questa si sovrappongono differenti sistemi che ne mutano

profondamente gli ambiti relazionali. Dalla sovrapposizione di differenti

strutture e differenti reti proprie della metropoli dipende una nuovo

schema gerarchico che spesso prescinde da disposizioni geografiche e

fisiche. Non si può però parlare di uno stravolgimento del campo

gravitazionale di una città rispetto al suo territorio, quanto di una

compresenza di segni, di reti e di masse, che hanno nel proprio DNA

differenti logiche di sviluppo e di fruizione, e che implicano differenti

modi di percezione dello spazio.

9.2 La costruzione di un limite abitato tra orografia e tessuto –

Las Lastras

con Marta Malini e Chiara Donisi

9.2.1 Linee guida

Il progetto ha come obiettivo la valorizzazione delle aree interstiziali tra

Las Lastras e il tessuto urbano di Segovia.

La proposta individua un dialogo tra verde e costruito modulando

ambiti differenti d’intervento in cui operare secondo due modalità

principali:

la città sale verso il parco

il parco agricolo scende verso la città

Un percorso a prevalenza pedonale connette gli elementi verdi e

costruiti, pubblici e privati, recependo e organizzando puntualmente il

tessuto e la situazione orografica esistente.

Perno centrale di questa dualità del progetto è la piazza centrale

pensata sia come snodo del percorso lineare, sia, essendo su due livelli,

come punto di ingresso dalla città e contemporaneamente apertura sul

parco.

Il legame visuale tra la città e Las Lastras è stato protetto e valorizzato.

Contemporaneamente si sono rafforzati l’organizzazione degli accessi e

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delle connessioni tra sistema naturale e tessuto urbano. Il progetto mira

ad indicare una soluzione delle situazioni di conflitto esistenti tra il parco

agricolo confine urbano.

Due landmark aprono e chiudono l’intervento:

verso la città storica l’elemento di discesa pedonale e belvedere

verso le grandi infrastrutture l’edificio a torre del nuovo municipio.

Lo studio indaga la declinazione di diverse tipologie edilizie e spazi

aperti rispetto alla città esistente, al verde e all’orografia.

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Figura 167 Segovia, commisurazione del territorio, misure storiche e geografiche a

confronto per la costruzione del limite; la dimensione della scala urbana, individuata

nel borgo antico viene riproposta come misura e passo che struttura il bordo della

città. Il confronto avviene tra una selezione di misure urbane orografiche

238

Figura 168 Da questa selezione nasce il progetto come percorso che attraversa e

struttura sezioni/situazioni differenti che trovano nei differenti modi di relazionarsi al

contesto inteso come vicino – tatto e lontano vista. Il progetto da qui è pensato come

costruzione di un percorso che individui e caratterizzi scenari differenti, modi diversi di

relazionarsi al paesaggio e al tessuto urbano.

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Figura 169 Sezioni e viste lungo il percorso.

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Figura 170 Planivolumetrico inserito nel contesto: Il progetto individua differenti ambiti

di intervento legati da un percorso continuo a prevalenza pedonale che connette gli

elementi verdi e costruiti, pubblici e privati, recependo e organizzando puntualmente il

tessuto e la situazione orografica esistente

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9.2.2 Analisi

L’analisi della struttura urbana elaborata da Pedro Ortiz evidenzia

differenti livelli di attraversamento della città di Segovia. Il sistema lineare

principale del progetto si pone come asse pedonale verde, parallelo ad

una viabilità già esistente che congiunge direttamente la città storica

alla nuova stazione dell’AVE.

Questo percorso si presuppone sia scandito da tre punti focali: Porta di

Avila, Piazza Istituzionale e Acropoli.

Altra forma d’analisi per immagini fondamentale per il nostro progetto è

stata quella predisposta da Lorenzo Mussi, che ci ha permesso in primo

luogo di cogliere l’importanza che ha Las Lastras rispetto alla città per il

suo forte impatto visuale e per la valenza di luogo del “loisir”

potenzialmente accessibile. Questo rilievo ha permesso inoltre di

evidenziare i momenti critici del rapporto tra Las Lastras e urbanizzato.

9.2.3 Descrizione dell’area di progetto

L’occasione offerta dall’IRU di sviluppare l’area della località Las Lastras

è stata assunta da tutti i nostri gruppi di progetto come tema e

intenzione progettuale sul margine.

