teatro MARIELE VENTRE 20 “ASSO DI MONNEZZA” · “ASSO DI MONNEZZA” di e con Ulderico Pesce...

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comune di SASSO di CASTALDA teatro MARIELE VENTRE Centro Mediterraneo delle Arti “ASSO DI MONNEZZA” di e con Ulderico Pesce E’ la storia di Marietta e della sua famiglia. Ma- rietta è nata nella periferia di Napoli, a Pianu- ra. Il balcone della sua casa si affaccia su una discarica di “monnezza” dove da 40 anni sono state sversate tonnellate di rifiuti, tra i quali 1000 tonnellate di liquidi chimici pericolosissi- mi provenienti dall’Acna di Cencio. Nata in una famiglia poverissima il suo primo giocattolo l’ha trovato proprio in questa discarica: una bam- bolina spelacchiata che ancora conserva; ma la discarica e i suoi fumi tossici le ha portato via tutta la famiglia, i genitori e una sorella stronca- ti da tumori. Rimasta sola Marietta si sposa con Nicola e va ad abitare a Giugliano, alle porte di Napoli, dove presto arriverà un’altra discarica. Marietta è marchiata dalla “monnezza” pertanto la odia ma, dopo un viaggio fatto a casa della so- rella Marisa, nel quartiere Colli Aniene di Roma, dove si fa la raccolta differenziata porta a por- ta, e dove i rifiuti vengono riciclati, cambia vita. Torna a Giugliano e cerca, invano, di convincere le autorità a praticare gli stessi metodi scoperti cambiano e di molto e lo scopo del suo amico e della sua compagna è quello di non fargli ve- dere la realtà che lo circonda troppo dura e di costruirgli intorno una campana che lo protegga da shock troppo violenti che lo farebbero ricade- re nello stato vegetale. “24 Dicembre” è il dramma esistenziale, cucito sotto la veste della pièce comica,di un uomo e dei suoi angeli custodi, raccontando, in un cli- max di gag e colpi di scena, le condizioni di chi non può e non vuole vivere la propria realtà… O almeno queste erano le intenzioni degli autori. Teatro Studio Salerno “LI NEPUTE DE LU SINNECO” di Edoardo Scarpetta regia: Pasquale De Cristofaro Con Li nepute de lu sinneco,Scarpetta rivendica ancora di più il suo programma di riforma del teatro napoletano che consistette in un sostanzia- le ritorno all’ordine dopo le improvvisazioni del teatro popolare troppo compromesso con l’estro dei singoli interpreti. Fedeltà al copione scrit- to, disciplina in compagnia e, soprattutto, nella scrittura, maggiore aderenza alla realtà e alla verosimiglianza come nella migliore tradizione europea del teatro naturalistico e borghese. Vero è, però, che il nostro non fu mai completamen- te originale. Scarpetta saccheggiò a piene mani nella tradizione dei vaudevilles e delle pochade francesi ma seppe, al tempo stesso, modificarne ambienti e personaggi per rendere le trame più affini al pubblico partenopeo. Tutto questo fece la sua fortuna creando un teatro nuovo e viva- ce che tanto piacque ai suoi concittadini procu- randogli grande fama e onore. Nel suo teatro gli scambi di persona e gli equivoci sono di prassi per rendere le trame avvincenti e vorticosamente seducenti anche a tanti anni di distanza. Certo il suo teatro è puro divertimento, ma al tempo stesso un esercizio per attori e registi inegua- gliabile per cercare un ritmo giusto che sapesse riprodurre quei mulinelli di non senso che rap- presentano veri e propri virtuosismi dramma- turgici. La