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La Chiesa millenaria di San Siro di Struppa e l’Acquedoo Storico a cura di: Giovanna Rotondi Terminiello e Guido Rosato Sabato, 26 OTTOBRE 2019 i in collaborazione con Chiesa di S. Siro di Struppa Già luogo di culto dal V sec, posta lungo la strada che collegava la Val Bisagno con la valle Scrivia e la valle del Trebbia, araverso il valico di Creto, la chie sa assunse il proprio aspeo nel XII sec,. diventando per noi ,oggi, uno delle più importan tesmonianze del Romanico genovese. In realtà, quello che og gi si presenta ai nostri occhi è fruo degli interven di riprisno dura dagli anni Ven del Novecento agli anni Cinquanta , realizza per riportare all’origi ne un edificio di culto che, come tu, era stato trasformato per tre secoli adaandolo al gusto coevo. E, agli inizi del Novecento, presentava anche grandi problemi staci, rischiando il crollo. Gli interven esegui ci restuiscono uno splendido esempio di architeura romanica, dove si può capire l’essenza di un edificio religioso medioevale,in un contesto rurale che ha resisto all’avanzata dell’urbanizzazione di fondovalle. A.A. 2019-20 Itinerari Culturali Cod VV 10

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La Chiesa millenaria di San Siro di Struppa e l’Acquedotto Storico a cura di: Giovanna Rotondi Terminiello e Guido Rosato Sabato, 26 OTTOBRE 2019 i in collaborazione con Chiesa di S. Siro di Struppa Già luogo di culto dal V sec, posta lungo la strada che collegava la Val Bisagno con la valle Scrivia e la valle del Trebbia, attraverso il valico di Creto, la chie sa assunse il proprio aspetto nel XII sec,. diventando per noi ,oggi, uno delle più importanti testimonianze del Romanico genovese. In realtà, quello che og gi si presenta ai nostri occhi è frutto degli interventi di ripristino durati dagli anni Venti del Novecento agli anni Cinquanta , realizzati per riportare all’origi ne un edificio di culto che, come tutti, era stato trasformato per tre secoli adattandolo al gusto coevo. E, agli inizi del Novecento, presentava anche grandi problemi statici, rischiando il crollo. Gli interventi eseguiti ci restituiscono uno splendido esempio di architettura romanica, dove si può capire l’essenza di un edificio religioso medioevale,in un contesto rurale che ha resistito all’avanzata dell’urbanizzazione di fondovalle.

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Iscrizioni e Condizioni :

Partecipazione riservata agli Associati UniAuser con Quota Associativa in corso di validità

Disponibilità massima 30 posti. Numero minimo partecipanti per la realizzazione 20 persone

Termine per l’iscrizione: 10 ottobre 2019

Costo di partecipazione 30 € da versare al momento dell’ iscrizione.

È gradita un’ offerta libera a favore dell’Associazione. (in caso di tracciabilità, deducibile fiscalmente)

La somma versata comprende:

Assistenza organizzativa e culturale da parte dei Volontari UniAuser Genova, il pranzo in ristorante

La somma versata NON comprende: le mance, gli extra e quanto non indicato come incluso

Durata: intera giornata (indicativamente 10:00 - 18:00)

Indicazioni Organizzative:

Appuntamento sul piazzale della Chiesa millenaria di San Siro di Struppa

Le Condizioni Generali sono consultabili nella copia del modulo: compilato, sottoscritto e rilasciato in fase di iscrizione o nel sito

I N F O : U N I A U S E R, V I A B A L B I 2 9 / 5 - 3 ° P I A N O 1 6 1 2 6 G E N O V A T E L . : 0 1 0 2 5 3 1 0 4 7 / 4 8 - 3 3 5 6 3 2 9 6 1 3

M A I L : G I U L I A N O B A R B I E R I @ U N I A U S E R G E N O V A . N ET

L’ Acquedotto storico della val Bisagno L’Acquedotto della Val Bisagno è stato una grande opera di ingegneria, lunga più di 27 km, espressione della migliore e più aggiornata cultura tecnica dell’arco di due secoli, dal ‘600 all’800. Di formazione medioevale – è del 1295 la prima presa sopra Staglieno - il condotto è stato prolungato e integrato da opere ingegneristiche, fino alla presa del 1639 di Schiena d’Asino nel Comune di Davagna, distribuendosi lungo la valle a captare gli affluenti del torren te Bisagno man mano che aumentavano le esigenze idriche della città e del porto. Ardite opere, nel tempo progettate da architetti civici come l’Aicardi (sec. XVII) o il Barabino (sec. XIX) migliorano il percorso con ponti canale e ponti sifone, superando i disagi e i dissesti causati dalle frane che spesso inter rompevano il fluire dell’acqua (A M M). La passeggiata prevede solo un breve tratto del percorso, dove però è possibile capire la ricchezza dei manufatti di cui questa macchina per l’approvvigio namento era dotata, attraversando un paesaggio al confine fra strutture urbane, campagna antropizzata e boschi mediterranei.