Questo luogo, dove c’è attrito tra il pendio che scende in modo più o

meno scosceso verso la città e le ultime propaggini della città che si

attaccano al rilievo, diventa per noi una possibilità di riflessione

progettuale su come possa avvenire l’incontro tra urbanizzato e

paesaggio naturale.

L’area di progetto si colloca a margine della città; questo “bordo” viene

definito da un’altura – Las Lastras – oggi completamente verde e non

costruita. Essa rappresenta un vero elemento di qualità paesistica sia

perché direttamente a ridosso dell’espansione del secolo scorso sia

perché fruibile visivamente dalla città storica; è considerata perciò dalla

popolazione elemento da salvaguardare e tutelare. Anche la vigente

246

normativa urbanistica impone delle servitù di vista da alcuni punti

notevoli della città verso quest’area.

In uno scenario dove la richiesta di spazi di qualità di aree pubbliche ed

edifici per il terziario e residenziali si fa sempre più pressante e non più

ignorabile, si è voluto proporre un’idea di sviluppo “sostenibile” dell’area

in questione che tentasse di risolvere una situazione di confine

comunque non finita e allo stesso tempo proponesse un’espansione

programmata del costruito che rispondesse alle esigenze della

comunità segoviana.

In questo senso la proposta non è da intendersi come un disegno che

anticipi e renda possibile successive “aggiunte” e favorisca ulteriori

erosioni della Lastra da parte del tessuto urbano. Al contrario esso si

pone come limite “definitivo” e di qualità di una parte di città che in

quest’ipotesi possa così trovare un dialogo con l’ambiente naturale

direttamente adiacente valorizzando anche da un punto di vista

paesaggistico la dicotomia tra tessuti urbani e ambiente naturale.

Nella situazione attuale quest’area verde si presenta senza elementi di

accesso organizzati dalla città, mentre potenzialmente la sua bellezza e

la sua vicinanza ne fanno luogo naturale del “loisir“ cittadino.

Da queste considerazioni derivano le linee guida del progetto che si

articola su di un percorso che definendo appunto un nuovo margine

sappia generare differenti qualità spaziali e nuove occasioni di accesso

costruito alla Lastra pensata come elemento ambientale

organicamente collegato alla città. In questo modo, ovvero attraverso

differenti punti di connessione, quell’area verde, ora solo elemento

paesaggistico/visivo, diviene reale possibilità di parco urbano utilizzabile

dalla comunità.

Da un punto di vista morfologico/orografico la situazione del confine

attuale presenta differenti configurazioni: le variazioni di pendenza, la

presenza di veri e propri dirupi alternati a declivi morbidi, combinati con

le considerazioni sopra esposte hanno istruito un progetto che partendo

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da un pensiero architettonico e urbano forte, sapesse declinarsi e

modellarsi rispetto alle situazioni orografiche puntuali incontrate.

Quest’area così strategica all’interno del sistema urbano segoviano e

così delicata dal punto di vista paesaggistico ha richiesto uno sforzo di

volta in volta mirato. Teso in alcuni punti al recupero di situazioni critiche,

in altri al mantenimento dello status quo sia pur con l’inserimento di unità

abitative.

Di qui si è lavorato pensando ad un percorso continuo che lambisse il

margine del costruito ma capace di incontrare nel suo sviluppo

momenti architettonici, situazioni spaziali differenti; questo disegno

complesso ha cosi generato una ricchezza di modi di collegarsi col

tessuto e di rivolgersi al parco. Tali qualità sono state organizzate in un

organismo urbano non unicamente pensato come “collegamento” fra

parti esistenti di una realtà complessa, bensì disposte in modo da

relazionarsi con nuovi “punti notevoli” – spazi aperti - edifici pubblici a

destinazione culturale commerciale e direzionale che funzionasse

sinergicamente con l’esistente come volano per nuove possibilità di

sviluppo sociale e culturale della comunità e non unicamente come

protesi che appesantisse una situazione urbana già problematica.