commedia fu rappresentata a Napoli nel 1885 per la prima volta e riscosse un no- tevole successo. Per noi, questa, sarà una sfida interessante perché negli anni scorsi ci siamo più volte cimentati a riportare in scena la maschera di Pulcinella con notevoli risultati, ben sapendo che Scarpetta brigò molto per sostituirla con il personaggio di Felice Sciosciammocca. nel quartiere di Roma. Nulla potendo comincia a praticare la raccolta differenziata porta a porta in assoluta autonomia e grazie all’aiuto dei figli Antonio e Vincenzo. e Marietta e i figli raccolgo- no l’immondizia il marito Nicola e l’altro figlio Cristian la “nascondono”, nel senso che sono due malavitosi che smaltiscono, in cambio di molti quattrini, rifiuti industriali pericolosissimi provenienti dal Nord che loro gettano nel mare, nei fiumi, in discariche o direttamente sulla terra agricola. Il conflitto tra Marietta e il marito Ni- cola diventa il conflitto tra due modi di concepi- re l’ambiente la legalità e la vita in genere. LA.MA.ING “24 DICEMBRE ” regia: Mario Brancaccio con:Antonella Elia e Mario Brancaccio L’esilarante commedia “24 Dicembre” descri- ve la rinascita di un giovane che 16 anni fa è caduto in coma catatonico. In 16 anni le cose 20 DIC Teatro Nuovo di Salerno “È TORNATO PAPÀ” regia: Ugo Piastrella Tratta da un antico canovaccio di Carlo Gua- rini, la storia, riscritta e reinventata da Genna- ro Morrone, sfrondata da alcune pesantezze ed inattualità del testo antico, è ambientata all’epo- ca attuale. E’ una storia comica che parla di sentimenti. I sentimenti, nella commedia (come nella vita), si confondono con gli interessi economici ma -nel marasma generale- nascono, alla fine, degli af- fetti sinceri provocati dagli equivoci, che porta- no due ragazzi a legarsi ad un quasi derelitto re- duce (il cui cuore è combattuto tra l’orgoglio e la fame, ma il cui stomaco prende poi il sopravven- to) come se questi fosse il padre che credevano morto, e a considerare alla stregua di un intruso colui che era effettivamente il vero padre, che ri- torna dopo anni carico di soldi, tra l’indifferenza dei figli ma non della ex compagna abbandonata (ferita, ma guarita dal profumo del denaro). Tra i tentativi del padre vero di riappropriarsi del proprio ruolo (di padre e di marito) e gli equivoci che il suo atteggiamento genera in chi gli sta intorno, si dipana una matassa resa an- cor più simpatica dall’abile mano dell’autore nel creare delle divertenti ed attualissime caratteriz- zazioni dei personaggi di contorno che tengono sempre alta l’attenzione del pubblico. La matas- sa si ingarbuglia con l’idea di far scomparire il falso padre in un falso incidente che manco a dirlo scatenerà la fantasia di un poliziotto, no- vello Sherlock Holmes, che renderà ancora più complicata e divertente la storia. Una commedia degli equivoci nello stile della migliore tradizione latina, arricchita dall’ironia partenopea e vivacizzata dall’estro degli attori, in particolar modo i due protagonisti, che con- quistano il pubblico fin dalle prime battute. Il linguaggio utilizzato è un napoletano, miscelato magistralmente ad un italiano napoletanizzato e simpaticamente storpiato, ma la bravura degli attori, la loro mimica, la loro gestualità rendono comprensibile e godibile dappertutto la comme- dia. 22 GEN 1 MAR 8 FEB