In questo modo, lungo il fianco de Las Lastra, la proposta progettuale si

articola attraverso un sistema complesso che individua differenti

destinazioni che si alternano e si compenetrano superando una

“specializzazione funzionale” che sarebbe risultata rischiosa per una

zona comunque di margine. Al contrario si è cercato di combinare

residenze con spazi pubblici, edifici istituzionali e momenti d’accesso

costruito al parco studiati come parte integrante del progetto e come

elemento architettonico qualificante.

Ciò ha permesso di pensare e mettere a punto differenti approcci

spaziali che generassero, in tratti selezionati, una reale continuità tra

spazio pubblico e spazio privato, tra residenze, edifici d’interesse

pubblico (biblioteca, teatro multisala etc.) e spazi per il commercio

248

studiati nelle differenti declinazioni attuali che garantissero una facile

accessibilità da parte della città esistente.

Da qui l’idea di una piazza commerciale, disposta su una corte a due

livelli che funzioni da elemento di raccordo con il tessuto esistente e

insieme come accesso al parco e al “nuovo Paseo” che vertebra il

momento più pubblico dell’intero progetto.

In questa parte del percorso si è ricercata una spazialità racchiusa che

offrisse una continuità misurata della cortina edilizia pensata soprattutto

alla scala umana e aprendo, nel suo sviluppo, viste particolari della città

storica. L’altra testata di questo sistema è rappresentata da un edificio

(teatro Cinema multisala) disegnato come elemento di spicco in una

naturale “insenatura” della conformazione orografica. L’edificio si pone

così, pure calibrato nell’altezza complessiva, come landmark ed

elemento di riferimento del paesaggio precorrendo cosi un percorso

che accede ad un’area verde che si contrappone così al costruito

enfatizzando il suo carattere naturale.

9.2.4 Interferenze e continuità

Figura 171 sezioni; il progetto si articola su un dialogo tra situazione orografica e limite

del tessuto urbano individuando differenti situazioni spaziali e differenti modi di

relazione.

249

Il quesito ricorrente nella fase preliminare del progetto era: “È necessario

operare in modo uniforme su tutta la lunghezza del progetto per

ottenere un’unitarietà d’immagine?”

Un’immagine progettualmente prepotente rischia di essere estranea

alla delicatezza e complessità di un luogo come Segovia e quindi di

essere rifiutata dalla popolazione. Al contrario la lettura attenta di un

contesto complesso fin nelle sue scale più minute permette di gestire

simultaneamente l’intervento territoriale e la sua verifica alla dimensione

umana. Tema specifico della proposta è quindi diventato quello delle

possibili interferenze che permettono di rompere la continuità di un

elemento di margine che deve comunque rimanere forte e definito.

L’esperimento che si è cercato di sviluppare rifiuta, dopo un’attenta

analisi della situazione esistente, di uniformare la proposta ad un

marchio riconoscibile che si ripeta per tutto lo sviluppo longitudinale del

progetto. Le differenze orografiche, le diverse situazioni urbane

incontrate, il diverso rapporto visivo che si ha dal luogo del progetto

verso Las Lastras e verso la città… tutti questi elementi insieme

costituiscono una situazione fortemente differenziata a cui non è

possibile rispondere in modo univoco. E’ invece possibile progettare un

susseguirsi di immagini che creino per chi lo percorre un percorso ricco

di richiami e significati. All’interno del nostro progetto i luoghi divengono

così di volta in volta, luogo del margine, recinto o area di verde

concessa senza limitazioni alla Las Lastras. Il progetto inoltre crea un

margine costruito che vuole essere inespandibile, a protezione della

restante parte di parco agricolo. Allo stesso tempo il progetto ridisegna il

margine esistente, esaltandone le peculiarità e ammorbidendone le

criticità. Un muro permeabile e interattivo che arricchisce la città di

un’area finora non integrata col tessuto urbano e di spazi pubblici di

qualità

250

Figura 172: lo sviluppo del paseo come elemento di relazione tra l’urbano e il parco. Lungo

questo percorso si individuano i differenti modi di accesso e relazione caratterizzati da situazioni

spaziali differenti.

9.2.5 Scala e tempi del progetto

Il progetto si rivela una scala intermedia che modula la presenza di

piccole/medie infrastrutture urbane (biblioteca, uffici, residenza per

anziani, terziario) con un tessuto residenziale denso.

Si riferisce invece ad una scala territoriale nel suo sapersi rapportare con

il paesaggio de Las Lastra e nel saperlo connettere o ri-connetere sia nei

confronti della città storica, sia nei confronti del tessuto di margine

critico.

Questo rapporto viene soprattutto gestito per mezzo di rampe, elementi

di risalita e spazi aperti (la serra o la piazza su due livelli) che richiamano

al problema in modo delicato e attento alle problematiche di vista.

I due edifici che colgono la potenzialità territoriale in modo

emblematico e fungono da insegna rispetto al progetto sono la porta

d’Avila e le torri dell’acropoli.

Pur in una dimensione lontana da centri urbani di grandi dimensioni

Segovia si sta attrezzando per trasformazioni a scala metropolitana; ciò

251

implica un’esigenza di studiare, capire e in qualche caso distinguere le

modalità di percezione e di fruizione di uno spazio fisico.

Il progetto proposto crea lo sdoppiamento tra due sistemi spostando

dalla viabilità principale il flusso pedonale e d’arroccamento alle nuove

residenze. Individua quindi una dimensione in cui il tempo è rallentato

rispetto all’asse di collegamento carrabile tra l’AVE e la città storica. Il

percorso proposto offre comunque dei punti d’ancoraggio, relazione

visiva e scambio con la viabilità a velocità superiore.

Figura 173 Vista aerea complessiva dell’intervento:Differenti modi di integrazione tra Lastas

e tessuto urbano

9.2.6 Percorso lineare “paseo nuevo” e tre nodi

Figura 174 Nella fascia centrale il progetto propone una tipologia a corte in

continuità con l’edificato esistente.Questo permette la ricucitura di un margine oggi

non risolto arrestandosi in modo più misurato su un edificio lineare inciso nel terreno e

inteso come limite definitivo dell’espansione edilizia. Si definisce cosi una nuova

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interpretazione di strada urbana, a prevalenza pedonale, che nel suo sviluppo valorizzi

le molteplici valenze del paesaggio segoviano.

Figura 175 fotomontaggio del modello: vista del parco e del progetto dalla torre della

cattedrale. Lo studio dei caratteri orografici è stato integrato con la proposta

progettuale valutando l’altezza complessiva dei volumi in rapporto alle curve di

livelloTorri puntiformi definiscono lo sviluppo planimetrico e si configurano come

landmark di scala territoriale.La sezione più visibile dell’intero progetto risulta il

“condominio orizzontale” costituito da elementi a schiera caratterizzati da una

copertura praticabile in continuità con il parco.Il conflitto tra esistente e declivio viene

ripensato attraverso una serra verticale

Nella visione sviluppata dal nostro progetto l’asse principale ha una

duplice valenza sia pedonale sia d’arroccamento alle singole zone

residenziali. L’ipotesi è quella di una strada che permetta di godere sia

del parco sia della città e che al contempo strutturi il progetto. Ma

soprattutto una strada che consenta di attraversare il progetto con

alcune modalità specifiche legate alla qualità e al tipo di percorso. Non

mantiene una sezione costante, ma si adatta alle tipologie edilizie che

incontra creando spazi di relazione. Aprendosi in più punti permette la

risalita verso la Las Lastras.

Compito di questo percorso all’interno del progetto è quello di

individuare differenti punti da cui far guardare la città e il territorio

circostante.

253

Sono stati tematizzati i tre punti vertebratori come porte al progetto:

- una prima porta verso AVILA, in prossimità dell’ospedale si configura

come un arco sospeso che permette

L’attraversamento in quota dalla Las Lastras verso l’area di sviluppo

prevista in prossimità della fermata degli autobus (nuovo auditorium,

risalita verso la città vecchia) e diviene così BELVEDERE preferenziale

dalla Las Lastras verso la cattedrale. Ponendosi come elemento

puntiforme ha un limitato impatto sullo skyline cittadino.

- Il secondo nodo è la piazza su due livelli, il primo commerciale e l’altro

istituzionale, declinata dalla presenza di altre due piazze, una “degli

artisti” e la seconda davanti alla biblioteca.

Questo sistema di piazze concatenate e dimensionate sulla misura

umana dialoga al suo interno e verso la città attraverso una trama

edilizia continua e densa che in questo modo diventa motivo di

ricucitura con il tessuto urbano esistente.