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comune di SASSO di CASTALDAteatroMARIELE VENTRE

Centro Mediterraneo delle Arti“ASSO DI MONNEZZA”di e con Ulderico Pesce

E’ la storia di Marietta e della sua famiglia. Ma-rietta è nata nella periferia di Napoli, a Pianu-ra. Il balcone della sua casa si affaccia su una discarica di “monnezza” dove da 40 anni sono state sversate tonnellate di rifiuti, tra i quali 1000 tonnellate di liquidi chimici pericolosissi-mi provenienti dall’Acna di Cencio. Nata in una famiglia poverissima il suo primo giocattolo l’ha trovato proprio in questa discarica: una bam-bolina spelacchiata che ancora conserva; ma la discarica e i suoi fumi tossici le ha portato via tutta la famiglia, i genitori e una sorella stronca-ti da tumori. Rimasta sola Marietta si sposa con Nicola e va ad abitare a Giugliano, alle porte di Napoli, dove presto arriverà un’altra discarica. Marietta è marchiata dalla “monnezza” pertanto la odia ma, dopo un viaggio fatto a casa della so-rella Marisa, nel quartiere Colli Aniene di Roma, dove si fa la raccolta differenziata porta a por-ta, e dove i rifiuti vengono riciclati, cambia vita. Torna a Giugliano e cerca, invano, di convincere le autorità a praticare gli stessi metodi scoperti

cambiano e di molto e lo scopo del suo amico e della sua compagna è quello di non fargli ve-dere la realtà che lo circonda troppo dura e di costruirgli intorno una campana che lo protegga da shock troppo violenti che lo farebbero ricade-re nello stato vegetale.“24 Dicembre” è il dramma esistenziale, cucito sotto la veste della pièce comica,di un uomo e dei suoi angeli custodi, raccontando, in un cli-max di gag e colpi di scena, le condizioni di chi non può e non vuole vivere la propria realtà… O almeno queste erano le intenzioni degli autori.

Teatro Studio Salerno“LI NEPUTE DE LU SINNECO” di Edoardo Scarpetta

regia: Pasquale De Cristofaro

Con Li nepute de lu sinneco,Scarpetta rivendica ancora di più il suo programma di riforma del teatro napoletano che consistette in un sostanzia-le ritorno all’ordine dopo le improvvisazioni del teatro popolare troppo compromesso con l’estro dei singoli interpreti. Fedeltà al copione scrit-to, disciplina in compagnia e, soprattutto, nella scrittura, maggiore aderenza alla realtà e alla verosimiglianza come nella migliore tradizione europea del teatro naturalistico e borghese. Vero è, però, che il nostro non fu mai completamen-te originale. Scarpetta saccheggiò a piene mani nella tradizione dei vaudevilles e delle pochade francesi ma seppe, al tempo stesso, modificarne ambienti e personaggi per rendere le trame più affini al pubblico partenopeo. Tutto questo fece la sua fortuna creando un teatro nuovo e viva-ce che tanto piacque ai suoi concittadini procu-randogli grande fama e onore. Nel suo teatro gli scambi di persona e gli equivoci sono di prassi per rendere le trame avvincenti e vorticosamente seducenti anche a tanti anni di distanza. Certo il suo teatro è puro divertimento, ma al tempo stesso un esercizio per attori e registi inegua-gliabile per cercare un ritmo giusto che sapesse riprodurre quei mulinelli di non senso che rap-presentano veri e propri virtuosismi dramma-turgici. La commedia fu rappresentata a Napoli nel 1885 per la prima volta e riscosse un no-tevole successo. Per noi, questa, sarà una sfida interessante perché negli anni scorsi ci siamo più volte cimentati a riportare in scena la maschera di Pulcinella con notevoli risultati, ben sapendo che Scarpetta brigò molto per sostituirla con il personaggio di Felice Sciosciammocca.

nel quartiere di Roma. Nulla potendo comincia a praticare la raccolta differenziata porta a porta in assoluta autonomia e grazie all’aiuto dei figli Antonio e Vincenzo. e Marietta e i figli raccolgo-no l’immondizia il marito Nicola e l’altro figlio Cristian la “nascondono”, nel senso che sono due malavitosi che smaltiscono, in cambio di molti quattrini, rifiuti industriali pericolosissimi provenienti dal Nord che loro gettano nel mare, nei fiumi, in discariche o direttamente sulla terra agricola. Il conflitto tra Marietta e il marito Ni-cola diventa il conflitto tra due modi di concepi-re l’ambiente la legalità e la vita in genere.