Figura 176 La piazza commerciale su due livelli: elemento di connessione tra città

Lastras e Nuovo Paseo. Lo spazio pubblico è studiato come successione di immagini,

anche contrastanti, disposte su un percorso continuo che offre differenti suggestioni e

suggerisce differenti modi di vivere all’aperto.

254

Il sistema di piazze declina inoltre una successione di spazi pubblici e

privati, aperti o conclusi, ricchi di potenzialità che nel tempo ne

permetteranno un utilizzo differenziato

- La terza porta infine è, prima che luogo dell’accesso viario al

complesso, punto riconoscibile, nuova ACROPOLI della città, soprattutto

per chi accede da Madrid o per chi percorre il percorso lineare

attraverso il progetto. Qui il limite di altezza degli edifici presente su tutta

l’area perde di significato. Il tessuto edilizio esistente è già caratterizzato

da elementi alti ed il rapporto visuale con la cattedrale non è più

percepibile.

Figura 177La Piazza Istituzionale Come sfondo Al Nuovo Paseo.L’edificio, contenitore

multifunzionale di attività attrattive di svago è organizzato sotto una copertura piana che, pur

individuando una valenza alla grande scala non si pone in maniera invasiva sullo skyline della

città spagnola.Attraversato da una via di accesso pedonale che partendo in trincea emerge

sulla parte alta de las Lastras permette una visione unitaria dal parco agricolo del centro

abitato. Il distacco tra cortina edilizia del “nuovo Paseo”e edificio pubblico introduce la vista

dell’elemento naturale arricchendo le suggestioni condensate in questo spazio pubblico e

individuando un ulteriore accesso al parco agricolo

Chiara volontà del progetto è quella di non gerarchizzare

eccessivamente i tre nodi vertebratori, in modo che ognuno di essi sia in

grado di fungere da accesso principale e che quindi, da qualsiasi punto

si acceda al progetto, sia sempre percepibile l’importanza dell’accesso

che si sta utilizzando e la sua coesione con gli altri tre.

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9.2.7 Tessuti

Figura 178 fotomontaggio del modello: la vista della cattedrale dal parco agricolo de Las

Lastras. La proposta individua differenti caratterizzazioni dei modi di approdo all’area verde

Si sono voluti identificare degli spazi che, alternativamente, si

presentassero o come parti della città che salgono verso Las Lastras, o

come parti di verde che scendono verso la città, permettendo una

continuità fisica e visiva tra il verde e l’edificato. Un tema che influenza il

progetto fin dal suo inizio è la capacità dei luoghi progettati di avere

una loro riconoscibilità e unitarietà pur nel variare delle soluzioni

puntuali.

9.2.8 Varianza delle tipologie edilizie.

Proprio per le condizioni orografiche cangianti e per la lunghezza

notevole dell’area di progetto sembrava soffocante la ripetizione di una

singola immagine. Si è quindi cercato di modulare il progetto secondo

diversi temi. A questo scopo sono state sviluppate anche diverse

soluzioni tipologiche di residenza, che permettessero una varietà ed un

migliore adattamento alle singole situazioni.

256

Questa ricchezza nelle tipologie permette anche una maggior flessibilità

dell’intervento rispetto alla richiesta del mercato segoviano, che in

questo momento è difficilmente prevedibile, visto l’arrivo dell’AVE. Il

mercato immobiliare sente comunque la necessità di espandere la sua

offerta, soprattutto per recuperare coloro i quali da Segovia si sono

spostati nei comuni adiacenti nel corso degli ultimi anni.

Lo spessore del progetto è diversificato, densificando l’edificato

secondo quattro modalità precise:

1) moltiplicazione

2) compenetrazione

3) continuità

4) arroccamento

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9.2.8.1 Moltiplicazione

Figura 179 il progetto individua differenti tipologie residenziali pensate in relazione puntuale con

in contesto orografico e urbano. schemi di sviluppo del “condominio orizzontale”: elementi a

schiera organizzati attorno a un patio che modula la relazione tra spazio pubblico e spazio

privato. Si è voluta ricercare una densità elevata pure in una tipologia tradizionalmente

“estensiva” In questo modo è ridotta l’altezza complessiva dell’intervento in questa parte del

progetto che affaccia in maniera più diretta sulla città storica.