LA.MA.ING“24 DICEMbRE ” regia: Mario Brancacciocon:Antonella Elia e Mario Brancaccio

L’esilarante commedia “24 Dicembre” descri-ve la rinascita di un giovane che 16 anni fa è caduto in coma catatonico. In 16 anni le cose

20DIC

Teatro Nuovo di Salerno“È TORNATO PAPÀ”regia: Ugo Piastrella

Tratta da un antico canovaccio di Carlo Gua-rini, la storia, riscritta e reinventata da Genna-ro Morrone, sfrondata da alcune pesantezze ed inattualità del testo antico, è ambientata all’epo-ca attuale. E’ una storia comica che parla di sentimenti. I sentimenti, nella commedia (come nella vita), si confondono con gli interessi economici ma -nel marasma generale- nascono, alla fine, degli af-fetti sinceri provocati dagli equivoci, che porta-no due ragazzi a legarsi ad un quasi derelitto re-duce (il cui cuore è combattuto tra l’orgoglio e la fame, ma il cui stomaco prende poi il sopravven-to) come se questi fosse il padre che credevano morto, e a considerare alla stregua di un intruso colui che era effettivamente il vero padre, che ri-torna dopo anni carico di soldi, tra l’indifferenza dei figli ma non della ex compagna abbandonata (ferita, ma guarita dal profumo del denaro).

Tra i tentativi del padre vero di riappropriarsi del proprio ruolo (di padre e di marito) e gli equivoci che il suo atteggiamento genera in chi gli sta intorno, si dipana una matassa resa an-cor più simpatica dall’abile mano dell’autore nel creare delle divertenti ed attualissime caratteriz-zazioni dei personaggi di contorno che tengono sempre alta l’attenzione del pubblico. La matas-sa si ingarbuglia con l’idea di far scomparire il falso padre in un falso incidente che manco a dirlo scatenerà la fantasia di un poliziotto, no-vello Sherlock Holmes, che renderà ancora più complicata e divertente la storia.Una commedia degli equivoci nello stile della migliore tradizione latina, arricchita dall’ironia partenopea e vivacizzata dall’estro degli attori, in particolar modo i due protagonisti, che con-quistano il pubblico fin dalle prime battute. Il linguaggio utilizzato è un napoletano, miscelato magistralmente ad un italiano napoletanizzato e simpaticamente storpiato, ma la bravura degli attori, la loro mimica, la loro gestualità rendono comprensibile e godibile dappertutto la comme-dia.

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Politeama Mancini“MAMMA”regia: Antonella Morea - con: Rino Di Martino

“Mamma” Piccole tragedie minimali, quattro monologhi dove mamme malefiche raccontano ancora fiabe e che poi via via si trasformano nei vari episodi in figure irrimediabilmente corrotte dai mass-media, una folla di donne attorniate da ragazzini che si chiamano Deborah, Saman-ta, Morgan, nelle cui conversazioni si confondo-no messaggi personali, echi televisivi, slogan di

rotocalchi; dove la pubblicità si sovrappone alle confidenze – le telenovelas alla sfera privata e gli inni liturgici alle canzonette di Sanremo.Deliri verbali fondati sulla contaminazione e al-terazione del linguaggio. La perdita di ritualipropiziatori e liberatori usati nel mondo conta-dino come protezione e rivelazione dell’incon-scio. La contaminazione cui tali rituali sono stati sottoposti dall’ingresso dei media con la conse-guente perdita dell’identità collettiva.La ritualità e il mondo popolare saranno il mo-tore di tutta la messinscena dove l’ambiguo ma-schile/femminile esprime al meglio il carattere tragicomico dei personaggi. - Antonella Morea

* fUORI AbbONAMENTOLaboratorio artistico culturale G. L. Caramuel“NATALE IN CASA CUPIELLO”regia di Antonio Monaco