Una prima tipologia è stata individuata come “condominio orizzontale”.

258

Questo termine sottolinea la densità presente in questo intervento che si

configura in questo caso come la ripetizione seriale di una tipologia a

schiera sviluppata attorno ad un patio d’ingresso su cui tutti gli ambienti

dell’unità abitativa affacciano.

Numerosi assi di penetrazione perpendicolari alle curve di livello

distribuiscono l’accesso alle singole unità immobiliari mediando la

relazione tra spazio pubblico e spazio privato.

L’esigenza di mantenere libero l’orizzonte e quindi limitare l’altezza

dell’edificato, soprattutto in questo punto direttamente visibile dalla

città storica, ha portato alla definizione di un modulo abitativo che si

presenta dall’esterno come una foratura dei tetti giardino inteso come

una continuazione de Las Lastras.

L’edificazione s’inserisce mantenendosi al di sotto della quota di 1015 m

considerata in questo punto l’attuale limite inferiore di percezione de

Las Lastras dalla cattedrale.

Questo parametro permette di definire in modo inequivocabile il

termine ultimo di questa tipologia edilizia nel suo inserimento nel terreno.

L’idea di concepire quest’intervento come una terrazza addossata a

questa curva altimetrica rende impossibile un’ulteriore erosione del

parco agricolo.

La situazione di limite tra inedificato e tessuto presenta in questo punto

una situazione di reale conflitto: le costruzioni esistenti si scontrano con

un declivio scosceso, senza avere un’adeguata fascia di rispetto che

permetta di rispondere ai minimi requisiti igienici sanitari.

Da qui l’esigenza di ripensare il dislivello portandolo ad una distanza

adeguata dall’abitato esistente, rendendolo percorribile e

valorizzandolo.

Il dislivello diviene così occasione per un giardino pensile verticale, che

racchiude in sé gli elementi di risalita necessari per accedere alle

abitazioni e a Las Lastras.

259

Una serra che sia contemporaneamente luogo di passaggio e luogo di

contemplazione di una natura interpretata nei suoi caratteri più esotici.

Serra verticale che ammorbidisce l’impatto del complesso e rende

coerente il progetto con l’edificato esistente ai piedi del declivio.

9.2.8.2 Compenetrazione

Figura 180

Questa tipologia perpendicolare rispetto alle curve di livello permette

una maggior edificabilità dell’area e contemporaneamente uno spazio

civico più complesso e vivibile. Inoltre, mantenendo inalterate le

260

caratteristiche piacevoli delle residenze, aumenta notevolmente la

capacità edificatoria.

Il percorso pubblico trova qui possibilità di dilagare e aprirsi verso il

parco agricolo. Si è ottenuto che la maggior parte delle unità

immobiliari si affacci sul parco, questo senza togliere continuità visiva tra

il percorso e il parco stesso. Anche le singole unità immobiliari, pur

ottenendo un affaccio sul parco agricolo, non intersecano la visuale

delle altre unità.

Ognuna delle “penne” diviene un belvedere affacciato sulla città e

viceversa tutti gli spazi interclusi divengono rampe d’accesso a Las

Lastras.

C’è quindi un continuo scambio di sguardi che si rincorrono attraverso il

progetto.

Questo esperimento tipologico è stato sviluppato per la fascia centrale

dell’area, dove il dislivello de Las Lastras è decisamente più sensibile. La

tipologia trasversale al declivio, creando continuità tra parco e tessuto,

evidenzia anche le caratteristiche intrinseche dell’area.

Gli elementi che uniscono le differenti stecche trasversali sono intesi

come Belvedere privati sul paesaggio. Sono quindi da intendersi come

elementi di qualità in un costruito comunque denso.

Questi elementi trasversali incontrando il percorso lineare ne permettono

degli ampliamenti puntuali, creando così un susseguirsi di piccole

piazze.

9.2.8.3 Continuità

Seconda tipologia è quella di un grande edificio a corte che si sviluppa

attorno ad una piazza (un poco discosta da quella centrale su due

livelli) e che permette di inserire funzioni residenziali temporanee (casa

per studenti / per anziani o mista) nel complesso.

La tipologia è quella dei blocchi che continuano il tessuto esistente. Il

tema della continuità rispetto all’edificato esistente, nel punto in cui