La famosissima commedia di Edoardo De Filip-po viene liberamente adattata e interpretata dal Laboratorio Caramuel, rendendola vicina ai gu-sti della cultura popolare lucana. La piece tratta del Natale, ma in realtà pone l’accento sulla crisi della famiglia, sulla mancanza di dialogo tra ge-nitori e figli, tra marito e moglie che porta, poi, inevitabilmente, a seri problemi di convivenza. Per questo il tutto si trasforma in tragedia. La rappresentazione propone momenti di umorismo

che nasce dal vissuto quotidiano di una famiglia modesta, i cui figli vogliono vivere non più se-condo le regole della convivenza tradizionale. Il presepe di Luca Cupiello, la su bontà e la sua ingenuità, non riescono ad accettare il nuovo: il tradimento della figlia, la negligenza del figlio. I valori del Natale sono solo di facciata, perché le nuove generazioni non ne vogliono più capire l’importanza, in quanto non riescono a percepire emozioni né a nutrire interessi di alcun genere. Il laboratorio Caramuel ne ripropone la rappre-sentazione per la sua disarmante attualità ed è consapevole delle difficoltà di interpretazione che, perciò, viene fatta con grande umiltà, per-ché certi di non reggere al confronto del grande maestro quale era Eduardo De Filippo.

FIMgroup - Rossoarancia record“STAbAT MATER - MUSICHE DI IOLE”con Iole Cerminara e Francesco Scorza

Una lettura musicale rinnovata della sequenza pasquale dedicata alla Madonna. Un’opera mo-

Direttore artistico: Domenico De RosaCodirettori: Rocco Positino e Antonella IallorenziResponsabile organizzativo:Giammarco PepePromozione e comunicazione:Angelo Caporale e Rosario DotiBiglietteria:Rossana Corleto e Annateresa Tofalo

Grafica:A-D Sign Studio (PZ)

Ingresso ore 20.30, sipario ore 21.00abbonamento: intero 30 euro · ridotto 20 eurobiglietto: intero 8 euro · ridotto 5 euro

Per informazioni e prevendita:Centro Ludico - ex edificio comunalevia Roma, Sasso di CastaldaComune di Sasso di Castalda via Roma - tel 0975/385016

15MAR

derna, dalle atmosfere intime e suggestive, che enfatizza la teatralità del testo sacro in latino attraverso l’utilizzo di contenuti multimediali e soluzioni musicali raffinate. Lo “Stabat Mater” di Iole è uno spettacolo intenso che coinvolge ed emoziona attraverso l’interazione di canto, mu-sica, teatro e arti visive.

Identità Lucana Associazione Teatrale Satrianese“IL PIACERE DELLA STORIA ”

Storia della Basilicata Raccontata ai giovanicon: Antonella Iallorenzi coordinamento tecnico-video: Namavista

“La storia è testimone dei tempi, luce della veri-tà, vita della memoria, maestra della vita”.

Cicerone, De Oratore.I processi socio-demografici che stanno inte-ressando la Basilicata producono ripercussioni molto delicate sull’intera popolazione e sull’in-tero sistema di sviluppo del territorio.Il venir meno delle fasce giovani a causa di per-corsi formativi e professionali individuati al di fuori della nostra regione, stanno progressiva-mente impoverendo la regione di quella linfa vi-tale decisiva nel sostenere il futuro della regione. In questo contesto conoscere la propria storia può essere un fattore decisivo sulla scelta di re-stare o meno in Basilicata; conoscere la propria storia può aiutare a comprendere alcuni proces-si e avere stimoli maggiori nel voler realizzare i propri sogni nella propria terra. Racconteremo in modo semplice e accattivante, attraverso la recitazione e con l’ausilio di supporti audio-vi-deo, la storia della Basilicata ripercorrendo i se-coli dalla preistoria ai giorni nostri.

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